Vai al commento

[Fenryu] Quel piccolo esserino nel pozzo


Raizen

Post raccomandati

Salve!

Ho deciso di postare un racconto che probabilmente avrei presentato al contest di scrittura se avessi potuto partecipare.

Non è certo un racconto di livello, e se paragonato agli elaborati che si sono classificati sfigurerebbe sicuramente, ma spero comunque vi possa piacere.

La storia è principalmente per bambini (quindi non ci sono descrizioni approfondite o una trama complessa), una delle storielle che scrivo per le mie sorelline, insomma.

Buona lettura :D

 

Quel piccolo esserino nel pozzo

 

<Non allontanatevi troppo, mi raccomando!> gridò la mamma ai due ragazzi che giocavano a rincorrersi nel prato.
<Stai tranquilla mà , ci penso io a proteggere la Nena!> urlò di rimando il ragazzino, mentre con fiera approvazione osservava sua sorella Elena.
<Tu dovresti proteggermi? Ma cosa vuoi fare tu, che sei tuuuutto matto!> rispose ridendo la bambina, prendendo in giro il fratellino di poco più grande.
Ed sgranò gli occhi a quell'affermazione, per poi stringerli minaccioso mentre fissava con finta rabbia la sorellina.
<Ti conviene fuggire, perché adesso ho intenzione di farti la tortura del solletico letale, ah!>.
I due bambini cominciarono a correre ridendo e strillando, coinvolti nel gioco che tanto li divertiva, fino a quando non uscirono dai confini della casa e si addentrarono nel campo vicino.
<Fermo Ed, aspetta! La mamma ha detto di non allontarci troppo!>
<Stai tranquilla, piccola Signora, perché il Cavalier Ed ti proteggerà  da tutti gli orrandi pericoli!>
<Si dice orrendi, scemo! Non sai nemmeno parlare, sei proprio sceeemo!>
<Tu sei scema! Anzi, sei scemissima! Scemissima, scemissima, Elena scememissima!>
Sempre intenti a stuzzicarsi a vicenda, i due ripresero la loro corsa senza meta fino ad arrivare al limitare del campo, una grande distesa d'erba incolta che confinava a ovest con un boschetto di dimensioni ridotte. Nel campo si ergeva un piccolo pozzetto in pietra, utilizzato in passato dai contadini per estrarre l'acqua. Una volta abbandonata la coltivazione, lo stesso pozzetto era caduto in disuso, e da anni ormai nessuno lo utilizzava. La mamma non voleva che i due bambini si avvicinassero al pozzo, visto che, a suo dire, avrebbero potuto caderci dentro e farsi davvero male.
Ed e la sorellina capirono di esserci allontanati troppo, ma prima di poter far altro che azzardare mezzo passo nella direzione opposta, una vocetta acuta li sorprese, facendoli sobbalzare: <Per tutti i ramoscelli, chi è là ! Fatti vedere, infame creatura, orrida bestia!>
I due ragazzini si fissarono sbalorditi, ma attorno a loro non c'èra anima viva. La voce continuò a sputare impropreri a loro incomprensibili, fino a quando Elena non tirò una manica al fratellino esclamando: <Credo che venga dal pozzo! Ed, c'è qualcuno li dentro!>
Ed si avvicino cauto al pozzo, e con fare guardingo si appoggiò al bordo, sporgendo appena la testa oltre il muretto di mattoni.
Un nuovo acuto di rabbia eruppe dal pozzetto, costringendo Ed ad un balzo all'indietro di sorpresa misto a paura: <Ah, fellone, per un istante ho visto il tuo ignobile volto! Cosa sei tu, forse un goblin? O un marciotto? O forse uno sporco orchetto delle caverne?! Che tu sia maledetta, fetida creatura! Vieni qui, assaggia la mia lama!>
Ed era del tutto interdetto. Cosa diamine c'èra in quel pozzo?
La sorellina, mostrando un coraggio che il fratello non avrebbe mai immaginato, rispose alla vocetta: <Noi non siamo mostri! Chi sei tu? Che ci fai li dentro?>
<Odo forse la voce di una gentil pulzella? Oh, ma questo cambia tutto! Mi perdoni, madama, per il mio linguaggio triviale! Dica, lei e il suo prode aiutante potreste forse estrarmi da questa prigione?>
<No! La mamma dice che non dobbiamo parlare con gli estranei! Dicci chi sei!> urlò Ed, sempre più spaventato.
<Non so chi sia questa mamà  di cui parli, mio caro mastro, ma ti assicuro che nemmeno lei oserebbe negare aiuto ad un prode guerriero come me, un re! Anzi, il re dei re, ne converrete anche voi!>
<Coooosa? Tu sei un re?> rispose Elena, aprendo la bocca in una perfetta, comica "o".
<Ma certo, madama!> Trillò la voce <Un re con le controcastagne, oserei dire!>
<Ok, ma noi come facciamo a tirarti fuori da li? Non ci arriviamo mica a prenderti..>
<Cercate, miei fidi compagni d'armi, un bastone marrone e intarsiato d'oro! Son convinto di averlo perso nei pressi di questa derelitta prigione, cercatelo!>
I due bambini cercarono in lungo e in largo attorno al pozzo, fino a quando non trovarono una specie di stuzzicadenti di due o tre centimetri, con piccolissime venature dorate.
<Ehm, questo sarebbe un bastone?> sussurrò Elena, stupita.
<Ehi voi, prodi alleati, avete forse trovato il mio scettro?>
<Si, credo di si!> urlò Ed di rimando.
<Oh gioia, oh gaudio, che lieta notizia mi portate! Agitate ora il divin bastone, ed esclamate le parole "Uppa galuppa Re Tapin acciuffa"!>.
Ed eseguì, e dal bastoncino comparve una piccola luce dorata, che si diresse dentro il pozzo. Pochi istanti dopo la luce riemerse, e dentro di sé portava un esserino delle dimensioni di un passerotto, o poco più grande. Portava un piccolo cappellino verde a punta, una magliettina rosso acceso e dei piccoli pantaloni, anch'essi rossi, che sembravano cascare, come se la cinturina che li sorreggeva si fosse danneggiata.
La creatura uscì dalla luce e cadde carponi nel terreno, ma si rialzò subito, fiero.
Gonfiò il piccolo petto come un palloncino, arriccò le punte dei piedini scalzi e disse con fare fanfaronesco: <Cari amici, mi presento. Io sono il guerriero del destino! Cavaliere a 5 pigne, vincitore di 4, dico, 4 premi per il cavaliere più affascinante della gazzetta dei rododendri! Il re dei re, il grande, mitico, vigorosissimo, affascinantissimo.. Re Tapin XIII!>
<Cos..tu sei un cavaliere? Un combattente? un re? e cosa ci facevi dentro il pozzo, scusa?>
L'esserino arrossì appena, ma con occhi pieni di disapprovazione osservò Ed, e con un piccolo colpo di tosse rispose: <Coff..ehm..be', sono finito li mentre mi accingevo a sconfiggere una creatura mitologica dalle mostruose fattezze, mio giovane amico! Con eroico coraggio ho tentato di sconfiggere la fiera, ma essa mi ha scagliato con vergognosa, dico, vergognosa brutalità  all'interno di quell'angusta prigione!>
<Wooow!> esclamarono ammirati i due ragazzini, mentre i loro occhi si ingrandivano come piccoli piatti da portata.
<Ci racconti la tua avventura? Ti prego, ti prego!> piagnucolò Elena, emozionata.
<Ah! Così mi piacete! Ora si che vedo l'ammirazione verso di me, il nobile Tapin! E sia, miei cari, voi mi avete salvato, quindi vi allieterò con il resoconto della mia epopea!>
L'esserino tossì un paio di volte, sgranchiendosi le dita e passandosi la lingua sui denti più volte.
<Come di sicuro sapete, noi gnomi delle castagne siamo creature potenti e fiere. Viviamo in un piccolo villaggio, il cui centro si nasconde all'interno di un enorme albero in questo boschetto. Viviamo in pace, sapete, ma a volte non è facile per me -benché la mia grandiosità  e la mia intelligenza siano eccezionali- fare il re! Il mio popolo crede molto in me, ed  mio dovere difenderlo da ogni pericolo.
Sta di fatto, miei piccoli sottoposti, che giusto stamane l'orrida bestia è giunta innanzi al nostro villaggio, seminando il caos! Così io dico ai miei guerrieri scelti "Avanti compagni, prendete le armi, affrontiamo senza paura l'infima creatura!" o qualcosa di simile. Così ci precipitiamo a combattere, e, di grazia, la miserabile fiera sembrava ormai sconfitta, quando ahimè, per puro caso i miei calzoni si impigliano ad una corda che la belva aveva attorno al collo! E proprio mentre cercavo di fuggir..ehm, di aggredirlo alle spalle! Oh miei cari amici, dovete pensare a quanto sconforto ho provato mentre la terrificante bestiaccia fuggiva con me impigliato e impotente. Confesso di aver pensato che fosse la mia fine, quando d'un tratto il mostro è arrivato sopra il luogo della mia prigionia, e si è rizzato tutto, sapete, e io sono stato scagliato brutalmente all'interno della prigione, mentre il mio scettro è volato lontano, lontano..>
Qui il gnomo sospirò, scuotendo la testa.
<Ma poi, quando avevo cominciato a scrivere il mio epitaffio sulle sporche mura di quel luogo infausto, sento voi arrivare! E io che vi ho scambiati per dei mostriciattoli! Ma voi verrete ricompensati oltre ogni immaginazione, badate bene!>
I due ragazzini cominciarono a immaginare quali fantastici regali avrebbero avuto dal re degli gnomi, quando questo cominciò a pensare ad alta voce: <Forse quattro pigne per i servigi resi al re dovrebbero bastare..si, questa nomina dovrebbe soddisfarli!>
<Eeeeh? Pigne? No, io voglio qualcosa di bello! Non hai dei dolci? Il cioccolato magari!>
<Cioppato? Che diavoleria è mai questa! Ma quale cioppato, le pigne vi daranno lustro e gloria! Ma ora, miei cari amici, io devo lasciarvi. Di certo la bestia è ancora nei dintorni, ed è mio preciso dovere salvaguardare i miei sudditi. Raccomando anche a voi di tornare nelle vostre stanze, ora, e di non uscirne! la creatura potrebbe assalirvi! Ma non temete, cara dama e gentil signorino, perché io ucciderò la malevola bestia e vi proteggerò.  Ah, che male al solo pensiero, costretto a rimaner impigliato intorno a quella corda..ricordo ancora le diaboliche istoriature che vi erano incise, di certo  infernali iscrizioni, forse un incantesimo per richiamare altre creature oscure!>
<Linguaggio infernale?> Chiese Ed scioccato.
<Oh, si! Conosci forse quel linguaggio diabolico, amico mio?>
<No, non credo..> rispose Ed, occhieggiando lo gnomo con estrema consapevolezza: quel tipo era del tutto folle.
<Oh, giovin alleato, non voglio certo terrorizzarti! Ma se solo sapessi..quel mostro abominevole, con le sue orecchie a punta e i suoi occhi giallastri, il pelo nero..e le zanne! Oh si, ragazzo, zanne appuntite come mai ne ho viste in vita mia!>
I due ragazzini si fissarono stupefatti: l'orrida creatura che re Tapin aveva cercato di combattere sembrava davvero terrificante.
<Ma ora devo proprio andare, miei giovani amici! A quanto pare la creatura demoniaca mi ha derubato delle mie..ehm..di un mio prezioso possedimento personale, che affronto! Mentre io ehm..vado a cercare questo tesoro..voi tornate a casa, ma vi prometto che ci rivedremo!>
A quel punto lo gnomo cominciò a correre zampettando furiosamente nel terreno, fino a sparire all'ombra dei primi alberi.
Ed e Elena tornarono a casa, intontiti e un po' sorpresi a causa di quello strano incontro.
Arrivati a casa, entrarono e si fece loro incontro Mr Poppi, il loro gattino. Notarono con sorpresa che il micio aveva qualcosa impigliato al collare.
Ed si avvicinò e, sgranando gli occhi, vide l'oggetto pendere appena sotto il collo del gatto. Un paio di mutandine rosse a fiori e una minuscola etichetta che, appurarono, recava la seguente scritta "Queste mutande appartengono a Tapin XIII, il re dei re".
 

 

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Tutto sommato non è male :th_sisi:


Escludendo qualche ripetizione che stona un po' nel racconto, e la descrizione dell'ambiente che viene un po' a mancare, è buono :th_sisi:


 


Edit: Non avevo letto che era per bambini, quindi non considerare il fatto delle descrizioni :^D


Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Escludendo qualche ripetizione che stona un po' nel racconto

 

Si, in effetti avevo un po' di difficoltà  nel trovare epiteti originali da far usare allo gnomo, anche perché volevo usare un linguaggio un po' particolareggiato ma comunque comprensibile per i più piccoli. Grazie per la critica, hai confermato il mio dubbio :)

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Archiviata

La discussione è ora archiviata e chiusa ad ulteriori risposte.

  • Utenti nella discussione   0 utenti

    • Nessun utente registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea...