Vai al commento



Post raccomandati

Untouchable


 


Dopo una serie di catastrofi naturali la popolazione umana, dopo le perdite subite, capì di aver vissuto in modo sbagliato, così s'impegnò a migliorare. Tecnologia avanzatissima, nuovi metodi di ricerca e una suddivisione della società  in sei grandi agglomerati urbani riuscirono a portare gli uomini alla resurrezione. Ma quanto costa questa trasformazione? Tanto, forse troppo. Nessuno è salvo. Il Governo ha un piano e lo porterà  a termine. Ma qualcuno si oppone. Gli Intoccabili. Cosa succederà ? Sta a voi scoprirlo.


 


Enjoy


| NoelFurokawa |


 


Se volete commentare cliccate sotto ^^


♥


 


 


Capitolo 1


 



 


Fisso con lo sguardo il cielo limpido che sovrasta la città . Il riverbero della luce del sole è insopportabile. I grattacieli si stagliano all’orizzonte compromettendo la visuale del panorama. Ho sempre visto la città  come una gabbia, come un luogo da cui fuggire, anche se tutti la vedono come un paradiso. Beh, non è così. Almeno per me. Mi sento soffocare, non so come descrivere ciò che provo e, soprattutto, non so spiegare da cosa derivino queste mie emozioni. Probabilmente, non lo saprò mai.


“Signorina Furokawa, il fatto di essere la più brava della classe le dà  forse il diritto di essere distratta? Io credo di no!†La voce stridula della Brespite cattura la mia attenzione, come l’accensione di un martello pneumatico mentre regna il silenzio. “Sarebbe così gentile da spiegare alla classe di cosa stavamo parlando?†domanda provocandomi. Le parole mi escono senza preavviso e soprattutto con un’estrema facilità  â€œCerto! Stava parlando del Periodo di Decadenza, in altre parole quando la nostra nazione fu rasa al suolo da eventi atmosferici di portate colossali†La Brespite mi fissa, gli occhi ridotti a due fessure, mentre gli occhiali le ricadono sul naso adunco “Bene! Gradirei che fosse più attenta nelle mie ore.†Detto ciò riprende la sua noiosa spiegazione.


So già  di cosa parlerà . La nostra città  è nata dopo il Periodo di Decadenza. In quegli anni, la nazione, fu distrutta da catastrofi naturali e la popolazione fu dimezzata. Dopo questi eventi, i nostri antenati, capirono di aver sbagliato. Crearono così una società  basata sull’altruismo e costruirono una nuova città . La popolazione s’incrementò e la società  iniziò così un processo di sviluppo. Arriviamo così ai giorni nostri.


“La città  è composta da sei grandi aree urbane concentriche, ognuna caratterizzata da un colore. Chi sa dirmi qual è la prima?†continua la Brespite mentre la mia mano si staglia già  su quelle degli altri “Signorina Furokawa, vedo che è tornata tra noi comuni mortali! Prego, esponga!†Sento gli sguardi della classe puntati direttamente su di me. “Nella periferia è collocata la Protezione, in altre parole l’agglomerato rosso. Quest’area è abitata dalle nostre guardie, chiamate appunto protettori. La caratteristica principale della Protezione è la presenza di mezzi di trasporto ad altissima velocità , infatti, alcuni di essi superano la barriera del suono. Questi mezzi possono raggiungere in pochissimo tempo l’area più lontana.†“Corretto! La seconda area invece?â€


Questa volta non alzo la mano e la parola è data a Marlene. La odio. La sua voce, sottile e tagliente riempie la classe e mi rimbomba nella testa. “La seconda area è conosciuta come la Centrale! In questo agglomerato, ovvero quello arancione, vi sono le centrali elettriche che soddisfano il fabbisogno energetico della città ! Ovviamente sono ad energia rinnovabile!†“Corretto! Passiamo alla terza area, chi vuole esporre?†La mia mano scatta nuovamente verso l’alto e la parola passa nuovamente a me. “La terza area è la Fattoria. Caratterizzata dal colore giallo, questa zona, contiene tutti gli allevamenti della città  e si occupa del sostentamento della popolazione.†â€Corretto! Qual è la quarta?†Marlene alza la mano di scatto e capisco subito che la competizione è iniziata. Marlene ed io siamo rivali da sempre, anche se da parte mia non vi è nessun tipo d’interesse. Credo che sia invidiosa, ma non posso esserne certa. Fatto sta che vuole sempre primeggiare, ma la sua scarsa abilità  glielo impedisce.  â€œLa quarta è il Campo ed è l’agglomerato verde. In questa zona vi sono grandi appezzamenti di terra messi a coltura. Infatti, quest’area produce tutti i prodotti di cui la popolazione ha bisogno con macchinari tecnologicamente avanzati†“Impreciso ma corretto!†annuncia la Brespite ed io so già  dov’è la pecca. Il Campo non è composto da tanti appezzamenti di terra, ma è un grande appezzamento di terra, direi il più vasto che si possa vedere. La gara continua. “D’accordo ora si passa alla quinta area, che è?†Prendo la parola e la Brespite mi fa un cenno di assenso “La quinta area è denominata la Scienza, ed è il nostro agglomerato. Quest’area è contraddistinta dal colore azzurro e la sua caratteristica peculiare è la presenza di giovani. Infatti, questa è l’unica zona dove gli abitanti sono ragazzi e bambini, gli unici adulti sono professori e ricercatori. Il compito di quest’agglomerato è di istruire le nuove generazioni e perseguire la ricerca.†Noi ragazzi, infatti, prendiamo i mezzi di trasporto per venire in quest’area, la maggior parte di noi studenti viene da altre aree urbane, mentre solo alcuni vivono qui. Io sono una di questi. “Bene, l’ultima area invece?†Marlene non ha preso bene l’ultimo commento della professoressa. “La sesta area è chiamata il Governo ed è appunto caratterizzata dalla presenza del C.G.N.C. ovvero del Centro Governativo Nazionale di Controllo, in poche parole è la società  che governa la città . È composta da cinque rappresentati delle aree urbanistiche, di solito scelti tra i più anziani, e da un presidente. È caratterizzata dal colore viola ed è l’area più piccola†“Ottima spiegazione, Signorina Arnold†Termina la Brespite mentre il suono della campanella segna la fine delle lezioni. “Vi ricordo che domani ci sarà  il test urbanistico di questo mese!†la voce della Brespite sovrasta la campanella e in cuor mio già  so che domani sarò agitata.



Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Capitolo 2


 



 


Mi asciugo le mani sudate sul sedile del treno. Il test è vicino ed io ho paura. Come ogni anno, in tutti gli istituti della città  si svolge questo tipo di esame mensile. Il test urbanistico, come dice appunto la parola stessa, t’indica l’area della città  che più ti si addice. Semplice. Dato che la nostra società  si basa sull’altruismo, una delle leggi fondamentali del nostro governo è: â€œOgni essere umano deve occupare il posto più adatto a lui. Con il termine adatto s’intende quel posto nella società  che permetta al soggetto di essere il più utile possibile …†Questo esame potrebbe cambiare radicalmente la mia vita. Fortunatamente l’ho affrontato per ben sette anni consecutivi, quindi dovrei essere rilassata. Il novanta per cento delle volte, qualora si dovesse cambiare area, il test lo direbbe al primo risultato. Ma le probabilità  sono solo un numero e qui c’è in gioco la mia vita.


Scendo dal treno e mi dirigo verso casa. La luce del sole è molto più intensa e il sudore inizia a imperlarmi la fronte, mentre la mia lingua diventa ruvida come carta vetrata. La via che conduce alla mia abitazione è sempre affollata. Attraverso le strisce pedonali insieme ad altre cinquanta persone mentre le macchine si fermano; sollevate di qualche centimetro da terra. Le nostre vetture hanno un principio magnetico che gli permette di rimanere leggermente sospese nell’aria.


Ormai sono a un isolato di distanza da casa mia e la mia borsa sembra pesare tonnellate. Il quartiere in cui vivo è uno tra i più ricchi del nostro agglomerato. Svolto l’angolo ed eccomi arrivata. La mia casa in realtà  non è modesta come si può pensare, è una villa.


Apro la cartella ed estraggo la carta magnetica. La faccio scivolare esattamente nella fessura del controllo di sicurezza e in un secondo il cancello si apre, lasciandomi entrare nel giardino. Una volta arrivata davanti alla porta passo di nuovo la carta magnetica nella fessura, entrando finalmente nella mia abitazione. Lascio tutto ciò che mi opprimeva all’ingresso e corro in camera mia. Sono esausta e così crollo sul letto, lasciando che i sogni prendano il sopravvento.


 


Mi sveglio. La luce del tramonto m’illumina il viso. Ho dormito molto. Troppo. Sul mio corpo è adagiata una coperta. Mia madre deve essere tornata. Scendo dal letto ed esco dalla mia stanza. Corro per le scale ed arrivo in cucina. Come immaginavo, la mamma è rientrata.


“Buon Pomeriggio, tesoro.†dice con le spalle rivolte verso di me, mentre lei è impegnata a lavare i piatti. â€œCome è andata a scuola?†la sua voce tranquilla e pacata mi rilassa â€œMolto bene! Insomma, come al solito. Il lavoro?†Mentre asciuga le stoviglie noto la smorfia che fa con la bocca. Non mi piace. â€œBene, anche se potrebbe andare meglio. Il governo ci tartassa. Ci fa fare esperimenti su tutti!†Strano. Il lavoro di mia madre consiste nel condurre esperimenti sugli esseri umani. Nulla di doloroso. Si preleva semplicemente il DNA e si esamina. Da quello che so, gli scienziati attuano esperimenti solo su persone scelte dal governo. â€œChe cosa intendi dire?†chiedo cautamente â€œOggi, per esempio, nel laboratorio è arrivato un bambino! Come sai, noi facciamo test solo sugli adulti e solo se presentano malattie. Il bimbo era sano come un pesce!†La mamma si accascia sulla sedia e proprio in quel momento mio padre entra in casa.


I mie genitori sono una delle coppie più belle che io abbia mai visto. Probabilmente sono di parte. â€œBentornato, caro.†sussurra mia madre nell’orecchio di mio padre per poi baciarlo. â€œNoel puoi lasciare me e la mamma da soli?†la voce di mio padre è ferma ma, al tempo stesso, dolce. Senza rispondere salgo le scale e mi chiudo in camera. I miei genitori lavorano insieme, anche se papà  occupa un posto più alto rispetto a quello della mamma. Lui è a capo degli esperimenti, lei è la sua assistente, diciamo il vicecapo.


 


Passano diverse ore prima che mia madre mi chiami per la cena. Sono nervosa. Di che cosa avranno parlato i miei genitori? Che cosa sta succedendo al laboratorio? Perché il governo ha scelto un bambino per effettuare quei test? Le domande mi vorticano nella mente senza che io possa trovare delle risposte.


Scendo le scale e mi dirigo in cucina. “Ah! Noel, me lo sono ricordata ora, sai chi ci scrive?†mi domanda la mamma con troppa euforia. â€œNon lo so … Oh! Aspetta, non dirmelo!†il mio cuore sembra che stia per uscire dalla mia cassa toracica. â€œGià ! Kyle!† Mio fratello. Il mio fratellone mi ha scritto una lettera, non vedo l’ora di leggerla. â€œDove l’hai messa?! Non farmi stare sulle spine!â€ â€œÉ nella mia ventiquattrore, su coraggio prendila! Ma, mi raccomando, non la leggere a tavola!†Corro verso il soggiorno e trovo la valigetta di mia madre posata sul divano. La apro. Dentro trovo diversi documenti e, in un angolo, la lettera. Torno in cucina con un sorriso che mi illumina il volto.


 


La cena passa veloce tra chiacchiere e risate. â€œVuoi una mano per fare i piatti, mamma?†le chiedo. Lei scuote la testa â€œNo, grazie cara. Credo che sia meglio che tu vada a letto. Domani avrai una giornata piena!†Seguendo il consiglio di mia madre salgo in camera mia. Una volta dentro apro la busta ed inizio a leggere il contenuto della lettera.


 


Cara famiglia,


come va? Qui alla Protezione, va tutto a gonfie vele. Come sapete ho un appartamento tutto mio. Devo essere sincero, mi mancate. In questo ultimo periodo sono molto stanco. Facciamo tantissimi allenamenti e, devo ammettere, sono molto pesanti. Credo di avere diverse ore di sonno arretrate, che prima o poi dovrò recuperare. Il Governo ci ha messo sotto torchio, anche a voi?


È un peccato che qui non si possa usare il telefono. Mi piacerebbe sentire la vostra voce. Fortuna che domani inizia il periodo di Stasi.


Ed ecco il motivo per cui vi scrivo. Esattamente domani sera arriverò in città  per questo grande evento. Passeremo una settimana fantastica!


 


Sorellina, se leggerai questa lettera, voglio dirti una cosa. Sei la migliore! Non ti far spaventare dal test! Se anche ti cambiasse agglomerato starai bene! Ne sono certo!


 


Bene! Non ho nient’altro da dirvi ad eccezione di un sonoro … Vi voglio bene!


 


Il vostro figlio preferito


Kyle


 


Ps. Mamma, smettila si mandarmi roba da mangiare! Ci potrei sfamare tutta la Protezione!


 


Kyle verrà  a stare da noi. Per una settima. Sto sognando. Finalmente rivedrò il mio fratellone. È da un anno che non ci vediamo. Il solo pensiero mi mette gioia e tristezza. Il test urbanistico ha cambiato radicalmente la sua vita, lo ha spostato alla Protezione. Potrebbe succedere anche a me. Mi potrei staccare dalla mia famiglia. Ora ho paura.


 



Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Capitolo 3


 



 


La sveglia trilla. La vorrei scaraventare dalla finestra, ma non posso. Oggi è il grande giorno. Mi alzo dal letto mentre i miei capelli mi ricadono sul viso. Arrancando per il sonno arrivo in bagno e mi guardo allo specchio. Ho un aspetto terribile.


 


Dopo essermi fatta una doccia ed essere tornata in vita scendo in cucina per fare colazione. Sul frigo trovo un post-it, lo avranno sicuramente lasciato i miei. Lo stacco e leggo cosa vi è stato scritto.


“Buongiorno Noel! La colazione la trovi nel forno. Ricordati che oggi pomeriggio arriva Kyle, se non dovessimo essere ancora tornati a casa, la cena è nel frigo. Buona fortuna tesoro!†Mia madre e mio padre sono sempre i soliti.


Spazzolo tutto ciò che la mamma mi aveva preparato e ritorno in camera per vestirmi. Indosso un vestito azzurro e delle ballerine bianche. Oggi devo indossare il camice. Ogni area ha un oggetto che la contraddistingue: la fascia dei protettori, le scarpe per chi abita nella Centrale, I guanti per chi lavora nella Fattoria, il capello per chi lavora nel Campo e qui il camice. Tutti questi oggetti sono di colore bianco. Simbolo della città .


 


Esco di casa. Varco il cancello e mi concedo qualche minuto per ammirare la mia casa. Non so se vi ritornerò. Guardo in alto per scacciare le lacrime e inizio a camminare.


 


“Noel! Noel, siamo qui!†la mano di Ellen si staglia sulla massa; il sorriso stampato sul volto. Mi avvicino scansando i vari studenti che mi guardano come se fossi fatta di zucchero. Lo ammetto sono una bella ragazza, ma non mi piace essere fissata.


“Matthew! Non davanti a tutti!†la voce sottile di Allie riempiva l’aria, Matthew la stava evidentemente baciando.


Io e Allie siamo amiche da tantissimo tempo. La considero come mia sorella, ma da quando si è fidanzata con Matthew il nostro rapporto si è un po’ incrinato. Da una parte sono felice per lei, ma dall’altra mi sento trascurata e infelice.


“Ah! Ciao Noel!†Matthew si è appena reso conto della mia presenza. I suoi occhi si fissano su di me. â€œTi ho già  detto che non mi piace essere fissata … Incanterà  Allie, ma non me!†la mia voce è flebile ma Matthew la comprende chiaramente.


“Dai Matthew! Lascia stare Noel! Oh, ma è tardi! Forza tutti dentro!†Ellen ci spinge al cancello dell’istituto nell’esatto momento in cui suona la campanella. A quel punto ci dividiamo. Matthew ed io, che siamo nella stessa classe, ci dirigiamo al secondo piano mentre Allie ed Ellen proseguono per il piano terra.


 


“Silenzio! Ora vi distribuirò i fogli per il test! Vi chiamerò uno a uno e voi verrete qua in cattedra, una volta qui v’inietterò il siero “anticorruzione†che v’impedirà  di scrivere cose false!†Le mie mani sono umide. Il test sta per iniziare. Sono terrorizzata.


 


“Noel Furokawa!†la voce della Brespite è ovattata. Le mie gambe vacillano e, senza sapere come, mi guidano verso la cattedra. â€œSei agitata? Tranquilla andrà  tutto bene! Hai superato il test innumerevoli volte, questa è l’ultima!†afferma la Brespite mentre afferra il mio braccio e m’inietta il siero.


“Ecco fatto! Noel torna pure a tuo posto!†Faccio come mi ha detto e torno al mio posto. Strano. La Brespite mi ha chiamato per nome. Non lo fa mai.


 


Il test ha inizio. Le prime domande sono semplici. Hanno per oggetto i tuoi interessi. Andando avanti, però, le cose si complicano. Ci sono domande molto specifiche sui diversi agglomerati e sulle abitudini dei cittadini. Continuo a rispondere fino ad arrivare all’ultima domanda â€œIn quale agglomerato vorresti vivere?†La mia mano scatta verso il foglio. Scrivo. Sposto la mano e fisso ciò che ho appena scritto. Nella Scienza.


 


Il suono della campanella segna la fine del test e consegnando il foglio alla Brespite esco dalla classe. Sono molto più sollevata ora devo solo aspettare e tra poco sapremo i risultati. Non ho mai capito come facciano, ma l’analisi dei test è sempre velocissima. Finito questo mio ragionamento, sono attaccata da Matthew. Letteralmente. Mi sbatte contro il muro di uno dei corridoi terziari. Il nostro istituto ha diversi corridoi tre principali, quattro secondari e sei terziari. Ecco io passo sempre per quelli terziari, perché sono molto più comodi. A volte vorrei non farlo mai, perché se fossi attaccata, come sta succedendo ora, non mi vedrebbe nessuno. Sento le mani di Matthew che mi tengono bloccata al muro e il suo alito, non del tutto fresco, che mi sfiora il volto.


“Buffo come tu riesca sempre a farmi stare male, anche quando non ne sei cosciente!†la sua voce è tagliente, ma non dimostra tutta la serietà  che dovrebbe avere. Mi sta fissando ma ha uno stupido sorriso stampato in bocca.


“Che cosa ti ho fatto?!†chiedo con troppa rabbia. Matthew mi schiaccia ancora di più contro il muro, ma non risponde. Sto per piangere dal dolore, non sento più le mani. â€œChe cosa ti ho fatto?!†Lui punta il suo sguardo dritto nel mio. I suoi occhi sono freddi, come se fossero stati incastonati nel ghiaccio. Rimane in silenzio; i suoi occhi che si specchiano nei miei. Sto pensando a un modo per uscire da questa situazione, ma evidentemente non lo trovo. Poi l’illuminazione.


“D’accordo se non rispondi, te lo darò io il pretesto per accusarmi in questo modo!†dico assestandogli un calcio tra le gambe. Matthew lancia un urlo e si accascia per terra mentre io corro verso la fine del corridoio.


 


Ho il viso paonazzo e una volta uscita dall’istituto Allie lo nota subito â€œNoel che fine hai fatto? Dov’è Matthew?†faccio la vaga â€œNulla! Ho semplicemente corso tutto qua. Matthew non è ancora arrivato? Strano è uscito dall’aula prima di me!†dico sfregandomi i polsi. L’immagine di Matthew è impressa nella mia mente e, mentre Allie ed Ellen parlano preoccupate, io rivivo la scena diverse volte. â€œBuffo come tu riesca sempre a farmi stare male, anche quando non ne sei cosciente!†aveva affermato Matthew, ma che intendeva dire? Non lo so. So solo che avrebbe potuto farmi del male se solo avesse potuto.


 


Passano diversi minuti prima che Matthew esca dall’istituto. Ha il volto rilassato e i suoi capelli, di un biondo cenere, gli ricadono all’indietro. I suoi occhi gelidi si fissano prima su Allie e poi su di me.


“Dove sei stato?! Mi hai fatto stare in pensiero!†lo riprende Ellen mentre lui bacia la mia migliore amica sottraendola alla mia vista.


“Sta tranquilla! Mi sono sentito male e sono dovuto andare in bagno!†la sua voce m’irrita e mi riporta nuovamente nel corridoio e a quando sono stata attaccata da lui. Rabbrividisco e caccio via quell’immagine dalla mia mente.


“Fortuna che ora stai meglio, amore.†la voce di Allie è sottile e morbida e mi ricorda, per certi versi, quella della mamma. Il suono della campanella mi riporta alla realtà ; i risultati sono pronti.


 


Sguscio tra la folla fino a sparire. Mi sono offerta volontaria per vedere i risultati per tutti e quattro. La presenza di Matthew non mi faceva sentire tranquilla. Arrivo fino alla bacheca. Trovo il mio nome. Faccio scorrere il dito fino ad arrivare allo spazio su cui è scritto il nome dell’area alla quale sono stata assegnata. Scienza. Sono felice e triste. Strano. Da un lato potrò stare con la mia famiglia, ma dall’altro volevo rompere la monotonia delle mie giornate. Devo dire, però, che sono soddisfatta del risultato. Cerco il nome di Allie e, una volta trovato passo subito a vedere a che agglomerato è stata assegnata. Scienza. Ora sono felice, la mia migliore amica resterà  con me. Passo a Ellen. Il mio sguardo fissa l’area a cui è risultata più attinente. Protezione. Sono un po’ abbattuta, ma in fin dei conti me lo aspettavo. Ellen, oltre ad essere una ragazza molto atletica è anche molto forte. Ha una costituzione robusta ed è sempre piena d’energie. Mi mancheranno i suoi occhi verdi pieni di grinta e il suo sorriso ampio e raggiante. Con le lacrime che tentano di uscire passo a Matthew. Sorpresa, felicità  e terrore. Ecco cosa provo quando leggo il nome dell’agglomerato al quale è stato assegnato.


 


Esco tra la folla e Allie mi afferra al volo, stavo quasi per cadere. I suoi occhi si fissano sui miei e leggo nel suo animo. È spaventata.


“Allora Noel?! I risultati?†mi domanda Ellen con una voce incrinata. â€œAllora …†le parole sono ferme della mia gola, credo che non riuscirò a pronunciarle. Rimango ferma in quella singola parola senza sapere come liberarmi dall’incantesimo che mi opprime i polmoni, le corde vocali e il cuore. Non so come ci riesco, ma riprendo.


“Allora, Allie rimarrà  alla Scienza. Ellen, tu sei stata spostata alla Protezione e Matthew tu … al Governo.â€


 



Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Archiviata

La discussione è ora archiviata e chiusa ad ulteriori risposte.

Visitatore
Questa discussione è stata chiusa, non è possibile aggiungere nuove risposte.
  • Utenti nella discussione   0 utenti

    • Nessun utente registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea...