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[Andrew] Mad World [Parte 1 - 02]


Andrew

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PROLOGO:

Marco si stava davvero divertendo, dopo tanto tempo si sentiva davvero felice e in pace con se stesso; aveva finalmente preso il coraggio a due mani e aveva confessato ad Alice i suoi sentimenti per lei. Questa non solo l'aveva ricambiato, ma aveva confessato di provare lo stesso per lui da molto tempo. I due erano quindi finiti insieme alla festa di compleanno di Andrew, il suo migliore amico che era rimasto entusiasta della notizia. La festa era iniziata con una normale mangiata in pizzeria in cui lui e Alice si erano allontanati più volte dal tavolo per soccombere alla passione che provavano e scambiarsi lunghi baci nel bagno del ristorante. Dopodiché si erano recati tutti insieme alla festa in discoteca in cui lui, nonostante il compleanno del migliore amico, non aveva perso di vista per un secondo la sua nuova ragazza, dopo aver passato una piacevole serata Andrew dovette tornare a casa prematuramente, a causa di una complicazione delle condizioni del nonno del ragazzo. Marco decise quindi di rifiutare il passaggio di Andrew per passare ancora un po' di tempo con Alice e mentre si dirigeva dall'amico per riferirgli la sua decisione un altro ragazzo, decisamente ubriaco, gli rovesciò addosso parte della sua bevanda, macchiando la sua camicia e bagnando i suoi pantaloni. Marco imbarazzato, si diresse quindi verso il bagno per darsi una ripulita, cercando di non essere visto da nessuno. Entrato nel lurido bagno della discoteca il ragazzo fu inondato da un dolce odore di miele, cercò inutilmente dei pezzi di carta con cui asciugarsi ma non li trovò, decise quindi di guardare dentro il gabinetto alla ricerca di carta igenica; si avvicinò quindi alla porta sgangherata della stanza, ma poco prima di aprirla ebbe un orribile presentimento ma lo ignorò. Aperta la porta si trovò davanti a un gabinetto in condizioni davvero strane, sembrava che fosse stato sciolto da un liquido corrosivo; successe in un momento, Marco allungò il braccio per raccogliere il rotolo di carta igenica a terra e sentì un bruciore incredibile che arrivava fino alle ossa, inorridito ritirò il braccio e istintivamente alzò il viso verso il soffitto. L'ultimo pensiero che ebbe prima di morire fu Alice, all'amore che sapeva di provare per lei, al tempo che avrebbe voluto passare insieme alla ragazza e al futuro che si era immaginato il momento stesso del loro primo bacio; poi buio...

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CAPITOLO 1:

Il ragazzo dormiva ancora quando bussarono alla porta, la voce della madre lo svegliò dal sonno e con un grugnito cercò di allontanarla dalla stanza per guadagnare preziosi minuti di sonno. Alzò la testa dal cuscino e si trovò davanti alla figura della madre in lacrime, subito capì che era successo qualcosa di orribile, tuttavia non osava chiedere cosa. Fu il padre, sconvolto quanto la madre, a rompere il silenzio entrando nella camera e comunicando al ragazzo che una volante della polizia era parcheggiata fuori da casa sua; un agente stava infatti aspettando che il ragazzo scendesse mentre ascoltava una placida canzone anni 60' e sorseggiava un caffè. Il ragazzo, preoccupato, s’infilò i vestiti della sera prima che erano rimasti abbandonati ai piedi del letto e scese in strada senza dire una parola all'agente, che intanto aveva iniziato a rassicurarlo dicendogli che non era nei guai e che doveva portarlo in centrale per fargli alcune domande, salì in macchina e osservò la tranquilla via di periferia, dove aveva vissuto per diciotto anni, gli alberi erano ormai completamente spogli e il freddo oramai era arrivato in città . La strada della città  era affollata come al solito, piena di gente diretta al lavoro, e la piazza della cittadina era piena di vita come al solito; dopo circa venti minuti di guida la macchina si fermò al grande edificio che era la stazione di polizia. Scese dalla macchina e fece un respiro profondo, dopodiché entrò in centrale, scortato come sempre dall'agente che stava mandando un messaggio col cellulare, probabilmente per avvertire del loro arrivo. L'agente lo fece scendere al piano inferiore dell'edificio e poi lo affidò a una ragazza dai capelli biondi che probabilmente lavorava lì, questa prima lo rassicurò che non aveva fatto nulla di male poi gli spiegò finalmente il motivo della sua convocazione:

« Andrew, abbiamo bisogno del tuo aiuto per identificare un cadavere che abbiamo trovato stamattina. Si tratta di un ragazzo che era presente alla tua festa ieri; poiché il ragazzo non aveva alcun tipo di documenti con sé, non è stato possibile identificarlo. Te la senti di aiutarci?»

« V-va bene...»

« Ti avverto però... quello che vedrai potrebbe essere... disturbante...»

La ragazza aprì quindi la porta della stanza ed entrò, il ragazzo la seguì nella stanza e fu subito investito da un odore nauseante, come quello della carne andata a male da tanto tempo. Si portò istantaneamente la mano alla bocca nel tentativo di allontanare l'odore, ma non c'era modo di evitarlo così cercò di respirare il meno possibile. L'obitorio era una stanza in cui Andrew non era mai entrato e che aveva visto solo nei telefilm, tuttavia era esattamente come se lo immaginava: grossi scomparti al lato della parete in cui contenevano i cadaveri, tavoli operatori con tanto di vassoio mobile di metallo contenente tutti gli strumenti da autopsia. A eseguire l'autopsia c'era, contrariamente alle sue aspettative, un giovane ragazzo di poco più di vent'anni che muoveva il bisturi con enorme precisione e che incideva quello che a prima vista sembrava essere una gamba umana; finalmente Andrew arrivò al centro della stanza e si trovò a faccia a faccia con il cadavere che doveva identificare: per poco non vomitò. Davanti a lui giacevano pezzi di quello che doveva essere stato il corpo di un ragazzo completamente ustionato dall'acido: la faccia era stata investita da un getto talmente potente che a malapena si vedevano i lembi dei muscoli attaccati alle ossa rovinate, alla mano destra mancavano due dita e parte della gamba sinistra erano assenti. La ragazza continuava a fissarlo come se da un momento all'altro avrebbe trovato l'assassino e studiava ogni sua mossa, mentre il medico legale cercava di scoprire cosa era successo alla vittima. Andrew voleva andarsene via, correre a nascondersi sotto le coperte fingendo che quello che aveva appena visto fosse solo un incubo; voleva sbagliarsi, desiderava che il tatuaggio che aveva visto fosse frutto della sua immaginazione. Ma purtroppo non lo era, il tatuaggio che il suo amico Marco aveva ottenuto per il suo diciassettesimo compleanno era rimasto intatto nonostante le ustioni nel resto del corpo, come prova inconfutabile della sua identità . Si portò le mani al viso e iniziò a piangere, dopodiché con voce flebile disse il nome del suo amico:

« Marco, il ragazzo che avete davanti si chiama Marco Ferri. Era il mio migliore amico...»

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