1. Tears of a Mandrake --- si inizia col botto! Mid-tempone oscuro ed epico, con chitarre granitiche e tastieroni effettati ovunque. Hit del disco, e infatti è un po' la loro Fear of the Dark (nel senso che la infilano ovunque). Riassume un po' tutte le sonorità e le caratteristiche del disco. Voto: 9+, gran lavoro di Tobias dietro il microfono 2. Golden dawn --- GOOOOOOOLDEEEEEEEEN DAAAAAAAAAWN!!!! Mazzata a duecento chilometri l'ora, serrata e travolgente. Tobias eccezionale sul ritornello, e grande lavoro dei due axemen negli assoli. Voto: 9, il crescendo del chorus fa venire i brividi 3. Jerusalem --- inizia aggressiva, poi abbassa i toni e, dopo un paio di strofe, si ricomincia a tirare. Grande ritornello, gran bel testo e stacco strumentale eccezionale. Voto: 9, ci si mantiene su livelli altissimi! 4. All the clowns --- riff ed armonie everywhere. Tipico singolo di lancio, mid-tempo apprezzabile. Voto: 7/8, si fa valere 5. Nailed to the wheel --- arpeggio iniziale, poi la traccia esplode e si parte con un metal duro e puro stile Judas Priest. Voto: 7/8, arrabbiata al punto giusto 6. The Pharaoh --- suite del disco. Molto più metallara della precedente Theater of Salvation e della successiva The Piper never dies, come anche la opener riassume le caratteristiche del disco. Le strofe sono pesanti al punto giusto, il ritornello è epico quanto basta, le sezioni corali sono bellissime. Voto: 9.5, capolavoro del disco 7. Wash away the poison --- ballata del complesso. Apprezzabile, ma non mi fa impazzire. Voto: 7 8. Fallen Angels --- fillerina. Manco me la ricordavo. Voto: 6 9. Painting on the wall --- magnifica. Mid-tempo dal testo sinistro e impreziosito da un'atmosfera quasi epicheggiante. Voto: 9, l'intro all'organo merita 10. Save us now --- tipica traccia alla Sammet: titolo serio e testo demenziale è un divertente inno al loro batterista, che in effetti si fa valere eccome. Voto: 7.5, non un capolavoro ma carina