Vai al commento

Il male nel mondo è in realtà un bene?


Gilgamesh

Post raccomandati

"Perchè esiste il male nel mondo?" 

Credo che tutti si sono posti almeno una volta nella vita questa domanda.

A me è capitato spesso anche se non ho mai dato peso alla questione, in quanto non ero in grado di dare una mia personale opinione a riguardo. Non è certo una domanda facile da rispondere. 

Recentemente però sono giunto ad una possibile risposta: Il male è un bene. 

No, non sono un masochista. So che detta così sembra una contraddizione, adesso vi dirò il perchè di questa conclusione. 

Non molto tempo fa ho portato a castrare la mia cagnolina. Lei stando in campagna è solita accoppiarsi con tutti i cani della zona (per non usare un termine volgare :asduj1: ) rimanendo in cinta 2 volte al mese, partorendo 5 o 6 cuccioli alla volta. Questo a lungo andare potrebbe provocarli un tumore alle ovaie che la porterebbe alla morte. L'unica soluzione possibile era castrarla. 

Sappiamo che i cani provono dolore, perlomeno quello fisico, e la castrazione è un'operazione di una certa portata. 

Ho visto il cane ridotto ad un vegetale per diversi giorni, quasi non la riconoscevo più :(

Mi dispiaceva sapere che non poteva sapere (scusate il gioco di parole) che quel dolore che stava provando era in realtà per il suo bene, per evitargli un male peggiore, come la morte. 

Ma questo un cane non può certamente capirlo. Non ha nè gli strumenti nè l'intelligenza per sapere cosa sia un tumore alle ovaie.

Partendo da questo postulato: E' possibile che sia la stessa cosa anche per noi umani? 

lI male che subiamo è un bene che ci risparmia da un male peggiore, ma noi come i cani non possiamo apprenderne la motivazione. 

Così come io ho fatto del male al mio cane per il bene senza che lui lo possa capire, così un'intelligenza superiore (non voglio toccare argomenti religiosi) lo fa a noi senza che noi lo possiamo comprendere. 

Se vogliamo provare a dare una risposta al momento direi che il male serve ad unirci. Unisce l'intera umanità, il male è quello che abbiamo tutti, il male ci fa stare vicino alle altre persone. Una persona se è felice se ne sta da sola, per i fatti suoi. Ma è proprio la solitudine (intesa come male) che ci da il bisogno di avere persone accanto a noi.

Il male comune ci rende anche felici. Quante volte abbiamo sentito dire: " mal comune mezzo gaudio". Sapere che un'altra persona ha provato la stessa sofferenza ci fa stare meglio. Non perchè godiamo nel vedere gli altri soffrire, ma perchè sappiamo che il peso è distribuito anche sulle spalle di altre persone. 

Un po' come se in una verifica tutta la classe prende un 4. Decisamente meglio che prendere un 4 mentre tutto il resto della classe prende un 8, vero? 

Eppure il voto è sempre quello, 4. Ma nel primo avvenimento ci sentiamo decisamente meglio. 

 

In ogni caso anche se ho provato a rispondermi ritengo che il vero male non sia conoscibile. Diciamo quindi che mi sono risposto a metà del perchè del male nel mondo. Non ritengo di avere la risposta della vita, io mi considero anche una persona piuttosto stupida :asduj1:,  forse sono molte cassate, però a me personalmete è servito pensarlo nei momenti difficili, sapere che il male che riceviamo ogni giorno è solo per evitarci un male peggiore. 

 

Voi invece cosa ne pensate? Sono forse argomenti che non avete mai affrontato prima? 

 

 

 

 

 

 

 

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Non parliamo di 4 che sono due notti che mi sogno il disastroso compito di arte che ho fatto

 

Personalmente ho sempre pensato che il male non fosse una cosa da discriminare necessariamente, mi sembra di averne anche discusso in qualche topic qui sul forum. In ogni caso, male e bene alla fine sono concetti umani, è normale che un cane possa non capire. Se per noi è natura svantaggiosa e natura vantaggiosa per il cane è natura e basta, ragion per cui applicare lo stesso discorso all'uomo presuppone che, qualora ci sia una separazione come effettivamente c'è tra uomo e cane, l'uomo non sappia cosa sia l'uno e cosa sia l'altro perché se lo sapesse come approssimativamente è (e dico così perché penso che ci faremmo notte a discutere su cosa siano realmente male e bene) alla fine l'uomo potrebbe tornare sui propri passi e capire ciò che effettivamente è accaduto (anche se non nego che pure alcune specie di animali possano capirlo a modo loro, ma non essendo una zoologa me ne tiro fuori). L'ipotesi "è così affinché l'uomo impari dai propri errori" è plausibile, ma supponendo ciò significherebbe che le cose che noi chiamiamo "bene" e "male" altri non siano che concetti propri di un essere superiore e, se così fosse, sarebbe da chiedersi perché tale essere superiore necessiti di conoscere bene e male, essendo al di sopra di questi in quanto se egli è superiore all'uomo è abbastanza probabile che sia superiore anche a ciò che ha a che fare con l'uomo, ciò per cui si vota l'uomo e ciò che è nei pensieri dell'uomo. Se è nei pensieri dell'uomo e quell'essere ha a che fare con quelle cose è presupponibile che tali siano un mezzo di connessione tra il mondo dell'uomo e quella cosa, ma a questo punto, se per l'animale è indifferente e se per le altre forme di vita è indifferente ancor meno la distinzione tra il bene ed il male, ciò significherebbe che il nostro essere sarebbe in realtà connesso solamente all'uomo e attivo in funzione di esso, agendo attraverso di lui e per lui. Ma a questo punto per quale motivo l'essere non potrebbe agire direttamente sull'umanità intera, se ha questo legame con l'uomo? Non potrebbe unire l'uomo in modo diretto invece di fare tutta questa roba? Se non può allora o non è necessariamente superiore e quindi non ci sarebbe motivo di parlare di ciò o è indifferente, ma se è indifferente si giunge alla stessa conclusione. Che il male e il bene siano quindi proprio il limitante umano e lo scopo ultimo affinché l'uomo si elevi, come abbiamo detto prima? Può essere, ma, se così fosse, significherebbe che anche tale creatura è votata al bene/al bene nell'ottica umana perché fa progredire l'uomo e se è votata al bene significa che bene e male sono sopra a tale creatura e che quindi siano il male ed il bene stessi a decidere le sorti generiche della vita, ma come fanno ad essere tali se è per mezzo della loro creazione che sono operate? Come avrebbero "creato" l'essere se lavorano per mezzo di esso? E se anche tale creatura rimanesse in realtà indifferente e senza uno scopo preciso, perché dovrebbe far capire all'uomo da sé ciò che avviene? E' un essere meccanico che si prodiga al bene di una specie soltanto? E' quindi manchevole di qualcosa? Ma se è manchevole riapriamo un altro discorso e continuiamo all'infinito.

 

E boh, mi piace sparare roba a caso :asduj1:

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Hai fatto un po' di confusione! Prima parli del male, poi del cane, infine del 4 e dell'8.

Da sempre l’umanità è in sé scissa e oscillante tra l’affermazione e la negazione della vita, tra la sua esaltazione e la sua deprecazione, tra la fede e la miscredenza, tra Dio e il nulla, tra il cosmo e il caos, tra il bene e il male. Ciò dipende dal fatto che sul piano assoluto esiste una sola cosa, ed è l’essenza, «l’essenza divina che è tutto in tutto, empie tutto ed è la più intrinseca alle cose che la essenzia propria di quelle, perché è la essenzia delle essenzie, vita de la vita, anima de le anime»; ma negli esseri viventi ci sono invece due cose, eterogenee, di cui l’una non tocca l’altra, ma che sono inscindibilmente intrecciate tra loro: l’essenza e le condizioni di esistenza. L’essenza è divina, ma le condizioni di esistenza sono, fin troppo spesso, diaboliche. Esse non fanno parte della realtà essenziale; esistono solo per le creature, come caos contro cui devono lottare per affermarsi, mantenersi e accrescersi nella loro essenza. Questo caos è tuttavia solo la faccia rivolta verso di noi dell’infinita potenza di Dio, è solo la nostra percezione di essa. Le condizioni di esistenza dipendono dunque dalla posizione infinitamente subordinata dei viventi nella grande struttura dell’Essere, come cellule dell’organismo universale sottoposte alle leggi dell’organismo e non alla loro legge interna.

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Da una parte mi vedi concordare con Mono.

 

Infatti il tuo paragone con il cane è un paragone prettamente umano, nel senso proprio che è un concetto che vale esclusivamente per la categoria umana ed all'interno di un sistema filosofico antropocentrico: infatti utilizzi il concetto del far del male per poi averne un giorno del bene, ma sono concetti stessi che non esistono in natura.

 

Il bene ed il male sono categorie astratte puramente morali, create dall'uomo in anni di storia e di sviluppo, e vari filosofi ritengono questo passaggio necessario per porre freno alla brutalità animalesca e per elevare l'uomo verso uno spirito superiore. Ma queste sono altre storie che studierai di certo nel tuo percorso scolastico.

Tornando a noi, il bene ed il male non sono qualcosa che è nato con l'uomo, ne tanto meno con la natura. Sono cose completamente estranee. Facili esempi sono eventi naturali catastrofici che portano morte e distruzione, senza nessun tornaconto positivo per l'uomoo per qualsiasi altra cosa, o come alcuni animali tendano ad uccidere in apparenza immotivatamente altri animali o umani. Ed infatti spesso si dice che la natura non è ne buona ne cattiva.

Alla luce di ciò, il bene ed il male sono stati arbitrariamente creati dall'uomo, e sono due concetti che tendono a modificarsi anno dopo anno, col passare dei secoli e con l'uomo stesso: ciò che 100 anni fa era considerato bene non è più lo stesso di oggi e viceversa. Inoltre questo cambiamento non ha solo a che fare con il tempo, ma anche con la geografia umana. Ciò che qui in italia consideriamo un male, in un altro paese non è così.

Per esempio per i nostri nonni era considerato un bene un buon marito che mantenesse la propria moglie la quale si occupasse esclusivamente dei figli e della casa. O per esempio, in alcuni paesi del medioriente lapidare un adultero/a non è considerato un male mentre per noi italiani/occidentali sì.

Cosa significa: che loro erano/sono meno avanzati o aperti di noi? La risposta è no, perchè appunto, tutto è relativo. Ed è relativo anche i concetti di bene e male, che variano al variare degli uomini. Sono categorie inventate di sana pianta da noi, al di là di pressupposti relogiosi, e quindi siamo noi a stabilire i confini di uno e i confini dell'altro.

 

Anche il tuo stesso esempio della cagnolina trova validità all'interno di casa tua, dove i cani sono amati e rispettati ed è bene per la società e per la propria etica salvaguardarli, anche a costo di dare loro sofferenza fisica momentanea. Ma in un altro paese, in un altro tempo sarebbe stato allo stesso modo legittimo lasciarne morire uno senza darne alcun peso.

 

Quindi il considerare che possa esistere un entità superiore che predestini una cosa negativa in determinati risvolti positivi non è corretto, in quanto il positivo ed il negativo sono faziosi ed arbitrari. Ciò che vale per noi italiani del 2015 non vale per gli africani del 2015 o per gli italiani del 2115.

 

Un altro esempio è il fatto che in cina è usanza mangiare cani o gatti. Una cosa che per noi potrebbe essere inconcepibile e moralmente malvagia, ma da loro è costume ed all'interno del loro sistema etico del bene/male non è inserito nella parte del "male".

 

Spero di essermi spiegata al meglio <:V

 

 

 

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

4 minuti fa, Monochromatic ha scritto:

Non parliamo di 4 che sono due notti che mi sogno il disastroso compito di arte che ho fatto

 

Personalmente ho sempre pensato che il male non fosse una cosa da discriminare necessariamente, mi sembra di averne anche discusso in qualche topic qui sul forum. In ogni caso, male e bene alla fine sono concetti umani, è normale che un cane possa non capire. Se per noi è natura svantaggiosa e natura vantaggiosa per il cane è natura e basta, ragion per cui applicare lo stesso discorso all'uomo presuppone che, qualora ci sia una separazione come effettivamente c'è tra uomo e cane, l'uomo non sappia cosa sia l'uno e cosa sia l'altro perché se lo sapesse come approssimativamente è (e dico così perché penso che ci faremmo notte a discutere su cosa siano realmente male e bene) alla fine l'uomo potrebbe tornare sui propri passi e capire ciò che effettivamente è accaduto (anche se non nego che pure alcune specie di animali possano capirlo a modo loro, ma non essendo una zoologa me ne tiro fuori). L'ipotesi "è così affinché l'uomo impari dai propri errori" è plausibile, ma supponendo ciò significherebbe che le cose che noi chiamiamo "bene" e "male" altri non siano che concetti propri di un essere superiore e, se così fosse, sarebbe da chiedersi perché tale essere superiore necessiti di conoscere bene e male, essendo al di sopra di questi in quanto se egli è superiore all'uomo è abbastanza probabile che sia superiore anche a ciò che ha a che fare con l'uomo, ciò per cui si vota l'uomo e ciò che è nei pensieri dell'uomo. Se è nei pensieri dell'uomo e quell'essere ha a che fare con quelle cose è presupponibile che tali siano un mezzo di connessione tra il mondo dell'uomo e quella cosa, ma a questo punto, se per l'animale è indifferente e se per le altre forme di vita è indifferente ancor meno la distinzione tra il bene ed il male, ciò significherebbe che il nostro essere sarebbe in realtà connesso solamente all'uomo e attivo in funzione di esso, agendo attraverso di lui e per lui. Ma a questo punto per quale motivo l'essere non potrebbe agire direttamente sull'umanità intera, se ha questo legame con l'uomo? Non potrebbe unire l'uomo in modo diretto invece di fare tutta questa roba? Se non può allora o non è necessariamente superiore e quindi non ci sarebbe motivo di parlare di ciò o è indifferente, ma se è indifferente si giunge alla stessa conclusione. Che il male e il bene siano quindi proprio il limitante umano e lo scopo ultimo affinché l'uomo si elevi, come abbiamo detto prima? Può essere, ma, se così fosse, significherebbe che anche tale creatura è votata al bene/al bene nell'ottica umana perché fa progredire l'uomo e se è votata al bene significa che bene e male sono sopra a tale creatura e che quindi siano il male ed il bene stessi a decidere le sorti generiche della vita, ma come fanno ad essere tali se è per mezzo della loro creazione che sono operate? Come avrebbero "creato" l'essere se lavorano per mezzo di esso? E se anche tale creatura rimanesse in realtà indifferente e senza uno scopo preciso, perché dovrebbe far capire all'uomo da sé ciò che avviene? E' un essere meccanico che si prodiga al bene di una specie soltanto? E' quindi manchevole di qualcosa? Ma se è manchevole riapriamo un altro discorso e continuiamo all'infinito.

 

E boh, mi piace sparare roba a caso :asduj1:

Sai che io mi devo leggere almeno 3 volte quello che scrivi per comprenderlo bene :asduj1:

Sottolineando i punti focali ti posso sempre consigliare di prendere il mio esempio con il cane, perchè la questione diventa più comprensibile. 

Parli di male e bene come solo di concetti umani. Si, noi gli abbiamo dato un nome, ma anche un cane lo sa a modo suo. 

Quando mangia una bella coscia di pollo è felice, la felicità è stare bene. Quando gli tagli una gamba sa che è male. Sempre per usare le stesse parole. 

Se dici che solo l'uomo sa distinguere il bene dal male significa che il cane non sa distinguere che cosa si provi a mangiare un osso da essere investiti da un camion. 

Noi che siamo più intelligenti possiamo dare un nome alle cose, ma non vuol dire che gli animali non lo sappiano distinguere. 

Inoltre il paradosso che hai espresso non penso sia molto corretto. Perchè il bene dev'essere superiore alla creature se è volta a fare del bene? 

Vedi bene e male come due strumenti dalla creatura. Può essere per noi un martello e un cacciavite. Utensili creati da noi. Ma solo perchè usiamo più volte il cacciavite allora questo è superiore a noi umani? :asduj1:

 

Comunque grazie per avermi risposto :)

 

 

 

 

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

In Dio non esistono né il bene e il male, né il vero e il falso. Cioè questo edificio concettuale, scaturito dall’abbraccio e dall’identificazione col reale, si rivela intimamente sistematico anche se non ha la forma di un sistema; è un sistema a posteriori. Si è formato da sé e proviene dal concreto, dal basso, dalla fenomenologia appunto dei princìpi in esso immanenti e irradiantisi nel reale, non dall’alto di un progetto sistematico; proviene per così dire da un naturale accumularsi e da un automatico strutturarsi di mattoni, non da un progetto architettonico. Volendo dirla con Oscar Wilde, è una risposta a una domanda non fatta. Ontologia, logica, etica, estetica, epistemologia, filosofia della religione, storia, antropologia, psicologia ecc., non sono trattate autonomamente, ciascuna per conto suo, secondo un ordine sistematico, ma intrinsecamente alle occasioni del discorso apofantico. Passando attraverso Spinoza, questa fenomenologia comporta una radicale delucidazione del male. Poiché esso non esiste sul piano assoluto, Dio non se ne occupa e non ne è responsabile. In Dio non esistono né il bene e il male, né il vero e il falso, né il bello e il brutto. Queste dicotomie presuppongono una divisione che in lui non c’è, essendo Egli, cusanianamente, una coincidentia oppositorum.

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

12 minuti fa, IoCentroConKCleffa ha scritto:

Da una parte mi vedi concordare con Mono.

n il cane è un paragone prettamente umano, nel senso proprio che è un concetto che vale esclusivamente per la categoria umana ed all'interno di un sistema filosofico antropocentrico: infatti utilizzi il concetto del far del male per poi averne un giorno del bene, ma sono concetti stessi che non esistono in natura.

 

Il bene ed il male sono categorie astratte puramente morali, create dall'uomo in anni di storia e di sviluppo, e vari filosofi ritengono questo passaggio necessario per porre freno alla brutalità animalesca e per elevare l'uomo verso uno spirito superiore. Ma queste sono altre storie che studierai di certo nel tuo percorso scolastico.

Tornando a noi, il bene ed il male non sono qualcosa che è nato con l'uomo, ne tanto meno con la natura. Sono cose completamente estranee. Facili esempi sono eventi naturali catastrofici che portano morte e distruzione, senza nessun tornaconto positivo per l'uomoo per qualsiasi altra cosa, o come alcuni animali tendano ad uccidere in apparenza immotivatamente altri animali o umani. Ed infatti spesso si dice che la natura non è ne buona ne cattiva.

Alla luce di ciò, il bene ed il male sono stati arbitrariamente creati dall'uomo, e sono due concetti che tendono a modificarsi anno dopo anno, col passare dei secoli e con l'uomo stesso: ciò che 100 anni fa era considerato bene non è più lo stesso di oggi e viceversa. Inoltre questo cambiamento non ha solo a che fare con il tempo, ma anche con la geografia umana. Ciò che qui in italia consideriamo un male, in un altro paese non è così.

Per esempio per i nostri nonni era considerato un bene un buon marito che mantenesse la propria moglie la quale si occupasse esclusivamente dei figli e della casa. O per esempio, in alcuni paesi del medioriente lapidare un adultero/a non è considerato un male mentre per noi italiani/occidentali sì.

Cosa significa: che loro erano/sono meno avanzati o aperti di noi? La risposta è no, perchè appunto, tutto è relativo. Ed è relativo anche i concetti di bene e male, che variano al variare degli uomini. Sono categorie inventate di sana pianta da noi, al di là di pressupposti relogiosi, e quindi siamo noi a stabilire i confini di uno e i confini dell'altro.

 

Anche il tuo stesso esempio della cagnolina trova validità all'interno di casa tua, dove i cani sono amati e rispettati ed è bene per la società e per la propria etica salvaguardarli, anche a costo di dare loro sofferenza fisica momentanea. Ma in un altro paese, in un altro tempo sarebbe stato allo stesso modo legittimo lasciarne morire uno senza darne alcun peso.

 

Quindi il considerare che possa esistere un entità superiore che predestini una cosa negativa in determinati risvolti positivi non è corretto, in quanto il positivo ed il negativo sono faziosi ed arbitrari. Ciò che vale per noi italiani del 2015 non vale per gli africani del 2015 o per gli italiani del 2115.

 

Un altro esempio è il fatto che in cina è usanza mangiare cani o gatti. Una cosa che per noi potrebbe essere inconcepibile e moralmente malvagia, ma da loro è costume ed all'interno del loro sistema etico del bene/male non è inserito nella parte del "male".

 

Spero di essermi spiegata al meglio <:V

 

 

 

 

12 minuti fa, IoCentroConKCleffa ha scritto:

 

In parte ti rispondo come ho risposto con mono, nella prima parte. 

Se poi ti chiedi perchè certi mali non portino benificio è proprio il tema centrale di quello che ho scritto. 

Come farebbe un cane a capire che un'operazione del genere è per il suo bene? 

Il cane non vede nessun bene, perchè non sa che è stato fatto per toglierli un male peggiore, come la morte. 

Applica lo stesso principio per noi: Che benificio si può trarre da una guerra? Da una catastrofe naturale? 

Nessuno diremmo, ma anche il cane direbbe nessuno ad avere la pancia tagliata in due ;)

 

Grazie comunque per avermi risposto ^^

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

8 minuti fa, smile ha scritto:

In Dio non esistono né il bene e il male, né il vero e il falso. Cioè questo edificio concettuale, scaturito dall’abbraccio e dall’identificazione col reale, si rivela intimamente sistematico anche se non ha la forma di un sistema; è un sistema a posteriori. Si è formato da sé e proviene dal concreto, dal basso, dalla fenomenologia appunto dei princìpi in esso immanenti e irradiantisi nel reale, non dall’alto di un progetto sistematico; proviene per così dire da un naturale accumularsi e da un automatico strutturarsi di mattoni, non da un progetto architettonico. Volendo dirla con Oscar Wilde, è una risposta a una domanda non fatta. Ontologia, logica, etica, estetica, epistemologia, filosofia della religione, storia, antropologia, psicologia ecc., non sono trattate autonomamente, ciascuna per conto suo, secondo un ordine sistematico, ma intrinsecamente alle occasioni del discorso apofantico. Passando attraverso Spinoza, questa fenomenologia comporta una radicale delucidazione del male. Poiché esso non esiste sul piano assoluto, Dio non se ne occupa e non ne è responsabile. In Dio non esistono né il bene e il male, né il vero e il falso, né il bello e il brutto. Queste dicotomie presuppongono una divisione che in lui non c’è, essendo Egli, cusanianamente, una coincidentia oppositorum.

A quale filosofo ti stai riferendo?

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Adesso, Gilga-Vi-Kingsley ha scritto:

 

 

 

35 minuti fa, smile ha scritto:

Hai fatto un po' di confusione! Prima parli del male, poi del cane, infine del 4 e dell'8.

Da sempre l’umanità è in sé scissa e oscillante tra l’affermazione e la negazione della vita, tra la sua esaltazione e la sua deprecazione, tra la fede e la miscredenza, tra Dio e il nulla, tra il cosmo e il caos, tra il bene e il male. Ciò dipende dal fatto che sul piano assoluto esiste una sola cosa, ed è l’essenza, «l’essenza divina che è tutto in tutto, empie tutto ed è la più intrinseca alle cose che la essenzia propria di quelle, perché è la essenzia delle essenzie, vita de la vita, anima de le anime»; ma negli esseri viventi ci sono invece due cose, eterogenee, di cui l’una non tocca l’altra, ma che sono inscindibilmente intrecciate tra loro: l’essenza e le condizioni di esistenza. L’essenza è divina, ma le condizioni di esistenza sono, fin troppo spesso, diaboliche. Esse non fanno parte della realtà essenziale; esistono solo per le creature, come caos contro cui devono lottare per affermarsi, mantenersi e accrescersi nella loro essenza. Questo caos è tuttavia solo la faccia rivolta verso di noi dell’infinita potenza di Dio, è solo la nostra percezione di essa. Le condizioni di esistenza dipendono dunque dalla posizione infinitamente subordinata dei viventi nella grande struttura dell’Essere, come cellule dell’organismo universale sottoposte alle leggi dell’organismo e non alla loro legge interna.

Grazie per avermi risposto :D

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Senza fare tanto i moralisti e i filosofi, io la penso semplicemente che ogni situazione comporta del bene per una parte, del male per l'altra. Sarà anche una elaborazione semplice, ma il male non è altro che tale per le persone altrui a quelle che l'hanno creato.

1427696037_chainsawman-1.png.e7c931d1cfaad94329d1ffc77a3cc847.png

@Darki

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Cazzarola, vi ho perso al primo rigo

Com'è sempre stato d'altronde :cry:

Comunque, cerco di dire la mia: Il male non è altro che una diretta conseguenza del bene, o una cosa che porterà al bene

Vi faccio un esempio pratico: Immaginate uno Stato diviso in 2 o più staterelli

Fatto? bene, ora immaginate chi combatte per unificare questo Stato. Causerà del Male, e parecchio, ma lui sta lottando per giungere a del Bene
E' però importante ricordare che questa risposta, così come tutte le risposte a domande del genere, sono soggettive.

ergo, la mia risposta è: Sì, è un giorno tutto il male del mondo sarà un bene, ma per un rapporto di causa-effetto alcune delle situazioni in cui vediamo solo del Bene diventeranno del Male

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

18 minuti fa, Gilga-Vi-Kingsley ha scritto:

 

In parte ti rispondo come ho risposto con mono, nella prima parte. 

Se poi ti chiedi perchè certi mali non portino benificio è proprio il tema centrale di quello che ho scritto. 

Come farebbe un cane a capire che un'operazione del genere è per il suo bene? 

Il cane non vede nessun bene, perchè non sa che è stato fatto per toglierli un male peggiore, come la morte. 

Applica lo stesso principio per noi: Che benificio si può trarre da una guerra? Da una catastrofe naturale? 

Nessuno diremmo, ma anche il cane direbbe nessuno ad avere la pancia tagliata in due ;)

 

Grazie comunque per avermi risposto ^^

per rispondere nuovamente ai tuoi dubbi: come ho già detto, il bene ed il male sono concetti creati da noi. Il fatto che il cane sa che mangiare è bene e provare dolore è male vale solo per lui, nella sua concezione di cane.

In tante civiltà ed antiche tribù provocare amputazioni e quindi dolore fisico non era un male, ma avevano la propria ritualità e simbologia. La stessa circoncisione, di certo crea dolore fisico al bambino che la subisce, eppure è considerato come un passo necessario, addirittura festeggiato all'interno della comunità e quindi tutto furchè male.

Il cane pensa solo a se, non sa cos'è il bene assoluto ed il male assoluto, sa cos'è bene per lui e male per lui, ma anche questi sono concetti limitatissimi a ciò che lui riesce a comprendere. Per lui ricevere un operazione non è un bene, ma per noi lo è perchè nella nostra concezione la morte è "male".

Per la religione cristiana o per il buddhismo la morte non dovrebbe essere una cosa negativa, ma anzi una liberazione per una, e il passaggio ad un livello superiore per l'altra.

 

Sta proprio qui la chiave di tutto.

Il concetto che se il cane muore di tumore alle ovaie è male, è una cosa che vale per te, per l'italia e l'europa di questo secolo. Ma è una cosa che forse non varrà più tra qualche secolo in un altro luogo.

Il bene ed il male assoluto che tu tenti di spiegare non esistono. Anche la cosa che ai nostri occhi è più ovvia a livello morale, l'abbiamo inventata noi. Ci sembra scontata ed ovvia perchè è nella nostra etica da secoli e secoli, ma non lo è sempre stata.

 

Il fatto che la vita è bene e la morte è male, anche questi sono presupposti arbitrari.

La linguistica può essere un esempio efficace: il fatto che la parola bene si dica "bene" è stata inventata di sana pianta dall'uomo. Adesso allarga questo concetto a tutto il significato che la parola stessa assume. Tutto ciò che è "bene" è bene perchè noi uomini diciamo che lo sia, così come noi abbiamo deciso che bene si dicesse con le lettere b-e-n-e che si susseguissero.

Il concetto di provare e fare dolore = male ed invece portare dei vantaggi e della felicità = bene è un sistema inventato da noi, non appartiene alla natura, non appartiene a nessun'altro oltre che a noi esseri umani. Morti noi, morirà anche il bene ed il male.

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

3 minuti fa, Gilga-Vi-Kingsley ha scritto:

Sai che io mi devo leggere almeno 3 volte quello che scrivi per comprenderlo bene :asduj1:

Sottolineando i punti focali ti posso sempre consigliare di prendere il mio esempio con il cane, perchè la questione diventa più comprensibile. 

Parli di male e bene come solo di concetti umani. Si, noi gli abbiamo dato un nome, ma anche un cane lo sa a modo suo. 

Quando mangia una bella coscia di pollo è felice, la felicità è stare bene. Quando gli tagli una gamba sa che è male. Sempre per usare le stesse parole. 

Se dici che solo l'uomo sa distinguere il bene dal male significa che il cane non sa distinguere che cosa si provi a mangiare un osso da essere investiti da un camion. 

Noi che siamo più intelligenti possiamo dare un nome alle cose, ma non vuol dire che gli animali non lo sappiano distinguere. 

Inoltre il paradosso che hai espresso non penso sia molto corretto. Perchè il bene dev'essere superiore alla creature se è volta a fare del bene? 

Vedi bene e male come due strumenti dalla creatura. Può essere per noi un martello e un cacciavite. Utensili creati da noi. Ma solo perchè usiamo più volte il cacciavite allora questo è superiore a noi umani? :asduj1:

 

Comunque grazie per avermi risposto :)

 

Ma torniamo al discorso di prima: noi gli abbiamo dato un nome, noi distinguiamo tra bene e male, il cane no. E' palese che anche un cane riesca fare una distinzione tra "pericoloso" e "cosa che è ok", ma può il cane accumulare tutta una serie di roba e dire "questa è male e questa è bene"? Nemmeno l'uomo può dire con certezza cosa è male e cosa è bene, come ha fatto notare Cleffa, come potrebbe un cane ragionare in tale ottica? E' esclusivamente l'uomo a pensare in modo astratto il bene ed il male, a porsi tale domande. Se iniziassimo a dire che è generale potremmo dire che X creatura operi su tutte le specie, ma se opera su tutte, perché ha permesso all'uomo di operare sul cane? Necessita di altri essere per svolgere determinati lavori o, di nuovo, vuole lasciare a quegli esseri un margine di riflessione? E si ritorna quindi al discorso di prima.

Per la seconda parte, credo che tu non abbia capito cosa ho detto: se il bene e male sono superiori a tale essere perché l'essere agisce spinto da questi (è quindi limitato da questi), come può a sua volta avere il controllo su questi e muovere i fili della vita attraverso di loro? Per riprendere l'esempio del cacciavite: io sono superiore al cacciavite, ho creato il cacciavite. Può il cacciavite operare attraverso di me? No, sono io ad operare attraverso il cacciavite, se fosse il contrario significherebbe che il cacciavite potrebbe operare senza di me che ho creato il cacciavite, senza che io lo crei. Ma come fa ad operare se ancora non esiste?

 

18 minuti fa, smile ha scritto:

In Dio non esistono né il bene e il male, né il vero e il falso. Cioè questo edificio concettuale, scaturito dall’abbraccio e dall’identificazione col reale, si rivela intimamente sistematico anche se non ha la forma di un sistema; è un sistema a posteriori. Si è formato da sé e proviene dal concreto, dal basso, dalla fenomenologia appunto dei princìpi in esso immanenti e irradiantisi nel reale, non dall’alto di un progetto sistematico; proviene per così dire da un naturale accumularsi e da un automatico strutturarsi di mattoni, non da un progetto architettonico. Volendo dirla con Oscar Wilde, è una risposta a una domanda non fatta. Ontologia, logica, etica, estetica, epistemologia, filosofia della religione, storia, antropologia, psicologia ecc., non sono trattate autonomamente, ciascuna per conto suo, secondo un ordine sistematico, ma intrinsecamente alle occasioni del discorso apofantico. Passando attraverso Spinoza, questa fenomenologia comporta una radicale delucidazione del male. Poiché esso non esiste sul piano assoluto, Dio non se ne occupa e non ne è responsabile. In Dio non esistono né il bene e il male, né il vero e il falso, né il bello e il brutto. Queste dicotomie presuppongono una divisione che in lui non c’è, essendo Egli, cusanianamente, una coincidentia oppositorum.

Non studio filosofia ma la mia prof vorrebbe che la studiassi lol, ma dire che in Dio non esistono né bene né male e né altro concetto presuppone che Dio sia conosciuto per dirlo con certezza. Se Dio o chi per lui è conosciuto significa che alcuni concetti del nostro mondo sono anche in Dio, quindi a questo punto per quale motivo Dio non potrebbe realmente rispecchiare bene e male in questo caso? Se Dio è conosciuto ma tali concetti non sono in qualche modo assimilabili a cose del nostro mondo, significa che possiamo solamente dire che è ma non cosa sia o no, eppure nuovamente torniamo al discorso di prima, ossia diciamo che Dio non può essere X cosa o concetto o non può racchiuderlo, nonostante dire cosa sia o non sia ci è leggermente complicato. 

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

2 minuti fa, IoCentroConKCleffa ha scritto:

per rispondere nuovamente ai tuoi dubbi: come ho già detto, il bene ed il male sono concetti creati da noi. Il fatto che il cane sa che mangiare è bene e provare dolore è male vale solo per lui, nella sua concezione di cane.

In tante civiltà ed antiche tribù provocare amputazioni e quindi dolore fisico non era un male, ma avevano la propria ritualità e simbologia. La stessa circoncisione, di certo crea dolore fisico al bambino che la subisce, eppure è considerato come un passo necessario, addirittura festeggiato all'interno della comunità e quindi tutto furchè male.

Il cane pensa solo a se, non sa cos'è il bene assoluto ed il male assoluto, sa cos'è bene per lui e male per lui, ma anche questi sono concetti limitatissimi a ciò che lui riesce a comprendere. Per lui ricevere un operazione non è un bene, ma per noi lo è perchè nella nostra concezione la morte è "male".

Per la religione cristiana o per il buddhismo la morte non dovrebbe essere una cosa negativa, ma anzi una liberazione per una, e il passaggio ad un livello superiore per l'altra.

 

Sta proprio qui la chiave di tutto.

Il concetto che se il cane muore di tumore alle ovaie è male, è una cosa che vale per te, per l'italia e l'europa di questo secolo. Ma è una cosa che forse non varrà più tra qualche secolo in un altro luogo.

Il bene ed il male assoluto che tu tenti di spiegare, non esiste. Anche la cosa che ai nostri occhi è più ovvia a livello morale, l'abbiamo inventata noi. Ci sembra scontata ed ovvia perchè è nella nostra etica da secoli e secoli, ma non lo è sempre stata.

 

Il fatto che la vita è bene e la morte è male, anche questi sono presupposti arbitrari.

La linguistica può essere un esempio efficace: il fatto che la parola bene si dica "bene" è stata inventata di sana pianta dall'uomo. Adesso allarga questo concetto a tutto il significato che la parola stessa assume. Tutto ciò che è "bene" è bene perchè noi uomini diciamo che lo sia, così come noi abbiamo deciso che bene si dicesse con le lettere b-e-n-e che si susseguissero.

Il concetto di provare e fare dolore = male ed invece portare dei vantaggi e della felicità = bene è un sistema inventato da noi, non appartiene alla natura, non appartiene a nessun'altro oltre che a noi esseri umani. Morti noi, morirà anche il bene ed il male.

Umm però hai ragione, lo stesso bene per tutti e lo stesso male per tutti non esistono. 

Bisogna vederla come un risposta soggettiva per ognuno. 

Ognuno di noi si da una propria risposta, ma così facendo cade questa fantomatica creatura che sta sopra di noi. 

Ammenochè non ci sia una creatura per ognuno di noi, ma a questo punto sarebbe il nostro stesso cervello 

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

1 minuto fa, Gilga-Vi-Kingsley ha scritto:

Umm però hai ragione, lo stesso bene per tutti e lo stesso male per tutti non esistono. 

Bisogna vederla come un risposta soggettiva per ognuno. 

Ognuno di noi si da una propria risposta, ma così facendo cade questa fantomatica creatura che sta sopra di noi. 

Ammenochè non ci sia una creatura per ognuno di noi, ma a questo punto sarebbe il nostro stesso cervello 

Esattamente, oppure come ha scritto smile, esiste un dio/creatura/essere che non è ne buono ne cattivo, è neutrale e non patteggia per niente e per nulla. Esiste e basta.

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

8 minuti fa, Monochromatic ha scritto:

Ma torniamo al discorso di prima: noi gli abbiamo dato un nome, noi distinguiamo tra bene e male, il cane no. E' palese che anche un cane riesca fare una distinzione tra "pericoloso" e "cosa che è ok", ma può il cane accumulare tutta una serie di roba e dire "questa è male e questa è bene"? Nemmeno l'uomo può dire con certezza cosa è male e cosa è bene, come ha fatto notare Cleffa, come potrebbe un cane ragionare in tale ottica? E' esclusivamente l'uomo a pensare in modo astratto il bene ed il male, a porsi tale domande. Se iniziassimo a dire che è generale potremmo dire che X creatura operi su tutte le specie, ma se opera su tutte, perché ha permesso all'uomo di operare sul cane? Necessita di altri essere per svolgere determinati lavori o, di nuovo, vuole lasciare a quegli esseri un margine di riflessione? E si ritorna quindi al discorso di prima.

Per la seconda parte, credo che tu non abbia capito cosa ho detto: se il bene e male sono superiori a tale essere perché l'essere agisce spinto da questi (è quindi limitato da questi), come può a sua volta avere il controllo su questi e muovere i fili della vita attraverso di loro? Per riprendere l'esempio del cacciavite: io sono superiore al cacciavite, ho creato il cacciavite. Può il cacciavite operare attraverso di me? No, sono io ad operare attraverso il cacciavite, se fosse il contrario significherebbe che il cacciavite potrebbe operare senza di me che ho creato il cacciavite, senza che io lo crei. Ma come fa ad operare se ancora non esiste?

 

Non studio filosofia ma la mia prof vorrebbe che la studiassi lol, ma dire che in Dio non esistono né bene né male e né altro concetto presuppone che Dio sia conosciuto per dirlo con certezza. Se Dio o chi per lui è conosciuto significa che alcuni concetti del nostro mondo sono anche in Dio, quindi a questo punto per quale motivo Dio non potrebbe realmente rispecchiare bene e male in questo caso? Se Dio è conosciuto ma tali concetti non sono in qualche modo assimilabili a cose del nostro mondo, significa che possiamo solamente dire che è ma non cosa sia o no, eppure nuovamente torniamo al discorso di prima, ossia diciamo che Dio non può essere X cosa o concetto o non può racchiuderlo, nonostante dire cosa sia o non sia ci è leggermente complicato. 

Ti do ragione, cleffa mi ha illuminato. 

Una creatura superiore che sa cos'è il male e cos'è il bene per tutti non può in alcun modo esistere. 

E quello che ho scritto nel primo post non può essere un fatto soggettivo.

 

Questi topic servono anche a questo, così ci chiariamo :asduj1:

Magari un giorno si apre anche un topic per discutere della così detta "guerra giusta" che ha un po' sollevato mud xD 

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

2 minuti fa, Gilga-Vi-Kingsley ha scritto:

Ti do ragione, cleffa mi ha illuminato. 

Una creatura superiore che sa cos'è il male e cos'è il bene per tutti non può in alcun modo esistere. 

E quello che ho scritto nel primo post non può essere un fatto soggettivo.

 

Questi topic servono anche a questo, così ci chiariamo :asduj1:

Magari un giorno si apre anche un topic per discutere della così detta "guerra giusta" che ha un po' sollevato mud xD 

qusti argomenti sono interessantissimi ed è davvero piacevole confrontarsi insieme :D Bisognerebbe farlo più spesso!

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

5 minuti fa, Gilga-Vi-Kingsley ha scritto:

Ma sei io dicessi: Io ho ragione, voi avete torto. Il bene e il male sono quelli che dico io. 

 

:tf::tf:

 

E non c'è cosa peggiore che chiudersi nei proprio dogmi in questo modo :asduj1:

(Ogni riferimento ai musulmani è puramente casuale :tf:)

Penso che se qualcuno mi dicesse qualcosa di simile senza accennare ad aprirsi minimamente, well, lo prenderei amorevolmente a testate. Se lo dicesse con le magiche paroline "secondo me mamma mia non prendetelo come verità assoluta sono bravo e mangio i biscotti" non credo mi farebbe lo stesso effetto, ma nonostante ciò sono convinta che mi infastidirebbe comunque, anche se me lo dicesse nel tono più gentile e pacato del mondo. A pensarci bene ho sempre avuto questo problema, mi dà alquanto sui nervi non poter essere libera di dire o fare ciò che pensa possa tranquillamente essere detto o fatto °°

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Archiviata

La discussione è ora archiviata e chiusa ad ulteriori risposte.

  • Utenti nella discussione   0 utenti

    • Nessun utente registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea...