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DenisNaccari

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On 08 novembre 2015 01:54:53, Keeper of the Seven Keys ha scritto:

 

Welcome to the tavern in the grove

where ancient spirits live and rove

...

Welcome to the Black Hand Inn!

Riascoltato, pareri:

1) The Curse: carina la melodia, ma troppe chiacchiere. sv

2) Black Hand Inn: diretto ed aggressivo. Bello il coro incalzante. 8+

3) Mr. Deadhead: nulla di fenomenale. Un buon coretto e poco più. 6

4) Soulless: un buon pezzo Heavy, onesto e carino. 6

5) The Privateer: si torna su con un brano incalzante all'insegna del Power Metal targato Helloween e Gamma Ray. 7/8

6) Fight the Fire of Hate: MAMMA. Un'inaspettata perla, epica e potente, anche questa puramente Power Metal. 7/8

7) The Phantom of Black Hand Hill: assieme a Black Hand Inn, finora il brano di gran lunga più incalzante e potente. All'acuto di Rolf dopo la prima strofa viene giù tutto. 8+

8) Freewind Rider: una filler. Nulla di che. 5

9) Powder and Iron: idem. Niente di sconvolgente, a mio parere evitabile. 5

10) Dragonmen: dopo un'intro MAGNIFICA, il brano si assesta su tempi incalzanti. Non male nel complesso, si inizia a risalire. 7

11) Genesis (The Making and the Fall of Man): pensata per essere il capolavoro del disco, ci riesce anche, ma non quanto vorremmo. Troppe chiacchiere all'inizio e troppo tempo impiegato per arrivare al dunque, però bridge e coro sono veramente belli, per non parlare della sezione strumentale e degli ottimi arrangiamenti. 8.5

In definitiva, un disco più che onesto per un gruppo arrivato, all'epoca, alla sua ottava uscita in studio. Non raggiunge la bellezza di Pile of Skulls, ma si difende assai bene, soprattutto alla luce delle tre porcherie che seguiranno.

Voto finale: 7

Brano clou: Genesis (The Making and the Fall of Man)

Show stealer: The Phantom of Black Hand HillBlack Hand Inn

Menzione d'onore: Fight the Fire of Hate

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Running_wild_pile_of_skulls.jpg

 

1) Chamber of Lies: capolavoro. Punto. Una delle intro migliori di sempre, e contemporaneamente una perla strumentale incredibile. Chapeau. sv perché tendo a non votare le intro, ma se lo facessi sarebbe un 9 abbondante

2) Whirlwind: la prima canzone vera e propria è questa mazzata di velocità, dal riff facile ma d'effetto. Perfetta opener, nella sua semplicità e potenza. 8+

3) Sinister Eyes: oscura ed epica, è un altro episodio travolgente all'insegna della velocità. Ottimo il ritornello. 8

4) Black Wings of Death: il riff iniziale è una delle cose più maestose che abbiano fatto. Quando poi accelera schiaccia tutto. L'acuto finale è da applausi. 8.5

5) Fistful of Dynamite: la serie di capolavori si ferma per un secondo, ma Fistful of Dynamite è comunque un brano buono e dal ritornello deciso. 6.5

6) Roaring Thunder: midtempo che non ho mai apprezzato troppo. Forse l'unica, vera filler. 6-

7) Pile of Skulls: si ritorna decisamente in alto con un uptempo powerozzo firmato da Axel Morgan. Devastante l'intro veloce, travolgente il riff principale, fantastico lo stacco strumentale. Applausi. 8/9

8) Lead or Gold: brano trascinantissimo dal riff epico e con un coro arrembante (ed è il caso di dirlo). Perfetto da cantare sotto la doccia o nei momenti di fomento. 8.5

9) White Buffalo: fast song arrembante, anche se non ai livelli di Whirlwind o Lead or Gold. 6/7

10) Jennings' Revenge: altro brano d'assalto dal riff spettacolare. Ottimo il lavoro di composizione e arrangiamento da parte di Rolf, soprattutto nel ritornello. Viene proprio voglia di cantare tutti assieme quel "WHO-OH-OH-OH-OOH!". 8.5

11) Treasure Island: IL pezzo dei Running Wild, un sunto perfetto di ciò che Kasparek sa e vuole creare con il proprio gruppo, sia dal punto di vista delle musiche che da quello dei temi. Una cavalcata epica di quasi 10 minuti che ripercorre il romanzo di Stevenson, retta da riff travolgenti, un bridge perfetto per caricare l'ascoltatore ed un ritornello da arrembaggio. La frase melodica nel secondo solo di Axel Morgan è una delle cose più belle che siano state suonate in questo genere. Masterpiece. 9.5

Concludendo, il miglior disco dei RW. Riassume perfettamente il loro percorso fino a quel momento, contiene un sunto di tutti i loro temi (occultismo, libertà, e soprattutto i pirati) e aggiunge una piccola venatura Power (Pile of Skulls) su cui si baserà il loro disco successivo.

Da qui in avanti inizierà una fase di calo che porterà prima a Black Hand Inn (comunque un buon disco), poi all'imbarazzante trilogia Masquerade The Rivalry Victory, per poi riuscire in una ripresa con The Brotherhood e Rogues en Vogue.

Voto finale: 9+

Brano clou: Treasure Island

Show stealer: Pile of Skulls - Lead or Gold

Menzione d'onore: Chamber of Lies

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