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I soldi danno la felicità ? Cos'è per voi la felicità ?


Saleon

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Wait! Di che tipo di felicità  parliamo? Come detto da Artuel sarebbe opportuno dividere la felicità  in due tipi: interiore all'individuo ed esteriore a lui, poi ci sarebbero anche altri sottotipi, ma non parlerò, non ampliamente almeno.


 


Premetto che partirò sin da subito da un’ottica soggettiva ed in tale discorso farà  riferimento anche al mio essere, per cui non sto parlando di una “verità â€ che abbracci la maggioranza delle persone:


 


Io sono felice, sono tanto felice.


Non lo nego, per certi versi sono abbastanza viziata e se una cosa non mi sta bene spesso  cerco di cambiarla per renderla più conforme a ciò che più preferisco, ma tuttavia non è questo quello che mi rende felice, assolutamente. Sarei più felice se avessi più influenza (e qui mi sembra inutile negare che soldi=essere influenti)? Sicuramente lo sarei come lo saremmo tutti, ma potrei definirla felicità ? Beh, a me sembra togliersi uno sfizio più che essere felici, esaudire in pratica un proprio desiderio. Ebbene? Se si esaudiscono i propri desideri non si è dunque felici? Non proprio.


A questo punto credo sia bene parlare (tranquilli, non mi dilungherò… Non sperateci °°) su cosa potrebbe essere la felicità : è una costante della vita, non solamente umana, che si fa talmente fatica a trovare che per tale motivo è considerata inarrivabile; noi, gli umani, cerchiamo di sopperire alla mancanza di questa in vari modi e con diverse cose, tra cui appunto i beni materiali ricavati dal denaro, ma nonostante ciò tendiamo ad annoiarci presto di tale cose, siamo però felici del fatto dell’esser consci che con ulteriori soldi possiamo acquistare ulteriori cose che vanno a sostituirsi alle vecchie in un ciclo che dura finché siamo in vita. E’ allora evidente che se dobbiamo procurarci sempre altri soldi per cercare di “rimediare†al fatto che non riusciamo a trovare la felicità , questa felicità  alternativa, derivata  dalla ricerca del denaro, non diviene però una sorta di lavoro gravoso? Dovere cercare per forza quella cosa per essere felici. Per forza. Senza quello non lo siamo.


Ora: è possibile obbiettare che tale lavoro è devoto alla felicità  e quindi è più che lecito svolgerlo. Domando allora una cosa: se la felicità  è una costante significa che esiste sempre in un modo o nell’altro e che magari si è felici solamente nello svolgere il lavoro che porta alla felicità , ma pensate adesso che si è impossibilitati a svolgere tale lavoro. Un individuo che non riesce a procurarsi il necessario per la felicità  non potrà  essere felice, allora il valore di costante verrà  meno e non si potrà  più parlare di felicità . Pensate adesso che sia qualcun altro a procurargliela, potrebbe essere un amico, familiare, estraneo, in fondo l’uomo è un animale sociale, cosa c’è di male nel condividere con propri simili? Ovviamente nulla di male, se non che quella felicità  è per un certo verso estranea all’individuo che la riceve: non viene fuori da lui seppur sia stata “generata†da persone a lui care, quella felicità  non lo avvolgerà  mai del tutto, quell’individuo non arriverà  mai a considerarsi pienamente felice. Bisogna quindi accontentarsi? No, né accontentarsi né volere altro, basta intraprendere una via diversa.


Abbiamo detto che la felicità  si divide in esteriore ed interiore all’individuo, ma abbiamo anche detto che quella esteriore non è felicità , bensì è un qualcosa che conduce alla stessa e quindi ci siamo chiesti se allora è bene considerare tale felicità  â€œderivata†felicità  oppure no.


Come mi sembra abbia già  ampiamente spiegato, no, quella esteriore non è da considerarsi pienamente felicità  e quindi è solamente una cosa che in un certo senso distoglie dalla ricerca di forse uno dei pochi “valori astratti†(lo so, lo so, passatemi ciò che scrivo…) universali: la felicità  all’interno di sé stessi mediante l’analisi sia di sé, sia dell’interiorità  di chi ci è accanto e ci circonda, sia delle cose che al contempo lo sono. La felicità  per me quindi non è tanto l’usufruire di un qualcosa/qualcuno, ma il conoscere quel qualcosa/qualcuno, perché in un certo senso la consapevolezza porta inevitabilmente alla felicità : la consapevolezza di poter essere felici in quanto la felicità  è costante, il sapere di poterlo essere, il sapere dell’essere, il mio sapere interiore quindi ed il tuo, l’angolo apparentemente più remoto… Ecco dove si nasconde la felicità !


Di cosa stiamo parlando quindi? Di un viaggio, nient’altro. La cosa più bella di questo viaggio? Tutti gli esseri pensanti possono affrontarlo, si può partire da un livello per così dire “adatto†a sé per poi ampliare o fermarsi lì, a seconda di se si ha trovato o no questa costante. Perché dico che lo possono affrontare tutti? Anche gli animali, seppur in maniera diversa da noi, provano quella che potremmo definire “felicità â€ e ciò è anche una riprova che la felicità  legata al bene materiale non è che solamente un “passatempoâ€.


Detto ciò è interessante chiedersi: quindi il viaggio della felicità  è un viaggio in un certo senso “finitoâ€? Sì è no, in un modo o nell’altro si vive sempre felici, il viaggio ha però un suo culmine nell’abbraccio vero e proprio con la felicità , per poi continuare nella vita non solo secondo la più “vera†felicità , ma anche nella felicità  del poterla diffondere, ecco quindi che torna per l’uomo anche il contesto sociale.


 


Scusatemi se vi ho annoiato ragazzuoli (devo dire che stiamo affrontando sempre più da vicino questo argomento a filosofia, quindi ne ho approfittato per farmi già  un mezzo testo che copi-incollerò : D), solamente la felicità  è un argomento a me caro e ci tenevo a spiegare per bene cosa ne penso.


Comunque, già  che ci siamo, vedendo anche altre risposte, propongo di modificare l’oggetto nel topic allargandolo anche al cos’è la felicità  per noi, mi sembra abbastanza attinente.


 


Adesso fuggo, so che chiunque abbia avuto il coraggio di leggermi vuole inseguirmi con torcia e forcone.


Bye : D


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Wait! Di che tipo di felicità  parliamo? Come detto da Artuel sarebbe opportuno dividere la felicità  in due tipi: interiore all'individuo ed esteriore a lui, poi ci sarebbero anche altri sottotipi, ma non parlerò, non ampliamente almeno.

 

Premetto che partirò sin da subito da un’ottica soggettiva ed in tale discorso farà  riferimento anche al mio essere, per cui non sto parlando di una “verità â€ che abbracci la maggioranza delle persone:

 

Io sono felice, sono tanto felice.

Non lo nego, per certi versi sono abbastanza viziata e se una cosa non mi sta bene spesso  cerco di cambiarla per renderla più conforme a ciò che più preferisco, ma tuttavia non è questo quello che mi rende felice, assolutamente. Sarei più felice se avessi più influenza (e qui mi sembra inutile negare che soldi=essere influenti)? Sicuramente lo sarei come lo saremmo tutti, ma potrei definirla felicità ? Beh, a me sembra togliersi uno sfizio più che essere felici, esaudire in pratica un proprio desiderio. Ebbene? Se si esaudiscono i propri desideri non si è dunque felici? Non proprio.

A questo punto credo sia bene parlare (tranquilli, non mi dilungherò… Non sperateci °°) su cosa potrebbe essere la felicità : è una costante della vita, non solamente umana, che si fa talmente fatica a trovare che per tale motivo è considerata inarrivabile; noi, gli umani, cerchiamo di sopperire alla mancanza di questa in vari modi e con diverse cose, tra cui appunto i beni materiali ricavati dal denaro, ma nonostante ciò tendiamo ad annoiarci presto di tale cose, siamo però felici del fatto dell’esser consci che con ulteriori soldi possiamo acquistare ulteriori cose che vanno a sostituirsi alle vecchie in un ciclo che dura finché siamo in vita. E’ allora evidente che se dobbiamo procurarci sempre altri soldi per cercare di “rimediare†al fatto che non riusciamo a trovare la felicità , questa felicità  alternativa, derivata  dalla ricerca del denaro, non diviene però una sorta di lavoro gravoso? Dovere cercare per forza quella cosa per essere felici. Per forza. Senza quello non lo siamo.

Ora: è possibile obbiettare che tale lavoro è devoto alla felicità  e quindi è più che lecito svolgerlo. Domando allora una cosa: se la felicità  è una costante significa che esiste sempre in un modo o nell’altro e che magari si è felici solamente nello svolgere il lavoro che porta alla felicità , ma pensate adesso che si è impossibilitati a svolgere tale lavoro. Un individuo che non riesce a procurarsi il necessario per la felicità  non potrà  essere felice, allora il valore di costante verrà  meno e non si potrà  più parlare di felicità . Pensate adesso che sia qualcun altro a procurargliela, potrebbe essere un amico, familiare, estraneo, in fondo l’uomo è un animale sociale, cosa c’è di male nel condividere con propri simili? Ovviamente nulla di male, se non che quella felicità  è per un certo verso estranea all’individuo che la riceve: non viene fuori da lui seppur sia stata “generata†da persone a lui care, quella felicità  non lo avvolgerà  mai del tutto, quell’individuo non arriverà  mai a considerarsi pienamente felice. Bisogna quindi accontentarsi? No, né accontentarsi né volere altro, basta intraprendere una via diversa.

Abbiamo detto che la felicità  si divide in esteriore ed interiore all’individuo, ma abbiamo anche detto che quella esteriore non è felicità , bensì è un qualcosa che conduce alla stessa e quindi ci siamo chiesti se allora è bene considerare tale felicità  â€œderivata†felicità  oppure no.

Come mi sembra abbia già  ampiamente spiegato, no, quella esteriore non è da considerarsi pienamente felicità  e quindi è solamente una cosa che in un certo senso distoglie dalla ricerca di forse uno dei pochi “valori astratti†(lo so, lo so, passatemi ciò che scrivo…) universali: la felicità  all’interno di sé stessi mediante l’analisi sia di sé, sia dell’interiorità  di chi ci è accanto e ci circonda, sia delle cose che al contempo lo sono. La felicità  per me quindi non è tanto l’usufruire di un qualcosa/qualcuno, ma il conoscere quel qualcosa/qualcuno, perché in un certo senso la consapevolezza porta inevitabilmente alla felicità : la consapevolezza di poter essere felici in quanto la felicità  è costante, il sapere di poterlo essere, il sapere dell’essere, il mio sapere interiore quindi ed il tuo, l’angolo apparentemente più remoto… Ecco dove si nasconde la felicità !

Di cosa stiamo parlando quindi? Di un viaggio, nient’altro. La cosa più bella di questo viaggio? Tutti gli esseri pensanti possono affrontarlo, si può partire da un livello per così dire “adatto†a sé per poi ampliare o fermarsi lì, a seconda di se si ha trovato o no questa costante. Perché dico che lo possono affrontare tutti? Anche gli animali, seppur in maniera diversa da noi, provano quella che potremmo definire “felicità â€ e ciò è anche una riprova che la felicità  legata al bene materiale non è che solamente un “passatempoâ€.

Detto ciò è interessante chiedersi: quindi il viaggio della felicità  è un viaggio in un certo senso “finitoâ€? Sì è no, in un modo o nell’altro si vive sempre felici, il viaggio ha però un suo culmine nell’abbraccio vero e proprio con la felicità , per poi continuare nella vita non solo secondo la più “vera†felicità , ma anche nella felicità  del poterla diffondere, ecco quindi che torna per l’uomo anche il contesto sociale.

 

Scusatemi se vi ho annoiato ragazzuoli (devo dire che stiamo affrontando sempre più da vicino questo argomento a filosofia, quindi ne ho approfittato per farmi già  un mezzo testo che copi-incollerò : D), solamente la felicità  è un argomento a me caro e ci tenevo a spiegare per bene cosa ne penso.

Comunque, già  che ci siamo, vedendo anche altre risposte, propongo di modificare l’oggetto nel topic allargandolo anche al cos’è la felicità  per noi, mi sembra abbastanza attinente.

 

Adesso fuggo, so che chiunque abbia avuto il coraggio di leggermi vuole inseguirmi con torcia e forcone.

Bye : D

Perchè ti dovrei inseguire con torcia e forcone? Hai spiegato a pieno il concetto di felicità !

Non mi hai annoiato per niente, anzi mi hai intrattenuto è stato interessante :3

Va bene per la modifica del topic, mi consigli di cambiare anche titolo? 

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Perchè ti dovrei inseguire con torcia e forcone? Hai spiegato a pieno il concetto di felicità !

Non mi hai annoiato per niente, anzi mi hai intrattenuto è stato interessante :3

Va bene per la modifica del topic, mi consigli di cambiare anche titolo?

Sono contenta che ti abbia intrattenuto, purtroppo quando capita di parlarne con qualche compagno di classe/amico spesso si finisce per arrivare ad un discorso che non definirei esattamente tale, quindi sono partita un po' prevenuta :asduj1:

 

In ogni caso, se accogli la proposta penso che forse un ampliamento del titolo sia la scelta migliore, ma in generale direi che ne stiamo parlando anche così, quindi alla fine basta aggiungere la domanda al primo post = )

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Guest Ravenblack

I soldi danno la felicità , ma fino ad un certo punto.


Io preferisco avere tanti amici piuttosto che tanti soldi, perché secondo me avere soldi ma non amici è deprimente.


Con i soldi puoi comprarti oggetti che ti rendono felici,ma mai felice quanto avere dei buoni amici ed una bella famiglia.


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Vivo con poche centinaia di Euro, e ho un'età  in cui non potrei neanche scherzarci su... Garantisco che quando seriamente manca il denaro, c'è poco da stare allegri.

Ma molto, molto poco.

Mi dispiace per la tua situazione, spero davvero che ti possa andare meglio!

Purtroppo ormai gira tutto sui soldi, anche quello che non dovrebbe.

Spero sul serio che la tua situazioni migliori, ti auguro il meglio! ^^

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Grazie, Saleon. Dal canto mio mi sto impegnando, ma la situazione generale è un grosso ostacolo, soprattutto in un piccolo paese da cui per vari motivi ho difficoltà  ad andarmene. Ma continuerò a testa alta, promesso.

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Grazie, Saleon. Dal canto mio mi sto impegnando, ma la situazione generale è un grosso ostacolo, soprattutto in un piccolo paese da cui per vari motivi ho difficoltà  ad andarmene. Ma continuerò a testa alta, promesso.

Purtroppo spesso anche dando tutto noi stessi ci sono ostacoli che ce lo impediscono, l'importante, come dici tu, è continuare a testa alta non arrendendosi mai.

Per fortuna io non ho mai vissuto nella tua situazione, non oso immaginare lo sconforto che si ha nel provarle tutte senza avere dei risultati...

Se pensi davvero che il problema sia il paesino in cui vivi, allora io le proverei tutte pur di andarmene!

Vedrai che la situazione migliorerà !

Buona fortuna per tutto! :)

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