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[Lucas_] Pokémon Time Diamond


Lucas_

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Grazie mille Yato per la copertina! *^*

~Storia basata su un ipotetico

Remake di Pokémon Diamante

 

Capitolo I:

Prendere o non prendere… Questo è il dilemma!

 

 

 

A quanto pare il maestoso Gyarados Rosso è apparso nuovamente al Lago Valore. I nostri inviati, ci hanno riportato le seguenti informazioni: “il Gyarados Rosso probabilmente riapparirà fra due settimane nuovamente di Sabato. A quanto sembra il Pokémon viene attratto da qualcosa a noi ignota e perciò viene sempre qui al Lago di Sabato.”. Ed è per questo motivo che i professionisti di Giubilo TV allestiranno per voi amanti dei Pokémon una mostra speciale per vedere il maestoso Gyarados con i vostri occhi! Bene, per oggi e tutto carissimi telespettatori: un saluto dalla vostra Tea e ci vediamo fra due settimane al Lago Valore, non mancate!”

 

 

«Oh mio Arceus, oh mio Arceus, Oh-Mio-Arceus! Diamine, hai sentito Lucas?! Dobbiamo assolutamente andarci Lucas, ti rendi conto Lucas? E’ da un mese che aspetto questo momento… Evvai! Devi assolutamente venire con me, hai capito?! Altrimenti ti faccio una multa da un milione, anzi: quindici milioni di poké! Mi hai sentito?! Smettila di mangiare ingordo che non sei atro!» sbottò un ragazzino biondo togliendo bruscamente dalle mani di Lucas una scatola di biscotti.

«Ma… Barry, ridammi immediatamente i miei biscotti! E comunque, come intendi andarci? Mia madre non mi accompagnerà mai fino al Lago Valore e non credo che tua madre ti lascerà andare…» rispose Lucas riprendendosi la scatola.

«A meno che…»

«A meno che?»

«Lucas caro… Ti ricordi del Professor Rowan?» chiese Barry con uno sguardo malizioso.

«Chi? Il tipo che è partito per Kanto tre mesi fa?» rispose Lucas grattandosi il capo.

«Sì sì, proprio lui! A quanto pare è tornato a Sabbiafine la settimana scorsa e…»

«No! Assolutamente, categoricamente no! Non ci darà mai un Pokémon e tu lo sai benissimo Barry!»

«Ed ecco qui il piano, mio caro stupido: il Professore ci deve per forza dare un Pokémon!»

«Come?» chiese Lucas perplesso.

«Gli diremo che faremo delle ricerche per lui sul Gyardos, a patto che ci dia un Pokémon per arrivare fino lì!» esordì Barry con energia.

«Wow. Non mi aspettavo questa intelligenza da parte tua, anche se effettivamente è una specie di ricatto…»

«Cosa hai detto?!»

«Ehm… Chi io? Non ho detto niente! Comunque sia parlerò a mia madre di ciò, ma prima voglio andare al Lago Verità» disse Lucas incamminandosi verso il suo armadio.

«Eh va bene, però poi promettimi che andremo a Sabbiafine, ok?» disse Barry mentre estraeva la sua sciarpa dalla sua borsa.

«Te lo prometto»

«Perfetto. Ti aspetto a casa mia: se non sarai lì entro mezz’ora ti farò una multa da un miliardo e mezzo di poké! Ci vediamo dopo!» e Barry se ne andò.

 

Lucas aveva scelto dei vestiti che avrebbe indossato di lì a breve: un maglione rosso adatto per la stagione invernale ed un paio di jeans neri.

Uscì dalla sua camera e si diresse verso il bagnò dove si spogliò e si fece una doccia calda. Quando si mise l’accappatoio si avvicinò al lavabo e si lavò i denti. Infine si guardò allo specchio per darsi una sistemata.

Lucas era un ragazzino di quattordici anni: era magrolino anche se era solito mangiare peggio di un Pignite, aveva i capelli corvini che avevano la particolarità di avere un riflesso blu, gli occhi erano di un blu intenso come i fondali marini.

Dopo dieci minuti era nuovamente sull’uscio della sua camera: si mise il suo giubbotto blu e si sistemò la sua sciarpa bianca ed il suo cappello rosso.

Scese di corsa le scale, diede un bacio alla sua mamma ed uscì di casa.

 

Ecco Duefoglie: una cittadina molto tranquilla dall’aria pura e pacifica. La casa di Barry era nella parte nord del paese e Lucas la raggiunse in cinque minuti, fece per suonare il campanello, ma qualcosa gli si scagliò addosso facendolo cadere bruscamente:

«Ahia… Ma che diamine? Si può sapere che ti salta in mente razza di idiota di un Barry!» urlò Lucas infuriato.

«Razza di idiota a chi?! Ti faccio vedere io chi è l’idiota!» ribatté il biondo, in seguito aggiunse: «Ritieniti fortunato che non ti multo… Solo perché sei puntuale!»

«Certo, certo… Allora andiamo?» chiese Lucas.

«Sì, ti seguo!»

Arrivarono al Lago in una decina di minuti: l’area attorno a loro era completamente verde, ma di Pokémon nemmeno l’ombra.

«Scusatemi… lasciatemi passare per favore» disse timidamente una ragazza avvicinandosi ai due.

«C-Ci mancherebbe!» rispose Barry impacciato. La ragazza ringraziò sottovoce e se ne andò.

«Diamine hai visto che carina, Lucas?!»

«S-Sì…» rispose Lucas fissando la ragazza che piano piano si stava allontanando.

«Oh sembra che abbia dimenticato qualcosa…» disse Barry avvicinandosi all’oggetto che giaceva nell’erba alta.

«No fermo, ma dico sei impazzito?! Esci subito dall’erba alta!» disse Lucas mentre raggiungeva Barry.

«E’ una valigia! Dobbiamo riportagliela!»

«E come? Non le abbiamo nemmeno chie-Aaaahhh!!!»

Improvvisamente uno stormo di Starly selvatici circondò i due malcapitati: avevano l’aria minacciosa e sembravano pronti ad attaccare.

«S-Sono…Pokémon!!!» urlò Barry inpanicato.

Fu allora che la valigia si aprì misteriosamente e conteneva…

Tre Pokéball.

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Capitolo II=

Tre nuovi amici

 

 

«E queste cosa sono? Sono delle PokéBall?» domandò Lucas osservandole incuriosito.

«Attento Lu!» urlò Barry. Fortunatamente Lucas riuscì ad abbassarsi e a schivare un Attacco Rapido di uno Starly: «Forza prendine una!» disse Barry evitando con grande agilità gli attacchi degli altri due Pokémon.

«Ma non sono nostre!» protestò Lucas.

«Ci tieni al tuo bel sederino? E allora prendile razza di idiota!»

Lucas era molto indeciso su quale prendere erano tutte e tre uguali, pensò. All'ulteriore insulto di Barry, Lucas si decise e prese la PokéBall più a sinistra non sapeva cosa fare, perciò pigiò il pulsante al centro della sfera. Improvvisamente la sfera emanò un fascio di luce azzurra che materializzò una tartaruga verde con il guscio marrone, un germoglio sulla testa e uno sguardo molto determinato.

Anche Barry fece la stessa cosa e si materializzò uno scimpanzé con una fiamma come coda ed aveva uno sguardo buffissimo.

«Ehm... Pokémon, ti chiedo aiuto: attacca questi Starly!» disse Lucas implorando il Pokémon.

«Wigwig! Wiiiiiig!!» il Pokémon tartaruga annuì e in seguito si girò e colpì con una testata lo Starly, il quale svenì.

«Era un brutto colpo quello?» domandò Berry: «Wow... Bene scimmietta, diamoci da fare: attaccali!»

«Chim! Chiiiiiimcharrrrr!!!» urlò il Pokémon Scimpanzé graffiando ripetutamente i due Starly rimanenti, i quali andarono KO.

«Evvai siamo stati grandi!» esultò Barry stringendo forte il suo Pokémon.

«Puoi dirlo forte!» disse Lucas accarezzando la testa del suo Pokémon tartaruga.

 

Nel frattempo sul Percorso 201 una ragazza che si stava incamminando verso Sabbiafine all'improvviso urlò terrorizzata: «Oh no, oh no, oh no!»

Si guardò intorno e in seguito si poggiò ad un albero per pensare:

Dove l'avrò lasciata? Se non la ritrovo... Se non la ritrovo non potrò guardare mai più il Professore in faccia! E ora come faccio? Calma Lucinda... Pensa, pensa, pensa! L'ultimo luogo dove hai visto la valigia era... era... Ma certo! Al Lago Verità!

Iniziò a correre fra gli alberi del bosco per arrivare il più presto possibile al Lago.

 

«Bene Lucas... Che ne dici di fare una lotta?» domandò Barry puntando l'indice contro il corvino.

«No» rispose secco Lucas facendo rientrare il Pokémon tartaruga nella sua PokéBall.

«Coooosa?! Non ti starai mica tirando indietro, vero?! Tu, razza di un codardo, lotta subito con me altrimenti...»

«Fammi indovinare» lo interruppe Lucas, il quale subito dopo si schiarì la voce: «Ti farò una multa da un milione, anzi dieci milioni di poké!» aggiunse poi imitando perfettamente la voce di Barry.

«Tu razza di... Come osi prendere in giro il Sommo me?! Pokémon scimmia, attaccalo!» esordì Barry furioso. Purtroppo per lui il Pokémon Scimpanzé non lo ascoltò, si avvicinò alla sua PokéBall e pigiò il pulsante rientrando così all'interno di essa.

 

«Ehi voi fermi!» urlò una terza voce arrivando di corsa ansimando verso i due.

«Oh c-ciao! Tu sei la ragazza di prima vero?» chiese Barry facendosi rosso tutto d'un tratto.

Lucas la osservò meglio. Barry aveva ragione: era proprio carina quella ragazza!

Era molto più bassa di lui ed era magrolina. Un cappotto rosa copriva i suoi abiti ed indossava un cappello bianco con una PokéBall rosa al centro. Aveva gli occhi azzurri, i capelli corvini e due ciocche di essi le cadevano sulle spalle ed erano fermati da due fermagli gialli.

«Come ti chiami?» chiese il ragazzo.

«Lucinda, piacere di conoscervi! Sono piuttosto di fretta, quindi sarò diretta: avete visto una valigetta marrone da queste parti?» chiese Lucinda guardandosi intorno.

«Indendi questa qui?» chiese Barry.

«Oh, grazie ad Arceus... Sì sì è proprio quella! Voi due... Siete pieni di lividi! Che cosa è successo?»

Barry iniziò a prender parola, ma Lucas lo bloccò e le spiegò esattamente ciò che era successo sapendo perfettamente che l'amico avrebbe raccontato una balla: «...E quindi ora abbiamo riposto le Pokéball nelle nostre borse. Ci dispiace molto di averle prese, ma non potevamo fare altrimenti...»

«Capisco. Io comprendo la vostra motivazione, ma il fatto è che quei due Pokémon, Turtwig e Chimchar, non sono miei!»

«Ah, è così che si chiamano quindi! Ehi, un momento: come sarebbe a dire che non sono tuoi?» domandò Barry.

«In realtà sono del Professor Rowan, vedete: ero venuto a fare una ricerca per lui e mi ha affidato questa valigia che, come vedete, contiene anche i miei appunti. Mi sono accorta della loro presenza quando ero già qui... Venite con me al Laboratorio e proviamo a chiarire questa situazione...» spiegò la corvina.

«Davvero?» disse Barry strabuzzando gli occhi.

«Ahem, il mio amico voleva dire che siamo disposti a venire, anche perché volevamo chiedergli una cosa...»

«D'accordo! Forza allora, andiamo a Sabbiafine!» disse Lucinda riprendendosi la valigia.

E così Lucas e Barry avevano conosciuto tre nuovi amici: Turtwig, Chimchar e Lucinda! I tre iniziarono ad incamminarsi verso la cittadina di Sabbiafine.

Il percorso 201 era un sentiero immerso nel verde: a quell'ora quella via si era anche affollata, ma comunque sia i tre procedettero senza problemi ed in un quarto d'ora arrivarono a Sabbiafine, precisamente davanti ad una massiccia porta blu: erano davanti al Laboratorio del Professor Rowan.

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Capitolo III

Occhi di Verità

 

Sabbiafine era un paese ad un quarto d'ora di distanza da Duefoglie: vicino ad un albero si poteva scorgere un cartello in legno con su scritto “Benvenuti a Sabbiafine, cittadina allegra fra mare e terra. Era molto simile a Duefoglie in fatto di edifici: escludendo il Laboratorio, le casette erano in legno chiaro ed il tetto in mattonelle verdi-azzurre.

Lucas, Barry e Lucinda si trovavano davanti al Laboratorio del Professor Rowan ed era l'edificio più moderno della città.

Barry, che era sicuramente il più coraggioso fra i tre, bussò. Inizialmente non rispose nessuno, ma dopo qualche minuto una voce sicura urlò un 'Avanti'.

 

«Wow!» Lucas non riusciva a contenere il suo stupore: l'interno dell'edificio era totalmente bianco ed era molto ordinato. Sulla parete sinistra si potevano scorgere delle librerie stra-piene di libri; sulla parete destra vi erano invece dei macchinari talmente all'avanguardia e delicati, che persino Barry si trattenne dal toccarli; infine, in fondo all'edificio vi era una scrivania piena di documenti ed un uomo era impegnato a scrivere.

«Salve ragazzi! Come posso aiutarvi?»

Una signora sbucò da una stanza che Lucas e Barry non avevano notato: era alta e magra, aveva i capelli azzurri e gli occhi grandi e neri. Lucinda appena la vide sorrise e le corse incontro: «Ciao mamma!»

«Mamma?!» Lucas e Barry si guardarono perplessi.

«Sì! Lei è mia madre!»

«Oh, siete amici di Lulù?» sorrise la donna.

«Mamma! Lucinda, mai Lulù!» la rimproverò la ragazza arrossendo.

«Ahahah, scusa! Ahem: io sono Rosalba, piacere di conoscervi ragazzi! Sono una ricercatrice e lavoro per il professor Rowan! E voi siete...?»

«Io sono Lucas, molto piacere signora!»

«Ed io sono Barry!»

«Oh, oh, oh che nomi deliziosi! Comunque ragazzi, perché siete venuti qui?» chiese Rosalba.

«Ehm... Ecco... Noi-» balbettò Barry, ma Lucinda lo interruppe: «E' tutta colpa mia mamma!»

«Cosa?! Ma che dici?!» la rimproverò Lucas.

«E' molto grave?» domandò Rosalba preoccupata.

Barry e Lucas le raccontarono tutto.

«Capisco. Ragazzi, a mio avviso avete fatto benissimo, ma... Non so come la prenderà il Professore...»

 

Improvvisamente, l'uomo che fino a poco tempo fa stava scrivendo, si alzò e si diresse verso i quattro:

«Voi due...»

«S-Sì?» incitò Lucas.

 

«Voi due amate veramente i Pokémon?»

 

«Ma che domande sono? Certo che gli amiamo! Non è vero Lucas?» rispose Barry con determinazione.

«Ovvio!» affermò il corvino.

«Ve lo ripeto, voi due amate sul serio i Pokémon? Sareste in grado di occuparvi di loro?» disse l'uomo con tono autoritario.

«Sì, anche se glielo dovessimo ripetere centinaia e centinaia di volte, la risposta sarà sempre ed unicamente sì!» gli rispose Barry a tono.

«Capisco. Lucas, Barry... è così che vi chiamate?»

I due annuirono.

«Potete tenere con voi Turtwig e Chimchar.»

«Davvero?!» chiesero i due ragazzi meravigliati.

«Ma dovete farmi un favore...»

«Sarebbe?» chiese Lucas perplesso.

«Vorrei che completaste questi Pokédex che serviranno per le mie ricerche»

«Poké cosa?!» chiese Barry grattandosi il capo.

«E' un apparecchio all'avanguardia che contiene delle pagine virtuali che voi potete completare registrando Pokémon visti o catturati!» spiegò Lucinda tutto d'un fiato intromettendosi nel discorso.

«Quindi lei è...» disse Lucas.

«Esatto ragazzo: io sono il Professor Rowan, piacere di conoscervi!»

Il Professor Rowan, era un uomo sui settant'anni. Era molto alto e piazzato, aveva i capelli e la barba folta bianchi, mentre gli occhi erano grigi.

«Allora, vorreste aiutarmi?»

«Sì professore» risposero i due ragazzi.

«Ho anche io un favore da chiedervi...» disse Lucinda avvicinandosi timidamente: «Anche io ho un Pokédex, posso venire in viaggio con voi?»

«C-C-Certo eh eh eh!» rispose immediatamente Barry arrossendo.

«M-Ma Lucinda! E lo chiedi ora, così? I-Io non sono preparata!» protestò Rosalba.

«Non si preoccupi signora: io e Barry la proteggeremo!» sorrise Lucas. Lucinda arrossì e diventò rossa come un peperone.

«Siete disposti a questo? E va bene... Per fortuna che papà non c'è.... Sarebbe collassato...» i cinque risero di gusto.

«Bene allora: è deciso! Portate queste lettere alle vostre mamme ragazzi!» disse Rowan sbrigativo.

«Certamente! Arrivederci!»

 

I tre si trovavano sul Percorso 101, in direzione di Duefoglie.

«Questa volta sono io a chiedervi un favore!» disse Barry correndo davanti a Lucinda e Lucas: «Prima di tornare a casa, voglio andare al Lago Verità per catturare qualche Pokémon!»

«E come facciamo?» chiese Lucinda.

«Con delle Pokéball! P-o-k-e con l'accento-b-a-l-l!» rispose Barry.

«Ma non ne abbiamo!» disse Lucas.

«Allora fa niente, tanto valgono anche i Pokémon visti, no?»

 

I tre arrivarono rapidamente sulle limpide sponde del Lago Verità.

«Bene, diamoci da fare!» disse Lucinda trascinando Lucas con sé.

«Spriiit»

«Ehy, l'avente sentito anche voi?» chiese Barry.

«Cosa?» rispose Lucas.

«Me...spriiit...»

Barry si allontanò dagli altri due, intenti a cercare dei Pokémon, e si avvicinò alle sponde del lago. I suoi occhi erano fissi sul grottino che si trovava al centro del lago.

«Spriiiiiit...»

Gli occhi del biondo diventarono improvvisamente vuoti e le iridi divennero rosa: «Dove... sei?»sussurrò.

Improvvisamente collassò.

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Capitolo IV

Le Antiche Rovine

 

Diaaa!

Barry si trovava davanti ad un immenso orologio. Il suo ticchettio era costante e vi erano tre lancette enormi che si muovevano molto lentamente.

Dove... sei?quella frase continuava a rimbombare nella sua mente, non voleva lasciarlo. Barry non era in sé, aveva lo sguardo vuoto perso nel grande orologio.

«Tu che sei una delle prescelte creature,

Tu che sei il Guardiano,

Tu che porti il nome di Pearl...

Preparati all'incombente catastrofe...

e salvami»

«Pearl...» sussurrò il ragazzo fra sé e sé.

 

Barry aprì lentamente gli occhi, si alzò lentamente da terra e si guardò intorno: si trovava ai piedi di un enorme albero situato in cima ad un'alta collina ai piedi della quale si trovava un villaggio a lui sconosciuto. Le sue iridi tuttavia erano ancora rosa ed il suo sguardo era vuoto.

«Ehy Pearl!» un ragazzino dai capelli corvini stava correndo verso di lui.

«Diamond?»

«Io e Platinum ti stavamo cercando ovunque! Ti eri appisolato eh? Ah ah ah!»

«Tu... e Platinum?»

«Oh, che hai? Mi sembri strano oggi! Va beh, forza andiamo: Platinum ci sta aspettando al negozio del Falegname!» disse Diamond prendendo per il braccio Barry trascinandolo in paese.

 

Era una piccola cittadina stracolma di gente che camminava, correva, saltava, chiacchierava... Un villaggio molto vivace insomma. Le case erano fatte tutte in legno e pietra, le strade non erano asfaltate e vi erano moltissime bancarelle sparse un po' dappertutto. Sembrava un villaggio Medievale e Barry ne ebbe la conferma osservando gli abiti delle persone: i maschi indossavano dei pantaloni larghissimi e una casacca, mentre le donne indossavano degli abiti lunghissimi ed ampi. Effettivamente anche lui era vestito in quel modo: indossava un paio di pantaloni marroni larghissimi ed una casacca bianca.

Dopo qualche minuto arrivarono davanti il negozio del falegname, che più che un negozio era una capanna.

«Quanto tempo ci avete messo?!» disse infuriata una ragazzina, che stava venendo incontro ai due.

«Scusa, Platinum... è che Pearl si era appisolato di nuovo sotto al Grande Albero!» si scusò Diamond lanciando occhiatacce a Barry.

«Avrei dovuto immaginarlo... Sei sempre il solito, Pearl! Comunque, che facciamo? Io vorrei esplorare le Antiche Rovine!» disse Platinum mostrando ai due una mappa.

«Antiche... Rovine?» sussurrò Barry.

«Ti senti bene Pearl? E' da una settimana che programmiamo questa esplorazione!» sbuffò Platinum.

«Su su, non mi sembra il caso di pensarci su... Coraggio andiamo!» disse Diamond.

 

I tre erano arrivati alle Rovine, distanti un'oretta dal villaggio. Erano un posto assai misterioso: era interamente fatto in pietra e sulle pareti vi erano dei stranissimi segni.

«Facciamo attenzione!» disse Platinum stando attenta a dove metteva i piedi.

«Woah! Ragazzi venite qui!» urlò Diamond, che era già arrivato in fondo alla grande stanza.

Barry era stupito di rivederlo ancora: in fondo alle rovine vi era quel grandissimo orologio che aveva visto in precedenza, questa volta però era ricoperto da muschio ed era ricoperto dalla polvere. Sentì un improvviso bisogno di toccarlo.

«Che strana costruzione non sarà che...»

Improvvisamente Platinum e Diamond si immobilizzarono, ma Barry non fece caso a loro: continuava a fissare quell'orologio. Sentiva che gli mancava qualcosa di importante, ma non sapeva cosa.

Fu allora che lo sentì ancora: Diaaaaaaaa!

«Salvami... Salvami... Salvami...»

Dove... sei?

 

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Capitolo V=

Lotta sulla riva del Lago!

 

«Barry? Su, svegliati!» il biondo si ritrovava steso sul divano del salotto di Lucas ed era circondato da Olga -la mamma di Lucas-, il suo amico e Betty -sua mamma-.

«Oh, pulcino mio! Come ti senti?» esclamò Betty soffocando il povero Barry in un abbraccio.

«Mamma, sto soffocando! Lasciami!» protestò il ragazzo.

«Sei davvero un maleducato!» bofonchiò la donna: «Non hai nemmeno ringraziato Lucas: quel poveretto si sarà spezzato la schiena portandoti qui!»

«Ehy, ora il poveretto sarebbe lui? Comunque grazie mille, amico!»

«Oh di nulla! Tanto dovevo prendere i biscotti!» sorrise Lucas.

«Vuoi una multa? Il tuo amico era svenuto e tu pensi ai biscotti?!» sbuffò Barry.

«Non pensavo solo a quello! Stavo pensando anche al discorso che dovevo fare a mamma! Ti ricordi del compito che dobbiamo svolgere per il Professor Rowan, no?» rispose il corvino.

«Ah già! Mamma... tu...»

«Non preoccuparti pulcino mio: la mamma sa già tutto! Onestamente ero molto triste, ma Olga mi ha tranquillizzata: lei è più che d'accordo su questo, perciò lo sono anche io! L'importante è divertirsi, no?»

«Grazie mille mamma!» Barry strinse forte Betty.

«Mamma, è ora di andare...» disse Lucas guardando fisso negli occhi sua madre.

«Lo so tesoro, prima o poi si diventa grandi... Ecco: ti ho preparato lo zaino con i tuoi biscotti preferiti e vari cambi... Abbi cura di te, amore!»

Mamma e figlio si abbracciarono a lungo e, dopo aver dato un bacio alle loro mamme, i due amici si avviarono verso il Percorso 201.

 

«Ehy Lucas, a proposito: dov'è Lucinda?» chiese Barry.

«Dopo avermi accompagnato a casa mentre eri svenuto, ha detto che sarebbe tornata a Sabbiafine e che ci avrebbe aspettato sul Percorso 202»

«Stavo pensando: forse non è il caso di far aspettare ancora Lucinda, ma io voglio sfidarti! Voglio vedere chi fra noi due è più forte!» Barry aveva uno sguardo che ardeva di determinazione.

«Sì, perché no?!»

 

«Allora... Vai Chimchar, scelgo te!» esordì Barry facendo uscire dalla Pokéball il suo amico.

«Chaaaar!»

«Forza Turtwig, facciamo vedere di che pasta siamo fatti!» disse Lucas, ed anche lui fece uscire la tartaruga dalla sua Ball.

«Chimichar, usa Graffio!»

Il Pokémon Scimpanzé fece un salto abbastanza alto, tirò fuori gli artigli e precipitò in picchiata verso il Pokémon Tartaruga. Quest'ultimo cercò di evitarlo, ma venne colpito comunque.

«Cavoli... Turtwig, usa Ritirata!» Il Pokémon Tartaruga abbassò la testa e inspessì il suo guscio facendolo diventare un vero e proprio scudo.

«Mhm... Che fare... Chimchar usa Braciere!»

«Chaaaaaar!!!» il Pokémon Scimpanzé scaturì delle piccole fiamme dalla bocca, ma non riuscì a scalfire lo scudo di Turtwig, il quale in seguito lo colpì con Azione su ordine del suo Allenatore. Brutto Colpo! Chimchar guardò il suo Allenatore con uno sguardo dispiaciuto e poi andò K.O.

«Dannazione!» urlò Barry dandosi dei pugni sul capo:«Ritieniti fortunato, caro Lucas: non ti multo solo perché la prossima volta ti batterò!»

«Certo, certo... Intanto ho vinto io ahahah!» rise Lucas.

«Grrrr! Me la pagherai!»

«Su, calmati! Ora andiamo a Sabbiafine: Lucinda ci sta aspettando!»

 

I due si diressero rapidamente sul Percorso 202: era una zona molto verde, piena di ragazzini che giocavano e di Pokémon che scorrazzavano in giro. Lucinda era seduta su un ceppo e stava dando dei PokéPoffin al suo Piplup.

«Scusa il ritardo!» disse Lucas raggiungendo la ragazza.

«Non c'è bisogno di scusarti, nel frattempo ho potuto aggiornare il mio Pokédex, guardate: ho incontrato un Bidoof, uno Starly e uno Shinx!» esclamò.

«Wow! Spero di registrare anche io qualche Pokémon!» esclamò Barry.

«Che ne dite, andiamo a Giubilopoli?» chiese Lucinda.

«Se non sbaglio è una metropoli... Non ci sono mai andato!» disse Lucas.

«Esatto! Possiamo visitare il Parco Giubilo, la sede di Giubilo TV, o l'azienda PokéKron!» propose la ragazza.

«Non vedo l'ora!» rispose il biondo.

«Wow, una Shinx!» esclamò Lucas.

«Lo vuoi catturare?» chiese Lucinda: «Sai come si fa, no?»

«Certo! Ci sono un sacco di trasmissioni in TV...»

«Perfetto, allora ecco un regalo!» Lucinda mostrò delle PokéBall e le diede ai due ragazzi.

«Grazie mille! Ora ci provo...»

Lucas si avvicinò con passo felpato al Pokémon, la quale era intenta a cercare qualcosa nell'erba alta.

«Coraggio Turtwig, vai ed usa Azione!»

«Wig!» il Pokémon Tartaruga uscì dalla PokéBall e sorprese la Shinx colpendola. Fortunatamente non le fece troppo danno e Lucas ne approfittò per lanciarle una PokéBall contro.

Uno...Due...Tre...Tic!

«Ce l'ho fatta!» esultò il corvino.

«Grande!» si congratularono Barry e Lucinda.

«Aww, è carinissima!» esclamò la ragazza spupazzando il Pokémon.

«Shiiin!» esclamò contenta.

«Benvenuta, Shinx!» sorrise Lucas.

Il ragazzo fece rientrare i due Pokémon nelle loro Pokémon.

 

Si era fatto pomeriggio ed i tre si affrettarono a raggiungere la metropoli per affittare una stanza al Centro Pokémon.

«Buonanotte amici!» disse Lucinda; i tre si addormentarono in fretta.

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Capitolo VI

Lotta in Triplo!

 

 

Un nuovo giorno era iniziato e si era appena fatta mattina: gli Starly volavano già nel cielo, le strade erano deserte -o quasi- e c'era una leggera nebbia.

I primi raggi di sole filtravano fra le tende della camera del Centro Pokémon illuminando il viso di Lucas, il quale dormiva profondamente.

La prima a svegliarsi fu Lucinda: si sedette sul letto, si stiracchiò e si vestì per poi scendere al primo piano del Centro.

«Buongiorno infermiera Joy!» sorrise la ragazza.

«Oh, buongiorno anche a te cara!» rispose la donna ricambiando il sorriso:«Se hai fame, in cucina c'è del latte: serviti pure!»

«La ringrazio per la disponibilità, ma aspetterò i miei amici per fare colazione: nel frattempo allenerò i miei Pokémon!»

 

Lucinda uscì dal Centro Pokémon e si guardò intorno: la metropoli era piena di palazzine grigie e marroni, le strade -a differenza di Sabbiafine- erano asfaltate, a sinistra del Centro Pokémon vi era una scuola per Allenatori e vi erano molti negozi. La corvina si incamminò verso ovest e si soffermò ad osservare una struttura fatta interamente in vetro:

«Quella è la Torre Radio, ragazza...» una signora dai capelli verdi si avvicinò a Lucinda: «Sai, un tempo era chiamata Global Trade Station ed era adibita a centro di comunicazioni...»

«Già, chissà perché l'hanno chiusa...» rifletté Lucinda.

«Io sono Katia ed insegno alla Scuola per Allenatori: perché non ci fai un salto più tardi?»

Katia era una donna alta e robusta, aveva i capelli castani e gli occhi verdi e sembrava una donna intelligente e con molta esperienza.

«Perché no, le dispiace se vengo con i miei amici?»

«Certamente, più siamo e meglio è!»

«Perfetto allora, saremo lì fra un'oretta maestra!» disse Lucinda per poi incamminarsi verso il Centro Pokémon.

 

Lucas e Barry si trovavano in mensa e stavano facendo colazione assieme ai loro Pokémon.

«Ehy ragazzi!» Lucinda si stava avvicinando ai due.

«Buongiorno Lucinda, dov'eri?» chiese Lucas sorseggiando il suo latte caldo.

«Mi sono svegliata presto e ho fatto un giro per la città» rispose la ragazza.

«Potevi svegliarci!» ribatté il corvino.

«Ma anche no, odio quando la gente disturba il mio sonno!» si intromise Barry mentre mangiava un biscotto.

«Sempre il solito...» commentò Lucas.

«Che hai detto? Guarda che ti ho sentito eh! Vuoi una multa da un milione di poké?!»

«S-Su calmatevi... Ahem, comunque sia: ho incontrato una signora. Insegna alla Scuola per Allenatori e ci ha invitati per assistere ad una lezione!» disse Lucinda.

«Che barba...» rispose Barry.

«Che barba?! E' un'idea stupenda, potremmo allenarci un po' li!» disse Lucas alzandosi dal tavolo.

«E va bene andiamo...» sbuffò il biondo.

 

La Scuola per Allenatori si distaccava molto, in fatto di estetica, dal resto città: era una struttura abbastanza grande e molto colorata.

I tre entrarono timidamente e videro che vi erano bambini ovunque e, poco più in là, vi era la maestra Katia che aveva appena finito di scrivere qualcosa alla lavagna.

«B-Buongiorno...» esordì timidamente Lucinda.

«Oh, ciao Lucinda!» sorrise la maestra: «Sono loro i tuoi amici?»

«Sì, io sono Barry!»

«Ed io sono Lucas»

«Mhm... Barry e Lucas, eh? Perfetto aspettate qui!» la maestra Katia si allontanò dal trio e si diresse verso i suoi alunni: «Ragazzi, oggi ho una sorpresa per voi: per questa lezione avremo come ospiti questi tre ragazzi! Si chiamano Lucas, Barry e Lucinda!»

Gli alunni li osservarono bene e fecero un applauso come segno di benvenuto:

«Oggi, vorrei introdurvi un nuovo argomento e lo sperimenteremo con l'aiuto dei nostri ospiti: per voi va bene, ragazzi?» disse Katia riprendendo il discorso.

«Certamente!» risposero in coro i tre ragazzi.

«Allora, l'argomento di oggi è... La Lotta in Triplo!» tutti quanti osservarono incuriositi la maestra: «La Lotta in Triplo, come suggerisce il nome, è un particolare tipo di lotta che si può svolgere con due amici oppure utilizzando tre Pokémon contemporaneamente! Ebbene, quest'oggi vorrei che tre di voi sfidassero i nostri ospiti. Ci sono volontari?» a quella richiesta tre alunni – due maschi e una ragazza – si diressero verso la maestra:«Vogliamo farlo noi!»

«Perfetto, mi piace la vostra determinazione! Tutti in cortile!» esordì la maestra.

 

«Bene, oggi abbiamo con noi Lucas, Barry e Lucinda che sfideranno Angelo, Annalisa e Michele!» annunciò la maestra:«Che la lotta abbia inizio!»

«Piplup, scelgo te!» disse Lucinda.

«Pipluppp!» urlò il Pokémon Pinguino appena entrò in campo.

«Coraggio Turtwig!» esordì Lucas.

«Wiiig!»

«Vai Chimchar!» esclamò Barry.

«Chim, Chimchar!»

Dal fondo del campo, i tre bambini avevano mandato in campo rispettivamente un Bidoof, uno Starly ed un Abra.

«Mhm... Vediamo un po' che dice il Pokédex...» disse Lucas prendendo l'apparecchio elettronico dal suo zaino.

Una voce metallica esordì:

'Bidoof, il Pokémon Topaffuto. Ha i nervi d'acciaio e niente può turbarlo. È più agile e attivo di quanto sembri. Starly, il Pokémon Storno. Da soli sono deboli, quindi si muovono in gruppo. Tuttavia, se sono troppi finiscono per litigare. Abra, il Pokémon Psico. Anche mentre dorme tiene attivo il radar telepatico. Si teletrasporta quando si sente minacciato.'

«Wow... Sembrano molto forti, ma niente ci spaventa, vero Chimchar?» chiese Barry.

«Chimchaar!» rispose il Pokémon.

«Bene, e allora usa Braciere su Abra!» ordinò Barry, contento nel vedere il suo fidato Pokémon eseguire perfettamente il suo ordine scaturendo dalla bocca delle piccole scaglie di fuoco.

«Non essere troppo sicuro di te, caro ospite» esordì beffardo Michele, il ghignò nel vedere il suo Abra schivare l'attacco teletrasportandosi dietro Chimchar.

«Usa Confusione!» il Pokémon Psico eseguì l'ordine scagliando delle onde psichiche contro l'avversario.

«Cavoli, Piplup difendilo con Docciascudo!» intervenne Lucinda. Il Pokémon Pinguino corse verso l'alleato e creò una cupola d'acqua che riuscì ad impedire il passaggio del Confusione.

«Bella mossa Lucinda! Ragazzi prendete appunti» si complimentò Katia.

«Coraggio Turtwig, usa Assorbimento su Bidoof!» disse Lucas. Il Pokémon Tartaruga corse più veloce che poteva verso il roditore, chiuse gli occhi e gli scagliò contro delle palline energetiche gialle, le quali riuscirono a colpirlo in pieno e a mandarlo K.O in un solo colpo.

«Grande!» esultò il corvino.

«Oh no... Bidoof ritorna...» piagnucolò Angelo incamminandosi deluso verso i suoi compagni di classe.

«Ed Angelo è stato eliminato!» esordì la maestra:«Su, non temere: andrà meglio la prossima volta!»

«Starly, Attacco d'Ala su Turtwig!» urlò Annalisa.

«Staaaaaarr!» ruggì il volatile per poi sbattere energeticamente le sue ali creando così una corrente d'aria, la quale danneggiò gravemente il Pokémon Turtwig.

«Oh no Turtwig! Stai bene?» chiese allarmato Lucas.

«Wi...Wiwig!» affermò il Pokémon sorridendo.

«Chimchar, usa Braciere su Starly!» ordinò Barry.

«Piplup, assecondalo con Bolla!»

L'attacco combinato era potentissimo. Stava per andare a segno, quando Michele diede l'ordine ad Abra di proteggere Starly, parando così il colpo ed andando KO.

«Ed anche Michele è eliminato!» esordì la maestra Katia.

«Bravissimo Abra! Annalisa, vinci per noi!» sorrise Michele incamminandosi anche lui verso i suoi compagni di classe.

«Dai, finiamo quest'incontro: Piplup usa Bolla su Starly!» il Pokémon Pinguino scaturì una raffica di bolle che colpirono in pieno lo Starly, il quale aveva comunque preso in precedenza dei danni dall'Attacco Combinato, anche se Abra l'aveva protetto.

«Lo sapevo... Starly rientra! Grazie mille signori ospiti, è stata una bellissima esperienza!» sorrise Annalisa facendo un inchino ai tre.

«Siete stati bravissimi, complimenti!» disse Lucinda accarezzando il capo della bambina.

«Ed i vincitori sono... Lucas, Barry e Lucinda!» annunciò la maestra: «Ragazzi, come premio voglio regalarvi queste tre Macchine Tecniche: Erbapatto, Fuocopatto ed Acquapatto!»

I tre ragazzi accettarono di buon grado i regali e riposero i dischetti nei loro zaini.

«Grazie mille per questa fantastica mattinata!» ringraziò Barry.

«Che farete ora?» chiese la maestra.

«Probabilmente ci faremo un giro per la città!» rispose Lucas.

«Bene, allora: buona permanenza a Giubilopoli!» sorrise la maestra Katia.

«Grazie mille maestra!» disse Lucinda stringendole la mano.

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Capitolo VII

Clown inquietanti e poliziotti strambi per le vie di Giubilopoli!

 

«Yawn... Quella lotta mi ha davvero stancato!» disse Lucas sbadigliando.

«Anche io sono molto stanca... Mi piacerebbe tanto visitare qualche negozio però...» rispose Lucinda.

«Non vorrai mica fare shopping ora?!» protestò Barry.

«Ehm... ragazzi...»

«Cosa c'è Lucas?» chiese Lucinda.

«Quel tipo. Si comporta in modo strano...» rispose Lucas diventando serio tutto d'un tratto.

«Vado a parlargli» disse Barry.

«Fai attenzione»

Barry si avvicinò tremante verso quell'uomo che si stava nascondendo sul retro del Centro Pokémon. Si comportava in modo strano: prima si guardava intorno e poi correva dall'altra parte della strada e si nascondeva.

«S-Scusi... Che sta facendo?»

«Io non sono nessuno e in questo momento non sto facendo nulla!» rispose schietto l'uomo.

«Come?! Chi è lei e perché si comporta in questo modo?»

«Senti moccioso, non ho tempo da perdere...»

«Moccioso? Mi hai veramente dato del moccioso?! Brutto vecchiaccio, vuoi che ti dia una multa da novecentonovantanove miliardi di poké?!» urlò Barry.

«Senti ragazzino, ti stai rivolgendo ad un membro onorario della polizia internazionale, sai?! O vuoi andare in gattabuia?!» ribatté l'uomo.

A quest'ultima frase seguì un silenzio abissale.

«Eh? Un membro onorario...» Barry ruppe il silenzio.

«della polizia...» aggiunse Lucas.

«Internazionale?!» concluse Lucinda scioccata.

«Cosa?! Avete sentito p-polizia internazionale? Eheh... Avete sentito male ragazzi miei...» cercò di giustificarsi l'uomo dai capelli neri.

«No, non abbiamo sentito male» rispose Barry ghignando.

«E va bene. Io sono... Non posso dire chi sono: chiamatemi Bellocchio... Non dite niente a nessuno, ci siamo intesi?!»

«S-Sì...» risposero i tre ragazzi deglutendo.

«Bene, ora ho molto da fare... Ci vediamo!» l'uomo sparì.

 

«Che tipo strambo...» commentò Lucinda.

«Ehy, ragazzi!» un uomo basso e grasso corse verso di loro.

«Oh mamma, e questo chi è?» disse Lucas.

«Salve ragazzi mi presento: io sono Justus Carlo Federico Michael Nicolas Carmelito Pamelo Ken Domenico II, piacere di conoscervi!»

«Fatemi capire, oggi è la giornata nazionale dell'incontro di tipi strani ed io non ne sapevo nulla?» chiese ironicamente Barry.

«...Oh più semplicemente: sono il Presidente della PokeKron S.p.a! Ecco, sono qui per proporvi una sfida, ragazzi miei!»

«Quale?» chiese Lucinda.

«Se riuscite a rispondere a tre domande, potrete ricevere un PokeKron ciascuno!»

«Davvero?!» gli occhi di Lucas brillavano.

«Ed i PokeKron sarebbero...?» chiese Barry passandosi un mignolo nell'orecchio.

«Barry!» Lucas gli diede un pungo: «I PokeKron sono l'invenzione più fantasmagorica che avrebbero mai potuto creare! Sono addirittura più vantaggiosi dei PokéNav!»

«Wow, e va bene. Accetto, forza spari le domande!»

«Ti sembra così facile? Dovrete trovare i miei tre dipendenti e loro vi faranno le domande. Allora? Che state aspettando? Forza, andate!»

 

I tre decisero di dividersi: Lucas e Barry andarono ad est, mentre Lucinda ad ovest. La ragazza si guardò un po' intorno e vide un cartello con su scritto 'PokeKron', ma urlò quando vide chi era il dipendente:«C-C-C-C...Clown!!!»

«Salve ragazzina, sei forse in cerca di un coupon?»

«S-S-S-Sì...»

«Mhm, che hai? Sei malata forse? Oh beh, ecco la domanda: un Pokémon si rafforza sconfiggendone altri e guadagnandone Punti Esperienza?»

Lucinda sembrò leggermente irritata e perse del tutto la sua paura: «Ehy, ma con chi credi di avere a che fare? Io sono nientemeno che l'assistente del Professor Rowan, cavoli è ovvio che i Pokémon guadagnino Punti Esperienza sconfiggendone altri!»

«E-Ehy ragazzina, stai calma eh! Comunque, risposta esatta! Alcuni Pokémon possono addirittura assumere una forma diversa! Ecco qui il tuo coupon!»

«Che dire... Elementare Watson!»

Nel frattempo, Barry aveva lasciato Lucas ed era andato più avanti, soffermandosi ad osservare un clown che ballava attorno ad un cartello con su scritto 'PokeKron'.

«Ehy tu, non sarai mica uno dei dipendenti che distribuiscono coupon?» chiese il biondo.

«Ah ah! Esatto, ecco la domanda giovincello!»

«G-Giovincello?»

«Allora: le mosse dei Pokémon hanno un tipo come i Pokémon stessi?»

«Beh... Se la Movepoologia non mi inganna... Sì, direi di sì!» rispose Barry.

«Ah ah! Risposta esatta! Se il tipo dei Pokémon corrisponde a quello della mossa, la mossa risulta molto più potente! Ecco il tuo coupon ah ah!»

«Perfetto, a mai più rivederci tipo strambo!»

Invece Lucas si era soffermato ad osservare una grande struttura, quasi quasi la bava gli colava dalla bocca: si era fermato davanti allo studio di Giubilo TV. In seguito spostò lo sguardo su un clown che stava gonfiando dei palloncini vicino ad un cartello con su scritto 'PokeKron'.

«Salve: per caso lei distribuisce coupon?» chiese il corvino cordialmente.

«Oh oh, risposta esatta! Ecco la domanda: i Pokémon possono tenere strumenti?»

«Se Lucinda sentisse questa domanda...»

«Mhm? Che hai detto?»

«S-Sì, certamente!» rispose Lucas.

«Risposta esatta! Un Pokémon può tenere un solo strumento. Alcuni strumenti hanno effetto immediato quando il Pokémon li prende. Il Pokémon mangia le bacche tenute durante una lotta quando ne ha bisogno. Ecco! Questo è il tuo coupon!»

«Grazie mille!»

 

I tre ragazzi si incontrarono nei pressi della grande fontana che si trovava al centro della città, dove gli aspettava il Presidente della PokeKron S.p.a.

«Oh, bentrovati! Allora gli avete trovati?» chiese il presidente.

«Ha davvero dei clown come dipendenti?» sbuffò Lucinda.

«E davvero fanno domande così facili?» protestò Lucas.

«E davvero fanno versi strani ogni volta che dicono una parola?!» bofonchiò Barry.

«Ma certo che sì! Oh oh oh! Comunque fatemi vedere quanti coupon avete... Uno...Due...Tre... Fantastico! Meraviglioso! In cambio dei vostri coupon, io vi do tre PokeKron! Ecco a voi cari ragazzi, è stato un piacere oh oh oh!»

«Wow, che tipo strano...» commento Lucas.

«Stupidi clown...» sussurò Lucinda.

«Eh che hai detto Lucinda?» chiese Barry.

«Io... ehm, niente! Comunque sia, la prossima tappa è Mineropoli: lì c'è una palestra!»

«Allora perfetto, in marcia ragazzi!» esordì Barry.

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Capitolo VIII

Lucas vs. Pedro!

 

 

Il cammino verso Mineropoli fu abbastanza tranquillo e Barry era persino riuscito a catturare una Starly, fino a quando...:

«Il Machop di Billy è andato K.O! Il vincitore è Barry!» annunciò Lucinda.

«Ah ah! Bravissimo Chimchar!» esultò Barry. La sua felicità svanì non appena vide che il suo Pokémon non gli rispose: una luce abbagliante bianca coprì il Pokémon Scimpanzé e, sotto gli occhi di tutti, Chimchar non c'era più. Al suo posto vi era un Pokémon totalmente diverso: era più alto e la fiamma sulla sua coda era più grossa.

«Wow! Che ti è successo Chimchar?» chiese Barry stupito.

«Aww, il ciclo della vita!» sorrise Lucinda: «Vedi il tuo Pokémon si è evoluto: ora non è più Chimchar, ora è un Monferno!»

«Monferno?» domandò Barry grattandosi il capo.

«Non mi sembra il caso di rimanere qui a chiacchierare, dobbiamo fare in fretta: il sole sta calando!» disse Lucas.

«Giusto!» rispose Lucinda.

 

«Dovremmo essere arrivati...» disse Lucas guardando la sua Mappa Città. Infatti, dopo qualche passo, il trio riuscì a raggiungere l'uscita del tunnel che collegava Mineropoli al Percorso 203. Non era una città enorme come si erano aspettati, tuttavia era una modesta cittadina di montagna con diversi sfiati sparsi un po' dappertutto.

«Visitiamo il Museo Minerario, vi prego!» supplicò Lucinda facendo i classici “occhi dolci”.

«Che barba...» replicò Barry.

«Il solito ignorante...» punzecchiò la ragazza.

«E poi è anche chiuso!» aggiunse il biondo.

«Come?! Uffi...» si lamentò Lucinda.

«Io vado in Palestra» disse Lucas.

«Veniamo con te!»

 

Appena entrati in Palestra, i ragazzi rimasero letteralmente a bocca aperta: dall'esterno non sembrava, ma l'interno era molto grande. Vi erano diversi ponti che collegavano due mini-montagne ed infine vi era una scalinata che conduceva fino al Campo Lotta dove vi era un ragazzo sui diciotto anni dai capelli rossi e gli occhi scuri ed indossava dei vestiti che simili a quelli di un minatore: «Benvenuti nella Palestra di Mineropoli!» disse: «Il mio nome è Pedro e accetterò con piacere qualunque richiesta di sfida, ragazzi miei! Prego inoltre gli spettatori di accomodarsi sugli spalti!»

«Scusa, ma sei sicuro di essere un Capopalestra?» chiese Barry.

«Barry!» lo rimproverò Lucinda: «Eh eh... Intendeva dire che sembra molto giovane per essere un Capopalestra!»

«Non ti preoccupare ragazza, me lo dicono in tanti! Mio padre mi ha Allenato fin da piccolo alle lotte Pokémon, ma io ho anche un'altra grande passione: i minerali! Dunque, non perdiamo altro tempo: chi di voi sarà il mio sfidante?»

Lucas si fece avanti: «Sarò io il tuo sfidante»

«Benissimo, sarà un match due contro due! Ti vanno bene le regole?» chiese Pedro.

«Perfetto!»

 

«Nosepass, scelgo te!» annunciò il giovane Capopalestra.

«Forza Shinx!» replicò Lucas, mentre la piccola leoncina scendeva in campo, pronto per la lotta.

«Ma che fa?!» commentò Lucinda: «Non ce la farà mai a buttare giù quel Nosepass!»

«Siediti» ordinò Barry: «Conosco molto bene il mio amico, fidati: lo butterà giù»

«Scelta curiosa!» disse Pedro: «Ma non abbastanza da fermarmi! Nosepass usa Sassata!»

«Tsk. Shinx, salta ed usa Codacciaio!» come ordinato dal suo Allenatore, Shinx fece un gran balzo e, indurendo la sua coda, riuscì a frantumare la Sassata.

«Caspita!» commentò l'avversario: «Ottima combinazione, i miei complimenti... Nosepass, Riduttore!»

«Shinx, evitalo ed usa di nuovo Codacciaio!» l'attacco andò a segno e, dopo che il grosso polverone causato dalla colluttazione svanì, Nosepass si ritrovò K.O.

«Mhm... Ottimo, siete davvero bravi! Ora però, i giochi sono finiti.» l'espressione del Capopalestra si era trasformata in qualcosa di strano, come se in lui gli si fosse accesa un nuovo tipo di energia.

«E' il momento di utilizzare il mio asso nella manica: Cranidos, facciamoli secchi!» disse Pedro mandando il suo ultimo Pokémon in campo.

«Non farti intimorire Shinx! Coraggio, usa di nuovo Codacciaio!» urlò Lucas. Come da comando, il suo Pokémon eseguì perfettamente l'attacco. Ma proprio quando l'attacco stava per andare a segno, successe qualcosa di imprevisto:

«Bloccalo Cranidos!» il Pokémon T-Rex bloccò con un agile movimento il piccolo leoncino: «Ed ora Bottintesta!»

Come da programma Shinx andò K.O.

«Dannazione!» disse Barry.

«Tranquillo Barry, ormai è vinta...» lo rassicurò Lucinda.

«Come?»

«Guarda Lucas!»

«Perché sorridi?» chiese Pedro confuso.

«Lo vedrai presto... Coraggio Turtwig, facciamo vedere di che pasta siamo fatti!» disse Lucas mentre il suo fido starter entrava in campo.

«Cranidos, usa Rocciotomba!» ordinò il giovane Capopalestra.

«Contrattacca con Foglielama!» replicò il corvino. Le foglie affilate del Pokémon Tartaruga riuscirono a frantumare le numerose rocce create dal Cranidos avversario.

«Non pensare che basti questo a fermarmi! Cranidos, usa Riduttore!» il Pokémon avversario eseguì l'ordine, il quale purtroppo andò a segno, facendo gravi danni a Turtwig, il quale non riuscì più a reggersi in piedi.

«Allora, ti arrendi giovane sfidante?» ghignò Pedro.

«Carissimo, mi sa che qui sarai tu ad arrenderti! Coraggio, Turtwig: usa Assorbimento con tutta la forza che hai!»

«Turt...Wiiiiiiiig!» il Pokémon Tartaruga, sembrò ritornare in sesto grazie alla determinazione del suo Allenatore. Aprì la bocca e scaturì delle palline energetiche gialle, le quali riuscirono a colpire Cranidos e a mandarlo K.O.

«E'...E' finita?» domandò Lucinda cercando di vedere qualcosa nel polverone che si era creato.

«Sì!» esclamò Barry nel vedere il Cranidos di Pedro privo di sensi.

«Lo sapevo sai? Tu e Turtwig siete una coppia formidabile...» proferì Pedro richiamando il suo Cranidos nella sua PokéBall: «Accetto di buon grado la mia sconfitta ed io, in qualità di Capopalestra, ti conferisco la Medaglia Carbone! E così hai superato il primo ostacolo, giovane Allenatore. Ma attento: in questo tuo lungo cammino ce ne saranno molti altri... Buona fortuna!»

«Grazie mille, Pedro» disse Lucas stringendo la mano del Capopalestra.

«Bravissimo Lucas!» si complimentò Lucinda correndo verso di lui.

«Insomma... Sei stato bravino! Ma non mi supererai mai, Lucas!» disse Barry per poi scoppiare in una risata.

«Ah, ragazzi! Prima che ve ne andiate, voglio farvi un regalo! Raggiungetemi alla Cava Mineropoli!» disse Pedro uscendo dalla Palestra.

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Capitolo IX

Orologio roccioso

 

Lucas, Barry e Lucinda raggiunsero in fretta la Cava Mineropoli, la quale si trovava nella parte sud della città. Si potevano notare numerosi nastri trasportatori che stavano trasportando numerose quantità di carbone. Lucas non poteva fare a meno di notare la sorprendente collaborazione fra uomini e Pokémon: ogni operaio veniva aiutato da un Machop durante il lavoro e di questo il corvino ne fu molto felice.

 

La Cava Mineropoli era enorme: c’era un via vai di operai che trasportavano dei carrelli pieni di carbone.

«Mineropoli è la prima città al mondo che esporta minerali, mentre al secondo posto c’è Libecciopoli, ad Unima» spiegò Lucinda guardandosi intorno.

Dopo un quarto d’ora circa di camminata, i tre ragazzi cominciarono a stancarsi: «Non è che ci siamo persi?» chiese Barry.

«Non saprei…» rispose Lucas: «Pedro deve essere qui vicino!»

«Mi sembra di averlo visto, è lui?» domandò Lucinda.

«Si, è proprio lui! Pedro, siamo qui!» enunciò Lucas.

«Ciao ragazzi!» disse il giovane Capopalestra: «Vi ho chiesto di venire qui perché voglio regalarvi queste tre cose!» Pedro aprì il suo zaino e ne estrasse due rocce ed un dischetto.

«Ci hai fatto venire fin qui per un paio di stupide rocce ed un dischetto?!» si lamentò Barry.

«Affatto! Questi che ho qui con me sono due fossili e questa è nientemeno che la MN Spaccaroccia! Potete dividervele»

«Wow, grazie mille! Sinceramente a me non interessa averre un Pokémon Fossile perciò… Prendeteli voi, ragazzi!» disse Lucinda.

«Grazie mille! Io prenderò questo Fossilcranio!» disse Lucas.

«Quindi a me non resta che questo Fossilscudo» aggiunse Barry.

«Lucas, Barry: se volete avere i Pokémon Fossili, vi consiglio di passare dal Museo domani! Ci sarà uno scienziato che li trasformerà!» spiegò Pedro.

 

«Fate silenzio, idioti! Dobbiamo cercare di fare silenzio e passare inosservati» Lucas sentì una voce femminile provenire da qualche parte.

«Abbassate la voce» disse: «Ho sentito qualcosa, seguitemi»

Lucas si incamminò verso la parte ovest della Cava, ma si bloccò davanti ad un’imboccatura che portava probabilmente in una parte della Cava inesplorata.

«Voi rimanete qui, io vado a controllare» disse Lucas con tono autoritario.

«Vengo anche io» disse Pedro: «Sono o non sono il Capopalestra di Mineropoli? E poi… questa situazione mi puzza, sento che c’è sotto qualcosa di molto grosso…»

«Perfetto, allora io rimango qui a proteggere Lucinda!» enunciò Barry.

«C-C-C-Chi d-dovresti proteggere t-tu?» sbuffò Lucinda diventando paonazza.

 

Lucas e Pedro entrano nello stretto cunicolo ed avevano quasi raggiunto l’altra parte della Cava.

«Pedro, rimani qui: intervieni solo se ce ne sarà bisogno» ordinò Lucas.

«Ma… No, è troppo pericoloso!» protestò Pedro.

«Fidati di me, so quel che faccio! E poi ho Turtwig e Shinx con me, no?»

Di suo malgrado, Pedro annuì e si fermò. Lucas riuscì a raggiungere l’uscita. Davanti a sé trovò una grandissima stanza piena di pitture rupestri e con uno stranissimo rilievo sul fondo. Il rilievo mostrava una creatura enorme blu che si trovava al centro di un grandissimo orologio molto più grande di lui.

 

Improvvisamente il suo cuore cessò di battere. Il suo respiro si fece sempre più pesante e i suoi occhi persero espressione. Le sue iridi si stavano scurendo pian piano, diventando di un blu oltremare.

Diaaaaaaa

Tutto quanto si immobilizzò.

Quel grido di dolore gli sembrava familiare.

Sono qui…”

 

Quelle parole rimbombavano nella testa di Lucas, che stava quasi per esplodere.

 

Sono qui… Qui vicino a te…

Ti prego aiutami…

Tu che porti il nome di Diamond,

devi aiutarmi.

Salvami…

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Capitolo X

La Storia

 

Lucas si trovava fluttuante in uno grande spazio totalmente buio, e davanti a lui vi era un enorme orologio da cui scaturiva una flebile luce azzurra.

Sono qui Diamond, vicino a te... Salvami... Salvami...

Il corvino aveva uno sguardo vuoto, come se la sua anima l'avesse abbandonato, ma nonostante ciò camminava lentamente verso l'orologio.

«Dove sei?» mormorò il ragazzo.

«Tu che sei una delle prescelte creature,

Tu che sei il Guardiano,

Tu che porti il nome di Diamond...

Preparati all'incombente catastrofe...

e salvami»

 

 

Il ragazzo aprì lentamente gli occhi e si alzò: non si trovava nella Cava Mineropoli, ma non si spaventò. Quel posto gli era familiare e gli dava una sensazione calore. Ci mise poco a capire che si era addormentato sotto un enorme albero, il quale si trovava al centro di una collina ai cui piedi si trovava una piccola cittadina. Tuttavia aveva ancora uno sguardo vuoto e le iridi blu.

Un ragazzino dai capelli biondi corse verso di lui urlando: «Diamond! Forza vieni, Platinum ci sta aspettando!»

«D-Diamond...?»

«Oh? Ti senti bene Diamond? Va beh, non importa: coraggio, andiamo!»

 

Lucas ebbe l'impressione di essere in un deja-vu. Stava nuovamente camminando assieme a Barry per le vie della città: stava rivedendo le stesse case in legno e pietra con le ciminiere fumanti, le stesse persone vestite con una casacca e dei pantaloni in tela, le stesse donne che giravano per le varie bancarelle... Ora che ci faceva caso, anche lui era vestito in modo strano: indossava una casacca beige e dei pantaloni marroni.

«Quanto tempo ci avete messo?!» Platinum pronunciò esattamente le stesse parole che aveva pronunciato una volta. Finalmente capì: si trovava nella stessa situazione di Pearl!

«Scusa Platinum, è che Diamond si era appisolato sotto il Grande Albero!» si scusò Pearl.

«Avrei dovuto immaginarlo... Sei sempre il solito, Diamond! Comunque, che facciamo? Io vorrei esplorare le Antiche Rovine!» disse Platinum mostrando ai due una mappa.

«Antiche... Rovine? Ancora... una... volta?» sussurrò Lucas.

«Ti senti bene Diamond? E' da una settimana che programmiamo questa esplorazione!» sbuffò Platinum.

«Su su, non mi sembra il caso di pensarci su... Coraggio andiamo!» disse Pearl.

 

I tre erano arrivati alle Rovine, distanti un'oretta dal villaggio. Erano un posto assai misterioso: era interamente fatto in pietra e sulle pareti vi erano dei stranissimi segni.

«Facciamo attenzione!» disse Platinum stando attenta a dove metteva i piedi.

«Woah! Ragazzi venite qui!» urlò Pearl, che era già arrivato in fondo alla grande stanza.

Lucas era stupito di rivederlo ancora: in fondo alle rovine vi era quel grandissimo orologio che aveva visto in precedenza, questa volta però era ricoperto da muschio ed era ricoperto dalla polvere. Sentì un improvviso bisogno di toccarlo.

«Che strana costruzione... Non sarà che ci siamo persi? Papà non mi aveva mai parlato di un orologio...» disse Platinum.

«Ed io che pensavo di trovarci qualche tesoro... C'è solo uno stupidissimo orologio!» sbuffò Pearl.

«Orologio...» sussurrò Lucas.

«Davvero pensate che sia uno stupido orologio, ragazzi miei?» una voce esterna sorprese i treragazzi.

«Signor Rowan!» esclamò sorpreso Pearl.

«Forza ragazzi, sedetevi qui con me: vi racconto una storia!» disse l'uomo incitando i tre ragazzi a sedersi attorno a lui.

 

«Allora... Da dove cominciare? Oh sì! Miliardi di anni fa, una maestosa entità diede alla luce tre creature: il Caos, lo Spazio... ed il Tempo, ragazzi miei!»

«Sta parlando di Arceus, Giratina, Palkia e Dialga?» chiese Pearl.

«Proprio così ometto! A loro volta, le tre creature mitologiche diedero vita ad altre tre entità: Sapienza, Emozioni e Volontà! Si dice che gli uomini, una volta che le tre nuove creature apparvero fra di loro, acquisirono i tre elementi fondamentali!»

«Invece questi sono Mesprit, Uxie ed Azelf... non è così?» chiese incuriosita Platinum.

«Oh oh, eccellente piccola Platinum! Ebbene, contemporaneamente alla nascita dei tre elementi fondamentali, nacquero anche tre persone. Attenzione però: non erano delle persone comuni! Erano nientemeno che...»

 

Tic, tac, tic, tac

Improvvisamente Platinum, Pearl e Rowan si immobilizzarono, ma Lucas non fece caso a loro: continuava a fissare quell'orologio. Sentiva che gli mancava qualcosa di importante, ma non sapeva cosa.

Fu allora che lo sentì ancora: Diaaaaaaaa!

Sono qui... Sono vicino a te... Salvami”

Eccomi...

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Capitolo XI

Guai all'Impianto Turbine!

 

Lucas si era finalmente svegliato: si trovava steso a terra con la testa poggiata sul grembo di Lucinda, la quale lo stava osservando. Improvvisamente la ragazza diventò tutta rossa appena incrociò lo sguardo del corvino: «Che cosa è successo?» chiese lui alzandosi.

«Ehm... ecco... Sei svenuto!» rispose semplicemente lei, per poi aggiungere: «Quei tipi ti stavano per catturare, ma fortunatamente è riuscito a scacciarli con l'aiuto di Barry. Invece io... ecco... e-ero qui a controllare se stessi bene!»

«Grazie» sorrise Lucas.

«Finalmente ti sei svegliato! Ci hai fatto venire un colpò!» sospirò Barry.

«Chi erano quei tipi?» chiese il corvino.

«Non lo sappiamo...  Avviserò immediatamente gli altri Capipalestra! Bene, allora io vado: ci vediamo ragazzi! Buona fortuna!» disse Pedro per poi allontanarsi.

«Certo che ci vuole coraggio ad andare in giro vestiti da astronauti... Va beh, qual'è la prossima meta?» chiese Barry.

«Mhm... E' Giardinfiorito!» rispose Lucas osservando la Mappa Città.

«Davvero?! Dobbiamo assolutamente passare dal Venditore di Miele!» esordì Lucinda.

«Io voglio visitare l'Impianto Turbine!» ribatté il corvino.

«Ed io non vedo l'ora di arrivare ad Evopoli... Che schifo: una città piena di fiori!» sbuffò Barry.

«E va bene andiamo!»

I tre ragazzi ritornarono a Giubilopoli passando prima per il Percorso 204 ed in seguito per il Cammino Roccioso. Lucinda ebbe anche l'occasione di incontrare un Budew e di catturalo.

Giardinfiorito era una cittadina grande più o meno quanto Sabbiafine: le casette erano fatte in legno, le strade erano dei sentieri e vi erano fiori dappertutto.

«Che meraviglia!» commentò Barry entusiasta.

«Ma come? Non eri tu quello che odiava i fiori?» replicò Lucinda.

«Appunto! Ma questo profumo… Scalderebbe i cuori di chiunque!» ammise il biondo.

«Già!» affermò la ragazza.

«Beh, che ne dite se visitiamo l’Impianto Turbine?» propose Lucas.

«Perfetto! Ne approfitterò per allenare il mio Starly» disse Barry.

 

L’Impianto Turbine non distava molto da Giardinfiorito: era una costruzione non molto grande, ma sviluppata verso l’alto. I muri erano rossi, sul tetto vi era anche un’enorme elica e sul retro vi erano dei macchinari che Lucas non conosceva. Davanti all’ingresso, tuttavia, c’era un uomo dai capelli azzurri e vestito in modo bizzarro che bloccava il passaggio.

«Di nuovo loro…» sbuffò Lucinda: «Ehy, Lucas ma che fai?»

«Buongiorno signore, non è che per caso potrebbe farci passare? Sa, siamo dei visitatori!» chiese cordialmente Lucas.

«Senti ragazzino, te lo dirò con le buone: o smammi, o smammi! Chiaro?!» rispose scortesemente l’uomo.

«Forse il mio amico non si è spiegato bene… Noi vogliamo assolutamente entrare, quindi si levi cortesemente dalle scatole!» sopraggiunse Barry.

«Che hai detto moccioso?! Adesso sono cavoli tuoi…» l’uomo fece per dare un pugno a Barry, ma Lucinda gli si parò davanti: «Non vorrà mica picchiare una ragazza, spero!»

«E va bene mocciosi, ve l’ho detto con le buone… Ora passiamo alle maniere forti! Muoviti Glameow, falli neri!»

Lucas fece per mandare in campo Turtwig, ma Lucinda lo fermò: «Ci penso io, Lucas! Anche se non sono il massimo nelle lotte… Ce la metterò tutta! Coraggio Piplup, Bollaraggio!»

Il Pokémon Pinguino scese in campo e, dopo un’elegante piroetta, eseguì l’ordine colpendo in pieno il gatto grigio, il quale resistette.

«Glameow, Sfuriate!» replicò l’uomo. Il Pokémon eseguì l’attacco: fece un balzo, affilò gli artigli e graffiò la Piplup. Fortunatamente resistette ed improvvisamente si illuminò di una luce bianca. Dopo che quell’intensa luce sparì, Piplup non c’era più ed al suo posto c’era una figura dalla fisionomia un po’ più alta.

«Priiinplup!»

«Fantastico, ti sei evoluta!» esclamò Lucinda: «Bene, vediamo se sei più forte… Prinplup, usa Ferrartigli!» il nuovo Pokémon eseguì perfettamente l’attacco riuscendo a mandare K.O il Glameow avversario.

«Razza di buono a nulla!» urlò l’uomo: «Non fermerete mai il Team Galassia, mocciosi!»

La recluta corse dentro l’edificio e chiuse a chiave la porta.

«Oh, no! Tutta questa fatica per nulla!» si lamentò Barry.

«Ragazzi, ma lì c’è una bambina!» esclamò Lucas indicando una bambina che piangeva sotto un albero di miele.

«Ehy piccolina, perché piangi?» chiese Lucinda correndo verso la bimba.

«Mio padre… loro…» singhiozzò.

«Loro chi? Il Team Galassia?!» chiese Barry.

«S-Sì… Hanno rapito il mio papà! Ho tanta paura!»

«Non ti preoccupare, piccolina! Salveremo noi il tuo papà!» la rassicurò Lucas.

«Già, li manderemo via a calci!» aggiunse il biondino.

«Facciamo così: tu rimarrai con me per un po’ mentre Lucas e Barry salveranno il tuo papà!» propose Lucinda.

«Okay…» annuì la bambina.

«Purtroppo si sono chiusi dentro…» ricordò il biondo.

«Ehm… Ecco… Prima ho visito due signori che si dirigevano verso il Giardino Bocciolo ed uno di loro aveva una strana chiave che penzolava da una tasca…» disse la bambina.

«Davvero? Grandioso! Svelto Barry, andiamo! Lucinda, prenditi cura di lei!» disse Lucas per poi correre verso Giardinfiorito, seguito poi da Barry.

 

Il Giardino Bocciolo era una collina deserta, piena di fiori e con una casetta in legno in cima.

«Ridatemi immediatamente il mio prezioso miele!» disse un uomo basso e robusto dando pugni all’aria.

«Spiacente nonnetto, questo miele ora è nostro!» ghignò una recluta.

«Ehy, guarda ci sono dei mocciosi!» disse l’altra indicando Lucas e Barry.

«Che volete di qui, mocciosetti?!» domandò con tono arrogante la prima.

«La chiave dell’Impianto Turbine» rispose Lucas.

«E ridate il miele a quell’uomo» aggiunse Barry.

«Hai sentito Jim?»

«Certo Bill!»

«Vogliono davvero sfidare i Fratelli Mercurei, ho sentito bene Jim?»

«Certo Bill!»

«E allora diamogli una lezione!»

I Fratelli Mercurei mandarono in campo uno Stunky ed uno Zubat, i quali attaccarono rispettivamente con Velenogas ed Attacco d’Ala. Il Turtwig e il Monferno di Lucas e Barry incassarono gli attacchi ricevendo poco danno e attaccarono gli avversari mandandoli facilmente K.O.

«Cavoli Jim!» disse Bill.

«Cavoli Bill!» replicò Jim,

«Diamocela a gambe!» propose Bill.

Le due reclute corsero via facendo cadere la chiave dell’Impianto Turbine e il vasetto di miele rubato.

«Grazie mille, davvero! Non so come ringraziarvi! Tenete questa chiave, non mi serve! Grazie ancora!» disse l’uomo.

«Si figuri! Ora, purtroppo siamo di fretta! Arrivederci!» disse Lucas sbrigativo.

 

I due amici ritornarono il più in fretta possibile all’Impianto Turbine, infilarono la chiave nella serratura della porta massiccia e, dopo averla girata, riuscirono ad entrare. L’interno dell’Impianto Turbine era simile al Laboratorio del Professor Rowan: il pavimento e le pareti erano bianche e c’erano un sacco di macchinari complicati. Vi erano inoltre cinque o sei reclute pronte a sbatterle fuori.

«Lucas, non ti preoccupare: a questo branco di idioti ci penso io!» sorrise Barry. Lucas annuì e superò le reclute riuscendo così a salire al piano superiore dell’edificio dove trovò con sua grande sorpresa una donna dai capelli rossi ed un vestito simile a quello delle Reclute.

«Salve moccioso, io sono Martes»

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Capitolo XII

Martes

 

«Che piacevole sorpresa! Questa è la seconda volta che tenti di metterci i bastoni fra le ruote… Se non fosse stato per quell’odioso Capopalestra saresti già bello che morto!» disse Martes avvicinandosi a Lucas.

«Peccato che io non mi ricordi di te, signora» replicò il corvino.

«Già! Eri collassato come una pera… Ma ora basta con i giochetti: dimmi che cosa cerchi, moccioso»

«Voglio che ve ne andiate di qui» rispose secco Lucas.

«Ahahahahah!» Martes scoppiò in una grassa risata: «Davvero pensi di mandarci via ragazzetto? Hai idea di quante guardie ci sono qui?»

«C’erano» Barry raggiunse i due: «Certo che il vostro personale è proprio scarso…»

«Cosa?!» Martes sgranò gli occhi: «Quegli idioti si sono fatti battere da un moccioso come te? Grr…»

«Ho un’idea» disse Lucas: «Se riusciamo a batterti, voi abbandonerete immediatamente l’Impianto Turbine!»

«Invece, se vi batto io, ve ne andrete voi via da qui e non interferirete più con i nostri piani!» replicò la Comandante.

«Bene: il mio Monferno è ancora in forze!» Barry fece per mandare in campo il suo Monferno, ma Lucas lo fermò: «Di questa me ne occupo io, Barry. Coraggio Shinx, falla nera!» disse il corvino mandando in campo la leonessa blu.

«Di certo non fermerà il mio Zubat!» replicò la rossa mandando in campo il Pokémon Pipistrello, il quale era più veloce e, su ordine della Comandante, attaccò Shinx con Tossina.

«S-Shinx…»

«Oh no! Shinx, bevi questo!» disse preoccupato Lucas lanciando al Pokémon un Antidoto. Shinx lo bevve e ritornò in forze.

«No!» urlò Martes.

«Vai Shinx, usa Scintilla» ordinò Lucas. Il leoncino blu corse verso lo Zubat e, con una potente scarica elettrica, riuscì a mandare K.O il pipistrello.

«Dannazione, dannazione, dannazione!» sbraitò Martes: «Ora passiamo alle maniere forti: vai Purugly, usa Nottesferza!» il grosso gatto entrò il campo e con un’agile mossa, colpì Shinx, la quale andò K.O.

«Che potenza…» commentò Barry sconsolato.

«Non cantar vittoria: ho ancora Turtwig!» detto questo Lucas mandò in campo il suo starter: «Turtwig attacca con Foglielama» il Pokémon Tartaruga scaturì le foglioline affilate che colpirono l’avversario, il quale tuttavia aveva subito poco danno.

«Purugly, Sfuriate!» replicò Martes. Purugly fece un salto, affilò gli artigli e si gettò in direzione di Turtwig, il quale, dopo cinque colpi, si accasciò sul terreno.

Lucas rimase pietrificato e non sapeva che fare, aveva davvero perso?

Improvvisamente Turtwig si alzò tremolante in piedi e, con un grido, s’illuminò di un’intensa luce bianca: diventò molto più grosso e il suo guscio si inspessì: «Grotleeee!» ruggì il Pokémon.

«Fantastico, ti sei evoluto!» esultò Lucas.

«Questa non ci voleva!» commentò infuriata Martes.

«Eh già, questa non ci voleva proprio…» ghignò Lucas: «Grotle, usa Assorbimento!» lo starter eseguì l’ordine e riuscì a risucchiare un sacco di vita al Purugly.

«No!!!» esclamò Martes preoccupata.

«E ora Foglielama!» ordinò Lucas ed in seguito Grotle riuscì a mandare K.O il Purugly avversario.

«No,no,no,no,no,no,no,no,no,no…NO!» l’urlo di Martes rimbombò per tutta la stanza: «Non è possibile! Come hai fatto *censura*?! Tu…»

«Comandante Martes…» un uomo anziano che indossava un camice da laboratorio la interruppe.

«Cosa vuoi Plutinio?» ringhiò la rossa.

«Abbiamo raccolto abbastanza energia per il piano, possiamo andarcene» rispose lo scienziato.

«Oh?» l’espressione di Martes cambiò radicalmente e scoppiò in una risata: «Sembra che il mio piano sia riuscito, oh oh! Sono riuscita a farvi perdere tempo!»

«Ammetti semplicemente la sconfitta, no?» disse Barry ghignando.

«Giammai, mocciosi! E ora, addio!»

 

L’Impianto Turbine si era svuotato completamente: di reclute del Team Galassia neanche l’ombra.

«Ragazzi che è successo? Ho visto tutti quei tipi uscire di corsa…» Lucinda li raggiunse assieme alla bambina.

«Papà!» esclamò quest’ultima.

«Oh, tesoro!» un uomo alto e magro corse in direzione della bambina per poi abbracciarla.

«Grazie mille ragazzi, non so come ringraziarvi!»

«Si figuri, in fondo è merito del mio amico Lucas se hanno tagliato la corda!» disse Barry.

«E’ anche merito tuo, Barry: sei tu che hai lottato contro tutte quelle reclute!» replicò Lucas.

«Davvero?!» domandò sbalordita Lucinda.

«Papà, credi che ora il Pokémon Pallone tornerà?» chiese la bambina.

«Spero di sì, cara» rispose l’uomo.

«Pokémon Pallone?» chiese Lucas incuriosito.

«Si tratta di Drifloon: viene qui ogni venerdì!» spiegò l’uomo: «Se vi fermate qui, potrete incontrarlo!»

«Ci dispiace, ma siamo di fretta: entro due settimane dobbiamo essere al Lago Valore» disse il corvino.

«Per vedere il Gyarados Rosso eh? Capisco» esordì l’uomo.

«Qual è la prossima tappa?» chiese Lucinda.

«E’ Evopoli, ma prima dobbiamo passare per il Bosco Evopoli…» rispose Lucas

«Sarà meglio andare ora, arrivederci!» disse Barry.

«Buona fortuna!» esordirono l’uomo e la bambina.

 

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Capitolo XIII

La Bella Addormentata nel Bosco

 

 

Lucas, Barry e Lucinda stavano per uscire dall'Impianto Turbine, quando improvvisamente Barry si scontrò contro un uomo, il quale cadde per terra.

«Ohi, ohi, ohi... Che male! Ragazzino, guarda dove metti i piedi!» lo rimproverò l'uomo.

«Sei tu che dovresti guardare dove metti i piedi, nonnetto!» ribatté il biondo.

«Senti ragazzino, forse non ci siamo ca... Ehy, ma aspetta un momento, noi ci siamo già visti da qualche parte... Tu sei il ragazzino insolente di Giubilopoli!»

«Oh già, tu sei il tipo strambo!» disse Barry: «Ehy, insolente a chi?!»

«No, sarei io che dovrei arrabbiarmi: tipo strambo a chi?!» replicò Bellocchio.

«E' un piacere rivederti Bellocchio, più o meno...» s'intromise Lucas.

«Oh, ciao Lucas! Che ci fate da queste parti?» domandò il poliziotto.

«Abbiamo aiutato una bambina a salvare suo padre. Prima del tuo arrivo c'erano dei tipi che si fanno chiamare “Team Galassia”.» rispose il corvino.

«...E li abbiamo mandati via» aggiunse Lucinda.

«Oh, capisco. Io sono qui perché ho ricevuto una richiesta d'aiuto da una bambina... Cosa?! Li avete mandati via da soli?! Pattuglio un po' la zona!»

Dopo cinque minuti, Bellocchio tornò di corsa dai tre ed esclamò: «Caspita! Siete dei fenomeni!»

«Eh già!» lo assecondò Barry.

«Bene allora, io vado ragazzi! Alla prossima!» disse il poliziotto.

«Arrivederci!» risposero i tre.

 

I tre ragazzi si erano fermati per una sosta: avevano tutti fame e Lucas, che era il cuoco del gruppo, stava cucinando una zuppa di verdure comperate a Giardinfiorito. Si erano fermati in una zona nei pressi del varco che collegava il Percorso 205 al Bosco Evopoli.

«Che buon profumino!» commentò Barry.

«Già!» concordò Lucinda.

«Ecco: è pronto!» disse Lucas versando in tre ciotole la zuppa. Barry, che si stava guardando un po' intorno, notò qualcosa che si muoveva nell'erba alta e si allontanò dal gruppo.

«Dove vai?» domandò Lucinda.

«Ho visto qualcosa!» rispose il biondo. Dopo una decina di minuti, il ragazzo tornò da Lucas e Lucinda con un'espressione vittoriosa.

«Si può sapere che fine hai fatto? Noi abbiamo già finito di mangiare!» sbuffò Lucas.

«Ne è valsa la pena! Ragazzi, sono fiero di annunciarvi che abbiamo un nuovo amico: Buizel!» replicò Barry.

«Wow!» commentò Lucinda.

«Complimenti! Che ne dite se ora ci mettiamo in viaggio?» domandò Lucas.

 

Il Bosco Evopoli era più grande di quanto Lucas si aspettasse. La vegetazione era molto varia, con alberi che andavano dalla quercia al platano. Lucinda notò una ragazza poggiata ad una roccia: aveva i capelli verdi e gli occhi marroni, indossava dei semplici vestiti verdi e dormiva.

«Ehy, signorina! Si svegli, su!» disse Lucinda scuotendo la ragazza lentamente.

«Yawn... chi è?» sussurrò la ragazza.

«Io sono Lucinda!»

«Io invece sono Barry»

«Ed io Lucas, molto piacere! Comunque sia, perché dormivi in un posto del genere?»

«Io sono Demetra. Ecco, vedete... la verità è che ho paura» rispose la ragazza.

«Paura?» domandò perplesso Barry.

«Ehm... è un po' imbarazzante... Sono spaventata all'idea di attraversare il bosco tutta sola...» confessò Demetra.

«Puoi venire con noi!» disse il biondo.

«Già! Noi siamo in marcia verso Evopoli!» affermò Lucinda.

«Davvero posso? Grazie mille! Per sdebitarmi vi curerò i Pokémon ogni volta che ce ne sarà bisogno»

E così i quattro riuscirono ad attraversare il bosco senza molta fatica: il percorso da seguire era intuibile, gli Allenatori erano più che altro impegnati a trovare un percorso per uscire da quel fitto bosco,la Budew di Lucinda si era evoluta in un'elegante Roselia e Lucas aveva catturato una Buneary.

Si fermarono davanti ad un antico maniero, dove Demetra li ringraziò e li lasciò.

«Mhm? Che cos'è?» chiese Barry osservando il maniero.

«E' l'Antico Château... Solo vedendo il giardino ho i brividi...» rispose Lucinda cercando di nascondersi il più possibile dietro Lucas, il quale le sussurrò nell'orecchio: «Ricordi la promessa fatta a tua madre? Stai tranquilla, che ci sono io!»

La ragazza diventò paonazza: «T-T-T-Tu... M-M-M-Mi proteggerai?»

«Ovvio, no?» sorrise lui.

«Ehy, voi! Muoviamoci che si sta facendo buio!» li richiamò Barry.

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Capitolo XIV

Riunione d'emergenza

 

 

Evopoli, ore 01:30 AM

Un cellulare continuava a squillare costantemente. Una ragazza sulla ventina d'anni si avvicinò dondolante all'apparecchio e rispose: «Mhm... Chi è?»

«Gardenia! Sono io, Pedro!» rispose il Capopalestra di Mineropoli.

«Ti sembra l'ora di chiamare? Stavo dormendo!» protestò lei.

«Lo so, lo so... Perdonami, ma è piuttosto urgente...» replicò Pedro.

«Non avrai di nuovo sognato degli stupidi fossili... altrimenti io-» la ragazza venne interrotta bruscamente dall'appassionato di fossili: «No, niente del genere! E' una situazione gravissima...»

«Ehy, n-non mi spaventare... Che succede?»

«Il Team Galassia» rispose secco lui.

«Chi? Quel gruppo di scienziati di Rupepoli?»

«Esatto, proprio loro. Pensavo stessero studiando la mitologia Sinnoniana, ma sento che c'è qualcosa sotto... Qualcosa di molto grosso!»

«Come, come, come? Fermati un attimo: che cosa hanno fatto?»

«Erano qui Gardenia! Abbiamo scoperto una zona della Cava di Mineropoli che non abbiamo mai notato!»

«U-Una zona? Non starai mica parlando della...»

«Sì» rispose Pedro.

«Ma dai, non è possibile! Sappiamo tutti che è una leggenda...»

«Gardenia, ti fidi di me?»

«Certo che sì Pedro, ma...»

«Allora se ti dico che esiste, esiste per davvero! L'ho visto con i miei occhi! Gardenia, c'era veramente l'orologio! Però...»

«Però?» domandò Gardenia.

«E'... E', come dire... Scomparso!»

«Ah ah ah! Come fa a scomparire un orologio? Suvvia, non mi prendere in giro! E' tutto uno scherzo, vero?»

«No Gardenia...»

«E allora, sentiamo: come avresti scoperto questa fantomatica zona?»

«Noi gli abbiamo sentiti!» rispose il Capopalestra di Mineropoli.

«N-Noi?»

«Io e quei tre ragazzi!»

«Quali ragazzi? Non hai mai parlato di ragazzi!» disse Gardenia.

«Sono tre giovani viaggiatori: Lucas, Barry e Lucinda»

«L'hanno scoperta loro?!»

«Lucas ha sentito parlare delle reclute del Team Galassia e allora gli abbiamo seguiti! Poi Lucas, è entrato da solo nella stanza, ma è svenuto!»

«S-Svenuto?»

«Sì, quando l'ho raggiunto stava fissando l'orologio e poi, un attimo dopo, è crollato!»

«Che strano... E poi, che cosa è successo?»

«Poi siamo riusciti a mandarli via. Però, sono tornati! Hai presente Bellocchio? L'agente di polizia che ha contattato Camilla?»

«Ah sì! C'ero anche io quel giorno: Camilla aveva notato qualcosa di strano, ma non ha voluto dirmi niente... Comunque, che c'entra lui?»

«Mi ha chiamato un'ora fa e mi ha detto che si sono fatti vivi di nuovo, questa volta però all'Impianto Turbine»

«Perché proprio all'Impianto Turbine?» chiese la ragazza.

«Hanno rubato un sacco di energia!» rispose Pedro.

«Ora che ci penso, noi qui ad Evopoli abbiamo un palazzo che solitamente usiamo per delle riunioni. Qualche volta lo cediamo al Team Galassia per questioni sconosciute... Che c'entri qualcosa?»

«Non saprei... Comunque sia, Camilla ha indetto una riunione d'emergenza in quel palazzo di cui hai appena parlato. Vieni in fretta»

«Aspetta un attimo-» Pedro aveva chiuso la chiamata: «Spero che non sia nulla di grave...» commentò preoccupata Gardenia.

 

Il Palazzo delle Riunioni era un edificio che si sviluppava su tre piani. Anche Lucas, Barry e Lucinda erano stati chiamati alla riunione speciale e si trovavano in una grande stanza con un enorme tavolo. Vi erano altre sette persone oltre a loro, fra cui Bellocchio.

«M-Mi sento un po' a disagio...» commentò Lucinda.

«Ah ah! Sai, mi ricordi me alla mia prima riunione!» una ragazza bassa e magra, dalla pelle bianca come la neve ed i capelli neri, le sorrise: «Io sono Bianca, la Capopalestra di Nevepoli! Piacere di conoscerti!»

«P-Piacere, io sono Lucinda» rispose la corvina.

«Mi hanno fatto venire fin qui senza dirmi il perché di questa riunione... Che strano! Tu ne sai qualcosa?» domandò la Capopalestra.

«Io ne so quanto te...» rispose Lucinda.

«Uhm... Ci siamo tutti? Un, deux, troix... A quanto pare mancano Omar, Ferruccio e Corrado...» una donna dai capelli bizzarri viola aveva appena fatto la conta ed in seguito aveva dato la parola ad una donna dai capelli lunghi e biondi.

«Grazie Fannie. Sono stati tutti bloccati per il calo di energia che c'è stato oggi: Riva Valore è stata bloccata da un blackout all'albergo, i traghetti di Canalipoli sono stati bloccati per mancanza di corrente ed anche ad Arenipoli c'è stato un blackout... Bene, signore e signori. Siamo qui riuniti per una questione alquanto grave...» disse la donna bionda.

«Camilla, che è successo?» chiese una ragazza dai capelli corti e rosa.

«Procediamo con ordine. Dunque, Pedro ha segnalato un evento che l'ha turbato: puoi spiegarci di che si tratta?» disse Camilla.

«Camilla, se non ti dispiace, voglio far parlare Lucas...» rispose Pedro.

«Chi è Lucas?» chiese la bionda.

«Io» il corvino si alzò in piedi.

«Bene, caro. Spiegaci che cosa è successo»

«Certamente, signora. Cercherò di ricordare il più possibile. Avevo appena vinto la Medaglia di Mineropoli e Pedro ci aveva chiesto di raggiungerlo alla Cava Mineropoli. Una volta arrivati lì, Pedro ci ha regalato degli oggetti e improvvisamente sentii una voce femminile»

«Sei certo che fosse una voce femminile?» domandò Bellocchio.

«Sì, c'ero anche io! Era una donna dai capelli rossi. Si chiama Martes!» s'intromise Barry.

«E tu saresti?» chiese Camilla.

«Mi chiamo Barry e sono un amico di Lucas!» rispose il biondo.

«Lucas, puoi proseguire?» chiese Fannie.

«Allora... Decidemmo di seguirli, però tutto d'un tratto non sentimmo più Martes e ci bloccammo in una stanza. In seguito notai un cunicolo che conduceva in un'enorme stanza con un grandissimo orologio... Tuttavia non ho più ricordi di ciò che è avvenuto dopo...»

«Come mai?» chiese Bianca.

«E' svenuto! L'ho soccorso appena l'ho visto a terra!» rispose Lucinda.

«E tu invece? Chi sei?» chiese Camilla.

«Ick! E-Ehm... I-I-I-I-Io sono L-Lucinda...»

«Su, non essere timida! Non ti mordiamo mica!» sorrise la bionda.

«G-Grazie, suppongo... Comunque: posso far notare una cosa?» chiese la corvina.

«Certo!» rispose Gardenia.

«E tu saresti...?» chiese Barry.

«Io sono Gardenia: la Capopalestra di Evopoli!» rispose la ragazza.

«A-Allora... Questa è la seconda volta che succede...» disse Lucinda.

«Che succede cosa, esattamente?» domandò Camilla.

«Che uno di noi sviene!» rispose la corvina.

«Ah, è vero! Anche io sono svenuto, però in circostanze diverse...» esordì Barry.

«Ovvero?» domandò Bellocchio.

«Ecco... non ricordo bene, ma è successo al Lago Verità. Qualcuno mi chiamava e per un secondo l'ho visto!»

«Chi o che cosa hai visto?» lo incalzò Camilla.

«Non lo so»

«Come non lo sai?!» esclamò Bellocchio.

«Non lo so, punto e basta! Però, mi sembra di aver visto anche un orologio e di aver sentito un ruggito di disperazione...»

«Ruggito di disperazione? Tutto questo è molto strano... Avete entrambi visto un orologio e poi siete svenuti... A questo punto una domanda sorge spontanea...» affermò Camilla.

«Quale?» chiese Bianca.

«E' possibile che abbiano visto lo stesso orologio?»

«E-Ecco... Non so come rispondere...» disse Lucas.

«Neanche io...» concordò Barry.

«Se è così, possiamo supporre che voi siate i-»

 

Camilla venne interrotta da uno stridio che proveniva da degli altoparlanti. Una voce femminile invase la stanza: «Ahem... Prova, prova... Ok funziona! Buonasera a tutti, signori e signore. Qui è Giovia che parla! Sono lieta di annunciarvi che siete stati bloccati all'interno di questa stanza e che non potete uscirne!»

«Che cosa?!» esclamò Bellocchio.

«Proprio così! Il Team Galassia ha ufficialmente conquistato Evopoli! Ora rimanete fermi ed attendete la vostra ora! Ah ah ah ah ah ah ah!!!»

«Ma che diamine? Forza facci uscire!» urlò Barry.

«Spiacente moccioso, non metterete i bastoni fra le ruote al Team Galassia di nuovo! Ed ora, addio! AHAHAHAHAHAHAHAH!!!»

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Capitolo XV

Operazione di riconquista!

 

 

«Argh! Non si apre!» disse Pedro.

«Hanno bloccato anche le finestre...» aggiunse Bellocchio.

«E ora che facciamo? » disse la ragazza dai capelli rosa.

«E' vero...» esordì Bianca

«Quanto sono stupide quelle reclute...» commentò Camilla sorridendo.

«Come fai a sorridere in una situazione del genere?!» sbuffò Bellocchio.

«Noi abbiamo qualcosa che loro non hanno» rispose la bionda.

«Ma non abbiamo abbastanza Pokémon... Cosa potremmo fare contro tutte quelle reclute?» domandò Pedro.

«Ho in mente un piano. Io e Fannie ci occuperemo delle reclute su questo piano; Marzia, Bianca e Lucinda, voi vi occuperete del secondo piano. Pedro, in quanto a te, ho bisogno di un favore...» esordì Camilla.

«Dimmi tutto!»

«Scusa, ma tu dovrai rimanere qui... Dovresti prestare il tuo Cranidos a Bellocchio»

«Oh... Va bene! Non sappiamo cosa potrà accadere quindi, se qualcuno avrà bisogno di soccorso, io sarò qui!»

«Bene siamo tutti pronti?» chiese Camilla.

«Sì!» risposero gli altri.

«Bene, che inizino le danze! Garchomp, Dragofuria!»

Il Pokémon di tipo Drago annuì alla sua Allenatrice, si accovacciò ed in seguito fece uno scatto in avanti, distruggendo così la porta.

«Andiamo!» urlò Camilla. Tutti uscirono dalla stanza e si divisero in gruppi.

 

Camilla e Fannie si erano dirette verso l'atrio, dove c'erano numerose reclute che facevano da guardia.

«Sei pronta?» chiese la bionda.

«Oui! Come hai vecchi tempi?» sorrise Fannie.

«Come hai vecchi tempi! Garchomp, Codadrago!»

In men che non si dica, le due avevano fatto irruzione nella stanza sorprendendo tutte le reclute, le quali mandarono immediatamente in campo i loro Pokémon.

«Mismagius, Fogliamagica!» con un gesto elegante, la donna dai capelli viola diede l'ordine al suo Pokémon, il quale creò delle foglie affilate che colpirono la maggior parte degli avversari.

Nel frattempo, il Garchomp di Camilla, stava eseguendo l'ordine della sua Allenatrice e, con un colpo di coda, riuscì a mandare K.O moltissimi Pokémon.

«Oh, oh! Abbiamo fatto un bel danno eh?» rise Fannie.

«Spero che gli altri stiano bene...» sospirò la bionda.

«Sai, quel ragazzino...»

«Chi?» domandò Camilla.

«Lucas. Ha una strana luce negli occhi... Sento che è speciale...» rispose Fannie.

«Quando l'ho visto, ho avvertito una sensazione strana... Come un'onda di calore... Dopo aver sentito ciò che aveva da dire, ho addirittura pensato che potesse essere il Guardiano Leggendario...»

«Davvero tu pensi che-»

«Non ci pensare! Sarà stata una mia impressione...» sorrise Camilla.

«O-Ok... Non ci resta che aspettare qui: le reclute sono scappate!»

 

Intanto, Lucinda, Marzia, Bianca, Bellocchio, Barry e Lucas erano riusciti ad avanzare al secondo piano. Tuttavia, la scala che portava all'ultimo piano -dove c'era Giovia- era bloccata.

«Se non si apre con le buone, proviamo con le cattive!» esordì Marzia mandando in campo il suo Lucario: «Amico, abbatti la porta con Forzasfera!»

Il Pokémon Aura annuì e, con un gesto, scagliò una potente sfera energetica contro la barriera, la quale si frantumò in mille pezzi.

«Bene andiamo!» esordì Bianca.

I sei stavano per avanzare, quando all'improvviso Lucinda cacciò un urlo: due reclute l'avevano catturata.

«Bel colpo Bill!»

«Grazie Jim!»

«Lucinda!» urlò Lucas correndo verso le due reclute.

«Ah ah! Non così in fretta moccioso, noi due abbiamo un piccolo conto in sospeso con te...» ghignò Bill.

«Già!» concordò Jim.

«Che volete? Volete picchiarmi? Fatelo pure, basta che liberiate Lucinda!» urlò Lucas.

«Lucas...» Lucinda arrossì.

«Signor Bellocchio, Barry, Lucas... Voi andate avanti!» ordinò Marzia.

«Ci occuperemo noi di questi due babbei!» sorrise Bianca.

«M-Ma io...» disse Lucas.

«Lucas, tranquillo! Lucinda si salverà di sicuro!» disse Barry guardando negli occhi il corvino. Per la prima volta, Lucas sentì una grande determinazione da parte di Barry e ciò lo fece sorridere.

«Forza ragazzi, andiamo!» esordì Bellocchio.

 

I tre arrivarono al terzo piano, il quale era tutto occupato da un grande ufficio. In fondo alla stanza vi erano una donna alta, dai capelli e gli occhi viola, ed un uomo.

«Dacci il Pokémon della Luna!» ringhiò la donna.

«I-I-Io n-non so di che parli!» singhiozzò l'uomo: «E non vi darò mai il mio Cleffa!»

«Stupido, insulso, pezzente!» urlò la donna dando calci all'uomo, il quale si accasciò a terra dolorante.

«Ferma!» urlò Barry correndo verso di lei.

«C-Come avete fatto?!» domandò spaventata.

«Giovia, ti dichiaro in arresto!» disse Bellocchio.

«Ahahahah! Vuoi arrestarmi? Spiacente dolcezza!» la Comandante del Team Galassia corse verso il poliziotto e, con un calcio, lo stordì.

«Diamine!» disse Barry digrignando i denti.

«Quanto a voi... Non mi è permesso far male a dei minori, quindi... facciamo così: se perdete contro di me, voi due mi consegnerete tutti i vostri Pokémon! E se invece perdo io, vi cedo Evopoli! Che ne dite?!»

«Ci stiamo!»

«Bene, chi di voi due avrà l'onore di sfidarmi?»

Barry si fece avanti: «Io»

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Capitolo XVI

Connessione

 

«Oh? Guarda, guarda... Non mi voglio battere contro di te, moccioso. E' lui la mia preda!» ghignò lei passandosi la lingua sulle labbra.

Giovia si avvicinò lentamente verso Lucas, ma Barry le prese il braccio e la bloccò. Immediatamente Giovia si fermò e sgranò gli occhi: «Cosa?! S-Sei davvero tu?!»

«Cosa?» domandò Barry.

«Non fare il finto tonto... Quella presa è riconoscibile ovunque!» replicò Giovia.

«Ma che diavolo dici?! Questa è la prima volta che ci incontriamo!» urlò Barry.

«Sei duro eh? E va bene, cambio di programma... Non è il Pokémon della Luna che voglio... voglio te!»

«Scordatelo» disse Lucas.

«Bene allora, biondino... Se vinco io, tu vieni con il Team Galassia, se vinci tu... Ce ne andiamo noi» propose la donna.

«Perfetto!»

 

I due si sistemarono e Giovia mandò in campo un Murkrow, mentre Barry mandò in campo il suo Starly: «Oh oh... Un misero Starly eh? E va bene... Murkrow: vai di Nottesferza!»

Il Pokemon Oscurità si alzò in volo e, avvicinandosi a Starly, sbattè le ali con tutta la forza che aveva generando così un forte vento che fece molti danni alla piccola rondine.

«Argh... Starly, stai bene?» domandò Barry preoccupato.

«St-Starly!» annuì il Pokémon.

«Benissimo, e allora usa Raffica!» ordinò il biondo.

«Murkrow, schivalo!» il corvo evitò l'attacco e colpì Starly con la sua ala.

La rondine si accasciò per terra.

«Starly!!!» urlò preoccupato Barry.

«Ahah! Che poveraccio...» commentò Giovia.

Improvvisamente, lo Starly di Barry si illumminò di una luce rosea. Starly si alzò da terra ed iniziò a trasformarsi, ma quella non era un'evoluzione normale.

«Staravia!»

«Staravia? Wow! Ma... Perché sei ancora illuminato di questa luce rosa?» domandò Barry.

«Semplicemente sublime!» esclamò Giovia.

«Cosa?! Che intendi dire?!» domandò Barry.

«Finalmente ti sei mostrato!»

«Smettila! Che diavolo vai blaterando?!»

«Ma come?! Non sono nata ieri, moccioso! Non lo vedi?! E' lì accanto a te!»

Barry si guardò intorno, ma non vide nessuno. Gli venne allora l'impulso di chiudere gli occhi.

«Non ci posso credere!» esclamò Giovia entusiasta.

Quando Barry aprì gli occhi non era più in sé: le sue iridi erano diventate rosa ed il suo sguardo era vuoto.

«Pearl! Devi venire assolutamente con noi!» disse la donna.

Il biondo non rispose, anzi: con un gesto della mano, ordinò al suo Staravia di attaccare. Sembrava essersi creata una connessione fra lui ed il suo Pokémon.

Staravia aveva colpito il Murkrow, mandandolo K.O.

«Wow!» commentò Giovia: «Fantastico, sublime!»

All'improvviso, però, la luce rosa svanì: Staravia si accasciò per terra, mentre Barry socchiuse la bocca, come se stesse per dire qualcosa, ma collassò.

«Barry!!!» urlò Lucas correndo verso il suo amico.

 

«Abomasnow, Bora!» ordinò Bianca. Il Pokémon annuì e, con un gesto, scatenò una potente bufera di neve che colpì in pieno il Golbat di Jim.

«No!» urlò quest'ultimo vedendo il suo Pokémon cadere per terra.

«Lucario, finisci quello Stunky con Forzasfera!» ordinò Marzia. Lucario allungò un braccio e, girando il capo verso la sua Allenatrice, creò una potente sfera di energia, la quale colpì in pieno la puzzola.

«Non è possibile... Ci siamo fatti battere ancora!» protestò Bill.

«Ora rispettate i patti e lasciate andare Lucinda!» disse Marzia avvicinandosi minacciosamente verso i due. Bill, con uno scatto, corse verso la ragazza dai capelli rosa e la spinse.

«Forse non avete sentito bene, dolcezze... Liberatela. Ora» sorrise Bianca.

Bianca si fece avanti per liberare Lucinda, ma, appena si chinò, Jim la bloccò.

«Lasciami, brutto energumeno che non sei altro!» urlò Bianca scalciando.

«Oh, oh... Vi sembra il modo di trattare due signorine?» sorrise Camilla, raggiungendoli dal piano inferiore.

«Oh no... no, no, no, no!» disse preoccupato Bill.

«Garchomp, gli mostri come si trattano le signore?»

«Chomp!» con un colpo di coda, il Pokémon di tipo Drago, spazzò via, in direzione delle scale, i due gemelli, i quali scivolarono e caddero ai piedi di Fannie.

«Auch... Adesso torno su e le darò una lezione a quella biondina presuntuosa!» sbuffò Bill.

«Oh? Ma chi abbiamo qui?» sorrise la Capopalestra: «Chi sarebbe la “biondina presuntuosa”?»

«Levati!» urlò Jim.

«Scusatemi signori... Quella è la porta!» sorrise Fannie indicando loro il portone.

«Vacci tu!» replicò Bill.

«Scusa? Non ho capito bene... Potresti ripeterlo alla mia cara Mismagius?»

«Magiussss»

«Ah! Ritirata!!!» esclamò Jim.

«Forza Lucinda, vai da Pedro!» disse Bianca.

«No... N-Non voglio...»

«Lucinda, fa come ha detto Bianca» replicò Camilla.

«Io... Devo andare da Lucas!» ribatté la corvina, diventando all'improvviso più determinata. Con uno scatto fulmineo, corse verso le scale e raggiunse il piano superiore.

 

Lucas era ridotto male: era pieno di lividi dappertutto ed un rivolo di sangue gli percorreva il mento.

«Skuntank, ed ora usa Fangobomba!» ghignò Giovia.

«Ferma!» urlò Lucinda.

«Uh?! Chi è ora?» sbuffò Giovia.

«Giovia, lascialo stare...» disse la corvina avvicinandosi alla Comandante.

«Oh, ma è lei! Salve! Scusi, ma ora devo finire il lavoro con questo ragazzino... Lo devo portare alla base. Forse porterò anche il biondino laggiù...»

«Giovia, è un ordine. Lascia stare Lucas» disse Lucinda con freddezza.

«Oh, ma signorina! Insomma, gli ordini sono ordini... Non posso lasciarli qui!» si lamentò Giovia.

«Anche il mio è un ordine. Non vorrai mica cacciarti nei guai, vero?!»

«Uff... E va bene...» la donna fece rientrare il suo Skuntank nella sua Pokéball e si avvicinò ad un microfono: «Ahem... A tutte le reclute del Team Galassia, ritirata! Ripeto, ritirata! Ordini della signorina!»

«Bene, ed ora vattene immediatamente» ordinò Lucinda.

«Agli ordini signorina... Alla prossima!»

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Capitolo XVII

 

Occhi di Valore

 

 

 

 

Diaaaa!

Lucas si trovava immerso nel bianco più puro di tutti. Degli ammassi di una sostanza fumogena, anch'essi bianchi, si muovevano lentamente intorno a lui: sembravano nuvole.

Diaaa! Quel rumore gli rimbombava nella testa costantemente, sembrava una richiesta di aiuto...

Eccomi...

Sono qui...

Davanti a te...

Tu che porti il nome di

Lucas...

Una figura si stava avvicinando sempre di più al corvino, il quale lentamente riuscì a metterla a fuoco: vide prima un paio di scarpe nere che si muovevano verso di lui, poi riuscì ad intravedere un paio di pantaloni marroni ed un'ampia casacca beige, ma soltanto quando vide gli occhi della figura capì. La figura aveva gli occhi dalle iridi blu: un blu intenso che ricordava i fondali marini.

Lucas si bloccò: i battiti del suo cuore accelerarono ed il suo respiro si fece pesante. La figura che aveva davanti... La persona che si era avvicinata... Era... Lucas?

«Ciao, Lucas.»

«C-Chi sei?» chiese a fatica il quattordicenne.

«Chi sono io? ...Io sono te, Lucas.»

Lucas non rispose: era troppo stupito ed impaurito per rispondere.

«Sono Diamond: il te del passato.»

«M-Me? Perché sono qui?»

«Rilassati, Lucas. Non ti farò del male... Ti ho portato qui perché... Ho bisogno di capire.»

Lucas si stupì, ma riuscì a calmarsi: «Cosa vuoi sapere da me, Diamond?»

«Sarò diretto...: chi c'è veramente dentro di te? Non sei più il ragazzo di millecinquecentoquattordici anni fa, Lucas.»

«M-Millecinquecentoquattordici anni fa?!»

«Inoltre... Sei cambiato ulteriormente da quel giorno...» sospirò Diamond

«Quale giorno?» domandò Lucas.

«Il giorno in cui Barry riuscì ad attraversare Il Varco» rispose Diamond.

«Non capisco, Diamond... Che c'entro io con Barry?»

«Non è di Barry che parlo!» urlò il ragazzo.

«Diamond...»

«Pearl, so che sei lì dentro! Dannazione, rispondimi!»

Lucas era molto confuso e non rispose. Cosa gli stava capitando in quel periodo? Prima le misteriose perdite di sensi, poi il Team Galassia ed ora questo...

«Pearl... Ti ho cercato per mille e cinquecento lunghissimi anni... Ti prego: dammi un segno!»

«Ascolta, Diamond.» Lucas prese parola: «Io non so chi tu sia, né tanto meno so chi sia questo Pearl, ma per favore: ascoltami. Io sento che non c'è niente, dentro di me! Se posso esserti d'aiuto, sarò ben felice di aiutarti. Ma ora... Sento che devo tornare da...»

Diamond lo fermò: «Vuoi tornare da lei?»

Il corvino annuì timidamente.

«Ho capito.» sospirò il ragazzo: «Sai, Lucas...» aggiunse: «Sei un ragazzo davvero fortunato... Per favore, prenditi cura di colei che ora dorme in Lucinda...»

«Grazie mille, Diamond» sorrise Lucas.

Diamond rispose a sua volta con un sorriso e all'improvviso una forte luce bianca avvolse Lucas.

«Per favore... Prenditi cura di Platinum»

 

 

Erano passati due giorni, da quando Lucas aveva perso i sensi. Si trovava in una camera del Centro Pokémon, molto luminosa.

Ci mise un po' a mettere a fuoco il soffitto completamente bianco. Sulle sue gambe vi era appoggiato qualcosa... Con fatica riuscì a sedersi e, con tenerezza, si rese conto che la figura appoggiata sulle sue gambe non era altri che Lucinda: probabilmente era rimasta accanto a lui per tutto il tempo.

«Mhm...» la corvina si mosse: «L-Lucas?»

«Buongiorno...»

«Mi hai spaventata tantissimo!» protestò Lucinda: «Non farlo mai più!»

«Scusa...» rise Lucas.

L'Infermiera Joy bussò alla porta della camera di Lucas e, dopo un “avanti” ricevuto come consenso, entrò nella stanza.

«Oh finalmente ti sei svegliato Lucas! Ti sei fatto una dormita di due giorni! Ci sono un paio di persone che vogliono vederti...»

«Oh, ma insomma levatevi di mezzo: vi faccio la multa di centododici miliardi di poké!!!» Barry entrò nella stanza in fretta e furia, minacciando di multa tutti gli infermieri che c'erano in circolazione. Non appena vide Lucas seduto che sorrideva, gli balzò letteralmente addosso, stringendolo come mai aveva fatto prima:

«Oh, Lucas! Vuoi una multa per caso?! Mi hai fatto prendere un colpo!!!»

«Eh, eh... Scusa Barry!» sorrise il corvino.

Improvvisamente, un'altra voce -questa volta femminile- invase il reparto: «Dov'è il mio bambino?! Dove me l'avete messo?!»

Era Olga. La donna, con passo svelto, riuscì a trovare la stanza di Lucas.

«Oh cucciolo mio! Come stai? Che ti è successo?! Stai bene?!»

«Sì, mamma! Sto benissimo, non c'era bisogno che tu venissi qui ad Evopoli...»

«Ma che dici?! Sono pur sempre tua madre, no?!»

«Mhm... Signora, suo figlio sembra essere in ottime condizioni... Potrei dimetterlo...» disse l'Infermiera Joy.

«Meglio così...» sospirò Olga: «Lucas, so per certo che ora riprenderai il tuo viaggio con i tuoi amici, non è così?»

«Sì, mamma. Devo sfidare Gardenia: la Capopalestra della città e poi...»

«Perfetto allora: vi accompagnerò fino a Cuoripoli, ragazzi. Vi va bene?»

«Per me va bene» rispose Lucas.

«Non c'è problema, signora!» sorrise Lucinda.

«L-Lei ci dovrà accompagnare? Che barba...» disse seccamente Barry.

«Mhm? Che hai detto Barry?» domandò Olga con un sorrisetto cattivo.

«I-Io?! N-Niente! Evviva, sono molto f-felice di ciò! Yuppie!»

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