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[Contest di Scrittura] ~CLASH OF THE GYM LEADERS~


Eneru

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                                                                                CONTEST DI SCRITTURA

 

Bene ragazzi, è con grande piacere che do ufficialmente il via all'iniziativa Clash Of The Gym Leaders!

 

Questa che vi sto per presentare è la Fase 1 dell'iniziativa!  Per maggiori informazioni sul completo svolgimento della stessa, ed eventualmente se volete qualche chiarimento su tutto quello che riguarda l'iniziativa, vi invito a commentare in questo topic, oppure potete anche inviare un mp al sottoscritto!

 

Di seguito vi propongo la traccia per il contest:

 

~ Racconta la storia di come un personaggio, ovviamente inventato da voi, riesce a conquistare il titolo di Capopalestra. Sia la regione in cui si trova la palestra e sia il tipo della stessa sarà a vostra scelta.  

 

Regolamento:

Il tema del vostro racconto dovrà ovviamente essere coerente con la traccia del contest!

Il racconto dovrà essere ispirato a un personaggio che ha il sogno di diventare Capopalestra di quella determinata regione e tipo di palestra! Magari potete  raccontare come il protagonista riesce a catturare diversi pokèmon che poi andranno a formare la sua squadra, e successivamente  raccontare come avviene la lotta  per il titolo di Capopalestra, magari inserendo solo pochi particolari della lotta. Potete anche incentrare il vostro racconto sulla sola lotta per il titolo, aggiungendo  qualche dettaglio in più sulla lotta in questo caso.  Sarà una vostra scelta insomma su come elaborare il racconto. Indicare la regione è facoltativo, ma nel caso lo facciate, vi chiedo la cortesia di indicare una regione esistente (Kanto, Sinnoh, Kalos, ecc...)

Non vi sono limiti sulla lunghezza del racconto. Tuttavia non sarà possibile scrivere una Fan Fiction a puntate. L'elaborato dovrà essere inserito in un unico    messaggio! C'è comunque la possibilità di suddividere il racconto a capitoli, l'importante è che venga comunque inserito in un unico messaggio come detto poco  prima.

L'elaborato dovrà essere inedito. E' assolutamente vietato copiare lavori altrui, pena esclusione dal contest e dall'iniziativa.

Il topic dovrà essere usato esclusivamente per postare il proprio lavoro.  Per qualsiasi altra cosa, utilizzate il topic principale dell'iniziativa.

Una volta consegnato il proprio elaborato, non sarà assolutamente possibile modificare nemmeno una sola parola, a meno che non sia permesso da noi      organizzatori, pena esclusione dal contest e dall'iniziativa.  Quindi controllate attentamente il vostro elaborato prima di postarlo in questo topic.

 

Durata del contest:

Dal 23/03/2016 al 31/03/2016 07/04/2016 (ore 23:59)    ***scadenza prolungata

 

Annuncio dei risultati del contest:

Non c'è ancora una data fissa per questo. Il tutto dipenderà da quanto ci metteranno i nostri giudici a valutare attentamente tutti i lavori. In ogni caso appena ci saranno aggiornamenti su quando usciranno i risultati, vi avviserò nel topic principale

 

Di seguito vi riporto i Giudici scelti per valutare i vostri lavori:

 

@Peter_Pan  ~  @-Garou  ~  @Martyny

 

Di seguito invece trovate tutti i partecipanti al contest:  

Spoiler

~ @TheShadowKing   per il Team Lotta        Racconto pubblicato  qui

~ @Nagisa_Hazuki     per il Team Terra        Racconto pubblicato  qui

~ @Toruko                 per il Team Elettro     Racconto pubblicato  qui

~ @Lucario01            per il Team Acciaio    Racconto pubblicato  qui

~ @Crystal96            per il Team Ghiaccio  Racconto pubblicato  qui

~ @Glavial                per il Team Psico        Racconto pubblicato  qui

~ @Forci23               per il Team Normale   Racconto pubblicato qui

~ @Lagertha             per il Team Acqua       Racconto pubblicato  qui

~ @FraktheUchiha    per il Team Fuoco       Racconto pubblicato qui

~ @LittleMudkip       per il Team Drago       Racconto pubblicato  qui

~ @Spyro190           per il Team Volante     Racconto pubblicato  qui

~ @Gosh                 per il Team Erba          Racconto pubblicato  qui

~ @DarkRaikou        per il Team Buio          Racconto pubblicato  qui    

 

 

 

Bene ragazzi, spero che il contest sia di vostro gradimento!  In ogni caso se avete dubbi, soprattutto sulla traccia, non esitate a commentare nel topic principale (che trovate qui) oppure a contattare direttamente me!  

 

Buon lavoro a tutti e in bocca al lupo ^^

 

                                                                                                                                        -Monkey

 

 

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Buonasera...?

E' permesso? *cri cri cri* Ottimo, la fauna di utenti di Pm è a riposo.

Devo approfittarne per postare il lavoro...

 

Innanzitutto, il racconto fa riferimenti ad utenti realmente esistiti e, prima che mi urliate contro, sì, il nome finale E' SBAGLIATO APPOSTA, non sono un deficiente che sbaglia anche il nome del main character di OP

However, eccovi il testo, il cammino di lunga maturazione di...FRAK!

Spoiler

Frak- Storia di un Capopalestra di tipo Lotta

Capitolo 1: Frak

Si alzò, ancora stanco morto. Si guardò intorno e non potè fare a meno di notare 2 biglietti, uno giallo, l’altro azzurro attaccati sull’armadio, vicino alla chitarra. Si lanciò giù dal letto per leggere. “Mi raccomando fa’ il bravo, io devo raggiungere Luminopoli, ci vediamo fra un paio di giorni…Mamma” ridacchiò un poco, poi prese l’altro “Ehi amore, sono sgattaiolata fuori dalla camera poco prima che tua madre arrivasse, ci vediamo al laboratorio, dove partiremo per il nostro viaggio, insieme…Astrid” arrossì un poco: non l’aveva mai considerata la sua vera e propria “ragazza” ma tutto sommato non gli dispiaceva affatto. Scese le scale e infilò la giacca verde e nera, la sua preferita. Prese un paio di quelle ball che suo padre gli aveva portato da Jotho, lo strumento musicale e uscì di casa, ancora con la schiuma da barba su metà faccia: si era dimenticato di radersi, come al solito.

Si avvicinò all’edificio, imponente, che con quei colori scarlatti di sempre, metteva un po’ in soggezione. Nonostante tutto, bussò ed entrò.

<<Avanti, avanti>> ripetè due volte il giovane. Era un uomo sulla trentina al massimo, indossava una camicia color mandarino, con sopra il classico camice. Il naso era un po’ adunco, ma quasi non si notava, guardando i capelli castani ricadere sul viso sbarbato, senza neanche un brufolo o un pelo, tranne i baffetti, ma con dei residui di cenere proprio sotto le narici; non potè contenere uno starnuto.

<<Salute Professore!>> si affrettò a rispondere Frak, in tono molto scherzoso e confidenziale.

<<Ciao Frak, esuberante come al solito, no?>> rispose il professore << Dunque, oggi è il fatidico giorno? Partirai alla scoperta della regione di Kalos?>> proseguì.

<<Così pare…nonostante abbia provato a rimandarlo parecchio, sembra che tocchi anche a me. Mi sembra che a diciotto anni io non sia tanto in ritardo, o sbaglio?>>

<<No, no, sei in perfetto orario>> concluse ridacchiando sotto i baffi. Poi andò verso la scrivania, aprì i cassetti freneticamente, come se qualcuno gli corresse dietro; finalmente, afferrò tre ball: una Pregio ball, una Master ball e una Luna ball.

Frak le guardò stranito. <<E adesso? Non mi mostra i pokemon?>>

<<Purtroppo mi è stato proibito. Come sai, tuo padre Marisio è un fissato con queste “sfide” o “prove” e ha deciso che il tuo cuore sceglierà il tuo pokemon senza neanche vederlo>> Frak si guardò dietro, sbuffando “Quando torni a casa ti stronco papà, te lo giuro” poi si voltò a guardare le ball.

Istintivamente, un allenatore anche alle prime armi, sarebbe andato verso la Master ball, o la Pregio ball, convinti vi fossero contenuti dei pokemon rari, ma lui era un tipo semplice, gli piaceva la sfida complicata, anche se non lo dava a notare: così, afferrò la Luna ball, che tutto sommato lo attraeva di più, e la aprì.

Il Riolu balzò fuori, atterrando sulle zampe posteriori, e sorrise: si vedeva che era un pokemon di suo padre.

<<Penso tu abbia superato la prova, indubbiamente tuo padre avrebbe scelto Riolu. Adesso, pensiamo a cose serie…>> fece per attaccare bottone, quando dalla porta entrò una ragazza con i capelli biondi chiarissimi. Si avvicinò immediatamente a Frak e gli stampò un bacio sulla guancia. Il ragazzo, che stava ancora ascoltando il professore, arrossì imbarazzato.

<<Ehi tesoro, hai scelto il tuo pokemon?>> fece la ragazza, con aria piuttosto sghignazzante. Lui annuì, era pronto per partire, finalmente.

<<Arrivederci, Professor Dante!>> conclusero i due, uscendo dal laboratorio; anche il giovane ricambiò il saluto ma si ritrovò costretto a tornare ai suoi studi: era professore solo da pochi mesi e Platan gli aveva lasciato tutto il lavoro da fare.

Appena usciti, la ragazza cercò di riempirlo di coccole, ma lui la fermò prima che lei potesse andare oltre. Era partito per un viaggio come allenatore, non per la luna di miele.

“Driiiiiiiiiinnnnnn!!” prese a suonare il pokegear. Era suo padre.

Capitolo 2: Non sono ancora “quel” guerriero

<<Ehi Frak! Finalmente ti sei deciso!>> cominciò carismatico il vecchio.

<<Falla finita papà. Ma che razza di prova era quella?>> esordì Frak, ancora nervoso per quella sciocca sfida. <<Era un test. Dai, rallegrati: in 18 anni, ne hai risolti più di 1300! E’ un buon risultato, hai quasi completato 1/10 del mio libro sui tranelli.>> concluse il padre ridendo.

<<Buongiorno Marisio!>> fece capolino Astrid, sbirciando il pokegear del ragazzo.

<<Buongiorno Astrid. Alla fine lo hai convinto>> la ragazza fece gli occhi dolci, e Frak si trovò di nuovo senza nulla da dire.

<<Bene, adesso devo andare, fammi sapere quando diventerai qualcuno ok?>> fece il padre, in tono di sfida. Frak riattaccò, cercando di dimenticare la conversazione, e si diresse verso Novartopoli, la prima città con una palestra.

Il viaggio fu uno strazio: la bionda non la smetteva un attimo di parlare delle cose che avrebbero potuto fare, girando tutta Kalos; lui invece, pensava solo a come superare quello spaccone del padre, e cominciava a credere che Astrid fosse una piattola, dato che non la finiva di blaterare un secondo. Ogni tanto, faticava a sopportarla, data la somiglianza con la madre, l’Ex campionessa di Sinnoh.

Finalmente, i due giunsero a Novartopoli. La città era piuttosto “allegra” così Frak si diresse verso il centro pokemon: Riolu aveva lottato solo una volta, ed era stato eccezionale, ma si era ferito gravemente; in pochi minuti, Riolu fu di nuovo in forze e Frak si diresse in palestra, con il pokemon lotta al seguito. Una volta entrato, rimase appiccicato sull’enorme tela che fungeva da pavimento “Accidenti, anche questo?” quando un allenatore lo fissò, cercando di ingaggiare una lotta; ma il ragazzo e il suo pokemon lo guardarono con uno sguardo iracondo, che avrebbe sconfitto il suo pokemon anche se fosse stato potentissimo. Una volta liberatisi, i due videro la struttura della palestra e, inaspettatamente, il Riolu si mise sulle spalle dell’allenatore. Frak afferrò dei fili del pavimento e costruì una fune di seta; con essa, riuscì a lanciarsi e a raggiungere immediatamente la piattaforma dove si ergeva Violetta, la Capopalestra. Di lì a poco, sarebbe partita la lotta.

Capitolo 3: L’arte marziale suprema

<<Bene, bando ai convenevoli! Io sono Frak, penso che il solo nome sia come un biglietto da visita, e tu sei Violetta. Manda i tuoi pokemon e vediamo chi vince>> esordì il ragazzo, spazientito. La fotografa rimase scioccata, poi sorrise e mandò il suo Surskit. “Perfetto, un pokemon Acqua” sbattè la mano sulla fronte, mandando il suo Riolu. La lotta ebbe inizio.

<< Surskit, vai con Bollaraggio!>> il pokemon Coleottero scagliò delle sfere d’acqua contro l’avversario, che si limitò ad evitarle.

<<Riolu, concludilo in fretta con un Palmoforza>> gli occhi di Riolu si illuminarono di blu, poi la zampa si caricò di energia e si scagliò verso Surskit: un solo colpo e  il piccolo era K.O.

<<Wow, veramente ottimo quel pokemon! Ma vediamo come se la cava contro questo! Vai Vivillon!>> continuò Violetta, mandando in campo un Vivillon con le ali violacee.<<Vai Vivillon, usa Ventargenteo!>> il pokemon Volante produsse delle raffiche, pronte a colpire Riolu; stavolta però, il pokemon Lotta si lanciò in aria. <<Vai con Doppioteam!>> ed egli creò molti cloni di sé stesso. Il Vivillon fu disorientato, indeciso su chi colpire. Frak approfittò della situazione. <<Questa me l’ha lasciata sicuramente papà>> rise, pregustando la vittoria <<Vai con Calciardente!>> esclamò, lanciando all’assalto la marea di Riolu con le zampe infuocate. Inutile dire che il Vivillon andò al tappeto.

<<Complimenti, sei un grande allen…>> ma Violetta non riuscì a terminare la frase: Frak aveva preso la medaglia ed era uscito, senza lasciare tracce.

Il ragazzo accese il pokegear e chiamò Marisio <<Papà. Sono io, Frak. Quando vuoi, sono pronto a diventare il progetto “Arte Suprema”, se l’offerta è ancora valida. Penso sia giunto il momento.>> quello annuì, chiudendo la chiamata.

Pochi istanti dopo, era già su un elicottero diretto agli ex laboratori del team Flare, luogo abbandonato da anni. Il ragazzo fu scortato all’interno dove centinaia di macchinari erano accesi ed emettevano suoni acuti, migliaia di lucine lampeggiavano impazzite; in quel momento, Frak pensò che forse aveva commesso un errore.

<<Eccoti qua, Frak! Finalmente, diventerai il capostipite della famiglia!>> si avvicinò a lui lo scienziato. <<Sì sì, bla bla bla>> replicò il giovane, avanzando.

<<Eccomi papà, sono pronto>> si fece serio tutto ad un tratto. Si posizionò all’interno della cabina, con diversi sensori addosso. Chiuse gli occhi, poi attese; il processo ebbe inizio.

Capitolo 4: I due sono 1…Heartlink

I cavi collegati al ragazzo cominciarono a pompare liquidi, si riempirono di scariche elettriche e Frak strinse i denti: il dolore si faceva fortissimo, il suo corpo non avrebbe retto per molto tempo. C’erano voluti più di 58 test per rendere stabile il progetto, e nonostante tutto, anche suo padre, l’ultimo soggetto, ogni tanto aveva dei mancamenti. Poi un lampo. Il ragazzo aprì gli occhi, ormai pieni di luce azzurra; si staccò i cavi di dosso, aprì a forza la macchina ed uscì. Prima di fuggire, prese una delle ball che suo padre teneva nella sacca e se la mise in tasca.

Il ragazzo si ricongiunse con Astrid e proseguì verso Altoripoli; durante il viaggio, restò zitto, l’esperimento lo aveva “potenziato” ma aveva represso diverse emozioni che avrebbero potuto condizionarne lo stile di lotta. Nonostante ciò, ogni tanto i due si appartavano circa a metà percorso.

Arrivato ad Altoripoli, con soli 2 pokemon, si diresse verso la palestra: una volta entrato, fece uscire Riolu e Scraggy, il nuovo “acquisto”. Tutti gli allenatori della palestra, nonostante lo svantaggio di tipo, si misero a ridere, prendendo in giro il ragazzo. Astrid, che stavolta lo avevo seguito in palestra, cercò di trattenerlo; ma lui era un tipo a cui piaceva la rissa, e pareva che i suoi pokemon non fossero da meno.

Dopo pochissimo, distrusse ogni allenatore della palestra. Lino, il Capopalestra, era scioccato, ma se lo aspettava.

<<Allora, tu sei Frak, giusto? Io sono Lino. Beh, so che sei un tipo che arriva al sodo, quindi…sarà un 3 contro 3 ok?>> Frak annuì, nonostante avesse solo 2 pokemon.

Lino mandò un Onix, mentre Frak mandò il suo Scraggy. Il pokemon Roccia scattò pericolosamente verso Scraggy, ma venne interrotto a metà corsa. Lino era sbigottito, poi guardò il suo avversario: Frak era inginocchiato e teneva l’indice e il medio della mano destra chiusi nella mano sinistra. Ai suoi piedi, la sua ombra si era estesa all’avversario, fermandolo.

<<Adesso, Scraggy, vai con Dragodanza!>> disse l’allenatore, rimanendo fermo nella sua posizione. Il piccolo pokemon Buio fece due giri e fu potenziato. Lino non potè far nulla. Scraggy eseguì altri 2 Dragodanza.

<<Concludilo con Calcinvolo!>> Scraggy colpì con il ginocchio l’enorme avversario, ancora immobilizzato dalla sua ombra, sconfiggendolo.

Lino mandò in campo Amaura. Come prima cosa, utilizzò Geloraggio sul pavimento, rendendo la tattica di Frak inutile.

<<Sorprendente, hai intuito come contrastare una delle mie arti, tuttavia…>> i suoi palmi e i suoi occhi si illuminarono di azzurro. <<Heartlink!>> gli occhi e le zampe di Scraggy si illuminarono allo stesso modo. <<Il mio pokemon forse non sarà eccelso sul ghiaccio, e non potrà conoscere i punti di pressione, ma io sono un asso in entrambe le cose!>> esclamò, cominciando a muovere velocemente le mani. Il suo pokemon riproduceva perfettamente tutte le sue mosse. Poi il ragazzo scattò, e allo stesso modo il suo pokemon, poi prese a colpi l’aria; Scraggy, che si trovava più avanti invece, colpiva ripetutamente il pokemon Ghiaccio in diversi punti, finchè l’Amaura non restò immobile: aveva colpito i suoi punti di pressione, inibendo il regolare flusso dell’acqua semi-ghiacciata all’interno del corpo dell’avversario.

<<Finiscilo con Metaltestata>> Scraggy si lanciò contro il pokemon Roccia con la sua testa d’acciaio. Lino ritirò il suo pokemon andò K.O.

Mandò un Tyrunt, che affondò gli artigli nel ghiaccio.

<<Adesso comincio io! Tyrunt, vai con Rocciotomba!>> Tyrunt colpì Scraggy con diversi massi.

<<E’ inutile: grazie all’Heartlink, posso trasferire ogni mia capacità al mio pokemon!>> disse Frak, ponendo in avanti le braccia, in modo che lo Scraggy facesse lo stesso. Caricò una sfera azzurra. Quando le pietre furono sul punto di colpirlo, il legame si interruppe, la sfera fra le zampe del pokemon Lotta svanì e lui venne colpito. “Diamine” pensò Frak “Uno degli effetti collaterali”. Non fece in tempo a riprendersi che il Tyrunt lo colpì con due Codadrago, sconfiggendolo.

<<Scusami tanto Scraggy>> disse amareggiato, ritirandolo e mandando Riolu.

Capitolo 5: Quella è più o meno mia cugina

<<Bene, Riolu, adesso pensaci tu. Vai con Doppioteam!>> il Riolu creò molti cloni di sé stesso. <<Concludi con Palmoforza!>> tutti i diversi Riolu colpirono con un Palmoforza di massa, sconfiggendo all’istante il povero pokemon Drago.

<<Sei veramente eccezionale, ti concedo quindi questa medaglia…>> era riuscito a dire metà frase, ottimo, ma Frak era già scomparso fuori.

<<Hai vinto ancora eh?>> la bionda gli si era attaccata al collo. Lui, freddo, annuì con un cenno del capo. I due ora dovevano raggiungere Yantaropoli.

Il tragitto fu breve: non catturò pokemon, non c’era alcun tipo Lotta, però restò incuriosito da un Kirlia che lo seguiva da un po’. Tutto sommato, sarebbe potuto divenire un Gallade, quindi non fece tante storie. Era rimasto il solito bambino viziato, non si accorgeva come il viaggio (e le nuove sostanze all’interno del suo corpo) stessero influendo sul suo comportamento.

Arrivati a Yantaropoli, vennero accolti in modo caloroso dai cittadini.

<<E’ lui?>> <<Sì, è proprio lui!!>> <<Il cugino di Ornella?>> <<Sì! Chissà se è forte come lei!>> fecero gli abitanti, esponendo fra loro le proprie opinioni.

<<Perfavore, calmatevi un secondo>> gridò il ragazzo, richiamando l’attenzione su di sé <<Cerchiamo di placare gli animi. Cos’è quest’agitazione? Sono un allenatore come tanti, non voglio favoritismi d’alcun tipo, chiaro?>> la gente ammutolì, poi tornò alla solita routine.

<<Di che parlavano? Cosa c’entra Ornella?>> sussurrò Astrid, non al corrente della situazione.

<<Beh, “quella” è più o meno mia cugina>> le rispose il giovane <<Devi sapere che la mia è una famiglia di allenatori specializzati nel tipo Lotta. Mio padre, Marisio, mio zio, Rudy, mia cugina, Marzia, e così via. Nella nostra famiglia, o si diventa Capopalestra, o Superquattro, o Campione o Asso del Parco, specializzato nel tipo Lotta. E’ una tradizione.>> si soffermò sull’ultima frase, come se quella regola lo bruciasse dentro <<Se ciò non accade, diventi il disonore della famiglia e devi partire e trasferirti a Lavandonia, nella regione di Kanto, dove solo gli spiriti sceglieranno cosa fare di te.>> la ragazza gli strinse forte il braccio, lui ricambiò.

Il ragazzo entrò in palestra, infilò il suo paio di pattini rossi ma stavolta invitò anche la ragazza a seguirlo: cominciava a capire che quel viaggio non poteva proseguire senza lei, e trascurarla non era il modo migliore per dimostrarlo.

Aveva anche fatto amicizia con quel Kirlia, e lo aveva catturato con la sua Friend ball. Finalmente era pronto per la lotta.

Capitolo 6: Tornerò, e ti soffierò il “titolo”

I due, tenendosi per mano, fecero il giro della palestra, lanciandosi più volte con le rampe, dimostrando delle abilità acrobatiche invidiabili; poi Frak si ricordò del contesto in cui si trovava, fece uscire Scraggy e se lo mise in spalla. Sconfisse uno dopo l’altro gli allenatori, finchè non arrivò alla Capopalestra.

<<Cuginetta, ancora non hai perso il titolo?>> la prese in giro il ragazzo. Ornella si mise a mordere il casco che stringeva tra le mani, mentre Astrid dava una gomitata sulle costole al povero allenatore.

<<Bene, iniziamo, conosci già tutte le regole, no?>> fece l’allenatrice mandando un Mienfoo.

<<Voglio proporti una cosa prima. Sai, ora che sono diventato ufficialmente il progetto AS-21, sono deciso a diventare Capopalestra>> a quelle parole, la ragazza strabuzzò gli occhi <<Quindi, sappi che dopo averti sconfitto, recluterò una squadra, tornerò e ti soffierò il titolo.>> concluse, mandando in campo Kirlia.

Il nuovo pokemon di Frak sconfisse facilmente sia il Mienfoo sia il Machoke di Ornella. Poi venne il turno del suo Lucario. Con una sola Forzasfera, mandò K.O il Kirlia, poi riuscì a sconfiggere anche lo Scraggy.

<<Sembra proprio che questa vittoria sia mia>> cominciò a sogghignare la Capopalestra. <<Sai, dimentichi in fretta ciò che dice il nonno. Una battaglia si può decidere anche con l’ultimo pokemon.>> esclamò mandando il suo Riolu. “Heartlink” pensò, utilizzando lo straordinario potere.

Il pokemon Lotta si lanciò contro la sua evoluzione e colpì cotto il mento, poi alla zampa, infine sul bacino: Lucario fu paralizzato.

<<Vai con Palmoforza!>> il piccolo non se lo fece ripetere due volte, lanciando l’avversario contro il muro.

<<Tsk, se pensi che questo sia il mio massimo, ti sbagli! Lucario, MegaEvoluzione!>> e il Lucario cambiò forma, diventando molto più grande e minaccioso. Riolu però, che aveva ripreso quel carattere provocatorio dal suo allenatore, si limitò a ridacchiare e a moltiplicarsi utilizzando Doppioteam.

Mentre l’avversario attaccava alla cieca, da dietro il piccolo pokemon pose le mani una vicino l’altra, concentrò la sua aura al loro interno: l’energia prese forma sferica e una brezza tirò dentro la palestra. Poi, la sfera rimpicciolì tutt’a un tratto e il pokemon, per evitare di perdere l’energia impiegata, rilasciò il colpo, che esplose contro il Mega pokemon, sconfiggendolo.

<<E adesso, non mi resta che sconfiggere il nonno, e finalmente sarò pronto>> disse Frak, allontanandosi con la medaglia.

Capitolo 7: As-1

I due si diressero alla Torre Maestra, Frak aveva un’espressione cupa.

<<Astrid, ti voglio bene, ed è per questo che ti chiedo di restare fuori. Non vorrei mai che fossi colpita dai “residui”>> la ragazza sembrò perplessa, così lui cercò di spiegarsi <<Mio nonno, l’Anziano delle MegaEvoluzioni, è stato il primo della nostra famiglia a sopravvivere agli esperimenti del progetto Arte Suprema. E’ stato considerato il soggetto AS-1, il primo a non riscontrare troppi effetti collaterali, ed è divenuto il capostipite della nostra famiglia, con l’immenso potere dell’Arte Suprema. In pratica, potrebbe distruggere una persona guardandola>> la ragazza annuì, spaventata. Lui, prima di entrare, le diede un bacio “Te lo prometto, tornerò” sussurrò. Poi spalancò la porta e la richiuse dietro di sé.

<<Nonno>> <<Nipote>> i due si squadravano, impassibili.

<<Sei dunque pronto? Vuoi assumere ufficialmente il ruolo di Capofamiglia, nonché Capopalestra di Yantaropoli, eh?>> il vecchio prese una Pokè ball. Frak strinse la Luna ball di Riolu. I due lanciarono i pokemon all’unisono. Il Lucario Shiny del vecchio incrociava lo sguardo del piccolo Riolu di Frak, con aria di sufficienza.

<<Dunque, mi darai il Mega Bracciale di famiglia, se ti sconfiggo?>> continuò il ragazzo, piuttosto teso. Il vecchio annuì, e i suoi occhi si fecero azzurri; Frak eseguì lo stesso movimento, rendendo i suoi occhi del medesimo colore.

I loro palmi si incrociarono, più volte, dando il via ad uno scontro di arti marziali miste: dopo pochi minuti, si erano rotti diverse ossa e non erano in grado di continuare a picchiarsi; così, cominciò la battaglia fra i due pokemon Lotta.

<<Lucario, vai con Ossoraffica!>> il Lucario colpì con l’osso il piccolo Riolu.

<<Riolu, Doppioteam!>> e il pokemon azzurro si moltiplicò, impedendo attacchi precisi all’avversario. Quello però, lanciò Forzasfera, centrando l’originale.

Riolu usò Calciardente, ma venne fermato da Ossoraffica. Poi scatenò Doppiocolpo, ma il pokemon cromatico lo scagliò in aria e lo colpì con Zuffa.

<<Riolu, fermati>> le parole di Frak rimbombarono per la sala <<Non ti sto chiedendo questo>> ma il pokemon azzurro si rialzò, e continuò con attacchi serrati, che puntualmente venivano respinti da Lucario.

<<Adesso basta Riolu!>> al ragazzo cominciarono a lacrimare gli occhi, ma il suo pokemon non si fermava: andava avanti con il doppio della foga. Finchè non cadde a terra e non si mosse più. Sembrava morto.

Capitolo 8: Legami

Riolu era a terra, immobile. Frak lo guardava, sconvolto, mentre si reggeva il braccio sinistro ancora mezzo rotto. Si avvicinò, gli toccò il petto <<Con questo cuoricino sei andato molto più lontano di quanto molti abbiano mai tentato. Non ti lascerò morire. Heartbreath.>> gli sussurrò, rendendo il suo palmo scarlatto. Poi, un rumore sordo. E un altro. Si era rialzato. Le orbite del piccolo erano in preda all’ira, vuote, le zampe anteriori erano ricoperte di energia cremisi e dietro di lui si ergeva lo spirito di un Mega Lucario.

<<E adesso, vai con Crescipugno>> e Riolu si lanciò, con potenza inaudita verso Lucario, distrusse l’Ossoraffica che aveva creato, e lo spedì ai piedi della statua, facendola traballare. Poi ebbe un mancamento e svenne.

Dopo una settimana, il Riolu era tornato in forma, e Frak aveva aggiunto alla sua squadra un Pignite e un Blaziken; con loro, aveva sconfitto anche Amur, Valeriè, Lem e Edel. Con 7 medaglie, adesso poteva permetterselo. Adesso, avrebbe potuto rendere la palestra di Yantaropoli l’ottava palestra di Kalos, la più potente; è vero, non aveva sconfitto Astra, ma solo perché non era di strada. Presto, si sarebbe guadagnato il tanto ambito titolo di 8° Capopalestra.

Si diresse quindi in palestra, con tutti i suoi 5 pokemon al seguito; mise a Riolu un arnese sul polso, convinto che gli sarebbe servito. Poi sfoderò il Mega Bracciale di famiglia che, in maniera simbiotica, si attaccò al suo braccio divenendo aureo.

<<Ornella, ti sfido ad una lotta per il titolo di Capopalestra di Yantaropoli. Sarà una lotta 5vs5 e chi vincerà diverrà il nuovo Capopalestra di tipo Lotta di Kalos. Accetti?>> quella annuì, stringendo il Mega guanto.

<<Sei sicuro di vincere? Tua cugina è piuttosto forte!>> fece Astrid preoccupata. <<Sai, da questa avventura ho imparato molte cose: la prima, è che viaggiare è stupendo, soprattutto in compagnia>> guardò i suoi pokemon, che ricambiarono il sorriso e lo sguardo di intesa <<la seconda, è che non bisogna mai arrendersi, qualunque sia il proprio avversario>> ripensò alla lotta con il nonno <<la terza, è che un amico non si abbandona mai, neanche quando è sul fondo del baratro>> aggiunse guardando Riolu. <<La quinta, invece, è che diverrò Capopalestra, il più forte di Kalos.>> la ragazza ascoltava raggiante, ma si fermò sorpresa. <<E la quarta?>> il ragazzo sorrise, entrò nella palestra e gridò <<La scoprirai più tardi>>.

Capitolo 9: La sfida

Frak mandò in campo Pignite, Ornella mandò Machoke. Una lotta tra pesi massimi. I due si lanciarono l’uno contro l’altro, fermandosi a vicenda. Il pokemon fuoco fu svelto e centrò l’avversario con Fuocopugno; il Machoke cercò di replicare con Breccia, ma andò a vuoto e Pignite sfoderò una serie di Cozzata Zen, sconfiggendolo. Ornella mandò in campo Hawlucha, che non perse tempo e colpì Pignite con Schiacciatuffo. Pignite era allo stremo, così il Riolu di Frak usò Crescipugno su di lui, mandandolo K.O, e se ne tornò affianco all’allenatore, sotto lo sguardo sconcertato di Ornella. Frak mandò Blaziken, che iniziò con Calciardente, bruciando il nemico. Hawlucha sfoderò Colpokarate che andò a segno diverse volte. Poi, Blaziken usò Baldeali, sconfiggendo l’avversario e auto infliggendosi molti danni; come fatto con il pokemon precedente, Riolu lo mandò fuori combattimento con un Crescipugno.

Lei schierò Mienfoo, lui mandò Scraggy. Lo aveva allenato molto e gli aveva insegnato un trucco che solo un pokemon Buio avrebbe potuto apprendere. Quando Mienfoo fece per colpire con Calcinvolo, lui utilizzò Ripicca e Bruciapelo sull’ombra dell’avversario: contro ogni pronostico, il Mienfoo stramazzò al suolo. Scraggy lo finì con Calcinvolo. Il 4° pokemon di Ornella era un Pangoro. Scraggy tentò di attaccarlo, ma l’enorme pokemon avversario lo colpì con due potentissimi Crescipugni. Prima di andare K.O, Riolu lo colpì nuovamente con Crescipugno.

La nuova scelta di Frak fu Gallade, che attaccò con Teletrasporto e Fendifoglia. Venne centrato da un Velenpuntura e rimase avvelenato. Tuttavia, colpì ancora con Forbice X, per poi ricadere all’indietro ed essere sconfitto dal Crescipugno di Riolu.

<<Adesso voglio saperlo. Perché hai sconfitto ogni tuo pokemon con il tuo Riolu?>> il ragazzo ridacchiò, poi si affrettò a rispondere <<Beh, li ho sconfitti tutti con Crescipugno, per aumentare l’attacco di Riolu in previsione dell’ultimo scontro>> <<Ma io ho ancora 2 pokemon!>> replicò Ornella. Poi vide il suo Pangoro cadere a terra in seguito all’Assorbipugno di Riolu. Lei mandò Lucario.

In quel momento entrò Astrid. <<Frak! Corri, è successa una cosa terribile!>> gridò la ragazza. Lui rimase immobilizzato. Non sapeva se finire la lotta o seguirla. Per un attimo, l’impulso di sconfiggere la cugina fu maggiore, ma poi capì che doveva essere qualcosa di importante. Uscì esclamando <<Non è ancora finita!>> la Capopalestra lo seguì a ruota, uscendo anche lei.

Si trovarono di fronte uno spettacolo orribile: il Professor Dante, afferrato da una macchina, privo di sensi; un gigantesco robot, di proporzioni titaniche, che come cuore aveva la meridiana di Fluxopoli. La macchina emise un rumore sordo, e i 3 indietreggiarono. Ornella provò a fronteggiarlo con Lucario e Astrid provò con il suo Absol, ma fu tutto inutile: il mostro meccanico aveva una forza inesauribile.

<<Ehi Riolu, te la senti, no?>> lo incitò l’allenatore. Il pokemon, di tutta risposta, utilizzò Doppioteam e Calciardente, ammaccando lievemente il robot. Poi, Frak tirò fuori 4 Revitalizzanti dalla borsa e li diede ai suoi pokemon, ricaricandoli.

Capitolo 10: Una potenza soprannaturale

La squadra del ragazzo attaccò all’unisono, combinando i propri attacchi. Riuscivano ad evitare i goffi colpi della macchina, ma non erano in grado di provocare danni ingenti. Poi Riolu concentrò l’energia tra le mani: essa prese forma sferica, ma stavolta, il pokemon Lotta si lanciò con essa, andando a colpire proprio il centro della Meridiana. L’energia che si sprigionò lo fece mutare, trasformandolo in un Lucario. Quando ricadde a terra, vide che lo stesso trattamento era stato riservato ai suoi compagni, che avevano raggiunto lo stadio massimo dell’evoluzione. A quel punto Frak levò in alto il suo Mega Bracciale aureo <<E adesso, il potere millenario, che si tramanda di generazione in generazione, in grado di superare confini inimmaginabili. MEGA EVOLUZIONE DI MASSA!>> gridò, premendo tutti e 6 i bottoncini sullo strumento. Immediatamente, Gallade, Blaziken e Lucario si megaevolvettero.

Con questa nuova forza, riuscirono a liberare il Professore, ma non a distruggere la macchina. Il Professore però, levandosi di tasca dei fogli, spiegò che se avessero separato la Meridiana dalla macchina, essa avrebbe perso l’89% della forza complessiva e che l’11% del motore di riserva non sarebbe stato sufficiente a sconfiggere 5 pokemon potenti come quelli.

Così, la squadra di Frak si mise a lavoro, facendo leva sulla meridiana per farla cadere fuori. Il robot cercò di dimenarsi, ma non ci riuscì. La Meridiana si staccò, sotto gli sguardi trionfanti dei 5. Poi però, guardarono in basso e videro che stava ricadendo sopra la città: di sicuro avrebbe travolto il centro pokemon, la palestra e tutte le persone nei dintorni.

Ma prima di toccare terra, arrestò la sua corsa. Il ragazzo l’aveva afferrata al volo, i suoi palmi erano di color porpora, e lui la teneva, quasi come una qualunque persona tiene un Pachirisu.

A quel punto, Lucario si mise al centro e convogliò il Forzasfera completo in una mano: lo potenziò quanto potè, ma era poco più grande di un Gourgeist. Allora, sentì un fruscio, e poi un altro, e un altro e un altro ancora. Tutti i suoi amici avevano posto la loro zampa sotto la sua, dando potenza alla mossa. La sfera aveva raggiunto le dimensioni del Cratere a Crombleburgo. Il Mega Lucario si lanciò in aria, scagliando la mossa contro l’involucro della macchina: la potenza fu tale da spingere il mostro oltre il mare, dove nessuno riusciva a vedere. L’esplosione fu visibile da ogni punto di Kalos. Di lì a poco, le forze di polizia aiutarono Frak a poggiare la Meridiana a terra, per riportarla a Fluxopoli.

Capitolo 11: Sono finalmente “quel” Frak

Il nonno, che aveva assistito a tutta la scena, si avvicinò a Frak e cominciò a parlare.

<<Frak, come membro più anziano della nostra famiglia, nonché progetto AS-1 ed esaminatore di Capopalestra>> questa frase fece sobbalzare Frak <<Ti conferisco il titolo di Capopalestra di Yantaropoli.>> fece per tornare alla Torre, poi aggiunse <<Ah, adesso puoi imporre un limite minimo di medaglie da possedere per sfidare la tua palestra, 8°>> poi se ne andò trotterellando.

Frak si mise a piangere dalla gioia: abbracciò i suoi pokemon uno ad uno, diede la mano ad ogni passante lì intorno, diede un brofist ad Ornella e si rivolse ad Astrid.

<<Prima non ti ho detto il quarto punto, ricordi?>> la ragazza fece cenno di sì col capo. <<Beh, adesso spero ti sia più chiaro>> si mise in ginocchio, tirò fuori una bauletto, lo aprì e all’interno c’era un anello, con incastonata una Megapietra e delle scaglie di Meridiana di Fluxopoli. <<Sai, lo tenevo per una grande occasione>> arrossì un poco Frak, mentre la ragazza teneva le mani per coprire le labbra.

<<Astrid, vuoi sposarmi?>> disse lui tutto d’un fiato.

Silenzio.

Per tre istanti, ci fu un silenzio collettivo. Poi lei gli si gettò al collo dicendo solo “Sì”.

Ogni suo sogno si era realizzato. Nulla poteva andare storto. Infatti, nulla andò storto. Di lì a poco, Astrid divenne sua moglie e la Campionessa di Kalos. Insieme i due formarono il duo più potente dell’intera regione, e vissero felici e contenti…

Finchè non ebbero un figlio, l’attuale AS-22, che, compiuti 15 anni, uscì di casa e partì per un viaggio.

<<Divertiti Vic!>> disse solo la madre, sparendo con la Gardevoir in una nebbia rosea. Il ragazzo, Monkey L. Duffy, detto Victor, stava iniziando il suo viaggio alla scoperta della regione di Kalos, inconscio che nella Luna Ball che gli aveva dato il Professor Dante fosse presente ancora una volta, il fatidico Riolu.

 

Fine

 

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Daje che la vinco per inattività
 

Cronache della Vendetta  SALA-MAND-ER
Prologo

Salah, Mandrigo ed Eriberto sono 3 gemelli. Passano il tempo allegramente fino a quando, una notte, una persona mascherata uccide i genitori
I 3 fratelli prendono strade diverse
Salah per un momento pensa di darsi al Terrorismo per dare la caccia all’assassino, tuttavia cambia idea e va a Roma, dove diventerà bomber(e kebabbaro) di razza. Ma nel cuore ha sempre l’assassino
Eriberto intraprende la via del crimine, salvo dedicarsi anche lui al calcio. Ma era vecchio. Ed ecco che diventa Luciano. Ma si pente, apre un residence in Brasile e torna al suo vero nome. Lui rimosse totalmente il giorno maledetto.
Ma Mandrigo? Se in un primo momento aveva provato a rimuovere, l’odio prevalse su di lui. Si ricordava tutto, ma lo aveva sepolto. Così andò in Brasile. Coltivava il sogno di fare il Capopalestra, ma la vendetta era ancora più importante
Destinazione Eriberto’s Residence
Lui e Eriberto cercarono di ricordare, ma questo fu il massimo a cui arrivarono
“Una persona con una giacca rossa e una maschera che scagliò una pokèball da cui uscì un essere verde”
Mentre Mandrigo si preparò a tornare ad Harmonia, la regione dove lui viveva, lesse sul giornale una tragica notizia. “Ucciso il famoso calciatore Salah” Pianse lacrime amare fino a leggere la dinamica, un essere verde aveva letteralmente squartato il fu top player. Anni diversi, ma stesso assassino
Dovette agire. Partì subito alla volta di Roma. Nel viaggio trova una strana turbolenza. Ignorò e andò avanti. Arrivato a Roma scoprì l’arcano.  Eriberto-Luciano era morto. A Roma la vita era andata subito avanti, ma l’Eriberto’s Residence passò un momento di crisi profondo, anche a causa dell’assenza di ereditari. Da lì al fallimento la strada fu brevissima. Ma Mandrigo, analizzando il tutto, inclusa la camera della morte ,la morte stessa  che è amara e dura ma necessaria nella vita degli uomini, trovò una cosa luccicante.
La pulì e capì ciò che mai ci sarebbe potuti aspettare: L’oggetto era infatti una medaglia della palestra Drago.
Capitolo 1: La Congiura dei Folletti
Mandrigo aveva capito che ci doveva essere un collegamento tra la turbolenza, l’essere verde e la medaglia.
L’assassino doveva essere una persona capace di domare i draghi e comandarli a suo piacimento. Ammettendo che l’essere verde fosse un drago, era anche lui la causa della turbolenza, per il volo veloce tipico dei draghi. Quanto all’identità dell’assassino investigò su Gazi XX, il capopalestra di tipo Drago detto “Senza casata” per l’assenza del cognome. Andò nella città della palestra, Hyrolai e scoprì delle cose interessanti nell’archivio della città. I Draghi, un tempo popolosi, furono uccisi dalla Congiura dei Folletti. I pochi superstiti sono scappati da lì. Cos’era la Congiura dei Folletti e chi la ha tramata era stato censurato opportunamente dal relatore del, Gazi. Tutto divenne chiaro leggendo i pokèmon del Capopalestra, quei pochi dati che si conoscono. Gazi ha 6 pokèmon, tra cui un Rayquaza e un minuscolo Charmender.  E’ solito iniziare le battaglie con Charmender per poi sfoderare il Rayquaza, in gergo tale tattica viene detta “La tattica dei Gazi N’Kolou” così chiamata per la svantaggiosa situazione in cui si trova lo sfidante. Nessuno è mai riuscito a vedere gli altri 4 pokèmon, ma alcuni hanno visto una sagoma a forma di croissant nelle sue scorribanderie, ed è per questo che si pensa abbia un Mega-Salamence.
Era tutto chiaro. L’assassino, Gazi, gira per la città usando il Mega-Salamence per non destare sospetti, ma quando è andato all’assassinio ha usato uno straordinario Rayquaza, e uccidendo Eriberto ha perso la medaglia. Tutto tornava, ma perché? Questo si chiedeva Mandrigo
Capitolo 2: Nascono gli A.S Cipola
Mandrigo aveva tuttavia bisogno di alcuni pokèmon per poter sfidare, e battere, Gazi. Ma non aveva lo straccio di un pokèmon per iniziare. Così pensò:” Se non posso batterlo con i pokèmon, lo batterò in un faccia a faccia”. Andò quindi a rifugiarsi in una sperduta isola al largo di Hyrolai. Lì trovo Macaron, un bizzarro individuo capace di “rilasciare i limiti” così almeno si diceva. Lui era un bambino che insegnò molti segreti a Mandrigo e gli mostrò la grotta del Fairy Dragon, il drago, creduto utopia, capace di vivere a contatto con i folletti. Quel drago era un Hyreigon cieco, allevato da un Cleffa. Un connubio che convinse il buon Mandrigo. Nel mondo c’erano altri 2 Fairy Dragon, un Charizard che viveva sciogliendo l’eccesso di peli di Aromatisse e un Kyurem rincuorato da un Floette. Il team era fatto. Il nome fu scelto da Macaron per aiutarlo. A.S Cipola non desta sospetti
Capitolo 3: Vendetta
Arrivati in città una brutta sorpresa colse Mandrigo e i suoi A.S Cipola. Vendetta, uno strano Drago che aveva il Turbine di Reshiram, la fisicità di Zekrom e l’alitata di Kyurem. Vendetta aveva iniziato il Fairy Torture, una caccia alla Fata in cui tutto ciò collegato alle fate sarebbe stato deportato e ucciso. Questo destino toccò a Mandrigo e ai suoi 3 folletti. I 3 Draghi vennero liberati e dotati di Istinto Animalesco Primordiale, contribuendo alla caccia.
Mandrigo venne separato da Cleffa, Floette ed Aromatisse. Non sappiamo che fine fecero i 3 folletti, sappiamo solo che non torneranno mai più. Mandrigo venne portato da Gazi.
Vendetta, il nome del Drago Dell’Origine
Vendetta, quella che Mandrigo voleva compiere
Vendetta, la parola chiave di tutto
Capitolo 4:  Motivazioni X Vendetta X Il puzzle è completo
Mandrigo ebbe davanti Gazi. La sua prima parola fu “PERCHE’?”, E Gazi rispose :”Lo chiedi a me? Come mai non lo chiedi ai tuoi genitori? Garuda Mensh e Frank Eakul. Loro due hanno architettato la Congiura Dei Folletti. Quella stramaledetta Congiura sterminò i draghi del clan Ru. Già, i Ru, la mia Casata. LORO POSSONO UCCIDERE I DRAGHI E IO NO? GLI UMANI HANNO ESTIRPATO IL POTERE AI DRAGHI E I DRAGHI HANNO SOLO CERCATO DI RIPRENDERSI QUELLO CHE ERA LORO. Ciò che tu non sai è che fu vittima della Congiura l’intero Clan Ru. Non appena ho saputo che quei 2 FIGLI DI JYNX hanno avuto figli ho deciso di uccidere l’intera stirpe, prima che fosse tardi. E ORA LA MIA VENDETTA GIUNGE AL TERMINE’”
Con queste parole affondò il coltello nel cuore di Mandrigo. Ma….
Mandrigo scagliò il coltello lontano e prese la parola.
“D’accordo, i miei genitori hanno sbagliato. D’accordo, la tua famiglia è morta. MA FORSE TU HAI ESAGERATO, SEI SFOCIATO NELLA FOLLIA, FIGLIO DI UN GARBODOR. QUALI DIRITTI HAI PER UCCIDERE TUTTI PER “I DRAGHI”. QUALE DIRITTO HAI?
EAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH”
Con queste parole eccezionali il covo tremò e Mandrigo venne circondato da un’aura nera
Capitolo 5: Ira X Crudeltà X Furia
Mandrigo rimase in quella bolla nera per 5 minuti. Quando uscì la sua ira era totalmente sfociata in un corpo muscoloso , come quello di un trentenne
Gazi chiamò i suoi Draghi, tutti e 6 , in una sfida che sembrava tutto tranne che vinta per Mandrigo
Invece, il buon protagonista sfoderò la sua potenza e con un huppercut divino mandò nell’atmosfera tutti e 6.
Era rimasto da solo contro Gazi
“Calmati ,dai, stai buono su, ciò che è fatto è fatto, i morti non tornano vivi”
Proprio l’ultima frase fece infuriare  il buon Mandrigo , che scagliò in aria Gazi Ru e preparò la sua scintilla .
“Mamma…. Papà…… Fratelli….. SCUSATEMI”

Una frase eclatante che disse prima di dare un pugno lì dove non batte il sole a Gazi Ru.
Gazi Ru era morto, e tutto il devasto era finito. Ma Mandrigo svenne. La tecnica di Macaron portava via la vita. I draghi di Gazi, ora fedeli a Mandrigo, non sapevano cosa fare. Il piccolo charmender colse un fiore e lo posò sul suo corpo.
Era il fiore del Floette, che con il suo ultimo carico di fatalosità fece rinascere Mandrigo
Epilogo
Oggi Mandrigo è il capopalestra tipo Drago di Hyrolai, e lotta con i suoi draghi per difendere la città. I 3 Fairy Dragon che aveva con sé stanno portando la pace là dove solo la guerra bussava. Mandrigo è felice della sua vita, ed è anche innamorato.
Lieto fine? Chissà… un giorno lo scopriremo

FINE

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Buonasera :)

 

Vi posto il mio racconto, con protagonista un semplice ragazzo che dopo un lungo ed impegnativo percorso, diventa capopalestra di tipo acqua. Vorrei prima però fare una premessa.

 

Questo racconto è ambientato interamente a Johto ed è frutto di una fusione di idee che prendono spunto principalmente dal videogioco della generazione di oro, argento e cristallo e anche dall'anime. Nel mio racconto è come se il mondo dei pokémon si fosse fermato alla seconda generazione e tutte le scoperte successive non esistessero. Io, essendo più "vecchiotta" mi sono divertita molto a fare questo salto nel passato, ma magari qualcuno più giovane guarderà i pokémon con una nuova, diversa prospettiva. Non so se ci sono riuscita, so solo che questa è l'impronta che io ho cercato di dare :)

 

Spoiler

Introduzione

Mi sveglio di colpo. Ansimo affannosamente. Non riesco a respirare. Non trovo la luce, sono in un posto che non conosco. “Ah già è vero” mi dico, sono nel letto nuovo, nella casa nuova. Mi sento ancora soffocare. Apro di scatto la finestra e riesco a sentire la brezza del mare. Il mio respiro rallenta un po’, ma non è ancora abbastanza. Mi metto una felpa leggera ed esco dalla camera. Mi dirigo verso la spiaggia: appena sfioro la sabbia il mio corpo inizia a rinvigorirsi e il mio malessere si placa.

La falce di luna è alta nel cielo e brilla in questa meravigliosa sera di fine estate, così decido di sedermi per ammirarla. Il vento e il rumore dell’oceano accompagnano i miei pensieri rendendoli più sereni smitizzando il clima troppo afoso tipico di Fiorlisopoli. Allungo le gambe verso la riva, stendo le braccia dietro la mia schiena e affondo le mie lunghe dita nella sabbia fresca.

Ad un tratto, proprio quando avevo iniziato a rilassarmi, noto che alla mia destra sbucano dalla sabbia ancora bagnata dalle onde, quattro figure bianche costellate di macchie, simili a sassi che non riesco ad identificare. Così alzandomi mi avvicino e li riconosco: sono uova. Scavo nella sabbia liberandone una prendendola tra le mie mani: è grande quanto un melone ma pesa come un mango. La rigiro da ogni lato per osservarne tutti i dettagli e noto che, stranamente,  è calda al tatto, troppo calda. Non faccio neanche in tempo a pensarlo che sento un colpo provenire dall'interno dell’uovo: sta per schiudersi.

Capitolo 1 – L’inizio di una grande avventura

Sento emozioni contrastanti: da un lato sono nel panico, non so cosa fare. Mi chiedo “chi si prenderà cura di queste uova? Posso farlo io? Sarò in grado? Dov’è la loro mamma? Cresceranno bene?”.  Dall’altro lato sono anche eccitato e mi chiedo chi uscirà dall’uovo e se il vederlo nascere potrebbe creare una sorta di indissolubile legame tra me e la piccola incognita creatura che sta per venire alla luce di questa splendida falce lunare. L’uovo continua a scheggiarsi e mano a mano le crepe si fanno sempre più lunghe e profonde. Dopo qualche manciata di secondi riesco ad intravedere qualcosa tra il bianco e il trasparente: sembra una piccola ala ma anche una pinna. Sono piuttosto confuso e aspetto con trepidazione di scoprire qualcosa di più. Ed ecco che sbuca dal basso di quell’uovo ormai quasi completamente distrutto un’appendice verde acqua arrotolata su stessa. Ancora più confuso di prima attendo la rottura completa del guscio. Alla fine riesco a riconoscerlo: è un horsea, maschio, ma non azzurro come quelli che ho sempre visto in tv o nei pokédocumentari, è proprio verde acqua, come avevo notato sin dall’inizio. La mia preoccupazione aumenta, mi chiedo se questo pokémon è malato o se è carente di qualche vitamina o altro ancora. Fortunatamente trovo subito rassicurazione: questo horsea è vispo e felice ed emette dei divertenti versetti per esprimere la sua contentezza. Mentre sentivo al tatto la sua piacevole pelle liscissima, mi accorgo che horsea mi sta chiedendo di lasciarlo in mare indicandolo con il suo dolce muso allungato. Lo libero subito volentieri nel suo ambiente naturale, ma senza perderlo un attimo di vista. Quando horsea si avvicina ai suoi fratelli ancora protetti dai propri gusci, prendo quello più insabbiato. Noto che sul fondo ci sono delle crepe e che il piccolo non riusciva ad uscire proprio perché intrappolato. Anche quest’uovo si schiude e rivela un horsea, stavolta femmina, con il suo colore originario: tra il celeste e l’azzurro.  A breve nascono anche gli altri due piccoli: uno maschio e una femmina sempre dello stesso colore della loro sorellina. I piccoli giocano subito in mare e sembrano tutti in perfetta salute;  noto però, con amaro dispiacere, che i tre fratelli provano un po’ diffidenza per il maggiore diverso dal colore. Li lascio nuotare liberi nell’oceano per un po’ e poi decido di portarli a casa: devo assolutamente saperne di più.

Tornato a casa trovo mia madre seduta al tavolo di fronte all’entrata. Subito mi chiede: “Lyder hai avuto un’altra crisi respiratoria?”. “Sì” rispondo. Accendo la luce e le mostro gli horsea “Ho anche trovato quattro uova che si sono schiuse di fronte ai miei occhi”. Mia madre li osserva meticolosa e nel frattempo arriva anche mio padre; la loro attenzione è subito focalizzata dall’horsea verde acqua. Approfittandone chiedo: “Avete mai sentito parlare di un pokémon dal colore diverso rispetto a quello usuale?” Entrambi scuotono la testa e mio padre aggiunge “Puoi vedere se la veggente del villaggio può aiutarti. Ho sentito parlare di lei molto bene e le sue valutazioni sono considerate infallibili. In ogni caso questi cuccioli mi sembrano in ottima salute. Tu invece stai bene?” “Sì, la crisi è stata decisamente meno violenta del solito. Anche se siamo qui da meno di un giorno riesco già a sentirmi meglio che a Fiordoropoli”. “Questo è l’importante” – dice mia madre – “abbiamo affrontato questo trasferimento proprio perché non sopportavamo più di vederti stare così male”. Viene verso di me e mi abbraccia forte accarezzando anche un piccolo horsea. “Preparo la piccola piscina gonfiabile anche per loro, domani vedremo il da farsi”. Sorrido e rispondo: “Grazie mamma e grazie anche a te papà”.  

Dopo qualche ora, al sorgere del sole mi alzo e mi preparo: il mio obiettivo è raggiungere la veggente. Esco fuori a controllare i piccoli che stanno ancora riposando; decido quindi di fare colazione e aspettare che si sveglino. Finito il pasto torno dai cuccioli che sono già svegli: evidentemente i rumori della cucina hanno interrotto il loro sonno. Tutti e quattro si dimostrano molto felici di vedermi e una mi spruzza anche un po’ d’acqua sul petto bagnandomi la maglietta. Le porgo una pacca affettuosa e prendo tutti i fratelli nelle mie braccia: adesso siamo pronti a scoprire le loro origini.

Le indicazioni di mio padre erano precise e in un baleno mi ritrovo di fronte la casa della veggente. Busso alla porta e una vecchietta dai lunghi capelli bianchi mi invita ad entrare. Ci accomodiamo accanto al tavolo della sua cucina e la veggente inizia a parlare: “Immagino tu sia qui per scoprire di più qualcosa su quell’horsea” dice indicando quello verde acqua. “Sì” rispondo ed inizio a raccontarle i fatti accaduti solo qualche ora prima. “Capisco” mi dice “Non so spiegarti il motivo di quella colorazione, ma posso dirti da dove provengono: dalle isole vorticose. Il mio consiglio è di dirigerti lì se vuoi scoprire di più. Sii accorto però, la strada che dovrai percorrere è lastricata di mille pericoli”. Ringrazio la vecchietta per il suo aiuto e sentendomi in debito, le offro un aiuto in casa o per altri lavoretti faticosi. La donna mi ringrazia dicendomi: “Sei un bravo ragazzo, sono certa che troverai la tua strada. Prova a chiedere a Kirk è un pokéfanatico che vive proprio qui a Fiorlisopoli, potrebbe darti qualche informazione utile”. Ringrazio di nuovo la veggente e mi congedo.

Per prima cosa porto i pokémon al pokécenter e li faccio visitare. L’infermiera, di nome Joey, è stupita dalla strana cromaticità del mio horsea e mi conferma il perfetto stato di salute dei cuccioli. Mi raccomanda di non tenerli troppo lontani da fonti d’acqua per non aggravarne le condizioni, mi consiglia delle alghe marine per nutrirli e su mia richiesta mi indica la casa del pokéfanatico.

Mi rimetto in marcia e in breve giungo da Kirk. L’uomo non mi guarda neanche in faccia prende subito l’horsea verde acqua tra le sue mani e agitatissimo mi urla “dove l’hai preso?”. Un po’ in soggezione e cercando di essere il più educato possibile rispondo “Per favore signore si calmi. Ho trovato quattro uova proprio stanotte sulla spiaggia. Da una è nato l’horsea che ha in mano. Ho cercato informazioni dalla veggente e mi ha consigliato di venire da lei, non sapendomi dire altro se non che provengono dalle isole vorticose”. Alla mia risposta l’uomo si placa “Scusami ragazzo per la mia irruenza. Mi chiamo Kirk e farò il possibile per aiutarti. E tu sei?” “Lyder” rispondo “Piacere di conoscerla”. Kirk mi invita sul retro della sua casa: c’è una landa di sabbia che si affaccia sul mare in mezzo al quale c’è un largo recinto pieno di pokémon acquatici: un kingler, dei remoraid, un tentacool, un qwilfish, un wooper e un pokémon che non avevo mai visto. “Vedi Lyder io sono un collezionista e amante dei pokémon: allevarli mi rende molto felice. Ho fatto costruire quel recinto per i pokémon d’acqua feriti o troppo piccoli. Se te la senti puoi lasciare qui i  tuoi horsea, mi piacerebbe molto studiarli. Ovviamente potrai venire a trovarli ogni volta che vorrai, anche tutti i giorni. Prometto che a loro non mancherà niente”.  Vedendo tutti quei pokémon nuotare felici e in compagnia decido di acconsentire immediatamente alla richiesta di Kirk. “Potresti dirmi che pokémon è quello?” dico indicandolo. “È un mantine” – risponde - un pokémon molto raro che vive solo nel percorso 41, vicino alle isole vorticose”.  Sentito quel nome un brivido mi scorre lungo la schiena “Ti prego dimmi quello sai su queste isole!”. Così Kirk iniziò a raccontare dei mulinelli che le proteggevano e di come fosse difficile raggiungerle, della loro conformazione, degli abitanti, dei loro costumi e infine dei miti su un pokémon leggendario che pare vi si nasconda. Sono stato per ore ad ascoltare i suoi racconti e ad ammirare le sue conoscenze fin quando è arrivata l’ora di tornare a casa. Kirk mi saluta e mi promette di mettermi in contatto con il professor Elm, un suo amico esperto di pokémon che aveva scoperto e studiato le loro uova. Lo ringrazio di nuovo, eccitato di poter parlare con una persona di tale notorietà e ancora su di giri, torno a casa proprio in tempo per la cena. Divoro tutto quello trovo e appena sfioro il letto crollo: a causa dell’altra notte ho bisogno di recuperare sonno.

Capitolo 2 – Il confronto

Il giorno dopo raggiungo la casa di Kirk all’orario concordato: mi aspetta una videochiamata con il professor Elm. Mostro al professore il mio horsea e gli racconto quello che so. Il professore lo guarda estasiato “Eccellente. Il tuo horsea è un pokémon cromatico: è veramente rarissimo! Non so dirti altro purtroppo, non sapevo nemmeno che un pokémon nascesse già cromatico. Posso chiederti un favore? Potresti raggiungere le isole vorticose per saperne di più? Avere delle risposte potrebbe essermi molto utile per le mie ricerche. Naturalmente ti farò avere un pokédex del professor Oak perché io al momento ne sono sprovvisto. Cosa ne dici?” Avrei voluto subito dire di sì ma invece rispondo “Devo chiedere ai miei genitori. Ci siamo trasferiti qui da poco a causa delle mie condizioni fisiche. Le farò sapere tramite Kirk”. E così si conclude la mia telefonata. Kirk mi dice che se avrò problemi con i miei genitori proverà a convincerli. Lo ringrazio e torno a casa.

Ho bisogno di riflettere. Rimando il momento del discorso al giorno seguente.

Il mattino dopo vado di nuovo a trovare gli horsea: devo aspettare l’ora di cena, papà non si libera mai dal lavoro prima di quell’ora. Mi dirigo subito al recinto per salutarli e noto che l’horsea cromatico è molto triste, mentre invece gli altri tre giocano tra di loro. Lo prendo in braccio e gli chiedo come mai e lui guarda con espressione malinconica i suoi fratelli. Per fortuna pare aver legato con mantine che si diverte a fare tante esibizioni per lui. Chiedo a Kirk come può essere possibile questa situazione tra i cuccioli e lui mi risponde che senza l’indicazione e la guida di una madre non è improbabile che succeda. Mi dice anche che se i miei genitori mi daranno il permesso avrò bisogno dell’attacco mulinello durante il viaggio, per non farmi risucchiare dai vortici tipici delle isole. Non avendo un pokémon propongo di portare con me il piccolo cromatico, visto che gli altri fratelli si trovano bene qui a casa sua e di insegnare la mossa al maggiore. Kirk è della stessa opinione e acconsente ma mi avverte che ci vorranno settimane, se non mesi d’addestramento perché horsea è ancora un cucciolo. Mi offre di nuovo il suo aiuto e mi mette a disposizione anche gli altri suoi pokémon per allenarmi. Io gli sono sempre più grato, non so ancora se avrò il permesso di partire, ma dal giorno che l’ho conosciuto lui è stato sempre così generoso e disponibile nei miei confronti. E pensare che per qualche sua stravaganza e il suo amore maniacale per i pokémon molta la gente lo tratta con diffidenza, la stessa diffidenza che gli horsea provano per il loro fratello verde acqua; non riesco a fare a meno di pensare che le persone strane sono proprio loro.

È arrivata l’ora di cena, l’ora del confronto. Sono nervoso: ho paura che i miei progetti, i miei desideri vadano in fumo.  Mi siedo a tavola e mentre mio padre taglia il pane mi chiede: “Lyder hai un’aria strana. Che cosa ti succede?”. “L’ho notato anche io” – aggiunge mia madre - “vuoi forse parlarci di qualcosa?”. A quelle domande il mio nervosismo arriva all’apice. Faccio un bel respiro e inizio a raccontare quello che avevo saputo da Kirk e dal professor Elm. Mio padre, da grande amante dei pokémon, ha sempre nutrito una profonda stima nel professore e spesso seguiva le sue notizie alla radio o in tv; così ho deciso di spiegargli in dettaglio quello che sapevo sperando di ottenere il permesso, sfruttando la meritata fama del professore. La persona che mi preoccupa è però mia madre: non è una iperprotettiva normalmente, ma se sto male lo diventa e le mie crisi d’asma le avevano procurato parecchie notte insonni. Così dopo aver riferito l’accaduto dei giorni precedenti inizio la parte più delicata del discorso su cui avevo tanto riflettuto nelle ultime 48 ore: “Mamma, papà, so bene di chiedervi molto, soprattutto dopo questo trasferimento. Vorrei che voi comprendeste che non c’è cosa che più desidero al mondo che scoprire le origini di quell’horsea che vedo tanto soffrire anche a causa dei suoi fratelli. Mi sento molto legato a lui e la connessione che sento è talmente forte che non c’è cosa che non affronterei pur di aiutarlo. Mi sento responsabile nei suoi confronti e anche della sua attuale situazione; tutto quello che vorrei è vederlo felice. E se questo viaggio avesse anche solo la minima possibilità di aiutare il professor Elm, tanti altri pokémon e allenatori, è un viaggio che sento di dover fare, sia per me stesso che per loro”. Faccio una pausa. “Qualunque sia la vostra decisione potete prenderla con calma perché il mio horsea avrà bisogno di molte settimane prima di poter apprendere mulinello e affrontare il viaggio”. Finito il mio discorso un silenzio assordate pervade la stanza e la tensione sale.

Mio padre è il primo a parlare: “Lyder hai la mia approvazione. Sono convinto che questo viaggio possa essere molto formativo per te. D’altra parte il trasferimento è stato faticoso per tutti quindi lascio la decisione finale a tua madre: non trovo giusto lasciarla in disparte. Sappi comunque che anche se lei preferirà farti restare il nostro non sarà un no definitivo, ma solo per il tempo necessario per farti recuperare a pieno la tua salute”. Lancia un’occhiata indecifrabile a mia madre che sembra interminabile: solo loro sanno quello che stanno comunicando l’uno all’altra. Lei è assorta in silenzio per alcuni minuti e poi con gli occhi lucidi volge lo sguardo verso di me ed esclama: “Lyder sei sempre stato un ragazzo generoso e coscienzioso. In questo periodo sei maturato molto, si vede da come parli di quell’horsea. Puoi ben capire ora cosa significa la preoccupazione di un genitore verso i propri figli o quantomeno quella di un fratello maggiore verso i più piccoli. Come tu faresti di tutto per quel pokémon io farei la stessa cosa per te: non ho nessuna intenzione di impedirti di viaggiare, nonostante i miei timori. Promettimi solo che sarai prudente, non correrai inutili rischi e che sarai sempre vicino al mare e respirerai aria pulita.” Subito corro ad abbracciare mia madre che mi stringe piangendo. Con la coda dell’occhio intravedo mio padre che si asciuga una singola lacrima. Sorpreso mi fa l’occhiolino e mi sorride: anche lui è contento della decisione della mamma.

Capitolo 3 – Non devi farti intrappolare!

Il mattino successivo corro subito da Kirk a riferirgli la buona notizia e iniziamo l’allenamento. Lui lancia un’ultraball ed esce un machamp e gli ordina: “machamp entra in acqua e utilizza un movimento sismico per creare un vortice e mi raccomando se horsea viene risucchiato stai attento a non fargli male”. Io sono stupito ed esclamo: “Allora non hai solo pokémon d’acqua!”. “No” – mi risponde – “ma dato che siamo sul mare è il tipo di cui ho più esemplari. Sto usando machamp piuttosto che un pokémon d’acqua perché è uno dei più veloci e potenti che possiedo; inoltre ho l’assoluta certezza che sappia controllare la sua forza”. Annuisco e mi rivolgo ad horsea “Ti senti pronto?”. Il cucciolo assume un’espressione fiera e determinata, fa un cenno col capo e dalle mie braccia si tuffa poco distante da machamp. Quest’ultimo inizia a girare su ste sesso creando la corrente d’acqua più forte che abbia mai visto e il povero horsea non riesce a resistere nemmeno per pochi secondi. Machamp si ferma in tempo e afferra il piccolo con una delle sue mani e lo rassicura: non ha alcuna intenzione di fargli male. Ripetiamo l’allenamento a lungo cambiando l’intensità della velocità di machamp e incoraggiando il piccolo senza interruzioni. Poi ci fermiamo e mentre horsea e machamp si riposano, io torno a casa: l’allenamento per oggi è più che sufficiente. Torno nel pomeriggio per giocare con tutti i cuccioli e gli altri pokémon di Kirk e per parlare con il professor Elm: devo ancora comunicargli che posso partire per le isole vorticose! Lo studioso è molto compiaciuto, mi consegna attraverso l’apparecchio un pokédex del pofessor Oak e sei pokéball che mi saranno utili per il viaggio. Ricordo ad Elm che non posso partire prima di aver completato l’addestramento e lui mi dice che non c’è fretta ma che devo allenarmi con rigore e costanza. Ringrazio il professore e anche Kirk: senza di lui non avrei mai avuto questa possibilità.

Susseguono giorni, settimane intense dove l’allenamento viene esteso e prolungato nella sua durata ogni giorno. Horsea lavora con costanza e si fida ciecamente di machamp: ormai non ha più bisogno di incoraggiamenti perché la sua stessa motivazione è più che sufficiente. All’inizio per aumentare le sue doti lo facevo combattere contro i suoi fratelli, ma ora che è diventato molto più forte degli altri si allena con i pokémon più deboli di Kirk. Un giorno, mentre si stava scontrando con tentacool vedo che lancia un globo d’acqua estremamente potente contro la povera medusa, tanto da metterla k.o. Apro quindi il pokédex che dice: “octazooka, mossa esclusiva di octillery”. Cerco di corsa Kirk chiedendogli spiegazioni, ma lui non sa davvero cosa rispondermi. Così per saperne di più contattiamo subito il professor Elm. Elm è affascinato dalla questione e mi dice che sebbene non abbia mai visto questo caso nello specifico non è inusuale che il padre trasferisca automaticamente i propri attacchi al figlio durante il concepimento. “Quindi concludendo il padre dei tuoi horsea deve essere un octillery. Forse l’accoppiamento di due specie diverse ha aumentato la possibilità di rendere cromatico uno dei cuccioli” dice. “Certo che il mistero del tuo horsea si fa sempre più intrigante. Quanto ti manca alla fine dell’addestramento?” “Poco” rispondo “il piccolo è quasi pronto”. Saluto il mio horsea orgoglioso promettendogli di ritornare il mattino successivo come ogni giorno.

All’incirca una settimana dopo il mio horsea riesce a contrastare il vortice creato da machamp nella sua massima potenza: finalmente l’addestramento è concluso! Horsea è felicissimo e saltella da una parte all’altra dell’acqua. Anche i suoi fratelli e gli altri pokémon sono contenti: tutti ora nutrono lui per un grande rispetto per essere riuscito in quest’impresa così piccolo. Kirk mi passa una delle pokéball del professor Elm e mi dice: “Adesso è il momento di catturarlo”. Prendo la ball in mano e rivolgendomi ad horsea gli dico: “Tu sei pronto?” Il pokémon mi guarda con un misto di solennità e contezza, così lancio la pokéball. Si muove per 1, 2, 3 secondi e poi si chiude del tutto: ho catturato un horsea, il mio horsea! Kirk si congratula e mi porge un’altra ball ma stavolta diversa con la parte superiore azzurra e rossa. “Ma quella è… è una delle ball fatte dalle ghicocche di Franz!” “Sì” - mi risponde lui - “me ne sono procurata una scorta quando ho visitato Azalina. Ogni anno gliene commissiono un po’. Accettala questa è la ball di mantine: lui si è affezionato molto al tuo horsea e sarà felice di trasportavi sul suo dorso lungo il viaggio. Del resto non potevi mica usare il surf in groppa al piccolo horsea, peserai 7 volte tanto”. Sorrido alla battuta di Kirk e gli dico che non so come sdebitarmi per tutto quello che lui ha fatto per me e lui tranquillo mi risponde: “Mi hai già regalato 3 horsea con octazooka una mossa unica nel suo genere. Mi sembra uno scambio equo ti pare?”. Alle sue parole mi getto addosso a lui e lo abbraccio. Kirk è un po’ in imbarazzo, non se lo aspettava, mi dà una bella pacca sulla spalla ritraendosi e congedandomi esclama: “Ora va, verrò a salutarti domani con gli altri horsea prima della tua partenza”.

Torno a casa in un lampo racconto tutto ai miei parlando a macchinetta, tanto da doverlo ripetere due volte e piano. Mia madre pronta sfodera uno zaino pieno di tutto l’occorrente possibile: vestiti, biancheria, sacco a pelo, cibo, saponi, medicinali, pozioni e cibo per pokémon e chi più ne ha ne metta. Ceniamo tutti insieme e avverto nell’aria un misto tra nostalgia, rassegnazione e contentezza: i miei non vorrebbero che partissi ma sono comunque contenti che lo faccia. Mi metto subito a letto sforzandomi di prender sonno, ma con scarsi risultati perché sono troppo euforico. Nel mezzo della notte finalmente crollo addormentato.

Il mattino successivo i miei genitori mi accompagnano al punto d’incontro con Kirk. Io e horsea salutiamo lui e i suoi fratelli. Kirk mi porge un contenitore: “è succo di bacca menta” – mi dice – “shuckle l’ha preparato appositamente per te, pensando che non potrai berlo per un po’ e che ti aiuterà a stare sveglio”. Sorrido al pensiero di tanta premura del pokémon che era ritornato in possesso del pokéfanatico solo recentemente. Mio padre intanto coglie l’occasione per ringraziare quell’uomo che mi aveva tanto aiutato. Mentre mia madre mi abbraccia quasi soffocandomi, lui si avvicina e mi porge il suo super amo preferito esclamando: “Figlio mio fanne buon uso. Sono sicuro che ti porterà fortuna”. Apro la esca ball di mantine e salgo sopra il suo dorso; saluto tutti quanti dalla riva e parto: il mio piccolo horsea ci segue di fianco.

Capitolo 4 – Isole vorticose sto arrivando!

Mantine mi trasportò instancabilmente per ore fino ad arrivare di fronte al primo vortice. Estraggo la pokéball in cui avevo ritirato horsea per farla riposare e gli ordino: “horsea usa mulinello!” Il mio pokémon inizia così a scatenare lui stesso un altro vortice uguale e contrario a quello naturale: il risultato è che poco dopo l’acqua si placa. “Bravissimo horsea, finalmente ci godiamo i frutti del tuo allenamento”. Con un balzo horsea salta tra le mie braccia e mantine prosegue nel percorso dimostrando approvazione con il suo tipico verso.

Durante il viaggio non ho avuto molti problemi e ho incontrato molti pokémon d’acqua. La maggior parte erano tentacool e con l’amo ho pescato qualche magikarp ma li ho liberati tutti quanti. Verso sera finalmente arriviamo ad un’isola: l’isola punto blu. Sbarcati a riva ritiro mantine e horsea nelle proprie ball e noto che la città è piena di addobbi: sembra proprio che ci sia un festival in corso. Eppure non trovo nulla di particolare. Mentre mi giro attorno cercando di capirne di più, vedo la ragazza più bella che abbia mai visto: dei lunghi capelli color viola le ammorbidiscono il viso con una frangia in mezzo alla fronte, i suoi occhi scuri sono grandi ed espressivi, la sua bocca lunga e sottile, le sue mani piccole e affusolate. Indossa un vestito di un bianco così splendente da abbagliarmi, quasi come se gli ultimi raggi del sole in tramonto si dirigessero sulla sua figura solo per lei, catturati come me dalla sua immensa e delicata bellezza. Un drappo azzurro le scende dalla spalla destra fino a cingerle il fianco sinistro del suo corpo esile e magro; in mano tiene un scettro d’oro che racchiude un globo di zaffiro incastonato: sembra proprio una dea greca. Colto come da un richiamo irresistibile, mi avvicino verso di lei per parlarle, ma una donna in divisa mi ferma. “Che intenzioni hai ragazzo?” – mi intima - “Non avvicinarti oltre alla sacra sacerdotessa Maya”. La sacerdotessa la ferma: “Agente Jenny si calmi, questo ragazzo sembra avere buone intenzioni.” Rivolgendo la sua attenzione verso di me mi chiede: “Come ti chiami?”. Alla sua voce il mio battito inizia ad accelerare e con voce sommessa esclamo: “Lyder. Scusate non era mia intenzione disturbare, volevo sapere perché ci sono tutti questi addobbi. È in corso qualche evento particolare?” “Come non lo sai?” – ribatte l’agente Jenny – “c’è la competizione della coppa vortice che si svolge sull’isola roccia rossa ogni tre anni. Possono partecipare solo pokémon d’acqua.” La sarcerdotessa interrompendo l’agente Jenny mi chiede: “Se non sei qui sull’isola punto blu per la coppa vortice, come mai ti trovi qui?” Estraggo la mia pokéball e faccio uscire horsea dicendo: “Sto cercando i suoi genitori”. Maya, incredula, si avvicina e domanda al mio pokémon di raccontarle la sua storia. Il mio horsea inizia a fare una serie di versi per me incomprensibili. Stavolta sono io ad interrompere, stupito: “Come fai a capirlo?”. Maya con naturalezza mi spiega che il suo scettro grande zaffiro chiamato “lo Spirito del Mare” le permette di comunicare con i pokémon acquatici. Mi racconta anche la leggenda degli eroi del mare che secondo la tradizione vivevano sott’acqua ed erano in grado di comunicare con i pokémon che vivevano insieme a loro e che questo scettro sia tramandato alle sacerdotesse di generazione in generazione da allora. Affascinato dal racconto le chiedo come partecipare alla competizione e l’agente Jenny mi indica la strada per il centro pokémon dove posso iscrivermi. Maya si premura anche di darmi delle indicazioni per raggiungere l’isola roccia rossa. Mi dice anche che vorrebbe sapere di più sul mio horsea non avendone mai visto uno di questo colore e mi invita a raggiungerla sull’isola la sera prima della competizione. Felicissimo della richiesta di Maya, acconsento senza esitazione, ringrazio le due donne e mi dirigo con calma e la testa fra le nuvole verso il centro pokémon.

Arrivato a destinazione chiedo all’infermiera Joey di iscrivermi alla gara, dopodiché ceno e nutro i miei pokémon con del cibo preparato da mia madre appositamente per loro. Finito il pasto faccio una videochiamata a Kirk. Appena compare sullo schermo lo saluto e gli racconto del mio viaggio appena iniziato. Mi sembra più scostante rispetto a come si comporta di persona, ma del resto nonostante la sua infinita disponibilità non è mai stato molto espansivo. Gli chiedo se conosce la coppa vortice e lui esclama: “Certo che stupido, cade quest’anno. Come passa in fretta il tempo, questi 3 anni sono volati. Come l’hai saputo? Al centro pokémon?” “No” - rispondo - “ho visto gli addobbi e ho chiesto ad una ragazza. Era Maya” - dico arrossendo - “la sacerdotessa”. Kirk fa un sorriso sghembo e mi dice: “Sembra che tu ti sia preso una bella cotta vero?” “Può darsi” borbotto arrossendo ancor di più e cambio argomento. Segue una videochiamata ai miei genitori dove racconto ogni dettaglio a mia madre e le assicuro di stare bene, benissimo. La giornata è stata molto stancante così finita la videochiamata lascio i miei pokémon acclimatarsi nella piscina del centro piena dell’acqua dell’oceano e mi ritiro sotto le lenzuola. Nonostante la fiacchezza del mio corpo, la mia mente è sempre attiva, costantemente fissa su un unico pensiero: Maya.

Capitolo 5 – Due incontri interessanti

Il giorno seguente mi sveglio all’alba e ancora elettrico e un po’ intontito prendo un caffè per affrontare il viaggio. Mentre mi dirigo verso la riva un allenatore mi sfida. La vittoria è rapida e facile perché il mio avversario è ancora alle prime armi. Durante la traversata con mantine uso il mio amo con uno scopo ben preciso: catturare un pokémon utile per la coppa vortice. Dopo tanta attesa l’amo vibra tra le mie mani: qualcosa abbocca! Il pokémon sembra leggero e con un breve balzo lo tiro su. È blu con gli occhi e antenne gialle; apro il pokédex che dice: “chinchou pokémon dal doppio tipo sia acqua che elettro”. Intrigato dalla descrizione, consapevole della superefficacia del tipo elettro sull’acqua, lancio la ball di horsea, deciso a catturarlo. Il chinchou è molto vivace; questo non fa altro che aumentare il mio desiderio di ottenerlo. “Horsea” - grido - “usa pistolacqua”. Al mio ordine lui scatta e l’acqua incomincia ad uscire dal suo muso allungato, veloce come un proiettile. Il chinchou si scansa ma non abbastanza veloce da evitare del tutto l’attacco: viene colpito all’antenna proprio la sua parte più sensibile. L’avversario non si perde d’animo e sfoggia un attacco scintille. I piccoli fulmini si ramificano il linee sottili e lunghissime colpendo a pieno il mio povero horsea. “Horsea vai sott’acqua” e il pokémon esegue. Il chinchou lo cerca; non ha nemmeno il tempo di trovarlo che il mio velocissimo horsea risale in superficie e sfoggia un attacco che non avevo mai visto: un raggio di luce color arcobaleno colpisce in pieno il chinchou mandandolo a tappeto. Nel mentre il pokédex che era rimasto ancora aperto esclama: “raggiaurora, mossa di tipo ghiaccio. Oltre a procurare danno diminuisce anche l’attacco dell’avversario”. Mentre lancio la pokéball del professor Elm i miei occhi brillano: quando smetterà mai di stupirmi questo piccolo amico? La cattura è immediata così decido di far uscire il chinchou e di dargli una bacca curativa.

Seguono giorni di sfide e allenamento tra le quattro isole vorticose. Io e i miei pokémon diventiamo sempre più forti, sempre più abili.

Finalmente arriva il momento che tanto aspettavo: l’incontro con Maya. L’impazienza e l’irrequietezza mi avevano portato a isola roccia rossa da già un giorno. Più la sera si avvicina e più divento nervoso: cosa mi dirà? Come devo comportarmi? Cosa vorrà sapere? Rimuginando continuamente e con tanti pensieri nella testa arrivo in anticipo al luogo dell’appuntamento: l’arena vortice. Questo campo di battaglia mi ricorda gli anfiteatri circolari romani dove combattevano i gladiatori, con una piccola ma sostanziale differenza: al posto del terreno sabbioso c’è una grande piscina d’acqua salata che comunica con il mare, con degli scogli larghi che si ergono dalla sua superficie a svariate altezze. Quando la luce del sole cala, l’illuminazione si attiva rendendo il luogo ancora più suggestivo. Puntuale come mi aspettavo, Maya si presenta pochi minuti dopo il tramonto. Mi saluta con la mano e fa il gesto di sedersi accanto a me sul prato. “Aspetta” le grido  “ti sporcherai l’abito” e in men che non si dica tiro fuori una coperta leggera e la stendo sul prato. Lei mi rivolge un sorriso e io sento un fremito lungo tutto il corpo. Mai avrei pensato di sentire una sensazione così forte. Lei non si perde in convenevoli e mi chiede la storia completa di horsea, io non mi risparmio e le racconto tutto: il trasferimento, le uova, la veggente, Kirk, il professor Elm, i miei genitori e infine le peculiarità dei miei tre pokémon. Le chiedo di raccontarmi del suo ruolo di sacerdotessa e la storia del suo scettro così prezioso da cui non si separa mai. Mi confida che il suo ruolo le piace ed è onorata di svolgerlo perché ama i pokémon d’acqua più di ogni cosa, ma che per lei è anche un grande peso perché si sente l’unica e sola in grado di aiutarli a causa dello scettro. “Sai” - le dico - “io ho tutti pokémon d’acqua per puro caso, ma dopo tante lotte e allenamenti non credo ci sia tipo di pokémon che preferisco”. Nel sentire queste parole si incupisce e allora le domando: “Cosa c’è? Ho detto qualcosa di sbagliato?” Lei nega e mi dice che è molto dispiaciuta che la competizione di quest’anno sia poco affollata. Mi racconta che più il tempo passa più questa tradizione finisce nel dimenticatoio e che la maggior parte dei partecipanti sono solo abitanti delle isole. “Vorrei vedere più forestieri” - mi dice - “che amino i pokémon come lo fai tu”. Ho tanto desiderio di stringerla al mio petto ma non oso avvicinarmi troppo. Tuttavia le lancio un profondo sguardo negli occhi facendole una promessa: “Maya, so che qui a Johto non esiste una palestra d’acqua. Ti prometto che mi allenerò e combatterò in lungo e in largo fin quando non otterrò il titolo di capopalestra. Diventerò così forte che molti verranno nella mia palestra per migliorarsi sotto la mia guida e chiamarmi “maestro”. Farò in modo che le persone tornino ad apprezzare questi pokémon tanto speciali e che la coppa vortice diventi nota in tutta Johto”. Alle mie parole il suo sguardo si illumina; non c’è nemmeno bisogno che parli, so già bene che mi sta ringraziando con gli occhi. Dopo questo momento torna seria e sembra riacquisire tutto il peso della sua carica. Mi promette che a sua volta cercherà i genitori di horsea grazie ai poteri dello “spirito del mare”. La ringrazio e ci dividiamo: me ne vado a malincuore perché devo riposare; l’indomani devo gareggiare.

Dormo poco e male e il caffè diventa il mio compagno preferito anche questa mattina. Mi dirigo all’arena e scopro che per arrivare alla top 16 bastano solo due incontri a causa della scarsità di partecipanti. “Allora è vero quello che diceva Maya” – penso – “la situazione è davvero drastica. Arrivare nella top 16 non sarà difficile, ma lì inizierà la vera competizione e la difficoltà raddoppierà perché dovrò sconfiggere due pokémon per allenatore”.  

Capitolo 6 – Inizia la competizione

Dopo la cerimonia d’inizio presieduta da Maya, aspetto il mio turno e salgo dal mio lato del campo; con lo sguardo cerco subito Maya che è nella posizione più alta. Mi lancia un sorriso dal suo trono e io non posso fare a meno di pensare che sia la reincarnazione di una dea. Mi concentro sulla mia avversaria che sceglie un enorme kingler. La mia scelta ricade su chinchou che sembra apprezzare le grida della folla. Dopo il via dell’arbitro il mio pokémon schiva facilmente la temibile presa di Kingler. Ci riprova altre due o tre volte, ma l’agilità del mio chinchou ha la meglio. All’improvviso Kingler usa pestone e il mio pokémon subisce un grave colpo. “Utilizza scintilla, presto” gli dico. Chinchou obbedisce e lancia le sottili scaglie d’energia; Kingler è colpito ma la difesa di “protezione” riduce il danno. “Con protezione sarà difficile mandarlo al tappeto” penso “a meno che..” “Chinchou”- urlo – “usa supersuono” il pokémon reattivamente produce i tre anelli contro l’avversario che ancora più fulmineo si tuffa in acqua. “Forza chinchou è il momento: colpiscilo con scintilla”. Il pokémon non se lo fa ripetere e nel giro di pochi secondi un kingler k.o. riemerge dalle profondità dell’arena. Chinchou saltella verso di me e si butta tra le mie braccia: è molto felice. Volgo lo sguardo verso l’alto e noto che Maya mi sta dando la sua approvazione.

Nel pomeriggio inizia il secondo scontro: io scelgo horsea mentre il mio avversario un golduck. Al lancio della mia pokéball cala il silenzio: immagino che nessuno degli spettatori abbia mai visto un pokémon cromatico. Horsea è il primo ad attaccare con bolla, ma golduck schiva le minuscole sfere d’acqua con facilità. Golduck emette un verso fastidiosissimo: lo stridio. Horsea sembra indebolito ma non si perde d’animo e seguendo la mia indicazione lancia octazooka. Il globo d’acqua esplode in piena faccia a golduck. Arrabbiato vorrebbe attaccare ma è ben addestrato e mettendo in pratica la strategia del suo allenatore, utilizza inibitore. Una mossa ci è preclusa ma non intendevo utilizzarla ancora: l’effetto sorpresa ha funzionato in pieno esattamente come avevo sperato. Golduck si porta le zampe palmate alle tempie e tenta un attacco confusione. Ordino ad horsea di tuffarsi sott’acqua e fortunatamente riesce a sfuggire all’attacco. “Horsea resta sott’acqua. Concludiamo la partita: usa raggiaurora” gli urlo con tutta l’energia che mi preme nella gola. Il fascio di luce colpisce golduck nello stomaco: l’avversario va k.o. istantaneamente. Ad un tratto mentre horsea riemerge il suo corpo si illumina: quando sbuca dall’acqua si rivela un seadra. Il suo colore è completamente cambiato e sembra una fusione tra blu, grigio e viola. Il pubblico esplode in un boato: è completamente in disibilio. Seadra è felicissimo e si sente finalmente apprezzato a pieno. Maya mi rivolge un sorriso raggiante e io arrossisco al pensiero che abbia particolarmente gradito l’incontro.

Il mio obiettivo è raggiunto sono nella top 16: domani inizieranno gli incontri.

Sono di nuovo nell’arena. Io ho schierato mantine e di fronte a me c’è una femmina di azumarill. Lo sfidante ordina ad azumarill di usare rotolamento. Mantine con la sua caratteristica leggiadria evita con facilità tutte le rocce che gli vengono incontro. Mentre è intento a schivare la seconda ondata, azumarill con un salto piomba sopra il dorso di mantine caricando con un attacco sdoppiatore. Mantine subisce un grave danno, ma neanche azumarill sembra illeso seppur in maniera minore. “Mantine resisti” – gli dico – “usa un attacco d’ala prima che sia troppo tardi”. Azumarill si tuffa in acqua e anche se la mossa di mantine ha successo, l’acqua attutisce il colpo. Azumarill controbatte con codacciaio, ma stavolta mantine la coglie di sorpresa: con uno stordiraggio la manda in confusione e con un riduttore a piena forza chiude l’incontro. L’avversario ritira azumarill e manda in campo un goldeen. Mantine è molto provato e nonostante dia il meglio di sé perde dopo un solo debole attacco del nemico. Lo richiamo nella esca ball e gli dico “grazie amico mio, sono fiero di te”. Il goldeen si è mostrato di una velocità impressionante così decido di schierare il mio pokémon migliore: seadra. Ora che si è evoluto ha un aspetto serioso e fiero, tanto da sembrare un valoroso cavaliere che non tradirebbe, neanche sotto tortura, i giuramenti prestati con devozione. Il goldeen non perde un secondo e il mio seadra si trova subito in difficoltà a contrastare il suo attacco cascata che lo scaglia nella profondità dell’arena, ma che fortunatamente non gli arreca danno. “Seadra usa raggiaurora” ma la mossa non va a segno. Lo sfidante grida al proprio pokémon “goldeen usa furia” e io controbatto “usa muro di fumo” e l’acqua si fa scura. Seadra risale velocemente in superficie lasciando goldeen con un palmo di naso. “Seadra usa mulinello, ora”. Goldeen viene immobilizzato e catturato dal vortice ma solo per un paio di secondi: grazie alla sua mossa agilità si libera quasi immediatamente. “Goldeen usa perforcorno” - dice lo sfidante - “è ora di chiudere l’incontro”. Con la velocità massima, aumentata con agilità, il goldeen prende in pieno il mio seadra con il suo corno robusto e appuntito, causando la fine dell’incontro. Mi si gela il sangue, non ho mai visto una mossa simile: ha mandato k.o. seadra in un sol colpo. Lo richiamo nella sua pokéball e lo ringrazio per avermi farmi assistere al più bell’incontro che io abbia mai visto disputare. Così abbandono il campo e vado al centro pokémon per curare i feriti.

Finita la competizione, raggiungo Maya per darle un ultimo saluto: ho deciso di partire il giorno seguente. Quando le annuncio le notizia sembra rattristata e mi domanda la motivazione. Le rispondo che ho chiamato il professor Elm dichiarandogli il mio proposito di diventare un capopalestra di pokémon d’acqua. Lui mi ha incoraggiato a partite immediatamente dato che Sandra, capopalestra di tipo drago vuole abbandonare il ruolo e la lega è in cerca di un’ottava palestra al di fuori di Ebanopoli, perché in quest’ultima sarà sempre possibile sfidare Sandra quando sarà in città. “Ovviamente dovrei batterla per conquistare il titolo” - aggiungo rivolgendomi a Maya - “del resto questa occasione sembra forgiata dal destino, o no?” domando in modo retorico. Lei sorride e concorda con me chiedendomi se il professore fosse dispiaciuto dell’interruzione delle ricerche che sarebbero state utili anche per i suoi studi. “Anche se le interrompo io” – le rispondo – “so che ci sarai sempre tu, qui, nel posto giusto a cercare per me e per seadra”. “È vero” – esclama – “sono la prima affascinata da questo intricato mistero”. “Vorrei che prendessi una cosa prima di partire” mi mostra una collana che ha come pendente una goccia di vetro piena d’acqua. “Questa è l’acqua magica” - mi spiega - “durante i combattimenti potenzia le mosse di tipo acqua. Ti sarà molto utile per la sfida che vuoi affrontare. Da quello che ho visto oggi sono sicura che ce la farai: sei talentuoso e determinato, due qualità distintive di un capopalestra”. Nel sentire tutti quei complimenti nascondo il viso perché sono in estremo imbarazzo. “Vuoi che te la metta?” dice poco dopo guardandomi negli occhi. “Va bene” aggiungo imbarazzato. “Devi abbassare il capo però, sei troppo alto per me”. Eseguo l’ordine con naturalezza e il mio viso si trova a pochi centimetri dal suo, alla giusta altezza. Appena sento la clip della catena scattare, colgo l'attimo: non ho intenzione di perdere quest’occasione irripetibile; mi avvicino ulteriormente e la bacio. Vedendo che Maya non si ritrae, ma contrariamente alle mie previsioni mi ricambia, mi libero dai freni e mi lascio andare. Mentre ci baciamo sento il suo cuore che batte e pian piano ci stacchiamo. Appoggio la mia mano destra sul suo viso e le prometto con voce calma e solenne: “tornerò da te”. Lei mi guarda negli occhi comunicandomi silenziosamente che lo sa. Così toglie le mani dal mio collo e osserva il ciondolo sul mio petto: “ti sta proprio bene” esclama con dolcezza. Le porgo un’ultima carezza e la saluto promettendole di chiamarla più volte lungo il mio viaggio.

Capitolo 7 – Un nuovo obiettivo

Durante il percorso che sembra ormai interminabile, seguono mesi interi di sfide e allenamenti; colgo ogni occasione per rafforzarmi ed essere pronto all’incontro della mia vita. Io e miei pokémon siamo migliorati tantissimo: ne ho catturato un altro che mi sarà molto utile nella mia lotta contro Sandra; in più il mio chinchou si è evoluto in lanturn. Arrivo ad Ebanopoli verso sera dopo quasi tre mesi di viaggio: dopo tutto quell’allenamento era giunto il momento di coglierne i frutti. Mi reco al centro pokémon dove faccio fare un check up completo all’infermiera Joey. Faccio due videochiamate. La prima a Maya che mi chiede se ho avuto altri attacchi d’asma ora che sono lontano dal mare. “No” – le rispondo – “da quanto sono partito per questo viaggio non ho mai avuto problemi; probabilmente era proprio l’aria di Fiordoropoli a peggiorare le mie condizioni”. Rallegrata da questa risposta Maya mi chiede se mi sento pronto, le rispondo di sì e chiudo la chiamata ricordandole che l’avrei raggiunta a breve. La seconda chiamata è per Kirk e i miei genitori che si trovano a casa sua per l’occasione. Quando il pokéfanatico risponde riesco a vedere, oltre a loro tre, molti suoi pokémon inquadrati nello schermo e lui mi dice: “Buonasera Lyder, siamo tutti qui a tifare per te e augurarti buona fortuna. Siamo sicuri che riuscirai anche se Sandra è la capopalestra più forte di tutta Johto.” Mia madre ne approfitta per farmi le solite raccomandazioni e sincerarsi che sto bene, mentre mio padre si limita a guardarmi sorridendomi orgoglioso. Sorrido anche io: a volte uno sguardo vale più di mille parole. Con questo pensiero nella testa poso la cornetta dell’apparecchio al suo posto e vado a riposare.

Il mattino seguente raggiungo la palestra di Ebanopoli, ma mi dicono che Sandra non è lì: il giorno durante le prime ore di luce a partire dall’alba si allena abitualmente alla tana del drago. Così mi faccio indicare la strada deciso a lottare il prima possibile. In breve tempo mi ritrovo nell’antro di una grotta grande come la mia casa: è bellissima. Al centro, grazie a delle palafitte, si erge dal laghetto interno un piccolo tempio in legno rivolto verso l’entrata. Sandra, nonostante sia concentrata ad allenare il suo dragonair, si accorge subito della mia presenza. “Entra pure” – dice scostando la coda dei suoi lunghi capelli blu dietro le spalle e rivolgendosi a me – “sei qui per sfidarmi immagino… lotterai per la medaglia o per il titolo di capopalestra?”. “Sono qui per il titolo”. “Bene” risponde “le regole allora sono un po’ diverse, più difficili se vogliamo definirle. Di solito io e lo sfidante usiamo due pokémon ciascuno e chi rimane in campo per ultimo vince” – fa una pausa – “ma per un titolo così importante useremo quattro pokémon ciascuno. Ogni tuo pokémon potrà combattere contro uno solo dei miei e se vorrai il titolo dovrai sconfiggerli tutti e quattro. Ovviamente dovranno essere tutti dello stesso tipo, in base al palestra che vuoi aprire”. Le parole di Sandra mi colpiscono di sorpresa: lo scontro è più difficile di quanto avessi immaginato e nessuno dei miei pokémon può concedersi il lusso di perdere. Mentre rimugino Sandra mi intima con la sua voce adulta: “Accetti le regole delle sfida?” “Accetto” rispondo. “Bene allora cominciamo. Io schiero dragonair”. Prendo la escaball dalla mia cintura e chiamo mantine in campo. “Dragonair usa tuononda” urla Sandra. “Spostati mantine” dico. Dragonair è troppo veloce e l’attacco va a segno paralizzando il mio pokémon. Mantine non riesce a muoversi e dragonair ne approfitta usando ira di drago e scaglia numerose onde violacee contro di lui. “Mantine non potrà resistere per molto”” penso. Proprio in quel momento mi viene in mente la strategia di un pichu che affrontammo qualche settimana prima “Mantine usa attrazione” e il pokémon nonostante la paralisi riesce ad eseguire la mossa. Dragonair si ferma improvvisamente: si è innamorata di Mantine. Sandra cerca in ogni modo di ridestare l’attenzione del suo pokémon ma nulla ha effetto: il suo sguardo è focalizzato su mantine. “Bene mantine, adesso usa ventogelato” urlo sicuro di chiudere l’incontro. Mantine emette dalla sua bocca una folata di acqua e ghiaccio che colpisce in pieno la povera dragonair. L’avversaria non riesce a reggere il colpo che è superefficace contro il suo tipo, così Sandra si ritrova costretta a richiamare il proprio pokémon.  “Bell’incontro” – mi dice – “sappi che ogni sfida sarà più difficile della precedente”. Estraendo una pokéball esclama “Gyarados scelgo te”. Io mi complimento con mantine per la sua prova e lo ritiro secondo regolamento anche se sarebbe stato ancora in grado di combattere. “Lanturn scelgo te” dico mandando il pokémon in campo. Gyarados attacca per primo creando un tornado che raccoglie buona parte del lago e travolge lanturn in pieno. “Lanturn usa stordiraggio” grido ma gyarados si rifugia sott’acqua sfuggendo all’attacco. Sandra fa una mossa azzardata e ordina al suo pokémon un iper-raggio. Nonostante il raggio colpisca lanturn solo di striscio, il danno alla coda è talmente potente da mettere quasi k.o. il mio pokémon. Gyarados deve ricaricarsi dopo aver usato una mossa così faticosa e io ne approfitto per far prendere la mira al mio debole lanturn: “Usa falcecannone, ora”. “Noooo” urla Sandra sapendo che se la il suo pokémon sarà colpito non solo subirà il danno ma sarà anche inevitabilmente paralizzato. Purtroppo gyarados è ancora provato e la fatica non gli permette di spostarsi. Subito la durissima esplosione elettrica lo colpisce; gyarados è ancora in gioco, ma è immobilizzato. Non immaginando che l’avversario resistesse al colpo, sfrutto la non piena forma del mio pokémon per concludere l’incontro urlando: “lanturn usa flagello”. Gyarados stavolta non resiste e stramazza nell’acqua. Richiamo il mio pokémon nella sua ball e mi congratulo per il suo migliore incontro. Sandra ritira il suo e manda in campo un dragonite. Sono stupito, mi aspettavo lo tenesse per ultimo, ma evidentemente ha un pokémon ancora più forte; Sandra ha tutta la mia stima: è un’allenatrice piena di sorprese, la migliore contro cui io abbia mai combattuto. Dragonite non mi spaventa, mi sono preparato a lungo per questo scontro e ho elaborato un’ottima strategia con il mio nuovo arrivato. “Corsola scelgo te” grido mandandola in campo. “Dragonite usa extrarapido” ordina Sandra. In men che non si dica corsola viene colpito: né io né il mio pokémon siamo riusciti a vedere dragonite durante l’azione. “Corsola usa surf” e lei crea un’onda gigante, potenziata dalla mia acqua magica, che porta dragonite proprio sopra la superficie del lago ancora increspato. “Dragonite usa tuonopugno” e di nuovo il pokémon è così veloce che corsola non riesce a schivarlo. “Corsola usa ripresa” dico preoccupato. Il mio pokémon esegue l’ordine e si illumina: si autocura alcune delle sue ferite. “Corsola adesso usa sparalance” e lei scaglia pezzi delle sue corna contro l’avversario. Dragonite è colpito in pieno ventre ma non sembra per nulla provato. Di nuovo un extrarapido dell’avversario va a segno ma la mia corsola è molto resistente: è stata allenata per eccellere proprio in questo aspetto. “Usa forzantica” le grido. Corsola si prepara e scaglia le rocce contro dragonite, lui le schiva agilmente ma l’attacco, la difesa e la velocità di corsola aumentano. Sandra urla a dragonite: “Adesso basta, abbiamo giocato fin troppo. Dragonite mettila k.o. con tuono”. “Corsola contracca con specchiovelo!” Nel giro di pochi istanti il tuono di dragonite viene riflesso dal sottile specchio creato da corsola e con il doppio della potenza si infrange sulla pella squamosa di dragonite. Il povero pokémon è fuori combattimento e Sandra lo ritira. Io sono felicissimo: l’allenamento con corsola ha funzionato a dovere e festeggio brevemente con lei. I problemi arrivano ora perché non so davvero cosa aspettarmi: dovrò usare il mio istinto ed improvvisare. Sandra mi dice: “Ti faccio i miei complimenti per le tue strategie, sei un ottimo allenatore, pieno di risorse. In molti in questi 5 mesi hanno tentato di conquistare il mio titolo, in pochi hanno sconfitto dragonite, ma nessuno è riuscito contro il mio campione. Kingdra scelgo te” urla infine. Io ghigno stuzzicando la mia avversaria: “non potevi scegliere pokémon peggiore”. Sandra mi guarda incredula e stizzita aspettando che io scelga il mio pokémon. “Seadra scelgo te” urlo lanciando la mia ultima ball. Mentre seadra sta entrando in campo Sandra esordisce con una grossa risata “E tu pensi davvero che un semplice seadra possa battere il MIO kingdra? Aahha”. Quando si accorge che il colore del mio seadra è diverso e più scuro del normale smette di ridere urlando: “Dove hai preso quel pokémon?” “L’ho trovato sulla spiaggia di Fiorlisopoli quando era ancora un uovo” rispondo. E aggiungo “Vedi il mio seadra è molto speciale: te ne accorgerai da sola”. “Basta chiacchiere” – ribatte Sandra – “iniziamo il combattimento”. Parto per primo “Seadra usa octazooka”. Kingdra e Sandra vengono colte di sorpresa e l’avversario subisce il colpo. “Kingdra usa dragospiro” “Seadra usa agilità e schivalo”. Il fascio di fuoco violaceo si perde scagliandosi contro la roccia. “Bravo seadra adesso usa raggiaurora” “Kingdra controbatti con muro di fumo”. Una nuvola nera viene nella mia direzione e l’attacco si disperde dentro questa. Kingdra ne esce illeso, ma io no: è appena iniziata una delle crisi che non avevo da molto tempo e a causa del fumo si rivela la più violenta che io ricordi. Sandra e i due pokémon si fermano un momento rivolgendo l’attenzione su di me e io ancora avvolto nella nube bisbiglio a seadra tossendo: “ricorda l’incontro con magmar”. Seadra fa un cenno col capo e tutti sono pronti a ricominciare. Mentre io mi avvicino all’entrata prendendo un’abboccata d’aria, kingdra usa un attacco comete. Seadra mentre si predispone per assorbire il colpo prepara un geloraggio potentissimo: appena le stelle taglienti lo raggiungono lancia il sottilissimo raggio di ghiaccio contro il suo avversario, congelandolo. Vorrei poter guidare il mio pokémon, ma lui sa già cosa fare: crea un potente attacco tornado che travolge kingdra e lo scaglia violentemente sulla roccia chiudendo l’incontro. Seadra viene verso di me e io tento di ringraziarlo ma sono ancora ansimante. Piango dalla gioia e stringo forte a me il pokémon che avevo interamente cresciuto. Con una voce depressa ed incredula allo stesso tempo, Sandra richiama kingdra nella sfera. Poi rivolgendosi a me e cambiando espressione sorride dicendo: “Probabilmente se non avessi avuto necessità di partire, non sarei così contenta della tua vittoria. In ogni caso hai dimostrato di essere all’altezza e sono sicura che sarai il capopalestra più forte di tutta la regione”. Poi aggiunge guardando il mio seadra “Mio cugino Lance ha avuto a che fare con un gyarados rosso, frutto di esperimenti sull’evoluzione: quando ti conferirà il titolo di capopalestra ti consiglio di parlarne con lui”. Seadra a queste parole salta in braccio a Sandra rinfrescandola con un dolce getto d’acqua. Sandra all’inizio è stizzita, ma poi si lascia catturare dal comportamento giocoso di quel seadra tanto speciale. “Prima di andare un’ultima cosa: prendi questo” e mi porge una piccola scaglia nella mano. “Questa è una squama di drago, ti sarà necessaria se mai vorrai far evolvere il tuo seadra in un kingdra.” La ringrazio per un’ultima volta e lei esce dalla tana dicendo: “Adesso devo andare, è giunta l’ora che inizi il mio viaggio. Ti auguro buona fortuna e sono sicura che in futuro ci vedremo. Quel giorno non perderò!” La saluto e mi stendo a terra esausto; il terreno è umido e fresco, l’ideale per schiacciare un riposino.

La settimana successiva sono di nuovo a isola punto blu: mi sono trasferito lì con i miei pokémon e sto costruendo una palestra. Maya è venuta a vivere con me, anche se si divide tra isola punto blu e isola roccia rossa per assolvere i suoi doveri di sacerdotessa. Non sono mai stato più felice: i miei genitori sono tranquilli e poco distanti, Kirk ha catturato tanti nuovi pokémon e ci aggiorniamo regolarmente, seadra anche se non ha ritrovato i propri genitori, ha raggiunto un proprio equilibrio con la sua diversità che durante il viaggio si è trasformata in un punto di forza. E io? Io adesso ho un solo obiettivo: allenarmi fino alla prossima coppa vortice, vincere e ottenere il titolo di “eroe del mare. “

Fine

 

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Corri Turtwig, corri!

 

"Allenamento, lotta, attacco."
"Sudore, gloria, fama".

-Era questo ciò che frullava nella testa di Jimmy.
Ma prima di tutto, chi era questo ambizioso personaggio?
Jimmy era un ragazzo solare, cauto ed allegro, viveva in una villetta ad Evopoli con i suoi numerosi fratelli e sorelle, e sognava un giorno di poter far brillare i propri adorati Pokèmon nelle lotte.
I suoi Pokèmon non erano come tutti gli altri, lui allenava solo mostriciattoli rari e inusuali, ritenuti deboli e inutile da gran parte degli allenatori che conosceva.
Questa sua voglia di far riscattare i suoi amati Pokèmon era scaturita dal fatto che spesso, sin da piccolo, era sempre messo in ombra dal fratello Luciano, e si, se ve lo state chiedendo, Luciano dei SuperQuattro.
La foga di far diventare i propri nipoti abili scienziati portò il Professor Rowan a "rinchiudere" quei giovanotti talmente allegri in severe e rigide accademie scolastiche, in cui la scienza era come il pane.
Jimmy però era alquanto imbranato, circa un paio di volte aveva fatto saltare in aria il laboratorio di chimica a causa dei suoi strani miscugli.
Era talmente stufo di quella scuola che un pomeriggio fuggi nel bosco adiacente all'edificio.
Li visse per qualche giorno a stretto contatto con la natura, e proprio in quel luogo conobbe quello che poi sarebbe divenuto la sua anima gemella, un esemplare selvatico di Turtwig.
Fin dalla nascita Jimmy era ritenuto speciale, poichè riusciva a capire il linguaggio dei Pokèmon, e fu proprio Turtwig a raccontargli la sua storia:
"Sono ciò che resta della scelta sbagliata di un giovane allenatore che non aveva voglia di addestrarmi, per lui i pokèmon deboli come me sono solo una perdita di tempo"... -ripeteva spesso, con un luccichio negli occhi.
Appena Jimmy e Turtwig si videro fu amore a prima vista, cosi il giovane allenatore lanciò la sua adorata Love Ball e lo catturò.
I due erano molto legati e vissero in tranquillità per un paio di mesi, alternando momenti di gioia a momenti di tristezza, la vittoria alla sconfitta, il sudore al meritato riposo.
Come in ogni storia, il loro legame era destinato a spezzarsi, ed ecco qui che un brutto giorno il Prof. Rowan ritrovò Jimmy e lo porto via con se, lasciando il povero Turtwig da solo nel bosco, senza più un amico.
Passarono cosi due anni, due anni malinconici trascorsi nella tristezza e nella monotonia, affondati nello studio e nella disperazione.
Le mille avventure con Turtwig erano ormai diventati effimeri ricordi, consumati e disprezzati dal tempo, come le foglie colorate delle chiome degli alberi autunnali cadono sotto la venuta dell'inverno...
Jimmy riempiva quel voto immenso con il suo desiderio di diventare Capopalestra, allenando duramente i suoi nuovi Pokèmon con molto affetto, che non poteva però mai eguagliare il grande amore per Turtwig.
Vinse cosi 7 medaglie, per realizzare il suo sogno e diventare Capopalestra di Giardinfiorito doveva superare un ultimo ostacolo, il cui nome era Corrado.
Molte volte aveva provato a batterlo, ma quel rapporto tra il Capopalestra e il suo Luxray creava un abisso di distanza ineguagliabile per Jimmy e i suoi Pokèmon.

 

 

31/03/2016
Lo scontro è ormai alle battute finali, Jimmy ha ancora 6 pokèmon e Corrado solo 1, il suo Luxray!
I Pokèmon del giovane allenatore cadono, uno ad uno, come carte da domino dopo un soffio di vento...
"Ormai è finita"-pensò
...
Ma ecco arrivare dalla fitta boscaglia un esemplare di Torterra, pronto al combattimento, che si schiera dalla parte di Jimmy.


"Torterra...
dopo 2 anni...
hai continuato ad allenarti e ti sei finalmente evoluto..."


L'attimo successivo al loro abbraccio, Jimmy vide come un flashback tutti i ricordi di Torterra, le numerose lotte contro i Pokèmon del Bosco, la cattura da parte del Team Galassia e la fuga da quei laboratori infarnali assieme a Pokèmon somiglianti a meduse fatate...

 

"CORRADO!" -rimbombò nel campo di lotta
"I nostri cuori si sono finalmente riuniti, vedremo chi ha il legame più forte!"

"Torterra, usa Verdebufera!"
"Luxray, vai con Gelodenti!"

 

Prima un bagliore, i corpi di Torterra e Jimmy sprofondarono in una luce biancastra, cullati da un dolce tremore in quelle che sembravano calde stoffe lucenti...

Ora sono finalmente un Capopalestra, i miei ideali non sono stati vani, i miei desideri sono stati esauditi, i miei traguardi raggiunti.


Grazie Torterra.
Grazie per il tuo amore.
Grazie per esistere...!

 

Google-->Jimmy Rowan--->Capopalestra di Giardinfiorito, tipo Terra

 

Squadra:

Torterra
Quagsire
Hippodown
Rhyperior
Steelix
Gliscor

 

Medaglia Ideali

 

01/04/2016

"Mh...non sono riuscito a importi un obbirttivo preciso, non sei diventato ciò che volevi che fossi.
Non è mio diritto manipolare la tua mente a mio piacimento, tu sei e sarai sempre tu.
Spero un giorno mi perdonerai per l'orribile crudeltà che hai subito e per cui hai sofferto molto"

 

-Ronald Rowan.

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Il Team Erba sfodera il glorioso Goshiol1 che sforna un master che manco quelli dei Manga Pokemon sanno inventarsi:

Spoiler

 

Introduzione 

 

Un ragazzo di nome Bruno ha appena compiuto 10 anni, e non appena finisce di vedersi la bellissima trasmissione del prof. Rowan, di cui non si sa perché è tutto scritto e non parlato, arriva il suo amico “Il Nabbo” (Sua madre conferma sfogliando il foglio certificato dall’anagrafe) a rompergli le coliones: “Ehy, coso! Vien giù qua che dobbiamo fare le cose acab nell’erba alta!” gli disse. Bruno, senza esitazione, gli rispose: “ECCHEE’! Mò arrivo! Ma quei soldi che mi…”. A sentire quelle parole Il Nabbo scappò e si diresse a casa sua, evitando di essere colpito dalle scarpe lanciate da Bruno.  

Dopo circa mezz’ora di – Si si, aspè! Ce li avevo qui i soldi - , arrivarono nell’erba alta e Il Nabbo esclamò: “Andiamo dal Prof. Rowan, ma attenzione! Dobbiamo essere più veloci della luce per evitare i pokemon” E Bruno, muto. Stavano per partire, quando PROPRIO LUI il Prof. Rowan si avvicinò a loro e con toni delicatissimi gli disse: “MA CHE OOOOOOH?! Questi giovani d’oggi!” e si preparò a dargli due bei scappellotti, ma quando si accorse che i due ragazzi erano pronti a chiamare il 911 per maltrattamento minorile, si calmò. “Eh… eh… Buoni con quei telefoni, su! Che ne dite se vi dò un pokemon rarissimo a ciascuno di voi due, eh?” Nel pronunciare quelle parole, subito Il nabbo e Bruno si guardarono negli occhi ed esclamarono “OMG YUSSSSS!!!”. 

Il Nabbo gli lasciò scegliere per primo il pokemon, e Bruno pensò “Per una volta tanto non fa il cretino” e subito dopo disse “Allora scelgo Turt…”. Senza fargli finire la frase, Il Nabbo gridò “Io prendo Chimchar!”. Appena Bruno capì che Il Nabbo gli aveva fatto scegliere per primo solo per avere lo starter più forte del suo, gli urlò: “LI MOR…”. “Eh? Cosa?” Bruno non poteva lamentarsi. Non poteva proprio. Aveva il suo primo pokemon. Guardava la sua pokeball pieno di lacrime di gioia. “Adesso potrò finalmente essere anch’io un allenatore” esclamò, guardando il cielo. 

 

Capitolo I 

Incontro con Gardenia 

 

“E MA CHE…” gridò Bruno appena lesse il cartello fuori dalla Palestra di Evopoli. “Non posso farcela solo con il mio Grotle a battere il capopalestra di tipo Erba, devo assolutamente catturare qualche bel pokemon!”, quando all’improvviso la porta della palestra si aprì e il suo amico Il Nabbo ne uscì vittorioso con la medaglia in mano. “Modesto” pensò Bruno fra se e se. Appena Il Nabbo lo vide, gli urlò “BRUUUUUNOOOOOOOOOO” e gli corse dietro manco fosse una carica di Tauros. “Guarda qui che ho?” e gli spiaccicò in faccia la luccicante medaglia “Senti coso, levati”, gli disse Bruno, infastidito. Anche Gardenia, la capopalestra di Evopoli, stava facepalmando pensando “Ma perché gli ho dato la medaglia?”.  

Gardenia ha un abbigliamento a dir poco ambiguo: capelli a caschetto arancioni, un bel quadrato di tela verde con solo un buco per la testa che faceva da vestito, pantaloncini corti anche se fuori erano 10 gradi.  

“Piacere, Gardenia” disse gentilmente a Bruno, facendo uno sguardo strano. Bruno capì subito che quello sguardo poteva solo significare: “Ma per caso il tuo amico è caduto dalla sedia da piccolo?”. Bruno annuì. 

Coooooomunque” disse “Vuoi sfidarmi adesso?”. “HELL 2 DA NAW NAW NAW” gli cantò Bruno, facendo un moonwalk verso il percorso più vicino. “Se, macchè!” pensò, “Senza nessun pokemon come la batto?”, e si diresse verso il Monte Corona 

 

Capitolo II  

Monte Corona  

 

Il Monte Corona é la montagna più alta della catena montuosa che divide Sinnoh in due, si pensa che Donald Trump si sia ispirato proprio a questa grande catena prima di candidarsi presidente degli Stati Uniti. Purtroppo, solo una piccola parte era accessibile da Evopoli, ma era necessario per catturare Zubat. Fu proprio questo il primo pokemon a cui pensò Bruno, per due semplici motivi: Era  ben 4x resistente al tipo Erba, e soprattutto nel Varco Mineropoli lo avevano fatto recitare  tutto l'Ezechiele 2:5 per  quanto erano frustanti. 

Appena entrò nella grotta, venne soprassato da un Geodude. “Wow!” esclamò “Non ho mai visto un pokemon come quello! Ma non posso deconcentrarmi ora! Devo catturare Zubat!” Ma ne incontrò un altro, e un altro ancora, e di nuovo un altro. Poi arriva DJ Khal... Ah no aspé, racconto sbagliato. Dicevamo, dopo vari Geodude arriva finalmente Zubat! “Ma é femmina!” esclamò Bruno infastidito “Skippo!”. E giù  gli urli delle femministe. Dopo un'ora di ricerca, ecco uno Zubat maschio, ad un livello decente! 

“Inizia la lotta!” urlò Bruno. “Vai Grotle! Usa taglio! I  PS scendono… scendono... Scendono un po' troppo velocemente... CAVOLO! UN BRUTTO COLPO! Perché mi fai questo, Grotle?”. Grotle lo guardò senza dire una parola, come giusto che sia, altrimenti chissà gli spaventi! Momenti di puro terrore per Bruno, ma per fortuna quel colpo gli lascia pochi PS. “'CCEZIONALE!” gridò Bruno pieno di gioia mentre  preparava la sua Pokeball, ma un urlo sgozzante di Grotle spense la felicità di Bruno. “ODDIO NO! Stai bene?”. Niente paura, era solo una sanguisuga di Zubat. Bastava scuotere la gamba e la spina si levava. “Ma, cosa?” disse Bruno guardando i PS di Zubat. “Sono aumentati!”. A quanto pare la mossa Sanguisuga era una mossa recupera PS. Ma era cosi scarsa come la difesa della Roma che gli ha aumentato solo 1 PS. “Poco male” si disse fra  e . Lanciò la sua Pokeball e… Tik tik Tik Catturato! “É stata una passeggiata” pensò Bruno mentre controllava il Pokedex per avere piu informazioni. “Rileva la sua posizione e sonda l’area circostante con le onde ultrasoniche che emette dalla bocca.” Una specie di Justin Bieber praticamente. Dopo la cattura del Pokemon, si fugge veloce verso l’uscita evitando più Geodude possibili. “Adesso siamo pronti per battere il capopalestra!”  

Ma, non é finita qui! Il Nabbo, che stava nei paraggi, intravise Bruno fuori dal Monte Corona e lo chiamò “BRUUNOOO! Voglio vedere se sei pronto a battere Gardenia. Sfidami!”. Bruno, camminando piano piano verso di lui, con uno sguardo tutt’altro che rassicurante, si avvicinò all’orecchio di Il Nabbo e gli disse piano: “Fatte le cazze tua, amico caro... Fate le cazze tua” e si allontanò. Uno fece partire Denzel Currel  Ultimate urlando “OOOOOH! GET REKT!”. “Inizia la sfida!” disse Bruno davanti alla palestra. 

 

Capitolo III 

Lotta con la capopalestra 

 

Vorrete scusarmi, o miei lettori, se salto la parte dove Bruno lotta con gli allenatori presenti nella palestra. Noioso e faticoso da leggere é, son sicuro che lei, persona illustre, si annoierebbe nel leggere tali battaglie, dunque si passa subito alla lotta con la capopalestra. 

Gardenia, stupita dal formidabile talento di Bruno, prima ancora di lottare si congratula e, dopo un “gl hf” si inizia. Bruno manda in campo Grotle, per non usare subito la sua arma vincente. Gardenia manda in campo Turtwig. “Wow, non sapevo avessi anche te un esemplare di Turtwig! Sono molto rari!” esclamò Bruno. “Tsk, questo e altro!” gli rispose Gardenia, e subito dopo ordinò a Turtwig di usare Crescita. Bruno non aveva mai visto una mossa del genere, ma non si fece intimorire e usò Ritirata, per difendersi dagli attacchi fisici. Gardenia capì subito le intenzioni di Bruno, ma sfortunatamente non aveva nessun attacco speciale, se non Assorbimento, ma non avrebbe tolto niente. Giá in difficolta al secondo turno eh, Gardenia?” disse Bruno per provocarla. Gardenia, infastidita, urlò “Turtwig! Usa morso!”. E Turtwig, manco fosse Suarez, si lanciò contro Grotle morsicandolo, ma la corazza di Grotle resistette alla grande quell’attacco, e contrattacò con Azione. Riuscì a toglirli piu di metá vita, e dopo un altro turno di Morso, mandò KO Turtwig. 

“Sei gia alle strette Gardenia, non puoi battermi!” “Vedremo, vedremo...” disse Gardenia, mentre mandava in campo il suo secondo pokemon, Cherim. “Wow! Non ho mai visto un pokemon del genere!” pensò fra  e  Bruno, ma non poteva mostrarsi sorpreso o lasciare segni di deconcentramento verso la lotta contro Gardenia, quindi rimase muto e si concentrò. Cherim usò Giorno di Sole, e cominciò a fare molto caldo nel campo di battaglia. Poco dopo, Bruno vide Cherim trasformarsi piano piano, e disse “Ho delle allucinazioni o cosa...” Disse Bruno, ma non aveva nessuna allucinazione. Cherim si era trasformato! Il fiore che gli copriva la faccia adesso si é aperto! “Cavolo, immagino che adesso sia molto più forte!” “Non solo!” disse Gardenia “grazie alla sua abilitá Clorofilla adesso é molto piu veloce!” “Cavolo” pensò Bruno “adesso sì che la lotta si fa difficile... Mh... Ah si!” e ordinò a Grotle di usare Azione di nuovo. “L’abilitá Clorofilla non serve a niente, era giá piu veloce prima, e può reggere benissimo degli attacchi erba! Gardenia voleva solo spaventarmi, ma non succederá!” Azione fu meno potente del solito, ma riuscì a togliere un terzo di vita a Cherrim. Altri due turni e sarebbe andata KO! Gardenia non vise alcun segno di smarrimento sulla nuova forma over 9000 di Cherim. “Che abbia capito tutto? Beh, non ha ancora visto il meglio!” pensò Gardenia, e gridò “Cherim! Usa Solarraggio!”. Bruno aveva gia visto quella mossa, ma sapeva che doveva caricarsi almeno un turno, quindi rimase tranquillo quando... “Cosa?”. Cherim riuscì a caricarsi prima grazie a Giorno di Sole e un raggio luminoso e molto potente colpì Grotle. Questo, per sua fortuna, non mandò KO subito Grotle, ma gli fece rimanere pochi PS. “E adesso, come faccio?” pensò Bruno. “Grotle! Usa Azione!”. Non sapeva cosa fare, sicuramente Cherim avrebbe ricaricato un nuovo Solarraggio e avrebbe mandato KO Grotle. Proprio quando Bruno era in panico, ecco Grotle, pieno di forza, riuscì a sferrare un brutto colpo. Cherim andò KO. “Cosa??? Haxxxx1!!!1!1!!” urlò Gardenia. Bruno, pieno di speranza, gli disse “Grotle é formidabile, non riuscirai a mandarlo KO cosi facilmente, neanche con l’ultimo pokemon che ti rimane!” “Ne sei proprio sicuro?” gli rispose Gardenia, mandando in campo... Roserade 

“Oh no! Non Roserade!” Roserade era un pokemon che, anche se non ancora evoluto, aveva Il Nabbo gia in squadra da tempo. Con solo Grotle, era arduo batterlo, ma adesso che aveva Zubat poteva riscattarsi. Giorno di Sole era ancora attivo, e sempre grazie all’abilità Clorofilla di Roserade, ella era più veloce di Grotle. Riuscì a mandare subito KO Grotle con Velenospina, senza che esso riuscisse a contrattacare. “E adesso, Bruno? Cosa vuoi fare?”. Bruno aveva ancora il suo asso nella manica, e gridò “Vai! Zubat! Scelgo te!”. Prima di andare nel racconto, bisogna spiegare che lo Zubat che aveva catturato non era più quel scarso Zubat che aveva catturato nel Monte Corona, ma un portentoso Zubat con Supersuono e Attacco d’ala. Gardenia per un attimo si spaventò a sfidare un pokemon cosi resistente al tipo erba, ma le sue preoccupazioni svanirono un attimo dopo, gridando “Roserade, usa Paralizzante!”. Una polvere gialla stava per colpire Zubat, ma la sua agilità sublime riuscì ad evitare la polvere gialla. “Oh no!” esclamò stupita Gardenia. Bruno, impressionato lui stesso da quella portentosa agilità, disse “Bravo Zubat, cosi si fa’! Adesso usa Supersuono!”. Zubat si mise a cantare nel modo più orribile possibile “Baby”, e riuscì a confondere Roserade. “Adesso vediamo chi ride, Gardenia.”. Gardenia ordinò a Roserade di riutilizzare Paralizzante, ma per quanto era confusa si colpì da sola, togliendo un discreta quantità di PS. “Vai Zubat! Usa Attacco d’ala!” Seppur con le sue piccole ali, quella mossa superefficace tolse ben metá vita a Roserade. Inoltre, per complicare di più le cose a Gardenia, l’effetto di Giorno di Sole svanisce, e Roserade adesso é piú lento di Zubat. Un altro colpo di Attacco d’Ala e... Vittoria! Bruno riesce a sconfiggere Gardenia, riuscendo ad ottenere la medaglia Bosco! Bruno, emozionantissimo per quella luccicante medaglia, disse a Gardenia: “Grazie di tutto Gardenia, é stata una fantastica lotta. Spero di batterti con te un’altra volta!” 

“Beh, ci sarebbe una cosa che vorrei dirti...” disse lievemente Gardenia, con una faccia rossa come i tifosi del milan dopo l’11 maggio 2001. “Che cosa c’é?” rispose entusiasta Bruno, pensando di avere una cena con lei. “Sono stanco di lottare... Io... Io... Io voglio diventare una stilista! Ma questo lavoro non me lo permette... E quindi... Beh... Ti andrebbe di diventare capopalestra di questa palestra?”. Il battito di Bruno si fece forte. Cosa? Perche io? Perche non gli altri? Percaso sono speciale? Dovrei dire di si? O no? Meglio estathe limone o pesca?”. Queste furono le domande che passarono nella testa di Bruno, con la faccia pallida, e i pantaloni umidi. “Non lo so… É una scelta difficile… Ma… Se ti fa sentire meglio… Si, accetto!”. Gardenia, piena di gioia, lo abbracciò e anche Bruno, in leggere lacrime, abbracciò Gardenia. Capí che il suo sogno di diventare capopalestra era appena diventato realtá, ma, in fondo al suo cuore, forse non era ancora del tutto realizzato, ma… Non provò niente. Forse era per l’improvvisa richiesta? O veramente non sentiva niente? Poi, realizzò. Doveva diventare un capopalestra di tipo Erba. Zubat, che aveva lottato e aveva fatto passare bellissimi (anche se corti), doveva lasciare la squadra. Era quel triste sentimento che non faceva provare tutto quella gioia che aveva appena ricevuto da Gardenia.  

 

Il giorno dopo 

 

“Ti ricorderai di annaffiare le piante?” disse Gardenia a Bruno, appena preso il posto nuovo da capopalestra. “E ti ricorderai di riempire d’acqua le fontane? Hai la scorta di MT e la medaglia da dare in caso di vittoria?” “Si, si! Basta!” rispose infastidito Bruno, con un tono anche scherzoso. Adesso però, devo fare una cosa…” e si avviò fuori dalla Palestra, insieme a Gardenia. Appena usciti dalla palestra, essi dovettero prendere due strade diverse. Un abbraccio, un “bocca in lupo” e un pianto trattenuto. Dopodiche, si va per la propria strada. “Chissa se ci rinctontreremo di nuovo” pensarono entrambi, dandosi di spalle mentre andavano per la loro via. Ma Bruno non aveva ancora finito di salutare un suo amico. Si avviò verso l’entrata del Monte Corona, e fece uscire Zubat dalla sua pokeball. “É tempo di salutarci, amico mio disse Bruno, in lacrime, singhiozzando leggermente, “Ormai sono un capopalestra di tipo Erba, non posso piu tenerti con te, mi dispiace continuò, “Guarda! I tuoi amici sono  che ti aspettano. Vai, divertiti! Sono sicuro che ci rivedremo presto! Se mai vuoi vedermi, io sono qui vicino, sai la strada! Non é un addio… Ma… Un a-arrivederci Beh, ciao!”, e scoppiò in lacrime. Zubat andò dai suoi amici, svolazzando leggermente piu triste, e disse ai suoi compagni Squiiiiiiick squick squick (Oddiosanto si! Non potevo piu di stare con quell’allenatore. Cioé, mi ha quasi paralizzato mentre lottavo con una tizia chiamata “Gardenia”. Cioé, no! Andiamo a prenderci una Zuba-Birretta, offro io!) ma in fondo, mancava anche a lui un po quell’allenatore dalla sciarpa buffa (ancora non si ricordava il nome), cosí fece visita di tanto in tanto a Bruno. Bruno era sempre pieno di gioia quando lo vedeva, e gli faceva mostrare quanti vittorie aveva ottenuto con la sua nuova squadra MonoType Erba, come se a Zubat fregasse molto della cosa 

Da quel giorno, tutti furono felici. Bruno era capopalestra, Zubat era ritornato con i suoi amici, Il Nabbo si narra ancora che stia facendo vedere la sua medaglia a tutta la gente che incontra, Gardenia é riuscita ad avere una carriera stilistica, e Leonardo diCaprio ha vinto un oscar. 

 

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A voi. ^^

Spoiler

Al comando dell'allenatrice seguirono un possente Fulmine ed un tonfo sordo.

« Niente da fare anche stavolta. I tuoi pokémon sono ridicoli contro le mosse di tipo Elettro. Devi migliorare ancora se vuoi diventare un vero campione.»

Dopo averlo richiamato, il ragazzo riattaccò la Poké Ball del suo Pidgeotto alla sua cintura e si sistemò i capelli con un gesto della mano.

« Ti senti pronto per la sfida di oggi?»

Dato che non prestava attenzione alla sue parole, Nina sferrò un possente calcio alla spalla dello sconfitto, che barcollò un po' per poi cadere a qualche passo dal vuoto. Ormai abituato al comportamento della sua amica, Valerio non ci fece troppo caso, e si rimise in piedi sul ponte di travi.

« Sto parlando con te, perdente.»

Con aria stizzita, finalmente il ragazzo si degnò di darle risposta.

« Fai silenzio, devo concentrarmi.»

I due si sedettero rivolti verso la cascata. Cadendo nel mare l'acqua provocava un rumore troppo distante per disturbare minimante la contemplazione dei due. Senza un saluto, Valerio fece uscire nuovamente Pidgeotto dalla sua Ball e gli montò in groppa.

Gli ci vollero pochi istanti per attraversare il tratto di cielo che separava il Percorso 47 da Violapoli. Nella tranquilla cittadina si erano riuniti appassionati di lotte pokémon da tutta la regione: avicoltori, domadraghi ed appassionati del tipo Coleottero dalle zone vicine avevano occupato la Torre Sprout, sbaragliando le ondate di Rattata e Gastly che avessero osato ostacolare la donna delle pulizie incaricata di allestire i letti per i visitatori. Quando Valerio arrivò non si stupì per la massiccia accoglienza riservatagli. Ogni sostegno morale gli sarebbe stato d'aiuto per lo scontro che lo attendeva. Dopo anni di viaggio in preparazione a quella sfida, colui che si era distintinto come uno dei migliori allenatori di pokémon di tipo Volante aveva fatto ritorno nella sua città natale per affrontare suo padre e prendere il suo posto di Capopalestra.

Fece un salto al Centro Pokémon, saluto l'infermiera Joy e comprò un Messaggio Aereo al Pokémon Market. Consegnò la sua lettera al suo fedele Pidgeotto, che prese il volo sfondando una finestra con Beccata. Mentre camminava verso la Palestra, gli tornarono in mente le parole di Nina. Era pronto per affrontare suo padre? Erano stati fin troppi gli sfidanti che erano stati puniti per la loro sfrontatezza con una sonora sconfitta per non porsi la domanda. Aveva istruito i suoi pokémon a colpire più potentemente con i loro becchi e i loro artigli, a sopportare senza sforzo gli attacchi più devastanti e ad essere i più veloci nel volo, ma ciò sarebbe effettivamente bastato? Questo ed altri furono i suoi pensieri mentre avanzava lentamente sul campo di battaglia. La figura di suo padre si preparava a mandare in campo il suo primo pokémon.

Dopo un formale saluto ed una stretta di mano, i due si accordarono per una lotta in singolo con quattro pokèmon a testa.

« Aerodactyl, scelgo te!»

Il preistorico terrore che da millenni questo predatore incuteva nelle sue prede si insinuava ora fra le sicurezze pressochè inesistenti di Valerio. Con le gambe tremanti, lanciò una Poké Ball.

« Ti mostrerò la forza dei miei magnifici Pokèmon uccello. Avanti, Dodrio!»

Abituate al combattimento, le tre teste dell'enorme uccello fremevano per scontrarsi col nemico. Non attendevano che un ordine per centrare il loro obiettivo con un possente Baldeali che avrebbe messo al tappetto in quattro e quattr'otto il povero malcapitato:

« Dodrio, usa Baldeali!»

Mentre il rapido uccello partiva alla carica, Aerodactyl, ben più veloce di lui, aveva già eseguito le disposizioni del suo allenatore. Disposta a mezz'aria sulla sua parte del campo di battaglia, una fitta fila di Levitoroccia nascondeva alla vista di Valerio il crollo della prima scelta di suo padre, che non era riuscita ad incassare il portentoso attacco di Dodrio ed era già andata al tappeto. Con un gesto veloce della mano il corpo esanime venne richiamato nella propria Ball e ne venne lanciata in campo un'altra.

« Tocca a te, Gyarados!»

L'enorme pokèmon fece la sua entrata in scena con un verso inquientante che fece drizzare le penne al povero tricefalo. Trovandosi ora in condizione di colpire per primo, sferrò l'attacco scelto dal suo allenatore.

« Dodrio, usa Trespolo!»

Appollaiato sul posto, Dodrio stava curando i danni subiti per sferrare l'attacco precedente. Mentre si preparava al prossimo assalto però il padre di Valerio di certo non dormiva:

« Usa Terremoto!»

Con un devastante colpo della propria coda, Gyarados fece tremare la terra sotto i piedi del suo avversario, che si ritrovò al centro della potentissima scossa tellurica. Fra lo stupore del pubblico, Valerio richiamò il suo pokèmon sconfitto. Un istante dopo un grido lacerò l'aria intorno ai presenti: era il turno di Staraptor. Dopo aver urtato in malo modo la Levitoroccia, il pokèmon spiccò il volo fissando con ferocia il serpente marino. Il suo collo era cinto da una Sciarpa Seta che ondeggiava ad ogni movimento dell'indossatore. Notando il disastroso effetto della mossa di Aerodcactyl, Valerio rimandò la fine di Gyarados:

« Starpator, Scacciabruma!»

Sbattendole con quanta forza aveva in corpo, l'enorme figura alata creò con le sue ali una corrente d'aria che spazzò via in un secondo le roccie sospese in aria. Ma quel turno di calma che aveva lasciato al suo nemico gli sarebbe stato fatale. Gyarados iniziò a contorcersi e rivoltarsi, eseguendo la Dragodanza che gli avrebbe permesso di diventare più veloce del suo avversario. Capendo la situazione, Valerio non potè far altro che ordinare un disperato Attacco Rapido. Ridendo di gusto, suo padre scagliò il suo pokèmon all'attacco:

« Colpisci Staraptor con Gelodenti!»

E l'enorme serpente lo fece. Travolto da quelle mascelle spaventose, il povero uccello precipitò immediatamente ai piedi del proprio allenatore. Per cercare di contrastare l'infame danzatore venne scelto un simpatico pokèmon di tipo Acqua.

« Pelipper, scelgo te!»

Contrariamente a tutti gli altri pokèmon mandati in campo fin'ora, il placido pellicano zampettò tranquillamente verso il suo avversario, come per non voler disturbare. Senza esistazione, Gyarados gli si scatenò contro.

« Usa ancora Gelodenti!»

Il colpo fece il solletico a Pelipper, che balzò lesto in aria e agitò le ali freneticamente mantenendo il volo: gli era stato ordinato di usare Ventoincoda. Avendo ora una velocità maggiore del suo avversario, Valerio poteva gestire a suo piacimento lo scontro.

« Adesso è ora di spiccare il volo! Pelipper, usa Ondashock!»

Una maschera di terrore si dipinse sul volto del capopalestra quando la scossa elettrica colpì il corpo del povero Gyarados, che crollò a terra in un secondo. Senza esitare mandò in campo un altro pokèmon:

« Emolga, scelgo te!»

Il piccolo roditore fece la sua comparsa in campo. Sembrava annoiato e sbadigliava vistosamente. Dopo essersi striacchiato un po', si preparò allo scontro. Non avendo mai visto un esemplare di quella specie prima d'ora, Valerio ordinò un secondo Ondashock. Senza batter ciglio, Emolga assorbì completamente il colpo.

« Non conosci l'abilità Elettrorapid? Ora ti mosterò cosa mi renderà in grado di fare. Emolga, usa Agilità!»

Come se l'aumento di velocità causato dalla sua abilità non fosse stato sufficiente, Emolga iniziò a sfrecciare in volo ad altissima velocità grazie all'effetto della propria mossa. Ormai impossibilitato a colpire per primo, Pelipper non potè che prendersi in pieno l'Elettrosfera che gli venne scagliata contro e andare al tappeto immediatamente. Svolazzando disordinatamente, un Crobat fece la sua entrata: l'ultimo pokèmon di Valerio. Inutile dire che suo padre rimase di sale vedendo come, forte del vantaggio del Ventoincoda di Pelipper, l'allegro pipistrello non esitò a confondere il povero Emolga con uno Stordiraggio. Ormai in preda alle allucinazioni, il roditore picchiava la testa contro il soffitto della palestra, incoscio di cosa stava succedendogli intorno. Mentre continuava l'accesa discussione col cartongesso, quasi non si accorse del Velenodenti sferrato dal suo avversario, che era anche riuscito ad iperavvelenarlo. Quando finalmente le tossine tolsero al roditore le ultime energie, il capopalestra lanciò la sua ultima Pokè Ball. Nè uscì un maestoso Honchkrow.

« Crobat, fagli conoscere la tua Velenocroce!»

Usando le sue zanne, il pipistrello sferrò un colpo micidiale al suo avversario, che venne messo K.O. in un sol colpo. Valerio aveva vinto.

 

Gengar urlò terrorizzato quando vide che la sua allenatrice era stata atterrata da un Pidgeotto. Dopo averlo punito con uno dei suoi calci infallibili, la ragazza prese il Messaggio Aereo che gli era stato legato alla zampa destra e lo lesse. C'erano scritte due parole:

« Grazie, Nina.»

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Spoiler

"Ultime notizie! Un misterioso allenatore sembra aver sconfitto l'autore del disastro alla Lega Pokémon, il capo del Team Plasma: Ghecis! Egli è stato subito fermato dal campione Nardo e dal nuovo talento di Soffiolieve, Komor. In seguito, le autorità locali sono intervenute e hanno riportato la pace sulla scena. Il ragazzo è scomparso, anche se il figlio di Ghecis sembra sapere dove è diretto..."

 

Capitolo I - Ricordi

Erano passati ormai cinque anni da quell'infausto evento. Nessuno sembrava ormai ricordarsi dei danni procurati dal Team Plasma. Nessuno sospettava che la loro base era proprio qui, nella Città Nera, dimenticata e abbandonata dalla maggior parte delle persone. Ma forse, è meglio così. Mio padre ha passato la sua intera vita a pianificare la distruzione di Unima: prima, conquistandola, e solamente due anni dopo, cercando di congelarla. Per fortuna, quei due ragazzi, Alcide e Sanzo, sono riusciti a fermarlo.

Mi presento: sono Yuge Harmonia Gropius, il dimenticato figlio di Ghecis. Nessuno conosce la mia esistenza, neppure mio fratello Natural. Ho iniziato da poco il mio viaggio e il mio sogno è quello di diventare Capopalestra, per rimediare ai danni della mia famiglia e riscattare il suo nome. Non ce la farei mai senza il mio fedele compagno Murkrow, unico ricordo della mia defunta madre. Ho deciso di scrivere quest'ultima nota sul mio taccuino e lasciarla qui, nel Palazzo Sotterraneo Nero, dove sono nato e cresciuto. Un giorno, quando le persone dimenticheranno il nome degli Harmonia e quando scopriranno l'esistenza di questo luogo, sapranno che io non sono come mio padre.

- La nota si interrompe misteriosamente... sembra che l'ultima parte sia stata strappata -

Capitolo II - Inizio

23 Marzo 2015, Sciroccopoli

Ho deciso di riprendere momentaneamente il mio diario, giusto per aggiornarlo con le ultime novità. In seguito al mio allenamento con Murkrow nella Città Nera, contro i Pokémon di tipo Spettro che infestano tutt'oggi la maggior parte del Cimitero, sono riuscito a partire verso Sciroccopoli e ho intenzione di raggiungerla entro la sera. Da quello che mi raccontava mia madre, credo sia la capitale del divertimento, con le sue luci e i suoi giochi spensierati. Non amo le feste, ma lì è presente la prima tappa del mio viaggio: la palestra di Camelia, che nonostante il tempo passato, è ancora la modella più bella dell'intera Unima. Il mio principale obiettivo sarà quello di ottenere tutte  e sette le medaglie necessarie per partecipare al concorso per la nuova posizione di Capopalestra della città di Maestralopoli, di recente fondazione. Ah, dimenticavo di menzionare il mio nuovo compagno: Pawniard, un raro Pokémon presente sul percorso 15. Il nostro incontro è stato puramente casuale. Egli sembrava vagare per la piccola foresta presente nella zona e, quando l'ho visto, mi è subito sembrato smarrito e in difficoltà. Mi sono subito avvicinato per aiutarlo, ma dai cespugli sono comparsi due Whirlipede, infuriati. Ho cercato di proteggerlo mettendomi in mezzo per parare il loro Velenocoda, ma egli, ripresosi dal suo shock iniziale, ha subito utilizzato Nottesferza per allontanarli. Interessato alla sua meta, gli ho chiesto quale fosse. Pawniard ha quindi fatto spallucce, mostrando che non sapesse dove andare. Ho quindi deciso di catturarlo e lui è sembrato molto felice all'idea! Ora, insieme a Murkrow, il mio team si sta lentamente formando. Yaaawn! Mi è venuto sonno a forza di scrivere. Domani riuscirò sicuramente ad arrivare a Sciroccopoli.

Capitolo III - Incontro

Il giorno successivo, svegliatosi di buona lena, Yuge era già partito alla volta di Sciroccopoli. Egli, entrato e accolto subito dal caldo tepore festivo che le attrazioni e i cittadini sembravano emanare, si era diretto al Centro Pokémon della città. Intanto, i suoi fedeli compagni Murkrow e Pawniard si allenavano assieme, pronti per la sfida in palestra.

<<Ehi, tu! Ti ho notato da un po' e non sembri di queste parti... Chi sei? Da dove vieni?>> chiese all'improvviso un ragazzo. Era notevolmente più giovane e sembrava stranamente familiare a qualcuno di sua conoscenza. Gli occhi verdi, ma curiosi, lo sembravano scavare nel profondo. La strana capigliatura, in particolare, lo faceva assomigliare al fratello Natural da piccolo, l'unica volta che lo avesse mai visto. Yuge cerco subito di scacciare questi pensieri e risposte pacatamente alla domanda: <<Sono un turista che è da poco arrivato qui a Sciroccopoli... E ora scusami, ma mi devo riposare: ho intenzione di sfidare la palestra>>. Il ragazzo replicò, esaltato: <<Ah, ma allora sei un allenatore! Senti, so che sei stanco, ma ti andrebbe di fare una lotta? Ho appena iniziato il mio viaggio e vorrei allenarmi>>. Yuge rispose: <<Possiamo sfidarci più tardi? Ora sono davvero stremato...>>. Sentita la risposta, si presentò: <<Va bene. Piacere, io sono Akari!>>.

Circa mezz'ora dopo, Yuge si presenta nel campo lotta del Centro Pokémon, pronto per la sfida. Akari e il suo Chespin saranno i suoi avversari in uno scontro 1vs1. Yuge sceglie Murkrow e la sfida ha inizio. Inizialmente, egli sembra essere in vantaggio, ma Chespin, messo in difficoltà, si evolve in Quilladin e ribalta lo scontro con Granfisico e Pugnospine.

<Uff... Ce la fai a continuare, Murkrow?>> chiese Yuge al fedele amico. Il Pokémon, rialzatosi ancora una volta, era pronto per sferrare un altro attacco. <<Siete molto forti, tu e il tuo compagno>> continuò. <<Grazie, anche Murkrow è un rivale fenomenale!>> rispose Akari. Yuge, però, aveva ancora un asso nella manica. Durante l'allenamento, il suo Pokémon aveva appreso la mossa Cadutalibera, con cui avrebbe arrecato ingenti danni all'avversario di tipo Erba. <<Va bene, allora. Vai, Murkrow! Cadutalibera!!>> urlò Yuge. Il rapido Pokémon si mosse agilmente in aria e, con la forte presa delle sue zampe, sollevò in aria Quilladin. Lo scagliò quindi violentemente per terra. Il povero malcapitato era stremato: non riuscì a rimettersi in piedi. <<Evvai amico! Abbiamo vinto>>.

Capitolo IV - Evoluzione

25 Marzo 2015, Libecciopoli

Non credevo di riuscire a farmi un amico. Io, con la mia personalità non incline alla conversazione e un po' solitaria, ho conosciuto Akari, un simpatico ragazzino di Sciroccopoli. Inizialmente volevo solamente farlo assistere alla mia battaglia con Camelia, che tra l'altro è andata molto bene. In seguito, mi ha chiesto se poteva accompagnarmi durante il mio viaggio. Ero inizialmente riluttante all'idea di portarmi dietro una persona così giovane, ma egli ha insistito così tanto... Forse alla fine ho accettato perché mi ricorda molto mio fratello. Ah, chissà dove sarai ora, Natural? Spero tu non ti stia mettendo nei guai... Beh, non è ora di pensare a queste cose. Volevo invece scrivere della nuova sfida in palestra che sto per fare: quella di Libecciopoli. Akari sostiene di essere già stato qui e che ha sentito parlare molto del Capopalestra: è la figlia di Rafan, che ha deciso di andare in pensione. Sembra che la sua società sia passata proprio a lei! Beh, ho deciso di allenare un po' Pawniard assieme al Bunnelby di Akari: deve imparare a resistere alle mosse di tipo Terra!

Wow, questa non me l'aspettavo. E' passata qualche ora dall'ultima frase che ho scritto ed ho un'importante novità: il mio Pawniard si è evoluto! Incassando l'ultima Fossa di Bunnelby, ha innescato il processo evolutivo, trasformandosi in Bisharp. Ha imparato una nuova mossa: Sbigoattacco. Sembra essere molto potente! La proverò sicuramente durante la sfida in palestra.

Uff, ultima volta che scrivo, per oggi.  Sono riuscito a battere Carla, la nuova Capopalestra di tipo Terra. Il suo Excadrill mi stava mettendo in difficoltà, ma Bisharp si è confermato un ottimo combattente. Il nome Carla mi ricordava qualcosa e mi sono quindi messo a fare qualche ricerca al Centro Pokémon: è venuto fuori che è la figlia della famosa Professoressa Belle, che ha sostituito dopo un'onorata carriera la Professoressa Aralia! Chi l'avrebbe mai detto? Anche Akari è sembrato scosso dalla notizia, soprattutto perché ha conosciuto Belle all'età di tre anni. Egli mi ha raccontato del fatto che sua madre lavorava come scienziata per Belle, in particolare studiava i meccanismi dell'evoluzione Pokémon. Mi piacerebbe incontrarla, anche se conosco il figlio da così poco. Oh, si è appena addormentato. Deve essere stato stancante per lui. E' ora che vada a dormire: devo riposare se voglio arrivare a Ponentopoli!

Capitolo V - Sfida

E' passato molto tempo da quando Yuge ha lasciato Libecciopoli. Egli è riuscito a conquistare tutte e sette le medaglie. In particolare, la sua squadra era diventata molto più forte. Murkrow era diventato molto affiatato con lui: con poche parole, era in grado di capire la mossa che doveva usare. Bisharp si è invece irrobustito, anche se Yuge ama il suo carattere un po' giocoso, che gli è rimasto da quando era solamente un Pawniard. E' arrivato invece un nuovo membro: Sandile. Nel Deserto della Quiete, era stata attaccata da alcuni Maractus, normalmente innocui. Sembravano infuriati e ciò era dovuto ad uno strano meccanismo presente nella sabbia: assomigliava molto a dei prototipi di Gigaremo, della lontana regione di Almia. Akari, incuriosito, ha deciso di tornare dalla madre scienziata proprio per questo. Con la promessa di rincontrarsi prima della battaglia, Yuge lo stava proprio aspettando alla Lega Pokémon, dove il concorso si svolgerà: esso consiste in una sfida con il leggendario SuperQuattro di tipo Buio, Mirton.

<<Era anche ora che tu arrivassi!>> esclamò Yuge, spazientito dall'enorme ritardo che l'amico aveva. <<Scusami, ma le guardie del cancello non volevano farmi entrare perché non ho ancora tutte le medaglie>> si giustificò. <<Vabbè, lasciamo stare. E' tempo di lottare!>>.  La sala era gigantesca e abbondantemente decorata. Sembrava molto antica e con le rifiniture prevalentemente di colore dorato; questo ricordò subito a Yuge il Castello di N, che il padre progettava quando era ancora piccolo. Akari, indeciso sull'entrare o meno, si precipitò a sedersi sugli spalti, pronto per incitare. Ad un tratto, le luci si spensero, tranne una.

<<Salve, sfidante! Qual è il tuo nome? Da dove vieni?>> pronunciò una voce di sottofondo. <<Il mio nome è Yuge e vengo da Spiraria!>> disse Yuge, mentendo. <<Bene, Yuge da Spiraria, sei pronto per una sfida con soli due Pokémon? Immagino di sì: riesco a percepire la tua determinazione negli occhi! Beh, allora lascia che mi presenti. Sono Mirton, SuperQuattro di tipo Buio!>>.  L'arbitro diede il via alla gara e Yuge scelse di mandare in campo Sandile, contro il Liepard dell'avversario. <<Liepard, utilizza Bruciapelo!>> disse Mirton, calmo e per niente agitato. Con una velocità sorprendente, il Pokémon colpì Sandile, quasi facendola svenire. <<Sandile, resisti! Utilizza Turbosabbia!>>. La sua piccola amica, ancora tramortita, mancò il bersaglio, che ne approfittò per colpirla con un Nottesferza, mandandola K.O. <<Non sembri molto forte, Yuge da Spiraria...>> pronunciò Mirton, provocandolo. <<Non preoccuparti: è solo il mio primo Pokémon. Vai, Murkrow!>>. Yuge aveva deciso di puntare tutto sul suo fidato compagno.  <<Vai, Cadutalibera!>> urlò Yuge. Così come aveva sorpreso Akari, anche il SuperQuattro si stupì dell'incredibile forza che il piccolo Pokémon possedeva. Ma non si lasciò sopraffare: <<Liepard, Sfuriate! Svelto!>>. Ancora una volta, il colpo di Liepard andò a segno. Murkrow, stremato dagli innumerevoli graffi che aveva subito, cadde. Il tonfo del suo corpo che toccava il suolo si sentì rimbombare per tutta la stanza. Yuge non riusciva ancora a crederci. <<Mi dispiace, ragazzo. Tu e i tuoi Pokémon sembrate determinati, ma non siete pronti per ottenere questa prestigiosa carica. Ti consiglio di riprovarci un'altra volta, in caso nessuno riesca a superare la sfida>> sentenziò Mirton. Mentre Yuge si stava disperando, Akari lo raggiunse. <<Dai amico, non ti abbattere! Ci alleneremo di più e senz'altro ce la faremo la prossima volta!>>. Yuge non stava più ascoltando: era la prima volta che si sentiva così in tutta la sua vita. Uscì dalla sala con le lacrime agli occhi, pregando Akari di non seguirlo. Egli aspettò almeno un'ora, ma non sapeva che non l'avrebbe più rivisto per molto tempo.

Capitolo VI - Scomparsa

Yuge era ancora tramortito dalla botta che aveva ricevuto. Si trovava in uno strano posto, molto simile ad una cella. Faceva molto freddo: poteva benissimo essere su una montagna. Cercò subito delle finestre, per capire dove si trovasse. Vide due fessure abbastanza larghe per passarvici, che erano però bloccate da delle solide inferriate. Non si riusciva nemmeno a vedere fuori. Spaventato, cercò di ricordare cosa fosse successo: sapeva solamente che, in seguito all'aver perso la sfida con Mirton, era andato nel bosco per calmarsi ma non ricordava più niente dopo il colpo alla testa. La sentiva ancora indolenzita... Iniziò a battere sulla porta per chiedere aiuto. Nessuno rispose.

Akari non perse  tempo. Seguendo lo stesso sentiero che Yuge aveva probabilmente percorso, si ritrovò in una radura, dove trovò il suo zaino. Non conteneva le PokéBall e il suo diario. Egli sapeva quanto l'amico ci tenesse e che non l'avrebbe mai lasciato lì. Sembrava proprio che l'avessero rapito. Lo zaino, secondo quanto gli aveva raccontato, era un regalo che accomunava lui e suo fratello, partito insieme al padre poco dopo aver compiuto i due anni. In parte, il viaggio di Yuge era anche per cercare notizie su Natural. Akari decise di chiamare la polizia dal Centro Pokémon. Risposero che erano troppo occupati a risolvere un qualche problema con un furto ad una Centrale Elettrica a Maestralopoli. Inoltre, dissero che bisognava aspettare almeno ventiquattro ore prima di denunciare la scomparsa. Akari riattaccò, sbuffando. Era veramente preoccupato.

Dopo un attimo che parve interminabile, Yuge sentì una voce stranamente familiare: <<Senti, aspetta un attimo. Ora non possiamo occuparci di te>>. Egli aveva già sentito questa persona... solamente, non ricordava dove. Insistì: <<Dove mi trovo? Perché mi avete rapito?>>. <<Se ti avessimo voluto rapire, di certo non avresti un letto e un armadio>>. In effetti, Yuge non si era accorto di una cosa così banale: aveva del mobilio nella "cella". La voce continuò: <<Abbiamo qualche problema con un Garchomp infuriato, potresti aspettare un attimo?>>. Si sentirono dei passi e un bisbiglio. Il ragazzo riuscì a intercettare qualche frase, come "tutto risolto" e "si è svegliato"? La porta iniziò ad aprirsi e vide due persone che non pensava avrebbe mai più rivisto. Una terza arrivò subito dopo, completando il team: i membri più fidati di suo padre, il Trio Oscuro.

Capitolo VII - Allenamento

13 Maggio 2015, Palazzo di N

Ho talmente tante cose da scrivere che non saprei da dove cominciare. Inizio subito con il dire che sono stato "rapito" (non ne capisco ancora il motivo) da delle mie vecchie conoscenze: il Trio Oscuro. Credevo fossero in prigione insieme a mio padre. Inizialmente, temevo di essere in pericolo, ma mi hanno subito chiarito le loro intenzioni: mi avevano spiato per parte del mio viaggio e avevano capito che volevo diventare il nuovo Capopalestra di Maestralopoli. Hanno addirittura assistito alla mia prova con Mirton, che tra l'altro è andata male (e preferisco non scriverne). Mio padre, come ultimo desiderio verso il trio, aveva chiesto di aiutare i suoi figli in qualsiasi modo fosse stato loro possibile. Non credevo conoscessero la mia esistenza, mentre invece ho scoperto che loro erano tre dei fedeli servitori di mia madre. Comunque, il loro obiettivo è semplice: allenarmi. Hanno notato il mio potenziale durante la battaglia, ma credono che sia ancora troppo debole per vincere contro un SuperQuattro. Ho deciso di accettare la loro proposta, anche se mi hanno subito detto che l'allenamento sarà duro e prevederà regole rigide. Probabilmente non potrò nemmeno contattare Akari: hanno detto che gli riferiranno di non preoccuparsi e di non denunciare la mia scomparsa.  Io sono pronto. Voglio diventare il più forte allenatore di tipo Buio!

 

7 Luglio 2015, Castello di N

Ho finalmente terminato il mio allenamento. E' stato durissimo, ma i risultati ottenuti sono stupefacenti. Iniziamo parlando del mio Team: Bisharp ha imparato nuove mosse ed è diventato molto più forte, sia fisicamente che caratterialmente (senza perdere il lato divertente che ben conosco di lui). La mia piccola Sandile è diventata una potente Krookodile, rapida e precisa. Un nuovo membro è entrato a far parte della mia famiglia: Deino, che è diventato uno splendido Hydreigon, proprio come quello di mio padre. Il Trio Oscuro mi ha infatti aiutato a catturarlo nelle profondità del Castello di N, cioè dove mi sono allenato per tutto questo tempo. Ho anche alloggiato nella sua camera, che devo dire è molto confortevole! Infine, Murkrow, che è diventato un robusto Honchkrow, ha imparato Baldeali, il nostro nuovo asso nella manica. Per quanto riguarda me, non mi lascio più abbattere così facilmente. Il Trio Oscuro è subito dovuto partire alla ricerca di mio fratello Natural, per aiutarlo a crearsi una nuova vita. Li ringrazio molto e sono loro davvero riconoscente. Ma ora, è tempo di tornare a prendere quel posto di Capopalestra!

Capitolo VIII - Rivincita

Appena Akari vide Yuge, corse subito ad abbracciarlo. Per tutto questo tempo, era stato ospite di suo nonno, che abita nella Via Vittoria, dove si è allenato. Il ragazzino era molto felice di rivedere l'amico che non vedeva da tanto tempo. Era quasi tentato di colpirlo, per averlo fatto preoccupare così tanto. Dopo una breve pausa, si diressero subito verso la gigantesca sala in cui tutto si sarebbe deciso. Mirton, seduto su una vecchia sedia mentre giocava a Poker contro gli arbitri, aveva aspettato così a lungo qualcuno degno del posto di Capopalestra. In tanti si erano presentati, ma nessuno era ancora riuscito a batterlo. Alla vista del ragazzo, inizialmente dubbioso, si ricordò improvvisamente della persona e lo accolse: <<Bene bene bene, guarda un po' chi abbiamo qui. Yuge da Spiraria, se non ricordo male! Sei tornato, finalmente>>. Yuge, con grande determinazione, disse: <<Sì, e sono qui per batterti!>>. Mirton sospirò: <<Lo spero. Sono stanco di aspettare qualcuno con un grande potenziale...>> e continuò: <<Beh, diamo il via alla lotta!>>.

Mirton decise di iniziare, come la prima volta, con lo scattante Liepard. Yuge, ricordandosi, scelse Krookodile, pronta per la sua rivincita. <<Liepard, Bruciapelo!>> esclamò il SuperQuattro. Pur essendo molto veloce, Krookodile si era a lungo allenata per essere molto più agile. <<Krookodile, potenziati con Crescipugno!>>. Quella mossa all'apparenza debole, sembrò sorprendere Liepard che venne tramortito dal fulmineo colpo. <<Krookodile, colpiscilo con Dragartigli!>> quasi urlò Yuge, mentre Mirton chiedeva l'utilizzo della mossa Sfuriate. Essendo molto più veloce, il Pokémon di tipo Terra colpì con i robusti artigli il felino, facendolo volare contro un muro. L'arbitro segnò che il Pokémon non era più in grado di continuare. Mirton, sorpreso, disse: <<Uhm, si vede che ti sei allenato molto! Forse sei pure in grado di battermi. Vediamo come te la cavi contro di lui: vai, Scrafty!>>. Una strana lucertola uscì dalla luce della propria PokéBall. <<Torna qui, Krookodile. Sei stata bravissima!>>. Il coccodrillo, pur non essendo stanca, si sentì fiera del risultato appena ottenuto. <<E' il tuo turno, Honchkrow!>> proseguì  Yuge. Intanto, Akari continuava ad esultare e incitava il nuovo entrato con tutte le forze che aveva. <<Scrafty, Dragodanza!>> Mirton sembrava essere preoccupato: aveva sottovalutato lo sfidante. <<Non te lo lascerò fare. Honchkrow, utilizza Aeroassalto!>> Velocemente, il Pokémon Uccello colpì Scrafty, ma senza cadere. Iniziò quindi ad eseguire una strana danza, che potenziò i muscoli delle gambe e delle braccia, aumentando il suo Attacco e la sua Velocità. <<Honchkrow, è il momento di chiudere lo scontro! Vai con il nostro asso nella manica: Baldeali!>> <<Scrafty, utilizza Zuccata e sconfiggilo!>>. I due allenatori sembravano agguerritissimi e la loro determinazione era quasi palpabile nell'aria. I due Pokémon si scontrarono con le loro mosse più forti. La tensione era alle stelle. Honchkrow accusò il contraccolpo dato dalla sua mossa e questo fece esultare Scrafty. Ma ancora non si era accorto di essere stato colpito. Quando se ne rese conto, si accasciò a terra, stremato dalla potenza di quella mossa. Yuge aveva finalmente vinto.

Capitolo IX - Vittoria

<<Sembra che tu abbia vinto, ragazzo!>> disse Mirton, con una punta di dispiacere nella voce. <<Sono contento di annunciare che tu, Yuge da Spiraria, abbia finalmente ottenuto la carica di Capopalestra di Maestralopoli. Congratulazioni!>> proseguì il SuperQuattro. Yuge era ancora incredulo: il suo sogno era finalmente diventato realtà. Non poteva ancora credere alla sua vittoria. Akari, raggiante, corse subito a congratularsi con l'amico, che non era mai stato così felice. Mirton spiegò subito alcuni dettagli tecnici e scelse, insieme al vincitore, le caratteristiche della sua palestra: essendo Maestralopoli ancora in costruzione, poteva avere una palestra personalizzata! Scelse come tema principale un palazzo sotterraneo, proprio come quello dove tutto era iniziato. La palestra sarebbe stata un intricato labirinto di corridoi, scuri e adatti al suo tipo di Pokémon preferito: il Buio. Chiese anche la possibilità di avere qualche albero di ciliegio, i preferiti di sua madre, su cui Honchkrow avrebbe amato riposarsi. Sistemate anche le questioni burocratiche, Yuge lasciò la sala. Purtroppo, Akari aveva una missione da svolgere: completare il suo viaggio e ottenere tutte le medaglie. Yuge, comprensivo, gli augurò il meglio, lasciandolo partire. Intanto, lui sarebbe andato a Maestralopoli per conoscere meglio gli abitanti.

23 Novembre, Maestralopoli

Finalmente Akari è tornato dal suo viaggio: è riuscito a ottenere tutte le medaglie! Naturalmente, gli manca ancora la mia. In tutto il tempo che è passato, la città si è completamente trasformata: dal cantiere che era, è diventata un prato gigantesco pieno di ciliegi e di fiori. Ho conosciuto quasi tutti i cittadini e sembrano contenti dell'idea di avermi come Capopalestra! Mi sono subito mostrato disponibile a risolvere i problemi legati ai Pokémon. A proposito, la palestra è fantastica, esattamente come la immaginavo da piccolo. Il mio team, in particolare Bisharp, si trova molto bene e ama passare la giornata combattendo con gli sfidanti e svagandosi nel piccolo prato privato della mia casa, collegata tramite un corridoio che assomiglia molto a quello in cui abitavo vicino da piccolo. Akari è pronto per la sfida in palestra: meglio non farlo aspettare! Ma prima, un postino ha lasciato una lettera. Meglio leggerla, non vorrei fossero notizie importanti.

Capitolo X - Epilogo

"Caro fratello, sono contento di sapere che tu stia bene! Sinceramente non sapevo nemmeno della tua esistenza e di questo me ne rammarico. Il Trio Oscuro mi ha parlato a lungo del tuo viaggio e del tuo allenamento. Congratulazioni per il posto di Capopalestra, non mi sarei aspettato niente di meno. Purtroppo posso solamente scriverti poche righe, siccome alcuni fanatici stanno ancora inseguendo gli ex membri del Team Plasma. I miei tre amici mi stanno aiutando a crearmi una nuova vita, potrei andare a vivere a Sciroccopoli, con quella fantastica ruota panoramica! Ci sei mai stato? Beh, è ora di andare. Congratulazioni ancora! Buona fortuna per tutto.

P.S. Non preoccuparti, nessuno saprà da me e dal Trio Oscuro che fai parte della nostra famiglia. Il tuo segreto resterà al sicuro con me!" 

                                                                                                      Natural

 

Spero vi piaccia! E' il primo racconto che provo a scrivere per un Contest :)  Buona fortuna a tutti gli altri partecipanti.

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Guest dsfhjskdfajskdsfd

**vede i lavori degli altri e si vergogna**

...

@Gallady e @g1ammi non ammazzatemi D:

...

All'inizio volevo rinunciarci. Ringrazio @Monkey- per aver prolungato la data del contest, altrimenti ci avrei rinunciato (il racconto lo trovo ancora orripilante) e avrei fatto fare una figura di cacca al Team Elettro.

...

Spoiler

Il gran finale

"Bonsoir Mademoiselle, aveva prenotato un tavolo?" domandò un cameriere.
"Ho un rendez-vous speciale con Madame Camelia," rispose la ragazza.
"Madame Camelia la sta aspettando nel tavolo in fondo al locale," disse il cameriere.
La ragazza si incamminò verso il tavolo. Sapeva cosa la stava aspettando.
"Mademoiselle Électre?" chiede una donna sulla mezza età con un vestito sgargiante.
"Sì," replicò timidamente la ragazza.
"Io sono Camelia, è davvero un piacere conoscerla," si presentò lei allungando la mano.
Aveva i capelli biondi come l'oro e gli occhi azzurri come un cielo limpido.
"Volete ordinare la cena, signore?" domandò un cameriere.
"Prendiamo entrambe un risotto ai funghi" ordinò Camelia, scegliendo la prima cosa che aveva letto sul menu.
"Molto bene, signore," il cameriere sparì lasciando dietro di sé un pesante silenzio.
"Presumo che un abito così raffinato lo abbia portato da Kalos," osservò Camelia.
"Esatto, mi sono trasferita a Sciroccopoli da poco per trovare lavoro," rispose Électre.
"Oramai sono diventata anziana, Sciroccopoli ha bisogno di un volto più giovane che la rappresenti," sospirò Camelia.
"Signore, il pranzo è servito," le interruppe il cameriere.
Le due chiacchierano a lungo sulla moda.
"La ringrazio per tutto, il risotto era veramente deleziosio," disse Électre.
"Se ne và di già? C'è ancora il dessert," rispose Camelia. L'espressione della donna cambiò radicalmente.
Électre capì tutto. "Non ho detto questo," disse con calma glaciale.
"Non occorre avere gli occhi, per vedere quanto sei bella. Avanti ragazza mia, tira fuori la tua grinta!"
Camelia si slegò i lunghi capelli biondi ed estrasse dalla tasca una Poké Ball. "Vai, Ampharos!" esclamò energicamente.
La ragazza tirò fuori una Poké Ball e fece uscire il Pokémon destinato per questa battaglia: "Vai, Baffo!"
"È la prima volta che vedo un esemplare di Dedenne. Pensa davvero di battermi con quel piccoletto?" chiese con tono provocativo la bionda.
"Baffo, usa Azione!" ordinò Électre ignorandola.
Ampharos chiuse gli occhi e restò in completo silenzio. Non fece neanche il solletico alla creatura che bloccò l'attacco col braccio.
"Non è possible" pensò la ragazza.
"Ampharos, Battiterra!" esclamò fieramente Camelia.
Ampharos calpestò il terreno e scatenò un terremoto che danneggiò gravemente il Pokémon Antenna.
"Baffo!" esclamò preoccupata Électre.
"È arrivato il momento del gran finale," disse la donna in beffardo.
La Ampharosite di Ampharos reagì al Megaorecchino di Camelia. Il Pokémon si era megaevoluto.
"Dragopulsar!" gridò Camelia.
Ampharos lanciò un potente Dragopulsar causando un esplosione.
La capopalestra rimase a bocca aperta quando vide Dedenne nelle stesse condizioni di prima.
Eh, sì, miei cari lettori, fu davvero un gran finale.
Électre chiuse gli occhi e sorrise fieramente.
"Dedenne acquisisce il tipo Folletto come tipo secondario. Dato che Ampharos dopo la megaevoluzione acquisisce il tipo drago, tocca a me fare il gran finale. Baffo, vai con Carineria!" ordinò Électre. 
Bastarono le carinerie di Dedenne a mettere fuori combattimento l'Ampharos di Camelia.
"Mi scuso per averla sottovalutata," pronunciò Camelia.
I due Pokémon ritornarono nella propria sfera.
"Stia tranquilla," così dicendo girò sui tacchi e se ne andò.
"Voglio che tu prenda il mio posto," le disse, fermandola.
"Mi assume come modellla?" domandò Électre entusiasta.

"Non soltanto," replicò Camelia. Salì sul tavolo per dare un annuncio ad alta voce: "Ladies and gentleman, ecco a voi la nuova capopalestra di Sciroccopoli!"
Silenzio di tomba. Électre si accorse in seguito di avere qualcosa nei capelli. Quando sentì il rumore sordo degli applausi, la ragazza capì che si trattavano di coriandoli.
"Avete sentito?" chiese, liberando Dedenne e Heliolisk.
"Prenda," disse Camelia, "è il mio Ampharos che porta con sé un Ampharosite. Ball e uno strano strumento, "e con questo megaanello può attivare la Pietrachiave per farlo megaevolvere."
"E lei..."
"Continuerò a lavorare nel settore di moda come stilista," la interruppe Camelia.
E così, dopo l'arrivo della nostra giovane eroina, pochi furono i valorosi allenatori che riuscirono a sbloccare l'accesso per il Ponte Libecciopoli.

Ho scritto il racconto con il mio caro e inseparabile Catorcino, il mio caro e vecchio cellulare che (ahimè) non abbandonerò mai.

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Storia del Team Ghiaccio:

Spoiler

Tutto ebbe inizio in un'afosa mattinata di Agosto, il sole “raggiava” alto nel cielo e delle nuvole quasi neanche l'ombra, in quel posto il freddo e il gelo erano sconosciuti.

Difatti, quel luogo veniva chiamato Solos, lì erano presenti Pokémon di tutti i tipi, a parte uno: il tipo Ghiaccio.

Proprio per quello un uomo ebbe in passato l'idea di costruire una palestra di tipo Ghiaccio nella città di Solos, infatti allenatori da tutto il mondo si recavano lì per ricevere la medaglia “Fiocco di neve”.

Un giorno, però, l'uomo cominciò a sentirsi debole e senza forze per via di una malattia, dal momento che stava invecchiando decide di cedere a qualcuno il suo posto di Capopalestra, fu così che aprì il concorso e tutti gli allenatori di tipo Ghiaccio che si trovavano nella regione si recarono lì, nella speranza di ricevere il tanto rinomato titolo.

Il concorso consisteva nell'affrontare i Pokémon dell'uomo, ormai anziano, colui che sarebbe riuscito a batterlo usando esclusivamente Pokémon di tipo Ghiaccio, avrebbe ricevuto il ruolo di Capopalestra.

Le sfide cominciarono e fuori dalla Palestra si potevano notare milioni di volenterosi allenatori che, spinti dalla voglia di provare e di essere Capopalestra, si erano recati lì.

Le sfide si tenevano dalle 09:00 alle 14:30, viste la grande mole di gente disposta a ricoprire tale ruolo, decide di suddividere in più giorni le sfide.

Il primo giorno passò e a malincuore per l'uomo nessuno era riuscito a batterlo, e lo stesso avvenne il secondo e il terzo giorno.

Durante il quarto giorno, però, si presentò lui un giovane ragazzo “spacciato” e determinato accompagnato dalla sua fedele mascotte Vanillite.

Non appena l'uomo lo vide, lo ritenne un ragazzino arrogante e schierò immediatamente il suo Abomasnow, continuando comunque a non scomporre il ragazzo. Il ragazzo, offeso dalle parole del Capopalestra, decide immediatamente di schierare il suo Pokémon migliore: Glaceon, prima di cominciare la lotta il ragazzo afferma l'imbattibilità del suo Glaceon, cosa che durante la sfida si rivelò vera.

L'anziano signore aveva a disposizione i suoi 6 Pokémon, mentre il ragazzo decise di affrontarlo utilizzando soltanto il suo Glaceon e il suo Vanillite. Il Glaceon del ragazzo aveva una mossa particolare che gli altri non erano capaci di utilizzare, Borasfera, grazie a essa i Pokémon venivano circondati da delle lastre di ghiaccio e successivamente chiusi dentro una sfera. L'uomo, sorpreso dalle abilità del ragazzo e il suo Pokémon, lo riempie di complimenti nonostante continui a ritenerlo arrogante.

Fu così che grazie a Glaceon riuscì a sconfiggere cinque dei suoi Pokémon, Abomasnow compreso, l'uomo stanco della situazione schiera il suo asso nella manica: Cryogonal. Esso si dimostra un Pokémon velocissimo, addirittura da riuscire ad evitare le lastre di ghiaccio, quando il ragazzo abbassa la guardia il Cryogonal del ragazzo utilizza Geloraggio contro il suo Glaceon, facendolo gelare. Dopo qualche secondo il Glaceon nemico cadde a terra sfinito e il ragazzo fu costretto ad utilizzare il suo Vanillite e l'uomo dice lui: “Hai perso ormai, il tuo Vanillite non può nulla contro il mio Cryogonal”, il ragazzo infastidito risponde: “Ne sei così sicuro? Vediamo, non canterei vittoria così presto!”

Fu così che l'uomo fece la prima mossa e il suo Glaceon utilizzò Bora, ma purtroppo il tentativo fu vano, il Vanillite del ragazzo era anche più veloce del suo Cryogonal.

Gli attacchi da parte dell'uomo continuarono, senza che nessuno andasse a segno, così il ragazzo stanco di schivare gli attacchi, decide di attaccare e gela prima di tutto il terreno creando una barricata di ghiaccio, fu così che Cryogonal si ritrovò intrappolato.

Il ragazzo si approfittò quindi di star utilizzando un Pokémon piccino e manda Vanillite accanto alla barricata, quasi vicino a Cryogonal. Non appena il Pokémon nemico comincia a stancarsi, Vanillite utilizza Bora all'interno della barricata, gelando così Cryogonal.

Fu così che la lotta si concluse, e l'anziano signore soddisfatto dal ragazzo dice: “I miei complimenti, giovane Allenatore. Sono sicuro che grazie alle tue abilità il nome della mia Palestra sarà salvo, con questo mantello ti consegno il titolo di Capopalestra.”

Fu così che il ragazzo rispose: “La ringrazio, vedrà che non la deluderò.”

Passarono diversi anni da quel momento e la Palestra di Solos era diventata una delle migliori della regione, grazie al duro lavoro del ragazzo ormai diventato un uomo.

Buona fortuna a tutti! ^^ 

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Lo Steelix di Jasmine aveva sconfitto il suo Magnezone. 

Aveva ultima speranza: Lucario.

Pensò a tutta la fatica che aveva fatto e si convinse che non doveva assolutamente perdere...

Tutto iniziò quando aveva 10 anni...

Si trovava a casa sua, a Kanto, Plumbeopoli.

Ad un certo puntovl Brock entrò a casa sua per discutere di lavoro con suo padre, un segretario della lega Pokémon.

Tutto andava tranquillamente quando la porta si aprì ed entrò un uomo vestito di nero: uno del team Rocket.

Iniziò a minacciare sua madre e a dire di consegnargli il Pokémon di suo figlio.

Ben, così si chiamava il ragazzino, prese le difese di sua madre e sfidò la recluta con il suo Onix.

Il Rattata nemico perse in un attimo e così anche Zubat.

La recluta uscì dalla casa quasi piangendo borbottando qualcosa riguardo alla rabbia di Giovanni e imprecando ogni tanto.

Brock si era affacciato dalla porta dello studio del padre di Ben durante la lotta, si avvicinò al ragazzino e disse che poteva fare grandi cose con quella velocità in combattimento.

Detto questo gli regalò un Pokémon come premio: un Magnemite, dicendo anche che c'era un suo amico, abitante di Sinnoh che avrebbe potuto fargli da mentore in modo da diventare ancora più forte.

Ben chiese ai genitori se poteva andarci e tutta la famiglia si trasferì lì.

Andarono a vivere nella piccola città di Mineropoli dove il capopalestra, Ferruccio, era specializzato nel tipo Roccia.

Ferruccio non faceva riposare Ben neanche un istante, lo faceva lottare, gli faceva studiare le lotte, gli faceva commentare le battaglie di suo figlio Pedro e lo mandava a consegnare cose nella Cava di Mineropoli.

Ben scoprì che non solo lui studiava... anche lo stesso Ferruccio stava dando degli esami per diventare capopalestra, ma di un altro tipo, uno recentemente classificato: Acciaio.

Finito l'addestramento Ferruccio lo portò in nave sull'isola Ferrosa e gli disse che l'unico modo che aveva per tornare a casa era attraversare tutta la grotta interna all'isola e tornare al molo.

Stava tutto andando per il meglio quando un uomo, che disse di chiamarsi Marisio, gli chiese di aiutarlo a sconfiggere un uomo che voleva fondare un nuovo team malvagio e chiamarlo Galassia.

Marisio e Ben lo videro che pianificava progetti complessi e lo bloccarono per le braccia.

L'uomo aveva imbottito una parte della caverna di esplosivo che voleva detonare e poi scappare in modo che la polizia avrebbe guardato solo quell'isola e lui avrebbe potuto creare il team nell'entroterra.

Marisio e Ben videro le bombe e, trasportando l'uomo uscirono dalla grotta appena in tempo perché erano appena state detonate.

Marisio ringraziò Ben dandogli una delle sue due uova di Pokémon.

Il malvagio però evase dal carcere e quello che fece dopo é un'altra storia...

Megnemite si evolse dopo aver sconfitto il Geodude di Pedro, mentre Onix si evolse grazie all'aiuto di Ferruccio per uno scambio.

Ferruccio disse a Ben che se avesse voluto anche lui sarebbe potuto diventare capopalestra di tipo acciaio.

C'era infatti una palestra ad Olivinopoli che avrebbe potuto conquistare.

Ben tornò quindi a Kanto, nella sua vecchia casa.

Passò tanto tempo prima che riuscisse ad arrivare ad Olivinopoli e nel frattempo Magneton era diventato Magnezone e l'uovo un Riolu.

Appena prima di entrare nella palestra un uomo lo fermò e lo spingono fino a farlo salire su una barca nonostante Ben non avesse alcuna voglia di salirci.

Venne portato da un uomini stempiato e sempre accompagnato da un ghigno.

Ben ne aveva sentito parlare: il suo nome era Giovanni.

Giovanni volle fermare la sua ascesa al potere mandandogli contro il suo Persian.

Con Riolu non fu molto difficile vincere e alla fine della lotta diventò un Lucario che, grazie alla sua forza e agilità portò Ben su uno scoglio vicino alla rotta della nave la quale si allontanò all'orizzonte.

Ben si preparò per la sfida con Jasmine che sconfisse il suo Steelix a causa dello Skarmory di Jasmine.

Adesso torniamo al presente.

Steelix vs Lucario.

Steelix si lanciò contro Lucario che caricò una Forzasfera.

Jasmine, prevedendolo, ordinò a Steelix di saltare e Ben prevedendo anche lui la mossa disse a Lucario di incanalare l'energia di Forzasfera in un unica, devastante Palmoforza.

Vincendo e diventando capopalestra di Olivinopoli.

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1 Capitolo:Ritiro
Nella città di Telesoca,un villaggio situata nel sud di Unima,abitava Sara,un insegnante dell'asilo,che viveva un vita normale.La mattina di un giorno,quando Sara si affacciò dalla finestra sua camera dopo essersi svegliata,notò che in piazza c'era un folla gigantesca.Si cambiò subito e scese a vedere cosa era successo:al centro della folla c'era il capopalestra del villaggio,Adrien,che disse:"Buongiorno,oggi volevo annunciarvi due cose:ho deciso di ritirarmi dal lavoro da capopalestra..."Queste parole suscitarono clamore nella folla."...E il mio successore sarà deciso in un torneo monotipo Psico 2v2 che si svolgerà il prossimo anno,potranno partecipare tutti.Buona fortuna!"Le persone cominciarono ad andarsene mormorando fra loro con un tono spaventato.Sara pensò di partecipare per rinnovare la sua vita da insegnante ma aveva solo un pokémon:un semplice Psyduck,regalato dal padre,di livello 6 che sapeva solo Graffio,Colpocoda e Docciascudo,come dire,un pokémon inutile.Ritornando a casa decise che nelle vacanze estive sarebbe andata catturare pokémon e allenarli per diventare la capopalestra di Telesoca.
2 Capitolo:Cattura
Con l'inizio dell'estate iniziò una stagione di caldo e di divertimento ma soprattutto l'inizio di un'avventura per Sara.La mattina del primo giorno di vacanze,Sara partì subito,portando con sé lo stretto necessario,avrebbe fatto rifornimento nei vari centri pokémon sparsi per la regione.La sua prima tappa sarebbe stato il Bosco Girandola,sperando di scovare qualche tipo psico interessante.Lei cominciò a vagare alla ricerca di pokémon dopo essersi allontanata dal villaggio,riuscì a trovare solo Sewaddle,Cottonee,Petil e Seedot ma in compenso riuscì ad allenare il suo Psyduck,adesso al livello 11 con Pistolacqua al posto di Colpocoda.Arrivati vicino al Bosco Girandolo venne fermata da un bambino con un cappello ridicolo che voleva sfidarla e Sara accettò,vincendo la sfida.Continuando sul percorso scoprì c'erano vari bambini come quello precedente che attendevano qualche avventuriero sfidante.Ella non voleva sfidarli e passò per un altro percorso,quella scelta si rivelò importante perché riuscì a trovare il suo primo pokémon psico in un cespuglio di quel percorso,un Meditite che riposava.Sara,incredula di essere riuscita a trovarli,lanciò maldestramente la pokéball e catturò il suo primo pokémon.Quel Meditite era di livello 23,con Palmoforza,Introforza,Calmamente e Individua.Pochi mesi dopo,alla fine delle vacanze riuscì ad avere altri due pokémon psico:un Alakazam,scambiato da un signore abbastanza stravagante e ricco,e un Natu,catturato nel percorso 5.
3 Capitolo:Torneo
Arrivato il giorno del torneo,era pronta,aveva già allenato i suoi pokémon,evolvendoli pure.Nella piazza era stata allestita un campo da battaglia,Adrien era seduto da parte,aspettando il torneo mentre i partecipanti si erano radunati vicino al campo.Alle 13 iniziarono le sfide per arrivare in finale.A Sara capitarono avversari molto facili,arrivò in finale con abbastanza difficoltà,tra i pokémon più difficili da sconfiggere ci fu un Espeon con Palla Ombra che causò tanti problemi.Nella finale incontrò una persona alquanto strana,indossava una semplice felpa rovinata,la sfida iniziò subito:Sara mandò il suo Xatu mentre l'avversario Metagross,Metagross usò subito Iper Raggio,dalla sua bocca uscì un raggio verde che colpì in pieno Xatu.A Xatu causò molti danni ma riuscì usare Stordiraggio e Metagross si accascio stordito.Metagross non riuscì ad attaccare e Xatu colpì direttamente con Palla Ombra.Metagross subì il colpo ma riuscì a resistere e usò Frana,prese di sorpresa il pokémon di Sara e venne messo KO.Sara mandò Alakazam e attaccò subito con Fuocopugno dato che Metagross era più lento e mandò KO l'avversario.Il secondo pokémon era un Medicham,lo fece megaevolvere e diventò molto più forte

Lo scontro tra i due si rivelò molto in vantaggio per il pokémon nemico,non riusciva a contrattaccare.Sara si innervosì,non sapeva cosa fare,l'unico modo per vincere era subire e studiare l'avversario ma il suo Alakazam stava letteralmente cadendo sotto alle Acrobazie di Medicham.Decise di tentare un mossa abbastanza pericolosa:

Calmamente,calmamente,calmamente.Il suo Alakazam continuava a resistere sotto agli attacchi del pericoloso pokémon Meditazione.Dopo il quarto Calmamente il suo Alakazam stava per accasciarsi per terra,stava per sfinire le sue forze ma Sara disse:

"ALAKAZAM,USA MAGIBRILLIO!"Da corpo di Alakazam sprigionò una luce accecante,subito dopo si sentì un tonfo:Medicham era andato KO.In quei momenti che ti riempi di gioia come Sara...

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I) LA SORPRESA

La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno.

Sono ad Olivinopoli da nemmeno un giorno e in città non si parla d'altro: Lance, il Campione della Lega, ha appena indetto a sorpresa un Cambio Generazionale per tutte e 8 le palestre di Johto.

L'avvenimento capita una volta ogni 30 anni, a volte anche di più, e mette in palio gli ambitissimi titoli di capopalestra della regione. Le regole sono semplici:ogni allenatore ha il diritto di sfidare un solo capopalestra a scelta in una sfida 3vs3 senza strumenti, e per diventare capopalestra ha a disposizione solo un tentativo: in seguito potrà ovviamente ottenere comunque la medaglia ma non più l'ambitissimo titolo. I titoli restano vacanti per un mese intero, o fino a quando un allenatore sconfigge il capopalestra.

Io non ho dubbi sulla palestra da conquistare: Fiorlisopoli, dove i miei nonni da piccolo mi portavano sempre al mare. E per me, un ragazzino di Mogania, quell'isola era semplicemente il paradiso, la mia isola del tesoro.

I miei gestiscono ancora oggi l'unico negozio di Mogania e a sentir loro il mondo è solo un posto pericolosissimo da girare il meno possibile: ho faticato moltissimo per convincerli a farmi diventare un allenatore. Questa finalmente è l'occasione giusta per mostrare che hanno fatto bene a farmi partire, e soprattutto per avere una palestra tutta mia. Sarebbe incredibile!

 

II) L'ALLENAMENTO

Dopo una veloce ricarica al centro pokèmon scelgo i tre pokèmon con cui tentare l'impresa: primo ovviamente Becco, il Delibird ricevuto in regalo da mia nonna il giorno della mia partenza all'avventura, poi Flame, il Cyndaquil evoluto in Quilava donatomi dal professor Elm e infine Sirius, l'Umbreon in cui avevo fatto evolvere l'Eevee che Bill mi aveva regalato a Fiordoropoli. Decido di restare cinque giorni ad Olivinopoli per allenarmi duramente alla spiaggia e al faro, cinque giorni riposandomi pochissimo e allenando al massimo i miei pokémon. In particolare speravo che Flame si evolvesse, specie dopo una fantastica vittoria su un Ampharos al faro, ma evidentemente non era ancora il suo momento.

L'allenamento è andato sempre bene, tranne quando al terzo giorno un Pestone violento di un Miltank aveva fatto temere un infortunio all'ala destra di Becco, per fortuna scongiurato dagli esami al centro pokèmon.

Alla sera del quinto giorno decido di partire per il mare: le palestre di Azalina ed Ebanopoli sono già state conquistate e non voglio certo farmi fregare sul tempo.

 

III) UNO STRANO INCONTRO

Arrivo sull'isola a notte inoltrata, prendo l'ultima stanza libera nell'unico hotel e crollo sul letto. Faccio un incubo assurdo, in cui sfido il capopalestra ma quando è ora di combattere mi accordo di essere in mutande. E senza pokèball.

Mi sveglio fradicio e guardo l'orologio: sono le 7 e 10, e la palestra non avrebbe aperto prima delle 8. Decido comunque di scendere a far colazione nella hall e andare subito alla palestra. Almeno sarei stato il primo della giornata. Invece quando arrivo davanti alla palestra vedo un ragazzo, poco più grande di me, che gioca nervosamente con uno yo-yo di vetro colorato. Accanto a lui c'è un Umbreon, che gli gira intorno a semicerchio.

"Ciao, io sono Wayne" mi presento. Lui si gira e mi guarda, e i suoi occhi si fanno inaspettatamente carichi di odio, Dopo una decina di secondi buona finalmente risponde "piacere, Gary. Scusa ma mi ricordi moltissimo un allenatore..."

"dev'essere un tipo in gamba!" faccio io per rompere il ghiaccio.

"Ha ucciso un mio pokémon" mi fa lui, gelido.

Io sbianco, non so che dire, per fortuna lui torna sereno e inizia a parlare "A dire il vero non è stata colpa sua, è stata colpa mia. Mi aveva sconfitto 3 anni fa sulla M/N Anna poco prima che salpasse da Aranciopoli, io poi decisi comunque di divertirmi a bordo anche con i miei pokèmon KO... avevo perso il senso del tempo e la nave salpò senza che me ne accorgessi, quando andai al primo centro pokèmon per il mio Raticate era troppo tardi." 

La voce gli si spezza, lo guardo e ha gli occhi rossi e umidi   "....deve essere stato tremendo, io non so cosa farei se dovesse succedere qualcosa a un mio pokémon...."  gli dico, lui si asciuga gli occhi e abbozza un sorriso "Tranquillo, non è certo colpa tua. Io vengo da Biancavilla comunque" mi fa, "Mogania" mi limito a dire, ancora scosso per quello che mi ha appena detto.

"E sono stato Campione della Lega di Kanto per cinque minuti" aggiunge sempre sorridendo.

Io lo guardo stralunato. Credo proprio che ora mi stia prendendo in giro.

"E come mai hai scelto Fiorlisopoli? Potresti tornare ad essere un Campione!" gli dico, scherzando.

Lui si rifà serio e guardando dritto davanti a sè e dice "Perchè voglio ricominciare da zero, non puoi capire tu".

Faccio per chiedergli quali pokèmon userà durante le lotta quando suona la campana delle otto. Attorno a noi si erano radunate una ventina di persone, e i più vecchi avevano riconosciuto il grande Gary Oak.

 

IV) LA LOTTA

La segretaria ci apre la porta della palestra, e veniamo accolti nella hall da Furio. Dal vivo sembra meno grasso e più grosso che sui manifesti, e indubbiamente incute un certo timore. Ci guarda uno ad uno poi dice "in bocca al lupo ragazzi. E il lupo sono io" poi scoppia in una fragorosa risata, e si dirige verso la palestra. Gli piace scherzare. Gary si dirige per primo verso il portone che dà sulla palestra. Chiacchierando con altri allenatori scopro che aveva ragione lui: era stato davvero Campione di Kanto, anche se per pochissimo tempo. Dopo 20 minuti esce, paonazzo in volto "è troppo forte, non avete speranze" e se ne va. L'ex Campione di Kanto non ce l'ha fatta. Tutti gli allenatori si sentono male per le sue parole, e il prossimo sono io. Mi incammino in fretta prima di cambiare idea, apro il portone e vedo la palestra: è bellissima, con una vista sulla spiaggia fantastica e una cascata artificiale bellissima. Ma soprattutto è piena di attrezzi e pesi sparsi ovunque.

"Ciao, come sai sono Furio, capopalestra di tipo Lotta" esordisce lui, già schierato al suo posto.

"Io sono Wayne, e vengo da Mogania" mi presento.

"Non perdiamo tempo e lottiamo" fa lui. Evidentemente ha fretta.

Tira fuori la pokèball, io come sempre per primo scelgo Flame, ma quando vedo il suo primo pokèmon impallidisco: è Poliwrath. *censura*. "Poliwrath, Cascata!" urla Furio "Flame torna indietro!" "Vai Becco!"

Furio guarda Becco come se avesse visto Mew shiny, e fà "Un Delibird... sei coraggioso ragazzo!"

Becco viene colpito in pieno dalla Cascata nemica ma assorbe bene il colpo.

Furio non si arrabbia e grida "Poliwrath, finiscilo con Centripugno!" "Becco, Volo!" urlo io. Furio è stupito che il mio pokèmon conosca quella mossa, io per l'ennesima volta ringrazio mia nonna. Becco si alza in volo sopra la rana lottatrice e poi scende in picchiata, e mentre si trova proprio sopra la sua testa Furio urla "ORA!"

Il pugno di Poliwrath è così potente che fa un rumore nell'aria, ma sfiora solo Delibird, che invece cade con tutto il suo peso su Poliwrath. "Grande Becco!" grido, ma Poliwrath dopo due secondi a terra si rialza. Ammaccato ma si rialza.

"Poliwrath, Sottomissione!"

"Becco, Attacco Rapido!

Con una velocità incredibile Delibird anticipa Poliwrath e lo colpisce in pancia, al centro della spirale. La rana fa due passi indietro barcollante, poi si schianta al suolo. Non si muove più. "Fantastico Becco!" esulto, quasi incredulo.

"POLIWRATH NON E' PIU' IN GRADO DI COMBATTERE" annuncia l'arbitro, che fino a quel momento non avevo nemmeno notato.

"Bella mossa ragazzo, ora si fa dura" schernisce Furio. Odio quando mi chiama ragazzo.

"Vai Hitmontop!" grida.

"Hitmontop, Attacco Rapido!"

"Becco, Volo!"

il piccolo lottatore riesce a colpire Delibird prima che possa librarsi in volo, ma fortunatamente non lo mette KO. Becco però ha poca energia e il suo Volo, pur essendo superefficace, non colpisce Hitmontop così duro come aveva colpito Poliwrath.

"Hitmontop, Contrattacco!" urla Furio, e il piccolo lottatore si dirige verso Becco roteando sulla testa e lo colpisce ripetutamente con calci e pugni. "No!" mi lascio sfuggire. Becco cade a terra esausto.

"DELIBIRD NON E' PIU' IN GRADO DI COMBATTERE"

"Vai Flame!" ora siamo 2vs2. Ho molta fiducia nel mio Quilava, ci siamo allenati tantissimo ed è il mio asso nella manica

"Flame, Fuocobomba!" grido, pieno di entusiamo. Gliel'avevo insegnata pochi giorni prima: la bomba di fuoco è maestosa e potentissma. Ma lenta. Troppo lenta. Hitmontop la schiva facilmente roteando sulla testa, poi quando è vicino a Flame Furio urla "Hitmontop, Calcinvolo" e il piccolo lottatore esegue una semirovesciata semplicemente perfetta.

L'impatto del suo piede sul volto di Flame è devastante, di sicuro un brutto colpo. Flame cade a terra come un sacco di patate, inerme e privo di coscienza. "FLAME!!!" urlo terrorizzato, e corro nel campo di battaglia per sincerarmi delle sue condizioni. Fortunatamente è solo svenuto,

"QUILAVA NON E' PIU' IN GRADO DI COMBATTERE"

Ora mi resta solo più un pokèmon. Cavoli. Amari.

"Va Sirius!"

Furio mi guarda stupito, forse più che con Delibird. "Lo sai vero che Buio è debole a Lotta ragazzo? Sei andato a scuola?" Io guardo intensamente il mio Umbreon e lo ignoro.

"Hitmontop, chiudiamola con Calcinvolo!"

"Sirius, Protezione!"

la semirovesciata del lottatore è perfetta come prima, ma stavolta il mio pokèmon si è protetto.

"Ottima tattica ragazzo, ma non ho tempo da perdere" scherza ancora

"Hitmontop, Calcinvolo!"

Io sono totalmente paralizzato, vedo andare in fumo davanti ai miei occhi il sogno di diventare capopalestra. Quando accade il miracolo: durante lo slancio il lottatore trottola scivola leggermente sul piede d'appoggio, la rovesciata è sempre stilisticamente perfetta ma non è precisa. Con le unghie delle zampe riesce solo a strappare due baffi a Sirius, poi mancando l'impatto perde l'equilibrio e si sfracella al suolo. Già indebolito dal Volo di Becco, è KO.

"NOO!" Furio non ci crede, è disperato.

"HITMONTOP NON E' PIU' IN GRADO DI COMBATTERE!"

"1 contro 1, meglio così. si riprende Furio

"Vai Heracross!"

Heracross vs Umbreon. La sfida finale.

Cerco di distrarlo "Come mai Heracross? Lui e Poliwrath sono Lotta solo come tipo secondario, è strano!"

Furio mi guarda sprezzante :"Fosse per me non guarderei nemmeno il tipo, io scelgo solo i pokèmon che sono disposti a fare grossi sacrifici e ad allenarsi al limite per diventare sempre più forti. Chi lotta al massimo non avrà mai rimpianti, ragazzo." Ci mancava solo più la predica.

"Preparati ad averne uno di rimpianto, capo" ribatto. Lui mi guarda visibilmente contrariato, ma io me ne frego altamente.

"Heracross, Zuffa!" grida all'improvviso

"Umbreon, Psichico!"

Il coleottero è più veloce e si avventa sul mio felino per massacrarlo di botte. Dopo un tempo che mi pare eterno Heracross, sudatissimo per lo sforzo, si stacca da Sirius, che cade a terra.

Non si rialza.

"Bella sfida ragazzo, almeno ci hai provato!" dice Furio, sorridente

"UMBREON NON E' PIU' IN GRADO DI COM..." e si ferma.

Una zampa di Sirius si è mossa. Prima malferma, poi più sicura, pian piano riesce a rimettersi in piedi.

"Non......era esausto...." balbetta Furio

"VAAAAIIIII ORAAA!" grido con la voce roca. Umbreon concentra un raggio violaceo e lo fa partire verso un Heracross ancora provato anche lui dalla Zuffa di prima. Il raggio lo colpisce in testa, il coleottero cade di faccia a terra con un tonfo sordo.

Immobile.

Furio è semplicemente allibito.

"HERACROSS NON E' PIU' IN GRADO DI COMBATTERE, WAYNE VINCE L'INCONTRO!"

"SIIIIIIIII!!!!!!! Sirius sei stato eccezionale!!!!!" corro verso di lui ad abbracciarlo, arrivo appena in tempo perchè, esausto, mi sviene tra le braccia.

 

V) L'EPILOGO

"Non preoccuparti, c'è un'infermiera nella stanza accanto" dice Furio. Lo seguo, e dopo aver ricaricato i nostri pokèmon mi guarda e dice: non credevo che questo momento sarebbe mai arrivato. Sei stato fortunato, ma la fortuna aiuta solo chi se la cerca. Te la meriti tutta." E mi da una chiave, la chiave della palestra. Come portachiavi c'è uno strano pendaglio, lo fisso e mi dice "Quella è la Medaglia Tempesta, con quella potrai volare sul tuo Delibird. Sempre che ce la faccia!" E scoppiamo a ridere tutti due.

"Che tipo hai scelto per la palestra?" mi chiede, dopo un attimo

"Buio, con Umbreon, Murkrow e Sneasel"

"Lo immaginavo." mi dice "Ottima scelta, il tipo buio non va ancora tanto di moda,di sicuro non avrai concorrenza! Io invece ho sentito che stanno aprendo un Dojo Lotta a Hoenn, adrò a dare una mano"

Poi si fa serio e mi dice "Lo conosci Gary Oak? Ho visto che prima ci parlavi assieme. Ho una cosa da dargli, ma lui dopo che ha perso se n'è andato di corsa. Gliela puoi dare tu, vero?"

Non oso ribattere, quindi accetto.

Si tratta di un uovo, con incisa in centro una spirale in senso antiorario, come quella sulla pancia di Poliwrath.

E sotto, a matita, una scritta: "OGNI FINE E' UN NUOVO INIZIO"

 

                                                                                                                                  Fine

 

 

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 Racconto Team Normale

Spoiler

Un Doppio Inizio

Andrea si era appena svegliato, quando sua madre era appena salita nella sua camera per avvertirlo che fuori c'era la sua Eleonora, la sua migliore amica, che lo stava aspettando da almeno 10 minuti. Allora Andrea si alzò di scatto dal letto e corse a guardare fuori dalla finestra e vide la sua amica che lo aspettava, allora corse a lavarsi la faccia e si cambiò, in fondo lui si ricordava che era pericoloso farla aspettare dato che lei ha poca pazienza. In fondo oggi era un giorno speciale, lui e Ele avrebbero iniziato il loro viaggio per la regione di Hoenn. Si mise gli occhiali e prese la Pokeball, della sua fidata compagna di avventure che lo accompagnava da un paio d'anni, la sua Ralts. Scese le scale, e dopo aver preso un cornetto al volo, salutò sua madre e uscì di casa. Proprio come aveva visto prima c'era la sua migliore amica che intanto stava giocherellando con il suo di Ralts, quando appena notò che Andrea era uscito gli si fiondò addosso, e gli disse:

"Ma sei proprio pigro Andrea! Ti avevo detto di prepararti presto così saremmo potuto andare con calma all'incontro con il professor Birch ma adesso siamo pure in ritardo!"

Detto questo, lo prese per mano e iniziò a correre per arrivare a Albanova, e fu così che uscirono dalla loro città di origine, Solarosa, e arrivarono alla fine del Percorso 101, e arrivati a Albanova, Andrea si scontrò con una persona buttandolo a terra e sparpagliò tutti i fogli che l'uomo aveva. Rialzatosi da terra, Andrea aiutò l'uomo, che aveva gli occhiali e indossava un camice da laboratorio, a rialzarsi e a radunare i fogli, da cui Ele sbirciò e lesse alcuni  titoli: 'Relazione dei Pokemon nei loro ambienti', 'I Pokemon del Percorso 111'.... Allora l'uomo ci spiegò che lui lavorava per il Professor Birch, che dopo essersi scusati a vicenda li accompagnò al Laboratorio nel quale lavorava. Appena entrati li accolse una voce maschile che disse:

"Benvenuti, voi siete Andrea e Eleonora, giusto? Ho letto le vostre lettere in chiedevate di diventare miei aiutanti per il completamento del Pokedex. allora non restatevene lì impalati sulla porta, venite pur qui."

Detto questo, i due ragazzi raggiunsero il professore che li stava aspettando dietro un tavolo, pieno di fogli, poi gli chiese:

"Dato che avete deciso di diventare miei aiutanti, venite a scegliere il vostro primo Pokemon"

e indicò le sfere Pokè che c'erano sul tavolo, e dopo che ci ebbe mostrato i pokemon che Ele scelse Torchic, mentre Andrea, Treecko, dopodichè il Professor Birch donò un pokedex a entrambi i ragazzi.

La Prima di molte Medaglie

Andrea e Ele, avevano abbandonato albanova, impazienti di fare nuovi incontri, si avventurarono nel percorso 114, dopo aver superato Solarosa. Non fu tutto rose e fiori come si erano immaginati, infatti non erano riusciti a catturare nient'altro che due piccoli Wurmple, a cui si affezionarono subito. Alla fine, stufi di non essere riusciti a catturare altro si diressero a Petalipoli che abbandonarono subito, poichè non avevano trovato niente di interessante, al momento, decisi di arrivare a Ferreugipoli attraversarono il Bosco Petalo, in cui si persero almeno un paio di volte, dato che per tutto il tempo discussero sulla strada da percorrere per arrivare alla città, e in tutto quel viavai, il Wurmple di Andrea diventò un Cascoon metre quella di Eleonora una Silcoon. Arrivati a Ferrugipoli si diressero subito alla Palestra per sfidare Petra che accettò la sfida di entrambi. La prima che la sfido fu Ele, dato che lei si fidava dell'intuito per le sfide, mentre Andrea combatteva sfruttando i punti deboli de pokemon e i punti di forza dei suoi di pokemon. entrambi ottennero la loro prima medaglia, entrambe le lotte furono molto stimolanti e portarono all'evoluzione del torchic in combusken di ele e del ralts in kirlia di Andrea. dopo questa vittoria fecero il primo incontro con il team magma, nel tunnel menferro. dopodichè si diressero a bluruvia per sfidare il capopalestra.

Petalipoli

Due mesi più tardi, dopo aver sbaragliato il Team Magma al Monte Camino e ottenuto le altre tre medaglie, Andrea e Eleonora erano tornati a Petalipoli, per conquistare la loro quinta medaglia. In questi mesi passati, i due ragazzi erano cresciuti come allenatori e lo aveva fatto anche la loro squadra, infatti in quel momento la squadra di Ele era composta dal suo fido Gallade, evolutosi dal suo Kirlia grazie alla Pietralbore donatagli da Rocco Petri, un Blaziken, una  Beautifly, un  Lairon, catturato nella Grotta Pietrosa, e per finire un Claydol, preso come Baltoy nel Percorso 111. Mentre la squadra di Andrea era la sua fidata Gardevoir, uno Sceptile, un Dustox, un Camerupt, preso nel Passo Selvaggio e una Sharpedo catturata nel percorso 118. Entrati nella Palestra, come era loro prassi la prima a sfidare Norman fu Ele, soltanto che aveva preso sottogamba Norman, dato che era un Capopalestra di tipo Normale, ma questo fu questo piccolo errore che la portò alla sconfitta, la sua prima sconfitta. Ne rimasero entrambi scioccati, ma Andrea riuscì comunque a vincere, cosa che Ele non riuscì mai a mandare giù, dato che tra di loro, lei era più forte. La sera dello stesso giorno mentre lui stava aspettando l'infermiera Joy che gli riconsegnasse i suoi Pokemon, lei uscì dal Centro Pokemon si avvicinò alla boscaglia dietro la palestra, fece uscire la sua Beautifly e con le lacrime agli occhi, la liberò. Si era affezionata a quella piccola farfalla, ma aveva iniziato a capire che lei era l'anello debole della sua squadra, e quindi era da tempo che aveva deciso, a malicuore, di liberarla, quando Andrea gli comparve alle spalle e iniziarono a litigare ed a un certo punto lei gli tirò uno schiaffo e scappò con le lacrime negli occhi .  Andrea allora decise di prendere e allenare lui, la piccola Beautifly in onore di Ele.

Il Test

Erano passati tre anni da quando Eleonora scappò via senza lasciare più traccia, e intanto lui aveva sconfitto definitivamente il team Magma e era diventato campione di Hoenn, ma lasciò il titolo a Rocco, dato che lui non era tagliato per fare il Campione. Mentre era a casa, a Solarosa gli giunse notizia che Norman aveva deciso di lasciare il titolo di Capopalestra e che avrebbe indetto un concorso per scegliere il successore. Allora Andrea prese i suoi Pokemon e si fiondò a Petalipoli, dove c'era una lunga fila di pretendenti e tra tutti incontrò la persona che non avrebbe mai pensato di rivedere, Ele. Nel petto, alla sua vista, c'era un mix di emozioni differenti come la felicità, la rabbia e un emozione nuova per lui e che non avrebbe mai pensato di provare per lei, amore. Non era cambiata in quei tre anni, aveva sempre quello sguardo vispo, i suoi capelli neri tenuti in una coda e quelle lentiggini che aveva sul naso e nelle guance. Lei non si accorse del fatto che c'era Andrea, fino alla fine della prima prova, che era un test, in cui passarono solo 10 persone, tra cui lei e Andrea. La seconda parte del test invece era un torneo in cui si poteva usare solo un pokemon e il vincitore avrebbe avuto la possibilità di sfidare Norman e diventare Capopalestra. Il torneo finì velocemente, dato che nessuno riusciva a frenare la scalata di Andrea e Ele, finchè non arrivarono alla finale.

L'Incontro Finale

Andrea non riusciva a credere che la Palestra che li aveva divisi tempo fa li fece rincontrare, inoltre aveva visto nel suo sguardo durante le battaglie, una furia che non aveva prima. Fece uscire  Beautifly, la stessa Beautifly che Ele aveva liberato anni fa, e si incamminò verso la sala degli incontri. Lei era già lì, e alla vista del suo pokemon gli comparve un sorriso in faccia e fece uscire un gigantesco Salamence. l'arbitro diede inizio alla battaglia, e Ele iniziò subito con Unghieaguzze e aumentò il suo attacco e la sua precisione, mentre andrea, dato che conosceva lo stile di combattimento di ele, andò di Eledanza, aumentando l'attacco speciale, la difesa speciale e la velocità per riuscire a superare in velocità il dragone di Ele. Adesso la ragazza,per evitare che potesse sconfiggere il dragone, lo fece attaccare con Dragartigli, pensando di mandarla KO, ma non ci riuscì perchè Beautifly aveva un Focalnastro che gli permise di resistere al colpo e ad usare un'altra volta Eledanza diventando così più veloce di Salamence! Ele che non se lo aspettava e rimase stupita per qualche secondo, giusto il tempo per permettere a Beautifly di sconfiggere Salamence con un'Introforza di tipo Ghiaccio! con quest'ultimo attacco andrea vinse il torneo, ele non poteva crederci, aveva perso grazie alla Beautifly che lei aveva liberato perchè la considerava troppo debole per aiutarla. Ele si liberò del peso che l'aveva tormentata per tre anni e appena andrea era uscito dalla stanza lo rincorse per augurargli buona fortuna e per poter finalmente liberarsi del peso che si era tenuta dentro. lo raggiunse nel corridoio che conduceva dal Capopalestra quando lei lo fermò e prima che lui abbia avuto la possibilità di parlare lei gli disse;

"Andrea, mi dispiace per quello che è successo tre anni fa. Beautifly, voglio chiederti scusa per averti liberato, io ti consideravo debole, ma invece sei tu la più forte tra noi due."

e continuò:

"Andrea, 'era una cosa che volevo dirti da tempo, mi sei piaciuto fin da quando eravamo piccoli e tu mi aiutavi sempre e..."

non riuscì a finire la frase perchè Andrea l'aveva baciata e allora li disse:

"Ele, sei la solita chiaccherona anche tu mi piaci ma ne riparliamo dopo"

e entrò nella stanza dove c'era Norman e chiuse la porta.La lotta fu molto difficile per entrambe le parti, ma a spuntarla alla fine fu andrea grazie all'aiuto indispensabile di Beautifly e dei suoi Ronzii. La settimana seguente fu annunciato che il successore di Norman sarebbe stato Andrea, e sarebbe stato di tipo Coleottero. Ele e Andrea si fidanzarono, e ele non si abbattè per questa sconfitta e puntò più in alto, e diventò la Superquattro di Tipo Psico. e diventarono una delle coppie più potenti di Hoenn , dopo qualche anno si sposarono e si stabilirono a Solarosa, la loro città natale.

 

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Ok ragazzi, tutti i partecipanti hanno pubblicato i propri racconti!   Di conseguenza vi comuncio che il contest è ufficialmente chiuso.

 

A breve cominceranno la valutazioni dei giudici, vi avviserò nel topic principale appena verranno annunciati i risultati ^^

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Capitolo 1 : Gotta catch’em all!

Era un pomeriggio assolato ma freddo e Bianca, nota allenatrice poco più che bambina, se ne stava accovacciata sulla spiaggia delle Isole Spumarine con mille pensieri per la testa. ”Chissà se riuscirò ad aggiudicarmi il titolo di capopalestra dell’Isola Cannella. Il Rapidash di Blaine sembra imbattibile!” sussurrò mentre si sistemava i capelli corvini scompigliati dalle raffiche di vento. “E chissà se riuscirò a vederla ancora…” proseguì volgendo gli occhi al cielo con la speranza di scorgere nuovamente quella misteriosa creatura alata.

Durante il suo continuo vagare per la regione di Kanto, alla ragazzina capitava spesso di assistere all’elegante danza fra le nuvole di un maestoso Pokémon, ma neanche il tempo di estrarre il Pokédex che esso scompariva in un baleno; inoltre quest’ultimo non amava mostrarsi in pubblico, prediligendo perciò quegli attimi in cui non vi era nessuno oltre Bianca. Tali circostanze rendevano quindi assai difficile confrontare altre persone per far luce sull’identità dello strana creatura e sul suo bizzarro comportamento.

Il farfugliare dell’allenatrice venne improvvisamente interrotto da un fruscio sulla sabbia che la fece voltare di scatto. Vide così un piccolo Seel camminare goffamente in direzione dell’acqua. Tanta tenerezza la colpì a tal punto che decise di catturarlo.“Venusaur, scelgo te!”disse lanciando la Pokéball  e in un men che non si dica un gigante Venusaur dall’aria solenne si posizionò di fronte alla foca, colta alla sprovvista. Quest’ultima, per difendersi, usò Raggiaurora sul suo avversario. “Amico stai bene?” gridò l’allenatrice preoccupata. Il Pokémon annuì con il capo e fu allora che la ragazzina lanciò la prima Ultraball speranzosa. L’oggetto racchiuse Seel al suo interno, poi si mosse prima verso sinistra, poi verso destra, poi di nuovo verso sinistr…un bagliore si sostituì alla sfera! La creaturina  stava opponendo resistenza! Quest’ultima utilizzò Idropulsar, mossa poco efficace contro il dinosauro d’erba, così i danni furono  ben pochi  e Bianca ebbe l’opportunità di mettere in atto una nuova strategia con il suo Pokémon. “Forza Venusaur, dobbiamo catturarlo!” disse e quest’ultimo emise il suo verso in attesa del comando, fedele all’amica. “Usa sonnifero!” ordinò l’allenatrice. In quel momento Venusaur lasciò cadere verso l’ avversario una polvere argentea emessa dall’enorme fiore sul suo dorso, la quale fece addormentare Seel. “Dai che lo abbiamo in pugno!” lo incitò Bianca saltellando qua e là mentre il suo mostriciattolo tascabile si girò a guardarla divertito.”Bene” la ragazzina serrò i pugni, poi proseguì: “Seel, sarai mio!”. La frase venne accompagnata dal roteare nell’aria della Ultraball, la quale si dirigeva dritta verso il Pokémon nemico che ronfava ormai. Quest’ultima lo racchiuse di nuovo, poi oscillò ancora e ancora e ancora fino a … fermarsi! “Evvaiii!” urlò a pieni polmoni la dodicenne, per poi congratularsi con il suo amico a lei più affezionato, chiamandolo “Campione”. Ne avevano passate così tante insieme!

Recuperata un po’ di serietà Bianca si voltò poi indietro, in direzione dell’ Isola Cannella ed i suoi occhi blu divennero tutt’uno con la profonda distesa d’acqua che la separava dal luogo dove si sarebbe svolta la sfida decisiva, quella per divenire capopalestra di quel posto quasi sperduto.

“Sarà meglio andare, Venusaur…” disse al suo Pokémon. “Ormai non ha più senso restare qui a farsi divorare dai dubbi e dalle perplessità!”proseguì più ottimista fino ad affermare con determinazione: “Quanto a te, misteriosa creatura che mi segue ovunque, sono sicura che alla fine riuscirò a trovarti e… sapere chi sei e cosa vuoi da me!” detto ciò richiamò il gigante d’erba e ordinò al suo Pidgeotto di scortarla in volo fino all’Isola Cannella.

 

Una volta atterrata, Bianca si recò nel centro Pokémon per concedere ai suoi amici il meritato riposo, poi optò per rilassarsi un po’ in riva al mare visto che il vento era calato, lasciando che Venusaur, Pidgeotto, Seel e Vulpix  giocassero fra di loro all’aria aperta.

Era deciso: l’indomani avrebbe affrontato Blaine e, in base all’esito della sua sfida, poteva trarne un titolo o un insegnamento .

Osservando i suoi mostriciattoli rincorrersi e mordicchiarsi, l’allenatrice  cominciò ad elaborare una strategia che le avrebbe permesso di contrastare un minimo il capopalestra di fuoco: possedendo quest’ultimo dei pokémon veloci (a detta degli abitanti dell’isola) come Rapidash e Arcanine, mandare in campo immediatamente Venusaur (tra l’altro debole al loro tipo) o Seel, più lenti e meno preparati ad evitare gli attacchi, sarebbe stato controproducente. Bianca riordinò quindi la sua squadra in base alla velocità ponendo nella sua cintura porta-pokéball  rispettivamente le sfere di Pidgeotto, Vulpix, Seel e, infine, Venusaur.

Constatando che il sole stava per tramontare e che il clima si faceva più rigido, la ragazzina richiamò poi i suoi compagni d’avventura e, dopo di ciò, si recò presso un albergo nelle vicinanze dove avrebbe trascorso la notte. La gentile anziana che lo gestiva le offrì  non solo una stanza e un pasto caldo, ma anche qualche dritta riguardo la palestra di Blaine. “Mia cara” cominciò la vecchina con aria severa “Devi sapere che Blaine è un amante dei quiz e sfida di persona solo coloro che risponderanno in maniera corretta a tutti i quesiti registrati nei suoi aggeggi.”aggiunse poi. “Ah, questo non lo sapevo!” rispose Bianca perplessa “Spero tanto di farcela!” commentò dopo.  A questo punto, l’anziana signora, vedendo venire meno l’entusiasmo  nella sua ospite, cercò di rassicurarla: “Beh, potrà essere difficile, tuttavia nulla è impossibile se ti fidi ciecamente della  tua squadra. Quindi vai, e fai vedere a quel nonnetto di che pasta sei fatta!”.

Tali parole echeggiarono nella mente di Bianca per tutta la notte, nel tentativo di scacciare via ogni paranoia che la affliggeva da quando era giunta nell’ Isola Cannella. “Suvvia, non sarà uno stupido quiz a scoraggiarti, visto quanta strada hai fatto. E poi la trovata della velocità dovrebbe essere una buona tattica!” mormorò fra sé e sé in ciò che sembrava essere una lavata di capo al suo io interiore,e, detto ciò finalmente  si assopì.

Quella notte che sembrò portare scompiglio anziché consiglio trascorse definitivamente, lasciando spazio all’alba di un nuovo giorno, quello decisivo.

Capitolo 2: Una sfida rovente ed uno spettatore glaciale

Una volta sveglia ed appurato che il sole era alto, l’allenatrice giunta quasi alla fine del suo lungo percorso si vestì velocemente, sgranocchiò qualcosa al volo salutando la vecchina intenta a sistemare la stanza degli ospiti  e poi corse come una furia verso la palestra di Blaine.  Giunta a destinazione, varcò la soglia con  il cuore in gola e si trovo davanti una serie di macchinette cariche di quesiti. “Sai già come funziona?” domandò l’assistente dell’anziano patito dei quiz, ricevendo come risposta un cenno del capo da parte della sfidante. Bianca si diresse subito verso un aggeggio, il quale cominciò a recitare  il primo quesito e notò con stupore che non era affatto difficile e trattava nozioni base. Così, entusiasta, rispose e, automaticamente  si aprì una porta. Tanta era la sua conoscenza  sui Pokémon che non sbagliò nulla, ritrovandosi  faccia a faccia con Blaine . “Salve il mio nome è Bianca e intendo divenire la nuova capopalestra!”sussurò. ” Benvenuta ragazzina!” cominciò quest’ultimo  “Ti faccio i complimenti per essere riuscita a non farti fermare dai miei quiz infernali, forse dovrei aumentare la loro difficoltà. Io sono Blaine comunque, amante dei Pokémon di fuoco. Preparati perché la mia squadra ti incenerirà all’istante!” detto ciò, l’arzillo capopalestra rise con fare presuntuoso e, stanco della monotonia, fece una proposta a Bianca: “Oggi è una bella giornata, che ne dici di combattere questa battaglia decisiva fuori ?” “Per me va bene!” rispose la sfidante e immediatamente i due si spostarono all’aperto, in un enorme arena il cui terreno era decorato da molte Pietrefocaie, incastonate in modo tale da formare un imponente Arcanine.

Posizionatosi all’estrema destra, Blaine si rivolse all’avversaria: “Bene, penso che ora non serva più parlare, quindi che la sfida abbia inizio! Vai Vulpix, scelgo te!”. Alla tenera volpe di fuoco si contrappose ben presto Pidgeotto, molto più veloce. “Pidgeotto usa Aeroassalto!” ordinò con determinazione  Bianca e rapidamente il Pokémon si scagliò contro Vulpix, il quale venne spinto all’indietro. “Vulpix, usa Fuocofatuo!” gridò il capopalestra e l’avversario sputò una lingua di Fuoco verso Pidgeotto che rimase ustionato. “Ottima mossa! Vuole ridurre l’attacco del mio Pokémon tramite la scottatura.” pensò Bianca mentre osservava il suo amico soffrire per il contatto rovente. “Pidgeotto, non mollare! Aeroassalto!”lo incitò . Il rapace si scagliò nuovamente contro il nemico  facendolo rotolare a terra,poi, il Pokémon di Blaine  si rialzò con determinazione, intenzionato ad uscirne vincitore.”Bravo Vulpix, usa Lanciafiamme!”ordinò e a quel punto l’avversario sparò fuoco dalla bocca ad una velocità impressionante  ma…  Pidgeotto evitò l’attacco! “Perfetto!” esultò Bianca “ora usa Beccata!”disse in seguito. Il Pokémon obbedì e Vulpix si accasciò, ormai quasi privo di forze. “Vulpix, di nuovo Lanciafiamme!” strillò Blaine. Stavolta l’attacco andò a segno e Pidgeotto sembrava mostrare i primi segni di cedimento, barcollando qua e là. “Devi resistere!” Bianca digrignò i denti. “Forza, usa Attacco Rapido!”aggiunse.  Il Pokémon della ragazzina raccolse le sue ultime forze  per concentrarle in un Attacco Rapido di modesta entità, il quale rese il nemico non più in grado di combattere.”Vulpix, sei stato in gamba!E’ il tuo turno, Growlithe!”disse Blaine e  dalla  sua Pokéball spuntò il fedele cagnolino, già sulla difensiva. “Pidgeotto è quasi esausto  e continuerà a subire danni anche se il mio nemico non attacca, maledetta scottatura! Però posso tentare la fortuna provando ad anticipare Growlithe!” ragionò l’allenatrice. “ Pidgeotto, usa Aeroassalto!”esclamò dopo. Il Pokémon, come sperato, diede a Bianca la possibilità di indebolire ulteriormente l’avversario prima di essere sostituito. “Growlithe finiscilo! Usa Lanciafiamme!”esclamò  Blaine  e il cagnolino  sputò fuoco su Pidgeotto, ormai troppo esausto per evitare la mossa avversaria.”Avanti, Vulpix!” il Pokémon di Bianca apparve sul campo. “Usa Morso!” disse quest’ultima. Come una furia, la volpe corse verso il nemico, poi con un balzo gli addentò il collo mandandolo K.O.  “Ottimo! ” si complimentò la  sfidante.”Rientra bello!Accidenti, sei forte mocciosa ma vediamo ora come te la passi con Arcanine!Vai!”sghignazzò l’avversario. Ed eccolo apparire in tutto il suo splendore: imponente, con la criniera scompigliata dal vento, osservava impavido Vulpix.”Ed ora tocca a te! Usa Extrarapido!” ordinò soddisfatto Blaine. Proprio come Vulpix aveva fatto con Growlithe, Arcanine si lanciò verso il Pokémon di Bianca senza pietà, uscendone vincitore. “Magnifico!” commentò il capopalestra mentre l’avversaria stava sostituendo lo sconfitto con Seel senza dire una parola, probabilmente imbarazzata e tesa. “Sei spacciata!” continuò ridendo con gusto. Ma proprio in quel momento, il cielo si fece scuro e cominciarono a cadere dei fiocchi di neve. Blaine  allora alzò lo sguardo per capire cosa stesse succedendo e … rimase pietrificato! Lassù un meraviglioso uccello color turchese faceva acrobazie tra le nuvole, osservando i due con aria divertita.” Guarda in alto, Bianca!Non credo ai miei occhi!” disse sbigottito . La ragazzina obbedì e … rimase di sasso! Era lei! La creatura misteriosa!Quella che la seguiva spesso durante il suo viaggio!Era tornata!!Per quale motivo era lì? Perché si era mostrata anche  a lui ? Sarebbe fuggita via di nuovo? “ Conosci quel Pokémon?!”esclamò l’allenatrice speranzosa. “Certo che lo conosco! E’ il leggendario Articuno!”rispose l’anziano signore con aria solenne. “Il suo habitat è quello delle Isole Spumarine, ma spesso girovaga per Kanto senza farsi vedere dalle persone . E’ il protagonista di numerosi miti e leggende!” proseguì. A quel punto, Bianca  spiegò la sua esperienza e  Blaine  trasse le sue conclusioni: ”Probabilmente le stai simpatica, ecco svelato il mistero!”. Lei rimase esterrefatta da quell’affermazione, stava per dire la sua quando … venne  rapita dalla melodica voce del Pokémon che si librava nell’ aria . “ Sembra voglia assistere al nostro incontro!” osservò il mago dei quiz . ”Hai ragione.” commentò Bianca. “Beh, che ne dici di continuare? Articuno sta facendo il tifo per te!” disse con fare scherzoso Blaine strizzando l’occhio alla sfidante e, in un men che non si dica, la battaglia riprese da dove era stata interrotta. Arcanine usò nuovamente Extrarapido su Seel rendendolo molto più debole e quest’ultimo si difese con un potente Idropulsar  che tra l’altro  stordì il maestoso Pokémon di fuoco.” Il fedele compagno del patito dei quiz non riuscì ad attaccare la foca per via della confusione e così Bianca ne approfittò per sferrare un altro Idropulsar, superefficace contro l’avversario. Arcanine, dopo essersi colpito da solo per l’ennesima volta, si accasciò esausto e Blaine mandò in campo la sua ultima possibilità : Rapidash. “Seel, sei molto stanco quindi ti farò riposare un po’!”detto ciò,  Bianca sostituì  il nuovo arrivato con l’ enorme Venusaur , poi lo incitò : ”Forza Venusaur!La vittoria è quasi ad un passo da noi!”. “Avanti Rapidash!Rimbalzo!”ordinò Blaine. Il bellissimo cavallo eternamente infuocato saltò in aria tra i fiocchi di neve che gli cadevano sul dorso  mentre il sole che faceva capolino dalle nubi gli illuminava la criniera. Poi, un attimo dopo quest’ultimo piombò sul dinosauro facendogli molto, molto male. Il Pokémon d’erba quasi si inginocchiò  e, dinnanzi a ciò, la sua allenatrice gli  gridò contro: “ Venusaur tutto ok?”. Lui emise il  suo verso lentamente.”Bene Venusaur, usa Sonnifero!”aggiunse l’amica . Il Pokémon addormentò così Rapidash, cercando di aiutare un po’ Seel prima di andare K.O. “Maledizione!”  disse Blaine mentre Bianca dava l’ennesimo comando al Pokémon. “ Venusaur adesso usa Foglielama!”ordinò lei , ma l’attacco non fu molto efficace e, ben presto, il nemico si risvegliò mandando al tappeto il dinosauro d’erba con il suo Fuocobomba. “Venusaur, mi dispiace tanto!” lo rassicurò mentre il poverino era steso in terra incapace di muoversi. “Ora rientra!E’ il tuo turno Seel!” proseguì. Ed ecco di nuovo la foca catturata alle Isole Spumarine fronteggiare l’ avversario. “Ehy piccoletta, te l’avevo detto che non avevi scampo contro le mie furie di  fuoco!”la rimproverò  Blaine. “IO NON MI ARRENDO!” gridò l’aspirante capopalestra con tutto il fiato che aveva in corpo. E poi non posso deludere Articuno!”sospirò. In quel momento il Pokémon che si trovava ancora nei paraggi sembrò rispondere all’allenatrice con un canto celestiale . “Bene, ora tocca a me! SEEL, IDROPULSAR!!” urlò a pieni polmoni. Il mostriciattolo obbedì, generando delle potentissime onde d’acqua che raggiunsero a tutta velocità l’avversario, non lasciandogli il tempo materiale per scappare. “Rapidash!Non mollare!Rimbalzo!” ordinò l’amante del fuoco e il Pokémon saltò in aria. “Seel, evitalo e usa Idropulsar, sbrigati!” implorò Bianca , però il suo amico acquatico secondo lei era molto più lento e  non poteva nulla contro un portento del genere. La ragazzina,così, decise di chiudere gli occhi per non assistere alla ormai sicura sconfitta. Quando li riaprì vide infatti  che il suo compagno era esausto. “Pazienza. Ma tornerò Blaine, sappilo!” disse rassegnata la guardandosi le punte delle scarpe in un attimo di vergogna. Poi, decise di spostare lo sguardo oltre il suo alleato e … no! Non  poteva crederci! Anche Rapidash era esausto! “Come è possibile?” domandò perplessa la sfidante. Lui disse: “ Il tuo Pokémon ha usato tutte le sue energie per evitare l’attacco di Rapidash, poi, sfinito, è caduto al suolo. Talvolta non importano le statisiche base  di un nostro amico tascabile , se noi riponiamo fiducia in lui, nulla è impossibile. Non esistono Pokémon forti o Pokémon deboli! Esistono allenatori degni di quei Pokémon! Rapidash si è schiantato al suolo prima del tuo Seel. Ha perso l’equilibrio subito dopo che l’attacco Rimbalzo non è andato a segno. Pertanto io, Blaine, sono lieto di nominarti nuova capopalestra dell’Isola Cannella! E fai tesoro di ciò che ti ho detto!”.  “Hai ragione Blaine, ho sbagliato ad essere così superficiale! Ti ringrazio per avermi aperto gli occhi!” riconobbe Bianca. “ Figurati. Ora se non ti dispiace, vado dentro a porgere un ultimo saluto alla mia adorata palestra e marchingegni. Domani parto per Quartisola,  lì inizierà un nuovo capitolo della mia vita assieme ai miei Pokémon. Qui ci sono le chiavi dell’edificio e del mio appartamento, per qualsiasi cosa non esitare  a contattarmi, anche per le macchine formula-quiz.” disse lo sconfitto, per poi aggiungere : “Ricordati che il regolamento prevede SOLO il tipo fuoco da utilizzare contro gli sfidanti, perciò dovrai procurarti nuovi alleati. I tuoi attuali compagni che non soddisfano tale requisito, possono comunque trascorrere del tempo con te quando non sei alla palestra. Adesso vado sul serio, in bocca al lupo !”. “ Va bene, Blaine, grazie ancora. Nei giorni seguenti contatterò un mezzo di trasporto per trasferire i miei oggetti personali da Biancavilla a qui e poi andrò alla ricerca di nuovi mostriciattoli durante le pause fra i vari preparativi.”disse la nuova capopalestra, per poi alzare lo sguardo al cielo alla ricerca del suo Pokémon custode ma.. era sparito!Di nuovo! Sbalordita e un po’ delusa,  la ragazzina urlò trionfante contro il sole tornato a splendere: “Misteriosa creatura!Ora so chi sei! Ti ringrazio per avermi sostenuto in ogni mia avventura!Un giorno ci rincontreremo e … preparati, perché probabilmente ti catturerò!”. Poi, trotterellando, si diresse dentro la palestra, dove la aspettavano centinaia di nuove avventure assieme ai suoi futuri Pokémon di fuoco. Riuscirà a tenere testa ai suoi avversari?Probabilmente! E ad acchiappare Articuno? Beh, questa è un’altra storia!

1 ora fa, Monkey- ha scritto:

Ok ragazzi, tutti i partecipanti hanno pubblicato i propri racconti!   Di conseguenza vi comuncio che il contest è ufficialmente chiuso.

 

A breve cominceranno la valutazioni dei giudici, vi avviserò nel topic principale appena verranno annunciati i risultati ^^

oddio ma come vi prego ci sono anchio e da oggia mezzogiorno che scrivo T.T

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10 minuti fa, Kasumi ha scritto:

oddio ma come vi prego ci sono anchio e da oggia mezzogiorno che scrivo T.T

Kasumi mi dispiace ma se leggi bene nel messaggio principale ci sta scritto che il contest fa parte di un'iniziativa, le cui iscrizioni si sono chiuse tempo fa :/    Mi dispiace davvero tanto, anche perché da quel poco che ho letto il racconto sembra davvero ben fatto!   Al massimo vedrò di far valutare lo stesso il tuo lavoro e darti un premio qualora la valutazione dei giudci sul tuo racconto raggiunge un buon voto!   E' il massimo che posso fare per ricompensare il tuo impegno :3    Ti tengo aggiornato in mp ;)

 

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Per evitare altre pubblicazioni non previste, chiedo gentilmente a un Mod di chiudere la discussione!

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