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[Darken]Pokémos[Part 1-*]


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CAPITOLO 51: LA STRADA GIUSTA

 

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Aeria, Bosco delle nuvole, 07/06/4783, circa le 04
«Come sarebbe a dire “tutte le strade sono corrette”?» sbottò Luxray, fissando in modo molto minaccioso Gligar, appena ripresosi.
«Quello che ho detto. Le quattro strade sono simboliche e conducono alla Radura dei Quattro Templi. Ogni sentiero curva in un modo diverso e conduce a uno dei quattro ingressi dell Radura, Nord, Sud, Est, o Ovest. Dopodichè si trova il sentiero che conduce a Cloud Town.»
«Ma allora perché ci hanno detto che cambiava qualcosa a seconda del sentiero?»
Gligar fece spallucce «Mai fidarsi di un barista che non si conosce.»
«D’accordo. Allora, noi ti lasciamo slegato, libera tu i tuoi compagni. Se ci attaccherai, ti faremo fuori.» disse Emolga.
«Come se ne avessi la forza, dopo il colpo di quel piccoletto.» disse indicando Tri, addormentato sulla schiena di Luxray. Per fargli posto, Emolga si era caricato di entrambe le sacche, lasciando Luxray con soltanto la sua. Tri si era sollevato per solo cinque minuti, stanchissimo, poi si era addormentato.
I tre procedettero per ore lungo il sentiero, stando attenti ad eventuali altri agguati. Ma non incontrarono nessuno, e alla fine sbucarono in un’enorme radura al centro della quale sorgevano quattro edifici, rivolti ognuno verso uno dei quattro punti cardinali. Si guardarono intorno e si trovarono davanti Eelektross e Raichu. Il primo sembrava star bene, ma il secondo si reggeva appena in piedi.
«Che è successo?» domandò Luxray.
Eelektross raccontò quello che era successo, poi ascoltò Luxray. Quado entrambi ebbero finito annuirono. «Quindi era vero che i suoi uomini vi avrebbero attaccati. E dite che il Gligar l’ha sconfitto lui?» disse Eelektross indicando Tri.
«Già. Capo, hai idea di che cosa possa essere successo?»
«Un paio, ma nessuna molto probabile.» Disse Eelektross. “Se quello che ho in mente è vero però… no, meglio lasciar perdere riguardo l’argomento, almeno per ora.”
«Avete visto gli altri?»
«No, non ancora. Speriamo arrivino presto.»
Attesero un po’ e alla fine videro Flaaffy e Surskit, traballanti sulle gambe. Accanto a loro però c’era un pokémon piuttosto grande. Quando capirono chi era rimasero di stucco. Si salutarono, poi ascoltarono la storia di quello che era successo.
«Ve la siete vista brutta eh?» disse Luxray.
«Già, temevamo di non farcela.» rispose Flaaffy, ansante.
«A questo punto mancano solo Plusle, Minun e Mud.»
«Allora non manca più nessuno.» Disse una voce alle loro spalze. Sobbalzarono e si girarono, trovandosi davanti Plusle, Minun e un evoluto Mud. Quelli li salutarono, e raccontarono anche il loro pezzo di storia.
«E questo è tutto. Ora direi di proseguire.» Disse Eelektross.
«Ne sei sicuro? Forse sarebbe meglio fermarsi a riposare per un po’.»
«No. Meglio non esporsi. Potremo riposare quando arriveremo in città. Non possiamo rischiare di essere colpiti da un altro agguato, sarebbe davvero troppo.»
E così gli undici proseguirono lungo il largo sentiero. Dal tetto dei Quattro Tempi, due figure li osservarono allontanarsi, poi rientrarono.
 
Cloud Town, “Il Fiore degli Skiploom”, 08/06/4783, circa le 02
Dragonite sbuffò. Aveva girato bettola per bettola la periferia di Cloud Town, e non era ancora riuscito a trovare il Tenente.
“Spero per lui che questa sia la volta buona.” Fissò la locanda. Il nome non era esattamente indicativo dell’aspetto. Era un edificio a due piani, grigio e quadrato, con i muri scrostati e il tetto mezzo rotto. Dragonite entrò. L’interno era affollato di pokémon impegnati a bere, a parlottare e a sghignazzare. Li fissò, passandoli in rassegna. Ladri, rapinatori, rapitori e… Lì, seduto al bancone, stava Charizard. Rise tra sé e sé. Il pokémon aveva la testa stesa sul bancone, le ali ripiegate sulla schiena. Anche senzale numerose cicatrici che gli ricoprivano il corpo, sarebbe stato fin troppo facile da notare. Quanti Charizard neri che emettono bizzarre scintille dal corpo potevano esserci al mondo? Da quel che sapeva, pochi.
Senza parlare, si avvicinò al pokémon e si sedette sullo sgabello accanto. Sorrise, e lo toccò leggermente.Quello si riscosse e si guardò intorno in cagnesco, ma appena lo vide si rilassò e sorrise, per quanto una chiostra di denti affilati come rasoi possa definirsi un sorriso.
«Salve tenente, hai intenzione di dormire ancora a lungo?»
«Salve capitano. Piacere di vederla. Ma perché mi cerca a quest’ora?»
«Se non passassi la giornata bazzicando da una bettola all’altro lo sapresti. Il Gruppo è qui e ormai si avvicina. La strategia di Pidgeot li rallenterà, ma non li fermerà. Quel punto debole dovrebbe averlo imparato dall’ultima volta. Nessuno sarebbe così stupido da credere che sette pokémon attacchino la base dell’Aviazione, fuggano senza subire danni e poi tornino spontaneamente in città. Come se non bastasse, il Luxray ha una cicatrice sull’occhio. Se qualcuno se ne fosse accorto il piano fallirebbe. E per finire sono feriti. Gliel’ho detto tante volte. Se vuoi agire, collabora con Gliscor. Ma quei due non andranno mai d’accordo.»
«Pfff, mi fanno sempre morir dal ridere quei due.» Disse Charizard, trattenendo una risata.
«E allora, esperimento M-4, hai intenzione di prendere il posto di Gliscor? Lo sai che nessuno avrebbe nulla da obiettare.»
«Ti ho già detto di non chiamarmi così, né di farmi quell’offerta. Perdermi il divertimento di farti da tenente? Starai scherzando. Che Gliscor si tenga pure il posto, non mi interessa scalare i ranghi.»
«Ehi, dammi due succhi di bacca» disse Dragonite rivolto allo Skiploom che stava dietro al bancone. Quello annuì e provvide a versarglieli. Dragonite ne porse uno a Charizard.
«Alla salute del mio migliore amico.» rispose quello trangugiandolo d’un fiato.
«Alla salute del mio migliore amico.» ripetè il drago sorridendo. Poi i due, ridendo, lasciarono una pepita sul bancone e uscirono.
«E allora, qual è il piano?»
Dragonite spiegò. E il sorriso di Charizard si fece improvvisamente molto più sinistro.

 

 

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CAPITOLO 52: FRAMMENTI

 

 

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Da qualche parte a Elettria, 08/06/4783, circa le 02
Spinarak dormiva alla grossa sulla scrivania. D’altronde, nessuno consultava mai l’archivio ricerche, e in qualità di archivista non aveva mai molto da fare. Per lo più doveva spolverare e riporre quello che gli portavano. Per questo rimase così sorpreso quando qualcuno bussò alla porta. Si alzò, sbadigliando vistosamente, e imprecando si diresse alla porta. Quando aprì sbiancò. Il Professor Durant lo fissava dritto negli occhi.
«B-Buongiorno professore.» si affrettò a borbottare.
«Salve, Spinarak. Mi servono le copie di alcuni documenti.»
«Quali signore?»
«I dati sul progetto M di 10 anni fa. Devo fare dei confronti con i risultati attuali.»
«Certo signore, è fortunato. Non devo nemmeno cercarli, ecco le copie.»
«Che strano. Com’è possibile che tu le abbia già pronte?»
«Ieri notte è passato il Professor A. Si è fatto fare le copie di alcuni progetti, tra cui l’M.»
«E che altro?» domandò Durant, dubbioso.
«Vediamo… Il progetto S, il Progetto e i dati di analisi correlati.»
«Interessante. Ti spiacerebbe darmi una copia di tutto?»
«Ma certo, un secondo.» Poco dopo, le copie erano pronto.
«Bene, arrivederci.»
«Arrivederci signore.» Disse Spinarak, e appena Durant se ne fu andato chiuse la porta e tornò a dormire.
Nel frattempo, Ampharos stava esaminando i fogli che aveva preso dall’archivio.
«Dunque, esperimento M-1, risultati: fallito. Il soggetto perde il controllo. Esperimento M-2: parziale, il soggetto perde controllo solo durante l’attivazione. Esperimento M-3: Risultati similari all’esperimento M-2. Trasferito. Esperimento M-4. Risulati: successo parziale. Controllo della forma Agile dopo intenso allenamento. Incapacità di trasformarsi nella forma Brutale. Trasferito.» Continuò così, confrontando uno dopo l’altro i vari dati. Poi cambiò progetto. Progetto S. Grande Progetto. Le analisi. Li confrontò uno dopo l’altro, e alla fine impallidì.
«Se questo è vero però… No, impossibile. Una cosa simile è…»
«Impossibile?» Una voce alle sue spalle lo fece trasalire. Si voltò. Senza far rumore, Durant era entrato. «Le consiglio di eliminare la parola impossibile dal suo vocabolario. Ci è arrivato vero? Ha capito qual è lo scopo dell’Organizzazione. In tal caso complimenti. Solo io e i Generali, oltre al capo, ne siamo a conoscenza.»
«E adesso cosa mi farete?» chiese, in preda al panico.
Durant per un secondo rimase zitto, fissandolo. Poi inaspettatamente sorrise. «Cosa le faremo? Al momento solo io so che lei sa. Ebbene professore, io la farò diventare mio assistente. Una persona abbastanza intelligente da riuscire a capire il vero piano che va oltre le storie che abbiamo diffuso merita, come dire, una chance in più. Ci vediamo domattina alle 10» E uscì, lasciando Ampharos ancora più confuso.
 
Aeria, Bosco delle nuvole, 08/06/4783, circa le 04
Il gruppo emerse dalla foresta dopo altre due ore di cammino. Raichu e Plusle si stavano riprendendo, ma Surskit e Flaaffy erano conciati parecchio male. Quanto a Tri, era ancora addormentato sulla schiena di Luxray. Gli undici si diressero, seguendo i cartelli, verso Cloud Town. Per un po’ tutto procedette bene, poi iniziarono a sentire dei rumori.
«Ci seguono. In molti stavolta.»
«Credete siano ancora pokémon dell’organizzazione?»
«Probabilmente.»
E in quel momento dai lati della strada emersero diverse decine di pokémon. Contemporaneamente una decina scese su di loro dall’alto, fermandosi a pochi metri di quota. Quello più grosso, che sembrava il capo, li fissò.
«Bene bene, eccoli qua. I sette e i loro complici.» Il Fearow li guardò, con uno sguardo assassino negli occhi.
«Chi siete?» domandò Eelektross, cauto.
«Sono il capitano Fearow, dell’Aviazione. E voi siete in arresto.»
Il Gruppo rimase folgorato dallo stupore. Ma ancora una volta, Eelektross si riscosse «Di che state parlando. Abbiamo fatto qualcosa che possa essere considerato un reato?»
«Inutile che facciate i finti tonti. Voi sette» disse indicando uno a uno Plusle, Minun, Eelektross, Raichu, Emolga, Flaaffy e Luxray «Siete stati visti da decine di testimoni fuggire dalla base dell’Aviazione e rifugiarvi nella foresta.»
«Impossibile. Siamo appena usciti dalla foresta.»
«Slenzio. Ora vi scorteremo alla base dell’Aviazione, dove sarete posti sotto interrogatorio.»
Eelektross guardò gli altri. Lo sguardo di Luxray non prometteva per niente bene. Avrebbe sicuramente fatto qualche sciocchezza se non avesse agito in fretta. Non potevano combattere. E anche se avessero potuto, sarebbe stato controproducente.
«D’accordo. Ma per favore, alcuni di noi hanno bisogno di cure.»
«Vi cureremo, i criminali devono essere in buone condizioni. Ho la vostra parola che non fuggirete? Altrimenti vi dovremo legare.»
«D’accordo.» Eelektross si lasciò avvicinare ai lati da due pokémon, come tutti gli altri, e in fila indiana proseguirono verso Cloud Town, circondati.
 
Cloud Town, base dell’Aviazione, 08/06/4783, circa le 12
Arrivati in città, furono condotti alla base dell’Aviazione e chiusi in alcune celle dotate di brandine. Gli furono date varie bacche, per rimettersi in sesto. Quanto a Tri, fu condotto nella zona medica della base. Poco dopo, un Dodrio si avvicinò alla cella.
«Nulla di preoccupante, un sovraccarico elettrico. Abbiamo eliminato l’elettricità in eccesso, e ora sta riposando. Domani starà bene.»
Dopodichè, non poterono far altro che stendersi, chiedendosi cosa fosse successo. La mattina dopo, uno alla volta, partendo da Flaaffy, furono condotti alla sala interrogatori. L’ultimo fu Eelektross. Entrò nella stanza. Da un lato del tavolo stava Eelektross, mentre dall’altro Fearow e  un Crobat.
«Questo è il capitano Crobat. Ora,»disse rivolgendosi a Eelektross «I tuoi amici ci hanno raccontato una storia molto interessante su quello che vi sarebbe successo ieri sera. Posso sentire la tua versione?»
E Eelektross, glissando sul fatto che i nemici erano membri dell’Organizzazione, raccontò quanto era successo nella foresta. Fearow annuiva, mentre Crobat scriveva tutto quello che veniva detto. Alla fine, Eelektross terminò il racconto.
«Una storia interessante, non c’è dubbio. E corrisponde a quanto detto dai tuoi compagni. Ma allora dimmi, chi siete?»
«Ambasciatori di Elettria.»
«E cosa fate qui ad Aeria?»
«Non posso dirlo.»
«Hanno detto così anche tutti gli altri. In tre hanno addirittura dimostrato di essere mebri dell’S.T., o come si chiama il corpo di sicurezza di Elettria. Bene, puoi andare. Riconducetelo in cella.» Due guardie lo riportarono in cella, e Eelektross sbuffò.

 

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CAPITOLO 53: UN FUTURO, DUE FUTURI

 

 

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Cloud Town, base dell’Aviazione, 08/06/4783, circa le 13
«Che ne dici?» chiese Fearow, mentre lui e Crobat bevevano un po’ d’Acqua Fresca per rinfrescarsi.
«Non saprei. Le prove puntano in parte contro di loro e in parte a favore.»
«Già. Da un lato, sono stati senz’ombra di dubbio sette pokémon come loro ad attaccarci. Ma d’altra parte, ci sono troppi punti poco chiari. Perché sarebbero tornati in città? Perché i membri dell’S.T. avrebbero attaccato una base? Inoltre, non vogliono parlarci di questa loro missione. Abbiamo solo capito che vogliono parlare con il re. E interrogando Flaaffy, abbiamo scoperto che c’entra la crisi energetica, anche se è l’unica cosa che siamo riusciti a cavargli.»
«E allora che facciamo? Li rilasciamo o li tratteniamo ancora?»
«Non saprei. Direi di…» Ma in quel momento qualcuno bussò alla porta, e Fearow aprì. Davanti alla porta c’erano tre pokémon che tutti a Cloud Town conoscevano.
Swllow, che si trovava davanti agli altri, lo fissò per un attimo, poi parlò «Allora, lei è il capitano Fearow, giusto?»
«S-sì.» Fece quello, guardando i tre.
Allora, a un cenno di Swellow, gli altri due si fecero avanti. Sigilyph si avvicinò davvero molto, tanto che l’occhio sulla testa era a pochi centimetri dal volto di Fearow. «Voi avete arrestato undici pokémon, facenti parte di un gruppo di ambasciatori di Elettria, dico bene?»
«Sì, esatto.»
«Rilasciateli immediatamente.»
Per qualche secondo Fearow non riuscì a parlare. Volse lo sguardo verso Xatu, il terzo, che però aveva uno sguardo assente, come se non stesse guardando lui, ma qualcosa oltre di lui. «Sentite, noi non possiamo…»
«Poche ciancie, più azione. Liberateli immediatamente.»
«Ma, posso almeno sapere il perché?»
«Non sono affari che ti riguardano. La visione di Xatu prevede che tu li liberi. Questo è il solo motivo per cui ci siamo rivolti a te.»
Fearow li guardò. Xatu, il Veggente. Sigilyph, l’Interprete. Swellow, il Messaggero. Quei tre erano in carica alla custodia dei quattro Templi, ed erano i discendenti di una stirpe che si occupava di comprendere le visioni del futuro e rivolgerle alle persone giuste.
«Sono accusati di un crimine molto grave. Hanno attaccato la base dell’Aviazione.»
«Sono innocenti.»
«Ci vogliono prove per dimostrarlo.»
«Vuoi una prova? Stanotte io e Xatu li abbiamo visti dal tetto dei Quattro Templi, tutti e undici. Inoltre Xatu ha avuto una visione del passato. Stanotte alle 24 erano impegnati in altro modo.»
A questo punto, Fearow non poteva controbattere. Come tutti a Cloud Town, sapeva che le visioni del Veggente erano sempre veritiere. Si chiese cosa avesse visto di così grave da spingerlo a presentarsi personalmente.
«D’-D’accordo, li rilascierò immediatamente. Vi dispiacerebbe firmare un foglio in cui confermate quanto avete detto. Sapete, la procedura…» l’ultima frase fu più che altro un borbottio timido, prima di voltarsi e andare verso le celle.
«Oh un’ultima cosa. Date al pokémon fluttuante e al Capitano dell’S.T. questo messaggio “Sulla strada del ritorno, fermatevi ai quattro templi”. Devo parlargli, ma la visione di Xatu dice che non posso farlo ora. E non dite loro di chi è il messaggio.»
Detto ciò, i tre firmarono rapidamente un foglio che Crobat porse loro e uscirono dalla base.
Fearow si diresse alle celle e aprì la porta. Allo sguardo interrogativo dei dieci, rispose «Siete liberi. Il vostro amico è in quella stanza.» disse indicando la porta dell’infermeria. «E ho un messaggio per voi due.» Disse indicando Raichu ed Eelektross «Sulla strada del  ritorno, fermatevi ai quattro templi. Questo è quanto, andate.»
«Posso chiedere a cosa devo questo improvviso cambio di rotta?» Chiese Eelektross, sorpreso.
«No. E ora andate, non rimane molto tempo se dovete andare a richiedere un incontro con sua maestà.» E Fearow si allontanò.
Poco dopo, gli undici erano all’esterno.
«Secondo voi cos’è successo?» domandò Emolga.
«Non ne ho idea, ma penso che per il momento sia meglio non pensarci, non è proprio il caso ora. Piuttosto Tri, come stai?» chiese Raichu, fissando il Pichu.
«Molto meglio, grazie.» rispose quello, sorridendo.
«Bene, allora direi che possiamo muoverci verso il palazzo.» disse sbrigativo Eelektross, e il gruppo si diresse alla volta della reggia.
 
Da qualche parte ad Aeria, 08/06/4783, circa le 14
«La seconda volta, ti rendi conto? Già la seconda volta!» Pidgeot, infuriato, stava girando da un lato all’altro della stanza, seguito a vista dal suo tenente, Honchkrow.
«Sì, signore.» rispose quello più annoiato che altro. Conosceva Pidgeot troppo bene per credere che contraddirlo fosse una buona mossa.
«La prima volta dieci anni fa, con quelli di Draghia. Non un grosso problema, li hanno acciuffati dopo, ma maledizione, questa volta è un bel guaio.»
«Ci sono sempre il Capitano Dragonite e il suo tenente.»
«Già, il capitano Dragonite. Chissà che sta facendo ora. E dove diavolo si è cacciato Gliscor? Non è ancora tornato.»
«Ah, giusto signore, uno dei suoi uomini ha lasciato un mesaggio poco fa.» Gli porse una lettera, che Pidgeot aprì e lesse. Quando finì, la gettò a terra.
«Quel brutto… Quel… Quel… Cosa diavolo crede di…»
«Signore, cosa c’è scritto sulla lettera?»
«Non ho tempo per spiegartelo. Devo correre a cercare Dragonite. Sempre che arrivi in tempo.»
 
Electronvolt, base dell’S.T., 08/06/4783, circa le 16
«Signore, ci sono una cinquantina di pokémon di Laghia qui fuori. Il loro capo porta un messaggio del Re di Laghia, Kingler.»
Galvantula si voltò verso Helioptile. Questi gli porse un foglio che sembrava essere appena stato asciugato. Lo lesse rapidamente e annuì.
«Bene, bene. L’esercito di Laghia sta arrivando. Sono ben 118.000 uomini, roba da far impazzire l’S.T. Dicono che sperano di riuscire ad arrivare in città senza intoppi. Hanno in programma di sbarcare a Volt Port. Mi converrà mandare qualcuno ad accoglierli e a guidarli verso il canale. Helioptile, per favore, provvedi a inviare una decina di pokémon.»
«Sì, signore.»
«E porta il messaggio anche a Wash prima di andare. Lascialo sulla sua scrivania, dato che è uscito a controllare come procedono i lavori.»
«Certo signore.»
Helioptile uscì dalla stanza, posò il foglio sulla scrivania del Generale Wash e uscì. Non sia ccorse del Luxio che lo osservò e, appena si fu allontanato, entrò nell’ufficio del Generale Wash, lesse il messaggio e uscì.

 

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CAPITOLO 54: ATTESE

 

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Cloud Town, palazzo reale (ingresso), 08/05/4783, circa le 16
Il Gruppo attraversò la città guardandosi intorno. Molte case avevano porte anche nei piani alti, per evitare ai pokémon il fastidio di dover atterrare per entrare. Le strade erano affollate di venditori, passanti e probabilmente di ladruncoli col solo scopo di derubare chiunque si distraesse. Infine, arrivarono davanti al palazzo. Per vederlo bene dovettero alzare il capo pressochè in verticale: di fatto, il palazzo era un’unica, monumentale torre che saliva verso il cielo limpido.
«Incredibile. Sembra non avere fine.» commentò Flaaffy, rapito.
«Come abbiamo fatto a non vederlo prima?» domandò Tri.
«Siamo arrivati di notte e siamo stati subito scortati alla base dell’Aviazione. E qui in città le case lo hanno coperto.» Rispose Eelektross.
«In ogni caso è davvero enorme. Comunque quello sembra l’ingresso.» Raichu e il Gruppo si diressero verso una grande porta intarsiata rappresentante un albero su cui erano appollaiati pokémon volante.
Accanto alla porta, si trovava una scrivania consunta, con accanto il cartello “Richieste ingresso palazzo reale”. Sulla scrivania si trovavano due grossi libroni neri. Dietro un Dodrio fissava la corta fila di una decina di pokémon. Il Gruppo si mise in fila, e quando venne il loro turno si avvicinarono.
La testa centrale parlò «Salve, cosa posso fare per voi?»
«Salve, vorremmo richiedere un’udienza con sua maestà.»
La testa a sinistra rispose «E io vorrei un pacco di Baccarancie, ma la vita è così.»
La testa destra sospirò «Non importa, tanto non c’è mai niente di buono da mangiare.»
«Zitti voi due.» Il tono della testa al centro zittì le altre due, che però la guardarono in cagnesco. O almeno, quella di sinistra. Quella di destra fece una strana smorfia che poteva essere rabbia, sospirò e riprese l’aria triste.
«Comunque, c’è una lista d’attesa piuttosto lunga.»
«Non esistono eccezioni?»
«Certamente. I casi di emergenza nazionale hanno la precedenza assoluta. Si tratta forse di un caso di emergenza nazionale?» Il tono era palesemente sarcastico, ed era accresciuto dallo sguardo della testa di sinistra. La testa di destra sembrava aver deciso di tenersi fuori dalla discussione.
«Sì, si tratta proprio di un caso di emergenza nazionale. Anzi, mondiale.»
Le tre teste lo fissarono a bocca aperta. Appena si riprese Dodrio si volse verso il librone nero «Firmate qui, intestazione emergenza nazionale, e aspettate. Vado ad avvisare sua maestà del fatto. Sono 10 anni che non succede.»
Il Gruppo lo fissò, ma quello corse via talmente in fretta che non riuscirono a fermarlo e chiedergli a cosa si riferisse.
Non rimase loro altro da fare che aspettare.

Alvearia, 08/06/4783, circa le 17
«I nostri uomini sono pronti a partire, mie signore. Dia il segnale e partiremo.» Scizor, con un inchino, si diresse alla guida delle truppe insieme a Beedrill e Forretress. Le regine si misero in posizione, e la prima parlò «Ricordate. La nostra missione è della massima importanza. Salveremo Pokémos, e salveremo Lui. E ora partiamo.»
Con un grido, le truppe presero il volo, trasportando chi non poteva. Alla guida, Scizor, Forretress e Beedrill circondavano le tre regine, trasportate da sciami di Combee.
La direzione era Elettria.

Da qualche parte a Elettria, 08/06/4783, circa le 17
«Allora, cosa sappiamo degli spostamenti del gruppo?» Chiese il quarto generale, fissando Joltik.
«I messaggeri fantasma ci comunicano che attualmente si trovano ad Aeria. Ci risulta che stiano per ottenere un’udienza.»
«Cosa? E i capitani di Aeria che stanno facendo?»
«Pidgeot e Gliscor hanno fallito. Quanto a Dragonite, ha affermato che il suo piano agirà a tempo debito.»
«Al diavolo lui e i suoi piani. Cosa crede, che solo perché è a capo di Aeria non debba obbedire?»
«A proposito signore, c’è anche un’altra novità. Riguarda Gliscor.» Joltik riferì concitatamente il messaggio. Quando finì, fu congedato.
«Dobbiamo risolvere il problema.»
«Già. Non possiamo permettere una cosa simile. Quindi, cosa facciamo?»
«Ci penserò io. Gliscor è sotto la mia giurisdizione.»
«D’accordo. Lo affidiamo a te allora.» E gli altri 17 guardarono il Generale uscire dalla stanza.
Al suo passaggio, gli altri pokémon si fecero da parte. Senza badarci, entrò nella stanza del trasferimento.
«Jellicent! Frillish! Trasferitemi subito ad Aeria!»
I due pokémon si inchinarono, tremando dalla testa ai piedi. Poi Jellicent parlò «T-temo che ora s-sia impossibile signore. Ci sono numerosi carichi in a-arrivo da tutta Pokémos. E non possiamo a-annullarli.»
«Come sarebbe a dire? Non ho la precedenza?»
«T-temo di no signore. So-sono carichi diretti per l’unità di Ricerca, che come sa ha la p-precedenza assoluta.»
«Quanto credete ci vorrà?»
«C-circa dieci ore signore.»
«Chiamatemi appena avrete finito. E badate bene, siate puntuali.» Infuriato, uscì e si diresse nuovamente alla stanza dei generali.

Electronvolt, base dell’S.T., 08/06/4783, circa le 17
«Forza, pronti a partire.» Il capitano Dedenne fissò i nove pokémon al suo comando. Insieme, si sarebbero diretti a Volt Port, dove avrebbero atteso l’arrivo dell’esercito di Laghia. Poi li avrebbero guidati al fiume Volt, e da lì a Electronvolt.
«Tutto chiaro per la missione?»
«Sissignore!» Risposero all’unisono i pokémon.
Dedenne annuì, e i dieci partirono verso Volt Port, seguiti con lo sguardo da Galvantula. Il Generale sospirò e riprese a guardare le scartoffie. Chissà come procedeva la missione.

 

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CAPITOLO 55: RISPOSTE E DOMANDE

 

 

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Cloud Town, Torre Reale, 08/06/4783, circa le 17
«Da questa parte, e fate attenzione ai gradini.» Dodrio guidava il Gruppo lungo le scale a chicciola del palazzo reale, che avevano scoperto chiamarsi Torre Reale. Percorsero le altissime scale, poi svoltarono in un corridoio largissimo. Ai due lati, numerosi pannelli incisi mostravano varie immagini di pokémon. Improvvisamente, a metà corridoio, Emolga si fermò «Ehi, ma questi sono…»
«Quelli? Quelli sono i Loro di Aeria. In particolare, quel pannello mostra Thundurus.»
«Sì, ma quello chi è?» Domandò Emolga indicando il poKèmon che occupava l’altra metà del pannello.
«Quella è la Vera Forma di Thundurus.» Disse Eelektross «Quella che sprigiona la sua vera potenza. Non la assume quasi mai. Ma quando lo fa, è meglio non essere troppo vicino.»
Detto ciò, proseguì guidato da Dodrio, ed entrarono in una grande stanza circolare. Al centro, su un trespolo, stava Re Braviary. Sembrava che stesse passando il Gruppo ai Raggi X, tanto era intenso il suo sguardo. Poi Raichu notò altri due pokémon, semi-nascosti nell’ombra. Sul lato destro, una Togekiss fissava i componenti del Gruppo, con uno sguardo insieme dolce e attento. Sul lato sinistro, Aerodactyl aveva uno sguardo simile a quello di Braviary. Dopo una lunga attesa, il re parlò.
«Vi do il benvenuto, messaggeri di Elettria. Sono dieci anni che aspetto la vostra venuta.»
Di tutte le frasi, questa era la meno attesa. Fu Eelektross a parlare «Ci perdoni sua maestà, ma non capiamo.»
«Ovviamente. Lasciate che vi racconti. Dieci anni fa, come voi ora, vennero da me dieci pokémon di Draghia, e mi raccontarono una storia assai bizzarra. Dissero che una grave minaccia incombeva su Aeria, e spiegarono che i Loro stavano svanendo. All’epoca non diedi peso a questa storia. I Loro di Aeria erano ancora attivi, e pensavo bastasse. Impegnato in altri progetti di sicurezza nazionale (all’epoca una banda di banditi stava causando numerosi problemi in città) spiegai loro che non potevo prendere misure anche se avessi voluto, data la natura schiva dei Loro, e li pregai di andarsene. Con riluttanza, accettarono.»
«Poi, poco tempo dopo, venni a sapere che era stata attaccata una nave partita dal Lago Wind era misteriosamente scomparsa. Non ho mai saputo cosa sia successo. E contemporaneamente, il nostro paese perse energia. Solo poche settimane fa abbiamo capito che la causa è la scomparsa dei Loro. E infine hanno iniziato a girare voci su un gruppo di 11 pokémon. I paesi si mettono in assetto da guerra, viene alla luce che i Loro sono scomparsi, e il merito viene dato a questo misterioso Gruppo che ora ho davanti. Non chiedetevi come lo so: noi pokémon Volante veniamo a sapere tutto facilmente. In fondo, in ogni parte di Pokémos ci sono pokémon Volante. E quindi, suppongo che siate qui per chiedere anche a noi di allearci con Elettria.»
«Sì, vostra maestà.»
Il re sorrise «Dieci anni fa, i pokémon di Draghia mi avvisarono, e io rifiutai di ascoltarli. Se lo facessi di nuovo, andremmo incontro a un disastro. Quindi, a nome del popolo di Aeria, accetto. Mi unisco ufficialmente in alleanza con i popoli di Elettria, Laghia ed Alvearia.»
Il Gruppo era basito. Era stato facile, fin troppo. Nessuna richiesta, nessuna domanda. Ma soprattutto, finalmente avevano scoperto qualcosa sui dieci di Draghia di cui avevano sentito parlare.
«Ora, suppongo che abbiate fretta di ripartire. Aerodactyl.»
«Sissignore, I Drifblim per la nave e il trasporto sono già pronti come da lei richiesto.»
«Ottimo. E in aggiunta, tu e il tuo Portatore li accompagnerete fino alla partenza della nave. Togekiss, nel frattempo, se non ti dispiace, prepara la partenza delle truppe. La salvezza del paese dipende dalla nostra velocità.»
Il Gruppo era sempre più stupito. Sembrava che tutto fosse preparato in anticipo. Senza riuscire a parlare, seguirono Aerodactyl lungo un corridoio laterale, e si trovarono davanti un gruppo di Drifblim e Drifloon, oltre che un Archeops.
«I Drifblim sono pronti a partire Aero.»
«Grazie Arche. Allora, servono dieci Drifloon che trasportino i presenti. Credo che Emolga possa farne a meno, dico bene?»
«Ce-certo.» Disse Emolga, quasi spiazzato dal venir chiamato.
«Bene, allora possiamo partire.» E i Drifloon e Drifblim si alzarono in volo, trasportando il Gruppo, mentre Emolga, Arche e Aerodactyl volavano accanto.
 
Foresta delle nuvole, 08/06/4783, circa le 19
«Potremmo scendere qui un momento?» chiese Eelektross ad Aerodactyl, indicando la costruzione dei Quattro Templi che stavano sorvolando in quell’istante.
«Perché?»
«Ci hanno detto di farlo sulla strada del ritorno. Se sarà una trappola, ci basterà fuggire. E poi siamo in vantaggio. Il nemico si aspetterebbe di vederci venire dalla strada, non dal cielo.»
Aerodactyl annuì e fece un cenno. Mentre il grosso dei Drifloon e Drifblim proseguiva, quelli che trasportavano il Gruppo ed Archeops scesero.
Scendendo notarono un pokémon molto bizzarro venire verso di loro. Sigilyph li fissò e annuì «Perfetto, tutto come previsto.» borbottò. Poi alzò la voce «Vi stavamo aspettando. Benvenuti.»
«Grazie. Sei stato tu a chiamarci?»
«Sì e no. Ho solo seguito la profezia.»
«Profezia?» chiese Raichu.
«Qui al tempio ogni giorno vengono fatte circa venti profezie da un pokémon chiamato Xatu. Poi Sigilyph, che avete davanti, le interpreta, e Swellow, un terzo pokémon si cura di portarle al destinatario.» Spiego Aerodactyl
«Capisco. E queste profezie sono sempre corrette?» Chiese Tri, curioso.
«Se si seguono gli ordini sì. Vedi, il nostro compito è assicurarci che ciò che Xatu vede si avveri. Con l’occhio sinistro, vede il futuro peggiore. Con l’occhio destro, quello migliore. Il compito di noi Sigilyph, da generazioni, è assicurarci che sia il futuro migliore ad avverarsi.»
«Ma questo non spiega perché ci hai convocato.»
«E invece lo spiega. Siete qui perché così diceva la profezia di ieri.» Mostrò loro un foglio e lo aprì «Recito testualmente: Undici pokémon, ambasciatori che portano insieme pace e guerra, saranno incarcerati. Se saranno liberati entro le 13 del giorno successivo alla lettura di questa profezia, ed essi si presenteranno al tempio assieme a 13 altri pokémon, la loro missione potrà proseguire con successo. Se invece essi verranno imprigionati, grandi sciagure si abbatteranno entro 13 giorni su Aeria.»
«E questo è quanto. La profezia dice che dovete presentarvi ai quattro templi, e così è stato. Non so perché fosse necessario. Forse questo incontro era richeisto dal destino. O forse il tempo che stiamo passando a parlare occorre perché qualcosa abbia luogo.» In quel momento, dal tempio uscirono un Sigilyph molto più piccolo, un Taillow e un Natu.
«Maestro, Natu ha avuto la sua prima profezia!» Gridò Taillow.
«E sarebbe?» Chiese Sigilyph.
«7 partiti, poi 8, poi 10, poi 11, poi molti ingressi e alcune perdite, e infine una peridta assai grande poco prima della fine.» recitò il piccolo Sigilyph.
«Una profezia molto vaga. Beh, non diamoci peso. Non sappiamo a cosa si riferisca, né se sia davvero una profezia. Tornate ad allenarvi, su.» I tre, un po’ delusi, rientrarono nel tempio «Quelli sono i prossimi prescelti. Speriamo che le prossime profezie siano più precise di questa. Loro saranno la centesima generazione, e ci aspettiamo grandi cose. Ma forse stiamo divagando. Buona fortuna per il vostro viaggio.»
Stupiti da quanto detto da Sigilyph, il Gruppo risalì sui Drifblim.

 

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CAPITOLO 56: FUGA

 

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Aeria, Lago Wind, 08/06/4783, circa le 22
Arrivati al lago Wind, in un tempo davvero rapido, il gruppo salì a bordo della nave. Erano stati informati che, mentre gli Yanma e Yanmega sarebbero tornati ad Alvearia, i Combee sarebbero rimasti. I Drifloon e Drifblim avrebbero effettuato le manovre di discesa. Staccandosi un po’ alla volta, la nave sarebbe progressivamente scesa fino ad atterrare sul mare. Anche Archeops e Aerodactyl rimasero a bordo della nave.
«Il re mi ha incaricato di restare qui fino alla partenza della nave. Spero non vi dispiaccia.»
«Assolutamente no. Soprattutto perché ho un brutto presentimento, e un generale potrebbe farci comodo.» disse Eelektross.
«Di che parli?»
«Non lo so, solo che mi pare strano che l’Organizzazione abbia completamente rinunciato ad attaccarci. In fondo a Laghia siamo fuggiti per un pelo. E poi non riesco a levarmi dalla testa quello che ha detto Gliscor.»
Aerodactyl si rizzò in piedi, e accanto a lui Archeops lo imitò. «Hai detto Gliscor?»
«Sì, era il nome di uno dei capitani dell’Organizzazione, perché?»
«Gliscor… mi chiedo se sia lui. Anni fa c’era una banda di criminali che terrorizzava Cloud Town. Li affrontai, e quelli riuscirono a scappare, lasciandomi questa.» Sollevò l’ala destra e mostrò una lunga cicatrice «Sono sorpreso che siate riusciti a battere uno così.»
«A proposito… Mud, non ti ho ancora fatto i complimenti.»
Mud fissò Eelektross, sorpreso «I c-complimenti?»
«Certo. Mi hai raccontato di cosa è successo durante la lotta. Sono sorpreso che tu abbia controllato Bora in quel modo. Frnacamente, quando te l’ho insegnata avevo qualche dubbio.» Poi a Eelektross venne in mente un’altra cosa. Si girò verso Tri «Senti» gli sussurrò all’orecchio «Posso parlarti un momento?»
I due uscirono dalla sala da pranzo, e rientrarono poco dopo. Dopo un’oretta, il gruppo andò a dormire.
La mattina dopo, circa alle 3, furono svegliati da Fan.
«Volevo avvisarvi che stiamo per partire.»
Il gruppo si alzò sbadigliando e guardò. In effetti, i Combee sollevarono la nave, che poi rimase sospesa grazie ai Drifloon e Drifblim. Poi la nave si mosse verso il bordo dell’isola.
«Bene, credo che sia il momento di salutarci.» Disse Aerodactyl.
«Già. Senti, devo chiederti un favore. Potresti…»
Improvvisamente, si sentì una forte scossa. Tutti si spostarono sulla fiancata destra della nave, dove molti Combee stavano precipitando al suolo, esausti. Raichu fissò la scena atterrito. Sperò che, dato che non erano molto in alto, si salvassero.
All’improvviso due pokémon comparvero dalla foresta. Pidgeot, Honchkrow, Dragonite e un Charizard nero come la pece si lanciarono all’attacco, diretti verso la nave.
«Fan, cerca di far muovere la nave più in fretta, noi tenteremo di respingerli.» gridò Eelektross. Aerodactyl invece si stava già preparando ad attaccare. Stava per partire, quando quattro pokémon si pararono tra Dragonite e la nave.
Tra lo stupore di tutti, Gliscor parlò «Ciao Dragonite.» disse in tono mellifluo.
«Gliscor, che diavolo vuoi in questo momento?»
«Non ti lascerò attaccare questa nave.»
«Vuoi forse tradirci?»
«Tradirvi? Credo che tu ti stia confondendo. Sono entrato nell’Organizzazione solo perché eravate divertenti, ma ora» e fissò Raichu ed Eelektross «Ho trovato qualcuno molto più divertente di te.»
«Credete di poterci battere?»
«Noi da soli? No. Loro invece credo di sì.» E indicò un punto alle spalle di Dragonite, dove diverse centinaia di pokémon erano apparsi. «Sai, pare che qualcuno abbia detto ai membri dell’Organizzazione di Aeria che due capitani e i loro tenenti hanno deciso di tradire l’organizzazione.»
«Tu… Tu…»
«Avanti, fatti sotto. Non fai più tanto il gradasso ora che…» Ma si interruppe, la bocca spalancata. Il gruppo di pokémon dell’Organizzazione sembrava essere esploso. Decine di loro cadevano a terra, altri si allontanavano. E al centro della nube di pokémon, possente, spaventoso, si ergeva il generale Salamence.
«Dragonite, hai perso il controllo dei tuoi uomini? Ho dovuto insegnare loro un po’ di disciplina.»
«Silenzio fratello.» Rispose questi, piccato.
«Fratellastro. Ma lasciamo perdere. Dove sono loro?»
Dragonite indicò la nave, che si era allontanata parecchio approfittando della confusione.
«Vado a prenderli. Tu occupati di questi piccoli traditori. E vedi di fare un buon lavoro stavolta. Migliore di quello di dieci anni fa.» E detto ciò si lanciò verso la nave.
«Credo che abbiamo ancora compagnia.» Disse Eelektross, indicando la macchia blu e rossa che volava verso la nave a tutta velocità.
«Me ne occuperò io. Voi allontanatevi il più in fretta possibile.» disse Aerodactyl
«I Combee voleranno più veloci che possono, e ormai siamo quasi sul confine. Una volta lì, potremo iniziare la discesa.» Rispose Fan, rispuntando in quel momento da sotto la chiglia.
«Ottimo. Archeops, forza.» Archeops estrasse una Megapietra e gliela lanciò. Poi si mise un Megacerchio. Un attimo dopo, un megaAerodactyl si ergeva tra loro. Ruggendo, si lanciò verso Salamence. Archeops scese dalla nave, e scomparve tra gli alberi, probabilmente per non essere d’intralcio alla lotta.
«Muoviamoci. Gliscor e Aerodactyl guadagneranno tempo, ma non so se riusciranno a fermarli. Dobbiamo…» si interruppe, fissando Raichu. Capì con uno sguardo cosa succedeva. «Senti, neanche a me piace l’idea di scappare e farci proteggere dagli altri. Ma cosa è più importante, la missione o l’eroismo?»
Raichu fremette ancora un po’, pieno di rabbia, poi sospirò «Ma allora, a cosa è servito entrare nell’S.T.? Sono impotente adesso come tredici anni fa. Mia madre, mio padre, mio fratello che era ancora un uovo. Credevo che entrando nell’S.T. sarei diventato più forte, ma devo ancora essere protetto anziché proteggere gli altri.» Aveva gli occhi lucidi. Guardandolo, Eelektross ripesò a se stesso davanti al suo fallimento nel Monte Tuono. Gli posò una zampa sulla spalla.
«Ascolta, a volte è l’unico modo. Se riusciremo ad allearci con le altre terre, forse riusciremo a impedire che altri debbano rischiare la vita per proteggere un proprio amico, o qualcuno di importante o a cui tengono.»
E detto ciò, fissò il MegaAerodactyl e il Salamence che tra ruggiti e grida si scontravano con ferocia, mentre la nave si allontanava.
 
Nel frattempo, Gliscor, i fratelli Gligar e Mandibuzz stavano passando un brutto quarto d’ora. Anche se avevano sconfitto Honchkrow e Pidgeot, i fratelli Gligar erano già stati battuti e Mandibuzz era allo stremo, e neanche lui se la passava troppo bene. Schivò un Dragartigli di Dragonite, poi arretrò. Charizard sorrise «Ma guarda, forse è vero che sei migliorato. Bene allora. Avrai l’onore di venir sconfitto da me e Dragonite che facciamo sul serio.» E iniziò a trasformarsi, le ali cambiarono forma, la cresta si allungò, e la Megaforma Agile di Charizard apparve davanti a Gliscor. Quello fece appena in tempo a imprecare, poi la luce si fece fortissima, abbagliandolo. Un attimo dopo, fu colpito da una Fuocobomba, seguita da un Dragartigli, e tutto si fece buio.

 

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Capitolo in ritardo, ma eccolo

 

 

 

CAPITOLO 57: DISCESA E ATTERRAGGIO

 

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In cielo, 11/06/4783, circa le 20
Per i due giorni successivi, nessuno riuscì a fare a meno di continuare a guardare verso l’alto nervosamente. Per distrarsi, ognuno cercava di pensare ad altro. Tri passava sempre più tempo a parlare con Eelektross, insieme a Mud, Flaaffy, Dragalge e Surskit. Era stata un’idea di Mud quella di chiedere a Eelektross di aiutarli a diventare più forti e lui, nonostante avesse sbuffato e si fosse lamentato, tutto sommato aveva accettato di buon grado, rivelandosi un ottimo insegnante.
«Prima di pensare ad attaccare, dovete essere certi di potervi difendere dall’avversario, o di riuscire a schivare l’attacco. Sappiate che esistono mosse che non si possono schivare, e mosse che al contrario sono semplicissime da evitare ma hanno una potenza enorme. Se per caso vi trovate nel primo caso…» passava ore con i quattro seduti incontro a spiegare, o a far fare loro lunghi esercizi pratici. Raichu, e talvolta Emolga, stavano a guardare in silenzio oppure si allenavano a Scherma Pokémon, incrociando le Codacciaio con ferocia e abilità. Spesso i marinai si fermavano ad osservarli, applaudendo a schivate particolarmente difficili o colpi particolarmente abili.
Luxray aveva ripreso a parlare con Chinchou e Mareep, che trovava estremamente simpatici.
Plusle e Minun, dal canto loro, si erano rimessi a divertirsi in giro per la nave con i mozzi della Tifone.
«Perché diavolo dovete continuare a entrare nella cambusa quando vi basta chiedere a Wash?» gridò Mow quando li beccò per la terza volta in due ore a mangiucchiare bacche e poffin.
«Così è più divertente!» Urlarono, ridendo e correndo via.
Nonostante tutto però erano tutti nervosi. Mentre la nave continuava la lenta discesa che la avrebbe portata fino al mare, il Gruppo iniziò a farsi un po’ più nervoso.
«Arrivati a Toxic Port, dovremo salutarci» commentò una sera durante la cena Fan «Sapete, è stata una bella avventura. Credo proprio che mi mancherete. Facciamo un brindisi.» E alzò il bicchiere di Gassosa, imitato dagli altri. Dopo il brindisi, riprese a parlare. «Allora, avete deciso che percorso prendere per il vostro viaggio via terra?»
«Sì» rispose Eelektross «Prenderemo la Strada di Arceus, la lunga rotta via terra che da Velenia attraversa Pokémos fino al Deserto di Terria. Passa per tutti i regni tranne Elettria, anche se si dice che la parte che conduce a Elettria esista ma sia stata sepolta dalle sabbie del Deserto.»
«Interessante. L’hai già percorsa?»
«Sì. Poco dopo la mia nomina a capo della mia… Compagnia» e lanciò un’occhiata a Luxray, Plusle e Minun «sono partito per un viaggio. Sono stato in tutti i paesi del continente, poi da Velenia sono tornato a Laghia e da Laghia a Elettria. Quello è stato un viaggio davvero bellissimo. Ho attraversato luoghi inesplorati, incontrato centinaia di pokémon che non avevo mai visto prima, affinato le mie tecniche.»
«Scommetto che ne hai approfittato per espandere la “Compagnia” al resto di Pokémos, vero?» commetò Raichu.
«Già. E approfittando di questo, credo di avere un piano per sfuggire, almeno per un po’, all’Organizzazione. Però preferisco spiegarvelo arrivati a Velenia.»
«Capisco. Bene, in tal caso direi che dovreste iniziare a prepararvi. Ormai siamo prossimi all’atterraggio spero. Lant e i Lanturn non ce la fanno più a stare chiusi dentro la chiglia di vetro.»
In effetti, poco dopo, la nave toccò l’acqua, e gli ultimi Drifblim e Drifloon si staccarono seguiti dai Combee, che salutarono educatamente e risalirono. L’ultimo Drifblim spiegò rapidamente a Fan la rotta, poi seguì gli altri. Raichu capiva. Erano preoccupati per quelli che erano stati colpiti durante la fuga. E alle ultime luci del giorno, quando il cielo non è più azzurro e non è ancora nero, la Tifone partì verso Velenia.
 
Rotta Laghia – Velenia, 11/06/4783, circa le 22
Seduto da solo nella sua cabina, il pokémon col Terrorpanno scorreva i fogli. Dato che non aveva altro da fare, aveva deciso di provare a riunire i punti oscuri che ancora c’erano.
«Ed è scomparso… Poi è ricomparso… Ma dove?... Questo punto è sempre un problema… Come ha fatto, dopo 33 anni, a ricomparire così… E per di più con un vero e proprio esercito al seguito… Le prime attività a Elettria… Azione di 13 anni fa… Poi i Loro dieci anni fa… Ma non capisco perché fosse necessario… Forse… Sì, può darsi… La guerra della Valle Interna tuttora in corso è l’unica azione aperta, ma è inevitabile dopo l’incidente di dieci anni fa…» Continuava a borbottare, mentre confrontava i vari fogli, unendo alcuni punti, separandone altri. Alla fine, dopo due ore, ripose i fogli e si stese, esausto.
“Eelektross, giuro che quando ti trovo ti affetto con i mei artigli. Dannazione.” E si addormentò, cullato dalle onde.
Poche ore dopo, però fu svegliato da Capitano Chinchou.
«Signor Terrorpanno» disse Chinchou, chiamandolo con il nome che gli aveva dato quando si erano stretti la mano «vuole vedere qualcosa di spaventoso e bellissimo insieme?»
I due uscirono sul ponte, e Chinchou indicò verso un punto in lontananza. Una grande isola era apparsa all’orizzonte. Brillava come una gemma, ma aveva un aspetto malsano. Sembrava che qualcuno avesse coperto di veleno uno smeraldo. Bellissimo, ma letale.
«Quella è…»
«L’Isola Fantasma.»
«Però avevo sentito che si udivano grida di dolore e di rabbia da coloro che vi erano intrappolati.»
«Sono 17 anni che l’isola è muta. Nessuno sa perché. Forse sono morti, e sono fuggiti dall’isola.»
«Fuggiti… Forse…» E lo folgorò un’intuizione. Corse dentro e confrontò i fogli.
«Sì certo. Questo era il pezzo che mancava. Non so ancora come, ma è di sicuro così. Adesso capisco.» Trionfante, tornò sul ponte, e guardò l’isola sparire in lontananza.
“Adesso devo solo trovarti, Eelektross. E dannazione, ci riuscirò”.

 

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CAPITOLO 58: VELENO NELL’ARIA, NELLA TERRA E NELL’ACQUA

 

 

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Mare a sud di Velenia/Venom Port, 13/06/4783, circa le 20
Alla sera del secondo giorno di navigazione, la Tifone entrò nella zona di mare appartenente a Velenia. Fu un cambiamento che non potè passare inosservato: l’acqua assunse una tinta quasi viola, emanando un odore maleodorante e spesso bolle di gas che esplodendo rilasciavano zaffate pericolose da respirare. I Lanturn, volenti o nolenti, furono costretti a rientrare nella chiglia di vetro, che fu depurata e divenne una goccia azzurra in quel mare viola. La Tifone procedette, guidata da Fan che riusciva sempre a evitare le zone dove il gas era troppo, o altamente tossico. Quando Emolga gli chiese come facesse a capirlo, si limitò ad allargare le braccia e borbottare «Bisogna solo osservare il mare e cercare di indovinare.»
E a quanto pareva Fan aveva un ottimo intuito, perché il viaggio proseguì spedito fino a pochi Kilometri a sud di Venom Port, la città portuale a Sud di Velenia. Qui però, le vele furono ammainate e la nave si fermò.
«Che succede?» chiesero all’unisono Plusle e Minun.
«Siamo arrivati. Oltre questo punto non possiamo andare, a meno che non vogliamo che la chiglia si sciolga e la nave affondi. La tossicità dell’acqua è altissima.»
«E come procediamo?»
«Beh…» La risposta arrivò subito. Un Tentacruel si issò sulla nave e chiese, con voce annoiata «Quanti di voi devono sbarcare?»
«Undici.» Rispose dopo un attimo Eelektross.
«Bagagli?»
«Solo le sacche per ognuno di noi.»
«Undici bagagli. Bene, direi che quattro barche dovrebbero bastare.» Si immerse, e dopo pochi minuti tornò trascinando cinque barche simili a scialuppe di salvataggio.
«Legno di Baccapesca rinforzato con acciaio di Metallia. Il veleno non può fare niente a queste barche.» Spiegò Tentacruel. Poi aiutò il Gruppo a caricare i bagagli e a salire.
«Beh, capitano, grazie.» Disse Raichu, salutando.
«Figuratevi. Piuttosto, vedete di fare attenzione. Quando tornerete a Elettria, fate un salto a Volt Port, e raccontatemi tutto.»
«Contaci.» E Raichu saltò sulla scialuppa.
Dopodichè, sensa parlare, Tentacruel afferrò la corda e ripartì. Sembrava che l’aumento di peso non avesse influito sulla sua capacità di trascinare le barche. Plusle, Minun e Tri si sbracciarono salutando, mentre il resto del Gruppo allontanandosi sollevò la mano in segno di saluto.
Poco dopo, sbarcarono a Venom Port. La città portuale non aveva nulla a che vedere con Volt Port. L’odore di gas e veleni era dominante, e le case erano tutte realizzate come le barche, in legno di Baccapesca e acciaio.
Salutarono con un cenno il Tentacruel e si allontanarono, seguendo una rapida indicazione di Eelektross.
Giunti in una viuzza, Eelektross li fece fermare. «Ascoltatemi bene. Da questo momento in poi, ci troveremo in zone dove la mia “Compagnia”» disse con un sorriso ironico verso Raichu «è attiva. Per questo ho ideato un piano. Vedete, per coprire la mia organizzazione all’estero uso vari lavori permessi. Agenzie di recupero crediti, protezione viaggiatori e altri lavori che richiedano forza fisica. Ebbene, ho ideato un piano per far perdere le nostre tracce all’Organizzazione, almeno per un po’.»
«Non possiamo farci proteggere da altri, anche se servisse a far perdere le nostre tracce.»
«Forse no, ma suppongo tu non abbia nulla in contrario a proteggere qualcuno, no?»
«A cosa stai pensando?»
Eelektross spiegò, e appena ebbe finito, Raichu sorrise. «Un piano geniale, niente da dire. Prima però dovremmo raccogliere informazioni su come parlare con il re.»
«So già come fare. Andiamo.» Lo seguirono verso una bassa costruzione cadente. L’insegna, legata da una catena arrugginita, recitava “Al Gassoso Weezing”. Entrando, dovettero tapparsi il naso. L’odore di agenti tossici era talmente forte da far lacrimare loro gli occhi, probabilmente a causa della sala troppo piena. Eelektross fu l’unico a riuscire a tenerli bene aperti, e arrivato al bancone si rivolse allo Weezing.
«Ehilà, è un bel po’ che non ci si vede.»
Weezing, impallidì, poi sorrise «Capo! Qual buon…»
«Dopo. Non è il momento né il luogo.»
Weezing annuì, e dopo aver fatto cenno a un Koffing e uno Skorupi che giravano fra i tavoli di prendere il suo posto, guidò tutti in una piccola sala dove, per fortuna, la concentrazione di gas era molto inferiore. Prese alcune Bacchepesche e le lanciò ai presenti, poi fissò Eelektross.
«E allora capo, qual buon vento?»
«Ragazzi, vi presento Weezing, capo della sezione Velenia.» Il Gruppo fece qualche cenno di saluto, sedendosi incerto sulle sedie sporche. L’unico a proprio agio era Dragalge, che sembrava gradire molto l’odore tremendo dell’aria.
«Per rispondere alla tua domanda, Weezing, siamo in viaggio per una missione di vitale importanza. E sono venuto da te per avere informazioni riguardo allo stato attuale del paese.»
Weezing si rabbuiò «Non ce la passiamo bene. Il veleno nella terra è aumentato troppo. Le piante faticano a crescere,e ormai andiamo avanti perlopiù a Baccapesche.»
«Ma scusa, credevo che la terra fosse sempre stata velenosa qui.»
«Ma c’è qualcosa di diverso. Non sappiamo spiegarlo, ma il veleno sembra cambiato. Più forte, più rapido e più tossico. Ha ucciso quasi tutte le coltivazioni.»
«E il re non riesce a farci niente.»
«Il re? Lui non è più qui da anni, l’intera famiglia reale si è trasferita ad Oscuria. Ormai sappiamo che c’è solo per le tasse che paghiamo ogni mese.»
«Il re si è trasferito ad Oscuria?» Chiese Eelektross, sorpreso.
«Già. Il re, che Arceus lo bruci, ha deciso che era ora di accettare la vecchia offerta e spostarsi. Sai, ormai il trono iniziava a farsi bollente sotto il suo regale didietro, e ha pensato bene di spostarsi in un posto dove nessuno può fare nulla.»
«Quale offerta?»
«Conosci la Coalizione dei Quattro?»
«L’alleanza tra Oscuria, Espia, Lottia e Spettria? Certo.»
«Beh, ora è la Coalizione dei Cinque, con tante grazie a sua maestà.»
«Quindi per parlare con il re bisogna andare a Oscuria?»
Weezing lo fissò «Sì, anche se non capisco cosa accidenti qualcuno potrebbe volere da lui.»
«Bene, a questo punto non ci resta che farti un’altra domanda.»
Eelektross spiegò rapidamente quello che gli serviva. Weezing uscì, e cinque minuti dopo tornò con un plico di fogli.
Il Gruppo lo lesse e annuì. La decisione era presa.

 

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CAPITOLO 59: BODYGUARD

 

 

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Venom Port, 13/06/4783, circa le 22
Il piano di Eelektross, rifletteva Raichu, era molto semplice, ma perfetto. Dato che l’Organizzazione cercava un gruppo di pokémon (con ogni probabilità, un gruppo di undici) il metodo migliore era farli scomparire. E quindi bisognava cambiare la propria identità.
«Da questo momento, niente nomi, almeno finchè non ne avremo inventati di convincenti. E indosserete sempre questi.» Porse ai vari membri del gruppo alcuni mantelli.
«Sono Terrorpanni, un tessuto creato a Spettria. Impedisce di vedere il volto di chi lo indossa, finchè questi non decide di mostrarsi in volto. Un mio amico lo porta sempre quando viaggia, per mantenere un certo grado di incognito e raccogliere informazioni.»
«E come si chiama?» Chiesero Plusle e Minun, indossando il Terrorpanno. Quando lo ebbero messo, il loro volto sembrò scomparire, sostituito da un’ombra nera.
«Oh, è piuttosto famoso. Si chiama…» Ma in quel momento fu interrotto da Weezing «Ho ricevuto la risposta dei clienti. Hanno detto che accettano la protezione.» Eelektross si voltò a parlare con Weezing, discutendo dei dettagli per l’incontro.
Raichu sorrise. Il progetto di Eelektross comprendeva anche una seconda parte. Avrebbero sfruttato il lavoro di bodyguard che la Compagnia di Eelektross offriva per guadagnare fondi e nascondere i propri “affari” per nascondersi. Se qualcuno glielo avesse chiesto, avrebbero potuto dire di essere stati assunti per scortare dei viaggiatori. Certo, questo avrebbe rallentato un po’ il viaggio, ma in compenso avrebbe permesso loro di nascondersi. Il lavoro trovato da Eelektross era l’ideale. I clienti richiedevano di recarsi a Spettria e da lì ad Oscuria, che era anche la loro meta.
«Chi sono i clienti?» domandò Flaaffy. O almeno la voce che uscì dal Terrorpanno era quella di Flaaffy, dato che non si riusciva a vederlo in faccia.
«Sicuramente qualcuno di importante, dato che hanno assunto undici bodyguard senza battere ciglio. Per noi sono l’ideale comunque. La richiesta è scortarli fino al palazzo di Spettria, Poltergeist Home, e da lì al palazzo di Oscuria, Dark Hole.» Salutando Weezing uscirono dalla stanza, dalla locanda, e percorsero la strada che portava all’uscita di Venom Port, parlando lungo la strada.
«I palazzi hanno un nome? Non lo sapevo!» Disse Tri, stupito.
«Ormai non si usano più. Sono antichi, e si trovano solo su documenti ufficiali e libri. In effetti è strano che qualcuno lo usi. Personalmente conosco solo il nome di quello di Elettria, Thunder Castle, e di Laghia, Coral Wall. Gli altri non li so, anche se certamente sarebbe possibile scoprirli.»
Il gruppo procedette lungo la strada, raggiungendo la Strada di Arceus. Formata da ciottoli bianchi immacolati, come se nessuno ci avesse mai camminato sopra, la strada proseguiva verso nord. Accanto ad essa scorreva un largo fiume dal malsano colore viola.
«Questa è la foce del Draak River, che parte da Draghia e attraversa buona parte di Pokémos per poi sfociare qui. La strada di Arceus lo segue per buona parte del percorso.»
Rimasero in attesa, e alla fine si avvicinarono due pokémon.
«Salve, ci hanno detto che i nostri bosyguard sarebbero stati undici pokémon con il Terrorpanno, che ci aspettavano all’uscita nord, accanto alla Strada di Arceus. Dovete essere voi, vero?»
«Esatto.» Rispose Eelektross.
«Ah, molto bene. Io sono Trubbish, e questo è mio… fratello… Trush.» Fece alcun pause evidenti, ma Eelektross non commentò. Trush alzò la zampa in un cenno di saluto.
«Molto bene. Avete già pagato?»
«Certo.»
E detto ciò si volsero e si mossero lungo la strada di Arceus, schierati intorno a Trubbish e Trush.
 
Volt Port, 13/06/4783, circa le 23
Il Buizel, capitano della Marina, si avvicinò alla costa e si guardò intorno. Quando si avvicinarono alcuni pokémon Elettro, salutò.
«Salve, mi ha inviato la Marina di Laghia. Abbiamo ricevuto un messaggio da uno dei nostri uomini stanziati a Laghia che ci avvisava che avremmo avuto qualcuno per guidarci alla base dell’S.T.»
«Siamo noi. Se volete spostarvi sotto costa, vi guideremo lungo la strada. Abbiamo anche dei Chinchou per guidare i pokémon che non riusciranno a scendere molto sotto costa finchè non arriveremo al fiume.» A parlare era stato un Dedenne.
«D’accordo. Allora, se i Chinchou vogliono seguirmi.» I due Chinchou si staccarono dal gruppo, e quando raggiunsero la Marina spiegarono che avrebbero guidato i pokémon più grandi, che non potevano scendere a riva o nuotare vicino ad essa. Gli Wailord, Wailmer e altri pokémon di grandi dimensioni seguirono la rotta indicata, mentre il grosso dell’esercito si avvicinò a riva e seguì le indicazioni di Dedenne. Seguendole, la Marina arrivò alla foce del fiume.
«Ecco, questo è il fiume Volt. Seguendolo, arriverete a una svolta, dove troverete alcuni Lanturn che vi spiegheranno come arrivare all’S.T.»
Poi li osservarono percorrere il fiume. Gli ultimi quattro si fermarono. Quando li riconobbe dalle descrizioni dategli dall’assistente del Generale, Helioptile, Dedenne si inchinò, imitato dai suoi uomini.
Re Kingler fece loro cenno di alzarsi. Empoleon, Blastoise e Azumarill li fissarono senza parlare.
«Molte grazie per il vostro aiuto. Suppongo ci vedremo ancora a Electronvolt. Come ti chiami soldato?»
«D-Dedenne.» Rispose balbettando.
Senza aggiungere altro, Kingler e i suoi si abbassarono. Per un secondo, Dedenne scorse un lampo di collera negli occhi di Empoleon, ma poi la testa del generale scomparve sott’acqua e si convinse di esserselo immaginato.

 

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Nuovo capitolo!

 

 

 

CAPITOLO 60: LUNGO LA STRADA DI ARCEUS

 

 

 

Spoiler

Da qualche parte a Oscuria, 14/06/4783, circa le 04
«Fuggito? Cosa vuol dire fuggito?» Il Capitano fissò Sableye dritto negli occhi. Quello si fece piccolo piccolo sotto il suo sguardo.
«S-significa che è scappato. Lo abbiamo portato a Velenia, come concordato, ma lì si è ripreso ed è scappato insieme al suo servitore.»
«Al diavolo. Non mi interessa, voglio che lo ritroviate. Insomma, non può certo svanire nell’aria no?»
«G-giusto signore. Come procediamo con il piano?»
«Procedete come previsto. Non importa che sia in mano nostra, basta che la Regina lo creda.»
«E-e se il principe riuscisse a tornare?»
«Davvero? Credi davvero che il principe riuscirà a superare i controlli, evitare le nostre squadre e raggiungere il palazzo?»
«N-no signore, ha ragione.»
«Ovviamente Sableye. Ora comunica agli altri di procedere con il piano.» Sableye si inchinò e uscì.
Quando se ne andò, il capitano prese a riflettere “Se fossi in lui che farei? Ovviamente cercherei di raggiungere Oscuria. Beh, se ci prova le squadre di caccia lo prenderanno. E se prendesse un punto di Teletrasporto? No, lo scopriremmo dai registri. Potrebbe usare un falso nome, ma a quel punto lo scopriremmo comunque al termine del Teletrasporto.” Continuò con i suoi ragionamenti, la testa stretta tra le mani, sempre più sicuro di sé ogni minuto che passava.
 
Velenia, Strada di Arceus, 14/06/4783, circa le 20
Senza quasi fermarsi, salvo per mangiare e riposare qualche ora, il Gruppo, Trubbish e Trush procedettero spediti fino al tardo pomeriggio. In quel periodo, scoprirono ben poco dei due pokémon che scortavano, che rimasero quasi sempre in silenzio o parlottando tra loro.
«Quanto ci vorrà per raggiungere il confine?» Domandò Raichu.
«Ancora un paio d’ore credo.» Rispose Eelektross.
«Ah, molto bene, e da lì quanto ci vorrà per arrivare a Poltergeist Home?»
«Direi circa una giornata. Siamo fortunati perchè il tempo è buono, altrimenti avremmo perso parecchio tempo.»
«Bene. Una volta arrivati a palazzo come procediamo?» chiese Raichu, avvicinandosi ad Eelektross e sussurrando.
«Lascerò qualcuno di guardia a Trush e Trubbish, e il resto di noi controllerà se il re si trova a palazzo o come il re di Velenia è a Oscuria.»
«E se è a palazzo?»
«Chiederemo un colloquio come abbiamo fatto con gli altri re. Non credo che possa prendere decisioni da solo senza chiedere agli altri, ma quanto meno potrà perorare la nostra causa alla Coalizione prima del nostro arrivo.»
«Sono un po’ preoccupato. Come procediamo se per caso i membri della Coalizione fossero restii ad accettare?»
«Possiamo solo sperare che non accada. Da quello che ho capito, ogni votazione va a maggioranza. Se riusciamo a convincerne tre, la Coalizione sarà dalla nostra parte. Se falliamo, con ogni probabilità ci cacceranno da palazzo. A quel punto, potremo solo puntare sul proseguire e cercare di formare un alleanza con i regni rimanenti. In questo modo, saremo comunque in grado di fronteggiare l’Organizzazione. Anche se devo dire che se partecipassero questi cinque paesi mi sentirei più sicuro. Ho sentito dire spesso che i loro eserciti sono i migliori, a parte quello di Draghia.»
«In tal caso, possiamo solo sperare per il meglio.» E detto ciò, Raichu si allontanò, affiancandosi ad Emolga.
Proseguirono per le due ore successive, tossendo quando alcuni gruppi di grossi pokémon veleno li superarono avvolgendoli senza volerlo in nuvole di gas velenoso.
Infine arrivarono a una strana costruzione con un cartello appeso sopra la porta “Da Velenia a Spettria – permessi di passaggio e stazione di posta.”
«Direi che per oggi abbiamo percorso abbastanza strada. Potremmo fermarci qui, firmare i permessi per entrare a Spettria e domani ripartire.»
«Che dici Eelektross?» gli sussurrò Raichu, stupito «Abbiamo ancora tempo prima che faccia notte.»
«Sì, ma ti ricordo che non siamo gli unici a viaggiare stavolta. Ti avevo avvisato che il piano avrebbe rallentato un po’ i nostri ritmi.»
Raichu sbuffò, ma annuì. I due Trubbish pagarono le stanze per loro e per le guardie, e salirono alla camera. Eelektross preparò i turni di guardia davanti alla porta dei pokémon, poi si preparò a riposare.
Alle 22, Emolga e Raichu diedero il cambio a Plusle e Minun, che ringraziarono e si diressero nelle camere.
«Senta capitano» chiese Emolga quando ebbero preso posizione davanti alla porta «Quando siamo fuggiti da Aeria, lei ha detto che ha perso sua madre, suo padre e il suo fratello che era ancora un uovo. Come è successo?»
«Già, credo di non avertelo mai raccontato. Come non ti ho mai raccontato come mi è venuta questa cicatrice.» Disse, toccandosi il Bitorzuelmo che copriva la cicatrice. E per la prima volta da anni, raccontò a qualcuno di quel che successe al Pika Villagge.
«Ed è così che in un attimo ho perso i miei genitori, mio fratello e la mia casa.» Aveva gli occhi lucidi, notò Emolga, e stava guardando fisso verso la finestra in fondo al corridoio.
«Mi scusi capitano, non glielo chiederò più.»
«No Emolga, non preoccuparti. Francamente, sono felice che tu me l’abbia chiesto. Forse ho sbagliato a non raccontartelo mai da solo.»
«Ma signore, com’è possibile che nessuno abbia notato che un intero paese scompariva? Insomma, qualcuno dovrebbe aver visto centinaia di pokémon che…»
«Nessuno li ha mai visti. Quanto vorrei sapere dove sono.»

 

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CAPITOLO 61: VENOM PORT

 

Spoiler

Venom Port, banchina, 14/06/4783, circa le 23
Scendendo dalla barca, il pokémon con il Terrorpanno si guardò intorno. Per quante volte fosse stato a Velenia, l’aria gli avrebbe sempre dato fastidio, nonostante la sua abilità. Senza guardarsi troppo intorno, si diresse verso la base di Eelektross.
“Se è arrivato qui, è sicuramente andato al gassoso Weezing. Dannazione, scommetto che è già arrivato a Spettria a quest’ora.”
Entrando al Gassoso Weezing, però, notò qualcosa di diverso nell’aria. Normalmente il locale era sempre pieno a qualsiasi ora. Invece, in quel momento, c’erano solo un piccolo gruppo di pokémon. Intorno al tavolo largo a destra della stanza, il gruppetto confabulava a bassa voce. Tra di loro riconobbe un Greninja. Senza pensarci, si avvicinò e si sedette sulla sedia del piccolo tavolino accanto, rizzando le orecchie in ascolto.
«… e l’ultima volta sono stati visti qui, in questa taverna.» Stava dicendo un grosso Garbodor.
«Capisssco. E non sssi sssa dove sssiano finiti?» Chiese il Greninja.
«No. Sembrano scomparsi.»
«Avete chiesssto al proprietario? Voglio dire, quell’Eelektrosss e gli altri suoi compari non posssono esssere ssscomparsssi.» Il pokémon rizzò le orecchie ancora di più le orecchie, tanto che temette di bucare il mantello.
«Sì. Si è messo a ridere e ha detto che non erano affari nostri.»
«Interesssante. E avete … insissstito?»
Il Pokémon col Terrorpanno si trattenne dal ridere. Provare a intimidire Weezing era più difficile che riuscire a spostare una montagna.
«Sì, l’abbiamo fatto, e ha malmenato due di noi che si sono lanciati un po’ troppo in fretta all’attacco.» Disse, indicando un Seviper e un Muk con l’aria piuttosto pesta.
«Bah, sssi vede che non sssapete come agire.» E si alzò, dirigendosi verso il bancone. Aveva fatto due passi quando qualcosa di appuntito gli sfiorò il fianco. Lentamente, si girò e vide un artiglio sbucare da sotto il mantello.
«Ehi, mi pare che steste parlando di un Eelektross. Magari potreste raccontarmi qualcosina, no?»
«Non credo che ce ne sssia bisssogno. E ora ssse non ti dissspiace, potresssti levare quell’artiglio dal mio fianco?»
«Oh, non credo che lo farò. Non finchè non parli almeno.»
«In tal caso, credo che i miei… amici… avranno da ridire.»
La Velenocoda di Seviper scese rapidamente verso la testa del pokémon, ma quello sollevo il braccio libero e i Ferrartigli bloccarono l’attacco. «Ti piacciono? Un ricordino di mio padre.»
In tutta la confusione, Weezing sparì in silenzio dietro al bancone. Nonostante tutto, sapeva che era inutile infilarsi in quella situazione. Aveva scorto in faccia il pokémon, e sapeva che non gli sarebbe servito aiuto per gestire il gruppetto di dieci pokémon. Sghignazzando, scomparve dietro una porta.
Garbodor si lanciò verso il pokémon con il Terrorpanno. Quello si alzò, aggirò Garbodor a una velocità impressionante e lo colpì con i Tritartigli. Garbodor crollò a terra.
Uno dopo l’altro, i nove pokémon furono abbattuti. Tritartigli e Ferrartigli bastarono per sconfiggere il pokémon.
Greninja fissò la scena attonito. Il pokémon con il Terrorpanno sorrise.
«Greninja il cacciatore di taglie, capo dell’organizzazione di cacciatori di taglie Greninja. So che sei un discreto combattente, anche se vedo che i tuoi non sono all’altezza.»
Greninja riprese il controllo, assumendo un sorriso beffardo «Che c’è, vuoi combattere contro di me?»
«Non combattiamo qui. Voglio sfidarti regolarmente. C’è una radura poco fuori città. Vieni. Se vinco, mi dirai perché cerchi quell’Eelektross.» risposse il pokémon con il Terrorpanno.
«Sssi può sssapere perché ti interesssa cosssì tanto?»
«So che stai cercando Eelektross, e ho capito che è lo stesso che cerco io.»
«D’accordo, ci rinuncio. Andiamo.»
I due uscirono dal locale e dalla città, raggiungendo una radura isolata appena fuori città. Si fissarono, piazzondosi ai due lati del prato, poi il pokémon con il Terrorpanno si lanciò all’attacco. I Tritartigli si agitarono minacciosi, ma Greninja sollevò una zolla di terra, formando uno scudo. Il Ribaltappeto bloccò il colpo, e Terrorpanno arretrò. Prima che riuscisse ad aggirarlo, però fu colpito da alcune Acqualame, che strapparono il mantello mostrando il pelo bianco e blu sottostante. Il pokémon sbuffò.
«Questo coso è inutile adesso, mi toccherà comprarne uno nuovo.» Si tolse il mantello, e Greninja impallidì. Zangoose fissò Greninja dritto negli occhi.
«Oh, vedo che sono famoso anche a Laghia.»
«L’invessstigatore dell’Ignoto, L’esssploratore del Crimine, Il protettore dell’Ordine. Il più grande invessstigatore del secolo. Non esissste nesssuno che non conosssca lo Zangoossse con le cicatrici sull’occhio dessstro e la pelliccia bianca e blu.»
«Mi fa piacere saperlo. Allora, che farai, ti arrenderai?»
«Non è nel mio ssstile.» E Greninja scagliò un’altra serie di Acqualame, che però Zangoose fece a pezzi a mezz’aria con una serie di Tritartigli. Dopodichè si diresse verso di lui e con una rapida Forbice X colpì Greninja.
«Sssuperefficace… o forse no?» Greninja rise e colpì con un Laccioerboso che bloccò il braccio destro di Zangoose.
«Oh, capisco, la tua abilità è Mutatipo.» Si liberò dal laccio e colpì di nuovo Greninja con Forbice X, che questa volta lo fece volare indietro «Ma dovresti evitare di cambiare tipo in uno che ti renda debole.» E colpì con altre Forbici X, impedendo a Greninja di attaccare e dunque di cambiare tipo.
Alla fine, Greninja crollò a terra. «Eri forte, ma evidentemente non abbastanza. Si vede che sei abituato a tendere trappole e agguati, non a lottare lealmente contro l’avversario. E questa cosa ti si è ritorta contro.»
«Fai sssilenzio, non mi interesssa.» rantolò quello a terra «In ogni cassso, non possso dirti molto. Il pokémon che cerchi sssembra scomparssso. Sssi è volatilizzato con il resssto del sssuo gruppo.»
«Allora dimmi tutto quello che sai sul suo gruppo.»
«D’accordo. Asscoltami bene.» Greninja iniziò a parlare, mentre Zangoose ascoltava, senza perdere una sillaba.

 

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CAPITOLO 62: SPETTRIA

 

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Spettria, Lande Fantasma,15/06/4783, circa le 10
La mattina dopo, il Gruppo si rimise in marcia. Superato il confine di Velenia, l’aria si fece più respirabile, anche se manteneva tracce di gas e talvolta compariva ancora qualche nuvoletta velenosa. Come però scoprì Mud quando cadde erroneamente in una di esse, il suo effetto era solo di causare lacrime agli occhi. In ogni caso, il gruppo porcedette senza incidenti attraverso la pianura, che pian piano si fece più verde. Anche il fiume Draak si fece più limpido.
“A quanto pare uscire da Velenia non fa bene solo ai pokémon” La pianura era calda e luminosa. A lui sembrava un luogo perfetto, ma Eelektross sussurrò «Essendo già stato qui, posso dire ad occhio che c’è qualcosa che non va.»
«Davvero? Eppure a me sembra un luogo perfetto.»
«Stai ragionando con l’ottica di Elettria. Ma se tu fossi uno Spettro, che si muove nell’oscurità, ti piacerebbe che il luogo in cui vivi fosse soleggiato e luminoso?»
Raichu riflettè. In effetti, da quel punto di vista, il sole non era certo la cosa più auspicabile.
«Qui a Spettria» proseguì Eelektross «si può estrarre dalle miniere una pietra, la Neropietra, che genera oscurità. Se usata in modo esteso, il paese intero diventa buio. Una prospettiva poco incoraggiante per un pokémon che non sia amante del buio, ma una manna per i pokémon che si muovono nell’oscurità, come gli Spettri o i pokémon di Oscuria.»
«Quindi secondo te c’è stato un calo di potenza?»
«E anche piuttosto forte direi. A occhio, è simile a quello che sta succedendo a Laghia con le palafitte. Suppongo che il buio aumenterà a mano a mano che ci avvicineremo alla capitale.»
«Già, a proposito, come si chiama la capitale di Spettria?»
«La città di Phantom City, al centro delle Lande Fantasma.»
«E da lì quanto ci vorrà per arrivare a Oscuria.»
«Direi grossomodo lo stesso tempo che abbiamo impiegato per raggiungere Spettria da Velenia.»
«Bene.»
Intanto Surskit e Dragalge iniziarono un loro discorso «Allora, hai scoperto qual è la tua predominanza? Adesso che non sei più un tipo Acqua dovresti esserti spostato a Velenia o Draghia.»
«A Velenia non ho avvertito nulla di particolare. Forse è Draghia.»
«Wow, Draghia è un paese di grandi guerrieri. Dicono che i suoi abitanti siano i più vicini allo status di Loro.»
Continuando a camminare nelle Lande Spettrali, il Gruppo notò che, a mano a mano che procedevano, la luce diminuiva, come se una nuvola avesse coperto il sole.
«A quanto pare è vero, la luce diminuisce.»
 
Venom Port, 15/06/4783, circa le 11
Greninja, appoggiato a un albero nella radura, sorrise amaramente “A quanto pare, il famoso Zangoose tiene fede alla sua nomea.” Dopo che aveva rivelato quello che sapeva, Zangoose gli aveva detto di togliere le taglie dalla testa del Gruppo di pokémon di cui faceva parte Eelektross, se non voleva passare altri guai, e lo aveva tramortito.
Quando si era risvegliato, nella radura erano rimasti solo lui e un Terrorpanno a brandelli.
Dove fosse finito Zangoose, lo sapeva solo il pokémon. A Greninja importava solo non incorciarlo mai più.
“Farò diramare l’avviso che le taglie sono annullate. Non ho intenzione di diventare ricco e poi ritrovarmi un artiglio nel petto.”
Rialzandosi gemendo, camminò verso la città.
 
Strada di Arceus, Velenia, 15/06/4783, circa le 12
Zangoose correva lungo la strada di Arceus più velocemente che poteva, avvolto nel suo nuovo Terrorpanno.
“Entro domani dovrò passare il confine, e il giorno dopo, o al massimo quello dopo ancora, li raggiungerò.”
Un paio d’ore prima era andato da Weezing e gli aveva chiesto dov’era finito Eelektross. Weezing non gliel’aveva detto, ma aveva fatto garbatamente notare che aveva un Terrorpanno nuovo per lui, anche se undici erano stati presi di recente. Sapendo questo, si era informato su undici pokémon con il Terrorpanno, e aveva scoperto che erano stati visti insieme a due Trubbish mentre partivano da Venom Port lungo la strada di Arceus. A quel punto era tornato da Weezing, si era informato su due Trubbish e aveva scoperto che i due pokémon avevano richiesto delle guardie del corpo, e lui gliene aveva affidate undici.
“Un’investigazione facile, ma dannazione, mi ha fatto perdere due ore.”
Sempre tenendo d’occhio la borsa legata alle sue spalle, corse più velocemente che poteva.
“Come se non bastasse, sono certo che non sarò l’unico a fare la sua mossa.”
 
Da qualche parte a Spettria, 15/06/4783, circa le 16
«Un dispaccio da Oscuria signore.» Shuppet porse il foglio al Capitano, che senza parlare lo porse all’altro.
«Beh non c’è niente da fare, è fatto così.» Commentò il secondo.
«Non è un buon motivo per scaricare il lavoro su di noi.» Brontolò l’altro «Specialmente ora che il capitano di Velenia ci ha comunicato che il Gruppo è stato avvistato nel suo paese.»
«Suppongo che dovremo guardarci da entrambi. Personalmente non credo che sarà una grave minaccia, vero M-3?»
«Forse hai ragione S-26.»

 

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CAPITOLO 63: POLTERGEIST HOME

 

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Spettria, Phantom City, 16/06/4783, circa le 17
A metà della mattina, il Gruppo ebbe il primo spiacevole incontro. Ormai il buio era diventato forte, e a dominare era la luce dei bizzarri lampioni a forma di Lampent a bordo strada. “Un favore per i visitatori” li aveva definiti Eelektross. All’improvviso, mentre camminavano, erano comparsi due pokémon.
I Duskull li avevano fissati, poi avevano parlato «Consegnateci le borse. Altrimenti…» ma non riuscirono a finire la frase. In uno svolazzo di Terrorpanni, il Fulmine di Eelektross e la Scarica di Raichu stesero gli avversari, che crollarono a terra. Senza parlare, il Gruppo riprese a camminare. Trush e Trubbish rimasero un attimo interdetti, fissarono le due guardie e i due pokémon a terra, poi ripresero il passo.
A mezzogiorno fecero una pausa.
Seduto all’ombra di un albero (o quanto meno nel punto in cui credeva avrebbe dovuto trovarsi l’ombra) Emolga colse senza volerlo una conversazione tra Trush e Trubbish.
«Ne è sicuro?» Emolga non riusciva a capire chi dei due stesse parlando. Aveva notato che avevano lo stesso, identico tono di voce.
«Ti ho detto di darmi del tu.»
«Scusi signore. Voglio dire, scusa.»
«Lascia perdere. D’altronde non saresti il mio migliore amico se non fossi così.»
«Grazie. In ogni caso, crede che sia giusto avvertire lui?»
«Quantomeno avvisarlo. Il re è fuori discussione, ma quantomeno Lamp mi ascolterà.»
Poi abbassarono troppo la voce, e Emolga non trovò opportuno origliare, anche se si ripromise di parlare al capitano della conversazione. Per un momento si chiese se fosse il caso di riferirla anche ad Eelektross, ma poi si rese conto che, nonostante tutto, faticava ancora a fidarsi del pokémon. Forse era colpa delle storie che si sentivano su di lui nell’S.T. e in tutta Eelectronvolt, ma continuava ad avere una vaga inquietudine quando parlava con il pokémon.
Ripresero la marcia e finalmente, a metà pomeriggio, arrivarono a Phantom City.
La città era bizzarra. Le case avevano un’aria spettrale, degna di un racconto dell’orrore. La luce dei lampioni Lampent era vaga, ma sufficiente ad illuminare le strade.
Al centro della città sorgeva il castello, Poltergeist Home. Il Gruppo si fermò davanti al palazzo.
«Ci separeremo qui. Flaaf, Minus, Plus Draak» disse usando i nomi falsi che avevano scelto per Flaaffy, Minun, Plusle e Dragalge «Voi proteggerete Trush e Trubbish fino al nostro ritorno.»
«E voi dove andrete?» domandò Trubbish.
«Abbiamo intenzione di svolgere alcune faccende. Non si preoccupi, arriveremo presto.»
«Capisco. Beh, dato che la scorta mi pare sufficiente, non trovo da obiettare.» E Trush, Trubbish e i quattro si allontanarono.
Il resto del gruppo si mosse verso il palazzo. Poltergeist Home era alto, circondato da grandi pinnacoli neri. Sembrava che l’oscurità fosse emanata da quelle stesse torri. Quando vi si avvicinò, Raichu capì il perché: Le torri erano coperte di Neropietre.
I 7 si avvicinarono all’ingresso e chiesero dove si potesse richiedere l’ingresso. Spiegarono a uno scettico Drifloon che si trattava di un autentica emergenza, e questi entrò nel palazzo chiedendo loro di attendere. Poco dopo uscì «Siete fortunati. Il re si trova a palazzo fino a domani, poi tornerà a Black Hole City, la capitale di Oscuria. Detto ciò, dovrete parlare prima con il Generale Gengar.»
Li accompagnò nell’atrio, dove aspettava il Generale. Il pokémon li fissò con i penetranti occhi rossi. Poi parlò, con una voce straordinariamente profonda, che sembrava uscire dalla più buia delle caverne «Drifloon mi ha riferito che ritenete che si tratti di un’emergenza. Posso sapere cosa vi spinge a pensare ciò?»
Più velocemente che potè, Eelektross riassunse ciò che avevano scoperto durante il loro viaggio. Quando ebbe terminato, Gengar rimase spiazzato per un secondo, anche se si riscosse subito «Capisco. Quello che riferite è senz’ombra di dubbio un’emergenza. Come usppongo saprete, il re non può muovere gli eserciti senza il consenso della Coalizione.»
«Lo sappiamo, e infatti è lì che  ci stiamo dirigendo. Ma vorremmo parlare con il re, per cercare di convincerlo ad aiutarci davanti alla Coalizione.»
Gengar riflettè qualche secondo, poi annuì «Mi pare una buona idea. Seguitemi.»
I sette camminarono lungo un corridoio illuminato da candele e lampade simili ai lampioni che si trovavano fuori, lungo la strada. Alle pareti erano appese numerose spade di varia foggia e dimensioni. Fu però solo quando iniziò a scorgere qualche movimento che Raichu comprese cosa lo rendeva così inquieto nel percorrere il corridoio. Diede un colpetto a Emolga, e gli indicò ciò che aveva notato. Quando lo capì, Emolga trasalì. Quelli che sembravano oggetti inanimati erano in realtà decine di Litwick, Lampent, Honedge, Doublade e Aegislash. Gli occhi dei pokémon immobili li seguirono finchè non entrarono in una grande sala e si chiusero la porta alle spalle. La stanza ospitava un trono, e sopra di esso si trovavano una decina di grandi candelabri. Quello centrale si staccò e scese verso Gengar, che si inchinò, imitato dal Gruppo. Re Chandelure li fissò, poi parlò. La sua voce crepitava, come una fiamma «Cosa succede Gengar? Hai detto che c’era un’emergenza, sono loro?»
«Quando gliel’ha detto?» sussurrò Emolga.
«I pokémon spettro hanno molti poteri particolari. Passano attraverso le pareti, sono dotati di telepatia, e alcuni sono in grado di possedere oggetti e pokémon.» rispose Raichu, sussurrando.
Per un po’ Gengar e Chandelure si fissarono in silenzio, poi la fiamma di Chandelure sembrò esplodere, per calmarsi nuovamente. Si volse verso il Gruppo e parlò «Dovete essere molto coraggiosi per aver compiuto imprese simili. Mentre parlavate, Gengar vi ha letto nel pensiero per assicurarsi che steste dicendo il vero, ed era così. Sento che è mio dovere portare davanti alla Coalizione il caso, dato che è la più grande emergenza nella storia di Pokémos. Tuttavia, prima di metterlo in esame aspetterò che ci raggiungiate a Oscuria. Siete troppi per usare il punto di teletrasporto, quindi suppongo andrete a piedi. Un peccato, ma dovremo aspettare solo qualche giorno, durante i quali mi preparerò per aumentare le chance di successo. Purtroppo, conosco almeno due pokémon che saranno contrari. Non ci resta che puntare sugli altri tre.»
«Chi saranno a suo parere?» Chiese Eelektross.
«Drapion, il re di Velenia, non ha mai fatto nulla che non fosse un suo tornaconto. Quindi non conterei molto su di lui. Quanto a Machamp, quello ha i muscoli al posto del cervello, e non credo proprio che l’idea gli andrà a genio. Rimane odiosamente convinto che i pugni possano risolvere ogni cosa. A uqesto punto devo provare a convincere gli altri.»
«La ringrazio maestà.» disse Raichu.
«Di cosa? Devo proteggere il mio paese, e lo farò costi quel che costi.»
Senza che il re avesse parlato, Gengar guidò il Gruppo verso l’uscita.
«Il re è troppo positivo. Temo che anche Alakazam di Espia non sarà dalla vostra parte. Rimane convinto che l’esercito sia una mera formalità da mantenere, e che tutti siano abbastanza intelligenti da capire che non è con la guerra che aumenta il potere.»
«Possiamo solo sperare che tu ti stia sbagliando.» rispose Eelektross.

 

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CAPITOLO 64: INCONTRO

 

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Da qualche parte a Spettria, 17/06/4783, circa le 5
«Che vuol dire che avete fallito? Eppure era semplice. In fondo, il lavoro di derubare i pokémon è ciò che procura fondi all’Organizzazione. E voi non siete riusciti a derubarli?»
«Erano più del previsto signore. Erano undici, no tredici pokémon.»
L’attenzione del capitano si risvegliò improvvisamente “Undici?” «Perché ti sei confuso?»
«Ce n’erano undici che hanno usato il Terrorpanno signore, e due Trubbish.»
«Come vi hanno battuto?»
«Io sono stato battuto da un Fulmine. Quanto a Dusk, credo fosse una Scarica.»
“Possibile?” riflettè il capitano «Hai notato altro?»
«Due di loro volavano signore. Cioè, erano sospesi in aria, ma a causa dei Terrorpanni non ho notato se volavano o fluttuavano. E uno si muoveva al modo di un pokémon che normalmente nuota.»
“Un Eelektross, un Emolga e un Dragalge. I conti tornano.” «Bene, puoi andare. Per questa volta non subirai una punizione. E neanche Dusk.»
Rimasto solo, fluttuò verso la porta. “Se sono arrivati qua, saranno già stati a palazzo. E in tal caso, si muoveranno verso Oscuria.”
Estrasse una cartina di Pokémos e la fissò. Come tutte le cartine era incompleta. Sembrava che nessuno avesse il coraggio o la forza per fare un viaggio completo e sopravvivere per raccontarlo. In quel caso, il cartografo si doveva essere arreso dopo aver visitato i cinque paesi della Coalizione. Oltre, dei bozzetti indicavano la posizione presunta degli altri paesi. Ma in ogni caso al capitano bastavano.
“Due giorni, poi usciranno dal confine, e questo ad essere ottimisti. Nella peggiore delle ipotesi potrebbero giungere a Oscuria domani. Se non mi sbaglio il piano sta già avendo luogo, sempre che quell’idiota si lasci convincere e la regina collabori. Ma per sicurezza, devo occuparmi di loro. Credo che la zona della Lande Oscure sarà il punto migliore.” E se ne andò per avvisare l’altro capitano.
 
Phantom City, uscita ovest, 17/06/4783, circa le 8
Il Gruppo uscì da Phantom City dall’uscita Ovest, continuando a camminare lungo la strada di Arceus. La lunga strada sembrava perdersi nell’infinito, una sensazione data dalla rada vegetazione delle Lande che vi si stendevano davanti.
«Quelle sono le Lande Oscure, che si estendono da qui fino a Oscuria e, se non sbaglio, fino al mare nella direzione opposta. Procedendo in questa direzione arriveremo alla capitale in poco tempo.»
«Speriamo bene.» Commentò Surskit.
 
Spettria, Fiume Draak, 17/06/4783, circa le 9
Il Carvanha e lo Sharpedo emersero ansimando dall’acqua, guardandosi intorno.
«Ce l’abbiamo fatta Carv.» commentò Sharp «Siamo riusciti a nuotare da Laghia a Velenia. Siamo riusciti a nuotare nel Draak. E adesso riusciremo a catturare Eelektross.»
Carv annuì, esausto «Oggi però dobbiamo riposare. Siamo riusciti a superare la parte velenosa del fiume Draak, ed è stato faticoso e pericoloso. Meglio non rischiare.»
E i due saltarono furoi dall’acqua, e mantenendosi in equilibrio sulla pinna senza sforzo, si diressero verso Phantom City.
“Troveremo informazioni su di loro. E poi li cattureremo.”
 
Da qualche parte a Elettria, 17/06/4783, circa le 11
«Professor Durant, posso farle una domanda?» Il Professor A. alzò lo sguardo dal tavolo di documenti e fissò Durant.
«Dica Professore.» Durant si spostò dal tavolo degli esperimenti, sollevò una Megapietra artificiale e la posò sul tavolo.
«Il Progetto S… quando è terminato?»
Durant sbuffò «S… S come Statistica. S come Sconfitta. S come Sapere. S come Shiny, un nome con cui vengono talvolta chiamati i cromatici. Scelga lei il significato che preferisce. Quel progetto è finito giusto tre settimane fa perché ha adempiuto al suo compito. Abbiamo creato lei-sa-cosa, e con questo il progetto S è finito. Ora rimane il Grande Progetto da completare. Poi finalmente inizierà. Il Giorno arriverà, i paesi di Pokémos si piegheranno sotto di noi come fuscelli, spezzeremo chi cercherà di resistere, e alla fine noi, insieme al nostro capo, diverremo tutti ricchi e potenti. Certo, chi più chi meno, ma comunque otterremo tutti grandi vantaggi.»
«Professore, questa è una follia.»
«Più folle della Pokémos di adesso? Più folle di paesi isolati, senza controllo, che fingono di coalizzarsi o che si interessano del mondo esterno solo quando temono un nemico più grande? Più folle di un paese di cui non esiste neanche una cartina completa? Oh, certo, ci sono pokémon che prendono il coraggio e viaggiano. Ma questi sono pochi. Quando il capo diverrà il signore di Pokémos, libererà dai loro paletti le menti delle persone. La scienza farà un balzo in avanti.»
«A quale prezzo professore? Il mondo evolerà, ma chi rimarrà per goderne?»
«Rimarranno coloro che si arrenderanno e accetteranno il cambiamento. E rimarranno coloro che hanno capito questo cambiamento.»
«Rimarranno coloro che vogliono il potere.»
«Se è per questo rimarranno anche coloro che rubano, coloro che rapiscono, coloro che uccidono. Sono mali che non si possono eliminare.»
«Non mi convincerà della bontà di queste… queste pazzie. Mai.»
«Oh, ma è proprio per questo che l’ho scelta come mio assistente. Lei va contro ciò che noi portiamo avanti. Voglio vedere quale dei due pensieri avrà la meglio. Noi, o voi?» E uscì dalla stanza.

 

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CAPITOLO 65: I CAPITANI M-3 ED S-26

 

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Spettria, Lande Oscure, 18/06/4783, circa le 10
Per tutto il giorno, Gli undici e i due Trubbish proseguirono attraverso le Lande Oscure. Raichu aveva capito subito il perché di quel nome. Diversamente dalle Lande Spettrali, in questa terra non cresceva un filo d’erba, e i pochi alberi erano solo tronchi morti.
«Queste zone sono sterili per natura. Gli alberi morti sono stati piantati qui solo per rendere l’ambiente più speventoso. Sembra che gli spettri li trovino divertenti.» Spiegò Eelektross.
«Esilaranti.» commentò Raichu.
Poi, a metà mattina del giorno dopo, poco dopo aver ripreso la marcia, il Gruppo fu improvvisamente circondato. Si trovavano su un’ansa del fiume Draak, dove il fiume svoltava lievemente verso nord, e così faceva la strada. All’altro lato della strada, una foresta di tronchi morti formava una barriera. Dal terreno, dal bosco, e dal fiume emersero numerosi spettri che li circondarono.
La maggior parte del gruppo fu colto di sorpresa, ma Eelektross e Raichu no. Come un sol pokémon, colpirono un Dusclops, un Misdreavus e un Mismagius che impedivano di ritornare sui loro passi, liberando il passaggio per fuggire.
«Mud, Surs, Minus, Plus, Flaaf, proteggete Trush e Trubbish. Passate da qui e dirigetevi indietro finchè non sarete riusciti a seminare eventuali inseguitori. Cercate di stendere chi vi inseguisse. Lux, Olg, Tre, Draak, noi sei resteremo qui per cercare di sconfiggerli.» I cinque si mossero per circondare i due protetti, e fuggirono dall’apertura, percorrendo a tutta velocità la strada. In pochi minuti erano già lontani, anche se si trascinarono dietro sei spettri. Di questi, un Frillish fu abbattuto subito. Come Eelektross temeva, il grosso del gruppo nemico rimase loro addosso. “Sono pokémon dell’Organizzazione. Se fossero banditi, avrebbero inseguito il gruppo che fuggiva. Dato che ho ordinato di proteggere Trush e Trubbish, chiunque avrebbe capito che devono valere qualcosa.”
Eelektross si voltò a contare i pokémon rimasti. Erano in tutto dieci. Poi notò due movimenti. Dal terreno emerse una testa con tre punte, la bocca a forma di cerniera, gli occhi rossi. Accanto ad essa, una roccia si agitò, e da essa emerse un disco azzurro chiaro contornato da sfere viola.
Lo Spiritomb e il Banette fissarono i sei pokémon che avevano di fronte, poi con un gesto della mano, Banette diede il via all’attacco. I dieci nemici si scagliarono su di loro. Raichu abbattè un Jellicent al volo, poi si volse ad affrontare un Dusknoir. Dopo pochi minuti, lo sconfisse, schivando all’ultimo un Inseguimento per poi colpire con due Fulmini.
Draak, dopo un paio di schivate, riuscì a colpire con Dragopulsar un Cofagrigus. Approfittando del momento, lo colpì nuovamente con altri Dragopulsar, facendolo crollare.
Emolga dopo alcune Acrobazie sconfisse sia un Pumpkaboo che un Gourgeist.
Tri schivò numerosi attacchi, poi con un Locomovolt riuscì a battere il Drifblim che lo aveva attaccato.
Il Morso e lo Sgranocchio di Luxray gli fecero avere la meglio su Haunter.
Eelektross, con soli tre colpi, abbattè un Trevenant, un Golett e un Gastly.
Poi i sei si volsero ad affrontare quelli che, ormai era certo, erano due capitani. Il Banette applaudì freddamente.
«Complimenti, complimenti, sia per essere arrivati fin qui, sia per questa lotta magistrale. Tuttavia, temo che la vostra avventura finisca qui. Lasciate che mi presenti, sono Banette, capitano dell’Organizzazione, e questo è Spiritomb, anch’egli capitano. Vi direi i nostri nomi in codice, ma per voi non significherebbero nulla.» Dopodichè i due si divisero, portandosi uno sul lato destro, l’altro sul sinistro della strada. Poi entrambi compiettero un’azione che gli altri non si aspettavano. Banette si illuminò di una bizzarra luce, poi al suo posto comparve un Mega Banette.
Con loro gran sorpresa, Spiritomb si sollevò in aria.
«Impossibile.» Fu l’unica cosa che Raichu riuscì a dire «Gli Spiritomb non levitano.»
«E le mosse Elettro non funzionano sui pokémon terra, dico bene, Raichu “il Tuono fisico”?» commentò in risposta Spiritomb, le sfere viola che ruotavano pigramente.
«Dovresti togliere la parola impossibile dal tuo vocabolario. Spiritomb si è sottoposto a particolari… cure… da parte degli scienziati dell’Organizzazione, e il risultato lo potete apprezzare. Quante abilità possiedi, Spiritomb?»
«Quattro. Anzi, cinque contando quella con cui sono nato, Pressione.»
«No, non fate quella faccia.» commentò Banette, notando che Raichu ed Eelektross avevano assunto un espressione spaventata contemporaneamente «So cosa state pensando e no, per quanti tentativi abbiamo fatto, l’abilità Magidifesa non ha voluto saperne di attecchire in lui.»
I due pokémon tirarono, senza farsi notare, un sospiro di sollievo, poi i sei si divisero in due gruppi. Draak, Emolga e Raichu fronteggiarono Banette, mentre Eelektross, Luxray e Tri si posero di fronte a Spiritomb.
“Male” riflettè Eelektross, mentre girava intorno a Spiritomb “se le cose stanno così, abbiamo non pochi rischi. Parafulmine, Rompiforma, Magispecchio, Nuotovelox, potrebbe avere qualsiasi abilità che ci metta in difficoltà.”
“Male” riflettè Raichu, mentre girava intorno a Banette “Diversamente da quella volta contro Gyarados, stavolta siamo di meno, e scommetto che Banette è su un altro livello.”
Quando si furono posizionati intorno ai due, Banette riprese a parlare «Giusto per la cronaca, ritengo giusto rivelarvi la mia abilità. Si tratta di Burla. Suppongo che la conosciate.»
Mentalmente, Eelektross non potè fare a meno di applaudire a Banette. Aveva talento nelle battaglie psicologiche. Nella situazione in cui si trovavano, bastava poco per turbare l’avversario. La rivelazione su Spiritomb, la Mega evoluzione subito e non in un momento critico, la spiegazione sull’avere un’abilità che rende più rapida l'attivazione di mosse insidiose, tutto ciò avrebbe messo sotto pressione l’avversario. E un nemico sotto pressione è portato a commettere errori.
Silenziosamente, i sei si prepararono a una lotta che, lo sapevano, sarebbe stata durissima.
 
Electronvolt, base dell’S.T., 18/05/4783, circa le 11
«Signore, è arrivato l’esercito di Alvearia.» Helioptile irruppe nel sovraffollato ufficio di Galvantula, seguito da Scizor, Forretress e Beedrill. Oltre a Galvantula, nell’ufficio erano già presenti Wash, Empoleon, Blastoise e Azumarill, portando la stanza a un livello insopportabile di occupazione. Ciò nonostante, Galvantla strinse la zampa (o per meglio dire, la chela, il cannone e l’ago) dei tre Generali. Chiese educatamente come fosse stato il viaggio, si informò sullo stato e sul numero dei pokémon, e poi li invitò a prendere posto su tre sedie.
Dopodichè, Scizor parlò «Volevo anche informarvi che un Wingull ha raggiunto il nostro esercito, per avvisarci che l’Aviazione di Aeria sarà qui in non più di una settimana. Hanno detto che purtroppo uno dei Generali non sarà presente.»
«Cos’è successo?»
«Hanno solo detto che è rimasto gravemente ferito durante un combattimento contro un criminale, e che si riprenderà presto, raggiungendoci in fretta. Temo che ci sia lo zampino dell’Organizzazione nemica.»
I Generali si misero a riflettere, poi passarono a informare gli altri di quanto stava accadendo a Elettria. In un quarto d’ora, i tre nuovi arrivati erano già informati di tutto ciò che fosse necessario.

 

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Eccoci con il capitolo!

 

 

 

CAPITOLO 66: BATTAGLIA DEGLI SPETTRI

 

 

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Lande Oscure, 18/06/4783, circa le 11
Dopo aver circondato MegaBanette, Raichu, Draak ed Emolga misero in azione la propria strategia: cercarono di allontanare Banette da Spiritomb. Inziarono a tentare di colpirlo, tenendosi però a distanza. Fulmini, Tuoni, Dragopulsar, Fangobombe, Energisfere, qualsiasi attacco che potesse spingere Banette a schivare allontanandosi. Raichu però capì fin troppo presto che Banette lo stava facendo di proposito. Addirittura esagerava di proposito i suoi movimenti, arrivando vicinissimo a farsi colpire. Stava solo giocando con loro.
In ogni caso, alla fine riuscirono ad allontanarsi quanto bastava. A quel punto passarono all’attacco.
Dragalge si lanciò per primo. Scagliò un Dragopulsar e si avvicinò all’avversario. “ E adesso vediamo se questo funziona.” Scagliò una fortissima Idropompa, che però, nonostante fosse stata lanciata da una brevissima distanza, Banette schivò con una rapida giravolta. Dopodichè, per la prima volta, il pokémon passò all’attacco, colpendo con una Finta. A quel punto, subito dopo essere stato colpito, Dragalge provò il secondo attacco insegnatogli da Eelektross: il Codadrago centrò in pieno petto Banette, che volò diversi metri indietro.
Dragalge ripensò a quanto gli aveva detto Eelektross “Te lo dirò senza girarci intorno: tu sei il più forte tra noi attualmente. Ma ascoltami, se ti scatenassi non ne verrebbe niente di buono. Pensa a cosa è successo quella volta nella foresta. Devi controllarti. Ricordati: se ti scatenassi, rischieresti di fare del male a chi vuoi proteggere.”
A mezz’aria, Banette si rimise in posizione. “Forse li avevo un po’ sottovalutati. Bene, vediamo…” Ma prima di poter fare qualsiasi cosa, si ritrovò alle spalle Emolga. L’Acrobazia lo colpì facendolo volare via nuovamente, dritto verso il Fulmine di Raichu, che in questo modo lo colpì in pieno.
“Forse ce l’abbiamo fatta.” Pensò Emolga “Forse…” Ma Banette si rialzò come se nulla fosse. Sembrava che nessuno degli attacchi avesse sortito il minimo effetto. Il pokémon sorrise «Bene bene, ora credo che tocchi a me, non vi pare?» E così dicendo scomparve, fondendosi al suolo con l’aspetto di un’ombra. La Furtivombra comparve alle spalle di Emolga e lo colpì. Quando Emolga volò indietro, Banette lo seguì e lo colpì con una Finta che fece cadere a terra. E mentre era a terra, gli Ombrartigli lo colpirono. Emolga rantolò e crollò definitivamente a terra.
Dragalge e Raichu erano allibiti. Non solo nessuno degli attacchi sembrava aver funzionato, ma addirittura con sole tre mosse Banette aveva sconfitto Emolga. “Davvero è questa la potenza di un pokémon Megaevoluto che si controlla? A confronto quel Gyarados non era niente.” Dopodichè, Raichu e Dragalge si lanciarono verso Banette. La battaglia divenne un vortice indistinto di colpi: Codadrago, Codacciaio, Finta, Furtivombra, Fangobomba, Idropompa, Ombrartigli, Dragopulsar, Tuono,Fulmine.
Ansimando Dragalge e Raichu fissarono Banette. Alcuni attacchi erano andati a segno, e finalmente anche lui mostrava i primi segni di fatica, ma era decisamente messo meglio di loro. Dragalge aveva perso la Codadrago, e Raichu il Codacciaio. Ormai non sapevano davvero più che pesci pigliare.
E fu a quel punto che Dragalge perse il controllo. Forse fu la paura, forse il pensiero che se avesse perso i suoi compagni sarebbero stati in pericolo, fatto sta che Dragalge si lanciò in avanti e iniziò a colpire come un forsennato. Dragopulsar, Idropompa, Fangobomba, tutti gli attacchi che gli erano rimasti, lui li scaricò su Banette. Il pokémon Spettro non potè fare a meno di arretrare. Davanti a un drago inferocito, è normale fare quanto meno un passo indietro. E quel passo indietro fu colto da Raichu. Evitando di finire nel mezzo dell’attacco di Dragalge, si spostò silenziosamente alle spalle di Banette. Il pokémon se ne accorse, ma se avesse cercato di evitarlo sarebbe stato sicuramente colpito dalla furia di Dragalge.
Quando gli fu alle spalle, Raichu si lanciò all’attacco. Fece l’unica cosa che poteva fare: caricò il Locomothunder e lo usò. Non aveva mai provato ad usarlo contro un pokémon che non fosse almeno per metà di tipo Terra, ma a quel punto non aveva scelta.
Si scagliò in avanti, e colpì in pieno Banette. Quello gridò e crollò al suolo. Quando cadde, però, l’elettricità non si fermò. Il Locomothunder, scoprì Raichu, aveva un bizzarro effetto collaterale se colpiva i pokémon non di tipo Terra: liberava l’elettricità in eccesso verso l’esterno. In quel caso, quella si scaricò verso Dragalge. Il pokémon, colpito, arretrò, e contemporaneamente riprese il controllo.
Si guardò intorno. Da un lato Raichu, ansimante, e dall’altro Banette, l’elettricità che si agitava sul suo corpo.
Dopo un po’, l’elettricità si scaricò completamente. A quel punto, dopo aver raccolto Emolga, Raichu e Dragalge si avvicinarono a Banette.
“Almeno è vivo.” Pensò Raichu, fissando il pokémon a terra “Ma giuro che non lo farò mai più, a meno che non sia assolutamente necessario. Se fosse stato meno resistente, avrei seriamente potuto ucciderlo.”
Poi i tre si sedettero. Avrebbero voluto andare ad aiutare Eelektross e gli altri, ma sarebbero stati solo un peso nella loro situazione.
Inoltre, anche Dragalge aveva da pensare. “Mi è successo di nuovo. Dannazione, cosa dovrei fare? Continuo a perdere il controllo appena sono in difficoltà. Devo riuscire a controllarmi.”
 
Da qualche parte a Elettria, 18/06/4783, circa le 12
«Buongiorno Rotom.» Joltik sorrise, salutando il pokémon spettro.
«Giorno Joltik. Come te la passi?»
«Insomma. Da quando gli eserciti si sono riuniti, la mia unità d’infiltrazione mi spedisce rapporti praticamente uguali. L’unico che riesce a dirmi qualcosa di buono è Empoleon.»
«Ah sì?»
«Già. Numero di unità, numero di squadre che pattugliano il paese, rifornimenti, dati importanti, insomma, qualsiasi cosa. Peccato che attualmente non siamo in grado di rispondere.»
«No?»
«No. Sono stati furbi e hanno preparato unità in cui sia presente almeno un pokémon di tipo Terra. E ancora qui alla base non abbiamo un’ingente quantità di pokémon di altri tipi. Abbiamo una trentina di pokémon Fuoco nell’Unità Incendiari, una sessantina di Pokémon Terra dell’unità Espansioni, e pochi altri. A parte i generali ovviamente, ma loro e il capo non possono certo entrare in azione personalmente. A parte questi comunque, il resto si è sparso per Pokémos allo scopo di espandere l’esercito.»
«E quindi secondo te che dovremmo fare?»
«Io un’idea ce l’avrei. Dovremmo…»
«Dovremmo iniziare a radunare l’esercito qui alla base. Lo dici ogni volta, ma dovresti dirlo ai Generali, non a me.»
«E come faccio a dirglielo? No, saranno loro a decidere quando sarà il momento.»
E i due si diressero verso la mensa, ignari degli occhi che li osservavano.

 

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Ed eccoci finalmente qui, dopo la pausa.

 

 

 

CAPITOLO 67: IL CAPITANO S-26

 

 

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Lande Oscure, 18/06/4783, circa le 11
Mentre Raichu, Emolga e Dragalge allontanavano Banette, Eelektross, Luxray e Tri circondarono Spiritomb. Il pokémon continuò a ruotare, con una calma snervante, sospeso in aria. Per tutti il tempo tenne gli occhi fissi su  Eelektross. Aveva letto tutti i dossier, e conosceva le potenzialità dei sette componenti originali del gruppo. Non avevano quasi dati sulla coppia di Laghia e il piccoletto di Alvearia, e ignoravano ogni cosa sul piccoletto di Elettria. “ Di quelli che ho di fronte, il più forte è Eelektross, ma io non ho nulla da temere. Assorbipugno non funzionerà, e quanto alle altre mosse, ho quegli assi nella manica. E non è l’unico.”
Eelektross fissò il suo avversario. Poteva percepire la Pressione, e sapeva che avrebbe dovuto sfruttare il doppio della normale potenza per riuscire a colpirlo. Inoltre, il suo avversario levitava.
“Cinque abilità, di cui due scoperte.Per il resto, posso solo andare a tentativi.”
A un suo cenno, Luxray si sollevò da terra con la Magnetascesa. Poi lui e Tri si lanciarono all’attacco.
Il primo a raggiungere l’avversario fu lo Sgranocchio di Luxray. Il colpo andò a segno senza intoppi. Peccto che, al momento successivo, Luxray fu fatto volare indietro dalla Finta dell’avversario. Prima ancora di potersi avvicinare, Furtivombra colpì Tri, lanciandolo lontano.
A quel punto Eelektross lanciò la sfera di umidità. Quando però quella stava per scoppiare, si dissolse. “Antimeteo.” Imprecò Eelektross “In tal caso…” Puntò il pamo aperto verso l’avversario,e il Tuono si diresse direttamente verso Spiritomb, che però sorrise e si limitò a farsi colpire.
«Ti ringrazio, avevo appunto subito qualche danno.»
“Bene, c’è anche Assorbivolt dunque.” Però in quel momento notò anche qualcos’altro. La sensazione di pressione che percepiva era sparita. “Oh, ma allora…” «Luxray, tienilo occupato con la nuova mossa. Tri, sbrigati, vieni qui!»
Luxray si lanciò verso l’avversario. Il primo attacco, Scarica, non fece danno, come Luxray sapeva. Ma il secondo, Furto, colpì Spiritomb sfruttando l’apertura che il pokémon aveva lasciato aperta per far passare il primo. La zampa di Luxray colpì l’avversario, sprofondando nelle profondità del corpo fatto quasi d’aria. Ovviamente Spiritomb non aveva nulla, ma Luxray si limitò a ripetere il colpo ancora, e ancora.
Quando fu il momento Eelektross si lanciò in avanti. Scartò abilmente, avvicinandosi il più possibile a Spiritomb e poi colpì. L’intero pugno andò in fiamme, e il Fuocopugno centrò Spiritomb. Quello però, scoppiò a ridere.
«Oh, mi cogli di sorpresa. Ma per tua sfortuna, la mia abilità è anche Fuocardore.»
Spiritomb si posò a terra e si guardò intorno. Mancava il terzo. Mentre schivava Sgranocchio e Furto, si guardò intorno. In quel momento, Tri emerse da sottoterra. Fu quasi colto di sorpresa, ma si sollevò da terra con Levitazione.
“Adesso.” Pensò Eelektross, e scagliò verso il cielo un’altra sfera, che si dissolse.
«Cosa credevi di fare. Ho già dimostrato di poter impedire l’attivazione dei tuoi attacchi.»
«Ed era ciò che volevo. Ora!»
Prima che potesse reagire, Spiritomb fu colpito su tutti i lati da attacchi di tipo Elettro. Un tuono, una Scarica e un ultimo attacco. Non capì da dove veniva, né cosa fosse, ma quando lo colpì cappì di aver perso.
Crollò a terra, paralizzato e quasi esausto.
«Come hai fatto? Come diavolo hai fatto?»
«Prima dì la verità. Tu possiedi cinque abilità, ma puoi usarne solo tre alla volta. Giusto?»
«Sì ma…» Poi riflettè. Quando attivava una quarta abilità , quella che era attiva da più tempo si disattivava. E capì cosa Eelektross aveva fatto.
«Hai avuto fortuna. Se non avessi avuto l’abilità Fuocardore, la tua strategia avrebbe fallito. Mi hai costretto ad attivare in rapida successione Fuocardore, Levitazione e Antimeteo, in modo che fossi indifeso agli attacchi elettrici. Ma è stato un azzardo. Cosa avresti fatto se io avessi riattivato Assorbivolt in tempo?»
«Supponevo che una volta attivata l’abilità dovesse restare attiva per un certo tempo. Certo, è stato un azzardo, ma in una lotta del genere o la va o la spacca.»
«Capisco. Bah. In ogni caso, la prossima volta questa strategia non funzionerà se incontrerete uno come me. Tra tutti, io sono quello il cui risultato è peggiore. Non ho neanche le altre capacità che gli S possiedono. Sappiatelo. Se vi troverete davanti un altro come me, farete meglio a girarvi dall’altra parte e scappare a gambe levate. Non che mi importi ovviamente, mi darebbe solo fastidio che qualcuno riuscisse dove io ho fallito.»
In quel momento arrivarono anche Raichu, Dragalge, Emolga e lo sconfitto Banette. Raichu posò l’altro capitano accanto a Spiritomb. Eelektross non fece commenti, ma ifssò Raichu con un occhiata eloquente, e questi seppe che aveva capito cosa aveva fatto. Non capì perché, ma questo lo fece vergognare. Forse perché capiva che era lui quello sconfitto, pur avendo vinto il combattimento.
«Oh, vedo che anche Banette ha fallito. Bah, almeno ci beccheremo entrambi un’altra ramanzina. Ah, ma suppongo che voi abbiate altro da fare. Perché non raggiungete i vostri amici che sono scappati e sparite?»
«Prima voglio delle risposte da voi. Come sapevate chi eravamo? Come ci avete trovato? Insomma, da voi voglio sapere tutto.»
«Oh, sì, suppongo tu voglia delle risposte» Senza preavviso, Spiritomb afferrò lo svenuto Banette e iniziò a scomparire nel terreno «ma non sarò io a dartele. Addio.» Prima che potessero reagire, il pokémon era scomparso, lasciando dietro di sé solo una Roccianima.
«Dov’è finito?» Domandò Tri.
«Gli Spiritomb hano il potere di spostarsi da una Roccianima all’altra. Suppongo che a quest’ora si stia dirigendo verso un’altra roccia. Quella lasciatela lì, se vorrà se la riprenderà, e non voglio certo vedermelo comparire senza preavviso davanti. Era davvero un avversario tosto.»
Detto ciò, si diressero verso il punto in cui si sarebbero incontrati con il resto del Gruppo.
 
Da qualche parte a Elettria, 18/06/4783, circa le 13
«Allora, come reagiamo alla riunione delle forze qui a Elettria?» Chiese il primo Generale, fissando gli altri diciassette.
«Io avrei un’idea.» Disse il Dodicesimo Generale.
«Parla.»
«Abbiamo stabilito che radunare le unità di tutta Pokémos sia ancora prematuro. Tuttavia, in alcuni paesi è inutile mantenerle. A Laghia, Alvearia, Aeria e Velenia non occorre lasciare più di qualche squadra, dato che sia il Gruppo sia i regnanti non si trovano in quei paesi.»
«Piano interessante. Sì, credo funzionerà. Quanti favorevoli?» I diciotto presenti annuirono all’unisono. Mentre discutevano i dettagli, tra cui anche l’affdamento della missione, tra sé e sé, il Dodicesimo si sfregò le zampe. Certo, aveva preso l’idea che un soldato aveva espresso a voce un po’ troppo alta, ma che importava. Senz’ombra di dubbio, avrebbe ricevuto per lo meno un encomio per quell’idea.

 

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CAPITOLO 68: OSCURIA

 

 

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Confine Spettria-Oscuria, “Il bosco del Phantump”, 19/06/4783, circa le 20
Dopo essersi riuniti al resto del Gruppo, i tredici proseguirono il viaggio verso Oscuria. Alla sera, arrivarono al confine con Oscuria, e si fermarono in una stazione di posta circondata da alberi estremamente sinistri. Dopodichè, salvo Surskit e Dragalge, a cui fu affidata la sorveglianza della camera dei due protetti, il Gruppo si riunì nella stanza di Eelektross.
«Prevedevo che il piano non avrebbe funzionato a lungo, ma credevo di riuscire ad arrivare quantomeno ad Oscuria prima di essere scoperti.» disse Eelektross
«Non che tu abbia sbagliato di molto comunque, in fondo abbiamo raggiunto il confine no?» rispose Raichu.
«Già, ma in ogni caso significa che ora verrà il difficile. Da qui a Black Hole City, la capitale di Oscuria, saremo certamente bracccati. Se devo essere sincero, temo che da qui in poi le cose diverranno ancora più difficili.»
«Lo sono sempre. Questa intera missione è dannatamente difficile. Ma io non mi arrenderò. Anche se la lotta di oggi mi ha fatto capire che sono ancora debole, e che devo migliorare, io non mi arrenderò.»
«Nessuno di noi lo farà. Dico bene?» chiese Eelektross. Tutti annuirono con convinzione. Era evidente che nessuno si sarebbe tirato indietro.
«In ogni caso, ora dobbiamo raggiungere la capitale, e da qui ci vorrà circa un'altra giornata. Possiamo solo sperare di essere fortunati.» disse Raichu, chiudendo la riunione. Era esausto, e aveva davvero bisogno di riposare. Dopo pochi commenti, il Gruppo si divise nelle rispettive camere e iniziò a riposare, ognuno immerso nei propri pensieri.
 
Phantom City, “Al diabolico Dusknoir”, 19/06/4783, circa le 21
«E questo è quanto. Credi di potermi essere d’aiuto?» Zangoose fissò Dusknoir, il capo del gruppo di Eelektross a Spettria.
«Come ti ho detto, il capo non si è visto. Sono piuttosto sicuro che l’abbia fatto per evitare che qualcuno informato quanto te venisse a cercarlo qui. In ogni caso, credo di poterti aiutare almeno un po’. Dammi dieci minuti.» Commentò Dusknoir pensieroso, uscendo dalla porta sul retro della locanda.
Un quarto d’ora dopo, Dusknoir rientrò trovandosi davanti uno Zangoose piuttosto sulle spine. Sorrise. Zangoose era sempre stato così, uno che non sopporta le attese. Ancora adesso Dusknoir si chiedeva come diavolo avesse fatto uno così a diventare un investigatore tanto geniale.
«Allora, mi sono informato. Tredici pokémon, di cui undici guardie con il Terrorpanno e due Trubbish, si sono allontanati dalla città diretti con ogni probabilità a Oscuria. Ovviamente questo è tutto quello che ho scoperto. Se c’è il capo in mezzo trovare altro, come ad esempio le loro identità, sarà impossibile.»
«Spero che tu abbia ragione. Mi conviene sbrigarmi in ogni caso. Grazie per l’aiuto.»
«Figurati. E quando incontri il capo, digli che ogni tanto dovrebbe ricordarsi di fare un saluto anche a Dusknoir di Spettria.»
«Lo farò, non dubitare.» E con queste parole uscì, in uno svolazzo di Terrorpanno.
 
Venom Port, base locale “Cacciatori di taglie Greninja”, 19/06/4783, circa le 22
Greninja fissò lo Skorupi con un misto di odio e di disinteresse. Perché non poteva lasciarlo in pace?
«Le ho già sssspiegato che per motivi di carattere privato, la richiesta della ssssua, come l’ha chiamata, Organizzazione, è diventata inattuabile.»
«E io le ho già spiegato che chiedo una motivazione più chiara.»
«Vuole una motivazione chiara? Gliela darò. Un certo pokémon, il cui nome non sssscucirò neanche ssssotto tortura, mi ha richiessssto, dopo avermi ssssconfitto, di rimuovere quelle taglie, con minaccie che mi fanno rabbrividire e che sssso che quessssto pokémon potrebbe mettere in pratica.» Forse aveva gonfiato un po’ la storia, ma magari avrebbe convinto lo Skorupi.
«E se le dicessi che possiamo evitare che queste minacce vengano messe in pratica?» “O magari no” pensò tra sé.
«Le direi che il gioco non vale la candela. Il denaro non è una promessssa sufficiente per la vita. In fondo, la mia Assssociazione mi da un guadagno maggiore.»
«Capisco, in tal caso, la lascio.» E lo Skorupi uscì dalla stanza.
Appena uscito dalla costruzione, si diresse verso il porto, dove un Gastly lo aspettava. «Devi comunicare all’Organizzazione che c’è qualcun altro che ci sta mettendo i bastoni fra le ruote. Non so ancora la sua identità, ma bisogna scoprirla.»
 
Da qualche parte ad Oscuria, 19/05/4783, circa le 23
Quando la Roccianima prese a vibrare come impazzita, i due capitani la fissarono sorpresi. Non capitava quasi mai che Spiritomb si facesse vedere. E il loro stupore aumentò ancora quando Spirtomb uscì dalla Roccianima, abbacchiato e, lo compresero ad occhio, con delle novità problematiche.
«E allora Spiritomb, avete vinto?»
«Secondo te? Per favore, passami un po’ d’Acqua Fresca, sono ancora esausto.»
«Che è successo?»
«Abbiamo perso. Sono dannatamente forti, e almeno il mio avversario era dannatamente intelligente. Credo sia uno spreco doverlo sconfiggere. Uno così ci farebbe comodo nell’Organizzazione. Ma non credo passerebbe dalla nostra parte neanche sotto tortura.»
«Quindi sono forti e intelligenti? Racconta.»
Spiritomb riassunse tutto quello che era successo, e raccontò quello che aveva spiegato Banette.
Quando ebbe terminato, i due capitani di Oscuria annuirono.
«Non credo dovresti prendertela così tanto. La vostra sconfitta non è stata determinata da una colpa vostra, ma dall’abilità degli avversari. In ogni caso suppongo che a questo punto le priorità diventino due.»
«Già. Cercare il principe e cercare il Gruppo. Ordinerò agli Houndour di battere palmo a palmo tutta la zona tra Blck Hole City e il confine con Spettria. Dubito che proseguiranno sulla strada di Arceus, ma nel caso meglio far tenere sotto controllo anche quella.»
«Bene. Se non volete sapere altro, credo che me ne andrò.» commentò Spiritomb. Dopo un rapido cenno di saluto dai due capitani, si preparò a scomparire.
«Oh, un’ultima cosa. Poco prima che me ne andassi è arrivata da Velenia la notizia che qualcuno ha fatto in modo che i cacciatori di taglie non attacchino il Gruppo. Non sappiamo niente di lui, tranne che abbiamo dedotto che agisce da solo.»
«Grazie dell’informazione. Ora è meglio che tu, vada sei uno straccio.»
Un momento dopo, la Roccianima tremò e Spiritomb scomparve.

 

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CAPITOLO 69: BLACK HOLE CITY

 

Spoiler

Strada di Arceus, Oscuria, 19/06/4783, circa le 10
«Sei certo che proseguire sulla Strada di Arceus sia la scelta migliore?» Chiese sussurrando Raichu, mentre il gruppo proseguiva.
«Assolutamente. Certamente si aspetteranno che cambiamo strada, e di conseguenza ridurranno i controlli sulla Strada.»
«Ma certamente non la lasceranno sguarnita.»
«No, ed è qui che entra in gioco Emolga. Voglio che sorvoli la strada e ci avvisi se avvista qualche grosso gruppo in avvicinamento. Non scendere mai, a meno che non inizi una lotta. Per segnalarci qualcosa fai segnali luminosi.»
Emolga annuì e si sollevò in volo. A una certa quota prese a guardarsi intorno. Vide altri gruppi che proseguivano verso Black Hole City e altri che arrivavano da Spettria. Non notò però nulla di strano e si mantenne in posizione, pronto a planare sul Gruppo se avesse avvistato il nemico.
«Bene, almeno non dobbiamo preoccuparci troppo di un eventuale attacco a sorpresa.» Commentò Eelektross.
Trush e Trubbish non sembravano sorpresi dal nuovo schieramento. Forse ritenevano che fosse una strategia per evitare agguati come quello del giorno prima.
“Tutto a nostro vantaggio se si fanno poche domande.” Riflettè tra sé Raichu.
Come a Spettria anche ad Oscuria man mano che camminavano il cielo e la terra si facevano più scuri. A poco a poco, la luce diminuì, e alla fine Raichu non riuscì più a scorgere Emolga in cielo. E forse fu questo a salvarli quando poche ore dopo un gruppo di Houndour li circondò. Avvisato da Emolga, il Gruppo era già pronto. Gli Houndour si avvicinarono, e il capo si rivolse a Eelektross «Salve, siamo del corpo di difesa di Oscuria. Stiamo effettuando un controllo, dato che ci hanno segnalato un gruppo di criminali che da Spettria sembrerebbe essersi diretto qui.»
Eelektross fissò Houndour. Avrebbe giocato tutto ciò che aveva sul fatto che quelli erano membri dell’Organizzazione, non certo del corpo di difesa.
«Siamo solo guardie del corpo incaricate di scortare i due pokémon che vede da Spettria a Oscuria.» Disse indicando i Trubbish.
Houndour riflettè un momento. I numeri non tornavano in effetti. C’erano dodici pokémon davanti a lui, mentre gliene risultavano tredici. Certo, dodici e tredici non erano poi differenze così grandi. Rimase incerto per qualche momento. Gli ordini erano di non attaccare senza prove, per evitare il rischio che venisse mobilitato il vero corpo di difesa. E in effetti non aveva prove. Gli obbiettivi risultavano essere tredici pokémon, di cui due volanti o fluttuanti, e davanti a lui c’erano dodici pokémon, e nessuno di loro volava o fluttuava. Soppesò attentamente la situazione, poi fece un cenno e il cerchio si sciolse. Con un cenno di saluto si allontanò seguito dagli altri Houndour.
Il Gruppo attese qualche secondo, poi ripartì. Senza farsi notare, Eelektross fece scivolare la Ferropalla nello zaino e si sollevò di nuovo in aria.
Raichu non potè fare a meno di essere colpito dalle capacità strategiche del pokémon. La sera prima, in preparazione della partenza, aveva comprato quella Ferropalla per non rendersi riconoscibile.
 
Spettria, Lande Oscure,19/06/4783, circa le 11
Con il Terrorpanno che sbatteva al vento, Zangoose correva. Un passo dopo l’altro, senza quasi fermarsi, salvo quel poco tempo che gli era servito per dormire e mangiare, il pokémon aveva continuato ad avvicinarsi sempre di più al suo scopo.
“Dannazione Eelektross, questa volta ti ho trovato. Saremo pure vecchi amici, ma questa corsa infernale te la faccio pagare.”
Proseguì ancora, e alla fine raggiunse la locanda in cui, fino a poche ore prima, dormiva il gruppo, sul confine tra Spettria ed Oscuria. Esausto, entrò e si fece servire dell’Acqua Fresca. Il proprietario, un grosso Gourgeist, annuì e porse l’Acqua al pokémon, che bevve in un paio di sorsi l’intera porzione. Poi si fece riempire la borraccia. Nel frattempo, chiese informazioni «Ascolta, sto cercando un gruppo di pokémon. Dovrebbero essere tredici se mi hanno detto bene. Due Trubbish e undici con un Terrorpanno addosso.»
Gourgeist annuì «Sì, sono passati di qua. In effetti, hanno dormito qui ieri sera. Poi questa mattina sono partiti. Se li stai cercando li hai mancati di poco, non più di tre ore.»
A momenti la borraccia cadde di mano a Zangoose. Quindi ormai non mancava poco. “Tre ore fa.” Si disse contando mentalmente “ormai staranno arrivando a Black Hole City, e lì dovranno fermarsi per forza. Ed è lì che finalmente riuscirò a speigargli quello che ho scoperto. Mi serve la sua rete di spie, e lui è l’unico che può aiutarmi in questo.”
Detto ciò, uscì e riprese a correre, diretto verso Black Hole City.
 
Black Hole City, 19/06/4783, circa le 12
Quando si trovò davanti Black Hole City, Emolga scese e si riunì al Gruppo mentre entrava in città. I tredici si diressero spediti al palazzo reale. Attraversarono le strade, illuminate da lampioni simili a quelli di spettrie, ma che anziché rappresentare un Lampent erano semplici fonti di luce.
Procedettero per le strade fino al palazzo. Quando se lo trovarono davanti, non poterono fare a meno di fermarsi ad ammirarlo. Le alte ed imponenti sei torri nere intorno alla struttura circolare del castello erano difficili da vedere. Avvicinandosi, Raichu notò che come a Spettria anche lì in tutta la costruzione erano incastrate delle Neropietre.
Arrivati alla porta del castello, si avvicinò un pokémon che conoscevano bene.
Il Generale Gengar fece loro cenno di entrare, e il Gruppo e i due Trubbish annuirono. Se per i Trubbish la cosa era strana, non lo diedero a vedere.
Entrarono a palazzo. Gengar li salutò, sussurrò qualcosa ad Eelektross che Raichu non riscì a sentire, Eelektross annuì e il Gruppo si diresse alla sala del trono. Eelektross si avvicinò ai due Trubbish, sussurrò qualcosa e uno dei due (Trush, credette Raichu) annuì.
Poi, prima che Eelektross potesse avvicinarsi a Raichu e spiegarsi, la porta della sala si aprì davanti a loro.

 

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Scusate il ritardo, ma sono impegnatissimo in questo periodo :c

 

 

CAPITOLO 70: LA COALIZIONE DEI CINQUE

 

 

 

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Black Hole City, palazzo reale, 19/06/4783, circa le 12
Quando entrò nella grande sala, il Gruppo si trovò davanti cinque grandi troni, su cui stavano seduti i cinque re. O meglio, i quattro re e la regina. Re Chandelure, Re Machamp, Re Alakazam, la Regina Zoroark e Re Drapion. Oltre a loro e al Gruppo, nella stanza si trovavano Gengar e altri quattro pokémon, ognuno seduto alla destra del re. Gallade, Medicham, Absol e Venusaur li studiarono, seduti alla destra dei rispettivi re. Gengar, dopo un momento, si sedette alla destra di Chandelure. Raichu indovinò di conseguenza che gli altri fossero i Geneli dei rispettivi re.
Silenziosamente, mentre si sollevava dall’inchino, Eelektross spostò la testa verso Raichu e sussurrò «Lascia parlare me. Ho un piano.»
Dopo un attimo di incertezza, Raichu annuì.
«Ebbene,» esordì Alakazam «In questi giorni, Chandelure ci ha parlato a lungo di voi, ma vorremmo sentire da voi quanto accaduto in questo viaggio.» Accanto a lui, Gallade teneva gli occhi chiusi, e il corno emanava un piccolo bagliore.
Eelektross si fece avanti, e partendo dal principio, ossia dal momento in cui era stato convocato da re Electivire, raccontò quanto era accaduto. L’unica cosa di cui non parlò fu l’incontro con Reilcanth ad Hydroheart.
Quando terminò, per qualche momento i presenti rimasero in silenzio. Alcuni dei presenti si misero a parlare fra loro, e anche quelli che restavano zitti con ogni probabilità stavano discutendo telepaticamente.
Dopo qualche minuto, Chandelure prese la parola «Confermate tutti quanto raccontato da Eelektross?»
I dieci annuirono.
«In tal caso, in qualità di membro della Coalizione, richiedo che venga effettuato il voto per decidere se entrare a far parte di quest’alleanza. In qualità di Re di Spettria, mio voto è favorevole.»
“1 a 0, ma c’era da aspettarselo. Adesso verrà il difficile.” Pensò Raichu
In quel momento, sentì una voce nella propria mente. “Ti chiedo scusa per questa intromissione nella tua mente, sono Gengar. Volevo avvisarti della situazione attuale. Re Alakazam e Re Machamp sono contrari, la Regina Zoroark è per qualche motivo chiusa in se stessa e Drapion non ne parla. Temo che ci troviamo in una brutta situazione. Tuttavia…”
In quel momento prese la parola Machamp «In qualità di Re di Arenia, sono contrario. Dal racconto fornitoci, non vedo una minaccia che il mio paese, o al massimo la Coalizione, non possano affrontare. D’altronde, noi abitanti di Arenia siamo in grado di sconfiggere chiunque.»
Raichu imprecò mentalmente “Dannazione, 1 a 1.”
«In qualità di Re di Espia,» disse Alakazam in quel momento «sono contrario. Ritengo che si possa risolvere in modo pacifico la situazione, senza necessitare di coalizzarci con altri paesi. Inoltre, nel caso non fosse possibile, sarà compito del re difendere il proprio paese, non imbarcarsi in guerre contro altri paesi.»
«2 a 1. Un altro voto contrario ed è finita.»
La regina Zoroark prese la parola. «Ho ascoltato la vostra storia e i pareri contrari dei Re di Arenia ed Espia. Prima di votare, però, c’è un altro pokémon di cui voglio sentire la storia ed il parere. E quello sei tu, Zorua. O devo chiamarti Trush?»
Il Gruppo si girò verso i due Trubbish. Uno dei due sorrise e ruotò su se stesso, venendo avvolto in una strana ombra nera. Al suo posto un momento dopo comparve uno Zorua.
«Salve, madre. Sono felice di vederti.»
«Figlio mio, ti credevo perso per sempre. Quando le misteriose lettere che sono comparse in camera mia hanno iniziato a ordinarmi di oppormi alla votazione a cui stiamo assistendo ora, credevo che fossi stato preso in ostaggio, ma vedo che non è vero. Sono felice di vedere che non è successo, ma vorrei sapere cosa è accaduto.»
Zorua annuì ed iniziò a raccontare «Poco più di una settimana fa, mentre io e Trubbish ci trovavamo nel cortile ad allenarci, siamo stati attaccati da un Gastly ed addormentati tramite Ipnosi. Quando ci siamo svegliati, eravamo chiusi in una gabbia su un carro coperto sulla Strada di Arceus. Avrei potuto liberarmi, ma tenevano Trubbish in ostaggio e non avevo intenzione di lasciarlo in pericolo. Abbiamo viaggiato attraverso Spettria e siamo arrivati fino a Velenia, a Venom Port. Nel frattempo, ho scoperto alcune cose sui nostri rapitori. Si trattava di membri di una misteriosa Organizzazione e lo scopo del mio rapimento era spingere te, madre, ad obbedire ai loro ordini. A quanto pare avrebbero voluto trasferirmi tramite un loro punto di teletrasporto, ma non era possibile, e di conseguenza erano costretti a portarci a Venom Port. Con ogni probabilità ci sarebbero riusciti, ma sono stato fortunato. La prima notte a Venom Port furono distratti da un qualche incidente. A quanto ho scoperto un traditore era fuggito da Aeria ed era stato segnalato a Velenia, e di conseguenza quasi tutte le guardie sono state assegnate alla ricerca. A controllarci erano rimasti solo pochi pokémon. Ho usato i miei poteri per trasformarmi in un Haunter e li ho attaccati, riuscendo a indebolirli quanto bastava per permettere a me e Trubbish di fuggire. Per fortuna, sono riuscito a rubare denaro dalla loro base. Ho cercato un modo di viaggiare in incognito e mi sono rivolto ad una azienda di bodyguard. Per nascondermi, mi sono trasformato in un Trubbish. Il resto lo hanno già raccontato i nostri compagni, salvo il fatto che poi, a Spettria, ci siamo rivolti al principe Lampent.»
«Mio figlio mi aveva parlato di una fonte che gli aveva riferito voci su una misteriosa Organizzazione, suppongo fossi tu.»
«Mi perdoni, Re Chandelure, ma era necessario che io rimanessi in incognito e soprattutto che nessuno sapesse dove mi trovavo. Ho chiesto a Lampent di tenerlo segreto e lui ha accettato.»
«In tal caso, in qualità di re di Oscuria, il mio voto è favorevole.»
“2 a 2.” Pensò Raichu. “Ora tutto dipende da Drapion.”
Tutti i presenti si volsero verso Drapion. Questi sorrise «Io mi astengo al momento dalla votazione.»

 

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CAPITOLO 71: ALLEANZA O ORGANIZZAZIONE?

 

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Black Hole City, Palazzo reale, 19/06/4783, circa le 13
«Cosa vorrebbe dire che ti astieni?» Chiese Alakazam, fissando Drapion infuriato «Non puoi farlo. La legge afferma…»
«La legge afferma che mi è permesso astenermi nel caso in cui io abbia a disposizione motivi fondati.»
«E sarebbero?»
«Credo, e penso di aver ragione, che in questa sede abbiamo discusso ignorando un punto importante: gli scopi dell’Organizzazione.»
«Ignorandoli? Vogliono conquistare Pokémos!» sbottò Chandelure.
«Ah davvero? E se invece volessero solo riunirla? Se fossero convinti che un’unica grande nazione sia preferibile a diciotto nazioni divise, spesso senza quasi contatti tra loro?»
«Questo non giustificherebbe azioni come il rapimento di mio figlio!» Gridò Zoroark.
«Non fare l’innocente. Hai già dimenticato il passato del tuo paese?»
“Che intende?” si chiese Raichu.
“Fino a circa cinquant’anni fa questo paese era un covo di criminali legalizzati, che imperversavano per le nazioni circostanti. Solo quando il padre della regina Zoroark è salito al trono il paese ha preso la via della legalità che segue tuttora.”Gli rispose Gengar con la telepatia.
«E tuttavia, potrebbe essere anche giusto combattere quest’Organizzazione. Chissà, forse quest’Alleanza potrebbe rivelarsi una svolta per Pokémos. Venusaur, falli entrare.»
Venusaur uscì, per poi rientrare dopo poco seguito da quattro pokémon. Un Arbok, Un Houndoom, un Weavile ed un Roserade entrarono nella stanza. I pokémon non guardarono nemmeno il gruppo. Raichu, osservandoli, notò che tutti, eccetto l’Houndoom, avevano colori piuttosto diversi da quelli normali.
«Questi quattro pokémon sono membri dell’Organizzazione. Si sono presentati da me per chiedermi di portare la causa dell’Organizzazione davanti alla Coalizione.»
«Noi…» iniziò Weavile, ma fu interrotto da un gesto di Drapion.
«Normalmente, a me non interesserebbe nulla di quest’intera situazione. Sono entrato nella Coalizione solo per i vantaggi che offriva, lasciando il mio paese quasi a se stesso. Ma questa è una situazione particolare, che nemmeno io posso ignorare. Quindi, dopo aver riflettuto, ho trovato un modo per determinare quale delle due parti sia la migliore.»
«Potresti incominciare a spiegarti?»
«Bene. Machamp, tu affermi che la forza sia ciò che conta. In tal caso, saresti disposto ad allearti con qualcuno che dimostrasse una grande forza?»
«Sì, credo che potrei.» Ammise il re.
«E tu Alakazam, affermi che a contare sia l’intelligenza. In tal caso, saresti disposto ad allearti con qualcuno che si mostri intelligente?»
«Certo.»
«In tal caso, esiste un luogo che può mettere alla prova la forza e l’intelligenza delle due alleanze. Zoroark, Alakzam, voi dovreste conoscerlo meglio di chiunque altro.»
La regina riflettè un momento, poi sbiancò «Non puoi farlo! Ho proibito di esplorare quel luogo molto tempo fa!»
«Una scelta giusta. E tuttavia credo che la Città Caverna dei Ladri sia il luogo che ci occorre. Per riuscire a sopravvivere e a portare all’esterno qualcosa sono richieste forza, intelligenza e carisma. Non è per questo che un tempo i ladri di tutta Pokémos si riunivano qui per mettersi alla prova?»
“Di che sta parlando?”
“Al confine tra Oscuria ed Espia sorge una città che è cresciuta verso il basso. In questa città, che si dice essere antica quanto la stessa Pokémos, i ladri di tutto il mondo hanno radunato i loro bottini e li hanno nascosti sempre più in basso a mano a mano che i tesori diventavano più preziosi. E tuttavia, a forza di creare trappole, trabocchetti e covi sempre più profondi ed intricati, neanche gli stessi ladri divennero in grado di ritrovare i propri bottini. Per questo, fino a tent’anni fa, i ladri di tutto il mondo, ma anche esploratori, cercatori di tesori e semplici coraggiosi si radunavano nella città in cerca dei tesori perduti. Poi la regina Zoroark decise di vietare le esplorazioni, dato che solo pochissimi di coloro che entravano ne uscivano.” Spiegò Gengar.
«Hai ragione, ma ti ricordo che è davvero pericoloso.» sottolineò Alakazam.
«E proprio per questo è ciò che ci serve. La squadra che riuscirà a tornare in superficie con il tesoro di maggior valore dimostrerà che la parte a cui appartiene è superiore all’avversario. E voi due, Machamp ed Alakazam, non potrete far altro che votare per loro. O sbaglio?»
Nessuno rispose. Tutti stavano riflettendo separatamente.
«Non c’è molto da decidere» disse dopo qualche minuto Alakazam «Allo stato attuale, non possiamo scegliere né una parte né l’altra, dato che Drapion rifiuta di votare, e che dopo il suo discorso qualsiasi votazione non porterebbe a nulla. Quindi dobbiamo scegliere se concordare con la sua idea o no. Io voto sì.» Disse Alakazam.
«L’idea mi stuzzica. Il mio voto è sì.» Disse Machamp.
Chandelure e Zoroark annuirono. Ormai sarebbe stato inutile votare contro.
«In tal caso, domani ci dirigeremo alla Città Caverna dei Ladri.» concluse Drapion.
 
Electronvolt, palazzo reale, 19/06/4783, circa le 14
Re Electivire IX guardò i re presenti nella sala, seduti sui troni costruiti su misura per loro da alcuni sudditi. Le tre Regine Vespiquen stavano discutendo tra di loro a bassa voce, mentre Beedrill stava seduto accanto a loro. Re Kingler stava russando sul trono di corallo, con Blastoise accanto. Quella mattina, poi, era arrivato re Braviary. La sua generalessa, Togekiss, era a raduno con gli altri Generali alla base. L’altro, Aerodactyl, aveva combattuto, a quanto avevano scoperto, con un Generale nemico, Salamence. La lotta si era conclusa in un pareggio, ma solo grazie all’intervento di Archen, il Portatore della Megapietra, che era riuscito a trascinare via il generale quando la sfida aveva iniziato ad andare per il peggio. Ciò nonostante, Aerodactyl era ridotto molto male. Dal racconto di Archen, durante la lotta aveva perso un brandello dell' ala sinistra e la punta della coda, ma almeno era riuscito a ferire l’avversario all’ala. I medici dell’Aviazione sarebbero riusciti a ricostrurgli l’ala, ma ci sarebbero volute alcune settimane.
“Buon per lui. Almeno non ha perso una coda.” Disse, fissando l’unica coda che gli era rimasta.

 

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Bene, dopo la pausa di ferragosto si può ripartire :D

 

 

 

CAPITOLO 72: VERITÀ E MENZOGNA

 

 

 

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Black Hole City, palazzo reale, 19/06/4783, circa le 17
Nelle ore successive,  i membri della Coalizione discussero dei metodi migliori per organizzare la sfida che si sarebbe svolta nella Città Caverna dei Ladri. Presi tutti gli accordi, i cinque re si ritirarono insieme ai Generali nelle aree del castello a loro riservate.
Quando furono lontani da orecchie indiscrete, Venusaur si rivolse a Drapion.
«Spiegami cosa diavolo ti è saltato in mente!»
Drapion sorrise «Non fare quella faccia Venusaur, non crederai davvero che io abbia altri motivi oltre all’amore per Pokémos.»
«Se tu ami Pokémos io sono nato a Vulcania. Devi avere un motivo. Non mentirmi, io e te ci conosciamo da quando siamo nati, so capire quando menti. Quelle che hai detto alla Coalizione sono solo bugie ben raccontate. Sputa il rospo.»
«Il rospo ce l’ho davanti.» Rispose Drapion, sempre sorridendo «D’accordo, senti. Il punto è: da quale parte conviene schierarsi in una guerra? Da quella del più forte. Non ho il tempo per capire quale delle due parti è più forte. Se mi alleassi con l’Organizzazione e quella perdesse, perderei il trono. Se mi alleassi con Elettria e gli altri paesi, e questi perdessero, non perderei solo il trono. Se restassi fermo in una posizione di neutralità, non ne guadagnerei nulla, anzi probabilmente ci perderei solo.»
«Questo lo sapevo. Quello che non capisco è il perché di tutta questa storia riguardo alla Città Caverna dei Ladri.»
«Adesso te lo spiego. Per valutare un esercito guarda gli uomini di fiducia. Il Gruppo dev’essere certamente composto da membri abili, o non sarebbero arrivati dove sono. Quanto all’Organizzazione, se ha mandato quei quattro a parlare con me, significa che si fidano di loro. Quindi sono l’ideale per valutare sia l’alleato che il nemico. Inoltre, serviva un modo per sbloccare la situazione che si è creata. Il vincitore avrà sicuramente la maggioranza, dato che nessuno dei re dell’alleanza è tipo da rimangiarsi la parola data. In questo modo, sarò certo di vincere.»
«E se ti sbagliassi? Se il tuo alleato perdesse?»
«Questo è un rischio che devo correre. Se rimanessi neutrale, dubito che il mio regno durerebbe ancora a lungo.»
 
Black Hole City, 19/06/4783, circa le 18
«E quindi secondo te re Drapion vuole solo assicurarsi di stare dalla parte del vincitore?» Chiese Raichu ad Eelektross.
«Ne sono certo. Le mie spie mi hanno raccontato abbastanza su di lui da essere certo che tutto ciò che gli interessa è avere il massimo dei vantaggi.»
«Però forse dobbiamo ringraziarlo. Vincendo ci assicureremo l’unanimità di voti.» fece notare Luxray.
«E perdendo l’Organizzazione si assicurerà che la Coalizione non si intrometta nella guerra, ma anzi li aiuti.» rispose Emolga.
Eelektross sbuffò «Tch, se almeno fossimo di più. Mi hanno spiegato il regolamento. Bisogna formare squadre da quattro, esplorare i labirinti ed uscire portando con sé un tesoro. Chi troverà il tesoro di maggior valore vincerà.»
«Ma allora siamo in vantaggio, noi siamo in undici.»
«Non essere sciocco Luxra, è dell’Organizzazione che stiamo parlando. Anche se i re, per evitare che potessero entrare in troppi, hanno limitato a quattro le squadre che possono partecipare per ognuna delle due parti, domani saremo sicuramente in inferiorità numerica.»
«Questo è un guaio. Volendo potremmo formare squadre da tre però.»
«Rimarrebbe una squadra da due, sarebbe troppo rischioso.» riflettè Eelektross.
«Non se i componenti foste tu e Raichu.»
«E poi come faremmo? Scommetto che appena entreremo quelli attaccheranno i vari gruppi. E sono quattro capitani, gli basterà prendere il controllo delle quattro squadre e saranno in grado di formare unità efficienti.»
«Come fai a dire che sono quattro capitani?» chiese Raichu.
«Dubito che invierebbero qualcuno di meno per una contrattazione così delicata. Inoltre, quei quattro sembravano piuttosto fiduciosi di vincere.»
«Allora abbiamo un problema. Se non troviamo un modo per aumentare i nostri numeri, siamo nei guai. Eeelktross, non potresti prendere cinque membri della tua Organizzazione e usarli per farci arrivare alla pari con il nemico?»
«Non ho molti uomini forti qui a Oscuria. La maggior parte sono ladri e spie, esperti solo negli agguati e nella toccata e fuga, non certo nella lotta. In ogni caso ho inviato uno dei miei a contattare il capo della mia Organizzazione qui. Almeno un componente in più dovremmo averlo.» rispose Eelektross. Preferì omettere il fatto che lo avevano avvisato del fatto che probabilmente Mightyena era in missione.
«E inotre vorremmo venire anche noi.» Il Gruppo si voltò e si trovò davanti Zorua, Trubbish e un Lampent che, suppose Raichu, doveva essere il principe Lamp.
«Voi?»
«Noi. Voi avete protetto me è Trubbish, ora noi vogliamo ricambiare il favore.»
«Ma sarete in grado di lottare?»
«Io e Lamp siamo stati cresciuti tra studi e allenamenti serrati. Quanto a Trubbish posso assicurarvi che è un bravo combattente.»
Eelektross riflettè qualche secondo. Probabilmente quei tre erano più forti di qualche membro del Gruppo. Averli dalla loro sarebbe stato un aiuto.
«D’accordo, non vedo molta scelta.»
Pochi minuti dopo, un Poochyena entrò nella stanza e sussurrò all’orecchio di Eelektross. Mightyena era in missione, non avrebbe potuto partecipare.
«Dannazione. D’accordo, vai.» Il Poochyena annuì ed uscì. Eelektross lo seguì con lo sguardo, chiedendosi come avrebbero fatto il giorno dopo a spuntarla. Erano in quattordici, di cui tre di cui non era certo delle reali capacità. Non gli restava che sperare.

 

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Eccomi qui. Scusate, ma è un periodo molto pieno

 

 

 

CAPITOLO 73: LA CITTÀ CAVERNA DEI LADRI

 

 

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Black Hole City, palazzo reale, 20/06/4783, circa le 8
La mattina dopo il gruppo si riunì, per poi uscire all’esterno del palazzo. Qui trovarono i generali in attesa.
«Da questo momento» spiegò Gengar «voi sarete considerate come squadra rappresentante l’Alleanza. Per quanto i re non fossero unanimi riguardo al permettere la partecipazione di alcuni di voi» disse gettando un’occhiata eloquente ai tre nuovi arrivati «Alla fine è stato deciso che è giusto permettere che partecipiate tutti. Vi consiglio di usare il viaggio per riflettere su come formare le squadre.»
Poco dopo arrivarono i rappresentanti dell’Alleanza. Come aveva predetto Eelektross, erano seguiti da dodici altri pokémon.
Gengar disse loro più o meno quanto aveva detto al Gruppo.
Passato poco tempo, arrivarono i cinque re della Coalizione, seguiti da una folta corte. Dopodichè i presenti si mossero verso la Strada di Arceus, diretti a nord, verso la Città Caverna dei Ladri.
 
Black Hole City, "All’artiglio di Mightyena", 20/06/4783, circa le 9
Zangoose entrò nella stanza, sempre avvolto nel grosso Terrorpanno. Si guardò intorno. Salvo un Poochyena dietro il bancone e una coppia di pokémon d’acqua che russavano ad un tavolo, il locale era vuoto. Si diresse dritto verso il Poochyena.
«Sto cercando Mightyena.» Sussurrò.
«Non c’è. Dite pure a me.Si tratta di un lavoro o di informazioni?»
«Cerco Eelektross.» Disse spostando il cappuccio quanto bastava per mostrare il volto.
«Capisco. Bene, ascolta.» Poochyena spiegò quanto era successo a palazzo. Zangoose ascoltò il tutto, poi annuì.
«Bene. Suppongo di averli finalmente raggiunti. Quanto ci vuole da qui alla Città Caverna?»
«Circa quattro ore, seguendo la Strada di Arceus.»
«in tal caso mi conviene muovermi. Oh, un’ultima cosa. C’è un posto, al confine di Espia, dove si possa discutere in tranquillità senza che nessuno possa acoltarci?»
«Un posto c’è» rispose Poochyena «La Città Sconosciuta. Una città abbandonata scolpita nella pietra. Tutti la evitano perché temono l’entità che si dice vi viva.»
«Un’entità.»
«Li chiamano sconosciuti. Nessuno li ha mai visti, ma pare che nessuno di coloro che ha cercato di esplorare la città ne sia uscito vivo. Tuttavia io e Mightyena ci siamo andati più volte per incontrarci con i membri di Espia, e siamo ancora qui. Quel luogo è l’ideale per nascondersi o per incontrarsi lontano da orecchie indiscrete.»
«Grazie mille. Mi sei stato utile. Arrivederci.» Poi si voltò e si diresse alla porta.
Quando Zangoose uscì, non furono due occhi a guardarlo, ma sei.
 
Città Caverna dei Ladri, 20/06/4783, circa le 14
Arrivati alla Città Caverna dei Ladri, il Gruppo si riunì. Il viaggio era stato lungo e teso. Né loro né i membri dell’Organizzazione  avevano detto o fatto nulla, ma entrambi i gruppi si erano tenuti a debita distanza. “Tuttavia” riflettè Raichu “Abbiamo almeno formato le squadre.” Lui, Emolga, Flaaffy e Tri erano stati affidati ad una squadra.
Surskit, Draak e Lamp alla seconda.
Eelektross, Plusle, Minun e Luxray alla terza.
Mud, Zorua e Trubbish alla quarta.
Quando Raichu chiese a Eelektross perché non avesse messo nella stessa squadra Lamp, Zorua e Trubbish, questi rispose «Lo avrei fatto, ma non voglio che siano divisi dagli altri. A dirti la verità, avrei preferito metterli in squadra con me e te, ma ho voluto formare queste squadre per massimizzare la forza del gruppo.»
«In tal caso devi fidarti molto di Mud, Draak e Surskit.»
«Io li ho aiutati ad allenarsi come fece il mio maestro con me, insegnando loro le basi della lotta e alcune tecniche utili. Ora sta a loro.»
Passò circa un’ora, durante la quale la corte si radunò intorno all’entrata. Un Pawniard distribuì ai membri del Gruppo due oggetti.
«Questo strumento» disse indicando la Targhetta «Fu creato vent’anni fa da un esploratore. Permette di uscire da qualsiasi caverna, non importa quanto vi troviate in profondità. Diversamente da una Fune di Fuga inoltre si può usare anche più volte e durante un combattimento sfavorevole. Ma sappiate che se uscirete dalla Città Caverna vi sarà impedito rientrare. E possiedono anche un’altra capacità. Se chi ne è in possesso sviene, la Targhetta lo porterà in automatico all’ingresso della grotta, o in questo caso si dovrebbe dire della città.»
«Questa invece» proseguì indicando la Chiave «Si chiama Chiave. Si tratta di uno strumento che apre ogni porta. Un tempo era usa e getta, ma ora lo potrete usare quante volte vorrete. Vi sarà utile per aprire le porte.»
«Porte?»
«Sì, anche in profondità esistono covi dotati di porte. Inoltre le Chiavi possono aprire ogni tipo di serratura, incluse quelle nascoste.»
«Ricordo uno strumento simile. Lo usai a Ohm Town per, diciamo, fare un piccolo prelievo.» Disse Luxray.
«Bene, questo è quanto. Oh, e ricordate, prestate molta attenzione a dove mettete i piedi. Quel posto è pieno di trappole.»
Pawniard si allontanò. Improvvisamente, però, si girò e aggiunse «E un’ultima cosa. Forse è solo una leggenda metropolitana, ma pare che i covi non siano tutti abbandonati. Si dice che più di una banda abbia eletto la Città Caverna dei Ladri a propria base. Quindi, ehm, fate attenzione.» E si allontanò.

 

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CAPITOLO 74: DISCESA

 

Spoiler

Città Caverna dei Ladri, 20/06/4783, circa le 15
Raichu, Emolga, Flaaffy e Tri si posizionarono davanti all’ingresso. Le regole della sfida prevedevano che sarebbero entrati a pochi minuti di distanza gli uni dagli altri nella parte più esterna della città, per poi scendere in profondità. Poi avrebbero cercato i passaggi per scendere in profondità.
“Bene” pensò Raichu “Vediamo un po’. Hanno detto che i passaggi sono nascosti nelle case, quindi…”
«Entriamo in quella casa.» Disse indicando una costruzione del tutto uguale alle altre intorno, una vecchia catapecchia in legno. Entrando, iniziarono ad esplorare la stanza. Dopo un po’, riuscirono a trovare una botola perfettamente mimetizzata. La aprirono e scesero la scala che nascondeva, scavata direttamente nella roccia. Tri entrando la richiuse sopra di loro, per evitare di avantaggiare gli avversari nel caso in cui fossero entrati nella stessa casa. “Almeno così dovranno faticare un po’ per trovarla.”
Quando la botola si chiuse, per un attimo la caverna divenne estremamente buia. Poi Flaaffy accese la piccola sfera sulla coda e la usò per fare strada.
«Hanno detto che i tunnel principali sono illuminati, ma che dato che i pokémon buio vedono bene anche senza luce non si sono scomodati a mettere tante luci.» Disse Raichu.
Dopodichè, il gruppo riprese a scendere.
 
Eelektross osservò il primo gruppo dell’Organizzazione, capitanato da Roserade, mentre partiva. Poi, dopo alcuni minuti, toccò al gruppo di Surskit, seguito dopo qualche altro minuto dal gruppo di Houndoom. Poi toccò a lui.
«Luxray, da che parte sono andati?»
Luxray annusò l’aria per qualche secondo, poi indicò quattro case.
«In quella è entrato Roserade. Il suo gruppo è composto solo da pokémon veleno, non posso sbagliarmi. Invece gli altri sono entrati in quelle case, ma per colpa dell’odore del gruppo di Roserade non riesco proprio a capire chi è entrato dove.»
«Beh, l’importante è aver capito dove sono andati. Entriamo in quella casa e  cerchiamo il passaggio.»
I quattro ispezionarono la casa, e alla fine Plusle e Minun trovarono il passaggio. Scesero nella botola, chiudendosela alle spalle, poi, guidati da Luxray che vedeva come fosse giorno grazie ai suoi occhi, proseguirono.
 
Zorua osservò Weavile entrare nella città insieme alla sua squadra, poi li seguì. Entrò nella città insieme a Trush e Mud, poi i tre si diressero verso una casa. Si guardarono intorno. Non c’erano segni che qualcuno fosse entrato prima di loro, dato che non c’erano orme sul pavimento coperto di polvere. Si misero a cercare, e alla fine trovarono una porta nascosta nel muro. La aprirono e si trovarono di fronte una sorta di scala a chicciola che scendeva verso il basso.
«Seguitemi.» Disse, scendendo verso il basso, sfruttando la vista innata dei pokémon buio.
 
Drapion osservò l’ultima squadra, formata da Arbok e i suoi scagnozzi, entrare nella città, poi si sedette.
«Bene» disse a Venusaur «Adesso dobbiamo solo aspettare.»
«Già, aspettare e nient’altro.» assentì Venusaur, sedendosi a sua volta.
«Sono preoccupata per mio figlio. Spero stia bene.» Disse Zoroark a Chandelure.
«Anch’io. Ma sono convinto che un giorno i figli crescano e debbano essere lasciati liberi di andare.» Rispose questi.
«Dici così ma la tua fiamma dimostra che sei agitato.»
«E perché non dovrei? Non ho mai detto che un padre non debba preoccuparsi del proprio figlio.»
 
Poco lontano, sulla strada di Arceus, qualcun altro stava osservando tutto, stringendo un Mirino tra le zampe. Zangoose si era informato sulla situazione a palazzo, nel cortile della servitù, dove questa passava il tempo a spettegolare su quello che succedeva all’interno. Oltre a un sacco di chiacchiere e pettegolezzi inutili, aveva scoperto tutto, anche quello che Poochyena non era riuscito a dirgli.
«Bene, ora devo trovare un modo per comunicargli tutto. Non voglio che l’Organizzazione venga a sapere di me e delle mie scoperte. Già temo sospettino qualcosa su di me per quello che è successo a Velenia. Probabilmente non sanno che sono stato io, ma senz’altro sapranno che qualcuno ha invitato cortesemente Greninja a ritirare le taglie. Vediamo un po’, come potrei…»
In quel momento sentì un rumore alle sue spalle. Si girò e i Tirtartigli colpirono qualcosa che era emerso dal fiume che scorreva accanto alla Strada. Non riuscì a vedere cos’era, ma un attimo dopo qualcos’altro arrivò quasi a colpirlo, prima che si girasse e usasse il Ferrartigli per fermarlo.
Un secondo tonfo nell’acqua indicò che anche il secondo aggressore e ricaduto in acqua. A quel punto Zangoose li vide chiaramente. Un Carvanha e uno Sharpedo, gli occhi fiammeggianti di chi è pronto a lottare fino alla morte, lo fissavano.
«Cosa vuol dire? Perché hai appena detto di aver fatto togliere le taglie da Eelektross e i suoi? Che significa?»
«Significa quello che ho detto. Non ci sono più taglie su di loro. Se siete cacciatori di taglie, sono spiacente ma potete anche andarvene.»
Carvanha aveva gli occhi di un disperato.
«Tu non capisci. Abbiamo fatto di tutto per poter seguire Eelektross. Era la nostra grande occasione. Da quando abbiamo fallito ad impiantare l’associazione di cacciatori di taglie Greninja ad Elettria siamo l’ultima ruota del carro, gli ultimi a poter anche solo andare a caccia. Non veniamo scelti per le missioni, non veniamo mandati a catturare un nemico importante, non siamo nemmeno presi in considerazione! Hai idea di cosa significhi perdere anche l’occasione che abbiamo cercato così tanto?! No, tu non puoi capire!»
«Oh, e invece lo capisco. Una volta, circa diciassette anni fa, un mio amico commise un errore. Per colpa di questo errore ha perso la moglie, il fratello e gli amici. Credi che non mi sia sentito in colpa per non esserci stato ed averlo potuto aiutare? Credi che non rimpianga la mia assenza di allora? O credi che lui non rimpianga quello stupido errore? E per tua informazione, questo mio amico era la tua preda. Allora dimmi, cosa è peggio, aver perso la faccia in combattimento o aver perso la famiglia per uno sciocco errore?»
Carvanha ammutolì e fissò Sharpedo. Suo fratello era il suo più fidato compagno. Insieme avevano affrontato tutto. Al pensiero di perderlo rabbrividì.
«Ascolta» proseguì Zangoose «tornatene a casa. Lascia perdere la vita di cacciatore di taglie, che a quanto ho capito non ti ha mai portato niente di buono, cercati un lavoro onesto e vivi una vita tranquilla. Questo è un lusso che tu, diversamente da me o Eelektross, puoi permetterti.»
«Anche da te?»
«Anche da me, anche se per motivi diversi. Lui ormai è troppo noto, e io ormai sono troppo invischiato nel mio mondo fatto di viaggi, misteri e crimini per avere una vita normale. Ti auguro buona fortuna per il resto della tua vita.»
Carvanha annuì. Non sapeva che dire, ma si sentiva quasi svuotato. Non riusciva a capire perché, ma non sentiva più quel peso che aveva su di se da tutta una vita.
Si girò e stava per allontanarsi insieme a Sharp, quando Zangoose lo chiamò «Aspetta. Devo chiederti un favore.»
Zangoose gli spiegò cosa doveva fare, e dopo qualche incertezza Carv e Sharp annuirono.

 

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Comunicazione all'utenza: in questo periodo conto di tornare alle solite due uscite.

 

 

CAPITOLO 75: I FRATELLI NERI

 

 

Spoiler

Città Caverna dei Ladri, Settore Nord, 20/06/4783, circa le 17
«Finalmente!» Sbottò Emolga quando il gruppo arrivò in un corridoio illuminato. Dopo due ore passate ad esplorare corridoi scuri, con la sola luce di Flaaffy, iniziavano a sentirsi davvero sperduti.
«Ci conviene fermarci un momento. Perlomeno non è stato del tutto inutile.» Disse Raichu. In effetti avevano trovato un piccolo bauletto contenente una ventina di Granpepite e parecchie Perle. Oltre a quelle avevano solo trovato alcuni strumenti e diverse scorte di quelli che dovevano essere stati cibi. In una stanza ancora illuminata era addirittura cresciuto un albero di Baccarancie, che loro avevano quasi svuotato.
«E abbiamo incontrato poche trappole.» Aggiunse Flaaffy.
«Posso ricordarti che ognuna della trappole ci ha quasi ammazzato? Quella che ti ha fatto quasi cadere in un pozzo senza fondo, quella da cui uscivano fiamme, quella che ci ha sparato contro pezzi di legno appuntiti, e  come dimenticare il masso che ci è rotolato dietro finchè non siamo riusciti ad infilarci in una stanza la cui porta era fortunatamente aperta.» Rispose Tri, spazientito.
«Beh, ora dovremmo preoccuparci di meno. Ci hanno detto che sulle strade principali si trovano meno trappole.» Rispose Flaaffy, spegnendo la luce della coda.
«In ogni caso c’è una cosa che mi preoccupa. Che sciocco, avrei dovuto dirlo ad Eelektross. Verrà in mente anche a lui, spero.»
«Che cosa, Capitano?» Chiese Emolga.
«Ricordate cosa ci ha detto quel Pawniard riguardo il fatto che si dice che queste zone siano ancora abitate?»
«Sì, ma non abbiamo incontrato nessuno, no?»
«Mi sto chiedendo, se qualcuno avesse portato dalla propria parte anche una banda, incaricandola di guidarlo in questo labirinto, sarebbe avantaggiato, non vi pare?»
«Sì, ma non capisco dove… Oh.» Emolga interruppe la frase a metà, sorpreso.
«Già. Non sarebbe strano se l’Organizzazione avesse trovato qualcuno.»
 
Città Caverna dei Ladri, Settore Ovest, 20/06/4783, circa le 17
«Ne sei convinto, Eelektross?» Chiese Luxray.
«Sì. Sicuramente hanno delle guide. Non so quante, ma sarebbe stato da sciocchi presentarsi senza essere preparati. Noi abbiamo fatto tutto il possibile, loro avranno fatto altrettanto. La differenza sta nei mezzi a disposizione.»
«Questo è un guaio. Quindi siamo in svantaggio persino in una sfida in cui avremmo dovuto essere alla pari.»
«Ah. E tu ci credevi? Non saremo mai alla pari con i rappresentanti dell’Organizzazione né in quanto a mezzi, né in quanto a potere. Se almeno uno dei generali che abbiamo incontrato finora non è un infiltrato, allora io sono uno stinco di santo.»
«Però siamo arrivati fin qui.»
«E andremo sempre avanti. Non sto dicendo che non possiamo vincere. Sto dicendo che abbiamo meno mezzi. E non sono sempre quelli a portare alla vittoria.»
 
Città Caverna dei Ladri, Settore Est, 20/06/4783, circa le 18
«Attenti alla trappola.» Disse Umbreon, indicando la piastrella rettangolare. Roserade e i due la aggirarono.
«Grazie.» Disse Roserade.
«Noi quattro combatteremo per voi, vi proteggeremo e vi obbediremo, lo sapete.»
«Sì, ma so anche che i soldi valgono ben poco a confronto della vita.»
«Soldi? Di quelli noi Fratelli Neri ne abbiamo fin troppi. Quello che non vogliamo è che l’onore della nostra famiglia, che domina nella Città Caverna da secoli, sia macchiato da qualcuno. Se vincerete voi, dimostreremo a tutti i ladri che ancora nascondono qui i propri tesori che da qua sotto nessuno glieli porterà via, sia esso un avventuriero o un altro ladro.»
«E allora di chi sono i tesori che ci farete prendere?»
«Di coloro che rifiutano di pagarci il servizio di guardia, o i tesori che furono abbandonati qui ormai da troppo tempo perché qualcuno venga a reclamarli. Noi non siamo ladri, siamo guardiani. Nella nostra famiglia, è considerato il più grande crimine non proteggere chi ci paga il 10% di ciò che deposita e ovviamente tutto ciò che deposità. Siamo noi a mettere le trappole, noi a lasciare strumenti in giro per chi si smarisse.»
«Voi ad essere tanto ricchi che volendo potreste comprare la città.»
«Eppure non lo facciamo, lasciando che la regina se ne stia beata a credere di aver risolto il problema della Città Caverna.»
«Una vera gentilezza.»
«Ridi, ridi. Ma io, Pangoro, Liepard e Skuntank siamo ormai leggende tra i ladri.»
 
Città Caverna dei Ladri, Settore Sud, 20/06/4783, circa le 17
«State giù.» sussurrò Zorua. Mud e Trubbish annuirono e si abbassarono. Per una città disabitata, avevano già incontrato troppa vita. Per tre volte avevano aperto una porta per trovarci dentro una banda. Per fortuna nessuno di loro era troppo forte, ma ormai avevano bisogno di riposarsi. In quel momento, Zorua annuì. Il rumore si avvicinava. Si guardarono intorno, poi annuirono e si nascosero dietro un cumulo di rocce franate. In quella zona ce n’erano parecchie, resti di edifici su cui il tempo era stato impietoso.
«E quello fa “No, per favore, non prendetemi il 10%, mi servono tutti questi soldi.” E io gli rispondo “Dovevi sapere che se ti servono soldi devi rubare di più.”» Il Pokémon che parlava aveva una voce profonda, di quelle che fanno gelare il sangue.
«Ahahahah, e poi che è successo?»
«Poi è arrivata mia sorella Liepard, e tanti saluti ai soldi. Lei è troppo buona, te lo dico io.»
«Sorella? Ma credevo foste i Fratelli Neri!»
«E come dovremmo chiamarci, i Tre Fratelli e la Sorella Neri?»
A quel punto, i pokémon si riuscivano già a vedere. Pangoro e Houndour aprivano la fila, seguiti da un Krokorok e un Bisharp.
«Sono quelli dell’Organizzazione.» sussurrò Mud.
«Allora meglio non farsi scoprire. Seguitemi.» Zorua e gli altri strisciarono silenziosamente dietro le macerie, per poi allontanarsi.
«Non avremmo dovuto affrontarli?» Chiese Trubbish quando furono abbastanza lontani.
«Avremmo perso. L’ho capito quando li ho visti. Insieme quei quattro ci batteranno senza problemi.»
«E allora che facciamo?»
«Io… Io avrei un’idea.» disse Mud. E iniziò a spiegare.

 

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