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[Riany] Pokémon: True Legends [Non commentare]


Riany

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Cioè lo sto facendo davvero? Seriamente? Va bene proviamoci...

Ho sempre avuto la passione della scrittura ma non avrei mai pensato di pubblicare i miei lavori eppure eccomi qui... spero solo in bene.

Ho iniziato a scrivere questa FF quando ascoltando la musica di Lavandonia qualche giorno fa mi è salita la nostalgia di quando con la mia amica cercavamo di tutto e di più sulla Sindrome di Lavandonia e con quella anche le varie leggende metropolitane creepy, così ho voluto collegare le cose ed è venuta fuori questa cosa xD spero che possa piacere buona lettura e grazie ^^

 

 

Capitolo 1

Mi presento, il mio nome è Red, ma non il “Red” che conoscete voi, quello che ha battuto la lega e si è rifugiato sulla cima del monte Argento, io non c’entro nulla con quel codardo. La mia vita, come tutti i giovani allenatori, è triste e tormentata; so cosa state pensando: una creepypasta, forse… no… non lo sono, io sono vero purtroppo e fare l’allenatore di Pokemon non è più bello come un tempo. La mia Kanto, la mia dolce Kanto, la mia prigione Kanto è diventato un luogo di sofferenza da quando il Team Rocket ha profanato le tombe della torre di Lavandonia, cose che si credevano solo leggende divenivano realtà: il buried alive, i white hands, i Pokemon 731, ghost e allenatori fantasma impossibili da sconfiggere, erano veri, tutti veri. Ora la vita degli allenatori è un continuo combattimento contro queste enti leggendarie. Tutti i ragazzi, raggiunti i 15 anni, avevano l’obbligo di addestrare Pokemon, evolverli e usarli, ma la maggior parte dei ragazzi usavano i loro Pokemon d’acqua e volanti per scappare da Kanto per andare in altre regioni lontane. Quelli che rimanevano erano dei veri eroi, forti e coraggiosi, ma spesso restavano gravemente feriti o uccisi nelle loro battaglie. I Pokemon subirono anch’essi dei cambiamenti, perfino i rattata si univano alle battaglie ma finendo per decimare la loro specie, uccisi o infettati dai white hands, i Pokemon rimasti erano pochi, usiamo perfino quelli al di fuori della nostra regione e successivamente portati all’evoluzione forzata grazie a un vecchio marchingegno, rimodernato, del team Rocket. La caccia agli shiny era ormai di priorità assoluta, chi non combatteva doveva fare o lo scienziato, medico, allevatore,  o cacciatore di Pokemon, i quali quest’ultimi specializzati alla caccia agli shiny che si rivelarono più forti dei Pokemon normali. Ivs e Evs diventarono importantissimi, tanto che inventarono l’Ivs counter per determinare quanti ivs aveva un Pokemon e dove erano situate. I leggendari…. Bhe non si sa che fine abbiano fatto, alcuni pensano che siano sempre in mezzo a noi pronti a manifestarsi in tutta la loro potenza, altri invece che gli allenatori fantasmi li abbiano resi schiavi, altri ancora che ci abbiano abbandonato ma io non so proprio come pensarla.

 

Ora tocca a me

Alla faccia del bel compleanno allegro, pieno di regali, torta e festoni; il mio era triste, malinconico, sapevo che quello era l’inizio della mia morte. Seduto nei banchi dell’orfanotrofio  di Biancavilla, la città più calma di Kanto, c’ero io, Red, non ho mai saputo il mio cognome, ne da dove venivo o di chi ero figlio, ero solo…io. Di fronte a me un cupcake di baccarancia con una candelina sopra, nessuno era accanto a me, non c’era nessuno in sala, ormai ci avevo fatto l’abitudine: sempre solo, perfino i miei compagni di stanza mi ignoravano, sentivo di non avere emozioni se non la paura. Osservavo quella fiammella sopra la candelina volteggiare, cambiare continuamente forma, era ipnotica finché una ciocca dei miei capelli neri si intromisero nella mia visuale e l’effetto ipnotico svanì. Tirai un sospiro e soffiai sulla candelina senza pensare a nulla, non avevo nulla da desiderare, nulla da dire, niente poteva cambiare la mia esistenza, e tutto si fece buio.

Il suono di un fischietto mi svegliò di scatto facendomi cadere giù dal letto, caddi di schiena e iniziarono i dolori.

 

-Alzati in piedi, odioso perdigiorno!- sentii sbraitare, quella voce mi era nuova.

-Qui c’è la tua nuova uniforme, pokeball, scheda allenatore e Ivs counter, sbrigati o farai tardi all’iniziazione!- e sentii la porta sbattere

Mi alzai a fatica, la schiena faceva un male, ovvio la caduta da un letto a castello non era il massimo di prima mattina. Andai in bagno per darmi una rinfrescata e indossai quell’uniforme da allenatore. Era molto meglio di come l’immaginavo, io continuavo a pensare un qualcosa simile a un uniforme militare ma in realtà era una camicia rossa con sopra una giubbotto di pelle nera, nella spalla era segnato il numero di matricola: 7-538, indossai la cintura con le pokeball, tutte vuote scontato, la scheda allenatore segnava il mio nome con una mia foto accanto ma sembrava vuota, forse perché perfino loro non sanno nulla di me, infondo nemmeno io mi conosco bene, Ivs counter sembrava un interpoké della regione di Unima da mettere al polso, rifletteva alla perfezione tanto che riuscivo a vedere i miei occhi bruni. Uscii dall’orfanotrofio, Biancavilla era calma come al suo solito, non aveva molti abitanti e le case erano unifamiliari piccole e compatte, il laboratorio del professor Oak era appena dietro l’angolo, credo che li mi aspetti il mio istruttore.

-Allenatore 7-538 a rapporto- dissi spalancando la porta del laboratorio

-Vieni avanti recluta- mi rispose l’istruttore

Era il solito generale spaccone, un classico, robusto, muscoloso, dal petto in fuori, mento sporgente, voce bassa, rude… fantastico...mi aspettavano sfuriate a non finire senza alcun senso.

-Lui è il professore Gary Oak, sarà lui a darti le dritte per affrontare la tua carriera, ti darà anche tutti gli strumenti che ti servono. Il tuo primo incarico sarà sbarazzarti dei Pokemon infetti del percorso 1 fino a Smeraldopoli: rattata e pidgey contagiati dai white hands, poni fine alle loro sofferenze e che nessun cittadino ne venga a contatto. Spero di rivederti vivo a Smeraldopoli- detto ciò uscì dal laboratorio, fece uscire da una pokeball un fearow piuttosto grosso con delle placche in metallo sparse per il corpo e gli salì in groppa per poi volare via, chissà come faceva a sopportare tutto quel peso…

-Mi dispiace…- sentii

-Come?- chiesi io confuso

-Mi dispiace che tu sia nato in quest’era, sai prima…era tutto più bello, felice, spensierato e ora…-

-Non se ne deve dispiacere, la colpa non è sua-

-Non fare caso alle mie nostalgie- sorrise –Perché non mi dici il tuo nome?-

-Red-

-R-Re-Red?- sentii il suo tono sconvolto e spaventato

-Qualcosa non va?-

 

-No, nulla. Aspettami qui- scompari dietro una porta tornando dopo qualche secondo con…che cavolo era? Una fodera per spada?

-Tieni- e me la porse in mano – E’ l’Evoraptor-

-Eh?-

-E’ un oggetto da mettere a tracolla sulla spalla dietro la schiena, serve per far evolvere rapidamente i Pokemon, un esempio, se io ti donassi un charmander i Pokemon infetti non avrebbero difficoltà a uccidere te e il tuo compagno ma se lo fai evolvere velocemente in charizard potrai difenderti meglio seppur il suo livello sarà basso ma quello sta a te allenarlo-

-Mi sembra…ingiusto…contronatura-

-Lo so ma… non abbiamo scelta. Ora seguimi- e mi portò in un deposito pieno zeppo di pokeball

-Scegli il tuo Pokemon, ce ne sono di diversi di tante regioni, ognuno più forte dell’altro. Ti lascio da solo scegli bene-

Non vidi mai tante pokeball in una volta sola, tutte uguali alla vista ma diversi per contenuto. Charmander… Squirtle… Bulbasaur… Dratini… Totodile… Luxor… Treeko… Cyndaquil… Larvitar… aspetta un attimo, Luxor? Mai sentito. La sua pokeball era stranamente dorata ed era collocata appena dietro le pokeball di Totodile e Treeko, dava un non so che di mistero che mi attirava molto e senza nemmeno accorgermene avevo quella pokeball in mano, mi chiamava e io non potevo oppormi. Luxor… chi sei? Ma soprattutto cosa sei?

 

 

 

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Capitolo 2

Il professor Oak era fuori dal magazzino che mi aspettava per augurarmi buon viaggio ma io ero ancora dentro a contemplare la pokeball di Luxor, chissà che tipo di Pokemon era, quanto grande, se si poteva evolvere, che aspetto aveva, bhe l’avrei visto tra poco, il mio cammino inizia. Salutai il professore cercando di nascondere la pokeball dorata ma stranamente lui non era per nulla curioso e mi lasciò andare senza fare domande. Percorso 1, non sono mai andato oltre Biancavilla, era tutto nuovo per me ma ora dovevo pensare alla mia missione…ma dove sono i Pokemon? È tutto tranquillo, troppo tranquillo. Un fruscio! Un rattata ma… non sembra infetto, sembra normale, enormi denti, pelo violaceo, baffi, grandi orecchie ma aspetta… la coda è… verde? Per quanto ne so non credo che le code dei rattata siano verdi. Quel rattata faceva pena, iniziai a provare emozioni? Pena? Dovevo fidarmi? Mi avvicinai pian piano al piccolo Pokemon, sembrava carino e indifeso, distesi una mano e lui si fece accarezzare. Chissà perché sono considerati pericolosi, era un piccolo pelosetto, volevo averlo con me, un amico, anche lui come me rifiutato da tutti. Presi una pokeball dalla cintura e toccai il piccolo rattata. Catturato. Volevo farlo uscire subito così lanciai la sfera ma il Pokemon non usciva, forse l’avevo lanciata male? Riprovai, ma nulla. La pokeball era difettosa? Premetti il pulsantino bianco al centro e la pokeball si aprì ma al suo interno non c’era nulla. Rattata? Dove sei finito? Possibile che sia scomparso così? Sentivo il mio fianco vibrare e mi voltai verso la cintura, la pokeball dorata tremava e il suo pulsante lampeggiava di rosso, d’istinto la presi in mano, vibrava ancora, avevo paura di premere quel pulsante ma dovevo farlo prima o poi no? Click. Un lampo rosso uscì dalla pokeball accecandomi, quando aprii gli occhi non riconobbi ciò che vidi, eppure nei miei anni all’orfanotrofio avevo studiato tutto il pokedex nazionale, cos’era quel Pokemon? Mi guardava con uno sguardo glaciale, come se volesse uccidermi, occhi rosso sangue, il corpo somigliava a quello di un charizard shiny ma senza braccia, aveva una cresta sulla testa tra gli occhi, la membrana delle ali era rossa, il dorso del corpo era decorate di striscie anch’esse rosso sangue che andavano dal collo alla coda, gli artigli delle zampe erano dirette in tre direzioni diverse quasi come a formare una croce e all’estremità della coda c’era una protuberanza a forma di ascia, sicuramente molto tagliente. Mi fissava, mi stava studiando, girava la testa e allungava il collo finché non riuscii a sentire il suo alito caldo in faccia.

-Chi sei tu?- mi chiese lui senza neanche aprire bocca

 -R-R-Red- risposi io scioccato e spaventato

-RED!- emise un ruggito spaventoso verso il cielo e con un colpo di coda mi scaraventò a terra, per fortuna non era il lato con la lama.

-TU! MI RICORDO DI TE! LA MIA LEGGENDA ERA TROPPO SUCCOSA PER TE VERO? HAI VOLUTO PROVARLA A OGNI COSTO MA TI SEI PENTITO E MI HAI ABBANDONATO AL MIO DESTINO! ORA E’ TEMPO DI REGOLARE I CONTI!-

Vidi spalancare le sue enormi fauci, i suoi denti erano aguzzi e affilati, quelli di un charizard o di uno sharpedo facevano meno paura a confronto. La paura era tornata, quel rattata me l’aveva fatta scordare ma ora era di nuovo lì e io ero inerte di fronte a essa, speravo almeno di morire più dignitosamente di così, in battaglia o durante una missione particolarmente importante e invece… chiusi gli occhi in attesa della mia fine.

Sono morto? Eppure io non ho sentito nulla. Cerco di aprire gli occhi.

-WHOAA!- sobbalzai

-Perché non hai provato a difenderti o scappare? TI SEI SCORDATO DI ME NON E’ VERO!?-

- Io… non so nemmeno che Pokemon sei, sempre se sei un Pokemon-

-Incredibile mi hai davvero buttato nel cassonetto del dimenticatoio…- si voltò sembrava rattristato dalle mie parole

-Luxor? E’ così che ti chiami?-

-Si… forse mi conosci meglio come “il cugino di MissigNo” o “l’esiliato”. Il tuo comportamento nei miei confronti mi fa solo schifo, sei un allenatore #ç§#@§!!-

-E ti sembra che il tuo sia da meno?!- urlai arrabbiandomi per gli insulti ingiustificati

-DOPO TUTTO QUELLO CHE MI HAI FATTO OSI CHIEDERE PERCHE’?!- digrignando i denti

-Di grazia lo potrei sapere?! Perché questa è la prima volta che ti vedo in vita mia!-

Notai un luccichio nei suoi occhi, uno strano riflesso sembravano …lucidi… stava piangendo?

-Stupidi umani, come fate ad abbandonare tanto facilmente le creature che vi hanno sempre amato, stimato, sempre fedeli e pronti al sacrificio per voi e poi scordarvi pure di loro?-

Indietreggiai un po’ e solo in quel momento mi accorsi che avevo ancora la pokeball di Luxor in mano, la strinsi forte e urlai a squarciagola:  Aveva lo sguardo perso nel vuoto, e un misto tra rabbia e tristezza invadeva il suo volto, non mi stava guardando, potevo scappare ma mi avrebbe sicuramente trovato.

-Luxor rientra!- e un lampo rosso fece scomparire l’enorme Pokemon nero

Il cuore ricominciò a battere, avevo il fiatone, respiravo a fatica, prima era solo paura ora era terrore. Luxor era il mio Pokemon ma non avrei mai più avuto il coraggio di farlo uscire dalla sua pokeball ma avevo bisogno di Pokemon per combattere e quel rattata era sparito… e se fosse stato così anche per tutti i Pokemon che avrei catturato? L’idea di rivedere quel Pokemon mi faceva venire i brividi ma cosa potevo fare? Non potevo scappare. L’unica alternativa che avevo era combattere a mani nude, okay, tutto pur di non rivedere quel Pokemon nero

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Capitolo 3

Inizia a incamminarmi verso Smerardopoli, era un viaggio lungo per uno come me senza Pokemon, più o meno, non c’erano traccia di allenatori solo alberi e piante e per quanto camminavo non intravedevo uno straccio di Pokemon selvatico. Ero a metà percorso e ancora nulla, sembrava tutto uguale, lo stesso sentiero, gli stessi paesaggi, mi sentivo solo, c’era troppo silenzio. Lo sbattere d’ali di un pidgey in cielo ruppe quell’assordante silenzio, pensavo a Luxor e alle sue parole, eppure dovrei togliermelo dalla testa, buttare la sua pokeball e dimenticare, avrei trovato un altro Pokemon, non era difficile, anzi. Ormai deciso a farlo presi la ball di Luxor in mano, la osservai per un po’ ma l’immagine delle fauci spalancate di Luxor tornò in mente, la scacciai di colpo, mi voltai verso la foresta e con un potente lancio scaraventai la ball dorata lontano. Dove cadde non lo so, ma di sicuro era lontano e speravo col tutto il cuore che non si fosse rotta e avesse fatto uscire il Pokemon. Mi voltai per tornare sul mio sentiero quando sentii una voce proprio di fronte a me.

-Recluta 7-538?- urlò

Era un ragazzo della mia età, poteva avere 15-16 anni, aveva dei capelli a riccio arancioni, portava un paio di occhiali da aeronauta sopra i capelli, aveva gli occhi verdi e sopracciglia fine e indossava abiti scuri con un giubbotto antiproiettile. Anche se personalmente quegli abiti servivano ben poco con quei capelli…

-Recluta!- mi urlò ancora alzando la voce

Eppure quel volto mi era familiare…

-RECLUTA!-

-Ehm..si?-

-Allora non sei sordo. Nome?-

-Red-

-Red?...Red…- iniziò a grattarsi il mento e sollevare gli occhi al cielo –Red…-

-Ha bisogno di qualcosa?- chiesi io confuso

-Ah si…- si schiarì la voce e si mise al mio fianco –VA A RIPRENDERE SUBITO QUELLA POKEBALL!-

Credo di aver appena perso l’udito… persino i torchic che vedevo gironzolare intorno alla mia testa me lo facevano capire.

-Per una recluta i suoi Pokemon sono preziosi quanto i propri genitori! Se tu hai buttato quel Pokemon allora non ami i tuoi genitori è questo che intendi?!-

-Io non ho genitori e non li ho mai conosciuti- gli dissi in tono serio e basso

-Mi spiace… io per primo lo dovrei capire come è essere senza genitori…-

-Neache tu?-

-Già ho passato la mia adolescenza all’orfanotrofio di Biancavilla… che ricordi…-

Subito un lampo mi riaffiorò in mente, era davvero lui?

-Rick?-

Lui si voltò sorpreso

-Aspetta tu sei quel “Red”? Lo stesso Red che se ne stava sempre solo in disparte all’orfanotrofio? Ahahahah non ci credo! Sei uscito dal nido finalmente eh? Ahahahahhahahah-

Il suono di un fruscio tra i cespugli interruppe il vecchio riaffioro di ricordi.

-Non dovevamo abbassare la guardia…- disse a un tratto in tono serio –Quel mostro è qui…-

-Quale mostro? Non dovevamo solo sterminare i Pokemon infetti?-

-Ahah si vede che hai appena cominciato il viaggio, Red. Una missione non è mai completa se non metti fuori gioco la fonte del problema-

-La fonte? Vuoi dire…-

-Esatto, Whitehand-

stava per farmi salire un botto di vomito, l’avevo già visto nei libri ma i movimenti e quel bianco pallido mi raggelavano il sangue. Si muoveva sulle cinque dita bitorzolute e rugose, il dorso della mano aveva pure qualche ciuffetto di peli neri, poi il corpo del mostro finiva verso l’alto dove dovrebbe esserci un polso c’era solo un osso scoperto e credo che nelle unghie ci fosse pure una sfumatura di verde.  Bastò quel nome per far uscire di colpo quel mostro dai cespugli e vederlo di persona

-Fa attenzione, Red, un singolo tocco e sei infetto e marcirai nel giro di due giorni. Credimi se ti dico che il dolore che sentiresti non può essere paragonato a nulla, abbastanza grande per sentirlo, troppo poco per svenire, e io l’ho provato sulla mia pelle-

Non sapevo se dovevo spaventarmi o essere felice, da una parte soffrivo e non poco però se Rick è sopravvissuto vuol dire che esiste già una cura e se si agiva in fretta non c’era pericolo di morte quindi avrei potuto anche, in casi estremi, di farmi colpire.

-Che tipo è whitehand?- chiesi io

-Non ha tipo, non è debole a nulla ma è in vantaggio su qualsiasi cosa, è come lottare contro un metapod livello 100 che ha usato rafforzatore fino allo stremo dei PP. Una battaglia interminabile ma almeno 1 PS lo infliggerà sempre e non ha con se alcun strumento curativo, quindi è possibile sconfiggerlo. Vai Metagross!-

Lanciò la pokeball e da lì, appunto, uscì un metagross piuttosto grosso direi. Presi l’Ivs counter per vedere gli Ivs di metagross ed era proprio un buon Pokemon, 31 ivs in attacco, difesa e velocità mentre gli altri parametri andavano dal 25 al 29.

-Vai con meteorpugno!-

Whitehand schivò con una rotolata e iniziò a muovere le dita in modo strano, mi fece venire la nausea

-Non fissarlo! Whitehand usa quest’attacco per intimidire i suoi nemici e abbassare le statistiche dell’avversario. Metagross ha corpochiaro come abilità e non lo teme ma noi dobbiamo stare attenti- e si calò sugli occhi gli occhiali da aeronauta –Andiamo a cercare il tuo Pokemon, è la nostra missione ma non posso fare tutto io. Metagross non può essere infettato e può tenergli testa, quindi non perdiamo tempo e andiamo. Esci Talonflame!-

Incredibile quanto fosse grosso quel Talonflame poteva tranquillamente ospitare un umano sulla groppa, infatti Rick ci saltò sopra e spiccò il volo. La velocità di Talonflame era incredibile, nemmeno il tempo di spiccare il volo e fare un giro che già stava tornando… con gli artigli… puntati… verso… me… aiuto.

Ora so cosa provano i caterpie.

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