~UrsaKing~ Inviato 16 aprile, 2014 Condividi Inviato 16 aprile, 2014 Perdonate l'orrore di questo testo scritto e ideato in mezz'ora... ~UrsaKing~Nido di famigliaProfessor Layton's sagaNotte silenziosa nel Nido.I rifugi erano taciturni, occupati dai "volatili" intenti a riposare; tutti tranne uno.-Complimenti Ispettore e benvenuto nella Targent!- Leon Bronev accolse il neoagente Leonard Bloom.-Grazie capo!- La stretta di mano consolidò il patto appena stipulato.-Perdoni l'indiscrezione, ma posso chiederle il perché di tutto questo?- domandò intimorito e incuriosito il ragazzo.Seguirono circa 10 minuti di imbarazzo e stasi, durante il quale Leon aprì la porta vetrata e uscì sul balcone, pensieroso.-Non sono bellissime?- Leon ruppe quel silenzio quasi assordante. -Le stelle, guardale!- Bloom, dapprima confuso, alzò lo sguardo.-Immobili, fisse in quell'oscuro cielo, brillano. Lasciando traccia della loro luce per l'eternità ed imprimendo la loro essenza nell'infinito dell'universo, raggiungono la grandezza e la maestosità , di cui noi cogliamo solo una minima parte, quegli indizi e quelle inezie percepibili dal basso della nostra finitudine.-L'analogia con la civiltà Aslant iniziava a delinearsi nella mente di Bloom e Leon lo aveva notato. Una voce dal piano inferiore urlò: "Zio, allora io parto! Ti invierò le informazioni man mano che le accumulo!"--Ok! Grazie Emmy e buona fortuna! L'ispettore sta scendendo, aspetta un secondo!--Ora capisci? Come possiamo ignorare l'eredità di un'antico e avanzato popolo? Sarebbe come ignorare il luccichio delle costellazioni nelle notti d'estate. Impossibile.- concluse Leon, accompagnandolo alla porta.Bloom s'avviò con la ragazza verso l'aeroporto, in direzione di Londra.Mentre riordinava documenti e varie pratiche burocratiche nel suo studio, sentì una voce provenire dal balcone:-Morte eppur vive, vive seppur morte. Coloro che vivono per essere ricordati, dovranno essere ricordati per poter vivere. Vendere una vita concreta propria e presente, per una vita virtuale altrui e futura. Ne vale davvero la pena?- Descole si rivelò. -Credi davvero possa esser considerata tale, una vita sprecata?Ed una vita all'insegna dell'egoismo? Non è forse peggio della morte stessa?-Si guardò attorno e vide articoli di giornale, foto e schemi di diverso tipo, riguardanti tutti una stessa persona. -Ma come vedo, non sono ammirato e stimato quanto Layton in questo luogo-Si avviò all'uscita, ma Leon lo interruppe:-Hershel!-Jean si pietrificò. Chinò il capo e si coprì con il cappello il volto, cercando di nascondere ulteriormente quella identità , per cui la maschera era oramai inutile. -Non sono io il figlio che ti manca.- E com'era apparso, scomparì. Leon si risedette alla scrivania, stanco e spossato. Tra le carte, una vecchia foto gli capitò tra le mani. Una lacrima scoccò dalle sue palpebre, mentre accarezzava la pellicola dell'antico ricordo. -Cosa ho sbagliato? Cosa sto sbagliando? Cosa sbaglierò ancora? Dimmelo tu, Rachel, perché io non trovo risposta.- Ripensò al rapimento, alla sua malattia, alla sua morte. L'ingiustizia dell'esistenza, particolarmente crudele con lei, una tale dolce e determinata donna. Non è perfetta la persona migliore tra le altre, ma quella capace di migliorare la gente che la circonda. E lei ne era capace. Ecco, forse era quello il modo giusto di vivere: cogliere l'attimo ed abitare il momento. Solo in questo modo si sarebbe potuti essere parte di passato, presente e futuro assieme, essendo rispettivamente memoria, intuizione e aspettativa.-Ma è troppo tardi per lasciare tutto! Per onorare la tua dipartita non posso che portare a termine il nostro cammino, giusto o errato che sia."-Così Leon decise di continuare per la sua strada, conscio di un possibile pentimento, ma inconsapevole del fatto che quel rimorso lo avrebbe accompagnato alla rovina. Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
Taty Inviato 16 aprile, 2014 Condividi Inviato 16 aprile, 2014 Nome dell'autore: TatyTitolo dell'elaborato: Un potere acquisitoOpera da cui è tratto l'elaborato: Frozen - Il regno di ghiaccio Nella radiosa cittadina di Arendelle regnavano due giovani innamorati, da poco divenuti re e regina. La vita trascorreva tranquilla: gli abitanti erano felici e tra loro in armonia, ognuno svolgeva il proprio ruolo all'interno del villaggio e nessuno era scontento. Col passare degli anni, nuove razze e misteriose specie insorsero, la natura stava in qualche modo generando qualcosa di totalmente miracoloso e sconosciuto agli occhi umani. Nacque la razza dei troll, abili nello studio delle arti magiche e generosi con chiunque, nonostante molti ne furono impauriti dall'aspetto.. "pietroso". Nacquero le fate della notte, piccole quanto le lucciole ma luminose quanto la luna che sovrastava quel meraviglioso spettacolo della natura che si ergeva poco lontano da Arendelle. Insieme a loro tanti piccoli animali, che camminavano a passo felpato nella notte, silenziosi e osservatori. I sovrani decisero di iniziare a pensare al futuro di Arendelle, e diedero alla luce una piccola e graziosa bimba, che chiamarono Elsa. Cinque anni dopo, durante una notte, la luna sembrò eclissarsi dietro un'enorme ombra oscura, di cui tutta Arendelle ebbe timore: il buio scese sulla piccola cittadina e non sembrava esservi una soluzione. Dopo un po', la luna si liberò dall'oscurità sprigionando una luce intensa e quasi accecante che colse alla sprovvista tutti: un raggio di un bianco profondo colpì esattamente la bambina attraversando la finestra della sua camera, inondandola di luccichii piccoli e splendenti come grandine. Elsa aprì gli occhioni dolci e azzurri, i capelli divennero di un colore indefinibile tra l'argento e il bianco, lucidi e fluenti. I genitori accorsero sentendo le grida della piccola, che ancora non riusciva a capire cosa le stesse succedendo. Lentamente, Elsa iniziò a diventare fredda come la neve, soffrendone molto. I tentativi di riscaldarla parevano totalmente inutili; dopo poco, la bambina iniziò a stabilizzarsi e a non sentire più quel gelo dentro di sé. I genitori capirono che era stata opera di un potere più grande di lei, un potere che non poteva essere facilmente gestito. Decisero insieme che, nonostante tutto, quella sarebbe stata comunque la loro piccola Elsa, qualunque difficoltà avrebbero dovuto affrontare, e stabilirono che chiunque gliel'avesse chiesto loro, avrebbero risposto "Ci è nata con i poteri, e la amiamo per com'è". Link al commento Condividi su altre piattaforme Più opzioni di condivisione...
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