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Dubbione brevetti e marketing


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Mi stavo domandando.. Se ad esempio L. Ha i brevetti per gli smartphone, come mai aziende come LG, samsung e co. Continuano a produrli? A meno che non sia L a concederglieli.. Ma non sarebbe più proficuo non concederglieli e non avere concorenti?

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2 ore fa, TheDarkWriter ha scritto:

Mi stavo domandando.. Se ad esempio L. Ha i brevetti per gli smartphone, come mai aziende come LG, samsung e co. Continuano a produrli? A meno che non sia L a concederglieli.. Ma non sarebbe più proficuo non concederglieli e non avere concorenti?

Questa domanda, come hai detto tu, è di materia giuridica: il brevetto, inteso come brevetto per invenzione, ha durata limitata in spazio e tempo (quindi, ad esempio, un brevetto può essere valido in un paese ma non in un altro).

Il motivo per cui imprese diverse da quella che ha prodotto il brevetto hanno la possibilità di utilizzare le invenzioni è che ogni documento ha validità massima di cinque anni, dopo i quali ognuno è libero di usufruire dell'invenzione come più desidera.

Inoltre, è offerta alle imprese o a chiunque inventi qualcosa la possibilità di prolungare la validità per un tempo maggiore, ma molte volte questa opzione viene rifiutata perché depositare un brevetto ha costi molto elevati e mantenerlo ancora di più.

L'unico obbligo di chi usufruisce di un opera dell'ingegno altrui dopo che il brevetto è terminato è riconoscerlo (ad esempio, se io utilizzo il prodotto A che è stato inventato dal signor Francesco, modificandolo ed adattandolo, devo inserire all'interno della descrizione che ho utilizzato un prodotto dell'ingegno del signor Francesco), ricordando sempre e comunque il primo inventore dell'oggetto (ad esempio, nessuno può più inventare la lampadina, perché sarà sempre un'invenzione di Alessandro Volta).

Caso diverso è invece quello della proprietà intellettuale, ma penso di essere già andato abbastanza off-topic con quello che ho già detto...

Ritornando a ciò che hai chiesto: altre imprese oltre a quella che detiene il brevetto producono lo stesso oggetto o perché il brevetto ha cessato di avere effetto oppure perché nella zona in cui l'oggetto viene prodotto, il brevetto non ha mai avuto effetto. In ogni caso, è proficuo mantenere il brevetto unicamente in poche rare situazioni, dato che, in particolar modo in informatica, creare un brevetto spesso vuol dire interrompere o quantomeno deviare lo sviluppo delle altre case per ben cinque anni.

Inoltre ( qui sprofondiamo nella burocrazia più profonda...), per volontà del garante del mercato (di cui, mi spiace ma non ricordo il nome esatto), è possibile segnalare casi di Monopolio legale (ovvero stabilito da una legge; fanno parte di questa categoria il monopolio di stato o quello dovuto ai brevetti) come violazione del principio del libero mercato, per cui le imprese che lo hanno sfruttato possono essere citate in giudizio (vedi esempio Microsoft).

Spero di aver risposto esaurientemente alla tua domanda :) 

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2 ore fa, Nevix ha scritto:

Questa domanda, come hai detto tu, è di materia giuridica: il brevetto, inteso come brevetto per invenzione, ha durata limitata in spazio e tempo (quindi, ad esempio, un brevetto può essere valido in un paese ma non in un altro).

Il motivo per cui imprese diverse da quella che ha prodotto il brevetto hanno la possibilità di utilizzare le invenzioni è che ogni documento ha validità massima di cinque anni, dopo i quali ognuno è libero di usufruire dell'invenzione come più desidera.

Inoltre, è offerta alle imprese o a chiunque inventi qualcosa la possibilità di prolungare la validità per un tempo maggiore, ma molte volte questa opzione viene rifiutata perché depositare un brevetto ha costi molto elevati e mantenerlo ancora di più.

L'unico obbligo di chi usufruisce di un opera dell'ingegno altrui dopo che il brevetto è terminato è riconoscerlo (ad esempio, se io utilizzo il prodotto A che è stato inventato dal signor Francesco, modificandolo ed adattandolo, devo inserire all'interno della descrizione che ho utilizzato un prodotto dell'ingegno del signor Francesco), ricordando sempre e comunque il primo inventore dell'oggetto (ad esempio, nessuno può più inventare la lampadina, perché sarà sempre un'invenzione di Alessandro Volta).

Caso diverso è invece quello della proprietà intellettuale, ma penso di essere già andato abbastanza off-topic con quello che ho già detto...

Ritornando a ciò che hai chiesto: altre imprese oltre a quella che detiene il brevetto producono lo stesso oggetto o perché il brevetto ha cessato di avere effetto oppure perché nella zona in cui l'oggetto viene prodotto, il brevetto non ha mai avuto effetto. In ogni caso, è proficuo mantenere il brevetto unicamente in poche rare situazioni, dato che, in particolar modo in informatica, creare un brevetto spesso vuol dire interrompere o quantomeno deviare lo sviluppo delle altre case per ben cinque anni.

Inoltre ( qui sprofondiamo nella burocrazia più profonda...), per volontà del garante del mercato (di cui, mi spiace ma non ricordo il nome esatto), è possibile segnalare casi di Monopolio legale (ovvero stabilito da una legge; fanno parte di questa categoria il monopolio di stato o quello dovuto ai brevetti) come violazione del principio del libero mercato, per cui le imprese che lo hanno sfruttato possono essere citate in giudizio (vedi esempio Microsoft).

Spero di aver risposto esaurientemente alla tua domanda :) 

Si ma quando scade, L non potrebbe "aggiornare/ripagare" il brevetto?

 

"è possibile segnalare casi di Monopolio legale (ovvero stabilito da una legge; fanno parte di questa categoria il monopolio di stato o quello dovuto ai brevetti) come violazione del principio del libero mercato, per cui le imprese che lo hanno sfruttato possono essere citate in giudizio (vedi esempio Microsoft)."

 

Non ho capito, quindi la legge è con i copioni?

Dimenticavo:

 

Se L/B crea qualcosa utilizzando Il brevetto di B/L, egli dovrà ovviamente richiedere il permesso di utilizzarlo?

E se non verrà concesso, non potrà farne nulla giusto?

Ps: esiste il brevetto internazionale 

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26 minuti fa, TheDarkWriter ha scritto:

Si ma quando scade, L non potrebbe "aggiornare/ripagare" il brevetto?

Ovviamente sì, volendo potrebbe aggiornare il brevetto, conservandone il monopolio per un tempo aggiuntivo (ad esempio Nintendo continua a farlo da trent'anni per la croce direzionale presente nei suoi controller), ma non sempre è conveniente.

28 minuti fa, TheDarkWriter ha scritto:

Non ho capito, quindi la legge è con i copioni?

La legge non è con i copioni, ma con il "libero mercato", ovvero una situazione nella quale tutti i concorrenti sono nella stessa situazione: può sembrare una logica un po' contorta, ma secondo la legge, chi ha il monopolio danneggia il mercato, perché in questo modo impedisce la creazione di eventuali rivali, rendendola di fatto l'unico venditore.

In realtà, la legge starebbe sempre con il consumatore finale, quindi valuta che, nel caso in cui ci sia solo un venditore, il compratore sarà obbligato ad acquistare il bene da lui, indipendentemente dai prezzi che propone (ad esempio, se tu volessi comprare un particolare computer  A e c'è solo una casa produttrice, saresti obbligato a pagare il prezzo a cui lo offre oppure lasciar perdere e comprare un computer B, che però non ha le stesse caratteristiche del computer A).

La logica perseguita dalla legge è che in una situazione minima di oligopolio (ma anche qui bisognerebbe fare un discorso lunghissimo per le coalizioni industriali...), il cliente ha un minimo di possibilità di scelta sul prodotto da acquistare e sull'offerta migliore, che invece manca se l'offerta è unica.

36 minuti fa, TheDarkWriter ha scritto:

Se L/B crea qualcosa utilizzando Il brevetto di B/L, egli dovrà ovviamente richiedere il permesso di utilizzarlo?

E se non verrà concesso, non potrà farne nulla giusto?

Sì, se il brevetto è ancora attivo, dovrà richiedere il permesso e se l'azienda che l'ha emesso non acconsente, non potrà utilizzarlo.

37 minuti fa, TheDarkWriter ha scritto:

Ps: esiste il brevetto internazionale

il brevetto internazionale esiste, ma ha alcuni limiti.

Ecco un esempio concreto: in Giappone viene sviluppato un medicinale in grado di curare una malattia particolare e il chimico che ne ha trovato la formula crea un brevetto, rendendolo però valido solo all'interno dello Stato, perché sarebbe troppo dispendioso fare il contrario.

Dopo qualche mese, una casa farmaceutica americana trova la stessa formula, che non essendo ancora stata scoperta negli USA, viene brevettata a livello mondiale.

Per ovvie ragioni, nonostante il brevetto internazionale, la casa americana potrà vendere il farmaco in tutti gli Stati tranne che in Giappone, perché lì esiste già un brevetto attivo.

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1 minuto fa, Nevix ha scritto:

Ovviamente sì, volendo potrebbe aggiornare il brevetto, conservandone il monopolio per un tempo aggiuntivo (ad esempio Nintendo continua a farlo da trent'anni per la croce direzionale presente nei suoi controller), ma non sempre è conveniente.

La legge non è con i copioni, ma con il "libero mercato", ovvero una situazione nella quale tutti i concorrenti sono nella stessa situazione: può sembrare una logica un po' contorta, ma secondo la legge, chi ha il monopolio danneggia il mercato, perché in questo modo impedisce la creazione di eventuali rivali, rendendola di fatto l'unico venditore.

In realtà, la legge starebbe sempre con il consumatore finale, quindi valuta che, nel caso in cui ci sia solo un venditore, il compratore sarà obbligato ad acquistare il bene da lui, indipendentemente dai prezzi che propone (ad esempio, se tu volessi comprare un particolare computer  A e c'è solo una casa produttrice, saresti obbligato a pagare il prezzo a cui lo offre oppure lasciar perdere e comprare un computer B, che però non ha le stesse caratteristiche del computer A).

La logica perseguita dalla legge è che in una situazione minima di oligopolio (ma anche qui bisognerebbe fare un discorso lunghissimo per le coalizioni industriali...), il cliente ha un minimo di possibilità di scelta sul prodotto da acquistare e sull'offerta migliore, che invece manca se l'offerta è unica.

Sì, se il brevetto è ancora attivo, dovrà richiedere il permesso e se l'azienda che l'ha emesso non acconsente, non potrà utilizzarlo.

il brevetto internazionale esiste, ma ha alcuni limiti.

Ecco un esempio concreto: in Giappone viene sviluppato un medicinale in grado di curare una malattia particolare e il chimico che ne ha trovato la formula crea un brevetto, rendendolo però valido solo all'interno dello Stato, perché sarebbe troppo dispendioso fare il contrario.

Dopo qualche mese, una casa farmaceutica americana trova la stessa formula, che non essendo ancora stata scoperta negli USA, viene brevettata a livello mondiale.

Per ovvie ragioni, nonostante il brevetto internazionale, la casa americana potrà vendere il farmaco in tutti gli Stati tranne che in Giappone, perché lì esiste già un brevetto attivo.

Io sapevo che la Nintendo non avesse aggiornato il brevetto sul tasto a croce.. 

 

Sinceramente, chissene frega del cliente lol 

Comunque la legge è internazionale o..? 

Ma se ad esempio L ha fatto un accordo con vari stati, in modo che l'antitrust(o simili) non ci deve ficcare il naso, sarebbe valido?

 

Se ad esempio L, ha il brevetto e continua a mantenerlo, ma non vuole darlo a nessuno (nel senso che non vuole che nessuno lo utilizzi), la legge non potrebbe fare nulla in tal caso no?

 

Ps: se non si fosse capito, sono nell'idea che chi ha creato un qualcosa, solo lui dovrebbe averne il pieno controllo, senza che la legge ci ficchi il naso (tutti vengono, appena sentono parlare di soldi.. Parassiti del cavolo)

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6 minuti fa, TheDarkWriter ha scritto:

Io sapevo che la Nintendo non avesse aggiornato il brevetto sul tasto a croce.. 

Può essere... forse hai ragione: adesso che ci penso, sembra anche a me che non lo hanno rinnovato l'ultima volta.

8 minuti fa, TheDarkWriter ha scritto:

Sinceramente, chissene frega del cliente lol 

Comunque la legge è internazionale o..? 

La legge è diversa a seconda della zona: quella di riferimento per l'Italia è quella europea, mentre quella per gli USA è quella americana. Non so che legge controlli l'Asia e l'Oceania, ma ti posso dire che esiste anche una legge di riferimento mondiale, ma viene utilizzata unicamente dalle multinazionali.

La legge che ti ho spiegato prima è quella europea ed italiana, ma non penso che sia molto diversa quella mondiale.

11 minuti fa, TheDarkWriter ha scritto:

Ma se ad esempio L ha fatto un accordo con vari stati, in modo che l'antitrust(o simili) non ci deve ficcare il naso, sarebbe valido?

Teoricamente, sarebbe lecito fare accordi particolari con alcuni Stati o imprese (che prendono il nome delle già citate "coalizioni industriali"), ma non è possibile fare in modo che l'antitrust non intervenga: per legge, deve garantire un mercato equo, quindi prenderà provvedimenti se lo ritiene necessario (ricorda, comunque, che esistono decine di scappatoie, quindi alle grandi imprese il problema non si pone: ad esempio, Google,, Microsoft e Apple si erano accordate per fare in modo che il mercato degli smartphone andasse in un certo modo, ma appena la cosa è saltata fuori sono spariti tutti i documenti e tutto è stato insabbiato in pochi giorni).

Detto in breve: l'accordo non è valido, perché andrebbe contro la legge.

18 minuti fa, TheDarkWriter ha scritto:

Se ad esempio L, ha il brevetto e continua a mantenerlo, ma non vuole darlo a nessuno (nel senso che non vuole che nessuno lo utilizzi), la legge non potrebbe fare nulla in tal caso no?

Se l'impresa ha un brevetto attivo e lo rinnova continuamente in tempo utile, la legge non può intervenire in alcun modo, in quanto l'impresa sfrutta solamente un suo diritto.

Il brevetto diventa di dominio pubblico solo se l'impresa decide esplicitamente di non prolungarlo.

21 minuti fa, TheDarkWriter ha scritto:

Ps: se non si fosse capito, sono nell'idea che chi ha creato un qualcosa, solo lui dovrebbe averne il pieno controllo, senza che la legge ci ficchi il naso (tutti vengono, appena sentono parlare di soldi.. Parassiti del cavolo)

Si è capito e, a dire la verità, la mia opinione è completamente diversa e un po' articolata: la situazione legislativa in questo ambito è decisamente complessa, quindi è difficile avere un idea chiara di come funzioni tutto il sistema.

In ogni caso, la legge serve proprio a fare in modo che questi "parassiti" non se ne approfittino: tu consideri unicamente il sistema delle multinazionali, ma c'è un enormità di piccole e medie imprese che riescono a sopravvivere unicamente grazie a queste leggi.

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10 minuti fa, Nevix ha scritto:

Può essere... forse hai ragione: adesso che ci penso, sembra anche a me che non lo hanno rinnovato l'ultima volta.

La legge è diversa a seconda della zona: quella di riferimento per l'Italia è quella europea, mentre quella per gli USA è quella americana. Non so che legge controlli l'Asia e l'Oceania, ma ti posso dire che esiste anche una legge di riferimento mondiale, ma viene utilizzata unicamente dalle multinazionali.

La legge che ti ho spiegato prima è quella europea ed italiana, ma non penso che sia molto diversa quella mondiale.

Teoricamente, sarebbe lecito fare accordi particolari con alcuni Stati o imprese (che prendono il nome delle già citate "coalizioni industriali"), ma non è possibile fare in modo che l'antitrust non intervenga: per legge, deve garantire un mercato equo, quindi prenderà provvedimenti se lo ritiene necessario (ricorda, comunque, che esistono decine di scappatoie, quindi alle grandi imprese il problema non si pone: ad esempio, Google,, Microsoft e Apple si erano accordate per fare in modo che il mercato degli smartphone andasse in un certo modo, ma appena la cosa è saltata fuori sono spariti tutti i documenti e tutto è stato insabbiato in pochi giorni).

Detto in breve: l'accordo non è valido, perché andrebbe contro la legge.

Se l'impresa ha un brevetto attivo e lo rinnova continuamente in tempo utile, la legge non può intervenire in alcun modo, in quanto l'impresa sfrutta solamente un suo diritto.

Il brevetto diventa di dominio pubblico solo se l'impresa decide esplicitamente di non prolungarlo.

Si è capito e, a dire la verità, la mia opinione è completamente diversa e un po' articolata: la situazione legislativa in questo ambito è decisamente complessa, quindi è difficile avere un idea chiara di come funzioni tutto il sistema.

In ogni caso, la legge serve proprio a fare in modo che questi "parassiti" non se ne approfittino: tu consideri unicamente il sistema delle multinazionali, ma c'è un enormità di piccole e medie imprese che riescono a sopravvivere unicamente grazie a queste leggi.

Ma se le leggi le fa lo stato, che c'entra l'antitrust? Cioè anche l'antitrust non avrà una sede? Nel senso L fa l'accordo con lo stato C, l'antitrust ha sede in C, antitrust non può far nulla? 

Ps: dalle notizie che saltano fuori, l'antitrust mi sembra che faccia solo multe, che hai colossi diciamocelo non fanno tanto effetto eh 

 

Ma se L detiene i suoi diritti rinnovando di continuo il brevetto, l'antitrust non può fare nulla, se nel caso L decidesse di effettuarne mercato, senza che concedere il brevetto a terzi, l'antitrust non potrebbe far nulla perché detiene i propri diritti no?

 

No, in realtà non stavo prendendo le multinazionali per esempio (che tra l'altro anche loro, spesso rubano brevetti altrui (esempio Apple: iPhone; Ford: il coso pulisci vetri delle macchine; etc.)

 

Sinceramente per parassita non intendo solo i copioni, ma anche lo stato stesso/antitrust/vari, perché? 

Prendiamo il caso recente della Apple, paga le tasse in Irlanda con cui ha stipulato un contratto speciale, UE ci ficca il naso, pretedendo che Apple paghi le tasse degli altri paesi, pur che essa abbi sede in Irlanda :facepalm:

Ecco il parassita il governo, si parla di soldi? Ci ficca il naso, cercando di estorpiare più soldi possibili, che spesso non si sa neanche che fine facciano, "ti lascio vendere solo se mi paghi", sto cavolo piuttosto ti lascio nell'eta della pietra sanguisuga, già ti faccio il favore di vendere lì, e di creare posti di lavoro e tu pretendi soldi da me? Senza aver fatto nulla per me?

Capirei qualcosa del tipo "ti lascio vendere, se non inquini, rispetti i vari diritti etx." ma non blasfemie ti lascio vendere se mi paghi 

 

 

Ma se ad esempio L stipula un contratto con stato C, in cui L compra un terreno, e il terreno di L diventa a tutti gli effetti suo, come se fosse lo stato di L, non potrebbero fare palle? 

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9 ore fa, TheDarkWriter ha scritto:

Ma se le leggi le fa lo stato, che c'entra l'antitrust? Cioè anche l'antitrust non avrà una sede? Nel senso L fa l'accordo con lo stato C, l'antitrust ha sede in C, antitrust non può far nulla? 

L'antitrust è un ente sovranazionale, di conseguenza a più poteri dello Stato stesso, di conseguenza può operare senza problemi in ogni parte del mondo. L'antitrust, comunque, ha una sede in praticamente ogni paese, facendo in modo tale che possa gestirli tutti senza appesantire troppo il nucleo centrale (ad esempio, in Italia si trova in Piazza Verdi a Roma).

L'antitrust agisce unicamente se le imprese vanno contro la legge o danneggiano il libero mercato, quindi di solito l'antitrust non interviene, ma è liberissimo di farlo: è tutto a sua discrezione (ovviamente, però, per intervenire deve avere delle prove su cui basarsi e dimostrare che l'accordo preso va contro la legge).

In genere, non interviene (anche perché sono gli Stati che lo finanziano, quindi sarebbe un po' come andare contro se stessi...): l'ambito in cui agisce più volte è quello delle imprese multinazionali, che spesso usano metodi sull'orlo dell'illegale per avere esclusive particolari o fare accordi per escludere tutte le altre imprese dal mercato.

10 ore fa, TheDarkWriter ha scritto:

Ps: dalle notizie che saltano fuori, l'antitrust mi sembra che faccia solo multe, che hai colossi diciamocelo non fanno tanto effetto eh

Come ho già detto, la sanzione è a discrezione dell'ente (ovviamente sempre stando dentro certi canoni), quindi a seconda del caso può sia far pagare una semplice multa che escludere per un certo periodo l'impresa dal mercato o, ancora, prendere altri provvedimenti più particolari.

Il motivo per cui richiede per la maggior parte delle volte il pagamento di una multa è che i soldi vengono intascati dall'ente stesso e dallo Stato in cui è stata violata la legge: secondo te ci guadagnano di più a impedire all'impresa di vendere i suoi prodotti per un mese o a farle pagare 1.000.000 € che potranno essere per (teoricamente) opere pubbliche, finanziamento dell'antitrust e incremento del fondo per eventuali imprevisti (ad esempio i danni causati dal terremoto dovrebbero essere parzialmente riparati usando questo fondo)?

Io propendo per la seconda, anche perché solo una cosa si sa di queste multe: se le paghi, i soldi spariscono.

10 ore fa, TheDarkWriter ha scritto:

Ma se L detiene i suoi diritti rinnovando di continuo il brevetto, l'antitrust non può fare nulla, se nel caso L decidesse di effettuarne mercato, senza che concedere il brevetto a terzi, l'antitrust non potrebbe far nulla perché detiene i propri diritti no?

Sì, in generale è così. L'antitrust non può intervenire in casi del genere, ma a volte, basandosi su leggi particolari, può denunciare l'impresa per concorrenza sleale e rendere il brevetto di dominio pubblico (ma di solito accade o in casi in cui l'impresa sta diventando troppo potente e serve indebolirla o nel caso in cui l'invenzione sia necessaria per mantenere l'ordine pubblico, come nel caso di particolari ordigni bellici che durante le guerre venivano resi pubblici subito dopo l'invenzione per garantirne la produzione di massa).

10 ore fa, TheDarkWriter ha scritto:

Sinceramente per parassita non intendo solo i copioni, ma anche lo stato stesso/antitrust/vari, perché? 

Prendiamo il caso recente della Apple, paga le tasse in Irlanda con cui ha stipulato un contratto speciale, UE ci ficca il naso, pretedendo che Apple paghi le tasse degli altri paesi, pur che essa abbi sede in Irlanda :facepalm:

Ecco il parassita il governo, si parla di soldi? Ci ficca il naso, cercando di estorpiare più soldi possibili, che spesso non si sa neanche che fine facciano, "ti lascio vendere solo se mi paghi", sto cavolo piuttosto ti lascio nell'eta della pietra sanguisuga, già ti faccio il favore di vendere lì, e di creare posti di lavoro e tu pretendi soldi da me? Senza aver fatto nulla per me?

Capirei qualcosa del tipo "ti lascio vendere, se non inquini, rispetti i vari diritti etx." ma non blasfemie ti lascio vendere se mi paghi 

Il caso della Apple, che tu hai preso ad esempio, è molto più complesso di quanto sembra: l'UE non pretende che paghi le tasse arretrate perché non aveva niente di meglio da fare, ma perché effettivamente non le ha mai pagate per intero, basandosi unicamente sul contratto stipulato con l'Irlanda e utilizzandolo per l'intera Europa.

Il problema di Apple non è che ha sede in Irlanda, ma che ha sedi in tutti gli altri Paesi, quindi viene riconosciuta come impresa con sede nello Stato e che deve sottostare a regolamenti particolari.

Ovviamente, credo anche io che tutta questa storia sia una montatura per intascare qualche quattrino in più, ma la legge non ammette pensieri che non possano essere comprovati, quindi se non puoi dimostrare che gli Stati stanno solo cercando un modo per ottenere qualche soldo in più, è come se tu non avessi detto niente (in ogni caso, non è la prima volta che accade una cosa del genere, quindi non penso che la Apple perderà tanto facilmente).

10 ore fa, TheDarkWriter ha scritto:

Ecco il parassita il governo, si parla di soldi? Ci ficca il naso, cercando di estorpiare più soldi possibili, che spesso non si sa neanche che fine facciano, "ti lascio vendere solo se mi paghi", sto cavolo piuttosto ti lascio nell'eta della pietra sanguisuga, già ti faccio il favore di vendere lì, e di creare posti di lavoro e tu pretendi soldi da me? Senza aver fatto nulla per me?

Capirei qualcosa del tipo "ti lascio vendere, se non inquini, rispetti i vari diritti etx." ma non blasfemie ti lascio vendere se mi paghi

Su questo sono pienamente d'accordo: lo Stato cerca sempre un modo per arricchirsi, usando spesso i soldi ottenuti dalle tasse per fini non proprio corretti, spesso danneggiando anziché proteggendo le imprese.

Il concetto di "ti lascio vendere solo se mi paghi", in realtà, è abbastanza scontato ed è sempre esistito: è vero che l'impresa crea posti di lavoro, ma allo stesso tempo richiede anche molti servizi, che ovviamente costano. Le tasse imposte sono solo un modo per ottenere i soldi che (dovrebbero) essere utilizzati per questi servizi.

Sono d'accordo che non sia corretto al massimo, ma è forse il modo più semplice per rimpinguare le casse statali, anche perché il "non inquini" non permette di guadagnare, mentre il "rispetti i diritti" lo devono fare per forza.

10 ore fa, TheDarkWriter ha scritto:

Ma se ad esempio L stipula un contratto con stato C, in cui L compra un terreno, e il terreno di L diventa a tutti gli effetti suo, come se fosse lo stato di L, non potrebbero fare palle?

Non è possibile fondare uno Stato all'interno dello Stato. Ogni terreno, anche se privato, rimane di proprietà demaniale: quando si acquista un terreno, non si acquista il bene in sé, ma la possibilità di utilizzarlo stando nei termini di utilizzo stabiliti (non tutti i terreni sono adatti a tutto: ce ne sono alcuni per l'edilizia ed altri per l'agricoltura, ad esempio).

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2 ore fa, Nevix ha scritto:

L'antitrust è un ente sovranazionale, di conseguenza a più poteri dello Stato stesso, di conseguenza può operare senza problemi in ogni parte del mondo. L'antitrust, comunque, ha una sede in praticamente ogni paese, facendo in modo tale che possa gestirli tutti senza appesantire troppo il nucleo centrale (ad esempio, in Italia si trova in Piazza Verdi a Roma).

L'antitrust agisce unicamente se le imprese vanno contro la legge o danneggiano il libero mercato, quindi di solito l'antitrust non interviene, ma è liberissimo di farlo: è tutto a sua discrezione (ovviamente, però, per intervenire deve avere delle prove su cui basarsi e dimostrare che l'accordo preso va contro la legge).

In genere, non interviene (anche perché sono gli Stati che lo finanziano, quindi sarebbe un po' come andare contro se stessi...): l'ambito in cui agisce più volte è quello delle imprese multinazionali, che spesso usano metodi sull'orlo dell'illegale per avere esclusive particolari o fare accordi per escludere tutte le altre imprese dal mercato.

Come ho già detto, la sanzione è a discrezione dell'ente (ovviamente sempre stando dentro certi canoni), quindi a seconda del caso può sia far pagare una semplice multa che escludere per un certo periodo l'impresa dal mercato o, ancora, prendere altri provvedimenti più particolari.

Il motivo per cui richiede per la maggior parte delle volte il pagamento di una multa è che i soldi vengono intascati dall'ente stesso e dallo Stato in cui è stata violata la legge: secondo te ci guadagnano di più a impedire all'impresa di vendere i suoi prodotti per un mese o a farle pagare 1.000.000 € che potranno essere per (teoricamente) opere pubbliche, finanziamento dell'antitrust e incremento del fondo per eventuali imprevisti (ad esempio i danni causati dal terremoto dovrebbero essere parzialmente riparati usando questo fondo)?

Io propendo per la seconda, anche perché solo una cosa si sa di queste multe: se le paghi, i soldi spariscono.

Sì, in generale è così. L'antitrust non può intervenire in casi del genere, ma a volte, basandosi su leggi particolari, può denunciare l'impresa per concorrenza sleale e rendere il brevetto di dominio pubblico (ma di solito accade o in casi in cui l'impresa sta diventando troppo potente e serve indebolirla o nel caso in cui l'invenzione sia necessaria per mantenere l'ordine pubblico, come nel caso di particolari ordigni bellici che durante le guerre venivano resi pubblici subito dopo l'invenzione per garantirne la produzione di massa).

Il caso della Apple, che tu hai preso ad esempio, è molto più complesso di quanto sembra: l'UE non pretende che paghi le tasse arretrate perché non aveva niente di meglio da fare, ma perché effettivamente non le ha mai pagate per intero, basandosi unicamente sul contratto stipulato con l'Irlanda e utilizzandolo per l'intera Europa.

Il problema di Apple non è che ha sede in Irlanda, ma che ha sedi in tutti gli altri Paesi, quindi viene riconosciuta come impresa con sede nello Stato e che deve sottostare a regolamenti particolari.

Ovviamente, credo anche io che tutta questa storia sia una montatura per intascare qualche quattrino in più, ma la legge non ammette pensieri che non possano essere comprovati, quindi se non puoi dimostrare che gli Stati stanno solo cercando un modo per ottenere qualche soldo in più, è come se tu non avessi detto niente (in ogni caso, non è la prima volta che accade una cosa del genere, quindi non penso che la Apple perderà tanto facilmente).

Su questo sono pienamente d'accordo: lo Stato cerca sempre un modo per arricchirsi, usando spesso i soldi ottenuti dalle tasse per fini non proprio corretti, spesso danneggiando anziché proteggendo le imprese.

Il concetto di "ti lascio vendere solo se mi paghi", in realtà, è abbastanza scontato ed è sempre esistito: è vero che l'impresa crea posti di lavoro, ma allo stesso tempo richiede anche molti servizi, che ovviamente costano. Le tasse imposte sono solo un modo per ottenere i soldi che (dovrebbero) essere utilizzati per questi servizi.

Sono d'accordo che non sia corretto al massimo, ma è forse il modo più semplice per rimpinguare le casse statali, anche perché il "non inquini" non permette di guadagnare, mentre il "rispetti i diritti" lo devono fare per forza.

Non è possibile fondare uno Stato all'interno dello Stato. Ogni terreno, anche se privato, rimane di proprietà demaniale: quando si acquista un terreno, non si acquista il bene in sé, ma la possibilità di utilizzarlo stando nei termini di utilizzo stabiliti (non tutti i terreni sono adatti a tutto: ce ne sono alcuni per l'edilizia ed altri per l'agricoltura, ad esempio).

3) Corea del Nord.. È un dittatore decide lui o sbaglio? (si che è mezzo[un po' di più] pazzo.. Ma se gli ofri qualche interesse e ce l'hai con gli usa, qualche favore te lo ofre ahah)

No, comunque se L fa accordi con questo genere di stati, l'antitrust non potrebbe far nulla? 

O se L fa accordi con quei monarca russi che hanno poteri anche politici?

 

Quindi in prativa l'antitrust è "un'azienda" sopranazionare diretta dallo stato, ma che senso ha se lo stato non può dirigerne le azioni e questa fa quel che vuole? 

 

In pratica tirerebbe fuori leggi a caso per farti perdere potere? Se è già accaduto qualcosa del genere, chi ha vinto? 

 

Ma esiste solo l'antitrust o ce ne sono altre? No perché a loro logica, sarebbe concorenza (fra ladri) sleale, quindi chi è che può multarle?

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19 minuti fa, TheDarkWriter ha scritto:

3) Corea del Nord.. È un dittatore decide lui o sbaglio? (si che è mezzo[un po' di più] pazzo.. Ma se gli ofri qualche interesse e ce l'hai con gli usa, qualche favore te lo ofre ahah)

No, comunque se L fa accordi con questo genere di stati, l'antitrust non potrebbe far nulla? 

O se L fa accordi con quei monarca russi che hanno poteri anche politici?

 

Mi sa che il caro Kim Jong-Un per qualche soldo è disposto a radere al suolo mezzo mondo, quindi penso che ti potrebbe offrire ben più di qualche favore ahahahaha.

Se un impresa fa accordi con questo genere di Stati, è tutto un altro paio di maniche: questi non penso facciano parte di comunità economiche mondiali o qualche cosa del genere (ma devo ammettere che in geopolitica non sono particolarmente esperto, quindi potrei aver detto una cavolata).

In ogni caso, se le aziende fanno patti con Stati sotto una giurisdizione diversa dalla nostra, ovviamente non solo soggetti al controllo dell'antitrust.

Che io sappia, quindi, se fanno accordi con Russia, Cina o Corea dovrebbero essere esenti dal controllo dell'antitrust.

25 minuti fa, TheDarkWriter ha scritto:

Quindi in prativa l'antitrust è "un'azienda" sopranazionare diretta dallo stato, ma che senso ha se lo stato non può dirigerne le azioni e questa fa quel che vuole? 

L'antitrust è un organo sovranazionale indipendente: semplicemente viene finanziato dagli Stati in cui ha almeno una sede.

Il senso è proprio che, in teoria, nessuno lo può dirigere, quindi dovrebbe essere imparziale, elargendo restrizioni varie e multe senza alcun problema né ripensamento.

31 minuti fa, TheDarkWriter ha scritto:

In pratica tirerebbe fuori leggi a caso per farti perdere potere? Se è già accaduto qualcosa del genere, chi ha vinto? 

Detto in parole povere: sì e no. Dipende dalla situazione.

Le leggi non sono mai tirate fuori a caso e tutto ciò che fa è studiato, oltre che comprovato da decine di documenti.

è accaduto più di una volta qualcosa del genere: solo a Microsoft hanno fatto causa almeno una ventina di volte tra UE, USA e antitrust.

Giusto per rendere l'esempio più chiaro, te lo spiego in breve: Microsoft, come praticamente tutti sanno, detiene la maggior parte del mercato dei PC, sia grazie alle componenti hardware che produce sia grazie a Windows, che è il sistema operativo più utilizzato. Diverse volte durante questi anni hanno denunciato Bill Gates in persona per concorrenza sleale (in pratica gli hanno detto che, attraverso l'enorme sistema di società affiliate ha controllato l'intero mercato, impedendo ad eventuali altre imprese di competere. Giusto per darti un'idea di com'era la situazione, ti posso dire che solo due imprese non sono fallite: Apple e l'impresa nazionale americana) e per abuso di posizione dominante (ancora una volta, è la stessa cosa, ma più grave), riuscendo a citarlo in giudizio e farlo processare in mezzo mondo (sono sicuro che lo hanno fatto almeno due volte a Washington e almeno cinque in Europa tra Berlino, Parigi e Bruxelles).

La situazione inizialmente è terminata a favore degli Stati, che hanno proclamato Gates colpevole, forzandolo a pagare una multa pari a 889 milioni di dollari solo per l'Europa, più una somma simile per gli USA, arrivando ad un totale di poco meno di 2 miliardi di dollari, ma Microsoft ha fatto ricorso, riuscendo in poche altre sedute di tribunale ad ottenere una condizionale in cambio del pagamento immediato.

A farla breve, alla fine le accuse mosse contro Microsoft e Gates sono state attenuate, permettendo alla software house di pagare solamente un decimo della quota iniziale (che, comunque, proprio poco non è...).

Non so esattamente se va considerata come una vittoria per Microsoft (che è sì riuscita a evitare quell'enorme multa, ma questo fatto ha destato molto scalpore, facendo deviare molti acquirenti sulle macchine prodotte dalle altre case), ma di certo non è una vittoria per gli Stati, che hanno ottenuto molto meno di quello che desideravano pur riuscendo ad indebolire il colosso di Redmond.

57 minuti fa, TheDarkWriter ha scritto:

Ma esiste solo l'antitrust o ce ne sono altre? No perché a loro logica, sarebbe concorenza (fra ladri) sleale, quindi chi è che può multarle?

Esiste un organo simile in Stati non appartenenti alla Comunità Europea e americana, ma per la maggior parte del suolo mondiale, l'organo di riferimento è l'antitrust.

Nessuno lo può multare perché di fatto non è un impresa ma un ente. in teoria, comunque, chiunque venga citato in giudizio o comunque punito dall'antitrust ha diritto a fare ricorso, quindi se di fronte ad una nuova corte viene valutato che le tesi dell'antitrust non avevano fondamento, la punizione viene annullata e, nei casi più gravi, l'ente è tenuto a risarcire chiunque sia stato inizialmente citato.

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9 ore fa, Nevix ha scritto:

Mi sa che il caro Kim Jong-Un per qualche soldo è disposto a radere al suolo mezzo mondo, quindi penso che ti potrebbe offrire ben più di qualche favore ahahahaha.

Se un impresa fa accordi con questo genere di Stati, è tutto un altro paio di maniche: questi non penso facciano parte di comunità economiche mondiali o qualche cosa del genere (ma devo ammettere che in geopolitica non sono particolarmente esperto, quindi potrei aver detto una cavolata).

In ogni caso, se le aziende fanno patti con Stati sotto una giurisdizione diversa dalla nostra, ovviamente non solo soggetti al controllo dell'antitrust.

Che io sappia, quindi, se fanno accordi con Russia, Cina o Corea dovrebbero essere esenti dal controllo dell'antitrust.

L'antitrust è un organo sovranazionale indipendente: semplicemente viene finanziato dagli Stati in cui ha almeno una sede.

Il senso è proprio che, in teoria, nessuno lo può dirigere, quindi dovrebbe essere imparziale, elargendo restrizioni varie e multe senza alcun problema né ripensamento.

Detto in parole povere: sì e no. Dipende dalla situazione.

Le leggi non sono mai tirate fuori a caso e tutto ciò che fa è studiato, oltre che comprovato da decine di documenti.

è accaduto più di una volta qualcosa del genere: solo a Microsoft hanno fatto causa almeno una ventina di volte tra UE, USA e antitrust.

Giusto per rendere l'esempio più chiaro, te lo spiego in breve: Microsoft, come praticamente tutti sanno, detiene la maggior parte del mercato dei PC, sia grazie alle componenti hardware che produce sia grazie a Windows, che è il sistema operativo più utilizzato. Diverse volte durante questi anni hanno denunciato Bill Gates in persona per concorrenza sleale (in pratica gli hanno detto che, attraverso l'enorme sistema di società affiliate ha controllato l'intero mercato, impedendo ad eventuali altre imprese di competere. Giusto per darti un'idea di com'era la situazione, ti posso dire che solo due imprese non sono fallite: Apple e l'impresa nazionale americana) e per abuso di posizione dominante (ancora una volta, è la stessa cosa, ma più grave), riuscendo a citarlo in giudizio e farlo processare in mezzo mondo (sono sicuro che lo hanno fatto almeno due volte a Washington e almeno cinque in Europa tra Berlino, Parigi e Bruxelles).

La situazione inizialmente è terminata a favore degli Stati, che hanno proclamato Gates colpevole, forzandolo a pagare una multa pari a 889 milioni di dollari solo per l'Europa, più una somma simile per gli USA, arrivando ad un totale di poco meno di 2 miliardi di dollari, ma Microsoft ha fatto ricorso, riuscendo in poche altre sedute di tribunale ad ottenere una condizionale in cambio del pagamento immediato.

A farla breve, alla fine le accuse mosse contro Microsoft e Gates sono state attenuate, permettendo alla software house di pagare solamente un decimo della quota iniziale (che, comunque, proprio poco non è...).

Non so esattamente se va considerata come una vittoria per Microsoft (che è sì riuscita a evitare quell'enorme multa, ma questo fatto ha destato molto scalpore, facendo deviare molti acquirenti sulle macchine prodotte dalle altre case), ma di certo non è una vittoria per gli Stati, che hanno ottenuto molto meno di quello che desideravano pur riuscendo ad indebolire il colosso di Redmond.

Esiste un organo simile in Stati non appartenenti alla Comunità Europea e americana, ma per la maggior parte del suolo mondiale, l'organo di riferimento è l'antitrust.

Nessuno lo può multare perché di fatto non è un impresa ma un ente. in teoria, comunque, chiunque venga citato in giudizio o comunque punito dall'antitrust ha diritto a fare ricorso, quindi se di fronte ad una nuova corte viene valutato che le tesi dell'antitrust non avevano fondamento, la punizione viene annullata e, nei casi più gravi, l'ente è tenuto a risarcire chiunque sia stato inizialmente citato.

Ma se ad esempio C possiede un gas condotto, con sede Corea del Nord, egli vende il gas ai cittadini di altri paesi mediante il gas condotto, l'antitrust non può fare nulla perché C ha sede in Corea del Nord giusto?

 

 

 

Ma se L vuole brevettare un qualcosa internazionalmente come fa? Nel senso L va nell'ufficio brevetti, ma Ovviamente L non vuole dire che cosa vuole brevettare per ovvie ragioni, come funziona il procedimento? 

Esistono brevetti segreti? Nel senso che se ad esempio un'azienda brevetta qualcosa, spesso si sa che brevetto è.. Ma è possibile nasconderlo?

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10 ore fa, TheDarkWriter ha scritto:

Ma se ad esempio C possiede un gas condotto, con sede Corea del Nord, egli vende il gas ai cittadini di altri paesi mediante il gas condotto, l'antitrust non può fare nulla perché C ha sede in Corea del Nord giusto?

Da quello che ricordo io, l'antitrust non può agire su imprese che non fanno parte della sua giurisdizione, quindi in pratica: si, giusto, l'antitrust non può fare niente.

10 ore fa, TheDarkWriter ha scritto:

Ma se L vuole brevettare un qualcosa internazionalmente come fa? Nel senso L va nell'ufficio brevetti, ma Ovviamente L non vuole dire che cosa vuole brevettare per ovvie ragioni, come funziona il procedimento? 

Brevettare qualche cosa è molto semplice: dopo aver ideato l'oggetto da brevettare, si disegnano gli schemi ed i grafici che rappresentano le funzioni principali, con tanto di descrizione allegata. Dopo di che si va all'ufficio brevetti e si attende che il brevetto venga registrato, pagando tutte le spese necessarie.

I brevetti, per loro natura, sono pubblici, quindi chiunque può visionarli (anche perché, se così non fosse, come fai a sapere se qualche cosa è già stata brevettata o meno?).

I trucchi generalmente utilizzati per rendere il brevetto un po' più criptico e difficile da trovare sono quattro:

- il brevetto non prende il nome della reale invenzione, ma una breve descrizione della stessa (ad esempio, quando hanno brevettato il DS non hanno scritto sul brevetto "Nintendo DS", ma "Dispositivo elettronico dotato di due schermi").

- L'eventuale schema che rappresenta l'invenzione non la rappresenta nei minimi particolari, ma indica solamente le caratteristiche fondamentali, spesso tralasciando completamente le caratteristiche irrilevanti e inserendo informazioni generiche (ancora una volta, parliamo del DS: quando è stato brevettato il doppio schermo, hanno disegnato solamente i due schermi ed il modo in cui dovevano reagire, tralasciando l'intera struttura generale ed i tasti; quando brevettano un nuovo sistema hardware, non scrivono i termini e le caratteristiche di tutte le componenti che servono per farlo funzionare, ma spesso solo cose come "processore dual-core", "scheda grafica di media potenza" o "schermo a 720p" ).

- i brevetti per le invenzioni più grandi vengono creati separatamente (prendendo l'esempio di NX, di brevetti ora ce ne saranno almeno una ventina, ognuno che spiega il funzionamento di una sezione differente: in questo modo chiunque volesse cercare di copiare il sistema, dovrà prima riuscire a raccogliere tutti i brevetti e trovare il modo per combinarli in modo che funzionino).

- Spesso i brevetti non sono registrati dallo stesso inventore, ma da uno studio di giuristi che registrano marchi per lavoro (se ad esempio vai a prendere la Nintendo, i suoi marchi sono molto spesso registrati a nome di un avvocato di Kyoto o a nome di uno dei suoi dirigenti. Quasi mai si ha un brevetto a nome dell'intera società).

10 ore fa, TheDarkWriter ha scritto:

Esistono brevetti segreti? Nel senso che se ad esempio un'azienda brevetta qualcosa, spesso si sa che brevetto è.. Ma è possibile nasconderlo?

Non esistono brevetti segreti, perché devono essere tutti registrati e resi pubblici per chiunque sia interessato a conoscerli. Gli unici modi che si hanno per rendere meno evidenti i brevetti sono quelli che ho scritto sopra.

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3 ore fa, Nevix ha scritto:

Da quello che ricordo io, l'antitrust non può agire su imprese che non fanno parte della sua giurisdizione, quindi in pratica: si, giusto, l'antitrust non può fare niente.

Brevettare qualche cosa è molto semplice: dopo aver ideato l'oggetto da brevettare, si disegnano gli schemi ed i grafici che rappresentano le funzioni principali, con tanto di descrizione allegata. Dopo di che si va all'ufficio brevetti e si attende che il brevetto venga registrato, pagando tutte le spese necessarie.

I brevetti, per loro natura, sono pubblici, quindi chiunque può visionarli (anche perché, se così non fosse, come fai a sapere se qualche cosa è già stata brevettata o meno?).

I trucchi generalmente utilizzati per rendere il brevetto un po' più criptico e difficile da trovare sono quattro:

- il brevetto non prende il nome della reale invenzione, ma una breve descrizione della stessa (ad esempio, quando hanno brevettato il DS non hanno scritto sul brevetto "Nintendo DS", ma "Dispositivo elettronico dotato di due schermi").

- L'eventuale schema che rappresenta l'invenzione non la rappresenta nei minimi particolari, ma indica solamente le caratteristiche fondamentali, spesso tralasciando completamente le caratteristiche irrilevanti e inserendo informazioni generiche (ancora una volta, parliamo del DS: quando è stato brevettato il doppio schermo, hanno disegnato solamente i due schermi ed il modo in cui dovevano reagire, tralasciando l'intera struttura generale ed i tasti; quando brevettano un nuovo sistema hardware, non scrivono i termini e le caratteristiche di tutte le componenti che servono per farlo funzionare, ma spesso solo cose come "processore dual-core", "scheda grafica di media potenza" o "schermo a 720p" ).

- i brevetti per le invenzioni più grandi vengono creati separatamente (prendendo l'esempio di NX, di brevetti ora ce ne saranno almeno una ventina, ognuno che spiega il funzionamento di una sezione differente: in questo modo chiunque volesse cercare di copiare il sistema, dovrà prima riuscire a raccogliere tutti i brevetti e trovare il modo per combinarli in modo che funzionino).

- Spesso i brevetti non sono registrati dallo stesso inventore, ma da uno studio di giuristi che registrano marchi per lavoro (se ad esempio vai a prendere la Nintendo, i suoi marchi sono molto spesso registrati a nome di un avvocato di Kyoto o a nome di uno dei suoi dirigenti. Quasi mai si ha un brevetto a nome dell'intera società).

Non esistono brevetti segreti, perché devono essere tutti registrati e resi pubblici per chiunque sia interessato a conoscerli. Gli unici modi che si hanno per rendere meno evidenti i brevetti sono quelli che ho scritto sopra.

E a che mi servirebbe brevettare a nome di un altro quando questo potrebbe appropriarsi della mia intenzione? 

 

Si ma nel senso, non vai la a dire ad esempio vorrei brevettare il ds, il consulente potrebbe far finta che esistano già ad esempio, ed appropriarsi dei tuoi brevetti

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4 ore fa, TheDarkWriter ha scritto:

E a che mi servirebbe brevettare a nome di un altro quando questo potrebbe appropriarsi della mia intenzione? 

 

Si ma nel senso, non vai la a dire ad esempio vorrei brevettare il ds, il consulente potrebbe far finta che esistano già ad esempio, ed appropriarsi dei tuoi brevetti

Forse mi sono spiegato male: il brevetto viene depositato da uno studio di avvocati, ma è sempre a nome dell'impresa.

In ogni caso, serve, ad esempio, a non perdere una giornata di lavoro di un dirigente, che in questo modo continua a lavorare nella sede dell'impresa, e a fare in modo che la notizia si diffonda più lentamente (nel caso, ad esempio, di imprese come Nintendo).

 

In realtà, si fa proprio così: vai all'ufficio brevetti e attendi che li registrino. Il consulente è pagato per fare quello e se dovesse cercare di appropriarsi dei brevetti di un'impresa, questa può citarla in giudizio avendo la certezza matematica di vincere.

Senza poi contare che, di fatto, se un impiegato dell'ufficio brevetti mentisse dicendo che il brevetto esiste già per appropriarsene, sarebbe il caso di una truffa, punibile con multe salatissime o con un tempo variabile in carcere.

Insomma, il gioco non vale proprio la candela...

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On 12/9/2016 at 16:07, Nevix ha scritto:

Forse mi sono spiegato male: il brevetto viene depositato da uno studio di avvocati, ma è sempre a nome dell'impresa.

In ogni caso, serve, ad esempio, a non perdere una giornata di lavoro di un dirigente, che in questo modo continua a lavorare nella sede dell'impresa, e a fare in modo che la notizia si diffonda più lentamente (nel caso, ad esempio, di imprese come Nintendo).

 

In realtà, si fa proprio così: vai all'ufficio brevetti e attendi che li registrino. Il consulente è pagato per fare quello e se dovesse cercare di appropriarsi dei brevetti di un'impresa, questa può citarla in giudizio avendo la certezza matematica di vincere.

Senza poi contare che, di fatto, se un impiegato dell'ufficio brevetti mentisse dicendo che il brevetto esiste già per appropriarsene, sarebbe il caso di una truffa, punibile con multe salatissime o con un tempo variabile in carcere.

Insomma, il gioco non vale proprio la candela...

Se si tratta di una persona singola?

 

 

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19 ore fa, TheDarkWriter ha scritto:

Se si tratta di una persona singola?

 

 

Stessa cosa, la procedura non cambia: la persona singola che ha un brevetto da depositare va all'ufficio brevetti e lo deposita, oppure incarica qualcun altro di fare lo stesso per lui.

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On 12/9/2016 at 16:07, Nevix ha scritto:

Forse mi sono spiegato male: il brevetto viene depositato da uno studio di avvocati, ma è sempre a nome dell'impresa.

In ogni caso, serve, ad esempio, a non perdere una giornata di lavoro di un dirigente, che in questo modo continua a lavorare nella sede dell'impresa, e a fare in modo che la notizia si diffonda più lentamente (nel caso, ad esempio, di imprese come Nintendo).

 

In realtà, si fa proprio così: vai all'ufficio brevetti e attendi che li registrino. Il consulente è pagato per fare quello e se dovesse cercare di appropriarsi dei brevetti di un'impresa, questa può citarla in giudizio avendo la certezza matematica di vincere.

Senza poi contare che, di fatto, se un impiegato dell'ufficio brevetti mentisse dicendo che il brevetto esiste già per appropriarsene, sarebbe il caso di una truffa, punibile con multe salatissime o con un tempo variabile in carcere.

Insomma, il gioco non vale proprio la candela...

Perdonami se mi hai già risposto ma non sto tanto bene..

 

Hai detto che X non può brevettare qualcosa che utilizza anche la tecnologia di Y, lo può fare unicamente se Yda il consenso, ma in tal caso y non potrebne dire no, non ti do la possibilità, e successivamente gliela ruba? 

 

 

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18 ore fa, TheDarkWriter ha scritto:

Perdonami se mi hai già risposto ma non sto tanto bene..

 

Hai detto che X non può brevettare qualcosa che utilizza anche la tecnologia di Y, lo può fare unicamente se Yda il consenso, ma in tal caso y non potrebne dire no, non ti do la possibilità, e successivamente gliela ruba? 

 

 

Non ti preoccupare: per me non è affatto un problema risponderti ^^
In ogni caso, no, non potrebbe dire di no per poi rubarla, perché si presume che, se X ha intenzione di creare un prodotto con la tecnologia di Y, abbia già dei progetti su come farla: anche se essi dovessero essere pubblici, essi sono sempre datati, quindi l'impresa X ha modo di provare di essere giunto alla creazione del prodotto per primo.

In ogni caso, la falsa testimonianza è reato, quindi se comprovata porta multe salatissime.

Ciò non vale invece se Y, indipendentemente dal rapporto con X, riesce a brevettare il prodotto per primo: in quel caso, la proprietà spetta a chi detiene il brevetto.

Comunque, quando si chiede ad un terzo la possibilità di utilizzare un eventuale brevetto altrui, non si va a dire, ad esempio "io voglio creare un computer con specifiche di questo tipo e quindi mi serve il tuo cip", ma molto semplicemente "mi serve il tuo brevetto. me lo dai?".

Non si danno mai informazioni riguardo a qualcosa di non ancora brevettato.

 

Se vuoi qualche altro chiarimento, chiedi pure ^^ 

 

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On 12/9/2016 at 16:07, Nevix ha scritto:

Forse mi sono spiegato male: il brevetto viene depositato da uno studio di avvocati, ma è sempre a nome dell'impresa.

In ogni caso, serve, ad esempio, a non perdere una giornata di lavoro di un dirigente, che in questo modo continua a lavorare nella sede dell'impresa, e a fare in modo che la notizia si diffonda più lentamente (nel caso, ad esempio, di imprese come Nintendo).

 

In realtà, si fa proprio così: vai all'ufficio brevetti e attendi che li registrino. Il consulente è pagato per fare quello e se dovesse cercare di appropriarsi dei brevetti di un'impresa, questa può citarla in giudizio avendo la certezza matematica di vincere.

Senza poi contare che, di fatto, se un impiegato dell'ufficio brevetti mentisse dicendo che il brevetto esiste già per appropriarsene, sarebbe il caso di una truffa, punibile con multe salatissime o con un tempo variabile in carcere.

Insomma, il gioco non vale proprio la candela...

Quindi se X dovrebbe brevettare qualcosa, dovrebbe specificare cosa vuole brevettare ma non entrare nei dettagli? 

Non avrenne senso, se no gli altri come fanno a sapere se è già brevettato o Meno?

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3 ore fa, TheDarkWriter ha scritto:

Quindi se X dovrebbe brevettare qualcosa, dovrebbe specificare cosa vuole brevettare ma non entrare nei dettagli? 

Non avrenne senso, se no gli altri come fanno a sapere se è già brevettato o Meno?

No, non hai capito quello che intendevo: il brevetto per sua natura deve rappresentare l'invenzione nel modo migliore possibile, sebbene non andando mai troppo nello specifico, ma la stessa cosa non vale per quando si chiede ad altri la cessione di un brevetto: non bisogna dare informazioni sul proprio prodotto, ma solo richiedere quello altrui, altrimenti, come hai giustamente fatto notare tu, la persona che detiene il brevetto già affermato può appropriarsi di quello nuovo.

Nel caso che hai indicato tu, ovvero la richiesta di utilizzo di un brevetto altrui, non bisogna cedere le informazioni per ovvie ragioni, ma quando si deposita un brevetto, bisogna descrivere l'invenzione al meglio possibile.

In altre parole, rispondendo alle tue domande: il brevetto deve essere il più specifico possibile, ma non troppo restrittivo.

In effetti non avrebbe senso, se fosse così: chiedo scusa per essermi spiegato male.

 

Se hai altre domande o ritieni che mi sia espresso male, dillo e sarò felice di spiegarti qualsiasi cosa ^^

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On 12/9/2016 at 16:07, Nevix ha scritto:

Forse mi sono spiegato male: il brevetto viene depositato da uno studio di avvocati, ma è sempre a nome dell'impresa.

In ogni caso, serve, ad esempio, a non perdere una giornata di lavoro di un dirigente, che in questo modo continua a lavorare nella sede dell'impresa, e a fare in modo che la notizia si diffonda più lentamente (nel caso, ad esempio, di imprese come Nintendo).

 

In realtà, si fa proprio così: vai all'ufficio brevetti e attendi che li registrino. Il consulente è pagato per fare quello e se dovesse cercare di appropriarsi dei brevetti di un'impresa, questa può citarla in giudizio avendo la certezza matematica di vincere.

Senza poi contare che, di fatto, se un impiegato dell'ufficio brevetti mentisse dicendo che il brevetto esiste già per appropriarsene, sarebbe il caso di una truffa, punibile con multe salatissime o con un tempo variabile in carcere.

Insomma, il gioco non vale proprio la candela...

Scusami, ma questo forum mi lagga in modo assurdo...

 

Comunque se ad esempio dovessi brevettare il ferro da stiro:

Dovrei mettere una cosa del tipo 

"congegno elettrico, per stirare i vestiti, con evaporazione dell'acqua?" 

Ma non specificare come funziona?

 

 

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1 ora fa, TheDarkWriter ha scritto:

Scusami, ma questo forum mi lagga in modo assurdo...

 

Comunque se ad esempio dovessi brevettare il ferro da stiro:

Dovrei mettere una cosa del tipo 

"congegno elettrico, per stirare i vestiti, con evaporazione dell'acqua?" 

Ma non specificare come funziona?

 

 

Già, dovresti scrivere più o meno una cosa del genere, magari aggiungendo anche uno schema dell'invenzione.

Non dovresti specificare come funziona per il semplice motivo che, se lo facessi, daresti modo alla concorrenza di sapere come lo hai costruito e, di conseguenza, come riuscire a crearne uno simile, anche se basandosi su tecnologie diverse.

Più il brevetto è vago, più da modo di avere una copertura ampia, ma non è così semplice crearne uno perché non deve essere né troppo specifico (per i motivi che ho scritto prima) né troppo vago (perché non verrebbe accettato): il modo migliore è stare sempre nel mezzo.

 

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allora vi spiego meglio, stavo discutendo con un utente di un altro forum sui brevetti, ma da lui è saltata fuori una faccenda, che a me pare assurda, confermate? (anche perchè per brevettare qualcosa si sostiene che tu abbia un lavoro , dal quale ne trai beneficio economico
se è realmente cosi ce modo di aggirare cio?

allora è saltata fuori la faccenda, che se (a detta sua): "Il brevetto per legge, se prodotto da un dipendente di un'impresa, appartiene all'impresa stessa, che ne ottiene tutti i benefici economici, mentre all'inventore spetta solo il riconoscimento come padre dell'invenzione"

a me sembra una cosa assurda, per i motivi elencati sopra conferme?

inoltre lui ha aggiunto che se x si licenzia, potrebbe essere accusato di spionaggio industriale, cosa che mi pare ancora piu assura, che ne so X vuole brevettare un nuovo ferro da stiro , ma lavora per un azienda di pomodori, l azienda potrebbe accusarlo di spionaggio? mi sembra ancora piu assurdo

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