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[Traduzione] Frozen II [CONCLUSO]


Snow.Queen

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Capitolo 24

 

Elsa ha usato tutta la forza dei suoi poteri sulla scia infuocata della palla di fuoco. lo inseguì fino a che non rimase bloccato sotto uno strapiombo roccioso, dove le fiamme sembravano attenuarsi.

      Curiosa, Elsa si inginocchiò e studiò quello che era rimasto del fuoco. Due occhi piccoli, terrorizzati la fissavano. Questo è lo Spirito del Fuoco? si chiese. Il potente, spaventoso Spirito del Fuoco? Assomigliava solo ad una piccola salamandra. Ma se qualcuno sapeva che l’apparenza poteva ingannare, quella era Elsa.

      La salamandra piagnucolava e sparava un colpo di fuoco dalla bocca, puntando direttamente contro un albero dietro Elsa. Ma lei fu più veloce, e congelò il fuoco a mezz’aria, creando uno spettacolo scenografico che è rimasto sospeso per il più breve dei momenti e che è andato via. La salamandra guardava la loro creazione congiunta e tornava da lei. Con un piede palmare sollevato, ha fatto un passo esitante verso Elsa, muovendosi lentamente, come un cucciolo spaventato.

      Elsa era profondamente toccata. Si chiese se la creaturina fosse stata ferita in passato, e incompresa. Quelli erano sentimenti che comprendeva facilmente. Si accovacciò più vicino alla roccia e la avvicinò, poi allungò una mano verso lo Spirito del Fuoco.

      La salamandra si fece lentamente avanti e si arrampicò sulla sua mano. Sembrava essere alleviato dal tocco della pelle fredda di Elsa, mettendosi a suo agio mentre si sistemava, sfrigolante sul palmo della sua mano.

      “Oh!” gridò Elsa sorpresa. “Uh, ah.” Sussultò per il calore della salamandra, ma la cosa più importante per la creatura era sentirsi al sicuro.

      Le venne in mente un’idea. Creò fiocchi di neve sulla punta delle dita e li lasciò cadere verso lo Spirito del Fuoco. La salamandra li guardava incuriosita prima di tirare fuori la lingua e prenderli. Mentre lo Spirito del Fuoco li mangiava, le fiamme sul suo dorso si ridussero e il fuoco sugli alberi attorno diminuì. Ha scherzosamente sparato una piccola raffica di fuoco per far scoppiare un altro fiocco di neve, poi si è rannicchiato nelle fessure della mano di Elsa. Il fuoco si spense in altre aree della foresta.

      I passi si sono susseguiti alle spalle di Elsa. Sospirò. Il momento che aveva appena condiviso con lo Spirito del Fuoco era stato così… magico.

      “Ci guardano tutti, non è vero?” bisbigliò al suo nuovo amico.

      Girò la testa e guardò oltre le sue spalle. Una folla si trovava a circa un metro e mezzo di distanza, osservando e sospirando. Altra gente si stava avvicinando, molti di loro con gli occhi spalancati dallo stupore.

      “Hai qualche consiglio?” bisbigliò Elsa allo Spirito del Fuoco, che la fissava senza battere ciglio. “No? Niente?” Lo Spirito del Fuoco si leccò l’occhio. “Hmm, dovrei sapere che vuol dire?”

      Poi la voce misteriosa si è fatta strada, ossessionante e inquietante, facendosi strada davanti a tutto ciò che stava accadendo. Diventò l’unica cosa su cui riusciva a concentrarsi Elsa. E notò che per la prima volta, anche qualcun altro la sentiva.

      Lo Spirito del Fuoco si guardò intorno, in cerca della fonte della voce. E poi così veloce come era iniziata, si fermò. Elsa si girò verso il suo amico. “La senti anche tu?” chiese. “Qualcuno ci sta chiamando. Chi è? Che cosa facciamo?”La salamandra balzò giù dalla sua mano e si arrampicò di corsa su una roccia, la testa piegata per osservare qualcosa in lontananza. Poi lo Spirito del Fuoco si girò versi di lei.

      “D’accordo, continua verso Nord,” interpretò Elsa. La salamandra brillò per un attimo, poi scomparì oltre la roccia.

      “Elsa!”

      Si girò al suono della voce di sua sorella, e il sorriso che le attraversava la faccia quando Anna apparve era brillante. Elsa si incamminò verso sua sorella e avvolse le braccia attorno alla sua sorellina, sollevata che stesse bene.

      “Oh, grazie al cielo,” disse Anna, abbracciando Elsa altrettanto stretta.

      “Anna,” rimproverò Elsa. Ora che sapeva che sua sorella era salva, era arrabbiata che Anna fosse stata così sciocca da non mettersi in salvo in una parte sicura della foresta con gli altri. Si allontanò e si accigliò. “Che volevi fare? Potevi morire. Non puoi seguirmi nel fuoco.”

      “Se non vuoi che ti segua nel fuoco,” controbatté Anna, “allora tu non buttarti nel fuoco! Non sei abbastanza cauta, Elsa.”

      Elsa fece un respiro profondo e ascoltò le parole di Anna. Questo l’aiutò a calmarsi. Anna ha sempre avuto a cuore i suoi interessi, e lei avrebbe fatto la stessa cosa. “Mi dispiace. Tu stai bene?”

      “Sono stata meglio,” rispose Anna.

      Kristoff e Olaf rimasero in silenzio mentre raggiungevano le ragazze con Sven. Non era il momento per interrompere. Ma non avevano mai visto le ragazze litigare prima d’ora, e la preoccupazione era evidente sulle loro facce.

      “Hmm, so cosa ti serve,” Elsa raggiunse la borsa che portava Anna e tirò via un angolo dello scialle della loro madre che usciva da un lato. Lo tirò fuori dalla borsa e lo avvolse attorno alle spalle della sorella.

      I Northuldra attorno a loro sussultarono, girandosi verso gli altri e bisbigliando. Yelana camminò attraverso la folla, avvicinandosi a Elsa e Anna prima di alzare una mano come segnale per tutti di calmarsi. Anna e Elsa si girarono verso di loro, chiedendosi perché tutti le fissassero.

      “Dove avete preso quello scialle?” chiese Yelana.

      Un giovane ragazzo Northuldra e una ragazza si avvicinarono. Sembravano curiosi di sentire la risposta alla domanda di Yelana. Anna fissava la ragazza fino a quando non la urtò… lei era quella che li aveva sfidati inizialmente, con il suo bastone. Si sono salutati con un cenno della mano.

      “Sono Honeymaren,” disse. “E questo è mio fratello, Ryder.”

      Ryder fece un passo avanti—con un sorriso, ma anche con molta curiosità. “È uno scialle dei Northuldra,” disse.

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Capitolo 25

 

Cosa?” chiese sorpresa Anna.

      “Sciarpe come questa,” disse Honeymaren, indicando lo scialle che indossava Anna, “sono donate ai neonati alla nascita. È di una delle nostre più antiche famiglie.”

      Anna e Elsa si fissavano a vicenda, sentendosi spaesate. “Era di nostra madre,” disse Anna.

      Elsa ebbe un’intuizione. Afferrò la mano di sua sorella e la tirò attraverso i cespugli. Gli altri le seguirono, chiedendosi dove stessero andando. Le sorelle si affrettarono verso la scultura di ghiaccio della giovane Northuldra che stava sostenendo loro padre da ragazzo.

      “Elsa…,” disse Anna mentre sfiorava il volto ghiacciato della ragazza e lo scialle che indossava.

      Elsa esaminò la scultura più da vicino. “Ora capisco. È la Mamma.”

      Si sono rivolte l'una verso l'altra, una consapevolezza che le colpì. “La Mamma ha salvato Papà quel giorno,” disse Anna, annunciando la verità per la prima volta.

      Dopo qualche momento, Elsa si voltò verso Yelana, e il resto delle persone attorno a loro. “Nostra madre era una Northuldra.”

      Il silenzio si diffuse mentre tutti cercavano di capire quello che avevano appena sentito.

      “Cosa?” chiese dolcemente Mattias.

      “Lo sapevo che era una Northuldra,” disse Ryder a nessuno in particolare. “Riuscivo a sentirlo. Ho... Ho un dono".

      E poi il vento si agitava tra gli alberi, creando un'armonia della natura che si avvolgeva tra le foglie e i rami. Le sculture di ghiaccio scintillavano e brillavano di un bagliore magico, attirando l'attenzione di tutti. Anche Olaf cominciò a risplendere mentre i gufi e gli animali della notte iniziavano a cantare il canto della foresta.

      Olaf cantava. “Ooooohhh…

      Yelana era senza parole. Un Northuldra anziano mise una mano sulla spalla di un altro Northuldra. Quella persona si allungò verso la persona di fronte a lui emise la sua mano sulla sua spalla. Gli altri seguirono, tutti loro uniti uno ad uno. Iniziarono a cantare una canzone della loro gente che riempì la foresta con un profondo senso di appartenenza e di speranza.

      I soldati Arendelliani si trovavano dal lato opposto, in guardia. Olaf mise una mano su Kristoff e una su Sven. Non era esattamente sicuro di quello che stavano facendo i Northuldra, ma voleva essere sicuro che anche loro ne avrebbero fatto parte. Si mise a cantare, anche se non conosceva le parole. Era felice che il pericolo dovuto allo Spirito del Fuoco fosse svanito.

      Ryder e Honeymaren si trovavano vicini alla testa del gruppo. Entrambi misero una mano sulla spalla di Yelana. Yelana guardò verso Anna e Elsa. Raggiunse le loro mani e le mise tra le sue.

      “Ci chiamiamo Northuldra. Noi siamo il popolo del sole,” disse accettando che queste persone erano parte della sua famiglia. Anna e Elsa annuirono, piene d’emozione.

      Mattias fece un passo avanti, vedendo l’emozione nelle loro facce. Si fermò e aspettò.

      “Ve lo prometto, “ disse Elsa a Yelana, “libererò la Foresta e salverò Arendelle.” SI girò verso Mattias per riconoscerlo.

      Anna fu sorpresa dalla promessa di Elsa. Era un voto da mantenere per sua sorella, non per loro due. Qualcosa nel suo stomaco si contorse.

      “È una promessa impegnativa, Elsa,” disse, cercando di mantenere il dolore per sé.

      Il fragore delle voci è partito basso all'inizio, un mix di Arendelliani e Northuldra, poi è diventato più forte mentre la speranza della nebbia che cadeva si diffondeva tra la folla.

      “Ce ne andremo da qui!” urlò Ryder, e le persone accanto a lui ridevano con riconoscenza. “Però! Sono emozionato!” si girò verso Kristoff. “È solo… alcuni di noi sono nati qui. Non abbiamo mai visto il cielo limpido.”

      “Ehi, capisco,” disse Kristoff, toccando il suo nuovo amico sulla spalla.

      “Grazie,” disse Ryder. “Ti ringrazio per aver salvato le renne.”

      “Puoi scommetterci,” disse Kristoff.

 

                           

 

 

      “Ho risentito la voce,” disse Elsa, sorridendo verso Yelana. “Dobbiamo andare a Nord.”

      “Ma i Giganti di terra vagano a Nord di notte,” avvertì Honeymaren.

      “Loro dormono il giorno,” avvisò Yelana. “Potrai partire domattina.”

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Capitolo 26

 

Quando tutti tornarono al campo di Northuldra, furono sollevati nel vedere che i danni causati dallo Spirito del Fuoco non erano quelli che avevano immaginato. Tante mani raccolte in un'atmosfera di festa e di ringraziamento, di sollievo e di gioia. I Northuldra e gli Arendelliani si sono riuniti per prendersi un momento per riconoscere quanto sia importante la vita e quanto dovrebbero essere grati per ogni giorno. Mentre la musica riempiva l’aria, tutti si gustavano bevande calde e ciotole di stufato fumante.

      Vicino a dove si svolgeva la cerimonia, alcuni dei bambini della Northuldra si sono riuniti intorno a Olaf. All’inizio lo guardavano curiosi. Era abbastanza diverso da qualsiasi cosa avessero mai visto prima. Poi una ragazzina audace si è mossa in avanti e ha punzecchiato il suo corpo. Sembrava sorpresa che fosse freddo al tatto.

      Olaf era entusiasta di passare il tempo con i bambini. E mentre loro erano sempre più a loro agio attorno a lui, si avvicinarono e cominciarono a tirargli le braccia, le gambe e persino il naso. Olaf parlò loro per tutto il tempo.

      “Ehi, domanda,” iniziò, “come affrontate voi la sempre crescente complessità di pensiero che comporta la maturità—”

      Olaf fu interrotto quando uno dei bambini afferrò il suo naso di carota e se l'è infilata nel naso. Tutti i bambini ridacchiavano.

      “Geniale!” disse Olaf. “È stimolante parlare con i giovani di oggi. Il nostro futuro è in buone mani.

      Ma i bambini non risposero a parole. Alcuni di loro iniziarono a masticarlo. Altri presero i suoi piedi e glieli misero in cima alla testa. Anche questo li faceva ridere. Poi una bambina prese un piede dalla sua testa e iniziò a morderlo.

      “No, no, no, non mangiarlo,” avvisò. “Non sai cosa ho pestato prima.”

 

                             

 

Kristoff e Ryder si trovavano in una parte diversa del campo, vicino a dei tavoli di fortuna realizzati con vecchie botti. Kristoff armeggiò nella sua tasca e tirò fuori l’anello che aveva pianificato di dare ad Anna.       Lo mostrò a Ryder.

      “I troll lo hanno estratto dal cuore delle Montagne Nere,” disse Kristoff.

      Ryder era scioccato. “Conosci i troll di montagna?”

      “Sono stato cresciuto da un troll di montagna,” disse orgogliosamente Kristoff.

      “Oh, devo uscire da questa foresta,” disse Ryder. Non era una brutta vita, ma non era mai stato al di fuori della foresta a causa della nebbia e si era sempre chiesto cosa si stesse perdendo dall’altra parte di essa.

      “Non riesco a catturare la sua attenzione,” si lamentò Kristoff, “o a dire ciò che è giusto.”

      “Oh, beato te; io non so niente sulle donne, ma so che abbiamo un modo stupendo di fare la proposta,” disse Ryder. “Catturerà sicuramente la sua attenzione. Se iniziamo ora,per l’alba saremo pronti.”

      “Davvero?” chiese emozionato Kristoff.

      Ryder afferrò il braccio del suo nuovo amicò e lo trascinò. “La cosa più bella è che servono molte renne.”

      Gli occhi di Kristoff si spalancarono e sorrise. “Ooohhh.”

      Sgattaiolarono oltre Anna e Mattias, che si trovavano ai margini dell'accampamento a mangiare lo stufato. Mattias era in stato di allerta, sempre ad osservare, sempre a scaglionare. Sembrava non abbassare mai la guardia.

      “Era all’incirca della tua altezza,” disse Anna al tenente. Era felice di trovarsi con lui e mangiare lo stufato mentre osservavano. Lo rispettava perché non sarebbe mai nata se lui non avesse salvato la vita a suo padre anni prima. Ed era grata che Mattias si fosse preso cura di suo padre quando era ragazzo. Era difficile per Anna credere che fosse rimasto bloccato nella Foresta Incantata da più tempo di quanto fosse stata in vita.

      “Più alto, uh,” chiese Mattias, ripensando al ragazzo che conosceva. C’erano momenti in cui è stato difficile per lui conciliare i propri ricordi di Agnarr con le informazioni che Anna ed Elsa condividevano con lui.

      “Significavi tanto per lui. Ogni volta che ricevevamo biscotti al burro dalla Pasticceria di Blodgets, diceva, ‘Mattias non ne aveva mai abbastanza di questi.’ ”

      “È il burro…,” disse Mattias. Aveva abbandonato la speranza molto prima di tornare alle cose che amava. Ma ora con Anna e Elsa qui nella foresta… la speranza era tornata. “Ditemi, a casa—Halima è ancora su ad Hudson’s Heart?”

      “Sì,” disse Anna.

      Mattias non riusciva a crederci. Erano passati così tanti anni! “Davvero? È sposata?” chiese. Anna scosse la testa in segno negativo. “Davvero? Perché non mi fa sentire meglio?”

      “Che altro ti manca?” chiese Anna.

      “Mio padre,” rispose senza esitazione. “È morto prima di tutto questo. È stato un grande uomo. Ci ha dato una vita felice ad Arendelle, ma mi ha insegnato a non dare la fortuna per scontata. Diceva, ‘Preparati—non appena credi di aver trovato la tua strada, la vita te ne apre una nuova.’ ”

      “Che si fa quando accade?” chiese Anna.

      “Non ti arrendi,” disse. “Fai un passo alla volta, e…”

      “E poi fai ciò che è giusto?” aggiunse Anna, ricordando quello che le aveva detto Gran Papà.

      “Sì,” disse Mattias con un sorriso. “Esatto.” Poi vide la preoccupazione sulla faccia di Anna mentre osservava Elsa passare con Honeymaren.

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Capitolo 27

 

Honeymaren e Elsa camminarono oltre i ceppi attorno al falò e si sedettero. Un cucciolo di renna si alzò, annusando e strofinando la testa su di loro. Elsa accarezzò la schiena della piccola renna mentre pensava a tutto quello che era successo da quando erano entrati nella foresta.

      “Vorrei mostrarti qualcosa. Posso?” chiese Honeymaren. Elsa annuì. Honeymaren si allungò per un'estremità della bella sciarpa bordeaux che era appartenuta alla madre di Elsa e indicò i fiocchi di neve su di essa. Identificò i simboli sulla punta dei fiocchi di neve. “Conosci aria, fuoco, acqua, e terra.”

      “Sì,” disse Elsa.

      “Ma guarda.” Honeymaren toccò un diamante nel centro del fiocco di neve, un simbolo che Elsa non aveva mai notato prima. “C’è un quinto spirito.” Honeymaren sorrise all’espressione sorpresa di Elsa. “Si dice che sia un ponte tra noi e la magia della natura.”

      Elsa era scioccata. “Un quinto spirito?”

      “Alcuni dicono di averlo sentito il giorno in cui è caduta la foresta,” disse Honeymaren. Aveva l’attenzione totale di Elsa.

      “Mio padre l’ha sentito,” disse Elsa. “Credi sia quello a chiamarmi?” chiese Elsa.

      “Forse.” sorrise Honeymaren. “Ahimè, solo Ahtohallan lo sa.”

      Elsa sorrise, ricordando che sua madre aveva detto la stessa cosa a lei e Anna quando erano piccole. “Ahtohallan—” Ha stretto la sciarpa intorno alle spalle, ricordando le parole della ninnananna con la quale sua madre le aveva calmate. Per metà ha cantato e per metà ha pronunciato le parole ad alta voce.

      Honeymaren sorrise ancora, riconoscendo la canzone e cantando insieme ad Elsa.

      “Perché nelle ninnananne ci sono sempre degli avvertimenti spaventosi?” chiese Honeymaren una volta finito di cantare.

      “Io me lo chiedo da sempre,” disse Elsa.

      Improvvisamente, il terreno tremò a causa di un rumore in lontananza simile ad un tuono. Ma nessuna luce seguì ad elettrificare il cielo.

      “I Giganti di Terra,” disse Honeymaren.

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Capitolo 28

 

Tutti si sono fatti prendere dal panico e si sono dispersi in direzioni diverse. Tutti si sono fatti prendere dal panico e si sono dispersi in direzioni diverse. Cercavano posti per nascondersi dalla minaccia incombente.

      “Che cosa ci fanno qui?” bisbigliò Yelana a Elsa.

      Il terreno tremò ancora, come se piedi del peso di una montagna la calpestassero. I giganti erano vicini; gli rami degli alberi vacillavano per il loro respiro pesante. Un naso enorme separava i rami e annusava con forza, alla ricerca di un profumo specifico.

      “Nasconditi,” istruì Honeymaren.

      Olaf si nascose in fretta dietro ad una roccia, cercando di rendersi più piccolo possibile. E poi notò lo Spirito del Fuoco. Agitò le mani alla salamandra, cercando di scacciarla via. I suoi gesti hanno avuto l’effetto opposto: lo Spirito del Fuoco si è acceso!

      Sobbalzò in orrore. “No, no, shhh,” disse, cercando di calmarlo. Prendendo un respiro profondo, soffiò sulle fiamme crepitanti, ma le fiamme aumentarono, inghiottendo lo Spirito del Fuoco. “Stanno arrivando. Stanno arrivando!”

      Cercò nuovamente di soffiare sulle fiamme, che continuarono ad aumentare. Olaf si allungò verso lo Spirito del Fuoco. “Ooh. Ooh. Caldo. Caldo.” disse mentre gettava la creatura avanti e indietro tra le mani. Finalmente, mise la salamandra sulla roccia e lo guardò supplicandolo. “Spegni quel fuoco,” lo pregò.

      Senza avviso, lo Spirito del Fuoco balzò sulla testa di Olaf, girando su se stesso tre volte prima di sdraiarsi sul gelo perenne con un sorriso. All’inizio Olaf trasalì dal dolore. Poi fece un sospiro di sollievo—il fuoco sulla salamandra si spense.

      BOOM, BOOM, BOOM.

      Tutti nel cammino dei Giganti di Terra trattenevano il respiro e pregavano che se ne andassero. Elsa, incuriosita, sbirciò da dietro l’albero. Il naso di quello più vicino a lei si voltò lentamente, come se avesse colto il suo odore. Un'ombra si è proiettata su di lei quando è emerso il Gigante di Terra. Prima di nascondersi dietro l'albero, ne guardò il volto, incuriosita dalle sue dimensioni e dalla velocità con cui si muoveva verso di lei. Poi, senza avviso, si girò in una direzione diversa e continuò a camminare.

      Elsa sbirciò nuovamente da dietro l’albero. Realizzando che il Gigante di Terra si stava muovendo lontano dal loro campo, uscì fuori ed iniziò a seguirlo. Anna le bloccò la strada, la sua faccia era piena di domande.

      “Ti prego, dimmi che non hai intenzione di seguirli,” bisbigliò.

      “E se li domassi come ho fatto con il vento e il fuoco?” chiese Elsa.

      “O se invece ti schiacciassero ancor prima che tu possa provarci? Ricorda, l’obbiettivo è trovare la voce, trovare la verità, e tornare a casa.” ricordò Anna a sua sorella.

      Olaf arrivò proprio mentre i Giganti di Terra scomparivano in lontananza. Lo Spirito del Fuoco si stava ancora rilassando sopra la sua testa.

      “Ehi, ragazze—c’è mancato poco! Ma, il lato positivo: lo Spirito del Fuoco e io siamo diventati amici. Andiamo con il nome Bruni. O quello o Sally. Non è vero, Bruni… o Sally?”

      Elsa sorrise e Bruni saltò sul suo braccio e poi sulla spalla. “Bene. Attento ai tuoi ramoscelli, però, Olaf.” Si girò verso Anna. “I Giganti mi hanno percepita. Potrebbero tornare. Non voglio mettere più nessuno in pericolo. E hai ragione, Anna; dobbiamo trovare la voce. Andiamo, subito.”

      Anna esitò. “Va bene. Andiamo. Lasciami solo—”

      Ma Elsa non voleva aspettare un secondo di più perché sua sorella finisse. Ha attraversato il campo, con Olaf al suo fianco, determinata a continuare il suo viaggio verso Nord.

      Anna si guardò attorno nel campo. “Dove sono Kristoff e Sven?” chiese nel panico.

      “Oh, sì. Credo che si siano allontanati con Ryder e il brando di renne,” disse Olaf.

      “Sono andati via?” chiese Anna, confusa. “Se n'è... se n'è andato e basta? Senza dire una parola? Cosa potrebbe essere così importante da far sì che Kristoff mi lasci indietro?

      Olaf scrollò le spalle. “Chi li capisce gli uomini?” Si girò e seguì Elsa.

      Anna guardò verso sua sorella, che si stava allontanando sempre di più. Anna non voleva andarsene senza Kristoff. Ma aveva promesso di tenere Elsa al sicuro.

      È corsa via e ha raggiunto Olaf. Elsa era avanti a loro, avanzando con determinazione attraverso la foresta, sempre consapevoli dei potenziali pericoli che li circondano. Anna faceva del suo meglio per tenerle testa e non piangere. E quando Olaf allungò la sua mano verso di lei, lei la prese volentieri.

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Capitolo 29

 

Kristoff era eccitato per il giorno che lo aspettava, mentre stava in piedi in una bellissima baia piena di fiori selvatici, guardando il sorgere del sole. Raggi di sole a tinta unita gli caddero sui capelli, mettendo in evidenza il lichene bianco che vi si spolverava. Ne aveva anche messo un po' su Sven, come portafortuna.

      “Va bene,” disse. “ Siete tutti pronti?”

      Tra gli alberi, le renne circondavano Kristoff in una formazione a spirale.

      Anche Ryder era lì, e sapeva come divertirsi con loro. “Pronto,” disse usando la voce di una delle renne.

      Cambiò ancora la sua voce. “Ehm, una prova la farei.”

      In un’altra voce, Ryder disse, “Amo l’amore.”

      Kristoff era scioccato. “Aspetta, parli per loro anche tu?”

      Ryder, non vergognandosi, disse. “Certo.”

      “È come se sentissi davvero ciò che pensano.” Kristoff era raggiante. Le renne si guardavano l'un l'altro come se pensassero che i due uomini fossero pazzi.

      “Sì,” concordò Ryder.

      “E tu lo dici e basta,” dissero simultaneamente.

      Kristoff era contento di avere un amico che la pensava come lui.

      Si fermarono quando il suono di passi interruppe la tranquillità della mattina.

      “Bene,” disse Ryder nella sua vera voce. “Arriva.”

      Kristoff e Ryder si misero in azione. Hanno colpito dei meccanismi che fecero volare i fiori e le farfalle si sollevarono in una danza colorata nell'aria. Kristoff è saltato su un masso in mezzo a un grande cerchio. Ha colpito un sasso con la punta del piede e ha spinto gli altri a cadere in un abbagliante effetto domino intorno a lui.

      “Principessa Anna di Arendelle, mio vivace, intrepido, tenero amore fulvo, vuoi sposar—” iniziò.

      Si fermò appena vide Yelana camminare nella radura. Si guardò intorno come se non avesse idea di cosa dire. “E' così improvviso…,” disse. “Ehm. La principessa se n’è andata con la regina.”

      Questo non aveva senso per Kristoff. Perché mai Anna ed Elsa se ne sarebbero andate? E cosa più importante, perché sarebbero andate via senza di lui?

      “Cosa?” chiese. “Aspetta, che? Cosa?”

      Yelana scrollò le spalle. La situazione stava diventando veramente imbarazzante, e lei era pronta per andarsene. Era solo un messaggero.

      “Non proverei a seguirle,” disse. “Sono belle che andate.”

      Kristoff non poteva muoversi. “Belle che andate?”

      “Già,” confermò. “Quindi—ci dirigiamo ad Ovest, ai prati dei licheni. Puoi venire con noi se vuoi.” Si girò e se ne andò dall’insenatura.

      Kristoff era scioccato. Non riusciva a penare. Era troppo imbarazzato per incrociare gli occhi di Ryder, sapendo che Ryder sapeva che Anna aveva lasciato il campo Northuldra senza nemmeno dirglielo.       Avevano faticato tanto nel progettare questa proposta perché era sicuro che lui e Anna erano destinati a stare insieme per sempre.

      “Ehi…,” disse Ryder, sentendosi in colpa per il suo nuovo amico. “Mi dispiace davvero che—”

      “No, fa niente,” interruppe Kristoff, mentendo.

      “Sì. Già. Okay. Meglio che faccia i bagagli,” disse Ryder. “Vieni anche tu?”

      “Io devo, uh—Sì, ci vediamo lì,” promise Kristoff.

      “Va bene. Sai dove andare? Giusto?” chiese Ryder.

      “Sì.” confermò. “Sì. Conosco i boschi.”

      Ryder annuì e si diresse verso il campo.

      Il corpo di Kristoff era intorpidito. Si sedette sulla roccia dove si trovava in piedi e mise la testa fra le mani. Sven lo spintonò per offrire supporto ed assicurarsi che il suo migliore amico stesse bene.

      Come ha potuto lasciarmi indietro? Dovrei seguirla? Ci stiamo allontanando? Pensò Kristoff. Si sentiva perso senza di lei.

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Capitolo 30

 

Elsa ha mantenuto un ritmo costante davanti ad Anna e Olaf. Era difficile dire da quanto tempo stessero camminando, ma la notte era lentamente entrata nel giorno, mentre continuavano a spostarsi verso Nord. Bruni correva sulle rocce davanti a Elsa, fermandosi periodicamente per assicurarsi che tutti fossero ancora con lui.

      Anna poteva dire che sua sorella era ansiosa per il modo in cui i suoi occhi danzavano avanti e indietro, osservando tutto. Elsa cantò la stessa melodia ossessiva che l’aveva chiamata così tante volte, aspettando che rispondesse… aspettando che le dicesse dove andare. Naturalmente, Olaf, che non voleva essere da meno, cercò di imitarla, cantando in quello che pensava fosse la stessa voce. Ma era ben lungi dall'esserlo, e ha fatto saltare in aria Bruni e ha fatto prendere fuoco. Lo Spirito del Fuoco guardava Olaf brontolando prima di spegnersi e si arrampicarsi sui cespugli.

      Il canto stonato del pupazzo di neve ha fatto stringere i denti ad Anna, ma cercò di essere educata.

      “Ehi, Olaf—ehm, forse andrebbe fatto solo da uno di voi,” suggerì.

      “Concordo,” disse Olaf, annuendo. “Lei è un po’ calante.”

      Una soffice brezza turbinò attorno a loro, annunciando che lo Spirito del vento era tornato.

      “Ehi, è tornato Zefiro,” disse felicemente Olaf.

      Zefiro fluttuava attorno ad Elsa, ottenendo la sua attenzione prima di attirare il loro sguardo su una bandiera a brandelli appena visibile su una delle colline.

      “Cosa…?” disse Anna, senza fiato.

      Lei e Elsa si affrettarono attraverso gli alberi con Olaf proprio dietro di loro. Si fermarono improvvisamente sulla cima della collina e osservavano in silenzio prima di afferrarsi l’un l’altra in shock. Era una bandiera Arendelliana—vecchia e a pezzi, attaccata all'albero di una nave. La nave giaceva naufragata e rotta sul letto di fiume asciutto, con lo scafo squarciato.

      Zefiro si muoveva intorno alle ragazze e soffiava verso la nave, spingendo contro la vecchia bandiera battuta, facendola sventolare debolmente.

      “Com’è possibile?” chiese Anna.

      Olaf studiò curiosamente il vascello frantumato, non facendo caso che le ragazze fossero sconvolte.

      “Che cos’è?” chiese.

      “La nave dei nostri genitori,” rispose delicatamente Anna, facendo fatica a crederci.

      Olaf era confuso. “Ma questo non è il Mare del Sud.”

      “No. No, infatti,” disse Anna. Non aveva alcun senso, eppure era lì. Corse con Elsa giù per l’argine, disperate nel tentativo di raggiungere la nave, gettando la prudenza dietro di loro. Erano troppo veloci per Olaf, ma poi è caduto, facendo del suo meglio per stare al loro passo.

      Lo scafo rotto era frastagliato, ma Elsa e Anna non hanno esitato a passare attraverso le travi scheggiate e a salire sulla vecchia nave di legno. Più di ogni altra cosa, speravano di trovare qualcosa dei loro genitori, qualsiasi cosa che potessero aver lasciato. Ma il loro breve momento di speranza si spense presto. Tutto all’interno era stato distrutto dagli anni—scaraventato e distrutto, o spazzato via. Si muovevano in silenzio attraverso i rottami in uno shock profondo.

      Perché la loro nave è qui?” chiese Elsa, sul punto di piangere. “Come ci è arrivata?”

      Cercarono in profondità, sotto assi di legno frastagliate e vele strappate.

      “Sarà stata trascinata dal Mare Oscuro.” ipotizzò Anna, smistando il disordine, le sue dita che si muovevano sempre più veloci.

      “Che cosa ci facevano nel Mare Oscuro?” chiese Elsa. Non si aspettava che sua sorella avesse la risposta.

      “Non lo so,” rispose Anna. Si fermò ed osservò Elsa. Tutto sembrava più misterioso di prima. “Quanti segreti.”

      La testa di Olaf è spuntata sul lato delle travi rotte. Vedendo le ragazze, si è spinto per il resto del tragitto e si è precipitato nello scafo. La sua testa girava mentre si guardava intorno, confuso.

      “La nave come ha attraversato la nebbia?” disse. “Credevo potessimo farlo solo noi. O forse… la nave era vuota.”

      Anna aveva bisogno di concentrarsi su sua sorella. “Dev’esserci una spiegazione…” disse, rifiutando di credere che erano arrivati così lontano per scoprire che tutte le risposte erano ancora nascoste. Improvvisamente, le venne un’idea. “Ehi. Aspettate. Guardatevi intorno.” Si è inginocchiata e ha tastato il pavimento con le mani. “Tutte le navi Arendelliane hanno uno scomparto. A tenuta stagna.”

      Le parole di Anna misero Elsa in azione. Passò le sue mani sulle pareti, cercando un qualsiasi segno di uno scompartimento.

      “È una bella trovata,” disse Olaf. “Anche se mi chiedo perché non hanno fatto tutta la nave a tenuta stagna.”

      “Qui,” disse Anna. Il suo dito ha sfiorato una piccola tacca vicino al pavimento. Ha fatto clic e si è aperto un portello. Olaf e Elsa la raggiunsero mentre Anna si allungava all’interno e ne tirò fuori un tubo di vetro. L'ha stappato e ha rimosso un rotolo di pergamena ricoperto da un testo misterioso. “Che lingua è?”

      “Non lo so,” disse Elsa, guardando verso alcune parole sui margini. Le indicò. “Ma guarda—questa è la scrittura della Mamma.”

      Anna lesse le parole ad alta voce. “La fine dell’era glaciale… Il fiume trovato ma perduto… L’origine della magia. L’origine di Elsa?”

      Elsa le prese la pergamena e lesse la nota che la riguardava.

      Anna aprì un’altra pergamena. “È una mappa,” disse. Anna la srotolò delicatamente e la stese sul pavimento. Elsa si unì a lei e la osservarono insieme.

      La mappa mostrava Arendelle, la Foresta Incantata, il Mare Oscuro, e cosa c'era oltre. Una linea grezza segnava la nebbia, con punti interrogativi lungo il suo confine settentrionale. Le linee tratteggiate segnavano un percorso lungo il fiordo.

      “Viaggiavano in direzione Nord verso il Mare Oscuro, verso—” Anna si fermò brevemente quando le linee tratteggiate attraversarono il mare fino a raggiungere una piccola isola, etichettata di nuovo nella singolare calligrafia della madre.

      Elsa riconobbe la parola. “Ahtohallan…”

      “Esiste?” chiese Anna.

      “Ahto-a-che?” chiese Olaf.

      “Ahtohallan,” lo corresse Elsa. “È un fiume magico che dovrebbe avere tutte le risposte sul passato.”

      Olaf si sentì orgoglioso del fatto che aveva ragione. “A conferma della mia teoria che l’acqua-ha-memoria—”

      “L’acqua ha memoria,” bisbigliò Elsa. Chiuse gli occhi e poggiò le mani sul pavimento. Usò i suoi poteri per estrarre l'umidità dalle vecchie travi di legno, dall'aria e dalle assi del pavimento.

      “Elsa?” disse Anna. “Cosa stai facendo?”

      “Voglio sapere che cosa gli è accaduto,” disse Elsa.

      Una scultura di ghiaccio a grandezza naturale si formò davanti a loro, una replica perfetta dei loro genitori, che danzano insieme e si guardano amorevolmente. Le sorelle si muovevano attorno ad essa, cogliendone ogni dettaglio.

      Zefiro li ha travolti di nuovo e ha circondato la scultura. Mentre roteava, echi di voci lontane riempivano la nave.

      Ahtohallan dev’essere l’origine della sua magia,” disse la voce lontana e distorta della madre delle ragazze in un ricordo di molti anni prima.

      Se sapessimo perché Elsa ha dei poteri, potremmo aiutarla,” disse loro padre.

      Elsa ebbe un’idea. Si muoveva attraverso la nave e mise le mani sopra una parete. Un’altra scultura si formò, una replica dei suoi genitori seduti ad un tavolo, che osservavano una mappa.

      Pensi davvero che il passato possa salvare il futuro di Elsa?” chiese suo padre.

      No,” rispose sua madre, “ma credo di capire quello di cui lei fa parte.

      Elsa si allontanò dalla scultura, realizzando che tutto questo riguardava lei. Zefiro ha attraversato la nave. Elsa lo seguì verso il timone, comprendendo quello che doveva fare. Mise le mani su entrambi i lati del telaio della porta e chiuse gli occhi.

      Una scultura iniziò a formarsi in fronte a lei dal terreno. Era un’onda.

      “Sembrano così spaventati,” disse Elsa mentre Zefiro girava intorno alla scultura.

      Le onde sono troppo alte,” disse la Regina Iduna.

      Dobbiamo continuare per Elsa,” disse Re Agnarr mentre un’onda si infrangeva sullo scafo. “Iduna!

      Agnarr!” urlò di nuovo.

      Ti amo!” urlò lui.

      Ti amo!” rispose lei.

      I genitori di Elsa si tenevano l'un l'altro mentre un'altra onda li sovrastava. Elsa non riuscì a reggere oltre e uscì di scatto fuori dalla nave.

      “Elsa” la chiamò Anna mentre correva dietro a sua sorella.

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Capitolo 31

 

Elsa si accovacciò sull'argine asciutto del fiume, con le lacrime che le scorrevano lungo il viso. Si sentì completamente sopraffatta da quello che aveva visto sulla nave. Ora più che mai le mancavano i suoi genitori. Aveva sempre saputo che non erano sopravvissuti, ma ora ne aveva le prove.

      Anna arrivò al fianco di Elsa, e mise una mano sulla sua schiena e le parlò dolcemente. “Ehi, ehi, ehi. Che cosa fai?”

      “È colpa mia,” confessò Elsa, la sua voce rotta dall’emozione. “Cercavano delle risposte per me.”

      Anna fece quel che poteva per rassicurarla. “Tu non hai colpa delle loro scelte, Elsa.”

      “No, solo della loro morte,” si lamentò.

      “Basta,” chiese Anna. “No. Yelana ha chiesto perché gli spiriti premierebbero Arendelle con una regina magica? Perché nostra madre ha salvato nostro padre. Ha salvato il suo nemico. Il suo nobile gesto è stato premiato con te. Tu sei un dono.”

      Elsa alzò lo sguardo verso sua sorella. “Per cosa?” chiese delicatamente.

      “Se qualcuno può risolvere il passato, se qualcuno può salvare Arendelle e salvare questa foresta, quella sei tu,” spiegò Anna. “Io credo in te, Elsa, più che in chiunque altro al mondo.”

      Elsa strinse forte le mani di Anna, grata per le parole di incoraggiamento della sorella. Si prese un momento per asciugarsi le lacrime e prese una decisione. “Honeymaren ha detto che c’è un quinto spirito, un ponte tra la magia della natura e noi.”

      “Un quinto spirito?” chiese Anna, sorpresa che Elsa non gliene avesse parlato prima.

      “È la voce che mi chiama… da Ahtohallan. Le risposte sul passato sono tutte lì.”

      “Allora andiamo ad Ahtohallan,” disse Anna.

      Elsa aveva un piano per andare ad Ahtohallan. Ma quel piano non coinvolgeva sua sorella.

      “Non andiamo. Vado,” disse.

      Ad Anna non piacque affatto la risposta di Elsa. Avrebbero dovuto fare questo viaggio insieme. Gran Papà le aveva affidato il compito di proteggere Elsa, e anche se non l’avesse fatto, Anna non avrebbe mai lasciato andare sua sorella da sola. E ora, a sentirla dire che era proprio quello che voleva fare, Anna voleva delle risposte. “Cosa?”

      “Il Mare Oscuro è troppo pericoloso per entrambe,” avvertì Elsa.

      “No,” insisté Anna. “No. Dobbiamo farlo insieme. Ricordi la ninnananna? Chi ti impedirà di andare troppo in là?”

      “Hai detto che credevi in me,” le ricordò Elsa. “Sono nata per fare questo.”

      “E io non voglio impedirtelo,” la rassicurò Anna. “Non voglio impedirti di essere chiunque ti voglia essere!” Fece un ultimo tentativo per far sì che Elsa vedesse le cose a modo suo. “Solo che non voglio che tu muoia… cercando di essere tutto anche per gli altri. Non farlo da sola. Lascia che ti aiuti. Ti prego. Non posso perderti, Elsa”

      Elsa la guardò con gli occhi umidi. “Neanch’io posso perderti, Anna.” Abbracciò sua sorella e fece cenno ad Olaf di unirsi a loro. “Vieni qui,” lo incoraggiò.

      Dopo che Olaf si unì a Anna, Elsa usò i suoi poteri per far apparire rapidamente un piccolo sentiero di ghiaccio che scorreva lungo il letto asciutto del fiume.

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Capitolo 32

 

Aspetta, che?” chiese Anna, confusa.

      Ma Elsa non aveva finito. In seguito, creò una barca di ghiaccio proprio sotto ai piedi di Anna e Olaf. Loro ci caderono all’interno. Una volta seduti, Elsa agitò la mano per farli viaggiare lungo il sentiero ghiacciato che aveva creato.

      “Che cosa fai?” urlò Anna. “Elsa!” Mise fuori le braccia e fece qualsiasi cosa potesse per fermare la barca dal percorrere il sentiero ghiacciato. “No! No! Olaf, dobbiamo fermarci. DAMMI UNA MANO!”

      Lui si staccò un braccio e glielo diede. Anna lo fissò, poi lo scosse. Cosa ci doveva fare con quello? Come poteva aiutarli a fermarsi e tornare da Elsa?

      Anna notò un albero con un ramo sporgente più basso davanti a loro. “Tieniti forte!” disse. Alzò il braccio di Olaf e lasciò che la sua mano afferrasse il ramo. La barca ha cambiato rotta e ha raggiunto la terraferma. Anna e Olaf erano sollevati dal fatto che il suo piano avesse funzionato!

      Entrambi respirarono in segno di sollievo. Ma nessuno di loro aveva tenuto conto della velocità della loro barca di ghiaccio, che continuava a spingerli su un pendio e giù per una collina. Poi si sono tuffati in un fiume.

      “Aspetta,” disse freneticamente Anna. “Aspetta. No. No. No!” La barca ha corso ancora più veloce lungo il fiume che lungo il sentiero ghiacciato. Cominciò a girare. “Oh, ma dai!” urlò di rabbia Anna.

      “Anna,” disse Olaf, “ti sembrerà assurdo, ma percepisco la rabbia che cresce.”

      Alla colpì un albero quando la barca girava. “Argh! Beh, sono arrabbiata eccome, Olaf,” ammise Anna. “Mi aveva promesso che lo avremo fatto insieme!”

      Questo non era quello che intendeva Olaf. “Sì. Ma intendo che sento crescere della rabbia in me.”

      Anna smise di cercare di fermare la barca e concentrò tutta la sua attenzione su Olaf.

      “Aspetta, tu sei arrabbiato?” chiese.

      “Beh… così credo?” disse incerto Olaf. “Elsa ha respinto anche me. Non mi ha neanche detto addio.”

      Anna comprese quello che Olaf le stava dicendo. “E tu hai tutto il diritto di essere molto, molto arrabbiato con lei.”

      “E,” disse con il panico sulla faccia. “Tu hai detto qualche cosa non cambia mai, ma da allora continua a cambiare tutto.”

      Vedendo come questo aveva condizionato il suo amico, Anna si liberò dalla rabbia. “Lo so. Ma guarda, sono ancora qui a tenerti la mano.”

      Olaf si sentiva un po’ meglio. “Sì. Ottima… ottima osservazione, Anna. Ma c’è ancora un’altra cosa. Ti prego, non lasciarmi anche tu. I vostri genitori vi hanno lasciate entrambe, e noi abbiamo lasciato Kristoff e Sven, e poi Elsa ci ha lasciato… e se te ne vai anche tu, allora—”

      Sapeva che lui era turbato e aveva bisogno di alleviare le sue paure. “Ehi, ehi, ehi—io non ti lascerò Olaf. …Mai e poi mai.”

      “Promesso?” chiese.

      “Lo prometto,” Anna teneva ancora il braccio che lui le aveva dato per cercare di fermare la barca di ghiaccio. Il mignolo della mano si muoveva.

      “Giurin giurello,” disse.

      “Giurin Giurello”, confermò, avvolgendo il suo mignolo nel suo e scuotendoli.

      A Olaf venne in mente uno strano pensiero. “Hai mai fatto caso al fatto che il nostro dito più piccolo contiene il nostro potere più positivo, mentre le nostra dita più lunghe contengono il nostro potere più neg—”

      Anna mise una mano sulla sua bocca. “Olaf. No. Shhh!” Le rive del fiume erano ricoperte di Giganti di Terra dormienti.

      Lui non li aveva visti all’inizio. “Non mi zittire. È maleducato e—” Poi li vide e abbassò la sua voce fino a bisbigliare. “Oh, i giganti… Sono giganteschi.”

      Anna e Olaf scivolarono silenziosamente davanti a loro. Anna vide davanti a sé che il fiume si divideva in due percorsi. Un sentiero era fiancheggiato dai Giganti di Terra. L'altro portava ad una cascata.

      “Tieniti, Olaf,” disse Anna, prendendo al volo la decisione su quale percorso fosse migliore. “Cerca di non urlare.” Si allungò ed afferrò un ramo che li deviò verso la cascata e lontano dai giganti.

      Qualche momento dopo, precipitarono nell’acqua impetuosa verso una grotta.

      Olaf urlò.

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Capitolo 33

 

Anna sfregò insieme due rocce e creò una scintilla che accese un pezzo di legno alla deriva. Le Caverne Perdute dove li aveva depositati la cascata si illuminarono. Notò il naso a carota di Olaf e si allungò per afferrarlo e toglierlo dall’acqua dove galleggiava. “Trovato.”

      Ha restituito la torcia a Olaf. Si stava sistemando il corpo rimettendolo insieme sulla riva di una pozza d'acqua. La barca di ghiaccio rotta e il mantello bagnato di Anna erano accanto a lui. Anna mise il naso a carota di Olaf a posto sulla sua faccia.

      Lui sputò un pesce e una boccata d'acqua di fiume. “Grazie. Dove siamo?” chiese.

      Anna guardò in alto verso la cascata. “In una grotta senza via d’uscita?”

      Olaf notò un’apertura buia dietro una roccia e ci corse incontro. “Ma con una spaventosa entrata, buia come la notte.” le sorrise indicandola.

      Anna si avvicinò a lui e guardò nell’apertura. Non riusciva a decidere se valeva la pena di rischiare quello che c'era dentro. Potevano aspettare aiuto nella grotta, ma chi li avrebbe trovati laggiù?

      Olaf afferrò la sua mano e la strattonò un po’. “Dai,” disse. “Sarà divertente, sempre che non restiamo bloccati qui, non ci trovano più, tu muori di fame e io mi arrendo.”

      Anna esitò e si guardava intorno in cerca di un’altra via d’uscita. Ma dopo aver visto che non c’era nulla, sospirò e annuì a Olaf. Afferrò strettamente la sua mano e avanzò nell’oscurità.

      “Ma, lato positivo: Elsa se la caverà molto meglio di noi,” disse Olaf, speranzoso.

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Capitolo 34

 

Quella notte Elsa si trovava sulla riva di una spiaggia scura e rocciosa, mentre il vento le agitava i capelli sul viso. Le onde feroci si alzavano in alto e si infrangevano davanti a lei sulla scogliera come un tuono. Osservò l'acqua e vide un terreno ghiacciato in lontananza. Ce l’aveva fatta. Era arrivata al Mare Oscuro. Ora non le restava altro che attraversarlo.

Determinata, Elsa si tolse il mantello e gli stivali. Si è liberata i capelli dalla treccia e li ha legati dietro il collo prima di fare un respiro profondo. Si precipitò verso le onde che si infrangevano. Fiocchi di neve congelati si irradiavano da ogni passo, sostenendo il suo peso.

      A sei metri dalla riva, le onde l'hanno sopraffatta, facendola cadere e frantumando il ghiaccio che aveva creato.

     Elsa non si sarebbe arresa. Fradicia, ricominciò. Corse a tutta velocità verso il mare. Ha superato la prima serie di onde saltando su una grande roccia che si trovava a poca distanza dalla riva. Poi ha congelato l'acqua di mare che si è schiantata contro la roccia e l'ha usata per fare uno scivolo per guadagnare velocità per il suo attacco sulla seconda serie di onde. Una di queste onde è stata però colossale. Si è innalzata in alto sopra di lei. Elsa cercò di congelarla, ma era troppo potente. Il muro di ghiaccio che aveva cercato di creare si schiantò sopra di lei, spingendola sotto la superficie.

      Nell’oscurità al di sotto dell’acqua, le onde continuavano a muoversi sopra la testa. Un fulmine lampeggiava, illuminando brillantemente le profondità del mare intorno a lei mentre si dirigeva verso la superficie. Ma quando un secondo fulmine ha illuminato il cielo, ha anche mostrato quello che sembrava essere un cavallo enorme e feroce nelle profondità dell'acqua sottostante. Il cavallo si avvicinò a nuoto e la guardò negli occhi, il fulmine colpì di nuovo e il cavallo, lo Spirito dell'Acqua, se ne andò.

      Elsa si è fatta strada con le unghie fino alla superficie. Le onde la scossero mentre guardava giù per vedere il Nokk d'Acqua che galoppava dalle profondità, dirigendosi dritto verso di lei. Creò una lastra di ghiaccio per galleggiare sulla superficie dell'acqua, e vi si tirò sopra appena in tempo perché lo Spirito dell'Acqua potesse sbattere il suo vascello e mandarla in aria.

Lottando per respirare, Elsa si voltò per vedere il cavallo che attaccava di nuovo.

      I suoi zoccoli l'hanno spinta sott'acqua. Ha cercato di liberarsi mentre la spingeva sempre più in profondità. Si aggrappò agli zoccoli del Nokk d’acqua e congelò il cavallo. Ha resistito, e poi lo Spirito dell'Acqua si è frantumato in miliardi di particelle di ghiaccio.

      Elsa nuotò dritta verso l'alto, sperando di scappare prima che il Nokk d'acqua si riformasse. Raggiunse la superficie, ma il cavallo era proprio lì e la gettò fuori.

      È stato un fulmine a ciel sereno.

      Elsa ha creato una gigantesca onda di ghiaccio che è crollata sul Nokk.

      Il fulmine ha colpito ancora.

      Sott'acqua, Elsa ha fatto uno scudo di ghiaccio per bloccare il cavallo. Sfondò lo scudo come se non ci fosse nulla.

      Il fulmine compì ancora una volta.

      Sopra l'acqua, il Nokk dell'acqua afferrò il braccio di Elsa e la trascinò tra le onde. Lottava per respirare. Disperata, usò la sua magia per lanciare una briglia di ghiaccio. Si agganciò alla bocca e alla testa dello Spirito dell'Acqua. Ha girato intorno ed è atterrata sul dorso del cavallo.

      Il Nokk dell'acqua è andato nel panico e ha ceduto. Ma Elsa ha tirato le redini e ha cercato di prendere il controllo. Il cavallo emerse e si voltò verso la gelida terraferma che Elsa aveva visto in lontananza.       Correva, combatteva, cercava di disarcionarla, rifiutando di cedere alla sua presa di comando.

      Elsa tirò le redini e ha premuto più forte le sue gambe fin quando il cavallo non rispose. Finalmente, il suo passo si stabilizzò e lei allentò la sua presa. Si muovevano insieme, Elsa e il Nokk d’Acqua.

      La gelida terraferma è apparsa davanti a loro. Sembrava essere un'isola. Quando Elsa si avvicinò, si rese conto che era più di un'isola. Era un enorme ghiacciaio che scintillava di magia. Era sopraffatta dalla gioia.

      “Ma certo,” sospirò. “I ghiacciai sono fiumi di ghiaccio.” La voce che da tempo desiderava raggiungere, era più vicina che mai. “Ahtohallan è ghiacciato.” Tutto quello che doveva fare era raggiungere il fiume segreto.

      La voce continuava a chiamarla, riempiendole le orecchie. Sembrava quasi gioiosa, come se sapesse che era vicino.

      “Ti sento,” disse Elsa. “Sto arrivando.”

      Schioccò le redini e il Nokk d’Acqua aumentò il ritmo.

 

                            

 

Elsa non riusciva a smettere di tremare di gioia mentre si avvicinava ad Ahtohallan con lo Spirito dell'Acqua. Conoscere la voce che la chiamava le dava conforto.

      Il Nokk d’Acqua girò quando raggiunsero la riva, permettendo ad Elsa di saltare sulla spiaggia bianca e ghiacciata. Il terreno luccicava quando i suoi piedi atterravano. Fu una risposta magica. Sentiva il potere che emanava intorno a sé. Era come se fosse a casa.

      Il cavallo scosse la criniera e si voltò verso il Mare Oscuro, dissipandosi lentamente nell'acqua. Gli occhi di Elsa si allontanarono da esso e fissarono la gigantesca grotta di ghiaccio che si estendeva senza fine davanti a lei. Si mosse verso un'apertura nel ghiaccio che si profilava come una fortezza.

 

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Capitolo 35

 

Elsa rabbrividì mentre guardava il ghiacciaio davanti a lei. Ahtohallan, il fiume segreto della ninnananna della Mamma. È reale, pensò. C'era qualcosa che sembrava così... familiare. Si chiedeva se la familiarità venisse dalla richiamo della voce, o dalla connessione con la magia. A causa di come la luce colorata scintillava e danzava intorno all'ingresso di Ahtohallan, sapeva che era pieno di magia.

      Elsa è entrata con coraggio nell'apertura della grotta di ghiaccio, sentendosi subito come se fosse finalmente al suo posto. Si guardò intorno con meraviglia verso le pareti bianche e lisce, chiedendosi quali fossero i segreti di Ahtohallan. Elsa era nervosa, ma ansiosa di scoprirlo.

      La voce continuava a chiamare Elsa nella sua struggente melodia, e lei le rispondeva con fiducia. Aveva sempre saputo che la voce voleva aiutarla, ma non avrebbe mai immaginato che l’avrebbe condotta ad Ahtohallan. Si è mossa intorno all'ingresso della grotta, seguendo la chiamata, disposta ad andare dove essa l’avesse condotta, pronta a rivelarsi. Era prona a conoscere.

      La voce guidava Elsa verso una porta di ghiaccio. Tutto quello che doveva fare era aprirla. La voce la chiamò di nuovo, più forte, ed Elsa rispose. Raggiungendola senza esitazione, aprì la porta e corse in avanti, sopraffatta dall'emozione e dall'eccitazione per tutto ciò che l’aspettava. Avrebbe fatto tutto il necessario per raggiungere la voce. Ogni centimetro del suo essere formicolava mentre schivava i bellissimi cristalli appuntiti che adornavano le pareti. Elsa non era mai stata così sicura di qualcosa in vita sua. Era lì per una ragione—e forse era la stessa ragione per cui era nata. Era diversa da chiunque altro, ed era tempo di scoprirne il perché. Non tremava più. Aveva solo bisogno che la voce le mostrasse il suo posto.

      Il cammino attraverso la caverna non è stato facile. La voce conduceva Elsa su pilastri di ghiaccio che crollavano mentre saltava da uno all'altro. L'ha chiamata sul fondo di un profondo burrone, che ha raggiunto creando una lunga scala di ghiaccio che ha fatto scendere.

      Finalmente, si ritrovò in un’enorme stanza con un tetto fatiscente, dove i ricordi danzavano lungo le pareti e i soffitti. I ricordi erano sfocati, confusi. Anche se Elsa cercava il più possibile di provarci, non riusciva a capire cosa fossero.

      Ma la giovane regina poteva vedere i simboli degli spiriti della natura, che danzavano e volteggiavano intorno a lei. Li ha raggiunti, trasformandoli in giganteschi diamanti di ghiaccio. Con la sua magia, guidò i diamanti sul pavimento, assemblandoli insieme nella stessa forma a fiocco di neve che era cucita sullo scialle di sua madre. Ma uno era mancante: il quinto elemento, il ponte tra la natura e le persone. Elsa avanzò nello spazio vuoto e compì il suo destino.

      La cupola sopra di lei si illuminò all'istante di ricordi, ma questa volta erano nitidi e cristallini. Forse era una ricompensa. La voce la chiamò ancora, ed Elsa sapeva che era uno dei ricordi. Quando lei rispose, il ricordo si chiarì ed avanzò, davanti a lei e cantando la struggente melodia. Tutto aveva senso. Avanzò verso di essa e cantò insieme al ricordo di sua madre, che, da bambina, aveva cantato il giorno che la foresta cadde.

      Elsa capì perché sua madre era stata lì. Elsa aveva rischiato la sua vita passando attraverso aria, fuoco, acqua e terra per essere lì. Era nata per questo e aveva provato il suo valore quando aveva incontrato gli spiriti della natura.

      Mentre Elsa cantava insieme in armonia con il ricordo di Iduna, iniziò a trasformarsi in quello che era sempre destinata ad essere. Il suo vestito le girava intorno al corpo, mentre i capelli le cadevano sciolti e ampiamente indomiti. Una corona di viti e foglie le adornavano la testa mentre gli altri elementi le volteggiavano intorno—aria, fuoco, acqua e terra. Elsa si era trasformata nell’elemento di cui aveva parlato Honeymaren. Elsa era il quinto spirito, il ponte tra la natura e le persone. Lei era la Regina delle Nevi.

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Capitolo 36

 

Con le sue mani, Elsa ha manipolato i simboli giganti sospesi nell'aria e li ha usati per costruire un nuovo fiocco di neve, con gli elementi come rami e lei stessa come centro. Questa è la versione di se stessa che Elsa aveva atteso per tutta la sua vita, ed era quello che anche gli altri elementi avevano atteso.

      Mentre Elsa si guardava intorno, i ricordi comparvero davanti a lei. Era come se la sua trasformazione fosse la chiave per sbloccarli.

      Elsa alzò le braccia ed usò la sua magia per avvicinare i ricordi. Questi atterrarono attorno a lei, il gelido riflesso del passato. A differenza delle sculture che aveva creato nella foresta, queste si muovevano ed interagivano con lei. Le voci erano chiare come se le persone nei ricordi fossero proprio lì. All’inizio sembrava non riconoscerli, ma mentre si avvicinava, sobbalzò sorpresa.

      Il primo ricordo era di una giovane ragazza che volteggiava in alto nel vento e un ragazzo che la cercava. Li riconobbe come i suoi genitori, nel giorno in cui i Northuldra e gli Arendelliani combatterono nella foresta. Sua madre stava cavalcando la corrente di Zefiro.

      Facendo un altro passo, elsa riconobbe il ricordo che si era materializzato nella statua nella foresta—era sua madre che teneva suo padre mentre lo stava salvando. Elsa sobbalzò quando realizzò perché l’immagine era sospesa in aria; lo Spirito del Vento li aveva fatti uscire dalla Foresta Incantata mentre gli altri erano bloccati. Era stato Zefiro. Zefiro era sempre stato lì per proteggere la famiglia di Elsa, anche prima che lei nascesse.

      Elsa camminò più veloce mentre nuovi ricordi apparivano con ogni passo che faceva. Vide sua madre in un orfanotrofio nei boschi al di fuori di Arendelle. “Nessuno sa chi eri,” sentì. “Non avevi una famiglia.”

      Passò in fretta al ricordo successivo—ce n’erano così tanti da vedere. Anna che correva da bambina, sul sedile della sua bicicletta. Il vescovo che annunciava il giorno in cui Elsa salì al trono: “Vi presento la Regina Elsa di Arendelle.” La madre di Elsa che studiava vecchi documenti nella libreria del castello: “Cos’hai trovato?” chiese suo padre. “Penso che stavamo cercando nella parte sbagliata del mare,” rispose sua madre.

      Elsa si muoveva tra la folla mentre continuava ad osservare la sua famiglia. Notò Hans parlare con Anna. “Sto bene, a dire il vero,” gli disse. Lui s’inchinò e si presentò. “Principe Hans delle Isole del Sud.” Elsa lanciò un getto di neve, frantumando quel ricordo, prima di continuare.

      Osservò una versione più giovane di se stessa e di sua sorella, affascinata. “Celarlo, domarlo; celarlo, domarlo…” Elsa continuò ad avanzare.

      La voce di Anna squillò. “Ti adoro Olaf!”

      Elsa sorrise quando vide il matrimonio dei suoi genitori. “Per amarti ed onorarti, da questo giorno in avanti—” promise suo padre. Poi c’erano i suoi genitori quando erano giovani. Rideva mentre osservava sua madre scendere da un albero e sedersi accanto a suo padre. “Iduna,” disse Agnarr. “Cosa state leggendo, Vostra Maestà?” disse la versione adolescente di sua madre. “Un nuovo autore Danese,” rispose lui.

      Elsa ha fatto sparire la memoria con la sua magia e ha continuato a camminare. Questa volta ha trovato i suoi genitori da adulti, e si stavano abbracciando. “Devo raccontarti del mio passato, delle mie origini,” disse tristemente Iduna. “Sono qui,” disse Agnarr, tirandola tra le sue braccia.

      Elsa sentì una brezza sopra di lei e alzò lo sguardo. Il vento trasportava suo padre e sua madre, giovani adolescenti in questo ricordo, e li sistemò sopra un carretto Arendelliano. Osservò sua madre sistemare una coperta sopra a suo padre, poi avvolgere un mantello Arendelliano su si se mentre i soldati arrivavano. “Portate il principe fuori di qui,” disse un soldato al conducente del carro.

      Elsa percepì qualcuno dietro di lei.

      “Tenente Mattias,” disse una voce. Si girò per vedere un reale Arendelliano passa con un altro soldato al suo fianco. Un Mattias molto più giovane si girò al suono della voce del suo re.

      “Nonno—” bisbigliò Elsa, vedendo Re Runeard per la prima volta.

      “Voglio la guardia di Arendelle al completo,” ordinò il re.

      “Ma non c’è motivo di non fidarsi di loro,” controbatté Mattias.

      Il nonno di Elsa scosse la testa. “I Northuldra praticano la magia, non potremo mai fidarci di loro.”

      Le sue parole ferirono e turbarono profondamente Elsa. “Nonno?” disse a bassa voce.

      “La magia fa sentire le persone troppo potenti, presuntuose. Gli fa credere di poter sfidare la volontà di un re,” disse fermamente Re Runeard.

      Elsa scosse la testa. “La magia non fa questo,” disse. “È solo una tua paura. È della paura che non ci si può fidare.”

      Suo nonno e il soldato camminarono attraverso il muro del ghiacciaio di fronte a loro. Mattias rimase dove si trovava e li osservava. Elsa voleva disperatamente seguirli per vedere cosa è successo dopo. Agitò le mani e usò i suoi poteri per creare un enorme buco nel muro di ghiaccio.

      Nella distanza, il debole suono della ninnananna di sua madre riempiva l’aria, ricordandole che si fosse spinta troppo in là verso Ahtohallan, non sarebbe più stata in grado di tornare indietro. Ma Elsa aveva bisogno di sapere quello che era successo nella foresta quel giorno. Aveva bisogno della verità.

      Avanzò attraverso l’apertura nel muro che aveva creato e verso l’oscuro, stretto passaggio che scendeva lentamente verso il basso. Lo percorreva a passi incerti. Come le sue mani passavano sopra il muro, ricordi prendevano vita.

      “La diga indebolirà le loro terre,” disse suo nonno al soldato che era con lui. “Così dovranno venire da me.”

      Sul muro di fronte, vide la potente diga. Molti Northuldra, raccolti in lungo e in largo, sono scomparsi in un ripido pendio alla fine dello stretto sentiero. Mentre Elsa si avvicinava, gli echi della stanza dei ricordi sono diventati sempre più lontani.

      “Verranno per festeggiare, e sarà allora che conosceremo la loro forza e potenza,” disse suo nonno.

      Elsa si fermò sul bordo della rampa e guardò in basso, chiedendosi se avrebbe dovuto avanzare. Vide suo nonno accogliere il largo gruppo di Northuldra di fronte a lui.

      “Come voi avete accolto noi, noi accogliamo voi. Come nostri vicini. Nostri amici,” disse Re Runeard.

      Il leader dei Northuldra lo fermò. “Re Runeard, la diga non conserva le nostre acque. Danneggia la foresta. Sta tagliando fuori il Nord!”

      Re Runeard annuiva come se stesse ascoltando. Come se fosse preoccupato. “Non discutiamone qui. Incontriamoci sul fiordo. Beviamo un tè. Troviamo una soluzione.”

      “Chi ti impedirà di andare troppo in là?” il ricordo della voce di Anna ha risvegliato Elsa.

      Elsa osservava il sentiero verso la magica luce della stanza dei ricordi, combattuta sul fatto che dovesse tornare o continuare. Udì delle voci provenire da lì.

      “Nessuno sa cos’è davvero successo quel giorno” disse qualcuno. Era come quando ha incontrato per la prima volta i Northuldra. Poi suo padre. “Per il bene di Arendelle.” Altre voci. “Anche voi siete intrappolati qui!” urlò Yelana. “Non abbiamo mai visto il cielo,” diceva Ryder. Un torto va riparato,” disse Gran Papà. “Senza di essa… Non vedo futuro.”

      Elsa decise che andare avanti era la sola scelta che andava fatta. Lasciò che il suo corpo cadesse nell’oscurità fino a quando non atterrò in una foresta fatta di ghiaccio. Sembrava vuota e non invitante. Era così fredda che Elsa tremava per la prima volta in vita sua. Il freddo non le aveva mai dato fastidio prima.

      Notò suo nonno camminare determinato attraverso la foresta. Iniziò a seguirlo e notò la celebrazione Northuldra in una vallata vicina. Si muoveva velocemente, cercando il suo obbiettivo, il terreno congelava attorno ai suoi piedi con ogni passo che faceva.

      Più avanti, vide il leader dei Northuldra sedersi sul bordo di una roccia. Elsa fu colta di sorpresa quando un’immagine ghiacciata di suo nonno le passò attraverso, dirigendosi verso il leader dei Northuldra con una spada sguainata in mano. Elsa era inorridita da quello che stava per fare. Cercò di fermarlo.

      “No!” urlò. Era devastata di vedere quello che era davvero successo nel passato, e voleva cambiarlo più di chiunque altro. Ma non poteva.

      Il ghiaccio saliva su per il suo corpo, ricoprendolo lentamente. Andò nel panico e si focalizzò sul respiro. Cercò di usare i suoi poteri per togliersi il ghiaccio di dosso, ma non funzionava.

      Il ghiaccio salì per il suo collo e poi per la faccia. A quel punto, si rese conto che si era spinta troppo oltre, proprio come la canzone di sua madre l’aveva avvertita, e non c’era modo di tornare. Ha raccolto tutta la sua magia per lanciare un messaggio dell’ultimo minuto per Anna. Partì un solo getto di magia, che attraversò l’aria.

      “Anna…” chiamò disperatamente. Un secondo dopo, era completamente ricoperta di ghiaccio.

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Capitolo 37

 

Quale galleria fortunata scegliamo?” chiese Olaf mentre lui e Anna raggiunsero un bivio lungo il loro percorso di ritorno nelle Caverne Perdute.

      Una folata di vento colpì la faccia di Anna, obbligandola a chiudere gli occhi. Era forte abbastanza da far indietreggiare Olaf.

      “Whoa…,” disse Olaf.

      Hanno rivolto le loro facce al vento e sono stati testimoni di un flusso di magia e neve che galleggiava su di esso. Poi una scultura di ghiaccio di è formata davanti a loro.

      Olaf la fissava preoccupato, confuso da quello che significava. Anna camminava lentamente attorno ad essa, esaminandone ogni dettaglio.

      “Elsa l’ha trovata,” disse.

      “Che cosa?” chiese Olaf.

      “La verità sul passato,” rispose Anna. Era una scultura di un uomo in piedi con la sua spada sguainata su un altro uomo, che era seduto. La sua schiena era girata rispetto all’uomo in piedi. L’uomo seduto sembrava inconsapevole del pericolo mentre sorseggiava una ciotola di tè.

      Anna capì chi fossero i due uomini. “È mio nonno, che uccide il leader dei Northuldra, che era disarmato.” Sapeva che doveva essere vero—tutte le sculture di ghiaccio che avevano visto avevano rivelato quello che era davvero successo nel passato. “La diga non era un dono di pace. Era un inganno.”

      “Ma è contro ogni principio di Arendelle questo,” disse scioccato Olaf.

      “Sì, è vero. Non è così?” Anna era d’accordo. Ha abbassato la testa mentre la gravità della situazione prendeva piede. “So come liberare la foresta. So cosa dobbiamo fare per riparare il torto.

      “Perché lo dici con tanta tristezza?” chiese Olaf. Pensava che fosse la cosa più emozionante che avesse sentito in tutto l’anno.

      Anna si è accasciata su una roccia e ha messo la testa tra le mani. Ha sempre fatto ciò che era meglio per la sua gente. Non aveva mai pensato che le cose sarebbero arrivate a questo punto.

      “Dobbiamo abbattere la diga,” disse.

      Olaf pensò che fosse l’idea peggiore che avesse sentito per tutto l’anno. Pensò che forse Anna era rimasta nelle caverne per troppo a lungo.

      “Ma Arendelle verrà sommersa!” disse.

      Anna aveva già pensato a questo, e odiava il fatto che non ci fosse altra scelta. “Perciò il popolo ha dovuto lasciarla. Andava protetto da ciò che va fatto.” Non erano stati obbligati a lasciare Arendelle perché gli spiriti li odiavano. Erano stati obbligati a scappare in modo che potessero sopravvivere.

      “Oh… E tu come ti senti?” chiese Olaf.

      Anna non era sicura che la parola ‘okay’ fosse quella giusta. Sentiva male allo stomaco. “Vorrei tanto vedere il lato positivo, Olaf.”

      “Eh?” Trovò una cosa che sicuramente l’avrebbe fatta sorridere. “Le tartarughe possono respirare dalle chiappette. E… io vedo una via d’uscita.”

      Anna sorrise. “Sapevo di poter contare su di te.”

      Anche Olaf sorrise. Ma mentre Anna si allontanava da lui, indietreggiò e si mise una mano sulla fronte.

      “Andiamo, Olaf,” disse, non notando che lui fosse in difficoltà. “Elsa starà tornando ormai. Possiamo incontrarla, e—” Poi vide della neve che iniziava a volare via dal suo amico e dissolversi nell’aria. Qualcosa non andava. “Olaf…?”

      Lui guardò verso i fiocchi di neve che volevano via da lui. “Che cos’è?” chiese Olaf.

      “Tutto a posto?” chiese Anna, non avendo idea di cosa fare per aiutarlo. Aveva una brutta sensazione.

      Olaf non capiva perché il suo corpo si stesse letteralmente dissolvendo pezzo per pezzo. “Sto nevischiando?” chiese. Poi pezzi di neve più grandi si staccarono dal suo corpo e salparono verso il cielo. “Aspetta. No—non è questo. La magia in me sta svanendo. Credo che Elsa non stia bene…” Osservò altre parti del suo corpo che si separavano. “Anna, credo che possa essere andata troppo in là.”

      Gli occhi di Anna si spalancarono in allarme. “Cosa? No… no.”

      Olaf osservò il suo piccolo corpo, che cambiava con ogni pezzo che si staccava e volava via. Non era sicuro di cosa volesse dire, ma una cosa la sapeva. “Anna… Ho paura.”

      Anna è stata colpita dalla paura sul suo volto mentre cominciava a capire cosa stava succedendo. Se fosse successo qualcosa ad Elsa, se Elsa non esistesse più, allora anche Olaf non potrebbe esistere. Anna cadde sulle ginocchia prima di lui, improvvisamente terrorizzata ma non volendo mostrarlo.

      “No, no, no,” disse. “Aspetta. Vieni qui,.” Prese Olaf tra le sue braccia, trattenendo le lacrime. “Non devi avere paura. Ci sono qui io.”

      “Oh, che bello,” disse Olaf mentre lo avvicinava a sé. “Ricordi quando mi hai promesso di non lasciarmi?” alzò lo sguardo verso la sua faccia triste. “Mi dispiace tanto di aver dimenticato di promettere di non lasciarti. Dovrai fare il prossimo passo da sola.”

      Anna deglutì mentre una singola lacrima scivolata giù per la guancia. “Non mi lascerai, Olaf... mai.”

      Ehi, Anna,” disse debolmente, zoppicando tra le sue braccia. “Mi è venuta in mente una cosa che è permanente.”

      “E cos’è?” chiese.

      “L’amore.”

      Anna si è toccata il cuore. “Caldi abbracci.” Lo avvicinò e lo tenne stretto.

      “Io amo i caldi abbracci,” disse Olaf, ricambiando l’abbraccio.

      Anna singhiozzò, non volendo accettare quello che stava accadendo al suo amico mentre la neve volava nell’aria. “Ti voglio bene.”

 

_______

 

 

Kristoff e Sven si avvicinarono alla scultura di ghiaccio della giovane Iduna che salvava il giovane Agnarr nel giardino di ghiaccio che Elsa aveva creato dopo il loro incontro con lo Spirito del Vento. Mentre Kristoff osservava, le immagini di ghiaccio di Elsa si sfaldavano. Si è aggrappato a Sven, preoccupato riguardo a quello che voleva di re per Elsa e Anna.

      Al di fuori della foresta, il palazzo di ghiaccio di Elsa iniziò a sciogliersi. L'acqua calda gocciolava dal soffitto della cupola e giù per le pareti nella stanza principale al piano di sotto. Le scale e i pilastri si sono sbriciolati in pezzi di ghiaccio tritato. Il magnifico lampadario di ghiaccio che illuminava l'intero piano terra è caduto con un fragoroso schianto. Poi il secondo piano è crollato sul primo piano in una pioggia d'acqua.

 

_______

 

 

Gran Papà si trovava sulla scogliera che dominava il castello di Arendelle e il villaggio. La gente del paese si era accampata dietro di lui, in attesa che Elsa e Anna tornassero con le risposte. Guardò mentre il gelido castello si rompeva e abbassò la testa, comprendendo e temendo ciò che significava per Elsa. Si guardò alle spalle, sapendo di dover dire agli abitanti del villaggio la verità sulla loro regina, ma non era sicuro da dove cominciare.

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Capitolo 38

 

Anna si rannicchiò sul terreno freddo e bagnato e singhiozzò. Il suo cuore era spezzato. Come poteva andare avanti senza sua sorella? Senza Olaf? Li aveva delusi entrambi. Anche dopo che Gran Papà l’aveva avvertita di tenere Elsa al sicuro, non l'aveva fatto. Anna si sentiva senza speranza.

 

_______

 

 

Era passato molto tempo da quando Anna si era mossa. Una brezza fredda la avvolse e rabbrividì. Non aveva la minima idea di quante ore era rimasta lì. Con un profondo sospiro, si è seduta e ha asciugato le chiazze di lacrime sulle sue guance. Si guardò intorno in cerca di qualche segno di speranza.

      “Olaf, Elsa,” chiamò, nel caso in cui in qualche modo potessero sentirla. “Che cosa farò ora?” Non ci fu risposta. Ma Anna non se ne aspettava una. Sapeva senza ombra di dubbio che insieme a Olaf, sua sorella se n'era andata.

      Anna aveva già visto e provato l'oscurità prima, ma niente di simile a quello che c'era nella vita che le si presentava davanti. Quella vita sembrava fredda, vuota, spenta. La vita come l’aveva sempre conosciuta era scomparsa per sempre. Non c'era più luce nel suo mondo, e doveva accettare il suo destino.

      Aveva sempre inseguito Elsa, ma adesso Elsa era andata in un posto che non riusciva a trovare. Anna era sopraffatta dal dolore, ma una piccola voce le sussurrava nella mente che, anche se si era persa ed era difficile per lei sentire la speranza, aveva ancora bisogno di andare avanti. Non poteva fermarsi—c’era molto lavoro da fare. Anna aveva semplicemente bisogno di fare ciò che era giusto. E questo era distruggere la diga che suo nonno aveva costruito nell’odio.

      Anna si strinse la borsa al petto e cercò di alzarsi, ma non ebbe la forza di sollevarsi da terra. Anche se non era sicura che ne valesse la pena senza Elsa a guidarla, ci provò di nuovo e rimase in piedi sulle sue gambe instabili bilanciando il suo peso sulla parete della grotta. Tutto quello che doveva fare era mettere un piede davanti all’altro. Se non ci pensasse, se continuasse a muoversi, forse potrebbe farcela.

      Anna ha richiamato tutta la determinazione che le era rimasta per iniziare la salita fuori dal fosso, un passo alla volta. Non poteva preoccuparsi dei pericoli che l'attendevano—era troppo da sopportare. Ogni passo era una scelta di andare avanti. Anna ha rivolto la sua mente all'obiettivo che era più grande di lei. Si concentrava su questo, perché pensare a ciò che aveva perso era insopportabile.

      Passo dopo passo Anna si è mossa in avanti e verso l'alto. Presto arrivò ad un ripido precipizio. C’erano solo due modi per procedere—facendo un salto di coraggio dalla scogliera e sperando di atterrare a terra dall'altra parte di un burrone, oppure scendendo. Prima, avrebbe preso un respiro e un momento di riflessione, ma non oggi. Doveva continuare ad andare avanti. Corse fino alla fine del precipizio e saltò il più lontano possibile, atterrando con un tonfo. La nebbia la circondava, così spessa che non riusciva a vedere le proprie mani di fronte a sé. Ma Anna continuò ad avanzare, rifiutandosi di arrendersi.

      Ben presto uscì dall'oscurità delle caverne e verso la luce. Anna si è protetta gli occhi mentre camminava attraverso il lungo manto erboso ondulato su una scogliera che sovrastava la foresta. Guardando fuori, sapeva di dover fare ciò che nessuna persona sana di mente avrebbe mai fatto. Doveva distruggere una delle uniche cose che le erano rimaste che amava—Arendelle. E per quanto facesse male, era la cosa giusta da fare.

      Riacquistando le forze, Anna scese nei campi e camminò il più velocemente possibile verso le rive del fiume. Era lo stesso fiume che lei e Olaf avevano navigato nella barca di ghiaccio, dove i Giganti di Terra dormivano… e lo erano ancora. Determinata, Anna fece un respiro profondo.

      “SVEGLIATEVI! SVEGLIATEVI!” urlò.

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Capitolo 39

 

un gigante ha ringhiato e ha tentato di alzarsi, stringendosi la testa, disorientato. Non riuscì ad orientarsi e inciampò, sbattendo contro gli altri giganti addormentati, svegliandoli tutti.

      Gli occhi di Anna si spalancarono, chiedendosi se la sua idea fosse stata buona dopotutto. Doveva esserlo—era l’unico modo per far funzionare il suo piano.

      “Così,” disse. “Venite a prendermi. Forza!”

      Un altro gigante ha sbattuto la mano sulla riva del fiume mentre si tirava su sulla terraferma, sollevandosi fino alla sua mostruosa altezza. I suoi fratelli si alzarono dopo di lui e strofinarono il sonno dai loro occhi. Tutti si voltarono a guardare Anna e fecero uscire un ruggito assordante. Anna si voltò e si precipitò nel bosco mentre la forza del ruggito la faceva volare via. “Di qua—ahh!” Si alzò rapidamente e si rialzò di nuovo per assicurarsi che i giganti la stessero ancora inseguendo. “Così, bravi! Non fermatevi! Non fermatevi!”

      Si nascondeva dentro e fuori dagli alberi, schivando i pugni massicci che sbattevano verso di lei. Uno dei giganti lanciò un masso enorme che atterrò a pochi centimetri da lei. Osservò l’enorme roccia mentre continuava a correre.

      “Funzionerà,” disse. “Da questa parte, ragazzi!”

 

_______

 

 

Mattias e i suoi uomini si trovavano su un alto crinale e guardavano Anna condurre verso di loro i Giganti di Terra—che schiacciavano tutto ciò che vedevano.

      “Cosa—” disse. Non sapeva perché lei avrebbe invitato una tale ira su di loro, ma lasciò che i suoi occhi seguissero il cammino che lei stava percorrendo con i giganti. Quando capì cosa stava facendo, il suo cuore quasi si fermò. “No, no, no, no. Li sta portando alla diga!” Iniziò a correre in quella direzione con i suoi soldati che lo seguivano.

 

_______

 

 

Kristoff cavalcava Sven mentre si aggirava nel bosco con la testa bassa, senza prestare attenzione a ciò che li circondava. Ma la testa di Kristoff si alzò quando udì dei rimbombi tonanti e ha intravisto i giganti della Terra che gli passavano accanto attraverso gli alberi.

      Anna uscì inaspettatamente dai cespugli davanti a lui, e Kristoff vide l'ombra del piede di un gigante gettato sopra di lei. Kristoff ha spronato Sven, è scivolato sotto il piede del gigante mentre cominciava ad abbassarsi e ha rapidamente preso Anna. Sven galoppò via con loro.

      “Kristoff!” Non riusciva a credere che lui fosse lì, ma non era mai stata così felice di vedere qualcuno prima. Cercò di riprendere fiato. Tutte le corse, i graffi e le abrasioni dei cespugli e dei rami degli alberi l'avevano lasciata debole e dolorante. Eppure il suo cuore faceva più male di qualsiasi dolore fisico. I suoi occhi si riempirono di lacrime mentre lo guardava.Olaf e Elsa—”

      “Lo so,” rispose, “Lo so.” Riusciva a percepire che gli era successo qualcosa di brutto, ma non avrebbe permesso che succedesse nulla ad Anna. E lei aveva chiaramente corso attraverso gli arbusti, inseguita dai Giganti della Terra, con uno scopo in mente. “Cosa ti serve?”

      “Arrivare alla diga!” disse senza spiegazioni.

      Kristoff non riusciva a dare un senso alla situazione, ma si fidava della donna che amava. I Giganti di Terra che cercavano di schiacciarli non avevano importanza. “Ci penso io. Sono qui.”

      “Grazie.” Anna si aggrappò alla criniera di Sven mentre correvano sotto un tetto di alberi, scomparendo per un attimo dai giganti. Questi permise agli amici di andare avanti mentre i giganti li cercavano alla cieca. Sven emerse da sotto la copertura di alberi e galoppò verso un pendio che portava alla diga vecchia di decenni. Anna vide che la diga non era proprio in buono stato. Non l’aveva notato il giorno che erano entrati nella Foresta Incantata, e questa nuova informazione accese una fiamma di speranza in lei. Ora il suo piano aveva un’ulteriore possibilità di funzionare.

      Sven si è fermato quando hanno raggiunto un banco di terra rialzato che non è stato in grado di attraversare.

      “Aiutami a salire!” disse Anna.

      Kristoff ha assistito Sven mentre lanciava Anna in aria, abbastanza in alto da permetterle di aggrapparsi al bordo della scogliera. Kristoff aspettò abbastanza a lungo per assicurarsi che si fosse tirata su e che fosse al sicuro, poi disse, “Ci vediamo là!”

      Anna annuì e corse verso la collina. La diga era così vicina, e mentre allungava il passo, di nuovo le balenò la speranza. Poteva farlo. Lo AVREBBE fatto.

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Capitolo 40

 

Niente avrebbe potuto fermarla adesso. Anna corse verso la diga… trovando Mattias e i suoi soldati sull’attenti. Si fermò, respirando pesantemente. “Tenente Mattias.”

      Lui rimase fermo al suo posto. “Vostra Altezza, che cosa fate?”

      “La diga va abbattuta,” lo avvisò. “È l’unico modo per vincere la nebbia e liberare la foresta.” Anche mentre Anna lo diceva, sentiva il suo cuore infranto spezzarsi ancora un po'. Ma era la cosa giusta da fare, non importava quando fosse devastante.

      Mattias era combattuto. Sentiva che non poteva disobbedire ad un ordine di qualcuno della famiglia reale, anche se l’ordine era in contrapposizione con le ultime direttive.

      “Ma abbiamo giurato di proteggere Arendelle a tutti i costi,” disse. I suoi soldati erano pronti.

      “Arendelle non ha alcun futuro se non ripariamo il torto,” dichiarò Anna. Non aveva abbastanza tempo per spiegare ogni cosa—i Giganti di Terra sarebbero presto arrivati. “Re Runeard ha tradito tutti. Ha costruito la diga per odio. L’odio non può andare avanti. Ti prego, prima di perdere altre vite.”

      Mattias fece un respiro profondo mentre studiava la sua faccia e vedeva la sua disperazione, la sua stanchezza. Annuì e iniziò a sbattere la sua spada contro lo scudo. La sua truppa fece lo stesso. I soldati si disposero immediatamente a ventaglio e fecero più rumore che potevano, urlando e gridando per attirare i giganti verso di loro.

      Mattias e Anna si diressero verso l’entrata della diga. Un fischio rumoroso annunciava l’arrivo di un masso volante dritto verso di loro. Anna corse avanti mentre Mattias spinse un soldato fuori dalla traiettoria per proteggerlo dall’essere schiacciato.

      “Attenti!” disse agli altri.

      Il masso atterrò, fracassandosi sulla parte superiore della diga e separando Anna dai soldati. Ora lei era l’unica sulla diga—i soldati erano rimasti fuori. Era l’unica che poteva finire il lavoro. Piena di energia rinnovata, corse verso il centro per affrontare i giganti di Terra, che marciavano verso di lei.

      “Distruggere la diga!” gli urlò con tutta la sua forza. “Gettate i vostri massi!”

      I giganti le puntano contro enormi rocce, determinati a schiacciare la persona che si era intromessa nel loro territorio e li aveva svegliati dal sonno.

      “Così,” disse mentre tornava indietro da dove proveniva.

      Ma uno dei giganti aveva una grande mira, e la pietra colossale che ha lanciato si è schiantata davanti a lei, distruggendo la sua via di fuga. Si girò velocemente e corse nella direzione opposta, facendo tutto il possibile per non essere un bersaglio facile. I massi continuavano a schiantarsi dietro di lei, e la diga iniziava a incrinarsi. Il pesante peso dell'acqua sgorgava contro il punto debole, favorendo la distruzione della diga. Anna ha faticato a correre più veloce di quanto non avesse mai corso prima per superare la diga che si è frantumata e raggiungere la sicurezza del terreno.

      Mentre sentiva che il terreno su cui era in piedi le scivolava sotto i piedi, Anna saltò disperata, con le mani che cercavano di aggrapparsi a qualsiasi cosa.

      Ma non c’era niente per lei a cui aggrapparsi, e si sentì cadere… fino a quando una mano si allungò e le afferrò il braccio poco prima che sparisse per sempre.

      Era Mattias! All'inizio ha faticato a non immergersi nelle acque a cascata che erano esplose sopra la diga, poi è riuscito a tenersi forte. Teneva stretta Anna, rifiutandosi di lasciarla andare mentre Kristoff corse verso di lui.

      “L’ho presa,” lo rassicurò Mattias. “Resistete.”

      “Anna!” urlò Kristoff, terrorizzato di vedere il suo amore in pericolo. Si avvicinò a Mattias, e i due la tirarono su insieme. Anna si è sciolta nell'abbraccio di Kristoff, incapace di trattenere le lacrime.

      Ma le lacrime non erano per se stessa, o per la situazione in cui si era trovata. Erano per tutto quello che aveva perso quel giorno… Elsa, Olaf, e ora la sua amata Arendelle.

      Mattias si è messo lentamente in piedi e ha spazzolato la sua uniforme consumata. Vide il modo in cui Anna gravitò su Kristoff, e come il corpulento montanaro aveva fatto tutto ciò che doveva fare per salvarla. Mattias sapeva senza ombra di dubbio che loro erano destinati a stare insieme. Mise una mano sulla spalla di Kristoff. “Tienila stretta.”

      Kristoff lo stava già facendo. Teneva Anna più vicino che poteva senza farle male, non volendo mai lasciarla andare. Le baciò la fronte e giurò che non l’avrebbe più persa di nuovo.

      La diga si sbriciolò mentre l'acqua furiosa faceva a pezzi il resto e correva verso i fiordi, facendo tremare violentemente la terra intorno a loro.

 

_______

 

 

Dall'altra parte del Mare Oscuro ad Ahtohallan, un'immensa crepa si è formata nel pezzo di ghiaccio in cui era rinchiusa Elsa. Quando la crepa ha attraversato la superficie del ghiaccio, il pezzo ha assunto la forma di un grande fiocco di neve. Le rappresentazioni grezze di ciascuno degli elementi erano incise in ogni punto. E nel centro del fiocco di neve, al suo centro, giaceva Elsa.

      Dalla cima del ghiacciaio, un simbolo di luce proiettato nel cielo, illuminandolo. I Giganti di Terra e Bruni, lo Spirito del Fuoco, si girarono per vedere il simbolo.

      Con un fragoroso CRACK, il ghiaccio che conteneva Elsa finalmente si aprì, e lei scivolò già verso le gelide acque sottostanti—mentre il Nokk d’Acqua osservava.

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Capitolo 41

 

In alto sulle scogliere sopra Arendelle, gli abitanti del villaggio, i troll di montagna e gli abitanti del castello si agitavano. Hanno parlato tra loro e hanno cercato di rimanere pazienti mentre aspettavano che Elsa, Anna e il resto del gruppo tornassero dalla Foresta Incantata. Volevano sapere cosa era successo nel loro villaggio.

     Poi un ruggito sordo riempì l'aria, diventando sempre più forte in ogni momento. La gente e i troll si guardavano l'un l'altro, curiosi.

     “Guardate!” urlò un bambino.

     Alcuni Arendelliani gridavano e altri caddero sulle loro ginocchia, colti dal terrore e dalla devastazione, mentre un'onda mostruosa abbatteva il fiordo senza pietà verso il loro amato regno e le loro case. Ogni speranza che avevano di tornare alle loro case veniva distrutta pezzo per pezzo, mentre l'acqua furiosa distruggeva ogni albero sul suo percorso e faceva saltare in aria enormi massi come se fossero piccoli sassolini. Presto non sarebbe rimasto altro che il ricordo del regno e delle vite che vi avevano costruito con amore.

     Mentre l'inizio del maremoto raggiungeva il castello e il villaggio, spingendo dolcemente verso la riva prima di travolgere con un colpo gigantesco... il Nokk d'Acqua si alzava dalle profondità del fiordo—e sulle sue spalle cavalcava Elsa!

     Elsa si è avvicinata e ha magicamente respinto l'onda con lo Spirito dell'Acqua a sostenerla. Ha fatto in modo che l'acqua crollasse e si ripiegasse verso il fiordo—dove la sua energia si disperdeva man mano che l'acqua si allontanava dal villaggio e dal castello di Arendelle.

     La città era ormai al sicuro, gli elementi che avevano desertificato Arendelle quella notte non molto tempo prima tornarono al villaggio. La cascata scorreva di nuovo, il vento sventolava le bandiere, la luce tornava nelle lanterne, e l'acciottolato è diventato abbastanza liscio da poterci camminare sopra.

     In cima alla scogliera, gli Arendelliani guardavano con stupore, senza parole. Gran Papà si fece avanti e sorrise mentre si inchinava di fronte a Elsa.

     Elsa ha riconosciuto il suo amico di lunga data con un cenno del capo. Il Nokk d’Acqua si impennò con Elsa ancora sul dorso, ruotò sulle zampe posteriori, quindi risalì il fiordo a grande velocità, verso il punto in cui una volta si trovava la diga nella Foresta Incantata.

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Capitolo 42

 

Anna e Kristoff stavano insieme, si stringevano l'un l'altro, ma non parlavano. Non era il momento delle parole. Dopo la distruzione della diga, si erano riuniti ai soldati Arendelliani ed erano tornati al campo Northuldra.

     Quello che è venuto dopo è successo con una lentezza quasi impercettibile. Anna stava fissando il bordo della nebbia, e si rese conto che si era diradata. Ora era in grado di capire cosa c'era dall'altra parte della nebbia. E con ogni momento che passava, gli oggetti all’esterno sembravano sempre più nitidi, fino a quando la nebbia impenetrabile non era altro che un brutto ricordo. Sospirò con sollievo. Anna sarebbe stata devastata se avesse distrutto la diga e permesso la distruzione della sua amata Arendelle per nulla. Lei si appoggiò più profondamente a Kristoff e lui le abbracciò di nuovo.

     I Northuldra e gli Arendelliani si crogiolavano nell'improvvisa luce del sole, mentre la nebbia si diradava tutt'intorno e sopra di loro. Furono sopraffatti dall’emozione mentre realizzavano che non erano più imprigionati nella Foresta Incantata.

     Ryder alzò lo sguardo con stupore e meraviglia verso il cielo cristallino per la prima volta nella sua vita. “Caspita.” Si girò verso Honeymaren. “Guarda il cielo.” Guardavano insieme in soggezione il meraviglioso azzurro.

     Honeymaren lo spinse. “Non mi ero reso conto che fosse così immenso.”

     Mattias e Yelana si trovavano insieme al margine del campo Northuldra. “Trentaquattro anni…,” disse Mattias.

     “Cinque mesi…,” continuò Yelana.

     “E ventitré giorni…,” finì lui. Si guardarono a vicenda con vera comprensione e compassione per la prima volta nella loro lunga storia insieme. Non si vedevano più come nemici. Ed entrambi pensavano che forse, col tempo, avrebbero potuto anche essere amici.

     “Anna disse a Kristoff, “Mi dispiace di averti abbandonato. Volevo solo tentare di proteggerla.”

     “Lo so,” rispose Kristoff, stringendola più vicino. “Il mio amore non è così fragile.”

     Anche le renne hanno notato che la nebbia era scomparsa. Mentre Anna, Kristoff, Honeymaren, e Ryder osservavano, il branco di renne Northuldra corse fuori dalla foresta, passando attraverso i monoliti torreggianti, ancora incisi con i simboli degli elementi, e in una radura. Insieme correvano, si mettevano uno dietro l'altro e giravano su se stessi fino a formare un cerchio gigantesco. Le renne grugnivano e belavano di gioia, scuotevano la testa e si sfioravano a vicenda. I bambini Northuldra li hanno rincorsi, ridendo e urlando di felicità. Anche Sven si è unito a loro, non volendo essere lasciato fuori.

     Anna si avvicinò ad un albero che era stato mezzo bruciato dallo Spirito del Fuoco e rimase in piedi da sola. Aveva bisogno di alcuni minuti da sola mentre cercava di elaborare tutto quello che era successo nell’ultimo giorno. Tutti intorno a lei erano sopraffatti dalla gioia, e tutto quello che poteva fare era stare ad osservarli. Come potrebbe mai sentire di nuovo la felicità quando nel profondo sapeva che Elsa se n’era andata per sempre?

     Zefiro l’abbracciò, formando dei diamanti di ghiaccio. Anna osservò i diamanti in silenzio. Cosa stai cercando di dirmi? Pensò. Lo Spirito del Vento era insistente, così Anna si girò e seguì Zefiro verso il margine del fiordo, che non traboccava più delle acque impetuose della diga distrutta.

     Anna non vide nulla—non a terra, non sull'acqua, non sospeso in aria. Tirò un gran sospiro. Zefiro ha raccolto alcune foglie e le ha fatte volteggiare nella linea di vista di Anna, costringendola a guardare giù per il fiordo verso il luogo in cui Arendelle si trovava. Qualcosa brillava sopra l'acqua. Anna si chinò in avanti e strizzò gli occhi in lontananza. Cos’è? Pensò.

     All’inizio pensò che fosse un inganno dell’acqua. Ma il luccichio continuò a crescere, come se si stesse avvicinando a lei.. Anna sbatté gli occhi velocemente, il suo cervello rifiutava quello che i suoi occhi stavano vedendo. Non era possibile… ma lo era. Il Nokk d’Acqua scivolava sull'acqua, maestoso ed elegante. E a cavalcarlo era Elsa!

     Gli occhi di Anna si spalancarono, e iniziò a scendere dal bordo della roccia il più velocemente possibile. Lo Spirito dell'Acqua portò Elsa sulla riva e lei rimase lì in piedi—alta, luccicante, eterea. Anna si fermò prima di raggiungere sua sorella. Sembrava lei, ma era diversa.

     “Sei davvero tu?” chiese Anna, non certa di cosa credere, pensando che forse i suoi occhi, o il suo cervello, le stessero giocando qualche scherzo.

     Elsa sorrise ampiamente mentre annuiva ed allargava le braccia. “Anna.”

     Anna corse verso di lei e l’abbracciò forte. “Credevo di averti perduta!” Le lacrime le scendevano sul viso.

     “Perdermi?” chiese Elsa, togliendo i capelli di sua sorella dalla sua faccia. “Mi hai salvata… di nuovo.” Anna alzò lo sguardo verso di lei, non sapendo esattamente cosa intendesse Elsa.

     “Davvero?” chiese.

     Ma Elsa aveva altro da dire. “E, Anna—Arendelle non è stata distrutta.”

     Anna era senza parole. Le ci volle qualche momento prima che potesse chiedere, “Ah, no?” Ancora non era sicura che quello che Elsa stava dicendo fosse possibile. Aveva visto l’acqua in prima persona, che correva per distruggere il villaggio e il castello.

     “Gli spiriti sono tutti d’accordo, Arendelle merita di esistere… con te,” disse Elsa.

     “Con me?” Sopraffatta dalla gioia, Anna scosse la sua testa delicatamente con meraviglia.

     “Hai fatto la cosa giusta—per tutti,” spiegò Elsa.

     In meno di dieci minuti, Anna non solo aveva riottenuto sua sorella, ma aveva scoperto che la sua amata Arendelle non era stata distrutta, e che in qualche modo lei ne era ora la regina.

     Ma non poteva fare a meno di chiedersi della ricerca di Elsa.

     “Hai trovato il quinto spirito?” chiese Anna.

     Elsa sorrise in un modo che faceva sapere ad Anna che aveva trovato quello e molto altro. E poi capì. Anna ha sempre saputo che Elsa era speciale, che era sempre stata destinata per qualcosa di più, qualcosa di grande.

     “Sei tu il quinto spirito,” disse Anna. “Tu sei il ponte.”

     “Beh, in realtà un ponte ha due spalle,” disse Elsa. “E la Mamma aveva due figlie.” La faccia di Anna si illuminò. “L’abbiamo fatto insieme. E insieme continueremo a farlo.”

     Le sorelle si guardavano negli occhi, e una comprensione condivisa le attraversò. Anna era onorata da ciò che Elsa le chiedeva, entusiasta di averne l'opportunità.

     “Insieme.” concordò Anna.

     “Elsa, sei salva!” le sorelle sentirono urlare con stupore Kristoff . Si girarono mentre Kristoff e Sven scendevano la pendenza, emozionati di vedere Elsa. Lei aprì le braccia, e Kristoff l’abbracciò stretta. Si allontanò, sentendosi un po’ fuori luogo. Poi la osservò velocemente, confuso. “Sembri diversa. Sono i capelli o roba simile?”

     Elsa accarezzò un felice Sven. “Roba simile,” disse. Sorrise mentre Zefiro l’avvolgeva. “Anna, devo chiederti una cosa.”

     “Va bene,” disse Anna.

     “Lo facciamo un pupazzo di neve?” Elsa chiuse gli occhi e si concentrò mentre Zefiro volò dentro la foresta dirigendosi verso nord.

     Anna era incuriosita da quello che Elsa stava facendo e si chiedeva esattamente quali poteri avesse ora. “Cosa stai facendo?” chiese.

     Elsa sorrise timidamente. Mantenne i suoi occhi chiusi e si concentrò.

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Capitolo 43

 

Nella foresta, goccioline d'acqua cadevano dai rami sia in alto che in basso. Prima di raggiungere il terreno, si trasformarono in fiocchi di neve. Dai fiumi e dai petali dei fiori sono spuntate altre goccioline. Lo Spirito del Vento li ha raccolti tutti, radunandoli nella sua brezza, facendoli girare e svolazzare mentre correvano per la terra, diretti a sud.

     Elsa sorrise quando sentiva di aver compiuto qualcosa di speciale. Lo Spirito del Vento arrivò con i fiocchi di neve.

     “Grazie al cielo l’acqua ha memoria,” disse Elsa.

     Zefiro rilasciò i fiocchi di neve, e questi caderono dal cielo a caso. Quando iniziarono a sistemarsi in forme rotonde familiari, Anna sapeva esattamente quello che stava accadendo. Frugò nella sua borsa e tirò fuori una carota malconcia, alcuni bastoncini ben consumati e tre pezzi di carbone molto speciali—tutto ciò che aveva salvato. Con alcuni movimenti veloci, Anna li sistemò al loro giusto posto nella neve.

     Olaf era tornato.

     Gli occhi del pupazzo di neve si aprirono, ed osservò tutti sorpreso. “Anna? Elsa? Kristoff e SVEN! Siete tornati tutti!”

     Elsa e Anna lo abbracciarono, sollevate che il loro amico stesse bene. Sven lo ha annusato e ha morso giocosamente la sua carota. Olaf sorrise.

     “Oh, io amo il lieto fine,” disse con un sorriso. “Cioè, spero sia finito tutto qui. O la situazione di pericolo mortale diventerà la normalità?”

     Elsa ridacchiò. “No, è tutto.”

     “In realtà, c’è un’ultima cosa,” insisté Kristoff mentre si girava verso Anna e si inginocchiò di fronte a lei, tirando fuori l’anello dalla sua tasca. “Anna, tu sei la persona più straordinaria che abbia mai conosciuto. Ti amo con tutto me stesso. Vuoi sposarmi?”

     “Sì!” urlò Anna, e la sua faccia è crollata in un pasticcio lacrimoso.

     Kristoff fu sopraffatto dall’amore e dall’ammirazione verso di lei. Le fece scivolare l'anello al dito e la trascinò tra le braccia.

     Olaf rimase toccato dall’amore tra di loro. “Non so voi ragazzi, ma mentre io ancora non so cosa significhi trasformazione, sento come se questa foresta ci abbia cambiati tutti.”

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Epilogo

 

Ad Arendelle si è svolta una grande festa. Uomini, donne e bambini indossavano cappotti e cappelli caldi mentre le ultime foglie d'autunno cadevano dagli alberi. Olaf si muoveva attraverso la folla, trascinando un carro pieno di libri.

     “Scusatemi,” disse ad ogni persona che passava. “In arrivo.”

     Il bibliotecario, Oddvar, salutò Olaf ad una finestra aperta quando arrivò alla biblioteca del villaggio. “Buongiorno, Olaf. Cosa posso fare per te?”

     “Mi piacerebbe restituire questi libri di filosofia, per favore,” disse. “Visto che sono in pace con l'idea del cambiamento, e si dà il caso che abbia trovato il senso della vita, non ne avrò bisogno per un po'.”

     “Hai trovato il significato della vita,” disse il bibliotecario, intrigato. “Beh, racconta!”

     “Oh, mi dispiace,” disse Olaf. “ma ogni persona ha bisogno di trovarlo da solo—o da sola. Ora, hai nuovi romanzi gialli o romanzi d'amore?”

 

_______

 

 

Kai, il custode di corte, si trovava fuori dalla tenda reale. Le trombe annunciavano che qualcuno di importante si stava avvicinando. “Vi presento Sua Maestà… Anna Regina di Arendelle.”

     Ma quando le tende di aprirono, non c’era nessuno.

     “Quando devo uscire?” disse Anna. “Ora? Proprio ora? Okay.” Sbirciò la folla dietro il lembo della tenda e poi uscì, nervosa ed emozionata. Il suo viso si illuminò di gratitudine e amore quando la folla esultò per lei. Salutò ogni persona per nome mentre li superava. “Signor Hylton,” disse ad un vecchio gentiluomo. “I vostri denti,” Gli ha consegnato un tovagliolo con dentro il suo regalo speciale. L'ha ricompensata con un sorriso sdentato.

     Continuò e notò Sven, che stava indossando una cravatta. “Sven, quanto sei carino,” disse, sfregandogli la testa tra le corna. Lui sbuffò come ringraziamento.

     Qualcuno nelle vicinanze si schiarì la gola, e Anna alzò lo sguardo. “Oh bontà del cielo, Olaf!” esclamò. Era la prima volta che vedeva il pupazzo di neve in abiti eleganti... o addirittura in qualsiasi vestito.

     “Enchanté, mademoiselle,” rispose.

     Anna rise con gioia. “Incantata!”

     Una voce familiare la salutò. “Vostra Maestà.” Kristoff stava tra Olaf e Sven, vestito come un re. I suoi capelli si affusolavano all'indietro in modo lucido, facendolo sembrare molto diverso dall'uomo che era stato allevato dai troll.

     All’inizio Anna fece fatica a riconoscerlo. “Kristoff? Oh, ma vi siete messi tutti in ghingheri per me?” chiese.

     “È stata un’idea di Sven,” disse Olaf, mentre Kristoff si agitava per il disagio del suo abbigliamento formale. “Un’ora. Non resisterò più di un’ora.”

     Lei gli spettinò i capelli e gli diede un bacio sulla guancia. “Va bene—Ti preferisco con gli abiti di pelle comunque.” Lui sorrise.

     Mentre lei continuava a salutare la sua gente, Olaf avanzò a fianco di Kristoff per osservare gli eventi, ora completamente nudo. “Mi sconvolge che tu resista un’ora,” ammise. “Che cosa non si fa per amore.”

 

_______

 

 

Anna si è avvicinata ai gradini dove Mattias stava con Halima. Egli guardava con stupore una carta che teneva in mano.

     “Com’è che si chiama questa magia bizzarra?” chiese.

     “Fotografia,” disse Halima, sorridendo.

     “Fotografia. Huh. Siamo belli,” aggiunse Mattias.

     “Halima… Generale Mattias,” li salutò Anna. Era stata onorata di promuovere Mattias nel suo nuovo ruolo nel suo primo giorno come regina.

     Mattias scatto sull’attenti, la sua nuova uniforme brillante e ricoperta di medaglie ad valore. “Vostra Maestà,” disse.

     “Possiamo?” gli chiese.

     Guardò i biscotti che aveva anche lui in mano, poi li consegnò ad Halima. “Torno subito,” disse. “Puoi guardare la nostra fotografia in mia assenza.” ridacchiò. “Scherzo.” Continuava a ridere, come un ragazzino con una cotta.

     Mattias allungò un braccio, in cui Anna ha fatto scivolare la mano. La scortò su per i gradini verso una piattaforma. “Come sto andando?” chiese.

     “Alla grande,” disse.

     Una tenda copriva qualcosa di largo nel centro della piattaforma. Mattias e Anna si misero sui lati della tenda. Quando entrambi furono in posizione, Anna fece un cenno, e tirarono le corde. La tensa cadde, rivelando una scultura di bronzo della giovane Iduna nel vento che stava salvando il giovane Agnarr.

     La folla applaudì, e Anna non riusciva a trattenere le lacrime che le scesero dagli occhi.

     “Le nostre terre e i popoli, ora uniti dall’amore,” annunciò a tutti.

     Zefiro le passò attorno, come se anche lo Spirito del Vento stesse mostrando approvazione per la statua. “Ciao Zefiro. Ti piace? Oh, permetti? Ho qui un messaggio per mia sorella.”

Zefiro svolazzò per mostrare che non gli dispiaceva. Anna tirò fuori un biglietto dalla tasca che era stato tagliato e piegato come un fiocco di neve. Zefiro prese il biglietto in una delle sue correnti e volò via.

 

_______

 

 

La nota ha volteggiato e si è immersa mentre volava sulla terraferma. Sorvolò il castello di Arendelle, circumnavigò il villaggio e si inoltrò nella Foresta Incantata. Scivolava dal cielo e si avvicinava a Elsa, che stava tra gli alberi con Bruni in spalla, con un sorriso di contentezza che le arricciava le labbra. Elsa allungò la mano e prese il biglietto volante. Lo aprì e lesse il contenuto.

     Gioco dei mimi Venerdì sera. Non fare tardi. E sta’ tranquilla, ad Arendelle è tutto a posto. Tu continua a prenderti cura di quegli spiriti. Ti voglio bene.

     “Ti voglio bene anche io, Sorellina,” disse Elsa mentre alzava lo sguardo dal biglietto. “Ehi, Zefiro! Andiamo a fare un giro. Vieni con noi?”

     Zefiro ha girato intorno a Elsa con un sonoro sì, poi l'ha sorpassata fino al Nokk d’Acqua, che è sorto da un ruscello vicino. Bruni saltò giù e si diresse verso le rocce.

     “Sei pronto?” chiese Elsa al suo nuovo amico. Il Nokk d’Acqua ha calpestato lo zoccolo e ha scosso la testa in segno affermativo. Elsa ha toccato il ciuffo con i suoi poteri e ha trasformato il Nokk d’Acqua in un misto di ghiaccio e neve. Toccarono la fronte con affetto.

     Elsa cavalcò il Nokk d’Acqua ghiacciato attraverso gli alberi. Aveva scoperto che trasformandolo in ghiaccio, non erano più limitati all'acqua. Ora potevano scorrazzare dovunque il loro cuore desiderasse.

     Elsa passò Homeymaren e Ryder mentre loro conducevano le loro renne verso un campo. Li salutò e loro risposero.

     Un Gigante di Terra si svegliò e si alzò dal terreno sotto ad Elsa. Lei e il Nokk d’Acqua saltarono sapientemente sopra il gigante e continuarono il loro viaggio.

     Lo Spirito del Fuoco correva attraverso gli alberi, avvicinandosi avidamente ai fiocchi di neve che Elsa ha creato per lui. Ha formato un cumulo di neve in cui Bruni si è tuffato.

     Elsa e il Nokk d’Acqua ghiacciato hanno sfondato la linea di alberi ai margini della foresta e hanno attraversato il mare ghiacciato, dirigendosi verso l’orizzonte. La Regina di Ghiaccio ruotò il viso verso il cielo e sorrise. Elsa era esattamente dove era destinata ad essere… totalmente libera e nel suo elemento.

 

 

—The End

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