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[Spin-Off] Villains Genesis (NON COMMENTARE)


Zarxiel

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Questo è uno spin-off che racconta le origini di alcuni degli antagonisti di Raziel e compagnia (della fanfiction principale).

 

Crediti a Darken per l'idea e per i capitoli (è lui che li scrive, io non c'entro nulla, li pubblico e basta) e a Giuls (che come al solito si è gentilmente offerta per correggere tutto).

 

Per commentare fatelo nel thread apposito della fanfic principale: http://www.pokemonmillennium.net/forum/topic/81482-commenti-fanfiction-pok%C3%A9mon-raziel/

 

Bloodwolf

La prima cosa che ricordo con chiarezza è una litania indistinta. Parole che per un bambino non hanno significato. Parole che, avrei scoperto in seguito, possono uccidere.
Per quel che ne so, sono spuntato direttamente nella Cattedrale. Secondo i sacerdoti però sono il figlio di una coppia di agenti che non ha concluso una missione e ne ha pagato le conseguenze. Che falliti devono essere stati i miei genitori.
Il marchio del fallimento però non mi rimase impresso, e fui cresciuto insieme agli altri Orfani di Sangue. Non mi fu dato un nome. Per i sacerdoti, distinguerci non aveva importanza. I miei compagni mi chiamavano Lo Scheletro per la mia magrezza. Non sarebbe però passato molto prima che mi trovassero un nuovo soprannome.
Quando iniziarono ad addestrarci, ad ognuno di noi fu permesso di scegliere un Pokémon tra quelli risparmiati da Rakashir o sequestrati ai falliti. Fu allora che incontrai Dhelmise. E fu allora che il mio futuro cambiò.
Quando cominciai ad addestrarmi nel combattimento, dimostrai un talento naturale. Io e Dhelmise eravamo una cosa sola, due anime in un solo corpo. Lui strangolava quando io lo ordinavo, impalava quando io lo impalavo. E i sacerdoti ne erano soddisfatti. Presto, il nome del Lupo di Sangue mi fu affibbiato, per la mia apparente sete di violenza. Lo odiavo. Sciocchi, ecco cos’erano i miei compagni. Un Lupo è un animale che ama il branco. E io, non lo ero, come avrei presto dimostrato.
Quando io e altri dieci raggiungemmo il quattordicesimo anno, ci fu dato un semplice ordine: uccidete i vostri compagni, finché solo uno rimane in piedi, senza usare i vostri Pokémon. Ricordo ancora quando spezzai il collo del primo di loro. Era la prima persona che uccidevo di persona. Prima della conclusione, altre tre erano cadute sotto i miei colpi. Gli altri erano già stati uccisi.
I sacerdoti si complimentarono con me. Mi fu permesso di scegliere altri cinque Pokémon. Scelsi solo spettri. E mi fu permesso di prendere un nome.
Fu una scelta difficile. Un nome ha significato. Un nome ha potere. E io volevo che il mio nome esprimesse chi sono… O chi ero. Fu allora che ricordai il soprannome che tanto avevo odiato. Il Lupo di Sangue. Sorrisi. Quel nome mi avrebbe sempre ricordato da dove venivo, e cosa gli altri avrebbero pensato di me prima di ritrovarsi un coltello alla schiena. I sacerdoti approvarono. Ero diventato Garm.
Mi fu permesso di unirmi al Team Blood, e mi furono assegnate varie squadre. In tutte, fui sempre io a distinguermi in missione. E presto, ottenni una nomea di individuo abile. E con essa, un rango.
Scalare. Da quel momento, ho lavorato solo per questo scopo. Ho costretto alleati a combattersi, ho convinto nemici a sottomettersi.
 
Io sono il Lupo di Sangue. Questo nome mi è stato dato, e io lo odio.
Io sono Garm. Questo nome l’ho scelto, e io lo odio.
Ma lasciate che gli altri mi chiamino così. Perché più lo sento, più il mio odio cresce.
Più lo sento, più il mio desiderio cresce.
Più lo sento, più so che la mia furia sarà l’arma implacabile del mio signore.

 

Squadra:ShedinjaMimikyuRotomGolurkSpiritombDhelmise

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Snake-In-The-Eye

Dicono che il mio occhio sia un’antica maledizione. Eppure non ricordo neanche da quando ce l’ho. Ero ancora un bambino, ignaro del mondo e di tutto il male che esso può fare, quando per la prima volta vidi il mondo attraverso gli occhi di un Ekans. Soffrii per giorni per colpa mia e, lo ammetto, ci vollero anni per convincermi a ritentare.
Nel frattempo, la mia vita procedeva, triste e solitaria. Gli altri bambini avevano paura del mio occhio, e anche gli adulti lo guardavano con apprensione. Per molto tempo, furono i libri la mia più grande compagnia. L’unica eccezione fu mio fratello, nato come me con quell’occhio tanto strano.
Fu solo per caso che ripresi a usare il mio potere. Originariamente, pensavo che fosse stato tutto un sogno causato dalla febbre, ma quando guardai attraverso l’occhio di Ekans, stavolta per davvero, e senza rischiare la morte, anche se era comunque faticoso, mi si aprì un mondo di possibilità.
Nei mesi successivi, testai il potere con cui ero nato. Appresi anzitutto che usarlo su qualunque Pokémon non fosse serpentino era molto più faticoso, per qualche motivo. Forse perché ad essi ero sempre stato più legato che a qualunque altro Pokémon. Poi scoprii di poter anche controllare i Pokémon attraverso i cui occhi vedevo, pur con molto impegno.
A quel punto, cominciarono i furti. Prima piccole cose, poi sempre più grandi. Sembra incredibile, ma il nostro è un mondo in cui un Ekans passa totalmente inosservato, anche nel mezzo di una città. Mi infilavo in negozi di ogni genere, procurandomi quello che volevo. Stavo sempre attento a non prendere oggetti troppo preziosi, ma riuscii comunque a fare un bel gruzzolo rivendendo il bottino. Mio fratello, un’anima più semplice, invece non usò mai davvero il suo, limitandosi a farne uno strumento per conoscere nuovi Pokémon.
Non capivo, e non volevo capire, che il mio dono serviva a molto di più. Non c’era nessuno che potesse guidarmi, in fondo: i miei genitori avevano paura di me ormai, e nessun amico con cui potermi confrontare appariva. Mio fratello, che fino a quel momento era stato per me l’unico compagno, si era allontanato da me, preoccupato per il mio comportamento.
Poi un giorno mi trovai davanti due uomini. Si presentarono come inviati delle Smogon Industries, interessati ai nostri occhi. Decisi di seguirli, e convinsi mio fratello, riluttante, a fare altrettanto.
Ben presto, dalla Smogon fummo introdotti al Team Blood. Io ne fui affascinato. Per la prima volta, ero parte di qualcosa. Mio fratello provò solo orrore.
Un giorno mi chiese di accompagnarlo in un luogo privato, e mi propose di fuggire, lasciare il Team Blood e denunciare al mondo quello che volevano fare. Gli chiesi un po’ di tempo per pensarci.
Il giorno dopo, mio fratello era morto, il suo occhio usato per un fallimentare trapianto.
Dopo quel giorno, la mia unica famiglia divenne il Team Blood.

 

Squadra:Arbok336Steelix497Gyarados350

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Boneless

Avete mai desiderato essere qualcun altro? Più alto, più bello, quel colore di capelli, quel colore degli occhi…
Sono pensieri umani. Quando li ebbi per la prima volta io, desiderai essere più alto. E così crebbi d’altezza, fino a diventare un ragazzino alto oltre due metri. Ovviamente, ci furono conseguenze. Mi ruppi le gambe, e fu solo per fortuna che non ci furono danni permanenti. Ma adesso sapevo di avere un dono.
Iniziai a copiare gli altri. Gli occhi che mi piacevano, i capelli che preferivo, l’altezza, il peso… Tutto ciò che volevo poteva essere mio, finché non esageravo. C’erano controindicazioni, non era certo un potere da usare come nulla fosse, ma col tempo, riuscì ad usarlo con facilità per brevi periodi.
Ormai, non ho idea di quale sia il mio vero aspetto. Ho passato troppo tempo a volere i capelli di una persona, gli occhi di un’altra, l’altezza di una terza, il mento di una quarta… E il mio corpo si è abituato permanentemente a quei piccoli cambiamenti.
Cominciai a farmi degli amici, e non erano brave persone. D’altronde, con un potere come il mio, potevo rubare ciò che volevo. Chi avrebbe mai creduto che l’omone con la barba che aveva sfondato una vetrina e portato via tutto era lo stesso ragazzino innocente che andava a scuola alla mattina? Nessuno sapeva del mio potere salvo i miei amici, e nessuno di loro aveva motivo per parlare.
Poi un giorno conobbi Hvitserk. E per la prima volta, conobbi qualcuno che era come me. Anche lui poteva fare qualcosa che agli esseri umani era impossibile. E insieme, divenimmo invincibili. Una roccia volava per magia contro la vetrina, e una vecchietta raccoglieva di nascosto uno strumento, una collana, una Pepita.
Ma prima o poi doveva finire. La polizia, disperata, raccolse informazioni, e attraverso un mio… amico, risalì fino a me. Hvitserk si salvò, ma io non fui altrettanto fortunato. Fui trascinato in galera, dove cominciai a scontare dieci anni per tutti i furti che avevo commesso.
Ma il mio salvatore giunse davanti a me. Un anziano si presentò un giorno alla prigione, dopo cinque anni dall’inizio della mia pena. Mi chiese se ero pentito di ciò che avevo fatto. Risi, rispondendogli che non avevo intenzione di smettere. E lui rise a propria volta.
Due giorni dopo, ero fuori di prigione. L’anziano mi aspettava fuori dal cancello.
“Sei una creatura senza scopo.” Disse “E il Team Blood sarà la tua nuova casa.”
E fu così. Nel Team Blood trovai compagni fedeli. Ritrovai anche Hvitserk, e scoprì che proprio lui aveva parlato di me all’uomo anziano.
E da quel giorno, divenni Ivar il Senzaossa, membro dei Lod. E non ricordo un giorno più felice nella mia vita.

 

Squadra:SmeargleDittoSpindaLiepardClefableZoroark

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