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Una Johto passata


Kannnicht

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Ciao a tutti e benvenuti, per il mio primo racconto a tema pokèmon. Sarà diviso in vari capitoli che scriverò col passare del tempo(quindi forse è meglio non chiamarlo racconto) ed è a tema pokèmon...

La storia è ambientata a Johto 7 anni dopo gli avvenimenti di Heart Gold e Soul Silver e  quindi 10 dopo l'avventura di Rosso. Spero che questo primo capitolo vi possa piacere :) 

 

CAPITOLO 1

Nuvole, nuvole, e finalmente un lembo di cielo grigio, avrei sperato che per almeno un giorno fosse  stato azzurro. Qui il tempo è sempre uguale, lo stesso griore, il solito freddo che ti fa battere i denti e tremare le gambe a cui nemmeno i pokèmon fuoco possono porre rimedio, non solo per i loro allenatori, ma nemmeno per se stessi.

Cosa ho appena detto? Allenatori? Che idiota che sono, come se esistessero ancora, a malapena vi sono  quattro palestre, e a stento continua a esistere il sistema di governo della lega.

Da sette anni ormai è così: gli alberi sono senza foglie, morti, d'inverno e d'estate ; la natura rigogliosa del mio paese natale, Borgo Foglianova non esiste più, come ormai in tutta la regione. L'erba se c'è è secca, le bacche e le gichocche prossime alla scomparsa e il fango che i piedi fa sprofondare fa da padrone assieme a grandine e neve, che impediscono anche quei miseri tentativi di ricoltivare all'aperto. Le risorse per costruire delle serre non ci sono e gli edifici sono in rovina, si reggono per miracolo sulle deboli fondamenta.

Ma Johto forse riuscirebbe a superare tutto questo, se solo ciò che era più importante per l'alleanza delle sette regioni qui non fosse quasi sparito: l'amore per i pokèmon.

Ed è così che Kalos, Alola, Unima, Sinnoh, Hoenn e persino Kanto hanno lasciato questa terra al suo destino, proprio la terra in cui un tempo i pokèmon erano considerati al pari dei fratelli, degli alleati più forti, dove senza pokèball con la fiducia reciproca si affrontava qualsiasi pericolo, e ci si aiutava reciprocamente gli uni amando gli altri. Purtroppo però ora tutto questo appartiene al passato, una metà irraggiungibile e intoccabile. Non è per questo però che sono nato, non per lamentarmi del presente e rivangare i lustri passati, no, l'unico motivo per cui voglio esistere è per intraprendere un viaggio all' inseguimenti di noi stessi, un viaggio alla ricerca della vera Johto.

 

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