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[ReiRyugo] Pokémon Super Mystery Dungeon: le Cronache dell'Oricalco. Secondo Atto: il crepuscolo [Capitolo 34/34 - Completa]


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capitolo 1: compravendita! Il bazar delle meraviglie

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**********NOTE DELL'AUTORE***********

Se vedete un asterisco come questo (*) probabilmente dovrete guardare in questa sezione. Prima di spiegarvi da cosa saranno composte le note, vi dirò delle regole generali per seguire il racconto:

1) Quando un discorso è racchiuso tra parentesi, vuol dire che il suddetto personaggio sta pensando.

Nessun altro pokémon sarà a conoscenza di quello detto tra parentesi;

2) se vedete parole scritte in Caps, vuol dire che quel personaggio sta usando un tono di voce alto e come tale dovrà essere immaginato.

3) Asterisco (*) : il simbolo rimanda ad una spiegazione da approfondire o alla traduzione importante. 

4) Asterisco * : il simbolo rimanda ad una spiegazione da approfondire o alla traduzione, ma non è di vitale importanza per la comprensione del testo. Si troveranno in fondo al capitolo;

Queste note, poi, sono composte da 4 quattro sezioni:

- Explaining: concetti che possono risultare pesanti per la trama e il flow della storia.
- Legenda: nella storia i nomi di Pokémon e i loro attacchi saranno scritti in romanji per rendervi più facile la lettura, mentre qui ci saranno Kanji, traduzioni in italiano e in inglese.
- FAQ: domande/risposte sulla trama. Vi prego di segnalare la frase interessata con tanto di capitolo e linea del paragrafo, per rendermi più facile il lavoro.
- Curiosità: qui metterò un po' di tutto, dal significato approfondito di certe cose o nomi e vari oggetti a cui mi sono ispirato per certi passaggi della storia.
Per il resto, vi auguro di nuovo una buona lettura. 

 

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Gioielli:
cucciole stelle del regno mortale.
Gioielli:
carezze fredde del vile cordiale.
Quale scelgo? Quale servo? Quale prendo?
Dissidio immorale d'innocente capriccio.
Le prendo, le voglio, le bramo, le cerco!
Sincero sospiro d'amore fittizio.
Gioielli:
piccole cavallette, cantatrici flebili.
Gioielli:
danzatrici leggiadre tra fanciulli scheletri. 


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- Ohohohoh! Guavdate qui! E' zempre un piacere venire qui! E' un vero pekkato che pozza ezzere prezente zolo in quezto periodo dell'anno! Un vevro zpreko di divertimento!

 

- E' sicuro di quello che dice, dottore? E' così tetro...

 

- Sorellona Rossella ha ragione! Questo teatro puzza e non viene pulito da secoli!

 

- Zono d'akkordo kon voi, ma kuezti zono tempi diffizili mie kare! Non pozzo kiedere a qualkun'altro di okkuparzene, e non voglio lazzare indietro qualkuna di voi lontana da me, zenza avere zue notizie... Sarebbe troppo per il mio kuore! - Disse solennemente, ponendo un tentacolo sul petto.

 

- Non cambia il fatto che puzzi... Come faremo a pulire tutto entro domani!? E a sistemare i trapezi?! NYAAAAAAAAA! NON VOGLIO FARLOOOOO!!!

 

- Non fare così, Amarilla, - cercò di consolarla la sorella Rossella, - se non inizi a fare qualcosa sarà difficile finire!

 

- Rossella ha ragione, piagnona: dovresti smetterla di lamentarti e cominciare a fare il tuo dovere.

 

- NON TI CI METTERE ANCHE TU, NERONA! IO MI LAMENTO QUANTO VOGLIO!

 

- Zuvvia Zuvvia! Non abbiamo tempo per le kiakkere! Vedi di kollaborare anke tu Amarilla, o ztazera niente paté di Bakkapera e Bakkakaukazo! * 

 

- UFFAAAAAAAAAAAAA!!

 

- Kome prozede lì, Purptu... Purp... Pu...

 

- Purpurea, dottore....

 

- Quello ke è! Non pozzo zaper pronunziare tutti i nomi!

 

- E' solo il mio con cui fa fatica... Sigh...

 

- Allova? Kuanto ti manka per gli zpekki?

 

- Tutti lucidati... Sono passata alle lampade...

 

- Ottimo, ottimo... Viridia! Voglio vedere kuegli zpalti bvillare! Ziztema bene quelle luzi, Bianka! Bluetta! Okkio ai tendoni: ze li vedo bruziave perkè gli hai mezzo troppo vizino alle luzi pulirai da zola il mio laboratovio! Fatti aiutave da LK! *

 

- E-ehm... M-mi s-scusi...

 

- Uh? 

 

Dal fondo dell'oscuro luogo, dietro ad uno specchio, una piccola Pokémon si avvicinò tremante all'eccentrico Malamar.

 

- E-ecco... I-io cosa dovrei fare? V-vorrei rendermi utile...

 

- Ahiaiai... Kuazi mi ztavo dimentikando di te, pikkoletta! Ma non ti preokkupare: per il momento non dovrai fare niente! Ze vuoi puoi dare un okkiata agli ozzetti ke ho intenzione di vendere! Non li troverai in ziro!

 

- M-ma...

 

- Ztai trankuilla: ti ho detto che ti avrei pagata come d'akkordo, no? Kuando zarà il tuo momento ti metterò a lavoro, ma pev il momento ho bizogno ke tu ti rilazzi e lazzi fare a noi tutti i preparativi. Dovrai ezzeve in forma!

 

- H-ho capito...

 

La timida pokémon si ritirò verso alcune assistenti, curiosando tra la merce che sarebbe stata messa in esposizione. Una sottile nebbia calò tra i due: il calamaro si chiuse nei suoi pensieri, mentre continuava a seguire con lo sguardo la povera pokémon.

 

- (Ke dolze Kreaturina ke zei... - pensò il dottore, - Non hai la minima idea di kuanto tu zia fondamentale... Zarà uno zpazzo! Kuezta zarà probabilmente l'ultima azta della mia vita! Niente più zpettakolini o vendita di ozzetti per le mie rizerke! Ki ze l'azpettava un colpo di fortuna del zenere? - Disse prendendo da un cassetto una sciarpa nera, dalle cuciture rosso cremisi, - zerto ke avrebbe potuto propormi la koza in modo più zentile... Ze penzo ke nervi kuel ziorno... Tu... Tu zavai la mia Guest Stav! Non vedo l'ora di mostrare a tutti le tue kapazità. Kizzà ke tipo zavà...Ōryugo Rukio...) Ohohohohohohoh...

 


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- CERCHIIII!!!! CERCHI DI OGNI TIPOOOOOO!! ACCORRETE SIGNORI!!! DA CERCHIO ATTACCO A CERCHIO FELICITA' EDIFESAEVELOCITAEACQUAVENTOFUOCO DI OGNI GENERE!!! VENITE! VENITE! CERCHIIIIII!! 

 

- SIETE NEI GUAI CON LA LEGGE!? GLI ESPLORATORI NON VI DANNO TREGUA NELLE VOSTRE MALEFATTE!? NON AVETE DELLE MOSSE ABBASTANZA POTENTI PER TROVARE TESORI NASCOSTI?!?! PRENDETE LE NOSTRE SIMILSFERE! POSSONO ESSERE USATE IN OGNI OCCASIONE, BASTA ESSERE ISCRITTI ALLA NOSTRA LISTA CLIENTI!

 

- FUNZIONANO COME LE SFERE NORMALI ALL'EFFICIENZA DEL 85,9%! SE RIUSCISTE A SCAPPARE AD UTILIZZO FALLITO, VERRETE RIMBORSATI! CON DIECI SFERE DUE SONO GRATIS! AFFRETTATEVI GENTE!

 

- BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOST!!!!! BASTA FARE I PERDITEMPO! NON SIETE SODDISFATTI DI VOI STESSI?!? LA FEMMINA CHE CORTEGGIATE RITIENE CHE NON SIETE ABBASTANZA MAAAAAAACHOOOOOS?!?!?! COMPRATE LE NOSTRE VITAMINE!! PROTEINE, CALCIO, FERRO! E TANTE CARAMELLE GOMMOSE*!!!! ACCORRETE GENTE! SOLO PER OGGI!!

 

Io vendo questo, tu vendi l'altro, noi compriamo, voi barattate e i soldi girano, girano, girano e ancora girano! Centosettantesimo anno del drago, ore 16.00. Benvenuto a Bazaropoli, la capitale della compravendita. 

Mercanti di oggetti per Dungeon; rivendita di bottini;  cibo e vitamine. Commercianti che vendevano merci e ne scambiavano con altri venditori. Baratto, contanti e persino lavori di ristrutturazione: non c'era limite a come potevi comprare in questa città in stile arabo-orientale e, se eri abbastanza fortunato, anche in cosa. Il calore della sabbia e del sole era nullo rispetto all'eccitazione e la vitalità che questo posto portava a chi vi si avventurava. 

 

Nonostante la rinomata nomea, raggiungere questa città non era semplice: bisognava attraversare il Valico della Fine e trovare il teletrasporto segreto all'interno di esso, che portava direttamente nelle sabbie di periferia della città. Questo mezzo cambiava posizione all'interno del dungeon ogni mezz'ora, ed era necessario procurarsi una chiave segreta che si recuperava anch'essa all'interno dello stesso dedalo. Né mappe né strumenti di rilevamento potevano aiutare, perché era necessario un intuito da esploratore e un'anima da negoziante: la fessura dove inserire la chiave non era quella visibile ad occhio nudo, ma bisognava rimuovere una pietra e sostituirla con una Pietra Evolutiva, di cui il dungeon ne era pieno. A Bazaropoli poteva entrare solo un furbo mercante che sapeva vedere aldilà dell'inganno: questa era la vera chiave per poter accedere alla capitale della compravendita. 

 

I nostri eroi erano riusciti a superare il tranello ed arrivare, come programmato, il giorno prima dell'Asta degli Orrori, con solo otto ore di viaggio totali. Il loro obiettivo era trovare informazioni sul nefando Veloscuro. 

 

- ACCORRETE GENTE! BACCHE GUSTOSE PER DISSETARVI DURANTE IL VIAGGIO! BACCARANCIA, BACCARINDO, BACCAPASFLO, MA ANCHE BACCASALAK, BACCARTILLO E BACCAMBOLA! NON C'E' UNA BACCA CHE NON SIA PRESENTE ALL'APPELLO! TUTTO QUELLO DI CUI AVETE BISOG- OH?

 

Una Sunflora venditrice girò lo sguardo a destra verso un gruppo di pokémon che stavano passando in quel momento davanti alla sua bancarella. Era una delle mercanti abituali: veniva ogni anno in quel periodo a vendere gli oggetti del suo orto che non poteva vendere normalmente a causa della loro rarità e del loro prezzo. Era così solare e così allegra che veniva considerata una locale a tutti gli effetti, guadagnandosi anche i favori di chi era meglio solitamente non avere a che fare. Con i nuovi arrivati, era solita avere un approccio diretto, come a cercare di dare a loro il benvenuto nella grande città delle grandi occasioni. In mezzo a loro decise di rivolgersi a quello che sembrava il più onesto, forse ingenuo e ben disposto a fare acquisti se ben convinto.

 

- ACCIDENTI! MA QUANTO SEI PATATO TE!

 

Il piccolo pokémon si girò da una parte all'altra, chiedendosi a chi fosse stato rivolto quell'imbarazzante aggettivo. Quando si rese conto che era lui l'oggetto di tale affermazione, indicò con la mano sinistra il suo stesso volto con aria confusa.

 

- I-Io?

 

- Sì tu! Che ci fa un tipo così paffutello e carino come te tra queste sabbie? 

 

Le sue guance divennero dello stesso colore del sedere di un babbuino, mentre le bocche dei suoi compagni di viaggio diventarono un'intera orchestra di gemiti ilari. Cercarono di trattenersi come più poterono, mascherando il riso anche con l'uso delle mani, ma risultò difficile trattenere un tornado con una finestra chiusa. 

 

Il piccolo pokémon lanciò occhiatacce killer nei confronti dei suoi compagni, zittendoli all'istante. Nessuno di loro si azzardò ad esternare ulteriormente il loro divertirsi, temendo una ripercussione dolorosa sulle proprie zucche.

L'unica che non si fece problemi fu la felina lì di fianco a lui.

 

- Allora? Mister paffutello? Non rispondi?

 

Senza badare alla frecciatina, egli rispose alla venditrice mantenendo il suo imbarazzo.

 

- B-beh... Curiosità, credo?

 

- Bene bene! Mi piacciono le persone curiose! Guarda: visto che è la prima volta che vieni qui ho un'offerta speciale per te! Per soli quarantacinque Koda* potrai avere questa succosissima Baccamodoro qualità oro! Posseggo le più succose e piccanti Baccamodoro della Terra della Sabbia! Non ne troverai di altre così buone! Ti garantisco che è un esperienza che non dimenticherai! 

 

- M-mi piacerebbe tanto, - rispose educatamente, - ma purtroppo dobbiamo tenerci i soldi per un acquisto importante! Vado matto per il cibo piccante, ma sono costretto a declinare purtroppo...

 

- Ihihih! E' per una tua amica, vero?! Dai dai: un ragazzino carino come te deve avere per forza qualcuna che gli sta a cuore! Chi è chi è? Una della tua specie? O forse di un altro gruppo *? OH!? CI SONO CI SONO! E' un'amore proib-

 

Fermò la frase a mezz'aria, bloccandosi anche nelle espressioni facciali: notò immediatamente che il piccolo Pokémon aveva distolto lo sguardo, e che il suo sorriso aveva perso la forza della solarità, risultando in sorriso di forzata cortesia. Il suo volto sembrava felice, ma nascondeva in realtà tristezza e malinconia. 

 

La Sunflora capì di aver detto una parola di troppo senza volerlo. Si sentì imbarazzata, e ritirò il suo spirito commerciante per fare spazio ad un'anima più empatica.

 

- M-mi dispiace... Ho detto qualcosa che non va, vero?

 

Il piccoletto sapeva che non c'era niente da incolpare a lei: dopotutto, non poteva sapere.

 

- E' tutto a posto, - disse educatamente - non si preoccupi! 

 

- La mia natura di venditrice a volte mi fa mancare di tatto... S-sono desolata...

 

- Va tutto bene. Lei non poteva sapere! Non è colpa su-

 

- ECCOME SE E' COLPA MIA!

 

- WUAH!

 

Per l'improvviso cambio di tonalità della pokémon Sole, il Riolu cadde a terra sorpreso. 

 

- NON POSSO PERMETTERMI DI FAR STAR MALE COSI' UN CLIENTE! ANCHE SE NON HA INTENZIONE DI ACQUISTARE NIENTE! 

 

La commerciante porse le sue foglie sotto il bancone, per poi tirare fuori una Baccamodoro dorata grande come il palmo della zampa del pokémon Emanazione. 

 

- Prendi.

 

- Eh?

 

- Prendilo come segno di scuse. 

 

- N-non posso accettare...

 

- Oh? OH CIELO! CHE SBADATA CHE SONO!

 

Prese una delle punte della Baccamodoro, riporgendo la bacca al piccolo cliente. Poi, ingerì il pezzettino rimosso, facendo in modo di essere vista da lui. 

 

- Mmmmmh che buona! Piccante ma deliziosa! Vendo proprio della buona merce! Scusami se ti stavo dando la bacca tutta intera! Mi ero dimenticata del periodo dell'anno in cui siamo! E' normale che un forestiero non si fidi di nessuno qui!

 

- D-davvero... non c'è bisogno di scusarsi, signora Sunflora.

 

- Lana!

 

- Uh?

 

- Lana è il mio nome, Riolu. Chiudiamo i formalismi e diventiamo amici! - disse con un grande sorriso sul volto, - ok?

 

Non seppe cosa dire. Era sempre un piacere trovare persone gentili in un immenso deserto come era il mondo, ma non avrebbe mai pensato che un mercante la cui vocazione era quella di vendere a tutti i costi i propri oggetti era disposta a regalare la sua merce per farsi perdonare. 

 

Non aggiunse altre parole: sì alzò da terra, guardandola negli occhi e mostrando un sincero sorriso. Prese la Baccamodoro e, senza perdere tempo, la ingerì tutta in un sol boccone. Un esplosione di gusto dolce, acido e piccante si scatenò sulla sua lingua come un mare in tempesta. Quando finì di deglutire, lanciò un Fuocobomba in aria dalla bocca.

 

- SCOTTA!!!! 

 

- Parbleu! IDROPULSAR! 

 

L'amico Frogadier tirò una palla d'acqua sulla sua faccia, per aiutarlo a spegnere le fiamme. 

 

- Anf... Anf...

 

- Com'era allora? Deliziosa vero? - richiese la Sunflora.

 

- Piccante... Ma era squisita! Ti ringrazio davvero, Lana-chan! (Come diavolo ha fatto a mangiarla mi chiedo...)

 

- Di niente! Sono contenta che ti piaccia!

 

Non vi era traccia della mesta sensazione sul volto del piccolo licantropo: un sorriso solare ora si era stampato sulle sue labbra, come il volto di un bambino che riceveva la gioia di una madre. Decisamente la Sunflora aveva fatto il suo lavoro. 

 

- Mi viene da vomitare... - commentò la felina del gruppo, - Se non hai altro da fare muovi quelle chiappe, - disse al Riolu, - non sprecherò tutto il giorno per te. 

 

- Mi piacerebbe rimanere qua e parlare ancora con te, - disse il Riolu alla Sunflora, - ma purtroppo dovremmo andare...

 

- Non c'è problema! Se avete bisogno di qualcos'altro io sono qui! Mi ha fatto piacere vedervi! Tornate a trovarmi!

 

- Lo faremo, - disse con faccia allegra, - buona fortuna con le vendite!

 

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(Ost 20 fairy tail)

 

- Che rottura...  - disse la felina, - neanche il tempo di fare quattro passi e già ti cadono disgustosamente dietro! Che ci troveranno in te lo sa solo Arceus...

 

- (Non credo che il sommo Arceus possa minimamente essere interessato a questo... ) - pensò Rukio.

 

- Rhahaha! Suvvia, signora Weavile, - disse lo Scorpiaccio - ha solo cercato di chiedere scusa!

 

- Ha ragione, - disse Kenji, - non c'è bisogno di essere gelosa, micetta.

 

La Lamartigli trasudò istinto omicida dal proprio sguardo, talmente sanguinolento che al Grovyle non servì nemmeno girarsi indietro verso di lei per sentirla. 

 

- S-stavo scherzando... - disse tremante.

 

- Per tutti i Wailmer però! Certo che questa città è enorme! Non è per niente paragonabile a Brusilia!

 

- Oui, monsieur  Drapion, - rispose Shinso, - Se penso che è solo dedicata al commercio e al turismo mi piange il cuore! Guarda quanti mercanti e Kodamon di buon umore: questa città sembra il paese perfetto! Sigh... Come mi piacerebbe vivere qua...

 

- Che cosa stai dicendo? - Disse Weavile, - questa città è anche famosa per non conoscere la pioggia dalla notte dei tempi. Tu che sei un tipo acqua non sopravvivresti un giorno! 

 

- Hai delle tendenze suicide Froggy? - incalzò Kenji.

 

- Mon Dieu... Siete proprio degli ignoranti... Chi l'ha detto che non c'è acqua?  Sotto di noi a duemila metri di profondità vi è un fiume sotterraneo che prende l'acqua dal mare sud, e visto che il sindaco della città è ricco, ha fatto scavare vari pozzi da cui è possibile usufruire. Come se non bastasse, l'intera città è protetta da un'antico incantesimo che rende l'acqua e la sabbia del posto ad una temperatura costante di quattro e venti gradi rispettivamente. Se così non fosse, a quest'ora andremo in giro per tutta Bazaropoli saltellando come degli Spoink! E poi, solo di giorno fa caldo: visto che l'incantesimo non cambia la proprietà della sabbia alla natura ma protegge solo noi, la sera è freddissima, perché essa non trattiene a lungo il calore.

 

La felina rimase scocciata dalla spiegazione del Frogadier. Ella aveva passato giornate intere a raccogliere informazioni su quella città di cui si ricordava solo il luogo e l'entrata segreta, anche tramite incentivi a terzi, e quella ranocchia fastidiosa aveva anche egli il frutto di una ricerca impegnata, che non si era preso la briga di condividere. 

 

- Se ti sei interessato anche tu a questo perché non mi hai aiutato?! - Chiese la felina, cercando di rimanere calma, - Hai idea del prezzo che ho dovuto sborsare per queste cagate?!

 

- Era compito tuo, no? Come potrei io appropinquarmi del tuo lavoro con tutto l'impegno che ci hai messo? Mi credi così insensibile?

 

- E' tutti i giorni così? - Chiese lei inebetita a Kenji.

 

- Più o meno... Abituati.

 

- Cosa c'è che non va? - chiese la ranocchia, - Ho detto qualcosa di sbagliato? 

 

I due non risposero, ma guardarono il pokémon Schiumorana con un'aria di disprezzo all'unisono, in complicità rappresentata dal disgusto comune nei confronti di quel misero insetto.

 

- CRA!! COSA SONO QUEGLI SGUARDI?!!??!

 

- Tu sei una seccatura. - dissero in coro. 

 

- C-C-COSE' QUESTO?!?!? UNA COSPIRAZIONE!?!?

 

- Tranquillo, missssster Ssssshinsssso! - Intervenne Arbok, - io apprezzo le tue ssssstorie e le tue sssspiegazioni! Sssssono molto interesssssanti ed utili! Lasssssiali perdere: ci sssssono io ad assssscoltarti! Ish Ish Ish! Questa avventura è il massssimo! Sspero che potrò gusssstare appieno la tua intelligenza, deliziosssso amico!

 

- T-tu sei inquietante... - commentò la ranocchia.

 

Nonostante sembrasse non li stesse minimamente calcolando, il piccolo licantropo si lasciò scappare un sorriso.

 

- (Incredibile! E' bastato un dungeon insieme e una missione in comune! Qualche mese fa me lo sarei proprio sognato! La facilità con cui si creano legami tramite le esplorazioni è il massimo!)

 

- Ti vedo allegro capitano, - lo interruppe Kenji, - Cosa c'è di così divertente?

 

- Oh... Niente di che! E' solo... Che è bello vedervi così "insieme".

 

- Tch! Nemmeno tra un milione di anni... - disse la felina, distogliendo lo sguardo.

 

- Oh! Quasi dimenticavo. Excuse moi, capitano, - disse la Schiumorana, mettendosi alla destra di Rukio.

 

- Uh? Qualcosa non va Shinso?

 

- No è che... Adesso che me l'ha fatto notare Weavile io non so niente su questa città a parte quello che ho detto! Non dovremmo... tipo... saperne qualcosa di più?

 

Il Riolu si irritò di fronte alla richiesta del compagno. Purtroppo per la Schiumorana, il capitano ne aveva tutto il diritto. 

 

- Mi prendi in giro? - chiese bruciandolo con lo sguardo , - Dov'eri quando l'abbiamo spiegato sul Laprascafo? 

 

- Parbleu! Cos'è questa ostilità?! - rispose lamentandosi, - pensi sia facile ascoltare tutto con le orecchie sott'acqua!? Siete stati voi a sbattermi fuori con la scusa che sono un tipo Acqua! 

 

Per riuscire a fare economia di spazio su Lapras, Shinso era stato costretto, di comune accordo lui escluso, ad essere trasportato al fianco dell'imbarcazione, tramite una fune ed un salvagente. Era la soluzione più pratica, per permettere a tutti di viaggiare in sicurezza, ma per qualche motivo questo non era stato molto apprezzato dal soggetto della sistemazione d'emergenza.

 

- Non ha tutti i torti... - lo difese  Arbok.

 

- Già, - annuì Drapion, - Ma è stato divertente! RHAHAHAH!

 

- Sono d'accordo, - commentò Kenji.

 

- SACREBLEU! SIETE DELLE CAROGNE! - Disse il Frogadier, diventato bordò con le lacrime agli occhi. 

 

- Uhm... Hai ragione anche te... - disse il piccolo licantropo, scuotendo le labbra, - ehi Weavile!

 

- Che vuoi?

 

- So che ti chiedo un piccolo sforzo... ma ti va di ripetere le informazioni? Giusto per essere sicuri...

 

- E me lo chiedi pure? Scordatelo. 

 

Setsukō Weavile non era per niente la tipa socievole: se c'era una volta in cui ti poteva dire di no lo diceva, rifiutandoti anche la più minuscola mansione o il più insignificante favore. La Lamartigli era una femmina orgogliosa, una che non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno e non dava mai niente gratis. 

 

C'era solo un modo per ottenere qualcosa da lei senza svuotare il portafoglio: così come il suo ego era la qualità più forte in lei, nemmeno ella stessa poteva fare niente di fronte ad esso. E un maestro della parola come il piccolo licantropo non poteva non sfruttarlo a suo vantaggio.

 

- Scusami, hai ragione. - disse quello, - E' stato sciocco per me osare disturbarti per questa sciocchezza. Ho ingenuamente pensato che potesse essere una buona idea affidare a te la responsabilità per le informazioni del team. Come dovrebbe essere per un grande capitano. 

 

L'orecchio destro della felina si agitò freneticamente, sembrando ad un certo punto più grande del normale. 

 

- Non sono così bravo ad essere in comando: avrei proprio bisogno di una donna sicura di sé, scaltra e intelligente per eseguire questo delicato e difficilissimo compito. Ma se proprio non vuoi... pazienza! Vorrà dire che me la dovrò cavare da solo, e prendere il comando completo. Senza la tua guida sarà veramente dur-

 

- Eh no.

 

La felina non lasciò nemmeno finire il piccolo licantropo. Non poteva permettersi di essere un gradino sotto a quella schifosa pantegana.

 

- Va bene: vorrà dire che lo ripeterò, ma solo perché me lo stai chiedendo così insistentemente!

 

Negli occhi del Riolu risplendette un luccichino maligno.

 

- (Successo.)  

 

- (E' il demonio...) - pensarono all'unisono Kenji e Shinso.

 

- Ascoltate anche voi due, - disse rivolgendosi ai suoi compagni del team AWD, - perché se mi viene chiesto ancora è la volta buona che porrò fine alle vostre vite. 

 

- ROGER, SIGNORA WEAVILE! - Dissero all'unisono. 

 

(Ost 05 all i need is money)

 

- Partiamo dall'inizio. La prima cosa che dovrete sapere su Bazaropoli è che la città basa tutto sulla compravendita: tutto ciò che è all'interno di queste mura è acquistabile e vendibile. Oggetti; stand; posti degli stand; ornamenti; case, mura e anche solo parti delle medesime. Si può persino comprare forza-lavoro per mansioni o la compagnia di un Kodamon per un tempo stabilito. Si può fare di tutto, basta solo che entrambe le parti siano d'accordo. L'unico limite, è che i contratti devono essere approvati da un'ente delegato personalmente dal sindaco, e non si possono svolgere acquisti o mansioni al di fuori della città. E' rinomata tra esploratori che magari hanno trovato un tesoro di cui non sono soddisfatti e provano a rivenderlo per uno di equivalente valore, o magari per Kodamon dotati di tante ricchezze che non hanno voglia di perdersi in un dungeon per trovare ciò che cercano. Ecco perché questa città esiste: rende molto più facile gli scambi di merce rara. Contrariamente a ciò che si pensa, ha un'utilità incredibile che venditori si riuniscano nello stesso luogo: nonostante la competizione, sanno che se si riuniscono tutti nello stesso luogo tutti insieme hanno probabilità di fare più affari. I mercanti sono molto infidi ma anche molto intelligenti. E chi amministra la città lo sa meglio di loro: per questo gli fornisce agevolazioni e persino alloggio gratuito se riesce a vendere sopra una certa soglia, esclusa la percentuale che si trattiene sulle vendite la medesima Bazaropoli. 

 

- Sei intelligente anche tu, signora Weavile! - Disse Drapion, - Ricordarsi tutte queste cose! Come ci aspetterebbe da lei.

 

- Sono lusingata, ma queste sono di dominio pubblico. Così come tutti sanno che, nonostante la facilità di vendita delle merci qua dentro, non si può dire che sia facile raggiungere. L'entrata segreta si può conoscere solo tramite informatori specializzati, come è stato nel nostro caso. Il mio si fa pagare caro, ma ne vale la spesa. Il Sultano della Terra della Sabbia ha delle fisse strane: vuole che solo una categoria di Kodamon riesca ad entrare qua dentro. 

 

- Sultano? Che cosa sarebbe? - Chiese il Grovyle, non sapendo di cosa stesse parlando. 

 

- E' il Chōwa-ō (*) della Terra della Sabbia. Qui lo chiamano così. 

 

All'inizio del sistema di civilizzazione, era stata nominata una carica responsabile dell'organizzazione delle città e dei paesi aderenti. Chōwa-ō; il Re dell'Armonia. Per i pokémon civilizzati equivaleva alla figura di un monarca, e la sua parola corrispondeva ad un destino tra il benestante o un prigioniero nella società. Per ogni continente esisteva il Chōwa-ō di riferimento: quello della Terra della Sabbia veniva chiamato Sultano per via della sua ricchezza spropositata.

 

Davanti a Shinso uno sguardo omicida trapassò il suo molle viso: Weavile fece intendere che non gradì affatto l'interruzione per correggere il compagno.

 

- Desolé, madame Weavile. Continui pure con la sua guida. - disse con tono succube e asserivo.

 

La felina si girò di nuovo in avanti e riprese a parlare. 

 

- A sua detta, il motivo dietro all'entrata nascosta è per permettere solo coloro che hanno lo spirito dell'avventura di entrare, e non si fa distinzione tra bontà e cattiveria. Questo deve essere il requisito fondamentale per entrare a Bazaropoli, sia per chi vuole comprare per chi vuole prendere. Per fare questo ha persino messo in mezzo l'ufficio di posta Pelliper (*), vietando la divulgazione delle informazioni sulla città, escludendo solo messaggi importanti da parte dello stesso sovrano verso luoghi specifici. Qualcosa di simile all'accordo con il topo qui per la divulgazione della sua specie, - disse indicando Rukio.

 

- Me lo ricordo... - rispose il Riolu, sbattendo gli occhi per "il topo", - Ampharos ha dovuto fare i salti mortali per convincerli...

 

- Queste però sono solo spazzatura. La cosa che dovete sapere è come è nato il Kokukatsu no Shū. Per far girar l'economia di questo luogo, far progredire il processo di civilizzazione, far girare comunque i soldi dei furti non recuperati dalla Polizia pokémon e rendere di conoscenza "pubblica" ogni possibile tesoro del globo, anche a criminali con taglie pesanti è concesso girovagare per le strade in questo periodo, purché non commettano infrazioni. E' per questo che questa città è una meta ambita: in questa settimana, anche i furfanti che vogliono liberarsi di merce rubata o ottenere qualcosa per migliorare le proprie capacità può avere fortuna. Nessuno chiede la provenienza della merce dei mercanti: nessuno vuole avere questo tipo di problemi.

 

Il volto di Rukio si fece scuro di fronte a quella affermazione: il pensiero che quella gentile mercante potesse avere merce di dubbia provenienza lo faceva sentire mesto. Shinso invece rimase sconvolto.

 

- PARBLEU! C-C-C-CRIMINALI?!?

 

- Non è una cosa così sorprendente. Prima questa città si chiamava Banditopoli, ed era un villaggio pieno di pochi di buono. Veniva utilizzata dai Kodamon erranti per scambi di informazioni e riposare da occhi indiscreti. Gli abitanti sono riusciti a tenerla nascosta per un sacco di tempo, e viene tutt'ora considerata l'epoca d'oro per alcuni mercanti. Chiunque poteva entrare qua dentro se ne aveva i mezzi, il difficile era poi uscirne. Si dice che persino i Magnezone avessero paura di entrare qua. L'unico che ebbe le palle fu lo sceriffo di Brusilia, Z-one Zi, che riuscì ad acciuffare il "Shinshutsukibotsu" (*).

 

L'inafferrabile: un pokémon che era stato sui poster per una cinquantina d'anni, fino alla comunicazione del suo arresto. Non era famoso per i crimini commessi, visto che si occupava solamente di furti nei dungeon e nelle comunità. Più che altro, la sua nomea era ciò che gli aveva donato lo stesso soprannome. Nessuno aveva mai saputo la sua identità, né era mai stato possibile catturarlo. Vi fu una grande commozione dodici anni fa quando Zone Zi, allora semplice cadetto Magnetone, riuscì ad assicurarlo alla giustizia.

 

- Davvero?! - Commentò stupito Drapion, - Questo non c'è l'hai detto ieri!

 

- Già. Non è un informazione che hanno in molti.

 

Si girò poi verso la Schiumorana, con sguardo corrucciato.

 

- Vero, stupida ranocchia? Scommetto che di questo non ne sapevi niente, eh?

 

- M-mon dieu! - disse intimorito, - Non te la sarai presa sul serio...

 

- Certo che sai tante cose di questa città, - commentò il piccolo licantropo, - non ti facevo così interessata alle chiacchiere!

 

- Non è una chiacchera... - rispose lei, scocciata, - il mondo dei ladri è stato veramente scosso dalla sua cattura. Tra di noi era una vera leggenda... era considerato il pezzo grosso tra borseggiatori e artisti del furto.

 

- Non era niente di così fenomenale, se si è lasciato catturare da un cadetto, - rispose il Grovyle, - perché tendi ad esagerare tutto, micetta?

 

Di tutta risposta, il capitano del team AWD gli assestò un pugno diretto nello stomaco, facendolo piegare in due dal dolore.

 

- N-non fa male...

 

- Tornando ai discorsi seri. Per quanto riguarda del perché sia stata creata la settimana speciale, oltre a quello che vi ho già detto, vi è una seconda ragione. La sanno persino i pochi di buono, ma accettano le conseguenze pur di mettere le mani su qualcosa di speciale in questa settimana. Ogni Kodamon che entra qui deve dare le sue generalità. E' una misura fatta dal Sultano per raccogliere informazioni sui criminali e possibile minacce per il suo regno. Nome di specie, nome personale o soprannome, taglia se posseduta, varie associazione: viene richiesta ogni cosa e tutto viene documentato e registrato in quadrupla copia per sicurezza. Inoltre, per tutta la permanenza nella città deve farsi riconoscere da un elemento distintivo. Chiunque qui che non abbia qualcosa per farsi distinguere dagli altri della sua stessa specie viene recuperato e arrestato.

 

- E ora sai perché sono costretto ad indossare questo Velodifesa, - disse Kenji al compagno Frogadier, - Non pensare neanche per un secondo che me lo sia messo perché ne avevo bisogno! Solo i codardi usano uno Strumento Tenuto (*)!

 

- N-non lo stavo pensando... 

 

- Hai il coraggio di lamentarti?! - Interruppe Drapion, - a me è toccato il Velopesca! A che serve un Velopesca ad un tipo Veleno?!?!?!

 

- Appunto! Che strumento disssstintivo sarebbe migliore?

 

Infatti, ogni membro del team aveva con sé un indumento particolare per essere riconosciuti: oltre ai due sopracitati, Arbok aveva una Cintastretta, uno strumento per bloccare la fame per un certo periodo, Rukio la Sciarpa dell'Armonia camuffata dalla pelliccia-schiuma del suo compagno, mentre il ninja e la gatta ladra tenevano entrambi le borse dell'Esploratore dei rispettivi team.

 

- Però non capisco, - disse dubbiosa la ranocchia, - chiunque può sempre mentire: non abbiamo modo di stabilire chi è chi con certezza, se nessuno fa mosse false. Potrei dichiarare di essere un Kodamon di qualche dungeon, mentre in realtà potrei essere un pericolosissimo ladro. A parte per quelli con segni evidenti come Slade, bisogna credere sulla parola. 

 

- Non risponderò a questa. La mia gola è secca. 

 

Prese dalla borsa una Baccapayapa e iniziò a mangiarsela.

 

- Puoi farlo tu, pantegana. - disse rivolgendosi a Rukio. 

 

- (Porca miseria... poteva dire per favore almeno...)

 

Fece due colpi di tosse, per poi riprendere da dove la sua collega si era interrotta. 

 

- Quello che dici è vero Shinso: chiunque può mentire sulle sue generalità qua dentro. Tuttavia, nessuno che viene appositamente per la città è così stupido da farlo.

 

- Cosa intendi dire?

 

- Tutti quanti forniranno sempre le sue vere generalità, persino i criminali. Il motivo dietro a questo è che ogni fascicolo così steso viene consegnato ad ogni mercante del posto. Non sono solo i forestieri a cercare merce: sono gli stessi venditori a cercare clienti. E se qualcuno vuole vendere qualche oggetto raro, costoso, ma che solo un criminale vorrebbe comprare, questo è il modo più veloce per organizzare la compravendita. Chi vuole fare grandi affari non mentirà. Alla fine, i criminali vengono solo questa settimana. Si dice che il Sultano abbia un metodo molto persuasivo per garantire l'anonimato ai poco di buono: le informazioni fornite vengono registrate solo da esso e dai mercanti, ed è proibito da loro divulgarle. E' il prezzo per avere questo tipo di info. Se sono criminali con grande priorità di ricerca a maggior ragione devono fornire le loro informazioni: più velocemente escono dalla città più rapidamente potranno mettersi al sicur-

 

Non riuscì a finire la frase: qualcuno dal bancone alla sua destra provò a colpirlo con un attacco Leccata. Il Riolu se ne accorse in tempo, schivando l'attacco senza problemi. La lingua chilometrica fu poi afferrata dallo spadaccino nello stesso momento. Gli altri, invece notarono l'attacco solo dopo che il Grovyle l'aveva bloccato.

 

Egli strinse la lingua afferrata con due mani, per poi stringere la presa più forte che poteva.

 

- AHIAHIAHIAHIAHIAHIAHIAHIA! SCUFA SCUFA SCUFA NON LO FAFFIO PIU' !

 

- (Questa voce...)

 

Il Riolu si girò nella direzione di provenienza dell'urletto, incuriosito dal tono incredibilmente famigliare. Lo stesso Kenji, che si era difeso per istinto, nel voltarsi riconobbe le due figure.

 

- Uh? Siete...

 

Il pokémon Legnogeco lasciò la presa, restituendo all'aggressore la sua lingua.

 

- Ahiahai... quanto brufia!

 

- Cavoli ragazzi non vi si può fare neanche una burla! Manco fossimo dei banditi!

 

Si fermò un attimo, ripensando a quello che aveva appena detto.

 

- Uh... Forse questo non è il luogo più adatto per dirlo...

 

- Che rottura... - commentò Weavile, - dovevo aspettarmelo di trovarvi qui. Voi due avete le monete al posto degli occhi... 

Da un bancone all'angolo destro della strada, due figure dall'aspetto camaleontico fecero cenno ai sei pokémon di venirli incontro. 

 

(ost busy every day yugioh arc v)

 

- Mi ero immaginato che questo potesse essere il vostro ambiente, - Disse il Riolu, - Ma non mi aspettavo di vedervi davvero. 

 

- Ma come no!? ERA OVVIO!! - Commentò Midorima, - Non potevamo lasciarci scappare quest'occasione!

 

- Stiamo facendo affari d'oro! - disse Fujito, - Mio fratello ha già venduto otto Idrovampata ed io trenta Tergisfere. La nostra fama ci precede! Abbiamo lasciato un altro cugino ad occuparsi degli affari di Borgo Quieto, promettendogli ben il 10% delle nostre vendite. Conoscendoci si è subito fidato di noi senza nemmeno chiedere prima il compenso! Ah... E' bello che la famiglia sia presente nel momento del bisogno!

 

Negli occhi del piccolo licantropo rimasero solo le pupille.

 

- (Questo è sfruttamento...) 

 

- Ne è passato di tempo, fratelli Kecleon, - disse la felina. 

 

- Un'eternità Weavile! - rispose Midorima - l'ultima volta che ti abbiamo visto hai comprato una Palla Ombra e non ti sei fatta più vedere! Eri la mia seconda cliente! Lo sai quanto mi sei mancata?!?! Ho un sacco di Puntacciaio che sono rimaste invendute...

 

- Ma quanto mi dispiace... - rispose con evidente ironia. 

 

- Anche voi mi sssssiete mancati tanto! - Disse Arbok, - è sssssnervante non avere accanto delle persssssone deliziossssse come voi!

 

- TU NEANCHE UN PO'! - Fecero in coro i fratelli. 

 

Il Cobra si ritirò in un angolino della scena con aria depressa, quasi volesse sprofondare nel terreno come uno struzzo.

 

- Cossssa ho ffffatto di male? Perché la gente mi odia?

 

- MON DIEU! E TE LO CHIEDI ANCHE?!

 

- Quindi siete qui in viaggio di affari. - disse Rukio.

 

- Esattamente, Mister Ru-

 

- COUGH COUGH! - tossì nervosamente. 

 

I Kecleon non lo potevano sapere, ma era importante che il suo vero nome non venisse rivelato ai quattro venti.

 

- Stai bene? - Chiese il Kecleon rosa.

 

- Rhahahahah! Dovete scusarlo, - intervenne Drapion, - sembrerebbe che Riolu non vada d'accordo con l'aria secca del deserto! E' da quando è qui che non fa altro che tossire!

 

Concludendo la frase, guardò il pokémon Emanazione e gli fece un occhiolino.

 

- Grazie, Drapion, - disse sottovoce. 

 

I due Kecleon si guardarono stupiti: tra la tosse e la specie come nominativo usato, fu chiaro che dovessero leggere qualcosa di particolare nell'atmosfera. Non ne compresero il significato, ma non era certo nel loro interesse mettere a disagio un cliente affezionato. 

 

- Ok ok... - disse il Kecleon verde, mettendo le mani avanti - non vi chiederemo il perché di questo. Anzi: conoscendoti non lo vogliamo neanche realmente sapere. Vero Fujito? Ahahahaha!

 

- Ma fratellone, invece dovresti chiederlo, almeno il motivo! - rispose, - Magari noi possiamo vendergli qualcosa che gli possa essere utile!

 

- (Non vi arrendete mai voi, eh?) - Pensò il piccolo licantropo.

 

Era abituato a questi discorsi vertenti nel creare un bisogno: non c'erano davvero mercanti più abili dei due Kecleon dal colore diverso per vendere. Eppure, non sempre erano così instistenti.

 

- Nah, c'è lo avrebbe già chiesto! E poi lo dovresti sapere ormai: non potrebbe mai non essersi preparato per un lungo viaggio!

 

- Forse non hai tutti i torti... Va bene, farò come dici tu: non farò altre domande!

 

Rukio e Weavile si scambiarono delle occhiate confuse e sorprese. Rimasero leggermente inquieti dalla conclusione tranquilla del tentativo del fratello viola. Ma soprattutto del fatto che i due fratelli, nonostante le vedute differenti, avessero trovato un punto di incontro senza litigare, come loro solito.

 

- D-da quando andate così d'accordo? - Chiese il licantropo. 

 

- D-diciamo che il tuo amico Goodra sa essere molto persuasivo quando vuole, - rispose Midorima, - ha davvero del carattere il ragazzo!

 

Le preoccupazioni dei due capitani terminarono ripensando a Goodra. La loro calma divenne perfettamente plausibile.

 

- Non ci volevo credere quando mi hanno detto che aveva solo quattordici anni, continuò Fujito,-  io e mio fratello siamo rimasti di sasso la prima volta!

 

- Già. Ci è voluto un po', ma adesso i nostri litigi sono più unici che rari. 

 

- Parbleu... Che dilettanti... - Disse il Frogadier, - Sicuramente non conosce me e Kenji! Possiamo essere ripresi quante volte vogliamo, ma torniamo sempre più forti che mai! Siamo dei maestri del litigio e non possiamo essere fermati!

 

I due camaleonti guardarono la ranocchia confusi. 

 

- Perché la fai suonare come una cosa di vanto, Froggy viscido? - disse lo spadaccino.

 

- Perché? Non dovrebbe esserlo? E' sinonimo di caparbietà e perseveranza!

 

La lucertola verde sbuffò di noia.

 

- Sono sempre dell'idea che te le sogni di notte queste frasi, e aspetti solo il momento giusto per dirle.

 

- Que plébéien! - disse girando la testa, - volevo solo sottolineare quanto il nostro legame trascenda le imposizioni del potere! Dovresti ringraziarmi, invece di ignorarmi! Sei un Vigoroth pieno di aria del cervello! Un ragazzino immaturo che pensa solo al proprio ego e cercavo di metterlo in una buona luce!

 

- Pffahahah! Io un ragazzino?! Disse quello che impazzisce se gli rubi un muffin di merda! Cosa sei un cucciolo di quattro anni!? 

 

Un Meisoku di cinque metri uscì dalla figura della ranocchia, e sulla sua mano destra si formò un Kunai d'acqua.

 

- NON ERA UN MUFFIN DI MERDA, DANNATA LUCERTOLA! TI FACCIO A FETTE QUI E' SUBITO SE NON TI RIMANGI TUTTO!

 

Un'aura bianca uscì dal Grovyle: la foglia sul braccio destro divenne una lama affilata. 

 

- Che succede? Vuoi lottare, froggy viscido? Sono prontissimo a farti a fette!

 

- MI STA MOLTO BENE! FATTI SOTTO E LA RISOLVIAMO QUI SUBIT-

 

Il mondo colorato di verde e blu fu invaso da un nero accidentale, mangiandosi tutti i colori. Terrorizzati, si girarono verso destra, vedendo un demone dagli occhi rossi con in mano un osso viola. La voce di quel mostro sembrò provenire dall'oltretomba. 

 

- Cosa farete voi due? 

 

- P-PACE! - Esclamò la ranocchia, - FAREMO LE PERSONE ADULTE E NON LITIGHEREMO!

 

- G-già, capitano! - Continuò il Legnogeco, - Per cui metta via l'Ossoraffica... 

 

Vedendo la paura e il pentimento, il piccolo licantropo si convinse della loro buona volontà e mise via il suo Meisoku. 

 

- Ehi ehi, capitano... - disse Kenji, - S-stavamo solo scherzando...

 

- Sigh... Cosa devo fare con voi... - sbuffò, - Possibile che ogni scusa è buona per prendervi a pugni? Abbiamo già perso abbastanza tempo, non troveremo l'asta se continuerete a perdervi in un bicchier d'acqua...

 

I due Kecleon si guardarono sgomenti. Quella parola comune suscitò timore nei loro cuori, sporcando di nero i loro animi gioiosi. 

 

-  Voi... S-siete qui per l'asta? Quell'asta?

 

- Uh? Ne sapete qualcosa?

 

- Ehm... E-ecco... Noi...

 

************************************NOTE DELL'AUTORE ****************************

 

- Explaining:

- Legenda:
Chōwa-ō (調和王): Re dell'Armonia
Shinshutsukibotsu (神出鬼没): l'inafferrabile, the uncatchable.

- Curiosità:

 

 

Modificato da ReiRyugo
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capitolo 2: l'arrivo del bizzarro re

Spoiler

Anche Shinso notò l'esitazione dei fratelli: era chiaro che sapevano qualcosa riguardo al luogo che dovevano cercare. Sebbene dovevano rimanere discreti, si poteva correre in quel caso il rischio di saperne di più.

 

- Capitano, - chiese il Frogadier sottovoce, - dici che...

 

Il piccolo licantropo si avvicinò ai due fratelli, cercando di essere persuasivo ma senza mettere più ansia di quanto non stessero già provando. Si mise vicino vicino e coprì con la mano la sua bocca per non farsi vedere da lontano.

 

- Noi... siamo qui per un particolare evento che, a detta di voci, si svolgerà in questi giorni, - disse il capitano ai mercanti, - si dice che in questa asta, un Kodamon eccentrico proponga oggetti talmente rari che la gente si prende a botte per averli, anche dopo aver perso la contesa.

 

I due camaleonti strinsero le labbra seri.

 

- Ne sapete qualcosa?

 

Fujito si girò verso il fratello, preoccupato.

 

- Midorima...

 

Il Fratello maggiore abbandonò completamente il tono scherzoso ed incalzante del suo io commerciante: il soggetto in questione e gli affari proposti e il modo erano tali da mettere in allerta chiunque in questo campo.

 

- Come sospettavo... - Disse, - E' sicuramente l'asta del dottor Yamachi...

 

Il nome particolare scosse visibile interesse nel capitano del team Skyriders.

 

- Uh? Dottor Yamachi?

 

I due fratelli si incrociarono di nuovo con lo sguardo. Il minore fece cenno di continuare.

 

- E' l'eroe di Borgo Quieto... Non avrà problemi.

 

- Molto bene...

 

Si girò poi di nuovo verso il Riolu, rivelando quello che sapeva.

 

- Yamachi Yamiscilla, - continuò il Kecleon verde, - meglio conosciuto come Dottor Yamachi. E' un Malamar famigerato nel mercato nero per mettere a disposizione merce dall'utilità estrema e reliquie del tempo perduto. Come avete detto voi è molto eccentrico: anche se vende merce rara, si fa vivo solo in questo periodo e non è disponibile in altro modo. Si sa molto poco di lui e riesce a rimanere a basso profilo: per questo i mercanti di Bazaropoli lo accolgono sempre a braccia aperte. "Se non c'è l'ha lui, non c'è l'ha nessuno": questo è il detto che hanno in riferimento a lui questo dicono. Viene , ed ogni anno ha un sacco di clienti...

 

- C'è un motivo se viene solo durante il Kokukatsu no Shū! - continuò il fratello, - Tutti gli strumenti che vende fanno gola più ai criminali che alle persone per bene! E' un genio della ricerca: l'anno scorso era riuscito a portare merce come il Velomobile e il Trasfervelo (*), oggetti a vendita legale bandita oggi! Facevi affari d'oro con quelli, vero fratello?

 

- Non suonare questo tasto dolente, fratellino, - disse asciugandosi una lacrima dall'occhio destro.

 

- Già, - annuì Weavile, - quelli sì che erano bei tempi...

 

- Ma la vera ghiottoneria sono le reliquie... Si dice che una volta abbia venduto un oggetto in grado di far soffrire un Kodamon di bruciature senza nessun fuoco! Il malcapitato è stato ricoverato d'urgenza: non era in pericolo di vita, ma ha sofferto per ben due mesi le pene dell'inferno! Una volta ancora ha venduto un Arraffasfera in grado di portare, invece che nel terreno dell'utilizzatore, gli strumenti presi direttamente in un punto al di fuori del dungeon! Cose come basi segrete di criminali, senza speranza di contrattaccare! Per un mese, noi Kecleon abbiamo rinunciato a vendere nei dungeon...

 

- P-PARBLEU! TUTTO CIO' NON E' LEGALE!

 

- Grazie capitan ovvio... - commentò il compagno Grovyle.

 

- Un amuleto in grado di maledire un Kodamon fin quando rimane nei pensieri di chi lo indossa; un annaffiatoio che fa crescere in poco tempo le piante a dismisura; una bacca che esplode nello stomaco di chi la mangia; un'Evadisfera che non si spreca mai; non c'è limite a quello che puoi comprare da lui!

 

Dalla storia dei Kecleon, per il piccolo licantropo sembrò acquisire delle nuove tessere del puzzle. Il Malamar sembrava essere la via per avvicinarsi a quello che cercavano: vendeva oggetti non comuni dalle caratteristiche malvagie, in grado tranquillamente di fare cose innaturali.

 

- (Quella della fiamma e quella dell'amuleto si avvicina molto a quello che abbiamo visto con la sciarpa nera. - pensò il piccolo licantropo, - Sembra proprio che Weavile ci abbia portato sulla pista giusta. Se questo tizio commercia tutto questo, c'è una buona possibilità che sia stato lui a vendere le sciarpe a Rokujo e Slade. Ma non possiamo dirlo senza prove. Ho bisogno di qualcos'altro.)

 

Cercò poi di raccogliere ulteriori elementi.

 

- Vi ringrazio per queste informazioni, - disse sorridendo, - siete molto utili!

 

- Non dirlo neanche per scherzo! Non hai idea di quanto il tuo nome ci abbia portato tanti spiccioli lì a Borgo Quieto! *

 

Il Riolu si indispettì un po' nel venir considerato una macchina pubblicitaria per i due mercanti, ma lasciò correre e si concentrò sul cercare le risposte che voleva.

 

- Ma... avrei un'altra domanda da farvi.

 

- Dicci pure!

 

- Sapete per caso se questo "dottore" abbia intenzione di vendere un oggetto in particolare? Qualcosa che lui stesso proponga più degli altri?

 

A quella domanda i due si misero a saltare e urlare dallo scandalo.

 

- SI'! SI' SI' SI' SI' SI' SI' SI' SI' SI' SI' !

 

- ECCOME! NON C'E' LO POSSIAMO DIMENTICARE!

 

- Calma calma! - disse il pokémon Emanazione, indietreggiando per la sorpresa, - cos'è tutta questa agitazione?

 

- S-se lo sapresti anche tu non staresti calmo, - disse Fujito.

 

- Te lo spiego io perché, - disse Midorima, - perché ho proprio ciò di cui parli. Un oggetto unico nel suo genere lo ha fatto vedere ieri quando è arrivato in città. E' una sua prassi: mostra in anteprima il pezzo forte della sua collezione dell'anno per attirare anche nuovi clienti. Quest'anno ci ha mostrato qualcosa impossibile da non notare: era una strana sciarpa nera dalle cuciture cremisi! Non ho mai visto nulla del genere!

 

Al sentire "sciarpa nera dalle cuciture cremisi", tutti gli esploratori divennero serissimi.

 

- Ci ha raccontato tante cose: di come fosse incredibilmente pregiata e delle incisioni antiche al suo interno. Si è molto concentrato su quello che era in grado di fare. Ci ha detto che fosse in grado di controllare altri Kodamon!

 

- Controllare... gli altri Kodamon?

 

- Già! Capisco come ti senti, - continuò Fujito, - all'inizio ero scettico anch'io come te, ma poi... l'ho visto con i miei occhi: dopo aver spiegato le sue proprietà, il famoso boss Geysir (*) non credette alle parole del dottore e lo provocò, dicendo di provare davanti a tutti la sua sciarpa.

 

Beinknuser Geysir (*), detto "lo spaccaossa": un Garchomp blu scuro conosciuto per essere un boss malavitoso nella Terra del Vento. Adorava collezionare gioielli, tesori e reliquie, ed era famigerato più per la sua scaltrezza che per la violenza. Nessuno, tutt'ora, era riuscito a scoprire di cosa si occupasse e dove prendesse le sue ricchezze, ma ogni volta che qualcuno lo chiedeva o provava a dare luce al mistero spariva misteriosamente. Il soprannome derivava dal fatto che i resti dei suoi nemici consistano in ossa frantumate in piccoli pezzi.

 

Il nome di Geysir fece tentennare lo Scorpiaccio e il Cobra.

 

- G-Geysir!? Quel Geysir!?

 

- Proprio lui, - continuò Midorima - All'inizio è stato uno spettacolo bizzarro. Quando indossò la sciarpa, non passò neanche un secondo che Yamiscilla prese il controllo di quel poco di buono. Gli fece dire davanti a tutti quanto il dottore fosse geniale, gli fece fare dieci inchini con lode, e poi lo fece ballare davanti a tutti come un Bellossom. Quando fu interrotta la possessione e gli riferirono cosa il Malamar gli avesse fatto fare, Geysir provò ad attaccarlo con Dragartigli. Ma Yamiscilla riprese il controllo e gli fece sbattere la testa contro il pavimento. Lo ha costretto ad allontanarsi con la coda tra le gambe...

 

- All'inizio ci abbiamo riso su. Tutti quanti lo abbiamo fatto, ma ricordo che molto sono andati via incuriositi o preoccupati.

Un oggetto in grado di controllare completamente un altro pokémon: era chiaro che la questione non andava presa alla leggera.

 

- S-se quell'oggetto cadesse in mani sbagliate...

 

- SAREBBE UNA CATASTROFE! - Conclusero in coro i due camaleonti.

 

Anche il resto degli ascoltatori non seppe se ridere o preoccuparsi di quello che avevano appena raccontato i fratelli Kecleon. Il silenzio aleggiava tra i sei esploratori, con una tensione sottile da far intimorire anche il più audace dei combattenti.

Dopo qualche secondo, il Grovyle si mise le braccia dietro la testa.

 

- Un velo in grado di controllare qualcuno, eh? Conosco un certo Kodamon su cui mi potrei divertire...

 

- Que buffon, mon dieu... - rispose la ranocchia, con sguardo rassegnato, - Che senso dell'umorismo! Insegna ad essere un comico anche a me, per favore!

 

- Non credo ce ne sia bisogno.

 

Rukio non stava ascoltando il battibecco dei due: appena che i Kecleon avevano finito di raccontare l'aneddoto, il suo cervello era subito partito ad elaborare le informazioni e prendere le sue conclusioni. Era così concentrato che non sentì più alcun stimolo esterno. Era chiaro che se non era quello, la sciarpa nera di Yamiscilla si avvicinava molto al Veloscuro di Mashinsatsu Slade. Invece di creare un golem d'ombra, questa era in grado di controllare gli altri esseri viventi a proprio piacimento, a tal punto da farlo parlare al posto del portatore. Gli era bastato semplicemente questo fatto per porsi delle domande non irrilevanti.

 

- (Il fatto che il velo di Yamiscilla abbia potuto fare quello può implicare una di queste cose: che Slade non abbia usato tutte le proprietà della sciarpa, o che diverse sciarpe sono in grado di fare diverse cose. Se più sciarpe hanno funzionamenti diversi, non è da escludere il fatto che ce ne siano di più, magari nelle mani dello stesso Yamiscilla. Se invece sono uguali, vuol dire che Yamiscilla non ha mostrato volutamente tutte le capacità della sciarpa. Ma non ha senso non abbia mostrare più cose per aggiungere valore ad un proprio prezzo. Se è stato lui a venderla a Slade e Rokujo, perché non gli ha spiegato l'effetto controllante? Cosa guadagna da venderla? Non capisco... che senso ha venderla in questo modo? E poi... Slade era in prigione ed è subito scappato: possibile che in così poco tempo si siano incontrati e abbiano sancito l'affare? E se l'ha venduta a lui, perché venderne un'altra in così poco tempo? Non attirerebbe troppo l'attenzione? Sicuramente mi sto perdendo qualche pezz-)

 

Weavile tirò un pugno sulla testa del capitano del team Skyriders.

 

- AHIA! CHE COSA STAI FACENDO?! STAVO PENSANDO TRA ME E ME!

 

- Esattamente! - Rispose scontrosa la felina, - siamo in questa merda insieme: se hai qualche dubbio ce lo devi dire. Già mi scoccia essere con te e con la tua coppia isterica sull'orlo del divorzio...

 

- Ehi, - commentò lo spadaccino.

 

- Se devi anche rendermi la vita difficile non ci siamo proprio. Non sei capace di pensare a voce alta?

 

- E c'era bisogno di colpirmi la testa? - guardo lei con sguardo inebetito, - Potevi chiedermelo gentilmente se ci tenevi così tanto a sapere quello che penso...

 

- NON ABBIAMO TEMPO! NON E' LA PRIMA VOLTA CHE LO FAI! LE SENTO LE STRONZATE SUL TUO CONTO, SAI?!! MI STAI DICENDO CHE DOVREI RIPRENDERTI OGNI VOLTA?!?!

 

- Capitano, - intervenne il Grovyle, - non per dare ragione alla micetta qua, ma dovresti cercare di renderci più partecipi di quello che ti passa per la testa. Due teste sono meglio di una, no?

 

Per qualche strana ragione, il piccolo licantropo divenne molto severo nei confronti del suo compagno spadaccino.

 

- Kenji.

 

- Sì? Sono tutt'orecchi.

 

- Te lo detto tante volte. Non voglio essere frainteso, per questo cerco sempre di pensare prima di parlare. Ho bisogno di concentrarmi per fare un discorso completo, e ci tengo a farne uno di senso compiuto. E poi... Non credo tu davvero ci tenga a sapere tutto quello che ho da dire. Se non riassumessi quello che penso con le cose essenziali, tu, ad esempio, non capiresti un tubo.

 

- Davvero è questo il motivo? - Chiese la felina, - sei un caso perso... Secondo me, hai ancora paura di quello Slade. Te la stai facendo sotto dalla paura per quest'altro Veloscuro: è per questo che non vuoi dire niente.

 

- Pfff...

 

I due Kecleon sghignazzarono sotto i baffi.

 

 

- Che avete da ridere voi due?

- Sei una donna matura, cara Weavile, - disse il fratello maggiore, - ma hai ancora tanto da imparare...

 

(Ost Comical World)

 

- Uh?

 

I Kecleon già sapevano, e volevano godersi lo spettacolo. Per questo non dissero niente al capitano del team AWD. Il piccolo licantropo era molto intelligente, ma nonostante la grande testa che si ritrovava aveva anche un grande difetto: era davvero incapace di essere riassuntivo quando si trattava di materie importanti.

 

Senza darle il tempo di pentirsi di ciò che aveva fatto, il Riolu spiattellò in faccia una fila di pensieri massicci come un Geodude a tutto il gruppo. All'inizio sembrava una conversazione normale, ma poi le parole divennero martellanti come un Rocciatomba sulla nuca: per un attimo il RIolu non sembrava nemmeno respirare. La cosa terrificante era che non erano parole a caso, ma tutte con un senso, una che includeva o escludeva l'altra, in un tripudio di conferme e controsensi che necessitavano un pensiero in più, come sosteneva il piccolo licantropo. Non durarono nemmeno trenta secondi: senza nemmeno lasciarlo arrivare a quella che si poteva dire metà spiegazione, la Lamartigli dichiarò sconfitta, completamente sopraffatta dal Riolu.

 

- BASTAAAA! HO CAPITO! FERMATI!

 

Persino lo spadaccino ne uscì distrutto, nonostante non stesse ascoltando neanche una parola. Quel filo di pensieri era entrato nella sua testa come un flusso d'acqua corrente, per poi solidificarsi nel cervello e distruggere le pareti della scatola cranica.

 

- O-ok capitano! N-non lo faccio più...

 

- Non è cambiato di una virgola, eh? - disse Midorima al fratello, bisbigliando.

 

- Se gli dico che ci è andato leggero si spaventano... Ihih...

 

- Sssspaventoso! R-ricordami di non irritare il tuo capitano. - disse sottovoce Arbok a Shinso.

 

- N-non c'è problema, monsieur. Dopo questo, credo che non avrai bisogno che lo faccia...

 

- Uff... Ve l'avevo detto che era inutile lasciarmi parlare a voce alta, - disse Rukio, - La prossima volta lasciatemi parlare quando ho finito. Intesi?

 

Il gruppo di pokémon rispose all'unisono con un sonoro sì, senza protestare più del dovuto.

 

- Molto bene... Ora lasciatemi riflettere in santa pace. Prima di dirvi quello che penso riprenderò da dove mi ero interrotto. Nel mentre, penserò a come muoverci per il resto della miss-

 

- ECCOVI QUA, FRATELLI KECLEON! V-VI HO CERCATI DAPPERTUTTO! ANF... ANF...

 

- Uh?

 

Dietro al team apparve Lana all'improvviso, affannata per la corsa.

 

- Oh! Lady Lana, - fece Midorima, - come mai così di fretta? E' successo qualcosa?

 

All'inizio non rispose. Non riusciva a parlare per quanto avesse corso. Nel mentre che recuperava fiato, gli esploratori notarono che anche gli altri mercanti erano agitati e stavano scappando dai loro stalli. Tutti quanti stavano mettendo al sicuro la loro merce alla rinfusa, con lucchetti e Proteggisfera, uno strumento raro in grado di creare una barriera forte come quella di Mr Mime. Oggetti rari e non: sembrava che tutta quella merce non avesse valore, nei confronti di quello che stava succedendo. Stavano raccogliendo tutto quello che avevano, dirigendosi verso la direzione di partenza della Sunflora.

 

- P-P-P-PARBLEU! CHE STA SUCCEDENDO?! - Esclamò Shinso spaventato.

 

- Sssssono impazziti tutti!

 

I Kecleon guardarono la pokémon Sole con sguardo sconvolto. Midorima aveva la faccia di uno a cui avevano preannunciato l'apocalisse.

 

- C-che succede, Midorima?! - Chiese Rukio preoccupato.

 

- C'è solo un motivo che può spingere i mercanti a scappare dagli stalli senza preoccuparsi della merce in questa città. - disse con tono laconico.

 

Si rivolse poi a Lana.

 

- Lui... è lui, non è vero!?

 

- S-sì, - disse la mercante, - lui... LUI E' ARRIVATO!

 

- KHIAAAAAAAAAAAAAAAAAA! E' ARRIVATO!!

 

Da studente terrorizzato a scolaretta eccitata: il team Skyriders e il team AWD li guardarono con più punti di domanda in fronte che punti neri. Rukio non ebbe neanche il tempo di elaborare il tutto che Midorima lo afferrò per il braccio di prepotenza, trascinandolo con sé.

 

- VIENI CON NOI! RICORDATI DI INCHINARTI!

 

- Eh?

 

I due Kecleon portarono via Rukio di peso, correndo come due Liepard.

 

- CRAAAAAAA! RAPIMENTO! - Gridò la Schiumorana.

 

Scattò anche egli nella loro direzione.

 

- DOVE STATE ANDANDO CON IL CAPITANO!?

 

- Per tutti i Wailmer! Che diavolo gli prende? - esclamò Drapion.

 

Weavile sbuffò rassegnata, scattando a sua volta.

 

- Uff... Ora ci tocca seguirlo pure...

 

- Cos'è, micetta? - disse Kenji di fianco a lei, - Paura di stancarti per una corsetta?

 

- M-MA CHE PROBLEMI HAI? MA IO TI-

 

- NON ORA, JESUS CHRIST! - Urlò Shinso, - NON PERDIAMO DI VISTA IL CAPITANO!

 

 

(Ost arrival of the Bizarre King/Prince Alì)

 

Il gruppo seguì i sedicenti rapitori, seguendoli verso vicoli stretti e strade affollate di pokémon che procedevano nella stessa direzione. Ogni volta che due individui confabulavano tra di loro, subito dopo si mettevano a correre insieme, presi da un'irrefrenabile voglia di raggiungere la grande piazza di Bazaropoli, sede dell'evento. Una coppia si parlava e poi scattava insieme; travolgevano altre persone e questi li seguivano, intuendone il motivo. Abitanti lasciavano cadere acqua per lavare, domestiche i vasi che stavano sistemando e parrucchieri le forbici nella pelliccia che stavano tagliando ad un cliente. Tutto quello che stavano facendo non importava: dovevano raggiungere a tutti i costi quella piazza prima degli altri.

Quando gli esploratori del GIK raggiunsero i Kecleon, si ritrovarono davanti alla più grande folla di sempre: più di cinquecento pokémon tutti riuniti nello stesso luogo. Tutti esultavano e applaudivano; tutti cantavano e danzavano; tutti che cercavano di spingersi tra di loro per intravvedere un qualcosa. Tra la folla fu possibile notare uno spazio libero da ogni pokémon, e coloro ai bordi fare delle delimitazioni intorno ad essi. Tutti quanti salutavano allegri e si inchinavano di fronte ad un gruppo di individui che era lì dentro lo spazio, che indossavano particolari turbanti.

 

Essi avanzavano lentamente girando intorno ad una grande statua di bronzo, una fontana acquatica con un Hoopa dai cui cerchi uscivano getti d'acqua verso l'alto. Ognuno di loro indossava vistosi gioielli ed un abito bianco, e guardavano davanti a sé come se non ci fosse nessuno. Alcuni sorridevano, altri erano tremendamente intimidatori: era chiaro che non era la loro priorità ricambiare saluti.

Solo due individui tra di loro erano più espressivi, e davano più nell'occhio per la loro cavalcatura, un Venusaur Dominante alto più di tre metri.

 

Il primo, un Dusknoir, era seduto su un cuscino rosso, posizionato sulla testa del pokémon Seme, e aveva un turbante nero con una scritta in alfabeto Unown di colore giallo dorato che diceva "Great Visir".

Guardava ovunque: il suo occhio non dava cenno di fermarsi. Non si scomponeva più di tanto se veniva salutato: rispondeva con un semplice cenno di testa, qualche volta completando il saluto chiudendo l'unico occhio. Dava l'idea di essere distaccato ma molto educato: mentre chiudeva l'occhio sembrava anche che si chinasse.

 

L'altro, invece, era completamente un altro tipo di persona, ed era quello più gettonato dai saluti dei cittadini. Stava seduto comodamente su un tappeto del tardo periodo Volcaronico, sempre di colore rosso ma dalle cuciture dorate come la pelle di un Sandshrew, posizionato sopra il grande fiore della cavalcatura. Era solare e irrefrenabile: ricambiava i saluti e gli inchini con un sorriso a trentadue denti sulla faccia, agitando la mano come farebbe un bambino per accogliere quell'amico invitato che aspettavi con gioia.

 

Era uno Zoroark dal turbante color rosso scarlatto, i cui capelli erano parzialmente raccolti al suo interno, lasciando al di fuori una codina e le orecchie. I mercanti rispondevano con altrettanto vigore, e incredibilmente anche i poco di buono venuti apposta per il Kokukatsu no Shū. Adorato da ogni dove e da ogni pokémon: quel Mutevolpe era la star di Bazaropoli.

 

- Chi è quel pagliaccio? - Chiese Kenji senza un attimo di riguardo.

 

- COME TI PERMETTI, - disse il Kecleon viola, - INCHINATI E SCUSATI SUBITO! LUI NON E' NIENTE DI MENO CHE IL SULTANO DELLA TERRA DELLA SABBIA! SUA MAESTA' NEBRA I! *

 

- EXCUSE MOI?! - Esclamò Shinso, - Q-QUELLO E' IL SULTANO? QUELLO SCHIFOSAMENTE AFFABILE ZOROARK?!

 

- Già! Anche per noi è la prima volta! - disse il Kecleon verde, - il Chōwa-ō di questo continente, nonché l'attuale legittimo proprietario di Bazaropoli: sua maestà Re Nebra I! Da quando ha riformato questa città, negli ultimi due giorni del Kokukatsu no Shū è solito girare la piazza per salutare turisti e cittadini!

 

- Questa si che è una sorpresa, - disse Weavile, - non sapevo che degnasse del suo tempo i comuni mortali...

 

- Sua maestà è molto devoto a questa città, - disse Fujito, - e viene tutti gli anni in questo periodo. Sicché ci tiene che questa sia una settimana speciale, controlla di persona. Sapete: se nella Terra della Sabbia il crimine è calato drasticamente lo dobbiamo soprattutto a lui e le sue guardie reali!

 

- E' per questo che è stato nominato Chōwa-ō, - continuò Midorima, - A quanto pare, si dice che se ne si sia occupato personalmente assieme a quel Dusknoir che vedete alla sua sinistra. Lui si chiama Noir III *, ed è il suo visir personale, il suo consigliere. Si dice che solo loro due siano riusciti a sconfiggere da soli un covo di cinquecento Kodamon, salvando cento ostaggi. Si dice invece, che con le altre guardie-

 

Rukio stava ascoltando con un'attenzione superficiale la conversazione. Sentiva la voce del fratello Kecleon maggiore distante, come lo schizzo di un ruscello di montagna. Per qualche motivo, intorno a lui vi erano macchie grigie confuse, e girandosi intorno non riusciva a vedere un'immagine definita. Non sapeva cosa lo attirava di quella gente: forse il suo bisogno di giustizia non riusciva a sopportare così tanti delinquenti riuniti nello stesso punto, o forse era così preso dalla missione che non voleva perdersi la minima possibilità di trovare qualcosa fuori posto per risolvere l'enigma che avevano in mano.

Il suo sguardo viaggiò per tutta questa gente, non riuscendo a trovare ciò di cui aveva bisogno ma con la consapevolezza che avrebbe trovato qualcosa.

 

Il sultano stava facendo il medesimo rito: vagava con gli occhi per tutta la piazza cercando di raggiungere tutti i presenti con i suoi saluti, assicurandosi di non mancare nemmeno una manciata di polvere. Non sembrava nemmeno un Re: la sua disinvoltura tra gli abitanti di Bazaropoli facevano pensare più ad un semplice sindaco di un paesino, conosciuto e amato da tutti.

Ad un certo punto, lo sguardo del Sultano si incrociò con quello del pokémon Emanazione. Nebra I ebbe un sussulto: per un attimo, perse il sorriso che stava mostrando ai suoi cittadini, chiudendo leggermente la bocca a becco. Guardò Rukio con sorpresa e curiosità, come se non si aspettasse di trovarlo tra quella gente.

 

Il Riolu ricambiò con la medesima curiosità. Per qualche ragione, entrambi videro nell'altro qualcosa che non avevano mai visto prima; entrambi videro un senso famigliare e amichevole, come ritrovare l'amico di vecchia data che capiva le tue paure e le tue angosce.

I due si guardarono intensamente per qualche secondo. Poi, la regal figura gli fece un sorriso benevolo, inarcando verso l'alto le rosse sopracciglia.

 

Resosi conto di aver incrociato per sbaglio il Sultano della Terra della Sabbia, Rukio distolse lo sguardo, cercando di non suscitare altro interesse.

 

- Ehi Noir, - disse il pokémon Illusione, rivolgendosi al Dusknoir.

 

- Ordini pure, mio re.

 

- Non c'è bisogno di essere così formali. Devo solo scambiare qualche parola con te.

 

- Mi dica pure. Cosa la turba?

 

Lo Zoroark rialzò lo sguardo verso il Riolu.

 

- Quel Kodamon laggiù, quello blu su due zampe... Se la memoria non mi inganna... è un Riolu, vero? La pre-evoluzione di un Lucario.

 

Il Dusknoir spostò il viso verso l'oggetto del Sultano.

 

- Beh... a meno che il mio occhio si sia abituato talmente tanto al futuro da non poter vedere più il presente, credo sia un Riolu.

 

- Ma dai! Un Riolu?! Non ho mai visto un Riolu in questa settimana!

 

Scese dalla sua postazione, salendo a cavalcioni sul pokémon Antenna.

 

- Diamogli il benvenuto! Scommetto che è la prima volta che viene a Bazaropoli!

 

- Veramente sire, lei visita Bazaropoli solo in questa settimana... Magari è un cliente abituale e, per quest'anno, ha deciso di venire in questo periodo. Certo... è strano che una razza considerata l'epiteto dell'onestà si trovi in questo deserto e in questa cittadina...

 

- Mamma mia... Ti prego, Noirino! Non trovare sempre il pelo nell'uovo! E' poco regale...

 

Il Visir cercò in maniera calma e impercettibile di nascondere l'astio per quel nomignolo, diminutivo poco rispettoso a suo parere. Tutto ciò era accentuato dal fatto che era a cavalcioni su di lui, ma gli dava molto più fastidio il diminutivo al suo nome. Sicché non poteva andare contro il suo sovrano, cercò di velare la sua rabbia rallentando il suo modo di parlare.

 

- Come desidera... Sire. Ammit IX (*), - disse rivolgendosi al Venusaur.

 

- Ordini, Gran Visir.

 

- Si diriga a sinistra, verso quel Riolu.

 

- Come desidera.

 

Noir III ordinò poi anche alle guardie di cambiare direzione e dirigersi verso l'angolo della strada a Nord-Ovest, dove c'era il piccolo licantropo. Fecero cenno alla folla di lasciare libero il passaggio verso l'eroe di Borgo Quieto, riuscendo a cambiare la forma dello spazio libero.

 

Quando Rukio capì che il sultano si stava dirigendo verso di lui, nella sua testa si mise sulla difensiva. Sapeva che doveva stare molto attento, visto che aveva fornito generalità false e non poteva permettere che la sua identità fosse scoperta.

 

- P-Parbleu! viene verso di noi!

 

- Oh? - fece Kenji sorridendo.

 

- V-v-v-v-viene d-d-d-davvero v-v-v-v-verso di noi?!? I-i-i-io n-non... OOF.

 

Midorima svenne dall'emozione.

 

- FRATELLONE!

 

- Tch! Questa sarà una rottura... - commentò invece Weavile.

 

All'ultimo minuto, il capitano del team Skyriders si lasciò scappare un dubbio che lo premeva per la buona riuscita del loro piano, in un frettoloso commento.

 

- A-almeno quella parte del piano ve la ricordate? Quella dei nomi? - Disse bisbigliando verso i compagni.

 

Lo spadaccino e il ninja lo squadrarono confuso.

 

- Quali nomi? - dissero all'unisono.

 

- (Siamo spacciati...)

 

In quel preciso istante, la processione arrivò davanti agli esploratori in tutto il loro splendore.

Le guardie erano sei, vestiti tutti con completi bianchi con orli d'oro sgargiante. Erano un Blaziken, un Lucario, un Ursaring, un Audino, uno Slowbro e un Sigilyph.

 

Questi ultimi due, senza alcun comando, crearono con la mossa Riflesso una scala di vetro per permettere al sovrano di scendere dall'enorme Venusaur, mentre il Dusknoir svolazzò da solo. Una volta scesi, le guardie si misero sull'attenti, in attesa di un'altra istruzione.

 

 

 

(OSt genshi naruto)

 

- Benvenuti, piccoli viaggiatori! - Esordì il sultano, - io sono il Chōwa-ō della Terra della Sabbia e primo cittadino di Bazaropoli! Il mio nome è Nebra I, e come tale vi porgo i miei omaggi e vi auguro una buona permanenza in questa città delle meraviglie!

 

- (Che seccatura...) - Pensarono Kenji e Weavile.

 

- Tu sei un Riolu vero? - disse rivolgendosi a Rukio, - Sei veramente adorabile! E' la prima volta che ne vedo uno in tutta la mia vita!

 

Normalmente avrebbe avuto da pensare su tale eccentrico personaggio e soprattutto tale aggettivo affibbiatoli. Per un attimo, le sue guance diventarono rosate e si imbarazzò, ma data la situazione non poteva perdersi in inutili accorgimenti. Scosse la testa e, prima che qualcun altro proferisse parola, il lupetto blu si presentò al sultano senza sprecare un secondo.

 

- Sì, vostra maestà. - disse, facendo un inchino con un ginocchio, - Il mio nome è Riolu, ed è la prima volta che vengo qua a Bazaropoli. Sono sempre stato incuriosito da questa città che si dice essere "Il bazar delle Meraviglie", e quest'anno ho deciso di visitarla. Forse un semplice Riolu quale sono non è degno di parlare ad una regalità del suo stampo, ma vi prego di accettare le mie parole come simbolo del mio rispetto nei suoi confronti così come il mio gesto, e i miei ringraziamenti per il suo benvenuto.

 

Più formale di così non poteva. Nel suo mondo umano, il piccolo licantropo aveva avuto una delle migliori educazioni e una buona conoscenza letteraria, quindi non era estraneo ai modi dell'alta società. Shinso rimase perplesso per il discorso: non capì del perché il capitano si era presentato senza dire il suo nome, né perché avesse ripetuto due volte la sua specie. Fortunatamente, il ninja era molto intuitivo e ricordandosi del momento precedente in cui Drapion aveva effettivamente chiamato il pokémon Emanazione in quel modo intuì che forse centrava con il piano che non gli aveva ancora rispiegato, e seguì immediatamente il suo esempio senza farsi altre domande.

 

- Oui Oui, sa Majesté! Io sono Frogadier! Vi porgo i miei omaggi, - disse inchinandosi.

 

Lo sguardo del pokémon Legnogeco, invece, rimase imperturbabile, mentre i due si trattennero dal girarsi verso il compagno per fargli capire cosa dovesse fare, per paura di far trasudare il sentimento di colpevolezza del misfatto.

 

- (Porca Miseria... Per favore attiva i neuroni!)

 

- (Mon dieu... Dimmi che ha capito...)

 

Per grazia divina, nonostante la cocciutaggine, il suo fiuto lesse l'atmosfera nel momento del bisogno. Se non fosse però per l'esitazione iniziale, forse i due compagni sarebbero stati più tranquilli, invece di far rimbombare i loro battiti cardiaci come tamburi.

 

Senza togliersi l'espressione seria, segui l'esempio dei due e si chinò verso il sovrano.

 

- Io sono Grovyle. - disse chinandosi, - Vi porgo i miei saluti.

 

Il resto degli esploratori, poi, fecero a loro volta i dovuti omaggi, distraendo il sovrano dalle espressioni di sollievo dei primi due.

 

- Ehi ehi tranquilli tranquilli! - Disse Nebra I, mettendo le mani in avanti, - Non c'è bisogno di essere così formali! Potete anche alzarvi adesso! Il piacere è tutto mio! E' sempre bello vedere nuovi volti girare nella mia città! Spero che vi stiate divertendo e tutto questo sia di vostro gradimento! Ditemi: avete già fatto qualche affare?!

 

- (Che sta facendo? V-vuole davvero conversare con noi? ) - pensò Rukio.

 

- Ehi va tutto bene? Dico a te, Riolu! Avete già fatto qualche acquisto?

 

- B-beh... N-non ancora, sua maestà, - disse balbettando e sorridendo, - D-devo ammettere di essere stato tentato più di una volta, però...

 

- E' difficile anche per me sai? Soprattutto per i dolci, - disse avvicinandosi a lui, confabulandogli nell'orecchio, - che rimanga tra noi, vado matto per il gelato al Buonlatte!

 

- (P-Perché è così vicino!?!? C-che problemi ha questo!?)

 

- Ogni anno rischio di prosciugare le scorte reali per quel dannato gelato! Meno male che ho qui il mio Noir III a tenermi freno!

Il pokémon Pinza fece uno sbuffo di rassegnazione, come una madre che doveva spiegare al figlio un errore che questo non comprendeva.

 

- Mio Re...

 

- Qualcosa non va, mio Visir?

 

- Dovrebbe smetterla di essere così cordiale. Soprattutto con degli sconosciuti, e soprattutto in questa settimana...

 

Nebra I fece un grande sbuffo in segno di disapprovazione.

 

- Uhhhhhhhhhhhhh! Ma dai, suvvia! Sei troppo rigido! Fa bene alla mia immagine essere un Re così cordiale! Quand'è l'ultima volta che sei uscito con una femmina?! Alle signore non piacerebbe un pezzo di legno come te!

 

L'Ursaring e il Sigilyph mascherarono in smorfia le loro risate, mentre il Blaziken alzò le spalle al cielo come per dire "non ha tutti i torti". Questi comportamenti leggeri furono zittiti dall'aura di morte che il gran visir emanò in quel momento.

 

- Perdonatelo, - continuò lo Zoroark rivolgendosi al team, - è giusto che sia ligio e severo, ma dovrebbe imparare a rilassarsi. Se non avete ancora comprato niente, cosa siete venuti a fare qui? Aspetta, aspetta... Lo so! Avete un affare che vi interessa in particolare! Chiedete pure a me: se non so io tutto di questo posto sarebbe indecoroso! Posso indirizzarvi io stesso!

 

Lo sguardo degli altri cittadini erano fermi sul piccolo licantropo. Erano occhi di gelosia e di rabbia: avrebbero voluto loro avere la possibilità di parlare in quel modo con il sovrano. E tutto ciò non giovava al piccolo licantropo, che non gradiva attirare troppo l'attenzione.

 

- (N-non capisce che mi punta addosso tutti i riflettori!?) - Disse il Riolu, sudando.

 

Cercò di declinare il suo invito.

 

- L-la ringrazio molto per la sua disponibilità sua maestà, m-ma...

 

- Lascia perdere i formalismi! Mi stai simpatico! Dammi pure del tu! Puoi anche chiamarmi solo Nebra se vuoi!

 

Rukio rimase totalmente sconvolto e imbarazzato. Anche se lo Zoroark stava cercando di metterlo a suo agio, in realtà non fece altro che involontariamente fare l'esatto contrario, toccando tutti i tasti possibili per metterlo a disagio.

Il piccolo licantropo si stava impegnando il più possibile per un lessico adatto a parlare con un pokémon di quel calibro, e invece il sovrano stava insistendo per una chiacchierata tra allegri compagni, cosa oggettivamente impossibile da fare subito in quelle circostanze.

 

La disinvoltura gioconda del sultano, per uno educato come il Riolu, risultava forse una delle sfide più complicate mai affrontate da lui. Il fatto che poi lo sguardo di tutti i pokémon gli erano addosso non giocò a suo favore.

 

- B-b-beh... S-se lo dice lei... D-dunque, signor Nebra, - disse, dunque perdendo, - V-vorrei sapere dove si trova l'a-

 

- Mio Re, - interruppe Noir III, - mi dispiace dover fermare questa conversazione, ma siamo in ritardo sulla tabella di marcia. Dobbiamo ancora attraversare ventiquattro quartieri, e per quanto sia piacevole tutto ciò, non credo sia nel suo stile non rispettare gli impegni...

 

Lo Zoroark sobbalzò allarmato.

 

- H-hai ragione, accidenti! Grazie per avermelo ricordato! Mi dispiace, piccolo amico - disse rivolgendosi al Riolu, - ma devo ancora attraversare gran parte della città! Non ti preoccupare per questo: non so perché, ma sento che ci rincontreremo presto! Fino ad allora, ti auguro buona fortuna!

 

Il Gran Visir si voltò verso il pokémon Emanazione, inchinandosi.

 

- Si goda la sua permanenza a Bazaropoli. Con permesso...

 

Con la stessa rapidità con cui era iniziata la discussione, la processione riprese il suo corso e il cordiale sovrano lasciò la grande piazza di Bazaropoli.

Con grande maestà l'incontro era stato presentato, e con inversa frettolosità era finito: nel corso della sua vita, quello era stato un momento che lasciò di stucco il piccolo eroe. Il Chōwa-ō della Terra della Sabbia: Nebra I. Un pokémon che non faceva sentire l'importanza della sua presenza agli altri, ma che al tempo stesso era sempre al centro dell'attenzione. Nessuno dei presenti gli aveva staccato gli occhi di dosso: il Riolu, il plebeo che aveva osato disquisire con lo Zoroark sembrava non esistesse più. Rukio non realizzò immediatamente il significato di quell'incontro, ma nonostante tutto fu chiaro che aveva lasciato il segno.

 

- N-non è esattamente il tipo che passa inosservato, eh? - Chiese ai suoi colleghi.

 

- Sono gli altri Kodamon che passano inosservati quando c'è lui in giro, - disse Weavile, - è così esuberante che mi fa vomitare...

 

- Già... E tu pendevi dalle sue labbra... - commentò Kenji.

 

- C-CHE-

 

- Ti ho visto, sai? Non gli hai staccato gli occhi di dosso un secondo.

 

- N-NON E' VERO! - disse imbarazzata, - COSA TI FA PENSARE CHE MI INTERESSI UN REGALE?

 

- Parbleu! Quella parlata aveva ben poco di regale!

 

- E' per questo che è molto amato, - disse Fujito, - ne avevo solo sentito parlare, ma a quanto pare è così: cerca sempre di rompere il ghiaccio tra il povero e il ricco nelle sue conversazioni. Ha carisma e sa usare un linguaggio appropriato a seconda delle occasioni. Indipendentemente da con chi parla, riesce subito ad entrarti nell'anima!

 

- Sono d'accordo, - disse Rukio, - anche se mi poteva dare più tempo. Non ero abituato a tale comportamento...

 

- Comunque capitano, - disse Shinso, - complimenti per prima. Grazie al tuo modo di parlare sono riuscito a seguirti. Non dovevamo rivelare i nostri nomi, giusto? Ci è mancato poco...

 

- Io non ho capito perché lo avete fatto, - disse invece il Grovyle, - ma vi ho seguito perché l'avete fatto tutti e due. Bah...

 

Il capitano del team Skyriders fece un sospiro di sollievo.

 

- Sono contento di avervelo implicitamente ricordato... E' parte del piano: all'ingresso ho dato i nomi delle nostre specie. Nessuno deve sapere che sono qui, o non riusciremo ad infiltrarci all'asta...

 

- Q-questa è la vostra missione? - Disse sorpreso Fujito, - Faceva bene mio fratello a non chiedere! Cosa vi salta in testa?!

 

- E' una lunga storia...

 

Il Kecleon guardò negli occhi il licantropo, comprendendo tra le righe che si trattasse di qualcosa d'importante.

 

- Va bene... Non ve lo chiederò... Voglio solo sapere se avete abbastanza soldi per permettervi di parteciparvi.

 

- Certo. - Rispose il Riolu, - dopotutto si parla di un asta. Non potremmo parteciparvi se non avessimo da parte qualche soldo, no?

 

Un brivido scorse lungo la schiena al camaleonte nel sentire quelle parole. Più che l'affermazione di Rukio, un aggettivo lo mise in allarme.

 

- ... "Qualche"?

 

- Sì. Ho detto qualche.

 

- Sì. Ho capito bene. Beh... dopotutto tu sei tu. Preparato e intelligente come sei, avrai comunque i soldi per la quota minima di partecipazione.

 

I pokémon lo guardarono intensamente, con le pupille ferme e di vetro come se fossero delle bambole.

 

- Quo...

 

- ta...

 

- minima?

 

Il Kecleon spalancò la bocca, in un misto di rabbia e sorpresa.

 

- LO SAPEVO! NON NE SAPEVATE NIENTE VERO!?

 

- CRAAA! QUOTA MINIMA!?!? CHE COSA VUOL DIRE?!!?!?

 

- C-che scherzo è questo!? - disse la felina, - il mio informatore non mi ha detto niente!

 

- MA CHE RAZZA DI LAVORO HAI FATTO, MON DIEU! - Disse la Schiumorana, inveendo contro la Lamartigli, - COME TI PUO' MANCARE UN INFORMAZIONE DEL GENERE?!

 

- PER TUTTI I WAILMER! - disse Drapion, scansando la Schiumorana con il braccio, - NON TI AZZARDARE A PARLARE CON QUEL TONO CON LA SIGNORA WEAVILE!

 

- SILENZIOOOO! - Gridò il piccolo licantropo.

 

Dopo che si erano calmate le acque, riprese a parlare.

 

- Non ha senso litigare ora per degli errori passati. Vediamo di risolvere.

 

L'eroe di Borgo Quieto si rivolse poi a Fujito.

 

- Quant'è la somma di partecipazione?

 

- Ventimila Koda a partecipante. - Disse laconico.

 

La Schiumorana sobbalzò alla cifra.

 

- P-p-p-parbleu! V-v-Ventimila!?!?! Ne abbiamo solo sei mila con noi!

 

- E noi ne abbiamo tremila e mezzo, - disse Arbok, - Che fffffacciamo?

 

- (Questo è un problema, - pensò il piccolo licantropo, - arriviamo solo a novemila e mezzo. Siamo in sei: sono centoventi mila Koda di quota minima. Ci mancano quindi centodieci mila e cinquecento Koda. Dobbiamo trovare immediatamente quei soldi, o domani l'operazione andrà in fumo. Come possiamo...)

 

Il flusso di pensieri fu interrotto da una risata supponente.

 

- Fufufu... Sembrate che voi siate in difficoltà... - disse Fujito.

 

Si mise una mano sul petto, alzando l'altra al cielo.

 

- HO IO LA SOLUZIONE HAI VOSTRI PROBLEMI!

 

- Uh?

 

- Seguitemi e non fate domande per il momento! Vieni anche te Lana?

 

La Sunflora era rimasta in disparte nella conversazione per tutto il tempo: avevano capito che non erano dei semplici turisti, ma nonostante le fossero simpatici, non poteva perdere tempo con loro e lasciare la sua bancarella.

 

- I-io devo declinare, purtroppo, - disse imbarazzata, - Non ho venduto quasi niente del nuovo raccolto...

 

- Ti capisco... - disse leggendo il suo sguardo preoccupato, - Ci vediamo dopo allora! Voi invece seguitemi!

 

Il Kecleon viola si incamminò tenendo il fratello maggiore per il braccio, trascinandolo con sé. Il gruppo lo seguì senza protestare, incuriositi per la soluzione decantata dal commerciante. Egli camminò diritto per cinque minuti, per poi girare a destra all'angolo di un incrocio.

 

- Sì! Questa è la via! Ricordavo bene! - disse fermandosi.

 

Poi tornò indietro, invitando il piccolo licantropo.

 

- Vai avanti tu, Rukio. Non è educato rovinare le sorprese!

 

- (Non so cosa tu voglia farmi, quindi mi sorprenderei comunque. )Ok...

 

Il Riolu superò Fujito, girando l'angolo.

 

 - Anche se non so cosa tu mi voglia far fare esattament-

 

Nello stesso istante, un altro pokémon attraversò in senso opposto l'incrocio, ma in modo maldestro. Prima di attraversarlo, era inciampato su una pietra, perdendo l'equilibrio. Cadde in avanti, andando a sbattere la testa contro il piccolo licantropo.

 

- AHIA, - dissero in coro.

 

- Mon dieu! T-tutto bene capitano?

 

- S-sì

 

Nonostante fosse stata la sua maldestria, il pokémon inciampato inveì verso il povero Riolu.

 

- GUARDA DOVE VAI, IDIOTA!

 

- M-mi dispiace, ero distrat-

 

Rukio alzò lo sguardo da terra in quel momento. I due si fissarono negli occhi per qualche secondo, distratti da un motivo diverso dell'evento accaduto. Quando si riconobbero a vicenda, saltarono in piedi mostrando nello stesso istante la sorpresa reciproca.

 

- AH!??! CHE CI FAI TU QUI?!!?!?

 

************************************NOTE DELL'AUTORE ****************************

 

- Explaining:

- Legenda:
Chōwa-ō (調和王): Re dell'Armonia
Shinshutsukibotsu (神出鬼没): l'inafferrabile, the uncatchable.
Nebra (ネブラ Nebura): "Signore del sole", "Ra è il mio signore".
Noir (ヌアールNuaaru): Nero, Black;
Beinknuser Geysir: Geyser lo spaccaossa.

- Curiosità:

Il nome Nebra è stato preso da un faraone Egizio chiamato Raneb, la cui pronuncia risulta più comoda in Nebra. Significa "Signore del sole", o "Ra è il mio signore";

Il nome Ammit è stato preso dal mostro egiziano Ammit, con corpo di leone e testa di coccodrillo. Il suo compito era di mangiare il cuore di chi non era degno del regno dell'aldilà, valutato dal test della bilancia e della piuma;

 

 

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capitolo 3: vecchie conoscenze e nuovi rivali (prima parte)

Spoiler

Centosettantesimo anno del drago, ore 16.40. 

 

- AH!??! CHE CI FAI TU QUI?!!?!?

 

A volte, il corso degli eventi ci ricorda quanto il destino sia beffardo. Non è mai un amico fedele: c'è chi impreca contro di lui, chi lo ringrazia, e chi si unisce a lui su un comodo sofà, sgranocchiando una ciotola di pop-corn appena preparati. 

 

- Mon Dieu capitano! T-tutto bene? - Chiese preoccupato Shinso al suo capitano, - dovresti guardare dove stai- QUEEEEEE?!

- Cosa hai da urlare sempre, dannato Froggy... -  disse scocciato Kenji, - Il capitano è solo cadut... Oh? 

 

Anche quando lo spadaccino attraversò l'angolo notò dei volti famigliari. A differenza dei suoi compagni, tuttavia, rimase solo enormemente scocciato.

 

- Seriamente? Che ci vate voi qui...

 

(Ost The first assassin)

 

- BRWAHAHAH! OGGI SI' CHE E' IL NOSTRO GIORNO FORTUNATO! 

 

- Sei tu, muso verde...

 

- CI RINCONTRIAMO, RANOCCHIA VIGLIACCA EH??!? 

 

Erano i tre criminali che qualche settimana fa avevano creato scompiglio a Borgo Quieto. Si trattava del team di Ryokushin Rokujo, il Machamp che aveva rapito i ragazzini del villaggio. 

 

- C-che cosa ci fate voi qui? - Chiese Shinso per la sorpresa.

 

- Potrei chiedere la stessa cosa! - rispose il pokémon Megaforza, - No... è più corretto se lo chieda io a voi! Non è certo un posto per personcine per bene. Beh, non che mi importi! Anzi tanto meglio BRWAHAHAH!

 

Nel volto del Machamp vi si leggeva eccitazione e adrenalina. Nulla di più al mondo lo faceva sentire vivo della presenza del suo rivale. 

 

- Quanto sono felice... Non me l'aspettavo proprio! Questo è davvero il mio giorno fortunato! 

 

Un Meisoku rosso fuoco usciva dai suoi muscoli scolpiti. Qualunque fosse stata la motivazione per cui egli era a Bazaropoli era chiaro che l'avrebbe buttata volentieri per avere la rivincita sul piccolo licantropo. Il capitano del team Skyriders era veramente preoccupato: per quanto uno scontro sarebbe stato nelle loro mani, attirare l'attenzione in quel momento era l'ultima cosa che dovevano fare. 

 

- (Porca miseria che brutto tempismo!) - pensò il Riolu, - (l'ultima cosa che mi aspettavo era beccare questo scimmione con i muscoli al posto del cervello!)

 

Il ghigno del pokémon Megaforza era stampato nella sua testa: il combattimento sarebbe stato inevitabile.

 

- (Non ci voleva proprio! Devo trovare un modo di uscire da questa situazione senza fare una sceneggiata!)

 

- Chi è questo scimmione, pulce? - Disse Weavile al piccolo licantropo.

 

- (DANNATA IDIOTA!) - Esclamò il Riolu dentro di sé.

 

Rokujo la squadrò con sguardo ostile.

 

- Uh? Scimmione?!

 

- NON NON NON! - Disse Shinso mettendosi in mezzo ai due, - N-non ha detto questo!

 

- (Grazie Shinso! - pensò il Riolu, - Per fortuna qua in mezzo c'è qualcuno con un cervello!)

 

Il Frogadier tirò fuori una teiera e una tazza di te. 

 

- L-la nostra mademoiselle purtroppo ha dei problemi con la lingua da quando è arrivata qua. E' solo un po' stressata per il caldo del deserto, i tipi Ghiaccio non se la passano bene qui! Che ne dite se ci beviamo una tazza di tè tutti insieme e parliamo con calma di questa bella riunion-

 

- CHIUDI QUELLA C**ZO DI BOCCA, RANOCCHIA SCHIFOSA! - Intervenne il Muk iracondo.

 

- CRAAA!

 

- NON DIMENTICHERÒ' MAI L'UMILIAZIONE CHE MI HAI DATO! NON SOLO MI HAI SCONFITTO, MA MI HAI PRESO IN GIRO PER TUTTO IL TEMPO! PENSI CHE TI LASCIERO' ANDARE SENZA PAGARE, EH?

 

- D-d-d-desolè... N-non è colpa mia se sei un tonto allucinante...

 

- COSA HAI DETTOOOOOOOOOOO!?!?!?!

 

- CRAAAAAAAAAAAA!!

 

- (PORCA MISERIA SEI INUTILE! E' PEGGIORATO TUTTO!) - Esclamò nella sua testa Rukio, furioso. 

 

Lo strattonò per la pelliccia schiuma, parlando sottovoce e con calma.

 

- Shinso. Non dovresti agitarti così tanto. Va tutto bene.

 

- (C'est Manifique! Ecco le parole di incoraggiamento del mio capitano! Saprà sicuramente come evitare il peggio e mi salverà dalle grinfie di questa melma parlant-)

 

Sebbene la sua parlata sembrasse un fruscio tra le fronde, il suo volto aveva le sfumature della più spietata tempesta. Dietro il sorriso amabile vi si nascondeva la furia di un demonio.

 

- Dovresti solo stare zitto e fare il bravo Frogadier. Ok? Quello che può farti lui non potrà mai essere peggio di quello che posso farti io. Ok?

 

- (CRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! SEI SPAVENTOSO CAPITANO!)

 

- Stai zitto anche tu, Pleigh. Mi disturbi. - disse allo stesso tempo il Machamp. 

 

Il Muk, di tutta risposta, distolse lo sguardo e sbuffò. La felina si mise alla destra del pokémon Emanazione, esigendo ancora una volta spiegazioni.

 

- Ripeto la domanda. Chi sono questi?

 

- Sono coloro che qualche giorno fa hanno rapito i miei ex compagni di classe, - rispose, facendo un respiro profondo per calmarsi.

 

Nel sentire questo, i compagni di Weavile guardarono quei tre bricconi con disprezzo.

 

- Sono loro? - Disse Drapion, - Ecco perché il mio io spadaccino era disgustato!

 

- Quesssto è troppo anche per un fffurfante...

 

- Quello che hai definito scimmione è Ryokushin Rokujo, - continuò il Riolu, rivolgendosi a Weavile, - Non lasciarti ingannare dalla sua attitudine. A differenza degli altri due, è molto forte. 

 

La Lamartigli squadrò il pokémon Megaforza con i suoi occhi taglienti: dal suo occhio esperto trasparì l'approvazione verso il pensiero del piccolo licantropo. 

 

- Questa si che è una sorpresa... - disse pensierosa, - Non mi aspettavo che un branco di pagliacci potessero essere riconosciuti da questa palla di pelo blu. 

 

- Invidiosa dei miei muscoli, eh micetta? - Rispose il pokémon Megaforza, - Ma sembra che anche tu sappia il fatto tuo! Vai in giro con delle femmine davvero toste, eh Ru-

 

- COUGH COUGH!

 

Rukio si lasciò andare ancora una volta in una tosse nervosa. 

 

- Ehi. Che ti prende?

 

- E'-E' solo un po' raffreddato oggi, - disse il compagno Frogadier, - lo sbalzo di temperatura gioca brutti scherzi! Cracra...

 

C'era aria di tensione tra i due gruppi. Per quanto il piccolo licantropo cercasse di tenere in pugno la situazione, era chiaro che prima o poi sarebbe scoppiata una bomba. Non c'era una conversazione che avrebbe potuto deviare o in qualche modo far finire senza uno scontro diretto: tale era la pericolosità del trio presentato davanti. Ma non era dai suoi membri di esplorazione che si sarebbe dovuto guardare, ma bensì dal mercante che gli aveva accompagnati in quell'angolo.

 

- T-tu...

 

I pokémon del gruppo si girarono tutti verso il Kecleon viola.

 

- Tu... Sei quel mostro che ha messo in pericolo la vita dei nostri pargoli?

 

Un ghigno malefico si stampò sul Machamp. All'odore di un nuovo scontro fremeva dall'eccitazione.

 

- BRWAHAHAHAH! COSA VEDONO I MIEI OCCHI?! QUESTO RAGAZZO SEMBRA PRONTO A SCATENARSI! 

 

Si rivolse con sguardo fiero verso il camaleonte.

 

- Sì... Sono stato io. Vuoi farti sotto, eh?

 

Lanciò il povero fratello addosso a Drapion, per liberarsi del peso.

 

- P-PER TUTTI I WAILMER! - Disse afferrando il Kecleon Verde.

 

- NON LA PASSERAI LISCIA! 

 

Si precipitò addosso a Rokujo con Lacerazione, con uno scatto ranesco. Si vide in quella piccola azione quanto i Kecleon fossero una razza da non sottovalutare: una forza di quel calibro avrebbe potuto tranciare un tronco di legno di netto. Rukio riuscì però a fermarlo, afferrandogli il braccio. 

 

- No. Mantieni la calma, - disse.

 

- LASCIAMI! 

 

- Capisco quello che provi, ma non è alla tua portata. - Rispose secco.

 

- MA COME TI PERM-

 

Lo sguardo di Rukio non trasudava mancanza di rispetto: era determinato e severo, come quello che voleva fermare un amico che stava per fare un errore imperdonabile. Il Kecleon perse la rabbia e tentennò, vedendo quel volto scuro in quello dell'eroe di Borgo Quieto.

 

- Ehi, rettile. - disse l'energumeno a quattro braccia al mercante, - Dovresti ascoltare davvero il consiglio della "palla di pelo blu", come vi piace chiamarla. Mi basta guardarti per capire che non hai speranze contro di me. 

 

Il Kecleon viola osservò con più lucidità il suo avversario. Oltre ad essere un Machamp, i suoi muscoli erano ben sviluppati e innervati, segno che avrebbe potuto muoverli come voleva. Dalla sua figura sentiva una forza misteriosa, quasi al pari con quella del piccolo licantropo. Questo aveva ragione: in uno scontro ad armi pari se la sarebbe vista brutta. In un misto di rabbia per l'offesa subita e la rassegnazione dell'oggettività della situazione, gli occhi di Fujito si inumidirono. Lui non poteva fare niente.

 

- M-Maledetto... 

 

- BRWAHAHAH! AMMETTI GIA' LA SCONFITTA? DOV'E' FINITO L'IMPETO DI PRIMA, EH MICROBO?

 

In risposta all'insulto dell'omaccione, Il piccolo licantropo si rivolse a lui con gli occhi infuocati, mostrando un volto ricolmo di rabbia.

 

- Stai zitto.

 

- Uh?

 

- Piantala di fare lo spaccone.

 

- Cosa stai dicendo?

 

Rukio si frappose tra lui e il Kecleon, a viso aperto.

 

- Pensavo che fossi uno a cui piace combattere lealmente, ma mi sbagliavo. 

 

Per un attimo, il pokémon Megaforza tentennò.

 

- Vuoi sempre cercare la rissa in ogni momento e combattere quanto più ti aggrada, usando ogni mezzo possibile per provocare il tuo avversario e portarlo sul piede di guerra, senza tenere conto dei suoi sentimenti. Non capisco davvero cosa ti spinga a comportarti in questo modo...

 

Nella sua voce vi era amarezza e delusione. Il fatto di aver visto qualcosa di onorevole nello scontro a Borgo Quieto lo portò fuori strada, facendogli credere che forse c'era di più in quel energumeno che pensava solo a lottare. 

 

- Capiti male, però. Non siamo qui per combattere. Parla fin quanto lo desideri, - disse, guardandolo dritto negli occhi, - non combatteremo con te oggi.

 

Per un attimo tutto ciò diede un misto di emozioni contrastanti del Machamp. Prima tra tutti, l'offesa di esser stato considerato di minor lega per via del suo metodo. Secondo, un luccichio negli occhi del piccolo licantropo. Aveva affrontato tante lotte e avuto tante esperienze. 

 

- (Questo Rukio... ha detto così, ma...)

 

Dietro di lui, vedeva la figura fiammante e ruggente di un drago furioso.

 

- (Mi sembri pronto più che mai!)

 

Non prese minimamente l'avvertimento di Rukio: continuò a battere il ferro caldo. 

 

- Tch! Piccola merdina. - Disse, sorridendo, - Se devo rapire ancora qualcuno per farti ragionare è scocciante! Dev'essere colpa dei pappa-molle che ti porti dietro, quello stuzzicadenti lì e questo schizzato! 

 

Disse questa frase indicando prima il Legnogeco e poi la Schiumorana. 

 

- Adesso hai anche aggiunto al tuo gruppo una felina poco di buono e un Kecleon che paragonare alla melma è complimento!

 

Il licantropo aveva visto giusto. Li fu chiaro che l'intento di Rokujo era quello di provocarlo a tutti i costi per avere un altro scontro con lui, servendosi anche di insulti abbastanza scialbi e ridicoli. Poichè aveva riconosciuto la natura infantile dietro ciò, non ebbero alcun effetto. E sfortunatamente per il Megaforza, Rukio non era l'unico ad avere la parola giusto al momento giusto.

 

- Pappa-molle, eh? Stai scherzando spero. - Disse Kenji, inserendosi nella conversazione, - Tu viaggi con uno che a malapena accende una candela di compleanno e un viscido rifiuto ambulante, fisicamente davvero senza spina dorsale. 

 

I due compari di Rokujo strinsero lo sguardo incattivendosi.

 

- L'avete sentito vero? Non siete sordi spero. Dico soprattutto a te, merda viola.  - disse rivolgendosi al Muk, - Hai sentito il tuo boss? Ha usato melma come insulto. Credo che lo sappia molto bene cosa significa averne una al proprio fianco!

 

- SEI MORTO, LUCERTOLA DEL C**ZO!

 

Prima che potesse tirare uno Sporcolancio, Pleigh fu fermato dal suo compagno Kazan.

 

- SPOSTATI, BRUCIA-LEGNA!

 

- Non ci penso nemmeno. Solo il boss deve scontrarsi. Una lotta su larga scala non è nei piani. 

 

- "piani?" - notò il piccolo licantropo.

 

- GRRRRRRRRRRRRRRRRR!!!

 

Se fossero stati coinvolti in qualche rissa violenta, il team AWD e il team Skyriders avrebbero fatto una brutta fine, e il piano per partecipare all'asta sarebbe andato in fumo. Con queste consapevolezze, fu il turno del capitano del team AWD nel mostrare la leadership.

 

- Abbiamo finito con questa pagliacciata? - disse la felina, - Non ho intenzione di stare qui ad assistere alle vostre turbe adolescenziali. Noi abbiamo qualcosa di meglio da fare che giocare, - disse guardando i suoi compagni come avvertimento, - quindi, gradirei che andaste a cazzeggiare da un'altra parte. 

 

- Oh? Ragazzina, - disse Rokujo, - faresti meglio ad abbassare i toni con me, se non vuoi trovarti le ossa spac-

 

Questa proseguì per la strada alle spalle del Machamp, ignorandolo completamente. Non perse tempo neanche a guardarlo o a richiamare ancora una volta i suoi colleghi: si diresse verso la via indicata da Fujito precedentemente con testa alta e braccia lungo i fianchi. Vedendola agire in quel modo e data l'occhiata precedente, I suoi compagni del team AWD seguirono l'esempio del loro capitano senza ulteriori domande, superando i tre furfanti senza alcun saluto od occhio di sfida. 

 

Rokujo rimase di sasso. Aveva un buon intuito quando si trattava di capire il livello combattivo di un pokémon che si trovava davanti. Era stato in questo modo che aveva capito subito, nel Monte delle rivelazioni, che Nuzleaf non era il capitano del team Skyriders. Anche questa volta il suo fiuto non l'aveva ingannato: la Lamartigli era una orgogliosa Weavile che non avrebbe mai accettato la sua inferiorità nei confronti di un altro pokémon, e avrebbe lottato con le unghie e con i denti per esercitare il suo predominio. Vederla agire in quel modo lo mise a disagio e lo fece arrabbiare, ma mai come il fatto di esser stato ignorato nelle sue provocazioni, poiché nessuno l'aveva mai fatto prima di quel momento.

 

- COME TI PERMETTI, BRUTTA-

 

- Allora? Vi muovete o no? - Disse rivolgendosi al resto dei compagni, interrompendo di proposito il discorso del pokémon Megaforza.

 

- Che seccatura... - disse il Legnogeco, sbuffando, - non sa proprio come divertirsi...

 

- Weavile ha ragione, - fece Rukio, - seguiamola e basta.

 

- N-NON VORRETE ANCHE VO-

 

- Mon Dieu... Quanto urli...  - lo interruppe la Schiumorana, - E poi ti metti a sgridare questo povero Muk... Predichi bene ma razzoli ma-

 

- FROGADIER! - tuonò il Riolu.

 

- CRA! ARRIVO CAPITANO! ARRIVO!

 

Il piccolo licantropo si sentiva sollevato da quello che era appena successo. Non si aspettava questo slancio di responsabilità da parte dell'altro capitano in carica. Aveva risolto in poche parole quella situazione che sembrava senza uscita, ed era riuscita ad unire in unico team la squadra formata per la missione. 

 

- Ho capito perché mi stai continuando a provocare, e non hai mai agito. 

 

Il Machamp tentennò di fronte alla lettura del Riolu.

 

- Hai anche tu le tue motivazioni per essere qui. E non puoi attaccarmi per primo... per via delle regole del Kokukatsu no Shū. Vero?

 

Fujito sbatté gli occhi, realizzando qualcosa di cui di norma non si preoccupava mai, visto che solitamente si occupava solo del mercato. 

 

Era tutto vero: ogni pokémon a Bazaropoli durante questa settimana dovevano sottostare a speciali regole per garantire la convivenza civile, sia che volessero fare affari o semplicemente soggiornare negli ostelli. 

La prima era che non si poteva contestare uno scambio una volta effettuato: ogni compravendita era considerata come un contratto imprescindibile. Se l'oggetto venduto non soddisfaceva le esigenze del compratore non si poteva chiedere rimborso, ma si doveva ri-vendere l'oggetto in questione. Questo per evitare che i mercanti non riuscissero a far guadagnare la città stessa. 

 

La seconda era che i ricercati avrebbero dovuto lasciare la città entro mezzanotte del settimo giorno, ovvero al suo scadere, poiché Bazaropoli non voleva attacchi a sorpresa e soffrire per eventuali azioni di polizia. 

 

La regola più importante, tuttavia, era quella di non partecipare a scontri utilizzando le proprie mosse in città se non tramite eventi ufficiali organizzati da mercanti del posto. Chiunque fosse stato sorpreso a picchiarsi o a disturbare la quiete pubblica sarebbe stato bandito dalla città per sempre ed imprigionato nella prigione reale della Terra dei Deserti, sotto la giurisdizione diretta del sultano stesso. La parte offesa, tuttavia, poteva reagire: in questo caso ricadeva in auto-difesa, e se la sarebbe cavata con una semplice multa. E l'obiettivo di Ryokushin Rokujo era esattamente questo.

 

Il Machamp si sentì umiliato nell'essere ignorato in quel modo. Egli sapeva che avrebbe trovato il suo "rivale" a Bazaropoli da certe fonti, quindi, mettendo conto che in un caso fortuito l'avesse incontrato, l'unico modo che aveva per poterlo sfidare ancora a duello era tramite una provocazione. 

 

Da questa modalità egli partiva già svantaggiato, perché attaccare direttamente il Riolu era pressoché impossibile. Egli non era il tipo da cadere in provocazioni personali. Poteva essere insultato e deriso da chiunque: non avrebbe mai combattuto senza un motivo valido. l'unico modo per scatenare una reazione era mettere in una situazione difficile le persone intorno a lui, usando delle offese oppure mettendoli in pericolo. 

 

Ecco perché aveva cercato di istigare prima i suoi compagni, e per sfidarlo aveva optato per il rapimento dei ragazzi di Borgo Quieto, perché in situazioni normali Oryugo Rukio non avrebbe mai accettato una sfida per il semplice piacere di essa. Ed ecco perché aveva iniziato anche ad attaccare i suoi colleghi, soprattutto Fujito. Sperava di fare fronte al suo cuore di giustizia per scatenare una rissa. 

 

Aveva perso contro Rukio: una volta che la responsabilità di questo sarebbe risultata evidente, non sarebbe più riuscito a cadere nella trappola di Rokujo. Sotto normali mezzi, il Machamp non avrebbe mai ottenuto il suo obiettivo.

Ma i normali mezzi, non erano riflessi nel ghigno malefico sopra il mento muscoloso.

 

- (Non mi lasci altra scelta... Non avrei voluto usarlo...)

 

Rukio aveva il cuore di un vero eroe e di un vero capitano di team esplorativo. Prendeva sempre la decisione giusta, ed evitava lotte che avrebbero portato alla cattiva riuscita di una missione. Ma aveva un punto debole. Un delicatissimo tasto debole. Un qualcosa per cui lui avrebbe abbandonato la ragione pur di pestare a sangue chi avesse osato toccarlo.

 

- DAMMI UN'ALTRA POSSIBILITÀ'!
- Sono spiacente... Non hai più alcuna utilità per me. Hai eseguito egregiamente il compito che ti spettava, ed era necessario solo di quello. Non ho alcun bisogno di usarti ancora, mi capisci?
- NON MI INTERESSA! IO DEVO AFFRONTARLO DI NUOVO!!!!
- Sei insistente... Hai avuto quello che volevi, no? Uno scontro all'ultimo sangue con un avversario degno di essere chiamato tale. La sconfitta è solo una tua colpa. Non vi devo porre rimedio io.
- TU...TU NON CAPISCI!! QUELLO SCONTRO NON E' NIENTE DI QUELLO CHE VOLEVO!
- E a me cosa import-
- E' STATO UMILIANTE!
- Oh? Umiliante? Sì... Hai ragione. La sconfitta è qualcosa di-
- NON SI TRATTA DI VINCERE O PERDERE! QUEL RUKIO... QUEL RUKIO... QUEL PICCOLO *censura*! MI HA AFFRONTATO SENZA USARE TUTTO IL SUO POTERE!
- ...
- All'inizio ero contento... Aveva tenuto il suo asso nella manica fino all'ultimo per capire se ero degno della sua forza o meno! Ma poi... Quando l'ha usata... LA SUA FORZA ERA COSI' DIROMPENTE DA FARMI INCAZZARE! E MI HA FINITO CON UN ATTACCO CHE HA LASCIATO IL MIO CORPO INTATTO! NON HO ALCUNA CICATRICE DI QUELL'INCONTRO! MI SONO SENTITO COME SE NON FOSSE MAI AVVENUTO! SONO STATO TRATTATO COME UNO SPINARAK CONTRO UN ONIX!
- "Un Coleottero ai piedi di un gigante"... Eh?
- C-cosa?
- Lascia perdere... Non capiresti... 
- Lo voglio vedere... VOGLIO VEDERLO AL MASSIMO DELLA SUA POTENZA E LOTTARE A QUEL LIVELLO!  DAMMI UN'ALTRA OCCASIONE!
- Hai finito di urlare? Non mi piace perdere tempo... E il fatto che tu mi stia seguendo da trenta minuti dopo che ti ho salvato il culo è snervante... Hai idea di-
- GROOOWL...GROOOWL...GROOOWL...GROOOWL...GROOOWL...
- Che c'è adesso... 
- GROOOWL...GROOOWL...GROO- CLICK!
- Pronto? Ah... sei tu... Sì, tutto bene. Il Veloscuro è nelle mani del team Skyriders.
-  ...

- (Uh? Il Veloscuro? Quella strana sciarpa che mi ha dato? Ma... Non l'ho usata! Quando...)
- ...

- Uh? Come dici? Bazaropoli? Devo ancora sistemare delle cose qua... ... ... Ehi! Non mi urlare dietro! ... Si sono ancora con il Machamp. ... ...Questo qui non si stacca di dosso da me. Uh? ... ... ... Manda lui?
- (Cosa?)
- Cosa ti dice il cervello?  Perché dovrei far partecipare questo scimmione nei nostri...  Come? Ordini del Maestro? ... ... Capisco ... ... Va bene. Se non ho altra scelta...
- CLICK!
- Ryokushin Rokujo, giusto?
- S-sì?
- E' il tuo giorno fortunato. Ho una commissione per te, e coinvolge il Rakujitsu no Senshi.
- DAVVERO?
- Non mi piace perdere tempo, figuriamoci se lo perdo ad inventare bugie credibili. Dovrai... 

 

[...]

 

- Tutto chiaro?
- LO FARO'! NON CI SARA' ALCUN PROBLEMA! BRWAHAHAHAH!
- Ora lasciami in pace, devo tornare a lavoro...
- ASPETTA!
- CHE C'E' ANCORA?! STO PRENDENDO LA PAZIENZA!
- Dimmi un modo per costringere Rukio ad usare tutta la sua forza!
- Davvero? E' questa la tua richiesta? 
- NON MI SCONTRERO' CONTRO DI LUI IN ALTRO MODO.
- Uh Uh Uh... Ammetto che è divertente. La tua ricerca della forza è encomiabile. Ma... noi stiamo dietro a Rukio da ben più tempo di te. Sappiamo bene cosa sia in grado di fare. E la mia risposta è: 
hai qualche desiderio di morte per caso?
- GIURO CHE NON TI DISTURBERÒ' PIU'! LO GIURO SUL MIO ONORE!
- Che seccatura... Ascoltami attentamente! Odio perdere tempo, quindi non lo ripeterò di nuovo!
- SONO TUTT''ORECCHI!
- Quel ragazzo... non sarà provocato facilmente. Non userà mai più forza del necessario, perché è in grado di mettere davanti a sé le priorità del bene comune. E non userà subito tutto il suo potere, perché è... un mostro.
- Un... mostro?
- il ragazzo è un eroe, in fondo. Non farà lotte inutili. Ma allo stesso tempo... metterà sé stesso in prima linea per proteggere gli altri. Sia fisicamente, che verbalmente. E' c'è un Kodamon... che non puoi permetterti di toccare, se ci tieni alla tua vita. Ma tu non ci tieni... quindi te lo posso dire. Se vuoi provocare il Riolu, non basta attaccare od offendere le persone vicino a lui. Se vuoi davvero costringerlo a fare sul serio, se vuoi davvero buttare la grande esca per il Gyarados sopito sotto le sue scaglie, c'è solo un Kodamon che in grado di scuotere il suo animo dalle fondamenta, fino a fargli perdere la ragione... 

 

Dal nulla, il pokémon Megaforza si mise a ridere a squarciagola. La risata fu così forte che fece tremare tutti i suoi muscoli.

 

- Mon Dieu... Che ha da ridere adesso?

 

- Meraviglioso... TUTTO CIO' E' MERAVIGLIOSO!

 

I due team non stavano calcolando lo sproloquio del Machamp, concentrandosi sul proseguire per la loro strada, sotto gli occhi dei mercanti del posto che guardavano con inquietudine quel pazzo individuo a quattro braccia. Così come Rukio, che non aveva più motivo di perdere tempo con lui.

 

- HAI DEI COMPAGNI FANTASTICI, MIO RIVALE! SONO DAVVERO FORTI E RESPONSABILI! SERVITORI DELLA GIUSTIZIA CHE METTONO GLI ALTRI DAVANTI A TUTTO, PERSINO A SE' STESSI!

 

- Che seccatura... - commentò il Legnogeco, - dovevamo massacrarlo, altro che lasciarlo andare. 

 

- SEI DAVVERO FORTUNATO! CHISSA' SE'...

 

Il tono di Rokujo cambiò nella fase successiva. Un tono basso e maligno come il sibillo di un serpente strisciò nelle orecchie del piccolo licantropo, pronto ad avvinghiarsi con le sue spire.

 

- Anche Amelia era così...

 

Al suono di quel nome, l'umano si irrigidì. Fu più forte di lui: per un attimo, il suo cervello si annebbiò e si dimenticò di camminare. Un velo di inquietudine solleticò le membra dei suoi compagni di squadra, che a loro volta si bloccarono. 

 

- Già... so tutto di lei. Era la tua prima compagna, giusto? Hai fondato il team con lei, e con lei ti sei costruito il tuo nome, siete diventati esploratori del GIK e avete salvato il mondo dalla Materia Oscura. E poi... lei è sparita, senza lasciare traccia. 

 

Non aveva detto niente di strano. Aveva semplicemente riportato dei fatti di cronaca. Eppure, scintille malefiche si presentarono negli occhi del piccolo licantropo, ed una fiamma divoratrice cominciò a sgranocchiare ingordo tra il giaciglio del suo cuore. 

 

- O questo... è quello che hai raccontato, no? LA VERITA' E' CHE LEI NON POTEVA PIU' RIMANERE IN QUESTO MONDO, VERO?! SI E' INDEBOLITA A TAL PUNTO NELLO SCONTRO FINALE CHE NON AVEVA PIU' LE FORZE PER RIMANERE NELLA REALTA', VERO?! HAI PROVATO PERSINO A RIPORTARLA IN VITA! SEI ANDATO DA XATU PER TROVARE UN SISTEMA, E SEI RIUSCITO A TROVARLO NELLA SUA REINCARNAZIONE ORIGINARIA!

 

- (C-come c**zo sa questo!? Solo i membri del GIK lo sanno!) - pensò la ranocchia, sbiancata. 

 

- GIUSTO, CARO EROE!? OH CHE GRANDE EROE! AMELIA HA SCELTO PROPRIO BENE! SARESTI DISPOSTO A TUTTO PUR DI SALVARLA, NO? MA DIMMI UN PO': COSA HAI PROVATO QUANDO NON SEI RIUSCITO AD ARRIVARE IN TEMPO ALLA GROTTA DELLA PUREZZA!?

 

Rukio non dava segno di risposta. Era rimasto pietrificato con lo sguardo fisso in avanti, privo di qualsiasi battito di palpebre.

 

- QUANDO HAI TROVATO LA TUA UNICA SPERANZA SPAPPOLATA E RICOLMA DI SANGUE?! NON HAI POTUTO FARE NIENTE, VERO!? NON ERI ABBASTANZA FORTE PER IMPEDIRLO, EH?! COME CI SI SENTE AD AVER SALVATO INNUMEREVOLI VITE, MA L'UNICA CHE CONTAVA DAVVERO PER TE E' SPARITA SENZA LASCIARE TRACCIA!?

 

Il Frogadier sbiancò di colpo. 

 

- C-capitano... N-non lo fare...

 

- Ehi ehi... E' così ovvio nella sua provocazione, - disse il Grovyle, - è troppo anche per me.

 

Weavile si girò verso il piccolo licantropo, sorpresa. Vide in lui uno sguardo che non si sarebbe mai aspettata di vedere in lui. 

 

- MA NON E' COLPA TUA, NON C'E' BISOGNO DI ESSERE COSI' DRAMMATICI. LA COLPA ERA SOLTANTO SUA! PERCHE' LEI ERA... 

 

Lo sguardo di una bestia infuriata pronta a sbranare l'intera foresta.

 

- SOLO UN' INUTILE FENNEKIN SOGNATRICE!

 

Dal corpo del piccolo licantropo divampò un Meisoku blu scuro, la cui altezza raggiunse quella di sei metri. Sembrava agli occhi dei pokémon vicino che fosse calata una notte senza stelle e senza luna. 

I mercanti guardarono terrorizzati il piccolo Riolu. Non era raro trovare un pokémon in grado di manifestare il proprio Meisoku durante quella settimana, ma l'assistere davanti ai proprio occhi ad una tale emissione densa e preponderante era inaspettato e curioso. Ma la rabbia di Rukio seppellì nel profondo della mente la sorpresa, lasciando spazio ad un incubo ad occhi aperti. 

Non appena le loro viscere sentirono il pericolo, i turisti intorno scapparono a gambe levate, mentre i mercanti, gelosi dei propri averi, usarono tutte le Proteggisfere che avevano per creare barriere a più livelli. Il licantropo si girò verso il Machamp: il suo volto arrabbiato caricarono d'adrenalina il corpo del Megaforza.

 

- (Sì... Sì... Era questo che volevo vedere...)

 

Il suo volto era cavalcato dal buio, dove brillavano degli occhi rossi lucenti dalle pupille nere taglienti. 

 

- C-capitano... - disse Kazan, - Non vorrei rovinarti la festa ma... non pensi di aver esagerato? 

 

- BRWAHAHAH! ESAGERATO?! NON TI PIACE LO SPETTACOLO DAVANTI AI TUOI OCCHI?!

 

- Per niente...

 

Il pokémon Emanazione non riusciva più a pensare al piano. Tutto quello che la sua mente e il suo animo percepivano era un'irrefrenabile voglia di massacrare Rokujo.

 

- Io non ti permetto...

 

Nel mentre, preparò il Centripugno che aveva ricordato precedentemente, la mossa che aveva paura di usare.

 

- IO NON TI PERMETTERÒ' DI PARLAR MALE DI LEI!

 

L'aura del Riolu si diffuse turbinosamente attorno a lui, con una volontà aggressiva tale che avrebbe fatto indietreggiare persino un Primogenito. 

Cercò di lanciare da quella distanza un raggio d'aura dal suo pugno destro, mirando alla faccia di Rokujo. Nessuno avrebbe potuto fermarlo in quel momento: la rapidità del colpo non avrebbe permesso ai suoi compagni del team Skyriders di potersi intromettere, né quelli del Machamp. Non aspettandosi quel tipo di mossa, questo rimase sorpreso e per un attimo fu terrorizzato.

 

Ed in verità, né Kenji né Shinso riuscirono ad agire d'istinto a tale colpo. Non era solo una questione di riflessi: la rabbia del loro capitano era la cosa più comprensibile di questo mondo. Loro lo capivano: più volte avevano sentito aneddoti sulla povera Fennekin, sia dagli altri compagni del GIK che dallo stesso piccolo licantropo. E da questi ultimi loro avevano ben appreso quanto il loro capitano tenesse a lei, e la determinazione di lui per trovare un metodo per riportarla in quel mondo.

Nessuno che lo sapeva poteva intromettersi. Nessuno avrebbe potuto mai fermarlo.

 

- Tch! A volte sei veramente infantile...

 

Il colpo letale non andò a segno. Aggrappato alla sua mano, un artiglio ghiacciato gli bloccò il colpo, deviandolo dalla traiettoria del pokémon Megaforza. Il freddo che proveniva da tali zanne era tale che riportarono alla realtà il piccolo licantropo, fermandosi ed interrompendo l'emissione di Meisoku. Guardò alla sua destra: gli occhi della felina erano rimproveratori e furibondi. 

 

- W-weavile...

 

Era completamente perso: non si aspettava di poter essere bloccato da colei che aveva facilmente sconfitto qualche giorno fa. Il suo Meisoku azzurro ghiacciato raggiungeva la sua stessa altezza: aveva abbastanza forza in sé da far inginocchiare il Riolu, se avesse voluto. Davanti a quello spettacolo Rokujo sbatté le palpebre, per poi ridere eccitato.

 

- BRWAWAHAHAHAH! COSA ABBIAMO QUI? - Disse entusiasta, -  E IO CHE CREDEVO DI NON ESSERE PIÙ' IN GRADO DI STUPIRMI! HO FIUTATO UNO SPIRITO GUERRIERO, MA NON IMMAGINAVO CHE-

 

L'aura della felina divampò come un incendio, creando un criosisma intorno a lei e creando spaccature nel terreno. Il suono che creò fu quello simile ad un rombo di tuono.

 

- Chiudi quella fot***ta fogna che ti ritrovi. 

 

Il Machamp annaspò.

 

- Dovresti ringraziarmi ed inchinarti a me, spazzatura. Se l'attacco di questa palla di pelo ti avesse colpito, avresti passato il resto dei tuoi giorni a pregare di recuperare la capacità di ridere come un cretino. 

 

- A-AH! MI HAI SALVATO!? TIENI ALLA MIA VITA?! SAPEVO DI RISCUOTERE QUESTO SUCCESSO TRA LE FEMMINE, MA NON PENSAVO FINO A QUESTO PUNTO!

 

- Ancora cerchi di provocare? Molto bene...

 

Lasciò andare il Riolu, procedendo in avanti. 

 

- Tu non muoverti di qui, - disse la felina al suo collega, - non fare più danni di quanti ne abbia già fatti...

 

Rukio rimase in silenzio religioso dopo la strigliata di Weavile, rinunciando a mettersi in mezzo. Guardò il braccio che lei aveva toccato: nonostante il caldo, quel ghiaccio era gelido come l'inverno, e non dava cenno di sciogliersi. La Lamartigli si diresse verso i tre furfanti con fare minaccioso.

 

- Oh? Quindi vuoi combattere al posto s-

 

Non ebbe il tempo di reagire. Weavile tirò un fendente dal basso verso l'alto, toccando la sabbia. In una striscia lineare, una ventata gelida attraversò il lato sinistro del Megaforza, formando istantaneamente delle chiazze ghiacciate.

 

(OSt theme sasuke)

 

 

- Ascoltami bene, guastafeste, - gli disse la felina - non ho idea di che cosa ti passi per la testa e nemmeno se vuoi attaccare brighe con il mio collega. Francamente non mi interessa. 

 

Guardò dritto negli occhi la felina: l'imposizione di ella era tale da non potergli far fare niente.

 

- Ma ti avverto: qualunque cosa tu voglia fare non sarà peggio di quello che ti potrò fare io. So benissimo... come farti male. Se vuoi spaccarti con il marmocchio ed essere cacciato da qui fai pure. Sappi che ho i mezzi per trovarti ovunque tu andrai, - disse mostrando l'artiglio destro ghiacciato, - e quando deciderò di inseguirti...

 

Un ghigno malefico si stampò sulla sua faccia. Il volto della predatrice che gioia nel veder correre la sua preda.

 

- Mi godrò appieno ogni secondo della caccia...

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Rokujo rimase fermo immobile per tutto il discorso. Da un lato, il terrore innestato da lei e il freddo del suo ghiaccio lo fecero tremare. Dall'altro, il suo spirito combattivo lo estasiò a tal punto da farlo sorridere. Fu eccitato dal scoprire che esisteva un altro pokémon da fargli battere il cuore fino a scoppiarlo come il Rakujitsu no Senshi. Se avesse però provocato la reazione di Rukio, tuttavia,  avrebbe perso anche l'occasione di scontrarsi con lei. In questa primordiale cupidigia, rinunciò ad entrambi rimandando al futuro. Fece dietro front, chiudendo gli occhi e sorridendo.

 

- Eheheh... Interessante... Attenderò con pazienza quel giorno.

 

Capendo che aveva rinunciato ai suoi propositi, la pokémon Lamartigli si rilassò e smise di manifestare la sua aura. Il ghiaccio sul braccio di Rukio e sul corpo del Machamp si sciolse. 

 

- Andiamocene, - fece il Machamp ai compagni, - per oggi mi sono divertito abbastanza...

 

I due accettarono di buon grado la decisione del capitano. Kazan perché aveva evitato di far saltare anche la loro missione, mentre Pleigh perché era sinceramente terrorizzato dal rivale di Rokujo e dalla minaccia con gli artigli. 

 

Se ne andarono in silenzio, ben sapendo di non essere usciti sconfitti da quell'incontro. 

Rokujo ora aveva la certezza di quali tasti premere per affrontare l'eroe la prossima volta non avrebbe più potuto sottrarsi dallo scontro. La prossima volta, avrebbe avuto lo scontro leggendario a cui ambiva più della sua stessa vita. 

Weavile tornò dal suo gruppo di pokémon, riprendendo il cammino.

 

- Facci strada, pelle viola. Non voglio perdere altro tempo.

 

- S-sì signora... - rispose timidamente quello.

 

Camminarono per un buon cinque minuti a passo normale, procedendo per una manciata di metri. La via in questione era diversa dalle altre: vicino alle case vi erano dei mattoni bianchi e i tetti avevano un pattern rosso e bianco, come i bordi di una scacchiera.

Rukio rimase in silenzio per tutto il tragitto. Non aveva bisogno che qualcuno glielo dicesse: era perfettamente conscio del fatto che si era lasciato comandare dalle proprie emozioni, accantonando l'importanza della missione. Era più forte di lui: le offese alla persona più cara a lui, alla sua partner con cui aveva salvato il mondo, non poteva tollerarle. Lei non si meritava niente di tutto quello che era successo: doveva ricevere invece più di quanto le fosse stato dato nella sua breve vita. Ma quelle erano solo provocazioni, e forse Rokujo non le riteneva nemmeno sul serio vere. Questo, però, lo faceva arrabbiare ancora di più, perché buttare leggerezza in quel modo era imperdonabile. 

 

Non era pentito di ciò che avrebbe potuto fare: nessuno si doveva anche solo permettere di toccare la sua fedele compagna, soprattutto ora che non c'era più. 

A metà tra i sensi di colpa e la soddisfazione, si sbilanciò in un sospiro di sollievo per non aver fatto "involontariamente" fatto saltare l'operazione. Il fatto, però, che fosse principalmente colpa sua gli impose di chiedere perdono alla sua collega, con un'intenzione più formale che proprio sentita dal cuore. Si avvicinò alla felina, che in quel momento stava davanti al gruppo.

 

- Weavile. Io... Ti chiedo scus-

 

Di tutta risposta, si beccò un pugno dritto sulla nuca.

 

- Ahia...

 

Ella lo afferrò per la sciarpa, tirandolo a sé.

 

- CHE TI E' SALTATO IN MENTE, EH?

 

- H-ha... Ha iniziato l-

 

- NON ME NE FREGA UN C**ZO! CI STAVI PER FAR SALTARE L'OPERAZIONE! TIENI I TUOI SENTIMENTI LONTANO DA QUESTO! CI SONO ANCH'IO IN QUESTA M**DA, E NON HO INTENZIONE DI FALLIRE PER I TUOI CAPRICCI! SEI UN CAPITANO O NO? DOVRESTI VERGOGNARTI!

 

L'ago della bilancia a metà tra senso di colpa e felicità precipitò dal lato del primo: la sfuriata della felina risultarono come dardi infuocati per il cuore del piccoletto, facendolo entrare in modalità depresso.

 

- Vergognarmi... sì... vergognarmi...

 

Cadde a terra con le gambe raccolte e con lo sguardo rivolto verso il terreno, mentre un'aura oscura si manifestò intorno alla sua testa. Il fatto che passò così velocemente da serio a depresso scandalizzò la pokémon Lamartigli.

 

- T-tu hai seri problemi con la tua emotività...

 

Shinso guardò il capitano con preoccupazione e pietà, mentre Kenji cercò di tranquillizzare il capitano del team AWD.

- Facci l'abitudine: tempo due minuti e sarà allegro come un Jigglypuff. 

 

- Certo che il tuo capitano è... particolare, - commentò Drapion rivolgendosi al Grovyle.

 

- Credi davvero che se fosse stato noioso mi sarei unito ad un team d'esplorazione? Non sarei durato un giorno...

 

- Ti capisco... Sto con la signora Weavile per un motivo simile dopotutto! RHAHAHAH!

 

- Per quanto ancora vuoi stare in quella posizione, palla di pelo? - Fece la felina, - ho detto che abbiamo perso già abbastanza tempo...

 

- Hai ragione, - disse sollevandosi da terra e passando davanti al gruppo, - Ragazzi! Proseguiamo con il cammino!

 

- TI SEI GIA' RIPRESO?!?!? - Gridò spaventata la Lamartigli.

 

- E' un nuovo record... - fece il Legnogeco.

 

- Dimmi signor Fujito: dove ci stai portando? - Chiese il Riolu, ignorando i suoi colleghi.

 

- Ancora qualche metro, Ru-

 

- COUGH COUGH!

 

- O-ok... Riolu...

 

Il gruppo seguì il Kecleon minore per qualche metro, fino ad arrivare ad una piazzetta abbastanza larga da contenere almeno duecento pokémon. Era più piccola di quella dove avevano incontrato Nebra I, ma sembrava contenere il doppio delle persone. 

 

- P-parbleu! P-perchè tutta questa gente qua?!

 

Un Victreebel con il farfallino nero al centro della piazza, su una pedana alta tre scalini, prese il comando del rumore, sovrapponendosi con prepotenza e grinta con il suo fidato microfono.

 

(Ost 6 track 5 extended)

 

- SIGNORI E SIGNORE! KODAMON DI OGNI RAZZA E CONTINENTE! VI SENTITE FORTI? VI SENTITE VIRILI? VOLETE DIVERTIRVI A BAZAROPOLI MA SIETE STANCHI DI COMPRARE E BASTA? VOLETE GUADAGNARE? ALLORA

- SIGNORI E SIGNORE! KODAMON DI OGNI RAZZA E CONTINENTE! VI SENTITE FORTI? VI SENTITE VIRILI? VOLETE DIVERTIRVI A BAZAROPOLI MA SIETE STANCHI DI COMPRARE E BASTA? VOLETE GUADAGNARE? ALLORA...

 

Tirò un urlo così forte che persino le nuvole tremarono. 

 

- E' TEMPO DI GIOCAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARE! 

 

- Che seccatura, - fece Kenji, - un altro che non se ne sta zitto...

 

- ALLA MIA DESTRA POTETE VEDERE IL POKE'MON PIU' FORTE DI BAZAROPOLI! IL MIO PARTNER PANGORO!

 

Di fianco a lui, un panda nero rispose all'appello con un forte ed imponente ruggito, smuovendo l'aria nella piazza.

 

- QUESTO PESO MASSIMO DETIENE IL RECORD IMBATTUTO DI CENTO, DICO CENTO KODAMON DI FILA BATTUTI A BRACCIO DI FERRO! NON C'E' NESSUNO AL MONDO COME LUI! ALLORA, VI STARETE CHIEDENDO COSA CENTRI TUTTO QUESTO... BEH, E' SEMPLICE! IL GIOCO CONSISTE NEL BATTERLO A BRACCIO DI FERRO PER VINCERE IL MONTEPREMI!

 

- EHHHH?!?!?!?

 

- MA SCHERZIAMO?

 

- CHE STRONZATA! SE E' COSI' IMBATTIBILE COME GLI VINCIAMO I SOLDI?!?!?!?! - Chiese uno del pubblico.

 

- AAHAHAHAHAH! STAVO SCHERZANDO! E' OVVIO CHE NON SIA NECESSARIO VINCERE CONTRO DI LUI, SAREBBE IMPOSSIBILE! ASCOLTATE BENE, IL GIOCO E' SEMPLICE: DOVRETE RESISTERE PER ALMENO DUE, DICO DUE MINUTI PER VINCERE SOLDI. PER PARTECIPARE, DOVETE SPENDERE DUEMILA KODA, SE VINCETE SONO VENTIMILA KODA! COSA STATE ASPETTANDO? ACCORRETE NUMEROOOOOOOOOOOOOOOOSI!

 

Tutto ciò creò un subbuglio tra i pokémon della piazza: il fatto che fosse dieci volte tanto la quota di partecipazione e che questa fosse praticamente una miseria, il premio agguantò per la gola ogni pokémon presente, stupendo anche i nostri amici. 

 

- Era a questo che ti riferivi? - Chiese il pokémon Emanazione.

 

- Esattamente! - Fece Fujito, - A Bazaropoli non ci sono solo merci di scambio, ma c'è anche un altro modo per guadagnare!

 

Una delle forme più arcaiche di guadagno, forse nata persino prima del baratto.

 

- LA SCOMMESSA!

 

Intorno al Kecleon si formarono delle scintille dorate, come se un incaricato di scena gli avesse piazzato un fondoscena alla Re Mida.

 

- A Bazaropoli ci si può cimentare anche in prove di forza con scommesse e premi! Chiunque può fare un tentativo in qualcosa e nonostante alcune siano impossibili da regola del Kokukatsu no Shū la somma iniziale è talmente irrisoria che nessuno si preoccupa! Beh... Forse qualcuno si fa prendere troppo ma noi non abbiamo responsabilità per quello! - Disse il Kecleon alzano le mani al cielo, - questo braccio di ferro può essere una buona idea per te, no? Così facendo non dovrete vendere niente!

 

- E' un ottima idea... - Disse Rukio, - ma non basta. Siamo in sei noi, quindi un totale di sessanta mila Koda che possiamo vincere. Non basta neanche per far partecipare tutti quanti all'asta e non avremo abbastanza soldi per assicurarci le merci. Senza contare che ne dovremo spendere dodici mila che non abbiamo...

 

Nel mentre che in piazza tutti stavano discutendo sul da farsi, un pokémon completamente coperto da un mantello marroncino assieme ad un Flygon e un Dragonair, alzò la mano per fare una domanda a Victreebel. 

 

- Mi scusi, signor Victreebel. Ho una domanda.

 

- Quel mantello la fa molto misterioso! - Disse il pokémon Moschivoro, - mi dica sconosciuto amico cosa la turba?

 

- Nel caso in cui sconfiggessimo Pangoro, cosa otterremmo?

 

Il brusio di sottofondo si quietò di colpo. Si voltarono tutti quanti verso colui che aveva arrogantemente osato formulare quella domanda. Dalla mano che aveva appena alzato, si poteva notare che aveva il braccio completamente fasciato.

 

- IKKK! E-ehi, - fece la Dragonair, - c-ci stanno guardando tutti...

 

Il silenzio iniziale fu seguito da domande a bassa voce.

 

- M-ma è serio?

 

- Sconfiggerlo?

 

- Q-quel ragazzo... Ha battuto la testa da qualche parte?

 

Pangoro, invece, fu terribilmente incuriosito dall'individuo che aveva osato rivolgergli quella domanda. Il suo sorriso era nel mezzo tra compiacenza ed arroganza.

 

- Hai del fegato a chiederlo ragazzino, sai? - Disse avvicinandosi a lui, - tu pensi di potermi battere?

 

La stazza dell'enorme panda era imponente nei confronti del pokémon con le bende. Era sicuramente più muscoloso di un normale Pangoro. Chiunque ci avrebbe pensato due volte ad affrontare tale energumeno. Lo straniero tuttavia non si scoraggiò. Non si prese nemmeno la briga di guardarlo negli occhi, ma rispose calmo alla domanda del campione. 

 

- Non ne sono completamente sicuro, ma la considero una possibilità.

 

Il pokèmon Occhiotruce non gradì la risposta. Si poté notare il suo completo astio per questa dalle ciglia così corrucciate da sembrare scolpite nella pietra. 

 

- Ecco cosa non mi piace delle nuove generazioni. "Non lo so..."; "Non so se ce la posso fare..."; "Non so se sono capace... ".

 

Gli urlò in faccia, quasi sputando sul suo mantello.

 

- HAI LE PALLE DI DIRE CHE MI PUOI BATTERE O NO?? SE NON CE LE HAI STATTENE A CASA! GROOOAARGH!

 

L'urlo del Pangoro fece agitare il mantello dello sfidante come se fosse in mezzo alla tempesta, facendo tremare anche i pokémon vicino a lui. Il Flygon e la Dragonair furono spinti indietro di un metro, mentre il loro capo riuscì a mantenersi nella stessa posizione, tenendosi il cappuccio per non scoprirsi. 

 

- ALLORA? COSA VUOI FARE?

 

Il pokémon misterioso non si scompose. Rimase in silenzio per qualche secondo, per poi riprendere a parlare con un tono lento.

- Ha perfettamente ragione, signor Pangoro... - disse lo straniero, - avrei dovuto dirglielo chiaro e tondo. 

 

Si pulì il mantello dalla polvere sollevata con la mano destra.

 

- Sono d'accordo con lei. Kodamon indecisi non riusciranno mai a trovare la retta via. Se per questo, non riuscirebbero nemmeno ad imboccarla. Però... Io davvero non so se riuscirò a sconfiggerla. Stavo solo considerando una possibilità. Nel caso non riuscissi a batterla, farei la figura dell'idiota nel dichiarare l'opposto, e se ce una cosa che non sopporto... 

 

Alzò la testa verso il Pangoro. Un occhio verde smeraldo dalla pupilla nera stretta di rabbia lo guardò con ardore e minaccia.

 

- sono coloro che fanno i gradassi davanti agli altri...

 

Per un attimo il grosso panda tentennò, ma si riprese subito in delizia ed intrigazione.

 

- Hai uno sguardo che mi piace...

 

Si rialzò verso l'alto, facendosi ancora più grosso.

 

- MOLTO BENE! HAI DEL FEGATO RAGAZZO! FATTI SOTTO!

 

Intuendo la pericolosità che stava prendendo il momento, il collega Victreebel decise di intervenire, mettendosi in mezzo ai due.

 

- AHAHAHAHAHA! BUONI BUONI! E' BELLO VEDERE TANTA ARIA DI SFIDA, MA TENETEVI LA VOSTRA FURIA QUANDO DOVRETE SFIDARVI A BRACCIO DI FERRO! NON VORRETE FAR FINIRE QUA TUTTO IL DIVERTIMENTO, NO?! SIGNORI E SIGNORE: RISPONDERÒ' ALLA DOMANDA DEL GIOVANE POKEMON QUA VICINO, QUINDI ASCOLTATEMI TUTTI!

 

I due si allontanarono l'uno dall'altro. Con un balzo il Victribeel tornò sulla pedana.

 

- C'E' UN MOTIVO SE VI CHIEDIAMO UNA QUOTA DI PARTECIPAZIONE! SE RIUSCIRETE A BATTERE IL MIO COLLEGA, NON RICEVERETE DIECIMILA KODA, MA BENSI' LO SOSTITUIRETE PER TUTTA LA GIORNATA FINO AL TRAMONTO! L'ULTIMO KODAMON CHE RIMANE, PRENDERÀ' IL 40% DELLE OFFERTE! FORTE NO? IL TRAMONTO OGGI DOVREBBE AVVENIRE OGGI ALLE OTTO DI SERA, QUINDI AVETE TRE ORE PER PROVARE!

 

Ogni dubbio dei pokémon in piazza sparì: si accalcarono al tavolo di sfida fior di gente per tentare di battere Pangoro.

 

- QUESTO SI CHE E' DIVERTENTE!

 

- FATEVI SOTTO!

 

Il team Skyriders e il team AWD, invece, rimasero in disparte per decidere il da farsi. Erano alquanto eccitati dall'idea. 

 

- Parbleu! Avete sentito?

 

- Interessssante... Ish Ish Ish! Potrebbe esssssere divertente...

 

- RHAHAHAH! NON POTEVAMO CHIEDERE DI MEGLIO!

 

- Pfiu! Che seccatura, - disse Kenji, - così non c'è affatto gusto. Quel premio è già nelle nostre mani. A parte Rukio, tra tutti questi fessi qua penso che nessuno sia in grado di battere quel Pangoro, né tanto meno il nostro capitano. 

 

Avevano trovato una gallina d'oro. Se uno di loro batteva il Pangoro, potevano affrontare tutti gli altri e avere la possibilità di guadagnare una somma abbastanza ingente per partecipare all'asta del dottore senza problemi. Dopotutto loro erano un gruppo di esploratori esperti nel combattimento: sarebbe stata una passeggiata riuscire a battere il gigantesco panda. 

 

- Che ne pensi? - Continuò il Grovyle, rivolgendosi a Rukio. 

 

- Potrebbe funzionare, - rispose il Riolu, - se riusciamo a sconfiggere Pangoro potremo incassare una bella cifra continuando a sconfiggere Kodamon. Il quaranta per cento... su duemila di quota equivalgono a ottocento Koda a sconfitto.

 

- Quindi... abbiamo bisogno di sconfiggere altri centocinquanta Kodamon. - Commentò Shinso, - ma riusciremo davvero a batterlo? Non mi sembra messo male a forza fisica... 

 

- Non è problema, - disse Weavile, - mi è suonato come il classico tipo tutto fumo e niente arrosto. Anche quel tipo mascherato non è da meno. Guardalo là. 

 

Il pokémon con le bende si era messo ai bordi della piazza, non mettendosi in fila per la sfida.

 

- Dopo averlo sentito, si è allontanato e ha rinunciato a sfidarlo. Sembra un ragazzino, ma è un Kodamon molto astuto. Avrei fatto anch'io la stessa cosa. 

 

Drapion e Arbok la guardarono come se stesse vedendo un alieno. Vedendo quello sguardo perso, la Lamartigli manifesto dei Nottesferza sulle sue braccia e colpì con forza le teste dei due.

 

- SIETE I MIEI SERVI! NON GUARDATEMI CON QUELLO SGUARDO DA MAGIKARP COME SE NON AVESTE CAPITO DI CHE PARLO!

 

Un ghigno si stampò sul volto del Legnogeco.

 

- "L'attesa del Pyroar."... vero? 

 

- Già, - rispose la felina, - come un Pyroar che aspetta che la preda sia isolata e esausta, è probabile che abbia deciso di aspettare il momento giusto per sfidarlo, quando gli altri partecipanti avranno già fatto la loro corsa e lui avrà meno resistenza. In questo modo, anche se dovesse diventare campione e mantenere il titolo, non dovrebbe affrontare più altri Kodamon. E' una buona strategia, considerando il fatto che, a tempo inoltrato, molti potrebbero rinunciare alla sfida. Invece, così potrà assicurarsi un ghiotto montepremi senza faticare tanto. Dopotutto, ha detto tutte le offerte, non quelle effettuate dopo essere diventati campioni.

 

- Effettivamente è davvero una buona strategia... - commentò Drapion.

 

- E' ovvio che lo sia! Farei lo stesso anch'io!

 

- Già! Non è una brutta sssstrategia! - Commentò Arbok, - Ci proviamo anche noi? 

 

- Sono d'accordo con te, monsieur! - disse Shinso, - Secondo me conviene fare anche a noi così, così non rischiamo nemmeno di scaldarci tanto o attirare l'attenzione. Che ne dici, capitano?

 

Non aveva motivo di negare l'evidente. Aspettare che le acque si fossero calmate gli avrebbe permesso di avere una mano più ferma sul loro obiettivo, ed assicurarsi al cento per cento la somma necessaria per partecipare all'asta. Dopotutto dovevano sfidare centocinquanta Kodamon: neanche il più feroce dei combattenti ce l'avrebbe fatta a mantenere il titolo a lungo.

 

- Veramente... Io pensavo di andare per primo, - rispose il piccolo licantropo.

 

Tutti quanti, Fujito compreso, sobbalzarono all'indietro. 

 

- Uh? Qualcosa non va?

 

- QUALCOSA NON VA!? - esclamò Shinso, - SACREBLEU! TI RENDI CONTO COSA STAI DICENDO?!

 

- H-ha battuto la testa, signor Ru- ehm, Riolu? - Chiese Drapion.

 

- DOVRAI RESISTERE FINO AL TRAMONTO! - Continuò il Frogadier, - ANCHE PER TE SAREBBE IMPOSSIBILE RESISTERE COSI TANTO!

 

- Credo proprio che io debba scusarmi... - commentò Weavile, - sembra che il pugno in testa che ti ho dato prima sia stato troppo anche per te...

 

- Ragazzi... So cosa può sembrare all'apparenza... ma...

 

Non stava scherzando. Il suo sguardo era uno di quelli che penetrava le anime indecise.

 

- State sottovalutando questo gioco. 

 

****** NOTE DELL'AUTORE*******

- Explaining:

- Legenda:

- Curiosità:

 

 

 

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capitolo 4: vecchie conoscenze e nuovi rivali (seconda parte)

Spoiler

Gli sguardi dei suoi compagni erano confusi. Si sentivano come un bambino che veniva appena rimproverato dalla maestra, ma senza che quello potesse capire cosa avesse sbagliato davvero. Kenji era quello che sentiva di più la facilità dell'operazione, per cui era quello che sentì quell'avvertimento più come un rimprovero.

 

- Cosa intendi dire, capitano? - Disse con sguardo serio.

 

- Questo gioco è molto facile per noi. Stiamo contando per qualcuno che stia per tre ore a fare braccio di ferro con tutti i partecipanti della piazza. Ma non abbiamo bisogno di questo: in realtà, se ci pensate possiamo giocare tutti. Per noi non è una sfida singola, ma di gruppo: dobbiamo guadagnare tutti quanti i soldi per entrare all'asta. Possiamo fare qualche braccio di ferro e darci il cambio quando qualcuno di noi diventa troppo stanco, arrivando alle otto di sera senza problemi.

 

- H-ha ragione! - Disse Drapion.

 

- Non ci ho minimamente pensato... - disse Weavile.

 

Shinso corrucciò la fronte facendo una smorfia con le labbra, non stupendosi più di tanto di quest'ultima affermazione.

 

- E quindi? - Disse il Grovyle, - è ancora più facile!

 

- Non lo è.

 

Il Legnogeco era a disagio: non riusciva a capire proprio dove voleva arrivare il suo capitano.

 

- Ascoltatemi bene: per far si che questo piano funzioni, dobbiamo tenere per scontato che ogni Kodamon all'interno della piazza partecipi al braccio di ferro. Per adesso, le parole esperte di quel Victribeel ha coinvolto tutti nel parteciparvi, cogliendoli in una frenesia da tentativo. Ma poi? Cosa credete che succederà se Pangoro continua a sconfiggere Kodamon e nessuno riuscirà a batterlo?

 

- Perderanno la voglia... - commentò alienato il Frogadier.

 

- E questo sarebbe il caso se uno di noi dovesse affrontarlo. Potremmo anche partecipare tutti, ma basta un po' di tempo ed eventualmente non riusciremo a raggiungere i centocinquanta sconfitti di quota.

 

- A maggior ragione! - commentò Kenji, - che senso ha andare per primo?! Dopo la sonora sconfitta che farai a Pangoro, credi che qualcuno ti sfiderà?

 

- Ho un piano. Ma per funzionare, è proprio necessario che io vada primo. E questo funziona anche per il nostro obiettivo principale.

 

Un sorriso cavalcò il volto del piccolo licantropo. Sembrava un'idea senza senso, ma egli era ben sicuro di quello che voleva fare.

 

- Siamo qui per indagare... e questa occasione è perfetta per stringere la mano a più gente possibile e raccogliere informazioni in men che non si dica.

 

Kenji sbatté gli occhi stupito. Il suo corpo si rilassò, dopo che aveva compreso le vere intenzioni del suo capitano.

 

- Mi scuso di nuovo - disse Weavile, - ti ho davvero colpito molto forte prima. Mi spieghi come può una stretta di mano darci informazioni?

 

- Capisco... Vuoi usare lo Shinkutsu. - commentò il Legnogeco.

 

- Shin...che?

 

Il Riolu mise il palmo della sua mano destra in avanti, mostrandolo alla felina. Da essa si videro delle piccole particelle arancioni, dalla calda ed accogliente luce.

 

- Questa abilità... l'ho scoperta di avere otto mesi fa a Borgo Quieto. Non essendoci nato in questo corpo, ho sempre cercato di saperne di più, per vedere cosa posso fare e cosa non. I Riolu, a differenza delle altre specie, hanno una forte emotività: sono in grado di percepire lo stato d'animo dei Kodamon intorno a loro. Nervosismo; paura; rabbia; ma anche seria complicità e sentimento. E' normalmente difficile riuscire a mentire ad un Riolu. Ma io... riesco a portarla su un altro livello. Shikutsu: lo scava-cuore. Se mantengo il contatto fisico per un certo periodo di tempo con un altro un Kodamon, divento in grado di leggere completamente il suo cuore. E questo mi permette di recepire tutta la sua sfera emotiva per un'ora e collegarla ai suoi pensieri in modo più preciso. Per cui... questo significa che in quel lasso di tempo è impossibile al cento per cento mentirmi e nascondermi qualcosa.

 

- I-inquietante... - commentò Arbok.

 

- Da che pulpito... - commentò Shinso.

 

- Ma c'è dell'altro: se c'è un ricordo molto profondo e legato ad una forte emozione, sono in grado di vederlo tramite visione. Può essere un grande amore, come una grande delusione, così come un pericoloso segreto. Vedrò l'evento dal punto di vista del possessore, acquisendolo nelle mie memorie, potendolo rivedere quando voglio.

 

- Interessante! Signor Riolu, - commentò Drapion, - e come funziona esattamente?

 

- Ho fatto vari test in passato, e mi sono accorto che più lo esercitavo più accorciavo i tempi. Con i giorni di convalescenza ho avuto abbastanza tempo per dedicarmi a questo: mi bastano sette secondi!

 

Shinkutsu: lo scava-cuore. Era l'espediente perfetto per ottenere informazioni senza chiederle direttamente, ed essendo che erano memorie acquisite direttamente da Rukio non vi era neanche il pericolo di mal comunicazione. Era l'espediente perfetto per un investigatore.

 

La felina rimase sorpresa e allo stesso tempo incuriosita da tale espediente.

 

- Effettivamente... con questo possiamo prendere due Pidgey con una fava. Andare primi ha senso.

 

Alzò lo sguardo verso il piccoletto, dando la sua approvazione.

 

- Ok. Facciamolo. Per quanto mi dia fastidio, ammetto che è una buona idea.

 

Tuttavia, Shinso non era convinto di ciò.

 

- M-ma... Sei sicuro? N-non che metta in dubbio la tua forza, ma... E se non riuscirai a batterlo? E se non resisti per tre ore? Sarà tempo sprecato!

 

Rukio sbuffò distogliendo lo sguardo, per poi guardarlo negli occhi con espressione di rimprovero. Non era uno sguardo però di uno che doveva sgridare, ma più uno sguardo paterno nei confronti del figlio che aveva ancora tanto da imparare.

 

- Non ci siamo proprio porca miseria...

 

- M-ma ho ragione o no?

 

Il Riolu tirò un colpo di karate sulla testa del compagno, facendogli tirare un urletto.

 

- Sei sempre così pessimista... Dovresti imparare a sorridere sul serio qualche volta, e non solo quando fai il buffone.

 

- I-IO NON SONO UN BUFF-

 

- Shhhhh! - Disse il licantropo mettendo un dito davanti alla bocca e facendogli un occhiolino, - regola numero cinque, amico mio. Ricorda!

 

- Regola? - disse la felina.

 

Un piccolo sbuffo sorridente uscì dalle labbra del Legnogeco, riconoscendo quel rimprovero anche nei suoi confronti.

 

- Non è qualcosa che è necessario dire, micetta, - disse Kenji alla felina, - è una delle nostre regole non scritte. Vedi di non deludermi però, - disse rivolgendosi al capitano, - se ti farai battere... prenderò io il tuo posto!

 

Un ghigno dispettoso si stampò sul piccolo licantropo.

 

- Ahah! Beh, allora dovrai aspettare ancora mooooolto tempo! Ne hai di strada per arrivare al mio livello!

 

- Da mister salvo tutti a mister presunzione? - Commentò Weavile.

 

Prima di andare a prendere il suo posto, Rukio si girò un' ultima volta verso i suoi compagni.

 

- Se dobbiamo dirla tutta... anche dire di poter cambiare il mondo è presunzione. Ci sono dei momenti in cui uno deve essere un po' egoista.

 

Sorrise di nuovo, guardando un'ultima volta i suoi compagni.

 

- Non c'è male nell'esserlo se farai la cosa giusta, no?

 

- Eheh... Questo è il mio capitano... - commentò il Grovyle.

 

- Tres bien monsieur, non avrò più dubbi! Vai e fargli vedere chi sei!

 

Il Kecleon, in quel momento, era sempre rimasto zitto. Non voleva in alcun modo intromettersi nelle decisioni prese dal piccolo licantropo. Per un attimo, gli sembrò di vedere un'altra figura. Fu un piccolo istante: una figura blu dalle sembianze di un pinguino che si allontanava deciso e sicuro di sé.

 

- (Questi giovanotti... sanno come far battere il cuore a questo adulto mercante! Hai scelto il momento sbagliato per dormire, fratello! - Pensò Fujito guardando Midori tra le braccia di Drapion, - Potrò rivedere il piccolo Rukio in azione di nuovo!)

 

Gridò a pieni polmoni, facendo il tifo per lui.

 

- FAGLI VEDERE DI CHE PASTA SEI FATTO!

 

- Grazie a tutti! Vedrò di non deludervi!

 

Mentre si allontanava, la Lamartigli rivolse l'attenzione verso Kenji.

 

- Non mi sono dimenticato di te, stuzzicadenti. - disse la felina rivolgendosi a lui.

 

Un brivido scorse lungo la sua schiena.

 

- Farò in modo che non potrai più dire quella parola...

 

Il Legnogeco si nascose dietro allo Scorpiaccio.

 

- DRAPION! GLADIATORE, ORA!

 

**********************************************************************

 

Il banco d'iscrizione era pieno di contestanti. Si erano già iscritti in parecchi per sfidare Pangoro: il piccolo licantropo avrebbe dovuto aspettare un bel po' prima di partecipare. Quando gli chiesero il nome, ovviamente firmò solo come Riolu e non come Rukio.

Furono in molti ad affrontare l'ardua sfida, ma nonostante avessero partecipato pokémon dalla grande fisicità nessuno riuscì a batterlo, né tanto meno a resistere per due minuti. Conkeldurr; Slaking; Garchomp; Electivire; Medicham; Infernape; Throh; Blaziken; nessuno riuscì a sconfiggere Pangoro, il quale continuava ad accumulare soldi col sorriso sulla faccia. Mentre aspettava il suo turno il capitano del team Skyriders continuò ad osservare per tutto il tempo ogni scontro.

 

- (Non è così male. Ha una buona tecnica ed ha una buona forma fisica. Sembra che faccia questo da molto tempo.)

 

Corrucciò lo sguardo, preoccupato.

 

- (Potrebbe essere difficile...)

 

- COSA SUCCEDE, RAGAZZACCI?! NON RIUSCITE A BATTERMI NEANCHE DOPO TUTTI QUESTI SCONTRI! AVANTI: SI FACCIA SOTTO IL PROSSIMO!

 

- Ecco...

 

Il Riolu fece due passi in avanti, mostrando il suo numerino.

 

- Credo... sia il mio turno.

 

Calò il silenzio intorno a lui. Piano piano, tutti i pokémon nella piazza smisero di parlare, concentrando i loro sguardi su quella voce immatura che aveva appena parlato. L'Occhiotruce sbatté le palpebre confuso, guardando Rukio dritto negli occhi. Sbatté gli occhi una seconda volta, per poi avere la più classica delle reazioni in questo caso: ciò che succedeva quando un microbo che non raggiungeva nemmeno la metà dell'altezza del Pangoro osava sfidare il suddetto.

 

La risata del campione tuonò per tutta la piazza.

 

- PFFFAHAHHAHAHAHAHHAAHHAHA! TU?!?!? TU SEI UNO SFIDANTE!?!? PFGRAHAHAHAH!

 

Anche gli altri pokémon che stavano aspettando si fecero contagiare da quella grassa e sonora risata.

 

- AHAHAHAH, MA SEI SERIO?

 

- TI SEI PERSO PICCOLINO? GUARDA CHE L'USCITA DAL VILLAGGIO E' DALL'ALTRA PARTE!

 

- GUARDA CHE SE RIMANI QUA LE STATUE DELLA TERRA DEL DESERTO TI MANGERANNO VIVO! AHAHAHAHAHA!

 

Il piccolo licantropo non fece troppo caso a quelle provocazioni. Anzi: comparate a quelle di Rokujo non erano nulla. Era naturale che nessuno lo prendesse sul serio, ma dall'altro canto era un po' deluso nel vedere che lì in mezzo non vi era nessuno con una percezione diversa.

 

- (Naturalmente... nessuno pensa che possa farcela...) - Disse tra sé e sé.

 

- ALLORA?! RISPONDI ALLA MIA DOMANDA! - fece l'enorme panda, diventando improvvisamente serio.

 

Tentennò, visto che era distratto.

 

- B-beh... sì! Ovviamente sono qui per sfidarti! - Disse in maniera decisa.

 

La seria affermazione buttata fuori da quel piccoletto non fece altro che aumentare l'ilarità del momento per Pangoro.

Tutti quanti continuarono a ridere, mentre i suoi compagni cercavano di nascondersi dall' imbarazzo, poiché il capitano aveva attirato anche su di loro l'attenzione dei curiosi. L'unico che ebbe un comportamento diverso fu Kenji: aveva un ghigno a trentadue denti, pregustandosi lo spettacolo davanti allo schermo con una busta di pop-corn.

In lontananza, il pokémon sotto il mantello alzò lo sguardo con curiosità.

 

- RAGAZZI CALMI, - fece Victreebel, - OGNUNO HA DIRITTO ALLA SUA POSSIBILITA'! OGNUNO! IL NOSTRO PANGORO E' MAGNANIMO, E IL RIOLU HA GIA' DATO LA SUA QUOTA DI ISCRIZIONE: NON PUO' PIU' TIRARSI INDIETRO! SIAMO KODAMON DI PAROLA E DOBBIAMO RISPETTARLA!

 

Si avvicinò al piccolo con il microfono in mano.

 

- DIMMI, PICCOLO AMICO: QUANTO PENSI DI RIUSCIRE A RESISTERE? - disse avvicinandogli il microfono alla bocca.

 

- Veramente, io pensavo di riuscire a batterlo, - rispose Rukio con sguardo giocondo, - ho visto che è molto forte, ma penso di essere più forte di lui!

 

Questo fu troppo anche per il presentatore. Si contorse in smorfie su smorfie, cercando di mettersi davanti il microfono per coprirle.

 

- (Naturalmente non può prendermi sul serio...)

 

- (Trattieniti dal ridere! Trattieniti dal ridere) OK! SEMBRA CHE ABBIAMO UN CORAGGIOSO PICCOLO KODAMON! SE SEI COSI' SICURO, IO NON POSSO FARE ALTRO CHE AUGURARTI BUONA FORTUNA! (Ne avrà bisogno, e non ho intenzione di ripagargli il braccio nuovo!)

 

Il Moschivoro prese un tronco di legno da usare come sedile per il Riolu da una tenda lì vicino, probabilmente sua e del suo collega, sicché l'altezza del tavolo non gli permetteva di essere allo stesso livello di Pangoro.

Quest'ultimo stava ancora ridendo per prima, ma cercò di tornare serio per pregustarsi la faccia spaventata dello sfidante. Rukio si sedette con molta calma davanti a lui: nonostante avesse dichiarato prima di conoscere la sua forza, era tremendamente tranquillo. Non appena il suo gomito toccò il tavolo, lo sguardo giocondo e innocente del Riolu cambiò di netto: vi era uno sguardo killer e concentrato, uno di un pokémon pronto a sfidare i cieli. Per un attimo, l'istinto del Pangoro lo riportò sul pianeta Terra, e riconobbe nel piccolo licantropo il viso di un veterano.

 

- (Però... Ha fegato il ragazzo...) - Pensò, poggiando deliberatamente in modo rumoroso il braccio sul tavolo di legno rinforzato per intimorire l'avversario.

 

Il licantropo seguì l'esempio del campione, e gli afferrò la mano con un espressione penetrante.

 

- (Non si è fatto intimidire?)

 

Il Pangoro sorrise, ma non per le ragioni di prima: era sinceramente intrigato da quel piccolo sfidante.

 

- (Interessante...)

 

In quel frangente, durante la stretta di mano si formarono delle scintille arancioni intorno ai loro palmi.

 

- (Shinkutsu!)

 

Rukio attivò l'abilità dello scava-cuore. Le visioni durarono poco rispetto al solito che era riuscito a sperimentare: nell'animo del Pangoro non vide segreti reconditi di vitale importanza né ricordi abbastanza forti da influenzare la sua sfera emotiva. A parte un piccolo particolare che lo sorprese, ma decise di non far notare la meraviglia e di conservarsela per dopo.

 

- (Non ci credo... - pensò, - il mondo è veramente piccolo. A parte questo, sembra abbia vissuto una vita tranquilla e fuori da grandi problemi: sembra che questo sia il suo modo di vivere, ma non è mai andato oltre. Non troverò con questo metodo informazioni rilevanti da lui... )

 

Al ché, doveva fare solo la vittoria.

 

- (Non mi rimane che pensare a come batterlo...)

 

Nel mentre che Rukio ragionava su questo, Victreebel fece un lungo discorso agli spettatori da usare come preambolo per la "grande sfida" che si preannunciava, di cui il RIolu non sentì niente. La riflessione era sul come agire. Se quel pokémon era davvero così forte, conveniva che il Riolu desse il suo massimo fin da subito. Però, se risultava troppo forte, rischiava che nessuno poi avrebbe deciso di sfidarlo. E se invece era più debole? E se rischiava di rompergli il braccio?

 

- Ehi piccoletto! - fece il Pangoro, - Ti stai già addormentando? Non abbiamo ancora iniziato, eh!

 

Lo sguardo dello sfidante era perso nel vuoto.

 

- (Questo tizio...E' molto sicuro di sé. Ma penso di essere più forte di lui. Cercherò di regolarmi di conseguenza. O forse...)

 

- EHI! MI STAI ASCOLTANDO?

 

Egli sobbalzò all'indietro.

 

- Uh? Oh S-sì, scusami! Stavo solo pensando... Che vinca il migliore! - disse sorridendo.

 

- (A pensarci bene... - commentò il Pangoro, - non sopporto questo ragazzino!)

 

- ALLORA SIGNORI!- Disse il presentatore, - DOPO QUESTA PREMESSA VOGLIAMO INIZIARE? AL MIO VIA!

 

- (Mi sta dando sui nervi... Pensavo di andarci piano, ma dopotutto ha accettato lui la sfida: se gli spezzassi il braccio non ne pagherei io le conseguenze. Eheh... gli romperò ogni singolo osso!)

 

Victreebel iniziò il conto alla rovescia.

 

- 3...2...

 

- Quel ragazzino mi fa quasi pena...

 

- Andiamocene per favore. Non riesco a sopportare i bimbi che piangono!

 

- 1...

 

- Hai ragione, megli-

 

- VIAAAAAAAAAAAAAA!

 

Pangoro contrasse di getto il braccio per usare la sua massima potenza.

 

- MUORI, VERMICIATT-

 

- GRWAAAAAAAAAAAAAA!!!

 

Rukio liberò di getto un Meisoku blu chiaro dal corpo alto sei metri, facendo tremare lo spirito di ogni presente in piazza. Sotto il loro sguardo attonito, sbatté sul tavolo di legno il bicipite del campione, ribaltando con esso lo stesso Pangoro a terra. La violenza dell'esecuzione fu tale da distruggere lo stesso tavolo. Tutti i contestanti rimasero a bocca aperta, con gli occhi che gli uscivano fuori dalle orbite. Il Kodamon con il mantello e il corpo bendato spalancò gli occhi incredulo. Per qualche secondo, tutti i pokémon rimasero in silenzio.

 

- P-P-P-PARBLEU! HA ESAGERATOOOOOO! - commentò la Schiumorana sconvolto.

 

Kenji invece era a terra che si copriva la pancia per le risate, indicando gli altri contestanti.

 

- AHAHAHAHAHAHAHHAHA! G-G-GUARDATE CHE FACCE! AHAHAHAHAHAHAH!

 

Weavile rimase sconcertata, non capendo come potesse essere utile una sconfitta di quel tipo.

 

- (E' COMPLETAMENTE FUORI DI TESTA!) - Urlò dentro di sé.

 

Arbok, invece, ebbe ancora una volta la conferma di non poter scherzare con il piccolo licantropo.

 

- R-ricordatemi di non fffare arrabbiare il vossstro capitano!

 

- PER TUTTI I KAKUNA, - esclamò Drapion, - SE QUESTA NON E' POTENZA!

 

La faccia del Riolu divenne imbarazzata.

 

- (Porca miseria! Era quello che volevo, ma ho calcato troppo la mano! Speriamo che vada tutto bene...)

 

Le prima parole che uscirono dalla sua bocca furono delle scuse.

 

- Eheheheh... Scusate...

 

Il pokémon sotto il mantello era rimasto shockato: non riusciva a muoversi per via della sorpresa. Victreebel era esterrefatto. Conosceva il suo partner da molto tempo, e sapeva che non era esattamente il pokèmon più forte del pianeta, ma sapeva che ci voleva ben altro per metterlo al tappeto in quel modo. Eppure, quel piccoletto era riuscito a battere il suo compagno di viaggio come se nulla fosse, persino atterrandolo. Ne aveva viste di belle, tuttavia: sebbene la rabbia per essersi trovato in difetto, il suo io intrattenitore percepì subito in tutto questo la possibilità di dare il più grande spettacolo mai esistito a Bazaropoli. Impugnò di nuovo fiero il suo microfono, non perdendosi d'animo e facendo continuare lo show.

 

- IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIINCREDIBILEEEEEEE!

 

L'attenzione fu rivolta di nuovo al Victribeel!

 

- STUPEFACENTE! CHE COLPO DI SCENA! STRADORDINARIO! FENOMENALE! SCOMMETTO CHE NESSUNO DEI PRESENTI AVEVA DATO UN SOLDO BUCATO A QUESTO ARDITO KODAMON! E INVECE, L'IMPENSABILE E' ACCADUTO! QUESTO RIOLU, HA BATTUTO LEALMENTE IL GRANDE PANGORO!

 

- Q-quello era...

 

- Meisoku...

 

- Meisoku?! Un piccoletto come lui!?

 

- N-non ci credo...

 

Il presentatore si avvicinò a Rukio per ufficializzare l'esito dell'incontro, sollevandogli il braccio verso l'alto.

 

- SIGNORI E SIGNORE! FATE UN APPLAUSO AL NUOVO CAAAAAAAAAMPIONEEEEEEEEEEEEEEE!

 

Alcuni pokémon erano ancora destabilizzati dalla vittoria inaspettata, quindi non seguirono subito il flusso creato dal Pokémon Moschivoro. Piano piano, soprattutto gli sconfitti, fecero scrosciare un crescendo di applausi e urla di gioia verso il pokémon che aveva vinto dove loro avevano fallito.

 

- C'E' L'HA FATTA!

 

- NON MALE MARMOCCHIO!

 

In lontananza, il pokémon con il mantello seguì le celebrazioni, applaudendo lentamente e sorridendo sotto il cappuccio.

 

- Hai visto, Draigen-san? (*) - Disse il Flygon alla sua sinistra, - quel ragazzetto ha un Meisoku niente male! E' un portento!

 

- Sì... Forse abbiamo trovato quello che cercavamo...

 

Nel frattempo, Victreebel si avvicinò al collega bisbigliando, porgendogli la foglia sinistra.

 

- T-tutto bene, partner?

 

- U-urgh... N-non riesco a sentire più il braccio... - disse quello, mentre veniva aiutato a rimettersi in piedi, - Q-quel marmocchio non è normale...

 

- L'ho notato... Ma non ti preoccupare. Se tengo buono questo tizio, forse potremo guadagnare anche di più. Dopotutto, un piccoletto che mena più di un Pangoro attirerà un sacco di clientela! Basterà convincere la gente nel modo giusto: lascia fare a me. Se tutto va bene domani ce la spasseremo!

 

- Grunt! - sorrise il Pangoro, - Sapevo che avevi in mente qualcosa... ma me lo dirai dopo: aiutami a rialzarmi ora...

 

- Certo certo.

 

Il presentatore sollevò leggermente la schiena del suo partner con la sua foglia destra, dandogli il giusto appiglio per potersi rialzare usando il braccio funzionante.

 

- Ehi, ragazzino. - disse questo rivolgendosi a Rukio.

 

- Uh?

 

- Anche se mi rode e non poco, la sconfitta è meritata. L'ho letto nel tuo sguardo: avevo visto che questo non era il tuo primo rodeo. E nonostante tutto... la mia arroganza mi ha accecato, ed ho sottovalutato la tua determinazione e la tua temerarietà. Ottimo lavoro.

 

- Ehm... G-grazie, presumo.... - disse, stupito della sua onestà.

 

- Non devi cantare vittoria però, - lo avvertì il pokémon Occhiotruce, - credo tu non sia stupido, ed avrai notato che ai bordi della piazza ci sono Kodamon più forti di me. Probabilmente stavano aspettando che vincessi più soldi per battermi e guadagnare di più e con poca fatica. Perché non hai seguito il loro esempio?

 

Era il suo momento: i due gli stavano dando l'assist perfetto per mettere in atto il suo piano. Mise la mano sinistra in avanti verso il presentatore.

 

- Risponderò a questa domanda se mi passate il microfono.

 

Pangoro fece cenno a Victreebel di procedere. Questi, un po' riluttante di abbandonare il suo più fidato compagno, lo consegnò al piccolo Riolu.

 

- Molto bene.

 

Si posizionò con calma sopra le macerie del banco, facendo in modo di essere ben visibile. Diede poi due colpi di tosse al microfono per attirare l'attenzione, ed aspettò che tutti i pokémon fossero all'ascolto. Poi, tuonò come un temporale.

 

- ASCOLTATEMI, KODAMON DI BAZAROPOLI!

 

Il brusio in piazza cessò del tutto, e tutti quanti si mostrarono ad ascoltare il nuovo campione.

 

- SONO VENUTO QUA OGGI, IN QUESTA CITTA', BEN CONSAPEVOLE CHE AVREI POTUTO GUADAGNARE IN SCOMMESSE DI QUESTO TIPO. PER ME, I SOLDI SONO IN SECONDO PIANO, PERO'. QUELLO CHE VOGLIO, E' DIVERTIRMI CON I KODAMON PIU' FORTI DI QUESTO MONDO!

 

Il pokémon con il mantello era particolarmente attento. I suoi compagni, invece, erano disorientati.

 

- HO AFFRONTATO COSTUI PERCHE' CREDEVO FOSSE UN KODAMON VERAMENTE FORTE! UN KODAMON DURO! UN KODAMON CHE MI AVREBBE FATTO DIVERITIRE! INVECE...

 

Il viso del piccolo licantropo si trasformò in un qualcosa di contorto: un'arrogante pischello pieno di sé e pronto a demoralizzare il prossimo.

 

- E' STATA UNA NOOOOOIA TOTALE!

 

Questa affermazione rese i volti dei presenti perplessi, mentre quello del Pangoro si cavalcò di vene pronte ad esplodere. Egli era pronto a scattare.

 

- M-MA COME TI-

 

Victreebel lo bloccò con le sue foglie.

 

- Shhh! Stiamo a vedere!

 

- QUESTO KODAMON HA DELUSO OGNI MIA ASPETTATIVA! MA LA COSA PIU' IMBARAZZANTE, E' IL FATTO CHE LA MAGGIOR PARTE DI VOI SI SIA STATA FATTA SCONFIGGERE DA QUESTA MEZZACALZETTA!

 

Chiuse gli occhi, alzando le spalle.

 

- E' COSI' IMBARAZZANTE CHE MI MANCANO LE PAROLE PER DESCRIVERVI, E PENSARE CHE IN QUESTA SETTIMANA CI DOVREBBERO ESSERE ANCHE GENTE AL DI FUORI DELLA LEGGE! MI FA PENSARE CHE QUESTI KODAMON NON SIANO CHISSACCHE'...

 

Le vene si contrassero anche sui volti del pubblico, facendo un suono di ossa spezzate. Essi si infervorarono come la polvere da sparo innescata, lanciando parole d'odio carbonizzante.

 

- MA COME TI PERMETTI, MOCCIOSO!

 

- HAI UN DESIDERIO DI MORTE!?

 

- STAI GIOCANDO COL FUOCO, MARMOCCHIO!

 

- FUOCO!? MA NON FATEMI RIDERE! AL MASSIMO POTRESTE ESSERE DEI FIAMMIFERI! POTREI SCONFIGGERVI TUTTI QUANTI IN SOL COLPO!

 

La tela del ragno era stata tessuta con le prime provocazioni. Dopo quell'affermazione, quello sciame di farfalle impazzite caddero tutti nella trappola tessuta dal combattente del tramonto. Da tutta la piazza si levò un coro comune:

 

- PROVACI, SE NE HAI IL CORAGGIO!

 

- CI PROVERO' ECCOME! NESSUNO DI VOI MI POTRÀ' SMUOVERE FINO AL TRAMONTO! - rispose il piccolo licantropo nel microfono.

 

- TI PESTEREMO A SANGUE E USEREMO LA TUA PELLICCIA PER PULIRE I NOSTRI AVANZI!

 

- NON CI CONTARE!

 

Tutti i pokémon in piazza avevano il sangue che ribolliva. Si precipitarono immediatamente al banco delle iscrizioni, ansiosi di potersi scontrare contro il marmocchio che aveva osato offenderli. Mentre firmava e riscuoteva le varie partecipazioni, il pokémon Moschivoro gongolava estasiato.

Aveva fatto bene: il suo animo da intrattenitore e il suo fiuto per gli affari avevano visto nel Riolu la possibilità di fare il più grande dei guadagni mai fatti da lui e il suo compagno nel Kokukatsu no Shū. Si era chiesto del perché il piccoletto avesse così tanto bisogno di fare quella scena lì, visto che non percepiva la fame di soldi che lui aveva. Ma non si fece molte domande: aver trovato qualcuno altrettanto bravo con le parole e ben volenteroso di fare il lavoro al posto suo non gli fece porre grossi quesiti.

 

- (Ihihih... diventeremo ricchi sfondati dopo questo!) - pensò tra sé e sé.

 

Turisti, mercanti e criminali: nessuno si perse d'animo, talmente infuriante era stato quel discorso. Sfidarono Rukio uno dopo l'altro, senza lasciarli un attimo di respiro.

 

- VINCE RIOLU!

 

Anche coloro che erano stati precedentemente sconfitti da Pangoro ritentarono la sfida, talmente erano scocciati che quel marmocchio avesse avuto la meglio.

 

- VINCE RIOLU!

 

Conkeldurr, Seismitoad, Swampert e persino un Rhyperior: nessuno fu alla pari del piccolo licantropo, continuando ad accumulare denaro.

 

- VINCE RIOLU!

 

Il tempo passò e si fecero le 18.30. Sempre più pokémon vennero a sfidare il nuovo campione. I nuovi arrivati, in particolare, non avevano intenzione seria di sconfiggerlo, ma erano invece incuriositi nei confronti di questo piccoletto che batteva persino i tipi lotta in questo tipo di competizione. Il piccolo licantropo, nel frattempo, provò a collezionare informazioni sul teatro, ma a causa delle limitazioni della sua abilità, visto che doveva essere un emozione molto forte, non riuscì a combinare granché.

 

- VINCE RIOLU!

 

L'unica cosa che imparò e che non tutti i criminali presenti erano al livello di Slade: per la maggior parte erano truffatori e ladri con un proprio codice d'onore, e che avevano imboccato quella strada più per necessità che per senso di cattiveria. Data la sua esperienza con la Materia Oscura, l'incarnazione dei pensieri negativi dei pokémon, il licantropo si sentì profondamente sollevato. Riacquistò la speranza nei confronti di quelle creature dai poteri speciali: per la prima volta dopo tanto tempo sentì che il sacrificio di Amelia e la sua lotta contro la disperazione non era stato un grande spreco.

 

- (Preferirei ottenere delle informazioni però...)

 

Passate le 19.00, i Pokémon che fino a quel momento erano rimasti a "bordo campo" decisero di fare la propria mossa. Arrivarono spavaldi davanti al pokémon Emanazione, fiduciosi delle loro capacità e contando sul fatto che il campione fosse stremato.

 

Ma ciò si rivelò inutile: semplicemente Rukio dovette mettere più forza.

 

- (Persino loro... - pensò Pangoro, - Beh... sembra che quest'anno sia stato solo sfortunato. Per fortuna ci sono molte entrate. Mi chiedo però...)

 

Il suo sguardo andò in avanti, verso la periferia della piazza, verso il pokémon con le bende e il mantello. Egli era ancora lì, con le spalle sul muro e le braccia conserte, e non dava segno di muoversi.

 

- (Quando si deciderà a sfidarlo?)

 

Questo stava osservando attentamente come esercitava la propria forza il piccolo licantropo. Aveva capito che non era un dilettante, e che quello non era il massimo del suo potere. Come detto da Pangoro, la sua strategia era quello di andare per ultimo, quando il campione sarebbe stato stremato e senza alcuna possibilità di vincere. Ma il Riolu sembrava instancabile: era preoccupato di non potercela fare.

 

- (Non pensavo di incontrare così presto qualcun altro in grado di manifestare il proprio Meisoku... a questi livelli per giunta...)

 

- A cosa stai pensando? - Chiese Dragonair al capitano - Hai intenzione di sfidarlo?

 

Il pokémon con il mantello continuò a guardare nella direzione del nuovo campione: l'aria che respirava era serena e pacata, come se, invece di procedere verso un combattimento stesse passeggiando tranquillamente su un prato fiorito. Nonostante fosse una minaccia per la sua missione, egli si sentiva attratto dal piccolo licantropo: qualcosa che andava ben oltre la voglia di sfida e di mettersi in gioco. Era incuriosito da lui: voleva conoscerlo e mettersi alla prova. Questo sentimento soverchiò ogni ulteriore preoccupazione: era arrivato il suo momento.

 

- Sì... Ho aspettato abbastanza...

 

Si tolse dal muro, liberando le braccia.

 

- Voi due state qui: credo sia giunto il momento di mettere un po' di pepe in questa gara.

 

- Mi raccomando capitano, - disse il Flygon, - metticela tutta!

 

- (Quel Kodamon è molto forte... - pensò tra sé e sé, - mi sarà utile per crescere. Forse.. potrei finalmente avvicinarmi a "lui". Chissà... magari potrebbe essere anche più forte... Eheh...)

 

Non appena fece due passi e si diresse verso il banco di partecipazione, i pokémon in piazza smisero di parlare.

Non aveva dato ancora nessun segno di spirito combattivo. Eppure, l'ardore e la sete di sfida che emanava era talmente forte che bastò ad allontanare gli altri pokémon da lui, creando una sorta di passaggio in mezzo alla folla.

 

- Ehi, ma quello...

 

- Sì... è quel Kodamon...

 

- Un mantello? Tse! Qui qualcuno non ha il fegato di mostrare il proprio volto...

 

- Come ha fatto a superare le guardie? Non puoi entrare se non ti dichiari!

 

- Può darsi che si sia mostrato solo a loro...

 

Rukio aveva appena finito di combattere contro un Primeape. Nonostante volesse rilassarsi, istintivamente sollevò lo sguardo verso l'alto. Notò che tutti quanti erano entrati in silenzio e stavano facendo spazio per qualcuno. Al di là dell'orizzonte, il pokémon con il mantello si diresse verso di lui.

 

- (Sta arrivando...)

 

(Ost asura shokugeki no soma)

 

 

La sua camminata era lenta ed inesorabile, come se stesse facendo una tranquilla passeggiata in mezzo alle bancarelle. Egli fremeva dall'eccitazione dello scontro, così tanto che il suo Meisoku blu notte danzava al vento. Sembrava volesse godersi il momento al massimo, usando ogni secondo che passava per prepararsi allo scontro. Come un Cowboy che si presentava a un duello, il pokémon camminò verso il tavolo di sfida, tenendosi il cappuccio con la mano destra. Il suo indumento venne scosso dal vento.

 

- Eheh... Ora si che ci divertiamo... - disse Kenji, mostrando un sorriso compiaciuto.

 

- Parbleu! Mi chiedo chi sia...

 

Giunse a destinazione. Aprì bocca prima di sedersi al tavolo.

 

- Sembra che ti sia dato molto da fare, piccolo Riolu, - disse, - sei molto forte, devo ammetterlo.

 

Il suo tono era colloquiale ma pacato. Vi era una nota di affettuosità nelle sue parole.

 

- Non solo hai battuto Pangoro, ma hai anche tenuto testa fino a questo momento. Mi ero interessato a questa sfida perché avevo bisogno dei soldi, ma ora... se devo essere sincero, mi preme anche poter sfidare te.

 

Da sotto il mantello, i suoi occhi smeraldo sembravano guardare il capitano del team Skyriders con una fame vorace.

 

- Spero non ti dispiaccia, se provo ad animare un po' la festa...

 

Il piccolo licantropo riconobbe quegli occhi perforanti: erano gli stessi di un curioso bambino che aveva appena trovato il suo nuovo giocattolo. Non vedeva l'ora di mettersi in gioco: davanti all'ardore del misterioso sfidante si lasciò andare in uno sbuffo scocciato.

 

- Porca miseria... come direbbe il mio compagno, questa per me è una seccatura...

 

Il pokémon si sentì un po' innervosito, come se il pokémon Emanazione non gradisse la sua presenza.

 

- Hai gli occhi di un guerriero e allo stesso tempo di un combattente. E' chiaro che mi darai filo da torcere. Sarebbe un bel problema se mi trattenessi ancora. Purtroppo, come te ho bisogno di questi soldi. In questo caso è giusto che io ti avverta...

 

Gli occhi del piccolo licantropo divennero esattamente come quelli dello sfidante. Occhi rosso rubino fiammanti con la pupilla nera e stretta: quelli di un drago pronto a difendere il suo territorio.

 

- Non ci andrò leggero.

 

Un ghigno si manifestò sul volto del pokémon con il mantello.

 

- Bene! Non potrei chiedere di meglio!

 

Il pokémon si scoprì il cappuccio del mantello. Per un attimo, il Riolu tentennò: a parte gli occhi, egli era completamente bendato con fasce di un grigio vivo, corpo e mani comprese.

 

- Divertiamoci un po', piccolo Riolu!

 

La cosa che si notò dopo un analisi attenta, era che non erano rovinate. Erano lisce e lucide, come se fossero state usate di recente.

Probabilmente c'era un altro motivo del loro utilizzo, visto che quello stava in piedi pronto a sfidare un campione di braccio di ferro. Si scorgeva un rosso all'altezza degli occhi, mentre sulla testa era distinguibile la forma di un corno dalla punta arrotondata e dal corpo di circa cinque centimetri.

 

- (E' un Charmeleon. - pensò il capitano del team Skyriders, - mi chiedo perché si sia coperto così...)

 

- Spero che queste bende non ti disturbino... - disse il pokémon Fiamma, - ti posso assicurare che non sono per una mia stravaganza.

 

- Non mi importano. Avrai sicuramente le tue motivazioni...

 

Il Charmeleon sbatté gli occhi confuso. Il piccolo licantropo era assolutamente serio in quell'affermazione, senza preoccupazione nei suoi confronti o luccichio di malizia. Il suo interesse per il Riolu crebbe esponenzialmente.

 

- Quindi hai già scartato l'ipotesi di qualche ferita e stai già pensando ad una seconda ipotesi? Sei perspicace oltre che forte!

 

Si sedette al tavolo freneticamente, mostrando subito il braccio per iniziare la sfida.

 

- Interessante!

 

- (Non è così difficile... - pensò il Riolu, con sguardo inebetito, - eri a bordo campo per seguire la strategia di un po' di tutti, e nonostante abbia fatto presente la mia forza sei venuto a sfidarmi lo stesso. Un Kodamon furbo come te non mi avrebbe mai sfidato con un handicap simile. Ma comunque...)

 

Il Riolu si sedette, mostrando a sua volta il suo braccio.

 

- (Accetto la sfida!)

 

Si strinsero la mano a vicenda, guardandosi dritto negli occhi. Il Riolu scorse una scintilla che non vedeva spesso negli altri, che andava oltre la semplice sfida per testare la propria forza. In esso, egli vide ardore e voglia di rivincita. Una grossa vendetta verso il mondo che lo circondava.

 

- SIETE PRONTI?! - gridò il Victreebel.

 

Prima che l'intrattenitore potesse dare il via, Rukio perse completamente la luce nei suoi occhi, sotto lo sguardo confuso del Charmeleon.

 

- (Cosa?)

 

Erano passati i sette secondi del Shinkutsu. A differenza degli altri, però, il cuore del pokémon con il mantello era pieno di quello che poteva racimolare con tale potere, costringendo il suo spirito a cadere in trance. Nella sua mente iniziarono a scorrere delle immagini confuse: tanti frame sovrapposti e disordinati, segno di emozioni passate tormentate.

L'unica che riuscì a focalizzare meglio fu la seguente: un Charmander che veniva bullizzato da altri tre Charmander con dei Lanciafiamme e Lacerazione, insultato come "*censura* senza-fiamma". Per colpa di questo avvenimento, rimase con lo sguardo perso nel vuoto per altri dieci secondi.

 

- VIA!

 

Il piccolo licantropo non sentì la chiamata del presentatore. Nessuno dei due pokémon iniziò a muoversi, rimanendo fermi come delle statue. La sorpresa era ben visibile nel Victreebel, che di istinto esclamò la chiamata una seconda volta.

 

- VIA!

 

I pokémon in piazza cominciarono a mormorare tra di loro. Credettero anche loro che fosse successo qualcosa, ma non riuscivano a darsi la risposta a quella domanda. In realtà la questione era molto semplice: il piccolo licantropo era rimasto in trance, mentre il Charmeleon non diede cenno di muoversi.

 

Nonostante avesse potuto approfittare della situazione, il bendato rimase fermo e chiamò il suo avversario.

 

- Ehi, che ti succede? - chiese incerto.

 

Il campione non rispose. Rimase fermo immobile nella posizione in cui era.

 

- Non mi dire... che te la stai facendo sotto ancor prima di iniziare!

 

Secondo richiamo e ancora nulla. Il licantropo rimase nella trance. Il pokémon con le bende non capì cosa stesse succedendo: era chiaro che c'era qualcosa che non andava, ma non per questo rinunciò alla possibilità di una vittoria facile. Dopotutto, aveva davvero bisogno di quei soldi.

 

Sbuffò per delusione, per poi manifestare un Meisoku blu-notte di dieci metri. Per un attimo, i compagni del piccolo licantropo tentennarono.

 

- CRA! D-DIECI METRI?!

 

- Ahia. - Disse il Legnogeco, - questa potrebbe finire male.

 

- Non ho idea di cosa ti stia succedendo, ma come ho detto ho bisogno di vincere...

 

Concentrò tutte le sue forze nel braccio destro.

 

- BECCATI QUESTO!

 

Il pokémon con il mantello iniziò a spingere la mano del pokémon Emanazione verso il tavolo con una grande forza, probabilmente tredici volte tanto quella del Pangoro. Quando il palmo del licantropo stava per toccare il tavolo, le mani dei due contendenti ritornarono nella posizione iniziale.

 

- M-ma che-

 

- Scusami. Qualcosa è entrata nella mia testa e non riuscivo a staccarmela di dosso. Dove eravamo rimasti? Ah sì...

 

Dal corpo del piccoletto uscirono fasci d'aura blu elettrico, estendendosi per dieci metri.

 

(Ost basked sunset)

- Volevi animare la festa, eh?

 

Il Charmeleon rimase sbalordito dall'aura emessa dal piccolo licantropo. Sapeva che non aveva ancora dato il suo meglio, ma essere confrontato con la realtà dei fatti lo fece inevitabilmente sbalordire. Non poté rimanere con i nervi saldi: l'eccitazione dello scontro lo assuefò completamente.

 

- FATTI SOTTO!

 

I due Meisoku si scontrarono tra di loro, collidendo come due incendi che volevano divorarsi a vicenda. Durante lo scontro di auree, i due pokémon si scambiarono sguardi decisi l'uno con l'altro, mostrando la determinazione di voler vincere a tutti i costi. La tensione tra i due era tangibile nell'aria: l'emissioni di energia dei due contendenti rilasciarono violenti venti che si riversarono come un fiume in piena per tutta la piazza.

 

- MA CHE??!!!

 

- C'E UN DRAGONITE QUI NEI DINTORNI?!! COS'E' STO VENTO?

 

- CHE POTENZA!

 

- QUELLI NON SONO KODAMON! SONO MOSTRI!

 

Anche Victreebel si lasciò scappare un' esclamazione.

 

- SACRIPANTE!

 

- Q-qui qualcuno si sta divertendo un po' troppo per i miei gusti! - disse Drapion.

 

- Tch! Che esibizionista... - commentò Weavile.

 

- Sono un po' geloso del capitano... - Disse sbuffando Kenji.

 

- CRAAAAAA!

 

Il Riolu e il Charmeleon continuarono ad accumulare energia e a spingersi oltre alla propria forza. Nessuno dei due era intenzionato a mollare. Nessuno l'avrebbe fatto, vista l'alta posta in palio. Da lontano, Noir III e Nebra I si stavano godendo un po' di riposo dopo l'immensa traversata, all'interno della villa a Bazaropoli predisposta per il Sultano. Quando riuscì a percepire i Meisoku dei due combattenti, il pokémon Mutevolpe saltò dal divano.

 

- C-C-C-COS'E' QUESTO MEISOKU!? - disse, - QUALCUNO STA INFRANGENDO LE REGOLE?!

 

- Non esattamente, mio re.

 

Il Dusknoir stava assistendo a tutta la scena con un cannocchiale.

 

- Guardi un po' qui. E' quel Riolu di prima... Sembra stia facendo una delle lotte a scommessa.

 

- VEDERE VEDERE!

 

Si precipitò alla finestra, strappando dalle mani di Noir il cannocchiale e puntandolo verso la piazza dove si stava svolgendo l'evento. Il gran visir fu indispettito da tale prepotenza.

 

- Uhmm... WOW! Che fenomeno! Non mi aspettavo che fosse in grado di fare una cosa del genere! Potrebbe anche essere più forte di me!

 

- Lei è troppo modesto, mio re... - disse, cercando di lavare via la rabbia di prima.

 

- Non scherzo! Che cosa incredibile... e sembra che entrambi stiano aumentando la propria forza costantemente! Nessuno vuole mollare! Wow wow wow wow wow!

 

- E' molto strano... Non ricordo di aver notato degli elementi molto particolari nei loro rapporti. E' strano che certi individui ci siano passati inosservati. Vuole che faccia qualche indagine, mio re?

 

- SEI ANCORA QUI A PARLARE? FAMMI DEI RAPPORTI! SUBITO!

 

Per un attimo, la fronte del Dusknoir si corrucciò in un'espressione demoniaca, come quello di una iena.

 

- Come desidera...

 

L'aria all'interno della piazza era carica di adrenalina. Ognuno facevano il tifo per il suo preferito.

 

- VAI RIOLU! FAGLI VEDERE CHI SEI!

 

- VAI TAITAI-SENPAI (*) ! RIDUCILO IN POLTIGLIA!

 

- STAI CALMO! E' UN BRACCIO DI FERRO!

 

- MA NON VEDI COME SI COMBATTONO?!?!?! ALTRO CHE BRACCIO DI FERRO! QUELLI SI STANNO SCANNANDO!

 

I contendenti stavano però per raggiungere il limite, soprattutto Rukio che, reduce dalle sfide precedenti stava per allentare la presa. Il suo braccio era piegato di quarantacinque gradi verso il tavolo.

 

- LA VITTORIA E' MIA! - Disse il Charmeleon.

 

Il pugno di Rukio stava per toccare terra e sarebbe stato sconfitto. Un ghigno, però, si stampò sul suo volto.

 

- Cosa hai da ridere? - rispose il pokémon dal mantello.

 

- Sei molto forte...

 

Il Meisoku del capitano aumentò di colpo.

 

- Non pensavo di doverlo usare...

 

L'evento fu talmente rapido che il misterioso pokémon non riuscì a vedere altro che questo: le braccia del piccolo licantropo diventare dello stesso colore del suo Meisoku, e l'occhio sinistro cambiare in un azzurro chiaro, delineato da uno strano segno giallo simile all'anello di Arceus.

Dopo questo, intorno allo sfidante divenne completamente bianco.

 

Vedendo che non sarebbe riuscito a battere lo sfidante, Rukio aveva deciso di allentare la presa e diminuire l'aura, per poi scaricarla tutta in una volta con l'aggiunta del Blue Dusk.

Nonostante non avesse subito ferite, la stanchezza dei combattimenti precedenti a braccio di ferro fu abbastanza da poter permettere un incremento di forza.

 

Ci fu un'esplosione di luce intorno al tavolo della contesa che rischiò di spazzare via gli spettatori e il presentatore, assieme all'ex campione.

 

- ARGH!!!

 

- N-NON VEDO NIENTE!

 

Quando il cumulo di polvere si diradò, ciò che rimaneva dello scontro era un risultato inequivocabile. Il Riolu seduto comodamente sul sedile di legno e il secondo tavolo distrutto. Il Charmeleon, invece, era a terra, con il corpo bendato scoperto e il viso rivolto verso il cielo, con gli occhi completamente spalancati. L'occhio del Riolu tornò normale, ed il suo Meisoku sparì nei resti del campo di battaglia.

La vittoria cadde nelle mani del combattente del tramonto, che aveva ancora una volta dimostrato di essere uno dei più forti campioni ad aver calcato il palco del braccio di ferro. Non avevano fiato in gola gli spettatori per poter descrivere quello scontro: mai nella vita, fuorilegge compresi, avevano mai assistito ad uno scontro simile. Per giunta, da un Riolu che doveva ancora diventare un Lucario. Una volta superata la sorpresa del momento, gli spettatori acclamarono a grande voce il vincitore di quello.

 

- SEEEEEEEE!

 

- SEI FENOMENALE, PICCOLA CANAGLIA!

 

- PER IL PICCOLO RIOLU BANZAAAAI!

 

- BANZAAAAAAAI!

 

Anche il team Skyriders e il team AWD, contagiati dall'aria di festa, acclamarono il loro capitano.

 

- YAAAAAAAAAAAAAAAYYYYY!!!!! C'E' L'HA FATTA!

 

Il Victreebel impugnò il microfono con forza, acclamando il vincitore con gioia.

 

- E IL VINCITORE, SIGNORI, E IL PICCOLOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO RIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIOLUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!!! FATEGLI UN APPLAUSO! FATEGLI UN BELLISSIMO APPLAUSO!

 

Uno scroscio di applausi riempì tutta la piazza. Fecero così tanto rumore che persino la sabbia tremò. Il Flygon che era con lui era visibilmente dispiaciuto, mentre la Dragonair fece uno sbuffo rassegnato.

 

Rukio, senza pensare all'esultare della folla, si alzò dal suo posto per aiutare lo sconfitto a rialzarsi.

 

- V-va tutto bene? S-scusami... credo di avere esagerato davvero, stavolta!

 

Per un attimo, il Charmeleon non rispose subito. I suoi occhi erano ancora sconvolti da quello che aveva appena visto. Riuscì a muovere le sue pupille, fissando il pokémon che lo aveva appena battuto. Era in un misto di curiosità e timore: non aveva mai visto quel potere così sconfinato da quando aveva iniziato a viaggiare. Nella sua testa vi erano mille domande, ma abbassò lo sguardo con la consapevolezza che era un mistero lontano da quello che aveva bisogno. Purtroppo, la sua missione non aveva niente a che fare con quello: non avrebbe avuto tempo per scoprire e conoscere il pokémon che aveva di fronte. Chiuse gli occhi, rassegnato. Riconobbe solo il fatto che era stato completamente sconfitto da qualcuno ridicolmente più forte di lui. Rialzò il viso verso di lui, ridendo a squarcia gola.

 

- AHAHAH! Quale campione chiede scusa allo sconfitto!? - disse sorridendo.

 

Accettò la sconfitta con un sorriso beffardo come quello di Kenji.

 

- Con la tua ultima mossa mi hai fregato... Però è meritata! Sento che se avessimo continuato avresti avuto la meglio lo stesso. Sembrerebbe che ho ancora tanta strada da fare...

 

Gli strinse la mano in modo deciso.

 

- Grazie per la sfida! E' stato divertente!

 

Nel vedere l'entusiasmo dello sconfitto, fu naturale anche per il Riolu sorridere. Non sapeva come descriverlo, ma era la prima volta dopo tanto tempo che si sentiva addosso una bella vittoria.

 

- Lo è stato anche per me, Charmeleon.

 

- Draigen.

 

- Come?

 

- Taitai Draigen. E' così che mi chiamano. "Taitai" è un abbreviazione di "Taihōtai" (*). Di solito non mi disturba essere chiamato per la mia specie, ma da parte tua preferisco qualcosa di più specifico. Tu invece? Come posso chiamarti?

 

Il piccolo licantropo fu visibilmente imbarazzato da tale domanda.

 

- S-solo Riolu... - rispose, - Non ho un nome... eheh... - disse alzando gli occhi chiusi al cielo e sorridendo.

 

- Oh? Davvero? Strano! Avrei giurato che un Kodamon con la tua personalità avesse deciso di darsi un nome...

 

- D-dici? Beh, mi dispiace... Non ne ho ancora deciso uno... - Disse distogliendo lo sguardo.

 

Rukio non stava tentennando perché stava mentendo, ma perché in una situazione normale avrebbe dato il suo nome a quell'individuo. Aveva riconosciuto il valore del Charmeleon, e il sogno visto lo aveva aiutato a comprenderlo di più.

Aveva la convinzione di potersi fidare di lui, che era un pokémon che poteva comprenderlo e con cui poteva stringere amicizia. Nella sua onestà gli dispiaceva non poter essere completamente sincero con lui. Draigen lesse tra le righe la bugia del Riolu, ma anche che non era motivo di azione voluta.

 

- Non ti preoccupare. Non so per quale motivo tu debba mentirmi dopo questo combattimento leale, ma non discuterò il tuo onore: devi avere una ragione valida per farlo. Non sei l'unico perspicace, in questo mondo.

 

Si fece aiutare dal capitano del team Skyriders per rimettersi in piedi.

 

- Non fa niente! Vorrà dire che me lo dirai quando sarai pronto, un giorno.

 

- Ti ringrazio, Draigen. - Rispose a cuor leggero Rukio, - mi farò perdonare la prossima volta che ci incontreremo.

 

- Molto bene. Ti prendo in parola, eh.

 

- Sì. Questo definitivamente non è un arrivederci.

 

- E nemmeno il nostro ultimo scontro. Preparati: la prossima volta vorrò di più di un misero braccio di ferro. La prossima volta ti batterò!

 

Una strana sensazione nacque nel cuore del piccolo licantropo. Era la prima volta che provava una sensazione simile.

 

- (Cos'è questo? E' diverso da un sentimento di amicizia...)

 

Istintivamente, alla sua mente gli vennero delle immagini di cui non capì come il suo cervello abbia deciso di mostrargliele in quel momento, ma che successivamente comprese il loro significato. Quando cercò di esprimere le sue emozioni, gli vennero in mente immagini di Kenji e Drapion che combattevano, o di Rokujo quando l'aveva sfidato.

 

- (Capisco... questo è...)

 

Aveva ottenuto il suo primo rivale. Liberò la mano dalla morsa di Draigen, per poi mostrare il suo pugno. Immediatamente, il Charmeleon lo colpì a sua volta con pugno, sigillando il nuovo legame che l'eroe di Borgo Quieto aveva stretto con il pokémon con il mantello.

 

- Sfida accettata! Alla prossima, Draigen!

 

****** NOTE DELL'AUTORE*******

- Explaining:

- Legenda:

Shinkutsu (心掘): Scavacuore, Heart-digger.
Hōtai (包帯): Bende.
Taitai (体帯): Corpo bendato (creato in difetto).
Taihōtai (体包帯): Corpo bendato.

- Curiosità:

Draigen è un nome irlandese e vuol dire "Spina Nera". Di solito, è usato come nome femminile. 

 

 

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Capitolo 5: i sussurri del deserto (prima parte)

Spoiler

Centosettantesimo anno del drago, ore 18.40. Dopo aver salutato il Riolu, Taitai Draigen tornò dai suoi compagni ai bordi della piazza.  Mentre lasciava spazio agli altri contendenti, i pokémon intorno ripresero ad applaudirlo, per onorarlo nel suo grande combattimento contro il campione del braccio di ferro. Non aveva motivo di rimuginare sulla sconfitta: uscì di scena con un sorriso fiero e soddisfatto.

 

- Non preoccuparti per la sconfitta Senpai! - Fece per consolarlo il Flygon, - non c'è bisogno di abbattersi!

 

- Cosa stai dicendo, stupido Eridor (*)? - rispose la Dragonair, - non vedi che è contento? 

 

- Sei tu che non capisci, Tessarion-chan (*). Il signor Draigen sta solo nascondendo il dolore e l'umiliazione della sconfitta con un sorriso! Quale altro principe potrebbe rimanere impassibile come lui?!

 

- Guarda che mia sorella ha ragione, - disse il Charmeleon, con sguardo beota, - sono felice sul serio.

 

Eridor rimase pietrificato, lasciando spazio ad un flebile grido strozzato in segno di sorpresa.

 

- Allora, fratellone? Era davvero così forte?

 

Il Charmeleon perse per un secondo la lucidità del reale. Provò a richiamare gli attimi prima della sua sconfitta, prima che diventasse tutto bianco. Era sicuro di quello che aveva visto: mentre il piccolo licantropo stava usando tutta la sua forza per contrastarlo, il suo occhio sinistro era diventato azzurro, e dentro vi era l'anello dorato del grande dio Arceus. Non aveva alcun dubbio: era stato battuto dall'abilità Genshi del campione. Egli si tenne questa informazione per sé: se quello era legato al fatto che non gli avesse detto il suo vero nome, era sciocco divulgare una notizia che avrebbe potuto metterlo in difficoltà. Probabilmente, se aveva capito il personaggio, l'aveva usato solo perché doveva vincere quei soldi a tutti i costi. Sorrise ai due suoi compagni, tralasciando il vero motivo per cui era stato battuto.

 

- Era fortissimo! Non ho potuto fare niente! Credo che darebbe filo da torcere persino a mio padre! 

 

- ADDIRITTURA?! SEI SICURO?!

 

- Ne sono convinto, Tessy. 

 

La sorella si avvicinò al fratello, quasi bisbigliandogli nelle orecchie.

 

- D-dici che lui... Potrà aiutarci?

 

Il Charmeleon non rispose subito. Continuò a guardare negli occhi la sorella, sorridendo. 

 

- Dray...kun?

 

Porse alla sorella un sacchettino di iuta stretto con un laccio nero. Al suo interno, vi erano delle monete d'oro. 

 

- Lo ha già fatto. 

 

- M-ma quest-

 

- Mi ha dato sessantamila Koda. Con questo, abbiamo la possibilità di entrare nell'asta di Yamiscilla. 

 

La Dragonair sobbalzò spaventata. Era proprio quello che avevano bisogno per la loro missione. Ma quel regalo inaspettato implicava una cosa di cui la possibilità che fosse accaduta la fece andare in bestia.

 

- MA SEI IMPAZZITO!? NON GLI AVRAI DETTO MICA DELLA NOSTRA-

 

- SHHHH!

 

Il Charmeleon tappò la bocca alla sorella. 

 

- Stai calma! Non gli ho proprio detto un bel niente!

 

Dopo lo spavento per la possibilità che la sorella spiattellasse ai quattro venti le loro motivazioni, cercò di parlare con tutta la calma possibile. 

 

- Ci siamo salutati a vicenda, e poi...

 

- Questi sono tuoi.
- Eh?
- Contali bene. Dovrebbero essere sessantamila tondi tondi. 
- Perché mi stai regaland- ASPETTA! MA QUESTI SOLDI... MA COME-
- Hai detto che avevi bisogno dei soldi. Penso che tu abbia un istruzione e per trovare questo posto devi avere un senso delle esplorazioni, quindi viaggi, non sei fisso in un Dungeon e non sei venuto qui per caso. 
Non sembri un poco di buono e nemmeno così messo male a cibo, vista la vitalità che dimostri anche dopo aver usato tutto me stesso per batterti. L'unico motivo per cui potresti essere qui è quello per cui sono anch'io qui. 
- MA NON POSSO-
- Cosa? Non puoi accettare? Doveva essere davvero una missione di poca importanza se puoi rifiutare questa possibilità...

 

Liberò la bocca della sorella, permettendole di parlare. 

 

- Ha detto questo? - Chiese stupita.

 

- Già. E' stato un bello scontro. E questa provocazione finale...

 

Non smise di sorridere. Ma, per qualche ragione, era leggermente innervosito. 

 

- I suoi compagni devono avere una pazienza...

 

- Capito... - rispose con una espressione malinconica.

 

- Ad ogni modo, credo che non abbiamo più nessun motivo di rimanere qui. 

 

Si nascose nel mantello il bottino ricevuto.

 

- Eridor.

 

- S-sì, signor Draigen?

 

- Stasera attueremo il piano. Discuteremo i preparativi nella locanda. Fino ad allora, cercate ogni informazione che ci potrà essere utile.

 

- AGLI ORDINI, SIGNOR DRAIGEN! - Risposero in coro la sorella e il suo seguace.

 

- (Speriamo bene...)

 

Intanto, il nostro piccolo eroe blu si concesse una piccola pausa di qualche minuto dopo quello scontro, approfittando del fatto che un altro tavolo fosse andato perduto. I suoi compagni si erano avvicinati a lui, desiderosi di commentare la sfida.

 

- Sei stato fantastico, capitano! Ottima idea quella di allentare la presa e rilasciare tutta la forza in un sol colpo!

 

- G-grazie... - fece imbarazzato il Riolu.

 

- Che seccatura... Avrei voluto fare anch'io una sfida contro quello... - commentò seccato lo spadaccino.

 

- Mi metto in coda anch'io! RHAHAHAHAH! - disse Drapion.

 

- Menomale che non dovevamo attirare l'attenzione, eh? - rimproverò Weavile.

 

- N-non ci potevo fare niente... a differenza del resto era davvero forte...

 

- Sssssono sssssempre più contento di partecipare a quesssta misssione con voi, sssssignori. 

 

Quello più entusiasta di tutti, tuttavia, fu Fujito, il quale non aveva mai avuto modo di vedere il piccolo licantropo fare sul serio.

 

- SEI STATO STRABILIANTE! BRAVO BRAVO BRAVO BRAVO BRAVO! - Gli disse afferrandogli il braccio destro e muovendolo come una maracas.

 

- Ehi ehi! Piano che mi fa male!

 

- Ah, scusa! E' solo che è la prima volta che vedo una cosa del genere! E STATO SCON-VOL-GEN-TEEEEE!

 

L'urlo di gioia del camaleonte fu talmente forte che riuscì finalmente a destare il fratello maggiore Midorima dal sonno da svenimento.

 

- Zzzzz.... Uh? D-dove...

 

- MIDORIMA! PIGRONE DI UN FRATELLO HAI SCELTO IL MOMENTO SBAGLIATO PER DORMIRE! 

 

Il fratello maggiore non rispose subito: si stropicciò gli occhi dopo il bel sonnellino, e la prima cosa che notò fu di essere in braccio all'inquietante Drapion.

 

- KEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEK!

 

Per l'urlo cadde dall'abbraccio del pokémon Scorpiaccio, sbattendo la testa sul terreno.

 

- V-va tutto bene mister Midorima? - Chiese preoccupato lo scorpione.

 

- Su su, alzati! - Disse il fratello minore, aiutandolo a reggersi, - non hai ancora l'età per schiattare!

 

- M-ma... che diavolo è successo?

 

- TUTTO E' SUCCESSO!

 

- E-ehi! Non urlare... Mi sono appena svegliato...

 

- COME HAI POTUTO DORMIRE IN UN MOMENTO COME QUESTO?! SEI UN IRRESPONSABILE!

 

- TI HO DETTO DI NON URLARE CHE MI SONO APPENA SVEGLIATO! LUCERTOLA DALTONICA!

 

- (H-ho l'impressione di avere un dejavu...)  - disse il piccolo licantropo.

 

- EHM EHM! 

 

 

Da dietro il gruppo tossì una voce squillante. Era il pokémon Moschivoro, che aveva appena finito i preparativi e aveva posizionato un nuovo tavolo.

 

- Qualcosa non va, signor Victreebel? - Fece il campione del braccio di ferro.

 

- Mi dispiace interrompere il questo bel quadretto, ma... ricordo che il tramonto non è ancora arrivato e... - Continuò poi impugnando il microfono, - STANNO ARRIVANDO NUOVI SFIDANTI! SIETE PRONTI A MOSTRARE DI CHE PASTA SIETE FATTI DAVANTI A QUESTO MITICO RIOLU?!?!

 

Dalla piazza si levò un coro di entusiasmo e di grinta. Nonostante l'imponente sconfitta di Draigen, nessuno aveva perso l'entusiasmo. 

 

- ALLORA!?!?!?! TI MUOVI O NO?!?!? ANDIAMO DAI! FATTI SOTTO, RIOLU!

 

- NON VORRAI FAR SCADERE IL TEMPO COSI', EH?! IL TRAMONTO E' ANCORA LONTANO!

 

Rukio non si capacitò di tale reazione da parte del pubblico. Non solo aveva mostrato una forza dirompente dovuta al suo Meisoku, ma aveva anche quasi spaccato il terreno su cui era poggiato il tavolino. Aveva sconfitto, con il Charmeleon, ben centotrenta Kodamon: se Draigen non fosse stato così forte, probabilmente non avrebbe nemmeno mai usato il Blue Dusk. Eppure, la sfida del campione di braccio di ferro divenne ancora più gettonata. 

 

- Ti vedo perplesso, piccoletto.

 

Il Riolu si girò verso il Victreebel.

 

-  Anch'io lo sarei. Dopotutto, sembri davvero invincibile. Ma sai... I Kodamon sono Kodamon. Andare contro la natura del proprio essere puoi farlo fino ad un certo punto. E ci ritroviamo anche tra fuori legge...

 

Strinse a sé il microfono parlando di nuovo.

 

- AGGIUNGIAMO UN PO' DI PEPE IN QUESTA EDIZIONE! SE VOLETE, CHI HA GIA' AFFRONTATO IL RIOLU PUO' FARE UN SECONDO TENTATIVO!

 

I pokémon in piazza acclamarono ancora più forte: tutti quanti assaltarono il banco di iscrizioni. 

 

- Vedi... un ragazzo forte come te in questa piazza è come buttare dei Magby in mezzo ad una mandria di Tauros. 

 

Si girò verso il Riolu, con viso fiducioso. 

 

- Dai dai: manca ancora quasi un'ora! Te la dovresti cavare con poco!

 

Negli occhi del pokémon di tipo erba vi era il luccichio del doblone d'oro e la malizia di chi avrebbe fatto di tutto per ottenerlo. Dopotutto, era di questo che si trattava: anche se il campione era un altro, loro avrebbero preso comunque un ingente somma dalle iscrizioni, pari al sessanta per cento delle offerte, che si sarebbero divisi equamente lui e il Pangoro. Il piccolo licantropo non era proprio d'accordo con questo tipo di comportamento, ma sapeva che doveva farlo per potersi guadagnare l'entrata nell'asta di Yamiscilla. Aveva anche regalato un ingente somma ad uno sconosciuto: doveva muoversi se non voleva rimanere indietro.

 

- Uff... Non ho altra scelta eh? - disse sbuffando rassegnato, - Ragazzi, - disse rivolgendosi ai suoi compagni, - dovremmo rimandare la nostra chiacchierata a dopo. 

 

Tra di loro, i Kecleon non ascoltarono l'invito del Riolu. Si stavano attaccando a vicenda a suon di Lacerazione.

 

- (Porca miseria...)

 

- Ho capito... - disse Weavile, - ci penso io a separarli. Drapion, testa a pera, - disse rivolgendosi a Kenji, - aiutatemi anche voi.

 

- (Testa a pera? Che seccatura...)

 

Il suo gruppo si spostò verso i margini della piazza. Il piccolo licantropo si risedette vicino al tavolo con il braccio destro in posizione.

 

- Molto bene...

 

Spalancò gli occhi verso gli sfidanti, urlando al cielo.

 

- AVANTI! FATEVI SOTTO!

 

- SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!

 

Si fece avanti il primo; si fece avanti il secondo. E così il terzo, il quarto, il quinto, il sesto, e così in avanti. Da lì fino al tramonto delle otto di sera nessuno riuscì a sconfiggere il pokémon Emanazione. Questo aveva persino ridotto la forza da usare in modo da non consumare ulteriori energie. Per le prime partite, aveva sfruttato la regola dei due minuti per prendere più tempo possibile per recuperare le forze dopo l'utilizzo del Blue Dusk. Essendo che non era stato ferito ma la conversione di energia dipendeva solo dalla fatica, si riprese dopo trenta scontri. Poi riprese a macinare vittorie su vittorie, per accumulare il più possibile sfidanti. 

 

 Il numero del montepremi raggiunse cifre esagerate. Pangoro aveva sconfitto prima sessantatré pokémon, poi Rukio duecentosettanta pokémon in totale, contando anche alcuni di quelli che avevano già sfidato l'enorme panda che lo avevano risfidato e che nel numero di Pangoro il Riolu era già incluso, per arrivare dunque alla somma di trecento trentatré avversari sconfitti, riuscendo ad accumulare un totale di seicento sessantasei mila Koda, tenendosi per se duecento sessantasei mila e quattrocento Koda. Di questi, sessanta mila gli aveva donati a Draigen e otto mila e settecento ne avevano già tolta l'iscrizione del pokémon Emanazione. Per cui, dalla cospicua cifra che avevano ora possedevano duecento quindici mila e cento Koda. 

L'ultimo avversario fu un Bewear e, per rendere le cose più interessanti, Victreebel aveva rimosso il limite di tempo. Nonostante la stanchezza del Riolu, l'ultimo sfidante fu sconfitto dopo quattro minuti lotta, decretando ufficialmente la vittoria del capitano del team Skyriders.

 

- IL TRAMONTO E' GIUNTO, SIGNORI E SIGNORE! IL CAMPIONE! DI QUEST'ANNO! A BRACCIO DI FERRO! IMBATTUTO DOPO DUECENTO SETTANTA KODAMON SCONFITTI! EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE'.... RIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIOLUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!

 

Tra gli applausi e l'esultare del pubblico, Rukio fu ricoperto di elogi anche dallo stesso presentatore e dall'ex campione, il quale lo sollevò da terra e lo alzò in cielo come se fosse una coppa dorata, lasciandolo illuminare dalla luce scarlatta del tramonto.

 

- VI RINGRAZIO DI AVER PASSATO CON NOI QUESTA MERAVIGLIOSA GIORNATA! DOMANI SERA VERSO LE 23.00 VI ASSISTEREMO NELLA GRANDE FUGA E FAREMO IL TIFO PER VOI! UN ABBRACCIO E VI AUGURO UNA BUONA SERATA!

 

Si concluse così la sfida a braccio di ferro indetta da Victreebel e Pangoro. I pokémon in piazza si allontanarono. Alcuni si ritirarono in locande o in hotel, altri decisero di fare qualche altro passo in vista delle bancarelle notturne, ed altri ancora decisero di affrontare altre sfide per ritentare la fortuna.

I nostri amici, dopo lo svuotamento completo della piazza, poterono avvicinarsi di nuovo al loro campione.

 

- Chapeau capitano! - esordì il Frogadier, - ottimo lavoro!

 

- Niente male, palla di pelo, - disse la Lamartigli, applaudendo, - per quanto sia stato difficile...

 

- L'avevo detto che il montepremi era già nostro, - disse il Grovyle, ghignando - nessuno qui aveva la stoffa per batterti, a parte quella specie di mummia. Però ti ho visto un po' in difficoltà: la resistenza ti ha abbandonato stavolta, eh?

 

- Lascia stare... - commentò Rukio, - non sento più la mano... Dopo questa avrò bisogno più di una Baccacedro.

 

- Detto fatto, monsieur! Ecco qua! - Disse Shinso porgendogli cinque Baccacedro. 

 

Il Riolu agguantò quelle bacche dalle sue mani spaccando il secondo, per poi divorarle tutte in un sol boccone. Spaventatissimo la Schiumorana ritrasse la mano: per un attimo temette di averla persa.

 

- MON DIEU!

 

- Ahhhh... Ci voleva proprio! - disse soddisfatto il Riolu, - Porca miseria! Non mi aspettavo di dover fare sul serio! Alcuni di loro erano davvero forti...

 

- Mi prendi in giro? - Disse Weavile, - non mi è sembrato avessi tutti questi problemi...

 

- La signora ha ragione! 

 

Alle loro spalle, il Victreebel si avvicinò al gruppo di pokémon saltellando. 

 

- Non ci ho dato troppo peso perché ho fiutato l'affare, ma...  Chi diavolo sei?! Non è normale che un Riolu abbia una forza paurosa come la tua! Saranno dieci anni a questa parte che giro per i continenti per guadagnare soldi così e questa è la prima volta che mi capita di vedere con i miei occhi un Kodamon della tua stazza seminare sconfitte su sconfitte! Per di più riesci a manifestare il Meisoku a quei livelli! Qual è il tuo segreto?!

 

- A-allenamento, c-credo... - Rispose timidamente.

 

- Non prenderci per il c**o, ragazzino. 

 

Alle sue spalle, il Pangoro stava sgranocchiando una Gigantomela. 

 

- So perfettamente che, tra tutte le specie, i Riolu e i Lucario hanno un'affinità particolare con il Meisoku, e chiunque di loro sa usarla per aumentare la propria forza fisica. Ma nessun Riolu che io abbia mai incontrato ha mai raggiunto il tuo livello. L'ho visto dai tuoi occhi e dal tuo modo di porti che non era la tua prima battle royal: io stesso mi sento uno sciocco a non averti preso sul serio. 

 

- Tranquillo, - rispose a nome del capitano Kenji, - è la stessa reazione che hanno avuto tutti quelli che lo hanno incontrato la prima volta, me e questo Frogadier compresi. E' una seccatura... ma quel giorno ha pulito il pavimento con me. 

 

Il pokémon Occhiotruce si incuriosì. Un Grovyle; un Frogadier; un Riolu. Tra tutti gli ambienti ed ecosistemi possibili nel mondo, non ve ne era uno in cui quei tre avrebbero potuto convivere. 

 

- Non sembri il tipo da stare sotto qualcun altro, lucertola. E il tuo capitano mi sembra un marmocchio con la testa sulle spalle, quindi non mi date l'idea di una banda. Siete dunque...

 

- Siamo quello che sembra, - lo interruppe il Legnogeco, - ma non lo dica ai quattro venti. 

 

- Tranquillo: me lo immaginavo. Nessuno ti chiederà niente di troppo personale qui a Bazaropoli. Anche perché... nessuno risponderebbe bene a domande del genere! Grahahahah!

 

Il Victreebel  non si trovò d'accordo con la politica del collega, complice un continuo divorare interno di curiosità maggiore del grosso panda.

 

- M.ma... io sono interessato invece! - disse, - Come mai Kodamon del genere si trovano qui, in questa città? Intendo... Perché avete fatto partecipare il vostro capo ad una prova di forza? Non credo avesse bisogno di dimostrarlo...

 

- Semplice, - disse Rukio, -  avevamo bisogno di soldi per partecipare all'asta del Dottor Yamachi. 

 

I pokémon del GIK lo squadrarono confusi. Il piano era che la loro identità rimanesse segreta, così come i loro intenti. Nonostante le proteste silenziose dei compagni, il Riolu chiese loro di stare zitti e di attendere la risposta del pokémon Moschivoro. 

 

Aveva un buon motivo per farlo: loro non lo potevano sapere, ma tramite il Shinkutsu il capitano aveva trovato un informazione utile. Nella memoria di un Nidoking sfidante, aveva rivissuto tramite sogno il momento d'umiliazione di Beinknuser Geysir, il famigerato malavitoso. Tramite la visione non riuscì a comprendere del perché il pokémon Trapano era stato visibilmente spaventato da tale avvenimento, ma ciò che importava erano gli altri pokémon che avevano assistito. Tra gli spettatori della burla, infatti, il piccolo licantropo aveva notato gli stessi Pangoro e Victreebel. Facendo parte dei pokémon presenti alla dimostrazione di Yamiscilla, fu chiaro a lui che anche loro due fossero interessati alla famosa asta. 

I due si erano stupiti di tale esigenza: non avrebbero mai immaginato che i soldi servivano al campione per l'asta.

 

- Q-questa si che è una sorpresa! - esclamò Vicreebel, - Non credevo vi interessasse!

 

Vedendo l'opportunità di ricevere risposte, la felina decise di prendere in mano la conversazione.

 

- Siamo qui a Bazaropoli per questo. Siamo interessati agli oggetti che questo Yamiscilla propone. In particolare, abbiamo messo l'occhio su una sciarpa nera in grado di controllare gli altri Kodamon. 

 

- Siete interessati a quell'oggetto? Che mi venga un colpo! Un Riolu così innocente come te è interessato a cose del genere? - Chiese rivolgendosi a Rukio.

 

- E-ehm... E' una storia lunga... - rispose questo.

 

Il suo fiuto da mercante rivelò che il piccoletto non voleva rivelare nessuna informazione aggiuntiva riguardante questo. La sua curiosità eccedeva le stelle, ma era chiaro alle sue sensazioni che non avrebbe mai potuto sapere niente se avrebbe insistito. Fece uno sbuffo rassegnato e frenò i suoi cavalli.

 

- Capisco... Non vi chiederò il perché. Tanto non me lo direte comunque. Se posso aiutare, risponderò senza troppe pretese. 

 

Si riprese dall'amarezza e mostrò di nuovo la sua vitalità.

 

- Dopotutto ci avete fatto guadagnare un bel gruzzoletto! Sarebbe indegno da parte mia non mostrare un po' di gratitudine! E poi non mi piace essere in debito! Facciamo così: vi diremo dove si trova, ed in cambio vi faremo da accompagnatori! Siamo interessati anche noi, quindi tanto vale andare insieme! Eh? Tu che dici? - disse rivolgendosi al Pangoro.

 

- Gruhgruh... - rise questo, - Potrebbe essere divertente... 

 

- Dovete sapere che la cosa più particolare in quest'asta è lo Scontro con Pegno: molti vengono solamente per questo!

 

- Scontro con Pegno? - si chiese il piccolo licantropo.

 

- E' una semplice regola: anche dopo che l'oggetto è stato consegnato, gli ultimi due contestatori possono picchiarsi senza usare mosse per ottenere o difendere il suddetto oggetto! C'è gente come il mio collega che assiste solo per vedere questo! 

 

- E poi sarei io il sadico, eh? - Commentò Kenji a Shinso.

 

- Non dirlo come se non ti allettasse l'idea... - rispose quello.

 

- Il mio partner ha ragione, - continuò Pangoro, - non c'è divertimento migliore! La regola implica inoltre che, se uno dei partecipanti viene attaccato durante lo scontro, può rispondere e ottenere lo strumento a spese dell'ultimo contestatore! E' il paradiso per i Kodamon come me! avrò fatto sì e no otto occhi neri l'anno scorso con questa scusa!

 

Dopo queste constatazioni, Shinso si rivolse preoccupato al Riolu. 

 

- E-ehm... capitano? P-penso che in tutto quel trambusto potremmo perdere degli strumenti... C-che dici se lasciamo qualcuno indietro per tenerli d'occhio? N-non c'è problema per me: non mi dispiace rimanerne fuori...

 

- Ma cossssa dici! - rispose Arbok, - Il mio ssssstomaco può tenere di tutto ssssse sssssisssstemato bene: posssso rallentare la digessssstione di un messsse di una mela ssssse mi va, ffffffiguriamoci sssssse non riesssssco a tenere due borsssse! Ssssstai tranquillo, mio delissssiossssso amico! Non permetterò mai che tu rimanga da sssssolo!

 

- A-ancora devo comprendere quel delizioso...

 

Da quella regola, il piccolo licantropo evinse due cose: la prima era che c'era una buona possibilità che molti dei pokémon partecipanti all'asta cercheranno solo del divertimento e faranno di tutto per aspettare l'occasione giusta per scontrarsi; la seconda era che, anche se il Veloscuro finiva in mani sbagliate, si poteva avere l'occasione di recuperare l'oggetto con la forza. Voleva dire però che altri potevano usufruire di questa regola: la buona riuscita della missione divenne ancora un futuro incerto.

 

- Posso farti un'altra domanda, Victreebel? - chiese il Riolu.

 

- Certo, piccolo campione! Qualsiasi cosa!

 

- Ecco... Domani, per cas-

 

- GROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOWL!!!

 

 

All'improvviso, un ruggito profondo ruppe l'atmosfera di chiacchiera nel centro della piazza. Aveva una tonalità bassa e profonda, simile a quella di un ipotetico drago nascosto in una grotta, pronto a difendere il suo tesoro a suon di fiammate. Fu talmente lugubre e profondo che fece venire i brividi a tutto il gruppo di esploratori.

 

- Per tutti i Wailmer! Cosa è stato?

 

- Corbezzoli! C'era qualche Pokémon Dominante in visita in città? - Chiese il Moschivoro al suo collega.

 

- Che io mi ricordi no... 

 

- A me... Ssssembra familiare, - disse Arbok, - ho già sssssentito quessssto verso da qualche parte, ma non ricordo dove...

 

Gli unici che ebbero una mezza idea di cosa potesse essere furono Weavile e Kenji.

 

- Non mi dire che è quello che penso... - Disse la felina.

 

- Mi sa che proprio quello, - disse il Legnogeco.

 

Un secondo ruggito irruppe l'atmosfera. Si girarono tutti quanti verso il luogo di provenienza, e scoprirono in un misto di imbarazzo e sorpresa che quel suono proveniva dalla pancia di Rukio. Tutte quelle sfide lo avevano stancato molto, rendendo il suo stomaco simile in profondità alle fauci di un vulcano. Un silenzio imbarazzante cadde in mezzo al gruppo di esploratori. Il piccolo licantropo aveva le guance arrossate e stava cercando di nascondere la vergogna. 

 

- (Dannazione! - pensò, - proprio ora si doveva svegliare!)

 

Chiuse gli occhi, cercando di riflettere sulla situazione.

 

- (Calmati, Oryugo Rukio. Va tutto bene. Mantieni un'espressione facciale neutra e dai la spiegazione nel modo più naturale possibile.) 

 

Guardò negli occhi i suoi compagni, smaltendo la tensione con un forte colpo di tosse. Tuttavia, la pancia brontolò di nuovo, rendendo i suoi sforzi vani. Alla fine, le parole che riassumevano la verità intrinseca dietro quel rumore furono le seguenti:

 

- Ho... Fame.

 

- L'AVEVAMO CAPITO!  - Esclamò il team in coro.

 

Il Pangoro, invece, si fece una grassa risata; il Victreebel un risolino trattenuto. 

 

- Beh, penso sia normale, visto la lunga giornata che hai passato! - Disse il Moschivoro - Ho un idea! Visto che probabilmente parlare qua e con questa emergenza non porterà a niente, che dite se venite con noi nell'hotel in cui alloggiamo? Saremo anche forestieri, ma non ci facciamo mancare niente noi quando siamo qua! Sarà sicuramente meglio di una locanda che, per quanto pulita, non potrà celare rumori molesti di ospiti maleducati! E considerata la settimana sicuramente questo lo vorreste evitare...

 

Kenji fece per aprire bocca e suggerire invece l'uso della locanda, ma Shinso, conoscendo il compagno, procedette a tappargli la bocca e non farlo parlare.

 

- Nell'alloggio potremo parlare con calma, - continuò, - e tu in particolare, piccolo Riolu, non ti preoccupare per il cibo: saremo anche nella Terra della Sabbia, ma il cibo non è secco! Ahahah!

 

- (D-dovevo ridere?! L-lasciamo stare!) - Pensò scuotendo la testa, - mi sembra un ottima idea! Tanto avremmo dovuto comunque scegliere un posto dove alloggiare, ci toglie un bel po' di problemi! Che dite ragazzi, andiamo?

 

- PER TUTTI I KAKUNA! - esclamò Drapion, - SUBITO! ANCH'IO HO UNA FAME!

 

- Non sarebbe male riposarsi un po'... - disse la Lamartigli, - ho le unghie che sono un disastro per prima...

 

- Ma dai, - commentò malizioso il Grovyle, - la grande micetta si preoccupa delle unghie? Hai della sabbia tra le dita?

 

- SARA' IL TUO SANGUE SE NON STAI ZITTO! - Esclamò infuriata. 

 

- Noi ti dobbiamo salutare qua invece, amico mio, - fece Midorima a Rukio, - alloggiamo in una locanda qua vicino. Non credo io e Fujito parteciperemo all'asta, quindi se vogliamo ribeccarci dobbiamo attendere domani alla fine oppure quando torneremo a Borgo Quieto.

 

Non vi era alcun problema per il Riolu. Aveva avuto modo di conoscere il duo delle scommesse, e non aveva problemi a lasciare per i fatti loro i Kecleon e unirsi a loro. Nemmeno il resto del team ebbe da ridire in proposito. Tutti a parte Shinso.

 

- C-capitano aspetta! N-non possiamo fid-

 

Un secondo brontolio uscì dal ventre vuoto di uno del gruppo. Stavolta non era il piccolo licantropo.

 

- Ssssshinsssso? - chiese con pietà la serpe, - Puoi dire dopo quello che vuoi dire al tuo capitano? Anch'io sssssto morendo di fame....

 

- COSA STIAMO ASPETTANDO?!?! TUTTI ALL'HOTEL, MESSIEURS !

 

Senza sapere dove fosse la meta, la Schiumorana schizzò in avanti, solo per allontanarsi il più possibile dall'Arbok.

 

- Grazie, compare, - disse sottovoce Drapion al suo compagno, - questo Frogadier parla troppo per i miei gusti...

 

- Di cossssa, amico? Io ho davvero ffffame.

 

- L-lasciamo perdere...

***********************************

Centosettantesimo anno del Drago, ore 20.15. 

 

(Ost naruto mind reading)

L'hotel Gran Bazar di Bazaropoli mostrava un ambiente sereno ed accogliente, nonostante l'enorme grandezza di esso. Vantava di un'altezza comprendente quattro piani e la lunghezza di sessanta Steelix, quasi seicento metri, con pavimentazione in parquet di legno chiaro lucidato con cera di Combee cromatici, mura di marmo bianco e un soffitto decorato con veli di seta dai colori caldi. Intorno si poteva sentire un sereno profumo fruttato, simile ai fiori di Baccaloquat.

 

Tutto ciò che era presente nell'entrare sembrava volesse avvolgerti e darti il benvenuto. Persino l'illuminazione soffusa, data da candele lungo le mura e lampadari a luce elettrica sul soffitto, sembrava volerti scaldare il cuore.

Nell'entrare in quella hall, Shinso fu come un bambino alle giostre del luna park durante la notte: l'insieme di luci e colori dell'ambiente fecero brillare i suoi occhi di una luce fanciullesca.

 

- Oooooooooooooohhh... Che beeeeeeeelloooooooo!!!!! - non poté fare a meno di dire.

 

- Che seccatura... - si lamentò il Grovyle, - Mi fanno male gli occhi a guardare in alto...

 

Rukio, a differenza di Kenji, si trovò d'accordo con il Frogadier per l'aspetto del luogo.

 

- Cavoli! Certo che in questa città non si fanno mancare niente! - disse con viso sfolgorato.

 

- Le piace, giovanotto? Mi fa piacere! 

 

Dal banco di accettazione, alla fine di un lungo tappeto dell'era Volcaronica dai disegni morbidi di colore rosso porpora e marroncino chiaro, un Darmanitan con un turbante verde smeraldo e una Piumsalute * sulla parte frontale si avvicinò al nostro team. 

 

- Dopotutto, vanto di uno dei più belli hotel di tutta Bazaropoli: se non rispettasse questi standard chiuderei bottega! Ahahahah!

 

- Ovviamente! - disse il Moschivoro, - come farei senza i tuoi comodi letti e divani in Piumabella! 

 

- Sei venuto a trovarmi, eh vecchia canaglia!? Qua la foglia, vecchio mio!

 

I due si strinsero le mani a vicenda. 

 

- Per questa sera ho degli ospiti con me! Vedi di trattarmeli bene! Hai davanti a te il  campione di braccio di ferro di quest'anno! - Disse indicando Rukio.

 

- Oh davvero?! Questo sì che è un evento! Venga qui! Anzi no: guardi, vengo io da lei!

 

Il piccolo licantropo fece per andare in contro al Darmanitan e salutarlo come si deve.

 

- E' un piace-

 

- Caspiterina se sei alto! - disse afferrando gli artigli dello Scorpiaccio, - E' difficile trovare un Drapion della sua stazza! 

 

- E-ehm... ecco... N-non sono così diverso dai miei simili...  - disse questo imbarazzato, - E poi...

 

- Dai dai, non faccia il modesto! Il vecchio panda scorbutico non si batte mica tutti i giorni, eh! Devi esserne fiero!

 

- A-amico mio... Hai preso un Krabby purtroppo... - disse il Victribeel, intervenendo per chiarire l'equivoco, - è questo qui il campione.

 

Afferrò Rukio da dietro con entrambe le foglie, mettendolo davanti al Darmanitan. Questo sbatté le palpebre e si stropicciò gli occhi, credendo di non vederci molto bene.

 

- G-già... - disse lo Scorpiaccio, - sarò anche forte ma non ho fatto niente io! Grazie per aver pensato a me comunque!

 

- M-mi prendi in giro? - disse l'oste, squadrando il vecchio amico, - N-non può essere stato questo piccoletto!

 

- (E' cosi strano da credere?) - Pensò Rukio, con una faccia annoiata.

 

- Neanche io ci volevo credere, ma poi... BOOM! HA SPACCATO DUE TAVOLI NEL GIRO DI UN GIORNO!

 

Darmanitan si grattò la fronte come di chi aveva l'aria di aver visto qualcosa a cui non poteva credere.

 

- Sarà... Se lo dite voi...

 

- (N-non ci crede neanche un po'...) - pensò il Riolu.

 

- Va bene! Ora che ne dite di accomodarvi nella sala da pranzo? Questo giorno abbiamo un buffet misto con le bacche più rare del globo! Abbiamo persino un maestro del Kodama Ramen che fa delle pietanze mica da ridere, eh? Probabilmente non vi farete problemi, visto la fame che avete.

 

- GROOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOWL

 

Le guance del licantropo si arrossarono di nuovo.

 

- C-come faceva a sapere che ero affamato? - chiese imbarazzato.

 

- Giovanotto! Questo hotel è aperto da generazioni, persino dalla vecchia Banditopoli! Saprò per certo quando qualcuno non vede l'ora di affondare i denti in qualunque cosa gli capiti a tiro! Su su! Non fate i complimenti: lascerete le questioni importanti a dopo, ok?

 

Non ebbero il tempo nemmeno di chiedere le stanze, dove fossero i bagni o quanto costava l'alloggio: Darmanitan afferrò di getto il piccoletto blu e lo buttò dentro ad un enorme sala lì vicino, costringendo i compagni a seguirlo. 

All'interno c'era un enorme tavolo a ferro di cavallo, dove il tanto osannato maestro Mr.Mime stava già all'opera. Altri pokémon si stavano deliziando con spiedini di Baccapapaya e Ramen vegetali a base di funghi e Baccalga arrostite ed ogni ben di dio desiderabile. 

 

All'inizio il Riolu provò a restare calmo. Processò tutto in modo razionale: sarebbe andato ad un bancone, avrebbe preso una ciotola, si sarebbe avvicinato al banco delle zuppe e avrebbe riempito la sua ciotola con il mestolo educatamente. Purtroppo però, dopo la prima bacchettata del primo ramen agguantato la sobrietà abbandonò il suo corpo: divorò in dieci secondi due ciotole di ramen bollenti, come se avesse un imbuto in gola, e andò avanti così fino alla decima porzione. Lo sconcerto si stampò sulle facce dei suoi compagni, dei due mercanti, dello stesso proprietario dell'hotel e di tutti i clienti presenti all'interno della sala. La fame, la stanchezza e tutta l'abbondanza davanti ai suoi occhi lo avevano trascinato in un vortice senza ritorno.

 

- Mon dieu... Sapevo che sarebbe finita così... - disse la Schiumorana coprendosi la faccia.

 

- Yahahah! Il capitano non si smentisce mai! - commentò ghignando Kenji. 

 

- Ffffiondiamoci anche noi, prima che fffffinisca tutto lui! - Scattò la serpe. 

 

Al suo movimento, alcuni dei commensali scapparono via. 

 

- Andate avanti. Ho ancora una dignità, io. - fece Weavile laconica.

 

Nonostante avessero avuto una brutta impressione dal comportamento del licantropo blu, anche loro si impegnarono a fondo: Kenji seguì l'esempio del capitano, prendendosi le cibarie desiderate come un ladro in una gioielleria, arraffando tutto ciò su cui posò l'occhio con il solo braccio destro. Si concentrò sugli spiedini e sulle bacche fresche, andando a costruire per pochi secondi una seconda Torre di Pisa. La sinistra la utilizzò per ingurgitare uno dietro l'altro la "Notte Araba", una birra ambrata dall'aroma fruttato di Baccarancia e Baccalemon.

 

Shinso, invece, da pokémon raffinato che voleva essere, andò direttamente dallo chef per farsi consigliare da lui in persona quale fosse il piatto migliore per lui, dandogli direttive su cosa preferisse il suo palato. Fu anche troppo pignolo: visto che era la prima volta che mangiava un ramen, si fece consigliare come mangiare correttamente il cibo di fronte ai suoi occhi, arrivando a fare una vera e propria discussione culinaria. Riuscì a creare una doppia faccia nello chef ospite: una deliziata dalla voglia di allietare il palato nel modo corretto della Schiumorana, dall'altra estremamente indispettita per via delle richieste di un cliente viziato durante il servizio.

 

Weavile andò per gli spiedini di Baccaciofo e Baccacocca, limitandosi a tre di numero, per poi prendere un solo boccale della stessa birra presa dal Grovyle. 

Drapion,  invece, si fiondò sui ramen a base di Baccaroam, quelle che riducevano i danni dei pokémon Drago, e sugli spiedini di Baccaracolo e Baccanaca, per poi tritare bacche fresche come se fosse un bulldozer. Per sbaglio, nel prendere una Baccamela, non si accorse che questa apparteneva ad uno spiedino, finendo per metterlo in bocca intero. Il bastoncino di legno si incastrò nella sua gola, rischiando quasi di strozzarsi. Fortunatamente, la felina repentinamente gli assestò un Nottesferza sull'addome, riuscendo a fargli vomitare il tutto. 

 

Quello che stupì di più fu Arbok, che si limitò a un ramen a base di Baccababiri e spiedini di Baccapane e Baccacao, di un sapore simile al pane e cioccolato nostro. 

Il Victreebel e e il Pangoro, invece, si accontentarono di un solo ramen a testa, complice il fatto che quel giorno non avessero tanto fame, poiché non fu necessario il loro solito sforzo per guadagnare. 

 

Rukio, dopo la sessantesima ciotola, si addormentò di colpo, accasciandosi al suolo con un tonfo che rimbombò per tutta la sala. 

Una volta concluso il lauto pasto, il gruppo dovette trascinare il Riolu nella stanza assegnata, che nel caso del team Skyriders corrispondeva al numero 101. Al team AWD invece fu assegnata la stanza 108, mentre ai due amici di Darmanitan la stanza di lusso 40, due piani più sotto. 

 

- Quando si sveglierà? - Chiese la felina innervosita.

 

Il Frogadier fece degli occhiali finti con la sua pelliccia schiuma.

 

- Calcolando lo sforzo di tre ore, la mole infinita di cibo ingerita meno la radice quadrata di "vi ammazzo se mi svegliate forzatamente"... 

 

Fece il segno della vittoria come una ragazzina giapponese.

 

- Due ore più o meno, - disse il Frogadier.

 

- Se fossi nel mio team saresti già morto... - disse la Lamartigli.

 

- Sono fortunato, allora! Cracr-

 

La risata fu interrotta da il lancio di un asciugamano da parte del compagno verde.

 

- EXCUSE MOI?! CHE COSA SIGNIFICA?!

 

- Piantala di fare le tue cazzate e vieni con noi, - disse Kenji con il solito sorrisetto maligno, - hanno le terme qua!

 

- L-L-L-L-LE TERME?!?!?! ARRIVO SUBITO!!

 

Fortuna volle che, a parte i nostri amici, nessuno quella sera ebbe voglia di andare nelle meravigliose acque dell'hotel Gran Bazar: tra bagni movimentati, improvvise battaglie di schizzi e Idropulsar lanciati da una rana infuriata, il gruppo avrebbe provocato la sommossa generale di clienti imbufaliti, il cui risultato migliore sarebbe stato la lamentela al proprietario.

L'unica che stette tranquilla fu Weavile: essendo una femmina, ebbe il suo spazio personale diviso dagli altri sei, dove potette godersi un'intera piscina riscaldata tutta da sola. Era la prima volta dopo tanto tempo che rimaneva tra sé e sé, per di più in un'ambiente dove era facile ascoltare per una volta sé stessi. 

 

Ebbe la possibilità di pensare a tutto quello che era successo in quel giorno: il viaggio su Lapras, le bancarelle, l'incontro con Nebra I e con Rokujo, e la vittoria a braccio di ferro della palla di pelo, nell'esultare generale dei suoi colleghi. Con il gruzzoletto guadagnato, avevano assicurato il posto nell'asta di Yamiscilla, e forse avrebbero potuto risparmiare qualche cosa. Pensò di poter sgraffignare sotto il naso del Riolu l'intera cifra che avanzerà, e sorrise all'idea di vedere la sua faccia iraconda davanti al misfatto. Ma, poi, la fantasia gioiosa si irruppe in rassegnazione, ben consapevole dentro di sé che a Rukio non importava nulla del vile denaro. 

 

- (Conoscendolo, potrebbe persino regalarmeli a fine missione...)

 

Si tolse dalle fantasie e pensò al da farsi. Da quel punto di vista non aveva bisogno di granché. Dopotutto erano stati molto fortunati: avevano persino trovato dei pokémon disposti ad accompagnarli lì, senza dover richiedere in giro e compromettere la propria identità. Si ritenne molto fortunata: avendo avuto già esperienza con la città, non credeva che sarebbe proceduto tutto così liscio. La vecchia Banditopoli: tanti anni fa, se la sarebbe scordata piscine riscaldate e hotel di lusso.

La vecchia Banditopoli: quando ancora la sua vita si gustava libertà.
La vecchia Banditopoli: quando la felina era ancora una giovane scapestrata. 

 

- Che ci fai qua da sola se non sei in grado di cavartela, eh? [...]
- Fino a che sarò con te, il mondo sarà il nostro parco giochi. Eheh... [...]

 

Nel pensare al suo passato, un viso triste e malinconico si stampò sul suo volto. Si immerse a metà testa nell'acqua, lasciando fuori il naso e i suoi occhi dormienti come se volesse sparire.

 

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Centosettantesimo anno del drago, ore 21.50. Davanti alla loro stanza, il team AWD trovò un biglietto di carta contenente delle scritte in giapponese.

"Venite nella mia stanza quando avete finito il bagno". 

                                                                                                                                                                         - Riolu

- (Che palle... - pensò la Lamartigli, - Beh, almeno non ho dovuto aspettare due ore...)

 

- Cosa dice quel biglietto, signora Weavile? - Chiese lo Scorpiaccio.

 

- Entriamo in stanza e lasciamo gli asciugamani: dobbiamo andare dalla palla di pelo. Io prenderò anche la borsa. 

 

I tre, dopo aver sistemato il tutto, si diressero verso l'alloggio di Rukio. Assieme al team Skyriders c'erano anche Victreebel e Pangoro, che erano seduti a terra vicino alla finestra.

 

- Ti sei alzato vedo, - fece la felina, rivolgendosi al pokémon Emanazione, - credevo non ti saresti svegliato più.

 

- Diciamo... che c'erano cose più importanti da fare prima, - disse il Riolu, serio, - Purtroppo non riesco a dormire se sono preoccupato...

 

- Mon dieu... Vallo a spiegare ai commensali che ti hanno visto collassare... - commentò Shinso.

 

Il team AWD si sedette in cerchio assieme al team Skyriders e ai due mercanti.

 

- Spero che il riposino ti sia servito per avere un piano, palla di pelo. 

 

- Non ti fidi di me? 

 

- No, ma con tutto quello che ti sei strafogato metto in dubbio il tuo stomaco. Non voglio fallire una missione per colpa della tua gola.

 

Victreebel, che era la prima volta che assisteva alle discussioni tra i due team, vide subito lo strano rapporto di concordia e discordia che aleggiava nella stanza.

 

- Non vorrei intromettermi, ma... c'è bisogno di essere così aggressivi?

 

La Lamartigli indicò i due con la mano sinistra, rimanendo voltato verso il Riolu.

 

- E perché ugola d'oro e il ciccione sono qui con noi?

 

- CICCIONE A CHI?!?!

 

Il Frogadier si mise in mezzo ai due.

 

- PARBLEU! CALMATEVI GENTE! Mademoiselle Weavile! Non s'addice ad una signora il suo vocabolario, - disse poi Shinso calmando il tono, - non potrebbe rimandare questo suo modo di parlare per un po'?

 

La felina non rispose, ma si limitò a lanciare un'occhiata gelida alla Schiumorana.

 

- CRA!

 

- Calmati, Weavile, - disse il piccolo licantropo, - capisco del perché della domanda, ma non ti preoccupare: ho dei buoni motivi per farli partecipare. E, anche se fosse, ci hanno trovato un buon alloggio e si sono offerti di accompagnarci, dandoci un grande vantaggio visto che non è la prima asta di questo Yamiscilla a cui partecipano. 

 

La felina guardò negli occhi il piccolo Riolu. Non vi era ingenuità né tanto meno superficialità. Era chiaro che ci aveva pensato bene. Si sedette davanti a lui con le gambe incrociate, facendo un respiro profondo. I suoi compagni seguirono il suo esempio e si misero a proprio agio sul pavimento.

 

- Parla.

 

- Felice di essere dalla parte della tua ragione.

 

La Lamartigli fece uno sbuffo annoiato.

 

Detto questo, il pokémon Emanazione si mise a gambe incrociate, intimando poi con lo sguardo Kenji e Shinso a fare lo stesso. Cercarono di mettersi comodi il più possibile, andando a formare un cerchio insieme agli altri due ospiti e il team AWD. 

 

- Bene, - disse il piccoletto, - se abbiamo chiarito direi di condividere con voi quello che penso e come muoverci. Lasciatemi ancora qualche secondo per pensare: devo sistemare ancora qualcosina nel mio discorso.

 

- Ecco...

 

Il pokémon Moschivoro alzò la foglia alla ricerca di una risposta.

 

- Non sarebbe meglio raccontarci tutto, prima? Non c'è bisogno di essere così precis-

 

Tutti gli esploratori squadrarono con una faccia cadaverica Victreebel, dicendo chiaramente con le proprie espressioni un sonoro e gigantesco "No". Dopo l'esperienza di quel pomeriggio con il piccolo licantropo, era chiaro a loro che non conveniva far squadrare i conti al piccolo licantropo.

 

- O... Sì?

 

Questo rimase con gli occhi chiusi e il mento appoggiato sulle mani per una ventina di secondi. Dopodiché, aprì la bocca deciso. Ma le parole che uscirono fuori non espressero una conclusione molto chiara.

 

- Temo... che non sia possibile stipulare un piano preciso. 

 

I pokémon nella stanza lo guardarono con sguardo interrogativo, non capendo le sue parole. 

 

- E' uno scherzo? - chiese la felina.

 

- Non è che non voglia. Semplicemente non lo ritengo possibile. 

 

- Spiegati meglio, dannata pantegana. Se questa riunione è per dirci che non sei capace avrai più di un buco nella tua testa che non ti permetterà di pensare. 

 

- Non credo che sia una persona da scherzare in questi momenti, signora Weavile, - fece Drapion, - anche se in effetti non capisco cosa intenda dire.

 

- Non vedo nessun problema, io. - disse Kenji, - prendiamo la sciarpa con i soldi, se non ci riusciamo la prendiamo con la forza. Non riesci ad organizzare un piano con questo?

 

- Sta proprio in questo il problema. Prima per noi la direzione era come l'ha detta Kenji, ma quando voi due mi avete detto della regola speciale è cambiato tutto, - disse il Riolu girandosi verso il Victreebel.

 

- La regola speciale... - commentò Weavile. 

 

Ci pensò qualche secondo. Quando realizzò il vero significato dietro le parole di Rukio, la sua faccia cambiò espressione. Per un lampo divenne sorpresa. Poi, divenne estremamente annoiata.

 

- Ah... è la cosa peggiore che poteva succedere...

 

- Già, - rispose Rukio, - purtroppo è così...

 

- Ecco... potreste spiegare per noi poveri mortali? - Chiese Drapion.

 

Così, il piccolo licantropo procedette nel suo monologo.

 

- Il punto è questo: se non prendiamo la sciarpa con l'asta dovremo combattere contro altri per prenderla, e questo succederebbe anche se fossimo noi a venire contestati. La regola dice che solo gli ultimi due possono scontrarsi, ma se attacchiamo nella schermaglia altri Kodamon loro possono reagire per difesa. Tenendo conto di questa regola, vuol dire che non esiste un luogo apposito per lo scontro o è vicino a dove ci metteremo noi. Escludendo che, se fossi in questo Yamiscilla, non farei combattere vicino alla merce, rimane solo un opzione...

 

Rivolse poi il suo viso verso il Victreebel.

 

- Implica che dovremo combattere nei nostri posti. Giusto? 

 

Il Moschivoro squadrò il piccolo licantropo come se avesse visto un alieno.

 

- E-esatto! - Esclamò, - e non è possibile combattere per tutta l'area perché non è fisicamente possibile farlo! I-il luogo dell'asta è una specie di teatro dotato di spalti a tribuna, dove vi sono dei posti numerati da segnaposto, e non sono presenti separatori tra un Kodamon e un altro. E' una regola che ha messo Yamiscilla per evitare danneggiamenti alla sua merce! L'ho tenuta fuori perché me ne sono dimenticato, ma è incredibile che tu l'abbia capita supponendola da quello che ti ho detto! 

 

- RHAHAHAH! Come ci si aspetta da lui! - commentò lo Scorpiaccio.

 

- (No seriamente: chi c***zo è questo ragazzino!? - pensò il Victreebel, - è forte e persino molto intelligente! E poi...)

 

Osservo con occhiate rapide tutta la squadra: era chiaro che nei loro occhi vi era la ricerca costante del parere di quel Riolu.

 

- (Seguono tutti lui!)

 

- E' impossibile che il compratore legittimo lascerà andare uno strumento tanto prezioso così facilmente, - continuò il piccolo licantropo, - Senza contare che i criminali potrebbero diventare imprevedibili. Potremmo rischiare di dover combattere su più fronti. Siamo solo in sei, otto contando anche Victreebel e Pangoro. 

 

Il presentatore scosse la testa, tornando nel vivo della conversazione.

 

- Ehi Frena!  D-dovremo combattere?! I-io non sono portato per quello! 

 

- E' solo in caso accada, - rispose Rukio, -  non la voglio costringere, ma è giusto farle presente l'eventualità. 

 

- Se dobbiamo combattere, potete contare su di me. Sono qui per divertirmi, dopotutto! - Fece il Pangoro. 

 

- La ringrazio, signor Pangoro. 

 

- A-ASPETTA UN MOMENTO! 

 

- UH?

 

- CHE COS'E' QUESTA STORIA?!

 

Fu comprensibile il comportamento del pokémon Moschivoro. Dopotutto, come non era possibile capirlo? Quella era una situazione fuori dalla norma: sei pokémon incontrati quel giorno gli avevano chiesto di partecipare ad una eventuale riunione, volevano entrare nell'asta di Yamiscilla e volevano assicurarsi a tutti il costi l'oggetto con più valore che questo poteva presentare, con qualunque mezzo possibile. E lui avrebbe dovuto assisterli? Combattendo pure? E tutti quanti erano d'accordo con tale piano?! Almeno il suo partner doveva capire la gravità della situazione.

 

- Non hai capito quello che vogliono fare?! - disse all'Occhiotruce, - Il loro obiettivo è impossessarsi del pezzo forte dell'asta a qualunque costo! L'oggetto su cui tutti hanno posato gli occhi! E' più pericoloso di quello che ci immaginavamo!

 

- E allora?

 

- E ALLORA!? SAREMO NEL MIRINO DI QUALUNQUE ORGANIZZAZIONE CRIMINALE ESISTENTE SU QUESTO PIANETA! NON CI ARRIVI!? NON VOGLIO FINIRE IN UNA RISSA ED ESSERE SCHIACCIATO COME UN CATERPIE!

 

- Che cosa stai dicendo, partner? Fino ad un momento fa eri d'accordo di fare parte di questo!

 

- Questo era prima di capire quale fosse l'obiettivo...

 

- Capisco le sue preoccupazioni, - disse il piccolo licantropo al Victreebel, - ma per la buona riuscita della missione ho bisogno anche del suo sostegno. Possiamo farcela da soli: ma volevo solo mettervi a corrente della possibilità.

 

Il pokémon Moschivoro guardò con uno sguardo dispiaciuto. Il suo intuito gli aveva detto la cosa giusta: il piccolo licantropo non era una persona pericolosa, ma anzi un pokémon dal cuore d'oro, onesto e sincero. Aveva capito che il Riolu non aveva nessuna intenzione di metterlo in pericolo, ma vi era troppo in gioco per brancolare ancora nel buio. 

 

- Ascoltami, piccolo marmocchio, - esordì con tono dolce, - capisco che la tua intenzione non è quella di mettermi in pericolo ma in guardia, e sono sicuro che è anche per questo che prima mi hai chiesto se potevo assistere ma non fare troppe domande. Ci sono cose che è meglio non sapere in questo mondo, e lo so meglio di chiunque altro. Però... A questo punto sta diventando scortese, non credi? Vi abbiamo dato tutto, dall'alloggio alla disponibilità di accompagnarvi all'asta, ed anche di aiutarvi a prendere qualche mercanzia dell'asta in caso. Questo è quello che ci hai chiesto. Se veniamo a conoscenza di qualcosina in più, non farà male alla tua missione. Anche noi potremmo essere più utili, no? Non ho ragio-

 

Il pokémon Emanazione mostrò un sorriso sincero e soddisfatto, mostrando al presentatore comprensione e serenità. Non capendo il motivo di quell'espressione improvvisa, questo piegò la testa verso destra, in segno di confusione. 

 

- Più che cortesia, non sono così stupido da coinvolgere qualcuno senza prima fargli presente l'intero quadro. E chiunque si sarebbe reso conto che la situazione non era proprio delle migliori. 

 

La pianta gialla sbatté gli occhi incredulo.

 

- Tu...

 

Non voleva credere a quello che era appena successo.

 

- Aspettavi che io ti contestassi?

 

- Questa missione che noi abbiamo è pericolosa. Non ci preoccupa il potere della sciarpa in sé. Ma sappiamo...

 

Nella sua mente, i Flashback dello scontro con Slade risuonarono nella sua testa. 

 

- Cosa è davvero in grado di fare.

 

Si rivolse di nuovo al Victreebel, con sguardo serio. 

 

- Volevo vedere se, da soli, potevate rendervi conto della situazione che vi stiamo chiedendo di affrontare. Ho bisogno del vostro aiuto. Per noi è veramente importante poter entrare in quell'asta e avere ogni informazione possibile. Ma se non ve la sentite non posso costringervi. Sappiate questo, però.

 

Mise una mano sul suo petto, facendo un giuramento.

 

- Se ci aiuterete... vi prometto che vi proteggeremo qualunque cosa accada.

 

Il Moschivoro lesse quelle parole con una supplica sofferta. Il piccoletto sapeva di star chiedendo un grande sforzo, ma aveva davvero bisogno di loro. Non avrebbe mai messo in pericolo qualcun altro se non fosse necessario. Quella era la gravità della situazione. Il Pangoro tirò un pugno sul pavimento, attirando l'attenzione su di lui. 

 

- Hai veramente una faccia tosta... a chiedermelo in questo modo, ragazzino. Con chi c***zo credi di parlare? Credi che non sappia badare a me stesso? 

 

Il Riolu non rispose. Aspettò la fine del discorso del Pokémon Occhiotruce.

 

- Ma... mi piaci. Era da tanto tempo... che non incontravo un Kodamon onesto come te e con un cuore determinato come il tuo.

 

Alzò lo sguardo, ghignando dall'eccitazione.

 

- CI STO! MOSTRAMI DI CHE PASTA SEI FATTO! CAMPIONE DI BRACCIO DI FERRO RIOLU!

 

Il Grovyle ghignò come lui. Non poté non tremare di fronte allo spirito del panda di tipo Buio. Weavile sorrise maliziosamente, e il resto del suo team la seguì a ruota. Solo Shinso sbuffò rassegnato, consapevole di essere in mezzo ad un manipolo di pazzi. 

Se prima aveva qualche dubbio, dopo quello il Victreebel non poté fare più nulla per tirarsi indietro. Forte del suo codice morale e dell'apprensione verso il suo partner, accettò le condizioni.

 

- Va bene... Se il mio collega ha deciso di aiutarvi, lo farò anch'io. Quando si fa un lavoro come il nostro, è stupido non fidarsi del tuo socio in affari. Se il mio partner lo desidera, neanche io mi tirerò indietro. Ma ti devo avvisare: non contare troppo sulle mie doti combattive. So usare solo Gigassorbimento, Tossina, Radicamento e Aromaterapia. Non sono adatto agli scontri multipli...

 

Il Riolu inarcò le sopracciglia. Tutti quanti là dentro erano dei tipi da combattimento: avere qualcuno con la mossa Aromaterapia era un qualcosa che non poteva chiedere di più.

 

- Non ci sarà bisogno che lei scenda in campo direttamente, - disse lui, -  Per quel che mi riguarda, anche solo Tossina e Aromaterapia ci possono essere molto utili! Ora...

 

Si girò verso Shinso, con sguardo richiedente. Il Frogadier impiegò due secondi d'orologio per capire immediatamente le intenzioni del capitano. Lui non si fidava: secondo il suo pensiero non era necessario farli entrare completamente nell'operazione. Tuttavia, prima che questo potesse aprire bocca, il suo compagno Kenji lo bloccò con una mano sulla spalla.

 

- Se vuole farlo, probabilmente è merito dello Shinkutsu, - gli disse, - fidati di lui.

 

Poi, si rivolse ai due scommettitori. 

 

- Visto che siete dentro, è arrivato il momento di presentarci come si deve. Non avrebbe senso spiegarvi i dettagli dell'operazione, altrimenti. Ti dispiace togliermi la pelliccia schiuma, Frogadier?

 

Nonostante la riluttanza di prima, grazie alle parole del suo compagno Grovyle, il pokémon Schiumorana acconsentì al procedimento del capitano. Si avvicinò a lui togliendogli dal collo il velo di schiuma, facendo attenzione a non appiccicarsi le mani.

 

Una volta finito il lavoro, la sciarpa a strisce verdi e blu fu completamente esposta agli occhi dei due mercanti. I due guardarono la sciarpa, sbattendo gli occhi come riuscire a recepire la scena successiva presa davanti agli occhi. Gli esploratori rimasero in silenzio, in attesa che questi reagissero in qualche modo. La pianta si era zittita anche lei, in attesa in attesa di un'eventuale dichiarazione o di una spiegazione eloquente. Quando capì che, in realtà, quello stesso pezzo di stoffa doveva significare qualcosa per lui, il pokémon Moschivoro si rivolse a loro con sguardo interrogatorio.

 

- E... Dunque?


*********************** NOTE DELL'AUTORE **************

- Explaining:


- Legenda:

Eridor: Drago verde, Green Dragon;
Tessarion: Regina Blu, Blue Queen.


- Curiosità:

il nome Eridor deriva da uno dei draghi della serie di Christofer Paolini, ed era soprannominato il re dei draghi. Non ho letto il libro, ma ho deciso questo nome perché significa drago verde e mi sembrava buffo mettere uno con soprannome importante come una sorte di servitore;

Tessy è l'abbreviazione di Tessarion, da le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco. Significa Regina Blu

 

 

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Capitolo 6: i sussurri del deserto (seconda parte)

Spoiler

I team d'esplorazione si guardarono attoniti.

 

- Cosa dovrebbe significare quella sciarpa?

 

Nel timoroso Victreebel, questo avrebbe dovuto avere una reazione immediata, sarebbe dovuto sobbalzare all'indietro tirando fuori gli occhi dalle sue cavità, rischiando quasi di farli schizzare via. Sebbene la sua specie non fosse di dominio pubblico, il suo simbolo lo era: quel leggendario velo donatogli da Arceus era inconfondibile e inimitabile, rendendone la sua vista un monito della sua persona.

 

Ma ciò non accadde. Rukio non seppe come rispondere. Aveva faticato tanto per nascondere la sua identità, ma non si aspettava di non essere riconosciuto in quel modo. Se lo sapeva, probabilmente avrebbe risparmiato tempo ed evitato la segretezza.

 

- N-non lo sa? - Esclamò stupito il Frogadier.

 

- Ho girato tanto, vero, ma non posso essere a conoscenza di tutte le verità di questo mondo! L'avevo capito che eravate una squadra d'esplorazione, ma questo non mi dice niente! Cosa ne pensi tu, Partn-

 

Il Pangoro era sbiancato. Con la bocca aperta e la mano sinistra poggiata in avanti in segno di difesa, egli si dimostrò essere vittima della più grande delle sorprese, mostrando evidenti segni di paura. A differenza dell'amico, lui riconobbe subito il simbolo del leggendario team dalle note imprese di due anni fa.

 

- T-tutto bene partner? - Chiese il presentatore inquieto.

 

- L-lo dicevo io che non eri un Kodamon normale! - fece quello allarmato, - m-mai avrei pensato però... d-di incontrarti in questo modo!

 

- Potrei dire la stessa cosa io, - disse mettendosi la mano destra dietro la testa, - non mi aspettavo di incontrare te in questo modo, sinceramente.

 

Si girò verso i suoi compagni di squadra, indicando i due.

 

- Farò io le presentazioni. Davanti a voi ci sono due noti criminali famosi per le imboscate e per il loro basso profilo. Attaccavano sempre gruppi ridotti per non destare clamore, e quando hanno capito di aver attirato troppo l'attenzione si sono dileguati. Probabilmente, hanno usato i soldi rubati per iniziare il loro business incentrato sul gioco. Lui è... la Trappola Invitante, Ye Zìyóu (*), - disse indicando il Victreebel, - mentre lui è...

 

L'attenzione fu rivolta tutta verso il Pangoro. Il nome fu rilevato con un'enfasi che si annidò sinistramente negli esploratori.

 

- Il Razziatore Inarrestabile, Tai Zhànshì (*).

 

La felina squadrò i due come se avesse visto dei fantasmi: essendo lei stessa una vecchia ricercata aveva sentito parlare di loro, e mai si sarebbe immaginata di incontrarli in questo modo. Anche se non avevano una taglia alta, il fatto che non erano mai stati catturati e non avevano mai riportato sconfitte avevano destato l'attenzione degli altri banditi.

 

- C-C-C-C-OME C**ZO SAI I NOSTRI NOMI!?!?!? - Disse il Moschivoro, - ABBIAMO SMESSO TANTO TEMPO FA DI RUBARE! TU NON ERI NEANCHE NATO FORSE!

 

Il nome del Pangoro, invece, in Shinso e Kenji ebbero un altro effetto.

 

- Zhànshì... - disse Shinso, guardando il cielo e grattandosi la guancia destra, - dove ho già sentito questo secondo nome?

 

Ci pensò per qualche secondo. Quando si ricordò dove l'aveva sentito, sobbalzò all'indietro.

 

- AH!?!?!?!??!?!?!!!?!?! TU SEI-

 

Nella sua testa scorse un'immagine recente. Nella foresta in cima al Monte delle Rivelazioni, si ricordò di un panda piangente che cercava di mostrare coraggio.

 

- IL PADRE DI PANCHAM! DI BORGO QUIETO!

 

Il resto degli esploratori spalancarono la bocca sorpresi e gridarono alla sorpresa. Era per quel motivo che il piccolo licantropo aveva deciso di fidarsi di loro e farli entrare nella missione: il compare di questo altro non era che il padre legittimo del suo ex compagno di classe di Borgo Quieto, lo stesso che, una settimana fa, era stato rapito dalla banda di Ryokushin Rokujo.

Nel guardare la reazione dei suoi compagni, il Riolu si ritrovò in una situazione famigliare.

 

- Più o meno è stata la mia stessa reazione, - disse il capitano, - non sapete che fatica fare finta di niente!

 

Nonostante tutti i segnali possibili, il pokémon Moschivoro rimase ancora confuso.

 

- Continuo a capirci di meno...

 

- Partner, vieni qui.

 

Pangoro prese sottobraccio Victreebel, bisbigliando al suo ipotetico orecchio. Una volta pronunciata l'ultima vocale, il presentatore sobbalzò all'indietro finendo contro il muro, cambiando l'espressione da confusa a spaventata.

 

- R-R-R-R-R-R-RU-

 

Il piccolo licantropo soffiò forte con l'indice destro per farlo stare in silenzio.

 

- SSSSSSHH!!!!!!! N-non voglio che il mio nome venga detto in giro, per favore...

 

- SE-SEI DAVVERO TU!??!?!?! ESISTI DAVVERO?!?!?!

 

Il piccolo licantropo si indispettì all'esagerata reazione del Victreebel.

 

- (Forse dovevo tenerlo fuori...) - pensò.

 

- Eheh... E' lui in carne ed ossa... Più pelo forse, -commentò il Grovyle.

 

Ye Zìyóu ebbe qualche ripensamento: se una squadra d'esplorazione importante e conosciuta come il team Skyriders era coinvolta in qualcosa, voleva dire una situazione grave che avrebbe potuto influenzare tutto il mondo, e non si sarebbe limitato ad una semplice asta. Purtroppo non potette ritirarsi: se si fosse rimangiato le parole precedenti, ne sarebbe andata della sua credibilità. Nascose la paura con un sorriso nervoso, scendendo nella tana del bianconiglio.

 

- Eheh... Chi l'avrebbe mai detto...

 

- Deduco quindi che tu sia ancora dei nostri, - fece il licantropo.

 

- Un mercante... non si rimangia la parola...

 

(Ost jellal lost memories)

 

Rukio si rifece nascondere la Sciarpa dell'Armonia con la pelliccia-schiuma di Shinso.

 

- Bene. Ora che abbiamo chiarito procedo a spiegarvi ancora qualcosa, riguardo al fatto di non poter stipulare un piano preciso.

 

Invitò i due ex furfanti ad accomodarsi di nuovo sul pavimento.

 

- Ho pensato anche a creare un duplicato usando il Kōsui di Frogadier, una tecnica che gli permette di modificare i riflessi dell'acqua per farle cambiare colore, farla sembrare trasparente o tutt'altro. Purtroppo ho dovuto scartare allo stesso modo quest'opzione. Io e il mio team abbiamo potuto vederle all'opera da vicino: la quantità di riflessi rossi che quella sciarpa crea al solo movimento sono troppi per poter essere riprodotti fedelmente. Devo tenere in conto anche che Yamiscilla, per garantirne l'autenticità, probabilmente mostrerà ancora una volta cosa è in grado di fare. Da quello che poi ci ha detto poi Midori, non ha gli stessi effetti che abbiamo sperimentato nella Caverna del Tartaro: è probabile che sia in grado di fare ben oltre quello che era riuscito a fare Slade. E se il Kodamon che la compra decide di usarla? Questi sono i miei dubbi...

 

Divenne dunque ragionevole le motivazioni del piccolo licantropo dietro le affermazioni precedenti.

 

- Ho capito, - intervenne Weavile, - ecco perché hai detto di non essere in grado di stipulare un piano preciso. In questa situazione sono troppe le incognite di cui ci dobbiamo occupare. Se dovessimo arrivare lì e seguire un piano fedelmente, dovremmo anche prepararci altri cinque di riserva. E' un bel problema...

 

- E' cosssssì preoccupato degli individui che potrebbero esserci all'asssssta? - disse Arbok, - Non credo sssssia il cassssso, ma... non ci sssssta sssssottovalutando?

 

- Non mi permetterei mai. - rispose il Riolu. - Anzi, sulla carta abbiamo più possibilità di assicurarci il Veloscuro di chiunque altro. Il problema è che penso di poter considerare innumerevoli scenari, ma siamo un gruppo appena formato che non ha mai lavorato insieme. Quindi, non abbiamo ancora la coordinazione per eseguire il tutto.

 

- Che seccatura, capitano... Ho l'emicrania e non siamo neanche arrivati al dunque...

 

Drapion si alzò dal suolo, scosso dall'offesa velata.

 

- Ehi! Non siamo capaci di adattarci!? E' questo che sta dicendo?! Per tutti i Wailmer hai appena detto che non ci stavi sottovalutando!

 

- N-non è un problema di forza, - rispose il piccolo licantropo, - ma di coordinazione! Oggettivamente è la prima volta che facciamo una missione insieme! Individualmente sappiamo cosa fare, ma non sappiamo cosa potete fare vo-... Ehm, gli altri Kodamon!

 

- Palla di pelo. - disse Weavile, con aura nefanda, - stai dicendo che hai paura che in qualche modo vi possiamo rallentare? Ne hai di fegato per dire una cosa del genere!

 

Il Riolu si preoccupò: gli sembrò di esser finito in un campo minato e di avere calpestato qualche bomba.

 

- N-non è quello che voglio dire! - Disse il licantropo, - è proprio un problema di base! Siamo tutti tipi combattivi ed offensivi che non riescono a ripiegare su una difesa se non individualmente e non abbiamo modo di supportarci a vicenda! E poi... stai facendo storie davvero su questo? Non mi sembri qualcuno che si attiene al piano di un altro.

 

- Effettivamente hai ragione... - disse, - poi ricordami perché stai facendo tu il piano.

 

- Perché-

 

- Non importa. Lo farò io adesso.

 

La faccia di Rukio si contrasse in rabbia.

 

- (Questa donna...)

 

- Ascoltatemi bene! Quello che dice la palla di pelo ha ragione: diventerà difficile combattere se saremo costretti in questo modo. Ma non se useremo le nostre tecniche come si deve. Cinque o sei piani di riserva: per quanto scocciante, dovremo pensarli tutti.

 

Solo il resto dei pokémon seguì la felina. Rukio, rifiutando completamente la prospettiva della felina, si chiuse nei suoi pensieri tagliando fuori il resto. Non era per arroganza o per cinismo il motivo per cui ritenne inutile ascoltarla, ma era una consapevolezza dei problemi di logica che stava alla base. Anche se fossero riusciti ad organizzarsi, dovevano tenere conto di rimanere ai propri posti, ed essendo che sarebbero entrati insieme era anche altamente probabile che li avrebbero tenuti vicini. Senza contare che attaccare direttamente il Malamar corrispondeva ad un'infrazione delle regole principali della settimana dello Scorpione Nero. Non avevano idea di chi avrebbe partecipato all'asta; non sapevano come era strutturata; non sapevano se quel Pokémon aveva modo di difendersi.

 

- (E' più efficiente, banalmente, se scendiamo tutti quanti e ci buttiamo nella mischia. - pensò il piccolo licantropo, - E' meglio andare lì e formulare una strategia una volta che avremo le informazioni necessarie. Anche se...)

 

Intorno a lui divenne tutto buio.

 

- (Ho la sensazione... che qualcosa non torni...)

 

La chiusura divenne così intensa da disconnetterlo dal mondo. Il suo primo dubbio era sulle stesse regole dell'asta.

 

"1. Per partecipare all'asta sono necessari ventimila Koda di quota per ogni Kodamon che entra. La cifra verrà restituita a fine dell'asta e verrà trattenuta in caso di danneggiamenti di averi dell'organizzatore o infrazione delle regole;


2. la puntata parte da un prezzo base, che poi può essere aumentata di qualsivoglia cifra;


3. si può dichiarare "All-In" per puntare tutti i propri averi portati all'asta. In questo caso, verrà considerata usabile anche la quota di partecipazione;


4. Dopo vendita effettuata, è possibile fare una "Contestazione Fisica", dove l'ultimo contendente può sfidare con mosse colui che ha acquisito legittimamente l'oggetto;


5. Solo l'ultimo contendente può richiedere la "Contestazione Fisica";


6. Non si possono attaccare altri Kodamon. Tuttavia, un Kodamon attaccato casualmente per una contestazione a cui lui è esterno può rispondere ed entrare nella mischia, ed eventualmente mettere le mani sull'oggetto di contesa in caso di vittoria. La spesa d'acquisto cade su chi aveva vinto in modo legittimo l'asta;


7. L'oggetto vinto verrà consegnato a fine asta, per motivi di sicurezza verso terzi e per evitare possibili danneggiamento dell'oggetto venduto."

 

La prima regola aveva il suo senso anche se limitava le scelte di vendita: semplicemente, voleva assicurarsi di avere partecipanti che avessero un certo potere di spesa;

 

la seconda regola sembrava più un errore che fatta appositamente, visto che avrebbe dilungato eventuali contese;

 

la terza e la settima erano irrilevanti;

 

la quarta e la sesta erano quelle che crearono più dubbi nel piccolo licantropo.

 

In realtà, tutta la situazione della Contestazione Fisica creava non pochi tarli. Mentre la quinta era per tutelare la vendita ad una cifra ragionevole, le altre due potevano anche non esserci. L'unica ragione era per motivo di show: evidentemente, il Malamar voleva qualcosa per aggiungere un po' di pepe alla sua asta, e così facendo gli permetteva di spargere voce ed accumulare passivamente più clienti. Ma in realtà non ne aveva bisogno: gli oggetti in sé e la dimostrazione del pezzo forte in un'ambiente di commercio come Bazaropoli erano di per sé sufficienti per attirare curiosi.

 

Rukio vide anche la possibilità che fosse un modo per delegare l'evidente aggressività dei partecipanti a loro stessi, facendoli scontrare tra di loro. Ma per quel verso, di per sé le regole della stessa Bazaropoli già lo tutelavano. Forse era un modo per guadagnare di più: in combinazione con la prima regola, eventuali infrazioni di regole comportavano all'espulsione dall'asta e la perdita della quota partecipativa. Tenendo questo presente, Rukio dedusse che il Malamar avesse un modo per farsi rispettare e poter controllare un'intera asta di criminali.

 

- (Comunque... per un mercante è sempre meglio non solo vendere oggetti, ma fondare nuovi legami venditore-acquirente per garantirsi un flusso sicuro. L'asta in sé mi sembra uno strumento troppo rischioso per un venditore in mezzo a tutti questi farabut- )

 

- CRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!

 

All'improvviso, mentre la felina stava spiegando le postazioni, quello che era rimasto in disparte per più tempo esplose in un grido di disperazione.

 

- C-c-cosa!? - esclamò Drapion spaventato, - m-mi ha fatto venire un colpo!

 

- STAI ZITTO, DANNATA RANA! - La felina, - SEI IMPAZZITO PER CASO!?

 

Il respiro della ranocchia era affannato. Era come se avesse appena visto un fantasma.

 

- Che c***zo fai, Froggy viscido?! - disse il Legnogeco, - qual è il tuo problema?

 

- QUAL E' IL MIO PROBLEMA?! TUTTA QUESTA SITUAZIONE E' UN MIO PROBLEMA!

 

Mise le mani in avanti, muovendo le dita come se volesse strozzare qualcuno.

 

- CHI CAVOLO SI CREDE DI ESSERE QUESTO YAMISCILLA!? PRENDERCI PER I FONDELLI IN QUESTO MODO! CHE DIAVOLO DI SENSO HA TUTTO CIO'!? PUO' PRENDERE I SOLDI ANCHE SENZA FARE TUTTE QUESTE REGOLE SUGLI SCONTRI! E PERCHE' CONTINUA A TENERELE?! CON I PREZZI DELL'ENTRATA SAREBBE GIA' ABBASTANZA RICCO! BASTEREBBE TRATTENERE I SOLDI, TANTO VERREBBERO COMUNQUE!

 

A grandi linee, era quello che pensava anche il Riolu.

 

- Non ha tutti i torti. - Commentò Ye.

 

- E POI PERCHE' VENDERE QUEL VELOSCURO!?

 

Il piccolo licantropo spalancò gli occhi, spalancando la bocca dalla sorpresa.

 

- PERCHE' NON LO USA LUI, COSI' ANDIAMO LO BATTIAMO E CE NE LAVIAMO LE MANI!? PERCHE' CI STA COMPLICANDO LA VITA IN QUESTO MODO?! QUELLO STRUMENTO E' COSI' FORTE'! CONTROLLA I KODAMON, C*ZZAROLA! MA PERCHE' DIAVOLO LO DEVI VENDERE!?

 

La sua bocca si chiuse ed il suo volto si incupì. Si trovò davanti a qualcosa che risolveva ogni suo dubbio ma allo stesso tempo lo terrorizzava nelle viscere. Un serpente strisciò sulla sua pelle, ticchettando ogni suo pelo con le sue rigide squame, creandogli la pelle d'oca. Nella sua mente scorsero le immagini che aveva visto nella Caverna del Tartaro, di nuovo con lo scontro del suo vecchio nemico giurato.

 

- NON HA ALCUN SENSO!

 

Weavile sbatté le palpebre confusa. Capì che i dubbi della Schiumorana erano fondati, ma non riuscì ad andare oltre quello.

 

- In effetti... è un po' stupido da parte sua. Anch'io se l'avessi lo userei per me. Genio della ricerca, ma non di tutto il resto.

 

- (Aspetta un momento, - pensò il piccolo licantropo, - che sia questo... quello che mi mancava?)

 

(Ost blue lock - Puzzle)

 

 

Il tempo sì fermò intorno al capitano del team Skyrider: la sua figura si pietrificò con la mano sinistra sul suo mento.

 

- (Shinso ha ragione: non ha senso vendere uno strumento tanto potente! Ed un mercante ci potrebbe fare mille cose che lo farebbero fruttare ancora di più che la sua vendita!)

 

Intorno a sé, la scacchiera si frantumò, diventando tanti piccoli pezzi di puzzle mischiati tra di loro.

 

- (Pensaci bene, Oryugo Rukio. Mettiti nei suoi panni. La situazione è questa: organizzi un'asta ed inviti tanti pezzi grossi. Mostri a loro il giorno prima il tuo pezzo forte per attirare curiosità. Poi procedi il giorno dopo a tenere la suddetta, come hai fatto tutti gli anni. Ma quest'anno è diverso: hai un oggetto potentissimo che hai usato come vetrina, ma che non venderai. Che cosa vuoi farci?)

 

- All'inizio è stato uno spettacolo bizzarro. Quando indossò la sciarpa, non passò neanche un secondo che Yamiscilla prese il controllo di quel poco di buono. Gli fece dire davanti a tutti quanto il dottore fosse geniale, gli fece fare dieci inchini con lode, e poi lo fece ballare davanti a tutti come un Bellossom.

 

Si ricordò le parole di Midorima riguardante la dimostrazione. I suoi occhi tremarono dal terrore.

 

- (Se... se è quello che sto pensando...)

 

Ritornò nel mondo reale, appena in tempo per risolvere i dubbi dei suoi compagni.

 

- C'è... una possibilità.

 

I pokémon nella stanza si zittirono. Quelle parole suonarono così calme ma serie che non vedevano l'ora di sapere cosa intendesse dire.

 

- Hai avuto un intuizione? - chiese la felina.

 

- Già. Ma prima devo confermare una cosa. Kenji.

 

Il Grovyle rispose con l'anima pronta a seguire il suo capitano.

 

- Cosa è successo... nell'arena della nostra sede?

 

Davanti a tale parole, lo sguardo di Shinso si distolse, complice del senso di colpa. Quello del compagno si fece più tagliente. In cuore suo, non voleva dire niente sull'accaduto. Ma da come lo stava guardando il capitano, capì che era di vitale importanza.

 

- Vado dritto al dunque. Non ha senso fare le signorine ora.

 

Indicò la Schiumorana con un pollice all'indietro.

 

- Questa ranocchia ha provato ad indossare il Veloscuro preso da quel verme di metallo, - disse riferendosi a Slade, - Quando l'ha fatto, ha rievocato un vecchio ricordo tragico.

 

Il Frogadier si rimise a braccia conserte, come a proteggersi da una folata di vento fredda.

 

- Il Meisoku del Froggy è diventato nero. E poi boom: ha schizzato Neropulsar da tutte le parti. Sono svenuto in quel momento.

 

- Pippa. - commentò la Lamartigli.

 

- NON ME L'ASPETTAVO! - Gridò Kenji offeso, - ANCHE TU SAREST-

 

- E' abbastanza.

 

La voce di Rukio fu così ferma che fece arrivare il cuore in gola alla lucertola verde.

 

- Forse... abbiamo una possibilità.

 

Centosettantesimo anno del Drago, ore 22.30.

 

- Ascoltatemi attentamente. Questo che sto per dirvi... è il piano A.


***************************************************

Sogno nel letto:
sospiro palpitante.
Mela, e mera.


**************************************************

- r... ... r... ... r... ... r... ... r... ...

 

Un sospiro nelle orecchie; vibrato.

 

- r... ... r... ... r... ru...

 

Una voce bisbigliante; senza forze.

 

- r... ki...

 

Un posto buio con delle macchie bianche.

 

- Chi...

 

Una chiamata nel vento con calore vivace.

 

- ru... kio...

 

- Chi... Cosa...

 

- RUKIOOOOOOO!

 

- WUAAAARGH!

 

Centosettantesimo anno del drago, una di notte. Nella sua stanza d'albergo, Rukio fu destato all'improvviso nel suo sonno da una voce.

 

Spaventato dall'inaspettato evento, si destò da sotto le coperte mettendosi in guardia, pronto ad affrontare il pericolo. Fu talmente sconvolto da quello strano incubo che manifestò d'istinto il Meisoku, tirando poi un pugno davanti a sé per affrontare il nemico.

 

Tuttavia, l'unico essere vivente lì presente era proprio lui stesso. Si sentì uno stupido: fece uno sbuffo di delusione nei suoi stessi confronti e si accasciò di nuovo sul letto.

 

- (Che problemi hai, Rukio? Era solo un sogno! Da quando una riflessione inconscia dei tuoi ricordi ti fa paura? A quanto pare la giornata è stata più lunga del previsto...)

 

Si risistemò le coperte, accorgendosi di aver accidentalmente bucato la coperta con la sua aura. Cosa avrebbe detto al Darmanitan? Il suo timore era anche che avrebbe dovuto pagare un occhio della testa, e non se lo poteva permettere al momento.

 

- (Potrei nasconderla? Non mi ha visto nessuno, potrei anche riuscirci!)

 

Scosse la testa, cercando di far sparire quei brutti pensieri.

 

- (No... Che figura ci farei con gli altri? Se non do il buon esempio io...)

 

Decise di tornare a dormire, come se non fosse successo nulla. Si ripose sul cuscino, cullato dalla fredda aria del deserto, solo soletto nel letto di Piumabella. Si sarebbe addormentato con tutta la facilità e la tranquillità del mondo, complice il fatto di essere l'unico individuo nella stanza.

 

- (Un momento), - pensò ridestandosi immediatamente dal sonno, - (qualcosa non va.)

 

Non doveva essere l'unico Pokémon. Si guardò in giro: i due letti ai lati del suo erano completamente vuoti. Lì sdraiati dovevano esserci i suoi compagni, che avrebbero dovuto rispettare la volontà del capitano di dormire e riposarsi in vista della missione di domani.

 

- (Santo cielo... Dove sono finiti?)

 

Cercando di tenere i suoi pensieri solo per la sua mente per non svegliare nessuno, Kenji stava girovagando per l'hotel, cercando di stancarsi per prendere sonno.

 

- (Che seccatura... Dovrei dormire e prepararmi per domani. Ma quel dannato letto è troppo comodo! Non sono proprio abituato...)

 

Percorse nella sua passeggiata notturna tutti i piani dell'albergo, finendo per arrivare all'ultimo piano. Stava pensando alla probabile lotta contro il dottore, pronto a menare fendenti a destra e a manca.

 

- (Eheh... Sarà divertente domani! Spero proprio che l'acquisto fallisca e che dovremmo ricorrere al piano A! Non vedo l'ora di scatenarmi!)

 

Nonostante il momento di contentezza di prima, il suo umore cambiò completamente, quando gli ritornò in mente ciò che era stato concordato qualche ora fa.

Il suo compagno di una vita avrebbe dovuto essere la carta vincente. Era preoccupato, visto che sapeva perfettamente che tipo di persona fosse.

 

- (Mi chiedo se starà dormendo, quel Froggy... Conoscendolo, non riuscirà a chiudere occhio. Non che possa dargli torto... Dopotutto siamo nelle sue mani, no?)

 

Il piano principale, a grandi linee, implicava anche che Shinso, con il suo Kōsui*, avrebbe costantemente dovuto mascherare la Borsa dell'Esploratore del team Skyriders, permettendo l'introduzione degli strumenti chiave senza che la sicurezza se ne accorga. Sebbene Arbok avrebbe potuto nascondere nel suo stomaco due borse, era necessario che gli strumenti all'interno fossero ad una portata immediata, per usarli nel modo corretto.

All'asta, a detta del Victreebel, il dottore poneva uno stretto controllo, vietando l'introduzione di strumenti come rami e sfere, permettendo solo di portare bacche salutari e mele. Dunque non era possibile normalmente portare strumenti potenti come l'Evadisfera e la Bloccosfera, che avrebbero sicuramente facilitato il lavoro.

 

A questo serviva la tecnica del ninja: nascondendo gli oggetti, avrebbero potuto introdurre qualunque tipo di strumento senza farsi notare.

La Schiumorana doveva assicurarsi di mantenere a lungo l'illusione per poter usare la Proteggisfera, l'Evadisfera, l'Appellosfera e la Bloccosfera. La prima serviva a proteggere i non coinvolti da eventuali attacchi a sorpresa; la seconda e la terza erano per la fuga; l'ultima serviva ad impedire che i criminali della sala rovinassero la buona riuscita della missione in qualche modo.

Il problema stava nella giusta tempistica: se Yamiscilla avrebbe rilasciato il tremendo Meisoku malvagio del Veloscuro, non sarebbe stato più possibile attivare le sfere, poiché si sarebbero rotte all'atto. Quindi, era necessario che la prima e l'ultima sfera fossero attivate da due pokémon contemporaneamente.

 

Non solo: il Kōsui aveva la pecca che l'utilizzatore dovesse continuamente usare le proprie forze e mantenere il sigillo del Confronto per tutta la durata della tecnica, o si sarebbe rotta, rendendo davvero il tutto nelle mani del Frogadier.

 

- (Ora comincio ad avere sonno. - pensò sbadigliando, - Penso di fare un ultimo giretto per poi tornare... uh?)

 

Nel mentre che attraversava il corridoio, si accorse che una finestra a due ante era completamente spalancata, dalla quale entrava una corrente di vento molto forte.

 

- (Tsk! Se il vento è così forte bastava solo un'anta aperta! Che seccatura...)

 

Quando attraversò il punto sopracitato, sentì la presenza di qualcuno proveniente da fuori, probabilmente dal balcone che si estendeva lì. Incuriosito, provò ad uscire all'aperto non curante del freddo gelido del deserto. Non trovò tuttavia nessun essere vivente.

 

- (Devo essere davvero stanco se mi immagino cose del genere...)

 

Alzò lo sguardo al cielo, incrociando quello di una luna piena bianca come la neve.

 

- (Se non altro c'è un bel panorama qu-)

 

Dal soffitto scendevano dei piedi blu palmati, che lui conosceva molto bene.

 

- (Tch! Non me lo sono immaginato allora...)

 

Il pokémon Schiumorana era seduto sul bordo del tetto, ammirando la volta blu scura che si stendeva sopra di esso.

 

- Sembra che non sia l'unico a riuscire a dormire. La tua pelle non è troppo delicata per questo vento? - gli chiese il Legnogeco.

Non ottenne nessuna risposta dal suo compagno.

 

- Ma tu guarda... - commentò grattandosi la testa.

 

Il Legnogeco spiccò un salto dal balcone per raggiungere il soffitto, posizionandosi di fianco a Shinso.

 

- Ehi Froggy viscido: posso sopportare uno solo con la testa fra le nuvole, e al momento quel posto è occupato dal capitano.

 

Ancora una volta il ninja non rispose. Egli era completamente rapito dalla Luna piena, dalla quale si faceva accarezzare gli occhi come un cagnolino si faceva fare le coccole dal proprio padrone. Deciso a farsi ascoltare, lo spadaccino avvicinò la testa al suo compagno afferrandogli il petto, urlandogli nelle orecchie come se non ci fosse un domani.

 

- SVEGLIATIIIIIIII!

 

Il grido del compagno Legnogeco lo riportò alla realtà. Tuttavia non sobbalzò come era suo solito fare: la sua sveglia sembrò quella più simile di uno studente alle sette del mattino, dopo aver passato una notte intera a studiare per l'esame del giorno dopo.

 

- Uh? Ah... Sei tu. Mon dieu... Mai una volta che riesca a godermi la luna in santa pace...

 

Il Legnogeco tolse le mani di dosso al suo compagno, scostandosi da lui.

 

- Non parlare Hōgo (*) quando sei da solo con me, - gli disse il collega, - mi danno sui nervi! Almeno quando non c'è nessuno intorno, voglio parlare con te.

 

Il Ninja, in risposta, fece un sospiro di rassegnazione, per poi tornare a guardare quel meraviglioso globo bianco.

 

- Hai ragione... scusa...

 

Non distolse però lo sguardo dalla Luna. Cercando di entrare sulla sua lunghezza d'onda, il Legnogeco si mise a fissare con lui quella luminosa palla bianca. I due stettero in silenzio per qualche secondo, fissando entrambi quei suoi riflessi presi in prestito dalla sorella. L'aria fredda si abbassò, trasformandosi in una leggera brezza solleticante, cullando i due nella loro ammirazione di quello spettacolo.

 

- Bella, vero? - Chiese Shinso al suo compagno, rompendo il silenzio.

 

- Non è male...

 

- Se penso che deve la sua bellezza a qualcos'altro, un po' mi intristisce... Sembra un diamante con le sfumature di un zaffiro...

 

- Anche le pietre preziose sono niente senza la luce, no? Non è tanto diverso...

 

- Hai...ragione. Ultimamente sei più poetico o sbaglio?

 

- E' colpa vostra - replicò scocciato, - se continuerete a sparar stronzate, probabilmente mi rovinerò anch'io...

 

- "Il dilemma del cambiamento", eh? Non avevi tutti i torti allora! Un giorno ti troveremo ad insegnare in una Scuola Kodamon forse! Cracracra!

 

Il Grovyle lo squadrò con un occhiata iraconda, ma si trattenne, ammettendo dentro di sé che il commento era molto divertente. E trovò un bene che il suo compagno fosse in grado di ridere in quel modo. Questo raccolse le sue ginocchia, per poi volgere la testa verso lo spadaccino.

 

- Sai... Amico mio, - disse con tono serio, - penso siamo cambiati tanto da quando facciamo parte di un team d'esplorazione. Io... sto accumulando coraggio, e tu stai diventando ogni giorno sempre più forte. Anche se non mostro... sono molto felice per te.

 

Il Grovyle rimase in silenzio ad ascoltare, mentre dalla medesima finestra un piccolo licantropo blu cercava spazientito i propri compagni.

 

- (Porca miseria se devo fare il badante all'una di notte! Appena li trovo mi sentono!)

 

- Era da tanto... che non mi sentivo felice. L'avevo quasi dimenticato...

 

Il commento fu sentito anche dalle orecchie del capitano.

 

- (Uh? Shinso? Dov'è?)

 

- Ma... Qualcosa ti preoccupa, vero? - gli rispose il Legnogeco.

 

- Sì... - rispose, accennando ad un sorriso, - è buffo, no? Il Senken no Kenkaku che riesce a leggere nel cuore di un Frogadier con nessun spirito combattivo, quasi avesse le antenne di Celebi...

 

- Dai, arriva al punto per... per... - cercò con difficoltà di dire quella parola.

 

- Per favore?

 

- Sì, quello insomma. Non abbiamo tutta la notte.

 

Il ninja guardò il compagno con sguardo intimidito, per poi rivoltare la testa davanti a sé, tenendola fra le gambe raccolte.

 

(Ost naruto sadness and sorrow)

 

 

- Noi... lavoriamo bene con il capitano. Mi sento bene ad avere lui come guida. Crede in noi come se fossimo suoi fratelli. Mi ha persino dato il ruolo decisivo in questa missione.

 

Non lo disse con orgoglio o con fierezza: lo disse con un velo triste e malinconico. Non vi era sorriso nel volto del Frogadier. Il vento spostò leggermente la foglia sulla testa del Grovyle.

 

- Tu... ti senti ancora in colpa per quella cosa al GIK, vero? - disse riferendosi a quando il Frogadier indossò il Veloscuro.

 

Egli non rispose. Il suo silenzio e le sue palpebre pesanti furono più eloquenti di mille parole.

 

- E' acqua passata, - disse Kenji, - né io né il capitano pensiamo che sia voluto. E' stato uno stupido incidente, e nient'altro.

 

- Ti ho quasi ucciso... - disse la ranocchia, stringendosi ancora di più.

 

- Non insultarmi, - rispose, - col c**zo che mi sarei lasciato ammazzare così.

 

La faccia del Mizukage divenne a metà tra l'irritata e la risata.

 

- Ovviamente. Non ti smentisci mai eh?

 

Tornò con lo sguardo torvo verso il basso, ripensando al suo discorso iniziale.

 

- Sappiamo bene ciò che ha dovuto affrontare. L'abbiamo vissuto anche noi, la perdita delle persone più importanti della nostra vita.

 

In un flash, nella sua mente apparve l'immagine di suo fratello maggiore.

 

- Però... di noi lui non sa niente. Ci ha dato tutto: la sua storia con Amelia; la sua lotta contro la Materia Oscura. Ma le nostre paure... il nostro passato... Non è giusto. Lui non si merita questo. Non credi?

 

Il Grovyle non rispose. Continuò a guardarlo con sguardo severo.

 

- Vorrei... dirgli tutto prima di procedere oltre.

 

Prevedendo cosa stava per dire il compagno, la lucertola verde rivolse anche lui in avanti il proprio sguardo alla Luna. Fece un sospiro profondo, lasciandosi bagnare dalla luce lunare.

 

- Cosa vuoi dirgli? - Chiese il Legnogeco.

 

- Tutto.

 

- Non puoi.

 

- Perché no?

 

- Lo sai perfettamente perché.

 

Lo scambio di battute fu secco e diretto. Nessuna menzogna sporcò quel dialogo.

 

- Già... lo so bene perché non dovrei farlo...

 

Nascose ancora di più il suo volto tra le gambe.

 

- E anche se potessi... Ho comunque paura, Kenji. Il capitano è il capitano. Ma... mi accetterebbe ancora se glielo dicessi? E se non lo facessi, e mi scoprisse... e per quanto ancora riuscirei a portarmi questo peso? Non riesco a trovare una soluzione a queste domande...

 

Rukio, che stava origliando la conversazione, stava pensando a come agire in una situazione del genere. Se avesse saputo di cosa avessero parlato, probabilmente non avrebbe ascoltato. Per lui non era il modo di venire a conoscenza di certi argomenti. Il Legnogeco sbuffò all'ennesima lagna del suo compagno.

 

- Ne abbiamo già parlato di questo. - Disse il Legnogeco, - se davvero il capitano voleva sapere di te, avrebbe usato il Shinkutsu quando ha scoperto di poterlo fare.

 

Il Riolu scosse istintivamente la testa verticalmente. Kenji aveva ragione: per il piccolo licantropo non sarebbe stato di alcun aiuto spiare i suoi compagni, e riteneva che non ci fosse bisogno di un potere speciale per capire la sua sofferenza.

 

- E poi... sai benissimo quanto sia pericoloso. Non sei un Kodamon che può passare inosservato.

 

- (Non devo costringerlo. Mai lo farò. - pensò il Riolu, - Non devo sentire questo discorso. Forse è meglio che me ne torni dentro.)

 

Il capitano del team Skyriders fece per chiudere la finestra e tornare nella sua stanza.

 

- Non lo so, Kenji... - continuò il ninja, - mi fa veramente stare male. Abbiamo incontrato tanti Kodamon nei nostri viaggi; abbiamo affrontato diversi poco di buono e anche viscidi che credevano di agire in un buon nome. Ma il capitano... è diverso. Sento... che veramente possa guidarmi verso una speranza.

 

Il piccolo licantropo si pietrificò. Non riuscì a finire il movimento e lasciò l'anta semi-aperta.

 

- Ascoltami, Shinso.

 

Quel tono del Grovyle il Riolu non l'aveva mai sentito: era un tono profondo, uno di quelli che parlava veramente dal cuore.

 

- Non hai davvero bisogno di dirgli quello. Non hai bisogno di dirlo a nessuno. Non è differente da come abbiamo vissuto finora: adesso ci rendiamo utili, invece di c***ggiare in giro. E' cambiato solo questo. Salviamo Kodamon; pestiamo i cattivi; troviamo dungeon nascosti. Se tu dirai tutto al capitano, tutto questo finirà. Non piace nemmeno a me, ma è anche per il bene del tuo stesso desiderio.

 

La Schiumorana abbassò lo sguardo verso la vuota stradina sotto l'hotel.

 

- Eppure... trovo comunque che non sia corretto. Il capitano è davvero una brava persona. Provo rispetto... provo affetto per lui. Nonostante non sappia nulla di noi, ci ricambia sempre con un sorriso stampato sulle labbra e non ci chiede mai niente se non il nostro appoggio. Io... Io non merito tutto questo...

 

Le sue palpebre erano pesanti: si tenevano aperte solo perché quella era la loro funzione, non perché davvero lui volesse tenere gli occhi aperti.

 

- Forse... forse sarebbe stato meglio...

 

- Cosa?

 

Quella domanda fu netta e aggressiva. Per il Legnogeco non servivano altre parole per capire quello che stava per dire il compagno. Avevano passato troppo tempo insieme per non sapere cosa stava provando, e quali erano i suoi pensieri. Rukio non lo poté vedere. Era già assorto e preoccupato per i pensieri che stavano venendo al Frogadier, e in quella posizione non aveva visuale su loro due. Non poté vedere come iracondo e demoniaco era diventato il volto del Legnogeco.

 

- Se quel giorno non mi avessi salvato...

 

La dichiarazione lasciò Rukio di sasso. Quello che implicava il non essere salvato fu il principio attivo del veleno che fu iniettato nel suo corpo. Per una ragione che proveniva dalle sue viscere, quelle parole lo colpirono come un pugno nello stomaco. Calò il silenzio tra i due compagni, così come nei pensieri del piccolo licantropo. Il volto del Grovyle si posò sul viso del Frogadier con sguardo cupo ed irritato.

 

- Che c**zo stai dicendo? - Gli disse lo spadaccino.

 

Il ninja non riuscì a reggere il suo stesso compagno: prima di continuare a parlare, si voltò verso destra per non guardare in faccia la lucertola.

 

- Quel giorno... Nella Foresta Semicroce...

 

Il Grovyle lo afferrò di petto, gridandogli in faccia.

 

- HO DETTO CHE C**ZO STAI DICENDO?! GUARDAMI NEGLI OCCHI! ABBI LE PALLE DI DIRMI LE COSE COME STANNO AL TUO MIGLIORE AMICO!

 

Preso da una rabbia ingiustificata, la ranocchia afferrò a sua volta la mano del Legnogeco, con le lacrime agli occhi.

 

- DOVEVI LASCIARMI MORIRE IN PACE! DOVEVI ABBANDONARMI AL MIO DESTINO E PROCEDERE PER LA TUA STRADA! DOVEVI DIMENTICARMI E FREGARTENE! SEI CONTENTO, ORA?!

 

Il Grovyle rimase sconvolto. Era la prima volta che Shinso gli urlava in faccia.

 

- A CHE C**ZO SERVO, IO!?! NON POSSO STRINGERE LEGAMI COME FATE VOI E IL CAPITANO! NON POSSO LOTTARE PER QUELLO CHE RITENGO GIUSTO, PERCHE' ENTRAMBI SAPPIAMO COSA SUCCEDEREBBE SE LOTTASSI AL MASSIMO DELLE MIE FORZE! PERCHE' HAI SALVATO UN DEMONIO COME ME!? QUESTO STO PENSANDO!!

 

Il Legnogeco non riuscì a parlare: non si immaginava che fosse così profondo il tormento che si portava dietro il Ninja di Albachiara. E' sempre stato così: severo con sé stesso al punto di pensare di distruggere la sua stessa anima. Ma quello che l'aveva stupito più di tutto, e che nel suo delirio depressivo si sentiva in colpa del fatto che il suo migliore amico avesse deciso di salvarlo dall'oscurità che si portava dietro.

 

- CHE C'E'?! HAI PERSO LE PAROLE?! TI E' TROPPO DIFFICILE AMMETTERE DI AVER SBAGLIAT-

 

- NON HO MAI PENSATO UNA SOLA VOLTA CHE LA MIA SCELTA FOSSE STATA SBAGLIATA!

 

Fu il turno della Schiumorana a rimanere senza parole. Dopo l'urlo, il Legnogeco riprese il controllo del suo stato d'animo. Lo guardò dritto negli occhi, e non distolse lo sguardo nemmeno un secondo.

 

- Non ha importanza di quanto tu ti senta male o di quanto vorresti essere lasciato in pace. Ancora... e ancora... e ancora. Anche se mi dessero la possibilità di cambiare, ripeterei la stessa scelta all'infinito.

 

La notte fu rapita ancora una volta dal vuoto sussurro, mentre le guance inumidite del Frogadier riuscirono a salvare il freddo di quella.

 

- L'hai detto tu stesso, giusto? Che vuoi rimediare... che vuoi espiare le tue colpe. Che c**zo di senso avrebbe lasciarsi andare così?

 

Rukio era rimasto tutto il tempo inerme, in silenzio. Voleva rimanere in quello stato: andarsene via il prima possibile, e lasciare tutto nelle mani del suo migliore amico. Forse Kenji avrebbe risolto, forse quello sfogo sarebbe stato passeggero, e domani Shinso sarebbe tornato più forte di prima. Ma era davvero giusto così? Stare dietro le quinte, lasciare che i propri sottoposti risolvessero tra di loro e non intervenire come capitano?

 

Era comprensibile, tuttavia. Dopotutto, i due si conoscevano tra di loro più di quanto il piccolo licantropo sapeva sul conto di entrambi. Non era ancora a quel livello: non si poteva permettere di entrare a far parte di un legame ancora più forte. Se non fosse stato capace il suo compagno di una vita a rimetterlo a posto, chi altro avrebbe potuto farlo?

 

- Lo so bene... - rispose il ninja, staccando le mani dal braccio del compagno, - non penso che andarsene sia soluzione... ma...

Il pianto scese copioso, sommergendo la sua faccia in una fredda piana innevata, dove la sopravvivenza era impossibile.

- Non c'è la faccio più... ad essere così inutile. Io... vi voglio bene... Voi mi volete bene... Se finissi in pericolo, voi combattereste con tutte le vostre forze per salvarmi. Ma... se succedesse a voi... Non so se potrei fare lo stesso... e io lo voglio! Voglio proteggervi, perché siete come una famiglia per me!

 

Era questa la sua più grande paura: più che il suo passato venisse a galla, il non poter sostenere i suoi amici era un terrore ancor più doloroso.

 

- Se usassi tutte le mie forze... io non posso salvarvi! Non posso combattere al massimo per voi, neanche se lo volessi! Rischierei anche di perdervi definitivamente!

 

Con le lacrime agli occhi, chiese aiuto al suo migliore amico.

 

- Cosa... cosa dovrei fare? COSA DOVREI FARE, EH?! DIMMI COSA DOVREI FARE, PARTNER!

 

Il Grovyle chiuse la bocca, con le labbra tremanti. Sentirsi chiamato in quel modo dopo tanto tempo lo lasciò interdetto. Quello era il momento: avrebbe dovuto gettare un'ancora al suo compagno e tirarlo fuori dal nero abisso a cui era condannato. Cosa avrebbe dovuto dirgli? Sapeva bene di cosa stava parlando. Non si era mai preoccupato di questo. Quel muro invalicabile era rimasto sempre lì', davanti al suo compagno. Vuoi per morale o per senso di colpa, il ninja aveva deciso in principio che non lo avrebbe mai superato, talmente forte era il peso che si portava, mentre lo spadaccino, sebbene con gran coraggio, l'unica cosa che aveva mai fatto era portarlo avanti, continuando ad aiutarlo a spingere via quella soglia indistruttibile. Ma era ancora lì davanti, nonostante tutto il tempo passato e gli innumerevoli sforzi per distruggerla.

 

Rimase senza parole, pietrificato davanti al suo stesso migliore amico, mentre questo continuava a piangere davanti a lui.

 

- Basta così. E' più che sufficiente.

 

Con un salto repentino, il capitano era salito sul tetto a sua volta per raggiungere i suoi colleghi, troppo immersi nella disperazione per accorgersi di lui, fino al momento in cui aprì la bocca.

 

Aveva preso la sua decisione quando aveva sentito la dichiarazione di Shinso sulla sua vita. Non era questo il capitano che voleva essere. Abbandonare il Frogadier affogato nelle sue stesse lacrime, aspettando che lui ritornasse a galla da solo? Lasciare il suo compagno Grovyle a sostenere tutto il fardello da solo?

 

No. Non era quello che voleva fare.

 

- C-capitano... - disse il Grovyle, girandosi indietro.

 

Il Frogadier rimase immobile, in piedi con lo sguardo puntato verso il Riolu. Questo si avvicinò a lui con sguardo cupo, emanando un'aria di minaccia e pericolosità.

Era arrabbiato. Forse per l'urlo di prima, per il fatto che due compagni così uniti stessero litigando per un qualcosa che, all'esterno, sarebbe apparsa come una sciocchezza. Terrorizzato da tale scenario, nonostante fosse stato sopraffatto dalla tristezza, il ninja provò a mettersi sulla difensiva.

 

- N-NO NO, CAPITANO! C-C-HIEDO P-PERDONO! - Disse con un sorriso forzato, mettendosi in ginocchio - N-non dicevo sul serio! N-non avevo intenzione di t-togliermi la vita o simili! I-io sono feli...

 

Quello che fece Rukio, in quel momento, non lo aveva mai fatto con nessuno. Teneva alla sua immagine, consapevole del fatto che il capitano del team più importante di Brusilia doveva mantenere un'aura di rispetto. Questo in superficie. La verità era credeva che cose del genere fosse segno di debolezza, e una cosa talmente poco virile che chiunque avrebbe potuto deriderlo.

 

In quel istante, però, gli venne completamente naturale. Facendo attenzione a non toccarlo con i palmi delle mani per non usare lo Shinkutsu, abbracciò il Frogadier mettendo il suo viso a sinistra di quello dell'altro.

 

- C-capitano?

 

Un vento gelido soffiò tra i tre compagni e nei dintorni, come se la notte stesse chiedendo all'ambiente circostante di quietarsi.

 

- C-capi... tano?

 

- Se il mio più grande difetto è la mia emotività, - disse il Riolu, - e la mia rabbia nei confronti di chi tocca i miei amici, il tuo è quello di essere troppo severo con te stesso, Shinso. Non c'è bisogno di un potere speciale per capire quanto tu soffra.

 

I due amici erano paralizzati: la tensione e la sofferenza del momento precedente, unite al fatto che non avevano mai visto questo lato eccessivamente benevolo del capitano, li lasciarono di sasso, completamente inermi davanti a lui.

 

- Non ho mai pensato una volta che tu fossi inutile. Non ho mai preteso che tu faccia più di quello tu non possa fare. Non vi ho mai chiesto da dove venite, né che peso vi portate dentro, e non è importante. Io sono il capitano del team Skyriders, e la volontà del team è di rimanere sempre insieme, nel bene e nel male. Certo... non posso aiutarti a risolvere questo problema.

Il piccolo licantropo lasciò libero il Frogadier, per poi guardarlo dritto negli occhi.

 

- Ognuno di noi ha un "peccato"... qualcosa di orribile che vogliamo nascondere agli altri per paura di essere giudicati, per paura di perdere tutto ciò che per noi è importante. Può essere un atto, può essere una passione, può essere un atteggiamento. Questo non ci deve impedire di lottare per ciò che riteniamo giusto, o per ciò che riteniamo insostituibile. Ma... non è una cosa in cui qualcun altro al posto tuo può scriverci la parola fine, - disse rivolgendosi allo spadaccino.

 

Questi sobbalzò leggermente, rendendosi conto di esser stato chiamato in causa.

 

- Stai facendo un ottimo lavoro, Kenji. Ma non devi addossarti tutta la sua colpa, così come lui non fa con te.

 

Dopo avergli detto quella frase, si girò di nuovo verso il ninja.

 

- Shinso. Ognuno è creatore e profeta del proprio demone interiore. Se vuoi sconfiggerlo, devi essere tu a volerlo. Così come più vai avanti, più alimenti le tue paure, tu hai anche il potere di fermarle e distruggerle. Questo tuo modo di comportarti... questa tua "maschera", che indossi... se ti stai impegnando così tanto per mantenerla, vuol dire che questo è ciò che vuoi essere e non devi dimenticartelo mai.

 

Il Frogadier lo guardò negli occhi non capendo se doveva fissarlo o distogliere la testa. Nessuno aveva mai detto quelle parole a lui. La sua maschera, il suo nascondersi. Faceva parte della sua vita da tanto tempo, l'evitare di mostrare il proprio dolore al prossimo. Lo considerava disgustoso, un azione disonesta nei confronti soprattutto per le persone che ti volevano bene. Eppure, per il Riolu non era così. Lui accettava e rispettava tutto il suo essere.

 

- Non è necessario accelerare i tempi. Sono sicuro che, prima o poi, troverai la soluzione. Sappi una cosa, però: noi saremo qui a gettarti quante ancore di salvezza vorrai. Ti assisteremo nel dargli il colpo di grazia, se necessario. Quando tu lo desidererai, i tuoi amici saranno qui ad ascoltarti. Ma non avere fretta, ok? - Disse con uno sguardo malinconico e con un sorriso affettuoso, - hai un animo gentile, anche se non ci credi. Non fare di questo un difetto... ok?

 

Shinso non riuscì a stare ad ascoltare o dire un'altra parola: si sentì soffocare tristemente ma con dolcezza, come se fosse tra le braccia di un'amorevole madre.

 

Non trattenne le lacrime: non perché non vi riuscì, ma perché non sentì il bisogno di trattenerle, neanche davanti al suo capitano. Nonostante l'immensa tristezza per aver solo pensato che il capitano potesse rimproverarlo, non uscì neanche un grido dalla sua bocca, nessun suono. Aggrappandosi alla schiena del capitano con la mano destra, richiese ancora una volta quell'abbraccio generoso, abbandonandosi in un pianto sommesso, stringendo fortemente a sé il suo caro mentore. Le calde lacrime, raffreddandosi all'aria aperta, gli rinfrescarono il viso addolorato, donandogli il sollievo di cui aveva bisogno.

Kenji rimase in disparte e in silenzio nel rispetto del gesto del piccolo licantropo, lasciandosi scappare un "vergognoso" sorriso di sollievo, lasciando che la notte del deserto potesse godersi appieno la benevolenza tra due anime sole.

 


************************************************************


Centosettantesimo anno del drago, ore 3:00.

 

- S-signor Draigen? E' s-sicuro sia una buona idea?

 

- Shhhh! Parla più piano, - rispose Draigen sussurrando.

 

- M-mi scusi...

 

Draigen e i suoi compagni si trovavano in un enorme tendone da circo, con trapezi appesi al soffitto e due torri di legno collegati da una fune. Su quello che doveva essere un palcoscenico, tuttavia, c'era tutto fuorché attrezzi circensi. La sala con i colori di tenebra era pieno di enormi scatoloni chiusi ed altri oggetti, coperti da panni viola scuro o grigi.

 

- Secondo le informazioni, qui si dovrebbe trovare l'asta del dottor Yamiscilla. Se troviamo quello che cerchiamo, ce lo portiamo via senza perdere tempo.

 

- M-ma... Non ci arresteranno così?

 

Una risata echeggiò all'interno dell'area in cui si trovavano, con un altezzoso sentimento di superiorità.

 

- (Merda!) State giù!

 

Tra le possibili diavolerie presenti, una figura a noi incognitamente nota danzava tra questi sventolando i tentacoli ai quattro venti.

 

-Non vedo l'ora ke avvivi domani! E' diffizile dormire con tutto quello ke suzzederà! OHOHOHOHOHOH!

 

- (Quello sarebbe... Yamiscilla?) - Disse tra sé e sé il Charmeleon.

 

- E' un vero pekkato che mi dovrò separare da zerti zioiellini... Uhm... Forze dovrei riprendermeli una volta che il piano sarà attuato? Du liebe Güte (*)... Non è profezzionale! Però... Ora che zi penzo una volta fatto non avranno più bizogno di koze del zenere... Dovrei lasciar correre?

 

Il Malamar iniziò a parlare a sé stesso, di quello che aveva intenzione di fare domani nella tenda durante l'asta. Da lontano, i tre vedevano l'ombra del dottore parlare alle sue assistenti con fare malizioso. Sembrava un demone buio che parlava ai suoi servi: le sue parole venivano dall'oscurità e sapevano di tenebra.

 

I tre pokémon, già tesi dalla situazione, tremarono di fronte al caos che sarebbe nato lì indomani. Sbiancarono sul posto.

 

- (Ma questo... Questo è fuori di testa!) - Pensò dentro la sua testa Draigen.

 

- Kizzà kome reazirà il mio ozpite zpeziale...

 

- (Dobbiamo andarcene da qui! Dirlo a tutti! Subito!) Ragazzi! - Disse sottovoce, - quando se ne va torniamo indietro! Dobbiamo fermare questo pazzoide!

 

- Chi dovreste fermare voi, esattamente?

 

(Ost Yamiscilla/Haikyuu Guess Monster)

 

 

Non riuscì a proferire un'altra parola: nel suo lungo pigiama rosa a cuori, Rossella puntò in faccia al pokémon Fiamma un Elemental Laser caricato con Pietraidrica.

 

- (Merda!)

 

- Rozzella? Ke zi fai zveglia a kuezt'ora?

 

- Avevo il brutto presentimento che qualche buontempone avesse intenzione di rovinare la festa di domani, e a quanto pare il mio sesto senso non mi ha tradito. Certo che hai un bel coraggio a venire qui di soppiatto ridotto così - disse guardando Draigen tra le bende, - te ne do atto..

 

- UN INTRUZO?!? OHOHOHOHOH! FANTAZTIKO!

 

In alto dalle tribune, Amarilla si svegliò a causa delle urla del dottore.

 

- Yamachi-chan... Yawn... Perché urla a quest'ora?

 

- Arrivi ziuzto in tempo, Amarilla! Aiuta Rozzella a tenere a bada kuezti intruzi!

 

- INTRUSI?!?!? DOVE DOVE DOVE?!?!? YAYYYYYYYYY!! CHE BELLO, DEGLI INTRUSI!! POSSO SPARARGLI CON LE LUCINE?!?! PER FAVOOOOOORE...

 

- Non credo che il signor Yamachi abbia intenzione ancora di farli fuori. Probabilmente li potremo usare in qualche modo, - gli rispose la sorella.

 

- OHOHOHOHOH! Mi konozzi troppo bene cava, zono luzingato...

 

Gli occhi di Draigen non erano ancora morti: nonostante la situazione critica, pensava a come riuscire a scappare. Gli bastava aspettare il momento giusto.

 

- (Pietraidrica? Eheh... Se sapessero... Sono solo in tre: con il Flash di Tessarion dovremmo riuscire a...)

 

Girandosi verso la Dragonair, si accorse che ella era svenuta con un espressione disperata.

 

- (MI PRENDI IN GIRO?!?!?!? TESSARION! SVEGLIATI!)

 

- Guarda guadra... - disse lo scienziato, che nel frattempo era salito sulle tribune, - koza abbiamo kui? Ha degli zrtani guzti in fatto di veztiti, zioranotto...

 

Il Charmeleon non rispose, ma digrigno i denti verso di lui.

 

- Kombattivo! Mi piaze! Zono zpiazente di aver azzidentalmente rivelato il mio piano, volevo ke fozze una zorpreza!

 

- (Ora o mai più!)

 

Caricò il suo pugno destro di luce blu, creando uno sfrigolio elettrico.

 

- Non pensarci neanche, tesoro, - disse Rossella puntando un laser a Pietralbore contro Tessarion usando l'altra mano, - sono sicuro che combatterti potrà essere un problema, ma non credo che i tuoi compagni siano al tuo stesso livello. Altrimenti, avrebbero già fatto qualcosa mentre tenevo te sottocchio, non credi?

 

- Ohohohoh! Zuperba come zempre, Vozzella!

 

- Il piacere è tutto mio, dottore.

 

- Bene bene: ora che abbiamo fatto amizizia, che dizi di rimaneve kvi per uno zpuntino notturno? Abbiamo taaaaante koze di kui parlare... UUUUUHUHUHUHUHUH...

 

*********************** NOTE DELL'AUTORE **************

- Explaining:


- Legenda:

Ye Zìyóu (葉自由): Foglia libera;
Tai Zhànshì(大戰士): Grande guerriero;

Hōgo (法語) : lingua della legge.
Du liebe Güte: santo cielo


- Curiosità:

Per il momento tra Shinso e Rukio, la traccia d'ispirazione è di Naruto, chiamata sadness and sorrow.

 

 

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Capitolo 7: il teatro delle meraviglie (prima parte)

Spoiler

- Avanti il prossimo...

 

- O-ok...

 

- Dovrete... Passare sotto questo metal-detector... se vorrete entrare... I tipi acciaio invece da questa parte... fate passare solo... le borse... Verranno... Etichettate...

 

- Hai visto quella, compare? - Disse un Raticate, riferendosi ad una Lopunny dalla pelliccia viola.

 

- Shhh!! Sottovoce! - rispose un Persian.

 

- S-scusa. 

 

- Sì, comunque. Mi toglie la gioia di vivere...

 

- Nella prigione a Brumezia c'erano più sorrisi. E non sto parlando delle guardie...

 

- Se non altro... possiamo rifarci con la sorella! - Disse riferendosi ad una Lopunny dalla pelliccia blu.

 

- Mamma mia, non la nominare! Quanto mi piacerebbe passare del tempo con lei...

 

- Ti piace davvero sognare, meow. Un roditore come te non ha alcuna chance...

 

- COSA DICI?!?!? SAI QUANTE TOPINE SONO CADUTE AI MIEI PIEDI PER QUESTI DENTI PERFETTAMENTE LUCIDI?!?!?

 

- EHI!

 

- IK!

 

L'attenzione del Raticate venne chiamata dall'oggetto dei suoi desideri.

 

- Hai qualche problema?

 

- N-n-n-n-o! S-s-s-tavo solo parlando con il mio c-c-c-c-ompagno... C-c-c-c-cose nostre, sa...

 

La Lopunny la guardò con sguardo magnetico, mettendosi una mano sotto il mento ad enfatizzare un sorriso ammaliante, rapendo il pokémon Topo dalla sua difesa.

 

- (E'.... E' TROPPO CARINA!)

 

- Cosa c'è? - Chiese lei, - Per caso... Mi trovi attraente? Beh... non che non ti possa capire. E' una reazione normale quando ci si trova in mia presenza...

 

Raticate non badò alle sue parole: ormai era completamente ipnotizzato dall'attraente coniglietta.

 

- Facciamo così: oggi pomeriggio verso le diciassette non ho niente da fare perché probabilmente avremo finito di sistemare. Che ne dici se più tardi mi accompagnassi a fare shopping? Sai... Avrei proprio bisogno di una mascotte carina come te. Ti va? 

 

La sua mano si posò sul mento del bandito, grattandoglielo dolcemente. Il poveretto, inerme davanti al Fascino della Lopunny, rantolò un sì dalle sue labbra, davanti al digrigno di rabbia del suo compagno invidioso, che girò la testa per non farsi notare.

 

- Okay! Allora è andata! Torno a lavoro se non ti dispiace! Mi raccomando: potrei piangere se non mantieni la promessa...

 

- N-NON LO FAREI MAI! - rispose agitato, - TE LO GIURO SULLA MIA VITA!

 

- Eheheh... Va bene! - Disse con fare aggraziato, - allora a dopo!

 

Tornò dalla sorella, che stava continuando il lavoro da sola.

 

- Che tristezza...

 

- Su con la vita, Purpurea! - Disse la Lopunny blu, - Ti ho lasciata solo qualche secondo!

 

- Non mi riferivo a quello, Bluetta... Avanti il prossimo...

 

- E a cosa allora?

 

Fece passare avanti un Nidoking.

 

- Sei crudele, sorellona... Non c'è mai stata una volta che tu abbia mantenuto la tua stessa promessa...

 

- Cosa ci posso fare, sorellina? Lo hai visto, no? Mi stava mangiando con gli occhi come un Heracross si divora il miele! Almeno gli ho dato una speranza!

 

- Fai così con tutti... Avanti il prossimo... No, tu no.

 

Bloccò uno Scrafty sospetto munito di un mantello viola scuro.

 

- Scusi? 

 

- Non ha letto il regolamento? Niente sfere qui.

 

- Oh? Davvero? Che sbadato! - Fece quello, con aria palesemente provocatoria.

 

- Sbadato un corno... Quella è un'Arraffasfera...

 

- Eheheh! Beccato! Sembra che lei abbia un buon occhio, signorina! 

 

- Risparmiami la sviolinata e lascia qui tutto. Non farmelo ripetere...

 

- Ok ok!

 

Il sedicente bandito posò la sfera in bella vista, vicino a Bluetta.

 

- Bene! Scusate se vi ho rallentato! Meglio che mi sbrighi per rimediar-

 

Non fece in tempo a varcare il metal detector: con uno scatto, Purpurea si girò verso di lui e lo colpì con un Calciorullo dietro la schiena, rompendo le altre tre Arraffasfera nascoste dietro il suo vestito. Il pokémon Furfante si premette la schiena con la mano destra dal dolore. 

 

- Ahia che male...

 

- Quando ho detto tutto... ho detto tutto. Non sfidare la fortuna, spazzatura... 

 

Lo Scrafty manifestò un Gelopugno, pronto ad assestarlo contro la coniglietta viola.

 

- NON SI TRATTANO COSI' I CLIENT-

 

Non riuscì a finire la frase: lo sguardo vuoto e tetro di Purpurea lo paralizzò sul colpo.

 

- Cliente, eh? Devi sentirti fortunato a poter assistere all'asta del dottore. E ancora più fortunato a poter prendere qualcuno dei suoi manufatti... Ma, forse, la tua arroganza vuole condurti alla morte. Il deserto è molto grande. Dubito che qualcuno si accorgerà se qualche piccolo insignificante granello sparisce...

 

Non si difese oltre: mise le mani sul terreno, chiedendo perdono in ginocchio.

 

- N-non lo faccio p-più... Abbi pietà...

 

- Sarà meglio. Entra, prima che cambi idea...

 

Senza discutere oltre, il bandito si avventurò in un'entrata nera come la pece, illuminata da qualche candela.

 

- Santo cielo, Purpurea... Ci credo che non riesci a trovare un maschio...

 

- Non siamo qui... per divertirci... la vita non è felicità... la vita è...

 

- La vita è sofferenza! Sì, sì: sappiamo qual è il tuo motto! Ora torniamo davvero a lavoro o è la volta buona che il Dottore ci punisce davvero!

 

- Niente sarà peggio della morte...

 

La sorella si colpì la fronte con la mano destra.

 

- Povera me... cosa ho fatto di male...

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Centosettantesimo anno del drago, ore 9:40 di mattina. Luogo: Teatro degli Orrori, coda d'ingresso. 

 

L'accesso alla fantomatica asta era un enorme tunnel che si estendeva sottoterra,  verso la periferia della città. Questo portava ad un'entrata di sicurezza, dove ogni forestiero che varcava la soglia veniva controllato da cima a fondo, per evitare di introdurre oggetti scomodi alla famosa asta. 

 

Yamiscilla aveva deciso di mettere ai controlli le sue sette assistenti più affidabili, nonché le sorelle maggiori di tutto il gruppo: le sette Lopunny meraviglia, le Hokuto no Shimai (*).

 

All'inizio del tunnel Bianca e Nerona, le Lopunny rispettivamente bianca e nera, si occupavano di controllare il flusso di individui facendoli entrare un po' per volta, mentre ad accogliergli per il controllo stavano Purpurea e Bluetta, due conigliette dall'atteggiamento parallelo e scostante.

 

La pokémon Coniglio con i batuffoli blu e la pelle scura teneva alla cura del suo corpo più di ogni altra cosa, rendendola la sorella più sensuale tra tutte, mentre l'altra era già tanto se aveva un'aspettativa di vita: tra le sorelle era la più pessimista e non c'era giorno che non lo passasse a rivangare l'inutilità dell'esistenza. Il suo obiettivo era quello di vivere più a lungo possibile per dimostrare che sono più i momenti negativi che i momenti positivi, andando a convalidare la sua tesi.

La loro natura, tuttavia, le rendevano le più scrupolose e le più attente attente ai minimi dettagli, perfette per il lavoro assegnato.

 

Due delle altre sorelle maggiori, invece, si stavano occupando di assicurarsi che ogni partecipante avesse il suo posto a sedere, consegnando a ciascuno un numero per indicare la propria poltrona d'appartenenza. 

 

(Ost haikyuu se n pa i)

 

- Nice! * Apprezzo molto quando le persone decidono di venire presto per assicurarsi di non arrivare in ritardo, - fece Viridia, - se foste venuti qualche minuto in più sarebbe stato difficile trovarvi otto posti di fila! Sono contenta per voi! Dunque vediamo...

 

Su un tavolo coperto da una tovaglia rossa, la coniglietta rovistò tra i vari biglietti per vedere se c'era una serie da otto da poter consegnare al gruppo di pokémon capeggiato da un Riolu con una sciarpa nera.

 

- (Maledizione! - pensò ansiosa la Lopunny dalla pelliccia verde, - Non si capisce niente in mezzo a queste carte...)

 

- Qua sorellona! Questi sono tutti attaccati!

 

La sua assistente, quel giorno, era la più piccola delle Hokuto no Shimai: Amarilla, la lopunny dalla pelliccia gialla. 

 

- Oh, sono così distratta! Ti ringrazio sorellina!

 

- Non chiamarmi sorellina! - sbuffò lei, - Ne ho altre più piccole di me! 

 

- Certo certo... Ecco a voi, Gentleman! Fila F, posti dal 32 al 39! Vi auguro... Uhm... Sta bene, mister?

 

Davanti a lei, Shinso stava facendo una faccia da beota assente, con il dito indice della mano sinistra infilato in una narice e il medio sulla pelle del naso.

 

- Geh...Geh...Geeeeh...

 

- N-non si preoccupi, - intervenne Rukio, - purtroppo il nostro compare è troppo onesto quando si tratta di belle femmine, e quando si trova davanti a delle splendide signorine come voi, la narice sinistra comincia a sanguinargli senza controllo. Se avessimo saputo di avere il piacere di incontrarvi, ci saremo preparati meglio!

 

Viridia non sapeva dove girarsi: era paralizzata nell'assurdità della situazione. 

 

- Capisco... - disse la coniglietta verde, imbarazzata, - ma... starà bene? Sembra non capisca più niente...

 

- Rhahahah! Stia tranquilla, pupa! - Disse Drapion, - ci sediamo sulle tribune e riusciremo a calmarlo!

 

- E' una seccatura, - disse Kenji, - ma non possiamo mai sapere cosa succederebbe se gli lasciassimo fare quello che vuole...

 

Ella non si fece ulteriori domande. Pensò che sarebbe stato scortese non fare accomodare quel gruppo di pokémon che aveva pagato soldi per entrare con inutili preoccupazioni, senza contare il fatto che avrebbe rallentato la coda significativamente.

 

- Va bene... Non vi trattengo oltre! Buona fortuna! Spero che riusciate a trovare quello che cercate!

 

Il team d'esplorazione andò ad occupare le poltrone assegnate, assieme ai due organizzatori della scommessa del braccio di ferro.

 

- Dannato Froggy... - commentò Kenji, - E' proprio necessario quella faccia ridicola? Sto facendo una fatica tremenda a trattenermi dal ridere!

 

- Mon Dieu... Fammi il piacere di stare zitto, - fece Shinso, parlando normalmente, - già è una fatica mantenere l'illusione per tutto questo tempo, non ti ci mettere anche tu a rinfacciarmi di quanto sia ridicola la situazione! Menomale che posso fare così! Immagina se avessi dovuto infilarmi il Sigillo del Confronto nel-

 

- NON C'E' BISOGNO DI DIRLO! - interruppe il piccolo licantropo.

 

Il Grovyle si dovette mettere una mano davanti alla bocca per non sputare l'anima, mentre Drapion a momenti rischiava il bisogno di una RCP.

 

- HA INIZIATO LUI! NON MI STO DIVERTENDO! - Esclamò la ranocchia infuriata.

 

- Nemmeno io se per questo! - rispose duro, - piantala di urlare o attirerai l'attenzione!

 

Nel mentre che i tre davanti battibeccavano, Tai Zanshi si prese la confidenza per rivolgere la parola a Weavile.

 

- Grahahahah! Certo che quel piccoletto è una furia!

 

- Almeno sa farsi rispettare... - commentò la felina.

 

- Se non avessi personalmente sperimentato la sua forza, non ci avrei mai creduto che fosse così! Non mi aspettavo neanche riuscisse a mettere in un unico piano così tante idee strampalate!

 

Alla sua destra, Arbok si aggiunse alla conversazione.

 

- Non me lo ffffaccia pressssente...

 

- Uh? Qualcosa non va, biscione? Sembri giù di tono.

 

- Come potrei non esssserlo? Andare in giro con quessssta cosa... Non mi rende giusssstizia! Mi sento un fenomeno da baraccone...

 

Il pokémon Cobra aveva una protesi metallica dietro la testa. Sicché aveva avuto un incidente con una mandria di Bouffalant si era rotto l'osso del collo, e i medici hanno dovuto mettergli quell'aggeggio infernale piantandogli dei chiodi sulla schiena per tenergliela dritta durante la ricrescita delle ossa. 

 

Ovviamente ciò non era vero. Quello che aveva sulla schiena era acqua solida, cangiata nell'aggeggio infernale dal Kōsui di Shinso.

Faceva parte del piano di Rukio: poiché era necessario introdurre le borse dell'esploratore senza fare scattare il metal detector, avevano spostato ogni oggetto metallico nella borsa del team AWD, fissandola sulla schiena del rettile con la pelliccia-schiuma dell'anfibio. Quest'ultimo invece teneva il resto degli strumenti nella borsa del team Skyriders per un utilizzo rapido. 

 

Il numero di oggetti era stato mantenuto al minimo per evitare problemi nel nasconderli: dentro la borsa del Frogadier c'erano otto Revitalseme e otto Baccaquirizia, che svolgeva le funzioni della Baccacedro e della Baccaprugna allo stesso tempo. 

Nella borsa del team AWD erano presenti altri otto Revitalseme, due Bloccosfera, una Lumisfera, una Revitalsfera, quattro Evadisfera e le Intrasfera dei due team nel caso le cose si mettessero molto male, mentre nella pancia dell'Arbok stavano la bellezza di novantotto Puntacciaio. 

 

In questo modo, allo scattare del metal detector si era ricondotto alla finta protesi metallica. 

 

- In effetti è un po' denigrante... - fece il pokémon Occhiotruce mettendogli una mano vicino al collo, quasi per accarezzarlo, - fatti forza, biscione. 

 

Al cobra scese una triste lacrimuccia. 

 

- Ecco l'entrata... - fece il piccolo licantropo.

 

Il teatro presentava del nero e del rosso, ed era illuminato al centro da una luce unica che proveniva dall'alto, creando un'atmosfera soffusa con luminosità sufficiente a permettere agli spettatori di vedere i propri posti. La cavea del teatro era composta da più di venti tribune alte un metro ciascuno, separate da otto fila di scale l'una equidistanti dall'altra, formando gli angoli di un ottagono. Sul soffitto vi erano tende rosso fuoco e orli dorati, dalle quali pendevano dei trapezi lunghi dieci metri. Ogni bordo e ogni terminazione degli scalini avevano delle rocce d'ossidiana viola come ornamento, conosciute per essere lucide ma non troppo luminose. In quel grande spazio sembrava esistesse solamente il palcoscenico. 

 

- C'est merveilleux... - disse Shinso, rimanendo a bocca aperta. 

 

- Lo è davvero. - commentò la felina. 

 

- Patetico... - commentò il Legnogeco. 

 

Anche tutti gli altri diedero le loro impressioni sul teatro, la cui bellezza era pari a quello di un dungeon pieno di pietre preziose. L'unico che ignorò il tutto fu il piccolo licantropo, che usò la sua vista solo per vedere dove fossero i posti assegnati. 

 

- Per di qua ragazzi. 

 

Ogni posto aveva una scritta dorata illuminata da una luce artificiale. Risultava molto comodo da raggiungere e, una volta iniziata l'asta, sarebbero potute spegnersi per garantire l'attenzione sul palcoscenico. 

 

- (Anche le tribune sono ben spaziate, - penso il capitano, - a me sembra esagerato, ma molti pokémon farebbero fatica ad entrare. Questo spazio è pensato nei minimi dettagli...)

 

Dopo essere scesi dalle scale, i team d'esplorazione seguirono Rukio verso quelli che dovevano essere i loro posti a sedere, posizionandosi in modo funzionale al piano stabilito. Nel trentanovesimo posto vi era Yé Zìyou ed in sequenza Tai Zanshi, Shinso, Rukio, Kenji, Weavile, Drapion e Arbok. Arrivando alle loro postazioni, si accorsero che vi erano dei cuscini di piuma su di essi, di colore nero per non mostrarli.

 

- Mon dieu... Menomale che hanno messo dei cuscini sulle gradinate! - Disse Shinso, - Non avrei sopportato di stare ore ed ore seduto sul marmo! Però potevano fare qualcosa per separarle! Non posso appoggiare la schiena così...

 

- Che seccatura... Ti fai dei problemi anche qui? - commentò lo spadaccino.

 

- Dovrei non farmeli? Sono un cliente qui e i clienti devono essere trattati con il massimo del riguardo! E poi... Qua è troppo buio! Cos'è questa illuminazione?! Capisco che tutto è per rendere funzionale il centro dove si farà l'asta,  ma possibile che alle pareti ci siano solo candele e sul soffitto quelle luci fioche che manco un tipo spettro vorrebbe nel suo rifugio?! Parbleu che indecenza! E poi-

 

- STAI ZITTO, C**ZO! - Esplose il compagno Grovyle, - NON HO INTENZIONE DI STARTI VICINO E SOPPORTARE I TUOI LAMENTI TUTTO IL TEMPO!

 

- (Porca miseria! Non è possibile...) - Pensò Rukio mettendosi la mano destra sulla fronte.

 

- TU ZITTO! HO TUTTO IL DIRITTO DI LAM-

 

Un'immagine beige si stava piano piano materializzando sotto il braccio destro del Frogadier, nel mentre che urlava. La distrazione del momento stava quasi per interrompere l'illusione del Kōsui mandando a monte l'intero piano.

 

- Merdè!

 

Accorgendosi dell'errore fatale che stava per commettere, riguadagnò la compostezza e si trattenne dall'andare in escandescenza ulteriormente, concedendo al compagno la delizia della vittoria e il piacere di un sorriso arrogante.

 

- Eheh... Che succede? Puoi ripetere per favore? - disse, sapendo bene che il Frogadier non poteva controbattere.

 

- Quando usciamo da qui te la faccio pagare...

 

- Per favore, ragazzi, - disse Rukio, - vi ricordo che qua dobbiamo sembrare dei pochi di buono, non delle Milotic in crisi di mezza età! Già non sopporto avere la Sciarpa dell'Armonia coperta con questa carta nera che mi sta dannando l'anima per il prurito, se ci mettete pure voi...

 

- Però, ssssignor Riolu... se dobbiamo sssssembrare dei pochi di buono, tanto meglio incoraggiare i comportamenti negativi, no? Più ssssi scalda l'ambiente, più i veri "pochi di buono" non si insssssospettirano.

 

Rukio perse le pupille e contrasse lo sguardo in rabbia contro sé stesso. Quello che aveva detto il serpente era una delle cose più sensate mai dette da lui. 

 

- RHAHAHAHAH! Ben detto Arbok, - fece il compagno Drapion, - guardate che sguardi: sembra di nuotare in un fiume pieno di Carvahna! Non vedo l'ora di iniziare!

 

Avevano attirato l'attenzione. Si poteva vedere negli occhi degli altri spettatori la violenza e la vita ai limiti della legalità.

Il suo capitano Weavile gli rispose in modo disilluso.

 

- Tsk... Scommetto che metà di questa gente non vale una cicca. Ci potremo divertire solo se combattiamo tra di noi...

 

- Oh? Tu dici? - Disse Kenji, - Cosa ti fa essere così confidente di essere meglio degli altri, micetta?

 

La Lamartigli allungò uno dei suoi artigli sul mento del Grovyle senza nemmeno guardarlo negli occhi, con abbastanza Meisoku da creare un morso di freddo sul suo muso. 

 

- Stai sfidando la fortuna, testa verde... 

 

Egli si ritirò coprendosi il mento, infastidito dal dolore. 

 

- Fuori di qui potrò metterti le mani addosso quando voglio senza timore. Vedi di non allargarti troppo...

 

- Ehi ehi! Sto solo scherzando! Sei sempre così rigida? Impara a rilassarti anche tu!

 

- Io sono rilassata. Sei tu che mi urti il sistema nervoso.

 

Di fianco al Grovyle, il Pangoro scoppiò in una grassa risata.

 

- Ahahahah! Quest'anno ci sarà da divertirsi! Siete veramente una bella banda!

 

Si sedettero ai loro posti, continuando a chiacchierare e battibeccare tra di loro. Li rimaneva solo da attendere l'inizio dell'asta. 

Il clima era sinistro, ma stranamente allegro. Nonostante l'ambiente tetro, i pokémon all'interno ridevano e scherzavano tra di loro come se si stessero godendo una serata tra amici, in attesa di assistere ad un qualche film comico. Non si riusciva a percepire cattiveria tra di loro: se si fosse dovuto giudicare il tutto solo dai sorrisi e dalle battute, nessuno avrebbe mai creduto che lì in mezzo albergavano menti infide, nutrici dei peggiori atti criminali. Tra il pubblico c'erano anche delle vecchie conoscenze dalla gara di braccio di ferro, tra i quali spiccavano anche il Bewear dell'ultima sfida e il Nidoking dai cui Rukio aveva spillato l'informazione su Yé Zìyou. 

 

- Guarda guarda capitano... - disse il Legnogeco, - Un sacco di persone che hai affrontato ieri sono qui per l'asta...

 

- Parbleu! C'è anche Bewear! - disse la Schiumorana, - Con quell'aspetto da peluche non l'avrei mai detto...

 

- Ci sono un bel po' di scarafaggi, - commentò Weavile, - sono tutti dei ricconi qua...

 

- E' strano, - disse il piccolo licantropo, - non pensavo che la vita da fuorilegge sia così lucrativa... Sono... tutti dei criminali?

 

- Ovviamente no! E nemmeno tutti hanno intenzione di acquistare qualcosa! Certa gente viene qui solo per assistere alle risse! Poi abbiamo i collezionisti, gli appassionati dell'occulto... Tutto il mondo è paese qui dentro! E' davvero affascinante sotto certi punti di vista! 

 

- Sì... - disse poco convinto il Riolu, - Probabilmente hai ragio... Uh?

 

Si girò a destra e sinistra, accorgendosi che non era stato uno del suo team a proferire parola. Si girò dietro notando che il pokémon dietro di lui gli aveva puntato lo sguardo. 

 

- Ah, ha parlato lei, signor...

 

Vide un Cacturne sorridente, con gli occhi inarcati verso l'alto. 

 

- Ehilà! E' da tanto che non ci si vede, piccoli amici.

 

Gli esploratori si girarono verso di lui, confusi. Nella loro vita, nessuno di loro era mai stato amico di un pokémon Spavento. L'unico particolare che poteva essere di motivo riconoscitivo era una strana collana color smeraldo. Il pokémon suo compagno, un Dragonite, si mise una mano sul petto e salutò a sua volta.

 

- Vi porgo i miei saluti, viaggiatori. 

 

- Conosci questi due? - Chiese il Grovyle, bisbigliando. 

 

- N-non ho idea di chi siano... - disse schietto il Riolu. 

 

- N-non mi riconosci? - disse grattandosi la nuca, - E' abbastanza imbarazzante... dovrei essere impossibile da non notare!

 

- Naturalmente non la riconosce. Ci ha camuffati con Illusione per questa stessa ragione. - Commentò il Dragonite.

 

- Oh mamma che sbadato! Aspettate un attimo!

 

Il Cacturne si piegò in avanti, mettendosi la mano sinistra sul volto. Facendo in modo da non farsi guardare da altri se non dal piccoletto e i suoi amici, smascherò parte del suo volto sinistro, mostrando delle folte guance nere e un occhio azzurro chiaro come la volta celeste. Fece un occhiolino al Riolu, come ulteriore saluto. 

 

Quando questo lo riconobbe, allontanò la testa di scatto e fece un urletto, rischiando quasi di cadere. Anche i due compagni erano abbastanza sorpresi, ma furono abbastanza accorti dal bloccare il capitano. 

 

- Ehi, calma amico! - commentò il falso pokémon, - non c'è bisogno di essere così esagerati!

 

- PORCA MISERIA! M-MA LEI-

 

Fece segno di fare silenzio immediatamente.

 

- Zitto zitto! Non voglio che si sappia in giro che sono qui! Ho premesso io tutto ciò per tenere d'occhio i criminali futuri! Se non controllo io direttamente... eheh...

 

- Ma guarda te... Parlando di sorprese... - commentò Kenji, poco interessato. 

 

- M-mon D-dieu... - disse Shinso un po' emozionato, - Mi scusi la poca eleganza se le parlo sottovoce, ma è davvero un onore vederla, maestà.

 

- Onore mio, non troppo piccolo amico!

 

Il pokémon che aveva parlato era il sultano della Terra della Sabbia, Nebra I. 

 

- (M-ma che succede? - pensò il piccolo licantropo, - Pensavo fosse solo Ditto e Mew che fossero in grado di usare Trasformazione!)

 

- Illusione. 

 

Il suo volto si girò verso la felina.

 

- E' un'abilità della sua specie, - continuò lei, - può creare miraggi di sé stesso camuffandosi da altri Kodamon. Può anche creare interi scenari. Non è come Trasformazione: se dai un colpo diretto al corpo fisico l'abilità svanisce. 

 

- C-come... 

 

- Era scritto su tutta la tua faccia, palla di pelo, - sbuffò la felina, - menomale che sei tu quello intelligente. 

 

- E' intelligente... - commentò il Frogadier, - è solo un po' ignorante sulla nostra cultura. Tutto qui...

 

- (SULLA NOSTRA!!?!??!?) - Pensò forte nella sua testa il piccolo licantropo, squadrando il compagno per il grosso errore che aveva fatto. 

 

Shinso lo guardò con sguardo spaventato, rendendosi conto dell'errore che aveva appena fatto. 

 

- Perché? Che altra cultura c'è? - Chiese curioso lo Zororak.

 

- N-NESSUNA! - Disse il Frogadier agitato, - S-semplicemente il nostro compagno viene da molto lontano, e solo recentemente è uscito da un dungeon!

 

- Oh! Capisco! - disse sorpreso il falso Cacturne, - ecco perché è così forte! Deve essere stata dura vivere per tanto tempo lì, eh? 

 

- Così... forte?

 

- Ho visto tutto, sai? Nell'hotel in cui alloggio di solito c'è una bella vista! E' stato il braccio di ferro più emozionante della mia vita!

 

- Un po' di contegno, sua...

 

Lo Zoroark tossì nervosamente.

 

- ... Signor Cacturne...

 

- Oh quanto mi piacciono i costumi! Per una volta ti sento chiamarmi con qualcosa di diverso!

 

Gli occhi del Riolu si posarono sul compagno di Nebra I. 

 

- Dal modo di parlare e dalla stazza... - disse il capitano, - lei deve essere il Kodamon che abbiamo salutato ieri in piazza. 

 

- Mi lusinga che si ricordi di me, - disse il falso Dragonite, - mi perdoni se il modo di parlare di... Cacturne le crea imbarazzo. Non si preoccupi: la sua bontà d'animo è chiara e cristallina. Le lascerà tutto il tempo che le servirà per abituarsi all'idea. 

 

- (E' così educato... - pensò il Riolu, - suona molto rispettabile. Ieri mi sembrava che non gli andassi molto a genio...) 

 

- Bando alle ciance! 

 

Il Cacturne si mise comodo, mettendo una gamba sull'altro ginocchio.

 

- Spero che vi godrete quest'asta! Ho già i brividi! Brrr! - disse abbracciandosi. 

 

- Non me lo dica, monsieur...

 

- A proposito di lei... - disse rivolgendosi alla schiumorana, - Stai bene, Frogadier? E' da un po' che ti vedo con il dito nel naso. Sicuro di non star ravanando troppo?

 

Kenji e Drapion fecero uno sbuffo di risata in contemporanea. 

 

- Signore, la prego, - lo corresse Noir, - questi termini volgari non l'appartengono... 

 

- Non ti ho portato qui per farmi la predica, - disse infastidito, - Allora, Frogadier? Perché fai così?

 

- L-lunga storia... N-non credo la voglia sentire... - disse la Schiumorana demoralizzata.

 

- Dammi del tu, per favore! Se sei amico di questo piccoletto sei anche mio amico! Su su, allora allora?

 

Era particolarmente insistente. Shinso non si capacitava del perché costui fosse così curioso di sapere del motivo dietro la sua perenne pulizia di primavera. 

 

- (E ora che faccio?!?!?! - pensò, - che scusa mi invento senza insospettirl-)

 

La poca illuminazione del teatro si spense. L'oscurità inghiottì l'intero ambiente nel suo freddo abbraccio, ponendo quesiti su quesiti ai nuovi arrivati.

 

- Eheh... Sembra che stia per iniziare, - fece il sultano, - state tranquilli: non dovete avere paura anche se è buio pesto! Godetevi lo spettacolo!

 

- Può dirlo senza abbracciarmi? - Chiese infastidito Noir III.

 

- Osi rifiutare il tuo sovrano? 

 

A movimentare l'ambiente strane luci rosse simile a fiammelle cavalcarono le mura del teatro, attirando l'attenzione di tutti i presenti. Chi era già venuto l'anno scorso non si stupì più di tanto, perché conosceva bene la routine, mentre quelli nuovi, tra cui gli esploratori, continuavano a stare in guardia.

 

- M-mon dieu! C-che sta succedendo?

 

- Niente di cui preoccuparsi, - gli disse Tai Zanshi, - è così che inizia lo show.

 

- S-show?

 

Si spensero le luci di nuovo. Dopo una breve pausa si cominciò a sentire un ruggito sommesso simile a quello di Tyrantrum. La pelle del Frogadier diventò un cavo elettrico in tensione, per quanti brividi provò in quel momento.

 

- C-c-c-c-c-c-c-apitano? P-p-p-p-p-posso tornare a casa?!!??

 

- Per favore...

 

L'illuminazione delle fiammelle rosse riprese, questa volta con un'intensità più forte e concentrandosi su quella specie di palco al centro dell'anfiteatro. Un gruppo di sedici Lopunny danzavano tra di esse con movenze lente ed ampie, con maschere tribali africane che rimarcavano dei Cubone, dei Kabuto e dei Tyrunt. 

 

Si sentivano ruggiti agghiaccianti e battiti di ali di Zubat, che rendeva l'atmosfera sinistra come la Caverna del Tartaro. Tutto ciò fece chiudere Shinso in sé stesso, il quale cercò di mantenere la concentrazione per il Kōsui in ogni modo possibile per il bene del team.

 

- (Stai calmo... Stai calmo... Stai calmo... Stai calmo... E' solo uno spettacolo di apertura! Per quanto terrorizzante, è solo finzion-)

 

Dal soffitto si calò un pokémon coperto da un mantello nero e una maschera vodoo, fissando negli occhi la povera Schiumorana con la stessa espressione di un Noctowl. Il Frogadier cacciò un urlo gracchiante così forte che fece tremare le tribune. 

 

- NEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!

 

- OHOHOHOHOHOHOHOH! Pauva, eh?

 

La reazione dei suoi compagni fu la stessa. Rimasero pietrificati dallo spavento.

 

- Oh Zuvvia! Non va bene ke vi zpaventiate kozì zubito, - disse il pokémon parlando da un microfono, - ziamo kui per divertirci, no? 

 

Nel mentre che parlava, il cavo che lo reggeva lo portò verso il centro, accanto al corpo di ballo.

 

- Va tutto bene... Ze me lo permetterete... vi guiderò io in kuezta landa di misteri! MEINE ASSISTENTIN! FAZZA PARTIVE LA MUZIKA! DIAMO IL BENVENUTO A KUEZTE KREATURE NEL NOZTRO MONDO DELLE MERAVIGLIE!

 


Una Lopunny con una maschera da Rhyhorn e i batuffoli rossi azionò il pulsante del telecomando che portava con sé, facendo partire della musica dagli altoparlanti posizionati sul bordo del palco dal ritmo sensuale e frizzante, accentuato da trombette e applausi a tempo da parte delle altre pokémon Coniglio. 

Il presentatore si liberò del mantello e della maschera vodoo. Librò al vento i suoi tentacoli,  rivelando un volto dal becco piccolo, con degli occhi gialli nascondenti una malizia carismatica.

 

Quando attaccò con il microfono a cantare, l'ambiente si trasformò. I brividi sulla schiena si dimenticarono della paura, e cominciarono a danzare sul corpo degli spettatori muovendosi a tempo con una bella sensazione di allegria. Nell'esibizione egli diede tutto: cantò e ballò con un bastone da passeggio; mosse i tentacoli simulando delle mani che indicavano; cambiò l'illuminazione su di sé svariate volte, colorando di variate sfumature l'ambiente; mostrò al pubblico cosa potevano fare alcuni dei suoi oggetti, come degli anelli in coppia che portavano l'utilizzatore da un lato di un anello all'altro, un mantello che ti permetteva di camuffarti come un Kecleon, ed un sapone in grado di lavare via qualsiasi sporcizia dalla propria pelle. In quest'ultimo, fece una scenetta con una vasca da bagno per mostrarla, letteralmente lavandosi in diretta.

Dopo questo, lo spavento divenne uno scherzo e l'ambiente cupo divenne spiritoso. Alcuni individui sugli spalti non poterono fare a meno di muovere a tempo la loro testa, applaudire e seguire quel flusso iniziato. Persino Rukio seguì la corrente della folla, sotto lo sguardo attonito del suo compagno Kenji.

 

- Che stai facendo?

 

- Ballo! Tu no? 

 

- Seriamente...

 

Un corpo di ballo di femmine dalle movenze morbide ed invitanti, una voce sorprendentemente R&B e un ritmo incalzante che coinvolse tutta la sala, in un gioco di luci blu simile a dei raggi di Luna: sembrava tutto fuorché un asta di oggetti pericolosi a cui ogni criminale farebbe gola. 

 

Al termine della performance, le Lopunny fecero un inchino rivolto al pubblico, e vennero ricoperte di applausi e grida di gioia. 

Non tutti furono rapiti da quella introduzione: i criminali che erano lì per concludere affari seri, si limitarono a rimanere silenti in attesa che la vera asta iniziasse, quasi insultando il grande spettacolo offerto dagli organizzatori. Ma a lui non importò più di tanto: dopotutto, in quel tendone di follia e oscurità attraente, quelli che avevano l'ultima parola erano coloro che riuscivano a danzare in mezzo alla follia e alle ombra, in attesa di potersi togliere da ogni luce abbagliante della realtà. Più la danza era tortuosa, più eccitante era il suo percorso. Questo era il mondo che sognava il geniale scienziato, mercante di oggetti dell'occulto e cantautore dottor Yamachi Yamiscilla. Un mondo che non aveva bisogno di persone noiose che si legavano agli standard.

 

(ost aladin friend like me karaoke)

 

 

- BENVENUTE, ZIOVANI KREATURE! - Disse rialzando la testa, - BENVENUTI IN KUEZTO AFFAZZINANTE ZPETTACOLO! VENITE ZIGNORI, VENITE! Non ziate timidi... RIDETE CON ME! OHOHOHOHOHOH! 

 

La risata risuonò nel circo come un'elegante e carismatica proposta del diavolo. La platea rise a risposta imitando il Malamar.

 

- Per ki non mi konozeze zià, io zono il magnifizente, ztrabigliante, ed illuztre Dottor Yamachi Yamizilla! Chiamatemi pure solo Dottore, però. Riconozko ke il mio nome è un po' troppo lungo per zerte formalità. PRIMA DI INIZIARE, TUTTAVIA, - disse alzando improvvisamente la voce, - HO UNA PIKKOLA RIKIESTA EGOIZTA SE ME LO PERMETTERETE... FATE UN ALTRO APPLAUZO PER LE MIE ZEDUZENTI E AFFAZZINANTI AZZIZTENTI!

 

I pokémon sulle tribune applaudirono ancora, fischiando compiaciuti alle assistenti come lupi solitari in notte di luna piena. Le Lopunny, di tutta risposta, fecero delle risate carine salutando e strimpellando con le dita.

 

- Così, questo è Yamiscilla... - Fece Rukio con un'aria dubbiosa.

 

- In carne e tentacoli, - gli rispose Tai.

 

Si era fatta un'idea differente rispetto a quello che gli era stato raccontato: non pensava fosse un pokémon in grado di cattivare un pubblico o di avere un senso scenico tale da allestire un intero teatro per un'asta e trasformare un intero ambiente. Anche in mezzo alle belle Lopunny che attiravano l'attenzione degli uomini in tribuna, la stella più luminosa e colui che aveva tutta l'attenzione rimaneva il Malamar. 

 

- (Me lo aspettavo diverso...) - commentò dentro di sé. 

 

Gli applausi risuonarono per tutta la sala: non vi era più traccia della musica di prima.

 

- Herrlich (*)! Ztrabigliante! Kuale pubbliko energiko ho Kuezt'anno! Zarebbe rude lasciarvi attendere ancora no? 

 

Con un battito di tentacoli, richiamò l'attenzione delle pokémon Coniglio.

 

- Azzistenti! Portatemi l'ozzetto CK-05! Con eleganza e destrezza, mi rakkomando... 

 

Da un tunnel ai piedi del teatro, una Lopunny con una fascia gialla sul braccio destro, dove vi era scritto "L-D" *, portò un carro coperto da un telo rosso fuoco. Mentre lo portava, salutava il pubblico sorridendo, come l'assistente di un mago in procinto di rivelare il suo numero. Sul telo  vi era ricamata sopra la scritta "Narcisio" in caratteri Unown. 

 

- Il primo ozzetto di Kuezt'anno è kualkoza ke potrebbe interezzare più alle femmine che ai maski. Prima le zignore, no? - Disse, strizzando l'occhio destro.

 

Yamiscilla sollevò il telo: in un bagliore luminoso, ai presenti nella sala si mostrò una teca di vetro contenente uno specchio dai bordi intagliati nel legno, di colore marroncino chiaro. 

 

All'inizio sembrò uno specchio normale, ma gli occhi più attenti si resero conto subito che non era un oggetto comune: infatti, nel suo riflesso si poté intravvedere di tutto, dalle mura al soffitto, ma nessun pokémon veniva mostrato se non al di fuori degli indumenti e degli oggetti ornamentali. 

 

- Ma guarda te... - commentò Nebra, - ha già iniziato con qualcosa di interessante...

 

- Kome potete vedere, - riprese per spiegare, - kuezto non è un normale zpekkio: a parte l'ambiente, nessun Kodamon può rifletterzi in ezzo. Mizterioso, vero? Quanto mizterioso quezto ozzetto! Ohohohoh... 

 

L'osservazione di Rukio era esatta: si vedeva che aveva fatto tanti teatri e sapeva come stare in mezzo alla gente. Soprattutto, sapeva da venditore come incuriosire i potenziali acquirenti. 

 

- Però... kome è possibile? Il grande Yamiscilla propone un oggetto che non zerve a niente? Vuole truffare i suoi kompratori con oroskopi e roba da ciarlatani? 

 

Alzò il tentacolo al cielo, mettendo tutta la sua passione nel successivo urlo.

 

- NON E' POZZIBILE! NON SAREBBE YAMACHI YAMISCILLA! EGLI NON E' UN FURFANTE!

 

La felina digrignò leggermente i denti nervosa. Nella sua vita precedente, ne aveva visti di mercanti saltimbanco, ma questo li batteva tutti.

 

- La sardina è brava... - ammise tra i suoi baffi.

 

- E VI METTERO' IL MIO SANGUE, PER DIMOSTRARLO!

 

Si girò indietro, invitando con un sorriso beffardo la sua prima assistente.

 

- Rozzella. Fai pure. 

 

Senza rispondere a parole, la Lopunny con i batuffoli rossi porse al suo capo un piccolo coltellino svizzero, preparandogli già una piccola lama. Questo, senza fare una piega, fece un piccolo taglio sui tentacoli. Non fece una scena questa volta: era chiaro che poteva esagerare quanto voleva, ma quando si trattava del suo corpo non ci avrebbe mai fatto uno spettacolo. 

 

Fece cadere una goccia sullo specchio. Sotto lo sguardo incuriosito delle tribune, la perla rossa sparì nel lago vitreo, e la sua cornice diventò rosso cremisi con delle pietre azzurre. Una volta attivato, lo porse a Rossella, che fece qualche passo indietro. Con sorpresa dei criminali, oltre all'ambiente circostante rifletteva anche al figura del Malamar. 

 

- Ekko qua. Kuesto è quello che può fare lo spekkio Narcizo... Donando una goccia del voztro zangue, rifletterà anche la voztra immagine e zolamente ezza. Kualche azzitente zalirà sul palko per la dimoztrazione.

 

Le assistenti fecero a turno per mettersi al posto o in mezzo tra lo specchio e il dottore: per quanto ci si sforzasse, l'unico essere vivente riflesso in esso era proprio il presentatore. Affascinati da quello, molte femmine peccanti di superbia espressero il loro fervore nel desiderarne il suo acquisto.

 

- Ovviamente... non ha solo impieghi di eztetica...

 

Una delle assistenti portò con sé un piccolo muro di mattoni, abbastanza grande da poter bloccare la visuale dello specchio a Yamiscilla. Dopo qualche secondo, lo specchio si mostrava come se fosse sopra al muro di mattoni.

 

- In kuezto modo, anche kuando vorrete controllare un non nulla, vi bazterà ricordarvi in che pozizione avete montato lo zpecchio. 

 

Un occhio maligno si piegò nel volto del pokémon Giravolta.

 

- Ke dite... ze lo merita un pozto nella voztra collezione?

 

La risposta, per l'ego del Malamar, era sottintesa: un oggetto del genere avrebbe fatto comodo a chiunque, da criminali a belle signore imbevute di vanità. Ma, ovviamente, la fetta di pubblico più accattivata da tale oggetto era esattamente quest'ultimo.

 

- CHE STREGONERIA E' QUESTA?

 

- KYAAAAAAAAH! LO VOGLIO! NON AVRO' PIU' NESSUNO CHE MI RUBERA' LO SPECCHIO!

 

- DOVRAI PASSARE SUL MIO CORPO!

 

Aveva avuto l'effetto desiderato: sarebbe bastato quello per convincere i possibili acquirenti a comprare lo specchio Narciso.

 

- Questa seppia è proprio uno scarafaggio... - commentò la felina, - sa esattamente che tasti premere per accattivare il pubblico. Lo comprerà sicuramente qualcun-

 

- Non ancora.

 

La felina si girò verso sinistra, verso il piccolo licantropo che aveva parlato. In quel preciso istante, un ghigno malefico si presentò sul volto del Malamar.

 

- CHE MODI! 

 

- CI NOMINI IL PREZZO!

 

- Kalme, kalme zignore! - fece il mercante, - Se fosse solo kuezto, non avrezte un vero vantaggio, non trovate? La vanità è una kosa... e l'utilità è un'altra.

 

Le donne della tribuna spalancarono gli occhi dallo stupore.

 

- N-non è...

 

- ... t-tutto qui?

 

- Oltre a kuello ke vi ho moztrato...  ze mettete anke un voztro pelo, o un unghia, o un dente, vi diva cosa dovrezte fare per ezzere più belle! 

 

Esse si pietrificarono. Non solo avrebbe riflesso solo il suo possessore, ma gli avrebbe detto anche dei segreti per migliorare la propria bellezza.

 

- Ve lo divò un'altva volta.

 

La loro pelle fu cavalcata dal liquido vermiglio. 

 

- Zi merita un pozto nella voztra kollezione?

 

L'arringa del mercante colpì al cento per cento le tribune. L'asta era appena iniziata e già alcuni pokémon sugli spalti iniziarono a litigare. Gridavano e aizzavano l'una con l'altra: vi era uno schiamazzo infernale che ballava nelle orecchie di molti come fiamme infernali o musica per le orecchie.

 

In particolare, una Jinx e una Gothitelle che portavano orecchini d'oro l'una e d'argento l'altra iniziarono ad attaccarsi a vicenda con Doppiasberla, utilizzando il linguaggio più scurrile che si possa immaginare tra delle criminali. Per gli esploratori di Borgo Quieto era impossibile rimanere indifferenti: rimasero scossi e straniti per una parte, imbarazzati per un'altra e chi più o meno divertiti dalla buffa parapiglia.

 

- Eheheh... (Poveri noi...) - pensò Rukio imbarazzato.

 

- Che seccatura... è in questi momenti che rimpiango dei sani pop-corn... - commentò lo spadaccino.

 

- RHAHAHAHAH! Cos'è questo??? Sembrano possedute, per tutti i Wailmer! - Disse Drapion.

 

- Divertente, vero? - Commentò Tai Zanshi, - aspettate che si menino sul serio!

 

- Bene zignore, - disse il dottore guardando verso le due litiganti, - vedo che voi laggiù lo desiderate ardentemente! Non c'è bizogno di lottare, ankora: non vorremo rizkiare di venir meno al regolamento, no? 

 

Le due signore si fermarono. Più di avere quello specchio, temevano le ripercussioni che avrebbero avuto su di loro se avessero interrotto le leggi del Kokukatsu no shu.

 

- Per kuezto zpekio il prezzo di partenza è 10.000 Koda. Non vogliamo lasciare nezzuno in dizparte con puntate troppo alte! Ze notate, vicino a voi avete una paletta kon un numero! Alzatela kon una mano per offrire 1.000 Koda in più, uzate l'altra per raddoppiare, triplicare ecc... Kome più vi aggrada!

 

Le due contendenti lasciarono perdere la guerra per concentrarsi sull'acquisto legale, intenzionate più che mai ad assicurarsi quel prezioso artefatto. 

 

- Ainz!

 

Alzarono le palette più e più volte per aggiudicarsi lo specchio, quasi non lasciando il tempo all'altra di ribattere. 

Qualche contendente provò ad immischiarsi nella lotta, ma non ebbero successo, talmente agguerrite e veloci furono le due signore nella contesa di quel pezzo di vetro. Tutti rinunciarono a mettersi in mezzo a loro. 

 

- Dwei!

 

Alla fine, colei che si aggiudicò lo specchio con il rialzo fu la Gothitelle, mentre la Jinx rimase con un pugno di mosche in mano.

 

- E trei! Zignori e zignori, Narzizio è aziudikato dalla signora Gothitelle! Ma zapete kome funziona, vero?

 

Anche ad acquisto finito, qualcuno poteva strapparglielo via con la forza. La Gothitelle emise un Meisoku di quattro metri per prepararsi alla lotta.

 

Kualkuno zi oppone? Rikordatevi ke, in kazo affermativo, avrete due minuti per ztrapparvi a vizenda l'akkuizto! Il metodo è irrilevante. Nel fratempo... GODETEVI LO ZHOW!

 

Dagli stessi altoparlanti partì ancora una volta la canzone di prima, ma senza parole, mentre le Lopunny ripresero a danzare e a utilizzare i trapezi sul soffitto per fare giochi di acrobazia. 

 

Erano allenate bene: riuscirono a far passare quei movimenti richiedenti tanti esercizio come manovre naturali, come se elle fossero semplicemente delle estensioni dello stesso teatro. Nella loro semplicità ed eleganza intrattenerono anche i presenti che non avevano intenzione di fare acquisti, senza diventare troppo il centro dell'attenzione ed oscurare lo spettacolo vero. Tra oggetti da giocolieri e leggiadre piroette, il tempo passò così velocemente che non sembravano nemmeno avere fatto qualcosa.

 

Quando finì la pausa musicale, Yamiscilla ufficializzò l'acquisto. Nessuno si mise in mezzo e nessuno si contese il tanto acclamato specchio.

 

- OHOHOHOHOH! Abbiamo un pubbliko kauto e intellizente kuezt'anno... Gut! Ad aziudikarzi Narcizio è la bella zignora Gothitelle! Un applauzo zignori e zignore!

 

Uno scroscio di battimani inondò l'arena. 

 

- Che cosa? - disse lo spadaccino verde, deluso, - Dopo tutto questo nessuno che si scanna?

 

- Davvero... - commentò la felina, - mi aspettavo di vedere qualche zampata. 

 

- (Non è così semplice come credete... )

 

Il piccolo licantropo puntò i gomiti sulle sue ginocchia, usando le sue mani come appoggio per il suo mento.

 

- (Il teatro e la modalità della contesa è strutturata in modo tale da dover utilizzare la testa, piuttosto che la prontezza fisica. Non è uno scontro solo tra i contendenti dell'acquisto...)

 

Un vero saltimbanco non faceva tutto lui lo spettacolo, ma lo creava coinvolgendo e attirando l'attenzione del pubblico per legarlo alla performance. Il capitano del team Skyriders capì immediatamente ciò che si celava dietro le modalità dell'acquisto.

 

- (Non siamo in uno spazio aperto, ma in tribune molto strette e disposti in modo tale da occuparle tutte. Chiunque decida di combattere metterà in mezzo inevitabilmente anche quelli vicini, che loro lo vogliano o meno. Questi possono comportarsi in due modi: o difendendosi e basta, oppure reagendo, e visto l'indole e la natura dei presenti è più probabile che succeda questo.)

 

Lo Zoroark sotto l'illusione del Cacturne incrociò le braccia, osservando in silenzio il Riolu. 

 

- (Ciò che è importante per la buona riuscita di un acquisto non è solo la capacità fisica o le risorse finanziare, ma la scelta preliminare e il momento di tale atto.) 

 

Sotto la festa di applausi, tre Lopunny segnarono un cartellino con il nome dell'acquirente e portarono via lo specchio, dopo averlo rimesso nella teca di vetro. Come da regolamento, l'oggetto sarebbe stato consegnato al termine dell'asta.

 

- (La decisione di un acquisto o meno non si limita alla volontà dell'acquirente; gioca un fattore importante anche la posizione e la compatibilità delle proprie possibilità di vittoria. La contesa non è stata fatta perché l'oggetto non era granché, sebbene curioso.)

 

Guardò in avanti, verso la tribuna della seconda contendente. La Gothitelle stava tornando al suo posto, lanciando occhiate supponenti verso la sua rivale. La Jinx incrociò le braccia e la ignorò.

 

- (E quella Jinx non ha contestato, ma non perché si sentiva inferiore a Gothitelle, ma perché vicino a questa c'era un Haxorus, che avrebbe sicuramente infastidito con i suoi attacchi di tipo Ghiaccio. Mi sembra anche abbastanza pericoloso... Se avesse sprecato energie in un combattimento o, peggio, se fosse finita K.O., non avrebbe potuto continuare l'asta.)

 

Il suo sguardo si incupì, cadendo poi sull'entusiasta e malevolo Yamiscilla.

 

- (Quel Malamar... Ha creato davvero un gioco sgradevole...)

 

- Vi rikordiamo ke, kome da regolamento, l'oggetto ackuistato verrà consegnato a fine azta, kuindi non preokkupatevi! 

 

Si rivolse di nuovo al pubblico, aprendo la mano come se volesse lanciarvi dei fiori.

 

- KE DITE!? ANDIAMO CON IL ZECONDO OGGETTO?!

 

Una buona parte degli spettatori urlarono al cielo un convinto "sì", mentre altri aggiunsero commenti come "muoviti" e "fai ballare questa giostra, dannato Yamiscilla!". Il Legnogeco si limitò ad appoggiarsi il mento sulla mano scocciato.

 

- Che noia... Volevo del sangue, io.

 

- Grahahah! Sei il tipo agguerrito tu, eh!? - gli rispose Tai Zanshi, - Stai tranquillo, stuzzicadenti! Il meglio deve ancora arrivare!

 

- Paziamo alla zeconda manze! L-X: PORTAMI IL CF-08!

 

Nemmeno l'oggetto successivo fallì nello stupire. Questa volta, già l'aspetto presagiva qualcosa di interessante: era una benda color rosso rubino con dei merletti purpurei, con un occhio disegnato dall'iride gialla e la pupilla blu scuro e delle lievi cuciture dorate lungo la trama rossa.

 

- Sono un umile merkante... e un saltimbanco birikino. Ma kuesta volta mi rilasserò un attimo... e farò rilazare voi...

 

In quel momento, i tentacoli sulla sua testa sembrarono creare ombra sui suoi occhi. 

 

- Inizierò dal prezzo: kuesta volta, è di 50.000 Koda. E' cinque volte kuello di Narciso. Ma che mistero misterioso... come mai vale cinque volte tanto?

 

Dall'eccitazione di prima, il tono divenne più sinistro ma cauto: incuriosì ancora di più gli spettatori di quanto una normale arringa provocatoria avrebbe fatto. 

 

- Dovete sapere che kuezto oggetto apparteneva ad un antiko Zigilyph divinatore... leggeva il futuro dei popoli e metteva in guardia dal fato. Si credeva avesse tali poteri... 

 

Accarezzò dolcemente l'occhio sul velo.

 

- In realtà... era zemplicemente un Kodamon molto intelligente: con l'aiuto dei suoi poteri pzikici, leggeva nella mente delle perzone intorno e, a zekonda di kuello che rikavava, ne prevedeva un possibile futuro, di prozperità o di zventura. Ha fatto una fortuna in kuesto modo... e non ha mai zofferto la fame. 

 

Il suo sguardo si strinse: per qualche ragione, tutti quanti erano accattivati da lui.

 

- Un giorno, però, un geloso Kodamon scoprì il suo segreto fortuitamente... e decise di trovare un modo per impossessarsi del suo potere. Ma che mistero misterioso... come avrà fatto?

 

Sollevò poi il velo al cielo, proclamandolo.

 

- Ha rubato il suo okkio... e l'ha messo in kuesto velo!
 

I criminali spalancarono gli occhi: realizzarono immediatamente il potere di quell'artefatto.

 

- Se lo indozzerete... Vi permetterà di lezzere nella mente di ki guardate, kome di solito è konzesso solo ad un tipo pzikiko. Tuttavia, ahimé... può farlo di un zolo Kodamon alla volta. Purtroppo, il ladro non è riuzito a fare di più. 

 

Mormorii imperversarono per la cupola: erano tutti sinistramente incuriositi da tale velo.

 

- Per attivarlo... bisogna agire di furbizia. L'occhio è così forte ke non zi attiva kozì fazilmente: dovrete far piangere il vostro bersaglio e mettere una sua lacrima su kuesto velo! Ogni metodo è konzezzo: bazti ke zia likuido proveniente dal suo bulbo okulare.

 

Allo stesso tempo, nonostante la prova dell'onestà del dottore portata dall'effetto del precedente specchio, aleggiò il dubbio e lo scetticismo in alcune tribune.

 

- MA NON DIRE STRONZATE!

 

- COME PUO' UN PEZZO DI STOFFA FAR LEGGERE LA MENTE!

 

Un ghigno malefico si annidò sotto i baffi del Malamar. Rukio strinse lo sguardo, notando ciò.

 

- Ohhhhhh? - esclamò compiaciuto il dottore, - Koza zentono le mie orekkie? E' il suono dello scettizizmo? Oh povero me... E' un dubbio zulla kualità della mia merze? 

 

Da quelle parole sibilate al microfono si poteva evincere un intento malefico, come un serpente che lentamente stava strisciando sulla spina dorsale per stringere nelle sue spire mortali il collo della vittima. Si mise un tentacolo nella testa, fingendo un mancamento.

 

- Oh... ma koza dovrei fare...

 

Aprì lentamente il suo occhio destro verso le sue assistenti, puntando lo sguardo verso la Lopunny.

 

- Bluetta kara... 

 

Ella non proferì parola: fece un inchino, sorridendo al dottore con allegria e procedendo come da copione verso il lato inferiore della tribuna centrale destra. Mentre camminava lentamente, un faro veniva puntato su di lei, attirando l'attenzione dei criminali seduti sugli spalti. Una parte la guardava con imbarazzo e batticuore, altri con una più accentuata libidine ed eccitazione. Si fermò verso la parte più bassa, tendendo la mano verso un Hypno dagli occhi azzurri. 

 

- Fila H, pozto 27. Zignov Hypno, le dizpiazerebbe salive sul palko? - gli fece il dottore dal microfono.

 

Il pokémon Ipnosi prese la mano della Lopunny accettando l'invito del diavolo, e salì sul palco in un misto di curiosità ed insicurezza. Si lasciò portare via come se non esistesse nulla al mondo al di fuori di lui e la coniglietta: l'invito del dottore era in secondo piano. Non si rese conto nemmeno quando raggiunse il Malamar a distanza ravvicinata, e non si rese conto nemmeno del momento in cui il suddetto tirò un pugno con una precisione chirurgica in un punto sensibile tra le sue costole, facendolo involontariamente lacrimare dagli occhi. 

 

Dopodiché, gli asciugò le lacrime con il velo in questione facendo attenzione ad inumidirne l'occhio giallo. 

 

- Mi zcuzo per tutto quanto. Ho zelto lei perché i Kodamon Pziko hanno una buona reziztenza tra i propri zimili... kuindi kuezto velo non dovrebbe funzionare zu di lei...

 

Nel frattempo, sul palco giunse un altro Kodamon: un Heatmor con un velo verde dai pois gialli. 

 

- Zignor Heatmor: la prego. 

 

Titubante ma incuriosito, il pokémon  Formichiere indossò il velo, dirigendo il suo sguardo verso il pokémon Ipnosi. Dopodiché, il Malamar rivolse delle domande specifiche al pokémon di tipo Psico, domande a cui non si poteva semplicemente rispondere sì o no. Non ebbe bisogno di fare ulteriori dimostrazioni: le reazioni sorprese dell'Heatmor e le reazioni inquietate dell'Hypno furono la prova del nove per gli spettatori del buon funzionamento dell'oggetto.

 

- Straordinario...

 

- LO VOGLIO! POTREI FREGARE UN SACCO DI ALTRI POKE'MON CON QUELL'OGGETTO! AHAHAH!

 

- E' MIO DI DIRITTO! SOLO IO SAPREI USARLO AL MEGLIO!

 

- NON SARESTI IN GRADO DI INGANNARE TUA MADRE, CON QUELLO! NON FARMI RIDERE!

 

Non era stato ancora dichiarato l'inizio dell'asta per quel velo: ancora una volta, la merce presentata scatenò la confusione più totale, generando risse a catena senza tregua da un lato all'altro dell'anfiteatro. Tra menti maligne di pokémon criminali e piani di sotterfugi da parte di pokémon benestanti, l'intera cupola divenne un gran calvario di rabbia e cupidigia. 

 

Alcuni di loro non riuscirono ad aspettare l'inizio della contesa: due criminali particolarmente focosi si lanciarono addosso mosse come Energipalla e Fulmine, mentre altri due si scontrarono con Palla Ombra e Neropulsar. Alla luce di questo, Yamiscilla ordinò a Bluetta e Viridia di raggiungere gli spalti dei quattro litiganti e fermarli con l'aiuto di altre conigliette, invitando gli altri spettatori a rimanere calmi. Altri ancora rimasero fermi a ridere divertiti, tra grasse risate e Protezione, non capacitandosi di tale stupidità per un oggetto che non sarà di nessuno fino a ché non verrà stabilito dal proprietario dell'asta, il quale per falsa magnanimità e vero sadismo perdonò i contendenti e non lì sbatté fuori dal teatro, chiudendo un occhio sulla piccola disputa. Tutto questo accadde davanti agli occhi del capitano del team Skyriders, che nonostante il preambolo iniziale, divenne disilluso e triste davanti a quello spettacolo. 

 

L'aveva visto con i suoi occhi: nel momento in cui aveva invitato all'ordine, vide molto attentamente che il dottore godeva nel vedere quelle bestie azzuffarsi tra di loro, così come altri che si stavano lanciando le peggio maledizioni addosso l'uno all'altro. Lo aveva capito bene: quel pokémon aveva delle capacità manipolatrici di prima categoria. Ancora il punto della situazione non era chiaro, eppure era riuscito a scuotere l'indole più buia di tutti quei presenti.

E nel vedere che, nonostante la catastrofe avvenuta due anni fa con la Materia Oscura, c'erano ancora pokémon il cui cuore era dominato da cupidigia ed avarizia, con cattiveria e violenza, era una cosa che non riusciva a comprendere.



- Se ci pensi bene, la Materia Oscura... me stessa e anche il nostro intero pianeta... Siamo nati tutti in questo stesso universo. Nel cuore di ognuno di noi possono nascondersi sentimenti come l'odio e il pregiudizio. Abbiamo dentro di noi una parte buona e una parte più buia. Nessuno è solo buono o solo cattivo... Siamo fatti così e non possiamo negarlo! Non possiamo cambiare noi stessi così, con un semplice colpo di spugna! Quindi, Materia Oscura... io ti perdono! Ti accetto come sei!

 

 

Queste furono le parole di Amelia, quel fatidico giorno al cospetto del loro nemico finale. Il primo passo per sconfiggere la malvagità di quell'entità fu il riconoscere ed accettare la sua esistenza, come parte integrante del proprio io interiore. Due anni fa aveva condiviso la sua visione  su questo, e aveva riconosciuto il fatto che non si potesse cambiare con uno schiocco di dita un animo indebolito dalle tenebre. Tuttavia, non era mai riuscito a sopportare il fatto che certi individui non avessero neanche provato a cambiare, come dimostrava quello spettacolo. Un sapore amaro si espanse nella sua bocca, facendolo scivolare nelle debolezze della sua persona.

 

- (Che tristezza... - pensò, - Vorrei lasciar correre... sono consapevole che non è per niente facile...)

 

Strinse le mani l'una contro l'altra, come nel trattenere un impulso violento.

 

- (Ma non lo sopporto! Lo so che esiste... ma non lo accetto! Dopo tutto quello che io e lei abbiamo fatto... come posso rimanere indifferente!?)

 

Si fermò, abbassando lo sguardo.

 

- (Che ipocrita che sono... Con questi pensieri io stesso dimostro di essere capace di odiare... non sono immune a tale sentimento. Mi chiedo davvero per quale motivo combatto ancora...)

 

Dopo quelle note ritrovate nella sua mente, strinse con il palmo destro la sua Sciarpa dell'Armonia camuffata.

 

- (Vorrei... Vorrei davvero che tu fossi con me. Ho bisogno della tua luce, Amelia. Ho bisogno che tu dica quelle parole... anche davanti a tutto questo.)

 

Shinso notò quel turbamento nel Riolu, e cercò di chiamarlo per fargli confessare i suoi timori.

 

- C-ca... Riolu? Tutto bene?

 

Nonostante il richiamo del compagno, egli rimase in silenzio con lo sguardo verso il basso, voltandosi solo per mostrare di sbieco uno dei due occhi malinconici che aveva in quel momento. Sotto quell'occhio, Shinso non riuscì a dire una parola. La persona dietro, invece, si dimostrò capace di rispondere. 

 

- Sei... Sei una persona meravigliosa, lo sai?

 

I due, assieme all'incuriosito Kenji, si girarono verso Nebra I.

 

- Vedo spesso gente rimanere indifferente di fronte a questo spettacolo, fino a quando la contesa non lo tocca direttamente. Un Kodamon frivolo prova divertimento; un Kodamon comune dopo un po' si infastidirebbe e basta. 

 

Il falso Cacturne poggiò la testa sul braccio destro, affascinato dal comportamento del Riolu.

 

- Tu... Tu stai soffrendo da tutto ciò, non è vero? 

 

Rukio si limitò a guardare il sultano con gli stessi occhi di un figlio che si stupì dell'accortezza del padre di vedere dentro di lui, quando per una vita non era mai stato capace di farlo. 

 

- Beh... Mi dispiace. In un certo senso, sono io che sto permettendo tutto ciò. Sei un Kodamon molto sensile, ma nonostante ciò cerchi di tenere il dolore dentro di te e mostrarti forte davanti agli altri.  Sei così, non è vero? 

 

Il Riolu distolse lo sguardo, preso alla sprovvista da tale lettura. 

 

- Ho un grande rispetto... per quelli come te. 

 

Tolse la testa dal braccio destro, e con il sinistro simulò un piccolo inchino.

 

- Perdonami... se ti sto rendendo partecipe di questo spettacolo di pessimo gusto.

 

I presenti rimasero esterrefatti da tale comportamento, più di tutti il capitano del team Skyriders. Trovò surreale che un sovrano potesse essere così umile da scusarsi di fronte a quello che poteva benissimo considerare un suo suddito, oltretutto per delle scelte politiche prese con decisione. Più che le scuse, tuttavia, ciò che stupì il pokémon Emanazione era il messaggio velato dietro quelle parole. Stava dimostrando di capirlo e di comprenderlo. "io ti sono vicino": era quella l'emozione che trasparì dalle sue parole. Il falso Dragonite si mostrò stizzito da tale atteggiamento del suo sovrano, ma chiuse gli occhi ben consapevole che quello era il suo modo di essere. 

 

Il Riolu fece un piccolo sorriso malinconico, cercando di non far abbassare così tanto lo status del sovrano di quanto egli non stesse già facendo. 

 

- Non c'è bisogno di arrivare a tanto per scusarsi... - rispose il capitano del team Skyriders, - oggettivamente non ha nulla di cui rimproverarsi. Ritengo che invece la sua sia stata un'ottima strategia. Non c'è l'ho con lei, ma con i Kodamon qua dentro. La ringrazio comunque per essersi preoccupato per-

 

- Oh insomma! 

 

Senza lasciargli finire la frase, il falso Cacturne lo afferrò per una guancia con la mano destra.

 

- Ma la vuoi smettere!?!? Ti ho detto di darmi del tu! Porca miseria! 

 

Continuò a tirarlo avanti indietro, come se fosse un sacco da boxe. 

 

- E' così difficile essere un po' più sciolto con me?!?!?! Uffa Uffa Uffa!

 

- Ehi, - gli fece Kenji, imbarazzato - non è mica una racchetta da paddle *...

 

- Mon Dieu...

 

Nonostante quel piccolo siparietto, il tempo procedette senza troppi intoppi, tra oggetti di dubbia provenienza e risse apparentemente senza senso. Tra contese, vendite lisce o ricolme di insulti, il  clima che si creò in quei minuti dopo il secondo oggetto fu quello che per alcuni era di divertimento e per altri era di conquista. 

 

 A causa delle molteplici contese susseguite, molti pokémon perdettero le quote che avevano puntato perché furono derubati della proprietà dell'oggetto, costringendo dunque dalla rabbia alcuni a lasciare prima del tempo l'arena per l'impossibilità di continuare. Molti posti sulle tribune furono liberati, lasciando il lusso agli spettatori rimasti di stare più larghi o addirittura cambiare postazione in cerca di un angolo migliore per assistere al tutto e per un punto strategico dove poter contestare senza troppe preoccupazioni. Alcuni non si interessarono di tale accortezza: erano troppo distratti dalle movenze delle Lopunny. 

Passò un buon tre quarti d'ora dalla vendita del primo oggetto. Tuttavia, dell'attrazione principale per il quale i pokémon del GIK si erano preparati non ve ne era stata ancora traccia. Neanche un minimo accenno venne fatto sul Veloscuro da parte del dottore. Ma c'era da aspettarselo: probabilmente, il dottore voleva tenersi la sorpresa finale per gli ultimi atti. 

 

Gli esploratori erano tranquilli, nonostante tutto: il Frogadier stava mantenendo la propria illusione, mentre il Grovyle era annoiato, poiché il livello dei "duellanti" era tale da fargli scendere le foglie sottoterra, per non dire un'altra parte del corpo. 

Gli altri, invece, assistevano allo spettacolo a volte interessati a volte assonnati, ma senza mai prendersela troppo per la situazione, Rukio compreso. Dopo le parole di Nebra, il suo animo si era tranquillizzato un po'. Sapeva bene che tutto quello era connesso ai piani del dottore, e che non gli era concesso di lasciarsi distrarre dal suo turbamento interiore. Si appellò a tutte le sue forze mentali per cercare di non pensare troppo al tutto. 

 

Quello che forse non sapeva, e che forse non avrebbe mai potuto immaginare, era quanto in profondità il serpente era disposto a strisciare pur di far emergere vincitore il suo piano, piano che forse il Riolu aveva intuito ma allo stesso tempo non aveva potuto prevedere l'oscurità che aleggiava in esso. Il dottore stava controllando attentamente lo stato umorale degli spettatori: era particolarmente interessato al livello di agitazione, stress emotivo ed adrenalina che i suddetti avevano in corpo, ed era quello uno degli obiettivi della buona riuscita del suo piano. 

 

- (Alkuni di loro non riezcono a tenersi fermi...)

 

Girò verso le tribune, posando poi il suo sguardo verso il gruppo del Riolu.

 

- (Ed altri zono ankora in atteza di kualkoza... )

 

Era stato appena venduto il sedicesimo oggetto: da quell'osservazione periferica, ritenne che lo spirito dei presenti era sufficientemente guidato da un misto di avarizia e di sdegno, e che quindi era il momento per la seconda parte del suo piano. E fu infatti in quel momento, che il geniale dottore mostrò i suoi veri colori.

 

- (Divei ke è il momento... Vediamo ze riuzirete a reztare calmi dopo kuezto...) 

 

Impugnò il microfono, battendo dei colpi su di esso per attirare l'attenzione. Quel gesto interruppe il brusio, facendo calare il silenzio nel teatro. 

 

- Zentili zpettatori e akuirenti... - disse rendendo il suo tono di voce sinistro e allo stesso tempo invitante, - prima di kontinuare, volevo kongratularmi kon voi per ezzere arrivati fino a kuezto punto. Zono molto kontento della buona riuzzita di kuezt'azta... E ke ztia rizkuotendo kozì tanto zuzzesso kuezt'anno. 

 

Nessuno rispose o commentò: erano tutti captivati dal Malamar. 

 

- Kuindi, per premiare la voztra kaloroza partezipazione, ho dezizo ke è il momento di di moztrarvi kualkoza...

 

Un barlume di cattiveria venne espressa dalle sue pupille: un brivido scorse lungo la schiena del piccolo licantropo. 

 

- Di veramente intevezzante... 

 

Era il momento: avrebbe mostrato qualcosa di inaspettato. Forse il Veloscuro?

 

- Rozzella.

 

La Lopunny dai batuffoli rossi fece qualche passo avanti, risistemandosi la maschera che aveva indossato per tutta l'esibizione. 

 

- Porta kon te L-B, L-J e L-Z: andate a preparare la noztra pikkola sorpresa... 

 

Alla sua sinistra, comandò un'altra Lopunny. 

 

- L-V: portami l'ozzetto CV- 07.

 

*******************************NOTE DELL'AUTORE*******************************

 

- Explaining:
1) le lopunny al di fuori delle 7 assistenti preferite hanno un nome che iniza con la lettera L accompagnate da seguenti lettere dell'alfabeto;
2) La racchetta da Paddle è quella racchetta da ping pong a cui attaccata con un filo c'è la pallina;

- Legenda: 

Hokuto no Shimai (北斗の姉妹): Le sorelle dell'Orsa Maggiore;


-F.A.Q.

-Curiosità:

La canzone che ha ispirato il momento di canto di Yamiscilla è quella di Ne-yo: Friend like me, cover di una delle canzoni iconiche di Aladin, "un amico come me"; 

 La scritta in corsivo separata dal resto è una citazione ai capitoli finali di Super Pokémon Mystery Dungeon;

 

 

 

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Capitolo 8: il teatro delle meraviglie (seconda parte)

Spoiler

Le cinque Lopunny, una volta impartiti gli ordini, si diressero verso le quinte per svolgere le proprie mansioni.

Ci impiegarono un buon cinque minuti per preparare il tutto: il tempo necessario per far bisbigliare il pubblico di curiosità ed alimentare leggermente l'impazienza di tali esseri.

 

La prima a tornare fu L-V, che invece di condurre sul palco la solita teca di vetro, portò direttamente tra le sue mani il diciassettesimo oggetto.

 

Era una strana verga dai filamenti viola intrecciati tra di loro, con delle punte affilate di appena qualche millimetro. Il manico era nero carbone, e vi era incastonata una gemma rossa su di essa. Il dottore non disse niente riguardo ad essa: si limitò a sciogliere la frusta e a librarla in aria davanti agli occhi degli spettatori dubbiosi.

 

- Una... Frusta?

 

- Cosa vorrà fare con quella?

 

- Più che altro... Cosa avrà di così particolare? Spero questa volta di poter spendere i miei soldi...

 

- Uhuh... Potrei divertirmi con qualcuno con quella... - commentò il Grovyle, sotto lo sguardo attonito e senza parole della ranocchia.

 

- Ci stanno mettendo un po' lì dietro... - Commentò Yé Zìyou.

 

- Non ssssso voi, ma ho una brutta sssssensssssasione nei conffffronti di quella... - fece notare Arbok.

 

- Che ti succede, compagno? - Gli chiese Drapion, - Credevo i rettili avessero il sangue freddo!

 

- E' un'altra delle tue battute? Non fffffai ridere...

 

Uno scricchiolio di porta antica zittì tutti gli spettatori: le tre Lopunny che erano andate dietro le quinte assieme a Rossella ritornarono sul palco trascinando con loro un complesso che inquietante era di definizione minore. Elle si presentarono con un pannello di legno con delle ruote montate sotto, sulla cui superficie stava una Fennekin a pancia in giù con le zampe incatenate al tavolo da manette di piombo.

 

(Ost Mystery of Fossils)

 

 

Gli spettatori spalancarono gli occhi sorpresi e increduli, rimanendo a bocca aperta.

 

- E-ehi...

 

- Ma che diavolo...

 

- Tsk... Guarda te che tipo...

 

- Parlando di indecenza...

 

- C-cosa vorrà fare?

 

Sebbene la maggior parte fossero criminali, la vista della povera pokémon Volpe legata in quella posizione e con le lacrime agli occhi dalla paura riuscì a scuotere l'animo dei più corrotti, quasi riuscendo a fargli sparire la patina nera che aleggiava nei loro cuori. Gli esploratori del GIK, in virtù della totale assenza o della poca presenza di tale sporcizia, furono colpiti in pieno da tale risvolto nella missione.

 

- P-P-PARBLEU! COSA DIAVOLO STA PENSANDO QUELLO!?

 

- Che verme schifoso... - commentò il Grovyle.

 

- Per una volta sono d'accordo con te, testa verde. - commentò la felina, - è disgustoso...

 

- Quessssto sssssì che è di pessssimo gusto...

 

- Ehi, Riolu. - disse lo spadaccino, - prima che mi fermi poi, lo metterò ben chiaro. Se gli saltiamo addosso, voglio dare una bella spulciata ai suoi tentacoli, prima di catturarlo. Non ti lamenterai se gli faccio qualche taglio prima, giusto?

 

Non vi fu risposta da parte del piccolo licantropo. Né un accordo né un commento.

 

- Riolu? - Disse girandosi verso di lui, - non è il momento di-

 

Gli bastò un lieve movimento verso Rukio per apprendere in pieno la gravità della situazione. Il piccolo licantropo aveva la testa fissa verso il palco del teatro: non aveva nemmeno sentito il Legnogeco. In quel momento, il capitano del team Skyriders era completamente assente: al suo posto, ciò che vide Kenji fu una belva inferocita dai denti digrignanti, pronta ad azzannare da un momento all'altro la preda di fronte a lui.

 

Ancora una volta, l'emotività del Riolu si prese la parte migliore di lui: nel preciso istante in cui aveva visto la Fennekin incatenata, non era riuscito a distaccarsi da colei che aveva nella sua testa e che l'aveva accompagnato per lungo tempo, facendo bruciare tra i suoi neuroni e nelle fibre del suo cuore fiamme divampanti ed incandescenti d'ira.

 

Sapeva bene che non era lei: sapeva bene che quella non era Amelia. Era un'altra povera innocente, completamente estranea alla faccenda. Ed era questo che continuava a ripetere a sé stesso: "Non è lei", "Non è lei", "Non è lei". Ma la mente geniale dell'essere umano di cento anni fa era impotente davanti al suo stesso cuore: il mondo interno e il mondo esterno del piccolo licantropo si inondarono di lava incandescente, dove divenne impossibile stabilire se, nei momenti successivi, avrebbe preso fuoco prima lui o l'intero teatro circostante, per azione del suo solo sguardo.

 

- FROGGY! - Gridò lo spadaccino, - LE MANETTE!

 

- Excuse moi? A cosa ti serv-

 

Nel momento in cui si girò verso di lui, il ninja sbiancò di colpo. Non fiatò ulteriormente e non perse tempo: dalla borsa invisibile estrasse delle manette fatte con lo stesso materiale delle Tenma no Kusari, e con uno scatto le mise ai polsi del capitano, per poi afferrare con il braccio sinistro il braccio destro del pokémon Emanazione.

 

Seguendo il suo esempio, Kenji bloccò con le due braccia il restante arto sinistro e il corpo del capitano.

Quelle manette erano in dotazione ad esploratori scelti all'interno di una Gilda: era concesso portare un solo paio, visto l'efficacia e la pericolosità di tale strumento, ed era molto utile quando si trattava di far parlare un criminale senza il pericolo che questo si desse alla fuga. Al team AWD, questo privilegio non era concesso.

 

- COSA STATE FACENDO?! - Urlò il neo-prigioniero ai suoi Giuda Iscariota.

 

- Devi restare calmo! Non è lei! - Disse il Legnogeco.

 

- LIBERATEMI! LIBERATEMI!

 

- ABSOLUMENT PAS! (*) - gridò il ninja.

 

- GRAAAHH!!!!

 

Lo spadaccino era preoccupato: in quello stato, il piccolo licantropo avrebbe potuto mandare a monte l'intero piano. Per quanto razionale, quando c'era di mezzo Amelia non riusciva ad essere riflessivo.

 

- (Questo non va bene! - Pensò lo spadaccino, - Se continua così... potrebbe fare qualche cazzata!)

 

Il capitano iniziò a dimenarsi tra i due, sotto gli occhi inespressivi del sultano e quelli curiosi del falso Dragonite visir.

 

- Sembra che questo ragazzo sia molto emotivo... - commentò il Dusknoir, - Non crede, maestà?

 

Nessuno dei presenti volette prendere posizione, e nemmeno alcuni criminali che si erano voltati verso di lui. L'istinto gli disse di non mettersi in mezzo e tentare di fermare quella belva inferocita. In quel momento, forse avrebbe significato un dolore inimmaginabile, o forse la stessa morte.

 

- Fatti da parte, ranocchia, - intimò la felina al ninja.

 

- Uh?

 

Senza preavviso alcuno, Weavile sferrò un altro dei suoi famosi pugni sulla guancia destra di Rukio. Non potendo accumulare Meisoku per proteggersi dal colpo, prese in pieno l'attacco, accusò un sanguinamento dalla narice sinistra.

Il Riolu rimase con lo sguardo rivolto verso destra per qualche secondo, per poi voltarsi di nuovo verso la felina.

 

- Ti basta? O ne vuoi ancora?

 

Il piccolo licantropo non rispose. Era consapevole cosa c'era dietro quel gesto, ma non si sentiva nello stato di risponderle.

 

- Anche a me da fastidio, - disse, rimettendosi a posto, - ma non puoi fare di testa tua in questa situazione. Abbiamo una missione da fare, e se provi a buttarti in mezzo per salvarla falliremo.

 

Incrociò le braccia, chiudendo gli occhi. I presenti rimasero in silenzio e fermi, non sapendo come reagire davanti a quella situazione. Era come se fosse caduto un fulmine a ciel sereno, e nessuno avesse intenzione di muoversi per beccarsene un altro sulla propria testa.

 

- Troveremo una soluzione.

 

Il Riolu spalancò gli occhi. Più che ciò che aveva detto, si stupì del tono rassicurante che sospirò la Lamartigli.

 

- Tuttavia... è importante che chi sta guidando la squadra mantenga la calma. Se ti servono altri schiaffi in faccia, sono qui.

 

Il piccolo licantropo rimase a guardarla stralunato. Era chiara la sua intenzione: si stava preoccupando della salute mentale del Riolu, e si era messa in primo piano per contenere la bestia furiosa che era insidiata nel suo cuore. Era un'azione che, per quanto violenta, era apprensiva e deterrente nei suoi confronti, come quella di un padre o di una madre che voleva impartire la giusta lezione al suo figlioletto ed invitarlo al giusto raziocinio. Non si sarebbe mai aspettato una tale azione da parte di quell'orgogliosa femmina, dal carattere permaloso, dominante e e soprattutto immaturo. Lo aveva riportato alla realtà esponendo la propria persona davanti agli altri colleghi, senza esitare minimamente.

 

Il pokémon Emanazione, sotto quelle considerazioni, rise sottovoce.

 

- Cos'hai da sorridere? - Gli chiese lei.

 

- "Troveremo una soluzione", "Se ti servono altri schiaffi in faccia, sono qui". Hai detto questo invece di una frase del tipo "non metto a repentaglio la mia missione per una Fennekin piagnucolosa".

 

Si girò verso di lei, con il sorriso sincero di un amico che aveva apprezzato l'intervento del suo compagno di avventure.

 

- Sembra che, dopotutto, - rispose chiudendo gli occhi e sorridendo espressivamente, - non sei la Weavile fredda e insensibile che vuoi far credere!

 

L'imbarazzo della pokémon Lamartigli fu tale da farla arrossire e gridare contro la sua volontà.

 

- N-NON ALZARE LA CRESTA CON ME, PALLA DI PELO!

 

- Ti ringrazio, Weavile...

 

La bocca della fredda gatta larda si chiuse goffamente.

 

- Ora sto bene. Non interverrò, promesso.

 

La Lamartigli si girò dall'altro lato, fingendo di essere offesa.

 

- Tsk! Ho fatto solo il mio dovere! - disse distogliendo lo sguardo, - N-non c'è bisogno... di ringraziarmi...

 

Nonostante la calma fosse calata tra i team esplorativi, piogge d'insulti piovvero dagli spalti del teatro nei confronti del Malamar.

 

- MA CHE TI SALTA IN MENTE, ASSASSINO!

 

- QUESTO NON E' LEGALE! ESPELLETELO DA BAZAROPOLI!

 

- VISCIDO VERME!

 

- IMBECILLE!

 

Quello che sembrava un covo malfamato divenne un coro di rivolta nei confronti del dottore, assetati del suo sangue. Ladri, Gangster della malavita e persino assassini: chi più chi meno espresse in pieno la sua disapprovazione nei confronti di ciò, facendo tremare il tendone nel sottosuolo come se colpito da un Terremoto. Quello che era un covo di criminali, divenne l'aula di adulti infuriati nei confronti di quello che persino gli scarti della società riconoscevano come un atto riprovevole: quello di coinvolgere un pargolo nel dolore e nella violenza del mondo reale.

 

Il Malamar guardò i criminali con un'ombra sugli occhi: sembrava guardasse loro come se fosse disgustato.

 

- Ke koz'è... kuezto?

 

Continuavano ad aizzare la rabbia imperterriti, continuando ad inveire contro di lui. Erano completamente infuriati con lui, come se un circense avesse la colpa di far ridere i suoi spettatori. Davanti a cotale espressione senza senso, prese la verga dalla teca di vetro e diede una frustata sul palco, gridando fermo senza paura.

 

- ZILENZIO!

 

L'urlo fu talmente forte da sovrastare gli insulti e silenziare l'atmosfera in un attimo. L'unico suono che si sentì in quei secondi fu l'eco dell'ammonizione graffiante. Da saltimbanco e giullare che era, espresse un grido così combattivo nei confronti della folla che riuscì a bloccare tutti quanti. Il suo sguardo sembrava arrabbiato: ed era così che voleva mostrarsi.

 

- Wollt ihr mich verarschen!? (*) NON MOSTRATEMI TALE ECO IMMORALE! E' DISGUSTOSO!

 

Puntò la frusta verso di loro, additandoli personalmente.

 

- Tra di voi ci zono ladri! Mercenari! Truffatori e malavitozi! Mi ztate dizendo che non sopportate Kuezto!? Dopo tutte le koze orribili che probabilmente avete fatto!?

 

I criminali furono restii a controbattere: vi era una verità indiscutibile in quelle parole.

 

- La mazior parte di voi non ha alkun diritto di ziudikarmi! Io zono un venditore! Un merkante! Non ze ne fazziamo niente della morale, se non ci porta kuattrini! Kuezta è il tipo di perzona ke zono! Ziete venuti kui ben konzapevoli! MI ZTATE ROVINANDO LO ZHOW E LA VENDITA!

 

Disse con tale foga quell'ultima frase come se gli venisse da dentro. Non vi era recita: era veramente indispettito da tale reazione.

 

- E poi... Ze avete davvero kualke problema, - disse indicando la volpina, - kuezta Fennekin è una mia dipendente lezittima! E' ztata lei ztezza a chiedermi di azzumerla, e gli ho zpiegato ante-tempo koza avrei fatto! Ha akkonzentito lei!

 

La pokémon sul tavolo chiuse gli occhi in senso di consapevolezza e rassegnazione. A malincuore e sconvolto, Ōryugo Rukio riconobbe nei suoi occhi la verità delle parole del dottore.

 

- Zuo Padre è ztato kolpito da una malattia rarizzima: ha bizogno di denavo per comprarzi le medizine e pagare un dottore vero... e...

 

Riprendendo la sua parte, si appoggiò alla cariola con un tentacolo sulla testa, simulando un mancamento.

 

- Kuezta anima kandida è venuta da me, un mizero merkante di ozzetti okkulti per zerkare di gradagnarzi il denaro per lui!

 

Ed era la verità. Era sola con suo padre, ed egli era gravemente malato. Sua madre Delphox era morta allo stesso modo. Doveva con ogni mezzo trovare il modo per non perderlo. E Yamiscilla stava completamente sfruttando la fortuita situazione.

 

- Zarei ztato krudele a non dargli kuezta pozzibilità! K-kome potevo? Zono zolo un mercante! Un mizero ziullare in cerca di denaro! Kome potevo rifiutare a tale rikiesta?! Kome potevo ezzere kozi inzenzibile?!

 

Dopo quelle parole, dai suoi occhi scesero delle lacrime forzate. Un brivido scorse lungo la schiena del Riolu, e Shinso e Weavile corrucciarono lo sguardo. Non c'era bisogno di essere accorti in manipolazione e bugie per capire che quell'ultima parte faceva parte di una firma che sanciva il lancio dell'incantesimo. Tutto quanto, dalla rabbia alla provocazione, era stato orchestrato per un preciso motivo: suscitare lo scandalo e rinvigorire lo spettacolo. Sotto quegli occhi lucidi, il piccolo licantropo riuscì a scorgere il ghigno sorridente di chi era riuscito a vendere la sua merce al prezzo più alto che poteva, nonostante la poca spesa. I più ingenui rimasero in silenzio, non sapendo più che domande porsi, mentre i più scettici lessero dietro la falsità delle sue parole e lo guardarono con sguardo truce, quasi come se egli avesse toccato un membro della loro famiglia.

 

- Che buffone...

 

- Avrei paura a firmare un contratto con quel Malamar...

 

E davanti a tutto quello, il team Skyriders non poteva reagire.

 

- Quella povera Kodamon... D-davvero non possiamo fare niente? - Chiese Shinso ai colleghi.

 

- Purtroppo no, - gli rispose Weavile, - se davvero quella piccola pulce è sotto legale contratto, ogni intervento sarebbe illegale. Dopotutto...

 

Si girò indietro, rivolgendo un'occhiataccia al sovrano.

 

- La legge è la legge, no?

 

- Sono desolato quanto voi... - disse intimorito, - Non mi sarei mai aspettato una cosa del genere...

 

- Bene zignori! - Riprese il dottore, come se non avesse fatto scendere alcuna lacrima, - Purtroppo non abbiamo il luzzo di pazzare momenti melankonizi. Per quanto kommovente... purtroppo zono anke un professionista, e kome tale devo rispettare i tempi. Le lanzette zono krudeli per chi viaggia nel denaro... e zoprattutto per il padre di kuezta pikkola.

 

Le parole erano state scelte appositamente per rincarare la dose. Per quanto avendo ripreso la ragione, Rukio non poté fare a meno di ri-digrignare i denti.

 

- La mia azziztente, ora, vi darà una dimoztrazione di kuello ke kuezta verga è in grado di fave!

 

Il dottore prese la verga dalla teca di vetro e la strinse forte tra i suoi tentacoli, avvicinandosi poi alla piccola Fennekin. Lei, in quanto volontaria, sapeva perfettamente cosa sarebbe accaduto, ma nonostante questo non poté fare a meno di chiudere gli occhi e digrignare i denti.

 

Rukio stava guardando la povera volpe agonizzante nel terrore: sapeva bene che doveva controllarsi, e forse distogliere lo sguardo avrebbe potuto aiutarlo. Ma il fatto che gli ricordasse Amelia lo costrinse ad osservare lo spettacolo preoccupato per sua sorte.

 

Il Malamar non si fece attendere troppo: senza ulteriore indugi, tirò tre frustate sulla schiena della piccoletta. La pokémon Volpe urlò agonizzante nel dolore, scoppiando in un pianto straziante.

 

Non ebbe bisogno di esagerare come gli era stato chiesto: la bruciatura creata da quell'oggetto servì al suo scopo egregiamente, torturandola e facendo risuonare i suoi lamenti per tutto il teatro.

 

- Che crudeltà... - commentarono dalla tribuna.

 

- Se è lei stessa che l'ha voluto, non ci possiamo fare niente. Certo... che è uno spettacolo orribile...

 

Si formarono delle piaghe nel punto interessato, che rimasero per qualche secondo a graffiarne la carne. Tuttavia, dopo dieci secondi, le ferite si rimarginarono come se non fosse successo niente. Tutti gli spettatori rimasero perplessi: nessuno di loro si sentì sollevato del fatto che non fosse stata ferita sul serio.

 

- Interezzante, vero?

 

Il Malamar si girò verso il pubblico, con fare da analista.

 

- Kuezta verga è molto partikolare: ogni ferita inferta da kuezta vevrà rikucita, dizinfettata e kurata. L'unika koza ke rimarrà nella vittima è puro e zemplize dolore...

 

Tenne la verga in mano come se tenesse un animaletto domestico.

 

- Ci zono un zacco di applikazioni per kuesta verga... ma penzo ke la tortura zia l'utilizzo più indikato. Inoltre, konduce elettricità, e ze il berzaglio è elettrifikato, non zubirà danni fizizi, ma zolo dolore. Kuindi, da quel punto di vista è completamente innoqua. E' l'ideale ze volete punire pezantemente kualkuno il più a lungo pozzibile, fin kuando i zuoi nervi potranno rezzere. Penzo ke molti malavitosi vorrebbero kuezto oggetto: è molto utile se si vogliono spillare informazioni senza uccidere il zozzetto.

 

Molti pokémon che facevano parte di organizzazioni criminali, infatti, nonostante il disgusto della scena misero una mano sotto il mento: pensarono seriamente all'acquisto della verga.

 

- Zi chiama Graffiacane. Avrà un prezzo di partenza di 100.000 Koda. E' un ozzetto molto raro; è ztato difficile zelezionarlo per l'azta. E faremo anche... un divertente zioko.

 

Alzò la verga in alto, stirando gli animi ancora di più.

 

- Vizto ke kuezto momento deve ezzere indimentikabile, alzerò l'asticella! Ogni volta che ci zarà un rilanzio, darò una fruztata alla mia azziztente! Ke ne dite?

 

Fu chiaro come il sole che il dottore aveva intenzione di approfittarsi della situazione come meglio poteva. All'inizio la maggior parte degli spettatori digrignò i denti dalla rabbia, trattenendosi dagli insulti che avevano già buttato fuori prima. Piano piano, però, a causa della predica di prima, si resero conto di non poter farci niente, e non potersi permettere di tale slancio di bontà e rischiare la galera. Si quietarono lentamente, valutando seriamente l'acquisto della frusta viola.

Tra i pokémon si formarono due fazioni: chi non voleva partecipare alla vendita di quell'oggetto per evitare dolore alla piccola e chi, consapevoli che sarebbe stata acquistata comunque e con il desiderio di salvarla il prima possibile, voleva puntare subito la cifra più grossa che si potessero permettere per aggiudicarsi la dannata frusta e salvare la piccola. Ma questo nobile pensiero era un doppio taglio, perché se più individui avessero tentato ciò, ci sarebbero stati più rialzi, con conseguente aumento di pena per lei.

 

I più freddi, invece, pensarono ad in che modo sarebbe potuta essere utile quella verga, pensando soprattutto alle scosse non rilevabili sul corpo di chi li avrebbe subiti. In questa indecisione, un pokémon fece la sua offerta, alzando la mano destra e con la sinistra mostrando un artiglio.

 

- Bene bene! Rilancio a 101.000 Koda!

 

(Ost death parade rikuru)

 

 

La prima vera e propria frustata: la Fennekin cacciò dall'anima un urlo dolorante. Tutti si girarono verso l'indegno animo che aveva osato provocare dolore a lei. Quando lo riconobbero, rabbrividirono e persero la voglia di lottare. Un Garchomp dalle squame scure e l'occhio rovinato da una cicatrice: Beinknuser Geysir, il capo banda delle Anzan no Uroko (*), era stato il pokémon che fece l'offerta.

 

Era lui: lo stesso il Garchomp che era diventato lo zimbello di Yamiscilla per il test del Veloscuro.

Era seduto qualche tribuna più in basso rispetto agli esploratori, verso il lato destro, assieme ai suoi compagni Nidoking e Cofagrigus, che ghignarono di gusto di fronte alla decisione del loro boss. Di questi, il Nidoking era lo stesso che Rukio aveva sfidato a braccio di ferro, da cui aveva avuto l'informazione di conferma dell'episodio raccontato da Midori e Fujito. Dalla fila dietro di lui fioccarono insulti e minacce.

 

- EHI! TI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLO?!

 

- SEI UNA FECCIA!

 

- FAI SCHIF-

 

Il pokémon Mach si girò verso di loro, con in bocca un sigaro che aveva tutta l'aria di essere molto costoso. Dai suoi occhi gelidi e cattivi, trasudò il taglio dell'assassino, che pietrificò sul colpo gli oppositori. Poi, tornò a godersi lo spettacolo, con il ghigno sotto il sigaro di chi adorava imporre il proprio controllo.

 

- (Dietro una bimba che frigna, c'è sempre un adulto che rinasce dalla verità del mondo e torna ad essere il ragazzo pieno di speranze, indignato e sorpreso dalla malvagità del mondo. Tutte queste occhiate... e la consapevolezza di potergli spezzare il collo se provano a mettersi contro di me...)

 

Fece una fumata, per poi togliere la sigaretta pregiata dalla bocca e mostrare i suoi denti.

 

- (Non c'è sensazione più bella! Criminali... Pfiù! Ragazzine, tutti quanti. E il momento di fare vedere cosa significa imporre il vero rispetto...)

 

- Ziamo a 101.000 Koda! 101.000 e uno... 101.000 e 2...

 

Dalla tribuna opposta a quella di Rukio, un altro pokémon alzò la paletta e alzò due dita con la mano sinistra.

 

- Attenzione! Un rilancio! Ziamo a 103.000!

 

Il pokémon in questione mostrò a sua volta un ghigno malefico, ma a differenza del Garchomp non l'aveva fatto per il piacere di vedere soffrire lei e gli altri, e nemmeno per clemenza. Come Geysir, l'aveva fatto per vedere le reazioni del pubblico, ma non di un criminale qualsiasi. Dal lato opposto, egli aveva visto. Aveva trovato una persona, che per un motivo e per un altro per lui era molto importante. Voleva vedere la rabbia dipinta nel suo volto, voleva incitarlo fino a quando non l'avrebbe sfidato di nuovo e si sarebbe potuto riprendere la sua rivincita.

 

Sì: perché per quel pokémon non vi era altro nella sua testa se non quello. Ed era disposto a tutto pur di vedere tutto ciò. Avrebbe venduto l'anima al diavolo, pur di scambiare di nuovo pugni e calci contro il piccolo licantropo.

 

- Tu... *censura*...

 

Quando riconobbe quel riso arrogante, il Riolu digrignò i denti dalla rabbia. Ryokushin Rokujo era lì, dall'altra parte della sua tribuna, ridendo in lontananza per l'ennesima provocazione lanciata al suo "rivale".

 

- BRWAHAHAHAH! (Mi ha notato...finalmente...)

 

Visibilmente contento della faccia dell'eroe di Brusilia, incrociò le braccia soddisfatto, guardandolo con aria di sfida.

 

- (Cosa farai adesso, Ōryugo Rukio? Non ho idea perché quella bambina si spaventi tanto per una frusta... ma ho visto come ti innervosisci ogni volta che viene colpita... Ti ricorda Amelia, vero? Vuoi salvarla, vero? Perché non lo fai? Oh, poco importa...)

 

Non avrebbe guardato in faccia agli angeli del paradiso, pur di far scendere in profondità le membra del Riolu.

 

- (Sono troppo curioso... come sarà la tua forza da veramente arrabbiato?)

 

Di fianco a lui stavano solo Des Pleigh e Maguichi Kazan. Il resto dei suoi scagnozzi non erano presenti con lui.

 

- GUARDA CHE FACCE HAHAHA! - Rise di gusto il Muk, - DAI CAPO, RILANCIA ANCORA!

 

- ZITTA, MELMA AMBULANTE! NON C'E' BISOGNO DI URLARE! - gli rispose il capo.

 

- Tsk... State urlando tutti e due... e non capisco cosa ci troviate di così elettrizzante... - commentò Kazan

 

Dall'altra parte, anche il resto dei pokémon del GIK notò il team di Rokujo.

 

- Tse... Ancora quei buffoni... - commentò Weavile.

 

- Criminel! - Esclamò Shinso, - Ha rilanciato apposta solo per innervosire Riolu!

 

- Non ci andrò piano... la prossima volta. - disse laconico il Grovyle.

 

- Ohohohoh! Ke abbiamo kui? Kompetizione? Ziete dei birbanti... - disse il Malamar deliziato, - 103.000 e uno 103.000 e d-

 

Geysir rilancio' di cinque, facendosi aiutare dalla mano del Cofagrigus.

 

- Ziamo a 108.000! Zembva ke kui kualkuno zi ztia divertendo...

 

Alzò le spalle, come per rendersi estraneo alla faccenda e ritenersi fuori da quella questione.

 

- Ki zono io, povero merkante, per negare krezto ai kontribuenti?

 

Dopo quella frase, tirò un'altra frustata a Fennekin. Questa volta, tirò un piccolo urletto, come a trattenersi dal dolore che stava provando. Yamiscilla strizzò l'occhio indispettito: per qualche motivo, non aveva apprezzato la piccola ribellione della volpina. Si avvicinò, bisbigliandole all'orecchio.

 

- Lo zo ke fa male... - disse, - ma ztai facendo kontro la tua salute. Ze ti trattieni, loro non vedranno l'ora ke io ti frusti più forte fino a farti urlare di nuovo e ancora più forte. Kuezti zono i tipi di Kodamon qua dentro...

 

La Fennekin non rispose: guardò terrorizzata negli occhi il dottore.

 

- Non mi interezza che tu lo fazzia o meno... zicuramente creerà una reazione più forte. Ma vuoi davvero ke zucceda?

 

No. Non ne aveva intenzione. Voleva che quell'incubo finisse il più presto possibile. Aveva pensato, solo per un misero istante, che se non avesse urlato loro si sarebbero annoiati e non avrebbero più rilanciato.

 

- Lo sai che succede... se svieni. Vero?

 

Era nel loro contratto: se lei avesse perso i sensi, il dottore le avrebbe dato metà della cifra pattuita. Era una clausola fatta apposta da lui, per far durare più a lungo il suo topo da laboratorio. Si era già pentita della sua decisione. Ma davanti a quella ipotesi posta dal Yamachi, si rese conto dell'incredibile errore che aveva fatto. Chiuse gli occhi, stendendosi ancora di più sulla lastra di legno, facendo capire al dottore che era pronta. Un sorriso e degli occhi chiusi si manifestarono sul suo volto.

 

- Finké kapisci...

 

La frustò di nuovo. Ella non si trattenne: il suo grido disperato risuonò per tutte le tribune, facendo tremare i più impressionabili e facendo ghignare i Kodamon con gli animi più rancidi.

 

Divenne una questione di sfida tra i due furfanti: come in un'escalation, fecero rialzi su rialzi, fregandosene del premio e facendo appositamente per far risuonare quei cori infernali per tutto il teatro, facendo andare di mezzo sempre e solo la poveretta.

 

Rukio guardava lo spettacolo soffrendo insieme a lei, cominciando a graffiarsi le mani per i pugni troppo stretti, per aiutarsi a trattenere. Ma era più forte di lui: quando gli esploratori videro che stava puntando i piedi sulla gradinata per saltare, i due compagni Kenji e Shinso lo bloccarono di nuovo, facendosi aiutare anche da Drapion.

 

- La prego, per tutti i Wailmer! Mantenga la calma!

 

- Sono arrabbiato quanto te! - disse lo spadaccino, - ma devi rimanere calmo!

 

- FATE IN MODO DI TENERMI BEN SALDO! - Gridò Rukio, - USATE LA VOSTRA VITA SE NECESSARIO! PERCHE' SE SCENDO DA QUI IO GIURO CHE LO AMMAZZO!

 

Il sovrano dietro di lui rimase in silenzio ad osservare il suo piccolo amico senza proferire parola.

 

- BRUTTO RATTO IDIOTA!

 

La felina ricoprì il suo braccio sinistro con un Nottesferza, scendendo dal suo posto e assestandolo sulla pancia del Riolu. Fu così forte che per un attimo i muscoli contratti dalla rabbia si lasciarono andare.

 

- Se ti butti lì non farai altro che metterci nei guai! - disse, - L'hai sentito: è sua dipendente, ed è consenziente! Se intervieni, sia lei che tu ne subirete le conseguenze!

 

L'eroe di Borgo Quieto cominciò a respirare con la bocca aperta affannato: il colpo era stato tale che gli aveva bloccato un attimo il respiro.

 

- Non possiamo nemmeno permetterci di fare un rilancio: la quota è troppo alta, non riusciremo comunque a salvarla con i nostri soldi! Gli faremo guadagnare solo una frustata in più al massimo! Devi restare calmo e aspettare! Non puoi fare altro!

 

- MALEDIZIONEEEEEEEE!!

 

Il Riolu sbatté i pugni sulle sue ginocchia. Il suo corpo smise di infuocarsi, ma si sentì tremare. Chiuse gli occhi, cercando di allentare la presa delle sue gengive dal desiderio di intervenire.

 

- I-io non... n-non posso... non c'è la faccio...

 

Il Frogadier lo guardò apprensivo, sentendo quasi su di lui la tristezza che stava provando il capitano del team Skyriders.

Nel mentre che il team discuteva e cercava di calmare il Riolu, Geysir e Rokujo continuarono a rilanciare. Quando il Malamar arrivò alla quota 115.000 Koda, il Garchomp decise di rilanciare più alto, perché secondo lui quella contesa sarebbe durata anche fin troppo. Non poteva intervenire direttamente sul Machamp, perché era troppo lontano, quindi era costretto a prendersi la verga con la pura forza del denaro. Il rilancio divenne da colpi di 1.000 a colpi di 20.000, sotto consenso del dottore. Arrivarono dopo un lungo ed infinito botta e risposta alla quota 375.000 Koda. A causa dell'enorme dolore che stava patendo, la Fennekin era sul punto di collassare quando stava per ricevere la tredicesima frustata.

 

Il pokémon Emanazione era con i nervi a pezzi: la sua disperazione era ben visibile a chiunque nella sala. In particolare, molti si erano girati al suo urlo disperato, tentennando nel loro cuore macchiato dai sensi di colpa. Non vi era discussione sul fatto che la maggior parte di loro aveva motivazioni per nascondersi e per fuggire alla giustizia: ne avevano fatte di cotte e di crude, forse si potevano persino avvicinare a quello che stava succedendo alla Fennekin.

Ma vedendolo in quello stato, vedendo la sofferenza di un cuore ancora puro nei confronti di un innocente, l'ultimo cancello che bloccava la loro voglia di intervenire si ruppe con un boato assordante, manifestandosi in un coro di rivolta.

 

- LO STAI VEDENDO QUEL RIOLU? FERMA QUESTA FOLLIA!

 

- NON HO PAGATO PER QUESTO!

 

- LIBERA QUELLA FENNEKIN!

 

- NON HAI NEANCHE UN BRICIOLO D'ORGOGLIO O DI DECENZA? SEI DAVVERO UNA FECCIA!

 

- SEI UNA VERGOGNA!

 

Tuttavia, invece di mostrare preoccupazione per l'odio dimostrato, rise tra sé e sé, inarcando gli occhi in alto dalla gioia.

 

- (Oh? Zembra ke ziamo arrivati al punto di krollo.)

 

Un ghigno si mostrò sotto i suoi tentacoli. La mente del dottore fece ballare la nuvola oscura che vi era al suo interno.

 

- (Tutto zekondo i piani. Ankora un po' e kollazzeranno. Tutti kuezti plebei zono kozì facili da fave inkazzare... )

 

Strinse la verga tra i suoi tentacoli, tirandola il più possibile. Lo schiocco che ne derivò fece zittire di nuovo gli spettatori.

 

- (E' ora di dare il kolpo di grazia!)

 

Alzò più in alto possibile la verga, pronto ad infliggere l'ultimo schiocco che avrebbe fatto lanciare l'ultimo grido della piccola vittima e avrebbe distrutto irrimediabilmente l'ultimo briciolo di controllo degli spettatori.

 

- MI ZPIACE TANTO KE LO ZPETTAKOLO NON ZIA GRADITO! - disse urlando a squarciagola, - MA HO DETTO KE FARO' KOZI 'E NON MI RIMANGERO' LA PAROLA! KIIIIAAH!

 

Era finita: probabilmente quella frustata sarebbe stata anche l'ultima, prima che la Fennekin svenisse dal dolore. Oltre a non ricevere abbastanza soldi per le cure del padre, non si sarebbe mai più ripresa da quello shock. Legata e torturata davanti ad un'audience che in parte, pur di rispettare le regole e non finire in prigione, non avrebbe alzato un dito, e in parte che godeva nel vederla soffrire come animali davanti al loro pranzo.

 

Ma non poteva dargliene una colpa. E come avrebbero potuto farlo? Dopotutto, era lei che aveva dato il consenso. Due mesi: questo era il tempo che rimaneva a suo padre, vittima di una malattia rara che colpiva i viaggiatori erranti come lui, senza una casa. Nessuno era disposto a fargli una terapia: l'unico modo per guarirlo era un trattamento che sarebbe dovuto durare un mese, dove il dottore avrebbe dovuto occuparsi di lui ventiquattro ore su ventiquattro, somministrandogli una medicina ad ogni ora.

 

I soldi erano la sua unica soluzione, ed era pronta a tutto pur di salvare l'unico essere al mondo rimasto nella sua vita: avrebbe preferito morire piuttosto che rimanere sola ed indifesa. Così aveva deciso, il giorno che aveva firmato il contratto del dottore.

Eppure, nel suo cuore rimbombavano parole diverse da quello che voleva fare. Non erano "mi dispiace padre", "ce l'ho fatta padre", "ti voglio bene, padre". In quel momento, il suo pensiero fu occupato come il suono un tamburo da un solo verbo: "SALVATEMI"!

 

- PRENDI KUEZTO!

 

La verga calò implacabile verso il basso, mirando verso la testa della piccola ed indifesa Fennekin. Tuttavia, invece di finire su di essa, la frusta viola si fermò a mezz'aria, come se avesse perduto la sua forza, e come un filo d'erba che aveva perso la sua energia vitale si abbassò al suolo, mancando il bersaglio e facendo un suono completamente inesistente. Il pubblico si era fermato, come se si fossero appena sdraiati sul letto dopo una giornata pesante, ma allo stesso tempo non riconoscendo il letto come reale, come se fossero all'interno di un sogno.

 

E la stessa sensazione aveva colpito il dottore. Lo stesso sinistro dottore che, incredulo, alzò lo sguardo verso le tribune, cercando quella voce che aveva sovrastato il suono della frusta, e che, visto l'incredibilità della parola pronunciata, lo aveva distratto e fatto perdere la forza nell'atto di violenza.

Chi aveva pronunciato quel verbo, era rimasto fino a quel momento in silenzio, impassibile e inascoltabile, in silenzio osservatore di fronte al calvario che stava avvenendo. Quel luogo di scena e di follia si tramutò in un solo istante in una fredda e marmorea necropoli, perché davanti a quella parola né il dottore né le Lopunny rimasero indifferenti.

 

- Koza? - disse disorientato il Malamar.

 

Scosse la testa, rifiutandosi di credere alle parole pronunciate.

 

- Dovete zkuzarmi... nonoztante la mia frizzantezza, ho un età non trazkurabile...

 

Stese il tentacolo vicino a quello che poteva essere il luogo da dove poteva ascoltare.

 

- Kiunkue abbia parlato, può ezzere kozì zentile da ripeterlo?

 

E colui che aveva parlato, concesse questa cortesia.

 

- Certamente. Ho detto A-l-l-i-n.

 

Due semplici parole: All-in. Il massimo rilancio possibile, che corrispondeva alla puntata più alta disponibile da chi l'aveva pronunciata. La cifra era arrivata alla ridicola somma di 375.000 Koda: chiunque avesse detto questa frase in quel momento, doveva essere fuori di senno. Questa era la motivazione dietro la sorpresa di tutti i presenti.

 

Quell'alito di vento, quel tifone che si era abbattuto su di loro, proveniva dal gruppo di Rukio: un Cacturne con un mantello nero come la pece era lì, in piedi dietro al piccolo licantropo, con al suo fianco un Dragonite con un drappo della medesima fattura, anche esso in piedi, con gli occhi chiusi in segno di approvazione. Tutti nella sala si girarono verso la misteriosa figura.

 

- A-ALL-IN?

 

- COSA??

 

- E' IMPAZZITO?

 

Anche Rokujo e Geysir non poterono fare a meno di stupirsi da tale proposta. Tuttavia non fecero notare, limitandosi a rivolgere uno sguardo intimidatorio verso il gruppetto.

 

- OHOHOHOHOHOH! MA KOZA E' KUEZTO!??!!

 

Nell'eccitazione del momento, il dottore si dimenticò di riprendere la tredicesima frustata e colse l'attimo per continuare lo spettacolo in grande stile.

 

- KOLPO DI ZENA! UN KONTENDENTE ZKONOZIUTO HA DIKIARATO UN ALL-IN! IL PRIMO DI KUEST'AZTA! FATE UN APPLAUZO AL ZIGNORE IN PIEDI NELLA FILA ZETTE!

 

Nonostante l'appello, nessuno applaudì, per colpa dell'atmosfera cupa creata.

 

- (Tzk! Guaztafezte... ) - pensò irritato il Malamar. - ZIGNORI CHE AVETE KOMBATTUTO FINO AD ORA! DIKIARATE IL VOZTRO MAZZIMO! KI AVRA' LA CIFRA PIU' ALTA SI AGGIUDIKERA' LA VERGA!

 

I due contendenti di prima si guardarono negli occhi spavaldi, accettando con piacere la sfida. Il primo a dichiararsi fu Rokujo.

 

- 700.000 Koda! - disse ghignando rivolgendosi al Garchomp.

 

I Pokémon lo squadrarono irritati: si stupirono di come tale energumeno tutto muscoli possedesse tra le mani tale cifra.

Geysir però non si scompose. A rispondere, fu per lui il suo scagnozzo Nidoking.

 

- GRAAAHAHAHAH! 700.000?!?! - gridò con una grassa risata, - TI HANNO FATTO PURE ENTRARE?!?!

 

- COME TI PERMETTI, RINOCERONTE MACCHIATO!!

 

Poi puntò lo sguardo verso il Garchomp.

 

- EHI, SQUALO DEFORME! DICHIARA LA TUA QUOTA SE NE HAI IL CORAGGIO!

 

Geysir fece una fumata dal suo sigaro, aprendo gli occhi verso il Machamp. Era visibilmente irritato dalla mancanza di rispetto fatta dal pokémon Megaforza.

 

- Ragazzino... Dovresti scegliere con molta attenzione le tue parole. E quando scendi in campo... dovresti avere qualcosa di più. Ecco perché il mio subordinato sta ridendo di te... e io ti vorrei uccidere.

 

Rokujo non fu affatto spaventato dalla minaccia del Garchomp, ma ogni altra persona all'interno del teatro la sentì addosso come sua.

 

- La seconda volta che mi mancherai di rispetto ti squarterò a metà. O oggi... o domani.

 

Dopodiché, si rivolse al suo secondo subordinato.

 

- Kofaggrå (*). Apriti.

 

Il pokémon Bara, sotto ordine del capo, aprì il suo corpo a sarcofago. Esso rivelò al suo interno un malloppo di lingotti d'oro tutti impilati, probabilmente raccolti con metodi poco ortodossi.

 

- La mia cifra di all-in... è tre milioni di Koda.

 

I spettatori rimasero a bocca aperta. Era chiaro che il pokèmon Megaforza aveva automaticamente perso su larga scala. Nel preciso istante in cui si rese conto di ciò digrignò i denti dalla rabbia.

 

- B-BRUTTO...

 

Il Garchomp rise sghignazzando, mostrando i suoi denti da squalo della malavita con orgoglio.

 

- P-PARBLEU! COME E' ANCHE POSSIBILE SUPERARE QUELLA CIFRA!?

 

Mentre Shinso si scandalizzò, Nebra I rimase impassibile, non muovendosi di una virgola.

 

- Ehi, che ti prende, puntaspilli? - Disse guardando verso il Cacturne, - sorpreso? Spero che adesso non ti ritirerai nella vergogna. E' troppo facile spararla grossa e poi fuggire...

 

Fece un'altra fumata, girando il suo sigaro tra i denti.

 

- Impara la lezione... con Beinknuser Geysir non si scherza. Se vuoi... potremo provare il mio nuovo acquisto sulla tua pelle, per ricordartelo. GRAHAHAH!

 

Gli scagnozzi ghignarono insieme a lui, sotto il silenzio della sala.

 

- Che spazzatura.

 

Sottovoce, il pokémon dietro la fila di Rukio si lasciò scappare un commento che gli arrivò dal profondo, così nero che per un attimo un brivido freddo graffiò le schiene degli esploratori. Il Garchomp notò il movimento delle sue labbra, non capendo però il messaggio.

 

- Eh? Hai detto qualcosa? Non ti sento da qui.

 

Ci fu un momento di silenzio: lo sguardo degli spettatori rimase tutto puntato sul pokémon misterioso. Come a non mostrarsi peggio di lui, fece come se quella parola non fosse mai uscita dalle sue labbra.

 

- Niente. Sei una persona divertente, tutto qui! - Disse sorridendo.

 

Il Garchomp perse il sorriso e corrucciò lo sguardo. Lo riteneva al di sotto di lui, ma per qualche strana ragione quel commento ironico lo mise in guardia.

 

- La mia cifra di All-In è...

 

Il velo si mosse come colpito da una folata di vento, danzando sotto quelle tombe e cimiteri spogli. La figura del Cacturne cominciò a sbiadire come se fosse un foglio di carta, sparendo nell'aria come il fumo di una candela. Al suo posto, dei capelli rosso sangue si liberarono nei sospiri come dotati di vita propria, illuminandosi delle luci della ribalta che lo avevano accolto come il suo vero attore principale.

 

Divenne più alto: mostrò delle piccole zanne bianche e delle unghie color sangue, ed un folto pelo nero e lucente, di cui non si riusciva a capire se fosse il pelo di una creatura o un completo della più raffinata seta. Non servirono altre parole o gesti; non servirono altri commenti spogli e infantili. Gli spettatori e il Garchomp riconobbero subito il regal sovrano, impallidendo prima ancora di sentire la cifra come cadaveri abbracciati dalla morte.

 

- Dieci miliardi, seicento milioni e cinquecento mila Koda!

 

(Ost yugioh sareshi 封印されし奇跡)

 


Era davanti a loro: colui che rappresentava la più alta carica esistente in quel continente, con quei piccoli occhi azzurri che avrebbero potuto sbatterti in faccia la differenza del dono della vita, facendoti stramazzare al suolo dalla vergogna. Il Chowa-ō della Terra della Sabbia: il sultano Nebra I.

 

Per un attimo rimase sorpreso, ma il Garchomp riprese immediatamente la sua fredda calma, intrigato da quell'inaspettato evento.

 

- Oh? Che sorpresa... - iniziò spavaldo, - niente di meno che sua maestà Nebr-

 

- Zitto.

 

Il tono uscito dalle labbra del sovrano fu talmente fermo e sentenzioso che cancellò completamente ogni bisbiglio e vociferare di stupore all'interno del teatro. Fu così fuori posto da quelli che lo conoscevano che si sentirono congelare.

Il Garchomp stava per rispondere. Non avrebbe mai concesso tale mancanza di rispetto. Ma cambiò immediatamente idea, quando guardò quello Zoroark negli occhi. Quegli occhi azzurri non mostravano pupille: era come se non lo stessero guardando nemmeno, e già lo avessero dato morto. Per la prima volta nella sua vita, egli si sentì intimidito da un'altra persona.

Senza dire altro, il sovrano procedette verso di lui. Il volto era cattivo e rabbioso: i suoi occhi erano chiusi in un'espressione infida e maledetta, da far accapponare la pelle.

 

L'aura che emanava non era quella del solito allegro sovrano: con quegli otto metri di Meisoku nero tutti i presenti in sala si sentirono come se un demone fatto di ombra stesse strangolando le loro gole.

 

- Non mi sembra di averti concesso alcuna confidenza, - continuò il Mutevolpe, a distanza di cinque metri dal pokémon drago. - affinché tu possa permetterti di chiamarmi con il mio nome. Spazzatura come te, dovrebbe inginocchiarsi e chiedere perdono, invece di permettersi di nominarmi con quel letame di bocca che ti ritrovi.

 

I pokémon lì vicino, esploratori compresi, rimasero a bocca aperta dal fiele che scese dalle labbra del sovrano. L'amichevole e benvoluto Zoroark sembrava aver abbandonato quel corpo volpino, lasciato in concessione ad un imperatore duro e spietato.

 

- Non meriteresti neanche di chiamarmi sua maestà, per quello che me ne importi. Spero che tu ti sia divertito a vedere soffrire quell'innocente. - disse, fulminandolo con lo sguardo.

 

Il Garchomp non mutò la sua espressione, continuando ad osservarlo con aria irritata.

 

- Se vuoi il mio parere, i tuoi standard di divertimento hanno la stessa qualità degli escrementi di un Grimer.

 

- E-EHI! - Disse Des Pleigh sentendosi chiamato in causa, ma il capo gli fece cenno di non intromettersi, se non voleva finire nei guai.

 

- Sono veramente indignato, davanti al tuo disgustoso comportamento. Il solo pensiero di quello che hai fatto mi fa vomitare. Tuttavia... per quanto tu mi faccia schifo, non sei da ritenere responsabile di tutto ciò.

 

Lo Zoroark continuò a scendere per le scale, arrivando a tre tribune di distanza dal palco. Qui si fermò, facendo un respiro profondo.

 

- Nonostante tutto, hai fatto tutto conformemente alle regole. Quello da ritenere responsabile... - disse voltandosi verso il dottore, - quello da ritenere la causa di questo...

 

Yamiscilla non si aspettava di trovarsi nel suo teatro la regale figura. Per quanto aveva pensato bene al suo piano, quella variabile non l'aveva messa minimamente in conto. Nebra I aveva sempre assistito al suo spettacolo, ma non si era mai mostrato. Quel Cacturne, per lui, era un cliente affezionato, quindi non gli aveva mai dato peso. In quel momento, ogni pensiero sul suo piano sparì nel vuoto, lasciando posto alla sorpresa e al terrore che provava nei confronti della volpe dalla chioma rossa. Era talmente spaventato di aver mostrato quello al sovrano che il suo atteggiamento irriverente divenne mite a livelli imbarazzanti. Quando salì sul palco, temendo la sua furia, si prostrò sul pavimento.

 

- K-KIEDO PER-

 

- Sono io.

 

Il Dottore si fermò con i tentacoli anteriori a due centimetri dal suolo, per poi rivolgere il suo viso al sovrano.

Ancora una volta, il silenzio riconquistò quella terra maledetta, lasciando tutti a bocca aperta. Nessuno di loro osò più intromettersi nell'orazione del pokémon Illusione, tra l'imprevedibilità del filo del discorso e la sua aura diabolica. Venne raggiunto dal suo visir, che, una volta arrivato sul palco, si tolse anche lui il mantello, rivelando la sua vera figura.

 

- Se c'è un vero colpevole per tutto questo, sono solo io. Ho creato io il Kokukatsu no Shū e le relative regole, permettendo e chiudendo un occhio su molte cose. Era inevitabile che prima o poi avremo assistito ad uno scenario come questo.

 

Vi era l'assoluta verità in quelle parole.

 

- Ho aspettato prima di intervenire perché... avevo paura, lo ammetto. Non è consono ad un sovrano avere dei ripensamenti sui suoi metodi. Non lo è mai stato. Se avessi deciso di intervenire, probabilmente avrei messo in discussione la mia regalità. Questo pensavo. Tuttavia...

 

Si incamminò verso Yamiscilla.

 

- E' difficile rimanere in silenzio davanti alle grida di dolore di questa piccola vittima, e le grida strazianti di questi spettatori. Sarebbe stato un grave errore rimanere ancora in silenzio. Dovrei scusarmi con voi, per aver permesso tutto ciò, ma prima ancora...

 

Qui, mise in pausa il suo discorso. Andò incontro al Malamar, seguito dal suo Visir. Lo scienziato era visibilmente nervoso, complice il fatto che si aspettasse una punizione da parte di Nebra I per il suo operato.

Cercò di rimanere impassibile e di non screditare la sua stessa figura più di quello che non aveva già fatto, nascondendo la verga per evitare di far innervosire lo Zoroark più del dovuto. Tuttavia, quest'ultimo si mise accanto alla povera volpe, con sguardo di rimprovero verso sé stesso.

 

- Devo chiedere scusa a te, piccola Fennekin, - disse poggiandoli una mano sulla testa.

 

Lei rispose guardandolo con sguardo supplichevole, fiatando con le ultime forze che le erano rimaste per rimanere cosciente ciò che stava urlando per tutto quel tempo dal suo cuore.

 

- S...al...mi...

 

Nebra I la accarezzò delicatamente sulla testa, come per chiedere silenziosamente perdono.

 

- Se avessi agito prima, probabilmente non saresti in questo stato...

 

Continuò ad accarezzarla, per dirgli poi sottovoce "va tutto bene adesso". Delle lacrime scesero dal volto della vittima, in segno di grazie. Il team Skyriders e il team AWD scoppiarono a piangere davanti a quella scena, come se il loro cuore volesse uscire dalla loro gola.

 

- CRAAAAAA! SONO COSI' SOLLEVATOOOO! CRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!

 

- Ehi ehi: datti un po' di contegno, - gli intimò il Legnogeco.

 

- BRWUWUWUWUWUWUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUHHH!!!!!!!

 

- ANCHE TU, DRAPION?!

 

Quello più felice era Rukio, che si lasciò andare in un lungo sospiro di sollievo.

 

- E'... Finita...

 

Sotto la contentezza e la felicità degli spettatori, la pokémon Volpe svenne: la tensione del momento e la sensazione di essere al sicuro, la fecero abbandonare al caldo abbraccio del sonno, lasciando il resto nelle mani del sultano. Dopo averla liberata dalle catene, la sollevò in braccio, cullandola con sé. Il Malamar non osò obiettare: anche se era una sua dipendente legittima e il sovrano stava andando sopra la legge, non aveva alcuna intenzione di interferire.

 

Il sultano chiese a Noir III di consegnargli ciò che c'era nella tasca destra interna del mantello. Nonostante riconobbe l'oggetto e fosse ben conscio della sua solenne importanza, il Dusknoir lo consegnò al suo padrone senza proferire parola, rispettando la sua decisione.

 

- Questa collana ha più valore dei Koda che ho dichiarato.

 

Era una collana di oro puro, ornata di rubini e diamanti neri.

 

- Appartiene alla mia famiglia da generazioni. E' unica nel suo genere, e in un certo senso è anche il mio simbolo di potere, ma non mi importa di darla via per lei. Se mi consegnerai lo strumento ora assieme alla piccoletta, te la darò senza se e senza ma.

 

Riconoscendo quella collana, gli spettatori tremarono.

 

- COSA??

 

-NON SARA' MICA... STA DANDO VIA ISIDE??

 

Era uno dei simboli del sovrano: la collana Iside. Si diceva che quel gioiello fosse tenuta gelosamente da una regina dell'antico periodo, e che fosse stata levigata e affilata dalle sue lacrime di dolore per la partenza del suo amato. Il valore andava anche oltre il denaro stesso.

 

Il dottore era indeciso: il dolore della Fennekin era un punto cruciale per la buona riuscita del suo piano. Sebbene fosse svenuta, avrebbe potuto tranquillamente svegliarla con un altro dei suoi oggetti: non c'era bisogno di ricorrere ad altro. Un gesto del genere avrebbe ristabilito il morale degli spettatori, rendendoli sereni. Non poteva farlo: non sarebbe potuto arrivare altrimenti alla fase finale.

 

Però, davanti a lui, in quel momento, c'era un problema più grande: un sovrano prossimo all'ira funesta, di cui il dottore ne avrebbe dovuto subirne l'esplosione. Non sapeva come avrebbe potuto reagire: non era la sua regalità a spaventarlo, ma le voci che si portava dietro, come il fatto che avesse debellato con l'aiuto delle sue guardie tutti i criminali della Terra della Sabbia.

 

Farlo arrabbiare voleva dire avere a che fare con un incognita incontrollabile, la peggior minaccia per uno scienziato del suo calibro.

 

- (Che nervi. Non immazinavo di trovarmi fazia a fazia con il sovrano.)

 

Chiuse gli occhi, portandosi ad una mesta rassegnazione.

 

- (Beh... non pozzo prevedere le inkognite zenza dati... Fortunatamente il mio zpettakolino ha piantato una ferita profonda negli zpettatori. Non zi leveranno la rabbia di dozzo tanto fazilmente. Non perdiamozi d'animo: ho ankora una carta da ziocare...)

 

Dopo aver pensato questo, riprese in mano il microfono.

 

- KUALE ANIMO NOBILE! KOME POZZO IO ZOTTRARMI A TALE KAVALLERIA? AZZETTO KON PIACERE! - Disse prendendo la collana dalle mani del sovrano, - ZIGNORI, LA MIA EX AZZIZTENTE E LA FRUZTA ZONO ZTATI AZZIUDIKATI DAL NOZTRO ZOVRANO NEBRA I! UN APPLAUZO A KUEZTO EROE!

 

Di tutta risposta, il sovrano distolse lo sguardo in segno di disgusto, facendo movimenti con la bocca come se fosse intenzionato a sputare. Aveva capito che voleva liquidarlo il prima possibile, ma non fece niente per controbattere, complice il fatto che volesse togliere la piccola da quello spettacolo più presto che poteva.

Per fortuna, non ebbe modo di abbassarsi a tale atto plebeo: quasi tutti i pokémon della sala misero momentaneamente la rabbia da parte per celebrare nel modo più consono la sua buona azione, buttandolo in un mare di applausi sinceri.

 

- CRAAAAAAAAAAA!! CHE CUORE NOBILEEEEEE!!!

 

- Giuro che se non la finisci di piangere ti mollo qui e me ve vado! - disse lo Spadaccino.

 

- EXCUSE MOI?!?! NON HAI NEANCHE UN PO' DI SENSIBILITA'?!?!

 

- (Porca miseria... come rovinare un bel momento...)

 

Navigando in quel suono, procedette di nuovo verso gli spalti, intenzionato a tornare al suo posto, con in braccio la Fennekin e con dietro il suo Visir, fedele come un segugio.

 

Ad attendergli tuttavia ai piedi delle scale vi erano Geysir e i suoi scagnozzi, con un'aria irritata ed in cerca di scontro. Uno spettacolo rovinato, e della mancanza di rispetto nei suo confronti: una combinazione che avrebbe garantito a chiunque la vendetta del pokémon Mach.

 

- Ho urgenza di passare, - fece il sovrano, con un tono falsamente cordiale, - sarebbe così gentile da liberare il passaggio?

 

Il drago non si mosse di un centimetro. Il sigaro che stava fumando, un Ray Q della Terra del Vento, riempì di fumo la distanza che li separava. Il boss malavitoso continuava a dilaniarlo con lo sguardo, con quel misto di pericolosità e serietà che avrebbe messo terrore anche se non ne avesse avuto.

Diede un ultimo tiro prima di parlare, gettando l'oggetto fumato a metà ai suoi piedi, calpestandolo come se fosse feccia.

 

- Ci sono poche cose che non sopporto a questo mondo. Nonostante il mio regno mi impone di diffondere paura per rispetto... posso essere molto magnanimo. Ci sono tuttavia piccole quisquiglie che alla sola vista o solo accenno... mi urtano il sistema nervoso.

 

Alzò la testa, fucilando con degli occhi taglienti.

 

- Tra queste... vi sono l'eroismo e il ficcanasare nei fatti altrui. E, in questo, le devo fare i miei sinceri complimenti. In una sola mossa è riuscito a fare tutte e due.

 

Lo Zoroark capì l'antifona senza troppe traduzioni. Di tutta risposta, si abbassò e prese dal pavimento il sigaro appena gettato, guardandolo come se volesse analizzarlo davvero.

 

- Uhm... capisco...

 

Si rivolse poi a lui, rimanendo serio.

 

- Sono spiacente per i problemi che ha trovato, - disse facendo uno sguardo severo, - penso che ognuno abbia i suoi. Se dovessi fare un esempio io, a me non piacciono i Kodamon che si credono un gradino sopra solo perché possono permettersi di buttare un sigaro da 200.000 Koda e calpestarlo, mentre ci sono ancora individui che vivono nei dungeon lottando per il loro territorio o piccoli vagabondi in cerca di fortuna, come questa piccoletta. Sono un privilegiato, ma ben consapevole di esserlo.

 

Sul suo volto, poi si mostrò un sorriso beffardo. La confidenza con cui non mostrava paura di fronte ad un boss della malavita era agghiacciante persino per gli scagnozzi del Beinknuser.

 

- E poi... Siamo sinceri! Lei fuma veramente un marchio scadente! Niente a che vedere con i Vol C: quelli sì che sono di una qualità oltre-plebe! Dovreste provarli, sai? Tanto mi sembra di capire che lei si dia già abbastanza arie: uno spiffero di vento in più non ti guasterebbe. Magari potrebbe anche renderla più presentabile: oltre che alla faccia di m*rda, ha anche dei gusti del c**zo.

 

Gli insulti finali risultarono così fuori dal coro con il tono cortese che aveva instaurato che furono presi tutti e tre in contro-piede, così come gli spettatori sugli spalti. Ai loro occhi, sembrava che Nebra I stesse firmando una sentenza di morte.

 

- Sua maestà... - spifferò il Visir dietro di lui.

 

- Troppo infantile?

 

- Già...

 

Il Garchomp non poteva permettere un affronto come quello. Al diavolo le regole: non sarebbe uscito da lì senza la pelle del sovrano.

 

- GRAHAHAHAH! - rise sguaiatamente, - E' un vero peccato! Ha un bel senso dell'umorismo, lo devo riconoscere! Mi sarebbe piaciuto diventare amici invece di questo! Sa che le dico?

 

Rilasciò un Meisoku Nero pece per dieci metri, ottenebrando per un attimo la visuale del sovrano.

 

- E' quasi un peccato doverle tagliare la testa...

 

Il suo artiglio destro brillò di una luce verde, illuminando un ghigno malefico sul suo volto.

 

- DRAGARTIGLI!

 

Geysir si lanciò all'attacco contro il sovrano con una velocità repentina. Il pokémon Mutevolpe non avrebbe fatto in tempo ad attivare un'eventuale Protezione. Invece di reagire attaccando, il sovrano strinse a sé la piccola, per proteggerla con il suo corpo. Per poter competere con la sua potenza, Nebra I avrebbe dovuto mettere a repentaglio l'incolumità della piccoletta che teneva in braccio, rendendo i suoi sforzi vani per liberarla dallo shock della tortura.

 

L'attacco del dragone sarebbe andato a segno danneggiando la regale pelle davanti a tutti gli spettatori, privando Bazaropoli del suo sindaco e sovrano.

Successivamente, invece di colpire il bersaglio, il Garchomp saltò in aria, deviando in volo verso la tribuna alla sua destra, cadendo sul pavimento e spaccandone una parte. Aveva mancato il bersaglio, andando a sbattere la testa sul terreno.

 

- B-BOSS! - Gridarono in coro il Cofagrigus e il Nidoking, sorpresi quanto gli spettatori dell'improvvisa deviazione del loro capo.

 

- Ma che...

 

- Che è successo? E' scivolato?!

 

Il Garchomp si rialzò lentamente, tenendosi la testa.

 

- M-ma che è successo? - Si chiese Drapion, - come diavolo ha fatto a mancarlo?

 

- N-non l'ha mancato...

 

Il commento venne dalla Schiumorana. Per qualche strana ragione era terrorizzata.

 

- Cosa vorresti dire? - Disse lo Scorpiaccio.

 

- Non l'hai visto, insettaccio? - Disse Kenji, anche esso guardando verso il pavimento, - osserva meglio.

 

Anche il piccolo licantropo stava guardando verso lo stesso punto con terrore. Così come il Garchomp.

 

- Chi è stato...

 

Tutti e quattro avevano visto la stessa cosa: un'azione esterna aveva fatto. Il movimento era stato impercettibile, ma non così rapido da non lasciare traccia. Aveva ragione: non era per niente scivolato. Qualcosa lo aveva afferrato per le caviglie, lanciandolo in aria e sbattendolo di nuovo al suolo con forza, attaccandolo.

 

- CHI E' STATO A FARMI QUEST-

 

Rivolgendo di nuovo lo sguardo verso i suoi nemici, la fiamma della rabbia svanì, lasciando spazio ad un bianco cadaverico che lo lasciò a bocca aperta. Questa, per i secondi successivi, si allargò lentamente, trascinando con sé le palpebre e le guance, tremando in ogni movimento.

Davanti al suo viso terrorizzato, qualcosa di ignoto, qualcosa di pericoloso, qualcosa di terrificante si ergeva al suo misero cospetto. In tutta la sua vita trascorsa nella criminalità organizzata, non avrebbe mai potuto immaginare tale mostruosità.

A causa dell'illuminazione particolare del teatro, non era possibile notarlo a prima vista, se non alzando lo sguardo al cielo come aveva fatto lui.

 

- B-boss, tutto bene? Cosa stai...

 

Quando gli scagnozzi si girarono verso l'oggetto dello sguardo del pokémon Mach, anche loro sbiancarono, cadendo a terra dal terrore e urlando come due bambini in una casa di fantasmi.

 

- AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHHHH!

 

(Ost tokyo ghoul tanz)

 

 

L'urlo attirò l'attenzione di tutti presenti in sala, che con sguardo interrogatorio setacciarono l'intera arena in cerca di una risposta. Tuttavia, solamente in un punto particolare era possibile notare qualcosa, a causa della consistenza sinistra di quell'essere, simile a quella di un vischioso fumo nero. Quando riuscirono a trovare il punto esatto, in cui gli occhi brillavano di una luce ambrata, tutti i presenti si alzarono in piedi spaventati.

 

- M-A M-A M-A M-A M-A M-A CHE-

 

- COSA C***O E' QUELLO?!?!?

 

L'oscura figura riuscì persino ad impressionare i membri del GIK. Soprattutto il team Skyriders che, reduce dal combattimento con Slade, non poterono fare a meno di tremare come alberi investiti da un tornado.

 

- CRAAAAAAAAAA! COS'E' QUELLO?!!?!?

 

- Ehi ehi, stiamo scherzando?!? - Disse il Legnogeco.

 

- (N-non è possibile...) - pensò Rukio.

 

Anche Rokujo, colui che non si faceva impaurire da nulla, rimase a bocca aperta in silenzio quando notò quegli occhi blu-elettrico come zaffiri e quella bocca blu scuro come una notte senza luna. Yamiscilla, invece, ebbe una reazione più esplicita.

 

- KRASS! DAS IST BESCHEUERT! (*)

 

Dietro il sovrano si ergeva una figura oscura fatta di pura ombra, la cui consistenza risultava trasparente, fino a quando i presenti non riuscirono a distinguerne i contorni.

Il corpo era gracile, per una statura di dodici metri in altezza e due in larghezza, diviso in nove sezioni senza contare la testa. Le otto braccia che si stendevano da quello, lunghe sette metri, aveva degli arti differenti per ogni paio, rendendo la figura ancora più scandalosa di quanto non lo fosse già. Dal più alto a quello più basso, il primo era costituito da mani a quattro dita dalle punte morbide, il secondo da due falci simili a quelle di uno Scyther, il terzo erano teste di drago simili a due Charizard, mentre infine l'ultimo paio erano due enormi tentacoli ricolmi di ventose, probabilmente gli artefici dell'attacco a Geysir. La faccia mostrava un sorriso dove si potevano intravvedere dei denti seghettati, dai quali uscì una risata inquietante.

 

- KREKREHKREHKREHEHEHE...

 

La parte inferiore del corpo del mostro era incollata al pavimento, dal quale si poteva notare il collegamento con l'ombra di colui che era alle spalle del sovrano.

 

- Chiedo perdono...

 

Il possessore di quell'enorme mostro: il Gran Visir Noir III.

 

- Purtroppo non mi è concesso permetterle di ferire il sovrano.

 

Il Dusknoir aveva le mani con il palmo rivolto verso il pavimento, dalle cui dita uscivano dei fili neri come la pece. Ad ogni movimento, una parte del corpo del mostro si muoveva in risposta, come se la terza guardia fosse un burattinaio alle prese con una gigantesca bambola d'ombra.

Dal suo corpo fuoriusciva un Meisoku tetro, che avrebbe potuto inghiottire chiunque avesse avuto la sciocca idea di avventurarsi in quella selva oscura.

 

Geysir fu completamente paralizzato dal terrore, accennando semplicemente a qualche verso dalla sua bocca per esprimere il suo stupore.

 

- A...a...

 

- Dovrebbe essere molto più prudente quando decide di dichiarare guerra, signor Geysir, - gli disse la terza guardia in modo molto formale, - un bravo generale sa sempre quale mossa fare e quale prevedere da parte dell'avversario, muovendosi in risposta. Visto da un altro punto di vista, è un gioco dove chi riesce ad immaginarsi le carte dell'avversario vince. Lei... non mi ha neanche rivolto il benché minimo pensiero...

 

Geysir affannò il respiro, quasi come se volesse rifiutarsi di respirare.

 

- Il re... è uno solo. E' un'entità insostituibile. La sua caduta significa la caduta dell'impero che rappresenta.

 

Crollarono a terra anche il Nidoking e il Cofragrigus.

 

- Lui... deve tenere alla sua salute, più che per sé stesso, per il bene del suo popolo. Per questo motivo, lo stesso sovrano ha assoldato un corpo scelto di nove individui, che vanno dalla sigla II alla sigla X. E queste sono le Guardie Reali. Ed in funzione di ciò, deve essere sempre prudente e cercare di rimanere in situazioni in cui si possa mantenere in vita.

 

I suoi scagnozzi tremavano: anche se erano scagnozzi di un boss criminale, non avevano abbastanza spina dorsale per quello.

 

- Non si è chiesto... perché una figura così importante come il mio sovrano, in un covo pericoloso, si sia portato solo il Gran Visir dietro, invece dell'intera scorta? L'operazione in incognito è una buona supposizione: meno Kodamon dietro rende più facile la copertura. Ma... non crede che questa sia stata una mossa troppo avventata? La risposta è semplice...

 

Lo squadrò dall'alto verso il basso, ponendo il suo giudizio infernale sulla testa dell'ignobile criminale.

 

- E' perché... io sono più che sufficiente.

 

Il Sovrano tirò un sospiro di sollievo, rialzandosi in piedi.

 

- Fiuu... Quasi mi stavo scordando di te! Tempismo perfetto, Noir!

 

- E' mio dovere essere sempre vigile, mio signore. - disse chinandosi, - e devo anche ringraziarla: è da un po' che non uso la mia Mad Chimera (*). E' passato tanto tempo dall'ultima volta...

 

- Già! - Rispose quello sorridendo, - ahhh... bei tempi...

 

- KREHKREHKREHKREH!

 

- Ah. Non vi preoccupate per la risata, - fece il Dusknoir, rivolgendosi agli spettatori, - sono io che mi diverto a farlo. La bambola non è senziente.

 

- (QUALE PARTE DI QUESTO E' RASSICURANTE?!?!) - Pensarono questi all'unisono.

 

Una volta detto quello, si avvicinò al Garchomp, portando dietro di sé la creatura in questione, muovendo appositamente le falci per incutere timore.

 

- Senta... Non sono un carnefice, come lo è lei. Non ho intenzione di farle del male, mi creda. Se si comporterà da persona rispettabile, come presumo lei voglia mostrarsi, lascerò correre il suo piccolo errore. Tuttavia... è necessario che la metta in guardia.

 

Mosse il mignolo destro. Le falci di Scyther della Mad Chimera si avvicinarono di netto al collo del Garchomp.

 

- Nel caso in cui attentasse ancora una volta alla vita del sovrano... mi sentirò autorizzato a farle del male, e mi creda se le dirò che, una volta che inizierò sul serio con lei, pregherà affinché metta fine alla sua vita. Se ci farà passare e ci farà tornare al nostro posto senza ulteriori capricci, lei sarà libero di andare.

 

Le parole esprimevano clemenza, ma il suo sguardo no: era come se lo stesse incitando a rifiutare.

 

- Cosa gliene pare?

 

Era talmente terrorizzato che la vergogna per essere stato umiliato due volte la stessa settimana era inesistente. Geysir si rialzò, come se quelle falci non esistessero, e senza rivolgersi a loro prese i suoi compagni e li spinse per fargli riprendere le proprie postazioni. Non proferì ulteriore parola: qualunque cosa avrebbe detto avrebbe peggiorato ulteriormente la situazione. Con lo stesso silenzio, Noir III fece sparire la Mad Chimera e scortò il suo sovrano alla fila 7, dove i membri del GIK lo aspettavano con ansia.

 

- Eh... Certo che lei è un tipo che dice solo le parole necessarie, eh? - Disse Kenji rivolgendosi al pokémon Pinza.

 

- Vivo per servire, e questo è quanto... Parole sprecate possono essere dannose...

 

- C-ome sta la piccola? - Chiese preoccupato il licantropo.

 

- Sta dormendo, ora. - disse il sovrano, - Stava sveglia solo perché non era al sicuro, probabilmente, o forse perché gli era stato imposto di rimanere più conscia possibile. Ora che l'abbiamo salvata, ha tutto il tempo per dormire. Quando finirà quest'asta, ci penseremo noi a riportarla a casa. Farò anche in modo che suo padre riceva le cure che gli servano, per riuscire a ripagare il mio debito...

 

Rukio sospirò di sollievo, supponendo la fine di quello che secondo lui era un incubo ad occhi aperti. Tuttavia, leggendo quell'azione, Weavile lo ammonì.

 

- Se stai pensando che sia finita, non cantare vittoria...

 

Rivolse il suo viso verso il palco, puntandolo verso il dottore.

 

- Quello... non è uno sguardo di chi si è dato per vinto.

 

Il Malamar, infatti, stava usando tutte le sue forze per non ridere.

 

- Non sappiamo quali siano le ultime sorprese di quel *censura*...

 

Era lì seduto a coprirsi il volto con i tentacoli: sapeva bene che l'espressione che aveva in quel momento avrebbe messo in guardia chiunque avesse una vista da guardare aldilà delle apparenze. Rukio lo sapeva bene: non era il momento di essere sollevati.

 

- Lo so, - gli rispose lui. - Quando gli metterò le mani addosso... farò in modo di fargliela pagare anche per questo.

 

Yamiscilla, rispondendo alle aspettative della felina, una volta atteso qualche minuto per calmare le acque, si rialzò in piedi, facendo un cenno con un tentacolo formando un cerchio in aria facendolo roteare come un'elica. Era un segnale: in risposta di questo, elle lasciarono il palco senza ulteriori domande.

 

- OHOHOHOHOH! MA CHE MISTERO MISTERIOSO, ZIGNORI E ZIGNORI! KUALE ZORPREZA ABBIAMO AVUTO KUEZT'ANNO! - Disse con il microfono in mano, - KI ZE LO ZAREBBE IMMAGINATO KE AVREMO AVUTO NIENTE DI MENO DEL ZOVRANO AD AZZIZTERE ALLA MIA AZTA!

 

Sembrava che la paura fosse completamente sparita dal suo volto. E come poteva? Dopotutto, aveva ancora tutto sotto controllo. Il suo piano, nonostante l'imprevisto, poteva essere ancora messo in atto.

 

- NON PORTEI EZZERE PIU' FELIZE DI ZIO'! DIREI CHE ORA...

 

La calma data dal salvataggio della piccola lasciò i presenti in uno stato a cavallo tra il vuoto e l'irremovibile, pensando che non ci potesse essere peggio di quello che avevano già sofferto con i loro occhi. Ma il dottore, il malefico saltimbanco del Teatro delle Meraviglie, doveva ancora mostrare il vero spettacolo.

 

- Il tempo dei zioki, finizze kui...

 

*******************************NOTE DELL'AUTORE*******************************

- Explaining:

- Legenda:

Criminals: criminali;
Anzan no Uroko (暗山の鳞): Scaglie della montagna oscura;
KRASS! DAS IST BESCHEUERT! : Accidenti! E' Ridicolo!
Kofaggrå: Cofagrigus in Norvegese.
Wollt ihr mich verarschen!? : Mi state prendendo in giro?
Mad Chimera: chimera pazza;


-F.A.Q.

-Curiosità:

 

 

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capitolo 9: il teatro delle meraviglie (terza parte)

Spoiler

 Centosettantesimo anno del drago, ore 12.00.

 

- Il tempo dei zioki, finizze kui...

 

Schioccò i tentacoli. All'improvviso, tutte le luci sul palco si spensero, lasciando per qualche secondo i pokémon sulle tribune ad arrancare nel buio. 

 

- C-che succede? - chiese uno spettatore.

 

- Non ne ho idea. E' la prima volta che fa qualcosa del genere... - gli rispose un altro.

 

Non vi fu un rumore provenire dal palco: tutti quanti rimasero immobili a guardare dritti come se stessero guardando nell'abisso. Per un attimo, per qualche motivo Shinso si innervosì, mentre guardava la sua borsa avvolta dal Kōsui. 

 

- Un'altra diavoleria? - Si chiese annoiato lo spadaccino verde. 

 

Dei fasci luminosi si riaprirono al centro del palco, dove non vi era più il Malamar. Gli spettatori guardarono lì confusi, non riuscendo più a trovare da nessuna parte l'organizzatore dell'asta. Nonostante ciò, tra le ombre si potevano scorgere le Lopunny riunite in cerchio, impassibili davanti alla scomparsa del dottore. Fu chiaro a molti che si trattava di un'altra parte di spettacolo, l'orchestrazione di qualcosa che forse andava persino oltre il raccapricciante spettacolo a cui avevano assistito precedentemente. 

 

Sotto i riflettori, una spaccatura nel legno si aprì lentamente come una gigantesca botola a due ante, con un suono di cinghie metalliche. Del fumo si sollevò da esso, costruendo con fascino la sagoma di una struttura sinistra. Essa era formata da altri tre tavoli di legno, al quale vi erano legati altri tre pokémon, con arti saldamente ancorati e imbavagliati da cima a fondo.

Il pubblico sgranò gli occhi preoccupato, probabilmente per la possibilità di dover incontrare un'altra tortura come quella precedente. Tuttavia, questa volta, gli esploratori del team Skyriders e del team AWD rimasero profondamente scioccati. Il piccolo licantropo si alzò in piedi di scatto: riconobbe uno dei tre sfortunati incatenati, quello nella tavola centrale.

 

- C-come...

 

(Ost yamiscilla)

 

 

Era un pokémon con le fattezze simili ad una lucertola, il cui corpo era ricoperto da bende dalla testa ai piedi.

 

- Ma quello...  - fece Kenji.

 

- Mon Dieu! E' il Charmeleon che hai affrontato al torneo! - Disse rivolgendosi al Riolu.

 

Era proprio lui: sul palco del sinistro dottore, Tessarion, Eridor e Draigen erano immobilizzati e incapaci di agire. A differenza della Fennekin, parevano non essere nel pieno delle forze: infatti, i due sottoposti del pokémon Fiamma erano completamente svenuti, e sembrava stessero soffrendo. Il Charmeleon, invece, si stava dimenando violentemente per liberarsi.

 

- MMMMFFFF!!! MMMFFFFF!!

 

 - Che ci fa lì sotto?! - Si chiese la Schiumorana.

 

- Che rottura... - disse Weavile, - prima la Fennekin e poi questo... 

 

Nonostante stesse per mettere in scena qualcosa, il Malamar si mostrò stupito nel vedere Draigen in quello stato.

 

- Ma guarda un po'... - bisbigliò Yamiscilla tra le ombre del palco, - zembra che il veleno di Galvantula su di te non abbia avuto un effetto kompleto. Affazzinante... 

 

Gli esploratori non lo potevano sapere, ma il malvagio dottore aveva iniettato in ciascuno dei prigionieri una potente tossina, per ridurre la loro resistenza ed impedirgli di usare appieno le loro forze. Era stata una precauzione in più, visto che nessuno di loro tre era innocuo come la volpina. Nel caso dei due compagni del Charmeleon, questi erano svenuti a causa dell'insopportabilità del veleno. 

 

- Vedo ke komunkue zei troppo debole per rompere le katene. Per il rumore me ne farò una razione.

 

 Al centro del palco si sentiva solo lui: i suoni della sua grinta sotto le bende e il rumore danzante delle catene indistruttibili.

 

- Zapete, zignori...

 

Riapparve Yamachi al pubblico. Si inserì alla sinistra della visuale, entrando nello spazio luminoso. Davanti al pubblico aveva i tentacoli conserti e il volto altezzoso. Guardava il Charmeleon molto scocciato.

 

- Anke se commercio ozzetti mizteriozi e mi diverto con zenografie ed altri ziokattoli... zono un Kodamon che apprezza le koze zemplici. Tra di kuezti, mi piace davvero tanto avere uno spazio zolo per me dove nezzuno pozza dizturbarmi. La zera prima della mia ezibizione ed ezpozione è uno di kuezti. 

 

Si mise accanto alla tavola centrale, dove Draigen lo fulminò con lo sguardo.

 

- Zono un zenio, dopotutto. E come tale ha anke bizogno di koze kozi'. Immazinate la mia rabbia nell'ezzere dizturbato mentre ztavo preparando kuezto zhow... e per ziunta zenza kiedere.

 

Si rivolse poi al pubblico, alzando i tentacoli al cielo. 

 

- Entrare di nazkozto a kaza mia! Zenza la kortezia di buzzare! Kuale zempio! Darebbe faztidio a tutti, non trovate?

 

Dall'alto delle tribune, il team Skyriders, il team AWD e i suoi vicini, stavano assistendo alla scena preoccupatissimi.

 

- Non avrei mai potuto immaginare che quel Kodamon si sarebbe messo in affari con quel Malamar... - commentò Shinso.

 

- Ti sbagli, Frogadier.

 

Il Frogadier guardò il piccolo licantropo con inquietudine in volto. 

 

- N-non è tipo da fare queste cose...

 

Aveva visto il suo passato tramite lo Shinkutsu; avevano combattuto per un breve periodo. Dietro quegli occhi infuriati sulla tavola medievale, Ōryugo Rukio capì perfettamente che qualcosa non andava. E lo capì anche la gatta ladra.

 

- Ma perché con voi non va mai come deve andare... - disse mettendosi una mano sulla faccia.

 

- E adesso che facciamo, Riolu? - Chiese il Grovyle, - penso che stavolta potrebbe finire male.

 

Lo Zoroark stette in silenzio ad ascoltare gli esploratori. Con quello che vedeva, non ci mise molto a capire che c'era una buona possibilità che stesse per accadere qualcosa che, aldilà della dubbia legalità, sarebbe andato fuori dal coro. Non poteva più stare a guardare: non avrebbe sopportato assistere ad altra sofferenza.

 

- C'è un limite a tutto! - disse alzandosi in piedi, - Noir III!

 

Il pokémon Pinza non chiese. Nel sentirsi chiamato col nome completo, capì al volo la richiesta del sovrano.

 

- Se me lo ordina, mio re... Non posso che fare altrimenti.

 

Egli stese la mano destra in avanti per attaccare i suoi fili alla sua ombra ed evocare la Mad Chimera ancora una volta. Tuttavia, qualcuno alla sua sinistra gli puntò contro quella che sembrava una pistola di calibro trentacinque, dove sull'impugnatura era possibile notare un tubo di vetro al cui interno era presente uno strano liquido violaceo.

 

- Non è per niente carino quello che sta facendo, mister Noir III. - disse Bluetta al Gran Visir, - il dottore si è impegnato tanto per l'atto finale: sarebbe scortese che voi lo interrompiate!

 

Sul sovrano, ella puntò un'altra pistola, con una polvere giallo brillante. Il digrigno di rabbia del Chowa-ō si smorzò in uno sorpreso.

 

- Eheh! Lo stesso vale per voi! - Fece Amarilla, puntando due pistole verso Rukio e Weavile, - io preferisco i fuochi d'artificio, però! Mi farebbe molto piacere se voi iniziaste a muovervi per qualche motivo! Ho una voglia matta di provare queste lucine! Ma il dottore si arrabbierebbe, quindi per favore non muovetevi!

 

I due capitani dovettero rinunciare a pensare a qualunque atto di ribellione. A sua volta, Noir III si fermò, facendo cadere il suo unico occhio sulle armi delle due conigliette. Riconobbe in esse la costituzione di una pistola, caricate con qualcosa di cui capiva più o meno l'essenza, ma non comprendeva come fosse possibile. Erano una versione più raffinata dell'Elemental Laser, uno degli esperimenti del dottore. Erano più facili da manovrare e avevano una mira più precisa, ed erano alimentate da polvere di Pietra Evolutiva, invece della più scomoda pietra completa, cambiandone il tipo dell'attacco. Sullo spettro era puntata una pistola alimentata a Neropietra, mentre quelle sui due capitani e sul sovrano a Pietrabrillo.

 

Capendo la situazione in cui si trovava, il Dusknoir fece uno sbuffo di rassegnazione e alzò le mani al cielo, dando l'esempio per i vicini di tribuna. 

 

Non erano stati gli unici ad essere presi di mira: tutti i presenti avevano delle armi puntate contro da parte di tutte le pokémon Coniglio presenti nell'equipe del Malamar, disposte lungo le gradinate libere per il passaggio e lungo l'unica uscita dal teatro, dove prima erano entrati tutti per l'assegnamento dei posti, per un totale di sessantotto scagnozzi.

 

- Chiedo umilmente zkuza per la zkortezia, zua maeztà. - fece Yamiscilla parlando al microfono, - ma vi prego di rimanere al voztro pozto.

 

- SE CREDI CHE LA PASSERAI LISCIA, TI SBAGLI DI GROSSO! - Tuonò il sultano della Terra della Sabbia, - LA PAGHERAI PER QUESTO AFFRONTO!

 

- Oh, pagherò pagherò... Zikuramente! Ho guadagnato abbaztanza oggi! Ohohohohohoh! 

 

Poi, si rivolse al resto del pubblico.

 

- Ora... Prima ke a kualkuno venga in mente di fare stupidazzini, vi zpieghero kon koza vi zto tenendo in ozta... Cough! Kon koza mi zto difendendo da dizordini. Le mie azziztenti zono ekuipaziate kon piztole lazer di mia invenzione, le Type 171. Zono alimentate da polvere di pietra evolutiva, kuindi hanno un effetto forte o più debole a zekonda del tipo utilizzato. Ovviamente... le mie azziztenti zono dizpozte sekondo kuesto kriterio. 

 

Le Lopunny avevano con sé delle cinture con varie ricariche: con il buio, si erano disposte in modo tale da puntare le armi in modo da avere il vantaggio di tipo. 

 

Kuezti non li ho trovati nei miei viaggi e non rimavzinano le ferite. Zono di mia invenzione: fanno male zul zerio. 

 

Il Garchomp si trovò indispettito nel vedersi minacciato da delle conigliette, per giunta da un'arma alimentata a Pietragelo, ma non aveva rabbia in corpo. La figuraccia di prima l'aveva messo di malumore.

 

- Kuezto è ankora uno Zhow, ma la seguente minazzia è vera. Nezzuno di voi ha il permesso per il momento di laziare la tenda. Non fate mozze falze, o potrezte pentirvene.

 

Una visione di situazione critica. Bastava una mossa senza pensiero per il team del GIK e qualcuno ci avrebbe potuto rimettere la pelle. Lo spadaccino fece uno sbuffo annoiato. 

 

- Che seccatura. Se prima questa fogna non mi stava stretta...

 

Intorno al Frogadier, invece, vi erano le nubi bianche della serenità.

 

- (Ah... capisco. - pensò tra sé e sé, con un sorriso beota sul volto, - è quel momento. "La situazione è critica: più ti agiti più sarà peggio. Quindi devi restare calmo")

 

Ad ogni movimento avrebbero potuto spararlo, o peggio colpire un innocente o un suo compagno di squadra. Era chiaro che non doveva fare mosse false. I fumi bianchi sembravano invitarlo al Nirvana e alla pace nel cuore. 

 

- (Già... devo restare calmo...)

 

Per poi schizzare nelle fiamme rosse dell'Inferno.

 

- COME FACCIO A STARE CALMO, MON DIE-

 

Non ebbe il tempo di gridare dal nervosismo che Bluetta sparò un colpo dalla sua pistola. Shinso fece in tempo a schivarlo: il proiettile colpì la tribuna sottostante e bruciò una parte della tribuna, formando un buco su di essa sotto lo sguardo terrorizzato dei criminali.

 

- Non sono una ragazzaccia ma fai silenzio! - disse il coniglio blu, - Non voglio davvero usare queste pistole. Potrebbero sporcarmi la pelliccia...

 

- C-che crudeltaaa... - disse la ranocchia con le lacrime agli occhi.

 

Dopo qualche secondo di agitazione, dopo quella dimostrazione, ogni tentativo di ribellione fu seppellito e distaccato di movimento dalla paura e dall'orgoglio. Nessuno voleva agire: nessuno voleva fare la fine di quel pezzo di muro. 

 

- Molto bene! 

 

Realizzando di avere l'orecchio di tutti, il Malamar tirò fuori dal suo cumulo di tentacoli in testa un telecomando con un interruttore rosso.

 

- Ora che ho la voztra attenzione... vi prezenterò l'attore prinzipale di kuezt'azta! 

 

Premette il tasto, rilasciando un suono di una vecchia scarpa di gomma. Il tetto del teatro tremò, e da esso si aprì a due ante un'altra porta orizzontale. Il rumore era tale che fece eco per tutte le tribune, distraendo un attimo gli spettatori dal fatto di avere un'arma da fuoco puntata sulla testa. Dall'alto discese un enorme complesso metallico che nessuno aveva mai visto prima. Sembrava una sorta di torre di Hanoi, nel cui dischetto più piccolo stava una cavità di diametro cinque metri, puntato sulle teste dei prigionieri. 

 

Forte della catena di eventi che avevano destabilizzato il suo animo, il Frogadier rispose in modo esagerato anche a quello stimolo.

 

- CO-COS'E' QUELLO?? CHE DIAVOLO E'!??!?! 

 

- N-non vengo pagato abbastanza per questo... - commentò il Grovyle, leggermente spaventato.

 

Il dottore alzò i tentacoli, indicando lo sconosciuto oggetto.

 

- Vi prezento Marte, il mio razio diztruttore a 350 kV! Ze vi ztavate kiedendo di koza me ne fazia dei voztri zoldi, kuezta è la rizpozta. Dopotutto, kuezti pargoletti non vengono alla luze zenza un inzentivo...

 

La cosa più simile a quel gigantesco abominio che sembrava uscito da un film di fantascienza erano i cannoni che Blastoise aveva sulla schiena. Riconoscendo questo, dall'ala sinistra partì il commento che molti pensavano ma nessuno aveva il coraggio di dire.

 

- E-EHI! N-NON VORRA' FARCI SALTARE IN ARIA??

 

- No no: azzolutamente no! - Rispose Yamiscilla, muovendo i tentacoli davanti a lui, - Penzate ke zia ztupido? Ke ci guadagnerei?

 

Si rivolse poi al pubblico, dicendo con serietà quello che non poteva sembrare in alcun modo qualcosa di serio. 

 

- Voglio vendervelo. 

 

I criminali non sapevano più cosa pensare: ogni cosa che si immaginavano veniva brutalmente schiaffeggiata da ogni parola del dottore, che rincarava sempre la dose con frasi che avevano dell'incredibile.

 

- 500.000 Koda di prezzo base! Lo zo ke è koztozo, ma vale tutte le gozze di zudore ke ho zpezo. 

 

Aprì le mani al cielo, indicando le Lopunny in mezzo alle tribune con le pistole.

 

- Kuezto zoiello zarà veramente tra le voztre mani! Le mie azziztenti ztanno zolo evitando che kualkuno interrompa la mostra. Anche perkè...

 

Impugnò il microfono, avvicinandolo alla sua bocca. Sorrise maliziosamente alle successive parole.

 

- Come dimoztrazione pratika... avrò bizogno di rompere kualke regola...

 

Tra i presenti in sala si distribuirono occhi spalancati in terrore, stretta di denti nervosa e pensiero preoccupato. Nessun pokémon della sala potette credere alle sue parole. Era più che evidente che, in un modo o nell'altro, quei pokémon sulle tavole di legno non se la sarebbero cavata con qualche frustata come la Fennekin. Se nessuno avesse mosso un dito, per loro sarebbe stata la fine.

 

Rukio rivolse di sbieco il suo sguardo verso i suoi compagni, lanciandogli occhiate severe di un protettore degli inferi. Avevano ragione: se volevano che il piano avesse successo, doveva mantenere la calma ed aspettare il momento giusto. Ma nel farlo, degli innocenti ci avrebbero rimesso la pelle. Non poteva permetterlo: il capitano del team SKyriders non avrebbe mai sacrificato la vita di qualcun altro.

 

Kenji e Shinso capirono immediatamente il messaggio dietro quell'occhiata. "Io interverrò. Non provate a fermarmi.": il suo forte spirito infuocato non lasciava spazio ad errori di traduzione.

Tuttavia, non poteva agire da solo: le Lopunny, alla prima mossa del pokémon, avrebbero fatto fuoco. Rivolse di nuovo lo sguardo verso il centro del palco, rimanendo con la mente verso la scena del fulmine dal viso. 

 

- Frogadier, - disse bisbigliando.

 

- O-oui?

 

- Riusciresti... A farmi una copertura con il Kōsui?

 

La Schiumorana fece un cenno con la testa, rispondendo in modo negativo. Il piccolo licantropo corrucciò così tanto lo sguardo che la ranocchia lo sentì anche se non lo stava guardando direttamente. 

 

- N-non è come pensi... - bisbigliò a sua volta, - Il mio Kōsui non è un illusione perfetta: gioca sui riflessi della luce sull'acqua, e quasi tutta la sala è in penombra come i nostri posti. Anche volendo, non riuscirei. Guarda alla mia destra. 

 

Il piccolo licantropo puntò gli occhi verso la richiesta del Frogadier. Anche se stava mantenendo la tecnica con il braccio sinistro, la borsa era comunque visibile nell'oscurità.

 

- Grazie alla poca luminosità non hanno ancora notato la mia borsa e la protesi di Arbok, ma non posso fare più affidamento su questa tecnica!

 

Il Riolu rigirò il volto verso il centro del palco. Riconoscendo le difficoltà del ninja illusionista, digrignò i denti dal nervosismo. Il Legnogeco assistette alla scena con calma, per poi diventare indispettito a sua volta.

 

- Tch! Dovevo ammanettare te, non lui... - disse il Grovyle.

 

- Excuse moi?

 

Il Legnogeco si alzò di scatto dalla sedia, inveendo contro il proprio compagno.

 

- SEI DAVVERO INUTILE, DANNATO FROGGY! 

 

Indicò con la mano destra le manette che tenevano chiuse le braccia del Riolu, che tenevano sotto controllo la sua aura, mentre con la sinistra teneva il pugno chiuso stretto iracondo.

 

- FROGGY VISCIDO! VAI A MORIRE IN QUALCHE PALUDE!

 

Il pokémon Schiumorana non riuscì a trattenersi davanti a quell'insulto. Si alzò in piedi a sua volta, indicando il collega.

 

- FAI QUALCOSA TE, ESCARGOT! HAI UNA BELLA FACCIA TOSTA A LAMENTARTI IN QUEST-

 

Un'altra Lopunny che era lì vicino colpì la testa della povera Ranocchia con il calcio della pistola, facendolo cadere sulle gambe di Rukio. Egli rimase con una faccia da pesce lesso, non aspettandosi che quei due riuscissero a litigare anche in quella situazione. La Lopunny dalla pelliccia blu puntò di nuovo la pistola verso Shinso. 

 

- VUOI CHE TI FACCIA SALTARE SUL SERIO? - gridò, - NON SFIDARE LA MIA PAZIENZA!

 

- P-perché sono solo io quello picchiato... Mon Dieu...

 

- T-ti sembrava il momento? - Fece il capitano, rivolgendosi a Kenji. 

 

- Dovevamo distrarle in qualche modo, no? 

 

Dopo quel commento, il Riolu sentì la sua mano destra più leggera, così come la sinistra. Il suo occhio cadde verso le sue braccia: le manette erano state aperte, senza nemmeno fare alcun rumore. Nella mano destra del Grovyle, stringeva la chiave che aveva liberato Rukio dalla prigionia delle Tenma no Kusari. Era stata la brillante trovata dello spadaccino verde: puntando con la sinistra le manette e tenendo stretta la chiave nel pugno chiuso, aveva mandato un messaggio al Mizukage, chiedendo assistenza. Sotto le sue lacrime da vittima continuamente schernita, il giullare sorrideva sinistramente davanti alla sua abilità. Cadendo sulle gambe del capitano, aveva anche coperto la visuale alla coniglietta. Il Riolu rimase profondamente meravigliato dal gioco di squadra dei due. 

 

- Non ti tradire adesso, capitano, - disse il Grovyle, - abbiamo fatto il nostro lavoro. Ora devi trovare un modo per intervenire senza farti notare...

 

- N-non so come fare! - rispose, bisbigliando, - non sono rapido come voi due, e se mi muovo rischio di farvi finire nei guai!

 

- Non preoccuparti troppo per noi.

 

Avendo assistito alla scena, Weavile si intromise bisbigliando a sua volta. 

 

- Possiamo tranquillamente sistemare queste fighette in quattro e quattr'otto, se ne abbiamo la possibilità. Il problema... è che potremo coinvolgere qualche civile senza possibilità di proteggerli tutti quanti. 

 

Non vi era esitazione nelle sue parole. Lo pensava davvero.

 

- Trova una soluzione, o dovremo sacrificare qualcuno.

 

Non disse una parola il Riolu, ma dal suo sguardo si poteva vedere che era profondamente contrariato.

 

- Pensa ad un piano, invece di dare polvere alla testa... Non farmi alzare la voce o queste mi sparano.

 

- Ehi ehi! Hai detto qualcosa? - Chiese Amarilla stizzita.

 

La Lamartigli si girò verso la coniglietta gialla. Per un attimo, la guardò incuriosita, come se fosse profondamente colpita da qualcosa. Poi, il capitano del team AWD sorrise chiudendo gli occhi, con un volto che voleva offrire la sua saggia visione.

 

- Niente... Pensavo a quanto fossero carini i tuoi batuffoli gialli.  - disse all'assistente di Yamiscilla.

 

Ella per un attimo arrossì.

 

- D-DAVVERO?

 

- No. Muori. 

 

- Posso farla fuori, sorellona? - disse girandosi verso Bluetta e puntando la pistola verso la Lamartigli, che riprese posto a braccia conserte.

 

- Se ne abbiamo la possibilità non dobbiamo sparare. Togliamo più acquirenti così. E poi... non vorrai poi metterti a pulire di nuovo, vero?

 

- H-hai ragione... - rispose lei depressa.

 

Rukio strinse lo sguardo verso il palco, cercando di non far trasparire alcuna intenzione fuori dallo spettacolo. Doveva pensare attentamente a cosa doveva e poteva fare. 

 

Usare le sfere nella borsa di Shinso era fuori discussione, perché il tempo di attivazione gli avrebbe impedito di procedere con la velocità necessaria, rischiando di mettere in mezzo persone innocenti. 

Per riuscire a trovare una soluzione, era necessario contare sulle abilità di team, e fare in modo di non essere scoperto. In mancanza del Kōsui, l'unico modo che aveva per distrarre le Lopunny è poter usare lo Stridio di Arbok che, complice l'udito sensibile delle pokémon Coniglio, sarebbe riuscito a distrarle. 

 

Tuttavia, non conoscendo l'ampiezza dello Stridio, rendeva le conigliette dall'altra parte del teatro un problema. La Lamartigli aveva ragione: forse davvero sarebbe stato possibile fare qualcosa solo contando di sacrificare qualche innocente. Ma il Riolu non aveva quella sorta di qualifica che alcuni identificavano come vigliaccheria, altri come coraggio. Era nervoso: gli era capitato poche volte di dover effettuare un piano elaborato con poco tempo a disposizione. La sua mente mostrava porte chiuse. Aveva bisogno di qualcosa, qualunque cosa che potesse incastrarsi tra i fili creati dal dottore e andare persino contro il fato. Nella situazione d'immobilità in cui si trovava, fece peregrinare lo sguardo senza sosta per tutto l'anfiteatro, cercando disperatamente di trovare un barlume di luce. 

 

- Ehi! Vi ho detto di stare fermi! 

 

Il piccolo licantropo girò la testa dietro di sé. L'ammonizione non era stata rivolta a lui, ma si voltò comunque di riflesso.

 

- Ah! Mi scusi mi scusi! Divento nervoso se sto troppo fermo a lungo... - disse Nebra I, - e le vostre minacce non mi aiutano di certo!

 

- Non mi interessa! Daiiii, - rispose Bluetta, - questa situazione non piace neanche a me...

 

- Beh... Mi scusi se le creo tanti problemi... E' in questi momenti che preferirei essere un altro Kodamon, e non uno Zoroark...

 

Alla conclusione di quella frase, il sultano guardò negli occhi il Riolu, con quello sguardo blu quasi semi vuoto. Lo stava guardando sorridendo, con quel sorriso di un amico disponibile nel momento del bisogno. Il piccolo licantropo allargò leggermente lo sguardo, non capendo il perché in quegli occhi trovò la calma e la tranquillità anche in quella situazione critica. 

 

- Non perdiamo alrto tempo, zignori, - riprese il Malamar dal microfono, - Ziamo pronti per la dimostrazione!

 

Dallo stesso telecomando di prima, Yamiscilla premette un pulsante blu. Il raggio laser montato sul tetto cominciò a caricare energia, mostrando dalla cavità una sfera verde ramato.

 

- OH MIO DIO NO!

 

- N-NON POSSO GUARDARE!

 

Fece un rumore assordante e continuo. Al dottore sembrò non importare molto. Invece lo eccitò, facendogli ondulare i tentacoli che aveva in testa. Era la prima volta che aveva la possibilità di usare Marte: era gioioso come il padre che vedeva il figlio muovere i suoi primi passi. Quell'arnese scuoteva in lui la sua anima da scienziato, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e nuove scoperte. Perse la patina sottile del saltimbanco, rivelando i suoi veri colori. 

 

- A-D-O-R-O IL RUMOVE DI ENERZIA KE ZI KARIKA! E' IL RUMORE PIU' BELLO!

 

Dopodiché, si rivolse al pubblico. Tutti videro quel volto: il volto di riusciva a trovare la felicità solamente nel fondo dell'abisso.

 

RIMARRA' KUALKOZA? ZARANNO LIQUEFATTI? AZZETTO ZKOMMEZZE, ZIGNORI!

 

Dopo dieci secondi, il raggio sparò in direzione dei tre prigionieri, scatenando all'impatto un'esplosione talmente dirompente da creare un fortissimo vento caldo, che soffiò per tutto il teatro. Non fecero nemmeno in tempo a coprirsi: una luce abbagliante gli prese in pieno gli occhi accecandoli per qualche secondo. Solo le Lopunny, sapendo cosa sarebbe successo, riuscirono a darsi una copertura.

 

Nel momento successivo all'impatto, impiegarono qualche secondo in più per recuperare la vista. I tre tavoli di legno erano ricoperti da un cumulo di polvere: nessuno era in grado di vedere cosa fosse rimasto dei corpi dei tre prigionieri. L'eccitazione del dottore era alle stelle: ogni suo tentacolo in testa dondolava di gioia per la potenza della sua creazione. Anche se non vedeva il risultato che gli interessava, poteva notare che non vi era alcun danno sul palco, segno che la potenza del raggio era stata calibrata con precisione e tutto secondo i calcoli. Non si aspettava tale esplosione, ma nel vedere che molto probabilmente aveva affumicato i suoi intrusi senza danneggiare nient'altro. 

 

- Magnifiko... davvero Zpettakolare...

 

Un riso soddisfatto si fece largo piano piano tra le sue labbra. Lentamente e senza freno, come se volesse trattenersi e non vi riusciva. Fino a che esplose anche lui, in una risata sghignazzante.

 

- OHOHOHOHOHOHOHOHOHOHOHOHOH!

 

- Cosa ti diverte così tanto?

 

Un tono basso e sommesso. Si bloccò un attimo: non immaginava che il Charmeleon potesse sopravvivere. Ma, subito dopo, quella possibilità lo intrigava: poteva anche conoscere le sensazioni di un sopravvissuto.

 

- Oh? Zei ankora viv-

 

Il cumulo di polvere si diradò lentamente, alzando il sipario su un atto che non era sul copione. Una sagoma che non riconosceva e degli occhi rosso fuoco che non aveva visto fino a quel momento si fecero largo nell'immenso polverone.

 

- Eh? E tu ki...

 

Non era ancora completamente sorpreso, ma qualche secondo dopo che la nebbia si diradò un po' di più, iniziò a tremare dal volto. Ciò che vide dietro ai rimasugli delle sue azioni non fu il risultato sperato: fu così sorprendente che il dottore allargò gli occhi quasi a farli uscire dalla faccia. Fu così notabile che persino le Lopunny riflessero in loro il medesimo stupore, mentre sguardi interrogativi si annidarono negli occhi degli spettatori sulle tribune.

 

- Che è successo?

 

- Cosa c'è lì dietro?

 

Quando il fumo si diradò completamente, la visione fu chiara anche al resto dei presenti, che rimasero di sasso esattamente come il dottore. Al centro della sala, al centro del palco che aveva dato quegli spettacoli raccapriccianti, un piccolo Riolu stava in piedi con le braccia incrociate davanti a sé, mentre dietro c'erano ancora i tre prigionieri. Tutti e quattro erano completamente illesi. A causa della luce nessuno aveva visto niente, ma i più intuitivi saltarono in piedi: non si sapeva in che modo, ma quel piccoletto era riuscito a bloccare il raggio distruttore.

 

- MFFFF?!?!?! (C-come diavolo...)

 

- E-EHI! CHI E' QUEL RIOLU?

 

- S-SONO SOPRAVVISSUTI A QUELLO?!?

 

- E' così divertente? - Gli disse il licantropo, - Attentare alla vita di qualcun altro secondo i propri capricci?

 

Il Malamar non rispose. Non riusciva a riprendersi da quello che stava succedendo. 

 

- Ah... ekko...

 

- "Rimarrà qualcosa"? "Saranno liquefatti"? Pensi che la vita sia un gioco? 

 

Dei piccoli capelli blu uscirono dal corpo del Riolu, come fili d'erba danzanti nel vento.

 

- Non prendermi... 

 

Guardò dritto negli occhi il malvagio dottore, con lo sguardo del drago che stava per bruciare vivo l'ignobile intruso entrato nella sua tana.

 

- NON PRENDERMI IN GIRO!!!!

 

(OST A warrior basked in the sunset)

 

 

Il suo Meisoku esplose come un vulcano in eruzione, divampando per sei metri e creando una corrente simile ad un incendio forestale. Lo spirito del guerriero rabbioso fu tale da destare  le paure più infantili del Malamar.

 

- K-KE ZI FAI ZUL PALKTU? AZZIZTENTI! DOVE K***O AVETE LA TEZTA?!

 

Senza che il Malamar potesse proferire altre strilla, le Lopunny sul palco si lanciarono verso di lui, puntando le Type 171 su di lui e facendo immediatamente fuoco. Il Riolu rincrociò le braccia, creando una Protezione sferica intorno a lui. I proiettili non esplosero al contatto: rimasero incastrati nella barriera come se volessero penetrarla. 

 

- Ti suggerisco di darti una calmata, pivello. - fece Nerona, una delle Hokuto no Shimai che era tra le guardie del dottore, - il grande Yamiscilla è un genio: questi proiettili non esplodono al contatto con-

 

Il Riolu non era minimamente interessato alla sua spiegazione. Rialzò lo sguardò dall'incrocio, puntandolo verso di lei. Per un attimo, ella ebbe una visione che poteva riconoscere solamente in un incubo: un'enorme drago dagli occhi rossi, i denti aguzzi e l'alito di fiamma si presentò ai suoi occhi, distorto come un dipinto di Van Gogh.

 

- Sparite.

 

Il piccolo licantropo restrinse la sua barriera di un metro in meno di un secondo, per poi nello stesso lasso di tempo riespanderla più che poteva. Come effetto, respinse i proiettili subiti risparandoli verso le Lopunny e facendo esplodere le loro armi in mano.

 

- KYAAAAA!

 

La riflessione ebbe effetto ridotto di quanto non avrebbero subito con un colpo normale, ma fu abbastanza per bruciare parzialmente le loro mani. La faccia del Malamar si paralizzò nel vedere il geniale utilizzo di Protezione dello sconosciuto soggetto, ma il fatto di essere sulla traiettoria del grilletto lo fece impaurire anche di più. Dalla tribuna lontana, Rokujo spalancò gli occhi e la bocca in meraviglia come se fosse un fan di Rukio, mentre Kazan e Des Pleigh si spaventarono come il Malamar. 

Il piccolo licantropo risucchiò a sé più aria che poté, per poi gridare verso le tribune.

 

- PIANO F! VIA!

 

Bluetta riconobbe che quel Riolu era lo stesso che stava tenendo d'occhio. Sgranò gli occhi spaventata.

 

- (M-ma come è possibile! Qualche secondo fa era-)

 

Guardò di nuovo verso la sua tribuna, e vide che nel gruppo c'era ancora quello stesso piccolo licantropo.

 

- (E' ancora qui!?!?! Ma allora quello sul palco chi-)

 

Dopo qualche secondo, il pokémon Emanazione sulla tribuna svanì come un fantasma che attraversa un muro, senza lasciare alcuna traccia.

 

- COSA?

 

- Bella mossa, Froggy! - Esclamò il Grovyle, convinto che fosse stato il suo Kōsui.

 

- I-IO NON HO FATTO NIENTE! - Gridò il Frogadier, sorpreso quanto Bluetta.

 

- Cosa? 

 

- Ops! Credo sia colpa mia.

 

Dalla tribuna sopra, il sultano della terra della sabbia sorrise al gruppo di esploratori.

 

- Credo di aver accidentalmente dato una mano al vostro capo! Eheh...

 

- Non mi dirai che! - Esclamò Drapion.

 

- Già... - disse Weavile, con un sorriso beffardo, - quella... era la abilità innata degli Zoroark. 

 

La loro abilità naturale, che gli incoronava come i più insidiosi e sinistri nemici che si potevano avere contro. L'abilità che gli permetteva di creare immagini false di qualsivoglia cosa, eludendo anche i sensi dei più capaci combattenti. 

 

- Illusione!

 

Il sultano aveva giocato un brutto scherzo al dottore e alle Lopunny: era riuscito ad ingannare gli occhi di chiunque, pokémon del GIK compresi, permettendo al capitano di agire indisturbato.

 

- CATTIVONE! - Fece Amarilla, - TI FACCIO IO I BUC-

 

Non fece in tempo a puntare l'arma su Nebra e premere il grilletto che Kenji tagliò con il suo Fendifoglia quella pistola, prima ancora che potesse sparare. Il taglio fu così pulito che essa non rilasciò alcun frammento, dividendo l'arma esattamente in due parti. Il coniglio giallo guardò con orrore alla sua destra, vedendosi davanti gli artigli della tigre bianca. 

 

- Una guardia dovrebbe agire più rapidamente. Dovevi sparare quando hai capito che qualcosa non andava, coniglietta. E poi... non hai sentito cosa ha detto il piccoletto blu?

 

Puntò lo sguardo su di lei. Lo sguardo tagliente di chi aveva fatto della spada il suo voto. 

 

- Ha detto di sparire. 

 

Amarilla puntò la seconda arma su di lui. Questa volta, il Legnogeco aspettò qualche momento: nell'attimo in cui premette il grilletto, Kenji tagliò la pistola, facendogliela esplodere in mano. Il botto colpì in faccia la coniglietta, con il risultato di farla svenire e mandarla K.O. Bluetta rimase sola con un'altra Lopunny contro il gruppo.

 

- SORELLINA! 

 

Puntò le pistole verso lo spadaccino verde.

 

- *censura*... VE LA FAR-

 

Senza avere il tempo di reagire, la coniglietta blu ricevette un colpo sulla testa dalla Mad Chimera di Noir III, che aveva approfittato del momento di confusione per manifestare uno dei suoi pugni. 

 

- Non alzare la voce contro il sovrano, plebea...

 

- KRHEHEHEHEH.

 

- Grazie, amico verde! - Esclamò Nebra I, per poi rivolgersi al suo visir, - C-certo che potevi andarci un po' più leggero! E' pur sempre una femmina...

 

- Ho usato solo la forza necessaria per farla svenire. E poi...

 

Con sguardo freddo, pronunciò quelle parole con una naturalità disarmante. 

 

- Non ho pietà per chi osa toccarla.

 

- A dopo i convenevoli, - fece il Grovyle, - non abbiamo il lusso di rilassarci.

 

Infatti, la loro piccola rivolta attirò l'attenzione delle altre assistenti.

 

- Che seccatura... - sbuffò il Legnogeco. 

 

- SPARATE A QUEL GRUPPO! - Ordinò Viridia dall'altra parte delle Tribune.

 

Delle Lopunny vicino eseguirono immediatamente: fecero fuoco nella loro direzione. Tuttavia, non vi partì alcun colpo: le loro armi erano completamente congelate. 

 

- Henge: Kōri Kunai.

 

Con una velocità fuori dal comune, Shinso aveva congelato le armi di dodici Lopunny nel giro di un secondo.

 

- Mon Dieu, mademoiselles. Non va bene scaldarsi così tanto. Un po' di eleganza, s'il vous plaît... 

 

Sopra le pistole di esse, vi era una palla d'acqua levitante ciascuna. 

 

- Tenete. Non mi piace colpire delle donne... ma mi darebbe più fastidio impegnarmi oltre.

 

Gli Idropulsar esplosero in faccia alle conigliette, coprendole di scintille azzurre e stordendole sul colpo. 

 

- Spero che mi perdonerete.  

 

- Sei lento, Froggy viscido... - commentò il Legnogeco. 

 

- CI VUOLE TEMPO PER FARE IL KŌRI KUNAI SENZA FARSI NOTARE! - Strillò carico d'adrenalina, - PER TE E' FACILE CON QUELLE FOGLIE!

 

Altre Lopunny, capendo il pericolo, abbandonarono la loro posizione: cercarono di riunirsi intorno al gruppo di Bluetta per soccorrerla. Vicino al gruppo, un Meisoku azzurro di sette metri dalle sfumature bianche si levò al cielo. 

 

- Non vi azzardate a fare le signorine in questo momento, - disse la felina rivolta ai due.

 

Trasformò la mano destra nell'artiglio ghiacciato, per poi mettere fuori combattimento sei conigli. 

 

- Ghiacciartigli. 

 

Un brivido scorse lungo la schiena dei due membri del team Skyriders. Nebra I e Noir III rimasero profondamente colpiti da quella mossa che non avevano mai visto prima. 

 

- Avete sentito no, merdine?! - disse questa, rivolgendosi al palco. - la pantegana ha parlato! 

 

Un ghigno si stampò sul volto del team AWD e dei due mercanti Yé Zìyou e Tai Zanshi. Shinso  puntò lo sguardo deciso verso il suo capitano, mentre Kenji ghignò felice di poter dare fiamme alle sue lame. Dei tanti piani elencati da Ōryugo Rukio, quello era il più facile da eseguire: il più semplice, ma il più efficace in quella situazione.

 

- Piano F...

 

La felina si lanciò in avanti, dirigendosi verso la tribuna sottostante.

 

- FULL THROTTLE! (*)

 

Scompiglio puro. Drapion sentì pompare il sangue nelle sue vene.

 

- RHAHAHAHAH! POSSIAMO FINALMENTE SCATENARCI! ANDIAMO SOCIO! - fece Drapion all'Arbok.

 

- Mi hai tolto le parole di bocca... sssspero di non essssere troppo duro con voi, sssssignorine...

 

- VELENOCROCE! 

 

- CODADRAGO!

 

I due membri del team AWD seguirono l'esempio del capitano, mettendo fuori gioco le rimanenti Lopunny intorno. Capendo l'effettiva pericolosità di quel gruppo, Yamiscilla lanciò un altro ordine.

 

- AZZIZTENTI! TUTTE ALL'ATTAKKO! ZOPPRIMETE QUEL GRUPPO!

 

Davanti a quell'ordine, alcuni spettatori approfittarono della confusione per allontanarsi dal gruppo. Provarono a scappare, ma furono bloccati da delle conigliette posizionate nell'anello più esterno verso l'uscita. 

 

- Che...Sofferenza... - commentò Purpurea.

 

- DAI MUOVITI, SISTER! - le fece Viridia, che l'aveva raggiunta sul palco - NON E' IL MOMENTO DI TEMPOREGGIARE!

 

- Che palle...

 

Per coglierli di sorpresa, alcune ragazze utilizzarono i trapezi sul soffitto per lanciarsi all'attacco sui pokémon del GIK. La distanza tra i due schieramenti avrebbe permesso loro di attaccare da lontano senza possibilità di difendersi. In quel momento, Shinso richiamò l'attenzione del pokémon Cobra.

 

- ARBOK! DRAPION!

 

- Ssssiamo pronti! - fece il Cobra.

 

- MURO DI FUMO!

 

Il Frogadier lanciò immediatamente una pallina fumogena sulle tribune in modo tale da oscurare la mira delle sorelle e la visuale delle altre che stavano arrivando. 

Queste risposero sparando alla cieca con le loro pistole, ma il Muro di Fumo diede il tempo a Drapion di preparare una Protezione, che, sebbene a fatica, riuscì a reggere qualche colpo. In mezzo alla coltre nebbiosa, lo scorpione non si lasciava disturbare. Era risaputo che la sua specie e quelle simili che vivevano nella sabbia avevano una vista che non si lasciava fermare da granelli di polvere, permettendogli di essere l'alleato perfetto in situazioni con poca visione.  Alla giusta distanza, lo Scorpiaccio diede il segnale. 

 

- ORA, ARBOK! 

 

Abbassò la difesa creata per permettergli di attaccare.

 

- Higi: ROKURO NO TOGE! (*)

 

Il cobra lanciò contro di loro le Puntacciaio che teneva nel suo stomaco, completamente imbevute di un veleno grigio argentato. Sicché era impossibile schivare un attacco del genere in aria e da dietro un fumogeno, le Lopunny volanti furono colpite in pieno dalla sua mossa, infliggendo dei graffi sulla loro pelle.

 

Nonostante quello le impedì di attaccare, il danno creato dagli strumenti non fu sufficiente a farle demordere, e non appena atterrarono sulle gradinate libere provarono immediatamente a prendere la mira contro di loro.

 

- PRENDI QUEST- U-URGH!

 

- C-cos... Mi sento...

 

- Che... sonno...

 

- Non ci sssssiamo proprio... Non sssssi rimane illesi da un attacco velenoso, ssssignorine...

 

Il veleno che Arbok aveva secreto dallo stomaco era simile al Rocuronio: un potente anestetizzante utilizzato nella chirurgia. Infettandole con quella tecnica, le aveva indotte in uno stato simile al sonno, impedendole di compiere gli ordini ricevuti. *

 

- Bravo ragazzo... - le fece la felina, - ora non ci resta che occuparci del rest... Uh?

 

Guardandosi intorno, si rese conto che non c'era più nessuna coniglietta.

 

- Me le sono immaginate? Pensavo fossero di più.

 

Anche Kenji si fece la stessa domanda.

 

- Sono scappate prima di fare sul serio? Non mi sembravano tipe del genere...

 

- Cercavate queste, per caso?

 

I due guardarono nella tribuna dietro di loro: nel mentre che loro se l'erano vista con quelle ventisei Lopunny, Noir III aveva avuto il tempo di sguinzagliare Mad Chimera e di raccattare le rimanenti assistenti, rinchiudendole in una cella d'ombra e facendole svenire. 

 

- E-E-E-XCUSE MOI?! - Esclamò spaventata la ranocchia.

 

- Non c'è bisogno di essere così sorpresi... - disse il visir, - il mio lavoro consiste anche in questo...

 

- Se mai usciamo illesi da qui... Mi piacerebbe combattere contro quel coso. - disse il Legnogeco, con un sorriso arrogante.

 

- Mi spiace, ma l'essere un visir e una guardia del corpo mi occupa a tempo pieno. - disse, inchinandosi di nuovo, - oggi è solo un caso speciale... 

 

Yamiscilla rimase sconvolto: le tanto beneamate assistenti che aveva addestrato personalmente e armato fino ai denti, vennero surclassate in men che non si dica da un gruppo di plebei. 

 

Anche gli altri spettatori si stupirono di tale rapidità e forza. 

 

- S-stupefacente!

 

- C-chi diavolo sono quelli? S-sembravano dei novellini!

 

- Quel Grovyle... Non l'ho neanche visto trasformare le foglie in Fendifoglia...

 

- Perchè, il Frogadier? Sembrava una femminuccia! E invece...

 

- Quella vecchia canaglia di Yé Zìyou... Dove gli ha trovati quelli? Non credevo avesse certe conoscenze...

 

- (N-non comparatemi con questi mostri!) - Pensò il Victreebel tremante, coprendosi la bocca sulla testa con le foglie.

 

- Credo che il loro capo sia quel piccoletto che ha salvato quei tre, - fece un altro spettatore, - se non sbaglio...

 

Tra il pubblico, il Bewear del braccio di ferro aguzzò la vista. Aveva combattuto contro di lui, quindi era difficile che se ne sarebbe dimenticato. 

 

- E-ehi...

 

Indicò con la mano destra, attirando l'attenzione di quelli vicino a lui. 

 

- Q-quel Riolu lo conosco! Ha una sciarpa diversa, ma non ho dubbi! E' lo stesso che ha battuto Tai Zanshi a braccio di ferro!

Nel sentire quello, alcuni dei vecchi spettatori della gara del giorno prima spalancarono gli occhi sorpresi, mentre altri che ne avevano solo sentito parlare tremarono sconvoli.

 

- C-COSA?

 

- L'HA BATTUTO LUI?!?

 

- (Se Tai non mi avesse detto niente non ci avrei mai creduto... - pensò il Victreebel, - ma ora... C-che vuol dire? Sopravvivere ad un cannone di Blastoise di quella potenza? Q-questa è la forza di un esploratore?! La forza di un eroe!?) 

 

Le sue gesta, per quanto egli stesso non poteva comprendere il perché della sua fama, erano state decantate in ogni angolo del pianeta: a mente fredda, ci si sarebbe aspettato questo e altro. Ma tuttavia, anche per l'aspettativa quella del piccolo licantropo era una storia fuori dalle righe.

 

- (No... Non credo che è solo quello...) - professò il presentatore del braccio di ferro.

 

Tra commenti di stupore e conversazioni preoccupate, i pokémon del GIK, il sultano con la Fennekin in braccio e il gran visir, dopo aver abbandonato le Lopunny in una cella d'ombra, scesero sul palco per raggiungere il capitano del team Skyriders. Senza ordini, il Grovyle tagliuzzò senza fatica le catene intorno ai corpi dei tre pokémon, liberandoli. Draigen fece per rimettersi in piedi, ma mugolò dolorante per via del veleno e dello sforzo per liberarsi.

 

- Calma mummia, - gli fece Tai Zanshi, - Non muovere il tuo corpo con quelle ferite. 

 

- Che pivello... - commentò Weavile, - Sembravi molto più virile ieri. Oggi sembri uno scarto di Magikarp, ridotto come sei...

 

Il Charmeleon non ebbe la forza per rispondere alle provocazioni. 

 

- Mon dieu... Come hai fatto a ridurti così? - gli fece il ninja, - Non mi sembravi tipo da farsi prendere con le mani nel sacco...

 

- H-ho abbassato la guardia... - disse il Charmeleon, - Mi ha giocato...

 

- Ehi, capitano. - chiese il Grovyle, - non ti ho mai visto usare quella mossa. Quando l'hai creata?

 

Il Riolu si girò verso di lui, con sguardo sorpreso, come se dovesse sapere di cosa stava parlando.

 

- Uh? Non te l'ho...

 

Ci impiegò quasi subito nel capire che, distratto da sé stesso, non aveva ancora menzionato quella tecnica ai suoi compagni.

 

- Ah già. Non ho avuto modo di mostrarvela. Jinrō Kenpo: Emperor Shield. (*) Ho unito Forzasfera a Protezione, creando uno scudo diverso. L'ho creata durante la settimana di stop. 

 

Kenji, più della tecnica, si sentì divertito nel vedere che il piccolo licantropo, dedito al lavoro, aveva usato i giorni di riposo per incrementare ancora di più le sue possibilità.

 

- E' una protezione che rinuncia ad una copertura totale per rafforzare la difesa verso una direzione precisa. E' più resistente, ma ha delle aperture.

 

Era quello che aveva usato per fermare il raggio di Yamiscilla. Una potente difesa in grado di fermare anche un colpo perforante, concentrando lo spazio di copertura in un unico punto: ancora una volta, il capitano si era allontanato dalla finish line che lo spadaccino si era imposto. 

 

- Interessante... - commentò elettrizzato.

 

- MON DIEU! VI SEMBRA IL MOMENTO DI PARLARE DI QUESTO!?! - gridò la Schiumorana, per farli tornare sul pianeta terra. 

 

Erano nel bel mezzo di una rivolta, dopotutto. Erano scesi dal palco, infrangendo gli ordini del padrone di casa. Questo era nervosissimo: era andato fuori dalle regole; si trovava di fronte il sultano; la vendita del laser era andata in fumo; le sue assistenti erano fuori gioco e, per di più, davanti a lui c'erano dei pokémon con intenzioni tutto fuorché amichevoli. Nemmeno Rossella, la sua prima assistente, era lì. Per qualche ragione, si era dileguata dal palco non appena il Riolu si era mostrato sul palco.

 

- K-KI DIAVOLO ZIETE!? - urlò disperato, - K-KOZA VOLETE DA ME?!?!?

 

Draigen abbassò il viso verso il pavimento: sotto ai piedi del Riolu, si accorse che per terra era presente della carta nera semi lucida, dello stesso colore della sciarpa che gli aveva visto indosso quando alzò lo scudo. 

 

- (La sua sciarpa si è distrutt-)

 

Quando distolse lo sguardo da terra per rivolgersi al licantropo, notò che sotto quei frammenti neri vi era un'altra sciarpa: un tessuto a strisce blu e verdi, di cui quest'ultime brillavano come uno smeraldo. 

Quando la vide, un brivido gli scorse lungo la schiena. Passate memorie di tempo addietro balzarono ai suoi occhi, di quel giorno che aveva detto basta alla vita come la conosceva e aveva deciso di fare un passo avanti, lontano da quello che era il suo io insicuro. Per quell'atto, era bastata una semplice notizia: il salvataggio del mondo da una catastrofe planetaria, di cui i responsabili erano due pokémon coraggiosi, le cui caratteristiche erano state omesse. Vi era solo un oggetto che li distingueva dal resto, che lo stesso leader aveva adottato come simbolo: una sciarpa a strisce blu e verdi, una sciarpa creata e consegnata dal Dio dei Pokèmon. 

 

Il simbolo di un individuo straordinario, le cui fattezze erano passate due anni nell'ombra.

Il Pokémon Fiamma strabuzzò gli occhi dallo stupore e spalancò la bocca, tremando come un bambino. 

 

- N-non è... possibile... - Si fece scappare dalla bocca. 

 

Nel sentire quel commento, la felina seguì con la coda dell'occhio lo sguardo di Draigen, notando con noia la fine della loro copertura.

 

- La tua sciarpa, nanerottolo... - fece lei scocciata, rivolgendosi al collega. 

 

Il piccolo licantropo si mise una mano sul collo: gli rimasero in mano dei frammenti neri. Poggiando lo sguardo a terra, notò con la stessa noia di non potersi più nascondere. Fece un lungo sospiro di rassegnazione.

 

- Porca miseria... 

 

Alcuni pokémon in tribuna non poterono fare a meno di notare il luccichio verde e blu vicino al piccolo licantropo. Anche loro, nell'eventualità che quella fosse la verità, iniziarono a tremare. Nel sentire quelle sensazioni, le scaglie del serpente tintinnarono di gioia. La ranocchia realizzò cosa stava per succedere, e con uno schiocco di dita interruppe l'illusione alla borsa dell'esploratore e alla finta protesi del serpente. 

 

- (Una borsa dell'esploratore?) - si chiese curioso il sultano. 

 

- Mon dieu... è finita la magia. - Commentò il ninja. 

 

- Ish Ish! Era ora! Non ne potevo più di quessssto liquido!

 

- Il distintivo, Arbok. - fece la felina al suo compagno.

 

- RHAHAHAHAH! - rise lo Scorpiaccio, - POSSIAMO FARE SUL SERIO EH?

 

Il Cobra sputò una piccola sfera azzurra, che si aprì con stile a metà, tirando fuori un distintivo esagonale con delle ametiste incastonate nelle sfere sulle punte poligonali, mentre Arbok e Drapion si fecero avanti per le presentazioni.

 

- Aissshi Arbok, al vostro disssspiacere...

 

- TETSUKATSU DRAPION! AL VOSTRO DISSENSO!

 

- Setsukō Weavile... 

 

Dopodiché, si riunirono l'uno vicino all'altro, mostrando le proprie zanne e i propri artigli con fierezza. 

 

- Team AWD... al vostro disservizio - disse la felina con un ghigno sulla faccia.

 

Erano loro: gli esploratori più famigerati del mondo Pokémon. Coloro che stavano sulla linea sottile tra il legale e l'illegale; la banda di bulli che faceva tremare le nuove leve, e nemici e amici insieme. A sentire quel nome, i presenti in sala strabuzzarono le orbite.

 

- T-TEAM AWD?!?!

 

- I-IL "DARK HORSE" DELLA GILDA DI WIGGLYTUFF?!?!

 

- C-CHE CI FANNO QUI?!?!

 

Nel sapere la loro vera identità, Noir III fu indispettito per via della loro testimonianza falsa sulla propria identità, da vero osservatore ligio delle regole. Il suo sovrano, invece, non ci pensò minimamente: era troppo colpito dalla schietta ma incisiva presentazione per rendersene conto. Nei suoi occhi luminosi si riconobbe un nuovo fan dei ragazzacci della terra dell'Erba. 

Un'altra persona ebbe una reazione eclatante. Era rimasto per le sue: aspettava il giusto momento di distrazione per fuggire da quel luogo ed evitare problemi. Ma era troppo accorto: troppe erano le informazioni che un boss criminale aveva con sé, così come le sue intuizioni. Quando riconobbe in loro il famigerato team AWD, il secondo sigaro di Geysir cadde dalle sue labbra con un tonfo netto, spegnendosi sulle tribune. Nonostante la sua temerarietà, il collegamento che aveva appena fatto era tale che, finalmente, si vedeva il terrore dipinto nei suoi occhi. 

 

- B-boss? T-tutto bene? - Gli chiese il sottoposto Nidoking.

 

Si avvicinò anche il Cofagrigus, incuriosito da tale emozione del Garchomp.

 

- Boss?

 

- Il team AWD... non fa più parte della Gilda di Wigglytuff. Hanno cambiato giurisdizione e sono passati al Gruppo Investigativo Kodamon di Brusilia, nella Terra dell'Acqua. 

 

Ed era vero: per allargare i propri orizzonti, avevano rinunciato a lavorare per il pokémon dal pelo rosa. 

 

- Sono famosi per non chiedere aiuto a nessuno e per essere indipendenti. Inoltre... sono più simili a criminali che esploratori come comportamento. Non guardano in faccia a nessuno.

 

Paonazzo dal terrore, deglutì nervosamente, per poi continuare. 

 

- Ma sono... insieme a quell'altro gruppo... E il Riolu ha dato un ordine a tutti quanti, e l'hanno seguito.

 

Gli occhi dei sottoposti caddero sugli altri tre pokémon lì vicino. Concordarono con il boss: avevano visto questi muoversi intorno al team AWD e lavorare insieme, e si ricordano le parole del piccolo licantropo urlate. 

 

- Solo un team di Kodamon... potrebbe essere talmente forte da costringere loro a seguirli...

 

- Stai parlando del Riolu e degli altri due? - Chiese il Nidoking.

 

Il suo sguardo si incupì, stringendo la bocca ma mostrandone i denti. 

 

- Tra quegli schifosi esploratori... pochi sono in grado di tenere testa a quelle mine vaganti. Il GIK è l'ultimo organo della Società Esplorativa: è un'organizzazione verde. Pochi loro team avrebbero la possibilità di collaborare con un team veterano. Uno solo... è il candidato. 

 

Si alzò in piedi. Guardò dall'alto verso il pokémon dal pelo blu.

 

- Dovevo immaginarmelo... Quando ha fatto braccio di ferro con te, Nålkonge (*), - disse riferendosi al Nidoking, - Sapevo che non era normale un Riolu... Nessun Riolu è  in grado di manifestare un Meisoku di tale proporzioni... 

 

L'aura di un normale Riolu era in erba e prettamente instabile: era per questo motivo che, di norma, essi non erano in grado di apprendere Forzasfera se non nella loro versione evoluta. Ma lui non era un normale Riolu: il suo nome infondeva coraggio nei cuori buoni e timore nei cuori malvagi. 

 

- Quelli sono...

 

Il Grovyle fece un passo in avanti: con fierezza mostrò le sue lame smeraldo davanti al dottore, pronto ad attentare alla sua vita. 

 

- Senken no Kenkaku: Byakkuken Kenji! - disse con sorriso arrogante.

 

J-je m'appelle Shinso! - Disse il Frogadier con fare imbarazzato, - P-piacere di conoscervi. 

 

Dopo essersi dichiarati, i cinque puntarono il loro sguardo verso il Riolu, in attesa del suo momento. Avanzando davanti a tutti con sguardo serio, scrutò con la testa l'alto delle tribune, per poi concludere guardando negli occhi il sovrano e il Charmeleon sconvolto. 

 

Per gli altri, forse non era un granché quella situazione. Per lui, invece, significava molto di più. Grazie all'aiuto del suo capo Gilda Ampharos e la discrezione dei Pelliper, era riuscito a mantenere la sua identità segreta ai più, permettendogli di lavorare con discrezione senza dover rendere conto a nessuno. Senza che qualcuno gli chiedesse che fine avesse fatto l'altra eroina di quella storia di due anni fa. Dopo quel giorno, tutti quanti avrebbero conosciuto la sua identità. Avrebbe fatto i conti con una vita meno tranquilla; avrebbe preso fiducie, e la gente avrebbe riposto in lui sogni e speranze che, in cuor suo, non avrebbe capito se vi fosse riuscito a realizzarle. 

 

Chiuse gli occhi, ben consapevole che tutto quello sarebbe diventato reale. Mise la mano sulla copertura nera sulla sua Sciarpa dell'Armonia. Poi, dichiarò sommesso il suo nome. 

 

Ōryugo... Rukio...

 

Dall'eccitato che era, il sovrano perse l'adrenalina e prese un nodo alla gola: la sua bocca si bloccò aperta in stupore. Il medesimo si mostrò sul volto del Charmeleon.

Con il viso puntato verso il dottore, il piccolo licantropo prese la pellicola nera e la strappò di getto da sé.

 

- RAKUJITSU NO SENSHI: ŌRYUGO RUKIO!!

 

I tre si misero l'uno di fianco all'altro. Shinso tirò fuori la loro medaglia dell'esploratore: uno stemma dorato ad esagono con delle ali angeliche. Lo passò a lui, al capitano del leggendario team che aveva sconfitto la Materia Oscura.

 

- IL TEAM SKYRIDERS...

 

Alzò quel simbolo al cielo, pronto ad incidere quel momento nei cuori dei presenti.

 

 - E' QUI! 

 

(Ost fairy tail)

 

 

Quel nome risuonò per tutta la stanza, martellando in eco le orecchie degli spettatori fino a giungere nelle parti più profonde dell'animo. Il nome celato nell'oscurità, la cui luce era stata affidata a dicerie e spifferi di vento, si presentò nel teatro come un tifone dirompente. 

 

Nessuno poté scordare, nessuno fu in grado di cancellare dalla sua memoria quel giorno di due anni fa in cui tutti i pokémon leggendari si riunirono per impedire la caduta della Terra sul Sole, mentre due soli piccoli pokémon affrontarono quella conosciuta come la più grande catastrofe mai avvenuta nel mondo. 

 

Di quelle due figure i cui nomi sono stati incisi nella storia del mondo, assieme a grandi esploratori come Wigglytuff e Alakazam, uno di loro era lì davanti agli occhi dei pokémon di Bazaropoli, con portamento e fermo orgoglio, con la Sciarpa dell'Armonia che brillava nei loro occhi. 

 

- N-non ci credo...

 

- Ōryugo... Rukio...

 

- E' davvero... Rukio...

 

- E-esiste davvero...

 

I pokémon che avevano partecipato al braccio di ferro di Yé Zìyou; i criminali più incalliti e pericolosi;  il boss Geysir e i suoi scagnozzi; tutti quanti rimasero pietrificati dalla rivelazione.

 

- RUKIO?!?!? - Esclamò Nålkonge, - QUEL MICROBO CHE MI HA BATTUTO E' RUKIO?!?!

 

- BRWAAHAHAHAH! BENVENUTO NEL CLUB! - Esclamò Rokujo da lontano. 

 

A passo lento e solenne, Nebra I si avvicinò all'eroe. Nonostante la sorpresa, il suo sangue reale gli fornì abbastanza tempra da reagire bene alla rivelazione senza scomporsi troppo.

 

- Piacere di conoscerti, dunque. 

 

Si mise una mano sul fianco destro, mostrando un sorriso a trentadue denti.

 

- Rukio, eh? Ora si capiscono molte cose! Chi l'avrebbe mai detto che, nella mia città preferita, avrei trovato il famosissimo Rakujitsu no Senshi!

 

- Ah ah ah, - Rise Noir III con una risata lenta, - E' un vero peccato che abbia deciso di non dichiararsi subito. L'avremmo accolta con un minimo di riguardo...

 

- Mi dispiace se ve l'ho nascosto, - disse girandosi verso di loro, - ma ne avevo necessità. Dovevamo infiltrarci qua dentro senza dare nell'occhio...

 

- Come se mostrare il tuo Meisoku ai quattro venti non fosse abbastanza rivelatore, - disse Weavile stizzita, - beh... Fortunatamente nessuno ci è arrivato da solo. 

 

- Ōryugo... Rukio...

 

Dietro di lui, il Charmeleon ripeté quel nome tremando.

 

- Sei davvero... Ōryugo Rukio? - Chiese Draigen incredulo.

 

- Il veleno ti ha paralizzato anche le orecchie? - Chiese Kenji, - te l'ha appena detto.

 

La leggenda che lo aveva ispirato in quei due anni di allenamento; colui che gli aveva dato speranza; colui che, indirettamente, l'aveva fatto crescere e diventare quello che era. Non poté fare a meno di sorridere, e di mostrare degli occhi lucidi nei confronti dell'eroe. Nel vedere quel pianto improvviso senza motivo, squadrò il pokémon Fiamma con diffidenza, come se fosse davanti a un pervertito.

 

- Tutto bene?

 

Realizzando ciò, il Charmeleon scosse la testa e si pulì gli occhi con le mani. 

 

- N-no... è che...

 

Il Riolu non poteva saperlo. Ma cercò comunque di dare voce alle sue emozioni. 

 

- Ho sentito... parlare molto di te. La tua storia mi ha ispirato nel diventare quello che sono. Sapere che sei vero... e che mi hai pure salvato la vita...

 

In un microsecondo, il piccolo licantropo si imbarazzò e si scompose emotivamente. Capì istintivamente di trovarsi di fronte a quello che poteva essere un potenziale fan, e sapendo della sua storia tramite Shinkutsu non poteva essere altrimenti. Cercò di non fare vedere il circolo di emozioni positive che stava avvenendo in lui, ma non riuscì a trattenersi e mostrò un sorriso incredulo.

 

- N-non c'è bisogno di ringraziarmi... - disse, grattandosi la nuca, - c-chiunque avrebbe fatto questo...

 

- Sei troppo modesto, capitano... - disse il Grovyle - Nessuno si butterebbe come fai tu...

 

- Mon dieu... modestia, questa sconosciuta... - rispose il Frogadier, - Che senso avrebbe un eroe che si ingrazia e si bea dei suoi traguardi? Beh... non che tu sappia cosa effettivamente sia un eroe...

 

- Ma so che sei un Froggy viscido senza spina dorsale. Non hai nemmeno detto il tuo nome complet-

 

- SE IO NON VOGLIO DIRE IL MIO NOME SONO AFFARI MIEI! - Sbraitò la Schiumorana, - FATTI GLI AFFARI TUOI E PENSA AL TUO, SPADACCINO DEI MIEI STIVALI!

 

- Osi insultare la Scherma Kodamon? - Disse il Grovyle, preparandosi per un fendente. 

 

Il piccolo licantropo divenne furioso nel giro di un attimo.

 

- BASTA! SE VI METTETE A LITIGARE PESTO PRIMA VOI!

 

I due, però, si interruppero subito. Fu così repentino che il Riolu fu preso in contropiede, non aspettandosi che effettivamente si fermassero. 

 

- U-uh?

 

- Che seccatura, capitano... siamo nel bel mezzo di un'operazione. Non siamo così irresponsabili.

 

- Questa mancanza di fiducia ammetto che mi fa male al cuore... - commentò la ranocchia. 

 

- (M-mi stavano prendendo in giro?!)

 

I due sorrisero al piccolo licantropo con fare affermativo. Si compiacquero a vicenda del piccolo scherzo che avevano fatto al proprio capitano. Egli di tutta risposta si mise una mano sulla faccia, sentendosi profondamente annoiato da quella scenetta.

 

- S-siete i peggiori...

 

Erano in missione, dovevano catturare un pericoloso pokémon in possesso di un'arma micidiale. Eppure erano lì: a ridere e scherzare, come se tutta la tensione dall'operazione di copertura si fosse scaricata tutta d'un colpo. 

Non sembravano neanche il temutissimo team di Brusilia famoso per la loro potenza combattiva. Yamachi Yamiscilla, dal basso della sua paura e dall'alto della sua presunta superiorità, si sentì insultato nell'essere ignorato in quel modo. 

 

- NEROPULZAR!

 

Approfittando del momento di invisibilità, lanciò un attacco di energia oscura dalla sua bocca lanciò un'onda d'aura oscura verso di loro. Tuttavia, l'attacco fu talmente debole che al licantropo bastò usare una Protezione senza guardare per annullare il colpo, lasciando il dottore con un pugno di mosche in mano.

 

- K-KYA!

 

- Scusami. In effetti avresti hai anche ragione, - disse a quello, togliendosi la mano dalla faccia,- siamo qui per te, non per queste pagliacciate. 

 

Si girò verso di lui. Negli occhi infuocati dell'eroe del Borgo Quieto, vi era la rabbia ancestrale verso un peccatore mortale. Un brivido scorse lungo la viscida spina dorsale del dottore.

 

- Hai maltrattato una femmina davanti ai miei occhi, e hai quasi ucciso a sangue freddo un mio amico. 

 

Emanò il suo Meisoku per sette metri, mostrando tra le ombre l'immagine di un drago dalle zanne blu. Nella sua mente scorsero le memorie recenti di quello che aveva dovuto sopportare: la tortura di qualcuno che sembrava la sua partner Amelia; l'attentato ad uno che era appena diventato un suo amico. I mondi del passato e del presente erano riuniti nella testa dell'eroe, ed entrambi fecero bruciare il suo animo come un'incendio.

 

- Non pensare neanche per un solo istante, che possa mai perdonarti!

 

Quell'eroe non sembrava affatto tale. Dalle parole appena pronunciate, sembrava si fosse trovato di fronte ad un mostro dalle zanne sguaiate, che avrebbe triturato l'ignobile stolto che aveva osato sfidarlo. Non se la sarebbe cavata con qualche graffio: questa possibilità era certa nella mente geniale del dottore. Eppure, nonostante la situazione critica in cui si trovava, un sorrisetto maligno si stampò sul suo volto. Sinistramente rise davanti al Riolu.

 

- Ohohohohoh...Ohohohohohoh...OHOHOHOHOHOHOHOHOHOHOH!

 

- Cosa ci trovi di così divertente? - disse Rukio, corrucciando lo sguardo. 

 

Il Malamar prese di nuovo in mano il microfono, come se quello facesse parte ancora del suo show. 

 

- ZTUPEFAZENTE! ZTAORDINAVIO! KUALE ZORPREZA! NIENTE DI MENO KE IL GRANDE RUKIO IN PERZONA, KUI AD AZZIZTERE ALLA MIA AZTA! 

 

Non vi era la paura del fuggitivo né il terrore del malvagio alle strette nelle sue parole: la conversazione che stava instaurando era la medesima di un saltimbanco che stava accogliendo un ospite Vip nel suo spettacolo. 

 

- NON POTREI EZZERE PIU' FELIZE!

 

I pokémon sul palco davanti a lui non mostrarono ascolto alle parole del dottore: si limitarono ad indurire i loro sguardi, stanchi della recita tirata troppo avanti del pokémon con i tentacoli. Nemmeno gli spettatori furono interessati a quelle parole: quelli che erano rimasti sotto tiro e quelli che erano liberi attendevano con ansia il momento in cui coloro che erano intervenuti sarebbero saltati addosso al Malamar e l'avrebbero punito per le sue offese. Nel realizzare ciò, il tono della voce di Yamiscilla cambiò: da forzatamente aggraziante, divenne serio e solenne.

 

- Ah... zi cala il zipario... eh?

 

I suoi tentacoli smisero di danzare. Si tolse il microfono dalla bocca.

 

- Va bene. Parliamone seriamente. 

 

Lo sguardo del piccolo licantropo rimase serio e giudicatore. 

 

- Zono davvero zorpreso ke tu zia riuzito a blokkare il mio razio. E' una vera zorpreza. Forze non lo zai, ma mi ci è voluto sei mesi per riuzire a stabilizzarlo e kontrollare la portata diztruttiva. Per non parlare dei fondi per i materiali. E' un vero pekkato di non aver potuto konstatare il prototipo finale... ma mi rendo konto di aver spinto un po' troppo la mano... 

 

Il Charmeleon corrucciò lo sguardo. Se non fosse paralizzato, sarebbe saltato addosso al Malamar lui stesso. Tai Zanshi lo trattenne più saldo, facendogli capire di non intervenire.

 

- Per la Fennekin... kiedo umilmente zkusa. Davanti al pubbliko che zi prozpettava, non kredevo di ricevere kozi' tanto dizzenzo. Zcommetto ke, invece, a te ha fatto infuriare parekkio... ti ha fatto infuriare, vero?

 

- Le urla dalle tribune non erano una prova sufficiente? - Commentò Kenji.

 

- Uno zenziato che zi rizpetti deve zercare più prove per provare la zua teoria, - disse aprendo i tentacoli davanti con il palmo rivolto al cielo, - ze ho la pozzibilità di kiedere direttamente alla fonte lo faccio. Zono un zenio molto zcrupolozo!

 

- Se lei è un genio o meno non ha importanza, - intervenne lo Zoroark, - mi assicurerò che tu finisca nelle dune più cocenti della Terra della Sabbia...

 

- Ke paura! L-la prego non lo fazia! 

 

Era evidente che il suo tono era falsamente intimorito. 

 

- Zarebbe un dizaztvo per me! Non ha idea di kuanto zia znerante tenere appozto kuezti tentakoli! Devo uzare oli e altre cianfrusaglie per tenerli a posto! 

 

Mise il tentacolo destro sulla sua capigliatura, emulando una carezza.

 

- Perderei la mia mezza in piega... 

 

Per poi, fermarsi e cercare di afferrare qualcosa tra i tentacoli.

 

- E FORZE ANKE KUEZTA!

 

- Utilizzando i suoi capelli con le ventose, tirò fuori dalla sua capigliatura una sciarpa nera con cuciture rosso-cremisi. I tre esploratori del team Skyriders riconobbero immediatamente quell'oggetto funesto. 

 

- CRA! IL VELOSCURO! - Gridò Shinso, - C'E L'AVEVA CON SE' FIN DALL'INIZIO!

 

Gli altri due compagni e il team AWD corrucciarono lo sguardo.

 

- Un arma kozì forte lontana dalla mia vizta? - disse Yamiscilla, - Inzulti la mia intellizenza!

 

Alla vista di quella sciarpa, il licantropo diede un ordine rapido e diretto ai suoi compagni. 

 

- NON DOBBIAMO PERMETTERGLI DI USARLA! ALL'ATTACCO! ORA!

 

Senza esitare, gli otto pokémon si prepararono ad attaccare tutti insieme con le loro mosse più veloci. Rukio con Palmoforza; Kenji con Fendifoglia; Weavile con Ghiacciartigli; Drapion con Velenocroce; Arbok con Velenodenti; Shinso con il Mizu Kunai; Tai Zanshi spinse indietro Draigen e preparò Breccia, mentre Victreebel si preparò Gigassorbimento. Si lanciarono tutti quanti verso di lui. Tutti si mossero con più rapidità possibile. 

 

Tuttavia, uno di loro non riuscì nemmeno a formare l'attacco: per qualche motivo, al primo passo si mise a tremare e cadde in ginocchio dalla stanchezza.

 

- C-cosa...

 

Era il capitano del team Skyriders,  Ōryugo Rukio. Per qualche ragione, non riuscì a raccogliere le forze per lanciarsi all'assalto.

 

- (C-che succede? N-non riesco a...)

 

Il suo Meisoku non rispose agli stimoli del suo cervello, lasciandolo inerme al suolo, perdendo l'equilibrio. Quando cadde a terra con il volto rivolto verso il nemico, si accorse che questi stampato in faccia aveva un ghigno di contentezza e soddisfazione più eloquente di una bestia malvagia. Nella realizzazione di ciò, il piccolo licantropo gridò con il terrore in volto.

 

- FERMATEVI!

 

- ORA! ROZZELLA!

 

L'assistente del dottore non era affatto sparita e non aveva affatto abbandonato il dottore: aveva usato Fossa per andare sotto il livello del palco ed attivare la risorsa finale del Malamar. Tra lui e i pokémon del GIK ci fu un'esplosione dirompente, che scaraventò quest'ultimi verso le tribune. 

Avendo concentrato tutti quanti le proprie forze e la proprie mente in quell'assalto, si trovarono in balia dell'onda d'urto, alla sua completa mercé. 

Fortunatamente, essendo che loro non avrebbero potuto reagire all'ordine di Rukio, Nebra I e Noir III erano rimasti indietro, e a stimolo dell'esplosione ebbero la lucidità e la rapida decisione di attutire la caduta dei più deboli. Il visir usò la Mad Chimera per catturare i già corpi fragili di Eridor, Tessarion e Draigen, preoccupandosi soprattutto anche del suo sultano, mentre questo, prima di essere afferrato dalla Mad Chimera, aveva preso a sua volta Rukio e lo aveva difeso con una sua Protezione, preoccupandosi di tenere al sicuro anche la piccola Fennekin addormentata.

Questi sette pokémon rimasero sul palco, ma finirono spinti ai bordi di quello che era diventata un'arena come il Colosseo. Essendo già sulle tribune, i pokémon spettatori non subirono alcun danno, mentre il resto del gruppo del GIK si fece qualche graffio sul corpo, complice la loro costituzione abituata agli scontri. Yé Ziyou si salvò perché il padre di Pancham gli aveva fatto scudo con il suo corpo. 

 

- C-che seccatura... - commentò Kenji. 

 

- N-non se la caverà con qualche taglio, quello stronzo... - fece Weavile.

 

- Va tutto bene, piccolo amico? - Chiese Nebra I a Rukio mettendolo giù.

 

- S-sì... Per ora...

 

- Ke zuzzede, Rukio-kun? Perké non mi hai rinkorso? - Chiese Yamiscilla al capitano del team Skyriders.

 

Il RIolu lo guardava con aria preoccupata e arrabbiata allo stesso tempo, non capendo cosa stesse succedendo al suo corpo. Yamiscilla lo stava osservando con finta sorpresa.

 

- Oh povero me... zapevo ke dovevo testarlo prima di venderlo. A kuanto pare, il mio raggio ha kualke difetto di fabbrika...

 

- C-CAPITANO! TUTTO BENE?! - Chiese Shinso preoccupato dalla fila sei.

 

- *censura*... COSA MI HAI FATTO?! - Sbraitò il capitano. 

 

Un riso beffardo si stampò sul Malamar. Le file del burattinaio cominciarono a farsi vedere. 

 

(Ost yamiscilla)

 

- Oh... Ma ke zbadato ke zono! Ora kapizko! 

 

Aprì i tentacoli di nuovo, in fare di scuse. 

 

- Mi dizpiaze! Kuezto non zia il mio vazio diztruttove. Kuezto è il mio razio inibitore! 

 

Come la mossa in grado di bloccare le altre utilizzate dall'avversario.

 

- L'avevo kueato per vedere ze riuzivo a rendere ineffikazie il prozezzo di kreazione degli attakki... Zai, non zono un tipo kombattivo: devo difendermi in kualke modo! Mi dizpiaze davvero tanto... OHOHOHOHOHOHOHOHOHOHOHOHOHOH!

 

Rukio si fece prendere dal panico: l'impossibilità di poter usare le sue energie per i suoi muscoli e i suoi colpi, voleva dire l'impossibilità di combattere. Come aveva potuto, un geniale scienziato, fare un errore di questo tipo? Che senso aveva usare un raggio inibitore contro un pokémon che già non si poteva più difendere. Ancora una volta, il suo intuito e la sua intelligenza diedero al Riolu lo sguardo verso l'abisso. 

 

- Oh? L'hai kapito? Un po' tardi, non kredi?

 

Non vi era un giullare dietro quel maligno pokémon. 

 

- Non ti è zembrato ztrano, ke, tra tutti i Kodamon esistenti, su kuesto palco ci zia finita una Fennekin assistente? E per giunta ke zia ztata torturata? Ke io, dopo aver vizto il zovrano, abbia riskiato la rottura delle regole davanti a lui? Ke io abbia zelto per il raggio un Kodamon che hai konoziuto? 

 

Non vi era uno stolto criminale. 

 

- Da kome ti zei komportato e kome hai reazito...  zembva che zappiavate benizzimo le mie intenzioni. Ma è ztato un po' inutile azpettare fino adezzo per intervenire... 

 

Ma un malvagio intelligente ke avrebbe potuto portare una vera e propria catastrofe sulle teste degli esploratori. 

 

- PERKE IO ZAPEVO TUTTO! TUTTO QUANTO! OHOHOHOHOH!

 

Fin dal principio, il dottor Yamachi Yamiscilla era a conoscenza che l'eroe di Borgo Quieto avrebbe fatto parte della sua asta, e aveva messo delle trappole nel corso del suo spettacolo per farlo agire come voleva. 

Nella realizzazione di aver giocato una parte importante nel piano del dottore, il Charmeleon si lasciò scappare un sospiro di scuse.

 

- E'... E' colpa mia...

 

Il piccolo licantropo digrignò i denti, consapevole di essere stato giocato.

 

- Il tuo eroizmo é ztata anke la tua rovina! E' un vero pekkato ke tu zia l'uniko in grado di zopprimeve il potere del Velozkuro...

Quando sentì quella frase, lo sguardo di Shinso gettò per un momento la maschera della buffoneria, pensando seriamente alla gravità della situazione.

 

- (S-sa anche quello... )

 

Nel piano del capitano, non vi era la possibilità che il Malamar fosse preparato su di loro. Non aveva avuto modo: non aveva la minima idea dopotutto della loro esistenza. Tuttavia, questa verità si era rivelata inesatta. Ed ora che il suo capitano era fuori gioco, la situazione diventava critica. Lo stesso capitano che aveva cercato di consolarlo la sera prima, che gli era stato vicino nel suo momento di debolezza: non poteva permettersi di rimanere in disparte.

 

- (Devo intervenire...)

 

Senza consultare il capitano, il Frogadier fece un'azione che stupì tutti i presenti e i pokémon del GIK, talmente sconvolgente che mise in dubbio il suo stesso essere pokémon Schiumorana. 

Con la velocità di un Ninjask accelerato di due livelli, dalla tribuna in fondo si lanciò verso il Malamar, con fare spericolato.

 

- NO! SHINSO! - Gridò sconvolto il piccolo licantropo.

 

Il nemico si sorprese da tale rapidità dei movimenti: quella era una cosa che non si aspettava. Ma era troppo tardi: mettendo in conto anche l'imprevisto, aveva già agito come doveva organizzarsi.

 

- Kuezta è la voztra ultima karta? Ke pekkato... Mi azpettavo di più... Beh, non ho altra zelta, no?  

 

Il Veloscuro era già legato intorno alla sua testa. Era già iniziato il processo di attivazione. 

 

- Koza zi dize in kuezti kazi? Ah, zì... 

 

Così come l'inizio della rovina.

 

- ZKAKKO MATTO! 

 

Accadde tutto nel giro di pochi attimi: un vento nero come la pece dalle sfumature rosse investì tutta l'area circostante, respingendo Shinso sul terreno e il resto dei pokémon sulle tribune contro le mura. Nessuno poté attivare Protezione, a causa dell'enorme pressione generata dall'urto, e nemmeno coprirsi gli occhi per potersi proteggere dalla polvere, ma fu possibile solo chiudere gli occhi. Quando il vento finì di spirare, un silenzio tombale calò nell'anfiteatro. 

 

- U-urgh...

 

- T-tutto bene, Rukio? - Gli chiese Nebra I, mentre egli era chiuso a riccio per proteggere la piccola Fennekin, - s-scusami se non ti ho protetto, ma...

 

- S-sto bene... Tranquillo. Ragazzi, voi? - Disse, girandosi verso le tribune.

 

- L-le mie sssscaglie hanno visssuto giorni migliori... - Disse la serpe.

 

- Con tutto questo vento è un miracolo che la mia cresta sia ancora apposto, - disse Weavile, - giuro che gliela faccio pagare a quel calamaro...

 

Lo Scorpiaccio si rimise in piedi da capovolto a testa in giù che era con un balzo.

 

- Per tutti i Wailmer! Fortunatamente sono riuscito ad indurirmi abbastanza per non essere spazzato via... Quel pazzo ha un diavolo per capello, ve lo dico io!

 

- Quest'anno le ho viste tutte... - fece Tai Zanshi.

 

Mentre Rukio si era voltato per controllare i suoi colleghi, si accorse che Kenji non era presente tra di loro.

 

- Ragazzi! Dov'è Kenji!?!?

 

- Uh?! Testa verde non ha resistito? - Disse con un velato compiacimento.

 

- Ci vuole ben altro per mandarmi al tappeto, micetta.

 

Sul palco, a qualche metro di distanza, il Grovyle era piegato sul terreno con in braccio il suo compagno Frogadier. Vedendo il suo amico in difficoltà, si era lanciato contro il vento usando il Green Atlas per raggiungere il compagno e bloccare con il suo corpo la pressione. Sapeva che Shinso non aveva un corpo resistente come il suo, e che un qualche colpo diretto come quello avrebbe potuto danneggiarlo seriamente.

 

- Maledizione a te, Froggy viscido! Che ti prende? Non è da te agire così impulsivamente...

 

Il pokémon Schiumorana non rispose. Nonostante gli occhi aperti mostranti vita, sembrava che la chiamata del suo migliore amico non fosse stata recepita. Forse era svenuto per l'impatto: dopotutto, il suo corpo ricordava ancora bene la sensazione che aveva provato qualche giorno fa, nell'arena del GIK, quando aveva provato a mettersi in testa il Veloscuro. 

 

- E-ehi! Stai bene?

 

Nessuna risposta da parte della Ranocchia. 

 

- Ihihihihihih....

 

- Keheheheh...

 

Da lontano, delle risate agghiaccianti si fecero largo nella tribuna. Per un attimo, il Legnogeco e il resto del team fu distratto da quel suono. 

 

- Noir... Non mi sembra il momento di far ridere la tua bambola... - commentò Nebra I.

 

- Sono perfettamente d'accordo, vostra altezza, - rispose quello con calma piatta, - difatti... non sto facendo niente io.

 

(OSt team flare encounter)

 

 

Nonostante Nebra I vicino a lui non si fosse reso conto di niente, Rukio aveva capito cosa era successo dopo l'attivazione del Veloscuro.  Purtroppo per i pokémon del GIK, quello che stava accadendo andava oltre ogni possibile previsione del capitano: ogni singolo individuo nel teatro emanava un Meisoku nero puro dall'apparenza sinistra come la nuvola di gas di un Gastly, con gli occhi rossi e le pupille scure, ghignando come sciacalli accerchianti la preda. 

 

- T-tutti quanti... 

 

- Non so se essere contenta o indispettita, - commentò Weavile, - il riscaldamento non è stato abbastanza per questo. 

 

Sul palco, Yamiscilla puntò lo sguardo verso i nemici che avevano provato ad interrompere il suo piano. Un'altra incognita si presentò nel suo piano: qualcosa che nemmeno lui con la sua genialità aveva potuto prevedere.

 

- Kuezto non me l'azpettavo, - disse il dottore, - kome mai non ziete zotto il mio kontrollo?



*************************************************************************************

 

- God Gift? (*) 

- Sì. Non so se definirla una tecnica o un potere, visto che ho dovuto affinarla per svilupparla, e più che qualcosa di attivo fornisce supporto, ma è una capacità che avevo in mente di creare da molto tempo. Con Grovyle che mi chiedeva sempre di allenarlo, non ne ho avuto mai l'occasione...

- Capitano, se dovevi creare nuove tecniche per diventare più forte avrei capito, sai?

- Come ho già detto, non è un attacco... Signor Yé Zìyou. Venga qua un attimo.

- C-cosa devo fare?

- Niente: rimanga davanti a me ed io farò il resto. 

[...]
 

- C-COS'E' QUESTO?!!?!? VADO A FUOCO!

- Si calmi! Faccia dei respiri profondi e si tranquillizzi. Una volta fatto, vedrà che non farà più male.

[...]
 

- C-cos'è questa sensazione... Mi sento... bene! Mi sento fortissimo! E sta uscendo del Meisoku blu dalla mia pelle! M-ma che diavolo...

- Questo è quello che sono in grado di fare con il God Gift. Posso donare porzioni del mio Meisoku a chiunque lo desideri, incrementandone leggermente le capacità offensive e difensive. Può pensarlo come una combinazione tra Altruismo ed Acupressione *.

- Mon dieu! E' veramente possibile una cosa del genere!?

- Quindi... vorresti donarci la tua forza? Non mi sembra granchè come piano, palla di pelo: mi stai dicendo che tu passerai in secondo piano?

- Ho pensato a lungo nella mia stanza... Il golem creato dal Veloscuro poteva essere danneggiato solo da me, e ciò mi ha costretto a fare affidamento solo sulle mie forze, mettendo in pericolo la mia integrità. A me sarebbe andato bene, se poi non mi avesse reso inutile per il resto...

- C-capitano... N-non è colpa tua... S-se io non avessi preso il velo...

- No. Siamo qui proprio perché ho pensato di essere in grado di fare tutto da solo. Non sono ancora a quei livelli di forza, purtroppo. E' vero: questo metodo mi renderà meno forte agli inizi, con l'impossibilità di cavarmela completamente da solo. Ma se questo permetterà anche a voi di fare qualcosa e proteggervi davvero, non esiterò un solo secondo a farlo! Ovviamente non vi donerò tutta la mia forza: visto che è ancora in fase sperimentale e non so quanto Meisoku debba donarvi per rendere i vostri attacchi efficaci, mi terrò comunque alta con la dose, ma farò in modo di mantenermi ad un livello combattivo accettabile. Quando arriverà il momento, psssst... psssst...

****************************************************************************************

 

- Almeno questa la palla di pelo l'ha azzeccata.

 

God Gift: una capacità che concede a Rukio di donare la sua aura a volere a chiunque gli stesse intorno. La precauzione del capitano del team Skyriders si rivelò molto utile nel mometno del bisogno: tutti i membri dell'operazione con l'aura condivisa da lui rimasero immuni dal controllo mentale del dottore e dagli effetti del Veloscuro, permettendo loro di pensare alla prossima mossa.

 

- (Nessuno di noi è stato toccato da quell'attacco... Per una volta sono contento di essere così meticoloso, - Pensò, tirando un sospiro di sollievo, - Se sono immuni a quello, allora possono combattere il Veloscuro! Ma adesso... Che faccio io? Non posso nemmeno usare il potere che mi è rimasto... Devo contare su di loro...)

 

- Mi devo rikredeve, Rukio-kun! OHOHOHOHOH!

 

Non vi era falso complimento: era davvero stupito di quello che aveva fatto il piccolo licantropo.

 

- Ke koz'è Kuezto?! Kralke kontromizura l'hai preza! Donare il tuo Meizoku... un idea zeniale! Lo rikonozko! 

 

Tra di essi, oltre agli esploratori, vi erano altri individui completamente immuni dal controllo del dottore. 

 

- E' grazie a te? - Chiese Nebra I, - allora anche noi...

 

Il piccolo licantropo si girò verso lo Zoroark.

 

- L'ho data anche un po' a lei e il suo visir durante l'asta. Se le voci della sua forza sono vere, sarebbe stato da idioti non chiedervi aiuto...

 

Lo Zoroark sorrise deliziato. Non aveva parole per descrivere quanto furbo e scaltro fosse quel piccolo pokémon. 

 

- Ma kuezto vuol dire... Uhuhuhuh...

 

A differenza di tutti i pokémon che aveva affrontato fino ad ora, forse Yamiscilla era colui che si avvicinava di più alla sua mente meticolosa e alla sua rapidità di ragionamento. Quella contromisura era pensata per bloccare eventualmente che il Malamar cercasse di controllare qualcuno, ma ciò supponeva che effettivamente questo volesse utilizzarlo. Il Meisoku non era una risorsa comune: in pochi l'avevano, ed era difficile pensare che qualcuno lo potesse condividere, specialmente con più persone. Da come si erano mossi il team d'esploratori e la non esitazione di intervenire in barba alle regole: era chiaro che, tutto ciò, era indice di un'unica cosa. 

 

- KE ZAPEVI TUTTO FIN DALL'INIZIO!?

 

Il piccolo licantropo si girò verso di lui, verso quel malvagio essere che pensava agli altri come esseri inferiori. C'era bisogno di qualcuno che gli ricordasse quanto si sbagliasse.

 

- Non è stata una mia intuizione completa, ma di un mio compagno di squadra. 

 

Dalle tribune, il Frogadier era stordito tra le braccia del suo amico Kenji.

 

- Non aveva senso che un Kodamon cupido come te cercasse di vendere un oggetto che potenzialmente poteva metterlo in una posizione di superiorità rispetto a qualcun altro. Da ciò, ho rivisto il mio pensiero e ho considerato la possibilità che tu volessi utilizzarlo e avevi in mente un preciso obiettivo. 

 

Il Malamar strinse lo sguardo. Per quanto suo nemico, era deliziato dal ragionamento dell'eroe di Borgo Quieto.

- Il fatto dell'asta... esclude la possibilità che tu abbia paura di usarlo davanti a tante persone, ed include anche il fatto che, il controllo di questo determinato soggetto, ti predisponga poter trascurare tutti questi Kodamon. Ma ho potuto vedere in diverse memorie durante il gioco del signor Yé, e nessuno corrispondeva a questa descrizione. 

 

Il Victreebel squadrò il Riolu come se avesse visto un fantasma. 

 

- E poi... ho avuto modo di constatare più volte... il potere di quella sciarpa...

 

Nella sua mente scorsero i momenti della settimana fa. Il combattimento con Slade; la perdita di controllo del suo compagno. Le proporzioni di azione di quell'oggetto erano di così larga scala che non ci poteva limitare al singolo.

 

- Contando questo, nella mia testa ho considerato lo scenario peggiore. Un controllo su larga scala. Quando ho visto questa opzione, tutti i tasselli del puzzle hanno composto un'immagine. Tutto il resto è venuto da sé. 

 

Non era la sua forza; non era la sua determinazione; non era la sua perseveranza nell'obiettivo la cosa più terrificante dell'eroe di Borgo Quieto. Il suo intuito e i mezzi per attuarlo: questo faceva di Ōryugo Rukio uno degli esploratori più affidabili e preparati nel mondo. 

 

Lo Zoroark pendeva completamente dalle sue labbra, così come il Dusknoir, che non poté fare a meno di spalancare il suo occhio stupito. A causa della grande cultura e dei grandi mezzi che avevano a disposizione, era difficile che un misero plebeo riuscisse a sorprenderli ed entrare nella loro sfera di considerazione. L'eroe che aveva salvato il mondo dalla Materia Oscura: quale conoscenza fantastica avevano avuto in quel Teatro delle meraviglie.

 

- Ahah! Stupefacente! - Esclamò Nebra I, - Senti, ti pagano bene lì al GIK? Vorresti entrare nelle guardie reali?

 

Il Riolu sorrise imbarazzato. Il sultano si aspettò già la risposta.

 

- Lo so lo so... un tipo come te non si cura di queste cose, eh? 

 

- KEHEHEHEHEHEHEHEHEH

 

Nel frattempo, i pokémon ombra al servizio del nuovo padrone cominciarono ad avvicinarsi a Yamiscilla, con una lentezza da Snorlax.

 

- (Oh? Zembra ke zi vorrà un po' prima ke il kontrollo diventi effettivo. Probabilmente ciò gli darà il tempo di pensare ad una ztratezia... Beh... Non che pozzano fave kualkoza...)

 

- Dottore. 

 

- Oh? 

 

Dal pavimento tramite Fossa, la prima assistente del dottore tornò dal suo padrone.

 

- Rozzella kara! Finalmente!

 

- Scusi il ritardo: ne ho approfittato della confusione per vedere se riuscivo a recuperare le mie sorelle. Purtroppo non riesco a rompere quella gabbia d'ombra... E sembra che nel frattempo, quel Kodamon sia riuscito a mettere fuori gioco e imprigionare anche le altre. 

 

Le Lopunny erano tutte a terra svenute. Noir III non aveva fatto in tempo a sconfiggerle tutte per permettere agli spettatori di scappare, ma se non altro il team d'esploratori avevano una grana in meno a cui pensare. 

 

- Sono desolata, e spero di non aver preso una decisione sbagliata.

 

- Tvankuilla: hai fatto bene. E' un vero pekkato però... Le rekupereremo più tardi. Adezzo voglio che ti okkupi della mia inkolumità. Penzi di poterzela fare?

 

- Certamente.

 

- Sehr gut... (*)

 

- GRWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! LEVATEVI DI DOSSO!

 

All'improvviso, un urlo devastante si sentì dalle tribune. Un pokémon che fino a quel momento era rimasto in disparte fece rimettere a tutti quanti della sua esistenza, con fare da terremoto. Rukio si girò istintivamente alla sua destra, cercando in lontananza colui che aveva emesso quell'urlo di battaglia.

 

- E-eh?

 

- MI PRENDETE PER IL C**O? DAVVERO VI SIETE FATTI CONTROLLARE DA QUEL VERME?!?!?

 

- Keh...keh...keh...

 

- G...hio....

 

- GRRRRRRRRR! ZUFFA 1.5!

 

Con una scarica di pugni, Rokujo mise K.O. i suoi stessi compagni, mentre cercavano di attaccarlo con Fangobomba e Fuocobomba, stendendoli in un colpo solo.

 

- UN SOLO ATTACCO E' BASTATO! SIETE PERSINO PIU' DEBOLI DA ZOMBIE! QUANDO VI SVEGLIATE FAREMO I CONTI!

 

Il Riolu sgranò gli occhi incredulo. Di certo, con lui non aveva usato il God Gift: non l'avrebbe mai fatto con quell'energumeno senza cervello. 

 

- (P-perché anche lui!?!?!?!? - si chiese il piccolo licantropo, - Come ha fatto!?!?!?!?!?!)

 

- Anche lui è un tuo amico? - Chiese confuso il sovrano al Riolu.

 

- N-no...

 

- EHI TU!

 

- U-Uh?

 

Con un balzo talmente forte da spaccare il granito su cui era seduto, Rokujo raggiunse il Riolu nel giro di pochi secondi, per poi afferrarlo per il petto.

 

- CHE DIAVOLO SUCCEDE?!?! TU SAI CHE VUOLE FARE QUELLO SVAMPITO!?!?!? PERCHE' ANCHE LUI HA UNO DI QUEI COSI?!? PERCHE' NON E' SUCCESSO NIENTE A ME?!?!

 

- NON SEI CAPACE A FARE UNA DOMANDA ALLA VOLTA!?!? - gridò il capitano del team Skyriders, - NON MI URLARE NELLE ORECCHIE E METTIMI GIU' O TI FARO' SALTARE IN ARIA, QUANDO POTRO' RIUSARE LA MIA AURA!!!!!!!

 

- COSAAA??!?!

 

- C-calmi... Non c'è bisogno di agitarsi tanto... - intimò lo Zoroark con le mani avanti.

 

- S-signor Rukio.

 

- Uh?

 

Alla sua sinistra, mentre era tenuto in braccio da Noir III, Draigen si sforzò di parlare.

 

- A-anche io non ne sono affetto... C-come mai? 

 

Nemmeno a lui aveva donato qualcosa. Non aveva fatto in tempo: non avrebbe mai potuto donargliela in quel frangente. Quei due avevano un'unica cosa in comune, tuttavia: entrambi avevano avuto modo di combattere con il piccolo licantropo, una volta nel corso della loro vita. 

 

- Se anche tu sei apposto... - Disse il Riolu, - Credo di aver capito. Quelle due volte in cui ho combattuto con voi, ho usato il mio Meisoku a piena potenza. Forse involontariamente, avete acquisito parte di quello...

 

- BEH, RIPRENDILA SUBITO! - Gridò il Machamp, - NON HO INTENZIONE DI FARE AFFIDAMENTO SU DI TE!

 

- Sicuro che sia una buona idea? - disse, indicando verso il dottore. 

 

Quando il pokémon Megaforza vide tutti quei pokémon ombra raggrupparsi attorno allo scienziato, aggrottò le sopracciglia realizzando di non avere molta scelta.

 

- MALEDIZIONE, - disse buttando a terra il Riolu a faccia in giù.

 

- QUANDO AVRO' FINITO CON LORO SARA' IL TUO TURNO, ŌRYUGO RUKIO!

 

Rialzò il viso da terra, con uno sguardo scocciato ed inebetito.

 

- ("non mi piace l'idea ma per il momento faremo una tregua"... E' così difficile?)

 

- Va tutto bene? - Chiese Nebra I, - n-non dovremmo fermarlo?

 

Prima di rispondere, si alzò da terra pulendosi le gambe dalla polvere. 

 

- Lasciamolo andare... non si farebbe dare ordini da nessuno.) 

 

Dopo essersi rialzato completamente, rivolse lo sguardo verso il suo compagno Legnogeco.

 

- (EHI KENJI! SHINSO STA BEN-)

 

Quando si girò verso i suoi compagni, una sinistra sensazione si fece largo tra i suoi occhi. Vedeva chiaramente la scena che si era presentata, ma non riusciva a comprenderla. Gli aveva donato la sua aura: tutti quanti erano lì sani e salvi, fuori dal controllo di Yamiscilla.

 

Di scatto, si lanciò verso i suoi compagni.

 

- D-dove vai, Ru- Provò a fermarlo Nebra, per poi accorgersi della motivazione che l'aveva spinto a non pensarci due volte a quello che doveva fare.  

 

Il Grovyle era in ginocchio a terra con la spalla ferita, mentre il Frogadier era di fronte a lui, con un Mizu Kunai tra le mani ed uno sguardo inquietante. 

 

- Geh... eheheh...

 

- CHE TI PRENDE, SHINS-

 

- STAI LONTANO, CAPITANO! - Gridò lo spadaccino. 

 

Sentendo il rumore dei suoi passi, la rana si girò verso il piccolo licantropo. La parte sinistra del suo corpo era diventata nera come i pokémon ombra, gli occhi mostravano delle iridi rosso sangue e delle pupille nere, come i nuovi schiavi di Yamiscilla, e sul viso aveva stampato un ghigno inquietante. 

 

- KEKEKEKEKEHEHEH...

 

Il pokémon Schiumorana si precipitò addosso a Rukio con fare assassino, materializzando con la mano libera un altro Mizu Kunai. Il pokémon Emanazione, nel suo stato, non avrebbe mai fatto in tempo a difendersi.

 

- FENDIFOGLIA!

 

Da dietro Kenji raggiunse Shinso, colpendolo al fianco sinistro con una delle sue foglie. Per evitare di essere danneggiato, il Frogadier parò il colpo del Grovyle rinunciando ad attaccare il Riolu.

 

- NEROPULSAR!

 

Dalla mano destra del sovrano partì un'onda d'urto che spazzò via il pokémon Schiumorana dalla sua posizione di difesa, mentre il pokémon Legnogeco poté ricongiungersi con il capitano. Digrignò i denti, per via del dolore alla spalla. 

 

- C-che seccatura... Ci mancava anche questa!

 

- State bene!? - Chiese il sovrano. 

 

Rukio non capì cosa era successo. Non si capacitava di come fosse avvenuto, ma non vi era altra spiegazione: il suo compagno Mizukage Shinso era caduto sotto il controllo del sinistro dottore.

 

- M-ma... come... - Annaspò dalle labbra. 

 

- Non ne ho idea! Quando l'ho afferrato ho provato a parlarci ma aveva gli occhi persi nel vuoto! Poi mi sono distratto un attimo e... U-urgh...

 

Il piccolo licantropo guardò con preoccupazione la spalla dello spadaccino. 

 

- S-sto bene... Userò delle foglie per coprirmi la ferita. 

 

La nuova bambola ninja si ricongiunse al suo nuovo nido, raggiungendo il dottore ed aspettando nuovi ordini.

 

- OHOHOHOHOHOHOH MA KE PIAZEVOLE ZORPVEZA! UN POTENTE MEMBRO DEL TEAM SKYRIDERZ NELLE MIE FILE! OHOHOHOH!

 

Dalle tribune, anche il resto dei pokémon si congiunse al Riolu.

 

- Per tutti i Kakuna! Che è successo al signor Shinso?! - disse Drapion.

 

- Sembra sia sotto il controllo di Yamiscilla... N-non capisco... Il mio Meisoku...

 

- E ti pareva! - Esclamò arrabbiata Weavile, - Bella mossa nell'affidare a quello la buona riuscita della missione!

 

Il ninja era un punto chiave della missione. Infatti, oggetti curativi e sfere erano all'interno della borsa dell'esploratore che si portava appresso.

 

- Cosssa facciamo ora?  - chiese Arbok, -  Sssssenza il ssssignor Shinso dobbiamo affrontare uno ad uno quessssti Kodamon... E non posssssiamo nemmeno contare sssssul nossssstro elemento più ffffforte...

 

- P-per quello non c-c'è problema...

 

Dopo aver concluso la frase, Kenji mostrò la mano sinistra: tra le dita aveva una Baccaquirizia.

 

- P-prima che mi attaccasse avevo realizzato che qualcosa non andava, quindi mi sono preso la libertà di prendere questo. E' in grado di aiutarti questa, capitano? 

 

Il capitano si limitò a guardarlo con uno sguardo di riconoscenza, senza però prendergli la bacca dalle mani. Non lo stava ascoltando: il suo sguardo era vivo, ma la sua testa era altrove. 

 

- Capitano?

 

Non ebbero il tempo di pensare a qualcosa: dall'alto, un meteorite piombò addosso a loro.

 

- M-ma che-

 

- TUTTI A TERRA! - Esclamò Yé Zìyou spaventato.

 

- Lasciate fare a me.

 

Noir III afferrò con le mani prensili della Mad Chimera l'oggetto non identificato per poi poggiarlo a terra. Non era un meteorite, ma bensì Ryokushin Rokujo, lanciato in aria da una raffica di Neropulsar.

 

- Ma guarda guarda... - fece la felina, - lo scimmione torna sconfitto dal campo?

 

- MA QUALE SCONFITTA E SCONFITTA, - sbraitò offeso, - LI STAVO MASSACRANDO! SE NON FOSSE PER IL MEISOKU NERO CHE RIMARGINA LE FERITE C'E' L'AVREI ANCHE FATTA!

 

Il capitano del team Skyriders sobbalzò.

 

- R-rimargina ferite?!

 

- ESATTAMENTE! GLI HO PRESI A PUGNI, PESTATI A SANGUE, E AD ALCUNI HO ANCHE CERCATO DI SPEZZARGLI LE OSSA: SI SONO RIPRESI COME SE NULLA FOSSE!

 

Si mise una mano sotto il mento, pensieroso.

 

- Sono come degli zombi, eh?

 

- Cosa vuoi fare, dunque? - Gli chiese la felina, - Hai qualche idea?

 

L'umano rimase qualche secondo in silenzio. Era con lo sguardo perso per quel motivo: aveva riconosciuto subito la necessità di organizzare un nuovo piano, per uscire da quella situazione critica in cui si trovavano. Sapeva che l'unico modo per uscire vivi da quella situazione era mettere fuori gioco Yamachi Yamiscilla: prese la possibilità non appena Rokujo menzionò l'invincibilità dei pokémon affrontati. Se avessero cercato di rendere inoffensivi uno ad uno i pokémon ombra, sarebbe stato tutto inutile. 

 

Vide come stava disponendo il dottore i suoi seguaci: con Rossella al suo fianco, alcuni zombie stavano costruendo delle formazioni di difesa per difendere il padrone, mentre altri si stavano disponendo per andare addosso al team sopravvissuto. Nonostante il controllo, sembravano lenti: probabilmente, controllarli ad uno ad uno risultava difficile. Dietro di loro vi erano altri nemici: gli avrebbero raggiunto presto. Era un gioco di torre e assalto: dovevano dividersi in due team, uno di difesa e uno di attacco, dove l'obbiettivo era mandare K.O. Il Malamar. Zona supporto e zona offensiva: doveva mettere le pedine in quel modo. 

 

- (Non possiamo usare sfere né rimedi, - pensò inoltre il Riolu, - ma abbiamo Aromaterapia e i distintivi dalla nostra parte... Per quanto riguarda me, non c'è altra scelta.)

 

- Allora? - Incalzò la felina. 

 

- Signor Noir, può venire anche lei qua?

 

Chiamò senza cortesia il suddito del Chowa-ō senza cortesia. Invece di rispondergli, il Dusknoir guardò il sovrano in attesa di un suo ordine.

 

- Non fare il timido, Noirino! - disse lo Zoroark, - Abbiamo bisogno anche di te, sai?

 

Si aggiunse al gruppo con riluttanza, mostrando intento omicida nei confronti del sovrano.

 

- Kenji.

 

- Capitano.

 

- Mangia quella bacca.

 

- Ehi! Non se ne parla!

 

Uno sguardo severo si stampò sul volto del piccolo licantropo. Era chiaro che non era il tempo adatto per discutere gli ordini del capitano. 

 

- Anche se andassi all'attacco... non potrei essere utile in questo momento. Ho donato parte del mio Meisoku a voi: non avrò la stessa potenza del solito. Organizzerò un team d'attacco e di difesa, ma tu... avrai una missione a parte.

 

Rivolse il suo sguardo verso di lui, verso il sinistro Ninja che aveva perso il controllo.

 

- Far tornare Shinso in sé.

 

Anche in quell'occasione, stava pensando ad un amico in difficoltà. La Lamartigli si stizzì molto davanti alla decisione del capitano del team Skyriders. 

 

- NON E' IL MOMENTO DI GIOCARE E DI MOSTRARE IL POTERE DELL'AMICIZIA, - esclamò Weavile, - NON PUOI-

 

- ZITTA E ASCOLTAMI!

 

L'urlo improvviso del Riolu era carico di rabbia e determinazione. Esso fu tale da farla  ammutolire. Era risaputo che il Rakujitsu no Senshi era riluttante all'utilizzo della violenza contro una donna, anche se verbale, e quel comportamento la lasciò basita.

 

- Non so quanto siano forte le sue pedine, ma la maggior parte gli ho battuti a braccio di ferro, quindi so che potete batterli. Mentre per Shinso... - disse con sguardo triste, - ho paura. 

 

Non era il momento di scherzare: gli esploratori riconobbero in lui la verità in quelle parole.

 

- So che voi pensate male di lui... e che nessuno di voi conosce le sue abilità, ma io e Kenji lo conosciamo bene. Se lo vorrebbe... non ce la caveremo con qualche livido. 

 

- N-non credo sia così forte... - disse distogliendo lo sguardo.

 

(Ost emergence of talent)

 

 

- La varietà di tecniche che possiede è la sua insidia. E' praticamente imprevedibile. Bisogna tenerlo a bada il più a lungo possibile. E non c'è Kodamon migliore per questo compito...

 

Alzò lo sguardo verso di lui, verso lo spadaccino dalla pelle verde.

 

- Del suo migliore amico. 

 

Si conoscevano da una vita, da ben dieci anni. Si erano allenati insieme; avevano riso insieme; avevano sofferto insieme. Lì in mezzo non vi era nessuno di più adatto del Senken no Kenkaku per tenere a bada il ninja di Albachiara. Rukio non stava giocando all'amichetto: era ben conscio delle capacità di Shinso, e voleva a tutti i costi mettersi al riparo. Nel sentire sulla sua pelle la vera motivazione di quella missione, il Grovyle tentennò, ma divenne più determinato che mani.

 

- Non è necessario che tu riesca a farlo rinsavire. Non è nemmeno detto che tu ci riesca. Ma devi tenerlo impegnato fino a quando non troviamo una soluzione, o riusciamo a mettere le mani sul dottore. C'è la farai?

 

Un ghigno si stampò sul suo volto, a metà tra l'arroganza e la posizione difficile in cui era.

 

- Non ho altra scelta, no?

 

Dopodiché, il Riolu si voltò verso la felina. 

 

- E' chiaro adesso, Weavile?

 

- Tch! - schioccò offesa, - Se me lo dicevi prima non avrei reagito così...

 

- Signor Noir. Quanta distanza può coprire la Mad Chimera?

 

Si fece attendere prima di rispondere, ma capendo la situazione decise di porre appieno la sua collaborazione.

 

- Posso stenderla fino a venti metri, ma più la rendo grande più il volume si assottiglia. Può pensarlo come una palla di mochi.

Era perfetta: anche con poca potenza, quel mostro d'ombra si rivelava una delle più grandi risorse all'interno del team. 

 

- Bene. Ascoltatemi attentamente.

 

Tutti quanti misero la loro attenzione nell'eroe di Borgo Quieto.

 

- Questo è il mio piano. Useremo una squadra d'assalto per irrompere nelle file, la Mad Chimera per coprire attacchi dall'alto, e una squadra "base" per darvi sostegno.

 

Mostrò a tutti quanti il suo distintivo. Weavile prese il suo tra le mani, guardandolo attentamente Weavile. Il Riolu consegnò il suo a Kenji.

 

- La squadra d'assalto userà il distintivo mio e quello di Weavile in caso di pericolo per tornare in questo punto, che renderò una casa base usando le Intrasfera. Signor Yé!

 

- S-sì? - Disse il Victreebel.

 

- Tu starai con me: il tuo Aromaterapia servirà a curare le ferite e i problemi di stato. Se hai tempo libero dovrai aiutarmi con la cura del veleno di Draigen, così potrà aggiungersi in battaglia. Va bene, Draigen?

 

- S-se posso essere utile... M-mi affido a voi... - Disse il Charmeleon

 

- Arbok, Drapion: voi due dovrete restare con me e difendere la base. Se per te non è un problema, - disse guardando Weavile.

 

- RICEVUTO, SIGNOR RUKIO! - Risposero i due in coro senza prima consultare il capitano, presi dalla foga del momento. 

 

Di tutta risposta lei li guardò con intento cattivo, ma si lasciò scappare uno sbuffo di rassegnazione, sapendo di non avere scelta che affidarsi al comandante del team Skyriders.

 

- Sarei curiosa di sapere la squadra d'assalto, a questo punto... 

 

- Noir II. Lei dovrà mettersi tra la base e il fronte di attacco per una copertura uniforme. Dovrà supportare noi in base e gli attaccanti in caso di attacchi a sorpresa. Pensa di potercela fare?

 

Il Meisoku del gran visir divampò per dodici metri. La Mad Chimera si mostrò in tutta la sua furia, puntando le zampe di Scyther sul collo del piccolo licantropo. 

 

- Giovanotto. Gradirei un po' più di rispetto nei miei confronti. Per lei sono il signor Noir III.

 

- Sì. Mi scusi.

 

Nessuna paura e nessuna esitazione. Il piccolo licantropo stava affidando la sua vita nelle mani dello spettro. Il Dusknoir fu sotto sotto divertito da tale spirito di sacrifico che non guardava in faccia a niente, e per qualche motivo sentì anche lui il desiderio di ascoltare quel pokémon. Ritirò le falci, rivolgendosi di nuovo al capitano del team Skyriders.

 

- Abbia una solida fiducia nelle mie abilità. Sono all'altezza del compito. La avverto, però. Se il sultano sarà nei guai... non ci penserò due volte ad accorrere in suo soccorso e piantare voi.

 

Il sultano si stupì del tono iracondo del suo sottoposto. Non poté fare a meno di essere anche lui divertito, ma dall'offesa che lo spettro sentiva sulla sua pelle. 

 

- Ihihihih! - Rise lo Zoroark, con una mano davanti alla bocca, - e poi sono io quello con i termini poco regali...

 

- La prego... - disse sconsolato il Dusknoir.

 

- Sua maestà. M-mi scusi se le chiedo aiuto... - Riprese il Riolu. 

 

- Figurati! Cosa devo fare? - Disse senza esitazione. 

 

- Quel Neropulsar... Era molto potente, ed è in grado di usare Illusione a suo favore. Non vedo miglior elemento da mandare al fronte. Tuttavia, dovrà sottostare a Weavile, che sarà in carica dell'attacco, p-per lei va bene?

 

Tra i due, preferiva non prendere l'ira della Lamartigli, ma il sultano lo capì perfettamente. Nebra I alzò le spalle al cielo, scuotendo la testa.

 

- Non c'è bisogno di fare i timidi... se per un solo giorno posso sopportare l'idea di stare sotto qualcuno! E poi è più esperta di me in questo, credo che faremo solo bene. 

 

- Mi piace questo roditore. - Fece la felina, sorridendo.

 

- Ehi. - Disse cupo il Dusknoir.

 

- Signor Tai: voglio che lei stia assieme a Weavile e sua maestà.

 

Il Pangoro fu preso alla sprovvista.

 

- C-combatterò con il sovrano?!?! 

 

- Conto su di lei, amico! - Gli rispose lo Zoroark.

 

- Vedete di non rallentarmi, vuoi due... - disse lei, - I miei artigli sono per l'attacco, non per la difesa!

 

- Kenji... Hai capito quello che devi fare?

 

Dopo aver finito di ingerire la Baccaquirizia ed essersi rimesso in forze, si alzò in piedi e rilasciò divampante un Meisoku verde Brillante dal suo corpo, muovendosi come un mucchio di fili d'erba. Non vi era più un briciolo di esitazione nel suo corpo.

 

- Sì.

 

- Rokuj-

 

I due si guardarono in faccia con espressione seria. Il capitano del team Skyriders con un viso impassibile, mentre il Machamp con un ghigno rabbioso. Due lati opposti della medaglia, nel cui bordo vi era un proprio credo e la voglia di buttarsi a capo fitto per realizzare quell'obiettivo. Erano il giorno e la notte; l'acqua e l'olio. Il piccolo licantropo capiva perfettamente che non poteva contare su di lui, ma che forse un semplice aiuto lo poteva chiedere. 

In quel silenzio di tensione, il Riolu puntò il dito verso il calamarone dall'altra parte del teatro, pronunciando un'unica ed eloquente parola:  

 

- Spacca.

 

- BRWAAHAHAAHAH! ORA SI' CHE PARLIAMO LA STESSA LINGUA! FATEVI SOTTO, MEZZE CARTUCCIE!

 

Senza aspettare gli altri, tornò alla ribalta più carico che mai.

 

- Ed ecco a voi colui che seminò terrore nel villaggio di Borgo Quieto... - Commentò la felina, - credo che alla nascita, i suoi si siano dimenticati di dargli un cervello.

 

Kenji si lasciò scappare una risata.

 

- Ahahahahah! Niente male, micetta!

 

- Non farci l'abitudine, testa verde. - Disse mostrando gli artigli ghiacciati, - Se ti farai battere da quella ranocchia verrò io stessa a darti il colpo di grazia.

 

- Stessa cosa vale per te...

 

Nel frattempo, anche Yamiscilla aveva concluso le sue preparazioni. Vedendo i pokémon disporsi secondo uno schema ben preciso, la sua mente geniale non poté fare a meno di gongolare di gioia. Aveva fatto esattamente come avrebbe fatto lui: l'estensione della bambola d'ombra del Dusknoir era perfetto per la difesa; aveva rinunciato a tenere sotto contro Rokujo per via della sua imprevedibilità; il Victreebel con Aromaterapia come recupero di energie, mentre i due colossi del gruppo come mostri di difesa. Se fosse stata una guerra, sarebbe stata la disposizione di un comandante intelligente. E questo, con poco tempo a disposizione per sapere effettivamente tutte le carte in tavola delle sue pedine. 

 

- (Interessante... mi avevano detto ke eri una perzona affazinante...) 

 

Il dottore aveva fatto la medesima cosa: conoscendo bene cosa era in grado di fare il piccolo licantropo, doveva assicurarsi che tutti gli altri fossero fuori gioco prima di combattere contro di lui. Aveva dalla sua l'infinita rigenerazione dei suoi schiavi d'ombra: una lotta allo sfinimento era la sua migliore opzione. Una squadra per difendersi ed una per l'attacco, che divise in un gruppo frontale, un gruppo aereo e un gruppo sulle tribune, che in realtà non aveva alcun bisogno di organizzare bene visto che aveva dalla sua parte i numeri. L'unica divisione che fece era nel modo di attaccare: chi poteva usare attacchi a distanza fu posizionata tra l'assalto e la difesa, in modo da supportare l'attacco e allo stesso tempo restringersi. Tra di questi, vi erano quelli non adatti al combattimento, che però conoscevano mosse come Altruismo e Gridodilotta. 

 

Vi era un limite a quell'abilità, che non era di conoscenza del capitano del team Skyriders: per quanto comodo come potere, Yamiscilla non poteva impartire troppi ordini diversi allo stesso pokémon, perché rallentava le sue reazioni. Quindi, si doveva limitare a comandi semplici e il più ristretti possibili. Decise per la maggior parte di concedergli l'utilizzo di una sola mossa, per non danneggiare il loro stile di combattimento e la loro rapidità.

 

Per quanto riguardava il membro del team Skyriders appena catturato, decise di abbracciare l'idea di Rukio e lasciarlo alla mercé del suo compagno: non vi era miglior deterrente che lo stesso cuore di un pokémon, e con lo spadaccino concentrato avrebbe evitato sicuramente ulteriori grattacapi, visto che quest'ultimo non avrebbe mai usato il 100% delle sue forze contro il suo migliore amico. Con lui, diede solo l'ordine di concentrarsi su Kenji: per le mosse, avrebbe fatto quello che l'oscurità gli avrebbe impartito. 

 

Con la grande battaglia di menti che si era predisposta, non poté fare a meno di fremere d'impazienza.

 

- OHOHOHOHOHOHOHOH! FATTI ZOTTO, ORYUGO VUKIO!

 

- (Se pronuncia un'altra volta il mio nome in quel modo vomito seduta stante...) - disse il Riolu. 

 

- HO AVUTO TUTTO IL TEMPO PER PREPARARMI! ZETTIMANE INZONNI PER BATTERTI! NON RIUZZIRAI A SKONFIZZERE IL MIO ZKEMA! TUTTO QUANTO: IL NUMERO ZPAVENTOZO DELLE MIE FILA; LA KATTIVERIA E LA VABBIA KREATA DALL'AZTA; TE FUORI ZIOKO! TUTTO ZEKONDO I MIEI PIANI! AVREI VOLUTO PIU' TEMPO PER MOZTRARTI LA MIA ZENIALITA', MA PURTROPPO DEVO ZALUTARTI QUI...

 

Con uno schiocco dei suoi tentacoli, il dottore lanciò il suo primo ordine.

 

- APRITE LE DANZE! MIEI ZOLDATI! ALL'ATTAKKO!


 

*******************************NOTE DELL'AUTORE*******************************

 

- Explaining:
1) Ghiacciartigli non esiste nel mondo Pokémon conosciuto, ma esiste in questo universo creato da me. Idealmente, solo la Weavile del team AWD è stata in grado di impararla. La mossa ha 90 di potenze e 100% di precisione, ed è probabile brutto colpo, oltra ad avere un 30% di possibilità di rallentare i movimenti dell'avversario;
2) il rocuronio nella realtà non è così potente come viene descritto, ma serviva per dare enfasi al momento;
3) Altruismo è una mossa che aumenta attacco e attacco speciale dei propri alleati, mentre Acupressione aumenta a caso una statistica dell'utilizzatore;

- Legenda:
Higi: Rokuro no Toge (轆轤の刺): Punte del Tornio, Thorns of Potter's Wheel;
Emperor Shield: scudo dell'imperatore;
Full Throttle: a tutta birra. 
Aishi (愛紫): Amore Viola, Purple Love;
Tetsukatsu (鉄蠍): Scorpione di ferro, Metal Scorpion;
Setsukō (雪紅): Neve cremisi, Crimson Snow;
Nålkonge: Re dell'ago.
God Gift: dono di Dio;
Sehr gut: Molto bene;

-F.A.Q.

-Curiosità Per creare il momento del piano, mi sono ispirato alla track 18: hyakkaryouran di narutoshippuden, mentre per il piano di Yamiscilla all'ost di pokémon Sole e Luna delle Ultracreature; l'ordine di Rukio a Rokujo è ispirato al primo film degli Avengers;

 

 

 

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