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[Traduzione] Rapunzel and The Lost Lagoon [CONCLUSO]


Snow.Queen

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25

 

Cassandra

 

Non puoi invitare persone nel castello finché non le conosci meglio,” spiegai a Raps mentre abbozzava la sua visione per lo sfondo della grande sala. Avevamo avuto una esercitazione di scherma particolarmente estenuante. Marie era era alimentata dalla rabbia nei miei confronti. “Specialmente non ora, quando il libro è scomparso.”

       “Ma Dahlia non mi ha dato ragioni per non fidarmi di lei.” Alzò lo sguardo dal suo disegno. “Pensi davvero che il mio istinto si sbagli?”

       “Penso che sia un istinto non allenato,” risposi.

       “Non è questo che è l'istinto?” chiese.

       “Non quando si tratta di sicurezza.”

       Ci fu un rumore alla porta.

       “Ci penso io,” dissi. “Chi è?”

       “Consegna speciale per la principessa,” disse un uomo mentre Rapunzel saltò giù dal letto per unirsi a me. Le feci cenno di stare indietro. Ero ancora la sua dama di compagnia, dopotutto, ed era mio compito rispondere alla porta. Marco si trovava sulla soglia con tre libri: Antico Saporiano: Guida; il dizionario Saporiano; e Favole di Saporia.

       “Ti ringrazio molto,” dissi.

       “Sì, non vediamo l’ora di leggerli,” disse Rapunzel.

       Li abbiamo afferrati contemporaneamente, e la punta della lancia mi è caduta dalla tasca. Mi abbassai per riprenderla il più velocemente possibile.

       “Cos’era?” chiese Marco.

       “Roccia portafortuna,” risposi.

       “Potrei vederla? Mi interessano sempre le vecchie rocce. Sono come parole antiche, vero? Portando la storia nella loro forma,” disse Marco.

       “No,” dissi. “Roccia portafortuna.”

       “È così superstiziosa,” disse Rapunzel, passando davanti a me. “Se qualcun altro tocca la sua roccia fortunata lei pensa che possa perdere la sua fortuna.”

       “Capisco,” disse Marco. “Nessun problema, anche se di certo non mi sei sembrata il tipo fantasioso.”

       “Non mi conosci bene,” dissi.

       “Credo che me ne andrò,” disse Marco. “Qui c’è una nota di Xavier.”

       Appena Marco se n'è andato, Rapunzel ha aperto la piccola busta. Sembrava impossibile che le enormi mani di Xavier potessero aver scritto delle lettere così piccole. La scrittura era piccola e precisa.

       “Cosa dice?” chiesi.

       “Dove due lingue si incontrano, una terza forma tra loro. Il luogo tra due anime, un luogo che non esisterebbe senza ciò che ciascuna di esse porta con sé. Godetevi l'arte della traduzione!”

       “Eh?”

       “Penso voglia dire che le lingue sono come i colori. Ognuno sta per conto suo, ma quando si incontrano, creano qualcosa di nuovo,” disse.

       “Non capisco,” dissi.

       Mentre Rapunzel copiava le parole nel suo diario, io aprii il dizionario Saporiano, concentrandomi sul titolo del poema che seguiva ‘La Laguna Perduta’: ‘Lunnatee’

       “Significa ‘avere a che fare con la luna,’” dissi.

       “Cosa?” chiese Rapunzel, alzando lo sguardo.

       “ ‘Lunnatee,’ il poema successivo,” dissi.

       “Oh, oh!” disse Rapunzel. Batté le mani, incapace di contenere il suo entusiasmo. “Dobbiamo tornare lì quando brillerà la luna!”

       “È vero che non siamo mai state alla laguna durante la notte,” dissi. “Potrebbe essere un indizio.”

       “Ma l’ultima volta che siamo uscite fuori di notte…” disse.

       Non aveva bisogno di finire la frase. “Sono pronta a correre il rischio se lo sei anche tu,” dissi.

       Si fermò ,toccandosi i capelli.

       “Qui si tratta di Corona,” dissi.

       Annuì solennemente. “E nessun altro lo verrà a sapere,” disse,come se avesse potuto leggermi nel pensiero.

       “Domani,” dissi.

       “Perché non stasera?” chiese.

       “Dobbiamo intervistare gli chef per le dimostrazioni di cucina. E dopo questo, valuteremo i sarti. Non possiamo sembrare come se qualcosa fosse fuori dall'ordinario. E comunque, stasera è nuvoloso. Abbiamo bisogno della luce della luna per essere il più chiaro possibile.”

       “Ma abbiamo tempo?” chiese, i suoi occhi colmi di emozione. “Rimarrai solo per altri cinque giorni. A meno che… hai cambiato idea?”

       “No,” dissi. “Per nulla. Possono succedere tante cose in cinque giorni. È un sacco di tempo.”

       “Se lo dici tu,” disse, immergendo la faccia nel libro.

       “Lo dico io.” dissi.

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26

 

Rapunzel

 

il giorno successivo, le vedute e i suoni del mercato sono stati un piacevole sussulto ai sensi. Ho messo il mantello sulle spalle e intorno al viso, felice di essere un anonima cliente in un pomeriggio movimentato. Cassandra era ad un incontro dedicato a tutti i membri dello staff del castello in preparazione al festival. Con i miei capelli come aiuto, sono riuscita a scendere dalla finestra senza che nessuno si accorgesse che ero sgattaiolata via. Se mi fossi sbrigata, sarei stata via solo per un'ora.

       Per un breve momento, ero libera, e mentre guardavo la situazione intorno a me, il mio cuore mi è schizzato dentro il petto. Nelle vicinanze, una venditrice di spezie ha annunciato una polvere d'arancia che giurava avrebbe animato qualsiasi stufato. E quando mi sono chinata per annusarlo, mi ha fatto lacrimare gli occhi. Ci siamo fatti una risata, e lei mi ha presentato dei mazzi di rosmarino, maggiorana e salvia. Ho chiuso gli occhi e inalato i loro profumi. Avevamo queste spezie nel giardino del castello, naturalmente, ma c’era qualcosa nel vederle disposte sul carrello della venditrice che le faceva sembrare una novità.

       Anche la panettiera con i dolci alla mora e alla panna era aperta, e mi sono assicurata di fare un salto al suo negozietto. L'aroma del burro quasi bruciato mi ha attirato verso il piccolo negozio come una corda invisibile. Una campanella sopra la porta annunciava il mio ingresso.

       “Perché un mantello in una giornata così calda, cara?” chiese la pasticcera. Le sue guance erano rosa e la sua faccia appariva molto più rotonda a causa del cappellino sulla testa.

       “Per proteggermi dal sole,” dissi. “Sono molto delicata.” Una piccola pellicola di sudore si era raccolta sulla mia fronte, e l'ho tamponata con un fazzoletto.

       “Questi cosa sono?” chiesi, indicando le rosette che Cassandra aveva comprato per noi l’altro giorno.

       “Rosette alle more,” disse.

       “Queste sono le mie delizie preferite,” dissi. “Cosa c’è dentro?”

       “È il mio segreto,” disse, mostrandomi un sorriso gioioso.

       Non potevo aspettare di uscire fuori dal negozio prima di divorarne una, e lei rise mentre mi guardava.

       Ora era il momento di mettermi al lavoro—la ragione per cui ero venuta quel giorno, e senza Cass.

       Sapevo quanto Cass adorasse andare al mercato, e ci sarebbe rimasta male se avesse saputo che ero andata senza di lei, ma questo doveva essere un viaggio in solitaria. Prima di tutto, era bello avere una piccola pausa da Cass, che poteva diventare paranoica sulla sicurezza.

       Volevo anche più tempo da sola con Dahlia per discutere del regalo di Cass. Avevo deciso la sera prima che doveva essere un piccolo dipinto, e solo per gli occhi di Cassandra. Ma mi servivano delle provviste.

       Il carretto di Dahlia era decorato con i colori più straordinariamente ricchi: blu intenso e arancioni brillanti, alzavola e marrone, tonalità gioiello; la gamma di colori era più ampia di qualsiasi altro che avessi mai visto.

       “Salve! Sarei passata più tardi per aiutarti a dipingere…” disse Dahlia. Le lentiggini le punteggiavano il naso. I suoi occhi erano verdi e il vestito che indossava, color melanzana, li faceva risaltare come gemme.

       “Sì, ma volevo assicurarmi di incontrarti da sola per il mio progetto segreto. Potresti mostrarmi la tua ultima spedizione di colori?” chiesi.

       “Una nave è arrivata all’alba con nuove sfumature da Skaron. Hanno i migliori colori di tutto il mondo.”

       “Wow,” dissi mentre lei apriva un cassetto e mostrava oltre un centinaio di colori. “Non posso nemmeno spiegare quello che sento in questo momento. Le possibilità di espressione stanno esplodendo nella mente.”

       “Rapunzel, sei una vera artista, non è vero?” chiese.

       “Sì,” dissi. E mi sentivo bene a dirlo. Finalmente, qualcuno che voleva parlare della stessa cosa di cui volevo parlare io!

       “La pittura è la mia preferita,” disse Dahlia. “Anche se mi piace anche disegnare. Vorresti vedere i miei pastelli?”

       “Mi piacerebbe,” dissi.

       Stava rivelando un vassoio di colori stupendi quando ho sentito un colpetto sulla spalla.

       “Rapunzel?”mi girai attorno e vidi Cassandra. “Cosa ci stai facendo qui?”

       “Stavo solo prendendo un po’ di colori per il festival,” dissi. Perché mi sentivo come se mi fossi messa nei guai?

       “Devo davvero riportarla al castello,” disse Cassandra a Dahlia. Girandosi verso di me, disse, “Non dovresti uscire senza di me. O una guardia.”

       “Voleva solo alcuni colori,” disse Dahlia. “Qual è il reato in questo? Principessa, volete che vi porti questi colori al castello più tardi?”

       “Mi piacerebbe,” dissi. “Potresti venire direttamente nella mia stanza?”

       “Sì,” disse Dahlia.

       “Rapunzel è impegnata,” disse Cass, portandomi via. “Deve prepararsi per un incontro di scherma davanti all’intero regno. Deve incontrare venditori, partecipare a conferenze e rappresentare a tutto tondo la famiglia reale. Non avrà il tempo di socializzare con una sola persona per più di qualche minuto.”

       Dahlia si è tirata indietro e mi ha lanciato uno sguardo interrogativo.

       Va tutto bene, dissi a voce bassa. “Ci vediamo allora!”

       Dahlia sorrise speranzosa verso di me.

       “Dobbiamo riportarti a casa,” disse Cassandra, portandomi via. “Hai perso la testa? Potresti essere ancora più limitata se i tuoi genitori sapessero che sei al mercato senza di me. Ed invitare qualcuno nella tua stanza personale? Questo infrange ogni regola esistente.”

       “Sto bene,” la rassicurai. Se solo sapesse che ero lì per lei, per comprare gli strumenti per creare un dipinto che l’avrebbe convinta a restare a Corona, dove apparteneva.

 

 

Più tardi quella sera, dopo aver intervistato la nazionale di bocce e aver testato la scorrevolezza e la regolarità del campo con il capitano della squadra, e dopo aver avuto un incontro il team dell'uncinetto e aver ammirato le loro elaborate e delicate coperte, Cass ed io siamo tornate nella mia stanza.

       “Hai lasciato la porta aperta?” mi chiese Cass mentre la spingeva.

       “Cielo, no,” dissi.

       “È strano,” disse Cass. “Perché quando ho provato ad aprirla, l’ho chiusa a chiave, il che significa che era aperta.”

       “Chiudo sempre la porta. Comunque, non eri tu l'ultima qui dentro, quando hai preso la mia attrezzatura da scherma?” chiesi. “L’hai dimenticato?”

       “Per favore,” disse mentre accendeva un fiammifero. “Un grave errore del genere nel protocollo non avrebbe mai—”

       Accese la lanterna centrale. Entrambe sobbalzammo.

       Gli scaffali erano stati fatti a pezzi—i libri erano ovunque. La porta del mio armadio era aperta, gli abiti sparsi sul pavimento. I cuscini del divano sono stati rovesciati. I miei cassetti personali erano stati estratti dal mio scrittoio, tutte le mie collezioni e le mie carte erano state frugate.

       Ho immerso la mano sotto il materasso, dove il mio diario è rimasto intatto, al sicuro.

       Grazie al cielo, pensai mentre le lacrime scendevano lungo le mie guance.

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27

 

Cassandra

 

L’intruso in realtà non aveva preso nulla, e questo rendeva il tutto ancora più snervante.

       Rapunzel ed io andammo alla laguna quella sera. Avevamo deciso che a discapito dell’intrusione—o meglio, a causa di essa—saremo dovute andare alla laguna come avevamo programmato.

       Non l’avrei mai mostrato, ma ero scossa. Qualcuno aveva osato fare irruzione nella camera della principessa? Che razza di persona farebbe una cosa del genere? E dov’erano le guardie? A giocare a carte? A fare un sonnellino? A chiacchierare? Era una buona cosa il fatto di andarmene da qui—dove gli standard erano caduti. Eppure il mio stomaco si agitava. Chiaramente hanno bisogno di me più che mai. Sono l'unica persona sul posto in grado di fare il lavoro come si deve.

       O lo ero?

       Questo era successo sotto ai miei occhi. Ho stretto il fianco, dove si era formato un dolore.

       Dove avevo sbagliato?

       Dopo aver sistemato la stanza di Rapunzel, avevamo fatto tutto secondo la nostra routine. In aggiunta ai compiti del Festival della Luna Nascosta, Avevamo cenato con i suoi genitori e gli Hervaniani. Marie era ancora in collera con me, ma non credevo che questo fosse opera sua. Una persona così meticolosa come lei non avrebbe lasciato quel tipo di disordine. Raps ha fatto una passeggiata serale con Eugene e una chiacchierata al fuoco con la regina prima dello spegnimento delle luci. Durante quel tempo, mi stavo preparando per il festival, verificando con tutte le domestiche e assicurandomi che avessero capito i loro compiti.

       Non volevo allertare le guardie riguardo l’intrusione—sarebbe stato un disastro. Mio padre sarebbe intervenuto, e io non volevo rischiare che scoprisse della laguna. Ma l’intrusione aveva definitivamente reso la nostra missione ancora più urgente. Chiunque avesse fatto irruzione era in perquisizione, e avevo la terribile sensazione che qualcun altro fosse alla ricerca dell’antico potere. Chi altro avrebbe potuto evitare un'irruzione nel suo portagioie? Ogni ladro degno di questo nome saprebbe che il suo contenuto vale una fortuna. Non era quella la fortuna che cercava l'intruso.

       Alle dieci e mezza Raps e io siamo scesi in punta di piedi dalla scala sul retro, attraverso la cucina e fuori dalla finestra della dispensa. Da lì abbiamo fatto una folle corsa verso la laguna. Ora, mentre camminavamo attraverso la foresta che ci era diventata così familiare, ho cercato di far sapere a Rapunzel quanto dovesse essere prudente quando si trovava in mezzo a degli estranei.

       “Credo sia stata Dahlia,” dissi.

       “Cosa? Perché mai dovrebbe essere stata Dahlia?” chiese.

       “C’è qualcosa di subdolo in lei. Non mi sorprenderebbe se desiderasse conquistare il regno,” dissi.

       “Cosa? Te lo dico io, ti sbagli di grosso,” disse Raps. “Kinnaird ha detto che LaFleur stava studiando la geografia regionale…”

       “Stava scrivendo un balletto!” dissi. Avevo chiuso con LaFleur come sospettato. Doveva essere qualcuno di nuovo—qualcuno che non conoscevo bene. Chi era stata l’aggiunta più recente nelle nostre vite? Chi si era fatta strada nel cuore di Raps? Dahlia. In più, ci ha sentiti parlare dell’antico potere. Ho spostato da un a parte alcuni rami mentre il burrone familiare iniziava a vedersi. “Se non sarò qui a proteggerti, non potrai andare in giro ad invitare gente nelle tue camere! Per quello che ne sai, potresti invitare un nemico del paese proprio nel cuore del castello! È questo quello che vuoi?”

       “Quello che vorrei è avere amici,” disse. Con mia sorpresa, ha preso il mio braccio con delicatezza ma con fermezza. “Stai iniziando a parlare come i miei genitori.”

       “È ridicolo.”

       “Non tutti stanno cercando di farmi del male, Cass. O farne a te.”

       “Ad eccezione di quel qualcuno che è entrato nella tua camera!” dissi, più bruscamente di quanto intendessi fare. “Ti fidi di chiunque, e questo non è appropriato!”

       “E tu non ti fidi di nessuno,” disse, incrociando le braccia. “Non di Dahlia, non di Eugene. Nemmeno di me… non più.”

       “Mi fido di Gufo. E di Fidella e Maximus. E anche di Pascal. Ecco. Sono quattro… esseri.”

       “Forse è stato un comune ladro,” suggerì.

       “Chi non vorrebbe i tuoi gioielli?” dissi.

       “Mi fido di lei, quindi ti prego di dare a Dahlia una possibilità! È così creativa e una compagna artista. Tu non hai mai voluto parlare di cose artistiche con me,” disse.

       “Questo non è vero,” dissi. “Voglio dire, credo di essere un po' scettica quando inizi a parlare di vedere l'aura delle persone e la sensazione che il verde ti dà, o di come qualcosa sia così bianco che praticamente ha un suono…”

       “Ma alcune volte ho bisogno di parlare di queste cose, proprio come tu vuoi parlare di armature o punte di lancia,” disse.

       “Ma quelle cose sono interessanti,” dissi.

       “Humph,” disse Raps.

       “Doppio Humph,” dissi.

       “Accidenti! Cass! Potresti aprire la tua mente… solo un poco?” chiese Rapunzel.

       “No,” dissi.

       “Non è stata Dahlia,” disse. “Non cederò su questo. Lo so. Lo sento dentro di me.”

       “Okay, okay. Ti credo,” dissi.

       “Davvero?” chiese, felice.

       “Sì, va bene. Parla pure con lei durante il Festival della Luna Nascosta. Ma non andare oltre le aree pubbliche.”

       “Ti ringrazio,” disse Rapunzel. Ci siamo guardate l'un l'altra, sembrava che ci fosse una sorta di gara a chi fissava di più. “Lo facciamo, o cosa?”

       “Oh, non c’è modo che io non lo faccia,” dissi.

       Ora che i capelli di Rapunzel erano lunghi, potevamo attraversare il burrone in poco tempo. Rapunzel ha gettato i capelli attraverso la voragine e li ha avvolti intorno a un ramo d'albero. Solitamente, mi avrebbe lasciata aggrapparmi alla sua schiena in modo che potessimo attraversare insieme. Ma stasera, mentre lei volata sopra le rocce scoscese verso la laguna, mi ha lasciata dall’altro lato per esplorare l’area per conto mio.

       “Grazie tante,” mormorai sottovoce.

       “Wow,” la sentii dire dall’altro lato mentre io ho lottato per attraversare il passaggio scomodo.

       “Cosa?” chiesi, asciugandomi il sudore dalla fronte. La luna era al suo zenith, brillando intensamente dall’alto del cielo. L’acqua fresca mi attraversava i piedi. “Sono gioielli? Armi? Cosa vedi?”

       “È così bello,” disse Rapunzel. “Credo che la laguna abbia una marea proprio come l'oceano. L'acqua è più alta.”

       “Ma cosa vedi?” chiesi ancora, camminando per il burrone. “Sono gioielli o no?”

       “Non posso dirlo!” rispose.

       Quando arrivai dall’altro lato, Rapunzel aveva la gonna raccolta nelle mani e stava dentro alla laguna fino alle ginocchia, fissando l’acqua come se fosse in trance.

       “Cass, guarda!” indicò verso un banco di pesci luminosi come gocce di luce solare. “Ho sentito parlare di pesci che cambiano colore la sera, ma non li avevo mai visti prima.”

       “Whoa!” dissi mentre giravano intorno ai gioielli, che ora sembravano anch'essi di un giallo scintillante.

       “I gioielli devono avere qualche potere segreto a mezzanotte,” dissi. “Dobbiamo prenderli.”

       “A parte i miei capelli,” disse. “Non posso rischiare di bagnarli.”

       Aveva ragione. La regina Arianna non sarebbe contenta se Raps si presentasse con una testa gocciolante di capelli. Non era facile asciugare venti metri di ciocche infrangibili—ci volevano ore di esposizione alla luce diretta del sole. Rapunzel ed io avevamo inventato un milione di ragioni per cui aveva bisogno di lavarsi spesso i capelli per coprire altre uscite in laguna, ma eravamo sempre tornate di mattina, quando avevamo tempo per quegli occultamenti. Ora non avevamo tempo per quello, e non c’era modo che i suoi capelli si sarebbero asciugati da soli.

       “Vado a prenderli,dissi.

       Mentre Rapunzel aspettava sulle rocce, mi sono tuffata per prendere le gemme scintillanti, ma quello che mi è venuto in mente invece sono le stesse pietre che conoscevamo da mesi. Era tutto solo un inganno della luce.

       “Tanti saluti alla grande arte della traduzione,” dissi. “Non siamo più vicine a capire questa poesia.”

       “Cosa ci sfugge?” chiese Rapunzel. “Ci sta sfuggendo sicuramente qualcosa. Quest’acqua è troppo magica per essere… solo acqua.”

       “È abbastanza grande là dentro,” dissi, sguazzando intorno.

       “Non esagerare!” disse Rapunzel.

       “Scusa,” dissi, e poi l’ho schizzata.

       “Oh!” disse, e poi mi spruzzò a sua volta.

       “Pensi che cambierò colore anche io, se nuoto con quei pesci?” chiesi. Era divertente prenderla in giro. “Nuoterò solo fino alla cascata e tornerò indietro e poi torneremo al castello.”

       “Okay,” disse Rapunzel, con le breccia incrociate.

       Mi sono tuffata sott'acqua e ho nuotato il più a lungo possibile trattenendo il respiro. Il mio obbiettivo era arrivare alla cascata senza riemergere per prendere fiato, e ci ero quasi arrivata. Quando sono riemersa, sul punto di inclinare la testa sotto l'acqua impetuosa, ho urlato sorpresa.

       La faccia di Rapunzel scrutava dall'altro lato della cascata.

       “Ah!” dissi.

       “Ti ho fregato!” disse. Mi prese da sotto le braccia.

       “Ahhh!” dissi ancora mentre lei usava i suoi capelli per guadagnare slancio e farci oscillare entrambe intorno al ramo dell'albero, poi in alto nell'aria. A quello che sembrava lo zenit della luna, si è lasciata andare.

       Ci siamo guardati a mezz'aria e, urlando dalle risate, ci siamo immersi nella laguna.

       “Battaglia d’acqua!” dissi, ridacchiando mentre riemergevo.

       “Ne sei davvero sicura?” chiese, i suoi occhi brillavano con malizia. Si afferrò i capelli, che gocciolavano come la coda di una balena.

       “Ecco, in effetti…” iniziai a dire.

       “Troppo tardi!” disse allegramente, e scuotendo la testa, ha gettato i suoi capelli fradici e bagnati sulla laguna, creando una mini tempesta di pioggia.

       “Non è giusto,” dissi, togliendomi l’acqua dagli occhi. “Ehi—se spingiamo insieme queste rocce, pensi che potremmo fare uno scivolo, come sopra la cascata?”

       “C’è solo un modo per scoprirlo,” disse Rapunzel.

 

 

Tornando al castello, abbiamo escogitato alcune soluzioni creative per asciugare i capelli di Rapunzel nel modo più rapido e silenzioso possibile. Per prima cosa abbiamo usato ogni asciugamano che abbiamo trovato per strizzarli il più possibile—ma non era abbastanza. Poi abbiamo appeso i suoi capelli fuori dalla finestra e abbiamo sperato in una forte brezza.

       “Dovremo creare la nostra brezza!” disse Raps, la sua guancia appoggiata sul davanzale.

       Chiamai Gufo, che portò gli altri gufi. Hanno sbattuto le ali e hanno fatto volare i capelli di Raps nell'aria fino a quando non si sono quasi asciugati.

       “Questo è un po' strano,” disse Raps.

       “Io penso che avremo bisogno di un po’ più di tempo per risolvere la questione,” dissi.

       “Davvero?” chiese Raps. “Perché? Hai cambiato idea?”

       “No,” dissi fermamente. “È solo che ci sono state due violazioni della sicurezza ultimamente—il libro rubato e l’intrusione.”

       Uno dei principi guida della guardia diceva: Dove c'è bisogno di soldati, noi ci presentiamo, preparati e pronti ad affrontare la battaglia. Chi ero se me ne fossi andata via in mezzo a questo caos? E per quanto riguarda questo mistero, eravamo vicine. Lo sentivo con ogni fibra del mio essere.

       “Lo sai che potremo trovare l’antico potere della laguna insieme,” disse, come se fosse riuscita a leggermi la mente. Poi un’ombra attraversò il suo viso. “Ma il festival è domani…”

       “Allora dovremo tornare alla laguna domani notte dopo la fine del festival,” dissi. “Io porterò le mie mappe, tu i dizionari. Tradurremo ogni singola parola di questo poema e andremo a fondo a questa storia. Poi avrò adempiuto a tutti i miei obblighi verso Corona.”

       “Sembra perfetto,” disse Rapunzel mentre i gufi continuavano ad asciugarle i capelli. “Aspetta—domani c’è l’eclissi. E abbiamo bisogno della luna secondo il poema…”

       “Oh, giusto… Immagino che dovrà essere la notte successiva, allora.”

       Raps sembrava speranzosa. “Rimarrai un giorno in più?”

       “Solo uno,” dissi, sembrando più sicura di quanto lo fossi veramente.

       “Okay. Questo sarà divertente,” disse, sfoggiando il suo sorriso più luminoso mentre i gufi continuavano i loro movimenti e le loro azioni.

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28

 

Rapunzel

 

All'alba del festival, tutti si vestivano di bianco per rappresentare la luna che quella notte sarebbe stata assente, proprio come aveva descritto Dahlia. Con i mentori che guidano gli abitanti del villaggio in posizione, la folla ha formato una forma a mezzaluna.

       Marie ed io stavamo sul balcone con la nostra attrezzatura da scherma, accogliendo le masse di persone. In base alla sua parola, il suo abito è stato ricamato con i simboli storici di Corona. Il suo lavoro di ricamo era preciso come il suo stile di battaglia. Dovevo ammetterlo, il mio avversario era vestito per il successo. Il mio vestito aveva un gigantesco emblema del sole, l'ho toccato con il pugno e ho salutato la folla. Hanno fatto il tifo per entrambi. Poi Marie ha iniziato la sua solita serie di allungamenti e di mosse di arti marziali. Ho fatto dei respiri profondi e concentrati.

       Cass mi ha sistemato la maschera mentre mi faceva un discorso di incoraggiamento. “Ricordati,” disse. “La scherma è tanto mentale quanto fisica. Rimani concentrata.”

       “Capito. E per quanto riguarda i capelli?” chiesi. “Sono off-limits?”

       “Per appropriarsi di una spada, sì, ma per quanto riguarda la tecnica di distrazione… Beh, non vedo nessun problema.”

       “Potrebbe essere divertente,” dissi. “Marie è sempre pronta per una sfida.”

       “Aspetta un momento, cosa sta facendo?” chiese Cass, indicando verso LaFleur, che con il suo gruppo di ballerini stava distribuendo candele alla folla. Si distingueva con la sua veste bianca orlata d'oro brillante. Indossava anche un elaborato copricapo con le stelle filanti che ne fuoriuscivano.

       “Sembra che stia cercando di aggiungere un po' di atmosfera?” dissi mentre le piccole luci sembravano moltiplicarsi.

       “O di iniziare un incendio!” disse Cass. “E ovviamente il regolatore di incendio non è in vista da nessuna parte. Ugh! Dovrò andare laggiù e tenere d'occhio la situazione. Dopo di che farò da arbitro per la partita di bocce, e poi farò da assaggiatore reale per la grande gara di cucina.”

       “Scommetto che ci saranno tanti dolci fantastici,” dissi. “Torte di mele e torte al cioccolato, pasticcini e meringhe, tortini e—”

       “Sì, beh, preferirei condurre una dimostrazione di armi,” disse Cass, stringendomi la cintura. “Ma l’hanno assegnato alle guardie. Buona fortuna! Non perderò di vista LaFleur fino a quando ognuna di queste candele non sarà spenta. Altrimenti le dita dei piedi che scintillano laggiù ci trasformeranno tutti in fuliggine.”

 

 

       Salve,” mia madre chiamò la gente mentre lei e mio padre si univano a Marie e me sul balcone. “E benvenuti al primo evento del Festival della Luna Nascosta!” La folla applaudiva. “Siamo lieti e onorati di avere Lady Marie di Hervan che si unisce alla nostra cara principessa Rapunzel in un'amichevole di scherma per dare il via ai festeggiamenti.” Ancora una volta gli applausi ci travolsero come un’onda. Le mie dita iniziarono a tremare dal nervoso e dall’emozione. “Siete pronte, ragazze?”

       “Certo,” dissi con il sorriso.

       “Sempre,” disse Marie. La sua fierezza mi sorprendeva ancora.

       Prêtes Allez!” urlò Papà.

       Abbiamo parato e contrattaccato e, in breve tempo, Marie ha fatto una finta e ha segnato un punto. Il pubblico ha applaudito la vittoria di Marie e poi ha intonato il mio nome. Era un incontro amichevole, naturalmente, ma la gente non riusciva a trattenersi dal divertirsi. Marie ha assunto una posizione pronta, mentre io riacquistavo la mia compostezza. Sentivo Cass nella mia mente, che mi diceva di concentrarmi e di elaborare una strategia. Come aveva detto, la scherma è tanto mentale quanto fisica.

       “Trova la debolezza mentale del tuo nemico,” aveva istruito Cass. “Questa è la chiave.”

       Il mio respiro era forte e ritmico sotto la copertura della maschera facciale. Orgoglio, pensai mentre incontravo lo sguardo di Marie. La sua debolezza è l’orgoglio.

       Prima che potessi esprimere altri pensieri, Marie si è lanciata e ha segnato un altro punto. Con la coda dell’occhio, vidi l’espressione preoccupata di mia madre.

       Questo fa parte del piano, pensai, fingendo una mossa, che Marie ha rapidamente invertito, segnando ancora una volta. Gli abitanti erano silenziosi. Ho immaginato che non volessero vedere la loro principessa sconfitta così. Gli occhi di Marie stavano sorridendo. La sua fiducia era aumentata. Ora era il momento!

       Mi sono allontanata da lei, facendo sì che la mia treccia creasse uno scudo vorticoso intorno a me. Con una danza e un affondo basso, ho attaccato e ho segnato un punto mio. La folla applaudiva. Marie sorrise. Questa era una sfida!

 

. . .

 

 

"Ok, allora, per quanto riguarda il mio progetto speciale," iniziai a raccontare a Dahlia dopo la gara di scherma. Marie ed io avevamo combattuto con tutto il cuore. Alla fine, fu un pareggio. Ed ad entrambe andava bene così.

       “Tu hai dimostrato di essere un avversario degno di nota,” disse Marie con un inchino.

       “Tu sei l’ospite migliore,” dissi. “perché ci sfidi ad essere all'altezza della situazione.” Era raggiante.

       Ora io e Dahlia eravamo nella sala grande, sistemando gli ultimi ritocchi finale dello sfondo per il banchetto, e sussurravo perché non volevo che nessuno mi sentisse. Sapevo che parte del potere del mio dono a Cassandra sarebbe stato l’effetto sorpresa, quindi non volevo che nessuno sentisse il mio piano.

       “Puoi parlare più forte?” chiese Dahlia sopra al baccano. “Non riesco davvero a sentirti.”

       “Voglio creare qualcosa di veramente insolito,” ho sussurrato, salutando i passanti.

       “C'è un modo per andare in un posto un po' più tranquillo?” chiese Dahlia.

       “Certo,”dissi, anche se le parole di Cass sul fatto di lasciarla andare oltre gli spazi che erano stati resi pubblici mi risuonavano nella testa. “Seguimi.”

       Andammo verso la libreria, ma era piena di gente. Kinnaird stava intrattenendo i bambini—e un raggiante Eugene—con i racconti di Flynn Rider.

       Abbiamo provato la sala da pranzo reale, ma gli chef lì dentro erano così impegnati a dimostrare le tecniche di preparazione del brodo ai cuochi di casa che ho capito che eravamo in mezzo ai piedi.

       Provammo la stanza del guardaroba, ma i sarti reali stavano dando lezioni sui più recenti metodi di cucito a una folla di sarti.

       Siamo andati anche nei giardini, ma i manutentori del terreno e i giardinieri stavano conducendo dei tour educativi.

       “Vieni in camera mia,” dissi. Avevo tempo prima del mio prossimo evento e al ballo mancavano ancora un paio d’ore. Per fortuna, le guardie erano così distratte da tutte le attività del castello che fui in grado di far sgattaiolare Dahlia su per la scala di servizio di nascosto.

       Sapevo che Cassandra non ne sarebbe stata contenta, ma davvero pensavo che stesse esagerando. Niente di Dahlia sembrava pericoloso. Era semplicemente un artista di talento, non un nemico dello stato. Cass stava vedendo solo il lato oscuro, come al solito.

       “Quindi è così che è la stanza di una principessa!” disse Dahlia, disse, considerando gli alti soffitti, le enormi finestre incorniciate da tende scorrevoli, e il mio enorme letto.

       “Sì,” dissi. “Questa è la mia stanza.”

       Mentre Dahlia passava le mani lungo le intricate mattonelle intorno al mio caminetto, ammirandone il design, sapevo di aver sempre avuto ragione. Le importava solo dell’arte.

       “Raccontami di più riguardo questo progetto,” disse Dahlia, le sue fossette che si accentuavano con il suo sorriso.

       “Beh,” dissi, accomodandomi su un cuscino posto sul pavimento. “Voglio creare qualcosa di davvero speciale.” Le cose stavano andando così bene con Cass ultimamente. Il regalo perfetto poteva essere tutto quello di cui lei aveva bisogno per convincerla a restare. Era strano, ma sentivo come se potessi parlare con Dahlia riguardo i miei pensieri artistici senza nessun imbarazzo. Cassandra probabilmente si sarebbe presa gioco di me, ma Dahlia stava annuendo in un'autentica comprensione. Ho fatto un gesto ad un cuscino abbinato mentre Pascal accendeva il camino.

       “Cosa avevi in mente?” chiese Dahlia incrociando le gambe, stringendo il mento in mano e appoggiandosi.

       “La scena è una splendida…” mi fermai. Avevo promesso di non raccontare a nessuno della laguna, quindi cercai di farla sembrare una cosa teorica. Cercai di uscirne con un sinonimo per laguna e pensai ad una parola di Marco. “Scogliera.”

       “Una scogliera,” disse Dahlia, contemplando la parola. La sua faccia si illuminò nella luce rosata del fuoco. “Una brutta parola per un posto probabilmente meraviglioso. Mi piace. Ho un debole per le contraddizioni.”

       “Voglio dipingere la luce del mattino alla scogliera. E voglio sentirla magica,” dissi. “Il colore deve essere etereo.”

       “Mmmm,” disse Dahlia. “Percepisco il viola. Percepisco delle trame lisce.”

       “Sì,” dissi. “Ma questo è solo lo sfondo.”

       “Vai avanti.”

       “Il primo piano sarà un ritratto di me e Cassandra,” dissi.

       “Ne sei sicura?” chiese, alzando un sopracciglio.

       “Lei non è come pensi,” dissi. “È la persona più straordinaria che abbia mai conosciuto.”

       “Davvero?” chiese Dahlia con genuina curiosità.

       “È divertente e forte e così, così intelligente,” dissi mentre Dahlia sorrideva e annuiva. La sua apertura mentale era rinfrescante.

       “Cominciamo,” disse Dahlia.

       “Si alzò e aprì la sua valigetta, che era piena dei cuoi colori importati. Alla fine doveva avere circa duecento colori e venti pennelli differenti. “Sei interessata a penna e inchiostro?” Ha aperto l'ennesima custodia con penne di vario spessore e pennini di inchiostro nero fine. Le possibilità creative erano senza fine.

       “Mi piacciono queste,” dissi, prendendo una delle penne.

       “Anche a me piace molto la penna e l'inchiostro in questo momento,” disse.

       “E vorrei che questo dipinto sia piccolo.” Ho alzato le mani per dimostrarlo.

       “Perché?” chiese Dahlia, la testa si inclinò con curiosità.

       “La gente pensa sempre che grande è migliore, ma a volte gli oggetti più preziosi sono piccoli, perché sono privati.” dissi. Questo era vero. Ma la ragione principale per cui volevo che il dipinto fosse piccolo e leggero era che potesse stare all'interno di un cassetto dove poteva essere nascosto in modo che nessuno avrebbe mai immaginato che fossimo stati alla laguna. Naturalmente, volevo anche che fosse piccolo abbastanza in modo che potesse entrare nella borsa di Cassandra in caso volesse ancora andarsene. “Questo oggetto deve essere portatile.”

       “Mi piace,” disse Dahlia, la sua faccia si illuminava. “In realta' mi sono appena venuti i brividi. L'arte è appesa alle pareti, ma perché non dovrebbe essere trasportata? Abbiamo sempre bisogno di un po’ di arte con noi. Almeno, io sì.” sorrisi. “Ho portato del legno per fare una cornice,” continuò. “e le tele, ovviamente. Mostrami ancora quando vuoi che sia grande?”

       Estrassi il mio diario e lo tenni in mano. “Più o meno queste dimensioni.”

       “È un diario?” chiese Dahlia. Io annuii. Ci passò sopra le mani. “È stupefacente.”

       “Grazie,” Ci avevo pensato molto a renderlo mio con qualche disegno. Era bello essere apprezzati.

       “Posso tenerlo?” chiese.

       “Sì, ma preferirei che tu non vedessi l’interno,” dissi.

       “Mai,” disse Dahlia, ammirando i fiori che avevo aggiunto alla copertina per renderla mia. “Volevo solo toccarlo. Questi tocchi che hai aggiunto sono così creativi. Ti fanno sentire molto... te.”

       “Grazie,” dissi, stupita che qualcuno che a malapena mi conosceva potesse capirlo. “Aspetta, e se facessimo due tele, incernierate insieme, che si chiudessero come un libro?”

       “Tipo un medaglione?” chiese Dahlia, gli occhi si spalancavano.

       “Uh-huh,” dissi. “Potremmo finire l'esterno,in modo da farlo sembrare un libro, ma sarebbe davvero un doppio quadro!”

       “Geniale!” disse Dahlia. “Fammi vedere che equipaggiamento ho. Scommetto di avere un fermaglio che funzionerà come rilegatura. Faccio anche gioielli, sai.”

       “Davvero?” chiesi. Lei annuì mentre cercava in una tasca della sua borsa. “Voglio davvero saperne di più. Ho realizzato questo braccialetto che indosso.”

       Le mostrai la pietra della laguna incastonata nel pezzo di pelle avvolto attorno al mio polso.

       “Posso vederla?” disse. Allungai la mia mano. “Posso provarlo?”

       “Scusa, io, um, non sono intenzionata a toglierlo.”

       “Perché no?” chiese, i suoi occhi inquisitori incontravano i miei in una mini sfida.

       Io e Cassandra non avevamo mai detto apertamente che non dovevamo mai toglierci i braccialetti, ma da quando li ho realizzati, nessuna di noi l’ha fatto. Era una parte del mio braccio tanto quanto la piccola lentiggine alla base del pollice, o le vene che si incrociavano sotto la pelle pallida del polso.

       “Voglio solo vedere com’è fatto,” disse Dahlia. “Non lo prenderei mai. Sono impressionata che tu l’abbia realizzato da sola. Ho sempre pensato che come principessa tu avessi tutti i gioielli che potessi desiderare, giusto?”

       “Sì, ma mi piace creare cose,” dissi.

       “Anche a me,” disse Dahlia. “È piu' o meno quello che mi rende... me. E hai scelto una pietra così insolita. Dove l’hai trovata?”

       “Sulla spiaggia,” dissi. Non era una bugia. Era solo che si trattava della spiaggia della laguna, non dell’oceano.

       “Se ti interessa, posso anche insegnarti alcune tecniche avanzate di creazione di gioielli,” disse.

       “Sai cosa? Sono stata sciocca. Posso togliermelo,” dissi, e sciolsi il nodo in pelle. “Ecco.”

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29

 

Cassandra

 

Forse non devo andarmene, pensai mentre passeggiavo per il tranquillo mercato dopo aver arbitrato il torneo di bocce. Ero stata mandata lì per lo zucchero perché i cuochi l'avevano finito e la riserva doveva essere rifornita prima della gara di cucina. Molti dei venditori erano al Festival della Luna Nascosta, ed è stata una cosa veloce. Vedendo tutti i diversi negozi e le bancarelle, mi sono ricordata il motivo per cui amavo così tanto questo posto. Mi sono guardata intorno in cerca di quella noiosa pittrice, ma non la vidi. Immagino che alla fine fosse andata al festival per aiutare Raps. Non mi fidavo di quella ragazza, ma fin quando stavano sotto l’occhio pubblico, non c’era molto che potesse fare.

       Ho pensato di più alle mie opzioni. Se fossi rimasta a Corona, sarei diventata capitano della guardia. Rapunzel mi avrebbe messo nella posizione, senza dubbio. Se fossi andata da un altra parte, sarei stata un’estranea. Alla gente non piacciono gli estranei. A me non piacciono. Mi ci potrebbe volere molto tempo per trovare un posto nella guardia, se ne trovassi uno. Almeno qui ero in compagnia della futura regina.

       E Raps sarebbe stata una buona regina, anche se non ci credeva ancora. Prendeva in mano il controllo quando ne aveva bisogno. Non mi aveva fatto sentire strana riguardo al fatto di non sapere come nuotare. Ed era leale… tranne la parte in cui ha raccontato a Eugene sulla nostra serata fuori. Ma era rimasto in silenzio. Forse faceva parte dell'essere sotto l'incantesimo d'amorefai quello che dice l’altra persona quando si tratta di cose del genere. Sicuramente non gli aveva detto nulla della laguna. Ero alla ricerca di qualsiasi conoscenza che potesse avere. Il ragazzo era un libro aperto. Era chiaro che non sapeva nulla.

       In più, io e Raps eravamo un’ottima squadra. Ero stata io a scoprire i tre alberi. Ma era stata lei a portare alla luce l'antica poesia che mi aveva fatto scoprire la laguna. Io avevo fatto il lavoro di base, ma lei aveva dato al lavoro uno scopo collegandolo al più antico e grande potere di Corona. Io l’avevo condotta alla laguna, ma lei mi aveva fatto superare la mia paura dell’acqua. Io le avevo mostrato la libertà, lei mi aveva insegnato come nuotare.

       Questo era il punto. Il capitano della guardia e la famiglia reale avevano bisogno di quel livello di cooperazione. Dovevano lavorare insieme per mantenere le persone al sicuro e felici.

       Nel bel mezzo dei miei pensieri, sono andata a sbattere contro il panificio. Il mio stomaco brontolava mentre l'odore della panetteria si diffondeva verso di me. Rotoli di more!

       Ho deciso che dovevo procurarmene un po' per Rapunzel. Adorava queste cose.

       “Posso aiutarti, cara?”chiese la pasticcera.

       “Sì. Prendo quindici sacchi di zucchero per il castello e due rotoli di more da portare via.” Le ho dato i soldi.

       “Questi sono diventati molto popolari ultimamente,” disse. “Sin da quando la principessa li ha proclamati i suoi preferiti, non riesco a produrli abbastanza velocemente! Non è un'anima adorabile?”

       “È davvero fantastica.”

       Mi sorrise e mise due panini fumanti nel mio cestino, promettendomi di consegnare lo zucchero al castello il prima possibile. Ho coperto rapidamente i panini con un panno di lino, sperando che fossero ancora caldi quando avessi raggiunto Rapunzel, poi sono tornata verso il castello.

       “Cassandra?” ha chiamato qualcuno.

       “Sì?” dissi, girandomi per vedere Xavier e il suo banco da fabbro.

       “Sei sulla strada per il castello?”chiese.

       “Sì,” risposi.

       “Ho qualcosa per Rapunzel,” disse, porgendomi un libro. Era un volume malridotto, La Lingua Perduta: Approfondimenti su Miti e Leggende Saporiane, con un segnalibro in pelle posto tra le sue pagine.        “Ho trovato questo libro sulla scrivania di Marco. Deve averlo dimenticato per sbaglio. Lo potresti portare a lei?”

       “Certamente,” dissi. Questo poteva contenere le risposte che cercavamo! Morivo dalla voglia di aprirlo, ma sarebbe stato molto più divertente farlo con Rapunzel, per fare insieme la scoperta.

       “Ti ringrazio molto, Xavier,” dissi. “Sono sicura che questo calmerà il vorace appetito della principessa per la letteratura.”

       Appena ero fuori dalla vista, ho iniziato a correre. Ero così emozionata di condividere il libro con lei. Ero quasi senza fiato quando arrivai alla sua porta. Non mi presi la briga nemmeno di bussare. Corsi dentro.

       “Rapunzel!” dissi.

       Era seduta su un cuscino, e Dahlia era lì con il braccialetto di Rapunzel in mano.

       “Cass, non dovresti essere qui fino a dopo,” disse Raps.

       “Il mio consiglio non significa nulla per te?” le chiesi. Lei sbiancò.

       “Ciao,” disse Dahlia. “Stiamo tenendo una lezione privata d’arte, quindi se non ti dispiace…?” Gesticolava con la mano, lanciando il braccialetto di Raps mentre lo faceva.

       “Mi dispiace,” dissi. “Sono la dama di compagnia di Rapunzel. Cosa stai facendo qui?”

       “Stiamo creando arte. Sono quei panini alle more quelli che sento?” chiese Dahlia.

       La ignorai.”È il mio lavoro proteggerti, Rapunzel. Non puoi avere persone nella tua stanza! E se ti fosse successo qualcosa? Sarebbe stata tutta colpa mia.”

       “È Dahlia,” disse Rapunzel. “È a posto—è solo un’artista, come me.”

       “Non farei mai del male a nessuno,” disse Dahlia, il braccialetto penzolava dalla sua mano. “Forse hai bisogno di fare un po' di arte così potrai rilassarti.”

       “Rilassarmi? Questa è una principessa,” dissi indicando Rapunzel. “Questa persona è il cuore pulsante di questo intero regno.”

       Anche se non potevo fingere che fosse solo questo. Avevo detto a Rapunzel di non fidarsi di Dahlia, e ora erano nella sua stanza.

       “Cass?” disse, prendendo gentilmente il braccialetto dalla mano di Dahlia. Aveva pensato che non l’avessi visto? “Io penso che tu stia esagerando. Era troppo rumoroso attorno al castello per avere una conversazione tra noi due, e ho questo progetto speciale…”

       “Ferma!” dissi. “Devi smetterla di pensare a te stessa come ad una ragazza con una specie di sogno artistico e capire che il tuo futuro è stato già deciso.”

       “Cass?” disse nuovamente, questa volta in un tono più supplichevole.

       “Sei la futura regina,” dissi. “Ed è tempo che tu ti comporti come tale.”

       Il dolore le è balenato sul viso come un fulmine. Continuai comunque. “Anche io ho il mio destino. Ma non è qui. E non è con te.”

       “Whoa,” disse Dahlia.

       “Cosa vuoi dire esattamente, Cass?” chiese Rapunzel.

       “Sto dicendo che è finita,” dissi. “Finalmente me ne vado.”

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30

 

Rapunzel

 

Lo sguardo negli occhi di Cassandra era feroce come quello di una tigre. La sua bocca si stringeva con dolore: una linea retta, labbra bianche per la pressione.

       “Te ne andrai adesso?” chiesi, alzandomi e raggiungendo la sua mano. “Ma il festival non è finito. Abbiamo ancora il ballo!”

       “Dove stai andando?” chiese Dahlia.

       “Non è un problema tuo,” disse Cassandra.

       “Um, forse sarebbe meglio che tu te ne andassi, Dahlia,” dissi il più gentilmente possibile.

       “No, deve aspettare fino alla fine del festival. Non possono venire a sapere che hai un’estranea nella tua stanza,” disse Cassandra. “Ormai dovresti saperlo, E sì, me ne vado davvero. Pensavi che sarei rimasta?”

       Il mio cuore affondò come una pietra, e per un momento mi sono sentita un’idiota totale. Le lacrime uscivano dagli occhi. “Ci siamo divertite così tanto insieme. E ieri è stato perfetto perché… Sapevo che era come avere una migliore amica.” Pascal fece una smorfia. “Una migliore amica umana,” chiarificai.

       Notai un libro sotto al braccio di Cassandra, ma non sembrava volerlo condividere con me. Lo teneva stretto al petto.

       “Aspetta, cosa avete fatto ieri?” chiese Dahlia. Sembrava davvero non essere in grado di cogliere un suggerimento.

       “Niente,” dissi il più velocemente possibile.

       Ho spalancato gli occhi a Cassandra per farle sapere che non avevo raccontato nulla a Dahlia riguardo la laguna. Questo era ancora il nostro segreto. E sarebbe rimasto tale fino a quando non avessimo deciso il contrario.

       Cassandra ha dato un rapido sguardo a Dahlia, catturando la sua espressione confusa.

       “Avete fatto qualcosa di emozionante?” chiese Dahlia. Io e Cassandra ci siamo guardate a vicenda. “O… non permessa? Ooooh, è questa, non è vero? Come artista, adoro rompere i limiti, che è solo un altro nome per le regole, sapete. Gli artisti sono nati per rompere le regole!”

       “Ottima scelta di amica da portare al castello, Raps,” disse Cassandra. “Veramente geniale.”

       “Siamo andate a fare una semplice gita,” dissi a Dahlia, avendo difficoltà a camuffare il brivido che era salito nella mia voce. Dahlia inclinò la testa, cercando di capire se stessi dicendo la verità o no.

       “Le ultime settimane sono state solo uno scherzo,” disse Cassandra, ignorando Dahlia. “Tu puoi avere una vita di divertimento Rapunzel, ma io non posso perché sono preoccupata di essere bandita.”

       “Perché dovresti essere bandita?” chiese Dahlia. “Anche se non ti giudicherei se lo fossi. In paesi più restrittivi, gli artisti vengono banditi spesso a causa di…” Io e Cassandra la fissammo. “Sapete, la cosa del rompere le regole?”

       Sentendo che Cassandra era sul punto di sguainare uno dei suoi coltelli, feci un respiro profondo e dissi con voce calma, “Dahlia, Cassandra è stata un po’ drammatica. Non c’è ragione per cui lei debba essere bandita. È, um, un gioco a cui ci piace giocare qualche volta. Chi verrà bandito prima?”

       “Questo non è un gioco,” disse Cassandra. “Me ne vado.”

       “Ma, e domani?” dissi. “Non dovevamo andare—”

       “Il momento è ora. Sapevo che sarei stata in grado di sentirlo quando sarebbe arrivato. Ed eccolo qui.”

       “Quando arriverai dove stai andando, almeno mi manderai un messaggio in modo che se sarò mai regina tu potrai essere il mio capitano delle guardie?” chiesi, le lacrime mi uscivano dagli occhi.

       “Non è se diventerai regina, Raps, è quando. E non funzionerebbe mai. La regina e il capitano della guardia devono avere fiducia assoluta l’uno nell’altra.”

       “Per favore, rimani,” dissi. Non posso immaginare la mia vita a Corona senza Cassandra. “Non vuoi scoprire alla fine il—” Consapevole di Dahlia, mi morsi la lingua.

       “Scoprire cosa?” chiese Dahlia.

       “Niente!” Rispondemmo all’unisono io e Cassandra.

       “Whoa,” disse Dahlia. “L'energia qui dentro è selvaggia.”

       “Lasciami andare,” disse Cassandra. “Questo è quello di cui ho bisogno per essere felice.”

       “Immagino che se questo è quello che vuoi…” dissi, sforzandomi di far uscire le parole. “Io voglio che tu sia felice. Ma non credi che potresti essere felice qui?”

       “Non quando le tue azioni mi mettono in pericolo,” disse Cassandra.

       “Per caso state parlando di me?” chiese Dahlia. “Perché, andiamo, non è un po' esagerato?”

       “Hai la testa fra le nuvole,” disse Cassandra, ignorando Dahlia. “E questo è un lusso che solo la principessa scalza può permettersi. Io vado.”

       “Ma—” iniziai, avvicinandomi a lei con le braccia tese.

       “Lasciami andare,” disse Cassandra, facendo un passo indietro. “Se vuoi che io sia felice, lasciami andare.”

       “Okay,” dissi, le mani in alto in segno di resa. “Okay.”

       Mise i panini alle more sul mio tavolo, nello stesso punto in cui avevo le avevo servito i biscotti la prima volta, e poi se ne andò.

       Il mio petto era angusto e ristretto come il burrone in riva alla laguna. Pascal tirò il mio vestito. Indicò la porta, come per dirmi di seguirla.

       “Ma io voglio che sia felice,” gli dissi.

       “Va tutto bene?” chiese Dahlia. Io scossi la testa. “Non so se è la persona straordinaria che tu pensi che sia. Sembrava davvero drammatica. Voglio dire, sono un artista—una volta ho spostato un vestito di seta di mais per fare una dichiarazione sul trattamento dei bachi da seta—e anche io pensavo che fosse un po' esagerato!”

       Riuscivo a malapena a sentirla perché il mio cuore stava battendo forte nelle mie orecchie.

       “Sono affamata,” disse. “Ti dispiace se prendo uno di questi rotoli di more?”

       “Fa’ pure,” dissi. Dopotutto non avevo più appetito. Ma mentre ne spezzava uno a metà, ho dovuto guardare altrove.

       “Sai,” disse Dahlia a bocca piena, “se sei alla ricerca di una nuova dama di compagnia, io ci sono. Potremo anche ridecorare. Potrei suggerire alcuni toni terrestri.”

       “Dahlia, se non ti dispiace, ho bisogno di un po’ di tranquillità adesso,” dissi. Camminai verso la mia finestra e appoggiai la fronte contro il vetro. Il mondo all’esterno non era mai sembrato così grande e vuoto.

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Parte Tre

 

 

31

 

Cassandra

 

Mi è caduto il libro fuori dalla sua porta. Il mistero era suo ora. Ero fuori.

       Sono tornata nelle mie stanze e ho iniziato a fare le valigiedi nuovo. Tutti erano così impegnati con il festival che dubitavo che qualcuno avrebbe notato la mia assenza. Sarei stata in viaggio per almeno due settimane. Sarebbe stato molto più veloce a dorso di un cavallo, ma non potevo prendere un cavallo. Troppo ovvio. Avrei preso solo quello che sarei riuscita a trasportare. Aprii il mio armadio delle armi. La porta scricchiolava un po', come se i mobili sapessero che me ne stavo andando. Ho passato la mano sui bordi di legno dell'armadio, ammirando la collezione di armi e strumenti che avevo accumulato negli anni e di cui mi ero presa cura con tanta diligenza. Odiavo lasciarmi tutto questo alle spalle. Ogni oggetto aveva una storia—come il giorno in cui mio padre mi aveva dato la sua vecchia spada, quando avevo solo otto anni. Mi ricordo di quanto fosse pesante al tempo, di come il mio polso aveva sofferto per averla tenuta sollevata. Ora potrei brandirla come se fosse una piuma. E poi c’era il colpo di cannone—l'oggetto che aveva fatto incontrare Rapunzel e me.

       Perché Raps aveva ignorato i miei avvertimenti e permesso a Dahlia di entrare nella sua stanza senza che ci fosse nessuno lì a proteggerla? Perché le aveva dato il braccialetto? Immagino che Raps si fidasse di chiunque, quindi non aveva senso.

       Gli amici sono stupidi. Ecco perché non ne avevo nessuno. Proprio in quel momento Gufo è atterrato alla mia finestra. Gufo era l’eccezione. Avevamo un’intesa. Ci conoscevamo così bene senza dover parlare. Non avevamo bisogno di braccialetti coordinati. Abbassai lo sguardo al braccialetto attorno al mio polso e pensai per un momento di scioglierlo.

Gufo mi ha spintonato con il becco.

       “Okay, va bene. Lo terrò per ora. Potrei aver bisogno di barattarlo più avanti.” Gufo scosse la testa. “Cosa? Ora sei sentimentale. Che ne dici di sederti e osservare, okay?”

       Mi girai verso il mio armadio delle armi e scelsi la mia spada. Poi selezionai due coltelli, uno per la mia cintura e uno per lo stivale. Ho legato la mia borsa intorno alla vita e ho afferrato il mio mantello e la lanterna. Avevo bisogno di qualche moneta, e avrei dovuto prendere un po’ di cibo dalla cucina, anche se io e Gufo potevamo cacciare il necessario.

 

 

Sono partita quando l'oscurità ha ricoperto il regno. Gufò fischiò, segnalando che la costa era libera. Ho usato un rampicante per raggiungere un ramo d'albero e poi sono scesa lungo il tronco. Gufo si è lanciato lentamente. Ho sfrecciato oltre le mura del castello, silenziosa come un gatto. Avevo memorizzato le mie mappe a questo punto e avevo pianificato di andare verso sud. Avevo appena attraversato il primo campo, tuttavia, quando il piede si è impigliato in una radice e mi sono storta la caviglia. Ho quasi urlato dal dolore. Ho preso aria tra i denti e ho cercato di far ruotare delicatamente la caviglia. Era dolorante, ma non rotta.

       Come potrei iniziare il mio viaggio in questo modo? Come avrei mai potuto farcela? Non avevo nemmeno considerato che avrei potuto farmi male, non con tutto l’addestramento che avevo fatto. Che errore stupido! Gufo ha volteggiato nella notte indaco, poi è tornato indietro, sistemandosi su un albero vicino. Ho preso un panno di lino dalla mia borsa e l'ho avvolto strettamente intorno al mio piede. Gufo mi guardò come per dire che era di cattivo auspicio.

       “Non c'è modo di tornare indietro,” dissi, anche se la mia caviglia pulsava e l’indignazione bruciava dentro di me. Gufo ammiccò. “Andremo in laguna per la notte.”

Conoscevo la strada così bene che potevo arrivare lì ad occhi chiusi, e il percorso era abbastanza agevole da poterlo fare con le mani e le ginocchia. Non avevo scelta. Avrei dovuto passare lì la notte. Se potessi zoppicare attraverso il burrone, allora potrei dormire bene la notte e immergere il piede per ridurre il gonfiore. Io e Gufo potevamo pescare al mattino, se necessario, riempiendoci prima di partire per una lunga giornata di cammino. Era, dopotutto, l’unico posto dove sapevo non sarebbe venuto nessuno—almeno non nel cuore della notte.

       Avevo appena raggiunto la parte muschiosa del sentiero quando una mano mi ha afferrato il braccio e mi ha tirato su. La mia spada mi è stata rubata in un secondo.

       “Portami alla laguna,” disse una voce roca.

       Ho lottato, colpendo il mio aggressore con il piede buono fin quando non si piegò dietro di me. Mantenne salda la presa sul mio braccio, e mentre mi allontanavo, sentii il mio braccialetto rompersi. Sentii il verso distintivo di Gufo mentre discendeva.

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32

 

Rapunzel

 

Sono trascorse diverse ore, e mentre il cielo si oscurava la mia mente si tormentava di preoccupazioni e dubbi. Avevo fatto la cosa giusta a lasciarla andare via? Avrei dovuto lottare di più per farla restare? I rumori del festival sono arrivati fino alla mia stanza, ma non potevo partecipare ai festeggiamenti con un cuore così pesante. Alla fine ci fu un colpo alla porta. Era Cass? Mi chiesi. Aveva cambiato idea? Volai ad aprire la porta, ma era Eugene, tutto vestito e in tiro per il ballo che stava tenendo un bouquet di fiori.

       “Accidenti. Non è il benvenuto che speravo,” disse. “Non sei pronta?”

       “Eugene,” dissi, e mi lasciai andare tra le sue braccia. Profumava del sapone da barba agli agrumi che i barbieri reali amavano usare su quella che lui chiamava la sua ‘carnagione sensibile’. All'inizio non ero sicura di come mi sentivo, ma in quel momento, il familiare profumo di cedro mi ha riempito di conforto mentre mi stringeva ancora più forte.

       “Cosa è successo, Rapunzel?” chiese. “Perché stai piangendo? Vieni a sederti. Qualsiasi cosa sia, possiamo sistemarla insieme.”

       “Dubito che tu possa sistemare questo,” disse Dahlia. “È un problema tra ragazze.”

       “Beh, ciao,” disse Eugene, notando Dahlia, che stava facendo un disegno di Pascal. “Sono Eugene. Tu chi sei?”

       “Sono Dahlia,” disse, mettendo giù la penna per un momento. “Ho sentito tante cose carine sul tuo conto.”

       “Davvero?” chiese Eugene.

       “I cittadini parlano tutti di quanto tu sia gentile e galante,” disse Dahlia.

       “Oh, davvero? Che bello,” disse Eugene. Dahlia annuì, e poi lui si ricompose. “Ma aspetta, cosa sta succedendo qui?”

       “Dahlia è la mia nuova amica. Mi sta aiutando con un progetto artistico,” spiegai mentre mi asciugavo gli occhi. “È venuta fino nella mia stanza perché avevamo bisogno di un po’ di spazio per lavorare e tutte le aree pubbliche del castello erano piene di gente a causa del festival.”

       “Sai che non puoi avere estranei di nessun tipo nella tua stanza, vero?” disse Eugene.

       “Lo so,” dissi. “Ma ho preso la mia decisione. Non vedo nessun pericolo. Mi fido di lei.”

       “Questo conta molto,” disse Eugene. “Anche se non sono sicuro di come potremmo farla uscire da qui. Il castello è ancora brulicante di guardie, che si assicurano che nessun cittadino—o nemici travestiti da cittadini—trovino la strada per i luoghi privati del castello.”

       “Dovremo aspettare,” dissi.

       “Non preoccupatevi di me,” disse Dahlia. “Mi va bene restare qui finché ne hai bisogno. Come tua nuova dama di compagnia, sono totalmente disponibile per te come artista e amica. Vorresti discutere gli schemi di colori o…?”

       “Non adesso, Dahlia,” dissi.

       “Un attimo. Nuova dama di compagnia?” chiese Eugene. “Cos’è successo a Miss Delizia?”

       “Chi?” chiese Dahlia.

       “Intende dire Cassandra,” spiegai.

       “Alla fine le hai dato l'ascia?” chiese Eugene.

       “Quale ascia?” dissi. “Ha un sacco di asce per conto suo.”

       “È un’espressione,” disse Dahlia.”Vuole dire, le hai chiesto di non essere più la tua dama di compagnia.”

       “No!” dissi.

       “Cos’è successo?” chiese Eugene.

       Feci un respiro profondo, chiusi gli occhi, e pensai. L’ultima volta che avevo raccontato a Eugene qualcosa riguardo Cass è stato un disastro per lei.

       “Rapunzel? Cosa sta succedendo? Cass è in pericolo?” chiese Eugene.

       “Potrebbe esserlo,” dissi. Dopotutto, aveva preso una decisione avventata. “Cass se n’è andata.” Questa era un’emergenza. E comunque, non ci sarebbe voluto molto tempo per far comprendere a tutti che era scomparsa.

       “Cosa vuoi dire?” chiese Eugene, prendendo le mie mani nelle sue.

       “Era veramente arrabbiata e se n’è andata via infuriata. Non sono qui per giudicare,” disse Dahlia. “Ma Cassandra era piuttosto tesa.”

       “Tesoro, sei qui dentro?” disse mia madre dall’altra parte della porta. “C’è il capitano delle guardie con me. Dobbiamo parlarti.”

       “Sotto al letto,” bisbigliò Eugene a Dahlia. Lei sorrise, felice di infrangere le regole—nella tradizione degli artisti, ho immaginatoe poi si è infilata sotto il letto.

       “Sono qui,” dissi.

       Mia madre, mio padre, e il capitano della guardia entrarono.

       “Ciao, Eugene. Hai un bell’aspetto. Rapunzel, cosa sta succedendo, cara?” chiese la Mamma.

       “Cosa intendi?” chiesi, sperando che mia madre non notasse niente di strano in me, cosa che naturalmente notò.

       “C’è un problema,” disse la Mamma, ritornando sull’argomento. “Siamo in cerca di informazioni, tesoro.” La Mamma si sedette accanto a me emise le sue mani sulle mie. “Cassandra non si è mai presentata alla gara di cucina. È scomparsa.”

       “Lo so,”dissi.

       “Perché non me lo hai detto?” disse la Mamma.

       “Voleva che la lasciassi andare,” dissi. Gli occhi della Mamma si scurirono con preoccupazione. Una bolla mi è salita in gola. “Ha detto solo che non si sentiva felice qui. Non volevo farla sentire in imprigionata.”

       “Non era felice?” chiese la Mamma, scuotendo la testa e stringendo le mie mani. “Ma pensavo che voi due andaste così d'accordo.”

       “È vero.” dissi.

       “Non intendo apparire insensibile, Vostra Altezza,” disse il capitano. “Ma ho bisogno di ottenere più informazioni possibili nel minor tempo possibile. Dov’è andata? Quando è partita?”

       “Non so niente di tutto ciò,” dissi loro. “L’ultima volta che l’ho vista è stato questo pomeriggio e mi ha detto che se volevo che fosse felice, non avrei dovuto seguirla.”

       “Perché non sei venuta a dirmelo?” chiese mio Padre. “Rapunzel, dipendiamo da te come membro responsabile della famiglia reale. Abbiamo perso tempo prezioso.”

       “Mi dispiace,” disse,le lacrime scendevano sulle guance. “Volevo che Cass trovasse il suo destino.”

       “Aspettatemi fuori,” disse la Mamma, gesticolando a mio padre e al capitano. “Anche tu, Eugene. Ho bisogno di stare un po’ di tempo da sola con mia figlia.”

       Dopo che lasciarono la stanza, la Mamma mise un braccio attorno a me. “Puoi raccontarmi tutto, tesoro. Qualsiasi cosa sia successa, non dirò una parola. Perché Cass era infelice?”

       “Non voleva essere la mia dama di compagnia, Mamma. Voleva far parte della guardia. Ed è davvero difficile tenere qualcuno lontano da ciò che vuole, nel profondo del suo cuore.”

       “Questo è vero,” disse. “Sei un'anima saggia. La saggezza, sai, è la qualità più importante che una regina possiede, perché influisce su tutto ciò che fa e su ogni vita che tocca.”

       “Ma sono un’amica terribile.” nascosi la mia faccia contro la spalla della Mamma.

       “Perché dovresti dire questo?” chiese la Mamma.

       “Ho raccontato a Eugene qualcosa che non avrei dovuto,” dissi. “Qualcosa che Cassandra mi aveva chiesto di mantenere segreto.”

       “Capisco,” disse la Mamma con un cenno di riflessione. “Tutti commettono errori. Sei davvero una buona amica. L'ho visto nel modo in cui ti prendi cura di tutti in questo castello. L'ho visto nel modo in cui hai trattato Cassandra—unendoti a lei nei suoi interessi, presumo.”

       “Aspetta. Lo sapevi?” chiesi.

       “Si vede nelle tue composizioni floreali,” ha detto la Mamma, indicando il mio ultimo tentativo di creare una decorazione floreale. “Questa non sembra esattamente il risultato di uno studio attento.”

       Un leggero sorriso mi ha fatto capire che non mi stava rimproverando. “Ma le composizioni floreali sono l’ultimi dei nostri pensieri adesso, Rapunzel—dobbiamo trovare Cassandra. È pericoloso per un viaggiatore solitario. Dovresti saperlo meglio di chiunque altro.”

       “Cosa intendi dire, pericoloso?” chiesi, il mio stomaco si strinse. “Quanto pericoloso?”

       “Banditi, ladri, furfanti,” disse la Mamma. “Odio doverlo dire, ma mi sentirei molto meglio se voi due foste insieme. Tu sei la nostra migliore speranza di trovarla, Rapunzel. Devi avere qualche idea di dove sia andata—qualche indizio.”

       “No,” dissi. “Era così determinata, e così arrabbiata…”

       “Quando siamo veramente sconvolti,è difficile ricordare i dettagli importanti. Perché non scrivi nel tuo diario? A volte quando la mente si rilassa le risposte arrivano. Tuo padre e il capitano ti hanno messo pressione, ma io credo che con un po’ di spazio, potresti essere in grado di fornirci le informazioni di cui abbiamo bisogno per trovarla. Nel frattempo, dispiegheremo alcune delle nostre forze per iniziare la ricerca.”

       “E per quanto riguarda il ballo?”

       “Questo è molto più importante. Posso sempre dire che non ti senti bene. Monsieur LaFleur sta conducendo tutti in una danza non convenzionale—ma sembra piacere a tutti.”

       Annuii. Lei mi baciò la fronte e si alzò mentre io prendevo il mio diario.

       “Oh, c’era un vecchio libro nel corridoio,” disse la Mamma. Si allontanò per un momento e poi ritornò con il libro. “Mi sono chiesta se fosse tuo, dato che tu sei un’avida lettrice. Qualcuno deve averlo lasciato lì per te. O ti è caduto per sbaglio?”

       Nella confusione, mi ero dimenticata del libro che Cass stava tenendo! “Sì,” dissi, prendendo il libro da lei. “Cass lo ha portato per me.”

       La Lingua Perduta: Approfondimenti su Miti e Leggende Saporiane?” chiese la Mamma.

       “Ci piace la storia,” dissi, stringendolo al petto.

       “Voi ragazze mi affascinate,” disse la Mamma.

       Una volta che la Mamma uscì dalla camera, Dahlia uscì da sotto al letto. Non mi ricordavo che fosse lì.

       “Hai sentito tutto?” chiesi, facendo una smorfia.

       Lei annuì. “Non potevo farci niente.”

       “Forse avrei dovuto seguirla,” dissi a Dahlia, guardando fuori dalla finestra come se avessi potuto cogliere un segno di Cassandra. Era più buio del solito e gli alberi gettavano ombre strane. “Pensi che abbia fatto la cosa giusta?”

       “Devi ascoltare il tuo cuore.” disse, mettendo i suoi riccioli dietro alle orecchie. “Devi fidarti del tuo intuito. Giudicare te stessa e la cosa peggiore che tu possa fare, come artista e come persona.”

       Le sue parole avevano un fondo di verità,ma ancora non potevo crederci. Non quando Cass era in pericolo.

       Gufo apparve alla finestra. La aprii, e lui si appoggiò sul davanzale.

       “Hai un gufo e una lucertola?” chiese Dahlia.

       “È di Cassandra,” dissi, tenendo la mia mano per lui. Lui mise il braccialetto dell’amicizia di Cassandra nella mia mano. Era rotto! Se lo era strappato in preda alla rabbia? Come se mi avesse letto la mente, Gufo ha bubolato una volta, comunicando angoscia piuttosto che rabbia. Ho preso il braccialetto e l’ho portato sotto la luce. Era ricoperto di muschio verde smeraldo che si poteva trovare solo in un posto—il sentiero della laguna.

       Cassandra stava andando lì—ed era in pericolo. Lo sentivo. E proprio come aveva detto Dahlia, sapevo che avrei dovuto dar retta al mio istinto su cosa fare.

       “Dahlia,” dissi, girandomi verso di lei. Stava sistemando il suo cavalletto e dipingeva.

       “Se dovrò stare qui per un po' di tempo, tanto vale che mi dia da fare, no?” chiese.

       “Dahlia, a volte penso che il mondo sia la nostra tela e che noi siamo i pennelli, giusto?”

       “Certo,” disse.

       “Questa è la situazione. Andrò in cerca della mia amica—ma devo andare da sola. Mia madre potrebbe tornare a cercarmi più tardi, e mi chiedo se tu potessi dormire nel mio letto con le coperte alzare?” chiesi.

       “Tipo arte performativa?” chiese.

       “Esattamente,” dissi.

       “Non sarà un problema,” disse Dahlia.

       “Perfetto,” dissi, abbassando le lenzuola.” Potresti iniziare subito?”

 

 

Sono sgattaiolata fuori dalla mia stanza e ho silenziosamente bussato alla porta di Eugene.

       “Sto andando a cercarla,” dissi quando lui aprì la porta.

       “Cosa?” chiese. “Rapunzel, è tardi. È buio. Non posso farti andare da sola.”

       “Eugene, mi sono fidata di te quando ti ho raccontato la verità riguardo come ho lasciato il regno la notte in cui i miei capelli sono ricresciuti. Ora ho bisogno che ti fidi di me quando dico che so quello che faccio. Non vagherò senza meta. So dove trovarla.”

       “Dove?” chiese.

       “Non posso dirtelo,” dissi. “Ho solo bisogno che tu ti fidi di me.”

       “Rapunzel—la tua sicurezza—” iniziò.

       “Eugene,” lo presi per le spalle e lo guardai negli occhi. “Per tutta la mia vita mi è stato detto di stare indietro per la mia sicurezza. Ora qualcosa—qualcuno—ha bisogno di me. Certe volte la cosa più pericolosa da fare è non fare nulla. Devo aiutare la mia amica.”

       “Mi fido di te,” disse.

       “Grazie,” dissi. Potevo sentire nelle ossa che lui mi credeva. “Dahlia è nel mio letto, fingendo di essere me. So che se mia madre mi vede dormire, non mi disturberà.”

       “Farò del mio meglio per distrarli. Grazie per avermi detto la verità,” disse Eugene.

       “Sempre,” dissi.

       “Ora vai, trova la tua amica. Ha bisogno di te,” disse, e mi abbracciò. “Porta questo con te.” Mi baciò dolcemente e il mio cuore si riempì di amore e coraggio.

 

 

Sapendo che il libro su Saporia mi avrebbe potuto dare qualche indizio, l’ho messo nella mia borsa. Poi ho avvolto i miei capelli attorno al davanzale della finestra e sono scesa a terra. Il terreno era freddo e ruvido sotto ai miei piedi nudi.

       Alzai lo sguardo verso il cielo. La luna piena era nascosta nell’ombra eccetto per una linea debole intorno al suo perimetro. Qualcosa volava basso e vicino alla mia testa. Ho soffocato un urlo e mi sono abbassata prima di capire che si trattava di Gufo. Fischiò e si inarcò verso l’alto

       “Gufo, cosa stai cercando di dirmi?” Bisbigliai. “Questo significa che dovrei andare o no?”

       È salito in lontananza. Pensando che non mi avrebbe lasciato se fosse stato pericoloso, mi sono messa a correre, scivolando dietro un albero non appena ho superato le postazioni di guardia. Il cuore mi batteva forte e veloce, e il sudore freddo mi pungeva la nuca. L'unica altra volta che l'avevo fatto, ero con Cass. Ora dovevo arrivarci da sola. Scrutai il cielo per una guida, ma Gufo se n’era andato.

       “Sto arrivando, Cass,” dissi, sperando che le mie parole la raggiungessero in qualche modo. “Non sei sola.”

       Mi alzai la gonna e, restando vicino all'ombra, corsi tra gli alberi. Ero abituata a correre a piedi nudi, e ho sentito un senso di determinazione così forte che mi sono mossa con la velocità e la grazia di una volpe. Ho raggiunto il sentiero in quello che sembrava un tempo record. Ora avevo solo bisogno di arrivare dall’altra parte prima che potesse succedere qualsiasi cosa alla mia amica.

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33

 

Cassandra

 

Marco!” dissi, girando il mio corpo per dare un’occhiata alla faccia del mio aggressore.

       “Piacere di incontrarti di nuovo,” disse mentre mi premeva il ginocchio nella schiena. Ho soffocato un grido di dolore. Gufo era scomparso.

       “Dov’è la mia spada?” chiesi.

       “Considerala smarrita,” disse, applicando più pressione sulla mia spina. “Tieni presente che potrei fare molti più danni a una ragazza come te, ma allora non saresti molto utile, vero?”

       “Rapunzel non è con me,” dissi. “Non ho denaro. Xavier non ti paga?”

       “Cosa credi che sia? Un comune ladro? Non sono le monete che sto cercando, stupida ragazza. È la laguna,” disse. Prese il coltello dalla mia cintura e lo premette sul mio collo.

       “Quale laguna?” chiesi. Era una buona cosa che pensasse che fossi stupida. In qualche modo aveva trovato il sentiero, ma non si aspettava il burrone—il muro di roccia che nascondeva la laguna. Che cosa ci siamo persi io e Raps? Cosa stava cercando esattamente?

       “Non fare l’ignorante con me,” disse Marco.

       “Oh, intendi la laguna del poema?” dissi. Come potevo prendere il coltello nel mio stivale? Se la mia caviglia non fosse fasciata, potrei avere una possibilità di colpirlo ed allontanarlo da me; ma con il mio infortunio, la mia unica arma era il mio ingegno.

       “Quella che ho studiato per tutta la mia vita, tu e la principessa ci siete state e lo so,” disse. “Io ho rubato il libro originale dalla tua borsa. Poi vi ho sentito parlarne durante la vostra sessione di allenamento.” Mi venne un’illuminazione: doveva essere il suonatore di liuto nascosto nell'ombra! “E quando ho visto la punta di lancia di Herz Der Sonne in vostro possesso,” continuò, “ho avuto finalmente la prova di cui avevo bisogno. Quando sono tornato nella camera di Rapunzel per cercare altri indizi, ho capito che vi mancava l’informazione chiave. Presumo che Xaver ti abbia passato il libro?”

       “Eh?” chiesi, facendo la finta tonta.

       “Ma certo che lo ha fatto, altrimenti non saresti qui,” disse.

       “Quale libro?”

       “Non mentirmi, ragazza!” disse Marco, premendo il coltello al mio collo. Il suo respiro puzzava di vecchie cipolle e calzini sporchi. “Ho anche segnato la pagina per assicurarmi che venissi stasera. Immagina! Due sciocche ragazze che fanno il grosso del lavoro per me con la scoperta e la traduzione di quel poema.”

       “Non ho idea di cosa tu stia parlando,” dissi.

       “Ti prego. So che siamo vicini. Sarò l’uomo più potente di tutta Corona una volta che avrò attinto al potere della laguna. Dimentica la guardia—io sarò il nuovo re. Questo è il mio destino,” sibilò.

       “Lascia stare la mia amica,” disse una voce dall’alto. Io e Marco alzammo lo sguardo.

       Era Rapunzel, il suo vestito era strappato ai gomiti. Era alta sopra ad un albero, bilanciata, e colpiva con l'affondo aggressivo di uno schermidore. Ha oscillato intorno a un ramo con i capelli e, in un momento che mi ha tolto il fiato, ha dato un calcio in testa a Marco. È caduto all'indietro.

Mentre cercava di riprendersi, ho ripreso il mio coltello dalla sua mano. Toccare la sua pelle mi ha fatto alzare i capelli sul collo.

       “Folletto ripugnante!” disse Marco.

       “Cos’è che vuoi, Marco?” chiese Rapunzel. Non c’era traccia della vivace principessa. Rapunzel era in modalità guerriero completo.

       “Pensa che la laguna sia reale,” le dissi, improvvisando. “Pensa che tu ed io sappiamo dove sia.”

       “Lo sappiamo!” disse Rapunzel. Il suo sorriso era ampio, ma sogghignante. Non avevo mai visto quel suo sorriso compiaciuto prima d'ora.

       “Guarda com'è dolce la tua piccola amica,” disse Marco, deridendomi. “Proprio una brava principessa, una ragazza obbediente.”

       “Un momento. Pensavo di essere un ‘folletto ripugnante’,” disse Raps, con le mani sui fianchi, e le sopracciglia arcuate.

       “No, no no. Mi hai frainteso. Quello era lei. Tu, mia cara, sei uno spirito angelico. Una bella signorina, davvero. Dev'essere quel tuo buon comportamento. Racconta al caro Marco tutto sulla laguna.”

       Che cosa aveva in mente? “Uh, Rapunzel—” iniziai.

       “Noi siamo alla laguna!” disse Rapunzel, girando nel muschio verde. Il labbro di Marco si è alzato in un piccolo ringhio. “Guarda come nuoto!”

       Rapunzel stava completamente inventando.

       “ ‘Quando, in una vigilia d'inverno, ci siamo incontrati, la verità era solo un barlume,’” disse, saltellando sul muschio. Accarezzò i massi e aggiunse, “ ‘La luna brillava di luce in più; la fortuna, molto più in basso, luccicava.’” Poi, come se avesse avuto una visione, creò un binocolo con le mani ed urlò, “ ‘Qui è stata costruita Corona, in mezzo alla paura che diminuisce e al dubbio che scorre. Quando le voci si scontrano e il metallo colpisce, la luce all'interno si spegne.’”

       Abbiamo incrociato gli occhi e ho soffocato una risatina.

       Lei, comunque, rimase nel personaggio mentre si inginocchiava su una chiazza di semplici margherite. “Vedi? Qui ci sono i gioielli scintillanti! Adoro come la luce della luna li faccia brillare.”

       “Che assurdità è questa?” chiese Marco. “Sei matta?”

       “Lo so!” disse Rapunzel, rifiutandosi di rispondere alla sua domanda. “Sei alla ricerca dell’antico potere. Quello di cui abbiamo chiesto a Xavier.” Sorrise come se stesse veramente bruciando di gioia. “È stato difficile da trovare, naturalmente. Ma te lo mostrerò se me lo chiederai gentilmente.”

       “Uh… per favore?” disse Marco, totalmente confuso.

       “Questo e una moneta ti faranno avere una tazza di caffè,” disse Raps con un ghigno.

       Sono scoppiata a ridere ad alta voce. Non potevo trattenermi! Si è ricordata della frase che le avevo insegnato molti mesi fa.

       “Ma per favore…” disse Marco. Raps gesticolò per saperne di più. “Con sopra una prugna candita?”

       “Mi piacciono le prugne candite…” disse Rapunzel. Lei frugò nella boscaglia e poi disse, “Ecco!” gli diede una roccia.

       “Questa non è nulla se non una roccia,” disse Marco. “A quali fantasiose illusioni partecipo? Stai avendo una crisi?”

       “Occhio al pesce dorato!” dissi mentre alcune lucciole passavano veloci.

       “Il pesce dorato, che fortuna! Li prenderò per la nostra cena!” disse Rapunzel, aprendo i palmi e seguendo le luminose creature ronzanti. Ha stretto le mani a coppa, mancandone una. “Whoops!”

       In alto, Gufo faceva cerchi di gioia.

       “La laguna di cui parlavate con Xavier è solo nelle vostre piccole teste?” chiese Marco.

       “Ispirate dal poema, immaginata da noi,” dichiarò Rapunzel, mettendo un braccio attorno al mio collo. “Non so cosa tu abbia sentito, ma la mia testa è un po' tra le nuvole.”

       “In modo brillante,” dissi. “Le da un’incredibile visuale.”

       “Non è magnifico, Marco?” disse Raps, avanzando e aprendo le braccia in un gesto espansivo. “La laguna è dovunque tu voglia che si trovi, quando vuoi che si trovi.”

       “Quella frase che hai detto a Xavier era il dettaglio più antico di tutti. Ackoui rescede o oure treasure, ligaro comme an embrace, nayo dixie que sejir disturbe. Questa non può venire dalle vostre menti,” disse Marco incredulo. “Anni di studio accurato sono l'unico motivo per cui ne conosco l'importanza. È scritto sui muri, vero?”

       “Immagino che io sono una che studia più velocemente,” disse Rapunzel.

       “È nei documenti antichi,” dissi, intromettendomi, “su cui ha fatto ricerche come una matta. Ci conosci, noi ‘ragazze sciocche’; diventiamo ossessionate dalle storie. Specialmente questa qua. Guardala. Ha venti metri di capelli, piedi scalzi, e un camaleonte a cui parla come una persona.”

       “Sono uno spirito libero con molto tempo tra le mani,” disse Rapunzel.

       “Allora perché la segretezza?” chiese Marco. “Perché sei qui nel cuore della notte?”

       “Stavo scappando,” dissi. “La mia amica è venuta a cercarmi.”

       “Amica?” chiese esitante Rapunzel. Entrambe ci fermammo. Si trattava di più di Marco.

       “La migliore,” dissi. Poi mi inginocchiai nel fango e ho raccolto una manciata di sporcizia. “Vuoi un po’ della nostra torta della laguna?”

       “Con il caffè?” chiese Rapunzel, che sgocciolava il fango sopra di essa.

       “No, grazie,” disse Marco. “Anche se mi assicurerò che voi due non direte una parola di tutto questo. Se pensate che lascerò che vi prendiate gioco di me, vi sbagliate.” Ha estratto uno dei nuovi pugnali del negozio di Xavier dal suo gilet—un’arma segreta. “Non farei mai del male a una principessa, ma nessuno sentirebbe la mancanza di una dama di compagnia. Prendo un dito del piede come avvertimento.”

       “Oh, non so se vuoi farlo,” dissi, indietreggiando giusto in tempo.

       “Perché no?” chiese Marco.

       “C’è una Bestia Alata a piede libero,” dissi. Io e Rapunzel ci guardammo. Io bisbigliai. “Io farò la parte aerea.”

       “Ma…” disse Rapunzel. “Non c’è nessuna protezione.”

       “Mi fido di te. Hai entrambi i piedi per terra. In ogni caso, la mia caviglia mi fa male.”

       “Non sono venuto fin qui per farmi umiliare,” disse Marco, affrontandomi.

       “No, tu sei venuto fin qui per cercare di conquistare Corona,” disse Rapunzel. Al tre, Rapunzel mi ha lanciato in aria. Ho colpito Marco, lasciandolo svenuto, e sono atterrata tra le braccia di Rapunzel.

       “Ce l’abbiamo fatta!” disse, mettendomi in posizione eretta e abbracciandomi. “Abbiamo completato la Bestia Alata!”

       “Non posso crederci,” dissi. Avevo sempre sognato questo risultato, ma non avrei mai immaginato che sarebbe diventato realtà—che sarei stata in grado di lavorare con qualcuno come ho fatto con lei. Non potevo smettere di ridere. La Bestia Alata!

       Rimanemmo lì, senza fiato, i nostri occhi fissi su Marco che era svenuto. Rapunzel si inginocchiò e prese il suo battito.

       “Starà bene quando sarà il momento,” disse. “Portiamolo lontano, così che non saprà dove si trova quando si sveglia.”

       “Gufo, puoi chiamare Fidella per noi?” chiesi.

       “Fidella lo porterà fuori da Corona,” disse Rapunzel. “Chissà dove si sveglierà, ma non tornerà tanto presto.”

       “Siamo al sicuro,” dissi, inginocchiandomi sul muschio.

       “Siamo tutti al sicuro,” disse. Alzando lo sguardo verso il cerchio nel cielo, che era la luna nascosta.

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34

 

Rapunzel

 

Dobbiamo raggiungere la laguna,” disse Cass, in piedi su un piede e appoggiata ad un albero. Avevamo trovato la sua spada nel cespuglio vicino a dove Marco l’aveva attaccata, e lei stava cercando di convincermi che stava benissimo. Ma potevo vedere il dolore nei suoi occhi, anche se stavano brillando di emozione. “Hai portato il libro che ti avevo lasciato?”

       “Sì—è qui!” dissi. Lo tirai fuori dalla mia borsa. “La Lingua Perduta: Approfondimenti su Miti e Leggende Saporiane. Potevamo scoprire quello di cui stava parlando Marco. Ma prima la sicurezza! Devo occuparmi del tuo piede. È gonfio come la mia padella.”

       “L’ho già fasciato,” disse Cass.

       “Con un tovagliolo?”chiesi. Lei scrollò le spalle. “Con tutto l'addestramento delle guardie che abbiamo fatto, incluso il primo soccorso, dovresti sapere che una caviglia slogata ha bisogno di più supporto di un tovagliolo.”

       “Non avevo altro per fasciarla,” disse Cassandra.

       “Hmmm,” dissi, guardandomi intorno. Notai una roccia frastagliata. Ho preso il mantello che avevo gettato via prima che la Bestia Alata prendesse il volo, e ho usato il bordo affilato della roccia per farci un buco. Ho strappato una striscia di materiale.

       “Non sapevo che avessi questo talento,” disse Cassandra, sinceramente stupita.

       “Scusami, ma ho appena eseguito la Bestia Alata,” dissi. “Nel caso non lo sapessi, questa è l'ultima impresa di un grande guerriero.” Cassandra rise. Da qualche parte nelle vicinanze, gli animali della notte stavano chiacchierando. Ci siamo congelate mentre una famiglia di puzzole ci passava davanti, per poi scoppiare a ridere ancora di più quando sono scomparse nel bosco dietro di noi.

       “Per me ci vorrà qualche ora di cucito,” disse, gesticolando sul mio mantello strappato. “Ed entrambe sappiamo quanto adori cucire.”

       “Applichiamo un po’ di pressione,” dissi. “Fa male?”

       “Solo un po’,” disse.

       “Forse non dovremo andare alla laguna stanotte,” dissi, stringendo il tessuto. “Forse dobbiamo aspettare fin quando tu non ti sia completamente ripresa.”

       “Mi prendi in giro?” chiese Cassandra. “Raps, devi essere impazzita se credi che ignorerò il fatto che—”

       “Stavo scherzando!” dissi, ridendo mentre infilavo il bordo del tessuto negli strati per fissare il bendaggio. Poi le ho dato la lanterna e il libro. “Sei molto più ingenua di quanto vuoi ammettere! Va’ avanti. Leggi.”

       “C’è un intero capitolo su ‘La Laguna Perduta.’ L’italiano non è la lingua principale. È il Saporiano. In quella lingua, ‘pietre preziose’ non viene tradotto come gioielli o gemme; si riferisce alle lastre di roccia che erano comunemente usate come tavoli da scrittura.”

       “Non siamo mai state alla ricerca di tavoli di pietra!” dissi. “Ma non riesco ancora a credere che ce li siamo persi. Abbiamo cercato in ogni angolo di quella laguna!”

       “C’è di più,” disse Cass. “Ascolta.” Iniziò a leggere ad alta voce: “ ‘Quando la luna è piena, le forze tirano il terreno sul fondo della laguna in direzioni polari, rivelando uno spazio nascosto nel fondo della laguna. Tuttavia, è solo durante un'eclissi lunare che lo spazio nascosto diventa evidente, perché è allora che la luce delle creature fosforescenti fornisce un'adeguata visibilità.’ ”

       “Non abbiamo bisogno della luce della luna, abbiamo bisogno di un eclissi lunare!” dissi, fissando il cielo. La luna era un fantasma di se stessa, delineata da una brillante luce argentata. “Ecco perché Marco pensava che saremmo venute stanotte! Andiamo!” Il potenziale di scoperta ha acceso un fuoco dentro di me. Feci un respiro profondo dell’aria fresca della notte e offrii a Cassandra la mia mano. “Quindi, se stai pianificando di riparare il mio mantello, significa che non scapperai più via?”

       “Mi stanno cercando tutti?” chiese, non impegnandosi a dare una risposta, ma appoggiandosi a me. Io annuii. Lei sussultò. “Gli hai detto che ero scappata via?”

       “Hanno notato che non c’eri senza bisogno che glielo dicessi io,” dissi, dirigendoci verso il burrone. “Hai un ruolo importante come assaggiatrice alla gara di cucina.”

       “Sì, sì. Sono convinta che i cuochi sopravviveranno. Stanno cercando anche te?” chiese mentre zoppicava.

       “Non ancora,” dissi. “Almeno non penso. Dahlia si trova nel mio letto, fingendo di essere me. E Eugene li distrarrà se ce ne fosse bisogno.”

       “Loro sanno dove ci troviamo?” chiese Cassandra.

       “No,” dissi. Avevamo appena raggiunto il ripido muro di roccia. L'ho affrontata e l'ho guardata direttamente negli occhi. “E in ogni caso, Dahlia mi stava solo aiutando a realizzare una cosa. Non le ho nemmeno detto cosa fosse. Avevo solo bisogno di un po' di materiali.”

       “Veramente?” chiese.

       “Sì,” dissi. “Chi avrebbe mai detto che saresti stato così sensibile ai braccialetti dell'amicizia?” le feci l’occhiolino.

       “Ugh! Anche tu no! Non fare l’occhiolino!” disse.

       Ho riso, avvolgendo i miei capelli intorno a lei e portandola oltre la barriera rocciosa, poi lentamente e progressivamente siamo scese nel burrone. Le strette pareti ingigantivano la luce della lanterna. Gettava un caldo bagliore intorno a noi, come se la luna stessa ci accompagnasse.

       “Perché non mi hai semplicemente detto che stavi comprando materiali?” chiese.

       “Non me ne hai dato il tempo,” dissi.”E lei mi stava aiutando con un regalo per te—se lo volessi sapere.”

       “Quale regalo?” chiese Cassandra.

       “Devi solo aspettare per vedere,” dissi. “Avevi ragione, comunque. Devo essere più prudente riguardo a chi invitare nella mia stanza. C’è molta posta in gioco—più di quanto avessi realizzato.”

       “E tu sei stata una grande guerriera oggi,” disse Cass. “Hai un buon istinto.”

       Abbiamo costeggiato l'ultimo angolo del burrone, e poi ho scavalcato la cresta finale. Ho sciolto i capelli perché Cass potesse arrampicarsi. Quando ci siamo imbattuti nella laguna, siamo rimasti entrambi colpiti dal silenzio assoluto.

       Le stelle marine, che avevamo visto tante volte prima, erano illuminate come lanterne in miniatura, illuminando il fondo della laguna—anche i piccoli angoli e le fessure—in un modo che nemmeno la luce del sole e la luce lunare potevano fare. Era solo nel buio pesto che brillavano così intensamente.

       “Li vedi?” le chiesi.

       “Le pietre sotto ai gioielli,” disse. “Le tavolette!”

       “Andiamo a prenderle,” dissi, mettendo la lanterna su una roccia.

       “Non posso fare pressione sulla caviglia, ma posso nuotare,” disse Cassandra.

       Ci spogliammo e ci tuffammo in acqua.

       Usando le stelle marine come guida, abbiamo liberato le tavolette dal fondo della laguna e poi abbiamo nuotato di nuovo verso la superficie. Io e Cassandra ne avevamo una a testa e poi, realizzando che una volta erano un pezzo solo, le unimmo insieme come un puzzle.

       “ ‘Che ci sia solo amore,’ “ha letto Cassandra, passando sopra la tavoletta con la lanterna. “Ed è firmato.”

       “ ‘Shampanier, poeta e generale,’ ” dissi. “Shampanier è l’autore del poema! Questo è un poema romantico—avevo ragione! È un poema romantico tra Shampanier e Herz Der Sonne!”

       “Cosa dice l’altra metà?” chiese Cassandra.

       Tirai fuori il dizionario Saporiano e feci del mio meglio per tradurre. “È qui che abbiamo fatto il voto di unire i nostri regni. La pace è il nostro tesoro. Quando gli opposti si uniscono in nome dell'amore e della divinità, nonostante le loro differenze, manifestano il potere ultimo. Finché questa terra non sarà disturbata non lo sarà la pace del nostro paese.”

       “Possono aver usato alcune gemme per la cerimonia, ma il tesoro è la pace,” disse Cassandra.

       “Qui hanno avuto un matrimonio segreto!” dissi, incapace di contenere il mio entusiasmo. “Ecco a cosa serve l'altare.”

       “Guarda!” disse Cassandra, capovolgendo le pietre ad incastro. “C’è dell’altro sul retro.” Era in italiano. Lo lesse ad alta voce: “ ‘Se qualcuno deve fare questa scoperta, tenetela stretta. Sacrificate un oggetto per legarvi a questo luogo, come noi governanti abbiamo sacrificato le nostre armi. Fate questo voto: qui giace il nostro tesoro, legato da un abbraccio, che non sia disturbato.”

       “Anche io avevo ragione!” disse Cassandra. “Questo deve essere il luogo in cui si incontravano quando volevano stare da soli. È anche il luogo in cui hanno elaborato la loro politica e hanno consegnato le loro armi.”

       “La punta della lancia,” dissi. “Era di HerzDer Sonne! Questo spiega perché metà del messaggio è scritto in Italiano e metà in Saporiano.”

       “Mi sento come se fossimo parte di qualcosa di importante,” disse Cassandra.

       “Mi sento parte di Corona,” dissi. “Forse il mio posto è qui.”

       “Certo che sì,” disse Cass,sembrando sorpresa. “Sei la principessa.”

       “Questa è la prima volta che mi sento tale,” dissi, e la verità di quelle parole mi calmarono il cuore. “Risolvere questo mistero era la mia vera incoronazione.”

       Lei ha considerato questo. “Quindi, cosa sacrifichiamo?”

       “I nostri braccialetti,” dissi.

       “Ha senso, dato che abbiamo trovato qui le pietre,” disse Cassandra.

       “Devono tornare al terreno sacro,” dissi. “E comunque,questo è l’unico posto dove brillano.”

       Mi sono affrettata a raggiungere la mia borsa, restituendo a Cassandra il suo braccialetto e poi le ho presentato il mio polso per farle slegare il mio.

       “Qui giace un tesoro, legato da un abbraccio, che non venga disturbato,” dicemmo all’unisono, e poi abbiamo gettato i nostri braccialetti nella laguna.

       “Okay, quindi so che non ti piacciono le cose sdolcinate,” dissi. “Ma credo proprio che dobbiamo abbracciarci, in questo momento.”

       “Okay, va bene,” disse Cass. E lo facemmo. “Ascolta, Raps, mi hai permesso fare le mie scelte praticando la Bestia Alata. So che anche tu hai da fare le tue cose. Come raccontare a Eugene quello che hai da dirgli. O farti una nuova amica. Entrambe abbiamo un destino da scoprire. Non sarei una brava dama di compagnia se ti trattenessi dal tuo.”

       “Cass, questa è la cosa più dolce, più gentile, più bella che chiunque—iniziai. Prima che potessi continuare, Cassandra saltò, trascinandomi con lei. Abbiamo urlato di gioia quando siamo caduti in acqua.

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35

 

Cassandra

 

Che diavolo ci fanno tutte queste guardie fuori?” chiesi. Ci siamo accucciate mentre ci nascondevamo dietro un gruppo di alberi ai margini del parco del castello. La mia caviglia pulsava. Ciuffi di nebbia erano nell'aria autunnale, dandoci i brividi. A giudicare dal colore livido del cielo, erano circa le quattro e trenta del mattino.

       “Stanno cercando te,” disse Rapunzel.

       “Impossibile. Sono qui per il festival,” dissi, chiedendomi come potevamo passare le guardie ed arrivare alle nostre stanze di nascosto.

       “Il festival è finito ore fa,” disse Raps.

       Gufo, che avevamo mandato a perlustrare la scena, mi è atterrato sul braccio. “Cosa mi dici, Gufo? Sanno che Raps è fuori dal castello?”

       Gufo arruffò le sue piume e si mise a bubolare in silenzio. “È un ‘no,’” dissi.

       “Oh, perfetto! Il mio piano Dahlia ha funzionato!” disse Rapunzel.

       “Quindi tutta questa sicurezza è per me?” chiesi a bassa voce, non intendendo realmente porre la domanda ad alta voce. Era difficile per me comprendere che a così tante persone importava della mia assenza.

       “Ma certo,” disse Rapunzel, prendendo il mio braccio. “Cass, non lo vedi? A tante persone importa di te. A me, tuo padre, ai miei genitori, Friedborg…”

       “Friedborg?” chiesi, alzando un sopracciglio. “Raps. Dammi un attimo.”

       “Sono sicura che è preoccupata! E so che non mi crederai, ma anche Eugene era preoccupato.”

       “Hai ragione,” dissi, mettendo una ciocca di capelli dietro all’orecchio. “Non ti credo.”

       “So che ti tratta male, ma Eugene non è cattivo come pensi. È piuttosto meraviglioso, a dire il vero. È gentile e disponibile, e dolce e bello…”

       “Okay, okay, okay! Ho afferrato il concetto!” dissi.

       “E comunque, tu sei l’unica persona oltre a me in tutta Corona a sapere dell’antico potere,” disse Raps. “Tu appartieni a questo posto tanto quanto me. E sai che non puoi discutere con me su questo.”

       Ha ragione, pensai. E non era una cosa che ammettevo di solito. Notai che i suoi piedi scalzi erano coperti di sporco.

       “Ehi, quando tu sarai regina e io capitano della guardia, pensi che potremmo rendere illegali i tacchi alti?” chiesi.

       Lei rise. “Non so se metterli fuori legge, ma possiamo sicuramente stabilire una tendenza.”

       Gufo bubolò, avvisandomi che qualcuno si stava avvicinando. Ho tirato il braccio di Rapunzel, tirandola nell’ombra.

       Bisbigliai, “In questo momento, dobbiamo concentrarci sul tornare dentro. O almeno, far rientrare te.”

       “Cosa vuoi dire? Io non vado senza di te!” disse Rapunzel.

       “Raps, se Gufo ha ragione e nessuno sa che tu sei uscita, dobbiamo assicurarci che tu torni nelle tue camere più in fretta possibile e devi farlo in sicurezza e silenziosamente. Sarà meglio per tutti noi.”

       “Che mi dici di te?” chiese Raps.

       “Ho intenzione di arrendermi,” dissi. “Qualunque sia la punizione per essere fuggita, devo accettarla.”

       “Siamo una squadra. Arrendiamoci insieme,” disse Raps.

       “No—se lo facessimo, la punizione sarebbe peggiore,” dissi. “Ormai dovresti saperlo. In più, i tuoi capelli sono bagnati. Ci sarebbero troppe domande.”

       Rapunzel ci pensò per un momento e poi annuì. “Allora qual è il piano?”

       “Se io creo una distrazione arrendendomi, la forza di guardia sarà ridotta,” dissi. “E poi tu sfreccerai nel giardino sotto la tua finestra e aspetti che la costa sia libera. Manderò Gufo ad avvisare Pascal. Lui può aprire la finestra—”

       “E poi potrò usare i miei capelli per tornare nella mia stanza,” disse Rapunzel. Si morse il labbro. “Dahlia è ancora lì, penso.”

       “Ci occuperemo più tardi di lei,” dissi. “Quando arriverà l'alba, forse il tuo ‘sognatore’ Eugene potrà scortarla segretamente al mercato.”

       “Lo farebbe per me,” disse Raps. “E per te.”

       “Ci crederò quando lo vedrò. Sei pronta?” chiesi.

       Raps annuì. Si sdraiò a terra. Poi io mi alzai e camminai verso il castello, pronta ad affrontare il mondo.

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36

 

Rapunzel

 

Penso di iniziare a capire come sia stato per te essere rinchiusa in una torre per diciotto anni!” disse Dahlia quando, arrampicandomi per i miei capelli, sono strisciata attraverso la mia finestra e sono crollata sul pavimento. Dahlia non si stava nascondendo nel mio letto fingendo di essere me, dormendo. Era impegnata a lavorare, decorando una lastra di legno.

       Pascal la indicò e girò gli occhi con esasperazione. Ne aveva chiaramente abbastanza di Dahlia.

       “Tecnicamente, è stato solo per un giorno,” dissi, tirando i capelli dietro di me con grande sforzo. Se venti metri di capelli erano tanti da portarsi dietro, venti metri di capelli bagnati, erano una tonnellata. “Capisco che tu stia andando un po' fuori di testa, ma non sono sicura che questo sia un confronto accurato.” Sono caduta sul pavimento mentre tiravo l'ultima parte dei miei capelli all'interno.

       “Forse hai ragione,” disse con un sospiro. “Come artista, non penso sempre al tempo e allo spazio in modo lineare. E non sono sicura che lo sappia neanche tu.”

       “Cosa intensi?” chiesi. “E, um, cosa stai facendo?”

       “Sto trasferendo uno dei tuoi disegni su un pezzo di legno usando una colla speciale.”

       “Oh…”

       “Il tuo stile non rispetta le regole. Prendi questo per esempio,” disse tirando fuori uno dei miei disegni di Cass. Era iniziato come un disegno, ma poi ci avevo aggiunto il colore. “Ho avuto una sensazione guardando la foto senza sapere l'ora e nemmeno il luogo. Dalle tue pennellate e dalla tua composizione traspare un'emozione pura.”

       “Davvero?” chiesi, osservando il ritratto finito a metà di noi due.

       “C’è molto movimento,” disse Dahlia. “È vibrante.”

       “È Cass,” dissi.

       “Non è solo Cass, però,” disse Dahlia. “Vedi, è anche il modo in cui tu ti senti quando sei con lei, vero?”

       “Wow,” dissi. Anche se avevo passato innumerevoli ore a disegnare e dipingere, completamente assorbita dal processo, non ne avevo mai parlato con nessuno prima d'ora.

       “Nella mia testa, tutto questo riguarda il tempo e lo spazio,” disse Dahlia.

       “Penso di capire quello che stai dicendo,” dissi. “Voglio dire, quando sono con Cass, e quando sto dipingendo, il tempo si muove diversamente.”

       “Sei davvero una principessa incredibile,” disse Dahlia. “Ma ho davvero bisogno di uscire di qui. Il mio spirito, come dire, prude.” Gesticolò verso il legno. “Ti dispiace se lascio asciugare qui questo pezzo mentre torno al mio carretto?”

       “Certo,” dissi. “Da dove proviene questo legno?”

       “Era uno dei tuoi scaffali. Non ti dispiace, vero?” disse Dahlia.

       “Immagino di no?” dissi, osservando la libreria che Eugene ed io avevamo progettato e che il falegname reale aveva costruito, dove ora mancava il ripiano inferiore. Dahlia aveva impilato i libri che si trovavano sullo scaffale in basso in modo artistico. In realtà sembravano carini, distesi orizzontalmente dove gli altri sopra di loro erano posizionati verticalmente. E chiaramente l’aveva fatto con cura—le pile erano coordinate per colore. “Magari la prossima volta chiedi a me, comunque, okay?”

       “Okay,” disse Dahlia, chiudendo la sua valigetta di materiali e camminando verso la porta. “Anche se, sai, certe volte hai bisogno di rompere qualcosa per cercare di farla diventare ciò che vuole veramente.”

       “Aspetta!” dissi. Lei si bloccò, e io potevo capire che l’acutezza della mia voce l’aveva spaventata. “Scusa, Dahlia, ma stiamo ancora cercando di farti uscire da qui di nascosto.” Sbirciai dalla finestra. C’erano solo poche guardie, ed erano tutti vicino al ponte levatoio, affollandosi. Gufo volava in circolo. Sapevo che la folla si era radunata per il ritorno di Cassandra. Si era costituita. Un senso di tranquillità mi ha riempito. Cassandra era tornata, e non sarebbe andata da nessun’altra parte. “Okay. La costa è libera. Non puoi semplicemente camminare per i corridoio, comunque. Dovrai uscire dalla finestra.”

       “Non c’è problema. Se puoi lasciar asciugare questo pezzo durante la notte e poi portarlo al mercato, sarebbe fantastico. Mi piacerebbe molto esporlo,” disse Dahlia. Pascal scosse la testa, totalmente rassegnato. Dahlia si era rivelata piuttosto impegnativa. Ma aveva un’interessante punto di vista. Specialmente riguardo l’arte.

       “Farò del mio meglio,” dissi.

       Il sole stava iniziando a sorgere, spuntando tra le colline in lontananza con raggi rossi.

       “Ehi, hai mai usato il capelli come materiale prima d’ora?” chiesi.

       “No,” disse.

       “Beh, stai per usarli come se fossero una corda. Questo potrebbe darti una nuova prospettiva,” dissi.

E ancora una volta, sciolsi i miei capelli.

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37

 

Cassandra

 

Mi sono unita alla famiglia reale per il tè il giorno successivo, dopo che gli Hervaniani avevano posto i loro saluti. Evidentemente, Marie aveva passato bei momenti al festival—la dimostrazione di scherma e la danza rivoluzionaria di Monsieru LaFleur sotto ai riflettori—che avevano insistito sul tornare per il prossimo grande evento Coroniano. Non sarei impaziente di farlo, ma al momento ho avuto pesci più grandi da friggere.

       Sono arrivata puntualmente al tè reale alle tre in punto. Il re, la regina, Rapunzel e Eugene erano lì. Non capivo perché lui doveva essere incluso, ma d'altra parte, non l'ho mai fatto.

       “Ci hai fatto prendere un bello spavento ieri sera, mia cara,” mi disse la Regina Arianna mentre mi avvicinavo zoppicando. La caviglia mi faceva ancora male.

       “Mi dispiace,” dissi, inchinandomi come potevo.

       “Quando Rapunzel ci ha detto che eri scappata via, eravamo devastati,” disse la Regina Arianna, versando il tè mentre Friedborg arrivava con un vassoio di focaccine.

       “Le mie scuse,” ribadii.

       Quando mi sono consegnata, una legione di guardie mi hanno sollevata e cantavano un grido di vittoria. Avevano applaudito così forte che le mie orecchie rimbombavano ancora. Qualche momento dopo, mio padre mi ha abbracciata con le lacrime agli occhi. È stata la prima volta che ho visto mio padre piangere. E poi un invito scritto per il tè era arrivato dalla regina in persona nella prima mattina.

       “Cassandra, cara, sai che il tuo posto è qui a Corona,” disse la Regina Arianna, mettendo la sua mano calda sulla mia. In quel momento, non potei fare a meno di notare che lei e Rapunzel avevano le mani identiche—dita lunghe, nocche sporgenti e palmi forti. Raps, seduta accanto a me, mi stringeva l’altra mano.

       “Un posto molto importante,” disse il re, pulendosi la bocca con un tovagliolo. “Non sappiamo del tuo ruolo ufficiale di dama di compagnia, ma a causa delle tue abilità speciali…”

       “Le tue straordinarie abilità di combattimento,” aggiunse Rapunzel.

       “Perché tu sei tu,” disse la Regina Arianna, arrivando al punto, “pensiamo anche a te come la protettrice di Rapunzel.”

       “Naturalmente, anche io sono il protettore di Rapunzel,” disse Eugene.”Qualcuno potrebbe dire l’unico.” Gli occhi di Eugene si spalancarono e mi è sfuggito un sorriso. Sapevo che Rapunzel lo aveva probabilmente colpito sotto al tavolo.

       “Um, non so se qualcuno qui lo ha notato, ma sono molto brava a proteggermi da sola,” disse Rapunzel.

       “L’ho notato,” dissi. Mi girai verso la regina. “Sua figlia è davvero in gamba.”

       “Nessuno mette in dubbio le tue abilità, Rapunzel,” disse la Regina Arianna. “Ma in questo mondo, dobbiamo guardarci le spalle a vicenda. Una squadra è più forte di una persona sola.”

       “Lo so,” dissi, incrociando lo sguardo con Rapunzel. Non potevo fare a meno di pensare alle parole sulle tavolette nella laguna. “Ecco perché sono davvero mortificata di essere scappata via. Ho avuto un momento dove ho pensato che il mio destino fosse di andarmene.”

       “La chiamata del destino è una cosa forte, senza dubbio,” disse la Regina Arianna. “L'ho sentita io stessa alla tua età. In certi momenti della vita, sentiamo il bisogno di cercare—e forse il desiderio di viaggiare. Se le nostre vite fossero esposte davanti a noi in mappe ordinate, come potremmo crescere? Se non avessimo nostalgia o se non ci facessimo domande, cosa succederebbe alle nostre anime?”

       Scossi la testa, senza parole.

       “E ancora, ironicamente, arrenderti al tuo destino, quello che senti nel profondo della tua anima, è l'atto più coraggioso,” disse il re.

       “Il tuo post è qui, mia cara ragazza,” disse la Regina Arianna.

       “Con noi,” aggiunse Rapunzel. E io sapevo che avevano ragione.

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38

 

Rapunzel

 

Questo è il disegno che stavo per darti prima che te ne andassi,” dissi, presentando il ritratto a forma di libro a Cassandra dopo cena.

       Sono io?” chiese, studiando il disegno.

       “Sì,” dissi. “Questo è quello su cui stavo lavorando quando hai deciso di andartene via.”

       “Mi piace,” disse Cassandra. “Pensi che posso aiutarti a finirlo?”

       “Vuoi farlo?” chiesi sorpresa. Cass non era mai sembrata interessata ai miei lavori prima d’ora.

       “Tu mi hai aiutato così tanto con la Bestia Alata. Credo sia il momento che io impari qualcosa in più sull’arte. Scommetto che se studio abbastanza, potrei imparare tante cose come Dahlia,” disse.

       Io non voglio che tu sia come Dahlia,” dissi, aprendo il mio cavalletto e aprendo i barattoli di vernice. “Dahlia ha un sacco di belle qualità,e ne sa un sacco sull’arte, ma preferisco uscire con te—o almeno, la maggior parte delle volte.”

       Cass non cercò nemmeno di nascondere il suo sorriso. Le allungai un barattolo con un coperchio ermetico e lei lo aprì senza difficoltà. Mi sono resa conto allora che, anche se forse non lo chiederà mai, aveva bisogno di qualche rassicurazione.

       “Sai,” dissi. “Le tue mappe sono dei pezzi d’arte.”

       “Sono documenti pratici,” disse Cass.

       “Sono entrambe le cose!” dissi. “Perché non le vai a prendere?”

       Lo ha fatto, e non appena è tornata, ho continuato. “Stavo pensando che se io combino le tue mappe della laguna con i miei ritratti, potremo creare qualcosa di veramente unico e bello.”

       “Immagino che sia pericoloso avere una mappa di un posto segreto nei paraggi,” disse Cassandra. “E se finisse nelle mani sbagliate?”

       Qualcosa di quello che aveva detto Dahlia mi aveva ispirato. Certe volte hai bisogno di rompere qualcosa per cercare di farla diventare ciò che vuole veramente. Ho tirato fuori delle forbici da cucito e ho tagliato la tela con i nostri ritratti.

       “Cosa stai facendo?” chiese Cassandra.

       “Sto creando arte,” dissi orgogliosamente. Ho usato un po’ di vernice per sistemare i nostri ritratti sulla mappa, proprio nel punto dove si trovava la laguna. “Guarda, siamo noi. Alla laguna.”

       “Qui,” dissi, e allungai a Cassandra un pennello.

       “Cosa ci devo fare con questo?” chiese, tenendolo come se stesse un oggetto sconosciuto—uno che poteva morderla.

       “Disegna quello che vedi con il cuore,” dissi. Stropicciò il naso verso di me. Ho riso. “Okay, va bene. Dipingi qualcosa della laguna.”

       Intinse il pennello nel giallo e disegnò una linea attorno ai nostri corpi.

       “È la luce delle gemme scintillanti?” chiesi. Lei annuì.

       “Mischiai il blu con un po’ di nero e ho mischiato i colori per creare una sfumatura di mezzanotte. Poi ho dipinto sopra la mappa. Cassandra sobbalzò.

       “La laguna deve rimanere un segreto in onore della nostra amicizia,” dissi e coprii la sua linea precisa e le misure dettagliate con molto colore.

       “E proteggere il regno,” disse, prendendo il pennello dal barattolo.

       Il fuoco scoppiettava nel camino. E noi lavorammo fin quando non sentii che l’opera era finita. La mappa era completamente coperta, ma i nostri ritratti erano circondati d’oro. Sembrava come se stessimo danzando nell’aria—insieme e libere.

 

-Fine

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