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[Piripondo] Il viaggio di Tazio


Piripondo

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Capitolo 1: Tazio 

 

Il sole era appena sorto nel cielo quando Tazio, un giovane ragazzo di vent'anni, si alzò dal letto e vi si mise a sedere. Con le mani si stropicciò gli occhi e stirò le braccia emettendo un sonoro sbadiglio. Un piccolo Pokémon azzurro si svegliò a quel rumore e si rigirò rintontito nella sua cuccia.

<< Buongiorno Marill..>> disse il ragazzo con la voce spezzata dal sonno.

il Pokémon emise un leggero acuto e si accoccolò nuovamente sui suoi piccoli cuscini ad acqua. Tazio prese la sveglia e guardò l'ora.

<<È ancora presto...>> disse tra sé e sé.

Tuttavia, senza alcun indugio, ma con movimenti lenti, si infilò le ciabatte a forma di Slurpuff e uscì dalla camera. 

Fuori non c'era un rumore, la piccola cittadina di Valle Fiore dormiva ancora. Il ragazzo si diresse allora verso la cucina e tirò fuori da uno scaffale una tazza e dei cereali. 

<< Chocoshawott, e la tua giornata felice sarà! >> canticchiò ricordando la pubblicità del prodotto.

Poggiato l'occorrente sul tavolo, Tazio prese il latte dal frigo e se lo versò nella tazza quasi fino all'orlo. Poi la riempì di cereali al cioccolato e con un cucchiaino cominciò a fare colazione. Il suo sguardo era vuoto e fissava il nulla davanti a sé.

<< E pensare che oggi dovrebbe essere un gran giorno...>> bofonchiò a bocca piena.

Quando ebbe finito posò tutto il materiale nel lavandino e si diresse al bagno dove svolse i suoi bisogni e si lavò i denti e la faccia. L'acqua ancora gli colava sul viso quando Maril passò davanti la porta aperta del bagno. Tazio guardò il Pokémon con gli occhi ancora spenti e un forte getto d'acqua gelida lo colpì in viso improvvisamente.

<< Marill, insomma! Sono sveglio! >> urlò il ragazzo.

il piccolo Pokémon squittì divertito e corse via. Tazio, allora, si asciugò il volto e si tolse la maglietta del pigiama infradiciata. 

<< Dannata palla blu...>> borbottò.

Quando uscì dal bagno notò che la porta della camera di sua madre era aperta e udì dei rumori provenire dalla cucina, infine una voce.

<< Tazio, sei tu tesoro? Sei sveglio? Non prendertela con la piccola Marill, voleva solo aiutarti! Lo sa che oggi è un grande giorno! >>

Una donna sulla cinquantina si affacciò dall'uscita della cucina mentre si strofinava le mani con un canovaccio.

<< Ti ho detto mille volte di lavare le tue cose quando hai finito di fare colazione...>> disse con aria di rimprovero.

Tazio fece un gesto con la mano e si diresse in camera sua. Quando entrò chiuse la porta e si buttò sul letto.

<< Già... - pensò - oggi è il grande giorno.>>

Colpendosi delicatamente la faccia con entrambe le mani cercò di ricomporsi e si alzò nuovamente. Direttosi all'armadio prese dei vestiti e li buttò su una sedia lì vicino.

<< Vediamo... Maglietta bianca con la pokéball nera, pantaloni corti sportivi neri e felpa arancione... Dovrebbe andare! >>

Sfilandosi quello che gli restava del pigiama, si infilò i vestiti e uscì dalla camera dirigendosi alla porta d'ingresso della casa. Appoggiati al muro c'erano uno zaino bello pieno, un paio di scarpe e un cappello. 

<< Hai preso tutto? >> gli chiese la madre sbucando dalla cucina. 

Tazio si infilò le scarpe e lo zaino e si mise il cappello.

<< A parte il topo azzurro, tutto. >> rispose.

Marill apparve da dietro la madre saltellando giocosa. Tazio allora tirò fuori una pokéball dallo zaino e richiamò dentro il Pokémon.

<< Sono pronto. >> disse, e baciò la madre sulla guancia.

<< Buona fortuna! >> gli rispose lei abbracciandolo << E fai vedere a tutti chi sei! >>

Tazio annuì con la testa e uscì di casa richiudendosi la porta alle spalle. Chiuse un secondo gli occhi e trasse un grande respiro. L'aria era fresca e pungente sebbene fosse primavera inoltrata. 

Il ragazzo fece il primo passo e cominciò a camminare nel vialetto verso la strada. Legata alla stecconata che circondava l'abitazione, era legata una bicicletta che slegò e vi salì in sella. Inziò a pedalare. Il sole si era fatto più alto, l'aria gli pizzicava le guancie e la gente cominciava a uscire dalle case per iniziare la propria giornata. Uomini e Pokémon si riversavano per le strade come fosse un giorno qualunque. Ma per Tazio non era così. Quello era il giorno in cui avrebbe ricevuto il suo primo Pokémon dal professor Gelso, il luminare della sua regione, Etaria. Era due anni in ritardo. Normalmente era convenzione per i ragazzi della regione di Etaria iniziare il loro viaggio appena raggiunta la maggiore età, quando potevano essere ufficialmente riconosciuti come allenatori e avrebbero potuto sfidare la Lega. Ma Tazio non lo aveva fatto. La ragione che lo aveva spinto a ritardare il suo viaggio erano stati i suoi due fratelli. Entrambi erano più grandi di lui e si erano affermati come grandi allenatori nella regione. Tazio non aveva mai avuto una grande passione per le lotte e aveva preso il fatto che fosse rimasto solo con la madre come scusa per ritardare la sua partenza e mascherare il suo complesso di inferiorità. Tuttavia ora aveva deciso di partire. Il suo scopo, come quello di molti altri come lui, era diventare il campione della Lega di Etaria, e ci avrebbe messo tutto l'impegno possibile per realizzarlo. 

La bicicletta lo portava veloce per le strade sterrate fuori Valle Fiore. Il laboratorio del professor Gelso si trovava a pochi chilometri dalla cittadina. Quando Tazio riuscì a scorgerlo il suo cuore sobbalzò e si fermò. Rimase qualche istante a fissare la struttura, leggermente diroccata e con una grossa pala eolica accanto, chiedendosi quale compagno di viaggio gli avrebbe affidato il professore. Prendendo il coraggio a due mani, imbracciò nuovamente il manubrio e si diresse all'ingresso. Arrivato alla porta suonò il campanello e una giovane donna venne ad aprirgli sorridendo.

<< Tu devi essere Tazio. Ti aspettavamo.>>

La donna lo fece entrare e lo accompagnò per un lungo corridoio pieno di stanze. Arrivati a delle scale, le salirono e si ritrovarono in un enorme attico pieno di macchinari tecnologici. Al centro del salone vi era un uomo sulla trentina che trafficava con delle pokéball. 

Quando i due entrarono, questi si girò verso di loro e fece un sorriso che mostrò tutti e trentadue i denti.

<< Benvenuto! >> disse.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2: Lo starter

 

Il professore si avvicinò ai nuovi arrivati sempre sorridendo.

<< Tazio, è tanto tempo che non ci si vede.>> disse.

Tazio porse la mano all'uomo.

<< Buongiorno professore, è un piacere rivederla. L'ultima volta è stato due anni fa, quando sarei dovuto partire per il mio viaggio.>> rispose.

L'uomo afferrò la mano e la strinse con forza scrutando per qualche secondo il volto del ragazzo.

<< Già, è stato un vero peccato che tu non sia partito quella volta. Ma dimmi, come sta tua madre? >> chiese.

<< Bene, la ringrazio. Le manda i suoi saluti. >>

Il professore allora lasciò la presa e si voltò dirigendosi verso il banco con le pokéball.

<< Bene, bene. Mi fa piacere che tu abbia deciso infine di partire. Seguimi, ti mostro i pokémon tra i quali potrai scegliere. >>

Tazio seguì il professore verso il bancone che si trovava proprio al centro del salone in mezzo a computer e grandi macchinari dall'ignota funzionalità.

<< Questi - disse il professore indicando tre pokéball - sono i pokémon che vengono concessi agli allenatori che hanno compiuto la maggiore età per iniziare il proprio viaggio. Come ben sai cambiano ogni anno e, sebbene tu possegga già un pokémon in realtà, potrai scegliere uno tra questi tre esemplari.>>

Tazio fissò le pokéball.

<< Se non sbaglio due anni fa si poteva scegliere tra Bulbasaur, Charmander e Squirtle. Che pokémon propongono questo anno? >> chiese.

Il professor Gelso prese un piccolo telecomando e lo puntò verso un grande schermo posto sopra il bancone, attacatto ad uno spesso supporto un po' arrangiato e pieno di cavi intrecciati.

<< I pokémon di questo anno sono particolarmente esotici a dire il vero. Non se ne vedono molte specie allo stato brado qui nella regione di Etaria. >>

Sullo schermo comparvero tre figure. La prima era un piccolo pokémon rosso, simile ad un volatile con delle grosse piume gialle in testa, il secondo un quadrupede azzurro con una grossa pinna e due guancie arancioni e il terzo un esserino verde con una grossa coda scura.

<< Ovviamente non mostriamo i pokémon nelle ball direttamente all'allenatore, in quanto un eventuale rifiuto da parte di quest'ultimo potrebbe portare un profondo dispiacere al pokémon in questione. Ma come vedi puoi scegliere tra un esemplare di Torchic, Mudkip e Treecko. Scegli pure quello che preferisci. >> disse il professore.

Tazio osservò i tre pokémon sullo schermo. Non li aveva mai visti dal vivo, ma li conosceva bene, come conosceva bene praticamente tutti i pokémon. La scelta era molto difficile, erano tutti e tre pokémon molto validi. Per prima cosa, Tazio scartò Mudkip. Non perché non gli piacesse, ma perché riteneva abbastanza inutile possedere due pokémon dello stesso tipo in squadra avendo già Marill. Il duello era tra Torchic e Treecko. Torchic era la scelta più sensata, in quanto andava a sopperire alle debolezze di Marill, ma anche Treecko aveva i suoi vantaggi considerando la situazione inversa.

Tazio rimase qualche minuto a fissare lo schermo pensieroso, poi si voltò verso il professore e disse.

<< Vorrei pensarci ancora un po' se non le dispiace. >>

Il professor Gelso sorrise e annuì.

<< Certamente! Dopotutto è una scelta molto importante. Puoi accomodarti nella sala relax che abbiamo al piano terra se vuoi. >>

Tazio ringraziò e si diresse verso le scale. La ragazza che gli aveva aperto la porta lo stava aspettando lì davanti e lo accompagnò al piano di sotto.

<< Questa è la sala relax del nostro laboratorio. Puoi utilizzare tutto quello che desideri, fai come se fossi a casa tua. >> disse, e se ne andò.

Il ragazzo si guardò un po' intorno analizzando la stanza. Era piuttosto grande, piena di apparecchiature elettroniche simili a quelle presenti al piano di sopra, ma sparsi qua e là vi erano molti strumenti ad uso ricreativo. Un tavolo da biliardo, un biliardino, un tavolo da ping pong, videogame, perfino il bancone di un bar con tutto l'occorrente. Sembrava una vera e propria sala giochi.

Tazio si sedette su una poltrona e sprofondò il volto nelle mani.

<< Uffa! - bofonchiò - Non so che scegliere.>>

Il ragazzo si lasciò scivolare e fissò il soffitto. Rimase così per un bel po', tant'è che quando guardò fuori il sole ormai era al suo zenit.

Decisosi, si alzò dalla poltrona e si diresse fuori dalla stanza. Il corridoio era vuoto e tutte le porte erano chiuse. Non c'era traccia dell'assistente del professore. Allora Tazio si diresse verso le scale da solo e cominciò a salirle. Non era ancora arrivato in cima quando sentì delle voci provenire dal salone del piano di sopra.

<< Allora, è tutto pronto per l'esperimento? >> chiese una voce che sembrava quella del professore.

<< Non ancora. Ci mancano dei dati cruciali e il nostro contatto sul campo ancora non ce li ha forniti. Non credo che potremo aprire il passaggio senza. >> rispose un altra voce che il ragazzo non riuscì ad identificare.

<< Quanto ci mette a procurarseli? Dovrebbe averceli spediti già da tempo ormai! >>

Il professore sembrava scocciato.

Tazio decise che era meglio non origliare oltre e salì gli ultimi gradini. Quando il professore lo vide riassunse subito la sua solita aria allegra mostrando un largo sorriso.

<< Rieccoti qui. >> disse.

Accanto a lui vi era un altro uomo, alto, magro, con il naso lungo e sottile e gli occhi scavati. La sua pelle era pallidissima e i capelli appiccicati alla fronte. Indossava un camice, quindi Tazio pensò fosse un altro assistente del professore.

Il ragazzo si avvicinò ai due un po' titubante.

<< Non preoccuparti. >> lo rassicurò il professore.

<< Qui abbiamo finito, puoi andare ora. E dimmi quando arrivano quei dati. >> disse poi rivolgendosi all'altro uomo.

Quello annuì e si congedò.

<< Allora, hai scelto? >> chiese.

Taziò osservò l'uomo andarsene giù per le scale. C'era qualcosa che non lo convinceva ma non era quello il momento per farsi venire dei sospetti, quindi annuì.

<< Scelgo Treecko. >> disse infine.

Il professore mostrò tutti i denti e si diresse verso il bancone prendendo una delle tre pokéball.

<< La tua è un'ottima scelta. >> disse porgendola al ragazzo.

Poi si diresse verso un secondo bancone da cui prese alcune cose e tornò indietro.

<< Queste - disse porgendo anche queste ultime al ragazzo - sono la tua tessera allenatore e il Pokédex. Il Pokédex lo conoscerai di sicuro ma ti spiegherò brevemente in cosa consiste. In poche parole è un enciclopedia portatile che registra i dati di un pokémon e si aggiorna automaticamente ogni volta che incontri o ne catturi uno. Ti sarà molto utile, vedrai. La tessera allenatore invece è un documento ufficiale che ti consente di sfidare le palestre di Etaria e partecipare alla Lega. Viene data agli allenatori maggiorenni da noi professori quando gli doniamo il loro primo pokémon. Non perderla mi raccomando. Dovrebbe essere tutto. >>

Tazio prese gli oggetti e li mise nello zaino.

<< La ringrazio molto professore, spero di rivederla presto. >> disse porgendogli di novo la mano.

Il professor Gelso sorrise e ricambiò la stretta.

<< Spero tu possa vivere una grande avventura Tazio. Buona fortuna. Chiamami ogni tanto per farmi sapere come procede il tuo viaggio. >> disse.

Tazio annuì e si diresse verso le scale. Lì davanti era ricomparsa l'assistente del professore che lo accompagnò all'uscita.

<< Buna fortuna, Tazio. >> disse la ragazza sorridendo.

Tazio ricambiò il sorriso.

<< Grazie. >> rispose, e si voltò.

Davanti a lui il sole era alto e il cielo limpido. Oltre quella strada che si trovava di fronte si estendeva tutta la regione di Etaria e tutte le avventure che avrebbe vissuto da lì in poi.

Il ragazzo fece un ampio respiro e cominciò a camminare.

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