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[Wen_Dark-Shadow] Pokémon - "Una nuova avventura" [1-?]


Wendrew

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In fondo, è semplicemente "Una nuova avventura"

 

Se avete tempo per soffermarvi su un titolo così banale avete tempo anche per leggere. Spero che vi piaccia questa FF, anche se in realtà  non so se avrò il tempo o la voglia di continuarla o meno. Comunque pubblico il primo capitolo per vedere la reazione di voi utenti alla FF. Ecco il link per i commenti, perciò non commentate qui sotto! Buona lettura.

 

Compagni

 

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Wen (M)

Eroe di Hoenn

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Latios (M)

Livello ???

 

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Vera (F)

Star delle Gare

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Blaziken (M)

Livello 75

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Latias (F)

Livello 70

 

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Brendon (M)

???

 

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Lino (M)

Capopalestra di Ciclamipoli

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Gallade (M)

Livello 80

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Altaria (M)

Livello 80

 

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??? (?)

???

 

*naturalmente so che potete capire dal logo

 

 

Capitolo 1

Una nuova avventura

A prima vista, Wen poteva sembrare un ragazzo come tanti. Abbastanza alto, non molto robusto, anche un po' magrolino forse. Pelle chiarissima, occhi di un giallo scuro molto profondo, capelli castani, lunghi e spettinati. Solitamente indossava una t-shirt candida, un giacchetto nero pece con delle maniche che arrivavano fino ai gomiti e dei pantaloni grigio cenere. Poi gli scarponi in pelle, come la borsa, ed infine, naturalmente, il cappello mimetico che il suo fratello maggiore, prima di scomparire senza mai più farsi vedere, gli aveva regalato.


Per Wen quella era una mattina qualunque. Era sdraiato sulla sua coperta, ad un angolo della piccola base segreta, proprio vicino al PC. Era sveglio già  da un po', ma non aveva voglia di alzarsi. Probabilmente sarebbe stata una giornata come un'altra. L'avrebbe passata a giocare al PC, e magari sarebbe uscito a rubare qualche bandiera o a sconfiggere qualche allenatore. Ormai nessuno era più in grado di impedirglielo. Era diventato troppo forte, fin troppo forte per chiunque. Non c'era più sfida, non c'era più avventura. Non era più come le emozioni vissute quando aveva salvato Hoenn ben due volte, sconfiggendo Groudon e poi Deoxys. Forse era proprio questa noia che l'aveva spinto a mandare i suoi Pokémon in giro per il mondo ad allenarsi per diventare ancora più potenti, tenendo con sé solo Latios. Il ragazzo fissò per un istante il soffitto della piccola base, continuando a pensare a cosa ne sarebbe stato di lui, e della sua vita che andava così ormai da un anno intero. "Bah" pensò, "basta scervellarsi". Così, senza la forza per alzarsi, richiuse gli occhi cercando di riaddormentarsi.


E proprio quando stava per cadere nel sonno fu risvegliato dall'odioso e ripetitivo suono del NaviPhone. Era difficilissimo cambiare suoneria. Credeva che prima o poi si sarebbe abbituato a quella lagna, ma essendo passato un anno e mezzo da quando l'aveva ricevuto forse era ora di ricredersi. Con un gesto rapido, senza guardare chi fosse il chiamante, attaccò, poi si rimise a dormire. Ma fu di nuovo interrotto dall'insistente musichetta del telefono, quindi, un po' alterato, se lo portò all'orecchio e rispose. "Chi è?" "Ehilà  Wen! Quanto tempo che non ci sentiamo! Ascolta, ho bisogno di te: perché non vieni al laboratorio ad Albanova?" Wen si grattò la testa, anche se era coperta dal cappello. "Scusa, chi sei?" chiese. Dal cellulare si sentì una risatella, poi la risposta: "Non mi riconosci? Sono il professor Birch!" Wen continuò a non ricordare. Ormai erano poche le persone che ricordava. La noia lo stava portando sull'orlo dell'oblio e della follia. Così con un po' di imbarazzo aspettò che questo professore dicesse qualcos'altro sul proprio conto. "Ehm.. Wen. Il PokéDex, la tua avventura... Mudkip!" Quel nome, Mudkip, accese una scintilla nella mente del ragazzo. Mudkip, il suo primo Pokémon, lo stesso che ora era diventato un possente Swampert e che si stava allenando chissà ddove. "Oh professore! Scusi, è che mi sono svegliato ora e..." "Oh ti ho svegliato?" chiese Birch un po' dispiaciuto. "No no, non fa nulla... comunque, non posso venire oggi..." Ci fu un brevissimo momento di silenzio, poi l'uomo continuò. "Ci sono anche i tuoi vecchi amici, mia figlia Vera, Brendon e Lino." Al pensiero di poter rivedere i suoi vecchi amici dopo tanto tempo, e anche al pensiero di aver trovato una possibile via di fuga da quella terribile noia, Wen decise di accettare "l'invito", o forse sarebbe stato più appropriato "la richiesta di presenza".


Preparò per bene la borsa, poi suonò il flauto eone e Latios scese dal tetto della base. Wen accese il MegaBracciale: era un bel po' che non lo faceva. Il MegaBracciale, portatore di emozioni e vecchi ricordi. Quel semplice bracciale che era però in grado di scaturire una potente energia grazie alla grande amicizia fra allenatore e Pokémon. Sulla bocca di Wen apparì un leggero sorriso. La magia della MegaEvoluzione stava per avvenire, Latios brillò di una luce dei sette colori dell'arcobaleno. Ma poi qualcosa andò storto. La luce divenne grigia e spenta. Latios tornò normale. Il sorriso di Wen scomparve, e una piccola, insignificante lacrima scese sulla sua guancia. O forse non era poi così "insignificante". Wen sospirò, poi ci fu un istante di silenzio, che sembrò durare un'eternità . Wen guardava il terreno. Latios guardava l'allenatore, con un'espressione un po' preoccupata. "Andiamo" disse il ragazzo, salendo in groppa al proprio Pokémon.

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Capitolo 2


Un incarico importante



"Papà , mi cercavi?" la figlia del professor Birch, Vera, era appena arrivata al laboratorio del padre. Vera era una ragazza molto energica. Indossava sempre, indipendentemente dalla stagione, una canottiera blu, dei cortissimi pantaloncini bianchi e neri e un paio di grandi scarpe gialle. Per questo, in inverno, si lamentava sempre del freddo, ma nonostante ciò era affezionata a quei vestiti, metteva mai qualcosa di più pesante. Era caratterizzata dai suoi insoliti capelli castano chiaro, che si dividevano in due grandi ciuffi che facevano da contorno al suo innocente viso da bambina e ai suoi occhi del colore dell'oceano. Infine, come dimenticare il suo grande fiocco blu e bianco che teneva sempre sulla testa. Tutte queste cose, insieme naturalmente alla sua abilità  come coordinatrice, l'avevano resa famosissima nel mondo delle gare. E un paio di mesi prima si era guadagnata il titolo di star delle gare sconfiggendo la mitica Ornella in una competizione. Il tutto grazie al suo Blaziken, capace di incantare tutti gli spettatori grazie al suo grande fascino.


"Ehi Vera, eccoti finalmente!" rispose il padre, sorridendo alla vista della sua amata figliola. Poi prese uno sguardo serio. "Ascolta, è qualcosa di molto importante. Devi andare a Ciclamipoli e ad Iridopoli. Sai cosa intendo." Vera pensò un momento. "Capisco. Vuoi che chiami Lino e Brendon. Ma cosa mi dici di Wen?" "Non preoccuparti, l'ho appena chiamato. Ora vai, io devo stare qui ad aspettare Wen e molte altre persone importanti." Vera non capiva cosa stesse succedendo, ma probabilmente era qualcosa di serio. Uscì dal laboratorio con passo lento e costante senza neanche salutare. "Vai, Latias!" Da una delle Pokéball della ragazza usci Latias, la sorella del Latios di Wen. "Megaevoluzione!" gridò poi Vera accendendo il suo MegaBracciale. Latias iniziò a brillare di una luce dei colori dell'arcobaleno, e in una decina di secondi si trasformò in un maestoso MegaLatias. "Su, andiamo da Lino e Brendon, Latias!"


"Tesoro guarda lì!" "Sì, è proprio lei!" "E' Vera, la star delle gare!" "Wow!" Vera, in groppa al suo Pokémon, volava basso, poco sopra i tetti degli edifici delle città . Così, tutti i suoi fan riuscivano a vederla e ad acclamarla. Non avrebbe voluto attirare troppo l'attenzione, ma sapeva che l'avrebbe fatto anche volando più in alto, quindi tanto valeva far faticare meno Latias. Vera salutò tutti arrossendo, poi scattò verso la città  di Ciclamipoli. Lì Lino aveva sostituito l'ex-capopalestra Walter da circa sette mesi.


Vera arrivò di fronte alla palestra, e la porta automatica si aprì al suo passaggio. La ragazza iniziò a camminare dritta dritta verso la fine dell'edificio. "Ferma! Non m'importa se sei una star delle gare o meno, non arriverai da Lino finché non mi avrai battu-" Lo Psichico di Latias, ancora fuori dalla sua sfera, colpì un fastidioso allenatore che voleva rallentare l'andata di Vera, ormai abbastanza scocciata. "Ehi Vera!" Era Lino. Lino era un timido ragazzo dai capelli spettinati e verdi come l'erba, gli occhi del colore del cielo. Indossava una lunga giacca azzurrina, dei pantaloni chiari e infine delle scarpe bianchissime. Anche lui possedeva un MegaBracciale, anche se all'inizio la pietrachiave era incastonata in un ciondolo che però si è rotto durante la sua prima lotta come capopalestra. Da quando Walter era andato in pensione e Tell e Pat avevano abbandonato la palestra per andare a controllare il Monte Pira, si era liberato un posto per un capopalestra di tipo Psico, posto che Lino si affrettò a prendere assieme al suo Gallade.


"C-che cosa ti porta qui?" chiese il ragazzo, con il suo tipico balbettio. "Sembra che mio padre abbia bisogno di me, te, Brendon e Wen. Dev'essere qualcosa di importante." Lino divenne serio. "Dirò ad Altaria di portarmi da Brendon. Tu torna da tuo padre e vedi com'è la situazione." Vera rifletté un momento, poi pensò che sarebbe andato bene così. Lino informò la guida della palestra che si sarebbe assentato, quindi i due amici uscirono e si alzarono entrambi in volo coi loro Pokémon, separandosi. "Altaria, MegaEvoluzione!" Il grido di Lino e l'attivazione del suo MegaBracciale trasformarono l'Altaria su cui stava volando in un MegaAltaria. "Vola verso Iridopoli!"



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