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“Quanta inettitudine in un solo essere!”
“Detto da te è un complimento”.
Tra fastidiose esalazioni di fumo e agguerriti lanci di coltelli, una sala riunioni piange l’ordine e la disciplina persa.
“Giuridicamente parlando il tuo grado è inferiore al mio”.
“Se continui, sei un uomo morto. Giuridicamente parlando, s’intende” un argentea donna sbraita e osserva con ira l'immenso tavolo bianco, è quasi decisa a lanciarlo in aria; peccato sia ancorato terra causa precedenti voli.
“Andiamo Serafina! Stai scaldando una poltrona! Questa base non è neppure tua! ”
“Ma la comando!”
“Confermo”.
Un nuovo membro si unisce divertito alla conversazione. Colli ornati di sobrie collane o cravatte dai colori spenti si girano verso l’ingresso per osservare il nuovo contendente.
“Perdonate l’attesa” Notum si avvicina con disinvoltura al tavolo e, noncuranti di essere sotto il fuoco incrociato di una nuova disputa, si siede al suo posto. I presenti guardano con disprezzo l’ultimo arrivato, se fosse in orario avrebbero evitato di sorbirsi nuovamente quel triste teatrino.
“La base è sotto il controllo di Serafina fino a nuovo ordine. Queste sono le Disposizioni. I Reggenti e…” Notum osserva dall'alto verso il basso l’abbigliamento di Serafina. “Santissimo Arceus. Come ti sei conciata? Potevi metterti qualcosa di un po’ più corto già che c’eri”.
“Ti prego, non tirare nuovamente in ballo il codice d’abbigliamento. Non lo reggerei” Serafina stringe con vigore il bianco scialle adagiato al collo. In caso di necessità potrebbe essere un’ottima alternativa alla sua fidata arma per fare fuori Notum.
“Notum, che sorpresa. Ti credevo morto”. Dall'altro capo del tavolo, diametralmente opposto a Notum, una scheletrica voce spezza l’imbarazzante discussione.
“E’ un piacere anche per me, Dimitri. Oggi è il giorno delle nuove reclute, rammenti?”
Dimitri annuisce indifferente mentre aggiusta con minuzia il fazzoletto nel suo taschino. “Ah già, è vero. Dimentico sempre il tuo lavoro da balia”.
“Sempre meglio di firmare cartacce standosene seduti”.
Risate derisione, tra cui quelle di Serafina, risuonano come gesso sulla lavagna nelle orecchie di Dimitri.
“Pensavo di essere qui per parlare dei rapporti. Se invece preferite proferire del mio lavoro, levo subito il disturbo” aggiusta nuovamente il fazzoletto.
“Assolutamente, Dimitri. Non vorrei mai privarmi della tua utilissima presenza”. Notum sfila un paio di occhiali da una custodia di pelle sul tavolo e gli indossa, poi batte le mani. I convocati smettono di mormorare tra loro e posano ordinatamente documenti freschi di stampa sopra il tavolo.
"Volete parlare dei rapporti? Bene. Sono con me".
Cliccando un tasto della sua fedele tavoletta, Notum accende degli schermi. All’interno di quelle fini finestre nere si materializzano una serie di dati e cifre interminabili, il resoconto delle varie sezioni e una sgomentata ragazza in posizione fetale.
“Signori. Vi presento il soggetto 42.2, sempre che non la conosciate”. La telecamera ingrandisce Il tetro e sgomentato viso della ragazza. I presenti guardano il bianco volto indifferenti. Osservano il sudore, le tracce di sangue rinsecchito e le profonde occhiaie senza battere ciglio.
“Quella psicopatica...” Le verdi nuvole di fumo esalate dall'appuntito bocchino di Serafina iniziano a ghermire la stanza. “Quanta eleganza… La ragazza è l’argomento principale della riunione. L’ultimo tentativo da noi fatto per ottenere qualche informazione è fallito. Dobbiamo trovare una soluzione al più presto, le pressioni sulla riuscita del nostro compito sono aumentate e… perché devo fare io questo inutile discorso motivazionale? Non mi pagano abbastanza…”
“L’arcicoso ha fallito?” una divertita risata fatta di fumo e denti si forma sulla bocca di Serafina.
“Arcincaricato, Serafina. Si dice Arcincaricato. E sì, ha fallito. Alexander non ha reso onore alla sua fama”.
“Dov’è adesso quel damerino?”
“Non mi è dato saperlo”.
“Sì certo”.
“Perdonami?”
“Non prendiamoci in giro. Tu sai sempre tutto. Probabilmente conosci perfino la marca di biancheria intima che indosso”.
“Non è un’ardua sfida, lo vedo da qua”.
“Spiritoso”.
“E poi non è vero, non so tutto. Rammenti?” trafiggendo le nuvole di fumo con la sola vista, Notum scambia uno sguardo d’intesa con Serafina.
“He he… E’ vero”. I riflessi argentei provocati dai movimenti di Serafina illuminano la stanza.
“Possiamo andare avanti? I vostri puerili segreti non ci interessano. Come se non sapessimo di chi state parlando”Dimitri sciocca le dita ripetutamente e Invita i due a sbrigarsi.
“Sei invidioso amore?”
“Invidioso di avere segreti con te? Oh, no grazie”.
“Ho una gran voglia di soffocarti, sai?”
“Non ne avrai bisogno, i tuoi gas tossici ti precederanno”.
“Non in mia presenza” una voce congela la stanza e provoca una nuova danza di colli.
“Non alzatevi, non c’è bisogno”
Un’alta austera figura, decorata da medaglie alate e stemmi ovali dai colori neri e argentei, attira l’attenzione su di se.
“Tu… qui? E’ successo qualcosa? Notum viene percorso da una scossa. Il corpo, incurvato malamente sulla tavoletta elettronica, si contorce in una nuova forma altrettanto scomoda protesa verso il nuovo arrivato.
“La tua sfrontatezza mi stupisce sempre, Notum”. Il tono della voce risuona volutamente sgradevole. Notum si trattiene dal digrignare i denti.
“Indovina perché sono qui?”
“Il piano C?”.
“Bingo”. Una smorfia sovrasta il medagliato.
“Volevo informarvi dell’arrivo di un altro controllore".
“Un altro? Quanto sono noiosi! E’ il quinto questo mese!” Serafina sbuffa.
“Sesto, per l’esattezza, mia signora. Lo sa quanto sono previdenti, no? Questo è quanto. Se ora volete scusarmi…”
Dopo avere salutato svogliatamente i presenti, si avvia verso un ascensore. Notum rimane a guardare l’imponente figura dissiparsi. Non si stupirebbe se tornasse improvvisamente indietro per riferire qualcosa che aveva <erroneamente> dimenticato di dire prima.
Serafina e Dimitri si scambiarono flemmatici sguardi.
“Bene. Se non ci sono altre interruzioni arriverei al dunque: domani sarà sottoposta a una nuova serie di trattamenti sperimentali”.
“Hanno accordato il permesso di usarli?” Pronuncia serio Dimitri.
“Sì. Ieri è arrivato il permesso. Possiamo procedere al…”
“Tutto qui?” Serafina interrompe bruscamente Notum e, stringendo lo scialle, aspetta la risposta ai suoi dubbi.
“Sì, tutto qui”.
“Fatemi capire. Ho dovuto fare un’ora di viaggio, subirmi le lamentele dei soliti e, ultimo ma non per importanza, mi sono dovuta sorbire voi due tutto questo tempo… per questa idiozia?”
“Sì”.
“Si ammazzi! Non-è-più-di-mia-competenza. E’ tanto difficile da capire? Tra l’altro, non avevo ordinato di affibbiare le riunioni di questo tipo, ovvero inutili, a Notum?”
“Hey!”
“La gente deve smetterla di considerare il mio ruolo una pura formalità. Sono il maledettissimo capo in carica! E non azzardarti a parlarmi di gerarchia Dimitri, altrimenti ti mando a pulire i cessi. Poi voglio vedere chi è sopra chi!”
Sventolando furentemente il suo scialle ed emettendo furiose vampate verdi, Serafina sradica la sedia dal pavimento e, dopo avere emesso un urlo udibile in tutto l’abisso, la scaglia con immensa soddisfazione sul tavolo. Rompendolo.
“Arrangiatevi!”
Girandosi goffamente sui suoi alti tacchi, si allontana dalle macerie. Dimitri tocca esterrefatto il tavolo.
“Siamo sicuri che non abbia ricominciato a impasticcarsi?” Notum Sorride.
“Magari. Si stenderebbe un po’ i nervi".