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{DarkMoon} The Brave


Guest DarkMoon

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Il suo nome? Martina.

Il suo sogno? Ancora non ne ha uno.

La sua dote più grande? Il coraggio.

 

● Capitolo 1 - Luci di Mezzanotte

 

"Guarda...che meraviglia..."

 


Quattro ragazzi erano seduti su un vecchio muretto di pietra pieno di muschio,che delimitava un'antica foresta. Era mezzanotte circa e,proprio a quell'ora,i Gastly iniziavano a volteggiare tra le fronde creando un contrasto di luci ed ombre... Quei Pokémon spaventavano molte persone. Come Leonardo per esempio,un ragazzino gentile ma fifone e un po'sciocco,che amava i Pokémon morbidi e coccolosi come il Flareon di sua sorella maggiore. 

Accanto a lui era seduta Gemma,una peperina simpatica e un po' ansiosa,che si stava lentamente addormentando sulla spalla di lui. 

La terza della fila era Marta,ragazza appassionata di paranormale e leggende inquietanti,con la battuta sempre pronta e,ahimé,anche un po' permalosa. Guardò gli altri due con un sorrisetto sarcastico,scuotendo la testa.

Infine,con i suoi ricci biondi e la felpa nera che ormai la distinguevano,c'era Martina. O meglio, c'ero io. 

I miei occhi verdeazzurro fissavano lo spettacolo di luci,avevo un'aria un po'assente. Marta mi scosse leggermente chiedendomi a cosa stessi pensando. 

"Io...voglio catturare un Pokémon."
 

 

● Capitolo 2 - La Decisione

 

La mia amica se lo aspettava,da me. Fin da piccola avevo sempre amato i Pokémon pericolosi,indomabili,misteriosi e sconosciuti. E a 13 anni la mia voglia di esplorare e conoscere queste creature era aumentata. Quindi avevo fatto la mia decisione: volevo catturare il mio primo Pokémon. 

 

Dico catturare e non ricevere per un semplice motivo; in questo sperduto paese della regione di Lunaria,non ci sono professori Pokémon,quindi chi vuole diventare allenatore deve arrangiarsi,comprando Pokéball al supermarket e andando nel bosco che circonda le nostre case a catturare qualcosa.

E così avrei fatto.

Parlammo a lungo,quella notte,io e gli altri. Sapevano quanto ritenevo importante avere un Pokémon tutto per me e iniziare un viaggio. Erano i miei amici,e mi avrebbero sostenuta. 

Quei giorni passarono in fretta,parlai con mia madre,ci litigai più volte,e alla fine la convinsi a darmi un'occasione,l'occasione che avevo sempre aspettato, per dimostrarle di essere cresciuta,di saper badare a me stessa. E così iniziò il mio viaggio: senza nessun motivo,se non quello di... dimostrare qualcosa. [/spoiler]

 

 

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● Capitolo 3 - Una cattura particolare!

 

E così sono qui,con uno zainetto contenente 10 Pokéball,vestiti di ricambio,acqua fresca e qualche paninozzo. Fantastico.

 


Il bosco era lì davanti a me,sentivo i Fletchling cinguettare e vedevo dei piccoli Caterpie arrampicarsi sugli alberi. Un sentiero poco illuminato dal sole,i cui raggi filtravano fra le foglie degli alberi,conduceva al centro della foresta. Camminando dovevo fare molta attenzione ai suoni. Volevo trovare un Pokémon di quelli che piacevano a me....

Continuai a camminare per una trentina di minuti,fino ad arrivare davanti ad un'antica quercia. Mi fermai un attimo per bere un po' d'acqua,e qualcosa catturò la mia attenzione.

L'albero era cavo,e un rumore proveniva dall'interno. 

C'era un grosso buco nella corteccia,questo mi permetteva di vedere dentro,e osservando meglio mi parve di vedere un Pokémon dal pelo folto,di colore bianco neve.

"Ehy...Tutto ok lì dentro?"
Un musetto appuntito dagli occhi di ghiaccio fece capolino. 

"Wow...Tu devi essere un Vulpix... " 

Il piccolo Pokémon puntò il naso in su e si girò dall'altra parte,quasi indignato. 

Notai con quanta cura teneva la sua pelliccia,e come il pelo della testa fosse ordinatissimo.

"Forse...Sei unA Vulpix,dico bene?"

Il Pokémon si girò con un sorrisetto sul volto.

"Ho capito...scusa se ti ho offesa prima!"

Vulpix uscì dal nascondiglio e mi squadrò da capo a piedi. 

Era veramente bellissima,ma che strano trovare un Pokémon del genere senza un branco. Mise la testa dentro al mio zaino,appoggiato per terra, e uscì con in bocca un pezzetto di tramezzino."Devi avere fame,eh?"

Le feci una carezza sulla schiena e lei sembrò apprezzare. 

Restai ancora un po' lì felice di aver potuto vedere un Pokémon così raro,poi guardai l'ora e decisi che era meglio andare. Presi lo zaino e mi alzai,ma...Mi dispiaceva lasciare lì così quella Vulpix. 

Mi voltai indietro un paio di volte,e lei continuava a seguirmi....

"Che c'è? Non dovresti tornare dal tuo branco?" 

Vulpix abbassò lo sguardo.

"No...Forse ho capito..."

Tirai fuori una Pokéball dal mio zaino e la appoggiai a terra.

"Scegli tu." Gli occhi di Vulpix si illuminarono e corse vicino alla Pokéball cliccando il pulsante al centro. Un fascio di luce la avvolse.

Presi in mano la Pokéball trattenendo le lacrime. Non ero stata io a scegliere il Pokémon,era stata lei a scegliere me!

 

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• Capitolo 4 - Nubipoli

 



Felicissima di ciò che era appena successo,feci uscire Vulpix dalla Pokéball per farla camminare accanto a me. Mi sentivo più...protetta,e sicuramente meno sola. 

Mentre camminavamo mi misi a pensare a quello che ancora mi serviva per diventare allenatrice: prima di tutto un Pokédex! 

A Nubipoli,la città oltre il bosco,c'era un laboratorio di studiosi. Avrei potuto chiedere lì,magari avevano bisogno di aiuto per cercare nuove specie.

Si stava facendo sera,quindi io e Vulpix accelerammo un po' il passo,avremmo passato la notte nel Centro Pokémon di Nubipoli. Arrivata in città,notai subito la differenza tra il mio paese di origine e Nubipoli: era una specie di metropoli,dagli alti grattacieli e piena di strutture modernissime,tra cui il nuovo Centro Pokémon appena aperto. 

Dei Rattata facevano capolino dai tombini,e Vulpix ne sembrava un po'disgustata. 

Il tempo stava peggiorando,quindi enrtammo nel Centro,giusto in tempo per la cena. La pioggia scivolava lentamente sui vetri,alimentando la mia malinconia di casa. Cercai di non pensarci. L'infermiera Joey ci mostrò la nostra stanza: era molto carina,un letto comodissimo,una televisione gigante,un puff e delle candeline profumate. C'era anche un lampadario a forma di Chandelure e una lampada simile a un Foongus. Guardammo un po'di TV,io e Vulpix. A proposito,l'avevo chiamata Snow,in onore al suo pelo bianco neve e al suo sguardo glaciale. Prima di dormire messaggiai un po'con mia madre e con i miei amici,per dirgli che stavo bene. Mandai anche qualche foto di Snow,che si divertiva un sacco a farsi fotografare in pose buffe! 

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