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[Nevix] Vita da Starter: l'Era dell'Imperatore (1/2 serie)


Nevix

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Capitolo 47: la verità può attendere

 

Siamo seduti su una comoda sedia imbottita, davanti ad una scrivania fuori posto in una camera di albergo come quella in cui ci troviamo, ma che sembra far sentire più a suo agio lo strano tipo che ci troviamo davanti che, per quanto lo conoscessi già, mi sembra avere un aspetto completamente nuovo.

È lì, di fronte a noi, con un sorriso stampato sul volto e gli occhi che sembrano aver visto l’universo intero che scattano veloci in ogni direzione.

Dopo essere rimasto per un po’ appoggiato al tavolo di legno, si sistema il papillon e si accomoda sulla sedia dall’alto schienale su cui si trova seduto.

- Allora… - inizia, smettendo di fissare noi e focalizzandosi sulla donna che ci ha portato da lui – Come vi è sembrato il mio “effetto sorpresa”? Non ve l’aspettavate che il misterioso “committente” di quel Decidueye, nonché allenatore di quell’Alakazam, fossi io, eh? –

- Spoiler!! – lo richiama subito River – Ti pare il momento di scherzare!? Avrai tutto il tempo del mondo per giocare quando tutta questa storia sarà finita: non puoi perdere altri preziosi minuti proprio ora!! –

L’uomo ride, chiudendo gli occhi e dondolando sulla sedia, come se lo aiutasse a scacciare qualche pensiero che il suo timido sorriso sta evidentemente nascondendo.

- Strano a dirsi, sono l’uomo che ha il tempo in mano ma che al contempo non riesce mai ad averne abbastanza… - dice, ridendo tra sé - comunque sia, hai ragione, River: prima di tutto, dobbiamo informarla, sia sul nostro conto che su qualche altra cosetta che riguarda lei ed il suo viaggio… da dove dovremmo partire? – chiede.

La donna, ancora dietro di noi, scuote la testa e gira ridendo attorno alla scrivania, sedendosi poi su di essa dall’altro lato rispetto a noi, poco distante da quel tipo dall’aspetto così giovane e vecchio allo stesso tempo.

- Tu sarai sempre così, vero dolcezza? – chiede a lui, voltandosi poi verso di noi e parlando al suo posto, più seria che mai.

- Cominciamo dalle presentazioni – dice – Io, come già sapete, sono River Song, archeologa, studiosa e moglie del Dottore, che sarebbe il tipo seduto qui vicino a me –

- Aspettate un attimo – li interrompe Mindy – Ma tu non eri il “Capo”, l’ultima volta che ti abbiamo visto? Hai deciso di tornare al tuo vecchio nome? –

In effetti, devo dire che anche io ci avevo pensato: quello, era il Capo, non il Dottore!

Lui, con molta semplicità, ci risponde: - non mi piace fingere: se l’ho fatto, è stato solo perché era strettamente necessario che mantenessi un profilo basso. Io sono il Dottore e basta: questo è tutto quello che dovete sapere –

Beh, diventare il capo di un’agenzia spionistica internazionale non lo chiamerei proprio “mantenere un profilo basso”, anche perché Phoebe ci ha detto che è stato il Capo ad accoglierla, quindi hai ricoperto quel ruolo per parecchio tempo…

Insomma, io non mi fido di lui e direi che faccio anche bene, ad occhio e croce!

Mindy annuisce ed il Dottore riprende a parlare: - Io, come la mia qui presente compagna, sono un viaggiatore: ho visto tutto di ogni luogo conosciuto e di ogni epoca che ogni civiltà ha mai conosciuto. Grazie al mio TARDIS, ho visitato ogni epoca in ogni meandro e ho conosciuto e toccato centinaia di popoli… finché non siamo giunti qui. È successo per errore e da quando siamo arrivati, non siamo più riusciti ad uscirne: abbiamo atteso decenni il vostro arrivo e alla fine, eccovi qua! –

Ancora una volta, la streghetta sembra confusa e devo ammettere che anche io lo sono: perché tutti devono sempre raccontare la propria storia a metà, tralasciando qualche particolare!?

Per fortuna, River se ne accorge ed integra il discorso dell’altro: - Noi non veniamo da questo universo, ma da un altro, in cui la Terra non è popolata da Pokémon ed in cui un giovane ha deciso di salvare il mondo con una cabina blu ed un esercito di compagni di viaggio che avrebbero fatto di tutto per lui. Un giorno, mentre visitavamo l’universo come tante altre volte, un’anomalia si è aperta davanti ai nostri occhi: non sapevamo che fare, era la prima volta che vedevamo una cosa del genere... molto semplicemente ci siamo avvicinati col TARDIS e… puff! Ci siamo ritrovati qui! –

- Nel caso in cui ve lo steste chiedendo – afferma tutto orgoglioso il Dottore – il TARDIS è la mia macchina del tempo: Tempo E Relativa Dimensione Nello Spazio*. È dotata di un congegno di mimetizzazione così complesso che è praticamente impossibile da riconoscere ed è la migliore amica che ogni viaggiatore potrebbe desiderare! In più, pensate che ha anche il vantaggio di essere più grande all’interno, quindi non occupa praticamente nulla, solo la dimensione di una normalissima cabina telefonica! -

- Aspetta… vuoi forse dire che quella cabina blu là fuori, quella più grande all’interno in cui siamo entrati prima, è una macchina del tempo!? – chiedo io sbalordito: in effetti me lo sarei anche potuto aspettare, data la complessità di quella console, ma chi è che si sarebbe mai sognato che poteva davvero esistere una cosa del genere?

Il Dottore sembra stupito tanto quanto me, sebbene per un motivo del tutto differente, ma prima che possa aprire bocca, River interviene di nuovo: - Già, proprio così! – esclama – È per questo che mi chiedevo come avete fatto ad entrare: di solito, nessuno ci riesce! Comunque sia, non è questo il momento di discutere di simili problemi: invece, dobbiamo spiegarvi perché vi abbiamo invitati qui! –

Di nuovo, è il Dottore a prendere la parola: - Il motivo per cui siete qui, è che crediamo che voi abbiate viaggiato tra le dimensioni almeno una volta e che quindi sappiate come farci tornare a casa, sebbene ci sarebbero diversi problemi… l’ultima volta che ho avuto a che fare con un’altra dimensione, non è stato piacevole ed un certo fiore non perde mai l’occasione di ricordarmelo… -

- Noi… avremmo viaggiato tra le dimensioni? – chiede Mindy, confusa da una simile affermazione – Come lo avremmo fatto e quando? Io non ricordo assolutamente una cosa del genere… ho sempre vissuto insieme a mia sorella, non mi sono mai spostata dalla città nella quale sono nata se non per iniziare questo viaggio ed andare a scuola, ma anche in questi casi sono certa che il Noctowl che mi accompagnava non abbia fatto deviazioni… -

- … per poi non parlare del nostro viaggio, che sono sicuro sia sempre stato solo a Sinnoh! – continuo io.

I due temporeggiano, parlando tra loro, come se non sapessero esattamente cosa dire, come spiegarci ciò che intendono… è possibile che la nostra situazione sia così complessa? È possibile che ogni volta che ci dovrebbero dare delle risposte, in realtà non fanno altro che porci altre domande?

I due viaggiatori si lanciano uno sguardo d’intesa, poi River si alza e si avvicina a Mindy, appoggiandole una mano sulla spalla.

- Cosa ne diresti se ti facessi vedere il TARDIS? Se non sbaglio, tu adori la scienza e le cose più grandi all’interno! –

Al solo sentire quelle parole, alla streghetta si illuminano gli occhi.

Alzandosi di scatto, corre fuori seguita dalla donna, felicissima di poter passare ancora un po’ di tempo in mezzo a tutta quella magica tecnologia.

Io accenno qualche passo, come per seguirla, ma il Dottore mi blocca prima che ci possa riuscire.

- Non è il caso che tu la segua: da quello che so sul tuo conto, tu e la tecnologia non andate proprio d’accordo… e ho ancora un paio di cose da dirti. La tua allenatrice è molto più sensibile di quanto credi e ha vissuto esperienze così terribili che fanno concorrenza alle mie… lei sa più di quanto sembra, molto di più – mi dice, serio come mai prima d’ora.

Io, che sono quasi arrivato alla porta, mi volto e torno a fissarlo: - cosa intendi? – gli chiedo.

Lui si mette più comodo sulla sedia e, mentre si sistema di nuovo il cravattino, cerca di spiegarmi come riesce la questione: in effetti, comincio a pensare che quel gesto, in qualche modo, riesca a tranquillizzarlo…

- Come credo tu già sappia, io posso viaggiare nel tempo e ho visto ogni cosa dall’inizio alla fine del tempo stesso, quindi so anche cosa è successo a lei. Hai visto che più di una volta si è “addormentata”, ma non sai a cosa è legato questo fenomeno… invece io sì: è tutto legato al suo passato, al fatto che lei ha viaggiato tra le dimensioni. Mindy, per quanto ora sembri del tutto ignara, ogni volta che è sotto pressione fa riaffiorare dei ricordi di quegli avvenimenti e sono questi che la portano lontano, perché per esseri più potenti lei non deve sapere –

Ancora una volta, sento la rabbia montarmi dentro: perché ci devono sempre essere di mezzo queste “entità superiori” che ci vogliono usare come marionette!?

- Perché me lo dici? Cosa posso fare io? – chiedo apatico.

Lui, sempre serio, mi risponde con semplicità: - Quello che hai fatto fino ad ora: stai con lei e riportarla indietro ogni volta. Ancora non abbiamo abbastanza informazioni su come succederà, ma ci aiuterete a tornare nel nostro mondo, oltre che a sventare i piani di quell’organizzazione che avete già avuto modo di incontrare e che prende il nome di team Omniverse –

Per quanto le informazioni che mi ha già dato siano molte, ne voglio avere ancora di più.

Non uso mezzi termini: parlo e basta.

- Tu sai perché ho questo collegamento con Mesprit e con la mia allenatrice, vero? –

Lui lentamente annuisce, ma non sembra intenzionato a rispondermi, tanto che, appena provo ad incalzarlo, lui sorride e mi dice con fare amichevole: - Che gusto c’è a vivere un’avventura conoscendone già il finale? Fidati di chi conosce la fine di ogni storia: un po’ di mistero ci vuole sempre, perché è quello che ci spinge ad investigare e ad andare avanti! –

Io annuisco a mia volta, capendo che non ha tutti i torti e sapendo che, probabilmente, presto troverò le risposte a queste domande da solo.

Gli sorrido, capendo per la prima volta che forse questo tipo è sì strano, ma anche gentile e che, tutto sommato, non è così male, facendogli ricambiare il mio gesto con uno identico.

Il Dottore, dopo qualche secondo che passiamo nel silenzio più assoluto, fissandoci e basta, si alza dalla comoda poltrona ed accenna all’idea di raggiungere la streghetta che, in compagnia di sua moglie, sta visitando la macchina del tempo, ma prima che ci riesca, la porta dietro di me si apre di scatto e, tutto trafelato, appare un uomo dal lungo soprabito, che tra un respiro affannato e l’altro, mi fa capire che la prossima medaglia dovrà attendere ancora un po’.

 

* TARDIS = Time And Relative Dimension In Space; la definizione (Tempo E Relativa Dimensione Nello Spazio) è la traduzione letterale di quella inglese, data dal doppiaggio italiano della nuova serie (BBC, 2005) curato dalla Rai.

 

 

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Nome:              Piplup          Nome:               Luxio           

Tipo:               AcquaIC_Big.png         Tipo:                ElettroIC_Big.png          

AO:                   Mindy          AO:                   Mindy         

ID:                    19248          ID:                    19248             

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Batuffolo (  )           L. 20             Sfavillo  (  )           L. 25            

Strumento:     Pietrastante            Strumento:         Nessuno            

Abilità:               Acquaiuto            Abilità:          Antagonismo            

Natura:                 Ardente           Natura:                   Allegra            

 

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Capitolo 48: l'Impianto Turbine

 

- Fin dal primo momento in cui ho visto il suo soprabito, ho capito di chi si trattava: quando poi ho notato l’incredibile eleganza che lo distingueva, non era più necessario che parlasse oltre, ma lui lo ha fatto lo stesso, quindi ecco che siamo qui… non vorrei essere frainteso, ma avrei preferito mille volte altri modi, per incontrare una persona come lui -

- La situazione è davvero così grave? – chiede Mindy, fissando l’uomo che ci accompagna, a sua vota chinato e nascosto nella vegetazione.

- Non lo so ancora… di certo non è nulla di buono, ma non ho dati sufficienti per capire quanto effettivamente pericolosa possa essere – dice, non accorgendosi della mia frase e cercando di sbirciare oltre i cespugli per capire cosa stanno dicendo le numerose reclute che ci passano davanti e che portano avanti ed indietro informazioni su qualche evento che sta per accadere – Comunque sia, stammi bene a sentire, bambina: se le cose si mettono male, scappa senza mai voltarti. Questi non sono i tipi che si lasciano intenerire da qualche lacrima e non hanno nemmeno un po’ di dignità: se ti dovessi trovare tra le loro mani, stai pur cerca che non esiterebbero a farti del male –

Mindy annuisce, capendo che nonostante le parole dell’uomo, la situazione è tutt’altro che pacifica e che sarà dura riuscire ad uscirne indenni.

- Cosa possiamo fare per aiutarla? – chiede di nuovo la mia allenatrice, guardando a sua volta oltre gli arbusti e seguendo con lo sguardo una recluta, che porta con sé una scatola piena di fusibili e componenti elettrici – Qui sembrano tutti ben preparati e non sarà facile entrare… senza poi contare il fatto che noi da qui possiamo vedere solo il viavai all’esterno, ma ci scommetterei che all’interno ci sono altrettanti uomini se non di più! –

L’uomo, dopo aver dato un ultimo sguardo complessivo alla situazione, retrocede di qualche passo, nascondendosi meglio ed accennando a noi di fare lo stesso.

- Prima di iniziare la missione vera e propria, devi conoscere qualche semplice regola… prima regola: non darmi del lei! Siamo colleghi ora e odio le formalità, quindi dammi del tu e chiamami semplicemente Bellocchio. Seconda regola: chi lavora con me, non si getta nella mischia e non cerca di usare la forza per ottenere ciò che cerca! Spesso, l’unico modo che si ha per venire a conoscenza di certe cose, è lo spionaggio e la capacità di non farsi notare, quindi vedi di ricordartelo, quando proveremo ad entrare… a modo mio. Terza ed ultima regola: non dimenticate mai che non siete soli e che, nel caso in cui le cose vadano male, io e gli altri faremo del nostro meglio per tirarvi fuori da lì, ma non è richiesto il contrario, quindi se io dovessi venire catturato, non provate nemmeno a liberarmi e fuggite. L’esperienza in questi ambiti conta e per voi sarebbe pericoloso improvvisare una missione di salvataggio su due piedi e senza conoscenze pregresse su come fare! –

Mindy, ancora una volta, non fa altro che annuire, per poi farmi cenno di seguirlo ed incamminarsi verso il retro dell’edificio che prendeva il nome di Impianto Turbine.

Ora, quel posto non ha niente a che vedere con la centrale elettrica che era fino a poco fa: a caratterizzarla, non sono più le enormi pale che, mosse dal vento, forniscono energia a tutta la regione, ma un enorme apparato che sembra convogliare l’elettricità in un’antenna che, a ritmi regolari, produceva qualche lampo di luce e faceva correre delle folgori sulla sua superficie.

Oltre all’impianto eolico, ora si notano immerse nel corso d’acqua dietro la centrale enormi ruote, volte a loro volta alla produzione di energia.

Attorno ai locali, sono appollaiate decine di Honchkrow, con altrettanti Murkrow al proprio seguito, nonché un enorme numero di altri Pokémon Volante ed Acqua, tutti dal fare aggressivo e benintenzionati quanto i loro allenatori.

Questo posto, si è trasformato in una fabbrica di qualcosa di terribile… peccato che non sappia cosa.

Come sempre, ogni volta che sto per avere una risposta ad una delle domande che mi tormentano, succede qualche cosa che mi impedisce di avere ciò che cerco e anche questa non poteva fare eccezione: l’unico dilemma che mi assale ora è se le cose riusciranno sempre ad andare di male in peggio come ora…

Ci è voluto davvero poco a stravolgere la situazione: un attimo prima, il Capo, o “Dottore”, come ha deciso di farsi chiamare ora, mi stava spiegando cosa mi attende nel prossimo futuro, di Mindy, del fatto che probabilmente lei ha viaggiato tra le dimensioni, sebbene non ricorda nemmeno quando, mentre un attimo dopo, dalla porta entra questo bell’imbusto che, con fare noncurante, comunica all’altro uomo che il Team Omniverse è tornato all’attacco e che si trova poco distante da loro, proprio all’Impianto Turbine.

Ovviamente, come stavo dicendo alla mia allenatrice, io ho sempre adorato Bellocchio, l’ho sempre trovato geniale, ma non ha proprio tempismo… senza contare che sembra quasi non vedermi nemmeno!!

In effetti, mi chiedo cosa abbia spinto il Dottore e River a lasciarci insieme a lui, che ha sempre lavorato da solo… loro hanno detto che è “perché è molto abile e non possedendo Pokémon, sarà poco probabile che cerchi uno scontro diretto con i generali del team”, ma io credo che sia solo perché in questo modo loro due sarebbero stati più liberi: altrimenti, per quale motivo sarebbero scomparsi dentro la loro cabina magica subito dopo averci lasciato le minime informazioni indispensabili?

Beh, indipendentemente da cosa ci abbia costretto a partecipare a questa pericolosa missione, ormai ci siamo e non possiamo più tirarci indietro…

Ogni pochi passi ci fermiamo, temendo che qualche recluta avvicinatasi troppo possa intuire la nostra presenza, ma il percorso verso l’entrata posteriore dura comunque molto poco, a causa delle dimensioni ristrette dell’edificio.

In breve, siamo lì, a qualche metro dalla porta, esattamente di fronte alle due guardie che controllano chi entra e chi esce.

Bellocchio, ci fa cenno di rimanere dove siamo, ci dice di fidarci di lui e poi, attendendo che anche l’ultimo gruppo di ronda voltasse l’angolo, esce dalla vegetazione e cammina con calma verso i due vestiti con la tuta di patchwork, compiendo qualche gesto per salutarli e far capire loro di essere inoffensivo.

- Ma cosa sta facendo!? – esclamo io – Non dovevamo rimanere nascosti!? –

Mindy, vedendomi così spaventato, quasi arrabbiato con quel tipo dal lungo soprabito, mi guarda e mi risponde con tono comprensivo.

- Spesso, oltre che essere bravi a nascondersi, bisogna anche essere bravi a fingere, per essere degli ottimi agenti – mi dice con un sorriso – Bellocchio è sempre stato uno dei migliori anche per questo: nessuno riesce ad infiltrarsi e camuffarsi bene come lui! –

- Ma… loro non sanno che lui è dell’Interpol? Nel senso, Bellocchio è il membro più conosciuto ed esposto che esiste al mondo: chi non riuscirebbe a capire che ha davanti una persona del genere? – chiedo, ma appena mi volto, capisco che quell’uomo ha davvero doti soprannaturali e che, forse, non è così semplice riuscire a resistere alle sue doti…

Mindy, vedendo la mia faccia sbalordita, ride e mi stringe a sé con un braccio, mentre con l’altro continua a tenere l’Uovo.

Per quanto non sia proprio il momento perfetto, adoro sentire il suo caldo abbraccio: anche se non me lo dà con tutte le sue forze, anche se l’altro braccio è occupato nel sostenere quel piccolo Pokémon non ancora nato, riesce a trasmettere tutto il suo affetto e a farmi sentire decisamente meglio, rifornendomi di coraggio ed energia per la missione che stiamo intraprendendo.

Dopo esserci lanciati uno sguardo d’intesa, torniamo a fissare l’uomo, ancora occupato con le due guardie, con le quali parla compiendo ampi gesti.

- Smettetela di farmi perdere tempo e fatemi entrare: non ho certo tempo da perdere, io!! – esclama, sbraitando – Io sono il grande Bellocchio, l’unica spia doppiogiochista così doppiogiochista che nessuno sai mai per chi sto doppiogiocando davvero! Ora, piantatela di stare lì impalati: se scopro che state cercando di fare i doppiogiochisti con me e che state doppiogiocando col più grande doppiogiochista vi assicuro che non doppiogiocherete mai più per il resto della vostra vita!! -

I due, che non sembravano comunque i più svegli del mondo anche per il motivo che li hanno messi lì a fare i pali e perché non sembrano essersi accorti del fatto che la metà delle parole pronunciate dall’uomo che sta davanti a loro siano in realtà un tentativo di condizionarli, sembrano essere ancora più confusi e, dopo tutta la manfrina di Bellocchio, sembra che l’unica cosa che hanno registrato è la parola “doppiogiochista”, tanto che cominciano a dubitare l’uno dell’altro.

- Se io sono un doppiogiochista… - chiede il primo – come faccio a sapere per chi sto doppiogiocando se non mi hanno mai detto che dovevo doppiogiocare? –

- Ma il verbo “doppiogiocare” esiste davvero? - chiede l’altro, leggermente più sveglio, ma non abbastanza per resistere a Bellocchio – Non credo sia possibile essere doppiogiochisti senza saperlo… a meno che la persona per la quale lo stavamo facendo fosse doppiogiochista a sua volta e quindi non ci avesse detto che dovevamo esserlo perché stava facendo il doppiogioco con noi? –

Con poche, semplici parole, l’uomo devia definitivamente la loro attenzione e ci permette di entrare senza essere notati.

- Sentite… io non voglio essere cattivo con voi e non voglio che veniate declassati perché mi sembra siate dei bravi ragazzi, ma qui mi state facendo perdere un sacco di tempo, senza contare il fatto che in pratica non state controllando la porta, dato che state parlando con me! –

I due, si guardano spaventati, temendo che ciò che ha detto l’agente si possa avverare.

- Ma oggi mi sento buono, quindi vi propongo un patto – continua lui – Se mi fate passare ora insieme ai miei due aiutanti, chiuderò un occhio e non vi farò rapporto. Cosa dite? –

I due annuiscono vigorosamente, spalancandogli la porta e permettendogli di entrare senza ulteriori sforzi.

Io e Mindy fatichiamo a non scoppiare a ridere per quei due, in particolar modo quando Bellocchio ci indica di raggiungerlo e camminiamo tra di loro, che ci guardano con fare timoroso.

Una volta che la porta si chiude dietro di noi, ci lasciamo andare, facendo rimbombare l’eco delle nostre risa in tutta la sala, completamente deserta se non per decine di Pokémon Elettro.

 

Si sta avvicinando...

 

 

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Capitolo 49: i generatori

 

In un primo momento, troppo occupato a ridere con la mia streghetta, non noto che si trovano in loculi disposti in modo ordinato, ognuno bloccato nella propria posizione e forzati a produrre elettricità, ma appena sento quegli scoppi elettrici e quelle urla di dolore, mi si gela il sangue nelle vene e capisco che l’ultima cosa da fare in una situazione simile è proprio ridere.

- Cosa credete stia succedendo qui? – chiedo, guardandomi intorno.

- Non si vede? – mi chiede Bellocchio – Stanno usando questi Pokémon per produrre elettricità per il loro piano… devo ancora capire quale sia il loro obiettivo, ma di certo non ci metterò molto – dice, addentrandosi nella sala ed adocchiando una porta che permette di accedere ad una nuova zona, probabilmente quella alla quale si può accedere dalla porta principale.

- Cosa vorresti fare? – chiede Mindy, avvicinandosi a lui.

- Semplice: voglio andare a fare quattro chiacchiere con i signori dall’altra parte di quella porta e, magari, insegnare loro che i Pokémon sono esseri viventi, non generatori di energia! La mia idea sarebbe questa: dividiamoci e lavoriamo insieme per rovinare i loro piani, indipendentemente da quali essi siano. Io andrò di là, in modo da compiere la parte più difficile, quella più pericolosa, mentre voi starete qui e libererete più Pokémon possibile: non vi preoccupate, farò in modo che non lo scoprano prima che tutto si sarà concluso, quindi potrete muovervi senza preoccuparvi di non farvi notare. Qualche obiezione? – chiede, pur mantenendo il tono di un’imposizione.

Né io né Mindy parliamo, sebbene so che entrambi temiamo che non sarà una buona idea separarsi, in particolar modo se dall’altra parte si trovano tutte quelle reclute che abbiamo visto prima e se ciò significa rimanere qui da soli.

Bellocchio non sembra fare caso a questa nostra indecisione e, dopo averci lanciato un ultimo cenno col capo, si avvicina ad ampi passi alla porta e, dopo aver fatto abilmente scattare la serratura, sparisce dicendoci un’ultima volta: - Fate del vostro meglio per liberarli: al resto ci penserò io –

Ora, siamo di nuovo soli.

- Allora, Batuffolo – mi dice la streghetta, guardandosi un po’ intorno – Sei pronto a liberare questi Pokémon? –

- Certo che lo sono! – le rispondo, correndo verso la gabbia più vicina, nella quale è contenuto un Ampharos, e cercando di aprirla a furia di Botte e Beccate.

Subito, vedendo che non ci riesco, la mia allenatrice mette a terra l’uovo e cerca di aiutarmi, ma per quanto ci metta tutte le proprie forze e la propria buona volontà, non riesce a fare nemmeno la metà di quello che faccio io che, sebbene a ritmo decisamente lento, riesco a provocare dei danni che, a poco a poco, potranno deformare abbastanza le sbarre da permettere al tipo Elettro di uscire.

Lui, che intanto si è accorto di noi, colto da una incredibile felicità e la consapevolezza di poter finalmente portare libero, si mette a colpire tra una scarica e l’altra le catene che lo tengono bloccato e lo costringono a produrre elettricità, mentre per la sala si genera un brusio ed un passaparola fa in breve circolare la voce che siamo arrivati.

Accorgendomi che, poco a poco, il vociare si sta trasformando in un rumore sempre più forte, parlo alla mia allenatrice.

- Spero che Bellocchio stia facendo un buon lavoro, perché sarà difficile non farci scoprire, se continuiamo a questo ritmo e loro continuano a strillare in questo modo! – le dico, dopo aver assestato un’ultima Botta che, finalmente, riesce a spezzare una delle sbarre che ho davanti.

- Beh, che stia facendo un buon lavoro, puoi starne certo: lui è il grande Bellocchio dopotutto ed un suo fan come te dovrebbe saperlo bene! – mi risponde ridendo, dimostrando che nonostante la gravità della situazione, non accenna a perdere la sua allegria – Comunque, credo tu abbia ragione: forse è meglio cercare una mano in più! –

Frugando nell’unica tasca che possiede, estrae una Pokéball e con un lampo di luce, fa tornare Sfavillo tra di noi.

Come sempre, lui fa accendere la propria coda come una lampadina e, dopo avermi salutato con qualche scintilla, si mette a contribuire con i suoi potenti Morso e Scintilla.

Credo sia la prima volta che, percependo l’atmosfera, non si lancia in una delle sue battute o non cerca di giocare… stranamente, questa volta sembra serio ed interessato unicamente al salvataggio dei Pokémon Elettro.

Che sia perché li vede come suoi simili e non vuole che soffrano di più?

Dopo aver assestato un’ultima Botta, che combinata colla seguente Scintilla di Sfavillo, spezza una nuova sbarra, provo a rivolgergli la parola.

- Com’è che non hai ancora provato a fulminarmi? – gli chiedo – Hai forse finito la carica? –

Lui come suo solito sghignazza: - No, non ti preoccupare: di energia, ne ho ancora abbastanza per fulminarti almeno una decina di volte! Molto semplicemente, non voglio finire pure io prosciugato come i poveretti qui dentro: non hai visto che tutta l’elettricità che producono, viene assorbita? Se provassi a liberare la mia più di quanto non stia già facendo con i miei attacchi, probabilmente le possibilità sarebbero solo due: o tutta l’energia che circola nelle strutture si riverserebbe su di me, o anche io finirei per perdere tutte le forze, esattamente come loro –

- Wow, non pensavo ti preoccupassi tanto di queste cose… mi sei sempre sembrato uno che preferisce l’azione ai ragionamenti! Con questo, devo dire che mi hai sorpreso… - gli dico, guardandolo per la prima volta da quando Mindy lo ha fatto uscire.

- Beh – mi risponde lui, talmente concentrato che quasi non si accorge nemmeno che mi sono fermato – Questo è più istinto di sopravvivenza che una vera e propria riflessione… anche tu, probabilmente saresti teso come me, se sapessi che una sola mossa sbagliata può significare venire utilizzati come una batteria vivente! –

- Ecco: mi sembrava strano che tu avessi capito quant’è seria la situazione in cui ci troviamo… -

- Ehi! – esclama lui, producendo qualche scintilla e guardandomi con un’espressione offesa – Guarda che io so SEMPRE quando una situazione può essere pericolosa, o triste, o comunque seria, ma preferisco comportarmi sempre così! Hai idea di come sarebbe viaggiare per te e Mindy se anche io mi deprimessi come voi? A volte, bisogna anche saper scherzare, sai? –

Ancora una volta, devo ammettere che mi ha sorpreso… e tanto, anche!

Prima che abbia il tempo di replicare, un violento Morso riesce a spezzare definitivamente l’ultima sbarra, permettendo all’Ampharos di uscire e ringraziarci con una forte stretta di mano.

- Grazie! – esclama scuotendo prima me, poi Sfavillo – Grazie davvero per avermi salvato: non sapete quanto sia terribile essere rinchiusi lì dentro e costretti a produrre elettricità per caricare la loro macchina-delle-tempeste! Non so davvero perché due Pokémon piccoli come voi si trovino qui tutti soli e ci abbiano aiutato, ma davvero non so come avremmo fatto senza di voi… vi prego, accettate il mio aiuto: dobbiamo muoverci ad aiutare anche gli altri! –

In un lampo, senza nemmeno attendere una nostra risposta, si fionda verso la gabbia adiacente alla sua e la colpisce con un violento Riduttore che, ribaltandola, permette ai Pikachu che contiene di fuggire, nonostante non riescano a spezzare le catene che li tengono imprigionati: ovviamente, non possedendo la stessa forza del Pokémon Luce, per loro sarebbe stato impossibile farlo.

Sapendo che non c’è tempo da perdere, scambio un cenno d’intesa con Sfavillo ed entrambi cerchiamo di aiutare come meglio riusciamo i piccoli Pokémon Topo a liberarsi, mentre l’Ampharos si reca verso le sbarre successive, dietro alle quali questa volta si trovano alcuni Jolteon.

Appena sono tutti liberi, i Pikachu ci ringraziano e ci seguono verso la meta successiva, aiutandoci con i loro Schianto a scardinare la porta dietro la quale sono imprigionati degli Electrode ed un paio di Quagsire, felici di essere salvati tanto quanto gli altri.

Chissà cosa ci fanno, due Pokémon Acqua come questi Elettro… forse, è perché sono dei tipi Terra, quindi possono punire facilmente chi cerca di fuggire, ma in quel caso, non sarebbero stati tanto felici di essere liberati e, se fosse stato davvero per quello, avrebbero di certo scelto qualcuno ben più temibile… che sia legato al fatto che con la loro Umidità, gli Electrode non possono esplodere come sono soliti fare?

Comunque sia, non è questo il momento di perdere tempo nel cercare di capire perché hanno imprigionato questi Pokémon al posto di altri: Mindy è stata assunta dal Dottore per lavorare insieme a Bellocchio e…

In quel momento, ho un tuffo al cuore.

Dov’è Mindy!?

Perché non l’ho più vista né sentita da quando è apparso Sfavillo? Come ho fatto a non accorgermi che c’era qualcosa che non andava?

Immediatamente, comincio a guardarmi intorno, alla ricerca della mia allenatrice, ma non la vedo da nessuna parte: l’unica traccia rimasta di lei, è l’Uovo che portava in braccio, ancora a terra dove lo aveva messo lei, ed il suo Pokédex, probabilmente perso da lei mentre… mentre cosa?

Potrebbe essersene andata di sua spontanea volontà? Che avesse notato qualcosa di sospetto?

No, è impossibile: in quel caso, non avrebbe mai lasciato il suo Pokédex a terra in quel modo!

C’è solo una possibilità: deve essere stata catturata.

Non faccio in tempo a farlo notare a Sfavillo: un allarme comincia a suonare, mentre dei lampeggianti rossi iniziano ad illuminare l’enorme stanza dandole un aspetto molto più macabro.

- Cosa sta succedendo!? – chiede Sfavillo, cercando di soverchiare il baccano delle sirene.

- Ci hanno scoperto, è evidente!! – gli rispondo io – Devono aver catturato Mindy!! –

- Cosa!? – chiede spaventato il Pokémon Elettro – Dobbiamo andare a salvarla, e subito anche!! –

Con un fortissimo rumore meccanico, una porta si spalanca ed una voce violenta e potente come un tuono irrompe nella sala.

Le sue parole mi fanno raggelare il sangue nelle vene.

- Che la caccia abbia inizio… -

Chiunque sia, porta con sé una grande carica elettrica, che crea un corto circuito, tanto potente da far spegnere tutte le luci, che si riaccendono poi a ritmo dei suoi passi.

Non appena gli altri, fino a quel momento indaffarati nell’aiutarsi vicendevolmente, odono quel rumore, corrono in ogni direzione, urlando terrorizzati e provocando ancora più fracasso di quello che già c’è.

Io provo a mantenere la calma, a farla mantenere a chi mi circonda, ma è troppo tardi: la paura di ciò che sta per succedere li porta a non ragionare più.

L’unico che ancora pare non essere impazzito è Sfavillo.

Veloce come un fulmine, vedo un essere enorme sfrecciare da un punto all’altro, avvicinandosi ad ognuno dei Pokémon che corrono in ogni direzione e sbranandoli tutti, senza pietà.

Dopo aver visto la fine dei primi due, non cerco più di mantenere la calma: vedo che mi adocchia, vedo nei suoi occhi usa furia assassina che non pensavo potesse esistere.

Sfavillo, notando che sarò io il prossimo obiettivo, tenta di mettersi in mezzo, di colpire quell’essere mastodontico che ci vuole sterminare tutti, ma prima ancora che riesca a rendermene conto, viene scaraventato via da un’enorme zampa artigliata e mi ritrovo davanti un volto che trasmette solo pura sete di sangue.

- Se hai delle ultime parole, questo è il momento per fare testamento –

Io chiudo gli occhi e spero che tutto finisca in fretta.

 

...il momento della rinascita...

 

 

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Capitolo 50: un piccolo aiuto

 

Può davvero finire tutto così?

Può davvero essere che il mio destino è finire sotto i violenti artigli del Pokémon che mi sta minacciando?

Può davvero essere che io non abbia più modo di salvarmi, che la mia fine sia giunta?

Sento la forma affilata delle unghie che mi si sono attaccate alle piume, un po’ per via dell’elettricità statica del Pokémon, un po’ per la pressione e per la forza che ci mette l’assassino, eccessiva per le mie dimensioni ridotte e che, probabilmente, sarebbe fin troppa anche per bloccare un Machamp.

Vedo, davanti ai miei occhi terrorizzati, i suoi color magenta, impassibili e vogliosi di infliggere altro dolore, sebbene non comunicano tanto sadismo quanto pensavo.

Noto che, nonostante sia un Pokémon Elettro, non mostra nemmeno un segno di questa sua caratteristica: a differenza di Sfavillo, ad esempio, che lascia fuoriuscire la propria energia, lui sembra controllarla completamente e tenerla nascosta, come se temesse che rilasciarne anche solo un po’ possa essermi fatale, come se temesse di farmi del male.

È strano, quello che vedo.

I Quagsire, realizzando che la loro immunità al tipo dell’assalitore potrebbe essere sufficiente a distrarlo e permettermi di fuggire, provano a lanciare i loro più potenti Pantanobomba, ma lui, dopo averne subiti due, blocca tutti gli altri con un potentissimo Extrasenso ed un ringhio che rimette i Pokémon Acqua al loro posto.

- Non mi piace venire interrotto – dice, voltandosi verso di loro, che al solo vedere il suo sguardo, fuggono terrorizzati.

È strano il modo in cui si comporta… sembra quasi che per lui, la caccia, l’uccisione della preda, il fatto che chieda le ultime parole prima di agire, tutto sia come un rituale.

Ora, è tornato a fissarmi, coi suoi occhi pieni di un’emozione che non riesco a descrivere, ma che sono ancora più rossi del normale: attende qualcosa… attende le mie ultime parole.

Forse, il fatto che agisce come se stesse seguendo un copione, potrebbe essere la mia via di fuga?

Potrebbe essere che, se provassi a stravolgerlo, lui andrebbe in crisi?

La mia fine sarebbe vicina in ogni caso, quindi non ho niente da perdere, tanto vale almeno provare: se la sua idea è di eseguire alcune azioni in un ordine prestabilito, forse basterà fargli saltare anche un solo pezzo del suo piano e mi darà un appiglio per fuggire.

Per la prima volta, lo fisso negli occhi con tutta la forza che mi rimane, attendendo che lui riprenda a parlare, che accenni le sue intenzioni, mentre noto di nuovo quello strano bagliore.

Cerco di fargli capire che non ho paura di lui, ma so anche che lui riesce a vedere oltre e che sa bene che è solo una facciata.

Lui, accenna un sorriso sadico, che scopre ancora di più le enormi zanne che possiede.

- Quindi non hai ultime parole? – chiede – In tal caso, sarà tutto molto più rapido… -

Ok, devo ammetterlo, questo non me l’aspettavo.

Emettendo una profonda risata, alza l’enorme zampa dal mio corpo e la riposiziona a terra.

D’istinto, cerco di colpirlo con un Bollaraggio, ma prima ancora che riesca a lanciarlo, lui ha compreso le mie intenzioni e mi lancia contro una scossa elettrica, che riesco ad evitare miracolosamente rotolando di lato.

Lui ride ancora: - Mi piaci, devo ammetterlo… di solito, le mie prede non cercano di ribellarsi, ma questo rende solo le cose più interessanti! –

Di nuovo, Sfavillo tenta di mettersi in mezzo, saltandogli al collo e cercando di colpirlo con un Morso, ma non ci riesce, troppo debole per riuscire ad assalire e ferire seriamente un essere tanto possente come quello che mi sta davanti.

Mentre cerca di avventarsi sul gigante elettrico, affondando gli artigli nel suo corpo per non venire sbattuto via, riesce a farlo voltare e per la prima volta noto qualcosa di strano attorno al suo collo, qualcosa che so non dovrebbe avere…

- Credi di potermi fare del male, piccolo essere insignificante!? – chiede infuriato con Sfavillo, che scaccia rizzando tutti i peli e riuscendo quasi a folgorarlo – Non sono solito lasciare una preda a metà, ma questa volta non mi lasciate altra scelta… - mormora, scagliando lontano il Luxio, già indebolito dalla scossa precedente, ed evocando con un ruggito una nube temporalesca, nera e miracciosa, pronta a colpire da un momento all’altro.

Con un gesto del capo, sembra dominare la nuvola, forzandola a condensare tutta la sua energia, che si mostra sempre più intensa tramite le scariche più frequenti che corrono sulla sua superficie.

Non so davvero cosa fare…

Sfavillo, di solito, non teme l’elettricità, ma nemmeno lui riuscirebbe a resistere ad un attacco così violento!

Come posso aiutarlo? Cosa posso fare?

 Anche se provassi a colpire questo Pokémon con una delle mie mosse, non gli farei niente e finirei solo per attrarre di nuovo le sue ire su di me, con la differenza che ora non c’è più un Luxio pronto ad aiutarmi, quindi questa ipotesi è da escludere a priori.

Con un forte rombo, la nuvola segnala di essere quasi pronta.

Devo pensare in fretta… come posso fare in modo che quest’essere non ci attacchi più?

La risposta, probabilmente è solo una e so già che mi pentirò di averlo fatto, ma la vita di un amico è più importante.

Metto da parte ogni mio buon senso e provo ad attaccare la nube con un Bollaraggio, che riesce in qualche modo a disperdere parte dell’energia accumulata e riuscendo a rendere il seguente Tuono molto meno potente.

Di certo, subire un colpo del genere, anche a giudicare dal verso emesso da lui, non ha fatto bene a Sfavillo, ma almeno non gli è stato fatale.

Immediatamente, gli occhi magenta del colosso tornano a posarsi su di me, ma questa volta non sembra più intenzionato a seguire le sue regole: questa volta, vuole che tutto finisca in fretta.

Non gli importa più quanto io gli sia stato simpatico come preda: il tempo dei giochi è ormai finito.

Cammina lento verso di me… ancora due passi e mi sarà addosso. Non so come, ma quei pochi secondi, mi sembrano durare millenni e faccio in tempo a vedere, grazie ai lampi di luce dei fari proprio sopra di noi, ogni tratto del mio assassino, dell’ultimo essere che vedrò prima di andarmene per sempre.

La coda, azzurra e dalla forma irregolare, è alzata, tanto da essere visibile sopra la sua testa, come se fosse un parafulmine pronto ad attrarre tutta l’energia statica che ancora pervade l’aria dopo il Tuono di prima e scaricarmela addosso.

Il corpo, interamente coperto da un manto biondo decorato da disegni neri, è muscoloso e possente, tanto che ad ogni suo passo, mi sembra quasi di sentire il pavimento tremare sotto i miei piedi.

Il volto, sul quale risaltano i due canini lunghi tanto quanto il mio intero corpo, è di colore chiaro, tranne che per la fronte e le orecchie, che invece sembrano ricoperte da una specie di struttura di colore scuro, con tre elementi posizionati l’uno dietro all’altro.

Sul suo dorso, corre una chioma viola, la leggendaria nube che lo ha reso tanto famoso; al suo collo, un collare rosso.

Non so che fare e riuscire a scappare è fuori discussione: non me lo permetterebbe mai.

L’unica scelta che mi resta è…

Un momento… da quando i Raikou hanno un collare rosso!?

Improvvisamente, delle parole mi risuonano nella mente: “Quella è la Rossocatena: un terribile strumento che può costringere chiunque riesca ad avvolgere a seguire gli ordini di chi possiede il cristallo da cui è stata originata! È stata solo colpa nostra… non avremmo mai dovuto lasciare che Azelf venisse catturato… ma non è questo il momento di discutere su chi sia responsabile di ciò che sta succedendo! Ci sono solo due modi per liberare un Pokémon dal suo controllo: devi riuscire a distruggere o il suo collare o la pietra che lo ha generato, ma ci potrebbero essere dei problemi nel farlo… la Rossocatena quando formata con l’essenza di uno solo dei Guardiani, risulta abbastanza instabile ed è impossibile definire quale potrebbe essere la sua reazione una volta che il collegamento si sarà interrotto: da quello che sappiamo, potrebbe benissimo andarsene così come è arrivato, ma potrebbe anche essere preso improvvisamente da un istinto omicida e mangiarti!”

Al sentire quella voce, improvvisamente incurante del fatto che un Pokémon Leggendario mi stia per sbranare, comincio a guardarmi attorno, alla ricerca di chi mi abbia parlato.

- Chi sei!? Vieni fuori!! – gli strillo.

Di nuovo quella voce si proietta nella mia mente: “non è così semplice, caro mio… “.

- Beh, comunque sia, mi spieghi come posso riuscire a rompere quel collare!? Non so se ci hai fatto caso, ma non sono proprio in una bella situazione… -

“Non è un problema mio”

- Sì che lo è: se non volevi essere chiamato in causa, non dovevi farti sentire! Ora, piuttosto che fare tanto la voce da navigatore, vieni qui e aiutami!! –

“E se mi catturano? Ci penserai tu a prenderti cura dei miei amici!? Non so se te ne sei reso conto, ma si dà il caso che io sia un Guardiano dei laghi, non certo il primo Pokémon che trovi per strada!”

- Proprio per questo dovresti aiutarmi!! Se sei tanto forte, perché non vieni qui e questo colosso non lo togli di mezzo tu!? –

Per qualche secondo, non sento più nulla e noto che Raikou mi sta guardando grattandosi una tempia, come se stesse improvvisamente temendo che io non sia del tutto sano di mente.

Non so quanto sia una buona cosa, far credere di essere pazzi mentre si parla con una voce che nessun altro sente, mettendo in crisi un Pokémon Leggendario… ma almeno sto prendendo un po’ di tempo e non sono ancora morto!

All’improvviso, la voce che parlava nella mia mente si ode ancora, ma questa volta non riesco ad udirlo solo io.

- Va bene – concede – Ma solo per questa volta! –

 

... è più prossimo di quanto si possa immaginare...

 

 

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Capitolo 51: cappuccetto nero

 

Due precise Comete colpiscono il collo del Pokémon Tuono, spezzando di netto il collare rosso, che cade a terra con un suono sordo.

Raikou rimane immobile, senza nessuna particolare espressione, come se avergli tolto quel dispositivo l’avesse in qualche modo mandato in confusione.

Piano piano, mi avvicino a lui e gli passo una mano davanti agli occhi.

- Che problema ha questo tipo? – chiedo.

- Nessuno… - mi risponde la voce incorporea – Te l’avevo detto che non sapevo cosa sarebbe successo dopo averlo sottratto alla Rossocatena… è evidente che rimanere imbambolato così sia uno dei possibili effetti collaterali –

Giro intorno all’immenso Pokémon, che ora sembra più una statua a dimensione reale che un essere vivente: quasi, mi sembra che non respiri nemmeno!

- Cosa credi che dovremmo fare con lui? Nel senso, non so quanto sia logico lasciarlo qui, nel magazzino di una centrale elettrica controllata da un team malvagio… - dico, riflettendo.

- Beh, se non vuoi lasciarlo qui, perché non cominci a mettertelo in spalla? Di certo non è nelle condizioni di camminare, quindi non credo ci siano molte altre possibilità! – dice la voce, con un tono che mi fa pensare che mi stia prendendo in giro.

- Ok, ho capito… vorrà dire che lo lasceremo qui. Male che vada, lo cattureranno di nuovo, no? – chiedo, allontanandomi dal Pokémon Elettro.

- Che l’avrebbero catturato di nuovo, è praticamente certo: ti sei forse dimenticato della profezia? Dice che “le Bestie redivive marceranno”: ciò significa che in un modo o nell’altro, sarebbe tornato a schierarsi dalla parte dei cattivi in ogni caso. Comunque, cosa ne diresti di lasciare questo posto prima che quelli dell’Omniverse vengano a prenderti? Di certo, non ci metteranno molto a capire che il loro cucciolo assassino è andato in corto circuito, quindi ti devi muovere, se non vuoi che prendano pure te! –

Udendo quelle parole, tutto ciò che provavo mi piomba di nuovo addosso: in un attimo, quella fase quasi giocosa si interrompe.

- Non posso andarmene – dico serio – Se sono qui, è perché la mia allenatrice doveva aiutare Bellocchio. L’hanno catturata ed io la devo salvare: non me ne potrei mai andare senza di lei! –

La voce, udendomi, sta in silenzio, chiedendomi poi semplicemente, seria quanto me: - Sai cosa significa cercare di salvarla, vero? –

- Indipendentemente da cosa questo comporti, lo devo fare – rispondo, incamminandomi.

- Come preferisci – mi dice – Ma vedi di fare attenzione: quelli che stanno lavorando dall’altra parte, sanno essere… cattivi –

Io rido: - È tutto qui quello che sai dire? Mi aspettavo di meglio, da un Pokémon Leggendario come te… non so, qualcosa come venire qui e stringermi la mano, farmi i complimenti per il coraggio e la fedeltà o, almeno, darmi una mano in qualche modo… - faccio notare.

- Senti – mi risponde, punto sul vivo – Non posso farmi vedere: è già abbastanza pericoloso per te, quindi puoi immaginare come sarebbe per un ricercato come me… ma vedrò di darti una mano lo stesso. Considerando tutto ciò che hai fatto ed ancora di più quello che probabilmente farai, un piccolo aiuto te lo meriti! –

Una luce dorata si accende sopra a Sfavillo, che sembra riprendere le energie poco a poco.

- Cosa stai facendo? – chiedo sbalordito.

- Non si vede? Di certo non puoi battere un intero team da solo e, dato che non posso intervenire direttamente io, ho pensato che avere un Pokémon in più dalla tua parte ti possa essere utile. Ad essere sinceri, avrei scelto l’Ampharos di prima, ma credo che ora sia un po’ tardi per lui… - afferma rattristato.

Non mi sarei aspettato di vedere una cosa simile: che io sappia, una luce del genere può significare una sola cosa ed il fatto che Sfavillo stia recuperando le energie non può che confermare la mia ipotesi.

- Stai davvero usando Curardore? – chiedo.

- Così sembra… sai, per il leggendario Mesprit, è normale amministrazione! Perché lo chiedi? Forse non avrei dovuto? – mi risponde, con un tono più flebile di prima, segno che la mossa lo sta di fatto indebolendo.

- No, cioè sì, ma… - balbetto, per poi riprendermi e dirgli chiaramente – Ti ringrazio, ma non era davvero il caso che dessi la tua energia per Sfavillo: lui si sarebbe ripreso in ogni caso e tu sei molto più in pericolo di noi, se sei uno dei Guardiani! –

La voce ride: - Non ti preoccupare per me: per ora, sono abbastanza lontano ed è difficile che riescano a prendermi, senza poi contare che, ora come ora, credo che le forze servano molto più a lui che a me! –

- Grazie… - mormoro.

Prima che la voce abbia il tempo di dire ancora qualcosa, uno scatto ci segnala che qualcuno ha aperto la porta che dà sull’altra sezione dell’impianto Turbine ed i successivi passi ci fanno capire che, dato il loro numero, non è solo.

La luce del Curardore si spegne immediatamente e la voce, tornando a suonare unicamente nella mia mente, mi urla con tutte le sue forze di nascondermi, mentre con i suoi poteri psichici vedo che protegge l’Uovo, facendolo volare lontano, nell’ombra di uno dei macchinari.

Sfavillo, sebbene non del tutto guarito, sta chiaramente meglio e, sempre grazie al Pokémon Leggendario, si nasconde da qualche parte, in un punto su cui non mi focalizzo molto.

Io, invece, non ho alcuna intenzione di fuggire: se è una delle reclute, potrebbe rivelarsi il nostro mezzo per accedere alla zona nella quale si trova la mia allenatrice.

Mi posiziono dietro ad una gabbia, accucciato in modo tale che non venga visto, ma allo stesso tempo pronto per passare all’azione non appena il membro del team ed i suoi compagni saranno abbastanza vicini da essere colpiti con uno dei miei attacchi.

Mentre aspetto, ascolto con più attenzione i passi… sento tre ritmi diversi, uno lento e pesante, uno veloce e leggero ed uno chiaramente umano, che risuona molto più degli altri.

 - Perché toccano sempre a me questi lavori sporchi!? – sento chiedere all’allenatore, probabilmente diretto ai due Pokémon che lo accompagnano.

Nessuna risposta: mi sa che o questi Pokémon non sanno parlare, o gli comunicano qualcosa a gesti, sicuramente abbastanza eloquenti, perché lo stesso tipo riprende subito dopo a parlare.

- Va bene, so perché toccano sempre a me: come ha sempre affermato Giovanni “Nun v’è nulla de megghiu du focu pì livare ‘i provii”… mi chiedo quando mai ho scelto di farmi chiamare “il soffio delle fiamme danzanti”… -

I due Pokémon sghignazzano al sentire quelle parole.

- Ehi – risponde l’altro, sentendo i suoi Pokémon – Guardate che non è divertente! Senza poi contare che dovreste fare attenzione: io rimango sempre e comunque il grande Flyn e potrei decidere quando voglio di cambiarvi con qualcun altro! -

Mi sporgo leggermente, cercando di vedere meglio di chi si tratta, consapevole che quei tipi sono abbastanza impegnati per non accorgersi di me… o almeno lo credo.

Facendo avanzare appena la mia testa, sbircio verso di loro e noto immediatamente che l’allenatore indossa una tuta del tutto diversa da quella che avevano gli altri.

L’abito che indossa, è interamente nero, con grosse cerniere in diversi punti, guanti e stivali dello stesso colore che gli proteggono mani e gambe ed un enorme cappuccio, che gli copre interamente il volto.

Chi è questo tipo? Non mi sembra di averlo già visto, né che faccia parte di un team… eppure, sembra diverso dagli altri…

Insieme a lui, ci sono due Pokémon, un Magmortar ed un Houdoom, entrambi chiaramente poco intenzionati a stare ad ascoltare il loro allenatore.

A giudicare dalle loro facce, non deve essere proprio il massimo, stare con un personaggio del genere, di cui non si vede nemmeno il volto, ma per qualche motivo allo stesso tempo sembra anche che lo apprezzino, che non siano così tristi di essere stati affidati a lui.

Fai attenzione, mi dice ancora il Pokémon di prima, non so chi sia, ma da quello che riesco a percepire, non è un tipo con cui si scherza… ormai è troppo vicino per riuscire a sgattaiolare via senza essere visto, ma puoi sempre cercare di nasconderti in qualche modo! Ricorda solo questo: lo scontro diretto non è la scelta giusta!

- Cosa intendi dire? – chiedo, leggermente infastidito dall’idea di scappare – A me non sembra così forte… probabilmente riuscirei a batterlo in men che non si dica! –

L’improvviso suono di quella voce e l’ombra che si proietta su di me mi fa capire che sarebbe stato meglio stare zitto.

- Guarda guarda… allo questo posto non è pieno solo di cadaveri… -

 

... e inizierà ADESSO: il tempo è giunto e nulla potrà più impedire la nascita della nuova era!

 

 

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Capitolo 47: la nuova amministrazione

 

- S-stai alla larga da me!! – strillo immediatamente, spiccando un balzo all’indietro.

- Ehi, calma! Se proprio devi dare di matto, almeno aspetta che ti faccia qualcosa di male, ok? – mi dice, tirandosi indietro il cappuccio – Sarò anche uno dei cattivi, per te, ma ce l’ho comunque un cuore, sai? E, ad essere onesti, non ho solo quello: se proprio ti devo uccidere, almeno voglio che tu ti ricordi di me, prima di farlo! Di solito quelli che uccido non tendono a tornare in vita, ma non si sa mai… comunque, sono andato fuori tema: il mio nome è Flyn, l’hai memorizzato? –

Io lo guardo di traverso per un po’, chiedendomi se sia del tutto a posto con la testa, poi, vedendo che sembra davvero serio, faccio di sì con la testa.

- Perfetto! – esclama – In tal caso, non vedo perché dovremmo esitare oltre: Houndoom, usa Marchiatura e vedi di incenerirlo per bene, questa volta: sai bene quanto si sono arrabbiati i grandi capi l’ultima volta che ti sei dimenticato di cuocere un Pokémon a puntino e di certo non voglio prendermi un’altra strigliata per colpa tua! -

L’amico, leggermente arrabbiato, tenta di mordergli una mano, ma non riuscendoci al primo colpo, desiste e si concentra sull’obiettivo indicato dall’allenatore: il sottoscritto.

A giudicare dall’espressione che ha, sembra più che altro molto stanco del lavoro, vuole solo poter tornare a riposarsi ed il fatto che mi debba mandare a fuoco sembra solo una scocciatura come tante altre ai suoi occhi.

Mi chiedo se dovrei provare a convincerlo che farmi morire arso vivo come se fossi una strega non è una buona idea, ma suppongo che per un Houndoom bruciare persone vive sia all’ordine del giorno, quindi avrebbe poco effetto…

Magari, potrei provare a lanciargli un Bollaraggio… di certo non gli farebbe bene e ne ho a disposizione almeno una quindicina: con un numero tanto alto di attacchi, quanto può essere difficile battere un Pokémon sul quale si è pure avvantaggiati?

Certo che, però, di certo questo tipo non ha solo due membri nella sua squadra e questo potrebbe rivelarsi un grosso problema.

Mentre rifletto, tengo lo sguardo abbassato e quando lo alzo, mi vedo spuntare di fronte un grosso cannone giallo, la cui bocca nera misura almeno tanto quanto la mia testa, tanto che sento che, se provassi ad infilarcela dentro, riuscirei a farlo senza problemi.

- S-scusa se te lo faccio notare – dico, guardando il proprietario di quell’arnese micidiale – Ma credo che questo lavoro fosse del tuo amico –

In realtà, non so se sia davvero una buona idea far arrabbiare un tipo del genere (e onestamente non so nemmeno se fosse il caso di dissentire, ma ormai l’ho fatto…), ma forse se riesco a metterli l’uno contro l’altro, poi avrò il tempo che mi serve per scappare!

Peccato, però, che i due sembrano andare più d’accordo di quanto credessi: al posto che arrabbiarsi con l’altro, Houndoom scoppia a ridere con un latrato, contagiando dopo poco anche Magmortar, che mi guarda come se fossi il dolce più buono che ha mai visto nella sia intera vita di arma semovente.

Un sorriso divertito e un po’ sadico gli si disegna sul volto, poi si accorda con il Pokémon Buio per consumarmi lui, mentre l’altro si muove con passi leggeri verso i corpi dei poveri tipi Elettro deceduti, bruciandoli con un Lanciafiamme che ne trasforma persino le ossa in sottile cenere, che vola via appena il quadrupede di tipo Fuoco muove l’aria con un gesto della coda.

Senza dire una parola, sento che anche l’altro tipo Fuoco si prepara a fare lo stesso, caricando un colpo di cannone: dalla sua estremità, comincia ad emettere un forte calore, poi un leggero sibilo ed una sottile corrente d’aria, che diventa più forte man mano che la carica progredisce… fino a che i miei calcoli di diametro testa-bocca da fuoco non si rivelano fin troppo esatti.

Lo ammetto: la mia testa non mi è mai dispiaciuta tanto come in questo momento.

Nel senso, fino ad oggi, ho sempre pensato che avere una testa enorme e sproporzionata come la mia non fosse tanto male, che desse comunque un certo aspetto signorile eccetera, ma ho anche sempre pensato che l’ultima cosa per cui servisse la testa, era per tappare un cannone che si diverte ad imitare un’aspirapolvere!

Ciò che succede dopo non lo so con esattezza: l’unica cosa che ho capito è che c’è stato un grosso botto, poi che mi sono ritrivato a volare come un Talonflame da un lato all’altro del locale, un forte dolore in tutto il corpo e, per ultimo, due voci, una concreta e reale e l’altra decisamente più astratta.

La testa mi gira ancora, ma per qualche motivo riesco a distinguere alla perfezione entrambe le cose che dicono.

- Quante probabilità ci sono, secondo voi, che un Piplup come quello sia sopravvissuto ad un volo di quattordici metri? No, perché sarò anche ligio al dovere, ma non mi piace sprecare le forze per qualcosa di inutile, quindi pensavo di lasciarlo dov’è: male che vada, lo toglierà di mezzo qualcun altro e diremo di non averlo visto quando abbiamo finito il lavoro – sento dire alla voce di Flyn, che rimbomba nella sala deserta fino a me, che si interrompe per riprendere poco dopo, con un tono particolarmente sorpreso.

- Ehi – esclama – ma questo non è l’amichetto di Shynelle? No, perché mi sembrava un po’ più grande l’ultima volta, ma soprattutto un po’ meno… paralizzato. Certo che è ironico: un Pokémon Elettro che finisce paralizzato… ora, ho proprio visto tutto! Certo che però è un bel problema, questo: dovrei incenerire pure lui? Beh, teoricamente sì, perché Giovanni ha detto “incinirisci tuttu” o qualcosa del genere, ma non credo che Shynelle sarebbe felice se bruciassi il suo micetto preferito… Uff, perché devono sempre darli a me questi lavori!? -

Intanto, sento la voce dell’altro che mi rimbomba nella testa mentre mi rialzo da terra, spolverandomi ben bene tutto il corpo.

Ottimo lavoro, davvero: questo sì che si chiama “usare la testa”! Io non sarei mai stato in grado di fare una cosa simile e devo dire che per la prima volta penso di aver trovato qualcosa che riesce meglio a te che a me… ma non è questo il momento di perdersi in chiacchiere: per tua fortuna, quell’imbranato di un Magmortar non si è accorto che esplodendo il colpo, ti ha lanciato proprio a pochi passi dalla porta sull’altro lato della centrare. Questo è il tuo momento: devi salvare la tua allenatrice e uscire prima che sia troppo tardi!

- Aspetta – dico io – E Sfavillo? Vuoi che lo lascio qui da solo con quei tizi che stanno mandando a fuoco tutto e tutti? –

Devo essere onesto: non pensavo che mi sarei mai preoccupato così tanto per qualcuno che non fosse me stesso o, al massimo, la mia allenatrice, ma è evidente che c’è sempre una prima volta…

La risposta della voce arriva istantaneamente e dal tono sembra abbastanza innervosita dalla mia domanda.

Non ti preoccupare: ci penso io a lui… ora, piantala di cincischiare e corri a salvare quella bambina prima che sia troppo tardi! Tu non te ne sarai accorto, ma là fuori il clima ha iniziato a scaldarsi ed il fatto che sono comparsi altri figuri vestiti di nero non è di certo un buon segno… devi riuscire ad andartene di qui prima che Acromio o Plutinio si accorgano di te ed anche prima che chiunque sia arrivato faccia degenerare la situazione, ricevuto?

Io faccio di sì con la testa. Ci sarei arrivato anche da solo, che non mi sarei dovuto far scoprire, ma il fatto che me lo abbia ricordato pure lui mi ha rinfrescato la memoria su quanto possa essere pericoloso di là, su quanto possa essere in pericolo Mindy e questo riesce in qualche modo a risvegliare dentro di me un senso che non pensavo di avere.

Ho paura, ma al contempo sento un coraggio incredibile che mi arde dentro e, non appena varco la porta verso l’altra area, anche una furia, una rabbia, un rancore indicibile verso chiunque ci sia in quella zona.

Non so nemmeno perché percepisco quei forti sentimenti, ma sento che sono giusti, che stiano facendo qualcosa che va contro natura, che stiano elaborando un piano malefico.

Non posso restare con le mani in mano.

Velocemente, supero il varco e, per quanto so che dovrei essere molto più prudente, mi limito ad avvicinarmi camminando vicino alle enormi pareti coperte di elaboratori, notando quasi immediatamente che le numerose reclute che prima correvano da una parte all’altra della centrare sono quasi del tutto sparite e che le poche rimaste stanno circondando un gruppo di persone e Pokémon, in piedi poco oltre la porta a vetri che costituisce l’entrata principale.

 

in viaggio:

 DPPt_Lucinda_Super_Gare_OW.png393MS.png404MS.pngUovo

Spoiler

Info:

Spoiler

N° Pokédex:        393           N° Pokédex:        404               

Nome:              Piplup          Nome:               Luxio               

Tipo:               AcquaIC_Big.png         Tipo:                ElettroIC_Big.png             

AO:                   Mindy          AO:                   Mindy              

ID:                    19248          ID:                    19248              

Sprxym393.gif                   Sprxym404.gif             

Batuffolo (  )           L. 20             Sfavillo  (  )           L. 25            

Strumento:     Pietrastante            Strumento:         Nessuno            

Abilità:               Acquaiuto            Abilità:          Antagonismo            

Natura:                 Ardente           Natura:                   Allegra            

 

Dove siamo:

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Mappa Impianto Turbine.gif Impianto Turbine

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Capitolo 50: il prossimo mattino

 

Nessuno si accorge di me: sono tutti concentrati sui nuovi arrivati, che a giudicare dalle loro parole, non sono ben intenzionati verso il team, ma non sembrano neppure dalla mia parte.

Improvvisamente, dopo che alcuni Pokémon, colpiti da un potente attacco, volano via, sento una voce che mi è familiare, le cui parole, al ricordo di dove le ho udite la prima volta, mi fanno raggelare il sangue.

- Voi, sudici ometti, pensate davvero di potermi fermare!? Pensate davvero che, solo perché seguite gli ordini di Giovanni e degli altri capi dei team, potrete impedirci di avverare la profezia!? No, vi sbagliate di grosso: ho già sopportato abbastanza ed è giunto il momento di prendere il controllo diretto della missione –

Vedo che, con una spinta, l’uomo fa spostare le reclute che gli bloccano la via e che scorre gli occhi su tutta la sala, fino a fermarsi vicino a me.

Penso che mi abbia visto, che mi debba preparare a combattere, ma per fortuna, ciò su cui si è focalizzato è ben altro: sul tavolo, ci sono dei fogli, probabilmente sui quali sono stampati i risultati delle ricerche che hanno fatto gli scienziati come Xante, che vengono immediatamente presi in mano e letti.

Una volta terminato, con un’espressione che non lascia trasparire emozioni, il tipo dice con disprezzo: - Plutinio… anche tu mi hai voltato le spalle? Lo sapevo che non mi sarei più potuto fidare dei miei collaboratori, nemmeno di quelli più devoti, ma speravo che almeno per te questo non valesse. Mi spiace, ma dovrai subire lo stesso trattamento che ho riservato a Martes, Giovia e Saturno –

Voltandosi di nuovo, fa cenno a chi lo accompagna di avvicinarsi, che esegue l’ordine camminando fino al suo fianco e facendo scomparire Plutinio con un gesto ed una leggera luce rossa.

- Ora – riprende l’uomo – È arrivato il momento di far sapere a tutti della nuova direzione del team… cosa c’è di meglio per finire sulle prime pagine se non fornire uno scoop ad uno dei più grandi investigatori di tutti i tempi? Forza, Kyrk, sveglia il nostro ospite e tu, Shynelle, prenditi cura della bambina: so bene che vorresti andare a vedere il lavoro di Flyn, ma ci sarà tempo per ricongiungerti col tuo Pokémon, quindi ora vedi di concentrarti e non fartela scappare. Può sembrare una ragazzina come tante altre, quella, ma nasconde un segreto che potrebbe farci parecchio comodo… vedi di trattarla bene –

Entrambi eseguono immediatamente l’ordine: mentre lo stesso tipo incappucciato che ha fatto scomparire Plutinio si avvicina a Bellocchio, un’altra persona si stacca dal gruppo, sotto al cui costume attillato risaltano delle forme chiaramente femminili e dal cui cappuccio fuoriescono delle ciocche bionde.

- Mpf… ora mi tocca perfino badare ad una bambina! Mi chiedo fino a dove si spingerà il Superiore con queste sue richieste! – sento sussurrare alla ragazza, che si avvicina alla mia allenatrice passandomi davanti ed arrivando nell’angolo in cui lei è rimasta tutto il tempo.

Non avrei mai voluto guardare in quella direzione e, probabilmente, non avrei mai dovuto: lei è spaventata, non sa cosa dire né cosa fare, crede che per lei sia la fine… e io sento quello che prova lei.

Devo difenderla, devo intervenire… ma come!?

Quella dal vestito scuro e le ciocche bionde si siede sul tavolo vicino a Mindy e, avvicinando la bocca all’orecchio della bambina, le sussurra qualcosa che non riesco a sentire, ma che chiaramente non la rinfranca ma, al contrario, la spaventa ancora di più, spingendola quasi fino a piangere, causando le risate dell’altra, che si copre la bocca con una mano.

Intanto, quello che prima era stato chiamato Kyrk, si è spostato ed ha tirato un violento schiaffo a Bellocchio, svenuto e con un rivolo di sangue che gli cola dalla bocca, per provare a svegliarlo.

Non riuscendoci, gliene tira un altro più forte, questa volta adempiendo l’incarico e facendosi da parte appena il detective apre gli occhi, in modo tale che il loro capo sia la prima persona a comparire nel campo visivo dell’uomo.

- Bellocchio, il momento è giunto: non mi sei mai piaciuto, ma ora mi servi e, come le antiche leggi del fato stabiliscono, mi aiuterai ad avverare il destino che è stato scritto per noi – dice, attirando l’attenzione dell’altro, che risponde immediatamente.

- Se credi che ti aiuterò, non mi conosci bene Cyrus: mi puoi anche uccidere, ma non farai uscire dalle mie labbra una sola parola – dice lui con un sorriso beffardo, convinto di aver preso alla sprovvista il capo, riconoscendolo.

L’uomo dalla veste nera, capendo che il cappuccio non è più necessario, se lo toglie, rivelandosi quello stesso pazzo che era stato portato da alcune reclute alla riunione del team qualche settimana fa: Cyrus, l’ex-capogalassia, colui che ha proclamato davanti a tutti gli altri il suo diritto di capitanare il team più di tutti gli altri e che, a quanto pare, ha deciso davvero di opporsi agli altri capi e prendere il controllo dell’intero piano con un nuovo gruppo di aiutanti.

- Ti sbagli, Bellocchio – dice passandosi una mano tra i capelli arruffati e sul volto scavato dalla follia – Io non ti voglio fare del male e non voglio avere nessuna delle informazioni che possiedi: quelle, le possiedo da quando ho riunito il Consiglio dei Tredici. Ora, voglio solo che mi ascolti e che diffonderai le notizie che ti saranno affidate: so bene che uno scoop del genere ti farà guadagnare abbastanza quattrini da andare in pensione per sempre, quindi credo che terrai ben aperte le orecchie –

- Non credi che, dandomi queste informazioni, potrei provare a contrastarvi? – chiede Bellocchio, leggermente ripreso dalle tante botte che deve aver preso una volta scoperto.

Cyrus ride: - No, non lo credo: le profezie non lo comunicano, quindi è certo che, anche volendo, tu non potresti mai fermarci. Ora ascoltami con attenzione –

L’uomo fa una lunga pausa, chiudendo gli occhi ed abbassando il capo, come se si stesse concentrando per enunciare una poesia, come era già successo l’altra volta in cui l’avevo visto.

Quando riprende, la sua espressione è serissima e nei suoi occhi arde un fuoco malefico.

- I capi degli altri team sono ormai caduti: ognuno è tornato nella propria regione e, anche se dovessero provare a tornare, ho già comunicato all’interpol la loro esatta posizione e quella dei loro sgherri ed ufficiali, cosicché non possano più mettermi i bastoni tra le ruote. Di certo proveranno a scappare, o forse a tornare qui per riprendere con la collaborazione il controllo del team Omniverse, ma non ci riusciranno. Prendi nota del fatto che ognuno dei membri qui presenti, me compreso, è altamente preparato e selezionato per le sue capacità e da oggi stesso, ci separeremo per conquistare la regione con attacchi simultanei in diverse città, quindi anche se tornassero, potrebbero riuscire al massimo a fermare uno, o anche cinque di noi, ma gli altri andranno avanti e non si fermeranno fin quando non avranno raggiunto il loro obiettivo. Il vero motivo per cui siamo qui tutti quanti, è perché il nome di ognuno di noi deve essere impresso a fuoco nella mente di ognuno di voi, dovete temere la nostra immagine, le nostre vesti nere, i nostri volti e, ogni volta che vedrete uno di noi, dovrete fuggire terrorizzati! –

Appena Cyrus termina la frase, tutti fanno un passo avanti, con una sincronia spaventosa, che li fa quasi sembrare tutti delle marionette, dei pupazzi in mano all’uomo.

Facendo avanti ed indietro attorno alla sua armata, il capo riprende a parlare: - Io sono il maestro enigmatico in grado di superare il nulla assoluto: Cyrus, il Superiore – afferma, fermandosi per un attimo a fissare Bellocchio, per poi giungere fino a dietro un nuovo membro e sfilandogli il cappuccio.

- Colui che viaggia tra le regioni alla ricerca di nuovi allievi: Jaymes, il Tiratore Libero – dice riferendosi all’uomo il cui volto è ora interamente alla luce, ma non dando nemmeno il tempo di focalizzarsi su di lui, dato che in un attimo, riprende la sua camminata e toglie il cappuccio a tutti gli altri, rivelandone il vero aspetto.

Gli unici dei quali odo la descrizione, dopo i primi due, sono l’ottavo, che appare in un turbine di fuoco giusto in tempo per il suo turno, e l’ultimo, che in qualche modo mi sembra di conoscere.

- Assassino dalla dubbia moralità e sicario insuperabile: Flyn, il Soffio delle Fiamme Danzanti –

Sentendosi nominato, quello dai capelli rossi, lancia un sorriso e fa l’occhiolino a Bellocchio, che tuttavia rimane impassibile.

Per quanto mi fosse sembrato quasi simpatico, questo tipo deve essere di certo tra i più pericolosi in assoluto, se non forse il peggiore: al solo sentire quanto gli piaccia l’idea di uccidere, mi è raggelato il sangue nelle vene.

Lo fisso per un po’, cercando di segnare nella mia mente ogni tratto del suo volto, dal mento appuntito, al verde dei suoi occhi, ai tatuaggi che possiede, ai capelli di quel rosso acceso: sarà solo per uno strano presentimento, ma sento che presto mi dovrò battere con lui.

Intanto, Cyrus è già arrivato all’ultimo componente della fila, vicino al quale noto esserci quella ragazza bionda che prima si trovava a fianco della mia allenatrice, probabilmente spostatasi mentre ero concentrato su Flyn.

- L’ultimo dei nostri acquisti, il più grande lottatore di Pokémon mai visto nella storia, in grado di superare perfino i grandi Campioni delle Leghe. Colui che emerge come luce tra noi ombre: il membro numero XIII, Jessey, la Chiave del Destino –

Avevo già notato che quel membro era decisamente più basso degli altri, ma non avrei mai creduto che potesse essere tanto giovane… a vederlo così, sembra poco più grande della mia allenatrice, avrà al massimo due o tre anni in più.

La sua espressione è appena visibile, dato che tiene il capo chinato, come se temesse qualcosa o provasse una forte tristezza o, forse, qualcosa di ancora più terribile: il titolo di “Chiave del Destino”, probabilmente ce l’avrà per un motivo e questo chiaramente pesa molto su di lui.

L’unica cosa che riesco a distinguere chiaramente, l’unica cosa che lo caratterizza rispetto agli altri è la chioma di capelli biondi, uniti in una pettinatura molto particolare, con diverse punte che sparano in ogni direzione.

- Ti chiederai per quale motivo abbiamo deciso di comparire proprio adesso, suppongo – dice Cyrus, tornando a riferirsi a Bellocchio, che non emette un fiato, ma dal cui atteggiamento si riesce a capire che non aspetta altro che la risposta, che subito gli viene fornita: - Il motivo è assai semplice: questo sarà l’ultimo momento in cui ci vedrai uniti, perché da ora in poi, ognuno di noi si dedicherà ad una causa diversa, tutti per raggiungere il Nuovo Mondo. In più, l’altro motivo è che, qui, davanti a te, avrà inizio il vero e proprio “Progetto Replica”, in cui Xante ed il mio ex-amico Plutinio hanno miseramente fallito e ciò, avrà inizio da quella bambina! –

Il suo dito puntato verso di lei, l’espressione del suo volto, la faccia degli altri, compiaciuti di vederla tanto spaventata… mi si ferma il cuore non appena tutto quell’insieme di cose si avvera davanti ai miei occhi.

Un urlo terrorizzato è l’unica cosa che riesce a perforare quel torpore che mi avvolge.

Come in un de-ja-vù, tutto rallenta, tutto si fa frammentario.

Una forte luce si emana dall pietra che porto al collo e sento un potere sconosciuto che mi arde dentro, sento come di avere un nucleo di energia infinita che mi esplode dentro.

Non vedo altro se non la mia allenatrice.

Ribalto il tavolo dietro al quale sono nascosto e, una volta davanti a lei, mi rendo conto di essere ben più alto e forte di quanto non ricordassi.

Qualcuno si scaglia contro di me, qualcuno tenta di lanciarmi contro un attacco, ma quella stessa energia che mi avvolge, mi protegge da entrambi.

Con un possente colpo d’ali, resistenti e dai riflessi riconducibili a quelli del metallo, li colpisco e, prima che abbiano il tempo di contrattaccare, accumulo tutta quella forza in un unico attacco, sparando un raggio di energia tanto potente da perforare perfino le pareti dell’edificio.

Divampa un incendio.

Mi volto e raccolgo da terra Mindy, terrorizzata.

- Ora sei al sicuro: io ti proteggerò sempre… - le sussurro.

Sento sulla schiena potenti colpi, che cercano in qualche modo di fermarmi, ma non ci riescono.

Lancio un nuovo colpo di energia dalla pietra che porto attorno al collo, poi, con la velocità che mi è stata donata da questo strano potere, fuggo lontano, in un posto in cui spero non ci troveranno mai.

Corro per percorsi, nuoto nei fiumi, supero interi mari, stradico alberi, tutto solo per difendere lei.

Alla fine, sentendomi abbastanza lontano, la appoggio a terra e cado in ginocchio.

Ogni energia mi abbandona, ma lei ora è salva.

Non sento più nulla, nemmeno il mio stesso corpo.

L’ultima cosa che vedono i miei occhi prima di chiudersi è la luce della pietra che si affievolisce.

Le ultime parole che escono dalle mie labbra sono chiare ed esprimono tutta la felicità che provo.

- Se anche tutto dovesse finire così, sono felice… sai Mindy? Perché, ti chiederai… beh, è semplice: perché so che ci rivedremo presto. Tu hai visto nel mio futuro e io ho visto nel tuo: è solo questione di tempo prima che ci riuniremo definitivamente. Ora, chiudiamo entrambi gli occhi e riposiamo: vedrai che il prossimo mattino non ci metterà molto ad arrivare… -

 

 

in viaggio:

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Info:

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N° Pokédex:        393                      

Nome:              Piplup         

Tipo:               AcquaIC_Big.png        

AO:                   Mindy        

ID:                    19248         

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Batuffolo (  )           L. 20               

Strumento:     Pietrastante            

Abilità:               Acquaiuto              

Natura:                 Ardente           

 

Dove siamo:

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POSIZIONE SCONOSCIUTA

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- Allora, credi che resterai ancora molto lì da solo a fissare il nulla? – mi chiede all’improvviso una voce.

- Sta’ zitto Decidueye: sai bene che non sono dell’umore… - gli rispondo immediatamente, quasi d’istinto.

- Andiamo… è davvero così che tratti un vecchio amico come me? – dice, uscendo dall’ombra della foresta e facendosi vedere nella sua interezza.

Era da tanto che non si faceva vivo e proprio per questo sono ancora più sospettoso.

- Perché sei qui? – gli chiedo schietto.

Lui sorride: - Davvero non lo sai? Considerando che non l’hai mai persa d’occhio, credevo lo sapessi… -

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Tutto era iniziato come un normale viaggio di una normale allenatrice, che come tutte le normali allenatrici aveva scelto un normale Pokémon di tipo Acqua come starter… con il piccolo problema che quello non era un Pokémon normale.

Piplup Francis Scott Michael Francis Alec George Thomas John Francis Aaron Geoffrey James Victor Francis von Empoleon era il suo nome, ma gli amici lo chiamavano Batuffolo, mandandolo su tutte le furie.

Mindy era il nome della sua allenatrice, che fin dal primo momento l’aveva adorato nonostante il suo pessimo carattere.

Insieme erano partiti per un obiettivo comune: battere le palestre e diventare i nuovi campioni di Sinnoh, ma fin dall’inizio del loro viaggio era chiaro che niente sarebbe andato come avevano previsto.

Un team malvagio, il team Omniverse, era stato solo l’inizio delle loro avventure e solo la prima delle minacce che avrebbero dovuto affrontare.

In breve, scoprirono che loro erano stati scelti per un destino misterioso e di avere degli strani collegamenti col Pokémon Leggendario Mesprit.

Dopo nemmeno un mese dalla loro partenza, il loro rapporto si era consolidato, tanto che nessuno dei due avrebbe potuto vivere senza l’altro, in particolar modo il piccolo Batuffolo, così geloso della propria allenatrice da odiare e provare una certa rivalità con l’altro membro della squadra: uno Shinx chiamato Sfavillo, successivamente evoluto in Luxio.

Con l’arrivo a Giardinfiorito, nuove scoperte li avevano sorpresi ed il ritorno di una vecchia conoscenza aveva costretto il Pokémon Acqua ad andare oltre ogni suo limite. Tutto con l’unico fine di salvare Mindy.

L’impianto Turbine e la conoscenza del Consiglio dei Tredici l’aveva costretto a fronteggiare un pericolo che nemmeno con l’aiuto di quello stesso Pokémon Leggendario che l’aveva sempre seguito sarebbe stato in grado di superare.

L’unica cosa che aveva potuto fare era stato fuggire, portare la sua allenatrice lontano dai pericoli che avrebbero potuto portargliela via.

Diverse erano state le persone e moltissimi i Pokémon che avevano incontrato.

Ryu e Phoebe, le due spie, con i loro Gallade e Gardevoir.

Il Dottore e River, i due misteriosi viaggiatori del tempo e dello spazio, accompagnati da un Alakazam.

Joey, l’assistente del professor Rowan, Terry il Turtwig e Jimmy il Chimchar, anche conosciuto come il più caro amico del Piplup.

Un Decidueye proveniente da una regione lontana e dal triste passato.

Mesprit, il Pokémon Leggendario.

Tutti loro, e forse anche qualcuno di più, hanno una sola cosa in comune: sanno quanto quei due contino per le sorti del mondo.

Batuffolo era convinto che quell’esperienza all’impianto Turbine sarebbe stata la fine, ma tutti sanno che dopo una fine, non può che esserci un nuovo inizio…

Ora è pronto a tornare.

È stato divertente essere uno Starter, aver provato quelle forti emozioni, l’affetto della propria allenatrice, ma ora è arrivato il momento di andare oltre.

Ancora tante domande attendono di avere la loro risposta ed è il momento che ognuna di loro ce l’abbia…

L’Era dell’Imperatore

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Capitolo 1: ritorno alle origini

 

In effetti Decidueye non ha torto: io la mia allenatrice, non l’ho mai persa di vista.

Lei non se n’è mai accorta, ma io non l’ho mai lasciata sul serio, fin dalla prima volta che ci siamo separati, poco dopo la fuga dall’Impianto Turbine.

Non è passato poi tanto tempo da quell’evento, ma a me sembra una vita…

Da quel momento mi sono visto con occhi diversi e se fosse stata sveglia in quel momento, anche lei l’avrebbe fatto: ancora ricordo il primo giorno da solo, quando, specchiandomi nell’acqua del lago, ho visto un volto completamente diverso e, al posto della solita Pietrastante, un oggetto sconosciuto appeso al mio collo.

Più tardi, quello stesso Pokémon che si trova di fronte a me ora, mi ha detto che si trattava di qualcosa che nessuno ancora aveva conosciuto, ma che lui era certo fosse un’esemplare delle megapietre: “Questa è senza dubbio il frutto di tutta quell’energia che ti portavi dentro”, era stata la sua affermazione, “già sapevi che la Pietrastante non avrebbe retto per sempre e che la tua energia si sarebbe scatenata in qualche modo, quindi te lo potevi anche aspettare: sii fiero di questo dono, perché non è roba da tutti poter vantare un’Empoleonite come la tua!”.

Mi dispiace ammetterlo, ma aveva proprio ragione…

Una pietra del genere non ce l’hanno tutti e, in effetti, credo di averlo saputo fin dal primo momento in cui ne ho visto il riflesso nell’acqua di fronte a me.

Forse è stato proprio quello a spingermi a prendere la decisione successiva: inoltrarmi nel bosco e fare in modo che nessuno trovasse più traccia di me.

- Quindi? – mi chiede improvvisamente Decidueye, interrompendo i miei pensieri – Cosa hai intenzione di fare? Vuoi davvero vivere qui da solo per il resto della vita solo perché “non sei più come prima”? –

- Sai bene quanto me che non è solo quello! – gli rispondo lanciandogli uno sguardo truce, che lui sostiene senza problemi, facendomi desistere poco dopo.

Lui sorride, consapevole di conoscermi quasi meglio di quanto mi conosca io stesso.

- Va bene – confesso – Non è per questo: è che… credi davvero che lei abbia bisogno di me? Nel senso, ora non viaggia più da sola, ha tante persone che si prendono cura di lei e nuovi Pokémon con cui viaggiare, senza considerare il fatto che anche tu la sorvegli. Insomma, io perché dovrei tornare? Non mi sembra che qualcuno senta la mia mancanza! –

- E tu come fai a saperlo? – mi chiede, cominciando a camminare avanti e indietro – L’ultima volta che hai provato a parlare con qualcuno che non fossi io, è stato più di tre settimane fa, quando dicesti a Mesprit di aver trovato il posto giusto per proteggere la tua Allenatrice… salvo poi scoprire che l’avevi portate nel posto migliore di tutti per farla ripartire per il suo viaggio. Quello, devo dire che non avrei potuto prevederlo nemmeno io, ma d’altra parte, potevi anche riflettere un po’ e capire che, con tutto quello che ti ha raccontato del suo passato, la sua città natale fosse Nevepoli: se la riporti a casa, è ovvio che sarà ancora più intenzionata a ripartire! – ride.

Per un attimo, smette di camminare e riprende a guardarmi negli occhi, per poi capire dal mio sguardo che non ho intenzione di tirare di nuovo fuori quell’argomento: davvero è stato terribile scoprire, dopo tutto quello che ho fatto per tentare di salvarla, che l’avevo riportata a casa e che proprio per quello, sarebbe ripartita dopo nemmeno un giorno… ma almeno da quel momento in poi è stata sempre accompagnata da qualcuno di cui so si potesse fidare, quindi, per quanto da un parte fossi distrutto, dall’altra ero anche felice della positiva casualità degli eventi!

Il luogo in cui ci eravamo fermati era una semplice radura innevata, dalla quale era appena visibile qualche luce proveniente dalla città poco distante: avevo capito fin da subito che non sarebbe stata una buona idea lasciarla lì, nel bel mezzo del nulla.

Appena mi sono risvegliato, dopo aver recuperato le energie perse per la fuga, mi sono accorto che qualcosa era cambiato, ma non ci ho fatto troppo caso: ho portato Mindy al limitare della città e, richiamando l’attenzione di una passante, ho fatto in modo che venisse ritrovata, per poi sparire.

Ora che ci ripenso, è proprio in quella circostanza che ho rivisto per la prima volta gli occhi penetranti di Decidueye…

Non ricevendo risposte ed interpretando il mio silenzio come una mancanza di rispetto, il Pokémon Alifreccia abbassa lo sguardo e ricomincia a parlare con un tono leggermente indispettito, contando sulle dita tutte le persone che nomina: - Se posso, ti vorrei ricordare che Flyn e Jessey si chiedono che fine hai fatto fin dal primo momento in cui sei scomparso, per scoprire come hai fatto a sbaragliare tutti quei tipi con un solo colpo; la sorella di Mindy, che come dovresti sapere è esperta di Pokémon di tipo Ghiaccio, non vuole che sfidarti ad una lotta, per capire se quello che chiama “il misterioso potere degno di essere definito leggendario” esistesse anche sui suoi libri di storia e di mitologia, oltre che per testare i suoi amici, che a quanto dice lei sarebbero in grado di resistere ai tuoi Ferrartigli; Ryu e Phoebe sono ormai stanchi di fare da baby-sitter alla bambina e si vogliono complimentare con te per l’ottimo lavoro svolto come spia e come salvatore di Bellocchio; Sfavillo è da quando sei scomparso che tiene da parte un po’ di elettricità per te e, considerando quanta ne ha accumulata, per lui devi tornare al più presto perché altrimenti rischia di esplodere; Spica continua a fare domande su “Tuffy”, che la sua allenatrice continua a nominare e che davvero non riesce a capire di chi si possa trattare; per ultimo, ma non meno importante, c’è la tua Allenatrice, che l’unico motivo per cui sembra tanto allegra, è per celare agli occhi degli altri la tristezza che prova per la tua mancanza. Sei ancora convinto che non è abbastanza per tornare? – mi chiede, lanciandomi con qui suoi occhi perforanti uno sguardo che mi penetra fin dentro l’anima.

- Io… Io non so che dire – mormoro rimanendo immobile.

Sul suo volto, in ombra nel cappuccio di foglie, compare un sorriso dall’aspetto leggermente inquietante.

- Perfetto! – esclama allora lui – Se non sai cosa dire lascia parlare me: sarà tutto fatto prima ancora che tu te ne accorga… -

Con movimenti fulminei mi si avvicina e, usando una Cucitura d’ombra lega la mia ala alla sua zampa con il filo oscuro che genera l’attacco e dopodiché, comincia a volare fuori dal bosco.

Chissà perché, questo momento mi riporta alla mente la prima volta che ci eravamo incontrati: in effetti hanno molte cose in comune…

Ora che ci penso, l’unica vera differenza, credo che sia dovuta al fatto che adesso, il motivo per cui mi sta riportando indietro e per cui ha viaggiato per tanto tempo con la mia allenatrice, non è che attende una ricompensa, ma unicamente perché sente che è giusto farlo, perché prova piacere nello stare con noi.

Credo di dovergli molto e, tutto sommato, di essere un po’ meno geloso di Mindy grazie a lui: d’altra parte, ha dimostrato più di una volta che non ha intenzione di prendere il mio posto come starter… senza di lui, non so cosa avrei fatto!

L’unica cosa che mi dispiace, credo sia la sua indole solitaria e un po’ burbera, che lo ha indotto a non entrare nella squadra, pur continuando a seguire la streghetta per tutto il tempo: “io adoro la mia libertà”, mi ha detto una volta “e dopo quello che ho passato ad Alola, non voglio rischiare di soffrire pure qui. Non ho intenzione di lasciarvi tanto presto, ma vi seguirò da Pokémon selvatico”.

Mi chiedo quanto tempo ci metteremo ad arrivare fino a dove si trova ora Mindy, ma di certo, anche se il viaggio dovesse durare solo pochi minuti, mi sembreranno interi secoli, per la sola emozione che provo a rivedere tutti quelli che mi aspettano.

Ci sono tante cose che dovrò spiegare, ci sono tante cose che ancora mi chiedo, ci sono tante cose che probabilmente non saprò mai, ma tanto se con me ci sarà Decidueye, mi aiuterà lui, no?

Beh, non ha mai smesso di farlo, quindi credo che non potrebbe che essere così! In più, bisogna anche considerare che, in un modo che non riuscirò mai a capire, lui è sempre riuscito a comprendermi alla perfezione: anche ora, che dopo le lunghe discussioni dei giorni scorsi, alla fine è riuscito a convincermi a tornare, non ha avuto bisogno di spiegazioni, capendo tutto da sé.

Se c’è qualcuno che mi aiuterà, quello è di certo lui!

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Batuffolo (  )           L. 23               

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Capitolo 2: una giornata al mare (parte 1)

 

- Sei davvero sicuro che sia una buona idea tornare così? – chiedo – Non è un po’… poco ortodosso? –

- Cosa intendi? Suvvia, questa per te è stata solo una piccola vacanza, non un addio: non avrai certo pensato che ti avrei riportato qui con chissà quale elogio od un discorso degno di un re? – mi risponde lui, strattonandomi ancora un po’ verso l’entrata del percorso 213 – Senza poi contare che, se non sbaglio, tu avevi detto di non sapere cosa dire, quindi… beh, è meglio così, perché in questo modo non dovrai dire assolutamente nulla! Ora smetti di opporre resistenza e seguimi: nel “lascia parlare me”, il dover fare tutta questa fatica non era incluso nel contratto – conclude strattonandomi ancora di più e riuscendo finalmente a farmi attraversare la prima parte della zona.

Da una parte, è una fortuna il fatto di pesare due terzi del Pokémon che mi sta davanti, ma dall’altra, devo dire che preferivo molto di più prima, quando mi trasportava quasi senza problemi e non dovevo faticare nemmeno un po’.

Per fortuna, ora come ora, ciò a cui presto più attenzione, nonostante sia parecchio stanco dopo il viaggio che ci ha condotti dai boschi di Nevepoli fino a qui, è proprio questo pregio: di certo se così non fosse stato, non sarei mai riuscito a farlo rallentare e mi troverei già di fronte a tutti, chiedendomi cosa fare o cosa dire!

In un certo senso, me lo sarei anche potuto aspettare che alla fine Mindy sarebbe tornata qui, dove mi ha raccontato di aver passato parecchie estati come Ciambellina insieme a sua sorella, con la quale si divertiva a nuotare nel mare, ma considerando che porta con sé Sfavillo ed un Pokémon appena uscito dall’uovo, allo stesso tempo era anche l’ultimo posto in cui avrei mai creduto di poterla trovare.

Probabilmente, questa deve essere la prova che le sue doti da piccola strega non sono sparite, dopotutto: da quando ho smesso di sentirla, ho creduto che con quello, anche tutto il resto se ne fosse andato!

Intanto, sento di nuovo uno strattone, che, prendendomi alla sprovvista data la mia immersione in questi pensieri, mi fa cadere in avanti, sulla sottile sabbia che costituisce la spiaggia poco fuori da Pratopoli.

- Non serviva tirare così forte! – gli dico, rialzandomi e pulendomi dalla sabbia, che ha già ricoperto il mio manto piumato e si è infilata fin nei posti più impensabili.

- Se non funzionano le buone – mi risponde con tranquillità Decidueye – L’unica alternativa sono le cattive: se non mi lasci scelta, il solo da biasimare sei tu stesso –

- In realtà, a mio parere, cominci ad averci preso gusto… ma vedrò di sorvolare e non dire a Mindy quanto mi hai trattato male! – dico, sottintendendo che stessi scherzando.

- Ah davvero!? – esclama lui, voltandosi verso di me e fissando i miei occhi con uno sguardo assassino, chiara prova che non aveva capito il gioco – Qualcosa mi suggerisce che la tua lingua si sia improvvisamente sciolta: se sa essere così tagliente con me, di certo non avrà problemi ad aiutarti con i tuoi vecchi amici, no? –

Con un agile colpo di polso, fa schioccare la corda che, in un modo che nemmeno conosco, comincia a roteare, trascinandomi dietro di sé, fino a che, slegandosi completamente, mi fa girare su me stesso come una trottola.

A giudicare dalle risate del Pokémon Alifreccia, questo deve essere uno degli spettacoli più divertenti mai visti di sempre o, quantomeno, un’ottima rivincita per quello che gli ho detto.

 Immediatamente mi rialzo, ma prima ancora che abbia il tempo di fare qualcosa, anche solo voltarmi per dirne quattro a Decidueye, la vista di ciò che mi sta davanti mi fa rimanere di sasso: se dovevo elaborare un piano o qualcosa da dire, ora è decisamente troppo tardi.

Sapevo già che è un tipo molto preciso e che, quando e se deve fare qualcosa, la fa bene, ma davvero non mi sarei mai aspettato che, portandomi dalla mia allenatrice, mi avrebbe portato esattamente di fronte a lei!

Va bene che magari lui non vede gli stessi problemi che vedo io, ma qualche sentimento ce l’ha anche e avrebbe dovuto pensare che, magari, non avrei voluto ritrovarmela davanti così, tutt’a un tratto… ma comunque sia, ormai è tardi: sentivo che mi sarei dovuto opporre con molta più forza alla sua idea di tornare così, tutt’a un tratto!

Resto immobile, incapace di muovermi, mentre con uno guardo sbalordito, un Gallade che ben conosco mi fissa, per poi voltarsi e richiamare qualcuno.

Poco per volta, attorno a me si crea una folla, composta da almeno quindici Pokémon con i loro allenatori, a cui poi si aggiungono alcuni curiosi, prontamente scacciati dai pochi individui che, in quel gruppo, ancora riconosco.

Gallade e Gardevoir, i più fidati compagni di Ryu e Phoebe, nonostante ora siano accompagnati da un piccolo Ralts, non sono cambiati nemmeno di una virgola: l’atteggiamento che entrambi hanno nel mandare via gli sconosciuti, è lo stesso che hanno sempre avuto.

Uno dall’atteggiamento solenne e cavalleresco, l’altra gentile come pochi, nonostante ciò che stia dicendo sembri più un ordine che una richiesta, esattamente come me li ricordavo… in un certo senso, è bello rivederli!

Oltre a loro, poi, riconosco immediatamente lo Sceptile e la Ninetales di Ryu, gli stessi Pokémon che mi avevano riportato da Mindy insieme a Decidueye quando ancora ci trovavamo a Mineropoli, e Victini e la Delphox, appartenenti a Phoebe e due dei protagonisti della nostra permanenza nella base del team Omniverse.

Tutti gli altri, per quanto alcuni sono certo di averli già visti, non ricordo a chi appartengano, né di averci mai parlato, cosa che mi spaventa abbastanza: odio parlare davanti ad una folla di sconosciuti!

Mentre ancora sono fermo a guardare in faccia tutti quelli che mi stanno davanti, cercando anche solo un piccolo frammento di memoria che li contenga, un ragazzo, di certo di non più di vent’anni, dai capelli scuri e scarmigliati a causa del vento e dagli occhi di un blu profondo, si fa largo tra di loro, inginocchiandosi poi davanti a me per mettere il suo volto all’altezza del mio.

Per alcuni secondi mi fissa e basta, indeciso su cosa dire tanto quanto lo sono io, ma poi azzarda un semplicissimo: - Sei davvero tu, Batuffolo? –

Io, con tanta semplicità quanta ne ha avuta lui, annuisco restando serio.

- Sei mancato molto a tutti noi, sai? Ho passato interi giorni a cercarti e Phoebe ha passato altrettanto tempo a consolare Mindy per la tua scomparsa: entrambi avevamo capito subito che, se avevi fatto una scelta del genere, ci doveva essere qualcosa sotto, ma io davvero non mi sarei mai aspettato che sarebbe finito… così – dice, accennando alla mia nuova forma – Di certo, ci dovrai spiegare come hai passato tutto questo tempo, ma prima di tutto, ti dobbiamo ringraziare per quello che hai fatto. Inizialmente, avevamo pensato di organizzare una piccola festa, ma dato che poi sei sparito, abbiamo rinunciato… -

Una nuova figura si fa largo tra i Pokémon, questa volta però si tratta di una giovane dagli occhi verdi e dai capelli neri, ordinatamente legati in una coda e tenuti fermi da una fascia: a differenza dell’altro, sembra decisamente arrabbiata.

- E così alla fine sei tornato, eh? – dice furiosa – Hai idea di cosa abbiamo passato per causa tua, di cosa hanno passato i tuoi amici e la tua allenatrice!? Se non fosse stato per Decidueye, probabilmente non saresti nemmeno qui! Mi sbaglio forse!? Dovresti essere felice di non essere un mio Pokémon, perché se così fosse, ti ritroveresti già in un brutto posto! –

- Phoebe, non essere così dura con lui: se è scappato, di certo doveva essere davvero spaventato! Alla fine, ora è tornato, anche se con un piccolo aiuto, e l’importante è questo – cerca di dire l’altro per aiutarmi.

- No, invece: io DEVO essere dura con lui! Se fossero tutti come te o la sua allenatrice, qui tutti farebbero solo quello che vogliono e non affronterebbero più i problemi, preferendo svicolare come ha appena fatto pure lui, non badando minimamente alla conseguenze che questo ha sugli altri! – risponde lei, ancora più arrabbiata, scagliandosi contro l’amico.

- A me non sembra che lui se ne sia andato per non affrontare un problema… semplicemente pensava che sarebbe stata meno dura per Mindy non rivederlo più che accettarlo per come è ora, dato il grosso cambiamento che ha subito. Di certo non è stata la scelta migliore, ma come fai a sapere che tu nella stessa situazione non lo avresti fatto? – replica di nuovo il ragazzo.

- So che io non lo avrei fatto per il semplice fatto che, come te dopotutto, ho imparato che chi non mi vuole, non mi merita e che, se io cambiassi, se gli altri mi volessero davvero bene, starebbero con me comunque! – strilla, tirando poi un grosso sospiro e, pian piano, sbollendo la rabbia.

Voltandosi, mi parla di nuovo con un tono che lascia trasparire un po’ di delusione per il mio comportamento, ma allo stesso tempo anche una certa comprensione – Ok, bisogna essere onesti: forse il tuo comportamento non è così biasimabile, ma hai comunque sbagliato a lasciare tutto e tutti così. Come ti ho già detto, hai fatto soffrire molto la tua allenatrice e, per quanto lei ti perdonerà sempre, ti consiglio di non farlo di nuovo, perché in quel caso ci penserò io a fartelo ricordare come l’errore più grande della tua vita –

Io annuisco, per niente intimorito da quella minaccia: so anche io di aver fatto soffrire tutti, con la mia lontananza, ma credo che sia stata comunque la scelta migliore.

 

 

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Batuffolo (  )           L. 23               

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Capitolo 2: una giornata al mare (parte 2)

 

Anche Ryu, seguendo l’altra allenatrice, si allontana, lasciandomi solo davanti ai Pokémon, che mi guardano come se fossi un alieno, ma allo stesso tempo apparentemente troppo intimoriti per spiccicare parola: per fortuna dopo poco ci pensa Decidueye a rompere il ghiaccio e ad alleggerire la tensione.

- Forza, dite qualcosa: capisco che non sono proprio il massimo della simpatia, ma almeno un grazie, dato che sono stato l’unico in grado di ritrovarlo e portarlo indietro, sarebbe gradito, sapete? – dice, lanciando una frecciatina a Sceptile, probabilmente in rivalità con lui per il fatto che entrambi siano di tipo Erba.

- Io non mi aspetterei tanto, se fossi in te – risponde immediatamente il Pokémon Foresta, guardando con occhi aggressivi l’altro – Se tu ce l’hai fatta e noi no, non è certo perché sei più bravo: è stata solo fortuna e una piccola dose di intuito… anche perché, se non sbaglio, per raggiungerlo, ti sei basato su una mia pista! –

- Davvero? Io credevo fosse l’esatto contrario: non eri tu ad essere andato dal tuo allenatore a frignare perché era calata la notte e le pile ti si stavano scaricando? Uno che ha un’autonomia di sei ore, non credo che possa lavorare poi tanto… - fa notare l’Alifreccia.

- Io almeno un allenatore ancora ce l’ho! – termina Sceptile – E non tutti sono signori della notte come te… ma onestamente io non vorrei nemmeno esserlo! Molto meglio essere un Drago che uno Spettro inquietante… -

Detto ciò, forse perché convinto di averla spuntata, o più probabilmente perché a corto di risposte, il Pokémon si ritira, facendosi largo tra gli altri ed andando a raggiungere pure lui i due allenatori.

Di nuovo, torna a regnare un silenzio imbarazzante, finché Ninetales, accompagnata da Delphox e Victini, non si fa avanti: - Forse il nostro amichetto frondoso sarà troppo orgoglioso per riconoscere la tua bravura – dice riferendosi al suo collega, che ancora li guarda da lontano – Ma io non lo sono per niente e, a nome di tutti, ti ringrazio: davvero non so come avremmo fatto senza di te! –

Entrambi i Pokémon che la seguono confermano, facendo arrossire leggermente l’Alifreccia, che subito si inchina e replica: - La ringrazio madama: lei è davvero troppo gentile! –

- Di nulla, messere, per me è un piacere riconoscerle i suoi meriti! – risponde ridendo la tipo Fuoco, che poi parla direttamente con me.

- È bello rivederti – mi dice – In un certo senso, mi ha anche fatto piacere il fatto che tu non ci fossi, perché così io e gli altri Fuoco e Psico, tranne Gardevoir e Gallade, ovviamente, abbiamo avuto molto più tempo per giocare con Spica! Ancora non la conosci, ma vedrai che la incontrerai presto: è davvero promettente ed è uno dei Pokémon più carini che io abbia mai visto! –

- Concordo! – continua Delphox – Ed il fatto che sia un tipo Psico come me è solo un altro punto a suo favore: nonostante sia così piccola, è davvero incredibile! Comunque sia, se fossi in te, penserei ad un problema per volta… ti assicuro che ci sono molte altre persone con cui dovresti parlare prima di incontrare Mindy ed i tuoi vecchi compagni di squadra –

Io ringrazio entrambe, che dopo aver lanciato un ultimo cenno di ringraziamento a Decidueye, che si inchina nuovamente, richiamano i rispettivi allenatori e si allontanano, lasciando spazio libero ad altri Pokémon, che questa volta sono certo di non conoscere.

Che io ricordassi, sia Ryu che Phoebe possedevano già sei Pokémon, quindi di certo questi non possono far parte della loro squadra…

- Ciao – mi dice uno dei due, con un sorriso amichevole, facendo lampeggiare le gemma rossa che possiede sulla fronte.

Sul momento, rimango immobile, forse in parte anche per via della similitudine tra quei tipi.

- N-noi ci conosciamo…? – chiedo incerto ed un po’ in imbarazzo per il modo in cui mi sta fissando quello che ha parlato.

- No – mi risponde – Ad essere sinceri credo che tu non ci abbia mai visto prima, ma noi siamo tuoi grandissimi fan! – esclama, continuando a fissarmi con quegli occhi inquietantemente brillanti, quasi come se fosse emozionato anche solo per essere riuscito a parlarmi.

Io rimango senza parole, ma pur di fare qualcosa, azzardo anche io un sorriso e provo a dire qualcosa che possa mandarli via, ma prima di riuscirci, lo stesso Pokémon si presenta insieme all’amico.

- Io sono Serment – dice immediatamente – Mentre lui è Oublì: come ho già detto, entrambi siamo davvero felicissimi di poterti incontrare dal vivo! –

- Beh, ecco… non so che dire: non credevo di essere tanto famoso, né tantomeno di avere fan così sfegatati! Anzi, ad essere onesti, non credevo proprio di averne… -

- È impossibile che pensi una cosa del genere! Hai salvato il mondo: è normale che qualcuno ti ammiri… - sbuffa l’altro Pokémon, lanciandomi un’occhiataccia.

- Oublì! – lo sgrida subito Serment – Non è il caso di essere tanto scortesi! –

- Sono qui solo perché ci sei tu e lo sai bene: io non ammiro questo tipo e non ho mai voluto stare tutto il giorno a sciogliermi per il caldo in spiaggia. Ora, se non vi dispiace, io me ne andrei: quando e se mi voleste cercare… beh, non cercatemi che è meglio! – detto ciò, corre via, spiccando una serie di balzi e sparendo sul tetto di una casa poco distante.

- Wow – esclamo – Certo che quello deve essere proprio un bel tipo! –

L’altro Pokémon mi guarda comprensivo: - Sì, in effetti a volte è un po’ strano, ma non perché è cattivo: è nella sua natura di Umbreon essere un po’ lunatico… così come è nella mia essere solare! –

Solo in quel momento, mi torna in mente un fatto accaduto quando ci trovavamo ancora a Giubilopoli e subito chiedo, con un tono forse un po’ esagerato: - Aspetta un attimo, tu non sarai mica quell’Eevee di Giubilopoli che mi ha aiutato perché voleva Evolversi in Espeon!? –

- Io? – chiede sbalordito e un po’ offeso – No, non sono mai stata a Giubilopoli e non ti ho mai visto dal vivo prima d’ora. Anche se possiamo sembrare simili, noi Espeon non siamo tutti uguali, sai? –

Quella sua frase mi sbalordisce ancora: - Cosa vuoi dire con “non sono mai stata”? Vuoi forse dire che tu sei…? –

- Certo che sono una femmina! – esclama, voltandomi poi le spalle – Sei molto meno intelligente di quello che pensavo, sai? –

Con quell’ultima frase, pure lei mi lascia e, a giudicare dall’espressione che ha mentre si allontana, non deve essere stato proprio il massimo come primo incontro…

Improvvisamente sento qualcosa che mi tocca la schiena ed in un istante vengo attraversato da almeno un migliaio di volt.

Già nel secondo successivo tutto diventa nero.

 

 

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Capitolo 3: vecchi amici (parte 1)

 

- Se non fosse che l’ultima volta che ti ho visto, tu mi hai aiutato, non ti parlerei quasi più! – sento strillare ad una voce alle mie spalle, proveniente da una sagoma che non riesco ad identificare per via della vista annebbiata.

In ogni caso, la sua voce è impossibile da non riconoscere: è solo uno il tipo Elettro in grado di fulminarmi con tanta felicità e allo stesso tempo sgridarmi con un tono tanto aggressivo.

Cerco di parlare, ma per via della scossa che mi ha tirato, che ancora mi attraversa tutto il corpo, non riesco a dire nemmeno una parola di senso compiuto.

Probabilmente, a giudicare da come sta faticando lui a trattenere le risate, al posto di aver detto “anche io sono felice di rivederti”, devo aver pronunciato qualche verso talmente incomprensibile da sembrare comico: in un certo senso, mi mancavano anche questi momenti… ma non troppo! Sarà anche passato un sacco di tempo dall’ultima volta, sarò anche diventato il bersaglio delle ire di mezzo mondo, sarò anche un mezzo eroe, ma io rimango sempre e comunque un orgogliosissimo componente della rinomata famiglia von Empoleon!

Cerco di rialzarmi, sperando che magari potrei riuscire a farmi capire a gesti, dato che le parole mi hanno già tradito una volta, ma anche con questo tentativo, riesco solo a spingerlo ancora di più verso il mare di risate nel quale sta per scoppiare: dopo aver azzardato un passo, per sbaglio gli pesto la coda che, come di consuetudine, rilascia una fortissima scossa, che sommandosi a quella di prima non del tutto dissolta, mi trasforma in un perfetto Registeel danzante un po’ sbilenco, tanto che ad un certo punto riesco pure a darmi un colpo d’ala in faccia da solo.

Il solo vedere quanto quel Luxio (e non solo lui) si stia divertendo alle mie spalle mi fa andare su tutte le furie, ma tanto dubito che serva davvero a qualcosa arrabbiarsi… ormai lo conosco fin troppo bene per prendermela sul serio per una cosa del genere che, tra l’altro, sarebbe pure per metà colpa mia…

Finalmente, dopo quegli ultimi estenuanti tentativi di rimanere impassibile, scoppia davvero a ridere, talmente forte da farlo rotolare a terra più e più volte, tanto che ogni centimetro quadrato del suo corpo è talmente teso da rilasciare scosse senza la sua volontà.

Una volta preso almeno in parte il controllo di se stesso, pronuncia tra una risata e l’altra: - Guarda che sono i Pokémon confusi quelli che si colpiscono da soli, non quelli paralizzati! –

- Forse quelli paralizzati da un Pokémon normale – riesco a rispondergli con un filo di voce, che continua in comunque a vibrare in una strana maniera – Ma se succede con uno come te, è tutta un’altra storia: si vede che, dopo tanto tempo che ti accompagna, anche la tua energia ha deciso di diventare matta come te! -

- Sì, in effetti mi sembra una teoria plausibile! – mi risponde lui ridendo – Anche se continuo a pensare che qui, il più strano rimani sempre e comunque tu! –

Finalmente, mi aiuta a rialzarmi, continuando a sghignazzare, ma notando un particolare che non gli quadra, che lo fa diventare tutt’a un tratto inquieto, tanto da fargli fare un balzo in aria e da farlo diventare talmente sospettoso da cominciare a girarmi intorno, a metà tra come farebbe per squadrarmi e per capire quale sarebbe il punto migliore per cominciare a sbranarmi.

A questo punto, anche io comincio a sentirmi un po’ meno sicuro e tutto il divertimento e le risate scemano in meno di un secondo.

- Sfavillo – gli chiedo, azzardando un sorriso chiaramente fasullo – Cosa c’è che non va? Non è da te diventare così serio così all’improvviso! –

Sto mentendo e lui lo sa: è chiaro cosa c’è che non va.

Io non vado: sono diverso e lui se n’è accorto.

Lentamente, mi si avvicina di nuovo e mi annusa, per poi dire con voce minacciosa: - Non odori di Piplup –

Cavolo.

Se n’è accorto.

Cosa faccio adesso!?

Come gli spiego tutto!? Certo, tutti gli altri lo hanno capito in quattro e quattr’otto, ma sapevo già che lui non sarebbe stato abbastanza sveglio da fare due più due… e adesso sono praticamente bloccato dalla paura che lui possa realmente mangiarmi da un momento all’altro credendomi un impostore.

Lui, percependo la mia soggezione, mi ringhia contro, dicendomi furioso: - Sei diverso dal mio amico –

Ok, è definitivo: sono morto e sepolto…

Sfavillo fa un passo in avanti, facendo luccicare tutto il pelo di energia elettrica, pronto ad attaccarmi sul serio, quando, un attimo prima che mi possa tirare un’artigliata, qualcuno o qualcosa lo blocca, costringendolo a fare un salto all’indietro per non finire bruciato.

Confuso, mi guardo intorno, alla ricerca di chi mi possa aver aiutato, ma non vedo nessuno: l’unica cosa che attrae la mia attenzione è, quando abbasso lo sguardo, un cerchio di fuoco conficcato nel terreno, che pian piano si dissolve.

- Cosa è stato!? – chiedo preoccupato che in realtà il fatto che mi fosse finito ai piedi e non in pieno volto fosse stato semplicemente un errore di calcolo.

- Jimmy!! – grida furioso Sfavillo.

Io non capisco del tutto: - Cos…? – comincio a chiedere, ma prima ancora che riesca a finire la frase, una voce profonda, chiaramente di un Pokémon pienamente Evoluto, mi interrompe, rivolgendosi al tipo Elettro.

- Intuizione geniale, Mister Lampadina! – esclama applaudendo.

- Piantala di giocare e vieni fuori a combattere come un vero Pokémon!! – gli strilla di nuovo Sfavillo.

- Non serve che ti scaldi tanto… - dice ridendo, comparendo dietro di lui ed avvicinandosi ad ampi passi – Come dovresti sapere, quello è il mio lavoro! –

Sono senza parole.

- Tu sei davvero Jimmy…? – chiedo esterrefatto, mentre lo squadro dalla testa ai piedi.

- Ehi, guarda un po’ chi si rivede! – esclama, come se mi avesse notato solo in quel momento – Conciato così non ti avevo proprio riconosciuto! – dice accennando al mio nuovo corpo.

Io sono un po’ imbarazzato per la sua affermazione: sono davvero cambiato così tanto?

Lui al contrario di me sghignazza, quasi come se ne fosse felice, ma nonostante ciò, non dice una parola di più, limitandosi a lanciarmi un’occhiata di sfida e tornando a concentrarsi su Sfavillo.

I due ora si lanciano sguardi di sfida e, in qualche modo che non riesco a capire, colgono entrambi un segnale che li fa ricorrere ognuno alle proprie armi migliori, dando luogo ad uno scontro in piena regola, tanto che tempo per la sopravvivenza di entrambi.

Da una parte, il Luxio sfodera i poderosi artigli ed i canini acuminati, con i quali tenta di squarciare ogni centimetro quadrato del corpo dell’altro, che tuttavia non pare intimorito e controbatte semplicemente facendo vibrare in aria due dischi di fuoco simili a quello che mi ha protetto prima, utilizzandoli come degli scudi.

Nonostante volino scintille in ogni dove, nessuno dei due pare né paralizzato per l’elettricità, né scottato per il fuoco.

Io, con la situazione sempre meno chiara nella mente, li sto semplicemente a guardare, impietrito per la ferocia che mostrano nel combattimento.

 

 

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 DecidueyePrinplup

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N° Pokédex:        394                     

Nome:           Prinplup         

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AO:                   Mindy        

ID:                    19248         

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Batuffolo (  )           L. 23               

Strumento:    Empoleonite            

Abilità:               Acquaiuto              

Natura:                 Ardente           

 

Dove siamo:

Spoiler

Sinnoh MappaPercorso213.gif Percorso 213

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