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[Darken] Magna Opera Pokémos


Darken

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Quello che state per leggere è un testo che ho soppesato a lungo prima di scriverlo, riscriverlo, riscriverlo nuovamente e infine pubblicarlo.
Anzi tutto sia chiaro: chi ha letto le Genealogie sa già molto sulla Storia di Pokémos. Ma spero che questo testo, su cui ho versato sangue, sudore e lacrime (magari non sangue e lacrime, ma mi ha fatto penare) riesca ad interessarlo.

Credo sia chiaro che è una sorta di Spin-Off di Pokémos, la mia fanfiction (qui). Uno spin off che vuole introdurre al mondo di Pokémos, in un modo che la fanfiction non può fare e che le genealogie, pur facendo egregiamente il loro lavoro, non approfondiscono appieno. Ringrazio Ashura perché molto di ciò che leggerete, per quanto riguarda la storia di Pokémos, è espansione di ciò che ha creato lui.
Ma senza altri indugi, vi lascio alla lettura. Per commentare, come sempre, nella sezione commenti della Fanfiction (qui).


MAGNA OPERA POKéMOS

 

Spoiler

Quella che segue è una raccolta di libri della Grande Biblioteca di Normalia, la più grande raccolta di conoscenza culturale di Pokémos, creata da instancabili generazioni di Bibliotecari in tutta Pokémos. I libri sono trattati sui più vari argomenti, tenuti aggiornati grazie alle informazioni dei viaggiatori.

 

PRIMO TRATTATO: STORIA DI POKéMOS

 

INTRODUZIONE: POKÉMOS E LA STORIA INCERTA

 

Pokémos è un continente suddiviso tra diciotto stati indipendenti. Questi paesi ospitano per la maggior parte pokémon appartenenti ad uno stesso tipo, seppur esistano minoranze che non appartengono al tipo maggioritario (di questi però la maggior parte sono comunque nati in quel paese e dopo essersi evoluti hanno scelto di non lasciarlo). I pokémon sono attratti verso un certo paese da una forza chiamata Predominanza. La natura di questa forza non è stata del tutto chiarita, ma molti studiosi ritengono che le cause siano da ricercarsi nei particolari climi dei vari paesi. In ogni caso la maggior parte dei pokémon tende a restare in un paese semplicemente perché ci è nata.

 

La storia più antica di Pokémos è avvolta nel mistero più assoluto. Ogni informazione precedente all’anno 0 del computo attuale è giudicata veritiera solo per l’assenza di prove contrarie ad essa, che sei mai dovessero emergere cambierebbero la nostra visione del mondo in modo notevole. Anche molta della storia successiva a quell’anno, per molti paesi, rimane nebulosa. Per la Storia Incerta, il lungo periodo tra l’Era della Fondazione e l’Era Attuale, viene riportata in seguito la sinossi dei vari capitoli dell’opera scritta dal Gran Bibliotecario Asarch il Sapiente, Gran Bibliotecario tra il 3782 e il 3797, il cui trattato La Storia Incerta: Le verità e le supposizioni, rimane ancora oggi una delle maggiori opere sul tema. Chiunque voglia approfondire ulteriormente quelle epoche incerte viene quindi rimandato dall’autore di questo testo a consultare l’opera di Asarch, disponibile nella maggior parte delle Biblioteche di Normalia e anche in quasi tutte quelle dei grandi studiosi stranieri.

 

Era della Fondazione

In principio era il caos. Ma dal caos nacque Arceus, il quale a sua volta generò i primi Loro, che a loro volta ne generarono altri. In origine il tempo scorreva in modo molto più denso e lento, giacché per formulare un singolo pensiero erano necessari interi eoni. Fu per questo un'era di pace e di prosperità.

 

Era dei Combattimenti

Almeno finché Bonoth, colui al quale Arceus aveva affidato il comando del tempo, lo accelerò (NOTA: i Loro in origine si dice che fossero molti più di quanti ne esistano oggi). Gli altri entrarono in confusione, in quanto non erano abituati a pensare a una simile velocità, e Bonoth cercò di approfittare di questo per spodestare Arceus e regnare incontrastato sul cosmo. Dopo un violento combattimento Bonoth fu sconfitto, ma non sopraffatto. Nonostante l'umiliazione riuscì a plagiare le menti di molti altri Loro, assaltando di nuovo Arceus contando sulla forza dei numeri.

Con il Padre di Tutti rimasero in pochi, pare appena un quarto di tutti i Loro esistenti (perfino Giratina prima della corruzione si schierò dalla parte del padre nell'Era dei Combattimenti), ma furono sufficienti a respingere momentaneamente l'assalto dei Bonithi.

Molti Loro perirono nella battaglia, e Bonoth non lo tollerò. Decise di tentare un ultimo assalto, fornendosi però di nuovi seguaci. Raccolse personalmente dal campo di battaglia i cadaveri dei suoi servi morti, li fuse assieme e li rimescolò, dividendoli poi di nuovo in piccoli pezzi. Fece scorrere per ogni singolo pezzettino di carne il tempo al contrario, in modo che la vita tornasse in quelle membra. E fu così che nacquero i Mew, antenati di tutti i pokémon.

L'ultimo assalto fu devastante. Molti Loro, sia da una parte che dall'altra, perirono. Ma alla fine Arceus uccise Bonoth, facendolo dissolvere nell'aria. I Mew restarono senza una guida ed andarono allo sbando, in quanto Bonoth non aveva dato loro la ragione. Arceus, impietosito, decise di dare a quelle creature una possibilità. Unendo le forze con i Loro superstiti diede la capacità di ragionare al "Popolo Multiforme", come erano noti da principio i Mew, data la loro capacità di mutare forma.

 

Era della Creazione

Arceus assegnò il dominio del tempo al figlio Dialga, e la pace continuò. Ma presto cominciarono i problemi. I Mew si moltiplicavano a ritmo spaventoso, e alcuni Loro cominciarono a temere per una nuova ribellione. Per questo alcuni, come Giratina, cominciarono a pensare di annientarli. Ma Arceus decise di risolvere la questione da solo.

Originariamente essi erano poco più piccoli dei Loro, ma Arceus ridusse le loro dimensioni e creò un mondo apposta per loro, al di fuori del quale erano impossibilitati ad uscire: Pokémos.

Al tempo stesso era stata una mossa sia per difenderli che per difendersi. Infatti i Loro erano troppo pochi per fronteggiare una nuova ribellione, e molti avevano paura. Ma Arceus si era affezionato ai pokemon, e decise di imporre dei limiti alla sua barriera: i Mew non ne potevano uscire, mentre i Loro vi potevano entrare, anche se con solo un briciolo del loro vero potere. Per cui sarebbe stato possibile annientare Pokémos solo da fuori, il che era impossibile vista la continua veglia di Arceus.

 

Era della Prosperità

Durante questo periodo il cosmo conobbe la pace, e i Mew si svilupparono nel mondo, mutando in tutte le forme di pokémon conosciute. L’ultimo Mew, su ordine di Arceus, fu ammesso tra i Loro. Essi nel frattempo riacquisirono molti dei loro poteri al di fuori di esso. Cominciarono a diffondersi le prime fedi fra i pokemon, ed è in questo periodo che furono erette le prime città.

 

Era dell'Instabilità

Una parte di Bonoth era sopravvissuta allo scontro con Arceus, rifugiandosi nel Loro più vicino ai due in quel momento: Giratina. Bonoth lo colse in un momento in cui aveva la difesa abbassata, e si annidò in un angolo della sua mente, pronto a farsi vivo nel momento giusto. E quel momento diede inizio all'Era dell'Instabilità.

Bonoth fece pian piano impazzire Giratina, al quale venne trasmessa la stessa brama di potere di Bonoth. Complottò allora con alcuni Loro per spodestare Arceus, ma Yveltal, che era coinvolto, tradì. Allora Giratina, tentando il tutto per tutto, ingaggiò un furioso scontro con il padre. Ne uscì sconfitto.

Arceus lo voleva annientare definitivamente, in quanto aveva scorto in lui un frammento di Bonoth, ma gli altri suoi figli, Dialga e Palkia, lo convinsero a desistere. Arceus allora esiliò Giratina in una parte fredda e buia del corpo, creando tutt'attorno una distorsione dello spazio-tempo con l'aiuto dei figli per impedirgli di fuggire. Si venne a creare il Mondo Distorto.

Ma, nonostante la sconfitta di Giratina, cominciarono a sorgere i primi dissapori tra i Loro. Si crearono le prime rivalità, come Groduon e Kyogre, Xerneas e Yveltal oppure Dialga contro Palkia. Pochi seppero mantenere il buonsenso, e Reshikrom fu uno di questi. Egli, per evitare che Dialga e Palkia si uccidessero a vicenda, si frappose tra i due, facendosi colpire. Ma questo peggiorò ulteriormente la situazione, in quanto egli non morì, ma si divise in due personalità totalmente opposte: Reshiram e Zekrom, che cominciarono anche loro a combattersi (nacque anche una terza entità, Kyurem, che tuttavia rimase in disparte nel conflitto). Arceus, furioso per questa situazione, esiliò tutti i Loro su Pokémos, privandoli di molti dei loro poteri e imponendo il divieto di oltrepassare la barriera. Decretò che sarebbero stati riammessi al suo cospetto solo quando avessero imparato ad appianare i loro contrasti.

 

Era della Tranquillità

Solo allora Pokémos iniziò veramente a crescere. Le fedi per i Loro si rafforzarono dopo che anch’essi vennero esiliati su Pokémos, e addirittura alcuni si integrarono con la popolazione, rinunciando alla propria immortalità e formando una discendenza (i Loro sono immortali solo se non generano figli, con l'unica eccezione costituita da Arceus; si vedano come esempio Latias e Latios).

 

La sinossi sopra riportata è solo l’ombra del titanico lavoro del Gran Bibliotecario, ma fornisce un racconto sufficiente, ai fini di questo testo, delle Ere antiche. Ma la Storia Incerta non termina con la fine dell’Era della Tranquillità.

In quel lasso di tempo i Pokémon, che all’epoca erano ancora molto pochi, vivevano tutti insieme nel territorio dell’odierna Gelia in una fertile valle, divisi in una grande moltitudine di piccoli regni. Ma quando i Picchi Glaciali sorsero nel luogo dove un tempo si estendeva la fertile pianura, i regni scomparvero e i Pokémon furono costretti ad emigrare. Alcuni vagarono per millenni, altri seppero stabilirsi presto, altri ancora non se ne andarono affatto. Questa migrazione viene convenzionalmente datata intorno a settemila anni fa, ma le basi da cui parte questa datazione sono vaghe.

Nell’anno 0 nasce il più antico paese di Pokémos: Normalia. Con a capo la prima Voce di Arceus, Normalia è il primo regno che gli storici accettano di considerare certo. Ed è per questo che con la fondazione del paese inizia il calendario che ancora oggi regola la vita a Pokémos, e viene considerata terminata la Storia Incerta. Va considerato che in realtà molto poco si sa di quanto accadeva negli altri paesi. Gli albori dell’Ordine dei Bibliotecari risalgono a soli duemilasettecento anni fa, sotto l’egida di Bibarel IV. E ancora, occorsero circa duemila anni perché i Bibliotecari riuscissero a stabilirsi in tutta Pokémos e cominciare la loro missione nella raccolta dello scibile universale. Per questo, molti pongono il termine della Storia Incerta in date molto più recenti. Ma in questo testo considereremo come suo termine il convenzionale anno 0.

 

N.d.R. (Nota del Redattore): Svariati autori si sono dedicati a studiare Pokémos, i suoi paesi ed i suoi abitanti. Per pura comodità nell’organizzazione di questa raccolta, tutti i volumi seguono il viaggio di Dolas l’Errante, il misterioso viaggiatore originario di Elettria che ha percorso per non meno di tre volte tutta Pokémos studiando la storia e la geografia dei vari paesi. I suoi scritti, risalenti a circa quattro secoli fa, sono riconosciuti di primaria importanza su scala globale, in quanto del tutto estranei da ogni forma di giudizio personale, ma solo un riportare su carta i fatti che egli ha osservato o studiato. Bibliotecario ad honorem investito dalla Voce di Arceus in persona nel corso del suo terzo viaggio, il sottoscritto Ditid, bibliotecario che ha raccolto questi documenti, si è limitato a raccogliere i diciotto volumi scritti di proprio pugno da Dolas, unendoli ai testi di autori successivi e precedenti la cui attendibilità non sia discutibile. In questo modo, il redattore omaggia il viaggio di Dolas l’Errante, e al contempo offre un’ordinata e precisa descrizione del mondo in cui lui e i lettori vivono.

 

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ELETTRIA

 

L’EPOCA ANTICA

 

Spoiler

La storia di Pokémos successiva al termine dell’Era della Tranquillità, come detto, fu un’epoca di grandi sommovimenti sociali per buona parte del paese. Elettria, al contrario, fu perlopiù lasciata a se stessa. Rinchiusa tra i Monti Tonanti e il mare, fertile e ampia, il paese offriva infatti una ricchezza tale da non generare quasi alcun interesse nei confronti del mondo esterno tra i suoi abitanti.

Sono molto scarsi i documenti sulla situazione del paese tra l’insediamento del Popolo Elettro, 7.000 anni or sono, e la conformazione definitiva dei suoi confini, circa 5.000 anni fa. E ancora scarse sono le informazioni su ciò che avvenne tra allora e il 3022, data cui risalgono i più antichi documenti storici attendibili.

Basandosi sulle narrazioni orali, si può cercare di ricostruire la storia, ma essa sarà sempre romanzata, perché passata attraverso millenni di aggiunte ed ellissi. In ogni caso, tenteremo di descrivere quantomeno le basi di ciò che avvenne nei secoli.

I documenti orali più antichi affermano che a guidare i Pokémon Elettro attraverso l’arida steppa che sarebbe poi divenuta il Grande Deserto di Terria fu Fergus Ilektrimus. Chi fosse costui, i cantastorie non lo riportano. Un qualche capotribù, elevatosi a signore di tutti i Pokémon Elettro dell’epoca. Sembra assodato che egli avesse un legame con l’altrettanto leggendario Eggon Fotian, che guidò i Pokémon Fuoco a Vulcania, perché in ambo i paesi vengono riportate leggende su costoro. Alcune parlano di loro come fratelli, altre come amici, altre come rivali. Quale che sia la verità, Fergus fu un nome che nei periodi più antichi venne dato spesso ai giovani, anche se ormai è caduto in disuso.

Alla morte di Fergus senza eredi, dicono sempre le leggende, ebbe inizio la sanguinosa frammentazione dell’antica Elettria in una miriade di piccoli territori. Quanto affermato finora è probabilmente vero: effettivamente, appare strano che i Pokémon Elettro siano giunti tutti fino a Normalia dalla lontana Gelia senza una guida, ma tale guida non può aver generato una qualche discendenza, altrimenti Elettria non sarebbe esplosa.

Per tutti i 4000 anni successivi, Elettria non fu altro che un crogiolo di piccoli staterelli in guerra tra loro, ed è anche per questo che si ricorda così poco di quell’epoca. Vi furono numerosi tentativi di riunificazione, questo è certo. I cantastorie parlano del Re dei Cinque Giorni, del Re delle Montagne e del Re Cacciapirati, come anche di molti altri re dai nomi evocativi, ma se queste figure siano davvero esistite, è materia che va oltre quanto possono sapere gli storici. Di certo questa è l’epoca della fondazione degli insediamenti più antichi. La Cattedrale di Ampere City, il più grande tempio Arceista del paese, fu eretta in quest’epoca, come la stessa Ampere City, la vicina Ohm Town e con ogni probabilità anche Truepower, la capitale della lavorazione delle Lampade Pietretuono. Ma anche di città oggi scomparse, come Thunderbourgh e Zapniar, di cui restano solo rovine e la memoria collettiva di canti antichi. Ben poco si può dire di quest’epoca, in realtà.

I millenni di sangue terminarono intorno al 3000, quando circa trenta di questi stati si allearono per riunire sotto il loro controllo coloro che avevano rifiutato l’alleanza promettendosi che, al termine della guerra, nessuno avrebbe mosso contro il proprio vicino. Se qualcuno avesse osato tanto, tutti gli altri promettevano di difendere i diritti dell’offeso.

Il periodo che seguì la difficile spartizione di Elettria viene ricordato come Epoca dei Trenta Ducati. Uno dei documenti più antichi di Elettria era l’accordo tra i Duchi dell’epoca, il 3017, oggi perduto, in cui essi indicano fin dove si estendono i vari possedimenti da proteggere.

Non ci volle molto perché l’accordo venisse violato. Era il 3022, sempre secondo i documenti, quando esso veniva rotto per la prima volta. Il lord del Passo di Thundurus, provocato, dichiarò guerra al lord di Calmaluce, e questi rispose invadendo le sue terre e conquistandone tutti i territori, con l’appoggio degli altri ducati. La stessa Calmaluce subì però lo stesso destino, venendo completamente rasa al suolo, pochi anni dopo, nel 3025, quando ebbe la pessima idea di marciare verso est, contro Fulminatton, la quale conquistò così i territori dello sconfitto, perdendoli in parte nel 3033 a vantaggio di Lasthunder e Storming Rock.

Gli anni successivi furono solo un ripetersi di eventi simili. Nei successivi 300 anni, i Trenta Ducati divennero Venticinque, poi Venti, poi Quindici. Si credeva ci si stesse avvicinando all’unificazione in una sorta di processo naturale, ma i moti rivoluzionari del 3372 posero fine a qualsiasi possibilità in tal senso. Il popolino di tutta Elettria, stanco di oltre 300 anni di combattimenti, insorse dando vita a rivolte che dilaniarono i Ducati per i successivi vent’anni. Per placarli i vari Duchi cercarono di ricorrere alle armi o alla diplomazia, ma la guerra aveva stancato il popolo a tal punto che infine essi dovettero cedere e ritirare le armate.

Fu pochi anni dopo che gli interessi dell’Impero di Laghia emersero. La Marina di Laghia, di recente fondazione, sbarcò nel 3408 sulle coste del paese e dichiarò che al regno appartenevano “tutte le terre bagnate dal mare.”

Iniziò una guerra tra i Duchi minacciati e il paese invasore. Guerra che, in realtà, durò solo finché Laghia non decise di lanciare un’offensiva su larga scala contro il nemico, in una guerra che era durata “fin troppo per i nostri gusti”, come disse l’Imperatore Palpitoad I. Nel 3428, la Marina cominciava la costruzione di numerose basi sulla costa. Ed era il 3432 quando la Marina di Laghia fondava l’avamposto che sarebbe divenuto Volt Port, il più grande avamposto marittimo di Elettria.

Altre città si ingrandirono grazi all’influsso di Laghia, anche quelle di territori verso cui il paese marittimo non aveva interesse. Greathunder, Truepower, Fulminatton, Highroll o Elecvine risultano tutte nei documenti dell’epoca come città con frequenti rapporti commerciali con l’Impero, o addirittura come loro città vassalle.

Nel 3485, l’Impero di Laghia si dissolse, collassando a seguito dei dissensi interni accumulatisi. Il nuovo Re Swampert I concluse con Elettria un trattato di indipendenza, e i Ducati ripresero le loro lotte intestine, riportando il paese nel caos. In realtà le zone più colpite furono i Ducati del sud, che appena divenuti nuovamente indipendenti si trovarono a contrastare le mire espansionistiche dei vicini.

Nel 3612, la fiorente città di Truepower fu la prima a tentare l’unificazione di Elettria. Arricchita dai commerci tenuti con Laghia prima del crollo dell’Impero, e poi con gli altri Ducati il Duca del Sole, Lord Magnezone, era oggettivamente il più potente tra i Duchi dell’epoca. Ben sapendolo si proclamò, a suo dire “per cominciare”, Re dei Monti Tonanti e marciò sulla vicina Fulminatton, annettendola dopo un breve assedio e imprigionando il Duca R. Shan, un Rotom Lavaggio, insieme a tutta la sua famiglia.

Procedendo nel suo piano, il Re dei Monti lasciò una piccola guarnigione a placare le terre conquistate, e unito il proprio esercito con la piccola e recalcitrante armata di Fulminatton mosse verso Lasthunder e Storming Rock, le due imponenti città dell’Est.

I due Duchi, sapendo di non poter competere, da soli, contro l’armata, ingrossatasi nel frattempo obbligando i piccoli villaggi lungo la strada a fornire nuove reclute, chiesero aiuto ai Ducati confinanti, ma solo tre di essi risposero alla chiamata: la Duchessa Eeles di Elecvine, il Duca M’Ros di Ampere City e il Duca Aphor di Volt Port. L’armata combinata avrebbe avuto comunque poche speranze, ma non vi fu bisogno del loro intervento. Alcuni lealisti della famiglia R. presero Fulminatton dall’interno, liberando il Duca. Quando la notizia raggiunse il campo, l’esercito del Ducato dei Tuoni, sempre fedele al proprio signore, si ribellò e diede via ad una battaglia ricordata come Battaglia degli Squarciasoli, riferendosi all’esercito del Duca del Sole, che stando ai cronisti sembrava “squarciato in due, come il cielo quando compare un fulmine”. In realtà, è improbabile che il Duca del Sole avesse subito perdite ingenti, perché pare che l’armata del Ducato dei Tuoni sotto il suo controllo non fosse un decimo del suo Esercito del Sole.

Tuttavia, quella battaglia segnò ugualmente la fine dei sogni del Re dei Monti. L’esercito impiegò tempo per rassestarsi, e quando ripartì scoppiò un violento temporale, uno dei più lunghi nella storia di Pokémos. Ignorando i consigli dei suoi Generali, Magnezone ordinò di procedere. Fu un grave errore. L’esercito, per aprirsi la strada, fece abbattere alberi a migliaia, destabilizzando il terreno. E quando l’armata passò, il fianco del Monte Campo Elettrico collassò. Metà dell’esercito fu schiacciato o trascinato a valle dalle frane.

Ma Magnezone continuò ad avanzare, e subì altre perdite. Una grossa fetta dei contadini reclutati a forza fuggirono nel corso delle varie notti passate in marcia, tornando alle proprie case. Uno dei Generali disertò, seguito da parte dell’armata. Poi la pioggia battente e le lunghe marce causarono a quasi un quarto dell’esercito malattie, dal raffreddore alla polmonite.

Quando finalmente le forze rimaste arrivarono a Lasthunder, dopo due settimane di pioggia battente, trovò davanti a sé l’armata delle cinque città. Magnezone preparò l’ordine di attacco, ma esso non venne mai eseguito. Suo figlio, il Generale Etong, lo uccise quella notte stessa, per evitare altre perdite inutili al Ducato del Sole, poi si arrese ai Duchi. Ancora oggi, a Truepower si ricordano Etong il Parricida e Magnezone il Falso Re, ma il primo è ricordato come l’eroe che evitò la completa distruzione di Truepower e del Ducato del Sole.

 

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Un capitolo mostruosamente lungo tutto per voi.

 

LA GUERRA DI UNIFICAZIONE

 

Spoiler

Dopo il fallito tentativo del Re dei Monti Tonanti, l’idea di unificare Elettria sembrò cadere in secondo piano. Dodici casate stavano emergendo dalle lotte ducali, con le altre che scomparivano lentamente nell’oblio. E nel 4200, dopo quasi 800 anni di guerra ininterrotta, i Dodici Ducati erano completamente formati.

Sui Monti Tonanti regnavano cinque casate: Nell’ovest dominavano i Magnet di Trupower, Duchi del Sole, il cui motto era “Splendenti e abbaglianti”. A nord gli R. di Fulminatton, Duchi del Tuono, “Ultimi Fulmini del Nord”. Nel profondo Sud-Est i Loisk di Greathunder, Duchi delle Saette, “Furie del monte”. A Nord Est regnavano vicini gli Sfisk di Lasthunder, Duchi della Luna, “Luci della notte”, e gli Zerik di Storming Rock, Duchi dei Fulmini, “Terrori della tempesta”.

Le pianure dell’Est erano divise tra il Elecvine, su cui nominavano gli Eeles, Duchi delle Nubi, “Difensori della Rocca” e i Duchi delle Nuvole, i Voltar di Highroll, “Veloci coltivatori”.

Ad Ovest tre città, due delle quali governate da Duchi potenti: Gli A’Roph di Ampere City, Duchi delle Stelle “Pii guerrieri”; I Vire di Ohm Town, Duchi dei Pianeti, “Placidi tuoni dell’ovest” e i Brightspark di Brightspark, Duchi delle Scintille, “Coloro che volano”.

Al Sud, Gli Aphor, Duchi delle Scariche di Volt Port, “Vittoriosi nelle tempeste”.

Infine, al centro di Elettria, Electronvolt, governata da casa Mane, Duchi della Tempesta, “Fulmini distruttori.”

I due secoli successivi videro un accentramento del potere su tre diversi fronti: I Lord Mane, da Electronvolt, si trovavano in una situazione di vantaggio strategico. Grazie alla loro grande influenza, ben presto divennero capi (se non in base agli accordi, quantomeno di fatto) di una coalizione con Greathunder, Highroll, Elecvine e Truepower, tre ducati di grande potenza economica. Caparbiamente indipendenti da qualsiasi accordo rimasero Brightspark, Fulminatton, Storming Rock e Lasthunder, anche se forti erano i legami di amicizia tra le due città. Infine, si strinse un’alleanza duratura tra Ohm Town, Ampere City e Volt Port. Molti furono infatti i matrimoni tra le tre famiglie, ma la famiglia Vire, nel suo disinteresse alla vita mondana, aveva comunque la posizione di rilievo tra le tre (I lord A’Roph erano guerrieri e devoti, più che abili politici; e il potere di Volt Port, proveniente solo dal mare, ondeggiava spesso a seconda dell’andamento dei commerci, passando da epoche di ricchezza a epoca di forte crisi).

Se qualcuno avesse osservato lo stato economico e militare di Elettria nel 4440, anno in cui ebbe inizio l’unificazione, avrebbe innegabilmente ritenuto come più probabile vincitore di una guerra per il trono la potente Electronvolt, che aveva dalla sua le risorse economiche di Elecvine e Truepower, la ricchezza alimentare di Highroll e la forza militare di Greathunder e della stessa Electronvolt.

Questo stato delle cose ha spinto molti storici a chiedersi cosa abbia guidato la scelta di Lord Electivire XIX Vire, Duca di Ohm Town, a proclamarsi re.

Indubbiamente, dalla parte del Duca vi furono dalla sua una serie di circostanze favorevoli: la siccità che colpì in quell’anno l’est di Elettria causò gravi perdite negli altrimenti abbondanti raccolti; essi erano la più grande fonte di reddito di Elecvine e Highroll, e persino la stessa Electronvolt fu duramente colpita. Al contrario, Volt Port, grazie agli stretti rapporti commerciali con Laghia, in quel periodo fiorenti, riusciva a convogliare verso i Ducati alleati vettovaglie dal paese vicino. Più contrastata è l’ipotesi che il Lord di Ohm Town contasse in maniere significativa sul Re di Oscuria, con cui pure era riuscito ad intrattenere rapporti. La distanza del paese dei Pokémon Buio era molta, via terra o via mare che fosse.

Altro tassello importante fu la potenza militare sviluppata da Ampere City. Essa infatti vantava la più grande armata che Elettria avesse mai visto da centinaia di anni a quella parte. Non senza giustificazione, quantomeno apparente: scorrerie di numerose bande di predoni, spesso somiglianti a piccole armate, che si infiltravano da Terria eludendo le guardie dei confini, costringevano il lord a mantenere un esercito ben superiore a quello degli altri paesi.

Ancora, Ohm Town aveva dalla propria parte il sistema murario costruito dagli antenati di Lord Electivire, che avevano smesso, dopo gli eventi del Falso Re, di fidarsi della vicina Truepower, per quanto il paese fosse stato colpito ben poco dalla guerra di cinque secoli prima. La città di conseguenza era ben poco preoccupata da un eventuale assedio. Inoltre, il Duca di Ohm Town aveva legami di amicizia con il lontano re Zoroark III di Oscuria, ben felice di sostenere economicamente l’amico (anche se, commentano alcuni storici, non era probabilmente del tutto disinteressato).

Molti studiosi fanno notare che in queste coincidenze sembra esservi del prodigioso, ed è certo che Electivire stesse muovendo alcuni fili da dietro le quinte: l’ingrossamento dell’esercito di Volt Port e Ampere City appare perlomeno sospetto, così come l’attenzione di Volt Port nell’impedire l’arrivo delle derrate alimentari di Laghia nei Ducati alleati con Lord Ectir Mane, Duca di Electronvolt.

Sia quel che sia, nel primo giorno del terzo mese del 4440, undici messaggeri partirono da Ohm Town, diretti verso le capitali degli undici ducati, latori dello stesso messaggio: “L’epoca dei Ducati è giunta al termine. Elettria sarà finalmente unita: un solo re per un solo regno. Tutti i Duchi sono dunque invitati a scongiurare una guerra, giurando fedeltà eterna a Re Electivire I, Re di Elettria.”

Difficile dire come lord Mane (che, alcuni carteggi dell’epoca lo confermano, pianificava la stessa mossa per il momento opportuno) reagì: la sua risposta, se mai ci fu, fu semplicemente “guerra.”

Poco scalpore fu generato dai giuramenti di fedeltà di Lord Mhros A’Roph, Duca di Ampere City, e da Lord Pharos Aphor, Duca di Volt Port. Molto di più quando la indomabile Brightspark, su cui regnava il Duca Emmolg Brightspark, prese la decisione di giurare. Ancora oggi, rimane un mistero perché questo ducato abbia piegato il ginocchio, e le mere congetture ben poca luce possono fare su quanto avvenne allora. Alcuni teorizzano che la scelta sia stata fatta dal Duca per via del timore verso il Duca di Electronvolt e il suo potere crescente, ma altri credono che, semplicemente, Brightspark volesse mantenere rapporti di amicizia con Volt Port, da cui dipendeva per il commercio dei prodotti del Ducato oltre mare.

Un duro colpo per il Re arrivò invece allorché Fulminatton si schierò con il Duca Ectir. Certamente la città fu spinta dalla posizione: si trovava circondata a sud e a ovest dal Duca e i suoi alleati, mentre a est erano schierati i Ducati di Storming Rock e Lasthunder, indipendenti e imprevedibili.

Il neo-Re Electivire, in ogni caso, provvide ad organizzare l’armata con rapidità, passando velocemente all’offensiva. Il Duca di Ampere City fu mandato, al comando di una parte del proprio esercito, a prendere la città di Truepower, unico pericolo alle spalle del regno. L’armata di Ohm Town e la parte rimanente dell’esercito di Ampere City si riunirono invece ad Ohm Town, e da lì, sotto la guida del re, mossero a nord, verso Fulminatton. Volt Port inviò le proprie navi a compiere attacchi lungo il fiume Volt, mentre la fanteria si univa con quella di Brightspark e marciava verso est.

Electronvolt non reagì immediatamente: Il Duca Mane, sfortunatamente per lui, si trovava a dover tenere a freno le opinioni divergenti dei vari Duchi, ognuno dei quali pretendeva la marcia dell’esercito verso i propri territori. Il Duca di Truepower, che all’inizio della guerra si trovava a Electronvolt insieme a una piccola parte del proprio esercito, chiedeva che l’esercito muovesse verso la solida armata di Ampere City per impedirle di prendere la sua città. Il Duca di Fulminatton pretendeva invece una marcia verso nord, perché temeva l’attacco di Re Electivire alla sua città. E i Duchi di Highroll, Elecvine e Greathunder chiedevano a gran voce la marcia verso sud est.

Infine Lord Mane prese l’unica decisione possibile: divise l’esercito in tre fronti. Un’armata più cospicua, composta dalle armate di Fulminatton, Greatthunder, Highroll e Truepower mosse a sud est, verso le armate di Volt Port e Brightspark, che nel frattempo stavano per raggiungere e mettere sotto assedio Highroll.

La seconda, più piccola, sotto il comando del Duca di Elecvine, si diresse a nord, per combattere l’armata di Re Electivire, diretto a Fulminatton. Ad essa, Mane aggiunse buona parte dell’esercito a disposizione di Electronvolt. Lord Eeles era d’altronde noto come uno dei più abili comandanti della storia di Elettria, e Mane contava di essere in una botte di ferro.

Una terza armata fu inviata verso Truepower, sotto il comando del migliore amico e generale di Lord Mane, un Raichu chiamato solo Thund. Su chi fosse esattamente costui, rimangono dubbi. Alcuni lo chiamano lord minore, un conte o barone, forse signore del Pika Village, ma questo pare improbabile, perché già all’epoca il titolo di Conte del Pika Village risulta vacante. Altre fonti lo definiscono il figlio di un uomo di corte, e questo potrebbe essere più accurato. Fatto sta che egli mostrava una capacità di comando molto spiccata.

Mentre le tre armate partivano da Electronvolt, aveva luogo la prima battaglia della Guerra: il grosso dell’armata di Truepower mosse verso Lord A’Roph, in quel momento in marcia. Al comando degli uomini di Truepower era stato posto, con delega Ducale giunta via messaggero, il Generale di Truepower, Lord della cittadina di Joulechester, il Conte Denein Nedden, un Dedenne. L’armata di Lord A’Roph contava quasi trentamila pokémon, la più grande tra quelle che combattevano per il Re, mentre l’Armata di Truepower contava dodicimila pokémon. Il Conte, ben sapendo che una battaglia campale avrebbe causato la sua sconfitta, decise invece di inviare i propri uomini a disturbare l’avanzata nemica, in attesa dei rinforzi da Electronvolt. Attacchi alle salmerie, ai fianchi, alla retroguardia e all’avanguardia divennero all’ordine del giorno per l’armata di Ampere City. Inoltre, man mano che avanzavano, non trovarono davanti a sé altro che terra bruciata.

Ma in tutto ciò, Lord Nedden finì per scoprire che se sulla terra poteva agire così, il mare era il suo nemico. Il Duca di Ampere City guidò l’esercito verso la costa, e qui alle salmerie via terra si sostituirono le navi di Volt Port, adeguatamente scortate. Rifornito abbondantemente, il Duca procedette lungo la costa, per altro annullando completamente le perdite dal fianco sinistro dell’esercito. Nonostante la perdita di tempo causata dalla deviazione, Il Duca riuscì ad arrivare in vista di Truepower con soli due giorni di ritardo rispetto al previsto. Aveva ancora con sé quasi 25.000 guerrieri sani, più un migliaio di feriti.

Truepower, castello fortificato un cui fianco poggia su una montagna, era del tutto inattaccabile dalle pianure sottostanti. Scalare il Monte Ondashock su cui posava la città per poi colpire dall’alto pareva altrettanto impossibile: il monte, completamente spoglio, rendeva impossibile avvicinarsi a sufficienza senza essere visti.

Il Duca A’Roph sapeva fin troppo bene che, perdendo tempo lì, rischiava di subire ulteriori perdite, e di tenere occupata un’armata di cui il Re aveva bisogno. Certo, l’assedio sarebbe durato poco, visto che il nemico non avrebbe avuto per molto scorte con cui sfamare l’esercito, ma era comunque troppo. Più di tutto, sapeva che rischiava di venir preso alle spalle dal Generale Thund.

Dieci pokémon si presentarono, tre giorni dopo, davanti alle porte di Truepower, dichiarando di essere sfollati da un villaggio vicino. La città accettava l’ingresso agli sfollati, e anche a loro furono aperte le porte. All’interno, gli assediati davano già segni di cedimento: i rifugiati occupavano ogni bugigattolo libero, i soldati avevano un’aria nervosa e il cibo scarseggiava. I dieci pokémon attesero la notte, poi entrarono in azione. Due di loro, una coppia di Emolga, raggiunse rapidamente la cima delle fortificazioni uccidendo le guardie sul camminamento intorno al portone. Gli altri otto uccisero quelle a guardia dello stesso, senza che nessuno di loro potesse dare l’allarme. Poi aprirono il portone, e l’esercito di Ampere City sciamò all’interno. Quello che seguì fu un massacro. Le truppe di Truepower, colte di sorpresa, furono sconfitte, catturate o uccise. Il Conte Nedden non ebbe una sorte migliore: a quanto pare, mentre guidava una squadra, un attacco colpì alcune delle case accanto: crollando, schiacciarono lui e parte dei suoi uomini. La mattina dopo, sulle mura di Truepower sventolava il vessillo del regno di Elettria.

Nel frattempo, a nord, Re Electivire si dirigeva verso Fulminatton rapidamente. L’esercito di Fulminatton rimasto nella città, di ottomila pokémon, si era già unito ai ventitremila di Elecvine, e Lord Eeles si preparava ad attaccare sul terreno che avesse ritenuto più adatto. Contro di loro, marciavano i venticinquemila di Re Electivire, l’armata di Ohm Town e parte di quella di Ampere City.

Il Monte Scarica si trova a meno di un giorno di distanza dalla città. Il Duca di Elecvine, deciso ad impedire ad Electivire di avvicinarsi alla città, scelse il monte come punto in cui attendere il nemico. Ma quando l’esercito arrivò in vista del monte, ebbe l’amara sorpresa di trovare Electivire già stanziato, in attesa del nemico.

Sul perché Electivire si fosse posizionato proprio lì esistono molte teorie, ma la più probabile è che egli fosse stato informato dei piani di Lord Eeles da qualche spia e avesse risposto di conseguenza. Ad ogni modo, Eeles fu costretto a stanziarsi su un altro monte, il Monte Incrotuono, dirimpettaio del Monte Scarica, in attesa del momento opportuno per attaccare. Per diversi giorni i due campi si tennero d’occhio in cagnesco, ma nessuna delle due parti osava muovere verso l’altra. Electivire era meglio attestato, in un punto più alto e più facilmente difendibile, ma mancava dell’esperienza e dei numeri per colpire in maniera efficace il nemico, che si era preparato ad attacchi sia dall’alto che dal basso.

Quando il messaggio della presa di Truepower raggiunse i due campi, un boato di gioia si sollevò dalle truppe del re, un grido di dolore da quelle del Duca. E Electivire seppe che era giunto il momento di colpire. Il morale nemico era bassissimo, mentre le sue truppe erano pronte a combattere con rinnovata ferocia. Electivire si riunì con i suoi due Generali (numero che poi si sarebbe conservato nella storia di Elettria fino ai giorni nostri) e concertò l’attacco.

Il mattino seguente, alle prime luci dell’alba, le sentinelle nemiche fecero suonare l’allarme, mentre l’armata di Ohm Town sciamava verso l’accampamento nemico. La risposta di Lord Eeles non si fece attendere: certo che Re Electivire avrebbe colpito, aveva tenuto pronte le truppe, e aveva fatto il possibile per tenerne alto il morale. Lui stesso guidava il centro. Suo figlio maggiore era al comando del fianco destro, i due figli minori alla guida di avanguardia e fianco sinistro. La preparazione fu talmente efficace che, di fatto, la battaglia non raggiunse il Monte Incrotuono, ma lo scontro si ebbe sul Monte Scarica.

La Battaglia del Monte Scarica rimane una delle tre maggiori battaglie dell’Unificazione. L’impeto di Ohm Town si schiantò contro le armate di Elecvine, e ne fu assorbito. Nello scontro che seguì, molte volte la bilancia sembrò pendere per l’una o l’altra parte. Le avanguardie di Eeles e di Electivire furono entrambe annientate, e così morì il secondogenito del Duca, ma quando il centro e i fianchi passarono al confronto cedettero quasi specularmente: mentre Ohm Town si apriva uno passaggio per il centro nel fianco destro dell’armata Ducale, subiva un affondo nel fianco sinistro.

Il primogenito del Duca morì in singolar tenzone contro il Generale Rayx di Re Electivire, al comando del fianco destro. Il terzogenito riuscì a sconfiggere il Generale Lioisk, ma periva poco dopo, per mano di un soldato qualunque, un Pikachu che passò gli anni successivi a vantarsi per essere riuscito a far fuori “quel bestione dal braccio monco”, probabilmente ignorando che il terzogenito, prima della battaglia, non aveva alcuna menomazione.

Infine, i due centri si unirono e la battaglia divenne un vortice guerresco. Nel mezzo della mischia, un enorme incendio divampò, si dice causato da un attacco Scarica, causando centinaia di morti. Alla fine, Re Electivire si trovò davanti Lord Eeles, e i due si lanciarono uno contro l’altro. Molti soldati affermarono di aver assistito al duello finale, e alcuni addirittura di aver sentito uno scambio di parole tra i due, ma questa seconda parte sembra improbabile. Quel che è certo è che, dopo una lunga battaglia, fu Re Electivire ad abbattere l’avversario. La dinamica della morte rimane avvolta nel mistero: alcuni dissero che il Duca si ritrovò la cassa toracica sfondata, altri che Electivire gli spaccò in due il cranio. Altri addirittura entrambe le cose.

Sia quel che sia, la morte del Duca pose fine alla battaglia. Visto morire il comandante, il coraggio abbandono le truppe, che si diedero alla fuga. La vittoria del Monte Scarica, costata la vita a quasi ottomila pokémon di ambo i fronti, fu una vittoria decisiva. Electivire comandò che tutti i morti fossero sepolti, indipendentemente dal vessillo per cui combattevano. Lui stesso si occupò delle esequie di Lord Eeles, dei suoi tre figli e del Generale Lioisk.

Dopodiché, Electivire si preparò a ripartire e muoversi verso Fulminatton, preparandosi all’assedio. Ma quando arrivò alla città, trovò le porte aperte e la bandiera del Ducato di Ohm Town svettante sulle mura.

Quello che Re Electivire ignorava erano gli eventi che avevano attraversato il sud-est di Elettria nei giorni precedenti la battaglia del Monte Scarica.

L’armata congiunta di Brightspark e Volt Port aveva preso Highroll con un’azione fulminea. La città, che aveva usato la propria vicinanza ad Electronvolt come scudo, non aveva difese imponenti, e fu schiacciata da un assalto che all’armata nemica costò meno di cento uomini. Lasciatasi alle spalle una guardia di tremila uomini per tenere la città contro un assalto (che in realtà il Duca di Volt Port sperava non avesse luogo) e ampliamente rifornita l’armata, i ventitremila pokémon marciarono verso est, diretti a Greatthunder. Superato il Volt con un ponte di navi, guadagnarono parecchi giorni di vantaggio, ma fu a quel punto che scoprirono di essere seguiti da un’armata di oltre quarantamila pokémon, le forze congiunte delle tre città del Sudovest e il grosso dell’armata di Fulminatton.

Senza perdersi d’animo, il Duca di Volt Port e quello di Brightspark si organizzarono velocemente: comprendendo che farsi prendere sotto le mura di Greatthunder avrebbe portato alla loro sconfitta, si spostarono, dirigendosi verso i Monti Tonanti. Dopo quattro giorni di marcia, raggiunsero il Monte Tuononda. Nel frattempo, la retroguardia aveva cominciato a subire perdite: l’esercito dei Duchi si trovava a meno di un giorno di distanza, con sorpresa di entrambi.

Come avevano fatto i nemici a superare il Volt è oggi cosa nota. Al Water Wind Mill, avevano rotto il blocco navale lungo il fiume, poi avevano attraversato costruendo un nuovo ponte, al posto di quello distrutto dall’armata reale, a tempo di record, usando i pezzi delle navi distrutte. Da lì, erano passati attraverso i territori di Elecvine, ancora pressoché non intaccati dalla guerra, e si erano mossi verso sud ovest.

A quel punto, i Duchi Emmolg e Pharos dovettero scegliere se stanziarsi sul Monte Tuononda, più basso di quanto non fossero gli altri “monti noti” di Elettria, o tentare di muoversi verso l’interno della catena montuosa e raggiungere il Monte Fulmine, massiccio che ben si prestava a una battaglia. Ma, temendo di essere raggiunti, l’esercito non potè far altro che stanziarsi sul monte. Quando infine, dopo meno di mezza giornata, l’armata nemica raggiunse la base del Monte Tuononda, l’esercito reale seppe di aver fatto la scelta giusta: con il ritmo di marcia tenuto dai nemici, sarebbero stati raggiunti prima di essere riusciti a rendere solida la posizione sul Monte Fulmine, o forse prima ancora di potersi stanziare.

La posizione del Monte Tuononda si prestava comunque alla battaglia. Posto direttamente sopra le pianure, permetteva di dominare il campo nemico. Purtroppo, era molto boscoso, e il nemico avrebbe potuto avvicinarsi sfruttando le fitte foreste, ma a questo pensarono i duchi: la loro prima mossa fu l’ordine di abbattere alberi per settecento metri sopra e sotto l’altezza del campo, e per tutta la fascia compresa tra i due estremi. L’ordine, impartito da Lord Emmolg, gli valse il soprannome di “Emmolg il Taglialegna”. Per quanto non eseguito del tutto, per colpa dell’arrivo dei nemici, i soldati crearono un anello di terra spoglia larg0 circa 1100 metri, oltre quattrocento verso il basso e tutti e settecento verso l’alto, che aggirava il monte per intero. Alla domanda “Cosa ne faremo dei tronchi rimasti?”, postagli dai soldati dopo che ebbero terminato le fortificazioni, egli rispose “Lanciateglieli, con tanti saluti.” Tronchi in fiamme volarono per oltre un’ora, scagliati dall’alto per mezzo di rozze catapulte, schiacciando non meno di cento pokémon nemici e ferendone altri duecento.

Due giorni dopo, la situazione era di stallo: dall’alto, i soldati reali guardavano l’esercito nemico, circa il doppio del loro. Dal basso, i soldati ducali guardavano il campo nemico, in posizione avvantaggiata, ma meno numeroso. E a contornare il tutto, nuvole minacciose stavano lentamente avvolgendo i monti, portando la tanto attesa pioggia che poneva fine alla siccità nel peggior momento possibile.

Alla fine, i Duchi Reali furono d’accordo: bisognava attaccare finché le scorte erano ancora abbondanti e il morale degli uomini ancora alto.

Il tutto si svolse nel più silenzioso dei modi. La notte, cominciò a piovere. Una pioggia forte, che rendeva difficile vedere a pochi metri di distanza. Come se anche il cielo volesse aiutare l’armata reale, quello era il tempo migliore che l’esercito stanziato sul monte poteva sperare. Negli anni successivi, alcuni giunsero ad affermare che fu il Trascina Tempeste, il grande Thundurus, a portare la tempesta, su invocazione di Lord Emmolg e Lord Pharos, ma questa è con ogni probabilità una diceria che mai potrà essere confermata.

Per maggior sicurezza, l’esercito reale non lasciò che il nemico si potesse rendere conto immediatamente che il campo era vuoto. A gruppi di al massimo cinquecento elementi, i soldati si allontanarono dal campo, usando come copertura, ironia della sorte, i boschi che Lord Emmolg non aveva tagliato per via dell’arrivo dei nemici. Riunitisi nella fitta foresta, i ventitremila soldati, con i due Lord alla guida del fianco destro e del centro e l’amico, Generale e braccio destro del Duca di Brightspark Estirk come comandante del fianco sinistro, i soldati marciarono silenziosamente fino al limitare dei boschi.

La pioggia aveva reso il terreno molle, quindi poco rumore produsse la grossa armata muovendosi tra i boschi, camminando sul terreno soffice e le foglie morte. E quando sbucarono fuori dai boschi, lo fecero nel più assoluto silenzio. Tanto silenziosamente che, in effetti, le sentinelle del campo nemico li individuarono solo quando ormai erano alle porte del campo.

Quella che seguì fu una battaglia estremamente disordinata. I quattro Lord riuscirono comunque a radunare intorno a sé poco più di trentamila pokémon, mentre gli altri diecimila erano ancora mezzi addormentati o erano già stati abbattuti prima che l’esercito si organizzasse.

Quando i due fronti si scontrarono, la battaglia entrò nel vivo. Lord Pharos, dimostrando la propria abilità come combattente, si aprì con ferocia la strada nel fianco destro nemico, arrivando a contatto con il Lord di Greathunder, Loheilsk, il quale, si dice, fu abbattuto senza che il Duca di Volt Port si rendesse conto di chi aveva ucciso. L’unico figlio del Lord morì con lui, ma non si sa chi lo uccise. Similmente al padre, chi eliminò il figlio non se ne prese mai il merito, probabilmente non rendendosi conto di aver ucciso un Duca.

Lord Emmolg sfondò il centro con decisione, aprendosi la strada dritto fino all’obbiettivo, costituito dai Lord di Truepower e Fulminatton. Quella che seguì fu una durissima battaglia. Alcuni spettatori giungono ad affermare che Lord Emmolg uccise da solo Lord Agnet, i suoi figli, Lord R. Calore e tre dei loro generali, il tutto riportando una sola ferita, una larga cicatrice che per il resto della vita lo lasciò sfigurato al volto con un taglio quasi orizzontale, da una guancia all’altra, pochi centimetri sopra il naso.

Ma, per quanto questo abbia fatto entrare Emmolg il Taglialegna ancor più nella leggenda, rimane molto difficile credere che egli da solo avrebbe potuto uccidere tutti questi abili guerrieri. Altri storici hanno dato il merito di alcune di esse ai suoi Generali o a soldati comuni, ma nel mezzo della carneficina che si stava svolgendo, diventa impossibile dire chi sia stato ucciso da chi. Lord Emmolg non si vantò mai per aver ucciso qualcuno, quindi nessuno può sapere se effettivamente egli abbia ucciso tutti quei nemici.

Il fianco sinistro fu l’unico a collassare. Il Generale Estirk fu colpito da un attacco vagante, ritrovandosi accecato. Senza la sua guida, il nemico sfondò le sue file e si aprì la strada per oltre metà del campo prima che Estirk tornasse a vederci… e si ritrovasse faccia a faccia con il Lord di Highroll e i suoi due Generali. Ucciso un Generale e ferito gravemente l’altro, fu però ucciso a sua volta dal Duca, e tutti i testimoni sono concordi su questa versione della lotta.

Rimane in dubbio, quindi, come sia morto il Duca di Highroll. La risposta più ovvia, quella secondo cui egli sia stato ucciso da qualche soldato semplice poi morto nella carneficina, è probabilmente quella corretta. Alcuni diedero il merito al Duca di Brightspark, ma pare quanto mai incredibile che lo stesso pokémon abbia ucciso ben tre Duchi nello stesso giorno, anche se Duca a propria volta. Altri ancora danno il merito a uno dei Generali, e allora il maggior indiziato è il Generale Jolte, che combatteva sulla sinistra del Duca di Brightspark, pur facendo parte del centro. Ma con Jolte morto nella battaglia, questo rimarrà per sempre un mistero.

La Battaglia del Monte Tuononda fu la più grande carneficina della guerra. Morirono trentamila pokémon, di cui quasi ventiduemila sul fronte Ducale. Dei comandanti ducali, sopravvissero soltanto alcuni Generali, che guidarono le truppe nella ritirata verso Electronvolt.

Come aveva fatto Re Electivire sul Monte Scarica, anche Lord Pharos ordinò che i soldati nemici fossero sepolti insieme agli alleati, con la celebre dichiarazione “siamo tutti figli di Elettria che hanno avuto la sventura di combattere su parti opposte”. Lord Emmolg in quel momento era sotto trattamento per via della ferita al volto, quindi poteva dire ben poco a riguardo, anche se pare che fosse d’accordo.

Il Lord di Volt Port si premurò anche di inviare messaggeri a tutte le città di Elettria, per comunicare loro l’esito della battaglia. Non lo sapeva, ma aveva riportato la vittoria il giorno successivo alla caduta di Truepower, due giorni prima della Battaglia del Monte Scarica. I messaggeri, che non dovendo temere attacchi nemici riuscirono a viaggiare alla massima velocità e diffusero la notizia da Greatthunder fino a Fulminatton ed Electronvolt. Da Volt Port, Ampere City e Ohm Town si levarono grida di giubilo, mentre pianti e urla di dolore salirono dalle città alleate con Electronvolt.

Quando la notizia raggiunse Fulminatton, la città aveva appena appreso della sconfitta di Lord Eeles, e sapeva che l’esercito di Ohm Town marciava verso di loro. Decisi ad evitare l’assedio, il nuovo Duca prese la decisione di arrendersi: aperte le porte, accolse Re Electivire con gioia, e gli cedette il proprio titolo ducale in una cerimonia pomposa. Questo atto, ricordato come “Caduta dei Rotom”, fu accolto favorevolmente da Re Electivire, che in cambio lasciò loro il titolo di Signori di Fulminatton e nominò il secondogenito del fu Duca suo Generale. R. Lavaggio fu il primo di una lunga serie di membri della famiglia R. che servirono come Generali sotto il Re ed i suoi successori, finanche ai giorni nostri.

A quel punto, Electivire e i suoi avevano sotto il loro controllo sei delle dodici città Ducali e sei degli eserciti. Con la morte di Lord Agnet e dei suoi figli, il seggio di Truepower rimase vacante, e l’esercito della città disertò in massa, chi tornando alla propria casa, chi unendosi al nemico.

Difficile dire come Lord Mane reagì: perso l’esercito più grande a sua disposizione, perse le forze di due delle città ducali, tutte le sue speranze erano nelle mani del Generale Thund.

All’inizio della guerra, il Generale aveva marciato verso Truepower. A un giorno di marcia da questa, era però venuto a sapere della presa ad opera del Duca di Ampere City. Sapendo che andare avanti sarebbe stato oltremodo rischioso, fece invertire la marcia, con la celebre frase “loro hanno preso una città, noi faremo lo stesso”. Ampere City era la più vicina, ma era ben difesa, e assediarla sarebbe stato controproducente. Ohm Town, più lontana a nord, era pieno territorio nemico, e le sue mura erano ben note in tutta Elettria. Restavano quindi solo Brightspark e Volt Port, entrambe sguarnite. Presa la decisione, il Generale marciò su Brightspark. La città fu presa il giorno stesso dell’inizio dell’assedio, con un’azione che causò ingenti perdite ad ambo le parti, e questo rimane il più grande successo della campagna di Lord Mane. Ma appena presa la città, il Generale venne a sapere della sconfitta del Monte Tuononda. Fu un duro colpo, ma gli dette anche la speranza di poter riunire i tre eserciti dispersi per schiacciare le armate reali.

Inviati messaggeri verso nord ed est, attese di ricevere una risposta, ma l’unico messaggio che arrivò fu la sconfitta di Eeles sul Monte Scarica.

Fu troppo da sopportare. Il Generale Thund prese il proprio esercito, lasciandosi dietro solo una guarnigione di duemila uomini che tenesse per lui la città, e marciò verso nord-est, contando di riuscire a riunirsi con le armate in fuga dal Monte Tuononda. Quello che ignorava era di avere alle spalle, a meno di un giorno di marcia le armate di Ampere City. Il Duca A’Roph, anziché attaccare le retroguardie del Generale, si limitò a tenersi a distanza di sicurezza, catturando o uccidendo solo le sentinelle nemiche che, muovendosi troppo all’indietro, finivano per scoprire l’avanguardia. L’azione fu talmente efficace che il Generale non si rese mai conto di aver dietro di sé il nemico.

Arrivato ad Highroll, Thund decise che doveva riprendere anche la città, per assicurarsi di non perdere anche le truppe di quel Ducato come era accaduto a Fulminatton. Ma fu un errore. Appena l’assedio ebbe inizio, da dietro, dove in teoria non avrebbe dovuto esserci nessuno, l’armata di Ampere City colpì quella di Electronvolt, schiacciandola contro le mura dall’alto delle quali i difensori scaricarono su di loro attacchi di ogni genere, accompagnati da olio bollente, pece e massi da catapulta.

Fu una sconfitta per le forze ducali. Il Generale Thund rimase gravemente ferito, ma fu catturato vivo, e la Battaglia di Highroll fu la fine del suo tentativo di difendere il proprio signore, mentre l’esercito di Electronvolt andava alla deriva, disperedendosi. Ad oggi, alcuni si chiedono quanto egli sia stato abile. Alcuni storici fanno notare che, evitando di marciare contro Truepower, aveva fatto la mossa giusta, e che la presa di Brightspark mostrava innegabile abilità di comando. Altri commentano che se il Generale avesse proseguito verso est, lasciando perdere Highroll, avrebbe potuto unire le forze con le armate superstiti del sud est, e forse anche con quelle del nord, e formare così un esercito sufficiente a distruggere le tre armate del Re.

Ma queste sono tutte congetture di scarsa utilità. Sia quel che sia, il destino ormai sorrideva a Re Electivire. L’esercito nemico in rotta, rinforzi da Fulminatton in arrivo sia da est, dove si erano staccati dall’armata Ducale con un’azione molto coraggiosa, subendo tuttavia numerose perdite, sia da nord, egli marciò verso sud, dirigendosi ad Electronvolt. Messaggeri ordinarono ai Duchi suoi alleati di fare lo stesso, e le tre armate si riunirono nel corso delle due settimane successive, arrivando in momenti separati, sotto le imponenti mura della città.

A quel punto, Re Electivire lasciò il grosso dell’esercito sotto il comando dei suoi alleati, e prendendo con se una piccola parte dell’esercito si diresse a pacificare i Ducati rimanenti. La prima tappa del Re fu Elecvine. Morti i tre figli maggiori del Duca, oltre al Duca stesso, Lord della Rocca era divenuto il quartogenito ed ultimo figlio, il debole e malaticcio bambino chiamato Tynan. Non fu una sorpresa quando la madre, sua reggente, chinò il capo al Re, quando questi si presentò alle sue porte. Il Re fece le sue condoglianze alla pokémon, e i due trascorsero, pare, l’intera giornata a discutere di cosa ne sarebbe stato del Ducato.

A interrompere i negoziati giunse la notizia che il Lord di Ampere City stava muovendo verso est. Electivire rimase sorpreso dalla notizia, ma non temeva minimamente che il Duca A’Roph si stesse ribellando. Pertanto, si congedò dal Duca bambino e la di lui madre, e si diresse verso l’esercito amico.

La ragione della marcia di Ampere City era semplice: l’esercito Ducale dell’est aveva ripreso a muoversi, ed era riuscito a guadare il fiume a nord, dove inoltre si era unito con i pochi resti dell’esercito del nord (i soldati di Elecvine ancora ignoravano la pace stretta tra il Re e la Rocca).

Lord A’Roph, che sapeva bene cosa significava essere schiacciati tra un esercito e le mura nemiche, avendo lui stesso vinto una battaglia in quel modo, caricò verso est alla testa di un esercito di trentamila pokémon, lasciandone poco più di diecimila, sotto il comando di Lord Emmolg e Lord Pharos, a tenere l’assedio di Electronvolt.

Il Re si unì a lui a meno di un giorno di marcia dal nemico. Appresa la ragione del cambio di piani, fu d’accordo con lui e gli lasciò carta bianca. L’unica azione presa dal re, prima di ripartire verso la sua destinazione successiva, fu quella di inviare un messaggero a comunicare ai soldati nemici la pace stretta con Elecvine. I soldati del Ducato fuggirono in maggioranza nottetempo e si unirono all’esercito di Lord A’Roph, causando nel frattempo perdite ai nemici. Fiducioso del successo dell’amico, il Re si diresse verso Sud-Est, puntando a Greathunder.

La mattina successiva scoppiò La Battaglia del fiume Volt. Lord A’Roph vinse con facilità contro un esercito disorganizzato, in cui i pochi Generali superstiti rifiutavano di ubbidire l’uno all’altro e l’armata nemica aveva il morale a terra. In quella situazione, la sconfitta fu evidente fin da subito. Il Duca di Ampere City e i suoi uomini uccisero la maggior parte dei Generali superstiti, e presero con la forza il controllo dei nemici. A battaglia finita, erano morti in settemila, solo cinquecento dalla parte del Re. La vittoria disperse del tutto l’esercito Ducale, la maggior parte del quale tornò alle proprie case o si unì all’armata reale.

Tre giorni dopo, mentre Lord A’Roph rientrava trionfalmente nel campo intorno a Electronvolt, Re Electivire faceva il suo ingresso a Greathunder. Non c’era nessun erede dei Duchi rimasto, quindi il re non incontrò alcuna resistenza. Lasciati cento pokémon a fare la guardia alla città in rinforzo ai soldati già presenti, si girò verso ovest.

In tre giorni raggiunse Highroll, dove però la popolazione nutriva ancora la speranza di veder tornare il Duca Voltorb, figlio superstite del Duca, in quel momento sotto assedio ad Electronvolt. Si limitò a rinforzare un poco la guarnigione lasciata da Lord Pharos, poi si diresse ancora ad ovest. Il giorno dopo raggiunse Brightspark, e ordinò alla guarnigione lasciata dal Generale Thund di arrendersi, aprire le porte e piegare il ginocchio. Non sarebbe stato fatto loro alcun male. Ci volle l’intera giornata, perché il comandante in capo della guarnigione rifiutava la resa. Alla fine i suoi soldati, infuriati, lo gettarono dal camminamento e piegarono il ginocchio al re, che ne prese una parte con sé, ne lasciò una parte a difendere Brightspark insieme ai suoi uomini e inviò il resto a ingrossare gli assedianti di Electronvolt.

Poi il re mosse ancora ad ovest, verso Truepower, dove arrivò tre giorni dopo. La città mancava di una guida, dopo la morte dei figli del Duca e del Duca stesso, e le campagne circostanti erano in balia dei banditi. Il Re, entrato trionfalmente in città, fece distribuire a tutti gli abitanti le scorte di cibo che aveva con sé, e ordinò ad alcuni soldati di dirigersi verso Brightspark e Volt Port, per far inviare a Truepower derrate alimentari. Il resto delle sue forze lo inviò nelle campagne a catturare i banditi, perlopiù ex-soldati di Truepower che tornati a casa avevano deciso di vivere di brigantaggio. A tutti, il Re ordinò di fare la stessa offerta, ossia quella di avere i crimini condonati se si fossero uniti all’esercito e avessero donato tutto il bottino rimasto alle casse di Elettria. La maggioranza di essi accettò nelle settimane successive.

Dopodiché, il re ritornò sotto le mura di Electronvolt. Signore ormai di quasi tutta Elettria, egli chiese un colloquio con Lord Mane, colloquio che avvenne sulla porta della città, sotto vessilli di pace, ma solo dopo oltre un mese di attesa. Erano presenti Lord Mane, Lord Voltorb, i Lord fedeli a Electivire, salvo Lord Tynan, il Re e, su richiesta di Lord Ectir Mane, il Generale Thund. Inoltre una trentina di soldati da ambo le parti, quale protezione dei presenti.

Electivire fu quanto mai generoso nelle offerte di pace: promise a Lord Mane che egli avrebbe mantenuto il titolo di Signore di Electronvolt, non avrebbe subito alcun tipo di ripercussione e alla sua morte il titolo sarebbe passato normalmente al suo erede. Il Re aggiunse anche la liberazione del Generale Thund. In cambio, Electivire pretese la resa, il giuramento di obbedienza e parte delle terre di Electronvolt da distribuire ai Lord di Brightspark, Ampere City e Fulminatton (Volt Port avrebbe già ricevuto terre appartenenti in precedenza a Greathunder e Truepower). Al Duca di Highroll fu fatta la stessa offerta.

Difficile dire perché Lord Mane rifiutò. Il suo esercito era stato annientato, l’armata nemica lo circondava con tutta la sua forza, l’unico alleato rimastogli era un Lord senza più terre e con l’esercito ridotto a poche migliaia, tutte stipate all’interno di Electronvolt, che dopo quasi tre mesi di assedio stava dando evidenti segni di cedimento interno. Il suo migliore amico era davanti a lui in catene. Eppure, il Duca sputò su quell’offerta di pace. “Tu non sei il mio re, e io non intendo piegarmi. Avanza pure con tutte le tue forze, tienimi d’assedio come hai fatto finora. Le uniche terre che avrai da me saranno queste.” Rispose, lanciandogli in volto del fango raccolto da terra.

Electivire non si scompose. Si pulì il volto e scosse il capo “Sia come tu vuoi. E lei, Lord Voltorb?”. Anche il Lord di Highroll rifiutò. Nessuno saprebbe dire il perché. Forse era stata la risposta di Lord Mane a dagli coraggio. Forse riteneva di poter vincere. O forse, semplicemente, desiderava morire da guerriero. Perciò il tutto si concluse con un nulla di fatto, con grande dispiacere di Electivire, che sperava di non dover spargere altro sangue. A quel punto, il re attese. Ogni giorno, un araldo fu mandato a chiedere agli abitanti di aprire le porte e lasciar entrare il Re, o almeno pregando gli abitanti di uscire e unirsi all’esercito.

I documenti sopravvissuti ci dicono che almeno dodici volte gruppi di cittadini furiosi tentarono di forzare l’assedio dall’interno. Con il collasso sempre più prossimo, il cibo rimasto al limite, era normale che desiderassero solo la pace. Più volte davanti al Duca si presentarono delegazioni che imploravano che egli accettasse la pace, ma il Duca continuò a rifiutare.

Alla fine, la città insorse, come Electivire aveva sempre saputo sarebbe successo dal momento in cui Lord Mane aveva rifiutato la pace. Gli abitanti uscirono dalle loro case a decine di migliaia e mossero verso il palazzo ducale. Lord Ectir rimase trincerato dentro, mentre Lord Voltorb guidava gli uomini verso i portoni delle mura, per impedire che i cittadini li aprissero. Non ci arrivò mai. La sua guardia fu attaccata sotto le mura di Electronvolt e lui con tutti i suoi soldati fu fatto a pezzi.

A quel punto, le porte si aprirono. L’esercito di Electivire marciò in città e il Re placò la folla distribuendo viveri a tutti, disperdendo i più violenti con le armi. Arrivato al palazzo ducale, trovò il portone sfondato. La sala del trono era un bagno di sangue. Lord Ectir e tutta la sua famiglia erano stati uccisi, i corpi mutilati in più parti. Nauseato, ordinò che le salme fossero ricomposte e che si cercassero eventuali superstiti, ma non se ne trovò nessuno. La notizia della morte di Lord Voltorb non lo colse di sorpresa, ma il re fu comunque dispiaciuto, perché sperava di riuscire a salvare almeno lui, che era sembrato più pronto al dialogo.

Con la presa di Electronvolt ebbe fine la guerra di Unificazione di Elettria. Erano ancora indipendenti le città di Lasthunder e Storming Rock, ma il Re non mosse verso di loro, perché anzitutto sapeva di dover pacificare i Ducati conquistati. Le due città sarebbero rimaste indipendenti ancora a lungo, ma di questo parleremo in seguito.

 

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RE ELECTIVIRE I (4440 – 4460)

 

 

Spoiler

 

La figura di Re Electivire I, in precedenza Duca di Ohm Town come Electivire XIX Vire, è una delle più mitizzate della storia di Elettria. Ricordato come “Electivire l’Unificatore”, abbiamo già parlato delle sue azioni nel corso della guerra. Generoso con gli amici e giusto con i nemici, Electivire fu uno dei più grandi Re della storia del paese.

Nato ad Ohm Town nel 4399, Electivire era l’unico figlio del Lord Electivire XVIII Vire e della di lui moglie, Lady Amphere di Ampere City, il che faceva del Lord Ap’Hrros di Ampere City suo zio, e del di lui figlio Mhros (in futuro uno dei suoi più grandi amici e confidenti, come già visto) suo cugino. Il padre crebbe il suo unico figlio facendolo educare dai più abili letterati e guerrieri di Ohm Town. Politica, giustizia, combattimento, Electivire crebbe divenendo un maestro in ognuna di queste arti. Alla morte del padre nel 4432, egli salì al trono, alla giovane età di 33 anni, già sposato e con due figli. Negli otto anni successivi, egli si dedicò a rinforzare il proprio potere politico. Viaggiò molto in tutta Elettria, soprattutto verso Ampere City e Volt Port, ma si recò anche all’estero in diverse occasioni, seguendo gli insegnamenti del padre che gli aveva consigliato di espandere i propri orizzonti. Visitò anche Laghia, per quanto solo per poche settimane e in seguito si recò in viaggio ad Oscuria, dove fece conoscenza con il Re del paese nel 4436. Con quest’ultimo strinse un proficuo accordo economico, che gli garantì i fondi necessari alla guerra. Pare che fosse stato concluso un accordo tra i due Re, circa la restituzione del favore, ma la morte di entrambi ha cancellato ogni possibilità di scoprire quale fosse. Resta certo che, nella lettera che Re Electivire scrisse alla morte dell’amico, egli esprimeva sincero cordoglio e si scusava per non essere mai riuscito a mantenere la promessa fatta.

Nel 4440 iniziò la Guerra, che si protrasse per quattro mesi. Come abbiamo visto, essa si concluse con l’entrata di Electivire a Electronvolt. Ma questa non fu la fine delle peripezie di Electivire I.

Il Re dedicò gli anni successivi a rinforzare il suo dominio sul neonato regno di Elettria, impresa che si rivelò tutt’altro che facile. Dopo aver ripartito le terre promesse ai vari Duchi suoi alleati, gli ci vollero comunque otto anni di regno per dare stabilità, quantomeno superficialmente, al paese. Più volte infatti nacquero movimenti autonomisti.

Nel 4441, a meno di un anno dalla fine della guerra, si ribellarono alcuni Conti dalle terre limitrofe ad Electronvolt. Essi marciarono con duemila pokémon verso la città, ma da nord giunse l’esercito sotto il comando del Re e i ribelli furono annientati facilmente. Si scoprì che il capo dei quattro riteneva di avere dei diritti sul Ducato di Electronvolt. Re Electivire I, giusto e imparziale, gli offrì l’occasione di dimostrarlo, ma il Conte fallì e fu spogliato dei suoi possedimenti. Molti dubitano che Electivire I avrebbe comunque affidato il Ducato di Electronvolt a quel pokémon, visto che già una volta si era ribellato, ma non ci sono prove di questo. Rimane ben noto l’aneddoto secondo cui il Re dichiarò “Il mio giudizio su di lui sarà giusto e imparziale. Se ha dei diritti, che lo dimostri.”. Stessa sorte toccò ai rivoltosi a lui alleatisi. Da quel momento la maggior parte delle famiglie di Conti superstiti, nel territorio dell’ex-Ducato di Electronvolt, si dimostrò piuttosto fedele, e poche rivolte furono imputabili a loro. La maggior parte delle rivolte scatenatesi nel Ducato furono dovute a moti del popolino insoddisfatto o di qualche signorotto che si era montato un po’ troppo la testa.

Il più grave dei moti indipendentisti scoppiò nel 4443 e si espanse da Greatthunder a Truepower. Sotto la guida di due criminali, che si dichiaravano discendenti dei Duchi delle due città, si riunì un’orda di individui della peggior specie, tenuti insieme dalla distribuzione dei bottini delle razzie che compivano nei villaggi. Per quasi sei mesi questi due eserciti di straccioni turbarono la pace di Elettria, ma infine furono sconfitti in battaglia, nello stesso giorno, dai Duchi Mhros di Ampere City e Emmolg di Brightspark, e ammisero di aver inventato tutto. Arrestati, furono imprigionati e morirono in catene, mentre la maggior parte dei loro seguaci veniva impiccata, spedita ai lavori forzati o reclutata nell’esercito di Elettria. Non fu una vittoria senza conseguenze: Emmolg Brightspark, il Taglialegna, perse un braccio e un orecchio nel corso dei combattimenti, finendo per essere costretto a ritirarsi a comandare nelle retrovie. Nonostante ciò, ancora per molti anni egli rimase un fedelissimo del Re fino alla morte.

Una seconda rivolta, passata alla storia come Prima Rivolta del Caduto, fu guidata dall’ex-Generale Thund. Fuggito dalla prigionia ad Ohm Town l’anno precedente, approfittando dell’assenza del Re dalla città, impegnato a sedare una rivolta, nel 4447 riunì intorno a sé alcune migliaia di irriducibili delle scomparse armate ducali di Electronvolt e Highroll, in cui era più forte il dissenso contro il re, e marciò verso la capitale. Fu sconfitto, ironia della sorte, dallo stesso Duca Mhros che lo aveva abbattuto nel 4440, ma questa volta Thund riuscì a fuggire, scomparendo completamente, al punto che fu dato per morto. Non era così, e per questo il regno avrebbe sofferto.

Nel 4448 morì Lord Tynan, seguendo la madre deceduta l’anno precedente. Il suo decesso era atteso, perché fin da giovane egli era stato malaticcio, ma fu comunque un danno enorme per il paese. Morì senza lasciare eredi viventi, avendo avuto un matrimonio breve e sterile, e la linea di sangue del suo Ducato si estinse con lui. Fu molto compianto, perché il suo regno era ricordato bene, anche se in realtà per la maggior parte di esso a regnare era stata la madre. Diversi moti rivoltosi ne seguirono la dipartita, tutti sedati in capo a pochi mesi dal Re e dai Duchi. Quelle furono le ultime grandi rivolte del regno di Re Electivire I, che poté così concentrarsi sulla situazione interna del paese.

Negli anni successivi, ben poco disturbò la pace di Elettria. Lasthunder e Storming Rock firmarono nel 4451 un trattato di pace con il Re, di durata quinquennale, che scelse di lasciarle libere perché utili come stato cuscinetto contro le tribù nomadi di Terria, che talvolta cercavano di invadere il paese, rinnovando poi il trattato nel 4456. I Lord di Ampere City, Brightspark e Volt Port rimanevano fedelissimi, e il Re riponeva in loro la massima fiducia. A Emmolg Brightspark, nel 4456, alla morte del Generale Estrik, Electivire offrì la carica, ma questi rifiutò, affermando di “non essere la scelta migliore”. Effettivamente il Duca morì due anni dopo, nel 4458, a soli cinquantadue anni d’età. Compianto dal Re e dai Duchi, come anche dall’esercito che aveva rispettato quel grande guerriero e comandante, per fortuna il suo Ducato finì nelle solide mani del primogenito, il venticinquenne Molgen.

Nello stesso anno, Re Electivire trasferì la capitale ad Electronvolt, dove sarebbe rimasta nei secoli a venire. Dopo le rivolte di Elecvine, il Re si era reso conto che occorreva una figura forte quanto più vicina possibile al centro di Elettria e così, seppur a malincuore, mosse la capitale dalla natia Ohm Town a Electronvolt, con un editto ufficiale che la decretava capitale eterna.

A seguito della conquista, Electronvolt era rifiorita. Arricchita dai commerci, che ora venivano da tutta Elettria, e dalla diffusione delle tecniche agricole di Highroll voluta dal re, Electronvolt aveva raggiunto uno stato di tranquillità che non aveva da decenni. Addirittura, i Bassifondi arrivarono quasi al punto di scomparire, cosa mai accaduta da quando erano nati settecento anni prima. Ma si sa, il crimine esiste anche nello stato più pacifico, ed essi sopravvissero nonostante tutto.

Fu con gioia che il Re fu accolto quando fece il suo ingresso in città, accompagnato dalla moglie e dai due figli. Il popolo vide in lui un sostituto degno del terribile duca che, diciotto anni prima, li aveva quasi condotti al massacro.

In città, Electivire si mise al lavoro, organizzando squadre di costruzione per far rinforzare le mura e per compiere l’ambizioso progetto di costruire un canale da Electronvolt al Fiume Volt, canale che nei progetti avrebbe dovuto permettere alle chiatte alimentari di entrare direttamente in città. Il progetto era quasi terminato nel 4460, ma in uno dei suoi ultimi editti il re lo fece interrompere, arrivato a poche centinaia di metri dalle mura, perché si era reso conto della pericolosità del varco nelle mura che questo avrebbe comportato. Il progetto permise comunque di irrigare i campi circostanti Electronvolt, e intorno al Canale di Vire, o Antico Canale, sorge tutt’oggi la cittadina di Little Electronvolt.

Lord Aphor seguì Emmolg nel 4459. Lord Aphor aveva a lungo servito il suo Re, e per lui aveva concluso accordi commerciali con Laghia, proteggendo nel frattempo Elettria, e Volt Port soprattutto, dai pirati. Considerato ancora oggi uno dei più grandi guerrieri della storia in campo navale, dopo di lui Elettria ha avuto pochi comandanti così versatili, in grado di passare dal mare alla terra e dalla terra al mare come nulla fosse. Il suo posto fu preso dal figlio primogenito, Pharren, ancora molto giovane ma già abile capitano, per altro membro dell’Esercito di Elettria con il grado di colonnello, e molti prevedevano per lui il titolo di Generale, che in realtà vista la morte del padre non ottenne mai.

Re Electivire si spense nel 4460, dopo 20 anni di regno, all’età, per la verità non molto avanzata, di sessantuno anni. Stava leggendo una fiaba ai nipoti quando si sentì stanco. Diede loro la buonanotte e si addormentò, per non svegliarsi mai più. Alcuni insistono ancora oggi nell’affermare che Electivire I fu avvelenato, o comunque ucciso, per poi spacciare la sua morte per un’avvenimento naturale. Se così fosse, c’è da chiedersi quale assassino avrebbe avuto l’abilità necessaria per compiere l’attentato, e chi lo avesse inviato, dato che Re Electivire era un pokémon molto attento, che sapeva di rischiare la vita. Rimane comunque solo una teoria, e tale rimarrà quasi certamente per sempre.

Re Electivire I fu pianto a lungo, sia dai nobili che dal popolino, ma altri gioirono della morte di quel re così potente, che era riuscito a conquistarsi la fedeltà del popolo, dell’esercito e dei nobili. E saranno costoro a tormentare i suoi successori negli anni a venire.

 

 

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ELECTABUZZ I - ELECTIVIRE II (4460 – 4467)

 

 

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Morto il padre, Electabuzz I Vire salì al trono. Nato nel 4425, il Re era poco più vecchio del padre quando era divenuto Duca di Ohm Town, e da lui ci si aspettavano grandi cose. Educato e gentile, era un guerriero passabile, anche se fu bollato come “nulla di che” dall’anziano duca di Ampere City. Compensava questa debolezza con una grande intelligenza politica, che per molti anni gli consentì di tenere buoni rapporti con Lasthunder e Storming Rock, anche se in definitiva questi si dimostrarono ben poco utili.

La prima delle tante, troppe rivolte contro il Re scoppiò nel 4460, a meno di un anno dalla morte di Re Electivire I. Un nuovo falso Duca sorse ad Highroll, guidando alcune migliaia di soldatacci verso Electronvolt. Fu schiacciato con facilità da Lord Molgen Brightspark, figlio del defunto Emmolg il Taglialegna, morto anni prima.

La seconda, nel 4461, fu guidata da un redivivo Thun, ma questa volta fu molto più pericolosa. Egli prese il controllo di Elecvine e marciò verso ovest, mirando a Greatthunder e riuscendo a prendere anche quella città. Ma quando marciò verso Volt Port lungo la costa, si trovò davanti l’armata di Ampere City e Brightspark, sul fianco sinistro i soldati di Electronvolt e, tentando la ritirata, vide sbarcare alle sue spalle i soldati di Volt Port. La battaglia che seguì, passata alla storia come “Battaglia del Caduto”, è ricordata come un evento di primaria importanza nella storia di Elettria, perché essa vide a confronto il Generale Thund, ultimo vero rappresentante dell’Elettria Ducale, contro l’esercito dell’Elettria unita. E perché vide il terzo ed ultimo confronto tra il Generale Thun e l’ormai venerando Duca di Ampere City, ormai acerrimi nemici. Thun morì nello scontro, ma riuscì a ferire il Duca al fianco in modo talmente grave che gli ci vollero quasi due anni per recuperare le forze. Per il resto della vita, quello sfregio sul fianco rimase ben visibile sul corpo del pokémon, che lo chiamava “un ricordino del mio peggior nemico.”

Nei sei anni successivi, Elettria esplose in una miriade di rivolte, guidate in parte da pretendenti a questo o a quel seggio, ma anche da indipendentisti decisi a rendere le terre che ritenevano spettassero loro nuovamente libere. Electabuzz I, poi evolutosi in Electivire II, impiegò tutto il suo breve ed infelice regno a schiacciare rivolte, con l’aiuto di Volt Port, Ampere City e Brightspark.

Vale forse la pena citare alcune di queste, oltre alle due già nominate in precedenza. La più peculiare fu probabilmente quella organizzata nel 4463 da un Pokémon passato alla storia come “l’Arceista Folle”: costui, che del santo aveva ben poco, affermò di essere nientemeno che il Custode dei Loro di Arceus, venuto per liberare Pokémos dal giogo dei re per portarla a uno stato di eterna pace. Predicò a Ampere City, approfittando della degenza di M’Phar a seguito del combattimento contro Thund per fare il bello e cattivo tempo in città. Chi osava alzare apertamente la voce contro di lui, veniva linciato dalla folla di “fedeli” (perlopiù bravacci) che gli si era radunata intorno. La cosa non passò inosservata, e il Re decise di intervenire. L’esercito reale marciò su Ampere City, ma prima che esso arrivasse fu il Duca a risolvere il problema: ripresosi quanto bastava, ordinò a tutti i suoi uomini di arrestare il folle, e pur a costo di gravi perdite questi fu catturato. Dopo un regolare processo tenuto dal re, fu impiccato sulle mura della città insieme ai suoi seguaci più violenti. Si dice che con le sue ultime parole abbia maledetto la dinastia reale. I più superstiziosi credono abbia funzionato, ma se così fosse la maledizione è giunta a compimento a scoppio molto ritardato.

Nel 4465 fu il turno della Rivolta del nord. Essa è giudicata da molti come un tentativo di “rivoluzione ordinata”: alcuni grandi proprietari terrieri si unirono mirando a conquistare Fulminatton, e il Re, impegnato a sud con un’altra rivolta, non poté fare nulla, salvo inviare una squadra di uomini affinché assicurassero la fuga dei membri di casa R. Presa la città, questi decisero di offrire la propria fedeltà al Re, offrendogli la fedeltà del nuovo “Consiglio del Nord”, ma questi, pur tentato di accettare, decise di marciare contro di loro, in quanto erano pericolosi traditori (molte malelingue dicono che questa scelta dipese molto dal Generale dell’epoca, R. Valag). Furono arrestati e giudicati colpevoli di tradimento, venendo quindi condannati a morte.

All’inizio del settimo anno, marciarono contro di lui le città di Lasthunder e Storming Rock, decise a spezzare l’unità di Elettria, che avevano cominciato a giudicare pericolosa. La guerra durò per l’intero anno, e il re perse la vita nel corso di una battaglia, nel 4467.

Fu compianto da coloro che l’avevano conosciuto, ma l’opinione popolare lo giudicò, a torto, come un signore militaristico e oppressivo, quando invece fu probabilmente l’unica figura a difendere l’unità del paese dalla distruzione.

 

 

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ELECTABUZZ II (4467 – 4489)

 

 

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Re Electivire II non aveva mai avuto figli, non essendosi neanche mai sposato. Alla sua morte, il trono passò quindi al fratello minore, Electabuzz, soprannominato spesso Buzz per distinguerlo dal fratello maggiore, che di figli invece ne aveva due. Più giovane di lui di due anni, era sempre stato considerato uno dei più grandi guerrieri dell’Elettria post-unione, ma era noto che era anche un pokémon facile all’ira e lento al perdono, diversamente dal padre e dal fratello, cui voleva molto bene. Preso il trono come Electabuzz II, il Re marciò verso Lasthunder e Storming Rock, deciso a vendicare la morte del fratello.

Dopo due anni di guerra, egli si aprì la strada verso la prima città nella sanguinosa Battaglia di Lasthunder, distruggendo i due eserciti alleati. Due mesi dopo cadde anche la seconda. Nel frattempo, i due Duchi erano deceduti in battaglia, e le loro famiglie si erano estinte, similmente a quanto accaduto quasi trent’anni prima nel corso della guerra del padre. A quel punto, non potendo vendicarsi su di loro, Re Electabuzz II si vendicò sulla loro città. Egli diede ordine che fossero sfollate e rase al suolo. Ignorò le proteste dei suoi uomini, inclusi i Lord di Ampere City, Volt Port e Brightspark, che tentarono di fargli notare la grande importanza strategica del luogo. Si conserva la sua celebre frase “Se serve una guardia qui a nord-est, costruirò un forte.” Come da promessa, rase al suolo le città fece edificare, a metà strada tra le due, un fortino difensivo chiamato “Forte Buzz”. Ancora oggi, il detto “Avventato come il Forte Buzz” indica una scelta presa in preda alla rabbia che poi si rivela corretta. Negli anni successivi, il Forte Buzz divenne un’importante protezione contro eventuali tribù nomadi, ed esservi assegnati era un grande onore, tanto che più di un membro della famiglia reale vi servì.

Tornato ad Electronvolt da trionfatore, Re Electabuzz si insediò nel palazzo reale con la moglie e i due figli. Uno dei suoi primi editti fu il cambio nel motto di famiglia, che cambiò da “Difensori della città” a “Soli a governare”, che gli parve più adatto dato che ora non avevano più una sola città da difendere, ma un intero regno. In un altro inasprì le pene contro i rivoltosi, ma questa manovra si rivelò inutile, perché appena due anni dopo una nuova insurrezione popolare nei territori appartenuti ai Ducati di Lasthunder e Storming Rock lo costrinse a marciare nuovamente su quei territori. I capi delle rivolte furono catturati e, secondo le nuove leggi, decapitati. Questo atto, che voleva mostrare cosa significava ribellarsi, infervorò invece il popolo, che insorse numerose altre volte.

Alla fine, dopo cinque anni, Electabuzz II ritornò sui propri passi, annullando l’editto in favore di uno più leggero, che imponeva lavori forzati a vita, o in alternativa servizio a vita nell’esercito. Questo placò un poco la popolazione, anche se ancora per altri sei anni il Re fu costretto a viaggiare per Elettria a sedare rivolte. In quegli anni, nel 4482, si spense l’ormai ottuagenario Lord di Ampere City, Mhros A’Roph, ultimo dei Duchi che avevano combattuto con Re Electivire I. Re Electabuzz, che lo definiva spesso “il mio zio preferito”, nonostante egli fosse in realtà un cugino del padre, lo fece tumulare con una solenne cerimonia nelle catacombe di famiglia sotto la cattedrale di Ampere City, alla presenza di Lord Molgen, Lord Pharren e del nuovo Lord P’Ahros, oltre che di una folla enorme, prova di quanto fosse stato amato.

Negli anni successivi, Re Electabuzz poté regnare in un clima di pace. Il suo presenziare ai funerali di Lord A’Roph sembrò avergli conquistato la fiducia della popolazione, come fosse stato un ultimo servigio reso al suo Re dal Duca. Electabuzz fece del suo meglio per tenere ben stretta quella fiducia: quando una nuova siccità colpì l’oriente, nel 4485, egli fece convogliare nella zona cibo per alleviare i disagi della popolazione.

Il Re morì nel 4489, poco dopo aver sedato pacificamente una rivolta minore scoppiata vicino al Fiume Volt. Tornato a palazzo, ormai esausto, si ritirò in camera propria, sedendosi alla scrivania, probabilmente per scrivere qualche messaggio ai Duchi o qualche nuova legge. La mattina dopo, fu trovato con davanti un foglio bianco. Fu decretato che se n’era andato velocemente, senza soffrire, e fu tumulato accanto al padre e al fratello. Nessuno all’epoca sollevò l’ipotesi dell’avvelenamento, che fu invece sostenuta in tempi più recenti. Tuttavia, non sono mai state portate prove tangibili a quella che oggi appare solo come una teoria come molte altre. Più probabile appare semmai l’ipotesi che il Re sia morto per la fatica sopportata in tanti anni, dato che era comunque un pokémon di una certa età che conduceva una vita sfiancante anche per un giovane, e la morte fu probabilmente naturale.

Mai evolutosi, Re Electabuzz II passò alla storia come un Re militaristico, ma è ricordato meglio del fratello, forse perché il suo lungo regno fu più pacifico di quello del predecessore. Gli storici tendono a considerarlo il Re che completò il processo di unificazione, visto che fu l’ultimo a combattere contro rivolte indipendentiste. Su di lui è stata composta una ballata, “La ballata del Re vittorioso”, che ancora oggi viene cantata nelle osterie e nelle piazze. In essa un re combatte per vendicare il fratello, ucciso da due paesi nemici, sconfiggendo ogni avversità che gli si para davanti, per riuscire infine a radere al suolo le due capitali, unificando poi i tre paesi. Infine, dopo aver sconfitto decine di usurpatori in un decennio di guerre, riesce a placare il paese in, così si conclude il poema, “un regno di eterna pace, che se devo esser sincero non mi dispiace”. Anche se il nome del Re non viene mai fatto nel corso della canzone, è evidente il riferimento alla guerra con Lasthunder e Storming Rock e alle rivolte degli anni successivi. La ballata è una delle preferite dal popolino, e ad Elettria una festa non è considerata completa senza che qualcuno si sia esibito in essa.

 

 

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ELECTABUZZ III – ELECTIVIRE III (4489 – 4503)

 

 

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Già quarantenne al momento dell’ascesa al trono, Electabuzz era il primogenito di Re Electabuzz II, nato nel 4449, quando il nonno Electivire I sedeva già sul trono. Mente eclettica in campo giuridico, era un militare carente, e fu fortunato a salire al trono di un regno pacifico, che non richiedeva violente prese di mano.

Le sue innovazioni colpirono soprattutto l’assetto giuridico e l’organizzazione dello stato, che vide il potere accentrarsi sempre di più nelle mani del re. Era ormai molto importante che qualcuno operasse modifiche in questo senso, visto che i Re precedenti (fatta eccezione per pochi isolati editti) si erano dedicati perlopiù a placare il paese. I Duchi non si lamentarono mai apertamente, perché Electabuzz si mostrò molto generoso con loro, garantendo al Lord di Volt Port il titolo di “Scudo dei Mari”, poi trasmesso attraverso i secoli, pur talvolta cambiando in “Scudo del Mare”, “Scudo Marino” o “Scudo Ondoso”. Ai Lord di Ampere City fu garantito il titolo di “Protettori della pace”, e a quelli di Brightspark quello di “Difensori del raccolto”. Ampere City estese i propri domani a spese di Truepower, le coste passarono quasi in toto al dominio di Volt Port e Brightspark prese sotto il proprio controllo altri territori in passato dominati da Highroll. Gli altri Ducati erano tutti sotto il controllo dei conti che vi regnavano, e la situazione rimane quasi immutata ancora oggi.

In cambio, come detto, i nobili non ebbero mai da lamentarsi dei mutamenti giuridici, e il maggior cruccio del Re in un primo tempo, più che la nuova legislazione, fu la discendenza. Dopo due figli nati morti, nel 4487 nacque la sua prima figlia viva, Eles, ma ancora non si vedeva nessun maschio. Alla salita al trono era estremamente preoccupato, ma nel 4490 a nascere fu un maschio, accolto al mondo dalle grida di gioia del padre, che vedeva rinsaldate le speranze di una sua discendenza diretta. Egli divenne talmente protettivo nei confronti del bambino che per molto tempo rimandò i propri impegni, incluse le riforme legislative di cui il paese aveva bisogno, per stargli vicino, terrorizzato al solo pensiero che potesse accadergli qualcosa. Solo nel 4493 si staccò finalmente da lui per tornare a occuparsi degli affari di stato in modo attivo. Nel frattempo per celebrare la nascita del figlio si era evoluto, divenendo Electivire III.

La prima legge promulgata dopo quegli anni di pausa fu quella che assegnava definitivamente i titoli della famiglia. Ai Re di Elettria, da allora, furono riconosciuti anche i titoli di Duchi di Ohm Town, Scudo dei Monti Tonanti, Protettori di Electronvolt e Re del Tipo Elettro. Per quanto fossero quasi tutti titoli vuoti o che già spettavano loro, il loro riconoscimento formale era molto importante, perché aumentò il prestigio della casa regnante agli occhi del popolo e della nobiltà.

Promulgò poi un codice di leggi che uniformava il regno, che fino ad allora aveva quasi lasciato carta bianca ai Duchi e agli altri nobili sulle punizioni da impartire. Seguì un editto che vietava ai Duchi di dettar legge nei loro possedimenti se essa andava in contrasto con quella del Re, anche solo se si trattava di un inasprimento di pena. Dopodiché, affrontò lo spinoso problema dei giudici illegittimi. Per coadiuvare i Duchi nel loro ruolo dei giudici, erano nati nei secoli passati svariati consiglieri che in un primo momento agivano con il ruolo di assistenti, ma che molto spesso venivano pagati da una parte o dall’altra per traviare la scelta del Duca. Una legge del Re stabilì che tutti questi consiglieri fossero sottoposti ad attento controllo, e la cosa sembrò finire lì. Tuttavia, dato che essi continuarono impunemente in questa azione, alla fine il Re emise un editto che li espelleva tutti dalle corti, ponendo termine alla questione. Da quel momento in poi la legge fu lasciata nelle mani dei Duchi o dei signori di rango minore, e grazie al codice di legge promulgato essi lavorarono egregiamente, portando a un generale miglioramento della giustizia.

Altro grande atto furono le pubbliche scuse, che egli fece ai cittadini di tutta Elettria, per la distruzione di Lasthunder e Storming Rock attuata dal padre, che invece pare non avesse mai avuto ripensamenti sulla giustizia della sua azione. Rinforzò il Forte Buzz, ma questa fu la sua unica azione militare, e forse la compì solo per tenere fede al titolo di Protettore dei Monti Tonanti che aveva scelto di portare. Le due isolate rivolte che vennero alla luce nel corso dei suoi anni di regno furono messe a tacere dai Duchi di Ampere City e Brightspark, che presero in parola i loro nuovi titoli. I pirati erano intanto tenuti a bada dai Duchi di Volt Port, con grande sollievo delle popolazioni costiere.

Fu un re molto amato, e si credeva avrebbe avuto un regno molto lungo, anche perché, nonostante passasse molto tempo a leggere o scrivere, scoppiava di salute. Ma nel 4503, a meno di 54 anni, il Re ebbe un collasso. Portato a letto, si spense in meno di due giorni, un’agonia di cui nessuno seppe dare spiegazione. Compianto dai più, è ricordato come “Electivire il Giusto”, e ancora oggi le sue leggi, pur con le modifiche che vedremo in seguito, controllano la vita di Elettria.

 

 

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ELEKID I (4503 – 4505)

 

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Il primo re bambino della storia di Elettria salì al trono a soli 13 anni. Unico figlio maschio di Re Electivire III, Elekid I fu incoronato dallo zio e reggente, alla presenza di tutti gli abitanti di Electronvolt e ovviamente dei tre Duchi dell’epoca.

Salito al trono in un clima di grande tensione, dato che molti non erano d’accordo nel vedere un bambino sul trono di Elettria, ben presto fu chiaro a tutti che Elekid I non era destinato alla grandezza. Ingenuo e docile, più incline ad obbedire che a comandare, nei suoi due anni di regno riuscì a fare ben poco per opporsi allo zio, che lo sfruttò biecamente, accentrando il potere su di sé. Verso la fine del suo breve regno, era usanza dire che “lo zio non è re solo perché non ha la corona in testa”.

In una corte per cui era solo una pedina da manovrare, l’unica dalla sua parte fu la sorella maggiore Eles, che fece tutto il possibile per aiutare il fratello a resistere alle ingerenze dello zio. Nella corte si poteva ormai parlare di due fazioni: una maggioritaria, formata dallo zio e da altri cortigiani decisi ad approfittare del Re finché potevano, e una minoritaria formata da coloro che invece erano genuinamente decisi a fare di Elekid I il Re. Nel 4505, però, il Re bambino morì all’improvviso. Si trattò di morte violenta, e probabilmente molto dolorosa, visto che il corpo aveva le ossa delle braccia fracassate. Stando alla ricostruzione, fu aggredito da alcuni soldati che lo colpirono con ferocia usando dei randelli, probabilmente scelti dagli assassini per non lasciare tracce di mosse che potessero condurre le indagini a loro, mentre passeggiava da solo per i corridoi del palazzo, in una zona del castello dove solo la famiglia reale poteva entrare. Il re fece il possibile per difendersi, cercando di bloccare i colpi con le braccia e di rispondere all’attacco, ma quando gli arti si ruppero fu costretto ad abbassarli e gli aggressori lo finirono con diversi colpi al cranio, con una violenza che in seguito fu definita da numerosi storici “La più crudele esecuzione mai subita da un sovrano” (anche se forse si può dissentire da questa affermazione, dato che la storia ci ha lasciato morti ben più cruente). Dopodiché, con ogni probabilità, i sicari cercarono di scappare, ma per loro sfortuna le urla del re avevano ormai attirato contro di loro le guardie, inclusi i due Generali. Tutti i regicidi furono uccisi in combattimento o morirono in prigione in circostanze mai chiarite, e questo probabilmente faceva parte del piano dei mandanti, così come ne faceva parte la misteriosa morte dei due Generali che avevano servito sia il re sia il di lui padre e membri della fazione di Eles. Poche ore dopo, lo zio dichiarò morto il nipote in un assassinio ordito dalla sorella, e bandì quest’ultima e tutti i suoi sostenitori dal territorio del paese, accusandola di aver voluto eliminare il fratello per ascendere al trono.

In realtà oggi sappiamo che le cose andarono in modo molto diverso. Elekid I si era stancato delle ingerenze del reggente suo zio e, spinto con ogni probabilità dalla sorella e dalla sua fazione, aveva dichiarato conclusa la sua reggenza, visto che ormai aveva compiuto quindici anni e che in ogni caso la sorella, che era nota per essere stata giudicata da molti più adatta anche del fratello a governare, avrebbe potuto consigliarlo altrettanto bene. Lo zio, che aveva ben altri piani, lo uccise aiutato dalla fazione cui apparteneva e come detto sopra incolpò Eles, che fu scacciata da Elettria e fuggì a Terria, al sicuro dagli eventuali sicari inviati dal parente.

Il regno di Elekid I fu pacifico, ma fin troppo breve. La reggenza dello zio non gli aveva consentito di brillare in nessuno dei campi a cui avrebbe potuto dedicarsi, e del resto lui stesso non sembrava interessato in modo particolare a nessuno dei vari compiti che compongono il ruolo del sovrano. Oggi è giudicata da molti una tragedia la salita al trono di questo bambino, perché portò poi anni di sangue a tutto il paese, ma d’altra parte egli non fece nulla per causare il caos che seguì la sua morte. L’unica cosa che alcuni gli imputano è l’aver bruciato le tappe, cercando di salire al trono ancora in età non consona, ma altri rispondono che lo zio non avrebbe comunque ceduto il trono al nipote, facendosi da parte. Elekid il Giovane, invece, non viene ricordato né positivamente né negativamente dal suo paese, perché troppo poco accadde durante il suo regno per poter formulare un giudizio. Il suo breve regno, purtroppo, fu solo l’anticamera pacifica del sanguinoso regno dello zio.

 

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IL VENTENNIO DI SANGUE

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Gli anni che seguirono la morte di Elekid I, ucciso così barbaramente dallo zio, furono gli anni più sanguinosi della storia di Elettria. La storia dei due Re che regnarono in quel periodo, poi passato alla storia come Ventennio di Sangue (anche se, a onor del vero, si trattò di un periodo più breve, che coprì meno di quindici anni), è intrisa delle lacrime e del sangue di migliaia di vittime innocenti, morte per la sete di potere del primo e per la pura malvagità del secondo.

Molti storici hanno scritto di questo periodo, e vale la pena di discutere qui, invece che in seguito, delle questioni principali che portarono a quell’epoca travagliata.

Anzitutto, molti si domandano se nel novero del Ventennio sia da includersi anche il breve regno di Elekid il Giovane, ma la maggioranza dei Bibliotecari è concorde nell’affermare che non sia il caso. Per quanto al lettore la vita di Elekid I possa essere apparsa breve e triste, per il regno fu un periodo tranquillo. Il Bibliotecario Eelekton, autore di una delle poche opere che descrivono con completezza il Regno di Elekid I, “La breve vita di Re Elekid I”, che visse ad Ohm Town durante il regno del Giovane Re, lo descrisse come “un tempo di pace come lo era stato quello del padre. Ma a un osservatore attento, sarebbero apparse chiare anche le ombre che si stavano addensando sul destino del regno.”

A questo punto, si arriva alla seconda domanda che molti si pongono: l’Usurpatore uccise anche Re Electivire III? Questo è un campo che ha sempre diviso gli storici. I suoi contemporanei ne erano certi, ma molti Bibliotecari degli anni successivi, e anche dei giorni nostri, tendono a dubitarne. Il Capo Bibliotecario Urfret, cui mi sono rivolto nella stesura di questo capitolo, mi ha risposto che lui personalmente, dopo aver preso visione di svariati libri sull’argomento, ritiene che Electivire IV potrebbe non essere il colpevole. Mi ha fatto notare che, se davvero avesse voluto uccidere il fratello, non lo avrebbe fatto quando questi aveva già un erede, ma negli anni in cui questi non era ancora nato. E se pur sia possibile che la nascita dell’erede l’abbia colto in contropiede, non c’era ragione per attendere ben dodici anni prima di uccidere il fratello. Anni in cui, peraltro, avrebbe potuto far uccidere prima il nipote, salendo quindi al trono “legalmente”. Perciò, si tende a propendere per la teoria che la morte di Electivire III sia stata ordita, se di assassinio si trattò, da qualcun altro, forse qualche cortigiano scontento di una decisione presa dal saggio monarca. Trovatosi per un evento fortuito con il potere in mano in qualità di reggente, sarebbe stato a questo punto che l’Usurpatore decise di tenere il potere per sé. Dando quindi inizio al Ventennio di Sangue.

 

 

ELECTIVIRE IV (4505 – 4514)

 

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Electivire IV aveva 53 anni, il più anziano Re mai asceso al potere, quando salì al trono nel 4505, mentre il corpo del nipote di cui aveva organizzato l’assassinio ancora si raffreddava. Lo fece seppellire in fretta e furia nella cripta di famiglia, e il suo primo atto, come detto, fu bandire la nipote dal regno.

Il popolo di Electronvolt aveva capito che il Re non poteva essere stato ucciso dalla sorella, perché tutti sapevano quanto questa gli volesse bene. La rivolta che seguì mise a ferro e fuoco la città, ma Electivire non era certo impreparato: marciò sulla città con la forza dell’armata di Electronvolt, insieme ai due nuovi Generali da lui scelti per la loro fedeltà, trasformando le vie della città in mattatoi. Nessun rivoltoso fu risparmiato da quello che passò alla storia come il Tramonto Rosso, la notte più buia della storia di Electronvolt. Il mattino dopo gli abitanti superstiti, inclusi anziani, bambini e feriti, furono trascinati a forza nella piazza davanti al palazzo reale e costretti ad applaudire il re, mentre questi si poneva la corona in testa. Chi non lo fece fu giustiziato come rivoltoso. I corpi dei morti del Tramonto Rosso e dei giorni successivi furono bruciati in grandi pire, ma quello fu solo l’inizio del sanguinoso regno di Electivire IV.

Abile diplomatico, sapeva di dover tener stretta a sé la fedeltà dei Duchi, e lo fece unendo frequenti visite in cui discuteva a lungo con loro sui problemi dei Ducati, senza mai chiedere nulla riguardo ad aiuti militari e preoccupandosi solo di renderli soddisfatti, a regalie che gli assicurarono che i tre Duchi non si ribellassero. Il tutto gli costò un patrimonio, un ammontare di denaro mai quantificato ma che si ritiene si aggiri intorno al milione di pepite. La tassazione aumentò di conseguenza in modo enorme, e colpì soltanto il popolino, che non aveva importanza agli occhi di quel cinico sovrano. Elettria esplose meno di un anno dopo, quando gli abitanti di Greathunder diedero inizio a una ribellione. Electivire marciò su di loro, schiacciandoli. Poi fu il turno di Truepower, poi di Highroll. Anno dopo anno, il paese unificato con tanta fatica dal nonno del Re diventava un calderone sempre più instabile.

Nel 4510, in una delle rivolte più importanti, Ohm Town, città natale della stirpe dei Vire, formò un fronte unico con i ribelli di Truepower, ed Electivire IV mosse contro di loro. La battaglia fu una carneficina dall’esito incerto, che però Electivire affermò essere comunque una sua vittoria, nonostante avesse perso metà del suo esercito. In realtà la vittoria fu di Ampere City, che sentendosi minacciata dai rivoltosi marciò contro di loro, in un atto che alcuni definirono, a torto, servilismo. La dichiarazione di averlo fatto per fedeltà è infatti piuttosto irrealistica, dato che fino a quel momento i Duchi non avevano fatto alcunché per aiutare il sovrano. Quella del 4510 rimane l’unica rivolta del regno di Electivire IV in cui un Duca si sia schierato contro i nemici, a riprova di quanto negativamente i Duchi considerassero il Re. Rimangono molti dubbi sul perché nessuno di loro si ribellò mai, e la causa più probabile fu che tutti e tre erano molto avanti con gli anni (il più giovane, lord Molgen, aveva 43 anni), e il Re era stato abbastanza intelligente da convincerli a inviare a palazzo, nel corso del regno di Elekid I, alcuni dei loro figli, rendendoli di fatto degli ostaggi una volta preso il potere. In quella situazione i Duchi avevano le mani legate, anche se Electivire non li minacciò mai di nulla.

Nei suoi nove anni di regno, Electivire IV riuscì a distruggere quasi tutto ciò che era stato creato dai suoi predecessori. La fedeltà dei Duchi era dubbia, e il popolino odiava quel monarca così oppressivo. Anche i cortigiani, che pure lo avevano aiutato nella sua presa di potere, avevano ben scarsa stima di lui, e nessuno fu sorpreso quando morì improvvisamente nel 4514, ufficialmente soffocando per un pezzo di bacca andatogli di traverso, in realtà chiaramente per avvelenamento. Ma il sollievo del popolo fu breve, quando capirono con chi avrebbero avuto a che fare dopo la morte del Re.

Electivire IV è una delle figure più spaventose della storia di Elettria. Passato alla storia come “Electivire l’Usurpatore”, viene ricordato con disprezzo e molti dei suoi monumenti sono stati distrutti. Ci rimangono poche statue e una manciata di ritratti, perlopiù conservate a palazzo come memento per tutti i re. Tutte le altre effigi create su di lui sono state distrutte, e Elettria nei secoli ha fatto tutto il possibile per dimenticarsi della sua esistenza.

Una domanda che molti storici si pongono è se egli avesse davvero previsto tutto ciò che avvenne dopo la sua presa di potere. In merito, il libro “L’Usurpatore di Elettria”, scritto dal Bibliotecario Elte, vissuto ad Ohm Town vent’anni dopo la morte del sovrano, quando ancora la memoria di lui era ben impressa nella collettività, fa notare che in realtà forse il Re credeva genuinamente di poter tenere Elettria in uno stato di pace. Per citare l’autore, però, “Ogni speranza che Electivire IV poteva avere di governare un paese pacifico, la cancellò con le proprie mani nel Tramonto Rosso. Tutto ciò che venne dopo fu una conseguenza prevedibile di quell’azione sconsiderata.”

 

 

ELECTABUZZ IV (4514 – 4520)

 

 

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Alla morte di Electivire IV, suo figlio Electabuzz ascese al trono, all’età di trentadue anni. E chi sperava di avere in lui un pacificatore rimase presto deluso, perché il figlio era peggiore del padre.

Di natura schiva, Electabuzz si era sempre mostrato violento. A tredici anni aveva picchiato quasi a morte un coppiere colpevole di avergli versato addosso il Succo di Bacca che gli stava porgendo. A sedici aveva ucciso, ufficialmente per errore, un soldato con cui si stava allenando nel cortile della reggia. Suo padre aveva ignorato del tutto quelle pericolose avvisaglie, e si era limitato a renderlo membro dell’esercito, spedendolo al Forte Buzz, affinché si temprasse il carattere. Re Electabuzz III fu ben felice di accontentarlo, volendo allontanare dalla reggia un soggetto simile.

Qui scalò i ranghi, aiutato da altri soldatacci della sua risma e da fortuite morti di soldati di rango maggiore, ascendendo a comandante del Forte. Nei mesi successivi, abbondarono i rapporti di attacchi preventivi verso nomadi di Terria, troppi per non apparire, agli occhi moderni, come una banale scusa per sfogare il desiderio di violenza. Al forte egli trascorse quasi quindici anni, mentre sul trono si succedevano lo zio, il cugino ed infine lo stesso padre che lo aveva quasi relegato lì. Non c’è da stupirsi, in fin dei conti, che egli non avesse mai mostrato particolar stima del genitore, tanto che pare usasse prenderlo in giro frequentemente, e parlare apertamente di ucciderlo per prendere il trono, ben sapendo che nessuno avrebbe osato spifferare qualcosa al Re.

Quando morì Re Electivire IV, molti si aspettavano che il figlio facesse il possibile per pacificare il paese. Niente di più sbagliato. Electabuzz, salito al trono, sembrò del tutto disinteressato all’idea di pace. Reinserì nell’ordinamento la pena di morte per i rivoltosi originariamente ideata ed abbandonata da Electivire II, estendendola anche ai ladri e alle spie, e non ebbe mai un boia: eseguiva tutte le esecuzioni di persona e con grande piacere.

Alla sua prima battaglia si lanciò con violenza contro l’avanguardia nemica: il fisico eccezionale (tanto che molti ritengono fosse affetto da gigantismo) e l’innegabile abilità di combattente lo portarono alla vittoria, ma si dice che persino i suoi soldati fossero terrorizzati da lui, e ne avevano ben donde: egli interpretava anche la più piccola forma di disobbedienza come insubordinazione, per cui la pena era ovviamente la morte.

Mancava però dell’abilità diplomatica del padre: i Duchi divennero via via sempre più spaventati dal suo comportamento, temendo che prima o poi egli si sfogasse su di loro. Decisero quindi di rivolgersi all’unica che sembrava poter fermare il mostro con la corona: la Principessa Eles. Nel 4520, approfittando di un momento in cui Electabuzz era impegnato a sud, per sedare l’ennesima rivolta, il Duca di Ampere City, con l’aiuto del Signore di Fulminatton, R. Calore, fece contattare Eles, rifugiata a Terria, facendola rientrare in patria. Poi i tre Duchi innalzarono i vessilli di Elettria, inneggiando al ritorno sul trono della legittima erede e all’uccisione dell’usurpatore. Elettria intera, da Lasthunder a Truepower, insorse al suo seguito. Il più grande esercito che Elettria ricordi, oltre cinquecentomila pokémon, marciò verso il nemico, i trentamila fedelissimi del re.

La battaglia fu a senso unico, ma questo non impedì a Re Electabuzz di dare sfogo alla propria ferocia belluina: Uccise con le proprie mani Due Duchi, il vecchio Pharren di Volt Port e il giovanissimo Elg di Brightspark, e Tre Generali. Vistosi sconfitto, si ritirò, uccidendo chiunque gli si parasse davanti, amico o nemico che fosse. Per diversi mesi nessuno seppe che fine avesse fatto.

Noi oggi sappiamo che il Re caduto fuggì a Terria, ma che questo non gli salvò la vita per molto. Ricordato come il peggior re che Elettria abbia avuto, di Electabuzz l’Illegittimo ci resta una sola statua, nella sala delle udienze di Elettria, accompagnata dalla targa “per non dimenticare la fine che un re crudele merita” e un dipinto appeso insieme a quello del padre in una parte nascosta del salone delle feste. Fu la stessa Eles a ordinare che i due dipinti vi fossero appesi e mai rimossi, in ricordo dei danni causati dallo zio e dal cugino.

 

 

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ELES I (4520 – 4551)

 

 

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Alla fine del 4520 salì al trono Eles I, la prima regina nella storia di Elettria. Sposatasi nel corso dell’esilio con un fuggitivo di Elettria, un Electivire come lei, al momento dell’ascesa al trono la regina assicurava già una discendenza alla sua stirpe: i due figli Electe e Buzz. Acclamata dal popolo, ella si dedicò con grande impegno a ripristinare lo stato, distrutto dalle sanguinose amministrazioni dei predecessori. Il primo anno trascorse in modo teso: si temevano attentati alla regina o ai di lei figli per opera dei pochi fedeli a Re Electabuzz rimasti. Ma nel 4521, poco dopo la nascita del terzogenito della regina, le paure si dissolsero, quando un araldo di una delle tribù nomadi di Terria consegnò alla regina il cadavere del cugino. Era morto, a quanto pareva, in una banale rissa da ubriachi: un artiglio gli era affondato nell’occhio, trapassandogli l’enorme cranio. Sono in molti a ritenere che in realtà si sia trattato della vendetta di una delle tribù nomadi che, ai tempi del Forte Buzz, Electabuzz usava tormentare.

La regina sputò sui resti del cugino, e ordinò che il suo corpo fosse appeso alle mura, abbastanza in basso da permettere a chi lo volesse di dargli contro a propria volta. Fu staccato solo dopo un mese, quando ormai era completamente decomposto, e bruciato in piazza. Pare che il fuoco sia stato alimentato dal popolino per due giorni e due notti. L’unica concessione che Eles fece al morto fu che questi fosse seppellito nelle catacombe, accanto al di lui padre. In compenso, fece spostare ambo le tombe in un condotto laterale, fuori vista, in modo da non essere disturbata dalle loro salme mentre pregava sulle tombe degli altri membri della sua famiglia. Ancora oggi le due tombe sono lì, anche se nessuno ha mai desiderato andarvi.

Questa fu, comunque, l’unica brutalità che Eles si concesse nel corso del suo regno. Annullate tutte le leggi emesse dai suoi due predecessori, ripristinò il codice paterno e, atto senza precedenti, implorò il perdono del popolo di Electronvolt per il Tramonto Rosso e del popolo di Elettria per tutte le sofferenze subite. Perdono che il popolino le diede, facendola diventare popolarissima tra la plebe.

Il più grande problema che afflisse la regina nella prima parte del suo regno fu l’enorme deficit del bilancio: le casse dello stato erano state dissanguate, e lei non poteva aumentare le tasse, fu anzi costretta ad abbassarle perché il popolo era impossibilitato a pagare.

Poté solo rivolgersi ai suoi feudatari: I Duchi furono ben felici di contribuire al risanamento del regno, anche se probabilmente fu solo una manovra per farsi benvolere dal popolino. Anche i Conti e i Baroni, con grande delizia della regina, contribuirono con donazioni, forse per lo stesso motivo.

Risanato il bilancio, Eles viaggiò a lungo, per placare le voci di dissenso delle regioni di confine: frequenti furono le distribuzioni di cibo tra i disagiati. L’esercito trascorse quel periodo più che altro a riparare i danni causati dai due re indegni, ricostruendo città a villaggi, e molte volte venendo addirittura inviato come manodopera nei campi.

Nel 4531, Elettria sembrava quasi tornata al suo stato di pace. A quel punto, Eles aveva avuto sette figli prima che il marito morisse in un incidente, nel 4533, lasciandola con un vuoto che la regina faticò a riempire. Non si risposò mai.

Tra il 4539 e 4540 Elettria fu colpita da una pestilenza, la più grave da secoli. Electronvolt chiuse preventivamente le porte, quindi la Regina e i suoi quattro figli minori sopravvissero, ma i tre figli maggiori non furono altrettanto fortunati. Electe morì per primo, a Volt Port, e poche settimane dopo fu il terzogenito, Viren, a morire, ad Ampere City. La Regina implorò più volte Buzz di ritornare in città, ma questi non ne volle sapere. Morì a Greathunder nel 4540, dove stava assistendo gli ammalati con i suoi uomini.

I tre furono sepolti nelle catacombe, e Eles pregò intensamente i Loro perché proteggessero i figli rimasti, ma evidentemente Yveltal aveva altri progetti.

Trascorsi cinque anni, fu Elve, il quintogenito, a morire. Si trovava in viaggio sui Monti Tonanti quando scivolò su un masso sconnesso. Precipitò per duecento metri, schiantandosi su un albero. Uno dei rami lo trapassò, e morì dopo tre giorni di agonia.

Il quartogenito ed erede, Electivire, fu ucciso due anni dopo, ma il colpevole non fu mai scoperto. Pare però che Electivire avesse un carattere fin troppo simile al cugino della madre, quell’Electabuzz che tanto aveva fatto soffrire il paese, anche se la madre si rifiutava di vedere la passione anomala del figlio per i combattimenti e le esecuzioni, che sotto la regina erano divenute molto rare. L’assassino o gli assassini potrebbero aver ritenuto che il loro atto fosse per il bene del paese, ma questo non aiutò la regina quando dovette seppellire un altro figlio.

La sparizione di Elon, il maggiore dei due superstiti, rimane avvolta nel mistero. Un giorno del 4551 fu visto uscire da palazzo e non rientrò mai più. Alcune leggende vogliono che sia divenuto Custode dei Loro di uno dei protettori di Elettria. Altre storie dicono che sia morto in un incidente e il colpevole, temendo la reazione della regina, lo abbia sepolto in fretta e furia. Fatto sta che di lui nulla si seppe più.

La regina non resse il colpo. Dopo un mese passato senza dormire, e senza praticamente toccare cibo, in profonda depressione, si accasciò e non rinvenne più. Eles I la Grande finì i propri giorni nel dolore, lei che aveva dato la gioia a un popolo intero. Fu sepolta nelle catacombe, accanto al marito e ai figli, e il reame la pianse per settimane.

 

 

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ELECTABUZZ V – ELECTIVIRE V (4551 – 4556)

 

 

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Electabuzz, ultimo dei figli della regina Eles, era paradossalmente il più debole e malaticcio. Salito al trono a soli vent’anni, vi sedette solo due volte, una per l’incoronazione e una per il suo primo anniversario di regno. Fin da bambino, era stato tormentato da un male incurabile, che l’aveva costretto a una vita ritirata per tutta la vita. Ben di rado riusciva a lasciare i propri alloggi, e le uniche compagnie che riuscì ad avere furono la moglie, i suoi Generali e i nobili che talvolta venivano a fargli visita.

Probabilmente per la sua condizione fu sempre molto vicino ai malati. Quando una nuova epidemia colpì Truepower, emise numerose leggi per aiutare i malati, e tutto il suo breve regno fu dedicato a questo.

Molti avevano dubbi sul suo erede, il figlio Elekid, la cui paternità era in dubbio. Sembrava quasi impossibile che quel pokémon malaticcio che il popolo sapeva essere il suo re potesse davvero generare un figlio, ma il piccolo, affermò Electabuzz fino alla morte, era suo.

Nel 4555, contro le opinioni dei medici, decise di evolvere, nella speranza vana che il suo male potesse sparire. Fu un grave errore, perché la tensione cui fu sottoposto lo rese paraplegico, costringendolo a letto. Il tempo passato steso lo fece stare sempre peggio, e finì per scivolare sempre più in uno stato di catatonia. Morì a soli 25 anni, lasciando il trono al figlio. Ancora oggi è ricordato con affetto dal popolo. Il Piccolo El, come veniva affettuosamente chiamato dal popolino, rimane ancora oggi l’esempio di un re buono e gentile, e molti malati ancora lo ringraziano per le sue leggi.

Difficile discutere di quegli anni come “governo del re”: egli trascorse i pochi anni di regno a letto, anche se come detto riuscì comunque a fare del bene. Con il re impossibilitato a regnare, comunque, furono i Duchi e i nobili minori a tenere in mano il potere. Vale perciò la pena di discutere di due loro.

Lord Phrom A’roph, il Duca di Ampere City, fu probabilmente la figura di maggior rilievo del regno di Electabuzz V. Era nato all’inizio del Ventennio di Sangue, e aveva dieci anni quando il padre, Lord M’Phar, lottò nella Battaglia della Regina, come venne ricordata la battaglia finale tra Eles I e Electabuzz IV. In seguito, nel corso del regno di Eles I, rimase al fianco del padre a lungo, crescendo per diventare un Pokémon intelligente, forte e pio. Molti asserivano di riconoscere in lui un nuovo Electivire I, con tutto ciò che comportava un simile commento, ma egli fu sempre un fedelissimo della famiglia reale, senza lasciarsi deviare da certi commenti. Alla morte di Eles I, informato delle condizioni di salute del re, chiese di poter vivere a palazzo per rendersi utile al proprio signore, e vi rimase a lungo, divenendo il più fidato consigliere di sua maestà. Nel 4553 però fu esautorato dal circolo di consiglieri del re, in realtà senza alcuna vera ragione. Infuriato, ritornò ad Ampere City. Non è chiaro perché il re fece cacciare il Duca, e molte malelingue additarono il nobile come vero padre del principe Elekid, visto che già da lungo tempo il Re ed il Duca si conoscevano. Possibile, certo, ma improbabile, dato il forte legame tra il Re ed il Duca, che alcune lettere dimostrano essere rimasto tale anche dopo. Il più probabile colpevole fu il suo successore come consigliere, il Conte Reinen Nedden, ultimo dei Conti di Joulechester. Dopo la morte di Denein Nedden, ai tempi dell’Unificazione, la casata era precipitata sempre più. Reinen, un giovane di trent’anni, era deciso a ricorrere a ogni mezzo per risollevarsi. Fu forse lui a convincere il Re ad estromettere dalle sue cariche Lord Phrom, unico suo rivale nel ruolo di capo del consiglio che sosteneva il Re nelle sue scelte.

La così detta Guerra dei Consiglieri proseguì a lungo e senza esclusione di colpi. Nel 4554, Lord Nedden fu estromesso a propria volta dal proprio ruolo, per volere del re che diede il posto al Duca suo amico. Nel 4555 però il Duca si ammalò, e Lord Nedden usò la breve malattia come scusa per prenderne nuovamente il posto.

Quello stesso anno, tuttavia, il Duca e il Conte per la prima volta fecero fronte comune contro la decisione del Re di evolversi. Come purtroppo sappiamo, ogni loro protesta e ogni loro ragione fu inutile: il re si evolvette. A quel punto, con il Re prossimo alla morte, fu la regina madre, Elecrive, a porre fine una volta per tutte alla questione, licenziando non solo i due ma l’intero consiglio, decisa a quel punto a prendere sulle proprie spalle il peso della reggenza.

 

 

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ELEKID II – ELECTABUZZ VI – ELECTIVIRE VI (4556 – 4588)

 

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Elekid alla morte del padre era ancora piccolo: era nato appena sette anni prima, negli ultimi anni del regno della nonna. I suoi primi otto anni di regno trascorsero sotto la reggenza della madre, ma quando finalmente si sentì pronto a regnare questa si fece da parte senza “incidenti”. In quegli otto anni, la pressione sul confine settentrionale ed orientale si era fatta molto più forte, e il Forte Buzz, la principale roccaforte di Elettria contro aggressioni da Terria, iniziava ad avere difficoltà a trattare con il nemico. Elekid II, evolutosi in Electabuzz VI per l’occasione, si recò personalmente, nel 4566, a trattare con Marowak IX, il Kaahr dell’epoca, proprio al Forte Buzz. Sarebbero forse riusciti ad evitare l’invasione di Elettria, se questi non fosse morto in circostanze quanto mai sospette. E il suo successore, Graveler III, era di ben altra opinione riguardo la pace. Fu l’inizio dell’epoca delle Invasioni del Deserto, come furono colloquialmente chiamate. Esse furono molto articolate, e richiederebbero un approfondimento molto, molto più grande di quello che è possibile portare avanti in queste pagine. Pertanto, qui si presenta solo un breve riassunto di queste cruente guerre. Chi volesse approfondire l’argomento è invitato a leggere “Storia e Gloria di Elekid II, il Re che difese Elettria” del Bibliotecario Crit, bibliotecario di corte ad Elettria durante il regno di Elekid II e del suo erede Electivire VII.

La prima Invasione ebbe inizio nel 4568, quando il Forte Buzz fu preso dopo una settimana di eroica ma disperata resistenza e l’armata di Terria marciò oltre i Monti Tonanti. Elettria respinse i nemici sul fiume Volt, sfruttando a proprio vantaggio l’acqua, nota debolezza dei Pokémon di Terria. Respinto oltre i Monti Tonanti, Graveler III giurò vendetta.

Trascorsero quattro anni, poi Graveler marciò dal Passo di Raikou verso Greathunder, mettendo la città d’assedio, dando inizio alla seconda Invasione. Electabuzz VI lo fermò nuovamente, grazie all’aiuto dei tre Duchi, e lo respinse in una sanguinosa battaglia in cui rimase sfregiato al volto, perdendo un occhio.

Ci vollero altri nove anni prima che Graveler III marciasse nuovamente attraverso, questa volta, il Passo di Thundurus, muovendosi verso Fulminatton, nella terza Invasione. L’armata fu ancora sconfitta dal Re, evolutosi in Electivire VI. Questa volta fu Graveler a trovarsi sfregiato, e nuovamente costretto alla ritirata.

Nei sette anni successivi Electivire VI regnò saggiamente. Fu molto amato dal popolo, perché non abusò mai del potere, e alcuni cominciarono a chiamarlo Electivire Sanguepuro, in risposta alle accuse che aveva subito durante l’infanzia di essere un figlio illegittimo. Nei suoi trentadue anni di regno la pace del paese non fu turbata da nessuna rivolta interna, con grande sollievo del re e della madre. Furono però le guerre a logorarlo, e l’ultima di esse gli fu letale. Era il 4588 quando nuovamente Graveler mosse attraverso i Monti Tonanti, dopo aver preso una seconda volta il Forte Buzz. Era l’Ultima Invasione, che Graveler, evolutosi in Golem, aveva studiato attentamente, preparato dalle sconfitte subite.

Electivire mosse contro di lui, marciando alla guida dell’esercito come aveva fatto le volte precedenti, ma come detto questa volta Golem era più preparato. Si accampò su un monte, in posizione rialzata, e attaccò sfruttando l’altezza. L’armata di Elettria combatté coraggiosamente, e nel mezzo della mischia Electivire e Graveler si scontrarono per la quarta ed ultima volta. Nessuno dei due sopravvisse: i due sferrarono il colpo mortale in simultanea. Golem morì sul colpo, e l’esercito di Terria si ritirò, incalzato dalle truppe Ducali. Electivire rimase tra la vita e la morte per tre giorni, in tempo per spirare nel proprio letto, a Electronvolt, con la moglie e i figli accanto. Le sue ultime parole furono un invito alla pace, ma non si sa se egli parlasse di pace con Terria o pace interna del paese dopo la sua dipartita.

Elettria ricorda Elekid II come un buon sovrano, e in effetti egli lo fu. Soprattutto, per fortuna dell’intero paese, fu un re con capacità di comando militari non indifferenti. Se non ci fosse stato lui, sul trono, forse la storia di Elettria sarebbe terminata. Il figlio lo fece tumulare con tutti gli onori nelle cripte reali, insieme al padre e alla madre, deceduta l’anno precedente, un altro gesto di disprezzo verso coloro che avevano osato affermarne l’illegittimità. Ma tutte le prove della legittimità del padre, d’altra parte, le offriva il figlio.

 

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ELECTIVIRE VII (4588 – 4606)

 

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Electivire VII salì al trono alla morte del padre, all’età di diciannove anni. Mettendo a tacere ogni dubbio residuo sulla discendenza paterna, aveva ereditato il morbo da cui fu tormentato il nonno. Nonostante questo, fu un re molto abile, riuscendo a passare alla storia nel breve tempo che gli fu concesso dal destino avverso.

Come prima azione, nonostante il morbo che lo affliggeva, si recò personalmente al Forte Buzz per trattare con il nuovo kaahr, Golurk IX, che fu ben lieto di siglare un trattato di pace, considerato che per ben quattro volte Terria era stata respinta dall’esercito di Elettria, cosa che, secondo il kaahr, ne dimostrava il valore (e su questo pochi storici hanno dubbi: riuscire a respingere per quattro volte l’invasione di un tipo contro cui si è in tale svantaggio è una grande prova di forza). La frase di commiato del kaahr è rimasta nella storia: “E poi, se devo esser sincero, il vostro paese è troppo verde per i miei gusti.”. A questa frase, pare, entrambi scoppiarono a ridere, e Re Electivire VII, dopo aver calmato un eccesso di tosse, riuscì a rispondere “Beh, di certo anche voi non dovete temere nulla: il vostro paese è troppo sabbioso.” Sembra che ci fosse un qualche significato dietro entrambe le frasi, oltre a quello superficiale, ma non si sa quale fosse. Se qualcun altro oltre ai due Re ne era a conoscenza, non ne ha mai parlato.

Ritornato a palazzo, il Re si sedette sul trono e, ignorando le sofferenze causategli dalla malattia, ordinò di aprire la corte alle udienze, come era usanza di suo padre. Per il suo intero regno, Electivire andò avanti così, spingendosi al limite per regnare saggiamente come il genitore, aiutato dal clima di pace in cui Elettria stava vivendo. Per quanto non fosse – o non potesse essere – un abile combattente, egli era anche ritenuto un valido stratega. Non si sa tuttavia se questa sua fama fosse meritata, perché fortunatamente nel corso del suo regno non accadde mai nulla che lo obbligasse a farne mostra.

Oggi, molti fanno notare che, forse, non sarebbe morto in giovane età se fosse stato meno testardo. Ma d’altra parte, egli è passato alla storia proprio come Electivire l’Ostinato.

Nei suoi primi sedici anni di regno non avvenne nient’altro di particolarmente eclatante. Il popolo era tranquillo, l’ultima carestia ebbe termine l’anno prima della sua ascesa al trono, e i nobili erano suoi leali consiglieri. Il Re teneva corte una volta alla settimana, e dedicava il resto del proprio tempo, contro il parere dei vari medici che lo imploravano di riposare, al proprio progetto: redigere una costituzione per Elettria. Era infatti entrato in possesso di alcune copie della costituzione di Spettria e, da amante della legge qual era, aveva deciso di dedicarsi a crearne una anche per il proprio paese, modernizzando il codice di leggi di Electabuzz III.

Completatala al diciassettesimo anno di regno, la fece diffondere in tutto il paese. Il documento fu accolto favorevolmente, perché riordinava in maniera organica le leggi del suo antenato, innovando solo quelle che richiedevano aggiustamenti secondo l’opinione comune, e aggiungendone di nuove, migliorando la legalità del paese.

L’anno successivo, le crisi del morbo che lo affliggeva si fecero però più frequenti. Non avendo mai generato figli, perché troppo impegnato e troppo malato, sapeva che il trono sarebbe passato al fratello, e sia con le sue ultime parole che nel testamento gli augurò le migliori fortune. Purtroppo, così non fu, ma come vedremo la colpa non sarà del suo pur enorme lascito.

Electivire l’Ostinato è considerato un esempio di dedizione per i Re di Elettria, un Re che seppe dimostrare come la forza di volontà superasse le difficoltà fisiche. I nobili, il popolino e la famiglia reale lo ricordano con grande rispetto. Numerose sue statue sono state edificate nelle piazze di villaggi e città, a sua sempiterna memoria, sia dai suoi contemporanei che dai loro discendenti. Spesso sotto di esse si trova incisa la Costituzione nella sua versione originale, rimasta sostanzialmente immutata dai tempi della sua compilazione.

 

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L’EPOCA DEL MORBO

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I ventinove anni tra il 4609 e il 4635 furono anni estremamente importanti per Elettria. In quel periodo, infatti, l’ombra del Morbo che li affliggeva rimase sempre sospesa sopra la famiglia reale. Due dei Vire che governarono in quest’epoca ne soffrirono, e il terzo passò la propria vita nel terrore della malattia, tanto che alla fine molti dissero che anch’egli in un certo senso fu ucciso da esso. Quella tremenda malattia contro cui non sembrava esserci cura fu il flagello della famiglia reale.

Ma questo detto, quello fu anche il periodo che fece da introduzione all’epoca in assoluto più felice per Elettria, la sua Età dell’Oro.

Le ferite lasciate ad Elettria dalle invasioni erano ormai state curate, grazie al saggio regno di Electivire l’Ostinato. I Duchi erano fedeli al trono, come lo erano i vari nobili e signorotti minori. Nessuno temeva rivolte dei nobili, e nessuna rivolta venne dal popolo. In quegli anni infatti numerose opere furono avviate da questo o quel Duca, o da uno dei tanti nobili. Per esempio, Lord M’Rophas, di Ampere City, fece riparare a proprie spese gli argini del grande Fiume Volt, opera che gli costò tanto (ma che, pare, gli fruttò molto. In fin dei conti, dopo la guerra, le terre del Volt erano state divise tra i Duchi e la Corona).

A questo si aggiunsero i commerci di Volt Port, che in quegli anni creò le numerose rotte che ancora oggi le permettono di commerciare anche con Velenia, oltre che qualche raro scambio con la chiusa Forestia e con i nomadi di Terria. Le navi di Volt Port sono una vista comune nei porti di tutto il sud di Pokémos, ed è in questo periodo che divennero tali.

Forse, questo regno sarebbe entrato di diritto a far parte dell’Età dell’Oro del paese. Ma il terrore che afflisse la famiglia reale e coloro che gli stavano intorno fu tale che sarebbe sbagliato chiamarlo un regno pacifico.

 

 

ELECTABUZZ VI (4606 – 4609)

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Electabuzz VI salì al trono nel 4606, e diversamente dal fratello vantava una salute di ferro. Si dava per scontato che, a soli trentadue anni, avrebbe regnato per almeno trent’anni. E il suo primo anno di regno lo trascorse viaggiando attraverso Elettria, incontrandosi con numerosi Duchi e Conti, e spesso ascoltando personalmente le richieste del popolino. Era molto amato, e questo rafforzò l’idea che sarebbe rimasto re a lungo.

Nel 4607 però cominciò a mostrare sintomi della stessa, tremenda malattia che aveva colpito suo fratello e suo nonno. Finanziò esperti medici da tutta Elettria, che studiarono il morbo e giunsero alla conclusione che esso era ereditario: tutti i membri di casa Vire ne erano probabilmente affetti, ma esso si palesava solo in alcuni di essi. Un pensiero, questo, che terrorizzò la famiglia reale e che fu considerato il vero inizio dell’Epoca del Morbo.

Nel 4609 le crisi si erano fatte sempre più gravi, e il Re, comprendendo di non poter regnare ancora, abdicò in favore del figlio, all’apparenza sano come un pesce. Spirò pochi mesi dopo, nella villa di campagna in cui si era ritirato, nella vana speranza che l’aria aperta alleviasse i suoi gravi sintomi.

 

ELECTABUZZ VII (4609 – 4621)

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Nel 4609, Electabuzz VII salì al trono a trentacinque anni, primogenito di Re Electabuzz VI, mentre il padre era ancora in vita. Rimase accanto a lui finché il morbo non lo portò via, e si dice sia stato vedere le sofferenze del padre a renderlo il re che fu. Egli dedicò il suo regno alla ricerca medica per scoprire il più possibile sulla malattia. Fece edificare la torre del centro di ricerca, che negli anni divenne il centro scientifico più importante del paese, e vi si recava quasi ogni giorno per sapere se vi fossero nuovi sviluppi.

Visse nel terrore della malattia, e pare che anche i suoi sonni fossero tormentati dagli incubi. Lo stress di cui soffriva era tale che il Re cominciò a perdere macchie di pelliccia. Questo lo faceva apparire così malaticcio che prese l’abitudine di avvolgersi parti del corpo, fingendo di aver subito ferite.

Un nuovo duro colpo per il re venne nel 4613, quando la figlia di quattro anni cominciò a mostrare sintomi del Morbo. Terrorizzato, Electabuzz VII decise di tenersi sempre a distanza dalla figlia, che lo vide da vicino solo poche altre volte. Il Re era ormai in uno stato di stress fortissimo: bastava un nonnulla per farlo scattare, e pareva avesse paura della sua stessa ombra. Si dice un colpo di tosse lo facesse saltare in piedi dalla sedia.

 Il suo fu però un regno prospero: Elettria era ricca, fertile e pacifica, tanto che molti dissero che finalmente era arrivata la fine della Ballata del Re Vittorioso. I Bassifondi, per la seconda volta, arrivarono molto vicini a scomparire, ma ancora una volta seppero resistere a ogni tentativo di sradicarli del tutto.

Una menzione va fatta riguardo all’ingrandimento di quegli anni di Little Electronvolt, che raggiunse il proprio apice: la città, nata a ridosso del Canale scavato ai tempi di Re Electivire I, era sempre stata una comunità agricola florida, ma sotto il regno di Electabuzz VII si espanse al punto che le case occuparono tutto il lato a est delle mura, anche se il Re ordinò che non si potesse costruire entro cento metri dalle stesse.

Ma anche con il paese pacifico, Electabuzz non poté far altro che sottostare a un continuo stress generato dal terrore del Morbo. Dopo dodici anni in quelle condizioni, i nervi del re cedettero. Ebbe un tracollo nel corso della sua passeggiata quotidiana verso il Centro di Ricerca, ma per ironia della sorte tutti i medici all’interno non riuscirono a salvarlo: morì mentre le sue guardie lo portavano verso il centro, prima di riuscire a raggiungerlo.

Electabuzz VII è ricordato favorevolmente, perché il Re aiutò molte innovazioni mediche: Elettria è tutt’oggi un pinnacolo della scienza medica, con scoperte quali i disinfettanti che hanno ridotto di molto le morti a causa di ferite anche gravi. Venne soprannominato Electabuzz il Mecenate, e una sua statua si trova nel Centro di Ricerca.

 

 

ELES II (4621 – 4635)

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La regina Eles II salì al trono nel 4621, dopo il collasso del padre. Diversamente da questi, era realmente affetta dal male, e si offrì volontaria perché i medici potessero studiarlo. Fu sotto di lei che del Morbo di Vire fu finalmente fatta una descrizione clinica: esso causa tremori continui, difficoltà a parlare e respirazione (e questo è evidente nel dormire, perché è necessaria una pila di cuscini dietro la testa, o il malato rischia di soffocarsi), dolore nell’atto di ingoiare, bruciore ai polmoni soprattutto al risveglio e debolezza cronica. Inoltre, Eles si rivelò sterile, e i medici lo ritennero tratto comune di tutte le femmine infette.

Nonostante ciò la storia lascia intendere che esistano varie “gradazioni” del Morbo. Pare difficile credere che Electivire VII tenesse corte o fosse in grado di viaggiare, per quanto ostinato fosse, in condizioni simili. Se davvero fosse così, avrebbe dovuto essere di costituzione davvero forte, o sarebbe morto molto tempo prima. Al contrario, Electabuzz VI fu ucciso dalla malattia fin troppo rapidamente, il che probabilmente indica un decorso più grave del normale.

Gli anni del regno di Eles furono simili a quelli paterni, ma rispetto al padre Eles era molto più calma: teneva corte una sola volta al mese, e spesso solo per poche ore, ma delegò efficacemente il ruolo di giudice a suo zio Buzz, finché questi fu in vita, e dopo la morte di questi nel 4632 al figlio di costui, il giovane ma brillante Elekid. Nessuno la vide mai affannarsi a correre verso il Centro di Ricerca, ma anzi furono spesso i medici stessi a ricordarle una visita o un controllo.

Il Morbo di Vire portò via la regina nel 4635. Aveva trascorso gli ultimi sei mesi del tutto bloccata a letto, e accolse la morte come una liberazione, con il sorriso sulle labbra. Il suo unico rimpianto rimase non aver mai generato figli.

 

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L’ETÀ DELL’ORO

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Alla morte di Eles II, prese il trono il cugino Elekid III. E con lui, di solito, si fa cominciare l’Età dell’Oro di Elettria. Fu infatti l’ultimo Re a temere il Morbo di Vire, almeno fino a tempi recenti. Nel corso del suo regno, tuttavia, il regno era in pace da anni e anni, e ormai la popolazione era soddisfatta. Proprio per questo si cominciò a parlare di Età dell’Oro di Elettria, contrapposta all’epoca del Morbo.

Da allora, tutti i Re di Elettria hanno governato una terra pacifica, mite e felice. La criminalità sotto controllo, il popolino soddisfatto e i nobili tranquilli hanno reso Elettria uno dei pochi paesi davvero in pace per un tempo così lungo.

 

 

 

ELEKID III – ELECTABUZZ VIII (4635 – 4661)

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Elekid III aveva ventuno anni quando salì al trono, nel 4635. Era il cugino di Eles II, e diversamente da lei né lui né suo padre avevano mai mostrato sintomi del morbo che flagellò la famiglia Vire. Nonostante ciò, similmente allo zio, dedicò una gran parte del suo regno all’affannosa ricerca di una cura.

Fu sotto di lui che si riconobbe l’ingresso di Elettria nella propria età dell’oro. Le epidemie scomparvero completamente, la siccità non tediò mai l’oriente come era accaduto nei secoli passati (il Volt mantenne infatti un flusso costante) e ormai erano decenni che nessuna ribellione prendeva piede.

Quello di Elekid III fu uno dei regni più lunghi e prosperi di Elettria, ma fu anche uno dei regni in assoluto più anonimi della storia di Elettria. Elekid, evolutosi in Electabuzz nel 4650, dedicò per molti anni il proprio denaro alle ricerche sulla cura del Morbo, ma nel 4653 gli esperti confermarono che la malattia era incurabile, e le donazioni verso il Centro di Ricerca divennero molto più scarse, arrivando vicine a scomparire verso la fine del regno. Per il resto, non fu un diplomatico eccelso, né un abile giurista, né tantomeno un militare di alto stampo. Molti dicono che fosse un bene per il regno, perché in questo modo la pace non fu in alcun modo disturbata, ma altri fanno notare che forse una figura più forte avrebbe saputo reggere meglio il peso del governo.

Nel 4661 Electabuzz VIII morì. Le cause rimasero ignote, ma molti dicono che verso la fine egli avesse raggiunto un picco di stress, similmente a quanto successo allo zio. Qualcun altro pensa a un’improvvisa e letale insorgenza del Morbo di Vire, ma sembra molto difficile che il sovrano sia riuscito a nascondere la malattia fino alla morte e anche dopo.

 

 

ELES III (4661 – 4701)

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Eles III, salita al trono a ventinove anni, fu l’unica figlia nata dal matrimonio di Elekid III, e molti temettero che, se avesse avuto il Morbo di Vire, la stirpe si sarebbe estinta con lei. Ma la pokémon non solo non fu affetta dalla malattia, ma ebbe anche quattro figli, quasi tanti quanti ne ebbe a suo tempo la regina Eles I, anche se fortunatamente i figli non furono sfortunati come quelli della regina.

Nel 4673 Eles III aveva pressoché interrotto le donazioni al Centro di Ricerca, che stava iniziando a trovarsi in forte crisi finanziaria. Fu perciò con un occhio di sospetto che molti guardarono gli scienziati che, intenti ad alcune ricerche sul Monte Incrotuono, affermarono di aver incontrato niente meno che Zekrom, che avrebbe augurato loro “Buongiorno e buon lavoro”, benedicendo i loro studi. La regina Eles, però, era una fedele Arceista, e sentendo la storia rinnovò le donazioni al Centro di Ricerca, espandendole dal campo medico a tutti i campi scientifici. Nonostante si sia forse trattato di una menzogna, ebbe senza ombra di dubbio effetti molto positivi sulla scienza di Elettria.

Il regno della regina fu il più lungo nella storia di Elettria, e i suoi effetti positivi furono ben visibili. La pokémon visse abbastanza a lungo da vedere il matrimonio di molti figli e la nascita non solo di nipoti, ma persino dei primi pronipoti.

Nel 4701, Eles la Fiduciosa semplicemente si addormentò per non svegliarsi mai più, in modo molto simile alla morte di Electivire I. Compianta dal popolo a lungo, sono in molti a ritenerla una delle migliori regine che Elettria abbia avuto.

 

 

ELECTABUZZ IX (4701 – 4720)

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Electabuzz IX salì al trono alla morte della madre, nel 4701 in quanto suo primogenito, a età piuttosto avanzata, avendo quarantanove anni. Né lui né nessuno dei suoi fratelli era affetto dal Morbo di Vire, e molti pensarono che con la morte di Eles II esso si fosse estinto. Sotto Electabuzz la politica materna non continuò in tutti i suoi aspetti: le donazioni annuali al Centro di Ricerca furono molto ridotte, perché Electabuzz IX si era sempre mostrato in qualche modo scettico circa l’incontro con Zekrom.

L’età dell’oro di Elettria procedette senza intoppi: il suo regno fu prospero, anche se, comparato a quello della madre, abbastanza breve (ma comunque molto, molto più lungo di quello di alcuni predecessori).

Viaggiò in lungo e in largo per il paese, e si dice abbia visitato ogni singola città e villaggio di Elettria, da nord a sud e da est a ovest. Molte sue statue furono erette in ricordo della sua visita, da quella nella vicina Little Electronvolt a quelle di Fulminatton e Greathunder.

Rimase molto colpito dall’arte metallurgica di Truepower, e la finanziò con piacere, facendole riacquistare il vigore che andava lentamente perdendo dai tempi di Electivire I. A tutt’oggi Re Electabuzz viene definito “il più grande dei Re” da tutti i produttori di lampade della città, ed effettivamente sotto di lui per la prima volta il commercio di lampade raggiunse anche i paesi esteri come Laghia, Terria o Alvearia (per quanto questi ultimi abbiano sempre detto di preferire l’illuminazione generata dalle Elettrotele intrecciate tipiche del regno).

Come la madre, fu compianto a lungo quando morì nel 4720, lasciando il trono all’unico figlio. Furono solo alcuni scienziati del Centro di Ricerca a soprannominarlo Electabuzz il Deludente, ma oggi questo soprannome è caduto in disuso, salvo in alcuni documenti redatti da storici di parte.

 

 

ELECTIVIRE VIII (4720 – 4736)

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Electivire VIII, quando salì al trono già avanti con l’età, a cinquantuno anni, si presentò come un sovrano molto diverso dai predecessori. Primo da molti anni a quella parte, era un fiero soldato, che aveva servito ad Electronvolt, Ampere City, Ohm Town e al Forte Buzz, dove era persino divenuto comandante. Fu anche il primo della sua famiglia a divenire Generale di un parente stretto, il padre. Molte malelingue affermarono in seguito che egli fosse stato scelto dal padre solo perché suo figlio, ma nessuno poteva negare le sue capacità di comando.

All’incoronazione volle presentarsi con la divisa dell’esercito di Elettria, nonostante molti lo invitassero ad apparire pacifico come i suoi predecessori. Riprese l’opera della nonna con donazioni frequenti al Centro di Ricerca, forse sperando che le innovazioni in campo scientifico aiutassero l’esercito, ma la sua più grande opera resta la completa riorganizzazione dell’esercito.

Anzitutto, ridusse grandemente il numero di alti ufficiali. Molti di essi avevano scalato i ranghi sfruttando il clima di pace del paese, ma sotto il regno di Electivire VIII furono tutti, senza eccezioni, degradati anche di diversi gradi. Viceversa, molti soldati che se lo meritavano si videro riconosciuto un rango maggiore. Fu sotto di lui che Capitani e Tenenti divennero le figure maggiormente presenti nell’esercito di Elettria.

Cambiò il nome dell’esercito stesso, rinominandolo Squadrone del Tuono, perché il suo esercito doveva colpire con potenza e velocità. Era anche convinto che gli unici soldati che combattevano al meglio fossero quelli volontari, perciò abolì tutte le leggi che consideravano come alternative alla pena il servizio nell’esercito e annullò la leva obbligatoria. Alcuni mettono in dubbio l’effettiva validità di questa azione, ma l’S.T., come viene spesso semplicemente chiamato l’esercito, è sempre riuscito a mantenere la pace nel paese.

Electivire VIII fu odiato da numerosi degli ufficiali inetti che degradò, ma le sue truppe, al contrario, lo amavano, e nessuno ebbe mai il coraggio di ribellarsi a lui.

Fu inoltre molto generoso con il popolo, e l’età dell’oro del paese proseguì. Molti definirono superflue le sue innovazioni in campo militare, ma furono in realtà mutamenti importanti nel paese, sia nel bene che nel male, che influenzano Elettria ancora oggi.

Electivire VIII viaggiò molto, anche se meno del padre, e visitò spesso il Forte Buzz, che egli definiva spesso “il luogo che più amo.” Nel corso di uno di questi viaggi, in piena estate, fu però ucciso da un incidente banale: bevve Acqua Fresca a temperatura bassissima sotto il sole cocente, e poco dopo si accasciò, con gravi dolori all’addome. I soldati che lo accompagnavano seppero fare poco o nulla, e Re Electivire VIII morì mentre i suoi uomini tentavano di riportarlo indietro.

Alcuni ipotizzano che in realtà sia stato avvelenato da uno dei numerosi sottoufficiali da lui degradati, e evidentemente il sospetto colpì anche la figlia, che chiese ai medici di scoprire se nella salma vi fosse qualche traccia di veleno (appare in realtà improbabile che i medici potessero determinare che il Re fosse stato avvelenato, a meno che non vi fossero segni evidenti, ma valeva la pena tentare). Ciò che scoprirono i medici fu invece molto peggio: il Re era affetto dal Morbo di Vire, e a uno stadio abbastanza avanzato. Nessuno aveva mai avuto il minimo sospetto finché era rimasto in vita, più che altro per la costituzione robusta del pokémon, ma potrebbe essere stato in realtà questo a ucciderlo, o quanto meno a indebolirlo quanto bastava da permettere alla congestione (o al veleno) di dargli il colpo di grazia. Dopo questa scoperta, l’ombra del Morbo tornò a tormentare la famiglia reale.

Electivire l’Illustre è una vera icona, venerato dall’esercito di Elettria al gran completo, ma quasi tutto ciò che creò fu distrutto dalla figlia.

 

 

ELES IV (4736 – 4763)

 

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Eles IV, salita al trono nel 4736 a quarantasei anni, era molto diversa dal padre. Calma e gentile, era entrata in contatto con la filosofia di non violenza di Espia da giovane, e ne era una convinta sostenitrice.

Divenuta regina, smantellò la maggior parte dell’opera paterna. Nacque il detto “Se al trono sale una regina, l’esercito finirà quanto prima” e effettivamente l’S.T. toccò il proprio picco minimo sotto di lei: appena 1500 pokémon si divisero il controllo sull’intera Elettria. Fu una scelta molto criticata dai Duchi, ma anche i loro eserciti si trovarono ad essere ridotti dalla regina, impassibile alle loro proteste. L’esercito non si è ancora ripreso dalla pulizia generale della regina, e si teme che, in caso di un nuovo conflitto, nessuna armata potrà rispondere come nei secoli passati.

La regina ebbe un solo figlio, Electivire, ma le linee più lontane della famiglia si espansero rapidamente. Il Morbo di Vire non la colpì mai, fortunatamente, e i suoi ventisette anni di regno trascorsero senza che nulla di eclatante avvenisse nel paese. L’età dell’oro, si disse alla sua morte, aveva raggiunto il suo apice.

Dopo ventisette anni di regno si spense serenamente, e le sue ultime parole ricordarono al figlio l’importanza della pace, della bontà e della misericordia. La cerimonia di tumulazione fu una delle più solenni nella storia, ma la regina la meritava, convennero tutti. Tutti, tranne i militari.

 

 

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ELETTRIA OGGI

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Electivire IX è salito al trono a cinquant’anni, nel 4763, e molti lo hanno definito una reincarnazione del nonno. Egli è infatti un abile militare: iniziò a servire proprio sotto il regno del nonno, e rifiutò di lasciare la carica quando la madre gli ordinò di rientrare a corte. La considerazione dell’esercito fu una delle principali ragioni di alterco tra i due, e per tutta la vita Electivire, prima come Generale poi come Re, cercò di compensare ai danni subiti da Elettria in campo militare. Tuttavia, era ben noto il forte affetto che provava per la regina, e per questo, quando fu promosso al grado di Generale, alla giovane età di trent’anni, accettò di rientrare a Electronvolt, alla condizione di essere libero di andare e tornare come si confaceva al suo grado.

Quando un gruppo criminale in fuga da Terria sconfinò dandosi ai saccheggi, il Generale marciò contro di loro, affrontandoli e sconfiggendoli. Il loro capo, un Rhyperior ben noto a Terria per le sue abilità di guerriero, fu sconfitto, facendo guadagnare a Re Electivire IX fama e onore, oltre che il nomignolo di Electivire il Forte. Tuttavia, perse nel corso della battaglia una delle sue code.

Diventato Re, Electivire ha trascorso gli ultimi vent’anni nel tentativo di ridare all’esercito una forza degna di questo nome. Eliminati buona parte degli editti materni, liberando i Duchi e gli altri nobili dai limiti ad essi imposti dalla Regina madre, ha fatto del suo meglio per rinforzare le armate, ma i risultati sono stati scarsi: dopo quasi due secoli di pace pressoché ininterrotta, salvo pochi eventi di scarso rilievo come appunto l’attacco dei fuggitivi di Terria, l’esercito ha perso il ruolo di importanza che aveva precedentemente. Electivire è inoltre reticente a ritirare l’editto del nonno che, se rimosso, imporrebbe nuovamente la leva obbligatoria, perché condivide la sua opinione circa l’importanza del servizio volontario.

Né lui né suo figlio sono mai stati colpiti da sintomi del Morbo di Vire, ma si teme che esso possa comparire nelle prossime generazioni o colpire il Re o il Principe in qualunque momento.

Il Duca M’Phar è l’attuale duca di Ampere City. Conosciuto per il suo duro lavoro nel difendere il territorio dai criminali, ha molte cicatrici riportate in battaglia quando era giovane. Imparentato con il Re, alla lontana, i due hanno un buon rapporto, e pare che il Duca sia un fedelissimo del Re. Il Duca ha cinque figli, tutti membri dell’S.T. o della guardia Ducale.

Il Duca Pharos di Volt Port è un guerriero noto per le sue abilità in combattimento in mare. Lo si incontra molto raramente in città, dato che trascorre il tempo in mare aperto a combattere pirati. I due figli del Duca sono gemelli, e si teme che alla sua morte questo comporti uno scontro di eredità.

Il Duca di Brightspark è invece lord Molg. La famiglia Brightspark ha subito numerose perdite, e lo stesso Molg non ha mai avuto figli (si vocifera in quanto sterile, ma questo non è mai stato confermato). In ogni caso, per risolvere la questione, egli ha fatto cercare gli eredi più distanti della sua famiglia. Nonostante il primo erede abbia rinunciato al titolo, egli è riuscito a radunarne diversi, il che gli assicura la stabilità sul trono del Ducato almeno per una generazione.

Vale la pena soffermarsi sull’organizzazione criminale sorta ad Elettria durante il suo regno: il capo di questa, un Eelektross, è riuscito a creare un autentica associazione del crimine che pare si estenda anche al di fuori di Elettria stessa, ramificandosi in paesi molto lontani. Voci insistenti dicono che, anche se raramente, E. (così viene in genere chiamato l’Eelektross) venga convocato a palazzo perché informi il Re su situazioni pericolose per l’equilibrio di Elettria. Inoltre, talune volte si è sostituito all’esercito nel perseguire criminali stranieri, come avvenuto quando ha cacciato dei pericolosi cacciatori di taglie di Laghia dalle terre del Re. Non sono mai stati del tutto chiari i suoi legami con il principe e i due Generali, e nessuno dei tre ha mai negato apertamente le relazioni passate, pur avendo negato ogni relazione con il criminale da dopo il 4766.

In quell’anno furono rapite la moglie e i due figli dei Generali, ancora nell’uovo. E. non fu mai perseguito per il rapimento, forse perché all’epoca sottoposto di un altro criminale, noto solo come S., che oggi risulta scomparso, ma pare vi fossero prove dell’appoggio verso i rapitori.

Re Electivire ha comunque fatto del suo meglio per tenere sotto controllo i Bassifondi, che dopo essersi ingranditi nuovamente ai tempi della madre e del nonno sotto la guida di un altro criminale noto all’epoca come S. (si vocifera egli sia lo stesso criminale che controllava i Bassifondi ai tempi della tragedia che colpì i Generali, ma questo vorrebbe dire essere rimasto al potere nel mondo del crimine per oltre quarant’anni), hanno ripreso, seppur lentamente, a rimpicciolirsi su se stessi. Alcune voci di malcontento affermano però che, volendo, gli basterebbe arrestare Eelektross per colpire duramente i criminali, forse addirittura riuscendo a sradicarli. Il Re non ha tuttavia mai agito contro di lui.

Oggi Elettria è un paese ancora nel mezzo della propria Età dell’Oro, ma da dieci anni a questa parte le Pietretuono, fonte principale di energia per il paese, stanno perdendo potenza. Questa, la prima vera crisi dell’Età dell’Oro, potrebbe porre fine all’epoca di pace, a meno che il Re non riesca a porvi un freno.

 

Con questo si conclude Elettria. La Magna Opera andrà in pausa un po' per permettermi di tornare in pari sugli altri siti e per poter scrivere Laghia.

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LAGHIA

 

L’EPOCA ANTICA

 

 

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Risulta molto difficile ricostruire la storia del popolo dei Pokémon d’Acqua dopo che essi lasciarono Gelia. Perché quello fu il momento in cui essi presero la via del mare, la via che avrebbe determinato il futuro di un popolo intero, nella gloria come nel dolore.

Secondo le leggende, dopo che i Picchi Glaciali sorsero costringendo i pokémon a emigrare verso nuove terre, i Pokémon Acqua furono tra gli ultimi a partire. Questo a causa della grave indecisione che li tormentava. Dove andare infatti? Il Draak, vogliono le leggende, ancora non esisteva. A Gelia esistevano alcuni laghi, questo è vero, di acqua calda, e per qualche tempo fu qui che vissero. Ma erano troppo piccoli per ospitare quel grande popolo. E fu allora che apparve il leggendario Re delle Onde, il cui nome si è perso nei meandri della storia, se mai ne ha avuto uno. Vuole la leggenda che costui sia comparso dal nulla, in mezzo al più grande dei laghi, e abbia preso il comando dei pokémon Acqua, ordinando loro di marciare verso nord, fino alla loro nuova casa. La maggior parte di essi, forse spaventati, forse disperati, lo seguì. I pochi che rimasero indietro furono quelli a cui il freddo non dava problemi. La leggenda vuole che essi, in un viaggio tortuoso, nuotarono seguendo il letto di fiumi oggi inesistenti, dirigendosi verso nord, finché essi non sfociarono nel mare. Qui, pare che il Re delle Onde abbia indicato loro il mare, dicendo loro che quell’enorme distesa d’acqua salata sarebbe stata la loro casa. Quando alcuni chiesero come sarebbero vissuti, il Re delle Onde ordinò di prendere del legname e con esso costruì la prima nave, pare in un solo giorno. Ci vollero mesi, ma alla fine una flotta di rozze navi era pronta a salpare. Il Re delle Onde prese il comando, e il popolo lo seguì, perché era meglio andare avanti che tornare indietro.

Quanto c’è di vero in questo racconto? Nessuno lo saprà mai. Quel che è certo è che, in un qualche momento dell’Era della Tranquillità, intorno a sei o settemila anni fa, i pokémon Acqua presero il mare a bordo di navi costruite in legno, senza alcuna meta salvo il mare stesso.

Quello che avvenne in seguito è altrettanto avvolto nel mistero. Secondo la leggenda il Re delle Onde visse per cinquant’anni, senza generare un solo figlio. Alla sua morte, perciò, il Popolo del Mare (così si facevano chiamare) era perso. Fino a quel momento si erano mantenuti come pescatori di Baccalghe e con la raccolta di Bacche durante le soste, ma ormai il mondo stava cambiando: dove prima le navi dei pokémon Acqua avevano trovato solo boschi o pianure vergini, ora trovavano città e villaggi, nuove civiltà che reclamavano le terre come loro. Non stabilendosi quando poteva, il Popolo del Mare aveva rinunciato a farlo, pareva, per sempre.

A quel punto, l’anarchia in cui il Re delle Onde li aveva lasciati generò il caos, e da esso emersero due schieramenti: i mercanti ed i pirati.

I primi avevano cominciato rapporti pacifici con le popolazioni incontrate. Si erano resi conto che, avendo i Pokémon Acqua una conoscenza del mare ben maggiore degli altri, potevano farsi pagare per trasportare a pagamento i beni da un paese all’altro, impegno reso più facile dalla nascita del Draak, che portò anche alla creazione di navi fluviali.

Anche i secondi si erano resi conto della superiorità marina del Popolo del Mare, ma erano ben decisi a sfruttarla in un modo ben diverso: razziando e depredando le coste, prendendo per sé tutto ciò che desideravano.

La Via del Mercante e la Via del Pirata, come furono chiamate in seguito, erano, col senno di poi, inconciliabili, ma sulle prime le due fazioni non se ne resero conto. Semplicemente, esse si divisero, dapprima in due grandi flotte, poi in flottiglie sempre più piccole. I loro capitani erano i Re delle Assi, che regnavano sulle loro navi e su quelle che decidevano volontariamente di seguirli. Erano regni mobili ed effimeri, che una tempesta poteva ridurre o cancellare. Di solito, alla morte del Re, era il suo secondo a prendere il comando, e chi non era d’accordo partiva, dando vita a un nuovo regno.

Non ci volle molto, comunque, perché le due Vie entrassero in contrasto. I pirati, per avvicinarsi inosservati ai piccoli villaggi, si travestivano da mercanti. Era perciò naturale che, ben presto, avvistare una nave del Popolo del Mare portasse il panico. Gli affari dei mercanti ne risentivano, mentre i pirati crescevano di potere. Fu per questo che la Via del Mercante poco a poco scomparì. Anche i Re delle Assi più pacifici si ritrovarono a combattere, sia contro Re più violenti sia contro gli abitanti di villaggi costieri che li scambiavano per pirati.

Verso l’inizio della storia vera e propria, intorno all’anno 0, erano rimasti solo una manciata di Re delle Assi ancora decisi a intraprendere la Via del Mercante. La maggior parte, invece, aveva scelto la pirateria. Era l’inizio dell’Epoca dei Pirati.

 

 

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L’EPOCA DEI PIRATI E LA NASCITA DI LAGHIA

 

 

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Come detto, nell’anno 0 erano ormai una manciata i capitani che ancora tentavano di commerciare. La maggior parte di essi si era rivolta alla pirateria. E ben presto, i Re Pirati decisero che erano in troppi.

Seguirono millenni di sangue. Ogni Re si dichiarava Re del Mare, Re dell’Acqua o addirittura Re delle Onde, e attaccava altre flotte per sottometterle. Il titolo di Re divenne ereditario, e l’usanza di lasciare una flotta se non si gradiva il nuovo Re scomparve lentamente.

I vari regni pirati erano potenti, ma effimeri quanto lo erano stati i regni dei Re delle Assi. Spesso, alla morte di un Re, se il figlio non riusciva ad imporsi subito, cominciavano lotte intestine che in genere finivano con la morte dello sfortunato Re.

Questo non significa che questi regni fossero deboli. Le cronache ci lasciano moltissimi esempi di Re la cui potenza non aveva eguali.

Il più antico di questi fu Kler il Rosso, le cui gesta sono narrate nella Ballata del Re del Mare, oggi cantata solo dai pirati. Secondo la ballata Kler il Rosso, che visse durante il regno della sesta Voce, era dotato di poteri magici. Pare che sulle sue navi non si abbatté mai una sola tempesta, e che in battaglia non fosse possibile sconfiggerlo. Sempre secondo la ballata, egli pose sotto il proprio giogo tutte le coste del nord, da Idria fino a Dragalast, costringendo i signori del luogo a pagargli un tributo annuale. Un’altra volta ancora pare abbia circumnavigato Pokémos, per il solo gusto di poter dire di aver razziato ogni costa del paese.

Come sia morto non è chiaro, perché la ballata si conclude quando Re Kler decide di lasciare la vita di pirata, pare prendendo con sé solo alcuni veterani, una nave e abbastanza oro per poter trascorrere nel lusso “cent’anni della propria vita”. Quel che si sa è che se possibile suo figlio Kler il Nero era persino peggiore del padre. Nel corso del suo brevissimo regno, durato a malapena cinque anni, questo individuo razziò ogni singolo porto del nord, anche quelli che accettavano di pagargli tributi. Prese trecento mogli, in genere abbandonandole sulla costa quando se ne stancava, e in un’azione a sorpresa mise la città di Idria a ferro e fuoco. Alla fine, Kler il Nero fu ucciso, pare dall’ultima delle sue mogli, e il suo regno si disgregò.

In seguito, altri riuscirono a regnare su una parte abbastanza grande del Popolo del Mare. Ward il Martello del Mare, Re dei Re delle Assi, che pare abbia terrorizzato il sud di Pokémos. Golduck il Senzanave, il Re delle Acque che non mise mai piede su una nave, affermando di essere protetto da Kyogre e di non poter affogare. Oros la Roccia, l’unico Re delle Onde che costruì qualcosa: un enorme forte sulla costa dell’attuale Mineralia, da dove faceva partire attacchi verso i porti vicini. Il Forte Oros esiste ancora oggi, anche se restano solo tre vecchie torri diroccate e un muro di cinta pericolante. Canthril il Testadura, che pare abbia affondato una flotta con una sola testata. E ancora tanti Re il cui nome rendeva chiaro che tipi fossero: Wamps il Bruciacittà, Sparh il Mangiapokémon, Wansa l’Annegatrice, Dewgong il Gelo delle Ossa, Parlas lo Spezzagusci.

Nomi del genere ricorrono in tutta la storia del Popolo del Mare, ma quanti di essi sono davvero esistiti? Difficile, se non impossibile, dirlo con certezza. Di alcuni ci restano ballate o antichi documenti, ma di tanti, troppi altri solo nomi, insieme a poche imprese talvolta contraddittorie. Quel che è certo è che nessun Re riuscì mai a creare una discendenza stabile, e in capo a due o tre generazioni il Popolo dell’Acqua tornava a dividersi seguendo svariati Re. La situazione sembrava disperata, finché la Via del Mercante non risorse dalle ceneri.

Correva l’anno, e su questo tutte le cronache concordano, 3429. A quel tempo, il Popolo dell’Acqua era in uno dei suoi periodi di divisione. Nessun grande pirata, nessun potente signore del mare dominava sui mari, ma al suo posto si trovavano decine di piccoli regni, ognuno governato da un Re delle Assi.

Tra queste, si trovava l’ultima flotta che seguiva la Via del Mercante, su cui governava il giovane Re Kingler, l’Ultimo Mercante. Faticosamente, il padre di questi era riuscito a stringere accordi commerciali con alcune delle antiche civiltà esistenti all’epoca, in modo che i porti si aprissero a lui e i suoi compagni. Dopo la sua dipartita, il figlio si impegnò per mantenere in riga i suoi sottoposti, e riuscì a conquistare la fiducia di vari signori. Uno di questi, secondo la leggenda, era il Re di Willowport, nell’attuale Forestia. Questi era un grande amico di Re Kingler, che aveva conosciuto durante l’infanzia. I due erano rimasti amici, e Kingler sbarcava a Willowport almeno una volta all’anno. Più volte aveva addirittura considerato l’ipotesi di stanziarsi definitivamente in città, abbandonando la corona. Questo fino al giorno in cui, sbarcando in porto, non lo trovò bruciato.

Preoccupato, Re Kingler accorse al palazzo reale, o a ciò che ne rimaneva, e si trovò davanti il principe ereditario, che lo accusò di aver attaccato il villaggio. A quanto pareva, un Kingler al comando di navi che battevano la bandiera degli Ultimi Mercanti era entrato nel porto, e appena approdato lo aveva saccheggiato e bruciato, per poi portar via parte degli abitanti come schiavi. Anche l’amico di Kingler, il Re, era morto.

Ovviamente, Kingler era innocente, ma fu ugualmente costretto a fuggire per evitare la condanna. Infuriato, il nuovo Re di Willowport dichiarò che da quel giorno a nessuno dei sudditi di Kingler sarebbe mai stato concesso di rimettere piede nella sua città.

A quel punto, Re Kingler giurò vendetta, in nome del suo amico. La misura era colma, i pirati dovevano pagarla. Perciò si mise a dare la caccia, personalmente, a tutti i Re pirati che riusciva a trovare. Li braccava, li catturava e li obbligava a giurargli fedeltà e sottomettersi, altrimenti li condannava a morte e prendeva il comando della loro flotta.

Inizialmente i pirati non se ne preoccuparono. Pensavano tutti che presto o tardi qualcuno avrebbe ucciso Kingler e i suoi. Invece, il potere di Kingler aumentava sempre di più. La sua flotta cresceva. Il Kingler mercante era diventato un ammiraglio e un guerriero. E nel suo viaggio la vendetta lentamente aveva lasciato il posto alla ferma convinzione che la Via del Pirata fosse destinata a far scomparire i Pokémon Acqua, se non fosse stata fermata in tempo. Effettivamente, ci sono le prove che le continue battaglie stessero diminuendo progressivamente il numero dei Pokémon Acqua esistenti.

Alla fine, i pirati decisero che era un pericolo vero. Essi si unirono sotto un Re delle Assi, lo stesso Kingler che aveva guidato l’attacco contro Willowport, nominandolo Re delle Onde e navigando verso sud ovest, dove Re Kingler li attendeva. Si incontrarono in un tratto di mare deserto, conosciuto come il Mare Fumante. Qui, ebbe luogo la battaglia, che Re Kingler, in minoranza numerica, sembrava destinato a perdere.

Quando la situazione pareva senza via d’uscita, però, il Vulcano Conoalto, il gigantesco vulcano sottomarino rimasto dormiente per secoli, esplose. Era il volere di Arceus, che desiderava porre fine alla guerra. L’esplosione uccise gli ingiusti e risparmiò i giusti, che si unirono sotto il comando di Re Kingler I. Per dar loro una terra, su richiesta del Re, Arceus fece sprofondare la maggior parte del Conoalto, lasciando soltanto l’anello esterno e una seconda isola al centro di esso. Così si conclude il racconto come tramandato dagli antichi.

Quanto c’è di vero in questa leggenda? Difficile dirlo. Si sa che Willowport ancora oggi vieta l’approdo alle navi di Laghia, per via di una antica faida. Si sa che effettivamente il Conoalto eruttò, lasciando dietro di sé Laghia. Ed è indubbio che a prendere il comando del Popolo del Mare fu Re Kingler I. Per il resto, si possono avere dubbi. Era davvero un altro Kingler, per altro uno con cui il Re aveva un tale rapporto, a comandare i pirati come Re delle Onde? Fu davvero Arceus a far eruttare il Conoalto? O piuttosto Kingler aveva previsto la cosa? E ancora, furono davvero solo i giusti a salvarsi? Difficile crederlo.

Ma quale che sia la verità, la nascità di Laghia pose fine alla vita nomade del Popolo dell’Acqua. Sotto l’egida di Re Kingler I, essi si stabilirono sulle isole. Da quel momento cominciò la lunga, turbolenta storia del Regno di Laghia.

 

 

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GLI ANTICHI RE

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Delineare la storia dei primi Re di Laghia è molto difficile. Dopo tutto questo tempo, mito e realtà sono, e forse saranno sempre, inscindibili. Per parlarne approfonditamente servirebbero volumi interi, un lusso che non abbiamo. Pertanto, dovremo accontentarci di ricercare il plausibile nelle leggende su questi antichi signori del mare, sperandoli ove possibile dalle aggiunte e dalle modifiche dei secoli successivi.

 

RE KINGLER I (3249 – 3282)

 

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Dopo l’eruzione, i Pokémon superstiti posarono piede su una terra brulla. L’anello esterno era fatto di roccia e sabbia. L’isola centrale era un piano roccioso. Nessuna delle due era adatta alle colture, e molti si chiedevano se davvero si potesse rinunciare al nomadismo per vivere in quel luogo.

Dubbi a cui il nuovo Re non poteva rispondere. Ferito gravemente al volto, era costretto a letto, il ruolo di reggente affidato al fratello Tentacruel. Fu questi a dover fronteggiare quella prima crisi, da cui seppe uscire in modo brillante. Ordinò di controllare le acque del lago. Con stupore, i pokémon scoprirono che quel terreno era adattissimo alla crescita delle Baccalghe. Perciò, fiduciosi, i pokémon cominciarono a coltivare. Uno di loro, un Lumineon secondo le cronache (ma si tenga conto che dette cronache risultano risalire all’epoca di Re Lumineon I) fece una seconda scoperta: esplorando l’anello esterno, trovò una Pietraidrica. Scavando in quel punto ne emersero altre, una miniera che fu la prima delle tante che furono trovate in seguito. Grazie alle pietre, il Lago Interno poteva ora essere depurato, rendendo le Baccalghe più sane e forti, e il lago più pulito.

Re Kingler I si riprese dopo un mese di convalescenza. Ringraziato il fratello per l’aiuto, lo nominò Ammiraglio della flotta reale (quella che in futuro sarebbe divenuta il nucleo della Marina di Laghia) e dichiarò che l’epoca nomade era finita. A tutti i Pokémon fu dato il permesso di prendere casa sull’anello esterno e nelle acque del Lago Interno, fondando villaggi e colonie, spesso costruiti usando il legno delle barche che erano state la loro casa.

Quanto all’isola centrale, per il momento nessuno sembrò interessato a stabilirvisi, data la posizione lontana dalla costa. Sotto di essa nacque tuttavia un piccolo villaggio sottomarino, che in futuro sarebbe divenuto Ancient Town.

Kingler I stava ponderando quale avrebbe dovuto essere la sua prossima mossa, quando gli fu riferito che alcuni dei suoi sudditi stavano issando nuovamente le vele nere, per dedicarsi alla pirateria. Cosa inaccettabile, che fece decidere a Kingler che la prima azione doveva essere una campagna contro i pirati.

Per prima cosa, diede ordine di far catturare tutti coloro che stavano issando bandiera pirata. Sottoposti a un giusto processo, furono condannati con pene varie, dai lavori forzati, alla prigionia per un tempo limitato, alla morte (questa toccò però solo ai capitani).

La seconda mossa fu quella di cercare tutti i pirati che, approfittando del periodo di inattività forzata del Re, avevano ripreso il mare, per sottoporli a nuovi processi. Contemporaneamente, attuò il suo terzo progetto: diffondere nel mondo la notizia della nascita del Regno di Laghia, della fine dell’era della pirateria e dell’inizio di un epoca di scambi e commerci. Invitò inoltre tutti gli abitanti di Pokémos a segnalare ai messi della flotta reale eventuali pirati, in modo che essa stessa potesse occuparsi di catturarli. Lui stesso partì per incontrare Re, Duchi e signori delle varie terre, affidando Laghia al fratello (che in pratica più che Ammiraglio fu reggente. Alcuni dicono che “governò l’Ammiraglio e navigò il Re”, ed in effetti è molto vicino a quello che accadde).

Re Kingler I si spense dopo trentatré anni di regno, trascorsi quasi tutti a navigare per i mari di Pokémos, portando la giustizia sui pirati di ogni dove e incontrando nobili e condottieri in ogni parte del mondo. Approdò ad Idria e Volt Port, a Ghostly Harborage e Rocky Port, circumnavigando Pokémos per numerose volte.

Rientrato a Laghia, la governò per un paio d’anni, lasciando al fratello il compito di ripulire il mare dagli ultimi pirati. E infine si spense, tra il cordoglio del popolo.

 

 

TENTACRUEL I (3282 – 3292)

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Re Tentacruel I salì al trono nel 3282. Di fatto, però, aveva regnato per oltre trent’anni al posto del fratello, impegnato in diplomazia all’estero e nella caccia ai pirati. In quei trent’anni, Tentacruel aveva pacificato il popolo, dettato legge, organizzato equamente la distribuzione delle terre sotto l’acqua del Lago Interno, promulgato editti reali e soprattutto aveva iniziato il progetto più grande a cui qualcuno avrebbe mai potuto pensare: Hydroheart, la Città di Corallo, da costruirsi nell’isola centrale.

Per rispetto del fratello aveva deciso di attendere il suo ritorno per sottoporgli il progetto, ma una volta tornato il Re, dopo averlo ringraziato e ricompensato per il suo fondamentale supporto, lo inviò a dare la caccia ai pirati al posto suo. Tentacruel accettò, e così dovette attendere altri due anni prima di poter posare la prima pietra del suo sogno.

Il giorno della sua incoronazione stabilì che la nuova città sarebbe stata fondata sull’Isola centrale, disabitata, senza espandersi verso il basso per evitare di inglobare Ancient Town, in modo che le due città fossero distinte.

La costruzione del palazzo e della città prese tutti i dieci anni del suo regno, con brevi intervalli per combattere gli ultimi pirati esistenti. Morì felice, avendo visto completato finalmente il palazzo reale e parte della città.

 

 

 

TENTACRUEL II (3292 – 3314)

 

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Figlio di Tentacruel I, era stato suo Ammiraglio per dieci anni prima di salire al trono. E se Tentacruel I è ricordato come “il Costruttore”, suo figlio è ricordato come “Il Grande”. I suoi risultati, in effetti, furono a dir poco straordinari. Nei suoi 22 anni di regno, oltre a vedere finalmente completata Hydroheart, l’opera che suo padre aveva tanto a lungo progettato e costruito, si dice che i suoi cittadini non versarono mai una goccia di sangue in battaglia. Anche se questa è probabilmente un’esagerazione, dato che abbiamo le prove di attacchi pirati in piccoli villaggi sulla frontiera, è effettivamente molto probabile che il suo regno sia stato tra i più prosperi del paese, considerato che l’iscrizione più antica che nomina gli Antichi Re lo chiama già “il Grande”.

Non ci sono notizie certe sulla sua morte, ma si suppone sia morto di vecchiaia.

 

 

KRABBY I – KINGLER II (3314 – 3381)

 

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Krabby I, stando ai documenti, era il figlio di Tentacruel II. Salito al trono già abbastanza avanti con gli anni, dato che ne aveva 44, si supponeva avrebbe regnato per venti, venticinque anni, dato che, per quanto sia noto che i Kingler sono longevi, era difficile supporre che sarebbe vissuto oltre quella soglia, essendo quello di Re un ruolo faticoso da sopportare.

Invece, il regno di Krabby I, evolutosi in Kingler II per celebrare il suo primo anniversario di regno nel 3315, fu il più lungo della storia di Laghia, essendo durato, stando alle cronache, per ben 67 anni.

Inutile dire che su questo sovrano ultracentenario si sono fatte molte teorie. 111 anni non è certo un record di longevità a Laghia, dove è noto che vivono i pokémon con l’aspettativa di vita più lunga al mondo (stando ai documenti attuali il Pokémon più anziano di Laghia vivente è un Wartortle di 192 anni, mentre storicamente il pokémon più anziano riconosciuto è stato Il Rech, un Relicanth Generale sotto Re Prinplup II morto sotto il regno di Malamar II, centocinquanta anni dopo. Stando alle cronache, alla morte aveva 281 anni e sette mesi). Tuttavia che per sessantasette anni Kingler II abbia mantenuto il proprio ruolo di Re senza incidenti appare strano. Molti hanno teorizzato che due re, appunto Krabby I e Kingler II, si siano in realtà succeduti l’uno all’altro e siano poi stati fusi insieme attraverso i secoli. Ma, finché una prova conclusiva non emergerà, si deve supporre che Kingler II “Il Vecchio” abbia effettivamente tenuto il trono fino a quell’età.

 

 

 

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I PRINCIPI ELETTI

 

 

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CLOYSTER I (3381 – 3387)

 

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Con la morte di Kingler II, Laghia finì nel caos. Non si sa se tutti i figli e gli eredi di Kingler siano morti prima del longevo genitore, o se egli non avesse proprio avuto figli, fatto sta che alla sua morte casa Kael “La prima tra tutte” si estinse dopo quasi due secoli di regno. Si temette a quel punto una nuova guerra civile che avrebbe potuto benissimo distruggere Laghia, ancora in ripresa demografica dopo l’eruzione del Conobasso di un secolo e mezzo prima.

A fermare ciò fu Cloyster I, Ammiraglio anziano che aveva servito sotto il Re per oltre trent’anni. Passato alla storia come “il Minaccioso”, la sua salita al trono fu molto particolare: egli dichiarò infatti che, se si fosse arrivati alla guerra civile, avrebbe fatto nuovamente eruttare il Conobasso.

Non si sa perché tale minaccia fu presa sul serio, dato che non risulta che Cloyster fosse un Custode dei Loro, quindi l’unico che potesse far intercedere uno di essi presso Arceus per generare una nuova eruzione. Forse, dicono gli storici, è stata la paura istintiva che molti Pokémon dell’epoca avevano per il Conobasso a convincere tutti che era meglio non rischiare. O forse in realtà Cloyster I aveva davvero la possibilità di farlo eruttare, con tecniche perdute nella storia. Lo storico di Laghia Wiflis ha portato avanti l’ipotesi ardita che tale ‘tecnica’ fosse in possesso anche di Re Kingler I, che in questo modo riuscì a far eruttare il vulcano sottomarino, ma queste sono solo congetture.

Sia quel che sia, Re Cloyster I salì al trono verso la fine del 3381. Era anziano, quindi il suo regno sarebbe probabilmente stato breve. Pochi potevano sapere che sarebbe stato il primo vagito del futuro Impero di Laghia. Fu infatti nel 3385 che Cloyster, nell’ottica di riforma sociale avviata appena salito al trono, decise di riorganizzare i soldati del paese in un unico corpo. Nasceva la Marina di Laghia, a tutt’oggi il più grande esercito del mondo. All’epoca, la Marina non contava certo tutti i soldati che l’avrebbero poi resa famosa, ma il suo vantaggio erano le grandi navi, modelli costruiti per poter navigare anche mesi se necessario.

La sua riforma più importante però divenne la politica d’istruzione, in cui stabilì che gli abitanti di Laghia dovevano tutti essere in grado di leggere e scrivere. Unico paese al mondo in cui l’analfabetismo è un fenomeno marginale, Laghia ancora oggi porta avanti l’arguta scelta del Re, ed è difficile trovare un abitante di Laghia incapace del tutto di leggere.

Cloyster I si spesense nel 3387. Nonostante gli storici immediatamente successivi abbiano lasciato di lui un ritratto negativo (Dice di lui Hutilan, storico del XXXVI secolo “Egli salì al potere con la minaccia, visse minacciando i suoi ministri perché approvassero le sue riforme, e la sua morte fu una liberazione”) oggi si tende a considerare Cloyster uno dei Re illuminati di Laghia, che ricorse alla minaccia solo per evitare un massacro inutile, e non ci sono poi prove che ciò che dice Hutilan sul minacciare i suoi ministri sia vero.

 

 

 

POLIWRATH I (3387 – 3399)

 

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Sapendo di avere ben poco da vivere, ed essendo “sposato con la propria nave”, come amava dire lui stesso, Cloyster I si era reso conto del rischio di vedere Laghia piombare di nuovo nel caos. Perciò, lasciò il regno a colui che per anni era stato il suo braccio destro, il fido Poliwrath. Egli salì al trono come Poliwrath I.

Uomo di cultura più che d’arme, Poliwrath avrebbe meritato ben poco spazio nella storia se non fosse stato per alcune sue scelte, che avrebbero dato un’altra spinta alla nascita dell’Impero. Prima di tutto, egli continuò il rafforzamento interno di Laghia. La popolazione crebbe a un ritmo incredibile sotto il suo regno, anche grazie al clima straordinariamente adatto alla crescita delle Baccalghe e ai primi commerci con i Ducati di Elettria, il Regno di Alvearia e le tribù che vivevano in quella che sarebbe poi diventata Velenia. Restano anche prove di scarni commerci con Forestia e Terria, ma essi erano marginali.

La seconda e più importante fu la fondazione della linea adottiva. Amante delle cronache antiche, Poliwrath I si rendeva conto che la grande debolezza delle dinastie era il rischio di mancanza di eredi. Perciò, decise che da quel momento in poi il Re di Laghia sarebbe stato eletto dal predecessore, per qualunque merito egli ritenesse fosse importante per un bravo Re.

Detto ciò, resta a tutt’oggi un mistero la scelta del suo successore. Poliwrath si limitò a pochi editti per ampliare la Marina di Laghia, probabilmente proposti dai suoi consiglieri, ed era considerato un Pokémon pacifico come pochi altri al mondo, il suo successore sarebbe stato di ben altra pasta.

Fatto sta che Poliwrath I morì, all’età di 61 anni. Non c’era motivo di dubitare che si trattasse di una morte naturale, ma le malelingue parlarono di assassinio. In ogni caso, la morte di Poliwrath ‘l’Intuitivo’ e la scelta del suo erede diveniva un nuovo tassello per la nascita dell’Impero.

 

 

HUNTAIL I: 3399 – 3412

 

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Huntail I rimane a tutt’oggi il Re di Laghia attorno a cui si assiepano grandi ombre. Nato nel 3345, fu Ammiraglio dall’ultimo anno di Re Cloyster I fino alla morte di Poliwrath I, quando questi lo nominò suo successore facendolo salire al trono.

Il perché Poliwrath I abbia nominato un Pokémon che fu in seguito descritto come “qualcuno in cui scorreva ancora il sangue del pirata” come suo erede resta un mistero su cui mai si farà luce. C’è chi parla di minaccia, chi di demenza senile, chi di oscure manovre di palazzo. Ma resta il fatto che Huntail ‘il Saccheggiatore’ fu l’ultimo, decisivo passo per la nascita dell’Impero.

Huntail avviò la sua politica violenta all’inizio del 3400, appena si fu assicurato la fedeltà degli Ammiragli e dei consiglieri. Non gli fu difficile: gli Ammiragli erano tutti delle sue stesse idee sul piano politico e militare, e i consiglieri lo temevano.

Il primo atto fu il reclutamento forzato di migliaia di cittadini, costretti ad addestrarsi finché non fossero diventati combattenti in grado di tenere testa a un altro esercito.”

Per il 3402, la Marina fu pronta a prendere il largo. Lo stesso Huntail la guidava, insieme ai fidi Generali. E la sua prima meta fu Alvearia. Il Sacco dell’Alveare, come è passato alla storia l’attacco, durò una settimana, e vide la Marina farsi strada prima attraverso la Scogliera del Pungiglione (il cui segreto si dice fu estorto con la forza a un membro della Tribù dei Lapras, ancora oggi gli unici che hanno il permesso di conoscere il metodo per superare la pericolosa trappola costruita secoli prima). Le regine si rifugiarono nella stanza più alta dell’Alveare, e qui rimasero per tutto il tempo.

Huntail non riuscì ad arrivare così in alto da prendere prigioniere le regine. Durante il saccheggio uno dei suoi Ammiragli, un Blastoise, fu ucciso in un’accesa lotta con il Generale Drillb il Perforatore, figura ancora oggi riverita ad Alvearia. Si dice infatti che egli, prima di morire, combatté ininterrottamente per un giorno intero, trucidando centinaia di avversari e difendendo fino all’ultimo respiro la scala per il secondo piano dell’Alveare. Quando fu ucciso da un Palpitoad, che Huntail nominò Ammiraglio per questo atto eccezionale, usò le ultime forze per abbattere le scale, bloccando il passaggio ai piani superiori.

Huntail ritornò comunque a Laghia con un bottino enorme, e i suoi detrattori furono costretti ad ammettere che, nonostante il prezzo pagato, quelle ricchezze avrebbero fatto il bene di Laghia.

Era solo l’inizio. Altre tre volte Alvearia fu attaccata, e Huntail navigò anche verso nord, raggiungendo le coste di quelle che oggi è Elettria, anche se qui gli attacchi non furono mai violenti quanto quelli ad Alvearia, per cui Huntail nutriva, per motivi sconosciuti, una profonda ostilità. Anzi, molte volte erano gli stessi Duchi a consegnare al Re un tributo, in cambio della pace, e il Re li accettava. Altre volte, erano gli stessi signori locali ad indicare ad Huntail quelle che potevano essere buone prede, approfittandone per espandersi.

Verso la fine del suo regno, Huntail decise che saccheggiare non bastava. Lasciò a Palpitoad, suo fido Ammiraglio ed erede, precise volontà, che avrebbero posto gli ultimi tasselli per la nascita dell’Impero.

 

 

 

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L’IMPERO DI LAGHIA

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“L’Impero è stato tutto e il contrario di tutto. Una corsa al potere e un’inesorabile fine, una forza distruttrice e una spinta riformatrice, un incubo per chi vi confinava e un sogno per chi vi viveva. Una fiamma che si spense bruscamente lasciando dietro di sé strascichi che Pokémos si porta dietro ancora oggi.” Queste sono le parole con cui Wiflis, storico del XL secolo, descrive il regno passato alla storia come Impero di Laghia.

Una ‘fiamma’ che durò, dal punto di vista della storia, meno di un battito di ciglia. Soltanto 74 anni ne separano la fondazione dal crollo, meno di un secolo e meno della vita di molti Pokémon che vissero quell’epoca, eppure ancora oggi le conseguenze dell’Impero sulla costa sud di Pokémos sono evidenti.

La massima estensione dell’Impero copriva il territorio di Velenia, il sud di Elettria, Oscuria e Spettria, e l’intera Alvearia. Si estendeva a isole minori, verso sud, verso nord e verso est. Era un potere con cui nessuno, al suo apice, poteva competere.

Eppure, era anche un castello di carte pronto a crollare. Tanti popoli diversi faticavano a coesistere, e le spinte dal confine (soprattutto dal Regno Unito del Buio, che poi si divise divenendo Oscuria e Spettria) non cessarono mai.

Dal regno di Palpitoad I l’Imperatore a quello di Delibird I L’Ultimo Imperatore, fu un’epoca di grande ricchezza e grande povertà, di sconfinato eroismo e di viltà assoluta. Divise gli storici di tutto il mondo per secoli tra quelli di Alvearia (che lo ricordano come “la più crudele delle tirannie”), quelli di Laghia, il cui giudizio è più equilibrato, e anche quelle di alcuni abitanti di Elettria (che “Vedevano in un solo regno una speranza di pace, che si infranse solo davanti alla paura di altri popoli”, dimenticando forse che tra i rivoltosi ci furono anche abitanti di Elettria).

 

 

 

 

PALPITOAD I: 3412 – 3438

 

Spoiler

 

Palpitoad salì al potere nel 3412, scelto come era costume dal predecessore, Huntail I. Era diventato Ammiraglio e fido braccio destro del suo predecessore anni prima, quando aveva sconfitto il Generale Drillb (le malelingue parlano solo di “aver dato il colpo di grazia”, ma su questo è forse possibile avere dubbi, dato che diverse fonti affermando che il loro fu uno scontro equo da cui Palpitoad uscì faticosamente vincitore. Inoltre, Huntail difficilmente avrebbe dato il titolo di Ammiraglio al pokémon per il solo merito di aver dato l’ultimo colpo), perciò la sua nomina ad erede non giunse inaspettata.

Molti pretesero che egli si evolvesse prima di salire al trono, ma Palpitoad rispose che non aveva intenzione di farlo. Di fatto, nonostante abbia regnato per ventisei anni, quasi ventisette, il pokémon non si evolvette mai, pur con tutte le scomodità che ciò comportava (la mancanza di arti anteriori lo costringeva a firmare usando la coda, in maniera molto scomoda).

Tuttavia, Palpitoad è ricordato soprattutto per i suoi decreti. Aveva già dichiarato il giorno dell’incoronazione che sarebbe stato l’ultimo Re di Laghia, e molti si erano chiesti cosa intendesse. La risposta divenne chiara in capo a poche settimane, quando la Marina marciò su Alvearia nuovamente. Questa volta non per saccheggiare, ma per conquistare.

Questa volta non c’era nessun Drillb il Perforatore. L’Alveare fu occupato, e l’ultima resistenza delle regine e i Generali nella Cella, la piccola fortezza all’estremo Est dell’isola, fu vana. Le regine si inchinarono al Re di Laghia, e questi dichiarò Alvearia annessa ai suoi dominii. Ma non come parte del Regno, bensì come primo tassello dell’Impero.

Tornato a Laghia in trionfo, con i Generali e le Regine di Alvearia in catene, Palpitoad fu osannato come un eroe. I Generali furono giustiziati, le Regine rimasero prigioniere per vent’anni, finché anche l’ultima di loro non si spense. Il saccheggio di Alvearia causò danni immensi: andarono persi tutti i documenti precedenti ad esso, eccetto pochi frammenti, e per secoli a seguire il regno divenne instabile. Ma al momento, a Palpitoad non importava. Installò sul trono di Alvearia delle regine fantoccio, senza alcun reale potere. Nominò Generali filo-Laghiani, o direttamente provenienti da Laghia, per servire sotto di esse, e stanziò a Laghia una vasta forza di occupazione.

Ovviamente, ci furono rivolte, tutte sedate nel sangue. Ma dopo cinque anni la popolazione era allo stremo, e dovette anch’essa piegarsi all’imperatore. Decine di migliaia erano morti, un bagno di sangue da cui Alvearia impiegò secoli a riprendersi.

Finalmente placata l’isola, l’Imperatore, che nel frattempo aveva preso a farsi riverire come un dio, obbligando alla genuflessione chi gli si trovava davanti, poté guardare a nord. Le coste di Elettria erano ricche, e per esperienza come Generale sapeva che erano divise tra vari lord in costante guerra.

Come previsto, fu facile occupare le coste del paese. I nobili di Elettria, consci di cosa li aspettava in caso di resistenza, preferirono arrendersi, accettare l’imposizione di alcuni governatori, e pagare tasse all’Imperatore, per poi tornare alle loro piccole lotte interne, che l’Imperatore non si curò mai di sedare. Il suo unico atto importante fu fondare nel 3432 Volt Port, l’avamposto che, un giorno, sarebbe divenuto una delle città più grandi ed importanti di Elettria.

Per i rimanenti sette anni, Palpitoad visse nella bambagia, l’impero governato perlopiù dai governatori da lui imposti, che spesso sono descritti nelle cronache come corrotti, dispotici ed intrattabili. Per quanto forse in parte ciò sia dovuto alle opinioni contrarie che molti sudditi avevano di loro, è innegabile che l’Impero usasse il guanto di ferro su molti sudditi.

Re Palpitoad I si spense nel 3438, nel suo letto. Le cause non sono chiare. C’è chi dice che fosse grasso e viziato, e sia quindi morto per il suo stile di vita sedentario. Chi sostiene che fosse semplicemente esausto per la vita passata prima a combattere e poi a festeggiare. Ad Alvearia la leggenda dice che un’antica ferita infertagli dal generale Drillb si sia riaperta, uccidendolo mentre dormiva, ma questo è solo un racconto privo di fondamento.

Quello che è certo è che alla sua morte un Pokémon di ben altra pasta avrebbe preso il potere. Il suo nome era Malamar.

 

 

 

MALAMAR I (3438 – 3459)

 

Spoiler

 

Malamar era un Ammiraglio del Re di Laghia, che per lui aveva combattuto ad Alvearia. Gli era poi stato affidato il controllo dell’isola, che aveva gestito, su questo tutti concordano, persino le fonti di Alvearia, il più umanamente possibile.

Sicuramente, non si aspettava di essere scelto come nuovo Imperatore. Non era di tipo Acqua d’altronde, anche se era nato a Laghia da una piccola comunità di Pokémon Buio, e non esistevano precedenti sul governo di un Pokémon di altro tipo. Originariamente la prima scelta di Palpitoad I era infatti il Generale Politoad, eroe di guerra e grande navigatore. Tuttavia, quando questi morì in un incidente – colpito da una nave mentre nuotava per allenarsi, anche se le malelingue parlarono di un assassinio cammuffato - nel 3437, fu su Malamar che l’Imperatore decise di puntare.

Il primo editto di Malamar I fu l’annullamento della venerazione dell’Imperatore come divinità. Questa scelta fu ben accolta, dato che molti nobili avevano giudicato quello di Palpitoad I un atto arrogante oltre ogni misura.

Poi, si dice, Malamar si chiuse nella propria camera e cominciò a studiare le mappe di Pokémos a sua disposizione. Dopo sette giorni, ne uscì e si diresse al Tempio Kyogriano. Per sette altri giorni, il Pokémon pregò davanti agli altari di Kyogre e degli altri Loro dell’acqua, finché l’ottavo giorno non uscì e, davanti a tutti, dichiarò che avrebbero di nuovo marciato alla conquista, questa volta verso ovest.

Le navi salparono, e seguendo l’Imperatore sbarcarono sulle coste dell’antica Velenia. Si dice che vedendo quelle acque infette, molti si siano chiesti se l’Imperatore non avesse perso il senno. Ma con convinzione Malamar I navigò attraverso le acque del Draak – alcuni storici ritengono che all’epoca il Draak fosse più profondo, dato che in caso contrario difficilmente Malamar avrebbe potuto portare la sua flotta lungo il fiume - sottomettendo i villaggi che incontrava. E quando raggiunse le terre meridionali dell’odierna Spettria, dichiarò che tuttò ciò che c’era a sud di essere era territorio di Laghia. Per buona misura, annetté anche parte delle piane, finché non raggiunse i confini del Regno Unito del Buio, con cui strinse un accordo di non belligeranza.

Poi creò decine di avamposti a Velenia e nel sud di Oscuria e Spettria, dove lasciò governatori abili per controllare la regione, all’epoca scarsamente popolata.

Ma questa impresa, che pure aveva raddoppiato, se non triplicato, le terre emerse controllate dall’Impero, rimane poco a confronto del più grande successo dell’Imperatore: un ventennio di pace interna per il paese.

Non fu facile. Malamar dovette eliminare i governatori corrotti, che sostituì con nuovi e più fedeli amministratori. Riuscì a stringere rapporti marginalmente migliori con Alvearia, grazie alle sue esperienze nel paese, ed è ben noto che sia stato l’unico Imperatore rispettato nel paese dei Coleotteri. Dovette anche fare i conti con il risorgere della pirateria, che si espanse dagli avamposti di Velenia, meno controllati nonostante lo zelo dei governatori. Inoltre, dal Regno Unito del Buio giunsero numerose volte dei razziatori, ufficialmente banditi, ma in realtà truppe armate inviate dai nobili di confine per approfittare dei ricchi commerci dell’Impero.

Ma nonostante ciò, il regno di Malamar fu il più ricco di sempre. Merci provenienti dal nord di Pokémos giungevano nei mercati di Oscuria e Spettria, dove venivano scambiati con prodotti del sud. Scendevano verso le città di Velenia, e da lì salpavano per Laghia, da dove poi venivano vendute ad Elettria e Alvearia. Era il più grande sistema commerciale di sempre gestito da un solo paese, e i guadagni erano immensi. Si dice che Malamar però non lasciò mai che l’inattività lo rammollisse: al contrario, nonostante l’età, aveva già sessant’anni al momento della salita al trono, nel corso degli anni viaggiò tra i suoi possedimenti, spesso accompagnando ciò a distribuzioni di denaro per il popolo.

Se Malamar fosse vissuto anche solo dieci anni di più, forse la storia dell’Impero sarebbe stata molto diversa. Ma non era destino che Malamar il Grande vivesse tanto a lungo. Dopo ventun’anni di regno, di ritorno da un viaggio ad Alvearia, l’Imperatore cadde malato. Fu trasportato a palazzo, e i migliori medici fecero del loro meglio per provare a guarirlo, ma fu tutto inutile. Malamar il Grande si spense nel 3459. Con la sua morte l’Impero aveva le ore contate.

 

 

 

 

GOLDUCK I (3459 - 3476)

 

Spoiler

 

Golduck I iniziò la propria carriera politica come piccolo amministratore. Le sue capacità però gli permisero di salire la scala sociale, arrivando a diventare amministratore economico di Volt Port, che sotto di lui raddoppiò di dimensioni.

Fu a quel punto che durante una delle sue visite Malamar I lo notò e decise di farne il proprio erede. Riteneva infatti che fosse necessario un abile amministratore per succedergli nel ruolo di imperatore, piuttosto che grandi militari.

E così, alla morte dell’Imperatore, salì al trono Golduck I. Questi cominciò “analizzando la situazione”, si suol dire, e cercando di capire cosa occorreva migliorare.

Prima di tutto perciò si diresse verso Alvearia, dove incontrò le regine. Permise loro di scegliere le proprie eredi per conto proprio invece che nominare coloro che venivano di fatto scelte da Laghia, purché le prescelte non si mostrassero apertamente ostili contro l’Impero. Si recò a Volt Port per concludere personalmente alcuni accordi commerciali e, cosa più importante, per nominare un governatore di tipo Elettro, proveniente dalla piccola nobiltà locale. Visitò Velenia e spese molto per far rinforzare i bastioni difensivi verso nord.

Per i primi otto anni del suo regno, sembrò che la fortuna dell’Impero fosse destinata a durare, e voci di palazzo riportate in numerosi libri affermano che si stesse preparando una nuova campagna militare, pare verso il Regno Unito del Buio.

Ma fu allora che il primo Re Coleottero comparve. Nessuno sa chi fosse costui, e oggi non si è nemmeno certi di che specie fosse. L’autonominato Re di Alvearia cominciò ad arringare le folle partendo dai livelli più bassi dell’Alveare, dove il controllo delle truppe di Laghia e delle stesse regine era più debole. I primi a seguirlo furono mendicanti e criminali, attirati dalle sue promesse di bottino. Poi, il popolo cominciò ad ascoltarlo, quando i guerrieri dell’autoproclamato esercito di liberazione di Alvearia iniziarono ad uccidere i soldati di Laghia.

Quando fu sicuro di avere una buona possibilità, l’Esercito di Liberazione iniziò una rivolta. Ma il Re aveva fatto male i conti. Le regine si schierarono con Laghia – forse temendo che l’Impero potesse accusarle di quanto stava accadendo – e il grosso dell’Esercito di Liberazione fu scacciato prima ancora che la flotta imperiale comparisse all’orizzonte.

Ma il Re Coleottero non fu catturato. Egli scomparve dalla storia, diventando una figura quasi leggendaria. Alcuni storici si spingono ad affermare che forse non è mai esistito questo primo Re Coleottero, forse è stata solo un’invenzione di un gruppo di rivoltosi, un capo il cui nome desse coraggio alle folle anche senza che comparisse mai.

Sia quel che sia, sembrava che non ci sarebbero state conseguenze per l’Impero. Eppure, quella rivolta aveva mostrato al mondo che in fondo l’Impero non era onnipotente. In fondo, erano state le regine a placare i rivoltosi, e la flotta era giunta solo a cose fatte. In fondo, non era forse così impossibile liberarsi dal giogo dei navigatori.

A Elettria, questa idea fu accolta con entusiasmo, e numerose bande ribelli cominciarono ad organizzarsi, attaccando navi e delegati di Laghia, bloccando i commerci lungo le strade imperiali, e una volta addirittura spingendosi fino ad attaccare le navi di Volt Port. E davanti a queste bande, Laghia non poteva fare molto. Era impossibile distruggerle, perché ucciso un capo ne spuntavano altri due, distrutta una banda altre avrebbero ripreso le ostilità. Laghia per la prima volta non si trovava ad affrontare un esercito organizzato, ma una masnada di piccoli guerrieri decisi solo a liberare il proprio paese, incuranti delle perdite.

Poi, dal nord, cominciarono a venire gli attacchi. Inizialmente piccoli gruppi, che si infiltravano per depredare villaggi scendendo dal Regno Unito del Buio o dai Ducati di Elettria settentrionale. Ovviamente, nessun nobile li appoggiava apertamente, ma non era un segreto che dopo gli attacchi i nobili in questione si ritrovavano leggermente più ricchi.

E intanto Alvearia si ribellava ancora e ancora. Impegnato a nord, Golduck non poteva più pensare all’isola che, ormai, era di fatto il suo dominio meno importante. E mentre lui si limitava a piccoli contingenti inviati a rinforzare quelli già presenti, sempre più spesso le regine si trovavano a chiedersi, ci dicono i loro documenti, se davvero fosse giusto combattere per un imperatore che si dimostrava così distaccato.

Nel 3475, una grande insurrezione scoppiò a Velenia. Golduck iniziò a preparare piani per l’invio di truppe, quando una notizia ben più spaventosa giunge da nord: il Regno Unito del Buio stava invadendo, e questa volta per conquistare tutta Velenia e cacciare l’Impero dalle coste.

Golduck sapeva bene che quella guerra avrebbe deciso il destino dell’Impero, e non risparmiò alcuno sforzo per formare un esercito in grado di scacciare quello che all’epoca era di fatto il più potente nemico che l’Impero poteva trovarsi ad affrontare. E con una enorme flotta, navigò verso nord.

Ma proprio quando arrivò in vista di Velenia, all’inizio del 3476, un soldato semplice lo uccise, per poi togliersi la vita. Chi fosse costui, e perché avesse compiuto un simile atto, rimarrà un mistero per sempre. L’ultimo imperatore ordinò che la sua identità fosse cancellata dagli annali, perché l’autore di una simile infamia svanisse dalla storia, e tale ordine fu eseguito diligentemente. Furono persino diffuse numerosissime voci false sull’identità dell’assassino, in modo che persino dalla memoria popolare la verità scomparisse.

Oggi la tesi più accreditata è che l’assassino fosse un inviato del Regno Unito del Buio, una spia che colse al volo l’occasione. Ma quale che sia la verità, la morte di Golduck I decise il destino dell’Impero.

 

 

 

 

 

DELIBIRD I (3476 – 3485)

 

Spoiler

 

Nei suoi nove anni di regno, Delibird I vide l’Impero sfaldarsi tra le sue ali come neve al sole.

Come un Pokémon Ghiaccio fosse finito nel regno di Laghia, non si sa. Probabilmente, veniva da una delle tante tribù che all’epoca vagavano per i cieli di Pokémos, e la sua famiglia aveva deciso di stabilirsi a Laghia. Delibird riuscì a entrare nelle grazie di un nobile di Laghia, e perciò ottenne un piccolo impiego statale. Grazie alla sua intelligenza, fece ben presto carriera, ascendendo a Governatore di Velenia nel 3456, a soli ventitré anni.

Fu diversi anni dopo però che Golduck I lo notò, e decise di nominarlo erede, in una cerimonia tenuta nel 3470. Molte voci si espressero contro tale scelta, ritenendo che l’Imperatore dovesse essere di tipo Acqua, ma appena veniva nominato Malamar il Grande tali voci di dissenso venivano zittite.

Pure, negli ultimi anni di vita di Golduck ci furono numerosi attentati alla vita dell’erede, il più famoso dei quali vide un’intera casa crollargli addosso. Per miracolo, le travi del tetto protessero Delibird, che subì solo una brutta ferita al fianco, che lo costrinse a camminare con un bastone per il resto dei suoi giorni.

Ma la sua ascesa al trono avvenne nel caos più totale. Golduck lo Sfortunato era morto, e il suo esercito era tenuto insieme solo dallo sforzo dei Generali.

La battaglia che avvenne l’anno successivo fu un fallimento epocale. Il Regno Unito del Buio aveva un esercito compatto e ben organizzato. L’Impero di Laghia subiva defezioni ogni giorno, intere navi che svanivano spaventate. I Generali non erano preparati a una tale evenienza e nessuno voleva accettare il comando degli altri. La battaglia del Draak è passata alla storia come il più grande massacro della storia di Laghia. L’esercito fu dimezzato, e molti dei superstiti preferirono fuggire anziché ricompattarsi. Decine, forse centinaia di navi, furono catturate, inclusa l’ammiraglia della flotta, la Vento dell’Impero, che fu pubblicamente fatta a pezzi dai Re del Buio e bruciata, salvo due parti con cui si costruirono degli sgabelli su cui posare i piedi.

Negli anni successivi, un disastro dietro l’altro seguirono. Elettria esplose in rivolta, e infine anche le regine decisero che era giunto il momento di liberare Alvearia, e cominciarono ad organizzare l’offensiva.

Delibird, intanto, passò lunghi anni a destreggiarsi fra una corte che lo detestava, il terrore dell’invasione del Regno Unito del Buio, che ora aveva abbastanza navi per formare una flotta e attaccare Laghia, le ribellioni del dominio e un bilancio interno dell’impero a dir poco catastrofico.

Nel suo settimo anno di regno, Delibird marciò su Alvearia, convinto che per sconfiggere il Regno Unito del Buio servisse la fedeltà dei Coleotteri. Fu un errore. Il suo esercito, radunato con tanta fatica, era però poco compatto, e si sfaldò nelle dure battaglie all’interno dell’Alveare. Lo scontro finale, la Battaglia delle Celle Mortali, costrinse l’Imperatore e i resti della sua armata alla fuga.

Poi giunse la notizia tanto temuta. La Flotta del Regno Unito del Buio stava lasciando Velenia per attaccare l’Impero. Delibird cominciò allora a organizzare una nuova, ultima armata. Non riuscì mai a concludere tale compito. Una notte, dieci nobili chiesero udienza al Pokémon. Questi li ricevette, pur essendo esausto, e fece del suo meglio per assicurare loro che tutto sarebbe andato per il meglio… e i dieci lo uccisero, dichiarando che era stato un errore lasciare che un Pokémon non di tipo Acqua ascendesse al trono.

L’Ultimo Imperatore lasciò il mondo nel 3485, dopo nove anni di regno, in cui tutti i suoi tentativi di mantenere insieme l’impero finirono solo per accelerarne il crollo.

 

 

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