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[Dewotthero] Dimension Patrols.


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Ok, come avete potuto vedere, il titolo non è esattamente ciò che chiamerei originale, ma lo cambierò in futuro e accetto consigli. Di solito non ero molto perseverante con le fan fiction o le original stories, ma questa volta mi ci metterò di impegno, giuro.


 



L'umano bionico.


 


??/?????/????????, Nome città  034721


 


Siamo nel futuro. Un futuro che non è il nostro, o almeno spero. Perché quello che succederà  qui sarà  un evento che non solo violerà  e stravolgerà  le regole che ci eravamo imposti in questa società , ma anche le regole della creazione stessa. Tutto iniziò in un epoca imprecisata, che solo il protagonista di questi fatti sa, poiché originario di questa dimensione. Il futuro è molto probabilmente come se lo immagina il 90% della razza umana di questo tempo: tecnologia avanzata all'inverosimile, macchine volanti, vestiti fatti di qualche strano materiale (e spesso ridicoli). La novità  che però emozionava la gente erano gli umani bionici, che non sono umani creati in laboratorio dall'aspetto perfetto e dall'intelletto superiore, ma quello che al tempo d'oggi noi chiameremmo "schiavi", e di cui il futuro ne aveva sempre più bisogno. Ma la società  era perfetta, e usare un essere umano per scopi come recuperare oggetti da un cratere vulcanico o togliere un pezzo di un edificio senza che esso gli crollasse completamente addosso era qualcosa di impensabile. Perciò, gli umani bionici erano bruti con una capacità  celebrale patetica, che li rendeva esseri senza mente in grado però di svolgere lavori manuali con le istruzioni scaricate direttamente nella loro testa, ma con una prestanza fisica perfetta per i lavori che facevano. Nessuno poteva affezionarsi a loro a causa del loro scarso intelletto, e se morivano in un incidente non c'erano familiari o amici in lutto. Gli umani bionici erano stati ideati da poco, ma venivano già  prodotti in massa. Ogni famiglia aveva un umano bionico al proprio servizio per i lavori più pericolosi. Il motivo per cui a queste creature  non fu donata alcun tipo di intelligenza è semplice: l'umanità , dando una mente superiore a macchine o animali aveva già  rischiato la pelle fin troppe volte, perciò era meglio sfruttare i muscoli, ma lasciare stare la zucca. Perciò immaginate il terrore, la disperazione, la confusione che ci fu in quella fabbrica dove c'era stato un problema alle macchine, e un umano bionico era uscito con un corpo uguale ad un umano normale, ma con un intelligenza talmente elevata che tutti i grandi scienziati nati nella storia dell'uomo messi insieme non riuscirebbero neanche a sfiorare tale livello. Quando l'essere uscì dalla cella di incubamento, gli scienziati erano terrorizzati ancora di più, perché dopo che la società  diventò finalmente perfetta, credeteci o no, le armi vennero tutte eliminate, i progetti bruciati, addirittura i ricordi succhiati via dalla mente del popolo comune, per evitare che ulteriore morte e distruzione arrivasse sulla terra. Ed eccoli rabbrividire, tutto a un tratto, quando l'umano bionico XVR, o Xavier, arrivò di fronte a loro. Aveva l'aspetto di un ragazzo adolescente che noi del presente chiameremmo "africano". I capelli erano pettinati a spazzola, di un nero pece e così gli occhi. L'abbigliamento consisteva della classica felpa antisudorazione e dei pantaloni multiuso da lavoro, cioè come di solito venivano vestiti i bruti. Xavier era lì, a fissare questi esseri che ai suoi occhi apparivano così stupidi. In qualche frazione di secondo capì che essi avevano paura, avevano paura di lui, che non era di provenienza naturale e perché coloro che si trovava davanti avevano paura di lui. Tutte queste informazioni in così poco tempo era troppo da sopportare anche per una mente come la sua, e continuavano ad arrivare. Perciò, sempre ragionando nei minimi dettagli nonostante il dolore allucinante alla testa, Xavier in pochi secondi trovò l'uscita più veloce dalla fabbrica. Una volta in metropoli, capì istantaneamente lo stile di vita di persone, l'ordinamento sociale, tutto ciò che c'era da sapere sulla città  senza neanche volerlo. Doveva controllare la sua mente, sapere cosa analizzare. Capì subito come fare, ma la città  era troppo piena di informazioni per la sua mente. Per fortuna sapeva dove andare: Il deserto. La metropoli, Esaurha, era stata costruita in mezzo a quello che noi chiamiamo Deserto del Sahara, e attirava molti turisti che volevano vedere una meraviglia intatta del pianeta. Il deserto era pieno di informazioni, ma ne aveva decisamente meno della città . Perciò, Xavier ci si incamminò, mentre i metropolitani scappavano in preda al panico e gli scienziati correvano nei meandri della città  a cercare anche l'arma più insulsa, l'umano bionico camminava tra di loro. Non pensava di soggiogarli nonostante la sua intelligenza: era troppo intelligente per avere anche un pizzico di malvagità  nel suo cuore. Mentre si incamminava nel finalmente raggiunto Deserto del Sahara, stranamente non molto cambiato dai nostri giorni, Xavier trovò uno strano cerchio metallico che emanava una flebile luce azzurra, con allegato una tavola elettronica per i messaggi (T.E.M.) con una lingua non del posto, ma che Xavier riuscì presto a decifrare.


 


     "Se siete dei criminali e volete stravolgere le regole dello stesso universo, usate questo apparecchio. Se siete curiosi, vogliosi di avventure, o anche pazzi o stupidi, usate questo apparecchio. Voglio solo che accada qualcosa in questo mondo fiacco."


 



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Primo viaggio interdimensionale.


 


??????/????????/??????????, Deserto del Sahara.


 


Il Deserto del Sahara. Arido e sabbioso. Pieno di dune, con qualche cactus sparso qua e la e miriadi di piccoli animali che si nascondono sotto la sabbia. Era passato un anno dei nostri da quando Xavier aveva lasciato la metropoli, andando nella landa desolata per allenarsi a sfruttare al meglio la sua intelligenza. Aveva trovato una casetta di Xilofos (materiale edile usato dalla gente di questa dimensione) e aveva aggiustato quel che non andava. Il materiale isolante dell'abitazione e la felpa anti sudorazione lo aiutavano a sopravvivere al caldo del deserto. Sapeva il motivo per cui quella casa era abbandonata, e sapeva che non poteva restarci per molto a lungo: era una sorta di accampamento per gli scienziati che volevano studiare il deserto per sfruttarne le risorse, e tra pochi giorni sarebbe stata usata per nuove ricerche. A proposito degli scienziati, molti si erano quasi dimenticati dell'umano bionico. Lo davano per morto nel deserto, disperso chissà  dove. Alcuni erano scettici, ma non molto preoccupati. Xavier però sapeva che, nel caso si fosse fatto vedere, avrebbe allarmato l'intera popolazione della metropoli. Con la sua intelligenza, creò un travestimento per passare inosservato nella città , trovarsi un lavoro, comprare cibo e oggetti che potessero aiutarlo a migliorare. Certo, il deserto era un posto tranquillo dove la sua mente si sarebbe rilassata, ma andare in città  era una parte molto importante del percorso di Xavier per prendere controllo completo della sua mente. Mancavano pochi giorni all'arrivo degli scienziati, e Xavier voleva sfruttarli per concentrarsi su una cosa sola: il dispositivo metallico che aveva trovato nel deserto. Non sapeva cosa fosse, era qualcosa che neppure una mente come la sua avrebbe potuto analizzare in poco tempo. Durante l'anno però, aveva fatto scoperte molto interessanti. La flebile luce blu che proveniva dall'oggetto reagiva con ogni cosa gli venisse posta davanti, esseri viventi o no, materiali organici o inorganici. Era come se fosse collegata direttamente ad ogni cosa. Un giorno, mentre Xavier stava esaminando il cerchio di metallo, prese il pad dove c'era scritto il messaggio e incominciò a smanettare. In pochi secondi, più di cento ulteriori messaggi e disegni furono nelle mani dell'umano bionico. Essi spiegavano come l'oggetto fosse stato infuso, in una azione illegale oltre ogni limite, in una sostanza che alimenta l'universo stesso. Come l'universo fosse diviso in tante dimensioni, ognuna diversa dall'altra per via di piccolissimi e, a prima vista, insignificanti cambiamenti che hanno completamente stravolto la loro storia. Di come quell'oggetto, se perfezionato in un certo modo, potesse dare all'utilizzatore la capacità  di viaggiare fra queste dimensioni, violando regole che gli altissimi reputavano sacre. Tutto ciò era al centro delle ricerche perpetue di Xavier. Nonostante per un essere umano ciò che era scritto potesse risultare estremamente complicato e esaustivo, l'umano bionico lo trovava molto semplicistico, trovando vari errori o particolarità  tralasciate nei messaggi. Finalmente, dopo un anno del presente contato, Xavier perfezionò la macchina per viaggiare fra le dimensioni. Il dispositivo era stato modificato in modo di attaccarsi alla schiena del ragazzo con varie corde in Maliute5 (altro materiale del futuro) e per rispondere a tutti i suoi ordini. Xavier non aveva molto tempo per mettere in azione la macchina; gli scienziati stavano arrivando all'abitazione per ulteriori ricerche scientifiche. "O la va o la spacca", diremmo noi del presente. "D.T.D. (Dimension Travelling Device), attivati!". Il dispositivo emanò una luce azzurra ancora più abbagliante. L'umano bionico era del tutto cosciente di quanto ciò potesse essere pericoloso, per se o per l'intero universo. Ma c'era qualcosa in quella macchina che accecava Xavier e la sua intelligenza, che gli dava un incredibile incuranza del pericolo. Finalmente, il ragazzo si dissolse in un bagliore di luci e scomparì. Pochi attimi dopo gli scienziati entrarono nella casa, chiedendosi come mai fosse aperta, e come mai le loro risorse finite e il libri tutti aperti.


 


30 aprile 1975, da qualche parte in Africa.


 


Xavier si ritrovò in un luogo simile al Sahara, ma meno arido. Riusciva a scorgere un villaggio in lontananza, e qualche montagna ancora più in lontananza. Ciò che trovava strano era quanto il villaggio sembrasse ai limiti del preistorico. Non aveva nulla a che fare con ciò che aveva visto finora. Era come se questo mondo fosse arretrato di millenni. Ad un certo punto si accorse di uno strano oggetto volante in lontananza, che rilasciava una scia di fumo dietro di se. Era chiaramente un modello decisamente obsoleto di missile, una delle armi che la gente del futuro usava una volta. Mirava a colpire l'umano bionico. Xavier non mosse un muscolo. Era pronto ad attivare, tramite un messaggio vocale, uno scudo protettivo, un altra delle funzioni del D.T.D., quando all'improvviso una figura troppo veloce per essere identificata afferrò l'umano bionico e lo portò fuori dal raggio d'azione del missile, che esplose in lontananza. Confuso, Xavier guardò in faccia colui che l'aveva "salvato". Era un umano dalla pelle priva di pigmentazione, con i capelli biondi rasati a taglio militare, una canottiera verde e dei pantaloni mimetici, che portava a tracollo una borsa piena di strane armi. "Come ti chiami?" Chiese il ragazzo. "Mi è stato dato il titolo di XVR, Xavier, quando sono stato creato." "Ci mancava il tipo strambo. Io sono Berry. Berry Challaghan."



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La guerra.


 


30 aprile 1975, Senegal.


 


C'erano varie cose di quel posto che stupivano Xavier. Il villaggio incredibilmente antiquato, i vestiti degli abitanti che erano costituiti da semplici fasce di qualche materiale sconosciuto, ma prima fra tutte il fatto che coloro che abitavano lì parlavano la stessa lingua che veniva parlata dagli abitanti di Esaurha, nonostante l'incredibile differenza fra le due dimensioni. Quando il ragazzo militare, Berry Callaghan, l'aveva tolto dalla traiettoria del missile, l'umano bionico aveva mille domande in testa da porgli, oltre a quelle già  citate. Tipo, perché, nonostante il sole cocente e l'ambiente desertico, la sua pelle presentasse una pigmentazione pressoché nulla. Oppure, come mai le sue armi sembrassero incredibilmente avanzate rispetto a, ogni cosa che ci fosse in quel deserto. Ma il soldato non sembrava in vena di rispondere a domande: piuttosto continuava a tartassare Xavier con un'interrogatorio che sembrava non finisse mai, mentre si dirigevano al villaggio. "Sei del posto?". "Non sono nativo di questo luogo. Provengo dalla metropoli Esaurha, situata in una dimensione parallela alla vostra, dove sono arrivato per merito del dispositivo attaccato alla mia schiena.". "Sicuro di non aver sbattuto la testa?". Xavier era scocciato da quanto l'umano potesse avere un intelletto inferiore persino a quello degli scienziati della sua dimensione, ma almeno non scappava in preda al terrore in sua presenza. "Chiaramente, la vostra ignoranza vi impedirà  di capire che ciò che vi dico è vero, ma è del tutto normale". "La vuoi smettere di parlare come un sapientone?". "Vuoi che conversi con te in un modo più consueto alla tua intelligenza limitata?". "Sì. E smettila di darmi dello stupido. Ti ho salvato la vita, ricordi?" "Veramente io...". Xavier venne interrotto da Berry con un gesto della mano. Erano arrivati alle abitazioni. Mentre passeggiavano tra di esse, gli abitanti abbracciavano il militare, gli mostravano segni di affetto e gli portavano addirittura dei doni. L'umano bionico era estremamente confuso da come l'abitazione fosse rudimentale. Non capiva come la gente ce la facesse a vivere in un posto come quello, con quegli oggetti e quelle abitazioni così fragili. Era strano; Una mente geniale come quella di Xavier era confusa a causa di una visita ad un villaggio di un'altra dimensione. Forse la sua mente non era stata allenata a dovere. Cessò di pensare quando venne condotto ad un edificio più grande e decorato degli altri, chiaro segno di importanza. Dentro vi erano vari uomini, disposti in cerchio, armati con lance primitive, che a Xavier risultavano del tutto innocue, e al centro un uomo vestito con vestiti sempre tribali, ma gradevoli all'occhio, poiché decorati in modo splendido. "È uno dei vostri?" chiese Berry. "Io ho già  detto che-". "Non parlare". L'uomo al centro si alzò in piedi. Quando aprì gli occhi, l'umano bionico si accorse che era cieco. Si avvicinò, e toccò la pelle e i vestiti del ragazzo. "Ha la nostra stessa pelle. E la nostra stessa lingua. Ma non lo riconosco, e questi vestiti non sono i nostri". Prima che Xavier potesse rispondere, Berry lo prese bruscamente per la felpa, lo tirò a se, lo guardò negli occhi e disse "Senti, se sei uno di quei soldati, io...". "Veramente mi sembri tu quello più simile ad un soldato". "Tu non capisci, io sono diverso da loro...". "Va bene, non ho la minima idea di ciò di cui state parlando. Lasciate che io mi presenti, e poi spiegatemi cosa sta succedendo. Io sono Xavier, creato artificialmente con una mente incredibile, oltre le capacità  umane. Tramite uno studio approfondito dell'oggetto posizionato sulla mia schiena, ho potuto compiere un viaggio tra dimensioni differenti." "E puoi provarcelo?" chiese il cieco. "Certamente. Ora ve lo dimostrerò.". Il ragazzo cominciò ad usare vari comandi vocali per attivare il D.T.D., mostrando video esplicativi sul suo universo e su come arrivò in questo. "Una tecnologia impressionante, e i video non sembrano fasulli. Ma so chi potrebbe averti dati simili diavolerie, oltre a me. Il governo." Mentre le voci di dubbio e disapprovazione degli uomini armati riempivano la sala, Xavier si difese. "Allora, capisco, più o meno, come mai non vogliate fidarvi di me. Ma vi assicuro che posso aiutarvi contro il vostro nemico. Se lo farò, voi vi fiderete di me?". Il cieco parlò. "In tal caso, potrebbe ottenere la nostra fiducia. Ora, visto che ce l'ha chiesto, le spiegheremo cosa sta succedendo. Callaghan, digli tutto." "Con piacere, Gran Capo. Anni fa, il governo degli Stati Uniti conquistò l'Africa, senza risparmiare nemmeno uno stato, provocando milioni di morti, che non giovarono di certo all'Africa, dove già  altri tipi di morte si nascondevano sotto ogni angolo. l'unico stato ancora libero era il Senegal. Ai tempi ero un soldato semplice, che non aveva mai combattuto in guerra. La mia prima, e ultima, battaglia fu contro il Congo. Vidi cose orribili. Persone indifese, deboli e malmesse che venivano trucidate solo perché volevano far valere la loro libertà . Durante la guerra, mi allontanai. Trovai delle strane armi; a prima vista, sembravano perfettamente identiche alle armi utilizzate dall'esercito, ma provandole, capii che erano di livello nettamente superiore alle altre. Dovevo utilizzarle per uno scopo più nobile delle altre armi: proteggere l'unico stato ancora libero, il Senegal. Sembrava una missione impossibile, ma presto mi accorsi che, anche se da solo, le mie armi surclassavano di gran lunga quelle dei miei nemici. Socializzai con questa gente, che pensava di non avere alcuna speranza, e diventai il loro eroe. Ma diventai anche il nemico numero uno della mia patria. Ma l'esercito sta sviluppando armi migliori, e non posso continuare da solo. Gradiremmo anche il minimo aiuto". Xavier annuì con tristezza. "Vi aiuterò, e sconfiggeremo insieme questi Stati Uniti, ma non toglierò la vita a nessuno. Affare fatto?". Tutti i presenti si guardarono bisbigliando fra di loro. Alla fine il gran Capo si fece avanti, strinse la mano al ragazzo e disse "Affare fatto.".



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Armi antiche.


 


30 aprile 1975, Senegal.


 


L'accordo era stato stipulato; Xavier era in combutta con i Senegalesi, e li avrebbe aiutati nella guerra contro gli Stati Uniti. Capitava al momento giusto: il missile che lo aveva preso di mira ore fa era un chiaro segno dell'arrivo delle forze armate. Il ragazzo e Berry erano nella capanna militare, a prepararsi per difendere il villaggio e i dintorni. "Posso sapere una cosa?" chiese Xavier. "Quelle armi, sono così diverse da tutto ciò che è qui. Sono veramente avanzate...". "Guarda che sospetto ancora che tu possa essere una spia del governo." Disse bruscamente il soldato. "Non ti dirò dove le ho trovate, o come funzionano. Comunque, non stupirti, nel Vietnam tutto è obsoleto. Vedrai che le armi dei militari sono qualcosa di avanzatissimo. Ma non hanno speranze contro le mie. Il problema è che finora ho combattuto sempre da solo, ma ora ho te a darmi una mano, sempre che tu voglia aiutarmi...". Berry guardava Xavier malissimo, ancora convinto del fatto che non sia lì per lottare dalla loro parte. Ma le intenzioni dell'umano bionico erano pure e sincere. "Senti, combattere da solo, contro un intero esercito, costituito dai tuoi compatrioti dev'essere stato largamente traumatico, lo leggo dai tuoi occhi. Ma sta sicuro che non solo con me sarà  tutto molto più facile, ma riusciremo a vincere. "Ne dubito altamente. Non è che potresti invitare altri tuoi amici dalla tua dimensione?" Xavier guardò il terreno con tristezza. Essere rimasto solo per un anno non è stata una cosa felice, al contrario di ciò che ci si aspetterebbe da uno con la sua intelligenza. "Non ho amici nella mia dimensione. Mi cacciano, vogliono la mia morte. Vedi, a causa della mia intelligenza pensano che io voglia soggiogarli. È già  successo in passato che macchine o animali cercassero di sterminarli, quindi non li biasimo. Ma persino uno come me, con questa intelligenza, senza amici, si sente solo...". Berry provava compassione per Xavier, ma non aveva smesso di sospettare le vere intenzioni del ragazzo. "Ora, senti.". Il militare accese una radio, che trasmetteva (illegalmente) un dialogo tra due membri delle forze dell'ordine. "Oggi attaccheremo il villaggio a sud-ovest, il più lontano dall'attuale posizione del traditore.". "Ma lui è veloce, più di un nostro jet. Non credo che non sarà  presente al momento dell'attacco.". "Nel caso lui sia sul posto, abbiamo nuove armi. Avrà  belle sorprese..." Berry spense la radio. "Quello che non sanno è che anche noi abbiamo nuove armi." Disse il soldato, guardando Xavier. "Ora, aggrappati a me. Questi stivali, come hai potuto sentire, mi rendono più veloce di un jet.". "Non ce ne sarà  bisogno. Sai qual'è una delle varie funzioni del D.T.D.? Il teletrasporto.". "Ancora meglio! Ti dico le coordinate: 30;25.". I due scomparvero in un bagliore azzurro.


 


Riapparvero pochi secondi dopo nel bel mezzo del villaggio a sud-ovest. Gli abitanti che li avevano visti apparire dal nulla si spaventarono, ma il loro cuore si riempii di gioia quando riconobbero il loro protettore. Berry cominciò ad avvisarli "Non c'è molto tempo; i militari arriveranno qui tra poco. Nascondetevi, mentre noi due pensiamo a loro.". Gli abitanti obbedirono agli ordini del soldato e si nascosero in bunker scavati nel sottosuolo. "Questa gente ti adora." Disse Xavier. "Nah, penso semplicemente che non vogliamo esplodere.". I due smisero di scherzare quando sentirono dei rumori in lontananza. All'orizzonte vi erano carri armati, soldati, e, in cielo, vi erano aerei da bombardamento. "Sei pronto?" Chiese Berry. "Non dovrebbe essere un problema.". Il soldato era infastidito dalla sicurezza di Xavier, ma non c'era tempo per pensare a queste cose; l'esercito si avvicinava sempre di più. Mentre i due correvano verso le forze armate, l'umano bionico attivava il D.T.D. "D.T.D., teletrasporto di massa!". Dalla mano del ragazzo uscì un raggio di energia, che continuava a crescere e a crescere. Quando colpì i soldati, gran parte dell'esercito scomparì nel nulla. "Cosa hai fatto?!". "Li ho trasportati negli Stati Uniti, mi sembrava piuttosto ovvio dal comando vocale." "Wow, sei incredibile! Non hanno potuto muovere un dito! Altri tre colpi e avremo finito questa battaglia!" "Non così in fretta, vorrei studiarli un po'." "Ma non c'è tempo per-". Xavier non ascoltò Berry, e si avviò verso i soldati. Ne prese uno, si teletrasportò più lontano e gli chiese "Perché fai questo? Cosa spinge voi umani a eliminarvi l'un l'altro?" "Non avrai risposte da me, Senegalese!". Il ragazzo notò qualcosa di strano negli occhi del soldato. "Mh, non sei molto intelligente. scusa, ma adesso dovrò renderti innocuo.". Xavier mise fuori gioco il soldato con un pugno. "In più, avrò bisogno della tua arma.". L'umano bionico prese la mitragliatrice del soldato e si teletrasportò di nuovo sul suolo di guerra. Lì trovò Berry che stava lottando con i soldati "Dov'eri?""Dovevo fare una cosa. Ora possiamo finire questa battaglia.". Dopo altri due teletrasporti di massa, la battaglia era finita. "Wow, con te non ci è voluto molto.". "Hai visto? I conflitti si possono risolvere senza morti."


 


I due erano al villaggio del Gran Capo. Tutti si congratulavano con Xavier per l'aiuto dato nella lotta contro gli Stati Uniti, ma il ragazzo doveva parlare con Berry. Lo trovò nella capanna militare, a lucidare le sue armi. "Senti, devo parlare con te. Oggi, mentre stavamo combattendo, ho visto qualcosa in quei soldati. I loro occhi... erano pieni di ira, di confusione, di tristezza. Non erano consci delle loro azioni.". "Di cosa stai parlando? E se anche fosse?". "Gli Stati Uniti potrebbero non essere il nostro vero nemico.". Il soldato guardò a terra incredulo. Se tutto ciò era vero, lui avrebbe sprecato anni della sua vita a combattere un nemico che non esisteva. "Per cambiare discorso, quelle armi... quando sono state inventate?". "Oh, beh, le usavano gli antichi.".



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Il dio.


 


30 aprile 1975, Senegal.


 


Se ciò che diceva Xavier era vero, cioè che i militari non erano il vero nemico dietro alla guerra, la vita di Berry sarebbe stata sconvolta per sempre. Aveva passato anni ad uccidere i suoi compatrioti, dopo aver tradito la nazione in cui era nato e cresciuto, e ciò gli aveva provocato un trauma. Ma scoprire che tutte le persone che aveva ucciso non meritavano tale fine, sarebbe stato un trauma ancora più grave. "Se è vero, mi sgozzo e la faccio finita." "Il suicidio è un'azione insensata, Berry. Non risolverà  nulla." "Non sappiamo neanche se è vero! Potrebbero essere tutte fandonie inventate da te e dalla tua mente paranoica!" "Saprei calcolare cosa hai mangiato a colazione 395 giorni terrestri fa guardando la tua dentatura." "Cosa? Provaci!" Disse il militare mostrando i denti. "Nulla. Eri a digiuno, per qualche motivo." "Dannazione. Comunque, non importa adesso. Devo provare se ciò che dici è vero." "C'è qualcuno della tribù che è esperto in controllo della mente o manipolazione della realtà ?" "Eh?" "Magia." La prima persona che venne in mente al soldato sentendo la parola "magia" era il Gran Capo. Spesso, le sere, dopo una giornata di guerra faticosa, riusciva a guarirlo e a fare incantesimi per accendere il fuoco, riparare le armi e dare cibo alla comunità . Per Berry era qualcosa di eccezionale, di cui però non si era mai chiesto il perché. Era come se gli incantesimi del cieco portassero tutta l'attenzione verso la bellezza di essi, ma non verso il loro trucco. Ma il Gran Capo fu subito eliminato dalla lista dei sospetti del militare. Un uomo cieco, anziano e malmesso, che amava il suo popolo, prendersi cura della sua terra. Era stato il primo ad accettare l'aiuto del soldato, nonostante tutta la popolazione dicesse di non fidarsi di un americano, e anche con Xavier era piuttosto fiducioso. "Conosco solo uno in grado di far magie, ed è il Gran Capo. Ma non può essere lui. Lui è la persona migliore che io abbia mai conosciuto. Merita tutto il rispetto che gli si può dare, e non andremo a disturbare un povero cieco che non ha fatto niente!" "Berry, riconosco il fatto che il Gran Capo sia stata una persona molto importante nella tua vita, ma in guerra non ci si può mai fidare di nessuno. E nel caso non sia veramente lui la mente criminale, non saprà  mai che abbiamo sospettato di lui: lo spieremo di nascosto. Il D.T.D. può anche renderci invisibili." "Va bene. Ma ti assicuro che non è lui il colpevole." Subito dopo che Berry pronunciò quelle parole, fuori dalla capanna militare si sentì un gran trambusto. "Avvisate il Gran Capo!" "Tutti alla Gran Capanna!" "Soldati, in formazione!" Queste erano le parole che si udivano da dentro. I ragazzi pensarono subito che si trattasse di un attacco da parte degli americani, ma appena usciti fuori non trovarono altro che i soldati della tribù che puntavano le lance addosso ad entrambi. "Vedi, ecco un punto a favore della mia teoria." "Potrebbero pensare che vogliamo uccidere il Gran Capo." "In ogni caso, se facciamo un singolo movimento veniamo infilzati. Ma sta tranquillo, ci penso io! Teletrasporto di massa!" In un istante, tutti i guerrieri della tribù sparirono. "Dove li hai mandati?" "Nel villaggio dove abbiamo combattuto oggi, sta tranquillo." I due entrarono nella Gran Capanna, sotto gli occhi dei cittadini, che non avevano la minima idea di cosa stava succedendo. "D.T.D., invisibilità !" I due si resero non visibili ad occhi indiscreti. "Dove potrebbe essere?" "Scusa se te lo dico, ma è piuttosto ovvio." Disse Xavier, indicando il pavimento. "Sottoterra? Capisco. Sapevo che c'era una botola qui da qualche parto, ma nessuno mi ci ha mai fatto entrare." Passando per una botola sul pavimento, Xavier e Berry si trovarono in una stanza circolare, fatta di mattoni d'argilla. La stanza era buia, illuminata solo da due fiaccole. Sui muri vi erano dipinti di guerre, molto cruenti anche se semplicistici. Al centro vi era un altare, con inginocchiatosi sopra il Gran Capo, che invocava al cielo in una lingua incomprensibile, con un pugnale in mano. I due si muovevano appena per non farsi scoprire, e cercavano di capire cosa stesse facendo il cieco. Muovendosi lentamente in cerchio, videro una scena raccapricciante: sull'altare, davanti al gran capo, vi era il corpo di un uomo tagliato a metà . Xavier riconobbe l'uomo; era il soldato a cui aveva preso la mitragliatrice quel giorno. All'improvviso, il Gran Capo lanciò il pugnale che aveva in mano verso i due ragazzi. Dopo essersi assicurato di non aver ricevuto alcun tipo di danno, Xavier tirò un sospiro di sollievo. Ma non per molto: notò in fatti una macchia rossa sul muro vicino a lui, e il coltello che fluttuava in aria. Berry cacciò un urlo di dolore terrificante, mentre l'umano bionico disattivò l'invisibilità . Il militare era stato preso alla mano, e, peggio di ogni cosa, erano stati scoperti. Il cieco scese dall'altare, accennando un ghigno. "Gran Capo, siamo qui per sapere cosa sta succedendo: i guerrieri ci hanno minacciato, lei ci ha tirato un pugnale e c'è un uomo tagliato a metà . No, aspetti, so già  che succede." "Mi sembrava strano che una mente come la tua non ci fosse arrivata da sola. Non sareste dovuti venire qui. Pazienza, vi sostituirò." Berry, ancora agonizzante, si tolse il coltello dalla mano e disse, pieno d'ira "Cosa stai facendo, figlio di *******?!" "Non sarò io a spiegarvelo." "Perché, non siamo degni di sentire la tua spiegazione?!" "Al contrario, io non sono degno. Lasciate che il mio signore vi spieghi come stanno le cose, se questo è il vostro ultimo desiderio." "Quindi, non ci sei tu dietro a tutto questo?" Il cieco venne avvolto da un vento color rosso sangue, e cominciò a levitare. Tutto intorno sembrava più cupo, urla, gemiti di dolore, voci di gente agonizzante riempivano la stanza. Davanti a Berry passarono davanti immagini di guerra peggiori di quelle che lui stesso aveva sperimentato. Xavier, stranamente, non vide nulla. Davanti a loro, il Gran Capo si avvolse di un alone d'oro, e il pugnale gli ritornò in mano. Quest'ultimo si trasformò in una lancia, diversa da quella dei comuni guerrieri. "Ma che..." disse Berry, incredulo. "Abbiate l'onore di vivere i vostri ultimi attimi di vita davanti a Dau Lich Su, dio della guerra e di tutto il dolore che ne deriva."



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Morte e Dolore.


 


30 aprile 1975, Senegal.


 


Il dio della guerra era lì, davanti a Xavier e Berry, in tutta la sua gloria. Il potere scorreva nelle vene di Dau Lich Su, mentre i due ragazzi non potevano far altro che guardare, increduli. l'umano bionico aveva sentito parlare degli dei nei testi sul D.T.D., ma non ne aveva mai visto uno. Il militare, invece, non credeva in Dio, e per questo era il più scioccato dei due. Ma non si diede per vinto "Senti, io non credo in alcun Dio. Sono stato in situazioni che provano che tutte quelle scritte sulla Bibbia su quanto Dio sia misericordioso e benevolo sono soltanto fantasie di qualche pazzo. Perciò, ora voglio solo sapere chi sei e cosa stai facendo, prima che ti faccia il *censura*." Dau Lich Su guardava il soldato con aria di superiorità , ignorando le sue provocazioni. "Io sono uno degli dei che controllano questo universo e fanno in modo che tutto sia al suo posto. Eliminiamo chiunque possa mettere in pericolo l'incolumità  di tutti noi." "Ci vuoi distruggere perché stiamo facendo qualcosa di male?" Chiese Xavier. "Più o meno. Vedi, come dio della guerra, dovrei essere incredibilmente potente; voi miseri umani siete una specie sciocca e selvaggia, nonostante vi siate auto nominati Homo Sapiens. Fate la guerra per motivi futili, che potrebbero essere risolti in tutt'altro modo. Le guerre sono tante, e io dovrei essere pieno di potere. Ma gli altri dei non se ne sono stati con le mani in mano: hanno limitato il potere che ricevevo durante i conflitti, così ricevo solo lo 0,01% in più di potere ogni anno di guerra. Non potevo accettarlo. Dovevo fare qualcosa, per riacquistare potere. Ma se avessi usato la mia magia per controllare le menti degli umani, le altre divinità  se ne sarebbero accorte. Perciò, feci uso di un umano, in grado di usare incantesimi, e, fingendomi di essere l'unico e solo dio, lo spinsi ad adorarmi. Moltiplicai i suoi poteri all'ennesima potenza, rendendolo capace di controllare le menti di tutti gli abitanti dello stato più bellico, gli Stati Uniti, e di spingerli a conquistare i continenti. Cominciai col più debole, l'Africa. Ma presto mi accorsi che i continenti da conquistare sarebbero finiti ben presto. Inoltre, le forze africane erano estremamente deboli, perciò il conflitto avvantaggiava troppo una parte, e il potere che mi veniva conferito era ancora più basso. Perciò, escogitai un piano. Infusi delle armi nel liquido divino, per poi controllare un umano affinché ne prendesse il possesso. Il mio piano era quello di spingerti a creare un esercito tutto tuo, in modo da creare una guerra a pari merito, ma mi resi conto di un grosso errore. Il contatto con il liquido divino ti rendeva immune ai miei incantesimi. Per fortuna, il tuo cuore puro ti ingannò, e ti spinse a combattere comunque contro i tuoi compatrioti. Essendo uno contro milioni, il potere che mi derivava era minore rispetto a quello che avrei ottenuto con un esercito, ma l'uso di liquido divino nella guerra mi aiutò comunque a raggiungere il 2% di potere ad ogni anno di guerra. Tutto ciò sarebbe durato all'infinito. Avrei prolungato la tua vita. Avrei anche controllato il tuo amico, se non fosse per il fatto che anche lui possegga delle armi infuse col liquido divino. Ma anche lui si rivelò abbastanza sciocco da mettersi dalla mia parte. E nel caso gli altri dei mi chiedano come mai vi abbia ucciso, basterà  dire che ti ho ucciso perché hai infranto la regola più sacra di tutte: mai viaggiare tra le dimensioni. Cosa dici, umano bionico? Ti rendi conto di cosa stai facendo? Pensi ancora di essere così intelligente?" Xavier si vergognò di non aver capito all'istante cosa stesse succedendo. Mentre L'umano bionico si rammaricava, Berry stava già  puntando il fucile verso il dio della guerra. Da esso ne uscì un proiettile metallico ad alta velocità  avvolto dalle fiamme. Dau Lich Su sparì in una polvere rossa poco prima dell'impatto con il proiettile, e riapparve davanti al militare. Con la parte contundente della lancia, colpì il ragazzo alla mandibola. Xavier sentì chiaramente un "crack" e per poco l'osso non si ruppe. Il soldato venne spedito in aria dal colpo, passando oltre il soffitto della stanza segreta e quello della Gran Capanna. Gli abitanti del villaggio si spaventarono vedendo il loro eroe volare in alto come un razzo dal terreno, e si spaventarono ancora di più quando il Gran Capo volo attraverso la fessura lasciata da Berry. Il ragazzo bionico si teletrasportò vicino al suo amico per vedere se era stato ferito gravemente. "Un colpo del genere, se avesse colpito un normale essere umano, l'avrebbe decapitato. Quelle armi ti danno poteri di qui non te ne rendi nemmeno conto, Callaghan." Il soldato guardò il dio con uno sguardo pieno di odio, mentre Xavier si preparò a contrattaccare. Creò un portale col D.T.D. e ci entrò dentro. Subito dopo, il portale scomparve. Dau Lich Su si guardò attorno per capire dove il ragazzo avrebbe attaccato. Ad un certo punto un portale si aprì di fianco alla sua faccia, da cui uscì un pugno. Il dio parò il colpo con relativa facilità . Ma all'improvviso un altro portale si aprì, questa volta vicino alle gambe, e da esso uscì un calcio, che colpì Dau Lich Su in pieno. Il colpo, a prima vista poco potente, si rivelò abbastanza forte da spedire il dio della guerra giù sul terreno. Ma il guerriero non si diede per vinto; riapparì poco dopo vicino all'umano bionico, e gli piantò la punta della lancia nella spalla. Il ragazzo urlò per il dolore, ma il dio non aveva ancora finito. Sbatté a terra l'arma con Xavier ancora attaccato, prolungando l'agonia del ragazzo. "È finita. Saresti stato utile, con la tua intelligenza, ma sai troppe cose adesso. Il tuo breve viaggio finisce qui." La divinità  stava per dare il colpo di grazia con la sua lancia, ma l'umano bionico aveva ancora abbastanza energia per teletrasportarsi. Dopo aver mancato il suo nemico, Dau Lich Su si guardò intorno per capire dove fosse andato. Ai suoi piedi trovò uno strano oggetto. Dopo pochi secondi, ci fu un esplosione. Berry aveva lanciato una granata, e non aveva fatto cilecca. Il dio fu gravemente ferito dal colpo, che però aumentò la sua ira. Aveva bisogno di riprendersi. Non poteva più giocare con i suoi nemici, o sarebbe stato sconfitto facilmente. Con un gesto disperato, il guerriero evocò una sfilza di soldati non morti: erano corpi in decomposizione, scheletri, persino mummie o corpi imbalsamati, con un aura rosso sangue. Erano tutti provenienti da epoche diverse, e probabilmente morti in modi orribili. I non morti avanzavano lentamente verso i due ragazzi. "Xavier, fa qualcosa!" "Il D.T.D. deve ancora curarmi la spalla, ma posso teletrasportarli via con una mano." Il ragazzo usò il teletrasporto di massa, ma non ebbe effetto alcuno sui soldati. "I vostri trucchetti non funzionano su ciò che è protetto dal mio potere." "M****!" Xavier avanzò lentamente verso i non morti. "Cosa fai?" "Io penso a loro. Li distruggerò tutti in un attimo, ma dopo non avrò più energie. Dovrai sconfiggere tu il dio, va bene?" "Aspetta Xavier! Non posso..." Prima che il militare potesse finire di parlare, l'umano bionico alzò la mano al cielo. Una sfera di energia blu si creò nella sua mano, crescendo sempre di più per poi comprimersi alla grandezza di un pugno. "Energia primordiale!" il ragazzo lanciò la sfera verso i nemici. All'improvviso, essa esplose, distruggendo tutto nel raggio d'esplosione. Subito dopo, Xavier crollò a terra, sfinito. Dau Lich Su prese l'occasione al volo; lanciò la sua lancia verso il ragazzo. Ma essa fu deviata da un proiettile di Berry. "Va bene, se proprio desideri tanto di morire per primo, ti accontenterò." Il soldato tirò fuori un mortaio e prese la mira. Subito dopo, una bomba venne lanciata verso la divinità . Il guerriero sopportò l'esplosione senza sforzo e si teletrasportò davanti al militare. Lo prese e lo sbatté a terra ripetutamente. Mentre le costole di Berry si rompevano, esso pensava a come non avesse potuto aiutare in modo decisivo nella battaglia. Di come adesso stesse per morire. Si immaginava già  una lancia infilzata nel suo cuore, e un altra in quella di Xavier. Ad un certo punto, il dio smise di percuotere Berry, e si preparò ad ucciderlo. All'ultimo secondo, però, Dau Lich Su cominciò ad urlare in preda al panico. Il soldato si rialzò, dolorante, e vide l'umano bionico che metteva la sua mano sulla schiena del guerriero. "Cosa stai facendo?" "Il D.T.D. può anche sottrarre l'energia ai nemici" "Quindi avrai l'energia di un dio" "Non esattamente. L'energia che riceverò è la radice quadrata della sua." Alla fine, di energia non ce n'era più. Il corpo tonico del dio si ritrasformò nel vecchio corpo del Gran Capo. Da quest'ultimo uscì un alone di sabbia dorata. Il cieco cadde a terra. I due ragazzi avevano sconfitto un dio.



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La dimensione dei parassiti.


 


30 aprile 1975, Senegal.


 


Dau Lich Su, dio onnipotente della guerra, del dolore e della gloria, era stato sconfitto da un umano bionico e da un umano semplice. Tutto ciò lasciava stupefatti e terrorizzati gli altri dei. Com'era potuto accadere? Dopotutto, le divinità  vantano di poteri che vanno ben oltre la misera immaginazione umana, ed era impensabile che due esseri così poco potenti fossero riusciti a compiere tale impresa. Ma poco dopo la risposta a tutte le domande che frullavano nella mente cosmica degli dei arrivò: i due erano entrati in possesso di armi potenziate col liquido divino, infrangendo la regola numero due dell'universo, ovvero di non toccare mai tale sostanza. In più, l'umano bionico aveva compiuto un viaggio interdimensionale, infrangendo la regola numero due. Quei ragazzi erano appena diventati i ricercati numero uno di tutto l'universo e le sue dimensioni. Le divinità  avevano un unica scelta: uccidere Xavier e tutto coloro che stessero dalla sua parta. Per questo compito, avevano già  il sicario. 


 


Intanto, Xavier e Berry avevano ai piedi lo sconfitto dio della guerra, e stavano pensando cosa fare. "Ora lui pagherà . Merita la morte." Il soldato tirò fuori un fucile e puntò verso il nemico, ma l'umano bionico gli mise una mano sulla spalla per fermarlo. "Berry, non puoi." "Sì che posso! Ha rovinato la mia vita!" "Uccidere non è la soluzione!" "Io mi fidavo di lui! Mi ha spinto ad uccidere i miei compatrioti!" "E quindi perché continuare la tua serie di uccisioni senza significato? Smetti, adesso." "...Hai ragione. Non dovrei continuare lungo questa strada." "E in ogni caso, non è lui il colpevole, è Dau Lich Su. E gli dei non possono essere uccisi." Le parole di Xavier riuscirono a calmare il militare, che guardò il nemico con uno sguardo colmo d'ira, ma ritirò l'arma. "Che ne facciamo di lui?" "Ormai, senza i suoi poteri, è solo un anziano malmesso. Gli abitanti del villaggio probabilmente lo manderanno in esilio." La guerra era finita. Anni e anni di cruente uccisioni e terrore erano finalmente giunti al termine. Ma Berry non sembrava soddisfatto. Questi anni li aveva sprecati a difendere uno stato il cui capo lo aveva ingannato, e ciò che fece al suo servizio non poteva essere cancellato. Era una cicatrice a vita; nessuno, nella sua madrepatria, lo avrebbe accolto con felicità . Era rimasto un nemico dei suoi compatrioti. "Ehi, c'è qualcosa che non va?" "Nulla, stavo solo pensando... Potrei venire con te nei tuoi viaggi interdimensionali?" Xavier era incredulo. "Perché?" "Beh, vedi, ormai tutti quelli che vivono negli Stati Uniti mi odiano, non ho più uno stato da difendere... Insomma, ormai in questa dimensione non posso fare più nulla. Quindi, vorrei conoscere gente nuova, luoghi nuovi, affrontare nuove battaglie..." "Capisco. Puoi venire con me se vuoi, ma ti assicuro che incontrerai molti pericoli." "Abbiamo appena sconfitto un dio, cosa credi che ci possa fermare?" "Era debole, con un potere quasi nullo rispetto a quello degli altri dei. Inoltre abbiamo usato armi che possono ferire un dio. Devi prepararti ad affrontare nemici più potenti. Non sopravvalutarti." Il soldato guardò a terra in segno di dispiacere. "Non penserai che io sia un codardo? Dopo tutto, ti sto chiedendo di farmi scappare da una situazione che potrei affrontare da solo." "Non giudico gli altri." I due si guardarono attorno: lo scontro con il dio aveva provocato danni non indifferenti ai dintorni. C'erano buchi nel terreno enormi, capanne distrutte e gli abitanti terrorizzati. "Allora, si parte?" "Quando vuoi." Xavier attivò il D.T.D., prese la mano di Berry, e i due sparirono in un lampo di luce, lasciando il Gran Capo senza sensi, per terra. Pochi secondi dopo apparirono due figure completamente avvolte in un plasma di colore nero-violaceo. "Il suo collegamento con il dio potrebbe esserci utile, ed è loro nemico." "Ha tradito gli dei." "Può sempre redimersi, non credi?"


 


??/???/????, luogo sconosciuto.


 


I due riapparvero poco dopo su un pianeta arido e desolato, con nessun segno di vita. Il cielo era di un giallo fastidioso, e l'aria era a malapena respirabile. "Non sembra ci sia molto in questa dimensione."A me sembra non esserci proprio nulla!" "Aspetta, vedo qualcosa in lontananza." Un cartellone fatto di un materiale simile a quello utilizzato nella vecchia dimensione di Xavier aveva sopra delle scritte di una lingua sconosciuta ai due. "Come facciamo a leggerlo?" "Aspetta un attimo. Mi basta qualche secondo e riuscirò a tradurre grazie al D.T.D." L'umano bionico analizzò con attenzione le scritte, e poco dopo le decifrò. "Siete sulla terra. Se volete avere qualche possibilità  di vita, teletrasportatevi in questo pianeta: Saparite" "Perché, c'è qualcosa di mortale su questo pianeta? O meglio, la terra?" Ben presto, la domanda di Berry ebbe una risposta. Una strana sostanza liquida di colore nero procedeva verso i due. Ad essa si aggiunse un altra sostanza, bianca. E poi una viola, una grigia, una marrone... Quando i ragazzi se ne accorsero, i liquidi cominciarono a prender forme strane, animali, reali o no. Le figure cominciarono a preparare un attacco. "Forza, teletrasportaci!" "Il teletrasporto verso un luogo di cui si sa solo l'indirizzo è più lento!" "Veloce!" All'ultimo secondo, i due sparirono, evitando l'attacco.


 


Ricomparirono poco dopo, nel bel mezzo di una metropoli. La città  era affollata, fin troppo. I grattacieli, altissimi, erano pieni di costruzioni extra sui muri, in bilico sul vuoto, e probabilmente poco stabili. Le strade erano piene di gente, negozietti e poveracci che facevano la carità , ma con tutti i matieriali decisamente più avanzati di una nostra città . "È esattamente come una città  della mia dimensione. Che schifo, mi aspettavo qualcosa di più interessante." "Beh, abbiamo incontrato qualcosa di interessante. Quello strano liquido che si trasformava in animali..." Udendo quelle parole, la gente intorno si spaventò. C'era chi correva disperato, chi indietreggiava il più possibile, chi si rannicchiava a terra per il terrore. "Saranno infetti?" "Chiamate il corpo di difesa!" "Moriremo tutti!" Erano queste le parole che si udivano per le strade. "Che succede?" "A quanto pare hanno paura di quel liquido." "Non li biasimo." Mentre i due si guardavano attorno per capire cosa stava succedendo, arrivò sul posto un uomo giovane, dai capelli rossi, che indossava una strana tuta bianca e nera. A tratti, la tuta sembrava muoversi. "Siete sotto arresto per presentare un pericolo alla sicurezza pubblica. Arrendetevi." Disse l'uomo.



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Saparite.


 


??/???/????


 


Xavier e Berry erano circondati, o meglio, adesso lo erano da membri del corpo di difesa, e non da una miriade di cittadini. A dichiararli sotto arresto era stato un uomo dai capelli rossi e una tuta bianca e nera. "Per quale motivo siamo sotto arresto?" "Avete menzionato uno strano liquido che prende la forma di bestie, e pensiamo che siate venuti a contatto con lo Zoo Idro 4334 20. Perciò potreste essere infetti." "Ah, andiamo, non abbiamo mai detto di aver incontrato uno strano liquido!" Disse Berry, cercando di farla franca. "Io li ho sentiti!" "Anche io!" La folla continuava ad affermare di aver sentito i due borbottare riguardo alla sostanza. "Ma dai, eravamo in mezze ad un sacco di persone che continuavano a far rumore, come hanno fatto a sentirci in così tanti?!" "Quindi ammetti di aver detto tutto ciò?" La rabbia e la paura della folla continuava a salire, ma chi cercava di attaccare i due era fermato dal corpo di difesa. "In ogni caso, cosa sarebbe questo Zoo Idro 4334 20?" Disse Xavier, più incuriosito che preoccupato. "Non lo sapete? Da che razza di posto venite voi due?" "Xavier, andiamocene e basta." "Ma io vorrei sapere di più sul liquido..." "Questi vogliono rissa, non darti spiegazioni scientifiche. Hai capito?" I due si diedero sguardi di intesa, e si prepararono a combattere. Il capo del corpo di difesa restò incredulo vedendo i due che si mettevano in posizione di combattimento, come se fosse la prima volta che un criminale provasse a resistere all'arresto. "Seriamente? Posso capire che non sappiate cosa sia questo liquido, ma che pensiate di aver qualche possibilità  di vittoria contro me, Laebo, capo del corpo di difesa?" "Senti, pel di carota, non siamo qui per sentire quanto sei vanitoso, e non abbiamo paura di te." Alle parole di Berry, la folla fece un sospiro di stupore, e l'espressione di Laebo diventò decisamente cupa. Tese una mano verso i due, come se stesse strizzando qualcosa, e all'improvviso da essa uscì un getto di sostanza liquida bianca e nera che prese la forma della testa di un drago. Xavier fu abbastanza svelto da aprire un portale e far sbucare il colpo da un altro, indirizzandolo verso il corpo di difesa. "Ma cos-" La testa colpì uno dei membri della squadra di Laebo. "Un drago!" "Un che?" Chiese Xavier. "Una creatura fantastica della mia dimensione." "Qui però ciò che voi chiamate drago si chiama Idra. Ma basta chiacchiere, è tempo di eliminare la feccia dalla città , così che la gente sia tranquilla e che io venga ricordato come salva-" Prima di finire di parlare, il capo del corpo di difesa fu colpito da una pallottola sparata da Berry. "Bel colpo." "Volevo semplicemente che smettesse di fare il megalomane." Ma stranamente, Laebo si alzò da terra quasi subito. Il proiettile non era nemmeno presente, e non sembrava essere stato ferito. "Idioti... Adesso assaggerete la mia furia!" "Ecco che ricomincia a fare il drammatico..." "Berry, cambio di strategia. Vieni con me." "Dove?" Xavier aprì un portale davanti a se, e invitò il suo amico ad entrare. Quando entrò anche lui, il portale si chiuse. "Dove sono andati? Codardi!" Intanto, mentre il corpo di difesa cercava di capire dove diavolo si fossero cacciati i criminali, i due erano in una sorta di limbo azzurro, che sembrava essere in costante movimento. "Che razza di posto è questo?" "Questo è dove l'energia dell'universo scorre. Qui non c'è nulla, ma allo stesso tempo c'è tutto. Vedi, quello che ti volevo dire è che questi non sembrano dei cattivi ragazzi, perciò, che ne dici di svignarcela e lasciarli in pace?" "Non so. Quel Laebo mi sta decisamente sul *censura*, e vorrei dargli una bella lezione." "Non dobbiamo causare problemi per ragioni come questa, Berry." "Va bene, ma la prossima volta che ci da fastidio lo concio per le feste." I due si prepararono ad uscire dal portale, questa volta in un posto lontano da dove lo scontro aveva avuto inizio. Arrivarono in luogo simile a delle rovine. Le strade erano polverose, gli edifici distrutti, crollati, pieni di buchi bui. Non sembrava esserci nessuna forma di vita. Tutto ciò sembrava vecchio e deprimente, nonostante la tecnologia fosse paragonabile a quella dell'universo di Xavier. "Wow, questo posto è ridotto malaccio." "Strano... non cresce nemmeno una pianta..." I due camminavano per la strada. Si sentivano come osservati. Di certo non era un posto sicuro e tranquillo. "Fermi!" "Oh no, questa voce..." Laebo stava correndo verso i ragazzi. I due si prepararono a combattere, ma il capo del corpo di difesa alzò le mani, come se non volesse un conflitto. "Non ho intenzione di farvi del male." "Come hai fatto a rintracciarci così in fretta?" "L'idra è in grado di fiutare le persone a chilometri di distanza." "E in ogni caso, cosa vuoi?" "Innanzitutto vi porgo le mie più sincere scuse." Xavier e Berry si guardarono l'un l'altro. Berry era decisamente confuso, ma Xavier aveva già  capito cosa stava succedendo. "Vedete, io Laebo, sono discendente di una delle famiglie nobili di Saparite, e, come tale, sono stato scelto per uno dei compiti più importanti di questa società : il capo del corpo di difesa. L'umanità , come avete appurato, si è trasferita su questo pianeta, abbandonando la Terra al suo destino, per una ragione: lo Zoo Idro 4334 20 è un parassita dalla consistenza simile a un liquido, capace di varie trasformazioni, che infetta le persone o gli animali e le usa per i propri scopi mangiandolo lentamente nel frattempo. La popolazione fu decimata. La nostra unica speranza fu quella di usare la nostra tecnologia avanzata per trasferire quel poco che rimaneva dell'umanità  su un pianeta distante anni luce, che il parassita non riuscì a raggiungere, non sapendo usare la nostra tecnologia. Ma la tragedia non era finita. Un'umana, di nome Lariama, ci tradì. Fece entrare su Saparite un ceppo del parassita, che presto si moltiplicò. Tante altre persone morirono dopo tale azioni, motivo per il quale ora Lariama è nemico di tutta l'umanità . Per far fronte ai nostri nemici, i nostri scienziati riuscirono a progettare un modo per rendere il parassita innocuo, permettendoci di indossarlo come una tuta speciale. In questo modo riusciamo a controllarne i poteri. Io, come primo umano che indossò la tuta, fui proclamato come eroe. Ero l'unica speranza di un popolo oramai in crisi. Perciò, per sollevare il loro morale, ogni volta che affronto una minaccia prendo


quell'atteggiamento per sembrare l'eroe sprezzante del male. . Ma non sono affatto così. Inoltre, non siete assolutamente infetti. L'ho capito subito quando vi ho visti." "Quindi, sei molto più simpatico di ciò che abbiamo conosciuto là ?" "Esattamente." Berry tirò un sospiro di sollievo. "E queste rovine?" "È il posto dove ho indossato la tuta per la prima volta. Non riuscii a controllarla molto bene..." I tre vennero interrotti da una voce femminile. "Laebo." "Feccia traditrice!" Sopra un edificio a pezzi, si erse una figura femminile. Indossava una tuta nera e bianca, simile a quella di Laebo, e i capelli erano di un castano avvolto in una coda di cavallo. "La tua tuta Idra riuscirà  a tener testa alla mia tuta Behemot?"


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Il sicario.


 


??/???/????, Saparite.


 


La figura femminile fissava il gruppo dall'alto delle rovine. Aveva un sorriso malizioso, provocatorio, come se sapesse già  che la battaglia sarebbe finita con lei come vincitrice. I tre erano pronti ad uno scontro, specialmente Laebo, che guardava la ragazza con uno sguardo pieno di odio. "Con quale coraggio osi ripresentarti qui, dove tu hai tradito tutti coloro che ti consideravano una di loro, e sfidarmi?!" "Volevo solo-" "Anzi!" il Sapariano interruppe bruscamente la traditrice. "Non voglio sentire la tua voce, ne vedere il tuo volto. Ti ucciderò, qui e ora." Laebo scatenò la tuta; la sua mano prese la forma della testa di un drago, che si scagliò verso Lariama. La ragazza evitò l'attacco con facilità . "Ehm, hai davvero intenzione di ucciderla?" Chiese Xavier, stranamente preoccupato per l'incolumità  del nemico. "Questa donna ha causato morti su morti." Berry guardò il suo amico, come se stessero attuando un piano tutto loro. Era chiaro che nessuno dei due voleva che Lariama morisse, ma dovevano sconfiggerla. "Innanzitutto, testiamo le sue abilità ." Berry tirò fuori una mitragliatrice, che sparò tanti proiettili verso il nemico. La ragazza continuava a schivarli, ma ad un certo punto decise che contrattaccare era meglio. La sua tuta si rivelò essere simile a quella di Laebo, e poteva trasformarla in un animale simile ad un bovino, ma dalla dentatura affilata e le corna enormi. La tuta trasformata si scagliò verso i tre. Il gruppo la evitò per un pelo. "Quindi usa una tuta simile alla tua?" "Sì, è riuscita a rubarla ai nostri laboratori. State in guardia, il Behemot è uno dei modelli di tuta Zoo Idro più temibili." Poco dopo, una delle teste spuntò da sotto terra, attaccando Xavier. L'umano bionico si difese assorbendo l'energia della tuta, ma ciò gli provocò un immenso dolore. "Che succede, Xavier?" "Ho assorbito l'energia della tuta..." "Non avresti dovuto. Lo Zoo Idro è instabile." Mentre il ragazzo era ancora stordito dal dolore, Lariama gli assestò un calcio sl lato della testa, potenziato dai poteri della tuta. Xavier fu spedito vari metri più in la dal colpo. "Ok, hai giocato abbastanza; ora è il mio turno." Laebo attaccò; le varie teste dell'idra si scatenarono tutte sulla traditrice. L'odio del Sapariano trasudava dai suoi attacchi. Alla fine, una delle teste prese Lariama, e la continuò a sbattere a terra, ripetutamente. "Basta!" Berry fermò Laebo. "Hai oltrepassato il limite. Non c'è bisogno di farla soffrire di più." "Si merita questo e altro." "Berry ha ragione." Disse Xavier, ripresosi. "Non c'è bisogno di altra violenza." Laebo sembrò non prestare attenzione alle parole dei due. Come risposta, il soldato gli diede un pugno dritto in faccia. "Se non capisci con le buone, lo capirai con le cattive." Il Sapariano si fermò a togliersi il sangue dal naso. "Ok, signorina, ora ci dirai il motivo per cui ci hai attaccato." "Altrimenti?" "Altrimenti daremo il permesso al nostro amico di finire il suo lavoro." "Non ho paura di un miserabile come lui." "Sicura? Ricorda che ora sei debole, e potrebbe ucciderti." "E va bene, parlerò. Sono membro di una squadra di assassini specializzati, i migliori di tutto l'universo. Siamo stati assoldati dagli dei stessi per portare a termine l'assassinio di un individuo che minaccia la stabilità  dell'universo. Xavier, umano bionico che ha trovato il modo per viaggiare tra le dimensioni." Il gruppo si guardò a vicenda, incredulo. "Io? Cosa c'è di male se viaggio fra le dimensioni?" "Non sono affari che ti riguardano! Tra poco conoscerai la tua fine, per opera del nostro capo: Beelzebub." "E chi è Beelzebub? Sembra tanto un nome da idiota." Lariama si infuriò e sbraitò contro Berry. "Non osare insultare il mio signore, lurido-" Xavier la mise fuori gioco con un pugno. "Bene, ora che l'avete resa innocua, lasciatemi infliggere il colpo finale." Ma i due non erano d'accordo. "Laebo, quante volte te lo dobbiamo dire che non la ucciderai?" "Non dovete intromettervi negli affari di questo pianeta. È vero che vogliono uccidervi perché ci state mettendo tutti in pericolo?" Il duo si guardò confuso. Quale era il significato delle parole della Sapariana? Xavier ricordò ciò che vi era scritto sul D.T.D. C'erano messaggi di avvertimento, più o meno. I candidati per l'utilizzo dell'oggetto erano criminali, sprovveduti, pazzoidi. Si chiese se era stata un'azione irresponsabile attivare il marchingegno. Ma era impossibile, no? Lui aveva una mente incredibile, non poteva sbagliare. Però, quando usava la macchina, sentiva un ebrezza, come se la sua mente si annebbiasse un attimo... "Non lo sappiamo ancora. Non sappiamo se viaggiare tra le dimensioni è veramente un pericolo, ma se è così, possiamo risolvere la questione pacificamente. In poche parole, non vogliamo avere un gruppo di assassini alle calcagna. Perciò, cercheremo di parlare con questi dei." Il soldato sì voltò verso Xavier, agitato. "Ti ricordi cos'è successo tipo, due ore fa? Abbiamo dovuto affrontare uno di questi dei, e ci ha quasi ucciso. Non penso sia una buona idea trattare con essi." "Ricordati che era il dio della guerra. Magari le altre divinità  non sono così belliche. Preferisci avere un gruppo di sicari sulle nostre tracce per tutto il tempo o risolvere la cosa? Tentar non nuoce." "Oh, ti assicuro che questa volta tentar nuocerà ." Confuso, Laebo si avvicinò ai due per chiedere spiegazioni, mentre essi erano sull'attenti, pronti a fermare l'uomo in caso provasse di nuovo ad uccidere la traditrice. "Non riesco a capire la situazione; cos'è successo prima che arrivaste qui?" Xavier spiegò il viaggio interdimensionale nella dimensione di Berry, e la loro lotta contro Dau Lich Su. "Capisco, anche se in certi punti stento a credervi. Viaggi tra dimensioni?" "Tranquillo, anche io ero incredulo quando mi ha detto ciò." "Quindi, cosa intendete fare adesso?" "Vorremmo parlare con le divinità , ma per questo è necessario un viaggio interdimensionale, e sono a corto di energia. Dobbiamo andare in un posto ad alta concentrazione di energia universale, ma non ho idea di dove possa trovarsi. Forse nella metropoli... Ho ancora abbastanza energia per un teletrasporto." Xavier teletrasportò se stesso, Berry e Laebo nella metropoli. Le rovine della città  sembravano silenziose e vuote, eccezione fatta per Lariama, ancora svenuta sul terreno. Poco dopo, un aura di pura malignità  apparve. Tristezza e disperazione entravano nell'atmosfera, mentre un uomo apparve sul posto. Era magro, esile, dalla carnagione del colore scuro tipico di chi, nella nostra dimensione, proviene dall'India. La capigliatura era di un blu tendente al viola, decisamente innaturale. La veste, comprese le scarpe, erano anch'esse simili a quelle indiane, mentre la pelle era pitturata con simboli azzurri, che avevano una flebile luce, mentre gli occhi erano non solo senza pupille, ma di un bianco deprimente e vuoto. Prese Lariama con una mano, la sollevò e la svegliò con uno schiaffo. I due parlarono per un po', in una lingua indecifrabile. La figura sembrò rimproverare la ragazza. Poi, svanirono entrambi nella stessa aura con qui era apparsa la figura. Qualunque cosa si fossero detti, la loro missione era una sola: Uccidere Xavier e i suoi compagni.



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Beelzebub.


 


??/???/????, Saparite.


 


La grande metropoli, Volaio, era piena di gente che appariva da ogni angolo, vestita nei modi più strani e tutti apparentemente indaffarati. Mercanti fastidiosi urlavano il prezzo della loro merce, e ai pochi che erano interessati ai loro prodotti venivano offerti incredibili sconti pur di avere qualcosa. Nei vicoli più stretti vi erano senzatetto che facevano spettacolini per avere un soldo e gruppi di energumeni dall'aria poco raccomandabile. "Non siete messi molto bene qui, eh?" Chiese Berry. La gente aveva chiaramente qualcosa che non andava. Avevano una costante aria di paura sui loro volti, e questa scompariva appena essi notavano Laebo. "Vedi, ci siamo trasferiti qui su Saparite da poco, e non riesci a rimettere in piedi un'economia stabile così in fretta. E poi, la gente ha paura. Tutti hanno il timore costante che un ceppo di Zoo Idro 4334 20 possa intrufolarsi nella città  e portare morte e distruzione. Vedete cosa ha causato quella sporca traditrice? Avreste dovuto lasciarmi ucciderla, per il bene di tutti." Xavier mise una mano sulla spalla del Sapariano. "Senti, noi due siamo contro le uccisioni. O almeno, lui lo è da qualche ora. Comunque, non ci saranno morti in nostra presenza, ok? E spero che tu sia abbastanza intelligente da non causarne anche in nostra assenza." Laebo si scrollò di dosso la mano di Xavier. "Maturo." Disse Berry. "Sentite, non sono qui per essere rimproverato da due ragazzini." "Ok, ma dove ci stai portando esattamente?" "Vedi, il tuo amico ha detto di aver bisogno di energia, e so esattamente di cosa ha bisogno. Quel Plasma che scorre fra i meccanismi di quell'oggetto... È lo stesso che usiamo nei nostri laboratori per produrre e controllare le Tute Zoo Idro." Un'espressione di stupore comparve sul volto dell'umano bionico. "Davvero?" "Sì, ma non ne sappiamo quasi nulla. Forse tu ci darai delle spiegazioni." "Portami lì e vi dirò tutto quello che so su questo Plasma. Dimmi le coordinate, mi servono per il teletrasporto." "51;87." Dopo che Laebo diede le coordinate a Xavier, i tre sparirono dalla folla.


 


I laboratori di Saparite erano decisamente più tranquilli e spaziosi delle strade affollate, ma gli scienziati non se ne stavano con le mani in tasca. C'era chi andava da una parte con una capsula tremante in mano, chi cercava di interagire con un drone dall'aspetto incompleto, chi usava un contagocce per mettere qualche particella di Zoo Idro in una provetta, e chi si concentrava principalmente su una vasca contenente cento litri cubi di Plasma. La struttura era composta da vari corridoi che portavano ad innumerevoli stanze, ma la più importante era quella centrale, dove si trovava ciò che l'umano bionico stava cercando. I tre si teletrasportarono nella stanza principale. Appena arrivati, Xavier corse verso la vasca di Plasma come un bambino verso un negozio di giocattoli. "È davvero intelligente come dice?" "Fidati, lo è." Uno degli scienziati notò il capo del corpo di difesa arrivare con due sconosciuti. "Ah, buongiorno signor Laebo. Quel teletrasporto non era quello ideato da noi." "È una capacità  di quel ragazzo con la felpa bianca e blu." "E chi sono questi due? Non saranno mica coloro venuti dalla terra che hanno osato sfidarla?" "Non hanno cattive intenzioni. Il ragazzo che è corso verso la tanica vorrebbe darci informazioni sul Plasma, e il suo nome è Xavier. Il ragazzo con le armi qui vicino a me è Berry." "Salve!" "Quindi questo Xavier ci vorrebbe dare informazioni sul Plasma? E che ne sa un moccioso di una sostanza misteriosa di qui noi scienziati, che ci abbiamo lavorato per anni?" "Vede, è più intelligente di quanto sembra. Xavier! Ci devi dare le informazioni!" L'umano bionico aveva gli occhi incollati alla vasca, e non sembrava mostrare interesse per qualsiasi altra cosa si trovasse nel laboratorio. "Oh, scusate, mi ero distratto. Piacere di conoscervi, io sono Xavier, umano bionico, e sono qui per dirvi tutto quello che so sul Plasma." "Beh, non sembra un teppista. Umano bionico, dici? In che senso?" Ricordarsi delle sue origini non fu piacevole per il ragazzo. "Gli umani bionici sono copie perfette degli umani con una capacità  fisica impressionante, ma dall'intelligenza estremamente limitata, usata per i lavori pericolosi. Io sono, beh, un errore, diciamo. A me è stata somministrata una dose di DNA che favoriva l'intelligenza piuttosto che il fisico, per un errore nei macchinari, e così sono diventato un essere più intelligente di coloro che mi hanno creato." "Interessante." Xavier cominciava a risultare più simpatico agli occhi dello scienziato. "Qual'è il suo nome?" "Bonbub Stepe, scienziato di Saparite e capo della stanza più importante di tutte, quella dedicata al Plasma." "Prima di dirvi ciò che so sul materiale in questione, vorrei sapere cosa ne sapete voi Sapariani." "Che è un Plasma, che è azzurro e che doma lo Zoo Idro." Mentre lo scienziato assumeva un espressione scocciata sul volto, date le poche cose che sapeva, l'umano bionico invece si entusiasmò come un bambino, felice di poter condividere la sua conoscenza con gli altri. "Quindi, avete già  provato ad usare questa sostanza per domare e migliorare lo Zoo Idro, giusto? Ma avete provato ad ingerirla?" Sotto gli occhi sbalorditi di tutti, Xavier prese una goccia del Plasma e se la mise in bocca. Il professor Stepe agitato, andò verso il ragazzo. "Ma non è velenoso?" "No, non solo non è nocivo, ma addirittura rende più forte chiunque lo ingerisca. E sapete perché? Questo Plasma è ovunque, dentro ogni cosa, è l'essenza stessa dell'universo. Migliora tutto ciò che tocca, come avete potuto appurare con le tute Zoo Idro, e riesce a creare collegamenti fra tutte le cose, essendo presente in tutto. Versando una goccia di esso in un ceppo del parassita, siete riusciti a creare legami forti tra i Sapariani e le loro tute, tant'è che potete controllarle col pensiero. Il dispositivo che porto sulla schiena riesce addirittura a trasformare me ed altri in puro Plasma, per viaggiare come se nulla fosse nel flusso dell'universo. Ecco tutto ciò che ho scoperto durante le mie ricerche." Gli scienziati erano ancora piuttosto scettici. "Bah, per me sono tutte baggianate." "Prima mettete in pratica ciò che vi ho detto, e poi venite a dirmi se sono baggianate o no." Gli scienziati, ancora piuttosto dubbiosi, tornarono ai posti di lavoro. "Sai che se hai detto delle idiozie non ti prenderanno mai sul serio?" "Fidati, ho ragione. Ho sempre ragione. Forse." Improvvisamente, una scossa percorse l'intero edificio. Il Plasma diventò di un colore viola, tendente al nero, mentre dal suo interno cominciava ad emergere una figura. L'allarme iniziò a suonare, mentre tutti all'interno dell'edificio erano in allerta, cercando di identificare l'individuo. Questo si rivelò essere lo stesso uomo che prima aveva preso Lariama dalle rovine, seduto su una nuvola dal colore nero pece, avvolta da varie strisce dal color rosso sangue. Dal Plasma cominciò ad emergere anche la Sapariana, insieme a varie creature dall'aspetto demonico. "Lariama, non pensi che sia magnifico che tutti quelli in questa stanza tra poco non saranno che pozze di sangue?" "Certamente, signore. Ma non si azzardi a berne, sa che mi disgusta." "Se solo non fossi così schizzinosa e ne assaggiassi anche tu, vedresti quanto è buono." "Chiudete quelle ***** di bocche! Chi sei tu?!" Urlò Berry. "Beelzebub. Sono venuto qui per un certo Xavier."



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