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[Tipo_Triste] Pokémon Sad's Adventure


Tipo_felice

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Ok, questa è la mia primissima fict, so di non saper scrivere o che i capitoli sono brevi, ma si cerca di migliorare. Avendo già  pubblicato i primi due capitoli su un altro forum domani stesso pubblico il secondo capitolo. Fatemi sapere e correggetemi (nella discussione apposita, qui NON commenate) XD

Prefazione

"Azoth, Sad, SCAPPATEE!!!!!!!"

Si alzò una nube di polvere di proporzioni colossali. Sentii un dolore lancinante, stavo perdendo la vista. Nonostante i detriti avessero gravemente danneggiato le cornee, riuscii a scorgere il distruttivo fascio di luce azzurra spaccare il celo in due. Non c'erano più Sole, nuvole, tutto il deserto era piombato nell'oscurità . Si iniziava a formare la Nube Nera... era finita, dopo tante peripezie, mi ero arreso.

Ma poi, all'improvviso, una voce tonante rimbombò nell'aria. Probabilmente sentivo il suono molto amplificato per via della cecità , e sembrava quasi producesse un eco

"NO, LA VIA È CELATA... MA È IL MOMENTO"

Il cuore mi esplose in un mix di speranza e sconforto. Sapevo cosa fare. Lo scenario desertico andava diradandosi, i cadaveri delle persone care morte in battaglia scomparivano; riacquistai la vista. Non ero più nel paesaggio post-apocalittico di un attimo fa. Scettro alla mano, mi incamminai verso il Portone del Fato. Sapevo che di lì non sarei più uscito... né vivo... né morto.

Capitolo 1

Proseguii a piccoli passi verso la mastodontica porta. Attorno a me il vuoto più assoluto. Giunsi alla maniglia, appena la toccai sentii un brivido raggelante trapassarmi tutto il corpo. Entrai, ora dovevo solo aspettare. Ero in un vortice d'energia che mi stava lentamente portando a destinazione. Il tempo era fermo, rischiavo di impazzire. Ma lì ebbi modo di ricordare, ricordare il perché di tutto questo, di quando tutto ebbe inizio; e me lo ricordo bene, quel giorno d'estate...

"Pangoro, colpisci!!!"

"Pyroar schivalo e usa Lanciafiamme"

"Armatura, Pangoro!"

Le fiamme si infransero sullo scudo della bestia

"Hm... Benissimo! Vai con Gigaimpatto!!!!"

Pyroar cadde a terra stremato. I due sfidanti, due persone molto robuste con il viso coperto da elmo in ferro, parte di infrangibili e sfavillanti armature, si avvicinarono l'un l'altro per congratularsi. Dopo la stretta di mano rivelarono i loro volti.

"Ti ho battuto di nuovo, vecchio mio"

"Dovrò far riparare l'armatura di Pyroar... Ma la prossima volta andrà  tutto diversamente"

"Se lo dici tu..."

L'uomo fece come un ghigno ironico. Poi riprese

"Ah, Damon, come sta tuo figlio? So che doveva iniziare il suo lavoro da addestratore in questi giorni"

... Casa di Sad...

"Sad!!! Alzati!!!!"

La voce della mamma è sempre assordante... Mi alzo dal letto precipitosamente. Osservo la mia stanza, potrei passarci poco tempo d'ora in poi. Un piccolo spazio di forma irregolare, interamente in legno, piano superiore di una modesta casetta di proprietà  di mio padre. Rifaccio velocemente il letto di lana di Mareep, faccio scorrere rapidamente il dito tra gli scaffali della libreria. Prendo il diario e scendo di sotto.

Mamma mi stava aspettando con una colazione molto ricca in onore dell'evento; mangio velocemente, saluto tutti e via! La strada da fare per arrivare in accademia è lunga, così ne approfitto per buttar giù qualche riga. Prendo il bastoncino imprignato di inchiostro di Octillery inesauribile e apro il diario.

Karuos, 12° Giorno del sole, anno del Tauros.

Questo mondo, è abitato da creature dai poteri straordinari, che chiamiamo Demoni o Creature Mistiche. Abitano ogni luogo possibile, addirittura nelle profondità  dei mari. I Demoni sono doni degli Dei, armi potenti che il grande Xerneas ci ha donato per far proliferare questa terra e difenderla dagli aggressori. Per controllarli, rivestiamo gli esseri sovrannaturali con potenti armature impregnate in liquido magico. Queste rendono il Demone inoffensivo e adatto all'addestramento. Oggi, nel piccolo borgo di Nagediom, sta per nascere un nuovo addestratore di Demoni... farò del mio meglio.

Il tempo passa in fretta mentre si scrive, quindi per ora ti lascio, caro diario!

Eccomi qui, l'accademia dei Domatori. È qui che i ragazzi del villaggio vengono iniziati all'addestramento delle Creature. Spalancai la porta col cuore in gola; la struttura era una grossa arena per i combattimenti a cielo scoperto. C'erano due ragazzi che stavano educando alla lotta i loro Demoni. Un Rhyhorn e un Helioptile. I mostri, controllati dalle armature, obbedivano ad ogni comando venisse loro dato. Rhyhorn ebbe la meglio. I due ragazzi, o meglio, il ragazzo e la ragazza, mi si avvicinarono. Era strano, sono poche le ragazze che decidono di intraprendere questa carriera. "Ciao io sono Lya, e lui è mio fratello Ra"

Lui era un tipetto mingherlino, esile, capelli corti e castani. Lei era magra, capelli biondi molto scuri, ma ci vedevo delle sfumature di rosa, occhi verdi e voce limpida.

"Ehi!!! Ci sei!?"

Ah, mi ero perso nei miei pensieri, accidenti.

"Io sono Sad, piacere!"

"Noi andiamo in mensa, dopo vieni eh!"

Ci salutammo. Erano ragazzi simpatici. Mi diressi verso il banco delle registrazioni. Notai tra le tante cose un enorme calderone, probabilmente dove si forgiavano le armature.

Finalmente mi iscrissi ufficialmente all'accademia; mi diedero la stanza e un documento, in papiro, che avrebbe testimoniato l'appartenenza al posto. Avrei iniziato l'indomani,

quindi decisi di andare in stanza: uno spazio piccolo, pareti in legno, tetto di paglia, e una finestra. Mi addormentai, volevo fosse domani...

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Capitolo 2

---Nagediom---

Partii dopo la mia battaglia contro Otto, a cui lasciai Pyroar. Potenziai al limite l’armatura di Gogoat, il mio mezzo di trasporto, presi acqua e viveri e mi diressi a Nord. Trascorsi in groppa al demone tre giorni e tre notti: superai montagne, paludi, gole terribilmente profonde, ma alla fine giunsi a destinazione:

Cromlech, l’ultimo villaggio degli Uomini Montagna. Era un piccolo borgo situato a nord-est di un promontorio, si sentivano le onde infrangersi sulla roccia. La caratteristica singolare è che l’intera zona era circondata da grosse rocce monolitiche, erette lì dagli antenati degli Uomini Montagna secoli prima. Dagli abitanti del posto queste pietre sono trattate al pari di divinità , e si dice anche che dentro vi scorra linfa di demone. Il villaggio era composto da una cinquantina di case in legno tutte distanti l’una dall’altra parecchi bracci, e questo rendeva il posto molto spazioso. La cosa curiosa, che mi lasciò attonito la prima volta che venni qui, è che le case sono molto basse per un Uomo Montagna; infatti le abitazioni sono scavate su piccoli crateri, in modo che una volta entrati, e scesi da un apposita scala, il soffitto risulti molto alto. Attraversai il viale principale in groppa a Gogoat, fino a giungere al promontorio, dove vi era un ultima casa, la casa per cui ero qui. Scesi dal demone, a cui dissi di rimanere fuori, e bussai. Tre tocchi rapidi e poi altri due lenti.

"Damon, entra!"

la voce roca e potente come al solito. Aprii la porta, scesi; la casa non era altro che una grossa stanza quadrata, con pareti di legno e pavimento in pietra, nella quale c’erano svariati mobili e librerie, un letto in un angolo, un tavolino in legno nel mezzo e, addossata ad una parte, una grande scrivania. In realtà  tutto era più grande del normale lì. Il padrone di casa stava lavorando alla scrivania; non mi guardò nemmeno, tutto immerso nel suo misterioso adoperato, che mi disse: "Cos’è che ti riporta qui, Damon?" Io sospirai, attesi un attimo, sapevo che quello che stavo per dire lo avrebbe turbato: "Dobbiamo parlare... si tratta di tuo fratello" Smise di agitare quel suo arnese sul banco da lavoro, su cui lo lasciò cadere; si alzò tutto d’un tratto, era enorme, cosa accentuata dalla gigantesca ombra proiettata su una parete da una lanterna. Lentamente si voltò verso di me. Era una persona strana, sembrava vecchio, ma era giovane, o il contrario? I lineamenti erano molto pronunciati, la bocca piccola ed enorme allo stesso tempo. I capelli contemporaneamente bianchi e biondi, come di un giallo che aveva perso colore. E naturalmente alto, più di 10 piedi forse. Ma credo che mi sia sempre sembrato così diverso per la sua natura, non è un umano come me, è molto diverso. "Non nominarlo!" , disse dopo quel momento di stasi.

Avevo capito che la discussione sarebbe potuta finire male, e male per me naturalmente. Quindi decisi di arrivare subito al dunque: "Azoth, ascoltami. Sta per succedere l’inimmaginabile, devi indicarmi la via per giungere a corte. Solo tu tra i plebei conosci la collocazione del palazzo, dimmi dov’è, devi farlo." Rimase in silenzio per qualche attimo. C’era tensione nell’aria, avevo paura della sua risposta. Azoth sospirò, poi mi disse: "E dimmi Damon, qual è questo problema? Che cos’è che sta per succedere?" Mi tranquillizzai. Iniziai a raccontargli l’accaduto:

"Tutto è iniziato dodici giorni fa; tutto il villaggio si stava preparando ad accogliere il mese del sole con una grande festa a notte fonda, come vuole la tradizione. Addobbavamo le case, preparavamo dolci, tutto sembrava andare per il meglio, come ogni anno. Ma poi... arrivò un messaggio dalla Città  dei Lumi. Dovevo andare lì al più presto, mi stavano aspettando per una riunione importante. Lasciai il villaggio in fretta e furia, in meno di una notte ero lì; all’entrata del Gran Consiglio c’era un insolita folla. Entrai facendomi spazio tra la gente a fatica, attraversai velocemente il corridoio maestro e giunsi alla Tavola del Consiglio. Lì c’erano tutti gli efori già  pronti a presiedere la riunione, aspettavano solo me: "Damon, finalmente! Ora possiamo iniziare... Abbiamo un enorme problema Damon" L’anziano continuava a rivolgersi a me. Mi continuavo a chiedere il motivo. "Ieri notte, l’oracolo ha parlato: una grande minaccia sta per abbattersi sul nostro mondo, una minaccia che verrà  dal celo e che ci sterminerà ; l’oracolo ha visto in te, Damon, la figura che ci salverà . Devi recarti a corte del Re di Karuos, in un modo o nell’altro" Annuii: "Conosco chi può indicarmi la strada, parto domani all’alba"

Dopo ulteriori discussioni che per questioni di segretezza non posso esporti, la riunione giunse al termine e mi venne dato in prestito Gogoat. Ed eccomi qui. Ora Azoth, devi dirmelo: dov’è il palazzo del Re?"

Stette in silenzio per qualche attimo, poi urlò: "Floette! Vieni qui!" Rannicchiato in un angolo della casa c’era un piccolo demone bianco, che reggeva un bellissimo fiore color rosso vivo. Al collo aveva un ciondolo con all’interno incastonata una pietra verde che emanava un lieve bagliore. Azoth tolse la collana alla creatura e me la diede "Tieni. Spostati di notte, il giorno non è sicuro; la pietra ti indicherà  la via. Ora vattene prima che cambi idea" Presi il ciondolo. Al tatto dava una sensazione strana, come se pulsasse dall’interno... era una sensazione quasi rilassante. Salutai Azoth e montai in sella a Gogoat, ma la pietra sembrava non reagire. Decisi di accamparmi poco fuori il villaggio in attesa della notte, come mi è stato consigliato. Arrivato, feci un letto occasionale con alcuni rami secchi e cercai di riposare, volevo partire al tramonto...

--Accademia dei Domatori--

Fui svegliato da un forte squillo di tromba che fece tremare la mia stanza. Ero confuso, poi realizzai: la mia carriera da addestratore di Demoni stava per iniziare. Scesi dal letto, mi vestii, presi l’occorrente ed mi avviai verso la sala riunioni: è lì che avrei conosciuto il mio istruttore, colui che mi avrebbe insegnato le basi dei combattimenti tra demoni...

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