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[Dark Absol] Il segreto di Xorill [cap. 1-2]


Dark Absol

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IL SEGRETO DI XORILL


 


PROLOGO


 


Xorill. Un'isola sconosciuta agli umani, in cui i Pokémon vivono in pace da secoli, nelle sconfinate foreste, nella immense pianure elettriche o nelle alte montagne. Non vi e' luogo in cui non si trovi almeno un Pokémon.


Lei viveva al limitare del bosco, in una piccola grotta scavata nel marmo dai mastri Excadrill.


Aveva una vita semplice, era amata da tutti e offriva sempre riparo, cibo e protezione ai Pokémon piu' deboli.


Ma un giorno, la sua vita cambio'. Si, cambio', perche' aveva incontrato me.


 


CAPITOLO 1


NUOVE AMICIZIE


 


Subito dopo aver aperto gli occhi, rimasi abbagliato da tutta quella luce. Dopo qualche secondo riuscii a mettere a fuoco cio' che mi stava intorno: ero steso su un letto di foglie morbide, ricoperte da una sottile peluria che le rendeva soffici come Cottonee. Mi trovavo in una piccola caverna di marmo bianco, decorata da qualche fiore rosa o giallo; non ricordavo quasi niente di quello che era successo la sera prima, ma sapevo che non era nulla di buono.


Mi alzai, dirigendomi all'uscita; prima di raggiungerla, pero', venni attirato da un profumino allettante che proveniva da una specie di tavolino di marmo. Sopra vi erano posate alcune bacche, che probabilmente erano state preparate da poco, perche' erano dorate e croccanti.


Improvvisamente mi resi conto di avere molta fame, e presi una bacca dal tavolino: la assaggiai, trovando che aveva un sapore delizioso.


Sobbalzai quando, da dietro di me, una voce dolce e cristallina mi domando':


-Sono di tuo gradimento?-


Mi girai di scatto, trovandomi di fronte al Pokémon piu' bello che avessi mai visto: nove code che si muovevano ondeggiando nell'aria, occhi azzurri e un ciuffo ribelle che, dalla fronte, scendeva un po' disordinato lungo il collo. Ninetales. Ma una cosa piu' di tutte mi attirava: aveva il pelo bianco, totalmente bianco, al contrario del color panna che hanno generalmente i Ninetales.


-Oh, io non volevo... ecco...- Balbettai. Lei mi guardo' tranquilla:


-Non c'e' nessun problema. Le ho messe li' apposta per te.- Mi disse, sorridendo. - Come ti chiami?-


-Z-Zoroark. Grazie per le bacche ma... come sono arrivato qui?- Lei mi guardo' negli occhi, poi sospiro':


-Ti ho trovato ieri notte, nel bosco, mentre pioveva. Eri steso a terra, in mezzo al fango, e avevi parecchie ferite, cosi' ti ho portato qua. Io mi chiamo Ninetales.-


-Allora grazie, Ninetales, per tutto quello che hai fatto per me.-


-Ma figurati! Piuttosto, cosa ci facevi tu nel bosco a quell'ora?-


-... Ecco... in realta' non posso dirtelo. Mi dispiace, Ninetales.- Non potevo rivelarle il mio obbiettivo, anche se sentivo che potevo fidarmi di lei.


-Zoroark, non e' un problema. Se non vuoi dirmelo, io non ti chiedero' altro.- Ninetales era molto tranquilla, ma nei suoi occhi vidi per un attimo un lampo di curiosita' repressa.


Lei usci' dalla caverna dicendomi:


-Ti aspetto fuori. Se vuoi mangiare ancora qualcosa fa' pure, pero' dopo vorrei che tu venissi con me.-


Dopo che fu uscita, mi accorsi, nel riflesso sul marmo, che avevo perso il mio fermaglio: avevo i peli tutti in disordine, sembrava quasi che si fossero messi magenta da una parte e neri dall'altra. Sembra strano che un Pokémon si affezioni cosi' tanto ad un oggetto, ma per me quel fermaglio aveva un signifato particolare: me lo avevano regalato i miei genitori dopo la mia evoluzione, ed era l'ultima cosa che mi rimaneva di loro.


Uscii anche io: fuori era bel tempo, e mi trovavo in una piccola radura in mezzo al bosco. Dietro di me c'era la montagna in cui era scavata la casa di Ninetales, un monte alto e bianco.


In mezzo alla radura c'era un Lilligant, che stava raccontava una storia a dei piccoli Pokémon: c'erano Chespin, Weedle, Caterpie, Aipom e Smeargle, e sembravano tutti molto affascinati dalla storia.


-Ninetales, che cosa sta raccontando quel Lilligant ai piccoli?- Chiesi io, curioso.


-Gli sta raccontando la creazione di Xorill. Vieni, ascoltiamo anche noi.-


 


Tanto tempo fa quest'isola, dove noi viviamo, era solo una spoglia distesa di terra e rocce. Alcuni Pokémon riuscivano a sopravvivere, ma erano molto pochi.


Un giorno, un misterioso Pokémon raggiunse l'isola, e dopo che la ebbe visitata tutta, decise che ne avrebbe fatto una terra felice e prospera. Chiamo' a raccolta tutti i Pokémon che allora abitavano sull'isola, e disse loro:


-Amici, non siete stufi di vivere in questa terra arida e desolata?- Alla risposta affermativa di tutti, il misterioso Pokémon continuo':


-Se rimaniamo uniti e se lavoriamo insieme, in poco piu' di qualche mese quest'isola diverra' la piu' bella del mondo!-


Da quel giorno, il Pokémon misterioso scomparve, ma tutti i Pokémon avevano iniziato a lavorare: spostavano la terra in modo che rimanesse scoperta quella piu' fertile, i Pokémon volanti andarono in altre isole a prendere semi, fiori e germogli, quelli d'acqua fecero in modo che il liqudo cristallino raggiungesse la terra arida.


Dopo qualche mese, l'isola era come la vedete adesso: fertile e bellissima.


Solo quando tutti i lavori erano completi, il Pokémon misterioso riapparve, e disse:


-Finche' in quest'isola ci sara' la pace, la terra rimarra' fertile e le sorgenti limpide. Quando, pero', i Pokémon dimenticheranno cio' che li accomuna, la terra ritornera' sterile, gli alberi appassiranno e i vulcani erutteranno: l'isola verra' devastata da catastrofi naturali, fino a ritornare com'era un tempo.


 


-Zoroark. Penso che questo sia tuo.- Disse Ninetales, porgendomi un anello di cristallo azzurro come il cielo: il mio fermaglio.


-Oh, Ninetales... Grazie, grazie davvero!- Esclamai, infilando il fermaglio giu' per la chioma.


“Ehi†dissi poi, chinandomi un attimo. Quando mi rialzai, le misi un piccolo fiore azzurro dietro l'orecchio destro:


“Questo e' per te.†Lei arrossi' lievemente, e si allontano' verso un piccolo laghetto.


Io la guardai allontanarsi, pensando che, forse, avrei dovuto dirle tutto.


 


 


CAPITOLO 2


BRACCATI


 


Voltandosi, Banette si ritrovo' faccia a faccia col suo capo, che la squadro' per qualche istante dall'alto al basso.


-Sei in ritardo, Banette. Hai trovato il prigioniero?- Chiese lui.


-N-no... Era molto veloce e...e... si e' inoltrato in un bosco, abbiamo perso le tracce...- Non riusci' a finire la frase, perche' un improvviso colpo alla faccia la fece cadere a terra.


-Ho fatto troppo affidamento su di te, Banette.- Aggiunse il capo.


Banette, rialzatasi, si inchino' fino quasi a sfiorare terra con la testa, e disse sottovoce:


-Chiedo il permesso di prendere i segugi. Trovero' il prigioniero, e ve lo portero'-


-Prendi i segugi, Banette, ma se fallirai... se fallirai...- A Banette sembro' di venire stritolata per qualche istante, poi la sensazione svani', e il capo si allontano' velocemente.


 


 


***


 


-Ninetales, dobbiamo andarcene.- Esclamai allarmato. Sentivo nell'aria l'odore degli Houndoom, e presto riuscii a sentire anche i loro latrati.


-Perche'? Siamo in pericolo?- Chiese preoccupata Ninetales, alzandosi in piedi di scatto.


-Molto in pericolo. Corri a dire agli altri di scappare; io ti raggiungo subito.-


Senza chiedere ulteriori spigazioni, lei corse via, e pochi secondi dopo sentii la sua voce argentina che dava l'allarme. Raccolsi in una bisaccia un po' di bacche, e mi accertai che la mappa fosse al sicuro nella mia criniera. Quindi corsi fuori, trovando solo Ninetales che, a sua volta, metteva qualche oggetto in una borsa che poi si assicuro' al collo.


-Presto, stanno arrivando! Vieni, Ninetales!- Dissi io, mentre iniziavo a correre. Lei mi venne dietro dopo pochi attimi di smarrimento. Pensavo di andare troppo veloce, ma vidi che lei riusciva a tenere il mio passo, cosi' decisi di accelerare ulteriormente.


Sentivamo gli ululati degli Houndoom che si allontanavano poi, all'improvviso, cesso' ogni rumore. Ci fermammo a riprendere fiato, anche se sapevo che era una pausa temporanea che non poteva durare a lungo. Mentre mi appoggiavo ad un'albero, mi resi conto che quel silenzio era irreale. Sapevo che Banette era furba, e mi preparai ad un eventuale assalto. Avevo ragione: da dietro un cespuglio proruppe un Lanciafiamme, che manco' per poco Ninetales, e subito dopo una decina tra Houndoom e Hounodor uscirono fuori dal sottobosco, circondandoci completamente.


-Sei stato furbo, Zoroark, a scappare in quel bosco. Gli Houndoom ti hanno perso dopo poco tempo. Ma ora sei in trappola, tu e quella cagnolina bianca.- Disse Banette sogghignando, mentre veniva avanti. Ninetales ringhio' a quell'insulto, e la sentii che, vicino a me, si stava preparando ad attaccare, con i muscoli tesi e le code roventi.


-Non pensare di averla vinta tanto facilmente, Banette. Sai di cosa sono capace.- Ribattei io.


Banette sembro' avere un'attimo di esitazione, ma si riprese in fretta.


-Sara', ma siete due contro undici.- Disse sogghignando.


-Senti, piccolo insulso pezzo di tessuto tenuto insieme per la pratica, faresti meglio a sgombrare il campo.- Esclamo' aggressiva Ninetales. Rimasi sorpreso dalla sua affermazione, ma non ebbi tempo di dire nulla che lei si lancio' all'attacco, avvolta in una palla di fuoco e fiamme. Io la seguii subito, con un Ombrartigli che colse impreparato un Houndor, mandandolo a sbattere contro un albero. Vidi Banette che, cercando di non dare nell'occhio, si rifugio' in cima ad un albero, ma in quel momento non era la mia preoccupazione maggiore, visto che stavo fronteggiando due Houndoom con le corna in fiamme. Dopo una rapida Pallaombra che li mise temporaneamente fuori gioco, mi voltai e corsi ad aiutare Ninetales che, sprizzando fiammo da ognuna delle nove code, teneva a bada


la maggior parte dei segugi di Banette. Mentre lei preparava una Vampata, un mio Neropulsare fece perdere la concentrazione ai nemici, che vennero subito investiti da una fiamma gigantesca.


-Ninetales, aggrappati a me!- Urlai io. Subito dopo essermi assicurato che lei si stesse tenendo stretta a me, ci portai fuori dal tiro degli Houndoom con un Extrarapido. Ricademmo poco distante, e subito riprendemmo a correre. Da dietro di noi giunse il grido di Banette, -Inseguiteli!- e subito dopo gli abbaiare furiosi dei segugi.


Corremmo per molto tempo, con i polmoni in fiamme, fino a che non giungemmo al limitare del bosco. Scorgendo in lontanza un gruppo di Pokemon, corremmo fino a raggiungerli, e li' cademmo a terra, esausti.


 


 


 


 


In aggiornamento...


 


 


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