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[PrimeapeIII]Ebony Box Story (Introduzione - Capitolo 2)


PrimeapeIII

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Bene ragazzi, bentrovati. Dopo una lunga assenza, eccomi tornato in questa sezione, con una storia inedita. Purtroppo, sono costretto a sospendere (e, forse, a cancellare) tutte le mie altre FF. Questa, però, sono sicuro di riuscire a continuarla. Parliamone un pò...

Ebony Box's Story, tradotto letteralmente, significa "Storia della Scatola d'ebano. Inizialmente, avevo pensato di fare un racconto fantasy, senza i pokèmon ma con elfi, orchi e cose simili. Poi ho pensato a PM, e ho deciso: qui la pubblicherò con i mostriciattoli, e poi ne farò anche una versione fantasy, ma non la pubblicherò qui.

L'Ebano è un legno veramente pregiato. Sarà  protagonista di questa storia: infatti, tutto nascerà  da una misteriosa scatola in ebano... cosa si nasconde al suo interno? Beh, questo lo scoprirete leggendo... Ebony's Story!

Introduzione: Il Bar Edera

1 Gennaio, Lunedì. Anno sconosciuto.

_Bleah…_

Uno sputo di fiamme colpì il permafrost, sciogliendolo. Un maestoso Charizard marciava sprezzante su un enorme distesa di neve candida, con la grandine che accompagnava il suo viaggio, talvolta perfino ferendolo. La velocità  con cui quei terribili frammenti di ghiaccio si scagliavano sul pokèmon era pari solo a quella con cui il suo amico Hariyama divorava le scorte. Ma l’imponente drago fiammeggiante non si fermava. Non mangiava da giorni, le gambe potevano cedere da un momento all’altro, la coda e le ali erano congelati e di lì a poco sarebbe potuto morire di sonno, ma egli continuava inesorabile la sua avanzata.

_Puah… Odio le Lande di Ghiaccio. Non capisco come faccia Lapras ad adorarle… beh, affari suoi. Come proposito per l’anno nuovo, credo che non ascolterò mai più i consigli di quei vecchi pazzoidi dei miei compagni. Ma forse era davvero necessario…_

Finalmente era giunto a destinazione. O almeno, cosi indicava la mappa. Con un ultimo, disperato, bagliore di vita, fuse lo spesso strato di ghiaccio indicato dalla “X†con un Lanciafiamme e scavò una fossa profonda almeno una dozzina di metri. Dalla sua borsa a tracolla estrasse una scatola rettangolare in ebano, alta almeno 10 centimetri. Con fare altezzoso la lanciò nella buca, guardandone la caduta dall’alto verso l’alto, in un ultimo istante di superbia prima di accasciarsi al suolo, privo di sensi.

Altrove.

_Stai scherzando,spero._ disse, con evidente stupore e rabbia, un anziano esemplare di Electivire, seduto su uno sgabello al banco del Bar Edera.

Lilligant, la giovane cameriera, tese l’orecchio nel tentativo di riuscire a comprendere qualcosa di quello su cui stavano animatamente discutendo Electivire e il vecchio Torterra, adagiato su una poltroncina in pelle sintetica a pochi centimetri da lui.

_No, affatto… io stesso non riuscivo a crederci, quando l’ho saputo. Per fortuna, Medicham è riuscito a tenerlo nascosto ai giornali. Se si sapesse in giro, non so cosa potrebbe succedere…_

*Dling-Don*

Il campanello posto sopra la porta di frassino squillò, annunciando l’entrata di qualcuno.

Era un piccolo Bulbasaur, con un sorriso sciocco stampato in faccia, tipico dei cuccioli, che venivano tenuti all’oscuro di tutte le cose orrende che accadevano nell’arcipelago di Gemniah. Si sedette su uno degli sgabelli e ordinò un frullato di Bacarancia, sapientemente portata da casa e custodita con tanta cura da non mostrare né un graffio né un’ammaccatura.

_Ciao, Bulbasaur… come va?_ chiese Electivire: il Pokèmon Bulbo era figlio di un grande amico dei due anziani esploratori, e da quando il padre era deceduto, i due lo trattavano come un figlio.

_Bene grazie…_ rispose. Subito dopo, prese a sorseggiare il frullato.

_Senti Bulbasaur…_ mormorò Torterra con voce incerta _E’ da un po’ che voglio chiedertelo… ora hai l’età  giusta, perciò… Beh, insomma, hai preso in considerazione la possibilità  di iscriverti alla Gilda di Garchomp? Di divenatere un esploratore… come tuo padre?_

Il cucciolo lo guardò prima con aria stranita, poi triste e impaurita: sapeva che glielo avrebbe chiesto, ma lui non era pronto… Senza proferire parola, uscì di corsa dal bar, scoppiando a piangere e rovesciando il frollato sul pavimento di quercia.

Suo padre, il famoso Venusaur, era morto durante un’esplorazione, appena tre anni fa. Era noto come “Il Re†per via della sua abilità , era un avventuriero nato. Ma la morte aveva colto anche lui.

Ma, per fortuna, aveva dato un erede: gli abitanti del villaggio erano sicuri che avrebbe eguagliato il padre, ma, ormai quasi adulto, non aveva tentati neanche di uscire dalla città , non dimostrava nessun segno di prossimità  all’evoluzione e ripudiava l’idea di lanciarsi a capofitto nell’avventura. Lui non se la sentiva di diventare un esploratore. O almeno, non ancora.

Scappò correndo dal Bar Edera, ma poco dopo andò a scontrarsi con qualcuno. Aprì gli occhi, ancora colmi di lacrime: una grande folla era radunata in un ampio semicerchio, guardando qualcosa con stupore. Si fece largo fra la grande calca di Pokèmon e riuscì a vedere… e ciò che i suoi occhi scorsero era un qualcosa di… terribile.

Fine dell'Introduzione

Capitolo 2: Fuoco, Fiamme e... Sabbia!

Parte 1: Scintille d'ira!

La folla era stupefatta. Anche Bulbasaur, incredulo, aveva gli occhi sgranati dallo stupore. Un enorme Magmortar era immobile, mentre fissava la folla con superbia. La sua pelle era molto più rossa del normale, e le sue fiamme divampavano con maestosità , ballando un elegante danza in preda al vento davanti a tutti i presenti. Gli occhi del pokèmon erano iniettati di sangue, il suo sguardo era colmo di una collera smisurata, ogni lineamento del suo volto era contratto in una smorfia di immensa ira e di infinita superbia e i suoi muscoli erano irrigiditi dalla rabbia che li pervadeva.

Ai suoi piedi, un Medicham privo di sensi: presentava lividi e emorragie su tutto il corpo, ed era gravemente ustionato, tanto che alcune fiammelle ancora ardevano su corpo del malcapitato. I suoi occhi, seppur socchiusi, lasciavano intravedere una grande sofferenza, sia fisica che psicologica.

_Un momento…questo è il capo del villaggio!_ esclamò Bulbasaur. Era esatto: in più, Medicham era certamente reduce di una lotta con Magmortar.

Quest’ultimo, puntò il braccio destro diritto in faccia al pokèmon Meditazione, pronto a scagliare un potente Lanciafiamme, eliminando così il suo avversario… una volta per tutte.

Si potevano già  intravedere bagliori e scintille pronti a uscire fuori dal suo braccio, decisi a gettarsi sul rivale con una foga inaudita, in una spaventosa lingua di fuoco, quando… una grandissima scossa balenò sul corpo del pokèmon Esplosivo, infrangendosi in una miriade di piccole scintille d’elettricità .

La folla si divise in due grandi gruppi, e andò a disporsi ai lati di quello che sarebbe stato un campo di battaglia.

Un odore di fumo aleggiava nell’aria. L’erba del prato di Piazza Zweilous pareva ondeggiare, col vento che la attraversava in una moltitudine di direzioni. Non c’era nessun edificio attorno alla Piazza, ma non era un buon segno: con questa consapevolezza, i combattenti si sarebbero scatenati ancora di più.

Dopo che la folla ebbe sgombrato dal terreno di lotta, si riuscì a capire chi si sarebbe sfidato: Da una parte, Magmortar. Dall’altro, un Electivire e un Torterra, gli stessi che, poco prima, erano al Bar Edera.

Si preannunciava uno scontro epocale.

Il primo a sferrare una mossa fu Magmortar, che scagliò un potente Lanciafiamme. Torterra lo schivò, mentre Electivire tentò di sopraffare l’avversario con la stessa mossa.

Ma il tipo fuoco riuscì ad avere il sopravvento, e il pokèmon Saetta fu investito in pieno da quell’onda di fiamme. Nel frattempo, Torterra colpì con una possente Energipalla, che colpì in piena testa il pokèmon Esplosivo, facendogli sanguinare il labbro inferiore.

Si udì una forte scossa: era Magmortar, che aveva appena usato la mossa Terremoto: con sorpresa di tutti i presenti, i due contraccambiarono con la solita mossa, riuscendo a superare l’avversario e a ferirlo gravemente.

Quest’ultimo, però, tornò alla carica con Breccia, diretto verso Torterra. Fu però intercettato dal Fulmine di Electivire, mentre Torterra approfittò dell’occasione per attaccare con un possente Mazzuolegno.

Magmortar, ormai stufo del combattimento, tentò di concludere l’incontro con Lanciafiamme: la mossa andò a segno, e prima che i due potessero riprendere fiato, il pokèmon Esplosivo li colpì entrambi con Breccia.

Esausti, essi tentarono un ultimo, disperato colpo:

-Green Thunderbolt!_

Urlarono insieme: era il nome di una delle loro famose mosse combinate.

Dal corpo di Electivire scaturì un enorme Fulmine, che andò ad unirsi all’Energipalla scagliata da Torterra e acquisì una coloritura verde. La mossa colpì in pieno il nemico, ma questo rimase in piedi. Tentò di colpire con Terremoto: ma i suoi avversari riuscirono a difendersi dal colpo grazie alla mossa Protezione del Pokèmon Saetta.

Stufo, Magmortar puntò entrambe le braccia contro i suoi nemici. E ciò che disse, fu seguito da un grande urlo di stupore da parte di tutti i presenti:

_Incendio._

Con l’incredulità  dei suoi rivali, egli usò sul serio quella mossa, investendoli in pieno in un moltitudine infinita di fuoco e fiamme, facendo perdere loro i sensi.

_Bene, mettiamo fine a questa messinscena._ sentenziò.

Bulbasaur era strabiliato e al tempo stesso in preda al panico: quale atroce crimine poteva risvegliare in una qualunque creatura una tale ira, una simile collera, una così grande rabbia… ma soprattutto, tanta superbia.

Parte 2: La tempesta

Si avvicinò ai due sfidanti, pronto a sfoderare il colpo di grazia. Ma fu interrotto da… un granello di sabbia.

_Ma cosa diavolo…?_ bisbigliò.

Adesso, i granelli di sabbia trasportati dal vento erano una decina, ma divennero velocemente un centinaio, poi un migliaio, fino a diventare un gigantesco flusso contenente una marea di granelli… si poteva definire un… fiume di sabbia.

_ Sabbiafiume_ sibilò una sagoma, resa praticamente invisibile dalla sabbia.

Con un gesto della mano, il misterioso individuo ridusse molto l’intensità  della tempesta, rivelandosi.

Seguì un iniziale incredulità  del pubblico, e successivamente un grande applauso.

Era un Tyranitar cromatico… comunemente noto come “Capo Tyraâ€, fondatore della “Gilda Tyranitarâ€.

_Passavo di qui giusto per far pubblicità  alla mia gilda, mentre vedo che dovrò sventare un omicidio_

Proprio in quell’istante, Magmortar scagliò nuovamente la mossa Incendio. Il Capogilda fu investito in pieno, e ne risentì gravemente. Senza esitazioni, però, contrattaccò con un doppio Pietrataglio, centrando l’avversario in pieno petto.

Ma, esso, tornò alla carica con la solita mossa. La scena si ripeté per tre volte consecutive, quando, esausto, Tyranitar crollò.

“Come diavolo è possibile? Neanche i leggendari sono in grado di incassare tutti questi colpi e ricambiare con mosse tanto potenti… un momento… forse ho capito…†pensò il Capogilda.

Prima che colpisse con un colpo di grazia, il pokèmon Esplosivo fu interrotto per l’ennesima volta, questa volta da due affilate lame, che lo colpirono alla schiena, uccidendolo. La sagoma di un Garchomp sovrastò il campo di battaglia: un altro Capogilda aveva fatto la sua apparizione, oggi.

_Ciao, Tyra… credo che la tua frase di poco fa valga anche per me… ma hai idea di chi sia questo… squilibrato?_

_Non proprio… ma credo di sapere cosa stia cercando_ rispose.

_ Beh, questo è più che chiaro_

_ Dimmi una cosa… l’hai ucciso?_

_Certo, è ovvio_ concluse. I due voltarono le spalle al cadavere del loro nemico e si diressero a curare Electivire e Torterra. Ma non era ancora finita: Magmortar si rialzò, stavolta certo che avrebbe eliminato i suoi due avversari. Ma non ci riuscì: infatti, mentre il resto della folla era immobile dalla paura, il giovane Bulbasaur dimostrò un coraggio ineguagliabile, quando colpì con frustata il braccio del pokèmon Esplosivo, deviando la direzione della mossa e permettendo a Tyranitar di mettere fine all’incubo con un Devastomasso dalla potenza inaudita.

Entrambi i Capigilda si accorsero dell’atto eroico, ma Garchomp passò oltre fingendo di niente, mentre l’altro ringraziò calorosamente il piccolo, e se ne andò sorridendo.

Ora Bulbasaur aveva deciso: sarebbe entrato in una gilda, ma non in quella di Garchomp… benché fosse distante giornate di viaggio, sarebbe diventato un membro della “Gilda Tyranitarâ€!

Capitolo 2: Il Rapimento

Solo un pensiero ronzava nella testa del giovane pokèmon: voleva diventare un esploratore come suo padre, e desiderava che fosse Tyranitar a istruirlo.

Perciò, mentre tornava alla sua tana per dare la grande e inaspettata notizia a sua madre, non udì le grida, e non sentì l’ odore di fumo, provenienti dalla sua abitazione.

L’unica cosa di cui si rese conto, quando afferrò il pomello in ottone della porta, fu che questo era terribilmente caldo, abbastanza da fare in modo che il pokèmon si ustionasse per aprire la porta

Allora, un campanello d’allarme scattò improvvisamente nella mente di Bulbasaur. E fu grazie a quella sensazione che, mentre attraversava l’ampio e esteso corridoio che conduceva al soggiorno, notò con terrore che esso era stato messo letteralmente a soqquadro da qualcuno, o qualcosa: quadri rotti, vasi di fiori infranti e il grande lampadario in quarzo che fino a poco tempo fa aveva dominato il soffitto facevano da padroni nel lungo pavimento dell’androne.

Il pokèmon corse nel soggiorno: aprì in fretta la porta di mogano, scottandosi nuovamente col pomello, e scoprì che la stanza era nello stesso stato del corridoio. Ma, al centro di essa, Bulbasaur notò con enorme tristezza e rabbia che la poltrona in pelle era stata incenerita. Quella stessa poltrona dove era seduto suo padre, un lontano giorno d’ottobre, quando aveva regalato al cucciolo uno splendido dente di Sharpedo, legato ad una cornicina di spago, che egli aveva reperito durante un esplorazione, e che da allora ­il Pokèmon Bulbo teneva sempre con sé.

Svoltò rapidamente nella stanza degli ospiti, calpestando i vecchi tomi d’esplorazione dei suoi genitori, che erano rovinosamente caduti dalla libreria del soggiorno, e raggiunse la camera, dalla quale provenivano urla strazianti e terribili nuvole di fumo nero.

Tossendo, colpì la porta, che con sua grande sorpresa era aperta, e davanti a lui si manifestò una scena che probabilmente l’avrebbe segnato in eterno.

Sua madre era stata stretta in un angolo da due esemplari di Magmar che continuavano a colpirla con numerosi Bracieri, mentre un terzo, insieme a un vasto gruppo di Magby, stava rovistando nella sala, in cerca di qualcosa.

_Dov’è? Dov’è!? Dannazione, dove diavolo l’ha nascosta!_ esclamava.

Bulbasaur era in preda al terrore: sua madre cercava di allontanare i suoi aggressori usando ripetutamente Energipalla, ma in cuor suo, il cucciolo sapeva che l’anziana Venusaur non avrebbe resistito a lungo.

Colpì allora uno dei due con frustata: questo, non si accorse nemmeno di essere stato colpito. Infuriato, il pokèmon Bulbo si scagliò sull’avversario con azione. Anche questa volta, il nemico non subì alcun danno, ma si accorse del giovane pokèmon.

Lo squadrò con disprezzo, dall’alto verso il basso, dopodichè si abbassò fino ad arrivare faccia a faccia con Bulbasaur. A quel punto, le sue labbra si distesero in un ghigno malefico.

Magmar si raddrizzò senza dire niente e voltò le spalle al suo giovane avversario. Ma ecco che, all’improvviso, si girò di scatto e scagliò il cucciolo dalla parte opposta della stanza, con un Fuocopugno tanto rapido quanto brutale.

Stordito, l’ultima cosa che vide furono i ladri andarsene a mani vuote … o quasi: infatti, portarono con loro anche la madre del piccolo: l’avevano rapita.

E questo non poteva tollerarlo. Ma riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti, perciò dovette desistere dall’immane desiderio di inseguire quei vili Magmar e strappare dalle loro mani sudice sua madre.

Che ne sarebbe stato di lei? E poi, dove avrebbero abitato? Chi lo avrebbe soccorso?

Questi furono i pensieri del cucciolo prima di svenire. Poco dopo, le sue palpebre si chiusero lentamente, mentre osservava le fiamme divampare da un vecchio quadro raffigurante la sua famiglia, dipinto dal maestro Smeargle in persona.

Mentre era disteso nella sala, con le fiamme che lo circondavano, Bulbasaur sognò. Ma fu un sogno particolare: c’era lui, che galleggiava nello senza meta nello spazio. Ma c’era qualcosa di strano, in quel nulla che era l'atmosfera: per prima cosa, non c’erano le stelle. E poi, non era blu, come era sempre stato descritto dai Mastri Astronomi, bensì cambiava colore ad ogni istante: un secondo prima era rosso, un secondo dopo verde.

All’improvviso, una grande sfera nera si diresse verso il piccolo, come una cometa attratta dopo tanto tempo da un corpo celeste, lasciando dietro di sé una scia luminosa e iridescente. Si fermò qualche metro davanti al pokèmon Bulbo, il quale, in quel preciso istante, notò che i colori cambiavano con il ritmo del battito di un cuore.

Non era un buon segno, pensò. Inoltre, ciò gli ricordava quando dormiva con l’orecchio appoggiato al petto di uno dei suoi genitori, con il palpito dei loro cuori che gli faceva da ninna nanna nelle fredde notti d’inverno. Certo, era un bel ricordo, ma provocava in lui tanta, troppa malinconia, per il semplice fatto che gli rammentava cosa fosse accaduto a sua madre.

D’un tratto, la sfera di luce iniziò a parlare, suscitando stupore e al contempo paura nel giovane Bulbasaur.

_ Tu … tu sai dove trovarla, vero?_ sibilò.

Il pokèmon Bulbo non rispose: un po’ perché aveva paura che, se avesse aperto la bocca, gli sarebbe mancato l’ossigeno. Ma, soprattutto, non aveva la benché minima idea di che cosa stesse parlando la “palla“.

_ Dimmelo. So che sai dov’è … mi serve!_ ringhiò.

Bulbasaur raccolse tutto il suo coraggio e disse:

_ Non so di cosa stia parlando, Signora Palla._ disse. Pochi secondi dopo, però, rimpianse d’aver parlato: la sfera luminosa iniziò a sbraitare e ad agitarsi, urlando rabbiosa contro il cucciolo.

_ Com’è possibile?! Tu devi saperlo! Dimmi dov’è!_ strillava.

<<Forse non avrei dovuto chiamarla “Signoraâ€>> pensò.

All’improvviso, la sfera iniziò a schiarirsi. Prima di diventare bianca come il latte appena munto, essa mormorò, con un tono leggermente malinconico e rassegnato:

_ Pare che ci sia qualcun altro che vuole parlarti _

Al che, quando fu completamente bianca, la palla parlò:

_ Cercala, Bulbasaur. Solo così potrai salvare l’isola. Molti altri sono in grado di trovarla, ma obbedirà  solamente a te. E sia io che te sappiamo che a quel punto farai la cosa giusta. Non è vero, caro?_

_ Credo di non aver capito cosa devo cercare, esattamente, Signor Palladiluce._ rispose il piccolo, sicuro di aver usato il nome giusto, stavolta.

_ La Scatola_ sentenziò la luce bianca _ Ma ora dobbiamo salutarci. A presto_ concluse, scomparendo in mille scintille grigie.

Immediatamente, lo spazio cominciò a tremare, e una voce profonda rimbombò:

_ Ehi, piccolo, svegliati! Svegliati! Svegliati…_

Bulbasaur spalancò i grandi occhi rossi e vide …

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Ecco il nuovo capitolo... probabilmente sarà  poco scorrevole, e probabilmente dovrò riguardarlo appena avrò un pò di tempo libero "extra"... inoltre l'ho diviso in due parti, perchè, essendo abbastanza lungo, mi rendo conto che in molti non avranno il tempo ( o la voglia) di leggerlo tutto in una volta. Eccoa voi...

Capitolo 1: Fuoco, Fiamme e… Sabbia!

Parte 1: Scintille d'ira!

La folla era stupefatta. Anche Bulbasaur, incredulo, aveva gli occhi sgranati dallo stupore. Un enorme Magmortar era immobile, mentre fissava la folla con superbia. La sua pelle era molto più rossa del normale, e le sue fiamme divampavano con maestosità , ballando un elegante danza in preda al vento davanti a tutti i presenti. Gli occhi del pokèmon erano iniettati di sangue, il suo sguardo era colmo di una collera smisurata, ogni lineamento del suo volto era contratto in una smorfia di immensa ira e di infinita superbia e i suoi muscoli erano irrigiditi dalla rabbia che li pervadeva.

Ai suoi piedi, un Medicham privo di sensi: presentava lividi e emorragie su tutto il corpo, ed era gravemente ustionato, tanto che alcune fiammelle ancora ardevano su corpo del malcapitato. I suoi occhi, seppur socchiusi, lasciavano intravedere una grande sofferenza, sia fisica che psicologica.

_Un momento…questo è il capo del villaggio!_ esclamò Bulbasaur. Era esatto: in più, Medicham era certamente reduce di una lotta con Magmortar.

Quest’ultimo, puntò il braccio destro diritto in faccia al pokèmon Meditazione, pronto a scagliare un potente Lanciafiamme, eliminando così il suo avversario… una volta per tutte.

Si potevano già  intravedere bagliori e scintille pronti a uscire fuori dal suo braccio, decisi a gettarsi sul rivale con una foga inaudita, in una spaventosa lingua di fuoco, quando… una grandissima scossa balenò sul corpo del pokèmon Esplosivo, infrangendosi in una miriade di piccole scintille d’elettricità .

La folla si divise in due grandi gruppi, e andò a disporsi ai lati di quello che sarebbe stato un campo di battaglia.

Un odore di fumo aleggiava nell’aria. L’erba del prato di Piazza Zweilous pareva ondeggiare, col vento che la attraversava in una moltitudine di direzioni. Non c’era nessun edificio attorno alla Piazza, ma non era un buon segno: con questa consapevolezza, i combattenti si sarebbero scatenati ancora di più.

Dopo che la folla ebbe sgombrato dal terreno di lotta, si riuscì a capire chi si sarebbe sfidato: Da una parte, Magmortar. Dall’altro, un Electivire e un Torterra, gli stessi che, poco prima, erano al Bar Edera.

Si preannunciava uno scontro epocale.

Il primo a sferrare una mossa fu Magmortar, che scagliò un potente Lanciafiamme. Torterra lo schivò, mentre Electivire tentò di sopraffare l’avversario con la stessa mossa.

Ma il tipo fuoco riuscì ad avere il sopravvento, e il pokèmon Saetta fu investito in pieno da quell’onda di fiamme. Nel frattempo, Torterra colpì con una possente Energipalla, che colpì in piena testa il pokèmon Esplosivo, facendogli sanguinare il labbro inferiore.

Si udì una forte scossa: era Magmortar, che aveva appena usato la mossa Terremoto: con sorpresa di tutti i presenti, i due contraccambiarono con la solita mossa, riuscendo a superare l’avversario e a ferirlo gravemente.

Quest’ultimo, però, tornò alla carica con Breccia, diretto verso Torterra. Fu però intercettato dal Fulmine di Electivire, mentre Torterra approfittò dell’occasione per attaccare con un possente Mazzuolegno.

Magmortar, ormai stufo del combattimento, tentò di concludere l’incontro con Lanciafiamme: la mossa andò a segno, e prima che i due potessero riprendere fiato, il pokèmon Esplosivo li colpì entrambi con Breccia.

Esausti, essi tentarono un ultimo, disperato colpo:

-Green Thunderbolt!_

Urlarono insieme: era il nome di una delle loro famose mosse combinate.

Dal corpo di Electivire scaturì un enorme Fulmine, che andò ad unirsi all’Energipalla scagliata da Torterra e acquisì una coloritura verde. La mossa colpì in pieno il nemico, ma questo rimase in piedi. Tentò di colpire con Terremoto: ma i suoi avversari riuscirono a difendersi dal colpo grazie alla mossa Protezione del Pokèmon Saetta.

Stufo, Magmortar puntò entrambe le braccia contro i suoi nemici. E ciò che disse, fu seguito da un grande urlo di stupore da parte di tutti i presenti:

_Incendio._

Con l’incredulità  dei suoi rivali, egli usò sul serio quella mossa, investendoli in pieno in un moltitudine infinita di fuoco e fiamme, facendo perdere loro i sensi.

_Bene, mettiamo fine a questa messinscena._ sentenziò.

Bulbasaur era strabiliato e al tempo stesso in preda al panico: quale atroce crimine poteva risvegliare in una qualunque creatura una tale ira, una simile collera, una così grande rabbia… ma soprattutto, tanta superbia.

Parte 2: La tempesta

Si avvicinò ai due sfidanti, pronto a sfoderare il colpo di grazia. Ma fu interrotto da… un granello di sabbia.

_Ma cosa diavolo…?_ bisbigliò.

Adesso, i granelli di sabbia trasportati dal vento erano una decina, ma divennero velocemente un centinaio, poi un migliaio, fino a diventare un gigantesco flusso contenente una marea di granelli… si poteva definire un… fiume di sabbia.

_ Sabbiafiume_ sibilò una sagoma, resa praticamente invisibile dalla sabbia.

Con un gesto della mano, il misterioso individuo ridusse molto l’intensità  della tempesta, rivelandosi.

Seguì un iniziale incredulità  del pubblico, e successivamente un grande applauso.

Era un Tyranitar cromatico… comunemente noto come “Capo Tyraâ€, fondatore della “Gilda Tyranitarâ€.

_Passavo di qui giusto per far pubblicità  alla mia gilda, mentre vedo che dovrò sventare un omicidio_

Proprio in quell’istante, Magmortar scagliò nuovamente la mossa Incendio. Il Capogilda fu investito in pieno, e ne risentì gravemente. Senza esitazioni, però, contrattaccò con un doppio Pietrataglio, centrando l’avversario in pieno petto.

Ma, esso, tornò alla carica con la solita mossa. La scena si ripeté per tre volte consecutive, quando, esausto, Tyranitar crollò.

“Come diavolo è possibile? Neanche i leggendari sono in grado di incassare tutti questi colpi e ricambiare con mosse tanto potenti… un momento… forse ho capito…†pensò il Capogilda.

Prima che colpisse con un colpo di grazia, il pokèmon Esplosivo fu interrotto per l’ennesima volta, questa volta da due affilate lame, che lo colpirono alla schiena, uccidendolo. La sagoma di un Garchomp sovrastò il campo di battaglia: un altro Capogilda aveva fatto la sua apparizione, oggi.

_Ciao, Tyra… credo che la tua frase di poco fa valga anche per me… ma hai idea di chi sia questo… squilibrato?_

_Non proprio… ma credo di sapere cosa stia cercando_ rispose.

_ Beh, questo è più che chiaro_

_ Dimmi una cosa… l’hai ucciso?_

_Certo, è ovvio_ concluse. I due voltarono le spalle al cadavere del loro nemico e si diressero a curare Electivire e Torterra. Ma non era ancora finita: Magmortar si rialzò, stavolta certo che avrebbe eliminato i suoi due avversari. Ma non ci riuscì: infatti, mentre il resto della folla era immobile dalla paura, il giovane Bulbasaur dimostrò un coraggio ineguagliabile, quando colpì con frustata il braccio del pokèmon Esplosivo, deviando la direzione della mossa e permettendo a Tyranitar di mettere fine all’incubo con un Devastomasso dalla potenza inaudita.

Entrambi i Capigilda si accorsero dell’atto eroico, ma Garchomp passò oltre fingendo di niente, mentre l’altro ringraziò calorosamente il piccolo, e se ne andò sorridendo.

Ora Bulbasaur aveva deciso: sarebbe entrato in una gilda, ma non in quella di Garchomp… benché fosse distante giornate di viaggio, sarebbe diventato un membro della “Gilda Tyranitarâ€!

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Ecco a voi il Capitolo 2! Spero di non aver fatto troppa confusione nel finale XD

Capitolo 2: Il Rapimento

Solo un pensiero ronzava nella testa del giovane pokèmon: voleva diventare un esploratore come suo padre, e desiderava che fosse Tyranitar a istruirlo.

Perciò, mentre tornava alla sua tana per dare la grande e inaspettata notizia a sua madre, non udì le grida, e non sentì l’ odore di fumo, provenienti dalla sua abitazione.

L’unica cosa di cui si rese conto, quando afferrò il pomello in ottone della porta, fu che questo era terribilmente caldo, abbastanza da fare in modo che il pokèmon si ustionasse per aprire la porta

Allora, un campanello d’allarme scattò improvvisamente nella mente di Bulbasaur. E fu grazie a quella sensazione che, mentre attraversava l’ampio e esteso corridoio che conduceva al soggiorno, notò con terrore che esso era stato messo letteralmente a soqquadro da qualcuno, o qualcosa: quadri rotti, vasi di fiori infranti e il grande lampadario in quarzo che fino a poco tempo fa aveva dominato il soffitto facevano da padroni nel lungo pavimento dell’androne.

Il pokèmon corse nel soggiorno: aprì in fretta la porta di mogano, scottandosi nuovamente col pomello, e scoprì che la stanza era nello stesso stato del corridoio. Ma, al centro di essa, Bulbasaur notò con enorme tristezza e rabbia che la poltrona in pelle era stata incenerita. Quella stessa poltrona dove era seduto suo padre, un lontano giorno d’ottobre, quando aveva regalato al cucciolo uno splendido dente di Sharpedo, legato ad una cornicina di spago, che egli aveva reperito durante un esplorazione, e che da allora ­il Pokèmon Bulbo teneva sempre con sé.

Svoltò rapidamente nella stanza degli ospiti, calpestando i vecchi tomi d’esplorazione dei suoi genitori, che erano rovinosamente caduti dalla libreria del soggiorno, e raggiunse la camera, dalla quale provenivano urla strazianti e terribili nuvole di fumo nero.

Tossendo, colpì la porta, che con sua grande sorpresa era aperta, e davanti a lui si manifestò una scena che probabilmente l’avrebbe segnato in eterno.

Sua madre era stata stretta in un angolo da due esemplari di Magmar che continuavano a colpirla con numerosi Bracieri, mentre un terzo, insieme a un vasto gruppo di Magby, stava rovistando nella sala, in cerca di qualcosa.

_Dov’è? Dov’è!? Dannazione, dove diavolo l’ha nascosta!_ esclamava.

Bulbasaur era in preda al terrore: sua madre cercava di allontanare i suoi aggressori usando ripetutamente Energipalla, ma in cuor suo, il cucciolo sapeva che l’anziana Venusaur non avrebbe resistito a lungo.

Colpì allora uno dei due con frustata: questo, non si accorse nemmeno di essere stato colpito. Infuriato, il pokèmon Bulbo si scagliò sull’avversario con azione. Anche questa volta, il nemico non subì alcun danno, ma si accorse del giovane pokèmon.

Lo squadrò con disprezzo, dall’alto verso il basso, dopodichè si abbassò fino ad arrivare faccia a faccia con Bulbasaur. A quel punto, le sue labbra si distesero in un ghigno malefico.

Magmar si raddrizzò senza dire niente e voltò le spalle al suo giovane avversario. Ma ecco che, all’improvviso, si girò di scatto e scagliò il cucciolo dalla parte opposta della stanza, con un Fuocopugno tanto rapido quanto brutale.

Stordito, l’ultima cosa che vide furono i ladri andarsene a mani vuote … o quasi: infatti, portarono con loro anche la madre del piccolo: l’avevano rapita.

E questo non poteva tollerarlo. Ma riusciva a malapena a tenere gli occhi aperti, perciò dovette desistere dall’immane desiderio di inseguire quei vili Magmar e strappare dalle loro mani sudice sua madre.

Che ne sarebbe stato di lei? E poi, dove avrebbero abitato? Chi lo avrebbe soccorso?

Questi furono i pensieri del cucciolo prima di svenire. Poco dopo, le sue palpebre si chiusero lentamente, mentre osservava le fiamme divampare da un vecchio quadro raffigurante la sua famiglia, dipinto dal maestro Smeargle in persona.

Mentre era disteso nella sala, con le fiamme che lo circondavano, Bulbasaur sognò. Ma fu un sogno particolare: c’era lui, che galleggiava nello senza meta nello spazio. Ma c’era qualcosa di strano, in quel nulla che era l'atmosfera: per prima cosa, non c’erano le stelle. E poi, non era blu, come era sempre stato descritto dai Mastri Astronomi, bensì cambiava colore ad ogni istante: un secondo prima era rosso, un secondo dopo verde.

All’improvviso, una grande sfera nera si diresse verso il piccolo, come una cometa attratta dopo tanto tempo da un corpo celeste, lasciando dietro di sé una scia luminosa e iridescente. Si fermò qualche metro davanti al pokèmon Bulbo, il quale, in quel preciso istante, notò che i colori cambiavano con il ritmo del battito di un cuore.

Non era un buon segno, pensò. Inoltre, ciò gli ricordava quando dormiva con l’orecchio appoggiato al petto di uno dei suoi genitori, con il palpito dei loro cuori che gli faceva da ninna nanna nelle fredde notti d’inverno. Certo, era un bel ricordo, ma provocava in lui tanta, troppa malinconia, per il semplice fatto che gli rammentava cosa fosse accaduto a sua madre.

D’un tratto, la sfera di luce iniziò a parlare, suscitando stupore e al contempo paura nel giovane Bulbasaur.

_ Tu … tu sai dove trovarla, vero?_ sibilò.

Il pokèmon Bulbo non rispose: un po’ perché aveva paura che, se avesse aperto la bocca, gli sarebbe mancato l’ossigeno. Ma, soprattutto, non aveva la benché minima idea di che cosa stesse parlando la “palla“.

_ Dimmelo. So che sai dov’è … mi serve!_ ringhiò.

Bulbasaur raccolse tutto il suo coraggio e disse:

_ Non so di cosa stia parlando, Signora Palla._ disse. Pochi secondi dopo, però, rimpianse d’aver parlato: la sfera luminosa iniziò a sbraitare e ad agitarsi, urlando rabbiosa contro il cucciolo.

_ Com’è possibile?! Tu devi saperlo! Dimmi dov’è!_ strillava.

<<Forse non avrei dovuto chiamarla “Signoraâ€>> pensò.

All’improvviso, la sfera iniziò a schiarirsi. Prima di diventare bianca come il latte appena munto, essa mormorò, con un tono leggermente malinconico e rassegnato:

_ Pare che ci sia qualcun altro che vuole parlarti _

Al che, quando fu completamente bianca, la palla parlò:

_ Cercala, Bulbasaur. Solo così potrai salvare l’isola. Molti altri sono in grado di trovarla, ma obbedirà  solamente a te. E sia io che te sappiamo che a quel punto farai la cosa giusta. Non è vero, caro?_

_ Credo di non aver capito cosa devo cercare, esattamente, Signor Palladiluce._ rispose il piccolo, sicuro di aver usato il nome giusto, stavolta.

_ La Scatola_ sentenziò la luce bianca _ Ma ora dobbiamo salutarci. A presto_ concluse, scomparendo in mille scintille grigie.

Immediatamente, lo spazio cominciò a tremare, e una voce profonda rimbombò:

_ Ehi, piccolo, svegliati! Svegliati! Svegliati…_

Bulbasaur spalancò i grandi occhi rossi e vide …

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