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La Fiamma della speranza (titolo provvisorio del solo capitolo)


pinsir95

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Ciao a tutti ragazzi, è da un bel po' che non pubblico nulla sul forum! Recentemente mi è capitato di buttare giù l'inizio di un racconto di cui non so né il continuo né la fine....né se l'avrà eheh
Pubblico proprio per questo, volevo chiedervi un parere onesto, miglioramenti se necessario (e perché no, anche consigli su grammatica, lessico, conoscenze del mondo pokemon e spunti!)
Il mondo che volevo rappresentare era un mondo pokémon leggermente più "crudo" di quello a cui siamo abituati, un mondo dove una lotta pokémon può finire molto peggio e un attacco Lanciafiamme non toglie solo PS :P
Datemi dell'eretico ma volevo avvicinarlo di più alla realtà e vedere cosa ne veniva fuori
Questo è il primo "capitolo" se cosi si può chiamare. Mi piacerebbe che ricevesse commenti, apprezzamenti, consigli e anche disprezzamento se non vi piace!
Se non riceverà attenzione alcuna mi limiterò semplicemente a far piombare il racconto nel dimenticatoio o a continuarlo e tenerlo per me se mi aggrada.
Grazie anticipatamente a chiunque lo legga e dica la sua!


 

La fiamma della speranza
 

“Per favore aiuta il mio Charmeleon!!”
 

L'uomo stava alimentando il fuoco appena acceso, impresa ardua in una grotta così umida durante una tempesta di quelle proporzioni. Si strappò un pezzo di stoffa dalla giacca color oliva, lo avvolse attorno a un bastone robusto e ci versò sopra del liquido contenuto dentro una fiaschetta di metallo. Fece in modo che prendesse fuoco tenendolo sopra le fiamme, in breve tempo il tessuto iniziò a bruciare nonostante fosse umidiccio; si alzò e tese il braccio.
Io guardai perplesso la torcia e poi lui. “Cosa c'è sei totalmente rimbambito? Prendilo forza!”
Mi lasciai scappare un “Sìssignore!” e presi immediatamente la fiaccola rischiando di avvolgere la mia mano troppo vicina al fuoco. La passai subito nell'altra mano, appena in tempo prima di rimanere ustionato.

“Tieni la fiamma vicina al corpo del tuo pokemon, periodicamente avvicinala alla punta della coda se noti che si affievolisce, anche se di poco. Appena le coperte sono sufficientemente asciutte, coprilo, ma lascia la coda scoperta”
Annuii.
Si girò e raccolse delle pietre di media grandezza, le posizionò attorno al fuoco. Cercavo di mantenere la fiamma il più vicino possibile al mio Charmeleon tenendo lo sguardo sulla coda, di tanto in tanto lanciavo un'occhiata al fuoco guardando cosa stava facendo il nostro salvatore.

“Posso chiedere il tuo nome?”

L'uomo si girò e stese il sacco a pelo tirato fuori dall'enorme zaino da viaggio che aveva con sé.

“Davoc”
“Come mai si trovava da queste parti signor Davoc?”
“Sicuramente non per aiutare ogni allenatore sprovveduto che passa!”
I suoi occhi grigi mi guardarono fisso in segno di rimprovero. Abbassai lo sguardo per non dover sostenere il suo.

“Da quanto siete partiti per il vostro viaggio? Venti, trenta giorni? E durante questo lasso di tempo quanto hai fatto lottare il tuo charmander per farlo evolvere? Non lo vedi che non era pronto?!”
Rimasi a bocca aperta, senza produrre alcun suono. Ci aveva preso su tutto, ero in viaggio da meno di un mese, ventiquattro giorni per la precisione.
“Come..” Cercai di mugugnare.
“Gli artigli del tuo charmeleon non sono ancora abbastanza affilati, il che significa che era troppo giovane per evolversi, inoltre il colore delle squame è troppo chiaro. Quando un charmander si evolve la colorazione delle sue squame passa da arancione a rosso cremisi, ma quello che probabilmente non sai è che se il colore si spegne è sintomo di affaticamento. A giudicare dalla tua cintura hai solo quel pokemon con te e in meno di un mese avete raggiunto il sentiero a sud di Plumbeopoli. Con quanti allenatori lo hai fatto lottare? Quante volte ogni singolo giorno?!”
La voce mi si strozzò in gola. Le lacrime mi riempirono gli occhi, ma le trattenni. Aveva ragione su tutto, come facesse a sapere così tanto dopo averci incontrato solo 1 ora prima non lo so, ma era tutta colpa mia se il mio pokémon stava male.
“Per di più lo porti sotto quest'acquazzone senza richiamarlo nella pokéball! Rischiava di morire!”
“Io..” Deglutii “Io e il mio Charmeleon abbiamo deciso di non usare la sua pokéball, il mio viaggio è il suo viaggio e viceversa”.
“Bene allora lo seguirai quando morirà.” Sentenziò “La fiamma che ha sulla coda è vitale per un charmeleon, se si spegne il suo sangue si raffredda rapidamente rallentando sia il suo scorrere, sia le funzioni vitali del corpo. Muore in poche ore.”
Ci fu una pausa, non replicai, lo fece il mio pokémon. Cercò di tirarsi su con le zampe anteriori e lanciò un ringhio contro il nostro salvatore. Spostai la fiaccola appena in tempo affinché non toccasse il fuoco. L'uomo tirò immediatamente fuori una pokéball dalla cintura, nascosta dal cappotto color oliva lungo fino alle ginocchia. Come accorgendosi solo dopo di ciò che era successo si bloccò per un momento, poi rimise la pokéball al suo posto. Forse lo scatto del mio Charmeleon lo aveva preso alla sprovvista.
“E da chi stavate scappando?”
Rimasi ancora una volta stupito, feci per aprire la bocca, per chiedere come sapesse così tante cose quando mi zittì: “Non parlavo con te ragazzo”
Sia io che il mio Charmeleon rimanemmo di sasso, lo capii perché dalla sua bocca uscì solo un debole “Char...”

Quando un allenatore passa molto tempo col proprio pokémon impara a capirne le emozioni, soprattutto quando si combatte insieme, viene quasi naturale dopo un po'. Io sapevo capire quando il mio pokémon era sorpreso, spaventato, arrabbiato o provava altre emozioni. Molte ricerche sono state fatte ed era stato stabilito che non solo i pokémon manifestavano le stesse emozioni umane, ma comprendevano il linguaggio umano e spesso riuscivano ad interpretare anche sfaccettature e sfumature quali il tono di voce o il linguaggio del corpo. Non erano tuttavia in grado di parlare e ovviamente gli umani non erano in grado di capirli. Non si sapeva nemmeno se i loro versi formassero un vero e proprio discorso o se fossero semplicemente suoni sconnessi e privi di significato. Quell'uomo aveva appena trovato una risposta agli anni di ricerca del professore.
“Chaaaar...Char! Char!”
L'uomo rimase un attimo in silenzio portandosi una mano al mento, passandosela sulla barba nera folta e incolta.
“Penso si tratti del team Rocket” Esordì “rimetti il tuo pokémon a riposare o non si riprenderà”
Feci come mi aveva suggerito guardando il mio charmeleon con dolcezza. Lui capì e si acquattò nuovamente appoggiando la testa sul mio zaino. Era evidentemente sofferente.
Iniziò a infilarsi dentro il sacco a pelo marrone scuro per dormire.
“Come fai a capirlo? Conosci il team Rocket? Anche tu sei un allenatore!” All'ultima affermazione l'uomo si bloccò.
“Non lo sono, non più”
Forse me lo sono immaginato, ma avvertii come una profonda tristezza.
“Signor Davoc?”
Non replicò ma sapevo che ancora non stava dormendo.
“Grazie! ….Per tutto”.
 

 

...La porta di metallo si chiuse di scatto, la zampa rimase bloccata.
“Tritartigli!!”
Quegli artigli lucenti scattarono verso di me. Addio.
Una fiammata nera e azzurra avvolse il persian. Lui era lì, ancora una volta, a proteggermi. Ma la zampa. Un brivido mi attraversò la schiena. La voce mi si strozzò in gola e gli occhi divennero lucidi. La zampa, la zampa non c'era! Sangue, sangue dappertutto...

Aprii gli occhi ed ebbi un tuffo al cuore. Cercai di prendere una boccata d'aria per calmarmi.
Aveva smesso di piovere, la rugiada del mattino colava ancora dalle foglie degli alberi fuori dalla piccola grotta. I raggi del sole entravano illuminandomi il volto. Mi stropicciai gli occhi. Un altro giorno, un altro schifo di giorno. Scostai le coperte del sacco a pelo e diedi un'occhiata nel fondo della caverna. Il ragazzo era esattamente dove lo avevo lasciato la scorsa notte, con la fiaccola ancora in mano. Ricambiò il mio sguardo, aveva due occhiaie enormi.
Mi alzai in piedi e scattai verso di lui. Gli diedi uno schiaffo alla mano che sorreggeva il bastone e pestai quel poco che era rimasto per spegnere le fiamme.
“Sei scemo?! Stavi per ustionarti seriamente!” La mano destra era tutta rossa, la parte tra il pollice e l'indice era ustionata.
“La colpa è mia” Lo guardai nuovamente in volto. “Avevi ragione, sono stato un allenatore irresponsabile, voglio porre rimedio ai miei errori.” Il charmeleon stava decisamente meglio, aveva ripreso parte del suo colore naturale.
“Sei stato sveglio tutta la notte ad accudirlo.”
Feci una pausa.
Come ti chiami ragazzo?”

Sorrise.
“Mark”
Il suo viso diventò più sfocato, i capelli passarono dal castano al nero e il mento diventò più appuntito.
Sorrisi anche io...anche se solo per un momento. Quello che mi stava davanti era un giovane allenatore inesperto, partito poco tempo prima con nient'altro che la grinta di farcela. Quanto mi ricordava me stesso.
 

FINE PRIMO CAPITOLO

PS: penso che un persian non possa imparare tritartigli, questo è voluto 

:)

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