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[-Phoenic] Bleach: the eight traitors


Phoenic

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Avviso:

Dopo aver letto il Capitolo, vi chiedo gentilmente di commentare, anche se non vi è piaciuto proprio, ovviamente senza insulti.

 

"Benvenuti nel remastered della mia fan fic. Voi direte: "ma che ca...spita, hai fatto due fan fic, continua prima quelle!!!" Dopo aver imparato meglio a scrivere (secondo un bravo "scrittore"), ho deciso di inserire questa fan fic in una nuova veste, una storia quasi completamente differente da quella precedente. Se non capite qualcosa, chiedete nei commenti."

 

Bleach: Fan Fic by Phoenic

Gioventù [Prologo - Parte 1]

 

La Soul Society era un posto dove i morti giungevano sottoforma di anime, e in base al loro destino, finivano in un particolare distretto del Rukongai (una zona residenziale che circondava il nucleo centrale); se si aveva fortuna, si poteva finire in uno dei primi distretti, oppure se si aveva sfortuna, si finiva dritti all'ottantesimo distretto o giù di lì. Se si finiva nel mezzo, però, si era qusi fortunati poiché quelle zone erano le più equilibrate.

Il primo era il più tranquillo e ricco, dove viveva la famosa dinastia Shiba. Lì non c'era traccia di criminali, nessuno rubava e trasgrediva le regole; insomma, si stava bene. Gli ultimi distretti, invece, potete immaginare come fossero; delinquenti e criminali dappertutto, i pochi abitanti buoni ricevevano minacce quasi ogni giorno o venivano derubati della loro merce. Questi luoghi erano solitamente mal ridotti, con porte che stavano quasi per cadere dai loro cardini, abitazioni molto umide e pavimenti che stavano per crollare, tetti che per un goccio di pioggia potevano cadere sulle teste degli abitanti che, a causa delle molte malattie che circolavano, già  stavano male.

In queste zone, un ragazzino e i suoi due amici si divertivano a giochicchiare in giro per le strade, e vivevano tutti insieme in una capanna sulle rive del fiume. Poiché non potevano di certo lavorare per procurarsi cibo e acqua, cercavano di derubare qualche povero mercante tramite intelligenti strategie, per poi nutrirsi in santa pace nella loro abitazione, anche se spesso finivano nei guai per questo.

Uno di loro si chiamava Riku Hasegawa, nato da una ricca casata del Seireitei, ma del quale avevano perso tracce da quando aveva circa 6 anni; Egli fu ritrovato dai suoi futuri amici poco più grandi di lui che lo accolsero educatamente nel loro distretto. Un giorno scoprirono di possedere poteri incredibili e rimasero stupiti da quelle sfere di energia che avevano creato semplicemente sforzandosi. Il loro sogno, però, non era affatto diventare Shinigami perché conoscevano a malapena il loro lavoro e per loro doveva essere molto noioso.

Decisero di andare in periferia per allenare quel potere e magari usarli per aiutare gli altri; mentre si allenavano, una strana forza spirituale appesantiva il loro corpo e dietro di loro si sentì un urlo terribile: era un Hollow. Un senso di terrore entrò nel loro cervello, e per questo non riuscivano a muoversi o pensare un modo per fuggire. Gridavano solo "Aiuto!" nella speranza che qualcuno li salvi, e infatti un uomo con un kimono nero e una katana fece un alto balzo verso il visto del mostro e lo trafisse.

 

"Ragazzi, state bene? Come vi chiamate?"

 

L'uomo era molto gentile, doveva essere di mezza età . Riku rispose per tutti e tre, dicendo i loro nomi, nonostante fossero ancora paralizzati per prima.

 

"Io sono Riku, lei è Yuma e quest'altra è Aiko! Vi ringrazio ancora per il vostro aiuto...!" Disse inchinandosi a lui, timidamente.

Anche lo Shinigami si inchinò, e se ne andò via dicendo che ci sarebbero stati altri Hollow da uccidere. Riku e Yuma si stavano chiedendo chi fosse, e Aiko li interruppe dicendogli che si trattava di una recluta delle 13 brigate di corte.

 

"Le 13 brigate di corte? Cosa sono?" Chiese Riku con curiosità , attendendo subito una risposta.

"Le 13 brigate di corte sono gruppi di persone che proteggono gli altri. Lo so perché mio fratello mi ha abbandonato per fare questo lavoro... Riku, non lo è anche tuo padre?"

"Mio padre? Non ricordo quasi niente di lui..."

"Con questi poteri non potremmo diventarlo anche noi?" Intervenne Yuma contentissima "Non vedo l'ora! Ma come si fa?"

 

Allora i ragazzi continuarono con questo discorso, decidendo se diventare Shinigami oppure no. Le gesta eroiche di quello Shinigami aveva dato loro una visione del suo lavoro, e scoprirono che non era poi così male esserlo. Per farlo si doveva avere un grande senso di responsabilità , anche se poteva essere un modo per Riku di incontrare di nuovo suo padre, Shinigami di professione e capo della nobile famiglia Hasegawa. Anche per Aiko poteva essere un'occasione per incontrare suo fratello, ma Yuma voleva diventare Shinigami senza motivo, non lo sapeva neanche lei.

Comunque sia, si allenavano giorno e notte senza sosta in una baracca fuori città . Più passarono giorni, più il loro potere aumentava così da riuscire a distruggere resistenti muri di cemento.

Passavano giorni, i ragazzi crescevano raggiungendo l'età  adolescenziale. Abbandonarono la vita di città  e si trasferirono in quel luogo.

Una sera, il loro distretto fu attaccato da un enorme Hollow dal corpo simile a quello di un granchio.

 

"Cos'è quel coso?!" Parlò Riku impaurito "Dobbiamo sconfiggerlo!"

 

I tre iniziarono ad avviarsi verso il mostro, ma furono interrotti da uno Shinigami: era quello di molto tempo fa!

Egli tentava di attaccare l'Hollow, ma una delle sue enormi chele prese la katana del tizio e la distrusse, rendendo la sua venuta inutile e si trovò in crisi. Volle contattare il Seireitei per mandare altre reclute, ma gli fu impedito dai ragazzi che, sparando quelle sfere di energia addosso al mostro, lo rendevano esausto. Sembrava finita, ma il nemico si alzò senza esitazione, ed iniziò ad usare una strana tecnica che consisteva nel rendere le sue chele dei trapani.

Allora erano tutti in difficoltà , non sapevano cosa fare e l'unica chance era fuggire, ma erano nuovamente immobilizzati dalla paura. Però una figura scese dal cielo e conficcò la sua Zanpakuto nel viso dell'Hollow, uccidendolo.

Quell'uomo sembrava familiare a Riku, ma di chi si trattava?

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Ho deciso di postare direttamente i due prologhi, cosicché si passasse direttamente al punto u.u Per commentare, ricordate di farlo qui:

http://www.pokemonmillennium.net/forum/topic/93071-phoenic-bleach-the-eight-traitors-commenti/

Bleach: FanFic
L'Accademia [Prologo - Parte 2]


"Riku!" urlò l'uomo, mentre tagliava in due l'Hollow. Da com'era il suo abito, sembrava proprio uno Shinigami, soltanto che indossava anche un haori bianco con il numero 9 sulla schiena.
"Ehm... Chi sei?"
"Non ho tempo di spiegartelo adesso" Disse frettolosamente "Ma sappi che mi chiamo Shinjeru Hasegawa. Buona fortuna."

Lo shinigami se ne tornò nel Seireitei con una velocità  che impressionò i ragazzi, anche se Riku lo era per qualcos'altro: il suo cognome era Hasegawa, proprio come il suo. Che si trattasse di quel padre di cui ne parlano tutti? Lui non lo vedeva da moltissimo tempo e non poteva ricordare il suo aspetto. Quando se ne andò iniziò a correre per seguirlo, forse per chiedergli qualcosa, ma fu fermato da Aiko che lo invitava a non andare. Dopo un po' arrivarono due medici che curarono brevemente lo shinigami ferito sul campo, per poi trasportarlo via. I ragazzi erano anche un po' confusi da questi avvenimenti, e decisero che era meglio andare a riposarsi.
Il giorno dopo fecero una piccola riunione, per discutere nell'andare all'Accademia per gli Shinigami. Riku e Yuma erano più che felici di diventarlo, ma Aiko era un po' indecisa.

"Però voi avete un motivo per diventare Shinigami, io no, non credo convenga... Ho deciso, io non verrò."
"Ma cosa vai dicendo? Non vogliamo lasciarti qui! Se resti qualche secondo di più qui, morirai!"
"Mi dispiace, ma non posso." Disse Aiko alzandosi dalla sedia e uscendo dalla baracca, mormorando.
"Perché dovrei andare con loro?! Non voglio morire combattendo senza motivo!"

Era mattina presto e lei si mise a vagare senza meta in giro per i vicoli del distretto, continuando a pensare a voce alta. La gente la guardava in modo strano, e lei camminava senza guardare in avanti finendo per inciampare su una persona.

"Uh, mi scusi signora! Sta bene?"
"Ehm, sì... Tu stai bene?" Rispose una ragazza dai capelli neri, accompagnata da un ragazzo con capelli rossi legati a coda di cavallo.
"Ehi, ma quelli non sono gli abiti dell'Accademia?!" Disse urlando ad alta voce Aiko, iniziando a chiederle di tutto e di più sull'Accademia. Le domande erano così tante e ripetute velocemente che la ragazza non aveva il tempo di rispondere, finché il ragazzo dai capelli rossi non intervenne.
"Ehi, come fa una ragazza del Rukongai a conoscere questa divisa?"

Infatti questi ragazzi indossavano una divisa simile a quella degli shinigami, solo che sul petto c'era il simbolo dell'Accademia Shin'O e non era un kimono di colore nero.

"Una volta volevo diventare Shinigami, ma visto che non ho ideali credo sia inutile..." Disse deprimendosi chinando il capo.
"Capisco. Come ti chiami? Io sono Rukia e lui è Renji Abarai."
"Io sono Aiko Hashimoto, piacere!"
"Ti consiglio di diventare Shinigami, è divertentissimo sai?"

Così parlarono tutta la giornata, e Aiko strinse una grande amicizia con Rukia e Renji, che le raccomandarono di venire
all'Accademia un giorno. Inoltre Aiko gli chiese tutte le informazioni per poter entrare, per poi darle ai suoi due amici.
Passò una settimana, e Riku e Yuma erano senza dubbio pronti ad entrare nell'Accademia, salutando Aiko e dirigendosi verso di essa. Da loro si presentarono anche Rukia e Renji, che volevano accompagnarli per dargli qualche dritta sull'Accademia.
Ci misero una giornata per arrivarci, e finalmente giunsero davanti alla fantomatica costruzione, la quale era ammirata da tutti. Sembrava un enorme tempio buddista, ma si trattava semplicemente di una scuola con migliaia di classi, ed era soprattutto famosa per essere stata fondata al Capitano-Comandante in persona.
Appena entrati, Rukia e Renji se ne andarono e lasciarono a Yuma e Riku fare il test d'ingresso, che consisteva nel mostrare tutta la propria forza spirituale. Entrarono in una stanza spaziosa, con un anziano professore che gli chiese di sforzare la loro forza spirituale fino al loro limite.
Iniziò Riku, che fece tremare leggermente la stanza da quanto era potente, e quella di Yuma era leggermente minore.
Il professore era molto entusiasto e stupito, e li fece entrare immediatamente.

"Siete ufficialmente studenti dell'Accademia Shin'O, congratulazioni. La vostra aula è la 1-4, vi sta aspettando il vostro insegnante. Prima di andare, prendete le vostre divise."

I due erano felicissmi, non si aspettavano di passare velocemente il test d'ingresso, infatti è successo grazie al loro costante allenamento. Andarono nella loro classe, dove il professore fece una presentazione.

"Salve a tutti aspiranti Shinigami, io sono Bakoshi Sakemoto, e insegno l'arte della spada. In questa scuola, prima di tutto, l'unica cosa che desideriamo è la vostra determinazione nel raggiungere il vostro obiettivo e quindi ripudiamo
qualsiasi studente iscrittosi solo per occupare la sedia, o meglio, il suo posto. Ora passiamo subito al dunque e seguitemi, vi mostrerò le tecniche di base per combattere con una katana."

La pesante giornata passò, tra allenamenti di spada e kido. Il loro destino era rimanere in quella scuola per molti anni, finché non sarebbero stati accettati in qualche brigata o squadra speciale. Da essa si poteva uscire tranquillamente se non si facevano corsi, ovviamente. Le lezioni duravano cinque ore a mattina e, se si voleva, si potevano seguire corsi speciali nel pomeriggio, ai quali partecipavano volentieri Riku e Yuma.

Due anni dopo, Riku e Yuma diventarono ottimi combattenti. Il primo era diventato bravo nella tecnica dello Shunpo e nell'uso della Katana, chiamata Zanpakuto (spada mieti-anime). La seconda era molto brava nell'arte del Kido, e riusciva a dire i primi dieci incantesimi senza pronunciare la formula, ed erano diventati abbastanza popolari tra i dilettanti.
Un giorno i due camminavano e chiacchieravano nel corridoio, quando videro Rukia camminare insieme ad un uomo dai capelli lunghi e neri, ed un anziano. Riku vide che il viso della ragazza era un po' triste, e li interruppe.

"Tu sei Rukia, giusto? Cosa succede?"
"Non sono cose che ti interessano, Riku Hasegawa." Disse Rukia proseguendo la camminata, e l'uomo dai capelli lunghi guardò con la coda degli occhi Riku, pensando "Ha detto Hasegawa?"

Riku e Yuma se ne andarono dal corridoio, vedendo Renji in una stanza in fondo ad esso.

"Renji, ma cosa succede?"
"Non lo so neanche io, Riku. So solo che l'uomo dai capelli lunghi è il Tenente della 6^ brigata e capo della casata Kuchiki. Se non sbaglio sei anche tu un nobile, no?"
"In teoria sì, ma mi ero perso da piccolo e i miei genitori non mi hanno più ritrovato... Sono venuto qui proprio per incontrare mio padre."
"Beh, comunque vorrei sapere cos'ha detto quel tipo a Rukia. Ora avrei da fare, ci vediamo." Disse andandosene frettolosamente, e uscirono dalla stanza anche Rukia e Yuma.

"Mh, Yuma... Mi sono appena ricordato perché sono venuto qui. Devo imparare al più presto lo Shikai, così mi faranno entrare in qualche brigata."
"Io devo anche trovare mio fratello... Comunque non vedo l'ora!"

Il giorno dopo i due andarono in classe regolarmente, per una lezione di teoria. Il professore, appena entrato, presentò un nuovo studente trasferitosi nella classe 1-4 (quella di Rukia e Yuma). Fin'ora niente di male, ma appena entrata in classe si scoprì che si trattava di una figura familiare...
 

Bleach: FanFic
Progressi [Prologo - Parte 3]


Infatti si trattava della loro vecchia amica, Aiko, che decise così di venire anch'ella all'Accademia.
Riku e Yuma rimasero stupiti e contenti appena lei entrò, e l'insegnate le fece subito una presentazione.

"Oggi, nella nostra classe, è venuta una studente di nome Aiko Hashimoto, trasferitasi da una classe vicina. Non credo siano opportune altre spiegazioni, quindi ora trovi un posto a sedere."

Dopo una lezione di spada, Riku, Aiko e Yuma raggiunsero l'enorme giardino situato al centro dell'Accademia (facendo riflettere su come sia grande l'edificio), con molti alberi e panchine.
Si sedettero su una di queste, situata vicino ad una fontana, e Riku parlò subito con Aiko.

"Allora sei venuta eh? Lo sapevo! Quindi ti sei iscritta poco dopo di noi?"
"Sì, non potevo lasciarvi soli! Beh, comunque come va la scuola? Io so usare bene la katana, ma non sono niente male neanche in Kido." Disse Aiko, anche se presentava una faccia delusa.
"Perché hai questa faccia? Che succede?"
"Vogliono inserirmi nella squadra Anti-Hollow..."
"Ma è fantastico, Aiko! Questa significa che sei diventata molto brava! Vacci senza esitazione."
"Quindi sai usare lo Shikai?" Disse Yuma.
"No, ancora no... Comunque grazie per il vostro supporto, è che non volevo lasciarvi di nuovo!"
"Ma non c'è problema guarda, anzi!"

E così, Aiko fu accettata nella squadra Anti-Hollow a soli due anni di Accademia, un traguardo niente male.
Riku rimase a scuola altri due anni, prima di essere anche lui accettato in una brigata o simili; egli imparò lo Shikai e fu inserito nella seconda brigata come quinto seggio, perché sembrava forte e molto agile, i quali sono requisiti adatti a questa brigata.
Yuma, invece, non riusciva ancora a parlare con la sua Zanpakuto, e rimase da sola a scuola.Le mancavano i suoi amici, e non vedeva l'ora di essere promossa a Shinigami.
Si allenava giorno e notte nel giardino del suo alloggio, cercando di ottenere una grande affinità  con la sua spada.
Mentre si allenava, svenne all'improvviso e si ritrovò in uno strano luogo, circondata da un prato infinito con degli alberi qua e là . Ella sentì una voce femminile chiamare il suo nome più volte "Yuma... Yuma...!"

"Dove sono?! Chi c'è?!" Lei non capiva cosa stava succedendo, e pensava fosse arrivata la fine della sua esistenza.
"Yuma... Riesci a vedermi?"
"Sì, ti vedo!"
"Pronuncia questa parola: ..." Quella figura poco visibile tentava di dire il suo nome, ma non ci riusciva.
"...Reza... Mido...! ...Midoriro... Reza! Pronuncia il mio nome!"
"Sì! Brucia, Midoriro Reza!"

Ella si ritrovò fuori dal suo universo mentale, e dalla sua spada uscì un devastante raggio di colore verde che distrusse l'albero e il muro di fronte a lei. Dopo quel colpo, la Zanpakuto era diventata come una spada laser, sempre di colore verdastro, che rese Yuma, prima stanca, piena di vita.

"Allora è questo lo Shikai?"

La sua spada però tornò subito normale, e la voce che sentì prima le disse di dover allenarsi ogni giorno per controllarlo alla perfezione. Lei si sentiva soddisfatta al momento, perché ogni volta che faceva progressi le veniva in mente di suo fratello.
Intanto lo voleva essere Aiko, arruolata nella squadra Anti-Hollow, perché se non aveva ancora imparato lo Shikai e non aveva possibilità  di entrare nel Seireitei per incontrare i suoi amici. Era il luogotenente del caposquadra e ovviamente si occupava di dare la caccia agli Hollow nella Soul Society e a volte era mandata nel mondo reale.

 

Quel giorno apparirono un grande gruppo di Hollow nel mondo reale, e fu mandata lì insieme ad altri compagni per eliminarli. Raggiunsero la città  di Karakura, precisamente nel suo parco principale situato nel quartiere Mashiba.
Gli Hollow (più forti del normale) presero subito di mira i ragazzi, e particolarmente Aiko perché aveva una grande forza spirituale; agli Hollow questa era molto gradita e, sterminando le reclute velocemente, si dirigevano verso di lei: tentava di attaccarli e alcuni li uccise anche, però non aveva la possibilità  di sconfiggerli tutti visto il grande numero.
All'improvviso il tempo si bloccò, diventò tutto grigio e lei si sentì toccare sulla spalla sinistra da qualcosa che sembrava una mano; lei si girò e vide un giovane uomo con una barba incolta e un orecchino che gli scendeva fino al collo.

"Aiko..."
"E tu chi sei?! Hai fermato tu il tempo?"
"E così riesci a sentirmi adesso. Aspettavo da tanto questo momento, ma non ce n'è mai stata la possibilità . Spero tu riesca a capire il mio nome, Aiko."
"Tu se... La mia Zanpakuto?!"
"Pronuncia il mio nome, per favore... ..." Egli parlava con una voce malinconica e triste, forse perché aspettava da tempo che Aiko riuscisse a vederlo.
"Kodoku."
"Ho sentito bene, Kodoku?" Disse Aiko, posizionando la spada puntata verso destra e pronunciando la formula.
"Imperversa, Kodoku!"

La lama della Zanpakuto di Aiko si allungò e diventò completamente nera e le estremità  della guardia si prolungarono formando due piccole lame oblique. Essa doveva essere tenuta a due mani per il suo eccessivo peso, ma la sua forza spirituale le permetteva di tenerla solo con una mano. Un lungo filo rosso era attaccato al fondello dell'impugnatura.
Il tempo si sbloccò di nuovo, e lei con rapidi scatti e potenti fendenti con la sua lama che appena toccava la pelle di un essere vivente formava una nube nera che feriva gravemente i nemici. Ne sconfisse la maggiorparte, ma da un portale situato in cielo, detto Garganta, uscirono due Menos Grande.

"Cosa ci fanno dei Menos qui?! Non sarò in grado di sconfiggerli da sola!"

Uno di loro sparò un Cero, potente colpo di colore rosso in grado di distruggere qualsiasi cosa nel suo raggio di azione, che stava per colpire Aiko, ma all'improvviso si sentì una voce familiare.

"Danza, Sode no Shirayuki. Sode no mai, Tsukishiro!"

Un alone di ghiaccio partì dai piedi del Menos e formò una colonna di ghiaccio che imprigionò il nemico al suo interno, per poi rompersi insieme ad esso. Aiko era a terra scandalizzata perché non aveva mai visto un Menos Grande dal vivo, e una mano le fu data ad alzarsi. Appena la vide in faccia, scoprì che si trattava di Rukia.

"Rukia, da quanto tempo!"
"Non è il momento di parlare, c'è un altro Menos, sconfiggiamolo insieme!"

Aiko si avvicinò con lo Shunpo dinanzi alla faccia del nemico e Rukia sul corpo, iniziando a sferrare fendenti fino ad ucciderlo. La prima terminò così la missione datale, e chiamò truppe mediche per far curare gli Shinigami feriti, per poi iniziare a chiacchierare con Rukia, che le parlò per prima.

"I medici ti hanno chiamata Luogotenente?"
"Già , sono diventata Luogotenente! Prima ho imparato finalmente lo Shikai, e quando lo verrà  a sapere la Seireitei mi farà  entrare sicuramente in una delle brigate!"
"Allora ti auguro buona fortuna! Ora ho cose da fare."
"Perché sei nel mondo reale?" Chiese Aiko curiosa.
"Eh, se potessi spiegarti! Ora torniamocene a casa."

Così Aiko rimase solo pochi mesi nella squadra Anti-Hollow, e fu assunta nella seconda brigata come quinto seggio, Riku fu promosso come Capitano e Yuma diventò tenente della stessa brigata. Per fortuna si trovarono insieme e uno dei loro obiettivi era proprio questo!
Riku riuscì a trovare suo padre mentre Yuma ancora non riusciva a trovare suo fratello, visto che non era un personaggio di spicco ma solo una semplice recluta. La loro vita andava avanti tranquillamente, anche se stava per arrivare una grande tragedia nella Soul Society...

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Bleach: FanFic
Un ambizioso progetto [Capitolo 1]

Il Seireitei, o corte delle anime pure, è un luogo situato al centro della Soul Society dove vivono la maggiorparte degli Shinigami. Questa zona è protetta da un barriera e da un enorme muro (fatti della cosiddetta "pietra di sangue", invisibile e quasi indistruttibile), in modo che gli abitanti comuni e gli stranieri non vi possano entrare. All'interno di questa zona delimitata, ci sono anche le stazioni di servizio delle 13 Brigate di corte, addette alla protezione della Soul Society ed anche ad altro.
Tra queste bisogna citare quella di Riku Hasegawa, arruolatosi da poco nella seconda brigata insieme ai suoi amici Aiko Hashimoto e Yuma Kaeda. Egli fu accettato inoltre in una delle quattro nobili famiglie della Soul Society, quella degli Hasegawa; infatti suo padre, appena il primo diventò Shinigami, lo fece entrare subito nel casato come Consigliere del padre Shinjeru Hasegawa.
Questa famiglia, come da tradizione, aveva il controllo della nona brigata (anche se precedentemente non erano disponibili persone della famiglia Hasegawa abbastanza forti da poter occupare i gradi alti), ma diede il permesso a Riku di abbandonarla per stare con i suoi amici.
Passarono molti mesi da quando Riku era diventato Capitano e giunse la Primavera, accompagnata dalla loro assemblea settimanale. le piante primaverili nei giardini dei nobili sbocciavano e i fiori di ciliegio iniziavano a fiorire.
In quel momento Riku ammirava lo spettacolo dalla sua stanza nell'abitazione degli Hasegawa, ma arrivò una recluta della seconda brigata che lo avvisò della riunione. Era Soi Fon, sesto seggio, ancora irritata per il precedente Capitano fuggito senza motivo.

"Ti ringrazio, Soi Fon. Vado il prima possibile."

Riku Hasegawa, a differenza di quando era giovane, aveva quasi cambiato il suo carattere; era autoritario, serio e spesso freddo ed incurante di ciò che accadeva intorno a lui, diciamo che si comportava proprio come il classico nobile. Indossava degli orecchini sull'orecchio sinistro, dal quale scendeva un filo grigio terminante con un simbolo pentagonale che indicava le sue nobili origini; inoltre aveva dei capelli lunghi fino alle spalle ma corti ai lati, con un ciuffo che scendeva dalla fronte. Salutò la sua sottoposta, Yuma Kaeda, che stava facendo la guardia lì, uscì dalla dimora e raggiunse la base della prima brigata.
Ogni Capitano entrava dal grande portone, che dava accesso ad una stanza lunga e vuota occupata solo da un trono in fondo. Tutti, eccetto il Capitano-Comandante, si allineavano in due file di sei. Il Comandante era in fondo alla stanza, seduto e con un bastone marroncino tra le mani.

"Oggi annuncio l'inizio della primavera, e anche l'avvio di un nuovo ambizioso progetto: il Taihonokaritori." pronunciò solennemente Shigekuni Genryusai Yamamoto, il Comandante.
"Taiho- che?" replicò il Capitano Karnamu Tidomai della terza brigata.
"Lasciate che vi spieghi nei dettagli. Il Taihonokaritori sarà  un cannone anti-hollow in grado di ucciderne centinaia in pochi metri quadrati di spazio, e ci aiuterà  molto durante un'eventuale incursione. Utilizzerà  una fortissima forza spirituale e, se si toccherà  la superfice di quest'arma, si potrebbe trasferire nella persona che la tocca e si ammalerebbe."
"Interessante. Chi ci lavorerà ?" disse Tidomai con una faccia curiosa.
"Al lavoro sarà  il Capitano Domaji Neru e la dodicesima brigata in generale e ogni tanto il lavoro verrà  sorvegliato dal mio Tenente in persona, Chojiro Sasakibe, che manterrà  l'ordine e controllerà  che nessuno interferisca. Domande?" Disse alzando il suo viso rugoso verso i presenti, mentre si innalzava un grande silenzio per tutta la stanza; l'unico rumore che si sentiva era la tosse temporanea del Capitano Ukitake.
"No? Allora proclamo ufficialmente la conclusione della riunione settimanale, vi aggiornerò con eventuali dettagli."

Tutti i Capitani uscivano dalla stanza, mentre Yamamoto si girava e si stava dirigendo verso una porta situata dietro al trono. Il Capitano Neru e Tidomai si davano una strana occhiata, socchiudendo gli occhi e scambiandosi un sorriso sinistro, mentre Riku si avvicinò al padre Shinjeru, parlandogli.

"Quei due hanno qualcosa di strano, Tidomai sembrava molto interessato e curioso riguardo a questo progetto."
"L'ho notato anch'io. Li terremo d'occhio."
"Mando qualche recluta?"
"No, no, non essere frettoloso. Lo farai quando si mostreranno nuovamente strani." Disse, per poi separarsi da Riku in direzione contraria.

Così passarono cinque ore e i Capitani stavano svolgendo il loro lavoro, tra fogli da compilare e ordini da impartire. Il terzo seggio Aiko Hashimoto, però, interruppe il lavoro di Riku per dirgli che suo padre gli voleva parlare, quindi egli posò la penna con l'inchiostro ancora gocciolante sul fazzoletto, uscì dalla stanza e raggiunse quella di Shinjeru.
Egli era seduto davanti al suo tavolino, intento a scrivere cose ignote. Riku entrò, e con un breve inchino si avvicinò a lui accovacciandosi.

"Mi avete chiamato?"
"Vorrei parlarti di una cosa, Riku." Disse Shinjeru chiudendo gelosamente la lettera che stava scrivendo.
"Di cosa, padre?"
"Ti ricordi di tanto tempo fa, quando ti ho protetto da quell'Hollow simile a un granchio? Ecco, quello aveva qualcosa di strano..."
"Cosa c'entra?"
"Sembrava come se fosse comandato da qualcuno, e quella chela lanciabile sembrava proprio meccanica."
"Capito. L'unica cosa che mi resta da fare è andare a controllare di persona i lavori."

Si alzò e uscì con uno strano atteggiamento nervoso, come se volesse preservare la giustizia nel Seireitei. Si diresse verso l'Istituto di Ricerca e Sviluppo, di recente fondazione, dove si stava lavorando al Taihonokaritori.
Riku esaminò tutta la zona, e dopo varie ricerche riuscì a scoprire il luogo dov'è situato il laboratorio di Domaji Neru. Certamente non entrò dalla porta principale, e usò una porta secondaria che portava sul retro dell'edificio. Dopo aver attraversato un corridoio, si trovò davanti un vicolo cieco ma vide un sistema di canali per portare aria all'interno del segreto laboratorio. Egli si arrampicò al muro per poi attraversarlo, fino a raggiungere un buco chiuso con delle sbarre verticali che davano proprio sul luogo di progettazione; sentiva voci lontane che si dirigevano verso una porta che fu aperta con una spinta, e la voce, che sembrava proprio quella di Domaji Neru, si avvicinava sempre di più alla stanza.
Riku si stupì, vedendo entrare anche il suo Tenente Yukishi Katsumori e il Capitano Karnamu Tidomai della terza brigata, intenti a osservare il lavoro di Domaji.
Yukishi aveva in mano un taccuino su cui scrivere appunti, mentre Domaji spiegava delle cose.

"Quindi dobbiamo stare attenti, perché quando sarà  ultimato e ci avvicineremo ad esso, ci verrà  trasferita una grande forza spirituale." Disse Domaji vantandosi della sua bravura.
"Allora, lo faremo?" Pronunciò Karnamu Tidomai interessato.
"Senti, non mettermi fretta, va bene? Lasciami ultimare il lavoro, Capitano Tidomai."
"Capito, Ora vado, ci vediamo." Disse dirigendosi verso la porta ed uscendo.
"Non mi piace molto quel tipo, ma potrebbe essere un ottimo pretesto per vendicarsi."
"Vendicarsi di cosa, Capitano?" Disse il suo Tenente.
"Non sono cose che ti riguardano, Yukishi."
"Dannazione, cosa tramano?" Pensò Riku. Egli si girò impetuosamente per andarsene, e i due sentirono un rumore provenire dai canali d'aria. Katsumori andò a controllare, e non vide nessuno; infatti Riku usò il suo Shunpo per fuggire, anche se Yukishi e Domaji iniziavano ad insospettirsi.

"Cavolo, se mi avessero scoperto..." Disse Riku uscendo dalla porta usata in precedenza, che portava quindi all'esterno. Però, davanti a lui, si presentarono delle reclute che lo bloccarono e gli parlarono.

"Cosa avete intenzione di fare, Capitano Hasegawa?" Dissero sguainando la loro Zanpakuto, e dichiarando il suo arresto ordinato dal Capitano Domaji; aveva capito di chi si trattava?

"Io, in arresto? Per quale motivo?" Disse Riku, che era stranamente tranquillo.
"Per aver spiato il lavoro del nostro Capitano."
"Non ho mai letto una regola del genere, ragazzi. Sicuri di stare bene?"
"Cosa?! Attaccatelo!"
"Ma questi son pazzi!" Disse Riku volatilizzandosi con il suo Shunpo, scappando verso il casato Hasegawa. Egli entrò nella stanza di suo padre, che stava pensando.

"Ho visto cosa stavano facendo. Se possibile, vorrei riferirlo al Comandante Generale."
"Sì, non c'è bisogno che me lo dica, vai pure da lui, capirà ."

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Bleach: FanFic
Strano inconveniente [Capitolo 2]



In quell'istante il sole stava tramontando e gli Shinigami iniziavano a svolgere il loro turno di guardia per la base della loro brigata. La strada per quella della prima brigata, dove risiedeva il Capitano-Comandante, era spoglia e l'unico suono che si sentiva era il passo di Riku.
Bussò all'enorme portone che gli si presentò davanti, e fu aperto dal Tenente Sasakibe, che gli chiese il motivo della sua presenza, e che il Comandante Generale non voleva essere disturbato.

"In che senso non vuole essere disturbato? Devo incontrare immediatamente il Capitano-Comandante, non c'è tempo da perdere!". Disse Riku irritato, per poi muoversi con passo rapido verso l'interno e senza ascoltare quello che diceva Sasakibe. Entrò, poi, nella stanza di Yamamoto, inchinandosi a lui. Egli era seduto davanti ad una scrivania e stava compilando dei documenti; egli alzò il capo, guardando Riku.

"Cosa vuole, Capitano Hasegawa?"
"Vorrei darvi un veloce resoconto sul cannone in progettazione, il Taihonokaritori".
"Dimmi". Disse Yamamoto con convinzione, fidandosi di lui.
"Lo ammetto, ho spiato il loro lavoro, ma ho notato un grave pericolo: stanno architettando qualcosa, forse contro la Soul Society".
"Non credo," Disse Yamamoto sicuro "il mio Tenente è stato lì poco fa, e non ha notato nulla di anomalo, almeno secondo il suo rapporto. Se vuole convincermi, deve procurarmi la prova di quest'eventuale atto criminale".
"Va bene Comandante, cercherò di trovare una prova a riguardo. Ora le auguro buon lavoro". Disse Riku andandosene deluso, pensando a come trovare una prova. Si mise a girare per le strade del Seireitei e, mentre svoltava in una curva per raggiungere la dimora degli Hasegawa, gli si presentò davanti un gruppo di Shinigami della quinta compagnia, guidato dal Capitano Veve Midori; ella si presentava come una ragazza abbastanza giovane, con capelli lunghi e lisci e delle ciocche azzurre e verdi. Ella iniziò a leggere una dicitura su un foglio.

"Hasegawa Riku, Capitano della seconda brigata, la dichiaro in arresto per spionaggio nei confronti della dodicesima brigata e per il loro progetto privato. Se si opporre, dovremmo usare le armi, quindi le conviene farsi catturare da noi".
"Ma cosa accade qui? Come devo dirvi che non ho fatto niente?! Chi vi ha mandato?"
"Se proprio vuoi saperlo, ci ha mandati il Capitano Neru della dodicesima brigata, per conto di Yamamoto":

Riku scoppiò in risate, e dopo parlò.

"Veramente vi siete fatti guidare da quello? Ma cosa pensavate in quel momento?"
"Questo comportamento non è da te, Riku."
"Non capisco cosa state insinuando". Disse Riku, diventando improvvisamente serio.
"Allora la dichiaro in arresto, Hasegawa Riku". Disse Veve avvicinandosi a Riku, che sfoggiò la sua Zanpakuto, tenendola a due mani.

"Non vi permetterò di avvicinarvi! Mostratemi delle prove, se ho fatto qualcosa di male!"
"Germoglia, Sagi Hana!".

Sfoderò una delle sue due Zanpakuto, la lama di essa diventò verde, e il suo tsuba veniva circondato da foglie bianche e viola.

"Sen rutsu!"

Mettendo la spada dinanzi a lei, la Zanpakuto diventò una radice marroncina che avvolse Riku in molti strati. Poteva portare questa radice avvolta in giro dove voleva, senza limiti.

"Ti conviene stare fermo, oppure dalla radice potrebbero uscire delle lame mortali".
"Che tu sia dannata, Veve!" Disse Riku, senza muoversi.

Veve Midori, invece di riferire immediatamente tutto all'Assemblea dei 46, decise di portarlo nella prigione nella base della sua brigata. Ella fece sparire la radice, chiuse a chiave la cella e se ne andò verso l'uscita.

"Dove vai, Veve?! Per quale motivo mi hai arrestato?" Disse Riku ancora arrabbiato, e allo stesso tempo confuso.
"Scusami Riku, ma non potevo rifiutarmi!"
"Cosa?"
"Ero davanti ai miei subordinati, non potevo mica dire che non volevo arrestarti! Facevo una brutta figura, ahahahah!"
"Bene, e ora come me ne vado?"
"Non ti preoccupare, in realtà  ti ho portato qui per nasconderti da quel Domaji Neru".
"Cosa vuole?"
"Vuole ucciderti, ma non so perché".
"Perché ho spiato il suo lavoro, e stavano tramando qualcosa di negativo".
"Davvero? Ne hai parlato al Comandante Generale?"
"Sì, ma non ci crede".

Allora Veve se ne andò salutandolo e che lo avrebbe liberato quando avrà  trovato una scusa per rilasciarlo, sempre se ci sarebbe riuscita. In quel momento vennero Yuma ed Aiko, per comprendere questa situazione ritenuta da loro stupida.

"Ma io non capisco, sinceramente... Hanno esagerato troppo". Disse Aiko con un atteggiamento serio e preoccupato.
"Non vi preoccupate, in realtà  Veve mi ha chiuso qui perché... Domaji vuole uccidermi".

Intanto Veve stava camminando per strada, per tornare nella sua base perché era notte e voleva dormire. Improvvisamente, però, la sua camminata fu interrotta dall'apparizione di uno strano essere scuro, del quale erano visibili solo i lucenti occhi; egli, con una voce mostruosa e bassa, pronunciò un Hado contro il Capitano.

"Raikoho."

Una massiva onda gialla si formò dai neri palmi del tizio racchiudendosi in una palla, e in seguito furono sparati contro Veve che cadde esausta e per qualche strano motivo non riusciva a reagire, era immobile. Poco dopo la misteriosa figura sparì, e arrivarono degli Shinigami che si presero cura del Capitano, portandolo nella loro base.
Egli doveva essere soggetto a cure, ma appena il Kimono era stato aperto da una sua subordinata in prossimità  del l'addome, si scoprì che aveva un buco simile a quello di un Hollow, solo che i lati all'interno non erano neri bensì rossi. Da esso colava molto sangue.
Rimasero tutti scandalizzati, anche perché il suo cuore non batteva; allora si optò per chiamare la quarta brigata, e giunse immediatamente il Capitano Unohana. Lei era molto esperta nelle cure ed era anche un'abile combattente; aveva una treccia che scendeva sul davanti invece che dalla schiena.

"E' davvero in condizioni terribili, necessita di un'intensa cura!"

Mentre Unohana cercava di curare Veve, lei si svegliò e iniziò a soffrire moltissimo come se avesse una spada conficcata nel cuore. Urlava, gridava urli di disperazione, e il suo buco si espanse. Unohana non sapeva più cosa fare, non c'era possibilità  di cure. Ad un tratto il giovane Capitano si alzò, come comandata da qualcosa, e uscì dalla porta senza dire nulla. Ella era attirata da qualcosa e si muoveva come un morto vivente.
Nessuno la bloccava e poteva essere pericoloso vista la sua forza, e intanto lei entrava nell'Istituto di Ricerca e Sviluppo, dirigendosi verso il laboratorio segreto di Domaji Neru.
Era stata seguita segretamente da Aiko Hashimoto e Yuma Kaeda, perché volevano trovare delle prove sul crimine di Domaji. Per questo la seconda si portò una macchina fotografica. Yuma e Aiko raggiunsero entrambe la porta secondaria (la stessa che usò Riku) e la prima ci entrò, mentre Aiko faceva la guardia all'esterno.
Yuma, appena entrata, entrò nel canale di aerazione e tramite un buco spiò il laboratorio; era completamente diverso, era più grande e c'erano varie celle con degli Shinigami rinchiusi dentro. Oltre a quello, il Taihonokaritori era diverso da prima ed aveva un aspetto più minaccioso. Intanto stava entrando Veve, accompagnata da Yukishi, Tenente di Domaji che aspettava all'interno, ed avviò una discussione.

"Cosa ne faremo del Capitano Midori?"
"Per ora, mettila in quella cella". Disse Domaji indicandone una "Vorrei farla diventare una di noi". E appena disse questo, arrivò nella stanza Karnamu Tidomai, terza brigata.
"Allora, come va il lavoro?"
"Manca poco, poi potremmo fuggire".
"Quanto precisamente? Poi, hai radunato abbastanza membri?"
"Sì, siamo 6 per ora, e manca solo qualche giorno o forse di meno". Disse Domaji Neru.
"Perfetto, allora vado. Comunque, ricorda che ho organizzato io tutto questo, e quindi il capo sarò io, quando saremo usciti da questo posto".
"Certamente, Karnamu". Disse Domaji, mentre Karnamu usciva frettolosamente "Non vedo l'ora, non se l'aspetteranno minimamente!"

A questo punto, Yukishi e Domaji uscirono dal laboratorio e chiusero a chiave le porte. Yuma ne approfittò per entrare e scattò varie foto alle celle, mentre loro cercavano di ribellarsi. Ella tentò di aprire le celle, ma serviva un codice speciale che lei non conosceva. Fatto ciò, fuggì di nuovo dal canale e arrivò da Aiko.

"Ho scattato un bel po' di foto, Aiko!"
"Perfetto, ora le portiamo dal Comandante Generale?"
"Sì. Comunque chissà  che fine ha fatto Chojiro... Non doveva fare la guardia?"
"Già , forse l'hanno minacciato per non fargli dire niente. Comunque sia, andiamo".

Allora le ragazze si avviarono prima da Riku, per avvisarlo delle prove. Distrussero la sua cella, visto che Veve non c'era, e lo fecero venire con loro. Arrivati dal Capitano-Comandante, tramite il solito inchino di rispetto, Yamamoto iniziò a parlare.

"Riku Hasegawa! Non era stato arrestato?"
"Non è importante in questo momento, Capitano-Comandante. Vorrei mostrarle delle prove, sui crimini del Capitano Domaji Neru".
"Fa vedere, mettile qui". Disse Yamamoto, mentre Riku si avvicinò alla sua scrivania e posò le foto, che erano circa quindici. Dopo un accurato controllo, il Comandante si stupì da tale affronto.

"Emergenza, riunione speciale! Ora avviserò tutti, voi andate, ottimo lavoro".
"La ringraziamo, Comandate".

La riunione si svolse due ore dopo, ma non arrivarono tutti i Capitani e nessuno li aveva visti in giro per il Seireitei; nella stanza ne mancavano sette. Yamamoto si irrito, avendo capito la spregevole situazione.

"Mancano molti Capitani! Dove sono finiti?!"
"In effetti, Yama-jii," Disse deluso il Capitano Shunsui Kyoraku, fedele a Yamamoto "il mio Tenente è sparito da un po'. Però consoliamoci, resta la piccola Nanao!"
"Benissimo, allora per ora incarico il Capitano Hasegawa Riku e il suo Tenente Kaeda Yuma di cercare i criminali, che hanno svolto un grave reato". Disse Yamamoto, che si calmò.

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Bleach: FanFic
Tradimento [Capitolo 3]


Riku e Yuma si avviarono verso l'Istituto di Ricerca e Sviluppo; la via per raggiungere il laboratorio segreto di Domaji Neru sembrava ormai diventata familiare, e stavolta entrarono dalla porta principale, sfondata con un forzuto calcio. Appena entrati nel luogo temuto, un terribile panorama si presentava davanti ai loro occhi: c'erano cadaveri dappertutto. La cosa che stupiva di più, però, era che si trattavano di cadaveri dei traditori e che al centro c'era quello di Domaji Neru. Stavano tutti stesi a terra, rigidi. Riku e Yuma si avvicinavano a loro per controllare se il loro cuore battesse ancora, ma niente da fare.
I due stavano per contattare le altre brigate per riferire loro di questo fatto, però secondo loro c'era qualcosa che non andava e non lo fecero. D'un tratto del fumo entrava nella stanza. Yuma iniziava a tossire, e le iniziarono a venire delle forti convulsioni e dei crampi su tutto il corpo, urlando.

"Aiuto, Capitano...!"
"Yuma!"

Yuma cadde a terra e svenne, ma con gli occhi aperti, e il corpo intanto era ancora soggetto a convulsioni e le usciva del sangue dalla bocca. Riku le andò in soccorso ma, guardandosi intorno, vide degli uomini scuri che fissavano la ragazza, in posizione di attacco. Quelli furono, però, fermati da un'altra figura che entrava in scena da una zona d'ombra, e quegli uomini entrarono nella Zanpakuto che aveva in mano.

"Grazie per l'aiuto". Disse quell'uomo, che si mostrò allo scoperto. Era Domaji Neru, ancora vivo. Con la sua apparizione, quei cadaveri esplosero come palloncini e dietro di lui si aprì un portale, dal quale uscirono tutti i suoi alleati, tra cui Karnamu Tidomai. Domaji parlò.

"Mi dispiace deluderti, ma non siamo morti!" Disse per poi scoppiare in risate.
"Riku, ti conviene scappare, sai? Ci sono molti Capitani davanti a te, e non hai nessuna possibilità  di batterci". Esclamò Karnamu con tono arrogante.
"No, bastardi...! Aspettate, ma quella è Veve? Cosa le avete fatto?!"

Riku si alzò immediatamente e con uno scatto fulmineo sferrò un fendente con la sua Katana su Domaji, il quale però ha parato il colpo come se niente fosse, stando immobile.

"Bell'attacco. Comunque, ora devi toglierti di mezzo perché dobbiamo andarcene, ostruisci l'entrata".
"Neanche morto!"
"Buon dio... Demoni ignobili, fate soffrire chi vi ha offeso, Kurushimi no Tamashi ".

La sua Zanpakuto si trasformò in fumo, il quale si diresse verso Riku. Appena lo circondava, apparivano quegli uomini scuri e iniziavano a venire anche a lui le convulsioni su tutto il corpo. Intanto Yuma era svenuta, con la bocca piena di sangue e dopo svenne anche Riku.

"Troppo facile. Allora, proseguiamo? Vai Veve". Disse Domaji, direzionando tutti davanti all'entrata e dandogli loro dei cappotti particolari. "Indossateli. Io e Yukishi prenderemo gli strumenti più importanti, noi vi seguiremo".
"Portale dei secoli, riportaci nella mentalità  passata". Disse Veve, e davanti a lei si aprì un portale esagonale di un viola molto scuro, che portava in un luogo ignoto agli altri, anche se Domaji sapeva dove si arrivava entrandoci.
Entrarono e sparirono, non lasciando neanche una traccia di reiatsu; probabilmente a causa di quei cappotti. Tutti si ritrovarono in quel luogo violaceo che si vedeva dall'esterno del portale, solo che si vedeva una luce in fondo.

"Cosa ne pensi?" Disse Domaji a Karnamu Tidomai.
"Cosa?"
"Il mio piano, lo trovi interessante?"
"Sì, te l'ho detto ieri, no? Prenderemo i poteri da quell'ex-re, o come l'hai chiamato tu, e domineremo la Soul Society".

In quel momento, nel laboratorio di Domaji, arrivò un uomo che aiutò Riku e Yuma e li svegliò con un contro-Kido. Infatti aprivano gli occhi all'improvviso, e sparirono tutti i dolori. Riku lo ringraziò subito.

"Ti ringrazio! Aspetta, tu sei...?"
"Prego, io sono Sosuke Aizen, Tenente della quinta brigata".
"Cosa ci fai qui?"
"Ho sentito che la reiatsu del mio Capitano si trovava qui, ma è sparita poco dopo e sono venuto per controllare".
"Capisco. Ora dobbiamo esaminare il laboratorio per cercare un modo per raggiungerli, ci stai?"
"Certo, Capitano Hasegawa".

Intanto gli otto traditori raggiunsero un luogo situato su un colle, attraversato da un piacevole venticello. Da lì si vedeva un bellissimo panorama; esso dava su una baia, e dal mare ergeva una grande torre, somigliante a quella della Penitenza nel Seireitei, raggiungibile tramite un ponte rosso. Spostando gli occhi verso la terraferma, si vedeva un'enorme zona residenziale abbastanza mal ridotta, e spostandoli a sinistra si notava un luogo isolato: sembrava un bel luogo dove stanziarsi.

"Vedete quel posto isolato? Sembra un bel posticino dove stabilire la nostra base, andiamo". Disse Domaji, che si sentiva soddisfatto del lavoro svolto fin'ora, andava tutto secondo i piani. "Cerchiamo di non abbandonare questo posto, mi raccomando, non sappiamo cosa ci si presenterà  davanti oltre queste mura".

Si avviarono verso quel luogo, che si rivelava essere un primitivo studio di ricerca tecnologica, nel bel mezzo del bosco circostante. Era completamente malridotto, andava a pezzi. Domaji fece aspettare gli altri fuori, e andò a controllare l'interno insieme a Yukishi e Karnamu Tidomai.
Si trovavano all'interno di una grande sala, con macchinari abbandonati da più di 2000 anni e sembravano primitivi dal loro aspetto. Si sentiva dell'acqua gocciolare dai tetti e imperversava un odore sgradevole.
Iniziarono a esaminare la stanza e Domaji scoprì subito una fonte di reiatsu nasconsta in mezzo ad alcune liane e foglie di un albero cresciuto accanto (infatti, il posto era completamente raso al suolo dal tempo).
Domaji collegò, tramite una presa elettrica, il Taihonokaritori a quella fonte che stava in un contenitore ed esso iniziò a brillare; iniziava a sovraccaricarsi dalla tanta potenza che sprigionava quella reiatsu, e Domaji staccò la presa appena in tempo; stava per esplodere.

"Ma cosa?! E' incredibile, proprio quello che volevo!" Disse Domaji, non gli succedeva mai qualcosa di negativo.

Il cannone era diventato color rosso fuoco, e delle piccole fiamme spuntavano dal retro di esso.

"Bene. Karnamu, fai entrare tutti qui dentro, e digli che dobbiamo sistemare questo posto".
"Certo. Ma non dovevo essere io il capo?"
"Sì, dopo che ci saremo sistemati".

Così i traditori avevano trovato un luogo dove stanziarsi, e sembrava davvero molto lontano e sicuro.
Comunque, secondo alcune informazioni che ha trovato precedentemente Domaji, questo luogo era come una vecchia Seireitei; era mal governata, a detta di un libro, e il re si comportava come un tiranno. Così, un potente Shinigami di nome Shigekuni Yamamoto, attuale Comandante Generale, lo sigillò nella torre e fondò un nuovo stato.
La Soul Society non conosceva ovviamente il luogo dove si sono diretti, non sapevano neanche se erano presenti ancora nel Seireitei.
Allora, Aizen riuscì a riprodurre il portale; si trattava di una semplice, almeno per lui, tecnica Kido senza numero. Yuma iniziò ad entrare insieme ad Aizen, ma Riku lasciò prima una lettera davanti al portale.


Chiunque si chieda dove siamo finiti, in questo momento ci troviamo in un portale.
I nostri nemici ne hanno fatto uno per fuggire, erano otto. Io, Riku Hasegawa, Aizen Sosuke e Yuma Kaeda ci siamo diretti verso il luogo di fuga per scoprire i loro piani. Per favore non interferite, e non preoccupatevi di noi.

Riku Hasegawa



Allora entrò anche lui, e dopo aver attraversato la zona violacea, stranamente instabile, si ritrovarono fuori ma successe qualcosa di strano...

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Bleach: FanFic
Il villaggio di Soru [Capitolo 4]


Il portale, infatti, li aveva lanciati in direzioni diverse, separando i ragazzi. Tutti si ritrovarono in luoghi del tutto ignoti, e probabilmente lontani tra loro.
Riku precipitò verso un villaggio, e sprofondò in una lunga strada; si era protetto grazie al potere della sua Zanpakuto, che creò una barriera d'acqua. Sì alzò, e notò di trovarsi nel bel mezzo di una strada attraversata in quel momento dal molte persone, fortunatamente non coinvolte.
Riku era completamente confuso, non aveva capito cos'era appena successo. Le persone guardavano spaventate e allo stesso tempo incuriosite, e si avvicinavano al piccolo cratere formatosi. Un uomo anziano, con capelli lunghi e bianchi, e una Zanpakuto infilata in un fodero, fu lasciato passare dagli altri abitanti, e guardò Riku dal bordo del fosso.

"Uno Shinigami, qui?"

Intanto, nel Seireitei, Aiko era in lacrime perché aveva perso sia Riku che Yuma, che come si sa, erano i suoi migliori amici. Era nel panico, la sua malinconia era appena sparita e tentava di chiedere ad alcuni Capitani di raggiungerli, ma neanche loro sapevano dove si trovavano in quel momento; infatti, era da molte ore che le truppe di ricerca non trovano nessuna tracca di quelle persone.
Aiko andava in giro per le strade cercando di pensare ad altro, ma incontrò un ragazzo che la fermò e le parlò.

"Tu sei il Terzo Seggio Aiko Hashimoto, giusto?!" Disse il ragazzo, stanco. Aveva anche un'uniforme particolare, perché aveva il simbolo della brigata sul fianco sinistro dello shihakusho.
"Direi di sì. Tu chi saresti?"
"Io sono Furaka Kaeda, quinto seggio della decima brigata , e forse con il mio cognome hai già  capito tutto".
"Aspetta, tu sei il fratello di Yuma Kaeda, quello che cerca da anni?!"
"Esatto, ho saputo che è entrata nella seconda brigata e non riesco a trovarla... Per questo sono venuto a chiedere a te".
"Beh..." A Aiko venne di nuovo in mente della scomparsa di Riku e Yuma, e fece una faccia sconvolta. "Sia lei che il Capitano Riku Hasegawa, sono scomparsi..."
"Cosa? In che senso?!"
"Stiamo ancora indagando sulle cause..."

All'improvviso raggiunse loro una farfalla infernale, che portò con se un messaggio da parte di Soi Fon per Aiko; ella disse che il Capitano Isshin Shiba, decima brigata, ha esaminato l'Istituto di Ricerca e Sviluppo ed è giunto nel probabile luogo di sviluppo del Taihonokaritori; lì trovò la lettera lasciata da Riku, e sarebbe stato giusto se fosse informata prima una sua sottoposta fedele. Essa si diresse, insieme a Furaka, verso il laboratorio, dove incontrò proprio Isshin.

"Capitano Shiba! Cos'è quella lettera?" Disse Aiko.
"E' una lettera che parla di Riku! E' scappato in qualche portale insieme a Sosuke Aizen e Yuma Kaeda, probabilmente stavano inseguendo i traditori".
"Dobbiamo andare anche noi, Capitano". Esclamò Furaka.
"Ma cosa dici, Furaka! Non sappiamo ancora come aprire questo portale, né tanto meno dove porti".
"Chiama un esperto di Kido". Disse Aiko, guardando con occhi minacciosi Isshin.
"Va bene, va bene, hai vinto; lo chiamo".

Isshin fece una chiamata ad un importante membro della squadra Kido, Kazuki Rokidoma. Tramite attente esplorazioni del laboratorio, egli riuscì a trovare una traccia di reiatsu e provò ad espanderla, teorizzando si trattasse di un qualche tipo di portale. La sua intuizione sembrava giusta, e davanti a loro si aprì lo stesso portale violaceo di prima.

"Andiamo, Furaka!" Disse Aiko prendendo al braccio Furaka.
"Aspetta!" Gridò Isshin Shiba. "Perché non avvisiamo prima il Comandante Generale di ciò?"
"Mi sa che hai ragione. Noi aspettiamo qui; Kazuki Rokidoma, grazie per il tuo aiuto".

Isshin Shiba si diresse verso la base della prima brigata, dove risiedeva Yamamoto, Comandante Generale. Dopo qualche minuto di attesa, riuscì a farsi ospitare nella sua stanza. Dopo un attento inchino, iniziò a parlare.

"Mi parli del suo rapporto, Capitano Shiba".
"Tramite attente ricerche, probabilente abbiamo scoperto come sono scappati e dove sono andati Riku Hasegawa, Yuma Kaeda e Aizen Sosuke. In poche parole, però, io sono venuto qui per avere il permesso per attraversare un portale creato da loro; non sarò solo, ma sarò insieme a Aiko Hashimoto, Terzo Seggio della seconda brigata, e Furaka Kaeda, quinto seggio della mia".
"Rifiuto!"
"Ehm, cosa?"
"Potrebbe essere un'esperienza pericolosa, quindi rifiuto il permesso di attraversare il portale con due seggi. Se vuole ancora andarci, manderò con te altri due Capitani".
"E va bene, se questo significa salvare la Soul Society da qualche imminente pericolo".
"La avviserò tra poco, mi dica solo dove dovrò mandare il messaggio".
"Mandatelo davanti all'entrata dell'Istituto di Ricerca e Sviluppo".

Allora Isshin tornò indietro, all'entrata dell'Isituto di Ricerca e Sviluppo, ad aspettare un messaggio da parte del Capitano-Comandante. Infatti, poco dopo, lo raggiunse una farfalla infernale; il messaggio diceva che con lui sarebbero andati i Capitani Shinjeru Hasegawa, nona brigata, e Kenpachi Kiganjo, undicesima brigata; inoltre, diceva di aspettarli.

"Che noia però..." Disse scocciato Isshin, che si sedette per terra. "Aspetta... Ma cosa staranno facendo Aiko e Furaka? Cavolo, devo raggiungere..."
"Cosa devi raggiungere, Isshin?" Esclamò Kenpachi Kiganjo, che stava arrivando insieme a Shinjeru. Il primo si presentava come un omone di colore, con una barba e due piercing sotto le labbra. Il padre di Riku, invece, era anziano ma aveva i capelli neri, e una lunga collana sempre con il simbolo a forma di pentagono, simbolo degli Hasegawa.

"Andiamo?" Disse Isshin preoccupato.

Dopo aver raggiunto il Laboratorio, Isshin vide che i due ragazzi erano spariti e del loro reiatsu non c'era traccia. Iniziò a preoccuparsi ancora di più, ma ormai era troppo tardi. Tutti e tre entrarono nel portale, che era instabile anche con loro.
Intanto, Riku si ritrovò in un villaggio, come abbiamo visto, e un vecchio curioso gli continuò a parlare.

"E' da qualche millennio che non vengono Shinigami qui, chi sei? Sembri proprio un Capitano".
"Sì, Hasegawa Riku, Capitano della seconda brigata. Vedo che hai una Zanpakuto, tu chi saresti?"
"Da quanto tempo che non sento parlare delle brigate! Come sta Eijisai, eh?"
"E..iji...sai?"
"vedo che sei confuso, giovane. Non sembri cattivo, seguimi, ti porto nella mia dimora".

Mentre i due passeggiavano per le strade, egli notò che al centro della piazza c'era un portale il quale contorno era identico a quello usato per giugnere qui, solo che non sembrava attivo.

"Cos'è quello?"
"Un portale, detto Konbeya, che può portare in un luogo dove ne è situato un altro identico, ma puoi scegliere quale. Ora non è attivo, ma ti spiegherò dopo perché, è una lunga storia".
"Aspetta, io non sono venuto qui per..."
"Calmati, ragazzo. I giovani d'oggi, vanno sempre di fretta! Le domande me le farai a casa".

I due salirono su una ripida collina, il quale percorso era contornato da fiori di ciliegio, e in fondo si vedeva la struttura di un'enorme dimora in stile orientale; sembrava la casa di un nobile. Dopo aver raggiunto il portico, ornato con decorazioni d'argento, entrarono all'interno. Non era molto colma di mobili, erano presenti solo le cose essenziali. Raggiunsero un tavolino, e si sedettero; iniziò a parlare il vecchio.

"Prima di tutto, chi sei?" Disse il vecchio, dirigendosi però in cucina per prendere del tè.
"Non ve l'ho già  detto?"
"Oh giusto!" Disse egli, tornando a sedersi con due bicchieri di tè in mano. "La mia memoria mi fa brutti scherzi!Se non sbaglio sei Riku... Kashegawa".
"Hasegawa! Comunque, lei chi è?"
"Il mio nome è Okishibasa Soru; ebbene sì, probabilmente hai capito che sono uno Shinigami, o meglio, ero. Se guardi in fondo alla stanza, capirai tutto".

Riku guardo, e vide appeso un haori bianco, con il kanji del numero sette posto dietro; da questo capì subito che aveva svolto il ruolo di Capitano.

"Lei era un Capitano?! Mi scusi per la scortesia, allora!"
"Ma non c'è da preoccuparsi! In fondo, sono io che ti ho trascinato qui. Comunque, come sei finito nel mio villaggio?"
"Beh... Dei Capitani e altri Shinigami ci hanno tradito, e sono fuggiti tramite un Konbeya, probabilmente. Io sono finito qui, e non vedo proprio tracce di questi..."
"Capisco. Per usare bene il Konbeya, bisogna avere un solido controllo della forza spirituale; infatti, sei stato lanciato in un luogo a caso. Coloro che l'hanno usato, si saranno preparati precedentemente. Come pensi di trovarli? Io potrei darti una mano, visto che stare qui è noioso".
"Non saprei proprio, dannato Domaji..."
"Scusa, puoi ripetere quel nome?"
"Quale? Domaji Neru, il loro capo, credo".
"Maledizione, allora sembra proprio una situazione pericolosa".
"Lo conosce?"
"Sì, era il mio pericoloso Tenente. Non capisco come sia tornato nelle brigate, visto che era stato bandito mille anni fa... C'è qualcosa che non quadra".

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"Prima di iniziare a leggere, vi prego di commentare. Non pubblico la fan fiction per voglia, ma perché vorrei aiuti e critiche, grazie".

 

Bleach: FanFic
Lo scienziato [Capitolo 5]


Intanto Aizen si ritrovò in una casa di legno, apparentemente abbandonata.
Non era molto grande, e a malapena conteneva due stanze e un bagno. Indagando in giro, trovò delle foto scattate con qualche tipo di fotocamera antica, e vide che rappresentavano uno Shinigami. Aizen si affacciò alla finestra e vide che davanti a lui c'era un altissimo muro e dietro di esso ergevano due torri, stranamente attive siccome usciva del fumo dalle loro estremità . Ritornò di nuovo dentro, e voleva accendere una luce tramite una candela che trovò in giro; la posò su uno scaffale, ma esso si mosse; il muro accanto si aprì come una porta.
Vide delle scale e, spinto dalla curiosità , le percorse, raggiungendo un luogo contornato da molte capsule e macchinari ancora attivi, anche se la stanza era in condizioni pessime.
Stava curiosando tra quegli oggetti tecnologici, ma si voltò e vide che in una capsula, con all'interno del ghiaccio, c'era una persona indossante uno Shihakusho, l'abito da Shinigami; che si trattasse del tizio in foto?
Comunque sia, voleva mandarlo fuori di lì e lo fece premendo semplicemente un pulsante rosso posto sulla base della Capsula. L'uomo, sulla trentina d'anni, con una barba incolta, uscì da essa; egli cadde a terra, esausto, dicendo che era finalmente uscito dalla sua ibernazione.

"Finalmente... Sono stato liberato..." Pronunciò affannoso il tizio steso per terra. "Non potevi capire... Cosa si provava stando lì dentro..."
"Stai bene, ragazzo?"
"Sì, non ti preoccupare... Sai, sono stato ibernato senza preavviso. Cavoli, questo posto è veramente a pezzi, quanti anni saranno passati? Duecento, cinquecento...?"
"A giudicare da questa data scritta su questo monitor, sembra che siano passati più di duemila anni".
"Duemila anni?! Maledizione, ormai è troppo tardi, quel tipo coi baffi avrà  ormai compiuto la sua missione, cavolo".
"Tipo con i baffi?" Disse Aizen, anche se era interessato ad un oggetto posto in fondo alla stanza;
"Sì, se non sbaglio si chiamava Yamamoto o qualcosa di simile, non posso dimenticare un *censura* come lui".
"Comunque, cos'è quello?"
"Oh, quello? E' un importante progetto a cui stavo lavorando, mi stupisce che non sia stato rubato, visto che dovrebbe possedere poteri incredibili, quasi divini; o almeno, secondo il progetto. Se non sbaglio l'avevo chiamato, fammi pensare... Hogyoku, ecco".
"Quindi questo è il famoso Hogyoku...?"
"Cosa? Ne hai sentito parlare, nonostante ci stessi lavorando duemila anni fa?"
"No, dimentica quello che ho detto... Dimmi, che poteri avrebbe?"

L'uomo disse prima che era il capo del Reparto Tecnologia, simile a quello odierno del Seireitei; disse che appena dopo la sua fondazione iniziò a creare quest'Hogyoku, che serviva per rendere qualsiasi cosa che si pensasse, reale. Era ancora in uno stato embrionale. Dopo questo, si scambiarono informazioni.
Il tizio si chiamava Kodai Rimutsudayo, e Aizen gli parlò brevemente dei Seireitei.

"Yamamoto, me la pagherà ! Dove si trova, dove si trova ora questo Seireitei?!"
"Calmati, Kodai. Te lo dirò, se mi darai l'Hogyoku". Disse Aizen, avvicinandosi bruscamente con la sua Zanpakuto, pronta a sferrare un fendente sul suo collo.
"Ma sei pazzo? Neanche per sogno!" Esclamò Kodai, prendendo la sua Zanpakuto (posta vicino a lui) e infilandola con forza nella sua pancia. Sferrò quindi il colpo, ma sembrava di aver infilzato una bambola e non sgorgò una goccia di sangue; egli si voltò, e si spaventò vedendo la figura di Aizen, che teneva la sua Zanpakuto rivolta verso il basso.

"Spezzati, Kyoka Suigetsu". Pronunciò Aizen. Kodai si ritrovò all'improvviso infilzato dalla sua Zanpakuto, che scomparve dalle sue mani per raggiungerlo.
"Il potere della mia Zanpakuto è l'ipnosi totale. In poche parole, tu sei stato ingannato da Kyoka Suigetsu, creando una copia del mio corpo.
"P-Perché... l'hai fatto...?" Diceva sofferente Kodai.
"Scusami tanto, Kodai Rimutsudayo, è solo che volevo procedere senza problemi. Sai, sapevo tutto di questo posto, sono venuto qui intenzionalmente. Comunque, grazie per l'Hogyoku, sarà  l'inizio del mio piano. In base alle informazioni che ho trovato, qui ormai ho fatto tutto, posso andarmene".
"*censura*..."

Della fine di Kodai non si seppe nulla, e Aizen, tramite informazioni trovate nel laboratorio, riprodusse di nuovo quel famoso portale, e se ne tornò nel Seireitei.
Intanto, Yuma si ritrovò in un sentiero, che portava verso un portone aperto; c'erano anche delle mura, e doveva essere chiaramente qualche luogo con molta sicurezza, pensò ella.
Si diresse verso l'entrata, ma vide che il luogo non era abitato, anzi, gli edifici cadevano a pezzi ed il posto sarebbe stato completamente abbandonato, se non fosse stato per qualche uccello che svolazzava qua e là .
Ella non sapeva dove si trovava, e si mise subito alla ricerca dell'edificio meno danneggiato di tutti; infatti, sorprendentemente, trovò una casa a due piani, in perfetto stato. Aveva la porta apparentemente chiusa a chiave, ma bussando si accorse che non lo era. La casa era quasi vuota, e trovò una camera provvista di un letto dove stanziarsi; non era sicura se fosse abbandonata, ma non se ne fregò. Lei si era ormai addormentata, però una figura umana entrò, e scendendo dalla finestra aperta raggiunse il letto, catturando Yuma.
Questa persona si diresse dall'altra parte di questo luogo abbandonato, giungendo proprio nel luogo dove si stanziarono i traditori; i membri più importanti erano seduti intorno a un tavolo, ma il rapitore passò oltre e depositò Yuma in una cella, e la sua Zanpakuto le fu sottratta. Il primo chiuse la porta a chiave, e si sedette al tavolo insieme ai compagni.

"Bel lavoro Kurise, l'hai catturata facilmente". Disse un uomo incappucciato che sembrava Karnamu Tidomai.
"Era un'idiozia".
"Comunque, come sappiamo, il Re di questo luogo, che chiameremo "Corte", è stato sigillato nella torre situata nel golfo. Il nostro scopo è liberarlo e impossessarci del suo potere, solo che per farlo servirà  raccogliere l'Amuleto, situato sulla Terra. Ho già  organizzato tutto, non c'è da preoccuparsi. In pratica, io, Yukishi e Domaji giungeremo presso la città  di Karakura, voi altri farete la guardia e vi occuperete della nostra base".
"Quindi quando partiamo?" Disse Domaji grattandosi la testa, era impaziente.
"Partiremo domattina, sarà  un lavoro semplice. Grazie a quel radar che abbiamo trovato qui, sarà  semplice scoprire la posizione dell'Amuleto".

Così la giornata passò; Riku si stanziò nella casa di Soru e Yuma scoprì di essere intrappolata in una cella.
Riku fu svegliato con urgenza da Soru, che gli disse che una persona era venuto per trovarlo, e che si trattava un altro Capitano. Egli si alzò, si vestì rapidamente e raggiunse l'entrata della casa; si stupì.

"P-padre?"

Si trattava proprio di suo padre, Shinjeru Hasegawa, Capitano della nona brigata e capo della casata Hasegawa.

"Sì, sono io, devo parlarti. Soru, possiamo sederci?"
"Ma certamente!" Disse Soru, direzionandoli verso il tavolo.
"Come hai fatto a venire qui? Se hai guardato la lettera, ho detto di non venire!" Esclamò stupito suo figlio Riku.
"Riku, so che sei un Capitano, anche molto forte, ma venire qui da solo insieme a due Tenenti per combattere contro sette ex-Capitani e altri sottoposti non è molto saggio".
"Beh... Comunque rispondi alla prima domanda".
"Abbiamo chiamato un esperto di Kido. Tramite resti di reiatsu del portale, ne ha aperto uno. Controllando il nostro reiatsu, ognuno di noi ha raggiunto voi, anche se sono preoccupato..."
"Perché sei preoccupato?"
"...Prima di noi, sono entrati di nascosto Aiko e il fratello di Yuma".
"Cosa?! Dobbiamo trovarli! Tu sei bravo a recepire reiatsu, sarà  semplice".
"Grazie per l'ospitalità , signor Soru, noi andiamo!" Disse Shinjeru alzandosi.
"Aspetta! Ho un conto in sospeso con Domaji Neru, verrò con voi".

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Bleach: FanFic
L'uomo immortale! [Capitolo 6]


Così Shinjeru, Riku e Soru decisero così di uscire, anche se in realtà  non sapevano bene cosa fare e il secondo parlò.

"Ehm... Padre, inizia captando il reiatsu di Aiko e questo Furaka". Affermò dubbioso Riku.
"Sì, vediamo un po'".

Shinjeru sentiva una piccola presenza, non troppo distante. Allora si avviarono subito, dirigendosi nel bosco intorno al villaggio; lì si misero ad indagare e il reiatsu era sempre più vicino. Esso sembrava corrotto, forse il suo possessore era ferito e si sveltirono.
La foresta era veramente fitta e i tre si divisero. Stava per calare anche la notte, però la preoccupazione fu bloccata da Riku: l'aveva trovato. Con un grido poco saggio li avvisò tutti, e seguendo il suo reiatsu lo raggiunsero.
Riku prese Furaka e se lo mise in spalla, per trasportarlo nella dimora di Soru. Proseguirono il cammino nella notte buia in cui si ritrovarono, con gufi che bubulavano e pipistrelli che vagavano da albero ad albero.
Non si vedeva veramente niente, non avevano pensato a queste conseguenze.

"Cavolo, non dovevate venire a trovarmi..." Disse Furaka.
"Come no? Se restavi qui qualche oretta in più, i traditori potevano venire ad ucciderti o cose simili". Enunciò Shinjeru, cercando di calmarlo.
"L'avete sentito anche voi?" Affermò timoroso Soru, che si guardava intorno; infatti, si è sentito il rumore di alcuni passi e di cespugli mossi. Dopo qualche minuto Riku venne attaccato alle spalle da una Katana che gli fece solo un piccolo graffio, siccome riuscì a schivarla per un pelo.

"Ah! Ma cosa diamine...?!" Pronunciò Riku ferito. "Chi sei?! Vieni fuori!"

Infatti uscì fuori da un cespuglio un uomo alquanto sospetto; era giovane, aveva un afro e degli occhiali che sembravano proprio da sole e glielo fece notare Riku.

"Non sono occhiali da sole, genio! Sono sensori di reiatsu!" Affermò irritato il tizio. "Adesso sono incazzato!"
"Aspetta aspetta, ma tu sei Kazo Risoma, Terzo seggio della quinta brigata?"
"Esatto, o meglio, ero. Sono venuto qui per seguire Tidomai e Neru, e anche per uccidere voi dannati invasori! Questo è il nostro territorio!" Esclamò Kazo, per poi fiondarsi addosso a Riku con la Zanpakuto, che lo respinse con la spada.
"Pensi di riuscire a competere con un Capitano? Bah". Disse Riku facendo lo stesso gesto di Kazo, precipitandosi in un lungo combattimento di parate e schivate. "Sei abile per essere un Terzo seggio!"
"Non sono più un Terzo seggio, vuoi farmi innervosire?!" Urlò il nemico, sfoggiando la sua tecnica. "Opprimi, Buki Bokyaku!"

La lama di Kazo si ridusse ad una piccola arma somigliante ad un coltello da combattimento, e da esso usciva un aura scura che davano a Riku un senso di oppressione, come se venisse schiacciato.
Egli non riusciva a contrattaccare e si inginocchiò. Kazo si precipitò contro di lui che, con un movimento rapido, cercò di infilzare il coltello nel cuore del Capitano. Con grande sorpresa da parte sua, però, scese in battaglia suo padre per fermare in tempo il coltello, facendoglielo cadere per terra con un pugno sul polso.

"Padre!"
"Riku, ti fai battere da questo novellino? Mi deludi, lo sa-"

Improvvisamente il collo di Shinjeru fu bloccato da un ombra nera che si avvolse attorno ad esso, bloccandogli il respiro. Quest'ombra lo sollevò in aria, ma in qualche modo Soru la tagliò.

"Dannazione, sei bravo". Esclamò Soru mentre infoderava la sua Zanpakuto.
"Eh? Perché riponi la tua spada?" Disse stupefatto il nemico.
"Hado numero 88, Hiryu Gekizoku Shinten Raiho".
"L-l'hai detto senza formula?!"

Pose la sua mano in avanti e scagliò da essa un'ampia e potente ondata di energia, la quale impressionante potenza colpì Kazo Risoma, bruciandolo completamente.

"Che idiota... State bene voi?" Domandò Soru, che era tranquillo.
"Sì, stiamo bene... Anche se non posso dire la stessa cosa per Furaka, è svenuto". Disse Riku riprendendolo in spalla, dopo averlo fatto cadere per l'attacco di Kazo.
"E' troppo tardi per tornare a casa". Dichiarò Soru. "Per ora ci stanzieremo in quella casetta che sembra abbandonata... Siete d'accordo?"

I tre, insieme al corpo di Furaka, raggiunsero un piccolo podere non troppo lontano dal Villaggio e si stanziarono lì per la notte. Appoggiarono Furaka su un materasso ritrovato proprio all'interno dell'abitazione e Shinjeru lo stava curando con delle tecniche di guarigione; una di esse, infatti, creava un rettangolo trasparente attorno al corpo di Furaka che lo curava dalle ferite, causate più che altro per la caduta dal portale, formatosi in cielo.
La notte stava passando tranquillamente, mancavano solo due ore per l'alba. In quel momento la serata veniva disturbata da rumori alquanto strani, e particolarmente arrivava un rumore dal Kekkai* davanti alla porta, come se si stesse cercando di distruggerlo.
Soru era stanco di questi rumori, e andò a controllare. Appena si avvicinò al Kekkai, lo sorprese un'esplosione, che lo fece sbattere contro il muro dietro di lui. Si svegliarono tutti, allarmati, e notarono che c'era di nuovo quel tizio di prima, Kazo Risoma.

"Sei vivo?!" Esclamò Riku stupito.
"Certo che sono vivo, mi avete trattato come un idiota. Ora lasciate che vi elimini una volta per tutte".
"Non ho ben capito come sei sopravvissuto, ma mi faccio avanti".
"Sei sicuro, Riku?" Disse preoccupato il padre Shinjeru.
"Hai forse dimenticato le mie tecniche? Tu occupati di Soru, che è ferito".

 

*Kekkai: Particolare barriera molto resistente dalla parte opposta in cui è stata creata. In questo caso, è stata formata dall'interno della casa, e dall'altra parte non può essere distrutta facilmente.

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Bleach: FanFic
Duello all'ultima goccia [Capitolo 7]

 

"Ormai conosco la tua tecnica, quindi è meglio che sfoggi il mio Shikai... Ragazzi, allontanatevi". Esclamò Riku alzando in aria la sua spada; Shinjeru aveva visto solo una volta il suo Shikai. "Inonda, Minami!"

Un vortice iniziava a roteare attorno alla lama e al braccio sinistro, e si propagò formando un'onda che distrusse tutto, comprese le pareti dell'edificio. Anche Riku era circondato da qualcosa di simile, e smise di roteare quando l'inondazione aveva compiuto il suo scopo di distruzione, anche se Kazo si era protetto con un'aura violacea.
La lama si sdoppiò in due: quella che aveva nella mano sinistra era grande e pesante, e percorreva tutto il braccio per poi finire con due punte; da lui era chiamata Daikozui, ed era mantenuta da tre lacci che lasciavano coperto gran parte del braccio.
Quella destra, invece, era sostanzialmente una spada normale, con un manico simile ad una "I" e la lama come quella della Daikozui; essa era chiamata invece Mizuzu. Un liquido viscido ricopriva entrambe le lame.
Riku si mosse in avanti eseguendo un fendente, ma Kazo con un rapido gesto del corpo riuscì ad evitare il colpo fatale. Gli venne tagliato il suo afro, e sferrò stavolta lui il colpo.
La lama del coltello veniva usata da lui come oggetto di parata, ma scivolava al tocco della rapida Mizuzu di Riku, non permettendogli di colpirlo.
Kazo si irritò, e usò di nuovo la sua tecnica urlando "Buki Bokyaku!" e sfoggiando di nuovo quell'aura, stranamente inutile al momento: infatti, il corpo di Riku era ricoperto dalla stessa sostanza sulle lame e gli permettevano di non farsi toccare da attacchi che non sono fendenti con ferro solido.
Al momento non era fuoriuscito neanche uno schizzo di sangue, ma Riku voleva subito arrivare al dunque richiamando una sua potente tecnica.

"Tsunami!" Esclamò mettendo la Daikozui in avanti. Si formò un vortice d'acqua attorno alla lama bagnata, che venne sparato verso il nemico, inerme poiché incapace di usare il suo attacco migliore, come una pallottola di un fucile a canne mozze.
Il nemico non voleva proprio arrendersi, nonostante avesse una profonda ferita sulla pancia; la sua priorità  era proteggere il suo capo, non gli interessava morire. Sì alzò ferito, lentamente sollevò il coltello da terra e lo lanciò verso Riku, ma ormai era finita e lo schivò come una pallina di carta.
Riku si avvicinò a lui e sferrò un potente calcio scagliando il nemico contro un albero: egli finì per impattare contro diversi alberi prima che uno dei numerosi rami di essi lo trapassassero da parte a parte bloccando il suo volo.
Ormai era stremato dalle forze e i rami, spezzandosi, fecero cadere Kazo per terra. L'Hasegawa si avvicinò a lui e gli diede il colpo di grazia sulla ferita causatagli precedentemente.
La battaglia era ormai finita, ed egli fece tornare la Zanpakuto come prima; il liquido che lo ricopriva era sparito: oramai la zona era diventata colma d'acqua, di alberi abbattuti a causa delle onde e anche del sangue che ricopriva l'erba ricoperta di rugiada, perché stava giungendo l'alba.

"E bravo il mio Riku!" Esclamò felice il padre Shinjeru.
"Non fare troppo il leccaculo. Come stanno Soru e Furaka?"
"Non posso adularti? Comunque, stanno bene. Soru non aveva niente di grave, è stato solo spinto dall'onda d'urto dell'esplosione; invece Furaka sta bene adesso, dorme. Mi chiedo ancora come sia sopravvissuto prima il tizio, dopo l'Hado di Soru".
"Bah, strano... Vado a esaminargli il corpo".

Riku si avvicinò al cadavere di Kazo, con la Zanpakuto posta al fianco, rotta per la sua morte, e gli aprì lo Shihakusho. Notò che indossava una strana armatura nera e, toccandogli la pelle, notò che era molto dura.

"Come si sarà  impiantato qualcosa di duro in corpo?"

Dopo questo, decisero di ripartire. Tornarono finalmente a casa di Soru e attraversarono il vialetto circondato da spogli fiori di ciliegio, la quale fioritura era finita. Attraversarono il soggiorno e posarono Furaka e Soru su dei letti; il primo si svegliò.

"Dove... sono?" Chiese stordito Furaka, appena svegliatosi.
"Sei in ottime mani!" Disse Riku.
"Siete i Capitani Riku e Shinjeru Hasegawa! Cosa ci fate qui?"
"Tu e Aiko siete venuti qui senza permesso". Disse Shinjeru irritato.
"Mi dispiace... Dov'è Aiko?"
"Ancora non l'abbiamo trovata".
"Capisco... E Yuma?"
"Yuma è sparita come lei".

In quel momento, dai traditori, si stava aggiornando il Taihonokaritori con nuove funzioni e un ulteriore innalzamento di reiatsu il quale, se caricato al massimo, sarebbe stato capace di radere al suolo gran parte del territorio della Soul Society.

"Fatemi uscire di qui!" Urlava spaventata Yuma, rinchiusa da Kurise Makisu in una cella.
"Che rompipalle che sei!" Gridò il rapitore arrabbiandosi e diede un possente calcio sulla porta in acciaio, deformandola.
"Calmati, Kurise". Disse Domaji Neru, che era impegnato nella modifica dell'arma. Egli indossava una particolare tuta che, a detta di lui, serviva a proteggersi dall'eccessivo reiatsu che si sarebbe trasferito in lui.
Il lavoro durò circa un ora, e dopo si riunirono tutti al lungo tavolo.
"Come annunciato ieri, tra poco partiremo per il mondo degli umani. Devo avvisarvi che, però, ho fatto delle modifiche. Non andremo solo io, Domaji Neru e Yukishi Katsumori, ma anche Veve Midori. Domande?"
"Sì. Posso venire anche io?" Disse in modo sicuro Kurise Makisu, alzandosi dalla sedia.
"Tu? Beh dai, vieni anche tu, gli altri saranno più che sufficienti a proteggere il luogo".
"Cosa ne facciamo di quella?" Parlò Kazuki Maibatsu, il vecchio Capitano della settima brigata. Era abbastanza anziano, aveva una lunghissima ciocca di capelli bianca che scendeva da dietro l'orecchio destro e un paio di baffetti.
"Ho notato qualcosa di strano in lei, penseremo a lei più tardi".

Così passò un'altra noiosa ora nella quale tutti si giravano i pollici, impazienti di eseguire gli ordini loro dati.
Karnamu Tidomai si diresse verso il centro della stanza e creò un Senkaimon; esso era un cancello orientale in grado di trasportare anime verso il mondo umano, possibile da evocare soltanto da una persona provvista di Zanpakuto e con il comando "Apriti". Così i tre, con Kurise e Veve, che camminava con uno strano atteggiamento, andarono finalmente sulla Terra. Il loro scopo, come detto in precedenza, era quello di prelevare il cosiddetto Amuleto che serviva per eliminare il sigillo dal potentissimo Re, che controllava la zona prima dell'attacco di Yamamoto e la creazione del Re Spirito attuale.
Come andrà  a finire? La posizione dell'oggetto sembra ignota, ma in qualche modo Karnamu e Domaji hanno scoperto la sua posizione, cioè nella cittadina di Karakura, importante distretto di Tokyo.

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