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[Manga] Name


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Introduzione

 

Cosa sono i manga? Perché ho scelto questo tema?

 

Cosa sono i manga? Qualcuno potrebbe pensare che sono semplici fumetti, semplici disegni su un foglio e forse per molti è così, ma non per me. Questi rappresentano un punto di riferimento, un luogo in cui nascondersi nei periodi difficili o semplicemente per dimenticarsi per un attimo della società  che ci circonda e rifugiarsi in un mondo fantastico, pieno di creature mostruose, eroi, criminali e detective, gatti e topi.

 

Come avrete già  capito questo tema significa molto per me, ma non solo per questo l’ho scelto; essendo un appassionato di tutto quello che riguarda l’oriente, in particolar modo il Giappone, mi sono avvicinato a questa passione grazie ad un altro mio grande attaccamento: il disegno.

 

Disegno da sempre, o meglio, da quando ne ho memoria. La prima volta fu quando mia madre mi portò a casa un’edizione speciale di Topolino, con il giocattolo da costruire, non mi appassionò molto il fumetto, ma impazzii subito per il giocattolo, purtroppo quei giocattoli li separavano in più edizioni, quindi non potei costruirlo subito, così obbligai mia madre a comprarmi i numeri successivi e pian piano iniziò a piacermi anche la storia ed ebbe così tutto inizio…

 

Passarono gli anni e la mia libreria si riempì; amavo leggere le avventure di Paperino o le storie d’amore di Topolino e Minnie, lo facevo per divertimento o per addormentarmi. In quel periodo decisi che volevo diventare un disegnatore di fumetti da grande, così supplicai mia madre di iscrivermi ad un corso per imparare le basi, lei annoiata dai miei piagnistei mi iscrisse all’unico corso di fumetti che trovò, ovvero un corso Migros.

Allora avevo dieci anni ed ero tutto emozionato perché mi sarebbe bastato imparare a disegnare un ragno per rendermi felice, ma che dico, di più! Il mio insegnante era un certo Mischa, non mi importava tanto il maestro quanto quello che avrei imparato, ma da lì a poco imparai a vederlo come amico ed ad ammirarlo come insegnante. Con lui non imparavi solo a disegnare, ma capivi anche le piccole cose della vita, ovviamente da bambino non potevo capirle, ma tutto ciò cambiò quando iniziai a crescere, sebbene questa sia tutta un’altra storia…

 

Purtroppo il corso finì praticamente subito, visto che si svolgeva ogni sabato per quattro settimane, ma feci amicizia con Mischa e scoprii che avrebbe iniziato altri corsi, in un posto appositamente allestito nella sua fumetteria. Mia madre, vedendo l’entusiasmo che ebbi per il primo corso, non ci pensò due volte ad iscrivermi ed ora come ora non potrei esserle più grato.

Grazie alla sua decisione imparai molte cose e ne migliorai altre, ma soprattutto conobbi il mondo dei manga. La fumetteria di Mischa ne era piena e quindi non indugiai un secondo nel chiedergli che cosa fossero.

 

“Fumetti, semplici fumetti…†fu la sua risposta.

 

Allora ne presi uno e iniziai a leggerlo come un comune fumetto, ma Mischa mi fermò subito, me lo girò e continuò la frase:

 

“Semplici fumetti giapponesi e come gli originali si leggono da destra verso sinistra.â€

 

Così mi spiegò che in Giappone il termine “Manga†non viene utilizzato per un genere in particolare, ma bensì per tutto quello che riguarda i fumetti e che la parola era stata italianizzata quando venne importato il primo fumetto in Italia e nel resto del mondo. Così, in poco tempo, la parola venne usata per un solo stile anche in Oriente, tanto da condizionare i Mangaka, disegnatori di comics, a usare solo quel genere di disegno. Non successe solo questo, i vicini del Giappone, Cina e Corea, inventarono dei propri fumetti con lo stesso stile dei manga, con il nome di manhua e rispettivamente manhwa.

 

Da quel giorno mi appassionai a questi libretti orientali, senza alcuna distinzione di genere, ma il mio preferito tuttora rimane il fantasy, ovvero, il genere con cui ho iniziato. Trovo che sia quello che lascia più libertà  di immaginazione e permette di capire anche molti valori, quali l’amicizia e l’amore; il coraggio e il fatto che non bisogna arrendersi mai. Mentre gli altri generi devono essere più realistici e quindi più schematici, pur essendo molto belli, non sembra di viaggiare in un altro mondo ed è difficile liberare la mente da tutto ciò che ti circonda, perché quel genere di manga parla del mondo, del nostro mondo e di una vita che anche se è più avvincente rimane la nostra, quella di una fittizia persona reale.

 

Ora torniamo alla seconda domanda.

Ho scelto questo tema perché volevo approfondire la storia dei fumetti giapponesi, come sono nati, cosa li ha resi così famosi e come riescono ad appassionare le persone al punto di permettere la nascita di nuove amicizie ed amori. Inoltre volevo anche approfondire il modo in cui viene strutturata un’opera nipponica, come è costruita, qual è il metodo migliore di creare una copertina; quando si inserisce un colpo di scena, quando va introdotto un nuovo e avvincente personaggio, insomma, come si disegna un manga.

 

 

La prima tavola

 

Prima di tutto vi è la storia. È la base di ogni buon prodotto e ovviamente è avvenuta prima!

Non molti sanno che il primo fumetto in assoluto è nato in Giappone, nel periodo Heian (749 – 1185), sotto forma di papiri, o meglio emakimono, rotoli di pergamena che associano i disegni a un testo, raccontando così una storia che viene scoperta dispiegando il rotolo. È da precisare che il testo associato a questi disegni era generalmente molto corto, quindi era possibile capire la storia solo guardando i disegni, che ritroviamo infatti anche nei fumetti odierni.

 

 Nel 1600, precisamente nel periodo Edo (1603-1868), si disegnavano vignette raffiguranti forme religiose sui muri dei templi sacri che successivamente vennero riprodotti anche su tavole di legno per permettere il trasporto nei villaggi vicini.

 

In quest’epoca si creò il termine “Edoâ€, termine che venne utilizzato per vignette erotiche, infatti “Edo†significa “anima impuraâ€, questo termine viene ancora utilizzato dai buddisti nipponici per definire le persone che non si sono ancora epurate delle proprie colpe e impurità .

Nel 1702 un famoso mangaka, Shumboko Ono, volle raccogliere i suoi disegni in un libro, rimasto fino ai giorni nostri come la raccolta di manga più antica del Giappone. Questa raccolta venne chiamata con il nome di “Tobaeâ€.

 

Il termine “Manga†però si coniò solo più tardi, nel 1815 circa, dal pittore Hokusai Katsushika come titolo per una raccolta di disegni satirici, manga infatti è la combinazione di due kanji, ossia:

 

漫( man)  = strano, buffo      

ç”»(ga)  = immagine, disegno

 

L’unione di questi due caratteri diede così origine al nome Manga, ossia “immagini divertentiâ€, questi kanji però si possono anche interpretare come “immagini in movimento†ovvero il concetto che sta alla base dei comics moderni.

 

Ma questa espressione venne utilizzata per i fumetti solo quando, agli inizi del 1900 circa, il mangaka Kitazawa Rakuten la utilizzò per una raccolta di opere orientali.

 

In Giappone si iniziarono a produrre veri e propri volumi solo quando furono importati i fumetti americani nel 1860, ma solo nel 1914 venne creata una rivista completamente dedicata ai manga chiamata “Shonen Club†che pubblicò il primo manga interamente giapponese, Norakuro. Questo fumetto narra di un cane randagio arruolato nell’esercito, esso nella seconda guerra mondiale fu la controparte di capitan America negli Stati Uniti e venne utilizzato come mezzo propagandistico.

 

Al dispetto dell’occidente però, durante il dopo guerra, i manga consolidarono il proprio stile.

Il manga nel resto del mondo inizia ad affermarsi solo agli inizi degli anni Novanta, con fumetti come “Ken il guerriero†o “Dragon ballâ€, entrambi famosi in tutto il mondo, persino tra i non intenditori. Grazie a loro ci fu il boom anche in Europa.

 

 

 

Corsa contro il tempo

 

Ci sono due metodi per iniziare a disegnare un manga, il primo, ovvero il più usato, è quello di scrivere la storia per poi disegnare gli eroi, mentre per il secondo si procede al contrario, si disegna il protagonista e solo dopo si scrive la storia intorno a lui; è meno utilizzato poiché esiste il rischio di creare un personaggio accattivante, ma non una buona storia. Vi sono rari casi in cui un mangaka ha un colpo di genio e riesce ad inventare un soggetto perfettamente integrabile nella storia. Secondo me almeno all’inizio bisognerebbe provare con il primo metodo, che è quello che spiegherò in seguito.

Name e Storyboard sono sinonimi, ma Name è generalmente usato in oriente, mentre Storyboard in occidente.

 

Con una base di inglese si può facilmente intuire cosa voglia dire Storyboard, essendo infatti composta da due parole:

 

Story = Storia                            

Board = Tavola

 

Ossia la tavola della storia. Tavola è un gergo tecnico per definire la prima stesura delle pagine di un fumetto che solitamente rappresentano il doppio delle dimensioni in cui verranno stampate.

Il Name invece è in un formato più piccolo rispetto a quello che verrà  stampato, perché lo si vuole produrre velocemente, solo per guardare la storia e l’impostazione delle vignette, che non sono mai uguali.

 

Un mangaka generalmente prima di disegnare le tavole definitive realizza due name, una brutta copia da mostrare all’Editor e successivamente una bella per la redazione una volta approvato.

 

L’Editor viene assegnato dal momento che firmi un contratto con una rivista ed è colui che legge e critica per il primo prototipo, offrendo buoni suggerimenti per assicurare la pubblicazione del manga. È anche colui che dovrà  consegnarlo al caposettore del proprio reparto in vista di una futura stampa.

La redazione è composta da tutti i capisettori e dal caporedattore che, insieme, decideranno quali fumetti verranno pubblicati e quali invece saranno scartati, queste decisioni vengono prese durante le riunioni sulle serializzazioni che si svolgono ogni due - tre mesi, a dipendenza della rivista. Spesso manga eccezionali vengono eliminati poiché “non adatti alla rivista†ed è un peccato visto che i mangaka hanno un contratto e non possono pubblicare su un’altra rivista. Le scelte quindi sono due: adattare il manga e rischiare di rovinarlo o riscriverlo dall’inizio e dover aspettare la prossima riunione per essere pubblicati.

 

Una volta che vengono decisi i manga da pubblicare si deve iniziare a disegnare le tavole definitive, ossia quelle che verranno stampate con tutti gli accorgimenti fatti dall’Editor. Dal momento che vengono serializzati si può ancora cambiare qualche dettaglio nella storia, ma se dovesse capitare bisognerebbe produrre un altro storyboard e mostrarlo all’Editor, che dovrà  infine approvarlo.

 

Quando si viene pubblicati è una corsa contro il tempo, bisogna disegnare il name da presentare all’Editor per il numero successivo e in contemporanea anche le tavole definitive per il manga che verrà  pubblicato la settimana successiva, su una rivista solitamente si aggirano intorno alle 30 pagine, il che vuol dire 60 tavole in una settimana; mentre per i volumi si contano fino a 200 pagine, quindi 400 tavole, ma queste vengono realizzate in un mese, ovviamente svolgere tutto questo lavoro per un unico mangaka sarebbe, se non impossibile, quasi. La redazione affianca subito degli aiutanti che possano disegnare gli sfondi, le ombreggiature e addirittura, a volte,  personaggi secondari, ma il grosso del lavoro spetta comunque al mangaka che, mentre disegna giorno e notte, deve anche pensare al proseguimento della storia, come ad esempio quando inserire finali a sorpresa o quando permettere l’entrata in scena di un personaggio.

 

Per creare una storia bisogna pensare prima di tutto all’ambientazione, il mondo può essere più o meno realistico, ma la cosa importante è che sia interessante e contenga qualche fattore segreto che invogli il lettore ad andare avanti nella lettura per scoprirlo senza annoiarsi.

Successivamente si pensa alla storia, deve essere intrigante, misteriosa, ma deve anche avere parti divertenti e sentimentali.

 

 

A dipendenza del genere,  ci sono vari fattori di cui tener conto e sono i seguenti:

 

Fantasy: Il mondo deve essere stravagante e fuori dal comune, bisogna pensare a luoghi inusuali e mai visti prima. La storia deve contenere di tutto, dalle risate alle situazioni tragiche, fino ad arrivare alle lacrime, se un manga riesce a far scendere le lacrime sul volto di un/a ragazzo/a si può dire che sia un buon fumetto.

 

Gialli: Questo genere di comics è un mistero già  di per sé, nonostante vadano di più sotto forma di manga realistico, esiste anche la versione “immaginariaâ€, che si avvicina di più allo stile fantasy. Qui, più che in qualsiasi altro manga, è importante l’intrigo e i segreti: a partire dall’eroe, oltre ad essere intelligente ed affascinante, deve avere un passato nascosto, così che, all’occorrenza, si può cambiare il senso della serie.

 

Drammatico: Per scrivere bene una storia tragica, bisogna prima di tutto sviluppare attentamente e scrupolosamente i sentimenti e la storia del protagonista e renderli il più possibilmente verosimili in modo che il lettore possa identificarsi e provare le stesse emozioni. Alcune opere di questo genere possono anche essere terapeutiche, mostrando come il personaggio riesce ad affrontare i propri problemi.

 

Horror: Parola inglese conformata all’italiano, indica il genere dell’orrore. È un genere molto cupo e pauroso, contenente serial killer (assassini) o  mostri, solitamente l’eroe rimane vivo per miracolo ogni volta. Questo stile generalmente non sfonda molto poiché è difficile creare serie lunghe incentrate sul terrore.

 

Storico: È il realistico per antonomasia, bisogna rispettare scrupolosamente ogni evento accaduto per una buona riuscita del manga; esistono generi che mescolano il fantasy allo storico, in questo modo si può fare una serie duratura, mentre, realizzando un manga puramente storico, quando la storia finisce, non c'è altro da aggiungere o modificare.

 

Western: Non è particolarmente conosciuto in oriente, ma ci sono alcune opere famose fra gli amanti del genere, quali Red di Kenichi Muraeda e Cawboy bebop Yutaka Nanten, principalmente si trovano fumetti americani, ma anche qui c’è una cosa importante da rispettare, l’ambientazione e il vestiario, senza questi due fattori non si può definire western.

 

Ma quando si parla di generi nei comics giapponesi non si intende solo questo, bensì anche il pubblico a cui è destinato un genere di manga:

 

Kodomo per bambini fino a dieci anni: 

 

·         Aniparo: parodie di altri anime, spesso in stile super-deformed

·         FantasÄ«: storie fantastiche e fantasy

 

ShÅjo- Josei(18+) per ragazze da dieci anni in su:

 

·         MahÅshÅjo: storie con protagoniste dotate di poteri magici

·         ShÅjo-ai: storie d'amore tra ragazze

·         ShÅnen-ai: storie d'amore tra ragazzi

·         Ren'ai: storie d'amore

·         Romakome: commedie romantiche

 

ShÅnen– Seinen(18+)per ragazzi da dieci anni in su:

 

·         SF: storie di fantascienza

·         Mecha: storie di fantascienza incentrate sui robot

·         Spokon: storie sportive

·         Meitantei: storie poliziesche

·         FantasÄ«: storie fantastiche e fantasy

 

Ci sono anche quei generi di cui tutti, o quasi, hanno paura di parlare, ovvero i generi pornografici:

 

Hentai:storie erotiche (soft hentai) o pornografiche (hard hentai)
Yaoi : erotismo/pornografia omosessuale maschile
Yuri: erotismo/pornografia omosessuale femminile
                                                                             

Rorikon: erotismo/pornografia adolescenziale femminile
Shotakon: erotismo/pornografia adolescenziale maschile

 

 

E infine ci sono anche le fan art e i dojinshi, disegni di personaggi già  esistenti e manga di serie, solitamente famose, disegnate dai fan. Spesso raccontano cose che non vengono dette nelle opere e molte volte risultano essere storie d’amore fra i protagonisti. Anche qui si trovano dojinshi pornografici.

 

Dopo aver pensato al genere e al pubblico a cui è destinato si procede creando degli artwork, ovvero l’analisi del personaggio e dei paesaggi sotto forma visiva. Si disegnano le varie pose, espressioni e caratteristiche del protagonista e degli antagonisti, anche il vestiario va pensato e ideato per ogni soggetto, poiché anche i vestiti danno un’idea del carattere. Se si sta parlando di un manga fantasy bisogna inoltre fare l’analisi anche di ogni singola creatura, sia mitologica che inventata.

 

A questo punto si può iniziare a disegnare il name da presentare all’ Editor, bisogna pensare però se lo si presenta per una serie o per un capitolo autoconclusivo, nel caso si stia pensando ad una serie non bisogna rivelare troppo del protagonista, così da invogliare il pubblico a leggere il seguito, invece, per un capitolo autoconclusivo,bisogna rivelare il più possibile del protagonista, per coinvolgere il pubblico. In una serie più che mai sono importanti le entrate in scena di nuovi antagonisti, personaggi e svolte nella storia, ma quando vanno integrate?

In Giappone ci sono riviste come la ShonenJump che pubblica serie e capitoli autoconclusivi solo con il genere shonen, come suggerisce il nome, ossia riferito a un gruppo di giovani dai 10 fino a 18 anni, questo genere di riviste settimanali chiede al pubblico di compilare un modulo di apprezzamento e tramite le risposte che ricevon,  stilano una lista che va dal manga più apprezzato, primo posto, al meno votato, ultimo posto. Tramite questa graduatoria si può facilmente capire se il pubblico sta iniziando ad annoiarsi, ovvero quando si scende rapidamente in classifica. È in questi casi che bisogna dare una svolta alla storia e il miglior modo è aggiungere un nuovo antagonista, poiché, al contrario di quello che si pensa, il cattivo è ben più importante del protagonista, basti pensare al già  sopracitato Dragonball: ad ogni capitolo sorge un nuovo malvagio pronto a sconfiggere Goku, ma non basta questo, spesso il lettore si affeziona a un’antagonista, ed è così che è nato Vegeta, il cattivo principale, colui che vuole sconfiggere Karrot ad ogni costo, che non si arrenderà  davanti a nessun ostacolo pur di riuscire nel suo intento, in modo da creare una sfida eterna fra i due, cosa che fa vivere tutt’oggi questa opera di grande successo.

 

 

La mia collezione

 

Ho una vera e propria collezione di fumetti, tanto grande che quasi potrei mettermi a rivenderli.

Ormai ho superato la cifra dei 100 manga da molto tempo, ho perso il conto, ma credo di essere intorno ai 700, sono circa 4000.- CHF di materiale, ovviamente mi piacciono tutti, ma solo alcune serie si aggiudicano il titolo di “preferiteâ€, che sono le seguenti:

 

Death Note:

 

Il mio primo manga, l’ho amato in tutto e per tutto, parla di un ragazzo che trova il quaderno di uno shynigami e scopre tramite delle regole scritte in prima pagina, che è possibile uccidere le persone conoscendo il nome e il volto, inoltre è anche possibile decidere la causa della morte. Light è un ragazzo intelligente e capisce subito il potere immenso che racchiudeva questo fascicolo e decide di sfruttarlo per il bene, ammazzando i criminali in circolazione e in galera. Purtroppo al governo non sta bene questo improvviso sterminio di massa e decide così di assumere un investigatore privato, Elle, e fu così che iniziò la guerra psicologica. 

 

 

"Creerò un nuovo mondo, un mondo popolato solo da gente buona e onesta. Un mondo del quale io sarò il dio assoluto!"

                                                                                                                                   

Light Yagami

 

FairyTail:

 

Un manga fantasy ambientato a Fiore, un paese in cui regna la magia incontrastata. I maghi si riuniscono nelle gilde, per affrontare missioni e stare in compagnia.

FairyTail è una delle gilde più grandi e forti di Fiore, Natsu, il protagonista, è un membro di questo gruppo, pieno di energia e determinazione, non pensa mai prima di agire e con il suo carisma riesce a stringere subito amicizia con tutti, è grazie a questo ambiente allegro che quest’opera è riuscita ad entrare nel mio cuore, ma anche grazie ai momenti di tensione e perché no, di tristezza, che alcune volte mi hanno anche portato a far scivolare una lacrima o due sulle guance.

 

“Seppellisci la sofferenza di perdere le persone che ami nelle braccia dei tuoi amici."

 

Erza Scarlett

 

Bakuman:

 

È un fumetto che ho scoperto solo recentemente, sono riuscito a comprarmi la serie completa in un colpo solo e non appena ho letto il primo volume mi son divorato i successivi.

È molto speciale come comics, è realistico e fantasy al tempo stesso, insegna a sognare, non importa cosa ti succeda, bisogna sempre sognare e cercare di realizzare i propri sogni, non importa se ti butteranno giù, tu ti dovrai alzare più forte di prima e andare avanti, dritto fino alla meta.

Inoltre questo manga mi ha aiutato a realizzare il mio LA, perché parla proprio di comics, di due autori, un disegnatore e uno sceneggiatore, che alle medie decidono di unirsi per realizzare un opera di successo, al tempo stesso una loro compagna sta cercando di diventare una doppiatrice, il disegnatore, Mashiro, è innamorato dalle elementari di questa ragazza, Miho, e decide di dichiararsi, scopre così che anche lei è innamorata di lui dalle elementari, per cui decide di farle una promessa: l’avrebbe sposata non appena un loro fumetto sarebbe diventato un anime (cartone animato giapponese) e lei ne avrebbe doppiato l’eroina, fino a quel momento non si sarebbero mai visti. Ed è così che si supportano tramite sms ed e-mail per accertarsi che i loro sogni si realizzino il prima possibile.

Questa Opera, con la O maiuscola, è degli stessi autori di Death Note.

 

“Chi ha un sogno e cerca in ogni modo di raggiungerlo... chi è ancora in cerca del suo sogno... io faccio il tifo per loro.â€

 

Miho Azuki

 

 

 

Il tempo che scorre

 

La parola Anime deriva dalla traslitterazione della parola inglese Animation ossia Animēshon, che poi venne abbreviato in Anime, come sopracitato.

 

La trasposizione dei manga in cartone avviene quando quest’ultimo diventa famoso.

Gli anime hanno diversi formati, tra cui le serie tv e i lungometraggi tra cui:

 

OVA (Original Video Anime) sono gli anime che vengono prodotti direttamente per il mercato degli home video.

 

TVA (Tv Anime) sono i cartoni animati prodotti come serie tv, ossia per il mercato televisivo.

 

ONA (Original Net Anime) è un formato creato recentemente, appositamente per la WebTv, ossia per il commercio online.

 

Il cartone animato giapponese viene prodotto seguendo scrupolosamente il comics infatti, guardando il cartoon a fotogrammi, si può trovare ogni singola vignetta presente nel manga, a volte con leggere modifiche, ma per la maggior parte delle volte sono identiche.

 

La sensazione dello scorrere del tempo in un fumetto viene data semplicemente distaccando le vignette l'una dall'altra così lasciando uno spazio bianco. I nostri occhi e la nostra mente, percepiscono quello spazio vuoto come una frazione di tempo, che può essere di un secondo come di un minuto.

La durata di questo spazio verrà  poi decisa dalla vignetta successiva che ci aiuterà  a capire quanto tempo effettivamente sia passato.

L'Anime invece, essendo caratterizzato da immagini in movimento, non ha bisogno di questi trucchi poichè l'autore andrà  a colmare quel lasso di tempo con nuovi disegni, creando così una specie di pellicola per cinepresa, anche se ormai viene creato tutto digitalmente.  Un episodio equivale solitamente a uno o due capitoli del manga ed è per questo che la serie animata conta un numero maggiore di puntate rispetto ai volumi stampati.

 

Conclusione

 

 

"I deboli resteranno sempre i deboli, ma debolezza non significa malvagità , visto che di base gli esseri umani sono dei deboli. Le gilde esistono proprio perché da soli ci si sente insicuri, ecco perché ci vengono offerti dei compagni! Avanzare insieme, fianco a fianco, per vivere intensamente, i più maldestri incontreranno più ostacoli degli altri e forse avranno bisogno di più tempo, ma se avranno fiducia nel domani, otterranno a loro volta la forza necessaria per ridere e vivere appieno!"

 

Master Makarov - Fairy Tail

 

Per quanto una persona possa pensare che i fumetti siano per bambini, gli basta leggere questa frase per capire quanti sentimenti possano contenere poche pagine, il tutto viene rafforzato dalle opere realizzate con la massima cura da grandi artisti, alcuni autori potrebbero lasciar dire tutto ai loro disegni senza nemmeno scrivere una parola e sarebbero capaci di far scaturire emozioni che neanche alcuni dei libri più famosi susciterebbero.

 

I comics non sono solo un passatempo, sono un vero e proprio stile di vita, dove milioni di persone cercano conforto o risate. Opere che sono in grado di unire o dividere centinaia e centinaia di persone anche per un piccolo avvenimento nella storia.

 

Leggendo fumetti si imparano anche aspetti della vita alla quale solitamente non si presta attenzione, ci insegnano la cultura di altri paesi e ci insegnano ad ammirarli ed amarli. Aumentano il nostro sapere.

Un manga può cambiare la vita, come è successo nel mio caso. Ogni giorno cambiano la vita di qualcun altro, riescono ad ampliare la mente e capire che non tutto sono soldi e idee. (Riferimento al titolo comparso nel comics Bakuman "Soldi e idee sono tutto".)

 

Con questo lavoro di approfondimento volevo dimostrare che la letteratura non comprende solamente grandi autori come Dante Alighieri o William Shakespeare, che non sono certamente comparabili essendo di tutt'altro livello, ma  si può sicuramente imparare molto anche dai fumetti, come le storie di vita, i valori e l'umanità .

 

Questi testi sono una parte del mio lavoro di diploma, ho deciso di pubblicarlo poiché non ho visto una vera e propria discussione sui manga e ho pensato che bisognasse rendere onore a queste meravigliose opere.

 

Lo so è un po' lungo, ma mi son divertito a scriverlo e spero che voi vi siate divertiti a leggerlo!

Non vedo l'ora di scoprire cosa ne pensate voi dei manga e quali sono i vostri preferiti!

 

Saleon

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Moooolto interessante, complimenti

Ho la libreria piena di manga (tutti e 42 i fairy tail <3) non so più dove metterli -.-" e devo iniziare pure bakuman, me l'hanno consigliato

Perché non metti qualche immagine (se hai sbatti ovviamente)?

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Moooolto interessante, complimenti

Ho la libreria piena di manga (tutti e 42 i fairy tail <3) non so più dove metterli -.-" e devo iniziare pure bakuman, me l'hanno consigliato

Perché non metti qualche immagine (se hai sbatti ovviamente)?

Io ho dovuto comprare una seconda libreria per i manga ahahahha

 

Appena ho tempo/sbatti provvederò a mettere immagini, in realtà  erano già  previsti disegni fatti da me, che avevo messo anche nel lavoro di diploma, ma ora vedo cosa mettere ^^

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definire manga "comics"... "il comics bakuman" :fg:   no vbb. potevo ancora ancora capire "il fumetto giapponese bakuman"


 


non so se hai mai studiato letteratura, ci sono differenza fra racconto, novella e romanzo, idem per manga, fumetto e comics  :th_sisi:


idem per le le light novel. mica diciamo "il romanzo di another", la light novel di another!


 


magari comprando un comics (possibilmente marvel o dc) vedi di persona le differenze  ;)


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definire manga "comics"... "il comics bakuman" :fg:   no vbb. potevo ancora ancora capire "il fumetto giapponese bakuman"

 

non so se hai mai studiato letteratura, ci sono differenza fra racconto, novella e romanzo, idem per manga, fumetto e comics  :th_sisi:

idem per le le light novel. mica diciamo "il romanzo di another", la light novel di another!

 

magari comprando un comics (possibilmente marvel o dc) vedi di persona le differenze  ;)

Comics è la parola inglese per fumetto.

Manga è la parola giapponese per fumetto.

Non ci sono differenze, inoltre non potevo ripetere mille volte la parola "manga".

 

Semplicemente sono state utilizzate per designare un tipo di fumetto e quindi siamo abituati a quella dicitura, ma ti assicuro che non c'è differenza n_n

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