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[Rikymaru] Il Nobile e la Fanciulla


Rikymaru

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Nella piccola cittadina di Castel Corallo, viveva un uomo di cui non si conoscevano né il nome, né il titolo nobiliare. La gente lo chiamava barone Rostro, appassionato di falconeria ed ex-soldato, scacciato dall’esercito in cui militava per motivi ignoti.


Un tempo, uomo brillante, gentile e generoso, ma al suo ritorno dalla guerra era divenuto un misantropo, dall’animo velenoso. Persino la sua dimora, conosciuta come Palazzo Falcone, era stata ribattezzata Reggia Bigia dai cittadini di Castel Corallo.


Ormai il barone Rostro passava il suo tempo seduto sul trono, con lo sguardo spento e fisso nel vuoto. Neanche la falconeria o la scherma riuscivano a riempire quel vuoto che lo consumava lentamente… finché un giorno richiamò la sua servitù, dicendo loro: <<  Oggi mi sento fortunato. Radunate tutte le fanciulle di Castel Corallo e portatele al mio cospetto. Dite loro che ho intenzione di prendere moglie e che varchino quella soglia una alla volta, per essere giudicate >>.


I servi obbedirono immantinente all’ordine perentorio del barone e, da lì a poco, una torma di fanciulle provenienti dalla piccola cittadina si presentò dinanzi al portone di Reggia Bigia, speranzose di impalmare il facoltoso uomo di sangue blu.


La prima di esse varcò la soglia del palazzo e, pochi minuti dopo, ne uscì sconsolata, così come la seconda, la terza… e così tutte quelle a seguire, eccetto l’ultima, una ragazza dalla chioma di fuoco e gli occhi di smeraldo, con lo sguardo deciso. Ella entrò nel palazzo e giunse nella sala del trono, dove l’attendeva il barone Rostro, per nulla intimorita e infatti non s’inchinò al suo cospetto, mirandolo direttamente nei suoi occhi di bracia. L’uomo interruppe quel momento di tensione e di silenzio ponendo alla giovane una domanda: << Testa o croce? >>. Sbalordita da tale quesito, ella chiese << Come, prego? >> al che il nobile replicò << Vedi, se c’è qualcosa che ho compreso durante la guerra è che il destino dell’uomo è già  determinato, non ci si può opporre al fato. L’inoppugnabile verdetto del decino ne sarà  la dimostrazione >>.


Non convinta delle parole dell’uomo, la fanciulla chiese prima di controllare la moneta e, con suo stupore, il nobile acconsentì e le lanciò due monete, di cui una recante due teste e l’altra due croci.


<< Perché ha ingannato le altre ragazze con delle monete truccate? >>. E la risposta non si fece attendere << Quando ero in guerra, sono rimasto turbato. Non dalla morte dei miei compagni. Non dal dovere uccidere altri uomini. No… era ciò che non veniva mostrato, a disgustarmi. Speculavano sul conflitto, calpestavano gli ideali di coloro che davano la vita per assicurare un futuro ai loro cari. Corruzione, favoritismi, ingiustizie, decisioni insensate, verità  taciute… tutto ciò rappresenta il reale orrore della guerra. Ero stanco di tutto questo e perciò mi sono fatto cacciare… >>.


La fanciulla interruppe il monologo del barone con un violento schiaffo e rivolgendogli le seguenti parole: << Lei non è stato in grado di opporsi a ciò che non riteneva giusto, non ha voluto farlo e afferma che non ci si può combattere contro? Una volta non l’avrebbe pensata così, il guerriero che era in lei è morto. Siete solo la pallida ombra dell’uomo che era… >> e, dopo aver pronunziato quelle dure parole, se ne andò da palazzo, lasciando interdetto il nobile, il quale, però, si gettò immediatamente all’inseguimento della ragazza, intimandola di aspettare ancora. Lei annuì.


Rostro riprese la sua compostezza e replicò alla giovane.


<< Un uomo, da solo, non può cambiare il corso degli eventi. Quanti si sarebbero uniti alla causa? Chi sarebbe mai andato contro le scelte dei potenti? >>


<< Uomini che sognano. Uomini che sperano. Nel mondo ce ne sono tanti, essi attendono qualcuno. Qualcuno che li guidi, che li aiuti. Solo uniti, si possono sconfiggere le avversità  >>


<< Tu credi che esistano tali persone? >>


<< Ne sono certa >>


<< Allora perché non li cerchi tu stessa, se credi così fermamente nelle tue parole? >>


<< Non ne ho i mezzi… >>


<< Ma io sì. Ti metto a disposizione il mio brigantino, il Narvalo. Con esso, potrai viaggiare per il mondo e trovare quelle persone che il mondo lo vogliono cambiare >>.


La fanciulla rimase immobile, non sapeva che pensare. Le veniva offerta la possibilità  di coronare il suo sogno; viaggiare per il mondo, con la piacevole brezza marina ad accompagnarla...


<<  Naturalmente, solo io sono in grado di condurre il Narvalo. Sarai tu sola, tuttavia, a stabilire la destinazione di questo viaggio. Prendere o lasciare >>.


Combattuta da questa scelta, viaggiare e coronare il suo sogno al costo di avere al suo fianco un uomo che mal sopportava… oppure rimanere a Castel Corallo a condurre la sua solita vita.


<< Prenditi pure tutto il tempo che vuoi per riflettere sulla mia proposta. Ti attenderò sul Narvalo, non ho fretta… >>.


Il nobile si diresse dunque in direzione del porto, dove vi era attraccato il suo brigantino. La fanciulla lo osservò allontanarsi, rimanendo sola, con mille pensieri nella mente.


Passarono ventisei giorni da quell’incontro e la giovane, raggiunge l’imbarcazione di Rostro, pensando (o sperando) che ormai egli si fosse stancato e avesse lasciato perdere quella proposta. Invece no, era lì, con un piccolo falco appollaiato sul suo braccio, che aspettava proprio lei.


Lo invitò ad attendere ancora, doveva salutare i suoi cari e gli amici di Castel Corallo. Avrebbe dimostrato al barone che, nel mondo, vi erano ancora persone che hanno a cuore la sorte della loro terra e delle altre genti.


Il Narvalo salpò e la fanciulla cominciava già  a sentir spirare la brezza marina, mentre il nobile sorrideva, come non faceva da tempo.


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