Vai al commento



[Lied] Sognando Acqua


Raizen

Post raccomandati

Posto qui un racconto con il quale ho vinto un piccolo contest in rete, spero vi piaccia.

Sognando Acqua

Alcune mamme decidono di far nascere i propri bambini in acqua, quasi fosse il desiderio di tornare dove tutto nasce, la volontà  di dare alla luce una creatura dove tutto ha origine, dove risiede la vita.

Le capisco perfettamente, io stesso avrei preferito nascere in acqua, avrebbe suggellato alla perfezione quello che è il mio legame con essa, un legame indissolubile che intreccia la storia della mia vita.

Ho sempre amato nuotare, fin da piccolo mio padre mi portava a pescare con lui, a volte in un lago, a volte in un torrente nascosto tra le montagne, a volte al mare, così mentre lui pescava io mi divertivo a mettere i piedi in acqua e agitarli per vedere quanto in alto arrivavano gli schizzi, ridendo felice come non mai, spensierato e innocente.

Continuai a coltivare la mia passione per il nuoto anche durante l'adolescenza, aderendo alle iniziative proposte dalla scuola, che ogni anno metteva a disposizione degli studenti dei corsi per imparare a nuotare, mentre se eri già  capace potevi semplicemente passare qualche ora in piscina a giocare o ad allenarti.

Fu proprio in piscina che vidi per la prima volta Veronica, la mia ex-ragazza; Era un perfetto esempio di innocente bellezza, col suo dolce viso dagli occhi tanto grandi e luminosi da sembrare quelli dei personaggi degli Anime giapponesi, avvolta in un candido asciugamano che nascondava il costume intero nero, d'obbligo per le ragazzine che volevano andare in piscina col benestare della scuola, e avendo sedici anni non potei fare a meno di arrossire quando incrociai il suo sguardo, il cervello andava come a rallentatore, mentre i miei occhi si beavano di lei, desiderosi di osservarla a lungo.

Per diverso tempo mi accontentai di osservarla, mentre nuotava in piscina o mentre se ne stava sdraiata a prendere il sole, senza tentare il minimo approccio fino ad una maravigliosa domenica di luglio, quando, rosso come un peperone, mi avvicinai timidamente chiedendole se fosse interessata a prendere una bibita assieme, e quando lei accettò la mia mente si aprì in un mondo di infinite possibilità , dove l'impossibile d'un tratto diventava possibile, o meglio, decisamente fattibile.

Veronica divenne la mia ragazza due mesi dopo la nostra prima uscita; all'epoca stavo tentando di diventare un nuotatore professionista, un sogno che accumunava entrambi e che alimentava come un fuoco d'artificio il nostro amore giorno dopo giorno, cosi che ci stimolassimo a vicenda per raggiungere i nostri obbiettivi, perchè grazie alla nostra comune passione ci sentivamo più vicini che mai e potevamo capirci, comprendavamo al meglio le difficoltà  dell'altro, così da affrontare insieme gli ostacoli e superarli.

Amavo il nostro sogno e amavo lei, pensavo che fosse la persona che mi sarebbe stata accanto per tutta la vita, perchè lei non era solo una persona da amare, lei era il mio sogno, come lo era diventare un grande nuotatore.

Purtroppo come ormai ho capito, i sogni sono solo una disgrazia, perchè ci illudono, come chimere irraggiungibili, le inseguiamo per anni per poi trovarci nel nulla più totale, persi e confusi.

L'anno scorso, a diciassette anni, mentre camminavo sulle strisce pedonali una macchina mi investì, danneggiandomi seriamente la gamba sinistra, togliandomi per sempre la possibilità  di nuotare a livello agonistico.

La disperazione che mi assalì in quei giorni fu devastante, ma il colpo fatale arrivò quando Veronica, al telefono, mi disse che tra noi era finita, perchè occuparsi di me voleva dire riunciare al suo sogno, cosa che non voleva assolutamente.

Il peso di tale ingiustizia ancora brucia dentro di me, la sensazione di impotenza che non posso sconfiggere, perchè è una battaglia che non posso affrontare, non posso continuare a sperare, perchè la vita con me è stata ingiusta e ha tolto la mia metà , quel sogno che inseguivo da anni e che ormai sembrava a portata di mano, come cercare di afferrare il fumo a mani nude, ma come se non bastasse, la conseguenza di tale tragedia fu quella di venir abbandonato dalla mia ragazza.

Sento freddo, mentre sono seduto in una scomoda posizione su di un grande masso, nel torrente Sailer, quello dove passai felici momenti in compagnia di mio padre quando ero bambino.

Come ho detto all'inizo, credo sia giusto nascere in acqua, perchè essa dona vita ad ogni essere presente sulla Terra, quindi credo sia giusto anche interrompere una vita in essa, non c'è davvero un perchè di questo pensiero, sono quelle cose che senti senza un vero motivo, ma in fondo al cuore sai che sono giuste.

Alzo la testa per ammirare le stelle, che in quella notte stellata sono visibili come solo in montagna lo sono. Sorrido un pò triste pensando che le stelle sembrano così vicine, eppure la distanza che le separà  è enorme, proprio come le persone, che per quanto possano apparire vicine, spesso sono più lontane di quanto si pensi.

A questo pensiero una lacrima bollente discende lungo la mia guancia, cadendo e perdendosi nelle scroscianti acque del torrente alle mie spalle.

Sospiro, so che è il momento di farlo ma sento comunque la paura travolgermi, ma per quanto la avverto ne sono quasi distaccato, come se le mie sensazioni appartenessero ad un estraneo. Lentamente mi alzo in piedi, tremante sulla gamba deturpata e malferma, mentre di schiena con i piedi tasto la roccia fino a trovarne il bordo.

Allargo le braccia, mentre con un'ultimo sguardo rivolto al cielo vedo le stelle brillare, così vicine ma allo stesso tempo distanti. Mi lascio andare all'indietro, sprofondando nel dolce oblio delle acque di quel torrente impetuoso.

Lilium

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Archiviata

La discussione è ora archiviata e chiusa ad ulteriori risposte.

  • Utenti nella discussione   0 utenti

    • Nessun utente registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea...