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[Iron Maiden] 4/09/2015 - Chapter XVI [THE BOOK OF SOULS]


The_Toy_Master

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Come hanno scritto su un forum dei Maiden: la forza di questo disco è il disco in sé!

Non sono undici canzoni, sono un blocco unico da prendere così com'è, ed un disco così non lo scrivevano da tempo, per quanto mi riguarda. Maggiori dettagli li riservo per quando avrò tra le mani il CD con una qualità  superiore al MP3 pirata che abbiamo tutti tra le mani e più ascolti da parte, ma per ora dico che 1) TRATB è ottima, Steve l'ha scritta con un orecchio e mezzo al concerto e si vede, e per me va benissimo; 2) DEATH OR GLORY PERDIO!!!! 3) FINALMENTE hanno saputo sfruttare il fatto di avere tre chitarre! TFF e AMOLAD (e anche DOD e buona parte di BNW, a dirla tutta) giravano benissimo anche a due chitarre, ma qui no, assoli, armonie, tutto è pensato per tre, e non più per due.

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THE BOOK OF SOULS SIGNORI!

'Sto pezzo è da panico: l'oscurità  di The Legacy unita all'epicità  di For the greater good of God, midtempone pieno di riferimenti (ci sento Losfer Words, Dance of Death...), spazio per tutti, miglior ritornello del disco...

Non è il capolavoro di Gers (DOD è insuperabile), ma poco ci manca

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Signori miei, penso solo ora che da mezzanotte potrò scaricare il disco dal Cloud Amazon grazie al servizio AutoRip. Meglio che nulla.

In teoria il sito mi dice che il disco arriverà  tra martedì e venerdì, ma non ci credo molto. Potrebbe benissimo arrivare prima, dato che mi hanno preso i soldi proprio stanotte, e dato che in genere si paga alla spedizione...

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TBT velocissimo, al primo ascolto (no voti).

------- CD 1 -------

1. If eternity should fail (Bruce Dickinson): si inizia con un'intro di tastiere accompagnata da uno strano flauto e dalla voce effettuata di Bruce, per poi arrivare ad un riff molto "Dickinson solista". Il brano è un mid-tempo roccioso dal ritornello convincente ed epico, con belle armonizzazioni di chitarra ed una ritmica tipicamente Maiden (il classico "gallop", ottavo-sedicesimo-sedicesimo). Dopo il secondo ritornello c'è una pausa con un breve giro di batteria è basso, poi il brano accelera e porta alla sezione centrale, in cui sono protagoniste le chitarre armonizzate ed il quattro corde di Harris. Dopodiché c'è uno stop e si ritorna al ritornello, stavolta accompagnato da alcuni fill di chitarra (probabilmente di Dave Murray e/o Adrian Smith), che conduce ad una atipica conclusione alla chitarra acustica la quale accompagna la voce di Bruce che recita un lugubre intermezzo parlato, che ci riporta a The Chemical Wedding.

2. Speed of light (Adrian Smith, Bruce Dickinson): pezzo che già  conoscevamo. Attacco un po' strambo per i Maiden, riff incalzanti e ritornello alto. Singolo vecchio stampo, quattro riff in croce e buona lì.

3. The Great Unknown (Adrian Smith, Steve Harris): intro arpeggiato (e rimando a Heaven Can Wait, Judgement of Heaven e quella roba lì) con melodia di chitarra pulita, prima strofa sussurrata e poi il brano esplode in un ritmo granitico. Bridge con Bruce altissimo, ritornello incalzante che porta al primo assolo del brano e ripresa di bridge e ritornello. Altri due assoli e poi si ritorna all'arpeggio iniziale, accompagnato dalla tastiera, che chiude il brano con un'ultima strofa. In generale un buon pezzo a cui una breve sezione armonizzata non avrebbe fatto malissimo.

4. The Red and the Black (Steve Harris): WOW. Harris prende spunto dal romanzo di Stendhal per disegnare una suite piena di riff e melodie, con un coro accattivante ed una sezione strumentale BELLISSIMA. Magnifici i i riferimenti ad altri brani Maiden (oltre alla Maiden progression, sento Rime of the ancient mariner e The Unbeliever). La parte in cui Bruce canta seguendo la melodia epica delle chitarre è superba, gli assoli magistrali e le melodie azzeccatissime. Un enorme passo avanti rispetto a When the wild wind blows, che era buona ma troppo uguale nella prima metà  e poco esplosiva. Sugli scudi l'intro di basso e il lavoro delle chitarre.

5. When the river runs deep (Adrian Smith, Steve Harris): un attacco alla Moonchild porta ad un brano incalzante e allegro, che rallenta nel coro e poi riparte nella sezione strumentale. Gli assoli seguono la struttura della strofa+ritornello: uno veloce e uno più lento. Bene nella ripresa della sezione strumentale, nel terzo assolo e nel finale.

6. The Book of Souls (Janick Gers, Steve Harris): premesso che se Gers scrive un brano da 8+ minuti questo è un capolavoro (SEMPRE), il suo esordio nel disco non poteva essere migliore. Dopo una lugubre intro alla chitarra acustica, il brano si rivela una mid tempo oscuro ed epico nella prima metà . Il riff in E frigio (modulato in B) porta alla strofa rabbiosa, ad un bridge incalzante e ad un ritornello che è davvero il grido di dolore dei Maya massacrati dai Conquistadores (e infatti tra un po' metterò su i Running Wild, per fare pendant). Struttura ripetuta, poi c'è una sezione di passaggio con il riff spostato di due ottave e la ripartenza con un delizioso rimando a Losfer Words (Big 'Orra) da Powerslave. Assolo con tanto di Wah-Wah, sezione epica con tastiere orchestrali in sottofondo (peraltro mixate da Dio in questo lavoro, ci sono ma non invadono... Altro che Dance of Death). Gli altri due assoli portano ad una nuova sezione armonizzata, poi all'ultimo urlo di Dickinson ("The Book of Souls!!!") e alla ripresa dell'intro. Peccato solo che non ritorni quel ritornello bellissimo.

------ CD 2 -------

1. Death or glory (Bruce Dickinson, Adrian Smith): "CLIMB LIKE A MONKEY!" pezzo veloce e lineare come non ne facevano da eoni, già  solo dal titolo (chi ha detto Motà¶rhead e Running Wild?), struttura minimale (strofa-coro-ripeti-solo-coro-fine), atmosfera Bruce solista nel secondo solo e via così. Un'opener più "opener" rispetto a If eternity, ottima per introdurre il secondo disco del complesso.

2. Shadows of the Valley (Janick Gers, Steve Harris): Wasted Years... No, aspetta, anche Isle of Avalon... "Sea of Madness"?! AHAHAHAHAH geniali. Dopo un'intro ricca di riferimenti, inizia il brano vero e proprio, che è veloce e solido, con una breve pausa in occasione del bridge ed un ritornello epico. La sezione assoli è come te la aspetti da Gers: atipica. Il primo assolo è arpeggiato, il secondo accompagnato da una melodia di chitarra in sottofondo. Poi inizia una BELLISSIMA parte corale, che se mai verrà  riproposta in concerto spaccherà  tutto, il terzo assolo e la ripetizione del ritornello. Magnifica, chapeau.

3. Tears of a Clown (Adrian Smith, Steve Harris): il brano dedicato a Robbie Williams potrebbe tranquillamente arrivare da The Accident of Birth. Si tratta di una canzone non epocale, ma comunque condita da un gran ritornello ed un assolo MAGISTRALE di Adrian Smith. Ciao Robin, grazie di tutto.

4. The Man of Sorrows (Dave Murray, Steve Harris): Dave scrive poco, ma quando scrive, signori miei... L'assolo iniziale è bellissimo, candidato al titolo di migliore del giro assieme ad Adrian in Tears of a Clown, il pezzo è atmosferico e maturo, il finale è da applausi. Dave sempre il migliore.

------- CD 2: Empire of the Clouds -------

5. Empire of the Clouds (Bruce Dickinson): questa fa storia a sé. È così non-Maiden, ma allo stesso tempo Maiden, che non so che dire. Plagio di The Legacy a parte (che io avrei, in parte, sostituito con un terzo solo, dai povero Janick, venti minuti di suite e lui deve fare solo le ritmiche? Questo è essere laidi), il brano è perfetto, l'intro è da lacrime, a 1:15 avevo il magone. Testo magnifico, andamento solenne, articolato (dite il Cribbio che volete, questo è prog), soli, melodie, è una bellissima colonna sonora alla storia di Bruce. È un brano che fa album a sé, non avevano mai fatto una cosa simile e mai la rifaranno, è una delle suite più belle che abbia mai sentito.

Ripeto, senza quel plagio così insistito mi sarei spellato le mani a forza di applausi. Non la faranno MAI in concerto, se non in occasioni speciali, e forse è meglio così, perché questo brano merita di entrare nelle leggende degli Iron Maiden come Alexander The Great. Un brano così poteva scriverlo SOLO chi ama davvero il volo, perché se l'avesse scritto chiunque altro non staremmo parlando della stessa cosa.

"The Empire of the Clouds may rest in peace..."

Se dovessi votare questo disco, alla luce di un mucchio di fattori (suoni, storia, resa ecc) non andrebbe oltre il 6.5-7.

Ciò non significa che sia un disco brutto, eh, mi piace (suoni brutti a parte), ma semplicemente penso non sia intelligente dare - e pretendere - di più a un gruppo che negli ultimi 15 anni ha dato fin troppo, alla luce di ciò che ha dato nel momento in cui scriveva letteralmente la storia del proprio genere.

I Maiden sono il mio gruppo preferito, da anni, e premesso che l'eccellenza - IMHO - l'hanno raggiunta con Somewhere in time (cui do un 10 di parte), se dovessi tenere presente un metro di misura per i loro lavori, penso che sia Powerslave. Non un capolavoro ma neppure un discaccio come FOTD.

Personalmente, pongo The Book of Souls al livello di Dance of Death/A Matter of Life and Death. Fascia media.

Il che è comunque un grosso passo avanti rispetto a The Final Frontier, che ora come ora si attesta sul livello di No Prayer for the Dying (a scendere).

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Mia classifica personale:

1) Somewhere in Time: l'Emily RatajnindcinckhrbhQUELLALÌ dei dischi dei Maiden. Un capolavoro con un unico, leggero neo: Heaven Can Wait (daje, non è una Venere di viso, eh...).

2) The Number of the Beast: capolavoro di un gruppo e di un'epoca.

3) The X Factor: ahò, io ne esco matto.

4) Piece of Mind: disco stupefacente, vicinissimo al podio. Peccato per una produzione non all'altezza e due tracce orrende.

5) Powerslave - Seventh Son of a Seventh Son: dischi non perfetti, ma conditi da un suono roccioso (l'uno) e due pezzi clamorosi come Infinite Dreams e The Prophecy (l'altro).

6) Brave New World: il primo lavoro della Reunion è tuttora insuperato, forse anche per riflesso di un live assolutamente strabiliante come Rock in Rio.

7) Dance of Death - A Matter of Life and Death - The Book of Souls: bene o male siamo lì. Pezzi molto buoni e almeno un paio di pezzoni per disco (DOD/Paschendale, The Longest Day/The Legacy e TRATB/TBOS). Forse FORSE DOD è un pelo avanti per la presenza della migliore short song dei Maiden dai tempi di Judas be my guide (ossia Rainmaker), ma AMOLAD compensa con una produzione migliore (e The a Reincarnation of Benjamin Breeg), mentre TBOS ha dalla sua pezzi mediamente superiori, ma di poco.

8) Killers: un pelo sotto, causa mancanza di un vero pezzo da novanta e un paio di pezzi di troppo.

9) Iron Maiden - No Prayer for the Dying: bene l'esordio assoluto, avrei forse evitato quello schifo della title track (che oh, se non si chiamasse così l'avremmo dimenticata nel 1981). Rivalutato l'esordio di Gers, sugli scudi title track e Fates Warning, a seguire Holy Smoke e Public Enema Number One. Solo che c'è quel cesso di BYD...TTS, ma soprattutto The Assassin, forse la peggiore in assoluto con The Apparition.

10) The Final Frontier - Virtual XI: prolissi. Ecco tutto. Il secondo è anche affossato da una prova INDEGNA di Blaze Bayley.

11) Fear of the dark: un mistero. Come abbia venduto 18 milioni (DICIOTTO MILIONI) di copie, lo sa Dio. Avessero fatto un EP con Be quick or be dead, Afraid to shoot strangers, (Wasting love), Judas be my guide e Fear of the Dark sarebbe stato un capolavoro, ma ci sono praticamente sei/sette tracce di troppo qua dentro.

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https://youtu.be/FJN4PsB_-os

Nei primi anni '90, Steve Harris (autore unico di The Red and the Black) si bombava allegramente la babysitter di sua figlia Lauren, che allora aveva circa cinque anni. Secondo me ha acceso la TV satellitare per tenerla buona e ha beccato Italia 1.

"Who-ooooh-oh-oh-oooh! Brava, Laurie, ci sono i cartoni, guarda, i Cavalieri - Però, mica male 'sto giro... - Adesso papà  ha da fare, eh?"

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Guest Ravenblack

https://youtu.be/FJN4PsB_-os

Nei primi anni '90, Steve Harris (autore unico di The Red and the Black) si bombava allegramente la babysitter di sua figlia Lauren, che allora aveva circa cinque anni. Secondo me ha acceso la TV satellitare per tenerla buona e ha beccato Italia 1.

"Who-ooooh-oh-oh-oooh! Brava, Laurie, ci sono i cartoni, guarda, i Cavalieri - Però, mica male 'sto giro... - Adesso papà  ha da fare, eh?"

Cribbio, anche a me quel suono è sempre suonato (scusate il gioco di parole) familiare.

Però non ricordavo dove l'avessi sentito.

Quella è la sigla della Saga di Hades, fatta nel 2008.

Credo comunque che sia una coincidenza. :)

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Guest Ravenblack

>https://www.youtube.com/watch?v=JwkqehE0qco&t=70&ebc=ANyPxKpk3AcVg_xWJantH6tuHjtFHVMZppknX1DLinsmGq8iKvNrTbc4phTK5MPum2xC0denprwbkEzK_GaiCjDlCTwldyFnYg

Puahahaaha!

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Riesumo il post, nel caso foste interessati a questa meravigliosa notizia.

Gli Iron Maiden verranno in Italia a luglio per il loro The Book Of Souls World Tour e si esibiranno in ben 3 date!

La prima sarà il 22 luglio a Milano, al Mediolanum Forum, la seconda a Roma (!!!) il 24 luglio, per il Sonisphere - Rock in Roma all'Ippodromo Capannelle, e l'ultima a Trieste, il 26 luglio in Piazza Unità D'Italia.

Beh, che dire, io sono commossa. :cry:

 

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Guest Ravenblack
3 minuti fa, Hypnotic Soul ha scritto:

Riesumo il post, nel caso foste interessati a questa meravigliosa notizia.

Gli Iron Maiden verranno in Italia a luglio per il loro The Book Of Souls World Tour e si esibiranno in ben 3 date!

La prima sarà il 22 luglio a Milano, al Mediolanum Forum, la seconda a Roma (!!!) il 24 luglio, per il Sonisphere - Rock in Roma all'Ippodromo Capannelle, e l'ultima a Trieste, il 26 luglio in Piazza Unità D'Italia.

Beh, che dire, io sono commossa. :cry:

 

22 luglio a Milano?

Sono tentato, ma è poco probabile la mia presenza.

Mi accontenterò degli Avantasia a marzo. ^^

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3 minuti fa, Hypnotic Soul ha scritto:

Io invece ho preso i biglietti per andare a vederli a Roma. Quando ricapita un'occasione del genere! :XD:

 

Hai fatto benissimo, il 24/7 ci sarà il live giusto? :)

 

EDIT: Si, ho letto sopra. :XD:

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Ho fatto un esperimento.

Mi sono messo in fila Dream of Mirrors dal Rock in Rio, Dance of Death da En Vivo!, la migliore versione live di The Legacy che ho trovato, The Talisman sempre da En Vivo! e The Book of Souls live a Tulsa di settimana scorsa, per vedere il rapporto che intercorre tra questi brani.

E niente, non solo sono giunto alla conclusione che da sedici anni Gers vede regolarmente la Madonna, ma anche che quando scriveva The Book of Souls ha visto tutto l'Empireo.

Segnatamente per Dance of Death, invece, ho proprio finito gli aggettivi. Quella volta è direttamente diventato Dio lui stesso, punto.

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