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[K&K] Millennium's Chronicles


Ken

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Capitolo 0 - Celyan

 
An old World and a new World.
A mysterious expedition.
An ancient race of strange creatures.
An unclear future.
 
Anno 300X
La Terra. Un diamante in un deserto di ciottoli.
No, non meritava questo destino.
Tuttavia era scontato.
La natura si sarebbe vendicata al più presto dei soprusi dell’Uomo.
E quel momento era molto vicino.
 
In quegli anni si era già  discusso di ciò che doveva essere fatto.
E alla fine la decisione fu presa dal Congresso.
Un equipaggio, formato dai migliori astronauti del Pianeta, guiderà  un’esplorazione nell’universo, alla ricerca di una nuova casa per gli abitanti della Terra.
 
Data stellare 364991024
Domani saranno passati ben dieci anni dalla nostra partenza, ma non abbiamo ancora scoperto un pianeta capace di ospitare la razza umana.
Il nostro metodo di ricerca è abbastanza semplice: dopo aver trovato una stella simile al nostro Sole, inviamo un drone robotico per la scansione dei parametri ambientali, ossia un’atmosfera respirabile, acqua allo stato liquido, vegetazione e un clima vivibile.
Purtroppo, attualmente nessun pianeta rispetta tutti i requisiti.
La situazione non è delle migliori, molti miei compagni stanno perdendo le speranze, ma non io, sono convinto che riusciremo nell’impresa.
Diario di viaggio della SS Millennium
 
Alzò lo sguardo sul vuoto, riflettendo. Gli capitava spesso di farlo dopo aver aggiornato il diario digitale.
«E anche per oggi ho finito.»
Sospirò. Quanto ancora mancava dalla fine della missione? Sempre che riuscissero a trovare un nuovo pianeta abitabile. Mille dubbi l’assalivano.
Si alzò dalla sedia della sua stanza, e fece qualche passo avanti e indietro.
Sentì dei passi, e in seguito una voce.
«Capitano, sono io, la disturbo?»
Il Tenente, una donna sempre allegra, non troppo alta, castana di capelli e di occhi.
«Entri pure, Tenente» disse lui digitando il codice di sblocco della porta.
Lei, entrando nella stanza, con un solo sguardo al computer del Capitano, intuì subito cosa stesse facendo poco prima.
«Salve Capitano. Vedo che stava aggiornando il diario di viaggio, come tutti i giorni.»
«Sì, ho finito proprio qualche istante fa.»
Guardò ancora verso il vuoto.
«Ditemi, Tenente. Credete ancora che riusciremo a completare la nostra missione?»
Lei lo guardò perplessa.
«Spero proprio di sì. Specialmente per il destino dell’umanità . In ogni caso domani sarà  il decimo anniversario della partenza, un’occasione per far svagare l’equipaggio. Ne abbiamo bisogno.»
Come poteva darle torto? Vagavano per lo spazio da ormai troppo tempo, senza alcun risultato.
“Quando scrissi sul diario di non aver perso ancora le speranze, probabilmente era solo una menzogna. Volevo solo ingannare me stesso, o almeno tentarci†pensò.
«Capitano? Capitano, sta bene?» la voce del Tenente lo riportò alla realtà .
«Sì… mi scusi Tenente, pensavo.»
 
Uscita del drone di ricognizione e analisi autorizzata. Apertura Hangar. Accensione motori primari. Operazione di distacco effettuata con successo.
«Partito, speriamo bene.»
Il Tecnico, così era soprannominato dai suoi compagni di viaggio.
Era un uomo di media corporatura, biondo, con un paio di intensi occhi verdi.
Aveva effettuato tante volte quell’operazione. Ma, almeno lui, ci credeva davvero.
La sua espressione, quando faceva partire il drone, rimaneva quasi quella di dieci anni fa, la stessa decisione, la stessa speranza.
«Non contarci troppo. Alla fine tornerà  con un pugno di mosche, come sempre.»
Al contrario del Tecnico, il Maggiore ormai era sempre più convinto del fallimento della missione, e in fondo al destino dell’umanità , vedeva solo un enorme baratro.
Aveva i capelli castani, ma erano i suoi occhi quasi viola, a colpire più di tutto.
«L’universo è infinito, è impossibile che non ci sia almeno un pianeta simile alla Terra.»
«Te lo dico io cos’è impossibile: questa missione. L’umanità  doveva cambiare mentalità  molto tempo fa, solamente in questo modo poteva continuare a vivere tranquillamente sul nostro Pianeta» sospirò.
«Dimentica la Terra, è tardi per salvarla. L’unica possibilità  è proprio la nostra missione. Inoltre…» fu interrotto dalla voce dell’Intelligenza Artificiale della nave.
Rientro del drone di ricognizione e analisi in corso. Apertura Hangar. Sospensione motori primari. Operazione di rientro effettuata con successo.
Avviare rapporto?
«Sì» rispose il Tecnico.
Analisi del pianeta P-2593…
Atmosfera: Presente
Principali componenti dell’atmosfera: Azoto, Ossigeno
Acqua allo stato liquido: Presente
Temperatura media: 14 °C
Accelerazione di gravità  in superficie: 9,7801 m/s²
Fauna e flora: Presente
Percentuale di affinità  con la Terra: 99%
Analisi conclusa.
Sussultarono.
Con la mano tremante, il Tecnico toccò il pulsante per comunicare un messaggio a tutto l’equipaggio.
 
Tutto l’equipaggio è convocato con estrema urgenza nella sala di comando.
La voce del Tecnico risuonò nella stanza del Capitano.
«Andiamo» disse.
Il rumore di molti passi echeggiava nei corridoi e presto la sala si riempì del tutto.
«Ho convocato tutti per una notizia eccezionale. Giudicate voi stessi. Computer, mostra le analisi del pianeta P-2593.»
Sul grande tavolo digitale al centro della sala apparve un oloproiezione tridimensionale del pianeta, con accanto alcuni dati.
Dopo qualche istante un urlo di esultanza si levò dal Centro di Comando, seguito dal lungo suono degli applausi.
«Fantastico!» Disse il Tenente «Hai già  pensato al nome?»
«Emh, veramente ritenevo che dovesse spettare al Capitano questa scelta.» rispose il Tecnico.
Tutti i presenti si voltarono verso il Capitano, attenti.
«In realtà  ipotizzo già  la sua risposta» sussurrò il Tecnico al Maggiore
Â«È un grande onore per me essere incaricato di scegliere un nome per questo importante pianeta» esordì con voce solenne «Il Pianeta verrà  chiamato Celyan, in memoria della mia piccola, scomparsa prima della nostra partenza.» disse dopo una pausa densa di significato.
Applausi.
 
Tornò nella sua stanza dopo la piccola festa organizzata dal Tenente.
Doveva comunicare al Congresso gli enormi passi avanti della missione.
«Computer, avvia una olocomunicazione con il centro operativo del Congresso.»
Comando confermato, chiamata in corso… Contatto stabilito.
«Salve Capitano, la trovo in forma» disse il Generale sorridendo.
«La ringrazio, Generale. Volevo informare il Congresso di importanti novità . Abbiamo finalmente trovato un pianeta molto simile alla Terra, è probabile che la nostra missione sia giunta alle fasi finali.»
Il Generale rimase in silenzio, quasi incredulo.
Il Capitano sentì balbettare qualche parola, incomprensibile, ma subito dopo, con un vocione disse a tutti i presenti la grandiosa notizia.
Il Capitano poté sentire un gran frastuono proveniente dalla sala del Congresso, e tantissimi urli di gioia.
«Oh, m-magnifico! C-comunicheremo al più presto a tutta la p-popolazione la notizia! Attendiamo nuove comunicazioni per l’apertura del P-Ponte Iperspaziale!»
Comunicazione interrotta.
Sospirò.
Domani sarebbero atterrati su Celyan, per le ultime verifiche. Se tutto fosse andato per il meglio, avrebbero attivato il Ponte, così da permettere il trasferimento della popolazione terrestre sul nuovo pianeta.
Fece qualche passo e si distese sul letto.
Guardò la piccola cornice digitale di fronte a lui.
“Celyan, piccola mia, mi manchi tanto…â€
Chiuse gli occhi che, però, lasciarono sfuggire una lacrima.
 
Papà â€¦ Papà â€¦
Aiutami…
Per favore… Aiutami…
 
«Celyan!» urlò il Capitano alzando il busto.
«Solo un sogno…» sospirò.
Si accorse di essere molto sudato, quindi si affrettò ad alzarsi dal letto e a dirigersi verso la doccia.
Pochi minuti dopo era già  pronto per lasciare la sua stanza.
Camminò a grandi passi verso la mensa, era ansioso.
Prese un vassoio dall’alta pila e qualcosa da mettere sotto i denti, per poi sedersi al suo tavolo.
Poco dopo arrivarono anche il Tenente, il Maggiore e il Tecnico.
«Buongiorno, Capitano!» dissero all’unisono.
«Buongiorno.» rispose
Dopo essersi seduto, il Tecnico diede una piccola gomitata al Maggiore «Perfino oggi neanche un sorriso» sussurrò.
Il Maggiore rispose facendo spallucce.
«Avete dormito bene, Capitano?» chiese il Tenente
«Non proprio, ma non importa.»
Il Capitano guardò l’orologio, e gli altri capirono di affrettarsi.
Dopo un leggero pasto si diressero all’Hangar, parlando degli ultimi dettagli.
«La navetta è pronta, la partenza è fissata tra dieci minuti.» disse il Tecnico
«Vado a sistemare alcune coordinate, voi prendete posto.» concluse allontanandosi dal gruppo.
 
Apertura Hangar. Accensione motori. Countdown. Partenza.
«Il viaggio dura pochi minuti, nel frattempo godetevi la vista.»
Uno spettacolo mozzafiato.
Una buona parte della navetta è stata realizzata con un particolare cristallo trasparente, così da poter vedere quasi tutto il sistema planetario a cui appartiene Celyan.
Ma era proprio Celyan a far rimanere a bocca aperta, a parte i continenti era identica alla Terra.
«Attenti all’attrito atmosferico! Attivazione scudi!» esclamò il Tecnico
Grazie agli scudi della navetta, gli effetti dell’attrito erano limitati a qualche sobbalzo.
«Benissimo, siamo molto vicini alla superficie, dirigiamoci vers-»
ALLARME!
«Guardate, la navetta sta cambiando direzione!» esclamò il Tenente.
«Che succede? Cos’è questa sirena?» urlò il Capitano.
«Gli strumenti segnalano un’altissimo campo elettromagnetico, abbiamo perso il controllo!» rispose il Tecnico «Non riesco a ridurre la velocità , allacciatevi le cinture!»
«Maledizione!» imprecò il Capitano.
 
«Capitano! Capitano! Si riprenda!»
Il Tenente e il Maggiore aiutarono il Capitano ad alzarsi.
“Che mal di testa†pensò.
Diede un’occhiata intorno. Vide la navetta, poco distante, schiantata su una parete rocciosa, alzando lo sguardo scorse una montagna, mentre loro erano finiti in un boschetto vicino la base della montagna. 
«Cosa diamine è successo?»
«La velocità  della navetta è aumentata di molto ed è andata a finire contro la montagna. Ho azionato il dispositivo manuale di espulsione poco prima dell’impatto» disse il Tecnico «Nessun ferito grave.»
«Piuttosto, i droni non avevano rilevato nessun’anomalia, è molto strano. Ritengo improbabile che sia un effetto naturale temporaneo. Sarebbe stato rilevato anche se la singolarità  non fosse stata alla massima efficacia al momento dell’analisi» proseguì.
«A questo punto penso sia necessaria una perlustrazione a terra. Non voglio sorprese» intervenne il Capitano «Spero che l’addestramento vi sia servito a qualcosa» concluse estraendo la pistola.
«Qui intorno sembra tutto normale, però quando eravamo sulla navetta, notai l’ingresso di una grotta, penso sia un punto di partenza per le indagini» disse il Maggiore
 
«Che postaccio! Umido e buio!» urlò il Tenente
«Sono d’accordo, ma parla a bassa voce! C’è l’eco.» disse il Tecnico
«A proposito, non ho notato animali durante la discesa, eppure i droni li avevano rilevati, no?»
«Ora che mi ci fai pensare, è vero. Non ho visto traccie di nessun animale. Il mistero si infittisce» rispose toccandosi il mento, pensieroso.
Il gruppo si mosse rapidamente nella grotta, fendendo l’oscurità  con alcune torce elettriche.
«Guardate qua! Sembrano… uova!» esclamò il Maggiore
«Capitano, siamo molto vicini a una zona con un intenso campo elettromagnetico» esclamò il Tecnico.
«Attenti!» rimbombò un urlo.
Dal fondo della grotta una violenta scarica elettrica colpì il polso del Tecnico.
«Dannazione!» disse dolorante
«Cos’è stato?! Stai bene?» chiese preoccupata il Tenente
«Sì, nulla di grave, ma quel fulmine ha distrutto la mia apparecchiatura, non potrò più rilevare i campi magnetici... e siamo senza radar.»
Lentamente emerse dall’oscurità  una figura, molto simile a un lupo terrestre.
Il suo ringhiare era terrificante, e sembrava circondato da piccole scosse statiche.
Senza esitare il Tenente puntò la propria pistola contro quell’essere, ma il Capitano fece cenno di attendere.
Il lupo rimase immobile, con dei grandi occhi gialli fissava il Capitano, e lui ricambiava lo sguardo, senza dare segni di timore.
Dopo qualche istante il lupo smise di ringhiare, si voltò e ritornò sui suoi passi.
«Non era ostile, semplicemente voleva difendere il suo territorio.»
Dall’oscurità  emersero altre creature, questa volta erano un gruppo di sferette grigie levitanti.
«Che strani esseri! E quelle che hanno attaccate al corpo, sembrano calamite!» esclamò il Tenente.
«Proseguiamo» disse il Capitano
Scendendo in profondità , ai bordi della grotta iniziarono ad apparire grosse aperture nella roccia.
Il Tenente si sporse da una di queste aperture, e ciò che vide la lasciò a bocca aperta.
Una vasta pianura, piena di vita.
Strani, alcuni buffi, altri ancora inquietanti esseri popolavano quel luogo.
Un vero e proprio mondo sotterraneo.
«Probabilmente non tutti vivono in questa pianura, dovranno essersi spostati all’arrivo dei Droni» affermò il Tecnico.
Il gruppo, camminando, attirò l’attenzione delle creature.
«Non sembrano aggressivi, anzi» disse il Sergente
Un esserino, somigliante ad una piccola volpe terrestre, si avvicinò al Tenente, annusando incuriosito.
«Un’altro giro di cacciavite e… fatto! Ho sistemato il mio bracciale digitale!» disse il Tecnico, che non era stato con le mani in mano.
CODICE ROSSO! EMERGENZA!
Dallo schermo del bracciale, un fascio di raggi crearono una figura umana.
«Capitano! Non c’è più tempo! Ci hanno comunicato che alla Terra rimane pochissimo tempo!» la voce di un ufficiale della SS Millennium risuonò forte.
«Iniziate le procedure per aprire il Ponte Iperspaziale! Presto, torniamo in superficie!»
 
...
Alla fine, andò tutto nel verso giusto. Le navi oltrepassarono il Ponte, tutti i terrestri erano salvi.
Ma prima di concludere, c’è ancora una parte che considero importante.
...
 
Il Capitano era immobile, con un volto piuttosto serio.
Grazie a vari schermi sospesi in aria, era come se parlasse davvero a tutta la popolazione.
«Benvenuti su Celyan.
No, Celyan non è la nuova Terra. Celyan è e deve essere qualcosa di diverso.
Stavamo per pagare i nostri errori con una fine, probabilmente anche meritata.
La Terra era un prezioso gioiello, ma non era nostro.
Portiamo sulle spalle il peso di essere la causa della distruzione di un Pianeta.
Da oggi inizia un nuovo capitolo della storia dell’Umanità , seppur segnato da una terribile cicatrice.
Sarà  un nuovo inizio, bisognerà  collaborare per strutturare il nuovo stile di vita della razza umana.
Un periodo di ricostruzione, questa volta però ricordando che noi siamo semplicemente ospiti, e non padroni del Pianeta.
Pianeta, come forse avrete già  capito, già  abitato.
Conviveremo con le creature native di questo luogo, dando loro il rispetto che meritano, in quanto primi abitanti di questo pianeta.
Forse diventeremo amici, o forse ci guarderanno sempre con diffidenza.
Solo il tempo potrà  dircelo.»
 
 
Questa  è  era Celyan.

 

Stesura: Ken, King

Idee: Più o meno tutto lo staff di PM (Inizialmente)

Revisione: Chaos (In parte), TGiuseppe94

Logo: ScarletSnow

 

Soggetto: Lo staff di PM


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