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[Latia] Flauga Argetlam


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Questa è una nuova storia che scrivo, spero vi piaccia! ^^

Flauga Argetlam

Ok, credo che io vi debba delle spiegazioni ^^’! Allora, la storia non è di pokémon, ma è ispirata al libro Eragon e modificata! Poi, il titolo vuol dire “Vola Mani d’Argento†e capirete che cosa vuol dire, o per chi conosce Eragon lo dovrebbe sapere! Ok, vi lascio alla lettura e spero vi piaccia questa mia nuova storia!

Latia

Come tutto ebbe inizio

Alice: “Ed ora che ho l’Africa, l’Europa e l’America sotto il mio dominio ho finalmente compiuto il mio obbiettivo! ….Ho vinto!!! YUPPYYYYYYYY!!!â€

Papà  di Alice: “Ah, stavolta me l’hai fatta!â€

Sorella di Alice: “Qual’era il vostro obbiettivo? Io dovevo conquistare 18 territori e mettere su ognuno 2 armate!â€

Papà  di Alice: “Io dovevo sconfiggere le armate nere, quindi te Alice!â€

Compagna del papà  di Alice: “Io dovevo conquistare 24 territori! Comunque, bella partita!â€

Alice: “Già , bellissima partita! Adoro Risiko!!â€

Papà  di Alice: “Ok ragazze, ora tutte a nanna!â€

Alice e sua sorella: “Ok, buonanotte!â€

Quella sera feci molto presto ad addormentarmi, ma fui svegliata da un lampo accecante ed un botto terribile.

Alice: “Ehm… che succede? OCCAVOLI E’ SCOPPIATO UN TEMPORALE TERRIBILE!! Sorellina, svegliati!â€

Sorella di Alice: “Yawn, che succede? Ho visto un lampo accecante… MIO DIO CHE TEMPORALE!! Vabbè, torno a dormire, speriamo che finisca presto! Buona notteâ€

Alice: “Ok, ‘notte!â€

Mi ci volle un po’ per addormentarmi perché il temporale durò per tutta la notte. Quando mi svegliai stava ancora continuando. Andai giù e feci colazione con mia sorella. Poi arrivò mio padre.

Papà  di Alice: “Buongiorno ragazze, dormito bene?â€

Alice e sua sorella: “NO!â€

Papà  di Alice: “Già , quel temporale… cavolo, sta ancora continuando? Comunque, Alice, dopo porta Jonny a spassoâ€

Alice: “COMJE, SHOTTJO GLIA PIOGGLIA??â€

Papà  di Alice: “Meglio che prima ingoi e poi parli!â€

Alice: *ingoia* “COME, SOTTO LA PIOGGIA??â€

Papà : “Beh, ti porti l’ombrello! Su, guarda che è divertente!â€

Alice: “Uff, ok…â€

Finii i biscotti, bevvi la mia camomilla e andai su a vestirmi. Mi misi l’impermeabile e presi l’ombrello. Io adoro il mio cane Jonny, quindi portarlo a spasso è il mio compito. E’ un bellissimo Golden Retriver bianco di razza con un carattere docile e giocoso, anche se il suo vero nome è Roky Jonny il Bello, ma noi lo chiamiamo Jonny. Quando andai alla cuccia per liberarlo, come sempre, c’era anche Mirò, il nostro cuccioletto di gattino, che stava dormendo accoccolato a Jonny. Quando mi vide, Jonny saltò fuori dalla cuccia così improvvisamente che Mirò fece un balzo e quando atterrò si guardò attorno un po’ intontito come uno che è stato tirato giù dal letto d’improvviso. Jonny arrivò da me tutto scodinzolante tanto che non riusciva a tenere fermo il fondoschiena. Mentre lo liberavo dalla corda mi leccava e scodinzolava felicissimo e non la smetteva più! Così andammo al cancello e ci avventurammo nel nostro uliveto secolare. Jonny corse come un razzo su per la salita e fece salti, capriole e tanto altro. Io salivo lentamente preoccupandomi di non bagnarmi, visto che pioveva ancora. Facemmo un lungo pezzo di strada e poi tornammo indietro. Quando tornammo al bivio iniziale, come sempre, ci aspettava la mia gattina Minù, ma questa volta aveva un’aria preoccupata e non smetteva di miagolare. Mi avvicinai e le feci qualche carezza, lei mi prese la manica del giubbotto e me la tirò, come se volesse che la seguissi e così fu. Mi avventurai in un canneto molto fitto dove l’ombrello si impigliava continuamente e, in tutto quel verde, vidi una bellissima pietra bianca ovale. Minù si sedette accanto ad essa, come per dirmi che quello era il problema. Presi la pietra e mi accorsi che non era molto pesante, però era liscia, sembrava marmo purissimo ed era di un bianco perla bellissimo. Decisi che me la sarei presa e me la misi in tasca. Minù sembrava felice che le avessi tolto il problema. Quando riemersi al canneto trovai Jonny ad orecchie ritte che mi guardava con aria interrogativa. Gli feci una carezza e tornammo a casa. Eravamo in discesa, quando persi il controllo dei miei piedi e scivolai nel fango. Proprio io che non mi volevo bagnare ora mi ritrovavo piena di fango, dalla testa ai piedi. Jonny mi guardò con uno sguardo indecifrabile, ma si vedeva che voleva tornare a casa. Appena entrai nel cancello lui si avventò sulla ciotola dell’acqua e bevve avidamente mentre io cercavo di togliermi un po’ di fango, ma riuscii a pulire solo le scarpe, la faccia e le mani. Appena entrai in casa mi accolsero mia sorella, mio padre e la sua compagna che dopo un secondo di analisi si misero a ridere a crepapelle, e avevo già  intuito il motivo…

Sorella di Alice: “AHAHAHAHAHAHA!!!! Occavoli Alice, che ti è successo? NO, non dirmelo… sta iniziando a piovere fango per caso?â€

Compagna del papà  di Alice: “Ahahahahahahahaha!!â€

Papà  di Alice: “Jonny è anche più bianco di te!â€

Alice: “NE HO FIN SOPRA I CAPELLI DI QUESTA STORIA!!!!â€

Sorella di Alice: “Se proprio ne hai fin sopra i capelli di fango!!â€

E tutti si rimisero a ridere. Io mi avviai ABBASTANZA arrabbiata sopra le scale e mi diressi nel bagno. Quando iniziai ad accendere l’acqua per la doccia mi ricordai della pietra. La presi accuratamente dalla tasca, la contemplai un pochino e conclusi che era bellissima e sarebbe stato meglio non farla vedere agli altri. La misi appoggiata sopra la lavatrice e mi feci la doccia. Dopo essermi pulita molto bene ed asciugata mi resi conto che era tardi e che fra poco papà  mi avrebbe riportata da mia mamma. E così fu; dopo poco dovetti preparare la borsa e papà  mi riaccompagnò dalla mamma. Non gli feci vedere la pietra, e credo non l’avrei mai fatta vedere a nessuno e così tornai dalla mamma. Essa mi accolse con un abbraccio e dopo salutai anche il compagno della mamma e il mio fratellino. La mia gattina, di nome Trilli, mi guardò più curiosa del solito e mi seguì fino alla mia camera. Posai le valigie, mi misi il pigiama e mi stesi sul letto, il tutto sorvegliata dalla Trilli. Quando presi in mano la pietra bianca la Trilli balzò sul letto molto curiosa e si mise ad annusarla. Mi guardò con fare misterioso e si mise a sedere accanto alla pietra. Ad un certo punto sentii dei rumorini provenire dalla pietra ed iniziò a rompersi. Io ero a dir poco sconvolta, mentre la Trilli era molto tranquilla e sedeva con fare superiore. Dopo vari picchiettii la pietra si ruppe e ne emerse una piccola creaturina bianca. In quel momento capii che la pietra in realtà  era un uovo. La piccola creatura era bellissima, non ci sono parole per descriverla. Dopo una lunga osservazione conclusi che era un drago. Era totalmente banco perla, come la pietra. La testa era affusolata e finiva con delle punte, un po’ come la specie di maschera di Gardevoir. Aveva delle piccole ali che teneva ripiegate sulla schiena, 4 piccole zampe munite di artigli molto appuntiti, una bellissima coda molto possente e degli occhi grigiastri che mi incantarono fin da subito. Era grande su per giù come il mio avambraccio e sembrava dotata di intelligenza propria. Infatti mi guardò come se mi aspettasse da tempo e inarcò la schiena come un gatto. Aveva dei modi un po’ felini. Molto lentamente, allungai la mano e le accarezzai la schiena. Fui pervasa da una stranissima sensazione; la mano mi bruciava, ma in tutto il mio corpo sentivo una strana sensazione di dolore e tipo solletico. Dopo un minuto buono finì e mi ritrovai sul mio letto con la Trilli seduta accanto al draghetto ed esso che mi guardava curioso. Mi guardai la mano e trovai una stellina argento.

ULTIME PAROLE:

Beh, vi è piaciuta? Fatemi sapere (In molto magari e in positivo, altrimenti accetto anche volentieri le critiche e i consigli!) e ci vediamo in giro visto che… ORA HO INTERNET!!!

Latia

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Flauga Argetlam

Beh, spero che la storia piaccia, anche se l’inizio non è stato un granchè… vabbè vi lascio alla lettura del secondo capitolo! ^^†(-.-“)

Latia

Grandi novità 

Mentre fissavo la stellina argento sul mio palmo il draghetto mi guardava con fare curioso, mentre Trilli sedeva ancora tranquilla. Quando alzai gli occhi dalla mia mano mi ritrovai faccia a faccia con il draghetto. Stavo per fargli una carezza, quando sentii qualcosa che proprio non volevo sentire: mia mamma che mi chiedeva se stavo bene. Fui pervasa dal panico, dopotutto come gli avrei spiegato del drago? Se lo avesse visto lo avrebbe portato via da me, o peggio… Dopo immagino che la Trilli capì quello che volevo dire perché incominciò a miagolare al draghetto, e credo gli volesse dire di nascondersi perché subito dopo il drago si nascose sotto al letto. La Trilli lo seguì a ruota. Poco dopo arrivò mia mamma.

Mamma di Alice: “Alice? Tutto bene? Ho sentito un tonfo…â€

Alice: “Quale tonfo…? Non ti preoccupare, tutto a posto!â€

Mamma di Alice: “Sarà â€¦ comunque, dovresti andare a letto, domani hai scuola! Buona notte!†e se ne andò.

Una quantità  enorme di domande mi passò nella mente. Visto che domani avevo scuola come facevo con il draghetto? A scuola non lo potevo portare di certo… sarebbe dovuto rimanere a casa, e anche ben nascosto! E poi come gli avrei dato da mangiare? E quando sarebbe cresciuto dove lo avrei nascosto? E come lo avrei chiamato? Ed era maschio o femmina?

La Trilli ed il draghetto uscirono fuori e credo intuirono la mia sfilza di domande. Tutti e due saltarono sul letto e dopo che feci una carezza alla Trilli sentì una forte voce nella mia testa.

Stai calma, risolveremo tutto! Ho già  un’idea!

OH SANTO CIELO!!!! CHI E’ CHE PARLA???? AIUTOOOOOOOOOO!!!!

Calmati, sono Trilli. Ora che sei diventata un Cavaliere dei draghi… o si dice Cavaliera… comunque, quello, puoi sentire i pensieri di chi vuoi e puoi parlarci. Disse la Trilli con voce molto rassicurante

Ok… sentiamo la tua idea… Dissi un po’ stranita, visto che stavo parlando con la mia gatta

Lascia fare a me! Tu domani vai dove devi andare… E non riuscì a finire la frase perché la interruppi.

A scuola… Dissi

E continuò a parlare. Si, si, a scuola, e a nascondere il draghetto ci penso io! Dopotutto rimango io a casa!

Il draghetto mi guardò con aria interrogativa, come se aspettasse istruzioni

Alice: “Ascolta piccolo, tu domani non devi lasciare questa stanza per niente al mondo, e fai quello che ti dice Trilli, va bene?â€

In effetti mi sembrava strano parlare direttamente col draghetto, e non pensavo neanche di ricevere una risposta; invece il draghetto fece un cenno col capo, come per annuire, e si strusciò alla mia mano, in cerca di coccole. Mi misi ad accarezzarlo e mi accorsi che aveva dei modi estremamente felini. Infatti, dopo le carezze si stiracchiò alla stessa maniera della Trilli, che lo guardò un po’ gelosa. Alla fine mi decisi ad andare a letto. Mi distesi sotto le coperte, la Trilli si acciambellò ai piedi del letto e il draghetto si mise fra le mie braccia. Aveva le squame decisamente lisce. Il draghetto si addormentò subito, al contrario di me che stetti con gli occhi aperti a pormi tantissime domande, anche se dopo un po’ gli occhi cedettero e mi addormentai. Fui risvegliata dal rumore assordante della mia sveglia. Mi mossi appena per alzarmi dal letto e spegnere la sveglia quando la Trilli saltò per lo spavento giù dal letto e il mio draghetto fece un balzo dalle mie braccia fino all’altra sponda del letto e con una zampata e un morso mandò in frantumi la sveglia.

Alice: “Piccolo draghetto, lo sai che la sveglia mi serve per svegliarmi la mattina come dice il nome?†dissi a bassa voce.

Il draghetto sembrava infastidito, ma mi guardò con uno sguardo di scuse. Gli feci una carezza, era troppo tenero. In quel momento mi ricordai che dovevo prepararmi per la scuola.

Alice: “Allora piccino, devi rimanere nascosto qui per tutta la mattina finché non torno, capito?

Il draghetto mi fece cenno di si con il capo e, insieme ad una Trilli molto infastidita, si nascose sotto il letto e si rimise a dormire sopra le mie pantofole. Il resto della mattina fu normale. Andai a scuola, ma non stetti molto attenta perché pensavo al mio piccolo draghetto. Quando tornai a casa andai subito in camera. Trovai il draghetto e la Trilli che sonnecchiavano. Appena chiusi la porta il draghetto aprì gli occhi e mi saltò addosso. Lo coccolai per qualche minuto, poi mi tolsi giacchetto e cartella e dissi:

Alice: “Ok piccolo, vado a mangiare e vedo se riesco a racimolare qualcosa per te, poi vediamo di darti un nomeâ€

Il draghetto sembrò approvare, si strusciò contro la mia mano e si riacciambellò sul letto.

Mangiai pane, stracchino e prosciutto e mentre mia madre e mio fratello erano in sala presi 2 fette di prosciutto e corsi in camera. Le diedi al draghetto che le mangiò con gusto.

Alice: “Che fame che avevi! Ora vediamo di darti un nomeâ€

Appena mi sedetti sul letto il draghetto saltò giù, aprì un cassetto e prese un mio vecchio album bi Bella Sara.

Alice: “Perché hai preso un… aspetta, vediamo che nomi ci sono!â€

Presi a sfogliare e sfogliare l’album in cerca di un bel nome maschile

Alice: “Che ne dici di Morewin? Oppure Shaman o Sheng?â€

No sentenziò il draghetto. Quella fu la prima volta che i nostri pensieri si toccarono.

Alice: “Aspetta un momento… tu sei una femmina!â€

disse divertita la draghetta mentre mi guardava con i suoi occhioni grigi.

Alice: “Allora… vediamo… no, non ci sono nomi abbastanza belli per te… ma forse… che ne dici di Seraphia?â€

fu la risposta di Seraphia mentre si lisciava gli artigli.

ULTIME PAROLE:

Allora, che ne dite? Aspetto numerosi commenti, ci vediamo in giro!

Latia

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