Piccola premessa : la figura della vergine per metà donna per metà pesce di cui si parla nell'estratto e raffigurata anche da Basilius valentinus in Azoth, in altri scritti a quanto pare è scissa in una donna e in un delfino :in realtà il pesce al di sotto della donna in una rappresentazione di azoth fatta nell'omonimo libro dovrebbe essere un delfino ( delfino o no è comunque un pesce)
Da wikipedia
"Nella pletora di immagini simboliche che costellano l'universo degli Alchimisti, ce n'è una che ha particolare attinenza con il tema trattato in questo articolo: il latte della sirena. I riferimenti più antichi a questo simbolismo sono le illustrazioni presenti in alcuni manoscritti medievali che raffigurano la Melusina, una sorta di ibrido tra una donna e un serpente oppure, in talune altre versioni, tra una donna ed un pesce. In quest'ultimo caso, la Melusina assomiglia ad una classica sirena, ma provvista di una doppia coda. Nel simbolismo alchemico, la Melusina viene rappresentata mentre si preme il seno, emettendo un fiotto di latte da ciascuna mammella. Basilio Valentino, nel suo trattato intitolato Azoth, riproduce questa figura e la descrive in questi termini: "Io sono Dea di grande bellezza e di nobile stirpe, nata dal nostro Mare, e circondo il mondo intero. Sempre in movimento, spando dalle mie mammelle il Latte ed il Sangue. Cuocili entrambi, fino a convertirli in Oro ed Argento, ad ogni altro metallo superiori: io rendo molto ricco colui che mi possiede". Anche il significato alchemico, dunque, ricorda l'archetipo della Grande Madre, e non a caso la Melusina/sirena è associata al mare: in tutte le lingue latine esiste una forta assonanza tra i termini "mare" e "madre", e non a caso. Nel centro di Bologna, nella "Fontana del Nettuno" (uno dei monumenti più esoterici del capoluogo emiliano), l'acqua zampilla dalle mammelle di quattro sirene bicaudate disposte agli angoli della vasca.
Un altro emblema che appare frequentemente citato nei trattati alchemici è il cosiddetto "Latte della Vergine". Nel gergo degli alchimisti, quando dalla materia prima viene estratto il mercurio, questo si presenta sotto forma di una sostanza liquida di natura pesante e lattiginosa: a questa sostanza viene dato il nome di "latte della vergine". A causa del suo colore, questa fase viene anche chiamata "fase al bianco", oppure "albedo", che segue immediatamente la fase iniziale, la "fase al nero", o nigredo. La nigredo è la fase di putrefazione, dove la materia prima muore, marcisce per poi rinascere; la fase al bianco è la materia purificata. Se, come abbiamo visto in un altro articolo, le "Madonne Nere" richiamano, nel loro simbolismo, la prima fase alchemica, le Madonne del Latte, in estrema sintesi, richiamano la seconda.
Nel Rosarium Philosophorum, trattato alchemico del XIII sec. attribuito al catalano Arnaldo da Villanova, sta scritto: "Vi è una pietra nascosta e sepolta in una fontana profonda / e gettata lungo la via e ricoperta di sporco o letame. / Questa Pietra ha tutti i nomi / Circa i quali Morienus, l'uomo divino, ha detto: / Questa Pietra è una Pietra e nessuna Pietra, / è un uccello e nessun uccello / è Giove, Marte, Sole, Venere / e Luna / Ora argento, ora oro e ora un elemento / Ora acqua, ora vino, ora sangue / Ora il latte di una vergine, ora spuma del mare…". Il "latte della Vergine" è anche una metafora per nascondere la stessa "Pietra Filosofale"." Quindi delfino o meno un rimando al mare c'è...