Alzi la mano chi non ha mai sognato di essere un personaggio di un videogioco. Tutte abbassate? È normale, la prima cosa che sogna un bambino qualsiasi è quello di diventare il suo beniamino preferito. Super Mario è solo l’ultimo eroe che si aggiunge a una lista sempre più crescente di lungometraggi basati sui videogiochi ufficiali. Il Nintendo Direct del 6 ottobre scorso ci ha svelato dettagli sull’idraulico inventato da Shigeru Miyamoto e sul film in uscita in primavera 2023. Gli sforzi profusi da Nintendo e dalla compagnia cinematografica Illumination stanno regalando a Mario una nuova veste, un protagonista che nonostante i suoi 40 anni di servizio è sempre giorno dopo giorno più moderno e più reale. È un Mario che a primo impatto può sembrare strano, poco assomigliante a quello che tutti conosciamo, ma è più umano, più tangibile agli appassionati che da bambini volevano essere come lui e non solo nel periodo di carnevale. L’industria cinematografica americana ormai sono diversi anni che punta ad una branchia che fondamentalmente è stata nascosta, o meglio non sfruttata su schermi più grandi di quelli che abbiamo in casa. L’immaginario collettivo richiama i vari Sonic, Detective Pikachu ma non distoglierei lo sguardo anche dalle rappresentazioni Disney. I live action negli ultimi anni hanno confezionato prodotti ispirati a vecchie storie di successo sotto una chiave di lettura tangibile e con il pizzico di sogno nel cassetto che tutti possiedono. Le caratterizzazioni dei personaggi dei videogiochi sono un lavoro sopraffino delle imprese che assumono i migliori grafici, e costumisti per i live action, in circolazione per poter donare allo spettatore un momento indimenticabile, con effetti speciali e colori che giocano una fetta importante di consenso perché il pubblico, prettamente infantile/adolescenziale ma anche nostalgico, ha bisogno di sentirsi vicino al videogioco da lui sempre amato e di poter disporre di una frase sempre celebre in questi casi, ovvero “l’occhio vuole la sua parte”.
Dire che tutto ciò possa subire una frenata è difficile, ma sicuramente non sarà nell’immediato. Questa sfida di varie aziende che provano l’approccio videoludico nei cinema sta rispondendo molto bene, forse talmente bene che nel caso di Super Mario non abbiamo un suo gioco completamente nuovo da tanti anni ormai, a certificare gli sforzi su progetti ambizioni che hanno condotto il grandissimo Miyamoto a trascurare, forse, l’ambiente originale della sua creazione, e cioè la console Nintendo del momento. Se il film avrà successo è una grandissima vittoria ottenuta dalla Grande N per una scommessa non scontata, ma frutto di una strategia e di una visione economica e d’immagine che la casa nipponica ha tentato di percorrere. Ci si auspica il meglio, cosicché possano vedere la luce film su altri personaggi di successo di Nintendo ma anche di altre compagnie videoludiche. Di certo la passione non tramonterà mai, il desiderio di tornare indietro all’infanzia e sognare di poter essere noi i prossimi rappresentanti di un videogioco è forte e non si spegnerà mai, non subirà mai un Game Over.