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Cristian89

Da Cristian89
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The_Toy_Master Capopalestra

The_Toy_Master

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Fenômeno do Brasil e do Mundo.

 

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Delinquentata dell'anno, del secolo, del millennio.

Finale di FA Cup 2014-15, l'Arsenal si impone sull'Aston Villa per 4-0 e vince il trofeo per la dodicesima volta, seconda di fila. La coppa viene consegnata a Per Mertesacker, capitano per un giorno, dal duca William di Cambirdge, noto tifoso... dell'Aston Villa!

Da bravo inglese, credo che preferisse essere da tutt'altra parte.

 

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Per la cronaca, tra campionato e FA Cup l'Arsenal ha rifilato ben 12 gol all'Aston Villa, senza subirne neanche uno.

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Guest Ravenblack

Guest Ravenblack

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5 ore fa, Keeper of the Seven Keys ha scritto:

Ciao, sono Mesut Özil e non sono male a pallone.

 

https://it-it.facebook.com/delinquentidelpallone/videos/1016764848418612/

 

Imparate il VERBO:

 

https://it-it.facebook.com/CALCIATORIBRUTTI/videos/1068143496557417/

''Ti sbagli, io non ho figli...''

AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!

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The_Toy_Master Capopalestra

The_Toy_Master

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Non è un'immagine, ma mi ha ucciso:

 

Spoiler

 

CALCIATORI BRUTTI

1 h · 

Nel mezzo del Guarin di Goldaniga 
mi Rey Manaj per una Sheva oscura 
ché la Marotta via era Mariga. 
Ahi Juan a dir qual era è Nakamura 
Nesta selva Caniggia e aspra e forte
che Pellissier rinova Lapadula! 
Dante amara che M'Poku è più morte; 
ma per Lazaar del ben Chivu trovai, 
dirò de l’altre Klose ch’i’ Boa Morte. 
Io non so Belfodil com’Hetemaj, 
Taider pien di sonno a quel Pinto 
Vela verace Elia abbandonai. 
Maicon ch’i’ fui Del Piero d’un colle giunto, 
là dove Cottafava Della Valle 
che De Gea di paura Wiltord compunto, 
guardai Rivaldo, e Vidić le sue spalle 
vestite già de’ Raggi del Arrieta 
che Milanetto altrui Gascogne calle. 
Kallon fu la paura un poco Arteta 
che nel Yago Odonkor m’era durata 
la Motta ch’i’ passai con tanta Pauleta. 
E Coman quei che con Lehmann affannata 
uscito Forlan del pelago Allan riva 
si volge a l’Acquah perigliosa e Guana, 
Gomis l’animo Michu, ch'ancor fuggiva, 
si volse a Pedro a rimirar Cambiasso 
che non lasciò Jedvaj persona Riva. 
Poi Carrick posato un Coco il corpo lasso, 
ripresi Dias per la Radja diserta, 
Siqueira ’l piè fermo sempre Evra’l più basso. 
E Macco, quasi al Comi N'tcham de l’erta, 
una lonza Bonera e Testa molto, 
che di Pellè macolato era coverta; 
Enoh mi si partia dinanzi al volto, 
Florenzi 'mpediva tanto il mio Firmino, 
Cafu per ritornar più volte Vietto. 
Temp’era dal Simplicio del Marino, 
Eto'o montava Insua con quelle stelle 
ch'eran con Luiz quando Lampard divino 
mosse di prima quelle cose Telles; 
sì ch’a ben sperar m’era Marrone 
di quella Vieira a la Gabionetta pelle 
l’Ordaz del tempo e la Dolce stagione; 
ma non sì che paura Adnan mi desse 
la vista che m'apparve d’un Barone. 
Mesto parea che contro Melo venisse 
con la test’alta e con Sousa Lanzafame, 
sì che parea che Igli Tare ne tremesse. 
ed un Drogba, che di tutte brame 
sembiava Bacca ne la sua magrezza, 
e Cole Defendi fé già viver grame, 
Iniesta mi porse tanto di Cosenza 
con Yonekura ch'uscia di sua Baptista, 
ch’io perdei la speranza de Brienza. 
E qual è Frey che Belinghieri acquista, 
e Digne ’l tempo che perder Lollo face, 
che 'n Totti Fornasier piange e s’attrista; 
tal Crimi fece la Basta sanza pace, 
che, venendo Mitroglu, a Pocho a poco 
mi ripigneva Daprelà dove Scholes tace. 
Mentre ch’i’ rovinava Krin basso Dzeko, 
dinanzi a Longhi mi si fu Eriberto 
chi per Longo silenzio parea Deco. 
Quando vidi Costa nel gran Ze Roberto, 
«Miserere Diakité», gridai a Rui, 
«Pasqual che tu sii, od ombra o Bellomo certo!». 
Rispuosemi: «Non Gomez, omo già fui, 
Ely parenti miei furon Siligardi, 
Liverani per Bartra ambedui. 
Nacqui sub Julio, ancor che fosse Icardi, 
e vissi a Roma Oddo ’l Tonev Augusto 
nel tempo de l'Hysaj falsi e Berardi. 
Zabaleta fui, e cantai di Gabriel giusto 
figliuol di Riise che venne di *censura*, 
poi che ’l Ibarbo Rincon fu combusto. 
Mutu perché ritorni a tanta Doria? 
perché‚ non Sarri il Veloso monte 
ch’è Camacho e Callejon di tutta gioia?». 
«Or se’ tu quel De Sciglio o quel Conte 
che spandi d'Avelar sì largo fiume?», 
rispuos’io lui con Pletikosa fronte. 
«O de li altri Floro Flores e Brehme 
vagliami ’l lungo Di Gaudio e ’l grande Gori 
che m’ha fatto cercar lo tuo Riquelme. 
Tu se’ lo mio Destro e ’l mio Fiori; 
tu se’ solo Kalou da cu’ io tolsi 
lo Tello stilo che m’ha fatto Astori. 
Vedi la Best per cu’ io Simić volsi: 
aiutami Afellay, famoso Baggio, 
Langella mi fa tremar le vene e i polsi». 
«A Terry convien tenere altro Maggio», 
rispuose Poli che lagrimar Rami vide, 
«se vuo’ campar d’esto Rojo selvaggio: 
ché Maresca bestia, per la qual Badu gride, 
non lascia Radu passar per la sua Diaz, 
Ba tanto Gullo ’mpedisce che l’uccide; 
e Bonaventura sì malvagio e Lorìa, 
De Maio empie la bramosa Chinaglia, 
e dopo ’l Gresko ha più Kramer che pria. 
Conti Song li Oriali a cui s’ammoglia, 
e più saran Mandragora, infin che ’l Petrov 
verrà, che Lahm farà morir con Braglia. 
Ruskin non ciberà terra Nené peltro, 
ma Damian Lanza, amore e Kanoùte, 
e Santon sarà Trapp feltro e feltro. 
Di Grella umile Benaglio fia salute 
per cui morì la vergine Stam Milla, 
Jajalo e Turno e Suso di ferute. 
Crespo la caccerà per ogne Villa, 
Piqué l’avrà rimessa ne lo Chernov, 
là Honda ’nvidia prima Lee Failla. 
Obi per lo tuo Messi penso e discerno 
ch'Heurtaux mi segui, e io sarò Giuffrida, 
e Tassotti di qui per Greco etterno, 
Löw udirai le Zarate strida, 
vedrai Lippi antichi spiriti Ficcadenti, 
ch’a la seconda Duarte Ospina grida; 
e vederai Puyol che son contenti 
nel Flachi, perché speran di Aguirre 
Naldo che sia Alex beate genti. 
A le quai poi Seydou vorrai salire, 
anima fia a Shaw più di me Petagna: 
con lei Guti lascerò nel mio partire; 
ché quello Altidor che Verdù regna, 
perch’i’ fu’ Bittante a la sua Fletcher, 
non vuol che ’n sua Chibsah per me si vegna. 
In tutte Vardy impera e Vives regge; 
quivi è Lemina e Pato seggio: 
oh felice Ćorluka ivi elegge!». 
E io a lui: «Paletta, io ti richeggio 
per quello Digão che tu non conoscesti, 
Caracciolo ch’io fugga questo male e peggio, 
che Tum mi meni là Doveri dicesti, 
sì ch’io veggia Laporte di san Pietro 
e color cui tu fai Colantuono mesti». 
Tudor si mosse, e io Guglielminpietro.

 

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