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[pokepokelove] il palazzo dell'Imperatore


Kuroi

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Un giorno mi dovetti dirigere verso la Baia Spiraria per una festa, e quindi presi il sentiero che passava dalla Foresta Bianca, ma... La Foresta era vuota, alberi o altro, non c'erano, il vuoto totale.

 

Improvvisamente vidi una sagoma nera, che girava in tondo, come ballasse. Mi avvicinai, ma improvvisamente venni risucchiato nel sottosuolo. In quel luogo vi era un Nuzleaf che mi guidò per molto tempo in una grotta molto umida, piena di graffi sulle pareti e spesso il Pokémon mi sorrideva. Non era un sorriso normale, sembrava forzato, come se volesse farmi sentire al sicuro sapendo che non lo sarei stato.

 

Arrivai in fondo al tunnel, vi era un ponte in marmo che conduceva nel vuoto. Appena lo superai, mi ritrovai davanti ad un enorme palazzo, anzi, un castello direi, ai lati vi erano due statue di Garchomp, e raggelai nel vedere del sangue che usciva dalle loro bocche.

 

Nuzleaf mi trascinò dentro il castello, e due Chandelure mi condussero in una camera, dove trovai degli abiti da cerimonia con una maschera rossa, e un biglietto con scritto 'Indossali', e pensai.

 

'Incredibile, mi stanno a pennello! Come fanno a conoscere la mia taglia?'

 

Avevo come la sensazione di dover uscire, e così feci. I due Chandelure mi portarono in un ampio salone, dove vi si stava svolgendo una festa da ballo, uno spettacolo agghiacciante e stupendo al tempo stesso. Tante Dame e Gentiluomini tutti con maschere rosse, ma stranamente sporchi di sangue.

 

Il soffitto era ricoperto di gente morta, impiccata, con molto sangue che gocciolava da ogni singola ferita, anche a terra vi era gente morta, e tutti continuavano a ballare come se nulla fosse. I due Chandelure mi condussero davanti ad una ragazza, capelli biondi, occhi azzurri coperti da una maschera azzurra, nessuna traccia di sangue e un vestito rosa con molti fiori. Improvvisamente mi invitò a ballare e mi disse.

 

'Sai perché tutta questa gente è ricoperta di sangue?'

 

Non sapevo cosa rispondere, lo disse come se fosse normale per lei parlare di questo.

 

'Per via del sangue che gocciola dal tetto? Dalle persone impiccate?'

 

La sua risposta però mi sorprese e non poco.

 

'No. Quella gente... Ha ucciso le persone che vedi morte.'

 

Improvvisamente mi spaventai, speravo fosse un sogno, un incubo, tutto tranne che la realtà !

 

'Che succede? Hai paura? Sappi che è tuo compito ucciderli!'

 

Chiesi spiegazioni. Perché io? Cosa centro con tutto questo? Chi è quella ragazza?

 

'Loro sono traditori dell'Imperatore, quindi devono morire.'

 

Chiesi chi fosse l'Imperatore... Non ne avevo mai sentito parlare, in nessun racconto antico di Unima, nemmeno l'anziana di Fortebrezza non me ne parlò mai.

 

'L'Imperatore è il padrone di questo castello, nonché mio padre.'

 

Ero spaventato a morte, ma non riuscivo a smettere di ballare, almeno fin quando non terminò il ballo. Improvvisamente la ragazza mi portò in una camera piena di armi da taglio: Coltelli, Accette, e chi ne ha più ne metta. Lei prese una falce, io mi limitai ad un coltello, e andammo in una camera piena di persone con stracci addosso, molto sporche, e qui capì... Avrei dovuto scegliere una persona di esse... Ed ucciderla!

 

Le persone si voltarono verso di noi, il loro ghigno era chiaro, ormai mi vedevano come una minaccia e la ragazza, scegliendo una vittima, lo picchiò e poi lo squartò con la falce, facendo intravedere ossa e organi interni. Ero disgustato nel vedere la scena, e improvvisamente una delle persone si voltò verso di me. Impaurito impugnai il coltello, non volevo far del male a quella persona, ma la mano si mosse da sola e lo uccise.

 

Ero ancora più disgustato nel sentire le sue grida e per far finire le sue sofferenze, diedi il colpo di grazia. Improvvisamente entrò un uomo alto con un mantello, è tutti bisbigliarono.

 

'È l'Imperatore! È l'Imperatore!'

 

La figlia dell'uomo mi prese e mi portò al suo cospetto, e così, mi inchinai davanti a lui, fin quando non mi fece segno di alzarmi e dirmi tali parole.

 

'Bene, hai compiuto il tuo dovere. Dovresti vivere qui con noi.'

 

Indietreggiai, scuotendo la testa a destra e sinistra, in un disperato tentativo di dire 'No.', ma l'Imperatore cambiò improvvisamente espressione, e disse.

 

'Ho capito... Subirai la stessa sorte degli altri, giustiziatelo!'

 

Mi si raggelò nuovamente il sangue, credevo che la mia fine fosse giunta, ma improvvisamente la ragazza urlò.

 

'No! Non puoi! Lui è mio! Lo convincerò io!'

 

Non volevo restare lì, ero terrorizzato, sarei sicuramente finito come gli altri, e improvvisamente l'Imperatore uscì dalla sala. La notte, mentre tutti dormivano, riuscì a fuggire dal castello, ma giunto a casa, trovai una spiacevole sorpresa... La mia famiglia era stata uccisa!

 

Sul muro, lessi queste parole.

 

'L'Imperatore non perdona... I traditori!'

 

 

un grazie ad~àƒstÄ  per avermi aiutato 

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