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[ReiRyugo] Pokémon Super Mystery Dungeon: le Cronache dell'Oricalco. Primo Atto: il tramonto [Capitolo 24/24 - Completa]


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Prefazione:

 

 

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Limpido è, sentire, invero,
lacrima dipinta, sottile sincero. 
Sotto le fronde, cuscino morbido. 
Sotto il cuore, bontà e libidine.

 

Ho sempre avuto la convinzione che le parole semplici abbiano una connotazione affascinante. Esse sono dirette, non necessitano giri di parole, e hanno un significato universalmente riconosciuto, senza bisogno d'interpretazione o altro. Tuttavia, la verità è che trovo ancor più affascinanti quelle complicate, talmente enigmatiche e misteriose dove non ti arriva subito il loro significato, ma in cui ti puoi perdere nelle loro sfumature. 

 

Non sempre però risultano gradevoli al prossimo. C'è una linea sottile tra il perdersi piacevolmente in un abbraccio e smarrirsi, invece, in un freddo labirinto di pietra senza uscita. Prendi ad esempio le poche righe che ho deciso di scarabocchiare prima, lettore: cuore, fronde, morbido e simili sono sicuramente parole gradevoli, ma nel contesto in cui le ho presentate qualcuno molto diffidente, nel leggerle, potrebbe dire che sono solo parole a caso, potrebbe annoiarsi e pensare che siano parole inutili, di cui non sia possibile riuscire a ricavarne qualcosa. 

 

Ancora più difficile, inoltre, risulta i loro impiego: l'abitudine del lettore nei confronti di una certa impronta stilistica costringe esso ad aspettarsi sempre di più, in un gioco di corsa che rischia di fare del male più alla storia in sé che a colui che legge.

 

Per questo motivo, molti scrittori dicono che sia la fine di una storia la parte più difficile di un bel racconto. E' difficile dargli torto: una bella storia deve finire bene, con stile, al culmine della suspense, dopo un lungo preambolo di intrighi o sotterfugi, e che risponda in modo soddisfacente alla crescita che i personaggi hanno avuto lungo la storia. 

 

A nessuno piace una notte senza stelle,un tramonto senza sole, o una foto senza paesaggio di sottofondo:perdono di profondità e di significato, rendendo trasparente la loro bellezza. 

 

Mi trovo d'accordo su queste ultime affermazioni, ma non sulla parte della difficoltà. Infatti, ritengo in realtà che la parte più sottile e minuziosa di un racconto sia l'inizio stesso.

 

 Prova a metterti nei panni dell'autore: deve pensare con cosa iniziare, come evitare di rilasciare troppe informazioni fin da subito per poterle invece spalmare per tutto il racconto, come dovrebbe incuriosire il lettore, come dovrebbe farlo continuare a leggere mettendo colpi di scena, mezze parole, dubbi e come convincerlo che la sua storia è più affascinante delle altre, meritando davvero di essere letta con tutta la passione con cui viene scritta. 

 

Se fossi il proprietario di un'azienda, assumeresti il primo che capita senza curriculum o biglietto da visita? Le prime parole, in una storia come questa, potrebbero essere anche le ultime: la maggior parte delle persone si ferma alla copertina, piuttosto che a metà racconto. 

Qualcosa gli da fastidio? Chiudono il libro. 

 

Qualcosa li turba profondamente? Chiudono il libro. 

 

La storia non procede secondo il loro giudizio? Chiudono il racconto. 

 

In un secolo come questo dove le risposte sono tutte a portate di click, il perdersi nel fascino di scoprire qualcosa di nuovo è sparito nella notte dei tempi... Una cosa triste, non trovi? 

 

Davanti a un mondo dove il primo passo determina anche l'ultimo, ci sono solo due soluzioni a mio parere: iniziare con il piede giusto, cercando di seguire poi il "flusso", o trovare un altro mondo. 

 

Sembra quasi una via di fuga dalla realtà se uno ci pensa bene, ma quale altro modo romantico esiste per definire in tal modo una lettura? 

 

 Purtroppo però, non è facile trovare una strada giusta per nuove possibilità: in qualcosa del genere o ci finisci per caso, oppure lo crei da te. Non è facile costruire un mondo di cui tu sei una divinità e pretendere di dare alla luce qualcosa di nuovo e sconvolgente. 

Per una madre il figlio sarà sempre più bello degli altri, ma, una volta messo al giudizio del mondo esterno, la sua bellezza non viene sempre riconosciuta. Quando inizi a scrivere tendi a fare il perfezionista, cerchi di studiare nei minimi dettagli cosa sia giusto mostrare o non mostrare, e a scrivere in tal modo. 

 

Per quanto riguarda la mia storia, devo ammettere di essere stato fortunato. Da quando avevo sei anni, ho una tenera abitudine per andare a dormire, e dico "ho"perché lo faccio tutt'ora: per riuscire ad addormentarmi, immagino. 

 

Sembra una cosa normale, un ciclo quotidiano che prima o poi si perde con l'avanzare degli anni, preso dallo studio o dal lavoro, ma una volta che provi piacere nel fare qualcosa non riesci a togliertela subito.

 

Dopo quello che ho detto sembra simile ad una droga, ma credimi se ti dico che, se provo a non farlo, non dormo più. Questo mondo l'ho incontrato per puro caso: quando uscì un certo videogioco nel lontano 2006, ho cominciato a prendere una via sempre più stretta per i pensieri, arrivando anche a riuscire a definire un percorso e dei particolari che sono riuscito a focalizzare al meglio nel 2016, con uno dei suoi "pargoletti", come a me piace chiamarli. 

 

Inutile dire che, quella volta ancor prima di tutto questo in cui ho immaginato talmente tanto da arrivare a sognarlo veramente, mi sono svegliato con un sorriso inestinguibile. 

 

Tra sogni che ti scaldano il cuore e ti confortano dalle tue più profondi radici, ed incubi che ti privano della sicurezza da delle altrettante profonde fondamenta, queste immagini sono diventate sempre più vivide, al punto che non mi sono più accontentato di "sognarle". 

 Certo: il passo successivo è stata la creatività applicata, dove l'immaginazione diventa qualcosa di più concreto, dove ho giocato e mi sono divertito,arrivando a provare affetto per i miei stessi testi. Ma a mio parere,la creatività non può nascere senza uno spunto, un'idea di base,un'illuminazione, se vogliamo esagerare. 

 

Dopo questo l'immaginazione mi ha dato ancora il suo aiuto, l'intelligenza mi ha dato brio, il cuore serenità, fluidità, e soprattutto la cosa più importante: l'emozione. 

 

Non smorzate gli animi: non vi tratterrò ancora a lungo qui con questa introduzione. Tra i misteri di un nuovo mondo e il vento dell'immaginazione, i miei amici sono pronti a farvi compagnia e ad insegnarvi... ad insegnarvi... qualcosa in più, anche se all'inizio farete fatica a capire quale dovrebbe essere l'insegnamento. 

 

Tra la noia quotidiana;
Il grigio della sconfitta;
la gioia della condivisione;
la vittoria dei desideri.

Benvenuti, nel misterioso regno dei Pokémon...   

 

*********NOTE DELL'AUTORE*********

Lo so che probabilmente non avreste voluto questa sezione e avreste preferito terminare qua con l'introduzione, ma vorrei richiamarvi all'attenzione per un'ultima cosa.

Questa sezione è stata realizzata per vari motivi, ma il principale è rispondere alle vostre domande sulla serie Pokémon Mystery Dungeon: le Cronache dell'Oricalco.

 

Se vedete un asterisco come questo (*), leggendo nei commenti di tale paragrafo vedrete la spiegazione di ciò, e se volete qualcosa di più completo potrete guardare in questa sezione. Prima di spiegarvi da cosa saranno composte le note, vi dirò delle regole generali per seguire il racconto:

 

1) Quando un discorso è racchiuso tra parentesi, vuol dire che il suddetto personaggio sta pensando. Nessun altro Pokémon sarà a conoscenza di quello detto tra parentesi;


2) se vedete parole scritte in Caps, vuol dire che quel personaggio sta usando un tono di voce alto e come tale dovrà essere immaginato.


3) Asterisco (*) : il simbolo rimanda ad una spiegazione da approfondire o alla traduzione importante.


4) Asterisco * : il simbolo rimanda ad una spiegazione da approfondire o alla traduzione, ma non è di vitale importanza per la comprensione del testo. Si troveranno in fondo al capitolo;

 

Queste note, poi, sono composte da 4 quattro sezioni:

 

- Explaining: concetti che possono risultare pesanti per la trama e il flow della storia, ma essenziali al fine della trama.


- Legenda: nella storia i nomi di Pokémon e i loro attacchi saranno scritti in romanji per rendervi più facile la lettura, mentre qui ci saranno Kanji, traduzioni in italiano e in inglese.


- FAQ: domande/risposte sulla trama. Vi prego di segnalare la frase interessata con tanto di capitolo e linea del paragrafo, per rendermi più facile il lavoro.


- Curiosità: qui metterò un po' di tutto, dal significato approfondito di certe cose o nomi e vari oggetti a cui mi sono ispirato per certi passaggi della storia.

Per il resto, buona lettura. 

 

Capitolo 1: una goccia

 

Spoiler

La pioggia batteva forte sul suolo fertile. Si potevano sentire i tuoni dare voce ai fulmini, graffiando il cielo con la violenza e l'orgoglio di un leone capo branco. Un rumore che non aveva alcun suono, per colui che in quel momento era impegnato nella sua importante ricerca.

L'esperimento nel quale tanto aveva fallito, ma altrettante volte aveva avuto successo, era tale da attirare tutta l'attenzione del sinistro genio, intento ad orchestrare la sua composizione di intelligenza e superbia. Siamo nella Terra dell'Erba, uno dei grandi continenti del mondo Pokémon, a Nord del Sentiero Fogliesecche.

 

- Bluetta: zaldatore (*).

 

All'entrata di una grotta senza nome si estendeva in tre piani sotterranei un occulto laboratorio segreto, scavato nella roccia ed illuminato da luci artificiali. Non era molto grande, ma lo era abbastanza per sperimentare e creare qualunque cosa poteva soddisfare il suo genio. 

 

Il piano sotterraneo S2 era quello dedicato agli esperimenti. In quel momento si stava facendo aiutare da alcune delle sue assistenti. Il fuoco blu del saldatore sfrigolava come carne alla brace, andando a tempo con i tuoni nel di fuori.

 

- Rozzella: portami l'altro kavo di tipo x. Ankora qualke vitokko e la mia kara kreaturina potrà dive papà!

 

- Come desidera, dottore.

 

In un conglomerato di acciaio, plastica, fili di rame e carbone, venne alla luce in quel tavolo di operazioni uno dei tanti "bambini" del dottor Yamachi Yamiscilla, un Malamar dalla sinistra propensione verso quella che noi conosciamo bene come "Scienza".

 

- EUREKA! BELLIZZIMO! MERAVIGLIOZO! OHOHOHOHOHOH!

 

Il pazzo genio esultava per la riuscita dell'esperimento: aveva dato alla luce ad un'invenzione senza uguali, che sicuramente gli avrebbe portato la gloria e il potere che desiderava da tanto tempo, che avrebbe celebrato finalmente la sua brillante genialità. 

Le sue fedeli assistenti Lopunny, nel medesimo sentimento, si riunirono in un applauso spontaneo.  Avevano collaborato tutte con la riuscita di tutto ciò: sono stati mesi di duro lavoro nel comparto tecnico e nel reperimento dei materiali specifici. 

Ma il dottore era troppo preso dal suo ego per ringraziare anche loro: al suono degli applausi, si inchinò con altezzosità più volte prendendoseli tutti per se.

 

- OHOHOH! Quali zplendidi azziztenti che ho! Vi vingrazio per il voztro apprezzamento e pela voztra kollaborazione. Zignifika molto per me... Grazie ai voztri zforzi, finalmente il mondo potrà godere e zioire della mia immenza zenialità! Applaudiamozi a vizenda! In zegno del noztro zuccezzo!

 

L'ovazione durò ininterrottamente per una decina di secondi, picchiettando con il suo suono per tutto il laboratorio. Il battimani fu talmente fragoroso da sembrare lo scroscio di una pioggia violenta, quasi quanto quella reale nell'ambiente esterno.

L'acclamazione durò per tanto tempo, e terminò lentamente in un diminuendo di percussioni leggere, con la stessa calma di una perfetta sinfonia. Le Lopunny cominciarono a prendere i loro strumenti da terra, per portarli al dottore e rimetterli al loro posto, come un soldato riponeva le proprie armi in armeria. 

 

Tuttavia, nonostante la maggior parte avesse smesso, il suono delle loro mani stava continuando ininterrottamente: aveva un ritmo rallentato, ma non era cessato nemmeno quando tutte le assistenti terminarono la loro adulazione. 

 

- Mi fa piazere ke kualkuno di voi abbia ankora voglia di zelebrare, ma è ora di tornare a lavoro. Non voglio ke le voztre mani zi konzumino inutilmente...

 

Il suono non si fermò, nemmeno dopo il richiamo del dottore. Sembrava qualcuno non avesse capito il sottile comando. Una volta che si conclusero gli ultimi applausi, fu facile distinguere e identificare chi stava continuando. Dall'entrata del secondo piano sotterraneo, piccoli applausi a ritmo lento continuavano nel loro pellegrinaggio sonoro, graffiando le orecchie dei presenti con dei rumori di ferro battuto. 

 

- Davvero niente male, dottore. E' proprio vero quello che si dice in giro: il suo genio non conosce alcun rivale...

 

Le Lopunny si girarono verso la provenienza della voce, assieme a Yamiscilla. Era possibile vedere la sorpresa nei loro volti: i piani, di solito, venivano inondati di suoni assordanti del sistema di allarme, quando qualcuno faceva incursione nel laboratorio. Il fatto che quel pokémon avvolto in un mantello nero fosse lì non riuscivano a spiegarselo. 

 

- E tu... Ki zarezti? - Chiese il Malamar incuriosito. 

 

Così come dall'ombra era venuto, la sua risposta fu altrettanto oscura. 

 

- Non credo che ti interessi davvero saperlo...

 

- Oh? Quezto urta la mia zenzibilità! - disse lo scienziato, alzando i tentacoli da braccia al cielo, - invadi con arroganza il mio preziozo laboratorio e non hai nemmeno la dezenza di prezentarti? Ha idea di quanto quezto inzulti la mia perzona? 

 

- Mi scuso in anticipo per questa mia mancanza di rispetto, - rispose quello, - ma al momento non posso sprecare tempo in inutili formalità...

 

Un senso di irritazione venne in Yamiscilla per le parole dello sconosciuto. Non solo egli era entrato nel suo laboratorio senza permesso, ma aveva anche la faccia tosta di fare il superbo, definendo la presentazione al padrone di casa come una perdita del suo tempo, non di quello più importante del calamaro. 

 

- "Zprecare tempo"? Forze non prendi abbaztanza aria avvolto in quel mantello... ZONO IO QUELLO KE ZTA PERDENDO TEMPO QUA! Hai idea di quanti ziorni abbia impiegato per kompletave kuezto Elemental Lazer? (*) Volevo zoire di kuezto momento kome un Rockruff mentve zgranocchia un ozzo! E MI TVOVO UN ZIGNOVE OZKURO DEI POVERI A FARE IL BELLIMBUZTO NEL MIO LABOVATOVIO! 

 

- Sono qui per proporle uno scambio, dottore. Gradirei che ascoltasse la mia proposta, - disse il pokémon misterioso, non curante della precedente sfuriata.

 

- GRAAAAAAAAAAH! MI DAI ZUI NERVI! AZZIZTENTI! DATE UNA LEZIONE A QUEZTO VERME!

 

Le Lopunny, sotto ordine del Malamar, attaccarono il pokémon misterioso all'unisono. Come era stato insegnato loro dal dottore, partirono all'assalto usando tutte Stordipugno, avvantaggiandosi della superiorità numerica per mettere all'angolo immediatamente il funesto intruso, senza preoccuparsi nell'impatto di colpire le proprie sorelle. 

Sebbene stesse per essere assalito da sette pokémon contemporaneamente, il misterioso pokémon con il mantello non ebbe intenzione di muoversi di un millimetro.

 

- ZHAZHAZHA! KE TI ZEVVA DI LEZIONE! NEZZUNO MI MANKA DI RIZPETTO!

 

- ...

Prima che l'attacco congiunto potesse andare in porto, un braccio metallico si levò da sotto il mantello, estendendosi in avanti con la mano aperta

Prima che l'attacco congiunto potesse andare in porto, un braccio metallico si levò da sotto il mantello, estendendosi in avanti con la mano aperta.

 

Dal suo corpo fuoriuscì un'aura oscura che investì completamente tutti i pokémon in sala. Le Lopunny si fermarono a mezz'aria non riuscendo a concludere l'attacco, e caddero al suolo completamente svenute, mostrando occhi completamente svuotati delle pupille. 

 

Il dottor Yamachi, invece, riuscì a rimanere conscio tenendosi solo con le braccia sul pavimento. Aveva un fiatone feroce, come se gli stesse per uscire il cuore dalla gola. Non aveva mai provato una paura come quella: sudava freddo e tutti i tentacoli sulla testa gli tremavano senza sosta.

 

- Anf...anf...anf...

 

- Come stavo dicendo, ho una proposta da farle, - disse il pokémon oscuro, - farebbe molto comodo a me e al mio padrone se ci offrisse il suo aiuto per un lavoretto semplice semplice... che solo la sua mente geniale potrebbe svolgere. Se accetterà, potremmo unire l'utile al dilettevole. 

 

K-Koza... K-koza m-mi hai fatto?

 

- Per quello non si preoccupi: si risveglieranno dopo tre ore. Lo stesso vale per il suo recupero.

 

Yamiscilla non sapeva più cosa pensare: un pokémon era entrato nel suo laboratorio, aveva messo K.O. le sue assistenti più forti con una mossa che non aveva mai visto prima e lo aveva messo in ginocchio. Da un lato, però, la sua arroganza gli diede del coraggio, e decise di contrattaccare nonostante le sue condizioni. 

 

Prima che il misterioso personaggio potesse raggiungere Yamiscilla, si bloccò a breve distanza, assalito da un forte mal di testa.

 

- C-cosa...

 

L'assalitore non riusciva a muoversi: sentiva come se ci fosse qualcosa che da dentro di lui gli diceva di rimanere fermo. La testa gli girava e non riusciva più a percepire niente nella stanza, come se avesse perso il controllo del proprio corpo per un momento. 

 

Quando si risvegliò, vide che la sua mano metallica era intorno al suo collo, pronta a strangolarlo. Fece subito per staccarsela di dosso, guardandola con terrore. 

 

Se avesse avuto un pochino in più di disperazione, probabilmente se la sarebbe tagliata. Rivolse lo sguardo verso Yamiscilla, che nel frattempo era caduto al suolo privo di forze, ma ancora cosciente. 

 

Non ci mise molto a capire che quell'attimo di confusione era stata opera sua.

 

- Merda...

 

Il pokémon oscuro rise tra sé e sé.

 

- Eheh... Sembra che il capo ci abbia visto lungo. Anche lei è da mille sorprese.

 

- V-vai all'inferno... 

 

- Però... E' altrettanto evidente che lei non abbia abbastanza potere per usare al meglio questa abilità. 

 

Abbassò lo sguardo verso destra, quasi deluso dall'estensione del potere del Malamar. 

 

- E' un vero peccato. Nelle mani "giuste" potrebbe essere un'arma in grado di cambiare il mondo... Ma... non è il mio ruolo decidere cosa sia giusto e sia sbagliato... 

 

Si avvicinò lentamente al calamaro, colpendo il suolo con dei colpetti metallici, quasi a scandire il ticchettio di un vecchio orologio. Il dottore provò a rialzarsi nel frattempo, completamente esausto dallo scontro di anime con il misterioso intruso. 

 

- Ora che abbiamo risolto i convenevoli...

 

Si fermò a distanza di un metro, guardando dall'alto verso il basso l'atterrito scienziato. Yamiscilla alzò lo sguardo verso di lui, scrutandone i bulbi oculari spalancati e vitrei come gli occhi di una bambola. 

 

- Ha intenzione di ascoltarmi?

 

Nonostante le sue parole e le sue intenzioni, in lui non lesse né divertimento né malinconia: non vi lesse la benché minima emozione, la tipica volontà di chi voleva servire solamente la volontà stessa. 

 

Avrebbe fatto qualunque cosa per compiere la missione che gli apparteneva ed era pronto a qualunque conseguenza: nel terrore della consapevolezza dell'abominio di fronte, Yamiscilla capì che non avrebbe potuto fare niente per fermarlo.

In un sorriso malizioso tra l'orgoglio ferito e la curiosità carismatica del male si stampò sul suo volto, in un ghigno consapevole del nero che si portava dietro. 

 

- Sembra che finalmente i suoi neuroni stiano funzionando come dovrebbero. E' esattamente così: non ha altra scelta che ascoltare la mia proposta. 

 

L'intruso si chinò, porgendo la mano destra allo scienziato maligno. 

 

- Te la farò pagare... pezzo di latta... - disse il Malamar, allungando il tentacolo.

 

I vetri del pokémon dal mantello nero si inarcarono verso l'alto, nella soddisfazione della missione compiuta.

 

- Molto bene... 

 

Lo aiutò a rialzarsi, continuando a guardarlo negli occhi. Il patto con il diavolo era stato sancito.

 

- Ti pagherò profumatamente...

 

Il pokémon oscuro mise una mano dentro il mantello, tirando fuori una strana sciarpa nera con scritte color cremisi, scarlatte come il rosso del sangue fresco. 

 

In un misto di stupore e di terrore,  al Malamar gli si illuminarono gli occhi vedendo quella sciarpa: divenne affascinato dalle sue sfumature, che brillavano nel buio del laboratorio come rubini preziosi. Tuttavia, fu colto anche da una strana sensazione: una paura primordiale, di quelle che conosceva da tanti anni, ma allo stesso tempo non riusciva a dagli una spiegazione logica e sensata. 

 

Una paura, che presto avrebbe gettato nel caos la pace e la serenità del Mondo Pokémon così come era conosciuto. 

Opening season 1 (one ok Rock the beginning):

Opening season 1 (one ok Rock the beginning):

Zma qixaw byqqibx es elsiwysha, zma pesl gwiijx myza es mex hyxzqa osjaw y lqiiru xelmz,
ysj zma naxzaw, jexibsaj, qyolm is zmex kiiqx. Yqrelmzu Jywp Kiwhax,
wexa ysj tosexm zma kiiqx, ysj ikkaw zma gqiij zi zma naxzaw.
Ma beqq rypa y ziyxz bezm zma kyqqesl riis, ysj zma xmyjib beqq bysa is zma biwqj

Due lunghi anni erano passati da quando Ōryūgo Rukio e la sua fedele compagna Ishisoku Amelia  (*) avevano liberato i pokémon dalla Materia Oscura, un essere che, pur creato dai sentimenti negativi delle medesime creature, aveva acquisito una prop...

Due lunghi anni erano passati da quando Ōryūgo Rukio e la sua fedele compagna Ishisoku Amelia (*) avevano liberato i pokémon dalla Materia Oscura, un essere che, pur creato dai sentimenti negativi delle medesime creature, aveva acquisito una propria intelligenza, ed aveva ordito per la distruzione del pianeta Terra, con conseguente estinzione di ogni suo abitante. 

Amici pietrificati, vegetazione appassita, le Creature del Vuoto, tradimento e inganno: sono questi gli orrori che il team Skyriders ha dovuto affrontare in quel periodo ricolmo di ombre. 

 

Nonostante fossero state molteplici le cicatrici collezionate durante l'impresa, nulla di tutto ciò era stato più profondo di quella inferta al cuore dell'essere umano tramutato in pokémon, quando la sua compagna, la reincarnazione temporanea di Mew, dovette abbandonare per sempre la vita, una volta che l'unico scopo della sua esistenza era stato portato a termine. 

Forte della sua memoria e della solenne promessa, in quei due anni dalla sua scomparsa egli si era impegnato a realizzare quello che era il sogno della piccola Fennekin: creare un mondo dove i pokémon potessero esplorare liberamente ogni luogo possibile, dove vivere avventure mozzafiato, dove giocare e combattere lealmente, dove potessero assaporare la piacevole brezza della libertà come nuvole che, comodamente spinte dal vento, solcavano l'immenso cielo azzurro.

 

Quella stessa libertà che, per via del motivo della sua stessa esistenza, lei non aveva mai potuto avere.

 

(Ost Serene village)

 

Centosettantesimo anno del drago, nel pieno della primavera, nove di mattina. Il vento soffiava una brezza fredda ma carezzevole, e il sole riscaldava serenamente il villaggio di Borgo Quieto. 

 

Tutto era iniziato da qui: prima di unirsi al Gruppo Investigativo Pokémon e diventare gli eroi che tutti conoscevano, Amelia e Rukio avevano passato in questo luogo le loro giornate insieme, tra la Scuola Pokémon e le esplorazioni occasionali, che più che escursioni erano ancora giochi e diletto. 

 

Il villaggio era un paesino rustico: le case erano state costruite da tronchi di quercia secolare, sulle cui sommità erano stati costruiti dei tetti in argilla. L'unica struttura che faceva eccezione era la locanda di Kanghaskan, costruita in mattoni e molto più grande rispetto agli altri edifici, per dare la possibilità ai viaggiatori stanchi di trovare il tanto agognato luogo di riposo molto più facilmente. 

 

Gli abitanti del posto, come potresti aspettarti dal nome del villaggio, erano dei pokémon cordiali e gentili. Si aiutavano a vicenda, svolgendo i propri compiti e le proprie faccende col sorriso sulle labbra, riscaldando i cuori di ogni visitatore o forestiero che aveva avuto la fortuna di mettere piede in quel luogo solare e gioioso. 

 

Immersa in questo calore, fuori da un'abitazione su una collinetta, una Leavanny stava svolgendo una mansione che, ai tuoi occhi, probabilmente hai già avuto modo di vedere: su un filo di seta creato con il suo Millebave, la pokémon Balia stava stendendo tranquillamente le lenzuola di suo figlio al sole, dopo averle lavate a mano ad una ad una. 

 

L'amorevole madre, nel frattempo, fischiettava con allegria e leggerezza.

 

- Mh mh mhhhh... Mh mh mh mhhhh... mh mhhh... mh mh mh mhhhh...

 

- Serena come al solito, eh cara?

 

A fianco della sua casa, la sua vicina Cleafable, invece, stava annaffiando i fiori di Baccapesca e Baccafrago del suo giardino, approfittando del fatto che la figlia fosse a scuola.

 

- Già. Oggi è una piacevole giornata, e mio figlio starà fuori tutto il giorno per via della lezione all'aperto. Ho tutto il tempo per sistemare la casa senza problemi e godermi un po' di relax.

 

- Fufu... Come se qui non fosse bel tempo tutti i giorni! Di cosa ci dovremo preoccupare? I nostri figli crescono bene e diventano ogni giorno che passa più forti e più scaltri! Non mi stupirei se diventassero degli esploratori coraggiosi! 

 

A quelle parole, Leavanny pensò a cosa ne sarebbe stato, una volta che suo figlio Sewaddle avrebbe raggiunto l'ultimo stadio evolutivo. 

 

- Già... 

 

L'ombra della preoccupazione si fece visibile nelle sue palpebre, accompagnate da piccole gocce di silenzio. Era una madre dopotutto: nessuno si sarebbe stupito se lei non avesse mostrato quell'innocente segno di debolezza. Tuttavia, quei pochi attimi d'inquietudine sparirono grazie al sorriso della fiducia nelle capacità del pargoletto, forte dell'epoca di pace e serenità che stavano attraversando. 

 

- Ne sono convinta anch'io. 

 

- LADRO! VILE RETTILE! COME OSI RUBARE UNA DELLE MIE MACCHINE TECNICHE?!?!? RIDAMMELA SUBITO!

 

- NON SE NE PARLA NEMMENO! E' MIA DI DIRITTO, INFIDO SPOCCHIOSO CHE NON SEI ALTRO!

 

- Hai...detto qualcosa? - chiese confusa la pokémon Balia. 

 

- Seriamente... - commentò Cleafable, - stanno per iniziare di nuovo?

 

- Uh?

 

- Uff... quei due... si sentono fino a qui in collina! Quasi invidio il tuo udito debole, amica mia...

 

Forse anche tu, qualche volta, avrai assistito ad una discussione tra fratelli, se non peggio ad un litigio. Non è mai un'impresa facile tenere a bada più di tanto due sibilli quando litigano, specialmente quando bisticciano per i motivi più futili. 

 

In queste occasioni, uno si sentirebbe più in imbarazzo a fermarli che a lasciarli in pace. Nel caso dei fratelli Kecleon, purtroppo, quella era routine quotidiana nel villaggio di Borgo Quieto, che altrimenti sarebbe appunto un luogo calmo e rilassante. 

 

Quei due non erano originari del posto: prima c'era solo un Kecleon a fare da mercante in quel piccolo paesino, il quale si occupava di vendere qualunque oggetto. Dopo gli avvenimenti della Materia Oscura, tuttavia, i due esperti negozianti chiesero al cugino meno esperto, due anni prima, di scambiarsi punti di vendita, come una sorta di "scambio culturale" per formarlo, lasciandogli in gestione il negozio di Borgo Tesoro nella Terra dell'Erba. 

 

Il cuginetto accettò di buon grado il trasferimento, non tenendo conto dei fior e fior di turisti ansiosi di visitare il villaggio natale di Rukio, un'occasione che, invece, i due furbi senpai non mancarono di cogliere al volo. 

 

A differenza del mondo umano, culturalmente i nomi avevano un meccanismo differente nel mondo Pokémon: normalmente ci si salutava usando quelli delle proprie specie, come Arcanine e Quagsire, ma i genitori dell'individuo potevano dare anche un nome proprio per dare la possibilità al proprio pargolo di differenziarsi dai suoi simili, famigliari o semplicemente altri pokémon appartenenti alla stessa specie che fossero. 

 

Tuttavia, a differenza della nostra realtà, non erano tenuti a mantenere quel nome, e nemmeno l'atto di assegnare quel semplice titolo era comune, ma era molto raro, soprattutto tra i pokémon che vivevano nei dungeon. 

 

In comunità selvagge e non riunite in una sorta di civilizzazione, come il caso dei villaggi, l'espressione dell'individuo era vista negativamente, come un pericolo per la solidità di un branco. 

 

Il concetto di nome pokémon è meno solido del nostro, tanto è vero che, al rifiuto del nome, esisteva anche l'opposto: il singolo poteva decidersi di darsi un nominativo come simbolo della propria individualità, a discapito dell'armonia della comunità nel caso selvatico, mentre nel caso che chiamerò "civile", ciò esprimeva una sorta di affermazione del proprio onore, come la dichiarazione di un obiettivo da raggiungere. 

 

Non solo: se più pokémon cominciavano a chiamare con lo stesso epiteto un individuo, questo veniva considerato come tale, andando a costituire quello che noi definiamo "secondo nome", o "cognome". 

 

Stava sempre all'individuo se decidersi di mantenere tali nomee, ma non essendoci un modo per regolarizzare l'identità, come un documento, spesso e volentieri si manteneva quello che le proprie azioni caratterizzavano. 

 

In un mondo popolato da eroi, combattenti, anche di malavitosi e criminali, spesso e volentieri conveniva mantenere ciò che la propria leggenda gli offriva, per dare alle masse qualcosa su cui ricordare le proprie imprese, sia nel bene che nel male. 

Nel nostro caso, i due fratelli si erano creati dei nomi semplici per essere ricordati soprattutto tra i loro simili. Come potevano non avere una simile pretesa? I due gemelli diversi, uno verde come i suoi coetanei e l'altro rosa, si diedero rispettivamente i nomi Midorima e Fujito, contenenti i loro rispettivi colori. 

 

Conosciuti come i più abili mercanti tra i Kecleon, non c'era un qualcosa che, insieme, non avessero e che non avrebbero potuto vendere, talmente tanto erano capaci nelle moine e nelle offerte a trabocchetto. Avrebbero anche potuto conquistare tutto il mercato, se non fosse per l'enorme scoglio determinato dalla loro indole litigiosa.

 

(Ost Busy everyday life)

 

- LO SAI CHE NELLA TERRA DELL'ACQUA L'INVERNO VIENE PRIMA? E CHE FA MOLTO FREDDO? HO BISOGNO DI UN LANCIAFIAMME PER RISCALDARMI! E MI CHIEDI DI COMPRARLA? A TUO FRATELLO? SEI UN BUZZURO SPOCCHIOSO ED EGOISTA!

 

- COME TI PERMETTI DI PARLARE COSI' A TUO FRATELLO MAGGIORE?! SE LA VUOI ME LA DEVI COMPRARE!

 

Midorima era il fratello maggiore, specializzato in bacche, semi e Macchine Tecniche, conosciute anche come MT. Durante il loro battibecco, questo abbassò il tono di voce, per sembrare dalla parte della ragione e punzecchiare ironicamente il fratello minore.

 

- È risaputo che l'emporio delle mt dei fratelli Kecleon non fa sconti a nessuno, te compreso, mio caro!

 

Tuttavia, Fujito copiò la mossa del fratello. Il fratello minore, specializzato in sfere, strumenti legalizzati dalla Società Esplorativa, non era da meno quando si trattava di convincere a parole. 

 

- PUAH! Peró ti fa comodo che ti presti le mie Arraffasfere quando devi trovare nuove merci per il tuo mercatino da quattro soldi, eh?!?! Le mie luccicanti e splendenti sfere sono molto più utili dei tuoi MISERI trucchi da prestigiatore, che non solo sono utili raramente e solo per casi eccezionali, ma per pagarli come minimo devi farti prosciugare tre litri di sangue! Nemmeno uno Zubat potrebbe ardire a tale banchetto!

 

- MA COME TI PERMETTI? Fino a prova contraria, il terreno sul quale stai vendendo quei pezzi di vetro lo sto affittando io! Potrei sfrattarti quando voglio e non basteranno cento delle tue Tergisfere a farmi cambiare idea!

 

- Fino a prova contraria, il terreno sul quale i tuoi sudici piedi da rettile rinsecchito quale sei si stendono ogni sera lo sto affittando io, e non basteranno tutte le tue MT a farmi cambiare idea!

 

Entrambi persero il gioco.

 

- FINO A PROVA CONTRARIA, IO SONO TUO FRATELLO MAGGIORE E TU HAI IL DOVERE DI ASCOLTARMI E RISPETTARMI!

 

- FINO A PROVA CONTRARIA, IO SONO TUO FRATELLO MINORE E TU HAI IL DOVERE DI ASCOLTARE LE MIE ESIGENZE ED AIUTARMI!

 

- FINO A PROVA CONTRARIA...

 

- Fino a prova contraria, state disturbando per l'ennesima volta la quiete di questo villaggio... Non è consono che i negozianti più intraprendenti e abili tra i Kecleon diano un brutto esempio ai negozianti più inesperti. Non potreste calmarvi una buona volta?

 

- CHE VUOI, RAZZA DI FILIBUSTIERE?? CERCHI ROGNE?

 

In quel momento, Il fratello maggiore si giró di scatto, pronto ad assestare un pugno sulla faccia del malcapitato ambasciatore di pace.

 

- G-Gulp!

 

- A-ah...ah...ah....

 

Tuttavia, egli si bloccò all'istante. Divenne immobile come la pietra, quasi volesse imitare quelle antiche statue della Terra dei Deserti, che i bambini temono e i cui racconti tormentano i loro incubi più profondi. Tale fu l'effetto che l'apparente dolcezza di Goodra suscitò nel suo cuore. 

 

Se ti ricordi del piccolo Goomy della scuola di Borgo Quieto, rammenterai anche di quanto fosse impacciato e debole. Dopo gli avvenimenti della Materia Oscura, ispirato dal suo ex compagno di classe Rukio, decise di allenarsi da solo dopo la scuola per diventare più forte. Dopo un anno, era diventato talmente abile negli scontri da diventare il capo ufficiale del villaggio di Borgo Quieto o, se vogliamo dirlo in altri termini, il suo sindaco. 

 

Era di natura molto gentile e generosa normalmente, ma sapeva diventare molto autorevole quando si trattava di far rispettare la tranquillità del villaggio, facendosi forte di una prerogativa letale: una cattiveria sinistra da far accapponare la pelle.

- Dovreste cercare di andare più d'accordo: sarebbe carino se la smetteste di litigare una volta tanto...

 

- C-ci scusi, signor Goodra. Siamo... p-profondamente dispiaciuti per la piccola p-parapiglia che stavamo scatenando. Le assicuriamo che non accadrà più d'o-ora in poi!

 

- V-ve lo promettiamo....

 

I due risposero con riverenza e paura nei confronti di Goodra, proprio perché sapevano di cosa era capace. Il sindaco non si scompose più di tanto, e rispose in modo cordiale, ma con un'ombra di malizia che infuse in loro un freddo terrore.

 

- Bene, molto bene! Sono davvero contento che la pensiate così! Un buon clima all'interno del villaggio rallegra lo spirito e il cuore, e può essere scosso molto da inutili litigi come questo. È per il bene di tutti che non accada più! In fondo... è soprattutto per il vostro bene...

*********NOTE DELL'AUTORE*********

- Explaining:

 

1) Yamachi Yamiscilla ha nei discorsi le s e il suono gi cambiati con le z, le r cambiate con le v e il suono ch cambiato con k. Questo perché ho cercato di dargli un accento tedesco;


2) Ōryūgo (応竜護) nasce da go (護), che vuol dire guardiano, e dall'Ōryū, che rappresenta il drago giallo della mitologia cinese, simbolo della terra e del cambio di stagione. Ho scelto l'Ōryū come simbolo del protagonista perchè l'inizio ricorda l'aura pronunciata in inglese (che si legge oura), e quindi, sotto questa luce, può essere anche tradotto come "Drago guardiano dell'aura", o "guardiano dragone dell'aura". Rukio è un'abbreviazione di Rukario, pronuncia giapponese di Lucario;

 

- Legenda:

 

Elemental laser: laser degli elementi.
Ōryūgo (応竜護) : guardiano del drago giallo.
Ishisoku (石息): respiro di pietra.
Midorima (緑間) :  spazio verde, Green space.
Fujito (藤戸): Porta Fucsia, Wisteria Door.

 

- FAQ:

 

 - Curiosità: 

 

Yamachi Yamiscilla ( 山地 闇 シッラ) è uno scienziato pokémon: il cognome Yamachi è utilizzato in giappone, ma l'ho usato perchè ya mi ricorda yami di oscurità e hachi che vuol dire otto (è un pokémon piovra, quindi l'otto mi è sembrato un ottimo riferimento). Yamiscilla deriva sempre da yami, mentre -scilla è riferito a Scilla, uno dei due mostri narrati nell'Odissea di Ulisse;

 

 

Capitolo 2: la lucertola e il rospo

Spoiler

- Tsè... che seccatura... Come è possibile che sia così in ritardo?

 

Centosettantesimo anno del Drago, ore 9.30. In mezzo ad una radura sconosciuta, a cavallo tra i Picchi Torreggianti e la Grotta Agevole, due figure sconosciute erano immerse in un verde spento, spazientendosi a causa di un effettivo ritardo di un terzo membro.

 

- Dannazione... Dove diavolo è finito?

 

- Che vuoi che ne sappia io? - disse la seconda figura, - Lo sai com'è... Forse avrà qualche Kriketot nella testa. Non è la prima volta che succede. Aspettiamo ancora un po'.

 

(Ost peacefull street)

 

Il compagno si grattò la testa, annoiato dall'eccessiva quiete che stava passando.

 

- Abbiamo aspettato abbastanza... - disse, - aveva detto di trovarsi qua per il nuovo allenamento. Ma...

Alzò lo sguardo al cielo, con il viso di chi veramente non ce la faceva più.

 

- Ci sta veramente mettendo taaaaanto... per una semplice distrazione.

 

Mentre sorseggiava tè da una tazza di ceramica decorata con stemmi a fiore, il secondo pokémon si innervosì, sputando con veemenza la dolce bevanda.

 

- PFFFFFFFFFFFFFFF! P-p-parbleu! Allenamento!?! E' per questo che siamo qua?! Me ne ero completamente dimenticato!!

Non tutti gli esploratori del mondo Pokémon avevano una personalità consona e formata dal punto di vista dell'esperienza. Come un cavallo scuro, questi individui avevano dei comportamenti imprevedibili, che ben si allontanavano dall'affidabilità che dovrebbe avere un membro della Società Esplorativa.

 

Se ti dicessi adesso che, questi due pokémon, erano i compagni fidati del nostro protagonista Rukio, e quindi i nuovi membri del Team Skyriders, probabilmente non mi crederesti mai.

 

La lucertola verde con le foglie attaccate alle braccia si chiamava Kenji *: era un Grovyle praticante della Scherma Kodamon (*), l'arte del taglio e della spada, che eseguiva usando le foglie attaccate ai bracci, che occasionalmente impiegava anche per quegli sballi che tanto fanno arrabbiare i genitori.

 

Si scherza in realtà, ma invero aveva delle buone conoscenze nell'ambito dell'erboristeria, soprattutto nelle erbe rinvigorenti ed energizzanti.

 

- Seriamente, froggy? - disse il Legnogeco, - per quale altro motivo dovremmo essere qua?

 

- E-esplorare... un nuovo dungeon? - Rispose quello, distogliendo lo sguardo.

 

- Non attacca fare il finto tonto con me.

 

- Uff... Come vuoi...

 

La seconda figura prese dalla sua teiera di porcellana dell'altro liquido verdastro, versandoselo nella tazza.

 

- Parli tanto con quella bocca larga che ti ritrovi, ma sei sempre distratto... Non sapevo conoscessi Amnesia... Davvero: uno Slowpoke potrebbe esserne invidioso.

 

- Rilassati... Mon Dieu... Dovresti limitarti alle tue foglie, come oggetti taglienti. Nessuno si lamenterà se sono così disattento, no?

 

Nel mentre rispondeva al suo compagno, l'eccentrico sconosciuto rimise il suo set da té nella Borsa dell'Esploratore, l'accessorio dei team utilizzato per gli strumenti.

 

- Non mi sembra... che io ti dica qualcosa riguardo alla tua coltivazione di Baccakebia, o del fatto che debba sopportare le tue sinfonie notturne.

 

- Cosa?

 

- Non non non non... se ti conoscessi, troverei davvero difficile sopportarti. Sia lodato il nostro capitano!

 

Si mise le mani in preghiera, simulando una voce femminile.

 

- Quale buon anima ha il nostro capitano per sopportare tale babbuino senza cervello... tale bellimbusto senza classe... tale plebeo senza bon ton... tale-

 

Non fece in tempo a finire la frase che Kenji gli era già balzato addosso, puntando il suo Fendifoglia quasi a sfiorargli il collo. Il pokémon Legnogeco fu abbastanza egoista da questo punto di vista, se consideriamo il fatto che aveva iniziato lui la provocazione.

 

- Punto primo: tappati quella boccaccia se non vuoi diventare fertilizzante per le Baccakebia che odi così tanto.

Il suo compagno si paralizzò sul colpo.

 

- EGH!

 

- Secondo: rimandiamo i giochi a più tardi, e concentriamoci sul trovare Rukio. Non è da lui venire meno alle promesse.

 

- L-L-L-LEVAMI DI DOSSO LA TUA FOGLIA!

 

Chiamala sfortuna o fortuna, l'unica cosa che era riuscita a terrorizzare seriamente fino a quel momento Shinso * era proprio l'indole aggressiva del suo carissimo compagno...

 

Non si presentava come un grande avventuriero: parlava a sproposito, non gli piaceva sporcarsi le mani e non voleva combattere. Se fosse stato per lui, sarebbe stato tutto il giorno steso su un telo da picnic, sorseggiando tè e sgranocchiando muffin alla Baccacrela, i suoi preferiti, godendosi la brezza tra le fronde degli alberi.

 

Era dunque il classico tipo tutto fumo e niente arrosto, devoto alla tranquillità e all'ozio più che al combattimento. Ma nonostante ciò, possedeva delle buone qualità: aveva conoscenze base mediche ed era in grado di usare il Meihari (*), uno strumento creato con la propria energia vitale che veniva utilizzato per cucire le ferite. Aveva un buon senso dell'orientamento ed era bravo con traduzioni di lingue antiche. In entrambe non era in un livello eccelso, ma era abbastanza per potersi guadagnare da vivere come esploratore. 

 

Se non fosse stato per questo, però, molto probabilmente sarebbe riconosciuto solo per essere un gran chiacchierone. Se pensi che l'emicrania sia una cosa fastidiosa, vuol dire che non avevi ancora conosciuto lui.

 

- JE'SUS-CHRIST! A-Ammetto di aver esagerato con il mio discorsetto... ma caspita! Dammi il tempo di reagire, no?! - Disse puntando il dito molliccio verso il Grovyle, - se vogliamo collaborare come il capitano vorrebbe, dovresti smetterla di puntarmi le tue foglie addosso!

 

- E' l'unica cosa che mi trattiene dal picchiarti sul serio... froggy viscido, - disse lo spadaccino, incamminandosi verso una destinazione non definita.

 

Un sorriso malizioso comparve sul volto della ranocchia. Vide in quel piccolo sprazzo di tensione la possibilità per un ultimo tentativo.

 

- Mon dieu... - esordì, spavaldo, - Siamo una squadra e battibecchiamo manco fossimo Seviper e Zangoose! Davvero: la tua Baccakebia serve a qualcosa o hai intenzione di coltivare qualcosa di serio? Io propongo della Baccamilla. Ti farebbe tanto bene, sai?

 

La Baccakebia è un frutto che, se tenuta durante un attacco di tipo Veleno, ne riduce l'efficacia.

 

La Baccamilla, invece, se consumata, induce pesante sonnolenza. Essiccata può essere utilizzata nell'acqua calda per fare una camomilla dall'aroma dolce, i cui effetti non sono immediati come da fresca. E' la bacca preferita di Shinso, di cui non può farne a meno.

 

In risposta alla provocazione velata del suo compagno, il Legnogeco si girò di nuovo verso di lui, incupendo lo sguardo, come un leone in procinto di balzare addosso alla sua preda.

 

- Non ho capito... Questo è un tentativo di fare pace... o un altro modo per prendermi per il c**o?

 

- Cracracra! Indovina...

 

Non ci fu bisogno di ulteriori mezzi termini. I due si picchiarono a vicenda, tirando le foglie di uno e mordendo le braccia dell'altro. Più che un combattimento Pokémon, sembrava una zuffa tra gatti in calore che si stavano contendendo le grazie della micetta adocchiata. Per i non pratici: si definisce tale situazione come "imbarazzante".

 

Ti chiedo perdono in anticipo, mio caro lettore, per il fatto che ti tocchi leggere questo disdicevole spettacolo, ma purtroppo non sempre il narratore ha il pieno controllo dei personaggi e non sempre si evolvono come avrebbe programmato. Avevo provato più volte, quando avevo scritto questa storia, a reprimere questa loro natura litigiosa, ma ogni volta sembrava che fossero fatti per discutere ed azzuffarsi.

 

Alla fine sono arrivato ad accettare questo fatto: nemmeno un genitore riesce sempre a controllare il proprio figlio, soprattutto quando le emozioni prendono il sopravvento. Nonostante questi atteggiamenti infantili, però, i due erano in grado di sostenersi l'uno con l'altro, e volente o nolente nessuno dei due avrebbe potuto fare a meno del suo compagno: questo te lo posso dare, come sorta di garanzia.

 

Dopo qualche minuto di lotta senza criterio, il Grovyle e il Frogadier si staccarono l'uno dall'altro.

 

- Che seccatura... - disse il Legnogeco, - per quanto divertenti non mi soddisfano affatto queste zuffe...

 

- Sei tu che l'hai proposto, Mon Dieu! Anf anf... Te l'avevo detto che era una pessima idea!

Le vene della testa dello spadaccino si inarcarono furenti.

 

- COSA?! MA SE SEI TU CHE HAI COMINCIATO!

 

- EXCUSE MOI?! SEI TU CHE HAI COMINCIATO, DRAGO MANCATO! IO HO SOLO CONTINUATO!

 

- AH?!?!?!

 

Secondo queste premesse, di lì a poco sarebbe dovuta scoppiare un'altra rissa dal nulla, passando però alle maniere forti per riuscire a soddisfarsi l'un altro. Ciò non accadde, fortunatamente da un lato, ma sfortunatamente dall'altro.

 

- (Presto... p-presto! Devo trovare qualcuno!) anf... anf....

 

Una signorina dall'aspetto da roditore stava correndo a perdifiato per tutto il bosco, in una evidente ricerca di aiuto. Nel momento in cui arrivò vicino ai due, questi stavano per riprendersi a pugni. Noncurante della situazione, Pikachu fece appello a tutte le sue forze per richiamare la loro attenzione.

 

- E-EHIIII! VOI DUE! EHIII!!!

 

- CHE VUOI TU?!

 

Ella era talmente in ansia e affaticata che fece fatica a parlare.

 

- VI PREGO, AIUTATEM-MI!! VI PREG-GO! VENITE CON ME! E' SUCCESSA... UNA COSA ORRIBILE! AIUTATEMI VI PR-REGO!

 

Nonostante la richiesta di soccorso, i due non avevano intenzione di chiudere la faccenda in quel modo, talmente forte era la loro indole alle scazzottate.

 

- Uff. È passata in un brutto momento... Proprio ora che mi stavo divertendo... Puoi aspettare un po'?

 

- Non avevo ancora iniziato a fare sul serio e pretendi di divertirti? Mon dieu...

 

- V-vi scongiuro....

 

Il Frogadier guardò con sguardo inquieto il suo compagno Grovyle, sapendo che questi non avrebbe accettato di chiudere l'incontro con una semplice interruzione.

 

- Ehi Kenji... credo...

 

Sebbene a malincuore, il Legnogeco lasciò il petto della Schiumorana, conscio della priorità che spettava ai due eventi. Per riuscire a calmarsi e riuscire a svolgere il compito a mente lucida, fece un lungo respiro profondo, prima di rispondere alla topina elettrica.

 

- Tch... come volete. Facci strada, Pikachu: ci penseremo noi. E spero per te che sia importante...

 

Seguendo l'invito del Grovyle, non si dilungò in spiegazioni: iniziò a correre verso la direzione da cui era venuta, senza preoccuparsi di essere seguita. Per fortuna, Kenji e Shinso non facevano parte della categoria dei pokemon lenti, e riuscirono a tenere il passo con il topo elettrico.

 

- Anf...Anf...Anf... Parbleu! Ma perché la gente deve correre così? Non poteva andare più piano, ora che ha trovato soccorso? - disse sottovoce al proprio compagno.

 

- Zitto e cammina... Maledetto Froggy...

 

I pokémon arrivarono fino ad una tenuta in mezzo ad una prateria nel mezzo del tragitto tra Borgo Quieto e Brusilia. Ciò che li aspettava, era qualcosa di inusuale persino per loro. Un team di avventurieri di solito riceve richieste come salvare altri pokemon, trovare oggetti o tesori... Qualche volta anche arrestare quei "cattivoni" che fanno tanto paura. Questo, invece, usciva dai ranghi della normalità.

 

- P-P-PARBLEU! 

 

- M-ma che diavolo...

 

(Ost mystery of fossils)

 

Quello che si ritrovarono davanti poteva essere paragonato a ciò che rimane dopo che uno tsunami era andato a sbattere contro una spiaggia con violenza. La tenuta era completamente distrutta, il recinto che la circondava completamente bruciato, il prato raso in vari punti del suolo.

 

La cosa più preoccupante e strana era l'innumerevole quantità di pozzanghere violacee sparse per il prato, le quali emettevano un odore nauseabondo. Sicuramente, se i tre pokémon avessero annusato a lungo la puzza emanata, sarebbero svenuti sul colpo.

 

- Blurp! Mi sto sentendo male... Jesus...

 

- Ma... quando è successo tutto questo?

 

- N-non lo so con precisione... Mi ero alzata normalmente come tutte le mattine. Oggi dovevamo fare la lezione all'aperto sulle mappe... Quella che vedete è la tenuta di legno che utilizziamo per queste occasioni... Volevo farli disegnare davanti ad un paesaggio da cui potessero prendere ispirazione... Alle otto siamo arrivati qui con tutto il materiale che ci serviva, e stavo facendo a loro una presentazione con gli aspetti più importanti... Come potete vedere ci sono matite, fogli e pergamene sparse ovunque...

 

Infatti, alcuni appunti erano rimasti tra le pozzanghere, altri invece erano completamente distrutti. Non sembravano rovinati da un eventuale combattimento, ma piuttosto sembrava che chiunque fosse passato di là si fosse divertito a strappare e bruciare i fogli sparsi, pergamene comprese.

 

- E... poi?

 

- Ad un certo punto, Sewaddle si è sentito male  ed è svenuto a terra. I ragazzi si sono spaventati, mentre io ho provato a rianimarlo con un Tuonoshock. Ma... prima di poterlo fare... ho perso i sensi anche io! E... Sniff... q-quando m-mi s-sono svegliata... ERANO SPARTITI!!!! E-ERANO SPARITI TUTTIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!

 

La preoccupazione per i suoi studenti e la rabbia per non aver potuto fare niente per evitare tutto questo erano ciò che sporcava l'animo della povera Pikachu in quel momento. Esplose in un pianto disperato, sotto gli occhi del team Skyriders.

Le lacrime non davano cenno di fermarsi: il misto di emozioni che provava la stava tormentando visceralmente, come un Cubone rimasto orfano della propria madre. I due compagni non sapevano dove guardare, combattuti tra la tristezza per la povera maestra e la rabbia per un'azione tanto vile e disonesta quanto priva di senso.

 

Nell'aria si sentiva ancora aleggiare la Tossina usata per mettere fuori combattimento Pikachu  e i piccoli pokémon, la qual mossa era talmente nauseabonda che distrasse Shinso e Kenji dalle emozioni del momento. Il Frogadier si mise ad osservare le pozzanghere: erano viola marcio, e fumavano per l'azione corrosiva sul prato. Forse era stata quello stesso potente veleno a bruciare il recinto di protezione tutt'intorno.

 

- Probabilmente è stato un pokémon sempre a contatto con la spazzatura, - commentò la Schiumorana, - non è una Tossina qualunque... È molto potente: ne sento ancora l'odore sebbene sia passato tanto tempo. Mondieu... È da quando siamo arrivati qui che mi sto sentendo male...

 

Dal momento in cui avevano messo piede in quel luogo, i due non avevano tolto la mano dal proprio naso, talmente forte era la puzza della pericolosa melma.

 

- Già... mi sto sentendo male anche io. Chiunque sia stato non si è trattenuto...

 

- Parbleu... Abbiamo una bella gatta da pelare qua. Ma... non sarà un problema! - Continuò, rivolgendosi alla maestra, - sei stata fortunata ad aver incontrato noi! Ti aiuteremo! Giusto Kenji?

 

Il Grovyle fece un sorriso beffardo, la sua reazione comune di fronte ad una nuova sfida.

 

- Ovviamente. Dovresti conoscermi... Non c'è neanche bisogno di dirlo.

 

- Allora è deciso!

 

Sempre rivolgendosi alla maestra, il Frogadier si voltò verso di lei completamente, cercando con il suo sguardo allegro e spensierato di rassicurare la povera insegnante.

 

- Demoiselle Pikachu: non sa niente che potrebbe aiutarci a trovare i colpevoli? Tipo qualcosa di insolito o un'idea di chi potrebbe aver fatto questo?

 

Pikachu cercò di rispondere bene, nonostante il pianto la limitasse.

 

- P-purtroppo... no... mi dispiace... non sono nemmeno in grado di potervi dare una mano... S-sono un fallimento come insegnante...

 

Era più forte di lei: la tristezza e la preoccupazione, misto al suo senso del dovere, stavano ledendo con ferocia lo spirito della piccola roditrice.

 

- N-nel momento del bisogno, non sono stata in grado di salvarli... non sono n-nemmeno s-s-tata in g-grado... d-di...

 

- STAI ZITTA!

 

Kenji non riuscì più a sopportare le lamentele della maestra. Se c'era una cosa che lo faceva arrabbiare, era quando altri pokémon piangevano più del dovuto, lasciandosi corrodere dalla disperazione invece di affrontare il problema.

 

L'urlo di richiamo fu talmente forte da spaventare la piccola pokémon e zittirla all'istante. Shinso era contrario a questa maniera maleducata del Grovyle di risolvere le situazioni, rompendola con prepotenza e aggressività.

 

Tuttavia, riconoscendo il valore delle sue intenzioni, lasciò che il suo compagno si occupasse di raddrizzare il debole spirito di quella.

 

- PER QUANTO ANCORA HAI INTENZIONE DI FRIGNARE? PENSI CHE PIANGERE AIUTERA' I TUOI ALUNNI A TROVARE LA STRADA DI CASA?! EH?! RIPRENDITI!

 

La Pikachu, a fatica, cercò di trattenere le lacrime il più possibile. La strigliata l'aveva scossa dal profondo dell'animo e, per la paura di fare innervosire più del dovuto quell'enorme lucertola verde, si chiuse la bocca come se fosse cucita, cercando di non far uscire il benché minimo suono. Il Legnogeco era arrabbiato, ma al tempo stesso i suoi occhi non erano taglienti: più che volerla attaccare, sembrava ben altro il suo intento.

 

- Mon Dieu... Sei un gran maleducato... lo sai? - commentò Shinso, avvicinandosi alla piccola maestra - era proprio necessario urlare in quel modo davanti ad una signorina? Potevi dirlo in un altro modo...

 

La ranocchia si abbassò verso di lei, poggiandole la mano sulla spalla destra.

 

- Quello che intendeva il mio... acceso compagno... è che, in questo momento, piangere non la aiuterà a ritrovare i suoi cuccioli. Una maestra... dovrebbe essere un punto di riferimento verso i suoi studenti. No? Se è in grado di insegnare la bellezza dell'acqua che scorre o del volo leggiadro di un Butterfree che ha poco da vivere mostrando le sue sincere emozioni... non deve essere strano per lei insegnare la paura se è spaventata.

 

Era il completo opposto della ruggente tigre che l'aveva addentata, e ancora più opposto di quello che quel pokémon dalla pelle viscida sembrava solitamente. Una voce calda e profonda, ma innocente e leggera al tempo stesso; delle parole serie, ma dolci come il miele. Entrambe le versioni risuonarono insieme, in unico monito che aveva l'intento di darle forza. "Andrà tutto bene": questo i due esploratori stavano cercando di comunicare alla Pikachu.

 

- E' quello che ho detto, ranocchia di m***da.

 

- Non tutti sono in grado di comprendere i tuoi modi, sai? - Disse, rialzandosi, - Dovresti essere meno diretto e soprattutto più comprensivo.

 

Si girò di nuovo verso la signorina, con un sorriso solare.

 

- Perdoni il mio compagno. Ha un cuore gentile quando vuole, ma è molto grezzo! Non ha nulla di cui preoccuparsi! Parola mia: ritroveremo i piccoli e li riporteremo a casa. Ok? Glielo promettiamo.

 

- Non hai bisogno di piangere inutilmente, - riprese l'ammonitore, - devi essere forte per i tuoi studenti. Alzati e continua ad andare avanti. Al resto...

 

Iniziò a camminare. Non c'era tempo da perdere.

 

- Ci pensiamo noi. Andiamo, - disse rivolgendosi al compagno, - Il capitano può aspettare.

 

- Trés Bien! Molto meglio, - disse il Frogadier, mettendosi le mani dietro la testa e seguendolo.

 

La forza del Legnogeco e la gentilezza della Schiumorana risuonarono nella sua anima come una goccia d'acqua al centro di un lago: rimase immobilizzata a bocca aperta, talmente tanta era la confusione del tramutarsi della paura in rispetto. Non poteva rimanere con le mani in mano: non dopo la risolutezza di due esploratori che avevano già deciso di darle una mano con tutto loro stessi. Capì che era inutile continuare a piangere.

 

- S-sniff... V-va bene... - disse asciugandosi le lacrime, - M-mi fido di voi... G-grazie mille. S-se posso darvi una mano...

 

Kenji si rivolse a lei facendole notare il miglioramento, come un padre che dopo la sgridata al figlio voleva complimentarsi con lui per aver corretto i propri errori.

 

- Già va meglio, - disse sorridendo, - Se ci vuoi dare una mano... potresti spargere la voce a Borgo Quieto. Lo so che sarà difficile per i genitori, ma forse ci potrebbero dare una mano e dare qualche indizio. Fai del tuo meglio.

 

- Ok! - Rispose quella, - contate su di me!

 

- Tienici al corrente! - Disse il Frogadier, - Noi intanto torniamo in base a preparare il tutto per la missione!

 

Il Grovyle non comprese per quale motivo dovessero tornare in base a Brusilia, in un primo momento.

 

- Missione?

 

- Excuse moi? Seriamente? Che altro dovrebbe essere? - Disse quello, spalancando le braccia al cielo, - Si tratta di rapimento: credi davvero che siano nascosti nei dintorni?

 

- Ehi ehi... sei tu quello che dice cose senza senso...

 

Kenji afferrò uno dei fogli inzuppati di melma, tenendolo per il lato pulito.

 

- Se troviamo degli indizi qua intorno non credo dovremmo  cercare a lungo... Come fai a dire che tutto ciò richiede l'esplorazione di un dungeon?

 

La Schiumorana si mise una mano sulla testa, in risposta all'ingenuità del suo compagno.

 

- Mon dieu... usa il cervello una volta ogni tanto! Hanno rapito degli innocenti piccoli pokémon utilizzando potenti tossine; hanno scompigliato tutta la classe, come se fosse divertente spaventare chi avrebbe trovato questo cumulo di macerie; hanno lasciato qua Pikachu: hanno risparmiato un testimone che, nonostante molto parzialmente, ha un'idea di quello che  è successo qui! È chiaro che, chiunque gli abbia rapiti, voleva che qualcuno li trovasse e ci avrà lasciato,  quindi, sicuramente un indizio per trovarli. Penso che dobbiamo dare per scontato di trovare qualcosa, e prepararci il resto. Senza contare che non sappiamo dove gli abbiano portati... E se ci tendessero un imboscata ipoteticamente? Non possiamo iniziare senza i dovuti preparativi. Non sei d'accordo?

 

Attorno al Legnogeco si formarono degli uccelletti gialli disegnati a scarabocchio, sinonimo della confusione più totale nei confronti del lungo monologo.

 

- Mi sono... perso. Per me parli troppo...

 

- Mon dieu... Ancora non capisco perché ti porto appresso...

 

- Veramente... sei tu che mi stai appiccicato.

 

- EXCUSE MOI??!

 

- Lascia perdere... Andiamo a fare i preparativi. Anzi.

 

Kenji cambiò idea all'ultimo. È un tipo a cui non piace parlare tanto, ma non esattamente uno stupido.

 

- Io rimarrò con Pikachu. Se siamo in due a cercare indizi faremo prima. Se noi del GIP non siamo in grado di cercare indizi...

Shinso tirò un sospiro di sollievo.

 

- Qualcosa di intelligente l'hai detto alla fine... Va bene. Allora rimani qui. Entro un'ora dovrei riuscire ad arrivare a Borgo Quieto con tutto il materiale. Non ti preoccupare: li riporteremo qui! puoi contare su di noi! - Disse infine rivolgendosi anche a Pikachu.

- Andiamo, donna. Iniziamo da qui velocemente e poi chiederemo al villaggio.

 

Centosettantesimo anno del drago, ore 9.45.

 

- G-grazie! A-andiamo!

 

I tre pokémon si separarono, scolpendo il primo cardine di quello che sarebbe stato l'inizio delle Cronache dell'Oricalco.

 

*********NOTE DELL'AUTORE*********

- Explaining:
1) I Kodama sono degli spiriti dei boschi nel folkore giapponese identificati come l'eco in una foresta. Si dice che, se viene tagliato un albero  abitato da un Kodama, l'artefice verrà maledetto per il resto della sua vita. Nella storia, i Pokémon si identificano tra di loro come Kodamon, ovvero come i guardiani della foresta e, per analogia, della natura. Ho trovato necessario la creazione di questo termine per via della natura della parola Pokémon, che è l'abbreviazione di Pocket Monster, ovvero mostro tascabili. Questo termine ha senso nel mondo dove pokémon e umani coesistono, ma non in un mondo di soli pokémon.

- Legenda:

Kenji (剣兒): Figlio della Spada, Sword Child.
Kodamon: Abbrieviazione di Kodama Monster.
Shinso (心操): Manipola-cuori, Heart-Manipulator.
Meihari (命針):  ago della vita.

- FAQ:

 

- Curiosità:

 

Il nome di Shinso non è stato deciso in ispirazione ad Hitoshi Shinso di Boku no Hero accademia all'inizio, ma da un cambiamento di Shichō, che vuol dire "maestro". Sicchè il personaggio è ispirato ad un pokémon che combatte come un ninja, ho pensato che fosse un nome carino. Tuttavia, dopo che il personaggio sopracitato è venuto alla luce, ho deciso di tenergli quel significato di Manipola-Cuori, perché si addice di più alle fattezze del personaggio, di cui non aggiungo altro per evitare spoiler non necessari.

 

 

Capitolo 3: rapimento

Spoiler

Centosettantesimo anno del drago, 11.00 di mattina. Luogo: base GIK (*) a Brusilia, la capitale della Terra dell'acqua. Il nostro Frogadier stava facendo incetta degli strumenti necessari per la missione di soccorso degli studenti della scuola pokémon di Borgo Quieto. 

 

Solitamente Shinso veniva incaricato di organizzare gli strumenti per la missione e, durante l'esplorazione, di tenere con sé la Borsa dell'Esploratore, uno zaino a cilindro che poteva contenere più di 40 strumenti.

 

- (Allora... Revitalseme... Uhm... No. Potrebbero essere KO già da un bel po' di tempo... Vitalerba... Sì. Direi che va bene. Baccacedro, Lumisfera... Non devo dimenticare le Baccaprugna! Tra bruciature e tossine, penso proprio che siamo contro tipi fuoco e veleno... Mon dieu... possibile che i rapitori debbano essere dei tipi così problematici?) 

 

Tra un pensiero e un altro, Il pokémon Schiumorana preparó la borsa, dando priorità a strumenti di soccorso piuttosto che strumenti offensivi. Per non tralasciare niente, preparó 6 Vitalerba, 6 Baccacedro, 6 Baccaprugna e 6 Evadisfera per gli studenti da soccorrere. Per un eventuale esplorazione, preparò 4 Mela, 2 Pietrisfera, 4 Ramoguida, 4 Tergisfera, 4 Teleramo, 4 Appellosfera, 1 Revitalsfera e 72 Punta d'Oro, per un totale di 48 strumenti. 

 

- Cracracra... (Rukio non si offenderà se mi porto dietro le Punta d'Oro... un vero peccato che non sia qui... )

 

Shinso aveva un debole per gli oggetti luccicanti, allo stesso modo di una gazza ladra. Era solito portarsi dietro qualche oggetto prezioso come buon auspicio per la missione da svolgere, non tanto perché volesse usarlo. Al capitano non piaceva questo suo vizio, tanto è vero che se, prima di partire, trovava uno di quei oggetti, si infuriava veramente tanto. Ma  visto che Rukio non era presente in quel momento, entro in vigore il detto "occhio non vede, cuore non duole".

 

- Cosa stai facendo?

 

- CRA!

 

Nella stanza del team Skyriders una figura famigliare fece capolino dalla porta d'ingresso. Era un pokémon arancione dalla forma simile a quella di una nostra mangusta, dalla coda biforcuta e con un collare la cui forma ricordava quella di un salvagente. Si trattava di Suigetsu Buizel (*): l'esploratore del GIK esperto nelle missioni subacquee.

 

- M-m-mon Dieu! Nessuno le ha insegnato a bussare?! Mi ha fatto prendere un colpo! 

 

- La porta era aperta e ho sentito una risata sinistra... Mi sono preoccupato!

 

- ERA LA MIA NORMALISSIMA RISATA! - Disse la Schiumorana, facendo cadere una delle Punta d'Oro sul pavimento. 

 

- Quella è una Punta d'Oro? Dovresti stare attento! Questi non sono giocattoli... - disse la Maridonnola raccogliendola.

 

- Excuse moi? Mi crede irresponsabile?

 

Reduce della cattiva fama di "vigliacco" della ranocchia, la risposta fu abbastanza scontata per Buizel.

 

- B-beh... 

 

Alla reazione imbarazzata del suo senpai, il ninja acquatico scoppiò dal nulla in un pianto forzato.

 

- CRAAAAAA!!! MA COSA HO FATTO DI MALEEEE!!!!

 

- (Eccolo che piange di nuovo... Sembra non sappia fare altro...) 

 

Si avvicinò a lui, dandogli delle pacche sulla spalla per tranquillizzarlo. 

 

- Dai dai... Non è il momento di piangere per questo. Se continuerai così, la missione non andrà a buon termine.

Al suono di quella parola famigliare, Shinso bloccò la recita immediatamente per concentrarsi sul dubbio termine appena sentito. 

 

- Aspetta un attimo. Missione?

 

- N-non è per quello che stai preparando la borsa?!

 

Accadde tutto in un flash. Le lacrime di Pikachu, gli studenti scomparsi, gli obiettivi che si era prefissato: lui stava preparando gli oggetti per andare a salvare quei poveri ragazzi, e stava perdendo tempo con un inutile rimprovero.

 

- CRAAAAA! ME NE STAVO DIMENTICANDO! MERDE' MERDE' MERDE' 

 

- EHI!

 

Dopo quella frase, Shinso uscì correndo dalla sua stanza per dirigersi a Borgo Quieto, con uno sprint tale da annullare la definizione di pigrizia dello scorso capitolo, investendo nel frattempo Buizel che venne spiaccicato al suolo.

 

- C-c-che male...

 

Nella corsa incrociò anche Dedenne, e la sua velocità la fece roteare su sé stessa per cinque volte. Quando si riprese, urló contro il Frogadier. 

 

- NON SI CORRE NEI CORRIDOI! SHINSOOOOOOO! *

 

- EXCUSE MOI! SONO DI FRETTA! 

 

Con quella stessa velocità uscì dall'entrata della sede del GIK, spaventando tutti i pokémon lì intorno per l'improvvisa apparizione della Schiumorana. 

 

- PERMESSOOOOO!! 

 

Con un fare ranesco, Shinso fece un salto di cinque metri per evitare la carriola di un Crustle, che stava portando con sé souvenir della Caverna delle Sorgenti, tra cui Coccio Blu e conchiglie di Shellder derivate da muta. 

 

- EH?!?! 

 

- SCUSAMI! 

 

Tornato a terra di nuovo, riprese la corsa, uscendo come un missile dal villaggio di Brusilia tra lo stupore generale. 

 

- Meowth-Meowth... E' sempre così maldestro quel marmocchio... 

 

- HOOOT-BLOOD! QUESTÀ È LA GIOVENTÚ! VAI COSÌ RAGAZZO! *

 

Dopo essere uscito dal villaggio si diresse verso Borgo Quieto, attraversando di corsa il bosco che divideva i due villaggi. Per raggiungere Brusilia normalmente era necessario passare dai Picchi Torreggianti e dalla Grotta Agevole, entrambi Dungeon molto lunghi. Fortunatamente, negli ultimi due anni, era stato costruito un sentiero di collegamento che permetteva senza troppi problemi di raggiungere il piccolo villaggio, lo stesso percorso che avevano usato i pokémon della scuola per raggiungere la baita nella foresta assieme a Pikachu. 

 

Shinso imboccò questo nuovo sentiero. Sembrava che tutta la lamentela del primo capitolo fosse stata buttata nel dimenticatoio.

 

- (S-se solo mi fossi sbrigato prima! Jesus christ! Quanto odio la fretta!) 

 

- Friufriulà, friufriulà... 

 

Di fronte ad un bivio, tra l'adrenalina del momento e la velocità della sua corsa, non vide arrivare alla sua destra un pokémon che stava tranquillamente passeggiando. 

 

- friufriulà, friufriulà...

 

MERDÈ! ATTENZIONEEEEEEE!

 

- Uh?

 

Il povero sventurato non fece in tempo a schivare il proiettile anfibio. 

 

- AAAAAAAAAAAAAAAAAA! 

 

La Schiumorana prese frontalmente il pokémon errante, spiaccicandosi su di esso come una mosca investita da una macchina a centotrenta all'ora. L'investito si fece male, ma non quanto l'esploratore che, a causa della sua gracile costituzione, subì un dolore paragonabile ad un Martelpugno ben assestato. 

 

Dopo l'urto i due caddero all'indietro, facendo cadere il cestino di legno intrecciato che il pokémon Scaltro stava portando con sé.

 

- P-p-parbleu che male... 

 

- Ahiahiai... 

 

- M-mi perdoni monsieur... Andavo di fretta e... Non sono riuscito a veder- OH! 

 

Shinso si accorse di aver fatto cadere le Baccacedro che quello stava trasportando con sé. Si sentì immediatamente dispiaciuto per l'accaduto.

 

- OH MON DIEU! Sono mortificato! Rimedio subito! - disse chinandosi a raccogliere.

 

- N-non c'é biso- 

 

Recuperò in fretta le bacche cadute a terra e le rimise nel cestino di legno. 

 

- La mia cordialità mi implicherebbe anche di lavargliele... ma vado di fretta e non me lo posso permettere. Mi spiace essere cos- 

 

Quando il Frogadier si rialzò da terra per porgere il cestino al pokémon, si accorse di conoscerlo molto bene. 

 

- M-M-MONSIEUR NUZLEAF! CHE PIACERE VEDERLA! SONO DOPPIAMENTE DISPIACIUTO! 

 

Il pokémon in cui si era imbattuto non era altro che Nuzleaf, uno degli abitanti di Borgo Quieto.

 

- N-non è un problema, davvero! Non mi è successo niente, dopotutto... 

 

Non era una persona qualunque: egli era stato il primo ad aver incontrato Rukio dopo il suo risveglio da pokémon, colui che gli aveva dato una casa dove stare durante la sua permanenza a Borgo Quieto.

 

Il capitano raccontava spesso della sua gentilezza nei confronti degli altri, e di quanto, in momenti difficili, era sempre stato lì a dargli le giuste parole per dargli speranza in mondo dove era da solo e senza memoria. Pur dopo aver scoperto le sue vere intenzioni e del piano che la Materia Oscura gli aveva impartito, si era conservato quelle parole saldamente nel suo cuore, reputandole come le fondamenta di una vera amicizia. 

 

Ogni volta che raccontava del suo periodo a Borgo Quieto, c'era sempre qualche aneddoto su Nuzleaf.

 

- M-mi dispiace...  - disse la Schiumorana, - sono fortunato che non gli ho schiacciato le Baccacedro... Vengono dal suo orto vero? 

 

- Già! Quest'anno sta dando raccolti meravigliosi, - disse quello, mentre Shinso gli porgeva il cestino, - pensa che ne ho avuto un altro tre giorni fa! Per un po' voi della Società Esplorativa non avrete problemi per i rifornimenti! Ahah! 

 

- Mi fa piacere che sia così produttivo! Sa, glielo dico in confidenza: le sue Baccacedro sono davvero squisite! Parbleu! Da quando ho provato le sue, sembra che quelle selvagge dei Dungeon non abbiano sapore!

 

Si avvicinò a lui, come per bisbigliargli nell'orecchio, coprendo con la mano la sua bocca, per evitare di essere sentito da non si sa quale spia invisibile.

 

- Non che mi debba lamentare del gusto: lo so che mi servono per recuperare le forze... Però...

 

Si mise a schiena diritta, fiero delle successive parole che avrebbe pronunciato.

 

- Un Monsieur del mio calibro deve saper riconoscere il buono dal cattivo! In ogni caso! 

 

Una strana aura dorata uscì dal suo corpo, emanando da tutti pori parole come "stramboide" e "pagliaccio". Nonostante questo, abituato com'era al capo della gilda di Brusilia, al Nuzleaf non fece né caldo né freddo quell'atteggiamento eccentrico.

 

- Eheh! Sempre risoluto come sempre... ma... Che mi dici di Rukio? E di Kenji? Che ci fai qui da solo? 

 

- Del capitano non ne ho idea... - rispose, - E' da stamattina che manca... 

 

Uno sbuffo di rassegnazione uscì dalle labbra del pokémon Scaltro.

 

- Sigh... Sempre il solito... - disse con un tono rassegnato, - quel ragazzo ha sempre la testa fra le nuvole... Scommetto che si è allontanato da Brusilia per sedersi tra le radici di qualche albero e pensare, o a leggere... E' sempre stato così: pensa ai problemi quando si rilassa, e quando li deve affrontare, sembra che non esistano! A volte mi chiedo come possa essere il miglior membro del GIK, davvero... 

 

- Non è il solo che si pone questa domanda... - rispose Shinso, trovandosi vicino a lui in quella affermazione.

 

- E Kenji invece? 

 

- Kenji non è con me perché è rimasto con Pikachu: hanno rapito i bambini di Borgo Quieto, e sta cercando con lei degli indizi. Io sono tornato a Brusilia per recuperare il materiale necessario per la missione, e adesso mi stavo dirigendo al villaggio per riunirmi con il mio compagno. 

 

- Ah... 

 

Ci fu qualche secondo di silenzio tra i due. Il pokémon Scaltro dovette un attimo fermarsi e rielaborare la notizia appena ricevuta, mentre il pokémon Schiumorana doveva tornare con i piedi per terra e ricordarsi delle priorità di quel momento, che non era sicuramente una bella chiacchierata amichevole.

 

- CRAAAAAAAAAA! LA MISSIONE! 

 

- HANNO RAPITO I BAMBINI!?!?!?!?

 

- DEVO SCAPPARE! FINIAMO LA CHIACCHIERATA DOPO! 

 

Il ninja acquatico schizzò via come un leopardo, lasciando dietro il povero contadino.

 

- ASPETTA! VENGO CON TE! 

 

*******************************

 

Centosettantesimo anno del Drago, ore 12.00.

 

- Anf...anf... H-ho bisogno... Di acqua... 

 

- M-mi associo.   

 

I due pokémon erano arrivati a Borgo Quieto, correndo come inseguendo un borseggiatore. Nel correre Nuzleaf non fece caso alle Baccacedro che perse, dovendosi concentrare più sul non perdere il passo del Frogadier, la cui velocità avrebbe potuto competere con un Joltleon. La corsa durò una ventina di minuti, abbastanza per sfinire i due centometristi improvvisati.

 

- S-sei diventato molto più veloce d-da quando ti conosco, eh? - Disse il pokémon Scaltro, con le gambe piegate in avanti e le mani sulle ginocchia.

 

- Anf...Anf... Un anno e sei m-mesi non è esattamente quello che intendo con "ci conosciamo da tanto tempo"... Infatti, q-questa è la mia velocità standard... ma... anf... anf... 

 

Shinso riprese fiato per qualche secondo, prima di continuare il discorso. 

 

- N-non è una cosa con cui faccio dimostrazioni pratiche ogni volta, sai?! 

 

- Posso immaginare... anf... il motivo.

 

I due risparmiarono poi la parola per riprendere fiato del tutto. Quando recuperarono la lucidità, si resero conto di essere gli unici pokémon di tutto il villaggio. 

 

- Ma... dove sono tutti? - disse Nuzleaf. 

 

- Anf... E' strano... 

 

- Ancora devi riprendere fiato? 

 

- C'E' QUALCHE PROBLEMA, EH?! 

 

- EHI! NUZLEAF! 

 

Un pokémon del villaggio venne incontro ai due corridori. Aveva sentito le urla del Frogadier dall'entrata del Caffè Giramondo di Kangaskhan, da cui proveniva un mormorio sinistro. 

 

- Hawlucha! Dove sono finiti tutti? (*)

 

- HOOOOOOT-BLOOOOD! VIENI CON ME! NON E' IMPORTANTE QUELLO! 

 

Hawlucha afferrò Nuzleaf dalla foglia sulla testa e lo trascinò fino al Caffè Giramondo correndo. Shinso rimase perplesso da quella scena. 

 

- (Ma... non fa veramente male?) 

 

Prima che potesse pensare ad altro, quello tornò indietro con ancora il pokémon Scaltro afferrato dalla sua mano destra. 

 

- TU SEI CON LUI? 

 

- E... quindi? 

 

Trascinò con se anche lui, afferrandolo per la guancia gommosa.

 

- CRAAAA!!! LA MIA PELLEEEEE! 

 

Presi alla sprovvista dal pokémon Lottalibera, i due finirono dentro il Caffè Giramondo, uno dei tanti appartenenti ad una catena che forniva ristoro e alloggio ai viaggiatori di vari continenti. Un luogo sociale dove era possibile chiacchierare, mangiare e bere in compagnia senza pregiudizi, in un clima di serenità e allegria. Quel giorno, tuttavia, la locanda traboccava di tutto fuorché la solita allegria.

 

- L-la mia povera guancia... - disse il Frogadier quasi piangendo, - Mon dieu... ci ho messo tanto per renderla liscia come la seta... QUESTA ME LA PAGHI, HAW-  

 

Fermò l'esclamazione a mezz'aria. Il putiferio che stava avvenendo nella locanda era tale da sovrastare l'urlo della Schiumorana. I pokémon di tutto il villaggio erano riuniti lì, con aria preoccupata e spaventata per via dei bambini scomparsi.

Goodra stava cercando di mantenere la calma tra i pokémon, soprattutto tra i genitori dei piccoli.

 

- Signori, vi prego! Dovete assolutamente calmarvi! - Esclamò il pokémon Drago.

 

Tuttavia neanche la presenza del drago buontempone avrebbe potuto fare la differenza, di fronte alla scomparsa dei propri pargoletti.

 

- Seriamente! Perché non è così facile come con i Kecleon? Vorrei tirare un Dragopulsar a tutti quanti... 

 

- Non puoi biasimarli, Goodra-kun. I loro ragazzi sono stati rapiti. In questo momento, sono una folla in preda al panico: più gli dirai di stare calmi, più si innervosiranno. Lasciali sfogare. L'importante è che non facciano qualcosa di avventato e che rimangano qui...

 

Così gli consigliò Kanghaskan, il pokémon Genitore. E' difficile non riconoscere questo tipo di pokémon dal lineaggio unicamente femminile, anche perché sono le uniche dotate di un marsupio dove crescono la loro piccolina fino all'età adulta, portando la definizione di mamme protettive su un altro livello. 

 

Nei Cinque Continenti, i Kanghaskan detenevano l'intera catena del "Caffè Giramondo", dove si distinguono da generazioni per il loro servizio disponibile e amichevole. Il loro motto era "i miei clienti sono come i miei figli".

 

- Non hai tutti i torti... - disse Goodra, - non oso pensare se a qualcuno venisse la bella idea di andare a cercare i responsabili da solo. 

 

Assieme a loro c'erano Kenji e Pikachu, già lì da molto tempo.

 

- S-sono molto dispiaciuta... - disse la maestra.

 

- Scusarti non farà riavere indietro i loro ragazzi, - precisò il Legnogeco, - credevo di avertelo già detto... 

 

- E' una fortuna che voi del team Skyriders siete ancora nei dintorni, - continuò il sindaco, - so che lì al GIK Ci sono un sacco di Kodamon validi, ma voi, per esperienza personale, siete una garanzia! Il mio villaggio non potrebbe essere in mani migliori!

Al Grovyle non faceva né caldo né freddo quel commento: per lui, infatti, tutto ciò che non era in una battaglia pokémon era priva di valore. Uno spadaccino in tutto e per tutto, insomma. 

 

- Sarà... 

 

- Parbleu! Che accidenti succede qua? 

 

- E' evidente che la notizia si è sparsa... - disse il pokémon Scaltro. 

 

- Lo sapevi già, Nuzleaf? - Disse Hawlucha.

 

- Me l'aveva detto il Frogadier che tu hai trascinato insieme a me. E' il suo team che si sta occupando del caso... 

 

- L-lui? Non mi sembra molto affidabile... - disse al pokémon Scaltro sottovoce.

 

- EXCUSE MOI? NON PARLARE COME SE NON CI FOSSI! 

 

Dopo quell'urlo, Kenji riuscì a intravvedere la figura del suo compagno di avventure tra quella folla. Girò lo sguardo verso di lui, con fare indispettito. 

 

- (Tsè... Sempre a farsi riconoscere... quel froggy * non cambierà mai...) EHI! SHINSO! 

 

- Uhm? Chi mi chiama? 

 

- QUANTO HAI ANCORA INTENZIONE DI FARMI ASPETTARE? TI VUOI MUOVERE? FROGGY PIGRO CHE NON SEI ALTRO! 

 

- NON CHIAMARMI FROGGY, DRAGO MANCATO! 

 

Drago Mancato era l'insulto che Shinso usa molto spesso contro Kenji. I gruppi uova di Grovyle sono mostro e drago, ma non sono di tipo Drago. Questo, secondo Shinso, era l'insulto.

 

- ARRIVO! Permesso messieurs, permesso! Devo passare! Permesso! 

 

Nuzleaf e Shinso si fecero spazio tra la folla per raggiungere il compagno dietro il bancone di Kanghaskan. 

 

- Monsieur  Goodra! Quale onore! 

 

- E' un piacere rivederti Shinso... - disse il pokémon Drago, - sono contento che voi del team Skyriders siate tornati dopo tanto tempo... 

 

Hawlucha non poté fare a meno di mostrare stupore nei confronti del Frogadier. 

 

- TU FAI PARTE DEL TEAM SKYRIDERS?!?!? CHE E' STA BAGGIANATA?!?! 

 

- DAMMI ANCORA DEL TU CON QUEL FARE STIZZITO CHE TI SCARTAVETRO LA FACCIA! - Rispose la ranocchia.

 

- E' sempre stato così irritabile? - chiese Nuzleaf a Kenji.

 

- Di solito è peggio...

 

Dopo quella affermazione, la lucertola verde richiamò il compagno per passare alle materie più importanti e delicate. 

 

- Per quanto adori i tuoi scatti d'ira, abbiamo del lavoro da fare. Gradirei che ascoltassi quello che abbiamo scoperto. 

Dopo quella frase, Shinso ritornò serio. Calmò i suoi scatti d'ira, e si preparò mentalmente a tutto quello che il suo partner aveva da dirgli. 

 

- Ok, dimmi tutto. 

 

- E' stata una gran seccatura, ma abbiamo controllato attentamente ogni angolo della baita. Purtroppo non abbiamo trovato indizi che ci possano aiutare ad individuarli, ma sappiamo con che pokémon abbiamo a che fare. Guarda qui. 

 

Kenji mostrò un ricalco a Shinso. Su di esso, c'era un'orma con due sole unghie che formavano una v. 

 

- Questa era in prossimità del campo bruciato. Ho fatto controllare questa orma a Kanghaskan, che vede molti pokémon ogni giorno. Secondo lei, questa è l'orma di un Magmar. 

 

- Su certe cose non posso sbagliarmi, - commentò la pokémon Genitore, - è abbastanza facile riconoscere quella forma. 

 

- Non possiamo escludere la presenza di altri pokémon da questo, - continuò il Grovyle, - tuttavia. Un solo pokémon non è in grado di prendere un'intera classe e portarsela via. 

 

La Schiumorana roteo gli occhi, annoiato dalla risposta inutile.

 

- Che era una cosa che già ci immaginavamo... Non è tanto amico mio, sai? 

 

- E' di vitale importanza? Non mi importa chi ci troveremo davanti, ma è sempre meglio di niente no? Comunque... Non viene da me la buona notizia. 

 

- C'è una buona notizia? 

 

Pikachu prese la parola. 

 

- Dopo aver setacciato la baita, siamo v-venuti qua ad avvisare tutti d-del fatto... 

 

- Non deve essere stato facile per lei, mademoiselle Pikachu... 

 

- Nemmeno per me, - disse il Legnogeco, - è stata... una seccatura. Non è uscito altro che rabbia e pianto. Ho le orecchie che ancora rimbombano. Adesso sono più calmi, fortunatamente...

 

- Non la definirei proprio calma... - disse il compagno, volgendo lo sguardo verso gli abitanti di Borgo Quieto. La maestra si fece forza e continuò a parlare.

 

- Q-quando sono venuta qua... Kanghaskan mi ha fatto vedere una cosa. P-puoi mostrarla, p-per favore?

 

- Certamente, - rispose quella, - guardate qui. 

 

Kanghaskan mostrò al gruppo un messaggio su pergamena. Le parole erano scritte in un alfabeto antico: c'era una parte di testo e sotto, separato da una linea rossa, un elenco di nomi.

 

- Ho trovato questa pergamena davanti alla porta del mio locale. Sopra c'è un testo con uno strano alfabeto, mentre sotto ci sono i nomi dei nostri piccoli nella nostra lingua. E' colpa di questa lettera che tutti sono preoccupati: sappiamo da Pikachu che gli hanno rapiti, ma non sappiamo né cosa vogliano né che intenzioni abbiano... Queste scritte non siamo in grado di decifrarle. Nonostante conosca ogni giorno gente diversa, non ho idea di che linguaggio sia... 

 

- Mi dia un attimo. 

 

Shinso prese dalle mani di Kanghaskan la pergamena. 

 

- Uhm... Ora capisco. E' semplice fortunatamente, non impiegherò giorni a decifrarla. 

 

- Sai leggerla? 

 

- Oui, madame. E non mi stupisce il fatto che lei non lo conosca: è Alfabeto Unown, una lingua arcana. Questa lingua è nata nel periodo mediano dalla creazione dell'universo, e ha ricevuto diverse sfumature nel corso dei secoli. Oggi usiamo scritture più semplici, e questa lingua è andata persa. E' un peccato se volete il mio parere, perché è davvero divertente da usare quando si vuole scrivere qualcosa di creativo!

 

- Ancora non l'hai tradotta? Zitto e leggi! - disse il compagno, infastidito dalla non necessaria eloquenza della Schiumorana.

 

- COME FACCIO A LEGGERE SE MI DICI DI STARE ZITTO?!  MA SEI DEFICIENTE?!

 

- (E pensare che Rukio-Senpai deve ogni giorno avere a che fare con questi due... poveraccio), - pensò Goodra.

 

- Leggo a voce alta, così in mezzo a questo casino sono sicuro che mi sentiate...  Allora: "A TUTTI GLI ABITANTI DEL VILLAGGIO DI BORGO QUIETO!"

 

Quando Shinso pronunciò quelle parole tutta la locanda si zittì, talmente fu squillante la sua voce. Il vedere che il Frogadier teneva in mano la pergamena li mise sull'attenti: forse avrebbero potuto scoprire qualcosa sui rapitori o del luogo in cui si trovavano i piccoli. 

 

- "I VOSTRI MOCCIOSI SOTTOELENCATI SONO IN MANO MIA, DEL TEAM RYOKUSHIN ROKUJO (*)! SONO SUL MONTE DELLE RIVELAZIONI, DOPO IL TREDICESIMO PIANO! LE MIE RICHIESTE SONO SEMPLICI: VOGLIAMO CHE IL TEAM SKYRIDERS VENGA A TROVARCI SULLA CIMA E SOLO I 3 MEMBRI PIU' IMPORTANTI! PORTATENE UNO IN PIU', O UNO IN MENO... E CHISSÀ... MAGARI POTREBBE ACCADERE QUALCOSA DI BRUTTO AI NOSTRI OSPITI! AFFRETTATEVI TEAM SKYRIDERS, VI ASPETTO! BRWAHAHAH!" 

 

Così stabiliva la lettera. Shinso e Kenji si guardarono negli occhi, perplessi. Non sapevano come reagire a quell'invito, né del perché un team di pokémon sarebbe arrivato a tanto pur di incontrare il team Skyriders. 

 

- (S-spero vivamente stia scherzando...) - pensò la ranocchia, - (e quanto devi essere megalomane per scrivere la tua risata su una lettera?)

 

- (Hanno rapito dei bambini per... questo? Seriamente?) - pensò il Grovyle.

 

Dopo la fine della lettura, era rimasto solo il silenzio come macerie della guerra sonora di prima, nella locanda di Kanghaskan. Il gruppo di pokémon intorno ai due era confuso quanto loro, mentre gli abitanti di Borgo Quieto avevano bisogno di qualche secondo per realizzare la notizia.

 

- Ehi. Che hanno? - chiese il Legnogeco.

 

- N-non credo tu voglia davvero scoprirlo... 

 

Quando realizzarono il contenuto della lettera, la locanda sfociò di nuovo nel caos. 

 

- MONTAGNA DELLE RIVELAZIONI? 

 

- ANDIAMO A PRENDERLI! 

 

- NO FERMO! POTREBBERO FARE DEL MALE AI PICCOLI! NON HAI ASCOLTATO?!

 

- HO ASCOLTATO MA... 

 

- BUAAAAAAA! LA MIA CLEFAIRY È DAVVERO IN MANO A DEI CRIMINALI! LA MIA BAMBINA! 

 

- SIETE VOI IL TEAM SKYRIDERS VERO? 

 

- VI PREGO SALVATELI! 

 

I paesani iniziarono ad accalcarsi al bancone di Kanghaskan ferocemente, senza alcun ritegno o controllo. La disperazione e il senso paterno nei confronti dei loro piccoli torturò la loro mente come una zuffa di pugni: tanti colpi potenti a ripetizione, dove ogni difesa era vana. 

 

Questa disperazione si riflesse negli occhi di Shinso, che, più che la preoccupazione per i piccoli, aveva la preoccupazione di non uscire piú vivo dalla locanda.

 

- CRAAAAAAA! QUI CI LASCIO LE PENNE! 

 

- Tsk... Forse era meglio se la leggevi a voce bassa, - commentò lo spadaccino.

 

- Concordo, - disse Goodra. 

 

Nuzleaf e pikachu erano spaventatissimi. Quando gli abitanti avevano iniziato ad accalcarsi al bancone, si erano involontariamente abbracciati l'un l'altro, tremando come delle foglie. Kanghaskan, invece, non reagì spaventata, ma bensì in tutt'altro modo. Era già abbastanza arrabbiata per il casino provocato che ha dovuto subire tutto il giorno: non avrebbe sopportato un'altra scarica di follia parentale. Quell'accalcamento non fu altro che la goccia che fece traboccare il vaso.

 

- EH NO! 

 

Kanghaskan prese la situazione in mano, mostrando a tutti a tutti quanti chi fosse la proprietaria del Cafè Giramondo. 

 

- CAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAALMI. 

 

Il grido fu talmente potente  da far tremare le pareti del bar come un Magnitudo a forza sette, zittendo i presenti per qualche secondo. Dopo essersi accertata della completa attenzione di tutti i suoi ospiti, la pokémon Genitore iniziò il suo discorso.

 

- Basta così! Vi siete sfogati abbastanza! E' giusto esprimere le proprie paure ed è capibile preoccuparsi per i propri figli... Ma quando è troppo è troppo! 

 

Si interruppe un attimo prendendo respiro, addolcendo il suo tono di voce.

 

- Non siamo sempre noi genitori a dire ai nostri figli di non avere paura? Di mantenere la calma anche nelle situazioni più difficili? Come possono fare i nostri figli ad affrontare in futuro la vita se siamo noi i primi ad averne paura? Semplice: non potranno. 

 

- S-sì.. ma...

 

- Non c'è alcuna ragione di preoccuparsi, - continuò sorridendo, - questi due giovanotti sono stati riconosciuti dal nostro Rukio-kun, che abbiamo cresciuto con affetto come se fosse stato nostro figlio.  Il nostro eroe, il membro del Gruppo Investigativo Kodamon più in gamba tra gli esploratori e forse del mondo intero! Se gli ha riconosciuti degni di far parte del suo team d'esplorazione, vuol dire che possiamo contare su di loro! 

 

Dopo questa frase, Kanghaskan si rivolse ai due Skyriders. 

 

- Lascio la parola a voi. 

 

Kenji e Shinso si guardarono negli occhi. Lo sguardo della ranocchia era intimidito, ma volenteroso, mentre quello della lucertola era serio e deciso: l'espressione di chi sapeva quale era la cosa giusta da fare e senza ombra di esitazione. 

Il Frogadier fece un cenno con la testa al compagno, come segno di approvazione. Prendendo l'iniziativa, il Grovyle salì sul bancone per farsi vedere da tutti gli abitanti del villaggio, che nel frattempo lo stavano puntando con sguardo supplichevole.

 

- Sarò onesto. Questi discorsi per me sono una gran seccatura. Mi piace dire le cose giuste e parlare poco, ma sono sicuro che vogliate subito una risposta. Prima dirò le cose più importanti: non ci seguite. Hanno detto che vogliono solo il team Skyriders all'appello, dunque non prendete iniziative che possano mettere nei guai noi e i vostri figli. Detto questo, dirò come la penso io su questa faccenda. 

 

Abbracciando per qualche secondo il silenzio, chiuse gli occhi e si mise a riflettere, tenendo i genitori impauriti col fiato sospeso. Dopo quindici secondi, riprese a parlare. 

 

- So di non essere molto popolare, che sembro tutto fuorché un soccorritore. Anzi: sono abbastanza convinto che le poche volte che sono venuto qui, abbia dato più fastidio che fiducia. Ma... vi chiedo di fidarmi delle mie parole. A me, diversamente da voi, piace combattere: l'idea di poter sfidare ogni singolo pokémon in questo universo e diventare più forte da quelle battaglie mi fa ribollire il sangue. "Cosa centra questo con il soccorso?", voi direte.... Io credo nei combattimenti leali, nei combattimenti alla pari dove i due individui vogliono uno scontro al massimo delle loro forze, e rispettano l'avversario. Coloro che si proclamano forti, ma se la prendono solo con i più deboli, non meritano tale titolo. L'arroganza che trasmettono mi fa salire il vomito, e mi disgusta. Questo "team" ha rapito dei pokémon innocenti per usarli per i propri scopi, e questo... 

Alzò il braccio destro, illuminando di aura verde la foglia su di essa.

 

- ...mi fa incazzare!

 

Dopo queste parole, Kenji creò un Fendifoglia dal braccio destro e lo conficcò nel bancone. 

 

- GIURO SUI MIEI FENDIFOGLIA E SULLA MIA VITA CHE AVRANNO LA LEZIONE CHE SI MERITANO! E RIPORTERO' QUI I VOSTRI FIGLI! FOSSE L'ULTIMA COSA CHE FACCIO! 

 

 

Gli abitanti del villaggio, fino a quel momento, erano rimasti in silenzio, preoccupati e intimiditi. Ci fu qualche secondo di silenzio, dopo che Kenji finì il discorso. L'aria era rimasta tesa, ma c'era qualcosa di diverso. Era cambiato qualcosa nei cuori degli abitanti di Borgo Quieto. Era come se quell'urlo così deciso avesse spazzato ogni briciolo di paura rimasta nel fondo dei cuori di tutti i pokémon presenti al Cafè Giramondo. Dopo quel discorso, i pokémon acclamarono Kenji con urla di gioia. 

 

- SIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII! 

 

- HURRA' PER IL TEAM SKYRIDERS! 

 

- FATEGLI VEDERE CHI SIETE! 

 

La mamma di Cleafairy scoppiò in lacrime.

 

- G-grazie... V-vi prego... portate in salvo la mia piccola! 

 

Kenji rivolse uno sguardo compassionevole nei confronti della madre spaventata. Conoscendo il personaggio, è raro che rivolga certi sguardi. 

 

- Certamente. Non si preoccupi. 

 

Dopo quelle parole, tornò dietro al bancone con gli altri quattro pokémon. 

 

- Oui oui... Non male. Il capitano sarebbe contento di sapere che sei in grado di fare discorsi del genere.

 

- Eheh... Qualcuno deve pur sostituirlo quando manca, no? 

 

- Ok. Ora ti riconosco... 

 

- Beh, se non fossi un froggy pauroso, anche tu potre- 

 

- STORDIPUGNO! 

 

Kenji non riuscì a finire in tempo la frase. Kanghaskan assestò uno Stordipugno dritto in faccia al pokémon Legnogeco, atterrandolo al pavimento. Goodra, Hawlucha e Nuzleaf diventarono sgomenti di  fronte a quella azione, mentre Shinso cacciò un urlo di spavento. 

 

- CRAAAAAA! KENJI! 

 

Non fu abbastanza forte da mandarlo K. O,  ma fu doloroso al punto giusto. Si rialzó lentamente, guardando verso Kanghaskan.

 

- C-che male... 

 

- PICCOLO MOCCIOSO VERDE! ERA NECESSARIO BUCARE IL MIO BANCONE CON IL TUO FENDIFOGLIA??? 

 

- Perché ti stai scaldando tanto? È solo un vecchio bancone di legno! 

 

Kanghaskan era tutta una furia. La sua aura emanava talmente tanta rabbia che la sua figura sembrava ardere di un fuoco dirompente. Il viso era furioso: non si riuscivano a vedere le pupille, la faccia era corrucciata nervosamente e stava digrignando i denti. 

 

Ci teneva molto ai suoi mobili e alle decorazioni che aveva usato per allestire la locanda, dai tappeti rosso gentile ai mobili di legno color miele. Una gran dolcezza nell'ambiente. Dolcezza che non era proprio consona a quel momento.

 

- (E' proprio arrabbiata... Che seccatura...) 

 

- SIGNORA KANGHASKAN, SI CONTENGA! - disse Goodra, - NON CREDO CHE PICCHIARE I NOSTRI SOCCORRITORI SIA UNA BUONA STRATEGIA! PENSI AI PICCOLI!

 

Il pokémon Genitore si calmò un po', ma non abbastanza da sbollentare completamente. Smise di digrignare i denti, ma lo sguardo rimase iracondo.

 

- SARÀ MEGLIO CHE LI RIPORTATE QUI... O NON TI FARÒ PIÚ ENTRARE IN NESSUN CAFFÈ GIRAMONDO! STANNE CERTO!

 

- Sperando di tornarci interi... Mon Dieu... Perchè proprio il Monte delle Rivelazioni? Non potevano scegliere il Valico dell'Esordio? 

 

- A tale proposito, - disse Nuzleaf rivolgendosi ai due esploratori, - come avete intenzione di ovviare al problema di Rukio? Hanno chiesto i tre membri piú importanti, e se non portate... 

 

Nuzleaf si fermò, preso da una indecifrabile angoscia. I due compagni stavano guardando Nuzleaf con sguardo teso, fisso su di lui. 

 

- C-che avete da guardare? 

 

- Se non ricordo male, - disse il Frogadier, - dopo il disastro della Materia Oscura, il GIK ha mandato una richiesta alla sede di notizia Pelliper di non divulgare, nelle informazioni del caso, il tipo di pokémon del capitano. Quindi... 

 

- Solo gli abitanti di Brusilia e di Borgo Quieto conoscono la vera identità del capitano. - concluse il Grovyle. 

 

Dopo quella frase, tornarono a guardare il pokémon Scaltro con sguardo sinistro. Non ci volle molto per questo per capire dove volessero andare a parare. 

- Volete... che mi finga Rukio, vero? 

 

- Già. - dissero all'unisono.

 

Una goccia d'imbarazzo cadde dietro alla nuca del pokémon Scaltro, stupito della facilità di tale affermazione. 

 

- Uh... E sulla base di cosa dovrebbe essere una buona idea? Cosa credete che faranno una volta che si accorgeranno di ciò?

 

Shinso scosse la testa in forma di dissenso, e decise di spiegare allo sventurato Nuzleaf del perché, invece, era l'unica cosa da fare. 

 

- Mon dieu Mon dieu... Cosa credi faranno se andiamo solo noi due? Il risultato non cambia! Almeno con un alleato in più dovremmo farcela! Sei abbastanza forte da reggere un Dungeon, e non possiamo chiedere a Goodra perché è il Capo Villaggio e deve stare qua! 

 

- Ah. Ecco perché non me lo avete chiesto. - fece il pokémon Drago

 

- Non sappiamo chi abbiamo di fronte. Non possiamo rischiare di mettere in pericolo il Capo Villaggio di Borgo Quieto. 

 

- Io invece sono sacrificabile dunque? 

 

- Certo. Dopo tutto: Goodra non si é fatto controllare da un entità con istinti distruttivi.

 

Kenji, con questo commento, fece riferimento a quel nefasto incidente avvenuto due anni fa, quando Nuzleaf si era mostrato nel Monte delle Rivelazioni come il burattino della Materia Oscura, assieme ai Beheeyem e al dio della distruzione, Yveltal. Aveva ingannato Rukio per cercare di guidarlo verso i suoi scopi malvagi, e per un certo verso ci era pure riuscito. 

Nuzleaf non poté reggere quel colpo. Si avvilì a tal punto da quasi sprofondare nel pavimento, manifestando un'aura oscura intorno alla sua testa. 

 

- PARBLEU KENJI! CHE TI SALTA IN MENTE? 

 

- Mi stava ricordando te. Avrebbe continuato fino al tramonto, e non abbiamo tempo da perdere. Dobbiamo fare un Dungeon di tredici piani e salvare dei Kodamon, senza contare che forse combatteremo contro i rapitori. Non abbiamo tutto il giorno per discutere. Nuzleaf. 

 

Si rivolse al pokémon Scaltro. 

 

- Non intendevo dire quello che ho detto. Ora alzati e vieni con noi. 

 

- Hai uno strano modo per incoraggiare le persone...

 

L'ex mentore di Rukio era rimasto un po' scosso da quell'affermazione, ma capendo la situazione, decise di unirsi al team d'esplorazione senza se e senza ma. Si rialzò da terra, pulendosi le ginocchia. Rimase a testa bassa, ma dalla sua bocca uscì una semplice parola che descrisse perfettamente il suo stato in quel momento. 

 

- Scusatemi... 

 

- Uff... non servono le scuse... - disse guardandolo con aria severa, ma rassegnata.

 

- Mon dieu... Dovresti essere tu a scusarti... 

 

- Vogliamo ancora discutere o vogliamo andare? C'è l'hai il distintivo? 

 

- Parbleu! Per chi mi hai preso? Eccolo! 

 

Dalla tasca esterna della borsa, Shinso estrasse una medaglia color oro, che brillava nel suo palmo. Aveva una forma esagonale, su le quali punte avevano delle biglie dello stesso materiale e, sotto la base esagonale, c'erano due ali angeliche con tre terminazioni. 

 

Quello era il distintivo del GIK, una sorta di certificato che attestava al possessore l'appartenenza alla società d'esplorazione di Brusilia, e il titolo di Esploratore Pokemon. Era lo strumento essenziale per un team d'esplorazione: permetteva di mandare richieste d'aiuto, riceverne, registrare altri pokémon nel team e anche trasportare per un tratto breve dei pokémon.

 In particolare, nei dungeon, veniva utilizzato per far tornare nuovi alleati nella sede o mandare direttamente pokémon canaglia nella prigione di Magnezone, dove veniva deciso luogo di detenzione e pena.

 

- Ottimo. Visto che Rukio non c'è, sarò io il capitano della missione. Nuzleaf: metti la tua mano sul distintivo. 

 

Nuzleaf eseguì l'ordine di kenji e pose la mano sul distintivo. Il dispositivo all'interno lesse le sue impronte e le registrò nel database del reclutamento. 

 

- BZZZZ. REGISTRAZIONE COMPLETATA. CONNESSIONE AL GEOGLOBO COMPLETATA. BENVENUTO NEL TEAM SKYRIDERS, NUZLEAF! 

 

- Ora sei ufficialmente un membro del team Skyriders. Possiamo sincronizzarti con le sfere e, in caso di problemi, potrai diventare leader e chiamare i rinforzi. Con questo non abbiamo bisogno di altri preparativi. 

 

Nuzleaf guardò il distintivo con sguardo deciso. Era nel team del suo protetto, e avrebbe svolto una missione di soccorso. L'idea lo spaventava un po', ma al tempo stesso era sollevato: più volte si era scusato per quello che era successo con la Materia Oscura, ma questa era la prima vera volta che ricevette l'occasione per riscattare la sua persona. Rialzò lo sguardo verso Kenji e fece un cenno con la testa, pronto a partire per la missione. 

 

- Contiamo su di voi, - disse Goodra. 

 

- Oui oui, monsieur! Con noi non ha nulla di cui preoccuparsi! Non avranno neanche un graffio! 

 

- Tse... Quello non lo possiamo garantire... 

 

- PARBLEU! NON HAI PROPRIO IDEA DI COSA SIA L'INCORAGGIAMENTO TU!

 

- No, ma so guardare in faccia alla realtà. Dare false speranze non è una cosa bella.  Andiamo. Basta discussioni inutili. 

 

Shinso girò la testa verso destra e mise il broncio. Conosceva Kenji da tanto tempo, più di Rukio, ma non aveva mai sopportato questa sua natura realista. Ogni volta che c'era da incoraggiare, era il primo che trovava un buco nell'acqua, che in certi discorsi risultava anche un ago nel pagliaio. 

 

Di solito avrebbe litigato e sarebbero venuti alle mani, ma l'assenza del capo aveva messo una sorta di "responsabilità in più" ai due compagni. E dunque, in quel momento, trovandosi d'accordo con il compagno, decise di assecondarlo e di procedere verso la missione senza ulteriori discussioni.

 

- Per sta volta chiudiamo qua. Ricordati che non do seconde possibilità. 

 

- Finalmente... 

 

- Io sono pronto, - disse Nuzleaf. 

 

- B-buona f-fortuna ragazzi! 

 

Kenji fece un sorrisetto arrogante nei confronti di Pikachu.

 

- Non ti preoccupare. Ne avranno bisogno di più i rapitori... 

 

Dopo questa discussione, i tre uscirono dalla locanda, facendosi spazio tra gli abitanti. Essi li guardavano con occhi di ammirazione e di speranza, riponendo fiducia in ognuno di loro. Fino all'uscita del villaggio, i pokémon li seguirono facendo acclamazioni e tifo, ai quali Kenji rispose senza voltarsi, alzando al cielo un pollice in su. 

 

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*********NOTE DELL'AUTORE*********

-Explaining:


-legenda:
Suigetsu (水月): Luna d'acqua
Ryokushin(力神): dio della forza
GIK: Sigla per Gruppo Investigativo Kodamon.

-FAQ: (Vuoto Atm)

-curiosità:

Shinso, nonostante la continua stupidità che dimostra, è molto colto, e la sua curiosità lo spinge verso il sapere;

Kenji, nonostante la mania di punzecchiare chiunque lo garbi, è un combattente onorevole. Non mostra rispetto solo nei confronti di chi non lo merita.

Gli Hawlucha, in questa storia, si occupano di far ricordare le mosse dimenticate e, a modico prezzo, di insegnarne nuove. Inoltre, tramite la Medaglia Hawlucha, può far cambiare l'abilità di un pokèmon con al sua secondaria. Ad esempio, un Magneton con Vigore può cambiarne l'abilità in Magnetismo. Ricordo inoltre che ci sono più Hawlucha: non è un personaggio psicologicamente a sé stante.

Ryokushin Rokujo (力神 六ジョ) Ryokushin vuol dire letteralmente dio della forza, mentre Rokujo è una traslitterazione di rokuju (六十), che vuol dire sessanta.

 

 

Capitolo 4: il monte dei peccati

Spoiler

Centosettantesimo anno del Drago, ore 14.20. Il team Skyriders, dopo aver lasciato il piccolo paese, si erano diretti verso il Monte delle Rivelazioni senza perdere tempo, procedendo per una camminata alternata a corsa, approfittando delle scorciatoie fornite dall'esploratore Archen.

 

Questo dungeon, come avevi già sentito da Kenji, era composto da tredici piani, costruiti in tempi antichi come un santuario per pregare le divinità dello spirito, Mesprit, Uxie, e Azelf.

 

In cima era presente la Fonte della Purificazione, dalla quale sgorgava un'acqua detta Acqua di Luce che permetteva di purificare lo spirito e guarire dalle malattie, oltre che liberare dalla Pietrificazione. Col tempo, la fonte è andata a diminuire e dunque, per le sue importanti proprietà in grado di salvare una vita nei casi più pericolosi, era stata sigillata da Arceus, in modo tale da essere presente durante le situazioni difficili.

 

Col tempo, i pokémon si sono dimenticati della sua esistenza, eccezion fatta per gli abitanti di Borgo Quieto, ed avevano continuato, fino a quel fatidico giorno di due anni fa, a proteggerla dai malintenzionati.

 

Consapevole del peccato commesso quel giorno, sebbene involontariamente, Nuzleaf non poté fare a meno di sentirsi a disagio di fronte all'entrata del monte. Shinso notò la sua insicurezza, e decise di aiutarlo a superare quel momento.

 

- Cosa succede Nuzleaf? Tutto bene?

 

- N-no, non è niente...

 

- Lei è tale e quale al nostro capitano, monsieur. È un pessimo bugiardo...

 

Nuzleaf rimase in silenzio per un po', lasciando soddisfare il suo risentimento per quel posto con il pentimento. Ma fece scivolare quel momento senza ulteriori pensieri, conscio del fatto che un minuto in più ad indugiare era un minuto in meno per salvare i piccoli rapiti.

 

- Io... Non sono completamente a mio agio in questo posto, per motivi che voi dovreste sapere bene. O almeno... dovreste aver sentito sul mio conto. Ma hai ragione: non è questo il momento di pensarci. Andiamo avanti: dobbiamo salvare i piccoli!

Kenji sorrise all'affermazione di Nuzleaf.

 

- Eheh... Sembra che qualcuno si stia immedesimando molto nell'esploratore. Non vorrei avere poi concorrenza...

 

- Come se davvero ti importasse delle esplorazioni... - commentò Shinso.

 

- Ehi ehi... Non sarà la mia priorità, ma non lo trovo nemmeno noioso...

 

Si avventurarono all'interno del Monte delle Rivelazioni. Di solito, in un dungeon misterioso, i pokémon esterni venivano attaccati dai pokémon selvatici, perché questa era normalmente quella che si chiamava "difesa del territorio". Non tutti erano d'accordo con la civilizzazione, perché, secondo loro, ciò toglieva una gran parte della componente di "libertà" che per loro era molto importante, forse anche di più della legge e del buon senso.

 

Era normale che nei dungeon ci fosse aria di ostilità, ed era altrettanto normale trovarsi in situazioni in cui bisognava combattere tra simili per sopravvivenza. Fortunatamente, la resistenza dei pokémon era diversa da quella degli umani, e ciò gli permetteva di combattere a lungo e quotidianamente, riprendendosi anche abbastanza in fretta dalle ferite inferte. Tuttavia, in quel dungeon, il team Skyriders affrontò molto tranquillamente l'esplorazione. Troppo, a parere di Kenji.

 

- Tsk... Ma guarda un po'... non me lo ricordavo così noioso questo dungeon...

 

- Mon dieu... E' un qualcosa in meno di cui ci dobbiamo preoccupare. Dovresti essere contento! Lo sai che non siamo qui per combattere, vero?

 

- Un bel riscaldamento non mi sarebbe dispiaciuto... Anche se i Kodamon dei dungeon siano un po' troppo... inesperti, per i miei gusti.

 

- F-forse... I rapitori gli hanno messo in fuga? - dise Nuzleaf.

 

- Yawn... Chi lo sa... - rispose il Grovyle sbadigliando.

 

Il primo piano filò liscio come l'olio, così come il secondo e il terzo. Al quarto piano, un gruppo di Mightyena sbarrò la strada al team. Ringhiavano ferocemente contro di loro, e sembravano in procinto di lottare. Shinso si nascose dietro a Kenji, con faccia spaventata.

 

- CRAAAA! QUELLI MI MANGERANNO VIVO!

 

- Tsk... Non so se picchiare prima loro o te.

 

- A-avete qualcosa come una Sonnosfera o una Pietrisfera? - Chiese a bassa voce Nuzleaf.

 

- GIUSTO!

 

Il Frogadier si apprestò a tirare fuori dalla borsa una delle due Pietrisfere, ma il Grovyle lo bloccò all'istante.

 

- Aspetta.

 

Egli avanzò verso il gruppo di Mightyena. Questi iniziarono a ringhiare più forte, per fargli intendere la pericolosità dei loro intenti. Tuttavia, nonostante questo, continuò ad avanzare come se nulla fosse, non curante dei loro avvertimenti.

 

- NON TI AVVICINARE STRANIERO! O TI FAREMO A PEZZI!

 

Kenji fece un sorriso amaro. Più che guardarli con sfida, li stava guardando con pietà.

 

- Oh? Davvero? Tu e quale Mightyena sano? Siete tutti feriti.

 

Nonostante le ferite sulle gambe, il branco di iene stava cercando con tutte le forze di difendere il proprio territorio. Evidentemente, avevano avuto uno scontro con i rapitori, e avevano perso. Si erano ripresi recentemente, ma non completamente per affrontare un altro scontro.

 

- U-ugh...

 

- Sembra che l'intuizione di Nuzleaf fosse esatta. Mon dieu: siete proprio conciati male!

 

- FRATELLO CAPO! QUELLO E'...

 

I pokémon del dungeon, purtroppo, non avevano dimenticato quello che il Nuzleaf aveva fatto al Monte delle Rivelazioni, e in generale al genere pokémon. Quell'ombra portatogli dietro dalla Materia Oscura era più prominente del suo stesso corpo, ed era difficile separarsene.

 

- *censura*! SEI QUI ANCORA PER PIETRIFICARCI DI NUOVO? TI FAREMO A PEZZI!

 

Nuzleaf si toccò la spalla sinistra con il braccio destro, chinando la testa al suolo come un cane bastonato.

 

- CHIEN PUANT! (*) NON INSULTARE GLI ALTRI SE NON CONOSCI I FATTI!

 

- Calmati una buona volta... Non abbiamo niente da dire a questi miserabili, - rispose secco lo spadaccino.

 

- C-COME OSI! SGRANOCCHIO!

 

Il Mightyena più indebolito, preso dalla foga del momento, si slanciò verso Kenji. Quello più giovane, tuttavia, capì che la situazione non era gestibile e, preso dalla paura per il fratello, si fece scappare un urlo che sanciva la loro debolezza.

 

- FRATELLO NO! NON FARLO.

 

Kenji non si mosse di un millimetro, pronto a ricevere il colpo del secondo fratello.

 

- GRAAAAAAAA... aaaa...

 

Egli svenne a mezz'aria, esausto dal combattimento precedente. Cadde a terra, sotto lo sguardo severo del pokémon Legnogeco.

 

- E' svenuto... Uff...

 

Osservò per qualche secondo il Mightyena svenuto. Il suo corpo non rispondeva, ma i suoi occhi semi-coscienti avevano ancora il desiderio di lottare. Il desiderio di difendere il suo territorio e quello dei suoi fratelli. Il desiderio di mantenere il loro rispetto e di quelli che lo circondavano.

 

- Shinso.

 

- Oui?

 

- La seconda Revitalsfera che hai trovato... dalla a loro.

 

- EXCUSE MOI? TI SEI BEVUTO IL CERVELLO?

 

Si girò verso il Frogadier con sguardo severo.

 

- Fallo e basta.

 

- CRAAAAA!

 

I Mightyena si guardarono sgomenti per l'aiuto che l'esploratore stava porgendo a dei pokémon selvatici. I Civilizzati e i Selvatici dovrebbero odiarsi a vicenda, e questo Grovyle gli stava dando una mano fuori dalla sua generosità.

 

- Non fraintendetemi, - disse al branco di Mighyena, - non è per generosità che vi sto aiutando, ma per rispetto del vostro fratello. Era il più debole, e ha avuto le palle di affrontarmi a viso aperto nonostante le ferite. Non gli importava che il nemico fosse più forte o meno: ha difeso fino allo sfinimento il suo territorio e la sua famiglia. Si merita un elogio, come minimo. In cambio, vi chiediamo di non disturbarci e di lasciarci procedere. Dei Kodamon hanno rapito dei ragazzini di Borgo Quieto portandoli sulla cima di questo monte e siamo qui per soccorrerli. Sono gli stessi che vi hanno ridotto così, vero?

 

I Mightyena si guardarono negli occhi, con sguardo serio. Parlò il fratello maggiore a nome di tutti.

 

- Non so se sono gli stessi... ma è vero: un gruppo di quindici Kodamon ha attraversato questo punto, assieme a dei pokémon legati con delle corde che stavano venendo trasportati da dei Machop.

 

Nuzleaf non fece a meno di fare un'osservazione stupita.

 

- Machop? M-ma... Tu e Pikachu non avevate detto che con ogni probabilità erano dei Magmar?

 

- Di quelli che abbiamo trovato le impronte sì. Evidentemente, non tutti i Kodamon della gang hanno partecipato al rapimento. Ditemi: cosa erano di preciso?

 

- Magmar, Grimer e Machop. Erano guidati da altri tre: un Magmortar, un Muk e un Machamp. Il Machamp veniva chiamato con roji...roki...

 

- Rokujo?

 

- S-sì...

 

- Parbleu! Sono loro sicuramente!

 

- Ora sapremo con chi avremo a che fare. Vi ringrazio. Mi auguro che vi riprendiate. E la prossima volta, - disse Kenji con uno sguardo arrogante, - faremo un combattimento serio.

 

Dopo quella chiacchierata, il team procedette avanti, in direzione del quinto piano.

 

- Fratello... perchè non gli hai detto di Metagross?

 

Il capobranco guardò il fratello minore con aria severa, a tal punto da spaventarlo.

 

- Non siamo amici. Non lo saremo mai con i pokémon di città. E poi... Quelli non sono gli occhi di uno che necessita pietà... Non ha bisogno del mio aiuto...

 

****************************

 

Il team Skyriders procedette senza problemi fino al settimo piano. Come per i primi piani, non incontrarono pokémon e nemmeno strumenti. Sembrava che i rapitori avessero fatto piazza pulita di ogni cosa sul loro cammino. L'entrata alla seconda parte del dungeon era aperta, e i guardiani erano a terra, stremati.

 

- POLIWRATH! BEHEEYEM!

 

Nuzleaf corse a soccorrerli. Era chiaro che erano stati anche loro battuti dai rapitori e non davano segno di reazione.

 

- Shinso. Mi sa che l'ultima Revitalsfera...

 

- Jesus Christ...

 

La Schiumorana usò la Revitalsfera per far recuperare le forze ai pokémon esausti. Le ferite furono ricoverate, e ciò bastò a fargli riprendere.

 

- D-dove...

 

- Come stai Poliwrath?! Cosa è successo? - disse spaventato Nuzleaf.

 

- I-io non... Mi fa male la testa...

 

Era chiaro che la Revitalsfera non era riuscita a curare i danni psicologici del combattimento. Poliwrath faceva fatica a parlare, mentre Beheeyem non riusciva a fare una frase di senso compiuto.

 

- BZZZ.... BZZZZ...

 

- Poveretti... - disse il Frogadier, - sembrano stati travolti da uno tsunami...

 

- Che seccatura... Passa il distintivo.

 

Shinso ripassò dalla borsa il distintivo del team a Kenji.

 

- Attivazione teletrasporto di soccorso. Destinazione: Società di Esplorazione. Mittente: Team Skyriders. Luogo: Monte delle Rivelazioni.

 

Dopo aver pronunciato quelle parole, i due pokémon furono teletrasportati altrove. Per il soccorrimento di pokémon, era possibile utilizzare il proprio distintivo per teletrasportare direttamente i pokémon feriti nella sede di riferimento del team. Il problema, era che poteva trasportare massimo sei pokémon per dungeon, comprendendo i membri del team. Ora, con due elementi trasportabili in meno, l'utilizzo delle Evadisfera risultava fondamentale per soccorrere i piccoli.

 

- Parbleu... Ora dobbiamo tenerci strette le Evadisfere... Sei sicuro sia stata una buona idea?

 

- E' una seccatura, lo so. Ma purtroppo non potevamo lasciarli qui...

 

Dopo quella piccola parentesi, il team proseguì per il dungeon. Neanche nei piani successivi trovarono qualcosa: non c'era né l'ombra di oggetti utili, né quella di pokémon selvatici. Il team si stava iniziando a preoccupare di tale situazione.

 

- Ok. Va bene i rapitori, va bene l'indebolimento... Ma Parbleu! Non ci credo che non ci siano né strumenti né pokémon qui in giro! E' statisticamente impossibile!

 

- In effetti lo è, - disse Nuzleaf, - di solito questa seconda parte è piena di pokémon pericolosi, proprio per difendere la fonte che c'era presente. Forse non essendoci più, molti hanno deciso di lasciare questo posto e trovare qualche posto di più prospero...

 

- In ogni caso state in guardia...Non mi fido del silenzio...

 

I pokémon arrivarono al tredicesimo piano, senza altri problemi. Verso la fine di quel piano, il team Skyriders trovò finalmente qualcosa: una Galadoro splendente, al centro di una sala. A Kenji quello strumento non fece né caldo né freddo.

 

- Tsk... Una misera Galadoro...

 

Tuttavia, invece, a Shinso si illuminarono gli occhi.

 

- UNA GALADORO! OH QUALE BENEDIZIONE! NON POTREI ESSERE PIU' FELICE!

 

Il Grovyle guardava dubbioso la situazione: era strano che i rapitori avessero deciso di raccogliere tutti gli strumenti e di lasciare proprio uno strumento di grande valore, cosa che un ladro o un delinquente non avrebbe mai fatto. Anche la posizione era insolita: era al centro della sala, impossibile da non notare. Forse, quella Galadoro era lì apposta per uno scopo. Scopo sul quale, Shinso non si fece nessuna domanda.

 

- E' una fortuna che abbiamo spazio in borsa! Me la terrò al collo fino alla fine del dungeon!

 

Il Frogadier si apprestò a raccogliere la Galadoro, canticchiando e fischiettando dalla felicità.

 

- OH COME SONO FEL-

 

- ATTENTO! IDIOTA!

 

Prima che le sue dita poggiassero sulla Galadoro, sentì un brivido scorrere lungo la schiena, come se qualcosa di pericoloso stesse per accadere in quella sala. Con l'istinto ninja che lo contraddistingueva, piegò le gambe verso il basso e saltò all'indietro, riuscendo a schivare un attimo prima un Meteorpugno di un Metagross che piombò dal soffitto.

 

Il Frogadier, facendo una capriola all'indietro, poggiò le mani sul pavimento, e, facendo un'altra capriola con le mani, si rimise in piedi. Non ebbe il tempo di spaventarsi per l'avvenimento, perché fu troppo impegnato a inveire contro Kenji per il suo insulto.

 

- IDIOTA A CHI? DRAGO MANCATO!

 

- Sei fortunato ad avere una cosa chiamata "istinto", o saresti poltiglia per colpa della tua stupidaggine!

 

Mentre i due litigavano, il team fu circondato da tutti i pokémon del dungeon. Drifblim, Noctowl, Pidgeot, Excavalier: tutti i pokémon più forti erano lì riuniti, in quello che veniva definito dagli esploratori come "Covo di Pokémon". Alla vista della moltitudine di Selvatici presenti, Nuzleaf si preoccupò e si nascose d'istinto dietro Kenji.

 

- Ehi! Non stare dietro di me! Non ho nessuna intenzione di farti da scudo! Non eri ansioso di fare un esplorazione?

 

- HAI VISTO QUEL COSO?!?! NON SONO PIU' COSI' TANTO VOLENTEROSO!

 

- CHE VI SALTA IN MENTE! IMBE'CILES!

 

- NON OSARE CHIAMA RCI IMBECILLI, TOKUSA MALEDETTE (*)! - disse un Metagross dalla voce metallica.

 

- Sembra che abbiamo ospiti... - commentò il Legnogeco.

 

- Flim flim flim... Siete voi gli ospiti!

 

- DOVETE ANDARVENE VIA DA CASA NOSTRA! RUUUU RUUU! *

 

- NON VOGLIAMO TOKUSA NELLA NOSTRA TANA! FATE UNA MOSSA FALSA E IL NOSTRO CAPO VI SCHIACCERA' COME UNO STUNKFISK! - disse Excavalier.

 

- Mon dieu...Questi parlano troppo!

 

Shinso prelevò dalla borsa una sua Pietrisfera.

 

- PIETRISFERA! ATTIVA-

 

Non finì in tempo la frase che la sfera si sgretolò in tanti piccoli pezzetti di vetro. I pokémon del team Skyriders guardarono i frammenti della Pietrisfera cadere sul terreno e andare in frantumi.

 

- EHHHH?

 

I pokemon del dungeon risero malignamente.

 

- HAAHAHHAHAHAHAHAHAHAH.

 

Il Grovyle guardò il compagno furioso.

 

- HAI ROTTO LA PIETRISFERA? SEI IMPAZZITO?

 

- NON HO FATTO NIENTE IO! L'HO ATTIVATA E MI SI E' ROTTA IN MANO!

 

Non ebbero il tempo di litigare che Metagross tirò un Cannonflash dritto in faccia a Kenji, così rapidamente che non sarebbe stato possibile schivare. Fortunatamente, Nuzleaf non era stato preso dal litigio tra i due e si preparò a parare il colpo.

 

- PROTEZIONE!

 

Nuzleaf incrociò le braccia sul suo petto ed attivò una barriera, bloccando il colpo. Kenji si rese conto della sua distrazione, ma il suo orgoglio gli impedì di ringraziare il pokémon Scaltro.

 

- T-tutto bene?

 

- Allora non sei un completo rammollito! Comunque, me la sarei cavata lo stesso.

 

- (saresti stato preso in pieno... che ingrato!)

 

- Pardonne nous, Nuzleaf.

 

- PERCHE' TI SCUSI AL POSTO MIO, FROGGY VISCIDO!

 

- N-NON E' IL MOMENTO DI LITIGARE! - Urlò il pokémon Scaltro.

 

- Dovreste ascoltare la fogliolina, - disse Pidgeot, - O rischierete la pelle!

 

- Exca Excahah! Pensavate di cavarvela con una sfera?! Il nostro capo non è un Kodamon normale!

 

Dal Metagross era possibile intravvedere una sottile luce gialla che lo faceva risplendere. Kenji e Shinso, dalle loro esperienze di esplorazione, sapevano perfettamente di che tipo di pokémon si trattasse...

 

- N-non dirmi che...

 

Lo spadaccino non poté fare a meno di sorridere deliziato.

 

- Eheh...Un Kodamon Dominante...

 

I pokémon del covo non poterono fare a meno di notare la sua eccitazione. Bisbigliarono tra di loro:

 

 - Avete visto? ruru?

 

- Quel pazzo... Flim Flim... ha idea della situazione in cui si trova?

 

- CRAAAAAAA! UN KODAMON DOMINANTE!?!? CHE CI FA UN KODAMON DOMINANTE SUL MONTE DELLE RIVELAZIONI?!?!?

 

- Domi che?

 

Shinso cercò di calmarsi il più possibile per fornire una spiegazione esaustiva a Nuzleaf.

 

- Un K-kodamon Dominante. E' un Kodamon con una forza e un corpo più possente di quelli normali fin dalla nascita. Sono sempre in grado di manifestare il proprio Meisoku (*):  è come se avesse delle statistiche potenziate da Mosse di Stato. In tale modo... sono in grado di influenzare lo stato d'animo dei Kodamon intorno ad esso e, a volte, persino la natura. Per gli esploratori è un gran problema, perché dovunque sono creano delle interferenze energetiche in grado di interferire con bussole ed oggetti da esplorazione. Ed è un guaio anche per gli esploratori più abili, perché...

 

Inghiottì la propria saliva, prima di dire la cosa più pericolosa che questi erano in grado di fare.

 

- rendono le sfere inutilizzabili!

 

- COSA? - disse Nuzleaf sobbalzando, - ALLORA LE NOSTRE SFERE-

 

- Tsk... E quindi? Dov'è il problema?

 

- DOV'E' IL PROBLEMA PARBLEU!? SE DOBBIAMO SALVARE I PICCOLI DOBBIAMO MANDARE K.O. QUESTO ENERGUMERO! E NON HO VOGLIA DI LOTTARE, COME GIA' SAI!

 

Questa affermazione di vigliaccheria del compagno, non fece né caldo né freddo a Kenji.

 

- Meglio... Più divertimento per me dunque!

 

- TE LA FACCIO VE DE RE IO UNA COSA MOL TO DIVERTENTE! - Esclamò Metagross, - COZZATA ZEN!

 

Si lanciò contro Kenji come una meteora sul suolo. Egli tuttavia non si mosse di un millimetro, e passò al contrattacco.

 

- FENDIFOGLIA!

 

Bloccò il colpo, ma fu scaraventato con violenza verso le pareti del dungeon.

 

- Tsk!

 

Per bloccare l'impatto con le mura, il Grovyle piantò i Fendifoglia sul terreno, rallentando la spinta che aveva ricevuto.

 

- Ora ci siamo già di più... ma non è che-

 

- PARBLEU! COSA STAI FACENDO KENJI?

 

Shinso divenne stranamente alterato per il  comportamento del compagno. Conosceva bene quello sguardo: come al solito, si stava dimenticando la missione a causa della presenza di un avversario formidabile. Il Grovyle si godeva ogni combattimento, anche se sarebbe stato in grado di sconfiggere subito il proprio avversario. Nonostante non avesse il diritto di parlare, il pokémon Schiumorana riprese il compagno.

 

- FINISCILO SUBITO! ABBIAMO UNA MISSIONE! MIS SIO NE! CA PI SCI QUEL LO CHE DI CO?

 

- Perchè stai parlando da ritardato come questo Metagross?

 

- COME OSI?

 

Anche allo spadaccino, parallelamente, il comportamento della Schiumorana non gli andava a genio, sempre pronto a rovinare la sua festa. Ma non aveva torti: la missione era recuperare i ragazzi di Borgo Quieto, non combattere quel Metagross impazzito.

 

- Che seccatura... Ehi, pietrone. 

 

Si rivolse al pokémon Ferrarto.

 

- UH?

 

- Senti... siamo di fretta. Dobbiamo salvare dei ragazzini di un villaggio che sono stati rapiti da dei malintenzionati, e gli stessi rapitori ci hanno detto di arrivare in cima. Mi piacerebbe continuare il combattimento, ma abbiamo bisogno che tu ci lasci passare.

 

Metagross si sentì offeso da quelle parole: Kenji aveva parlato da un piano superiore, come se avesse la possibilità di sconfiggerlo senza problemi.

 

- COME OSI PARLAR MI IN QUESTO MODO, ESSERE INFE RIORE! CREDI DI AVERE LE POSSI BILITA' DI SCONFIGGERMI?! LA TUA MISSIONE! NON SAR AI PIU' VIVO DOPO QUESTO!

 

Il pokémon Ferrarto amplificò la sua aura a dismisura, emanando particelle per tre metri, pronto a sferrare un attacco di potenza dirompente contro il pokémon Legnogeco.

 

- PER TE E' FINITA! GIGA IMPATTO!

 

Si lanciò contro Kenji, come un cannone sparato da una fortezza. Nessuno in quel momento sarebbe stato in grado di fermarlo.

 

- CRAAAAAAA! COS'E' QUEL GIGAIMPATTO!?!?!

 

- DIETRO DI ME SHINSO!

 

Shinso si posizionò dietro a Nuzleaf, il quale stava preparando una Protezione. Kenji rimase deluso da Metagross. Quell'attacco gli avrebbe lasciato ampio spazio per un contrattacco: sarebbe bastato schivarlo e sarebbe stato possibile colpirlo senza che lui avesse avuto la possibilità di difendersi.

 

- Questo è il tuo attacco più forte? Che peccato... Fendifoglia...

 

Kenji preparò dei Fendifoglia.

 

- Flim flim flim... ancora Fendifoglia?

 

No. Non aveva intenzione di usare solo un fendifoglia. L'aria intorno al Grovyle si fece gelida: l'atmosfera era di un oscurità sinistra che era possibile tastare con mano. Sebbene i pokémon del covo erano sicuri della vittoria di Metagross, in quel frangente ebbero, senza capirne il motivo, una paura primordiale. Una paura che non era possibile collegare a qualcosa di razionale.

 

- C-cos'è... questa sensazione-ru?

 

Il Legnogeco mise il braccio sinistro in avanti con l'avambraccio piegato davanti a sé, mentre il braccio destro era posizionato allo stesso modo, ma dietro. Si poteva notare una strana aura bianca intorno, che scorreva lentamente sulla pelle del Grovyle, come una tigre acquattata pronta a saltare sulla preda. Kenji si prestò a sferrare un colpo che sarebbe stato cicatrizzato nei cuori dei pokémon del dungeon per tutta la loro vita.

 

-Senkendō (*)...

 

Il Gigaimpatto di Metagross stava per colpire con la sua furia dirompente il Pokemon Legnogeco. L'aria intorno allo spadaccino era ancora più sinistra. Tutto avvenne in un istante: si spinse violentemente verso il Kodamon dominante girando su sè stesso, creando una corrente di vento che lo investì con ferocia. La tempesta fu talmente violenta che interruppe l'attacco del pokémon Ferrarto, che rimase inerme davanti alla tremenda pressione che l'attacco esercitava su di lui.

 

- BYAKKO NO TOTSUGEKI! (*)

 

Rimase sospeso a mezz'aria, subendo in pieno l'attacco del pokemon Legnogeco. Quando terminò la tecnica, il pokemon Ferrarto era pieno di tagli su tutto il corpo. Il colpo sferrato fu talmente violento da mandarlo K.O. all'istante, facendolo cadere al suolo totalmente distrutto, senza forze. I pokémon selvatici si lasciarono andare in un grido di stupore.

 

- EHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH?!?!?!?

 

Per Nuzleaf era la prima volta che assisteva ad un combattimento del team Skyriders dopo la dipartita di Amelia, e aveva sentito voci al riguardo della loro potenza che trascendeva ogni combattimento comune tra pokémon. Ma questo, poteva essere troppo per il pokémon Scaltro. Rimase scioccato da tale violenza, da tale tecnica che mai aveva visto e mai si sarebbe sognato di vedere.

 

- C-che... C-che diavolo...

 

- Dieu Mercì! Ci voleva tanto?

 

- Sei il solito guastafeste. Hai visto che mi hai fatto fare? L'ho sconfitto con un solo attacco...

 

I pokémon del dungeon erano ancora più sconvolti di Nuzleaf.

 

- F-F-F-F-

 

- RUUUUUU! CO-COSA ERA QUELLO? CHE RAZZA DI MOSSA ERA?

 

- METAGROSS E' ANDATO K.O.! IN UN SOL COLPO!

 

- Q-quale potenza...

 

Shinso si avvicinò per notare le ferite di Metagross.

 

- Mon dieu... Guarda qua che tagli però. E' una fortuna che sia un tipo Acciaio... Ehi Kenji! Sei sicuro che si riprenderà?

 

- Se è forte come diceva sì.

 

Al nome del pokemon, Excavalier sobbalzò.

 

- N-non c'è dubbio... è... E' LUI!

 

- S-sai chi è flim?

 

- COME SI FA A NON CONOSCERLO!

 

- Si dice... che nella terra del Vento, girava senza sosta un Kodamon spietato... un Kodamon il cui solo obiettivo era fare a fette chiunque fosse davanti a lui. Un guerriero che lottava per i deboli... ma che usava solo come scusa per affrontare i più feroci combattimenti. Per un periodo era scomparso... MA ORA SI DICE CHE FACCIA PARTE DEL TEAM SKYRIDERS, IL TEAM FONDATO DALL'EROE UMANO CHE HA SALVATO IL MONDO DALLA MATERIA OSCURA! E TRA MISSIONI DI SOCCORSO, SI E' GUADAGNATO UN POSTO TRA GLI SPADACCINI KODAMON!

 

Quel nome eccheggiò tra le mura, come un lampo che squarciava il cielo.

 

- SENKEN NO KENKAKU! BYAKUKEN KENJI! (*)

 

Il pokémon spadaccino più temuto di tutta Brusilia

Il pokémon spadaccino più temuto di tutta Brusilia. Davanti a loro, una frana catastrofica si stava abbattendo su di loro, con il rimbombo di un vulcano in eruzione. Senken no Kenkaku: Byakuken Kenji. Si girò verso di loro, con il sorriso arrogante di un demone assettato di sangue.

 

- Oh? Conoscete il mio nome? Sono lusingato...

 

I pokémon del dungeon, capendo di essere di fronte ad un avversario che non potevano affrontare, indietreggiarono spaventati.

 

- Dunque...

 

Preparò un altro Fendifoglia dal braccio destro, guardando loro dritto negli occhi.

 

- Chi è il prossimo?

 

- KYAAAAH!

 

Non potevano fare nulla, contro di lui. Terrorizzati da tale avversario, si eclissarono, sparendo dalla dalla vista del team d'esplorazioni, lasciando Metagross al suo destino senza aiutarlo.

 

- Tsk... codardi... - commentò lo spadaccino.

 

- Sarei anch'io corso via dopo la scena a cui hanno assistito, - disse il Frogadier, - non potevi andare più piano?

 

- SEI STATO TU A DIRMI DI FINIRE IN FRETTA! IDIOTA!

 

- Sono stato io?

 

Un'aura maligna si poté percepire dal Legnogeco. Avrebbe fatto a fette il compagno, in quel momento. Ma, fortunatamente, prima che potesse fare qualunque cosa, Nuzleaf si mise in mezzo ai due, fermando l'ennesima lite.

 

- E-ehi... N-non vorrete litigare di nuovo?

 

Tuttavia, non era facile. Dopo gli avvenimenti precedenti, Nuzleaf aveva paura di contraddire i due.

 

- No... possiamo procedere...

 

- Non capisco... - riprese la Schiumorana, - dici che anche i rapitori avranno avuto a che fare con loro? Devo ammettere che sono stati furbi: evidentemente, reduci da prima, volevano combattere tutti insieme per sopraffarci. Fufufu...

 

- Perché lo fai suonare come se tu avessi fatto qualcosa? Tch... Seriamente...

 

Non parlò oltre con quel tono, per evitare di litigare ancora.

 

- Comunque... Penso di sì... ma, avranno sicuramente vinto. Il che... mi fa eccitare ancora di più...

 

Shinso arretrò leggermente, inquietato.

 

- (Maledetto Metagross! Quello scimmione corazzato ha risvegliato il lato sadico di Kenji... Spero vada tutto bene...)

 

- Se n-non avete nient'altro da dire... direi di andare...

 

I due finirono la discussione, e proseguirono per l'uscita dal dungeon. Dopo il tredicesimo piano, il team si ritrovò sulla distesa piatta che rappresentava la cima del Monte delle Rivelazioni: una distesa verde con antiche rovine, un bosco rigoglioso sul fondo e, davanti all'uscita, quelli che erano i rimasugli della fonte dell'Acqua di Luce prosciugata. Il paesaggio era fresco e sereno, quasi non dovesse sembrare luogo di scontro per i nostri eroi. Forse, i rapitori avevano mentito. O forse, era semplicemente la cosiddetta calma prima della tempesta...

 

- Non vedo nessuno... parbleu! Che sia una trappola?

 

- Non penso. Il messaggio che hanno lasciato, altrimenti, non avrebbe senso, - disse il Legnogeco.

 

Il team non fece tempo a pensare alle diverse possibilità. Dal fondo, verso gli alberi, partì un urlo di gioia dirompente.

 

- GHAHAHAHAH! ECCOVI, TEAM SKYRIDERS! CE NE AVETE MESSO DI TEMPO EH?

 

Un pokemon uscì dalle fronde degli alberi, con un ghigno trasudante arroganza ed eccitazione, assieme ad altri due pokémon di altrettanta arroganza. Dietro di loro, c'erano dei pokemon più piccoli, con lo sguardo di chi aveva intenzione di portare caos e scompiglio nelle vite altrui.

 

- Benvenuti! Vi stavo aspettando...   

 

*********NOTE DELL'AUTORE*********

- Explaining

1) l'insulto tokusa deriva dalla sua traduzione letterale: la parola è formata dal kanji 木 (boku), lo stesso che forma Kodama, che vuol dire legna, e da 賊 (zoku), che vuol dire traditore. Quindi, nel loro gergo significa "traditore dei boschi".

-  Legenda:

Chein Puant: cane puzzolente.
Tokusa(木賊): Equiseto, un tipo di pianta.
Senkendō (千剣道) : Sentiero delle mille spade, Way of the thousand swords.
Byakko no Totsugeki (白虎の突撃): Assalto della tigre bianca, Assault of the white tiger.
Senken no Kenkaku (千剣の剣客): Spadaccino delle mille spade, Swordsman of the thousand swords
Byakuken (白剣): Lamabianca, White Sword.
Meisoku (命息): Life Breath, respiro vitale.

 

 

Capitolo 5: Nemici ed eroi improbabili (Prima Parte)

Spoiler

- Benvenuti! Vi stavo aspettando... 

 

(Ost The First Assassin)

 

Centosettantesimo anno del drago, ore 15.00. Non appena il team Skyriders arrivò a ciò che rimaneva del Lago Lucente, una voce dirompente si fece largo tra le loro orecchie. Un gruppo di pokémon, capeggiati da tre loschi figuri, era lì ad attenderli, ansiosi come un ragno in vista della preda caduta nella sua tela. Nel fremito e nella crescita dell'adrenalina, essi si avvicinarono agli esploratori, con passo lento ma agitato, simbolo della loro eccitazione. 

 

- Nuzleaf - disse Kenji sottovoce, stai davanti a me.  Devi essere il capo, ricordi?

 

- V-va bene.

 

La banda di pokémon era composta da tre leader e dodici scagnozzi, che si muovevano come un unico organo, pronto ad esplodere in modo dirompente. La fazione dei seguaci era composta da due Machop, due Machoke, quattro Magmar e quattro Grimer, mentre i tre pezzi grossi che stavano di fronte erano un Muk, un Magmortar e un Machamp. Il Pokèmon Megaforza guidava il resto del gruppo, ed era lo stesso che stava parlando a nome dei rapitori, come capo del team. 

 

- BRWAHAHAH! Benvenuti! - Esordì, - Mi fa molto piacere che abbiate accettato il mio invito. Stavo aspettando da tanto! Avevo paura che aveste declinato! Beh... Non che vi abbia dato molta scelta! BRWAHAHAH!

 

Nel mentre che parlava, i suoi scagnozzi circondarono gli esploratori. In una situazione normale, Il Frogadier e il Grovyle avrebbero reagito partendo all'attacco, sgombrando l'area per combattere in uno spazio più aperto. Tuttavia, ricordandosi della situazione degli ostaggi, decisero di stare al gioco ed optare in futuro per un contrattacco. 

 

- Tsk... Un po' banale come trappola... - disse il Legnogeco. 

 

- Mon Dieu! Anche il comitato di benvenuto! Quale bandito educato ci troviamo di fronte! Non era necessario... - disse trasudando ironia.

 

- BRUAHAHAHAHAHAHAHAH! Ma come? Mi sembra il minimo per una squadra del vostro calibro!

 

L'eccitazione del boss era alle stesse, ma non si poteva dire lo stesso dei suoi compari. Più della nomea, essi si stavano concentrando sul loro aspetto reale. All'apparire, quei due pokémon non erano degli avversari degni. 

 

- A me non sembrano sto granché capo, - disse il Magmortar, - sei sicuro che siano loro? 

 

- PUAH! - Esclamò il Muk, - GUARDATE QUELLA RANOCCHIA! NON HO MAI VISTO UNA MEZZACARTUCCIA PIU' BRUTTA!

 

Nonostante il debole insulto, a Shinso scattò il quarto d'ora. 

 

- COME TI PERMETTI?! IO SONO BELLISSIMO A DIFFERENZA TUA, MELMA AMBULANTE!

 

- CHE HAI DETTO, RANOCCHIA? 

 

Il Muk stava per tirare un Sporcolancio dritto in faccia a Shinso. 

 

- CRAAAAAA! NONONONONO! LO SPORCO NO! 

 

Tuttavia fu fermato dal suo capitano, che si infrappose tra lui e il Frogadier.

 

- BRWAHAHAH! Non stiamo correndo troppo? Non vorrai rovinare tutto spero... 

 

Le parole furono dette con tono scherzoso dal pokémon muscoloso, ma il suo sguardo non stava ridendo. Era minaccioso come un Visotruce: la freddezza dei suoi occhi avrebbe fatto sentire a Muk dei brividi lungo la spina dorsale, se ne avesse avuta una. 

 

Apparve sul suo viso la paura per qualche frazione di secondo, ma riuscì a mascherarla distogliendo lo sguardo e rispondendo infastidito.

 

- Tch! 

 

- Seriamente... Quando la smetterai di essere così irruento? - disse il Magmortar. 

 

Il pokémon Melma non rispose alle provocazioni del compagno, limitandosi semplicemente a rimanere offeso. Shinso fece un'espressione sollevata, asciugandosi la fronte con il dorso della mano destra.

 

- Fiuu... 

 

In un misto tra imbarazzo e paura, il capitano in erba del team Skyriders riprese il suo nuovo sottoposto. 

 

- D-dovevi proprio provocarlo, eh?

 

- BRWAHAHAH! Perdonate il mio compagno! Dalle fogne da cui proviene non sanno cosa sia la buona educazione, - esordì il pokemon Megaforza per riprendere l'attenzione su di sé, - passiamo alle presentazioni. 

 

Il Machamp si girò verso il compagno Magmortar per esortarlo ad iniziare per primo.

 

- Uff... Kazan. Maguichi Kazan. (*)

 

Kazan si presentò normalmente, senza eleganza e senza brio, come se fosse una pura formalità. Il Muk, invece, si presentò con furore.

 

- IO SONO COLUI CHE VI SCIOGLIERÀ COME NEVE AL SOLE! DES PLEEEEEEEEEEIGH (*)! 

 

Il team Skyriders rimase basito davanti allo spirito di Muk. 

 

- (Perfetto... Un altro esaltato. Che seccatura...)

 

- (Quel tizio non conosce l'esistenza della camomilla. Se non fosse dalla parte dei cattivi, l'avrei invitato ad un tea party con Kenji...). 

 

- Io invece... Sono colui che diventerà il Kodamon più forte del mondo... COLUI CHE SFIDERÀ I PRIMOGENITI E TOCCHERÀ L'APICE DEL POTERE. IO SONO... RYOKUSHIN ROKUJO *! GRUAAAAAAAARGH! - Disse mettendosi in posa facendo risaltare i suoi muscoli. 

 

Perfino da lontano era possibile riconoscerne la durezza e la forza di quelle braccia, e le venature riconoscibili tra la muscolatura non facevano altro che accentuare la ben scolpita forma fisica, risultato di anni ed anni di allenamento e combattimenti. 

 

Se fosse stato un concorso di culturismo, probabilmente Rokujo avrebbe occupato tutto il podio e il suo grido sarebbe stato acclamato e riverito. Ma siamo nel mondo pokémon, in una storia ispirata a Mystery Dungeon, dove il pubblico era composto da personaggi come Kenji e Shinso. 

 

La faccia del Grovyle era forzatamente impassibile, cercando di trattenere il più possibile le risate. Quella del compagno era invece completamente corrucciata, segno di una fatica maggiore per non manifestare l'ilarità del momento. 

Per riuscire a mascherare il suo ridere sotto i baffi, dovette nascondendosi dietro a Nuzleaf con la bocca coperta. Quest'ultimo, invece, rimase imbarazzato.

 

- (N-non. D-devo. R-ridere.) 

 

- Pffffbrbrrbrbrbr (chi è sto cretìn?!?!?!) 

 

- (c-che diavolo... ) 

 

In un frangente normale avrebbero riso a crepapelle di fronte alla demenza del momento, ma per la situazione furono costretti a soffocare ogni emozione che avrebbe potuto danneggiare il salvataggio. 

 

Gli scagnozzi, invece, applaudirono e gridarono parole di incoraggiamento per i loro capi, come se fossero gladiatori nel Colosseo. Essi si godettero la celebrazione per un minuto abbondante, dopodiché Rokujo interruppe quel coro, alzando la mano destra superiore al cielo.

 

- Va bene, va bene... abbiamo dato spettacolo abbastanza... Passiamo alle questioni importanti, - disse il Machamp rivolgendosi al team Skyriders, - ho una mezza idea di chi possa essere, ma voglio sentirlo da voi... Chi è il capitano? 

 

Con fare apparentemente sicuro, Nuzleaf rispose al Machamp. 

 

- Sono io. 

 

- Eheheh....  Come pensavo... Non sai da quanto ho aspettato questo momento... Rakujitsu no Senshi (*)... Ōryūgo Rukio... 

 

Nel sentirsi chiamare con quel nome il pokémon Scaltro ebbe un attimo di esitazione. 

 

- Sai... Non è facile mettersi alla ricerca di un Combattente Esploratore... soprattutto quando non conosci la sua razza... perché l'hai tenuta nascosta? Hai idea di quanto sia stato difficile? - continuò il pokémon Megaforza avvicinandosi al gruppo, - Mi ci hai costretto tu... ad usare metodi drastici...

 

Nuzleaf cercò di immedesimarsi in Rukio il più possibile, imitando anche quello che avrebbe detto. 

 

- È per questo... che hai rapito dei ragazzini che non centravano niente? 

 

La recita sembrò funzionare, tant'è vero che ebbe l'effetto standard per un qualunque cattivo, nel sentire le parole dell'eroe delirando giustizia.

 

- BRWAHAHAH! Che altro modo per far uscire allo scoperto un eroe se non prendendo degli ostaggi? Mi sembra abbastanza sensato no? 

 

- Tch! Che *censura*... - non poté fare a meno di dire lo spadaccino.

 

- Mon Dieu Kenji! Non mi sembra il momento di provocarlo... 

 

- Che c'è, ragazzino? - Disse Rokujo rivolgendosi al pokémon Legnogeco, - ti fa male il pensiero di giovani vite in pericolo? La mamma non ti ha protetto dai Gengar da piccolo? 

 

Nonostante il colosso avesse il coltello dalla parte del manico, il Grovyle non rinunciò alla sua parlantina. Rimase serio, fissando con aria sprezzante il pokémon muscoloso. 

 

- Non accetto provocazioni da vigliacchi che attaccano chi è  più debole di loro... il solo pensiero mi fa vomitare. Dicci cosa vuoi e facciamola finita... 

 

- K-kenji... 

 

- Kenji ha ragione, - disse Nuzleaf con tono serio, mascherando la sua paura, - (devo essere ancora più credibile possibile se voglio combinare qualcosa. Sono sicuro che Rukio avrebbe detto così). Avanti: cosa vuoi da noi?

 

- Certamente! Non sono il tipo a cui piace fare aspettare la gente... Prima però, dobbiamo stabilire delle regole. Punto primo: niente scherzi. Dovete restare qui fino a che ve lo dirò io. Punto secondo: niente strumenti. Anche se so che su questa cima non funzionano le sfere, potreste sempre usare le punte e i rami, e non voglio situazioni spiacevoli. 

 

Le sfere non funzionavano all'ultimo piano di alcuni dungeon. In particolare, i dungeon esistenti da tempi immemori come il Monte delle Rivelazioni, avevano una strana energia all'ultimo piano volta a purificare chi vi entrava, visto che di solito essi anticamente erano usati per custodire preziosi oggetti, come in questo caso l'Acqua della Luce. Nel tempo questa funzione purificante si è indebolita, ma questa energia rimaneva abbastanza forte da interferire in qualche modo con il buon funzionamento delle sfere.

 

- (Merdè! Pensavo fosse stupido, ma l'ha pensata bene! Ecco perché ha proprio deciso questo monte...) 

 

- Ovviamente non posso darvi queste motivazioni senza un incentivo. Kazan: mostraglielo. 

 

Dietro il Magmortar c'era una sacca di paglia rigonfia, legata con una corda. 

 

- Dentro questa sacca... c'è un ostaggio. 

 

La pelle degli esploratori si drizzò come la coda di un serpente a sonagli.

 

- In caso non rispettaste le regole, non solo mettereste a rischio gli altri, ma farò diventare davanti ai vostri occhi costui il mio allenapugni personal- 

 

Mentre Rokujo stava parlando, Kenji stava per sfoderare un Fendifoglia per attaccarlo di impeto. Fortunatamente, Shinso si accorse subito della rabbia del compagno, e si mise in mezzo per fermarlo. 

 

- PARBLEU! FERMATI! SEI IMPAZZITO? 

 

- SPOSTATI! 

 

- CRETI'N! NON MIGLIORERAI LA SITUAZIONE FACENDO COSÌ!  

 

- HO DETTO SPOSTATI! 

 

- STATE CALMI VOI DUE! - Urlò il pokémon Scaltro.

 

- BRUAHAHAH! ADORO IL VOSTRO FUOCO NEGLI OCCHI! 

 

- Ti prego Kenji... - disse Nuzleaf, - calmati... 

 

Il Legnogeco rimase con uno sguardo feroce puntato verso il Megaforza, digrignando i denti. Purtroppo, per il bene degli ostaggi, dovette rinunciare a punire il bandito, interrompendo il Fendifoglia. Il nuovo capitano tirò un sospiro di sollievo, rivolgendosi poi a Rokujo. 

 

- Va bene: accettiamo le tue condizioni. Come puoi vedere, tutti gli strumenti che usiamo sono nella borsa di Shinso, questo Frogadier. Finché l'accordo non sarà concluso, non vedrai uscire niente da lì. 

 

Rokujo fece un sorriso compiaciuto. 

 

- Molto bene... Passiamo alle richieste allora! 

 

Ci fu una pausa di dieci secondi. Forse per la serietà della domanda, forse per l'eccitazione del momento, il Machamp si prese molto tempo per parlare, prima di esprimere il suo desiderio più profondo.

 

- Ōryūgo Rukio, - disse Rokujo con tono solenne, - io... io... IO TI SFIDO A DUELLO! 

 

Il team Skyriders rimase sbigottito e stordito da tale richiesta, la quale fu commentata da un singolo e non eloquente "eh?".

 

- Per anni mi sono allenato per diventare il Kodamon più forte e potente che questo mondo abbia mai potuto vedere... Ho errato insieme ai miei compagni per scovare ed affrontare i pokémon più forti del mondo... NON HO MAI PERSO! ESSERE VINCITORE MI FACEVA SENTIRE VIVO! Ma, - continuò con sguardo colmo di delusione verso il basso, - ultimamente... non mi lasciava la stessa sensazione. Essere forte, ma non avere un avversario con cui confrontarsi a piena potenza... è snervante. Ho provato persino a sfidare i Primogeniti, sapete? Ma, confrontandomi con loro, mi sono accorto che il mio livello non era sufficiente per competere contro di essi... 

 

Rokujo strinse il pugno della mano destra inferiore. 

 

- I miei simili sono delle pappamolle per me... i Primogeniti sono su un altro piano, lontano dal mio... COME FACCIO A DIVENTARE PIU' FORTE, SE NON TROVO AVVERSARI DEL MIO STESSO LIVELLO!? EH?!?!? 

 

Qui, si fermò in attesa di una risposta dal team Skyriders. Ma, tutti e tre, stavano cercando di seguire a loro modo la conversazione di Rokujo ed erano rapiti, in un modo o nell'altro, dal modo di parlare del pokèmon Megaforza. 

 

- (Mi fa rabbia ammetterlo, ma lo capisco bene...) - pensò Kenji. 

 

- (Ho qualche dubbio sul corretto lessico di quello che sta dicendo. Non ho capito se gli fa rabbia l'impotenza o la over potenza, e cosa centri tutto questo con il duello con Rukio...) - Rifletté.

 

Il più segnato però da quelle parole, fu Nuzleaf, che aveva capito fin troppo bene la situazione in cui si trovava.

 

- (Q-Q-Q-UESTO VUOLE FARE A BOTTE??!?!? CON ME!?!?!? CHE FACCIO ORA!?!?!) 

 

- Avevo perso il piacere della lotta... - riprese Rokujo, - MA RECENTEMENTE, VENGO A SCOPRIRE CHE IL LEGGENDARIO EROE CHE HA SCONFITTO LA MATERIA OSCURA SI TROVAVA QUI, NELLA TERRA DELL'ACQUA! E STAVA LAVORANDO ANCORA PER IL GIK! NON POTEVO ESSERE PIU' FELICE DI COSI'! SI DICE CHE NON IMPORTA QUANTO SIA FORTE L'AVVERSARIO, NON IMPORTA QUANTE FERITE IL SUO CORPO ABBIA: HA SEMPRE SCONFITTO I SUOI AVVERSARI! APPENA L'HO SAPUTO IL MIO SANGUE HA COMINCIATO A RIBOLLIRE COME UN VULCANO IN ERUZIONE! GRAAAAAAAAAAAAAAA! 

 

Il ruggito del Machamp non era quello di un pokémon, ma di una bestia selvaggia. Un ruggito che avrebbe risvegliato un vulcano come quello di Entei. Il pokémon Scaltro aveva lo spirito spento: il fatto di sostituire Rukio per i piccoli lo stava portando ad un confronto con un essere che vive di combattimento, mentre lui era solo un povero coltivatore di Baccacedro alla periferia di Borgo Quieto.

 

Kenji cominciò a comprendere la situazione in cui si trovavano, e Shinso non rideva più del pokèmon Megaforza: cominciava anche lui ad avere paura. 

 

 - Qui si sta mettendo male, froggy, - bisbigliò al compagno.

 

- Se quello scopre la verità i piccoli saranno in pericolo... ma in ogni caso... Nuzleaf... 

 

- Tch! Abbiamo le mani legate... 

 

- AVANTI RUKIO! MOSTRAMI DI CHE PASTA SEI FATTO! 

 

- Certo che ti stai scaldando veramente tanto capo, - disse Kazan con tono ironico. 

 

- COME FACCIO A NON SCALDARMI? HAI IDEA DI CHI- 

 

In quel momento, Rokujo si mise a litigare con il compagno, discutendo come due amici che si conoscevano da una vita, senza pressioni e senza serietà. Il cattivone che aveva rapito i bambini stava dormendo: al solo pensiero di sfidare Rukio, era diventato lui stesso un bambino, che stava per entrare in un ottovolante. 

 

Nuzleaf invece, era il classico tipo debole di stomaco che andava in gita scolastica: terrorizzato dall'idea di salire sulla giostra mortale. Dentro di sé, stava urlando per la paura. 

 

- (E ADESSO CHE FACCIO?!? SE NON LOTTO SARANNO GUAI PER I PICCOLI! SE LOTTO MI MASSACRERÀ!) 

 

Stava cercando in tutto e per tutto di rimanere serio, ma il terrore aveva ormai completamente consumato i suoi occhi. Dopo aver finito la discussione, invece, il Machamp non vedeva l'ora di lottare. 

 

- ALLORA? 

 

Il pokèmon Scaltro, preso alla sprovvista, sobbalzò. 

 

- S-SONO PRONTO!

 

- FATTI SOTTO! 

 

- O-OK! 

 

Si mise in posizione per combattere contro Rokujo. Non aveva scelta: se avessero scoperto tutto, i ragazzi l'avrebbero pagata. Doveva credere in Kenji e Shinso, che avrebbero dovuto colpire al momento giusto per stordire il gruppo di criminali con la potenza di uno e la furtività dell'altro. 

 

O, almeno, questo sarebbe dovuto accadere. Purtroppo però, le cose non andarono come previsto. 

 

- Eheheheheh... 

 

Fino a quel momento, Rokujo aveva riso a squarciagola, con fare arrogante. Quella risata, invece, era trattenuta, facendola sembrare oltremodo sinistra. 

 

- Cosa c-c'é di così divertente? 

 

Il Megaforza tornò serio, e lanciò uno sguardo di fuoco verso Nuzleaf. Era un tipo che aveva fatto più combattimenti di quanti ne raccontasse, affrontando le più disparate situazioni e accumulando quindi un'esperienza indiscutibile. Un combattente del suo calibro sapeva riconoscere la fiamma del lottatore un altro semplicemente per istinto, cosa che non era presente nel povero contadino. 

 

- Tu... non sei Rukio... vero? 

 

Cadde nel buio della paura: la faccia che aveva faticato così tanto a nascondere, si era rivelata per ciò che era, e la sua spina dorsale fu come trafitta da mille schegge di vetro. Kenji e Shinso si fecero scappare delle parole di troppo. 

 

- Merda... 

 

- CRAAAA! 

 

- Eheheheheh... Avevo ragione... Vi siete presi gioco di me eh? 

 

- N-N-non é c-c-come pens- 

 

- STAI ZITTO! 

 

L'urlo di Rokujo paralizzò all'istante il pokémon Scaltro e gli scagnozzi dei rapitori. Il Grovyle e il Frogadier erano sul punto di attaccare i sottoposti del bandito per poi concentrarsi su gli altri rapitori, in un disperato tentativo di risolvere la situazione repentinamente. 

 

- EH NO! NON DIMENTICATE LA VOSTRA SITUAZIONE! 

 

Afferrò immediatamente con la mano destra inferiore il sacco contenente il malaugurato ostaggio, paralizzando i membri del team d'esplorazione. 

 

- Tch! 

 

- M-mon Dieu...

 

Dopo aver ripreso la situazione in mano, il Machamp riprese il discorso. 

 

- Mi avete ingannato... Nonostante avessi in ostaggio dei ragazzini, non avete rispettato i patti... Mi sono sbagliato sul conto di Rukio... Non lo facevo così codardo! 

 

-C-C-C'È STATO UN MALINTESO MONSIEUR! N-NON È CHE NON VOLEVA! È CHE- 

 

- SILENZIO! 

 

- CRA! 

 

- E' inutile parlargli, - disse Kenji sottovoce, - dovremmo fare un altro tentativo quando si distrae. Puoi- 

 

- STUZZICADENTI! PARLA ANCORA SOTTOVOCE E QUESTO RAGAZZINO LO FACCIO FUORI SUL SERIO! 

 

- Merda... 

 

Il pokémon Megaforza si stava spazientendo. Dal suo punto di vista, sembrava che tutti si stavano divertendo a prenderlo in giro. Decise di passare alle maniere forti, e di punire il team Skyriders per il loro affronto. Slegò la corda della sacca, e tirò fuori da essa un piccolo pokémon. 

 

- ORA PICCHIERÒ DAVANTI A VOI QUESTO MICROBO! NON MI FERMERO' NEANCHE SE MI IMPLORERETE PIETA' ! QUESTA E' LA GIUSTA PUNIZIONE PER AVER CERCATO DI INGANNARE ME, RYOKUSHIN ROKUJO! PREPARATEVI AL PEGGIO, TEAM SKYRIDERS! 

 

Silenzio improvviso. Il volto di Rokujo era rimasto serio, in attesa della reazione dei tre di fronte a quella che sarebbe dovuta essere una carneficina, visto il piccolo corpo della vittima. 

 

Invece, rimasero paralizzati con le facce preoccupate del momento prima, senza nemmeno un millimetro di cambiamento, come se per loro il tempo avesse cessato di scorrere. Quei venti secondi, a detta di uno spettatore esterno, sarebbero sembrati di lunga tensione, la stessa che avrebbe afflitto una madre incapace di salvare i propri piccoli dalla tana durante un incendio. 

 

Tuttavia, questo caso non corrispondeva ad una situazione di tensione, ma ad una di surreale. 

 

Dopo quei venti secondi apparentemente irrisori, la faccia di Nuzleaf cambiò bruscamente espressione, diventando ancora più preoccupata

Dopo quei venti secondi apparentemente irrisori, la faccia di Nuzleaf cambiò bruscamente espressione, diventando ancora più preoccupata. 

 

- EEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEHHHHHH?!?!?! 

 

L'espressione di Shinso divenne la stessa di chi si era ricordato di aver lasciato le chiavi di casa nel proprio appartamento dopo aver già iniziato il percorso per la sede lavorativa, a metà strada. Il tutto era condito con una mano destra poggiata sulla fronte in segno di incredulità, cercando di lavare via dai suoi occhi la visione di quel fastidiosissimo incubo.

 

- Parbleu... Ditemi che non è vero... 

 

Kenji divenne nervoso come non mai: gli occhi si chiusero in segno di rifiuto della realtà che gli si era presentata davanti, e strinse il pugno sinistro puntandolo verso la sua faccia dal basso verso l'alto, come se avesse avuto il bisogno irrefrenabile di picchiare qualcuno. 

 

- Quell'idiota... 

 

- (Ma che cosa fanno? - Chiese tra sé e sé Rokujo, - S-si rendono conto della situazione in cui si trovano?) CHE COSA SONO QUELLE FACCE? NON MI CREDETE CAPACE DI FARLO?!?! 

 

- Ecco... è difficile da spiegare... - disse il Legnogeco, cercando di nascondere la rabbia, - il fatto è che... 

 

- zzzzzzzzzzzzz... 

 

Il piccolo, nonostante fosse sospeso in aria per la nuca da un energumeno tutto fuorché amichevole, e prima fosse rimasto in una sacca come ostaggio, stava dormendo profondamente come un sasso senza farsi disturbare da niente. Rokujo rimase infastidito da tale comportamento, tipico di qualcuno che non ci tiene alla propria vita. 

 

- Grrrrr... Oggi mi vogliono tutti prendere in giro... EHI TU! 

 

- Zzzzzzzzzzzzz... 

 

- SVEGLIATI, MOCCIOSO! 

 

- Zzzzzzzzzzzzz... 

 

L'ennesima risposta ronzante gli fece perdere le staffe. Fece un lungo respiro per poi urlare nelle orecchie del povero ragazzino. 

 

- SVEEEEEEE-GLIAAAAAAAAAAAAAAAAAA-TIIIIIIIIIIIII!!!!! 

 

L'urlo fu talmente forte da piegare gli alberi vicino come una dirompente folata di vento, andando a spogliare quelli più esterni di qualche foglia. Il resto dei pokémon si era coperto istintivamente le orecchie per difesa. 

 

- Zzzzzzzzzzzzz... Uh? 

 

 

Nessuno avrebbe potuto continuare a dormire dopo quell'urlo, nemmeno quel povero ostaggio. Stiracchiandosi le braccia verso il cielo e sbadigliando con altrettanto vigore, il piccolo iniziò a svegliarsi. 

 

- Yaaawn... Mmmmhhh ... Che bella dormita... 

 

Cominciò a stropicciarsi gli occhi per riuscire a togliersi la cispa che il lungo sonno gli aveva regalato con la stessa gentilezza di un pugno nei denti, ma tolse solo quella: il sonno profondo da cui era stato destato ancora cercava di trattenerlo, e ciò lo rendeva svampito, con qualche difficoltà cognitiva.

 

- Uh? (Sto...volando?)

 

Il piccolo si rese conto di essere sospeso a mezz'aria. 

 

- Uhmmm... Non credo di aver mai imparato a lievitare così... Che strano...  Che mi sia allenato troppo ieri? - Disse incrociando le braccia, - Uhm... Uh? 

 

Nel mentre aveva alzato gli occhi al cielo, e si era reso conto di essere tenuto in aria da un Machamp. Sebbene si sentisse molto tranquillo, la faccia di quel tipo non era per niente simile a quella di un amorevole madre  venuta in camera per darti il buongiorno. 

 

Nonostante questo, il piccolo ci parlò naturalmente, senza rendersi conto di niente.

 

- Ahhhh ok! Fiu... Cominciavo ad avere paura! Tuuuu...Saresti? 

 

- DOVE CREDI DI ESSERE EH? PICCOLA PESTE! TI RENDI CONTO DELLA SITUAZIONE IN CUI TI TROVI?? 

 

- Ecco... Veramente no. Non ne ho idea.

 

- EH?!? NON RICORDI NIENTE!?!?! VI ABBIAMO AVVELENATO CON TOSSINA DAL NULLA MENTRE STAVATE SCARABOCCHIANDO! COME FAI AD'ESSERE COSÌ SVAMPITO!?!?

 

- (Sì ma non urlare... Porca miseria...)

 

- Uhm... Capo? 

 

- CHE VUOI ORA KAZAN? 

 

- Se non ricordo male, questo è "l'extra". 

 

- L'extra? 

 

- Sì. Mentre ci siamo diretti qui per organizzare l'appuntamento, abbiamo trovato questo ragazzetto addormentato all'entrata della Collina del giuramento, sotto un albero. Nel sonno confabulava cose senza senso, cose tipo "King kong" e "Dragon Paw". All'inizio non ci stavo dando peso, ma poi gli ho sentito pronunciare "Borgo Quieto" ed allora ho pensato che fosse legato a quel villaggio. Mi sono detto "un ostaggio in più non farà male" e l'abbiamo preso in custodia. 

 

- Aspetta. Stava dormendo? 

 

- Sì. 

 

- Ed è rimasto in una di queste sacche da allora? Senza lotta? 

 

- Sì capo. 

 

- Confermi Pleigh? 

 

- Certamente capo! 

 

- Mi state dicendo che questo microbo è rimasto in letargo da allora? 

 

- Esattamente.. 

 

Rokujo non voleva credere a quello che stava sentendo. Non aveva mai incontrato uno svampito ed un ingenuo di tale calibro.

 

- RAGAZZINO! NON TIENI ALLA TUA VITA NEANCHE UN PO'? 

 

- Uh? 

 

- GUARDA DOVE SEI FINITO PER COLPA DELLA TUA SBADATAGGINE! DORMIRE SOTTO UN ALBERO IN MEZZO AL NULLA?!?! QUALE IDIOTA LO FAREBBE? 

 

- Non sono belle parole da dire, sai? E poi potresti smetterla di urlare? Davvero: mi sono appena svegliato. Mi stai rimbambendo più di quanto non lo sia già...

 

- EH? CONTROBATTI? IN QUESTA SITUAZIONE? SE NON L'AVESSI CAPITO SEI UN OSTAGGIO! E FARÒ CON TE QUELLO CHE VORRÒ! DOVRESTI SCEGLIERE ATTENTAMENTE LE PAROLE DA USARE! 

 

Il piccolo fece uno sbuffo di rassegnazione. 

 

- (Si è svegliato male questo qui?) Uff... Come vuoi... Almeno potrei sapere il motivo di tutto ciò? 

 

La sua disinvoltura stava facendo incazzare il Machamp di più di quanto la situazione stava facendo già da sé. 

 

- GRRRRAAAAAA! SONO INFURIATO! NON SOLO HO RAPITO DEI BAMBINI PER PORTARE QUESTI SCHIFOSI IMBROGLIONI QUA, - disse indicando il team Skyriders, - MA DEVO ANCHE ESSERE PRESO IN GIRO DA UN PICCOLO MOCCIOSO! 

 

- Intendi lor... Ehi! 

 

Il piccolo si rivolse al team Skyriders. 

 

- Ragazzi! Che ci fate voi qui? 

 

Shinso, tra la sorpresa e l'assurdità del momento, esplose in un urlo di rabbia di una persona esageratamente preoccupata. 

 

- PARBLEU! CHE CI FAI TU QUI?! TI SEMBRA IL MODO?! NON SAPEVAMO DOV'ERI! AL TUO POSTO CI POTEVA ESSERE UN INNOCENTE! ERO PREOCCUPATO DI DOVER ASSISTERE AD UNA CARNEFICINA! MA COSA DEVO FAREEEE! CRAAAA! 

 

Dopo quella frase, si mise a piangere irrefrenabilmente. Il piccolo pokémon  era imbarazzato e non sapeva come rispondere a quello. 

 

- (Povero me...) Ehi Shinso... S-stai esagerando... 

 

- Seriamente Rukio... Come diavolo hai fatto a farti catturare? Hai dormito fino adesso?! Ma porca p***ana... 

 

- È colpa vostra! Vi avevo detto di venire alla Collina del Giuramento per il nuovo allenamento, ed eravate in ritardo! È ovvio che mi metta a dormire in momenti di noia come quello. Lo sapete che non sopporto aspettare... 

 

- Ah... era la Collina del Giuramento?

 

- Uh?

 

- L-lasciamo stare, - disse riprendendo il tono da paternale, - non mi sembra il momento di lamentarsi... È già abbastanza imbarazzante essere un tuo compagno in momenti come questo. Abbiamo dovuto scomodare Nuzleaf per sostituirti...

 

- Beh... Ha sempre voluto far parte del team! Direi che debba esserne solo contento, no? Non ho ragione, amico mio?

 

Il pokèmon Scaltro, nell'assurdità del momento, non poté fare altro che rispondere come se nulla fosse. 

 

- Eheh... Hai r-ragione Rukio. Però sai... Non pensavo che la mia prima missione sarebbe stata così pericolosa... Avrei preferito una s-semplice esplorazione. 

 

In tutta quella disinvolta conversazione, Rokujo e tutti i pokémon del suo team erano molto confusi, e scommetto che lo sei anche tu in questo momento, caro lettore. Il bandito ruppe il discorso con una parola ferma e forte. 

 

- UN MOMENTO. 

 

I tre pokémon smisero di interloquire, e Shinso di piangere. 

 

- Credo di non avere capito bene... State continuando a dire Rukio di qui, Rukio di là, riferendovi a questo marmocchio. 

Rimasero in ascolto con facce impassibili. 

 

- Rukio... State continuando a dire Rukio... 

 

Sbottò dirompente, visibilmente irrequieto.

 

- M-MI VORRESTE FAR CREDERE, CHE QUESTO MARMOCCHIO BLU È RUKIO?!?! 

 

- Che seccatura... Ho cercato di dirtelo, ma non mi hai fatto finire... 

 

- Parbleu! Eri talmente arrabbiato che non avresti ascoltato una nostra sola parola... 

 

Il Machamp rimase di sasso. Il suo viso non dava segno di espressione, come se avesse dimenticato rabbia o stupore. Colui che aveva cercato per lungo tempo, colui che aveva sconfitto la Materia Oscura ed era temuto per essere un pokémon ridicolmente forte, si era presentato davanti a lui sotto la forma di un piccoletto che raggiungeva neanche metà della sua altezza. 

 

Tutto ciò, per lui, era al limite dell'assurdo. Rokujo si girò verso Rukio per osservarlo attentamente. Era un Riolu, il pokémon Emanazione di colore blu che aveva le sembianze di un piccolo uomo lupo, dalle fattezze rotonde e il pelo morbido. 

Più che un animale feroce, poteva essere benissimo scambiato per un peluche di taglia media. Non aveva segni particolarmente eccentrici, a parte un corto ciuffo in mezzo alla fronte e una strana sciarpa verde con strisce blu attorno al suo collo. 

 

Lo stava osservando attentamente con uno sguardo serio e solenne, quasi come se davanti a lui si fosse presentato il suo vecchio maestro di arti marziali, dopo aver girovagato per terre lontane per migliorare il proprio stile di combattimento. 

Tuttavia, quando si rese conto di essere, nella sua mentalità, sotto un buffo scherzo, la sua reazione fu tutto fuorché una manifestazione di ammirazione. 

 

- Eh...eheh...eheheh...brfffffffUAUAUAUAUAUUAUAUAUAUAAH! AHAHAHAHAHHAHAHAH! 

 

- (E' andato. E' insopportabile...) - Pensò lo spadaccino.

 

- (non ci crede neanche un po'... Mon Dieu ...) 

 

- E' decisamente impazzito, - disse Kazan.

 

- Odio quando fa così... Mi fa purificare tutta la pelle!

 

- Beh, Pleigh... I tuoi urli isterici non sono esclusi da concorrenza, sai? 

 

- CHE HAI DETTO?? VUOI FARE A BOTTE?? 

 

- Sigh... 

 

- BRWAHAHAHAH! CHE SPASSO! IL VOSTRO SENSO DELL'UMORISMO E' S-STRAORDINARIO AHAHAHAH! QUESTO MARMOCCHIO?!?!? RUKIO?!?!?! BRWAHAHAHAHAHA! 

 

Il piccolo licantropo rimase imbarazzato dall'incredulità di Rokujo. 

 

- (E' così divertente?) B-beh... In verità sì. Quello è il mio nome. 

 

Il Machamp cambiò improvvisamente tono di voce, passando da gioioso ad iracondo. 

 

- NON MI PRENDERE IN GIRO! PICCOLO MOCCIOSO! SONO VENUTO FIN QUI DALLA TERRA DELLA SABBIA PER SFIDARE IL GRANDE ORYUGO RUKIO! MI SONO ALLENATO DURAMENTE PER QUESTO! NON ACCETTO ESSERE PRESO IN GIRO DA UNA BANDA DI POPPANTI! 

 

- È per questo che hai rapito dei ragazzini? 

 

Per tutto il tempo, il Riolu era rimasto in uno stato di disinvoltura e imbarazzo, e quella frase seria, a bruciapelo, sbucata fuori dal nulla risultava talmente fuori luogo da far scaturire un interrogativo d'istinto da parte del pokèmon Megaforza. 

 

- UH? 

 

- Ti sto chiedendo se hai rapito gli alunni di Borgo Quieto solo per sfidarmi. 

 

- E A TE COSA IMPORTA? CHIUDI LA BOCCA MOCCIOSO! 

 

Rukio continuò con tono pacato, senza scomporsi. 

 

- Borgo Quieto è il luogo dove ho passato i momenti più felici della mia vita. E' come una seconda casa per me. Se gli hai fatto del male... 

 

Nella rabbia del momento, Rokujo avrebbe fatto a botte con chiunque gli avesse rivolto la parola. E così fu anche con colui che teneva in mano, che agli occhi del Machamp appariva solo come un ragazzino irrispettoso.

 

- Mi dai sui nervi... Ti ho detto di chiudere la bocca ragazzino, giusto? Se non lo farai... 

 

Mentre lo teneva stretto per la nuca, Il pokémon muscoloso lanciò in aria il Riolu e caricò un Dinamipugno con il braccio sinistro superiore. 

 

- JESUS CHRIST! CAPITANO! 

 

- TE LA CHIUDERO' UNA VOLTA PER TUTTE! DINAMIPUGNO! 

 

Il Machamp sferrò il suo attacco verso il piccolo pokèmon. I suoi compagni stavano assistendo alla scena sbigottiti, mentre il team Skyriders, apparte Kenji, avevano nel loro volto la paura e la disperazione. 

 

- Ho capito, - disse il piccolo Riolu mentre tornava giù, - parlare non serve a niente.

 

Nei secondi precedenti all'impatto, accadde qualcosa. Lo scenario di quel momento, che sarebbe dovuto essere la punizione di un marmocchio ingenuo, fu incendiato da una scintilla di forte personalità. 

 

Rokujo, nei pochi secondi precedenti all'impatto, vide qualcosa. 

 

Qualcosa di cui aveva dimenticato l'esistenza.

 

Qualcosa che non avrebbe mai creduto di vedere nel volto del piccolo Pokèmon. 

 

In quel momento di cieca rabbia, dopo tanto tempo, Rokujo rivide quello sguardo. 

 

Lo sguardo di chi lotta per un credo. 

 

Lo sguardo deciso e forte di chi sarebbe stato pronto a tutto pur di vincere contro le avversità del destino. 

 

Lo sguardo, di un vero combattente. 

 

- FORZASFERA! 

 

Il Riolu, usando la mano destra per imprimere più forza, fece scontrare contro il Dinamipugno una Forzasfera, facendone derivare un'esplosione. Questa fu tale da sbalzare via entrambi i combattenti assieme ai due compagni del Machamp, creando una nube di fumo sollevata dal terreno. 

 

Lo sbalzo buttò a terra Rokujo più per la sorpresa che per l'impatto, mentre i compagni rimasero in piedi.

 

- M-ma che diavolo...

 

- CAPO! 

 

- NIENTE DI ROTTO CAPO, VERO? 

 

- CERTO CHE NO IDIOTI! PENSATE BASTI QUESTO PER FARMI DEL MALE? 

 

Il Machamp, infatti, aveva solo un po' di polvere addosso derivata dall'esplosione. I muscoli del pokemon Megaforza non erano facilmente danneggiabili, e il Dinamipugno che stava lanciando era abbastanza forte da bilanciare la potenza di quella Forzasfera. 

 

Tuttavia, quella semplice mossa bastò a sorprenderlo.

 

- (C-cos'era quello? Forzasfera? Da quando un Riolu può usare la Forzasfera?! E con questo livello di potenza poi! Era abbastanza forte da contrastare il mio Dinamipugno! Che diavolo sta succedendo?!?!? Non capisco!) 

 

Nel mentre che faceva queste considerazioni, il cumulo di polvere svanì piano piano, lasciando spazio ad una figura severa ed iraconda. Dal corpo del Pokèmon fuoriuscivano leggere strisce blu di aura dalle sfumature celesti, che si muovevano al passo col vento come leggeri fili d'erba, in contrasto con la faccia furiosa del Riolu. Rokujo rimase sbigottito. 

 

- Era ora. Mi chiedevo quanto tempo ci volesse ancora prima che si desse una svegliata... - commentò Kenji. 

 

(Ost fight for Pride)

 

- Devo ammettere che è la prima volta che mi trovo in una situazione del genere, - disse il piccolo licantropo con tono serio, - non so se prenderti a botte per tutta questa messa in scena o per il fatto che le tue motivazioni di fondo siano altrettanto egoiste... Se mi avessi chiesto direttamente non avrei declinato, sai? Vuoi così tanto questo combattimento da farmi arrabbiare? Molto bene... 

 

Le strisce blu aumentarono di volume, divampando dal suo corpo. 

 

- FATTI SOTTO! TI FARO' RIMPIANGERE DI AVERMI SFIDATO IN QUESTO MODO! 

 

Ogni dubbio nei confronti del pokémon svanì. Di fronte al team Ryokushin Rokujo, stava in piedi il capitano del Team Skyriders, Ōryūgo Rukio, il leggendario eroe che salvò il mondo pokémon dalla catastrofe della Materia Oscura. 

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La sua posizione ferma e i suoi occhi decisi erano la prova di innumerevoli combattimenti, soccorsi ed esplorazioni affrontate, segno di uno che viveva secondo un credo e con un obbiettivo, che avrebbe fatto di tutto per raggiungerlo e rispettare le sue regole. 

 

- N-Non è cambiato di una virgola, - disse Nuzleaf. 

 

- Vraiment? Vuoi dire che è sempre stato così? 

 

- Non proprio all'inizio, però da quando è diventato così non è più tornato indietro... Eheh... 

 

Gli scagnozzi si spaventarono davanti a tale vista. 

 

- E-ehi... Avete visto quel Meisoku? 

 

- N-non ho mai visto niente di simile... 

 

Anche Kazan e Pleigh rimasero stupiti dall'aura che usciva dal corpo del piccolo pokèmon. 

 

- Questo tizio... Non è da sottovalutare. 

 

- Questa volta abbiamo fatto centro! VAI CAPO! PESTALO A SANGUE! 

 

Rokujo, invece di esserne spaventato, ne gioì fino ad assuefarsi. 

 

- Eheheheheh... Sembra che ti debba le mie scuse, Rakujitsu no Senshi, - disse rivolgendo uno sguardo di sfida verso Rukio, - non mi sarei mai aspettato che dietro un piccolo marmocchio come un Riolu si potesse nascondere niente di meno che un combattente del tuo calibro. Molto bene, Ōryūgo Rukio... - continuò sgranchendosi le nocche, - sarò ripetitivo, ma non vedevo l'ora di affrontati! KAZAN! PLEIGH! STATE INDIETRO! Lui è solo mio... 

 

- Ragazzi, - disse allo stesso modo il pokèmon Emanazione, - state indietro anche voi. Potrei non riuscire a controllarmi... 

 

- Eh? Per favore... Non hai bisogno di preoccuparti per noi, capitano, - disse il Grovyle, - vero, Shin- 

 

Shinso e Nuzleaf si erano già allontanati con gli scagnozzi verso l'uscita del Dungeon, da dove era entrato il team Skyriders. 

 

- Spero che non vi dispiaccia se mi metto qui anch'io messieurs

 

- F-fai pure, - disse un Machoke, - neanche noi ci intromettiamo nei combattimenti del capo! 

 

- S-sono contento che siamo sulla stessa lunghezza d'onda! Eheheh...

 

- (N-non ho parole...) - pensò Kenji con uno sguardo rassegnato e avvilito.

 

- Bene. Sembra che tutti si siano tolti di mezzo tra me e te, Ōryūgo Rukio, - disse Rokujo preparando un pugno con il braccio superiore destro. 

 

I due si stavano guardando negli occhi come due lupi aggressivi in procinto di scannarsi per il territorio, cercando di sottomettere l'avversario solamente con la propria forza di volontà. Colui che aprì le danze, fu lo sfidante forzuto.

 

- FATTI SOTTO! 

 

Iniziò lo scontro. Di solito, in combattimenti di questo calibro, i contendenti si lanciano addosso all'avversario senza pensarci due volte, ma Rokujo, per testare l'agilità di Rukio, scagliò il pugno caricato sul terreno. 

 

- TERREMOTO! 

 

Rukio non ebbe un attimo di esitazione e fece uno scatto in avanti per evitare l'attacco e chiudere le distanze. 

 

- (Bella mossa!) DINAMIPUGNO! 

 

L'avversario scagliò un pugno esplosivo con la mano destra inferiore, con traiettoria dal basso verso l'alto, ma il piccolo licantropo bloccò il colpo facendo una Protezione con le due braccia strette verso il petto. 

 

Bloccò il danno, ma l'attacco fu abbastanza forte da scagliarlo in aria. Rokujo lo seguì con un salto, preparandosi per un Incrocolpo. Sfruttando la gravità, Rukio lo intercettò con una Breccia, mirando al centro delle braccia usate per l'Incrocolpo. La forza e la precisione del colpo del licantropo fu tale da rompere l'attacco di Rokujo. Tuttavia, questo poteva contare su un altro paio di braccia, del quale sfruttò il braccio sinistro inferiore per sferrare un Dinamipugno che prese sul fianco sinistro il piccolo pokèmon, scaraventandolo a terra. Si sollevò un cumulo di polvere, che coprì il punto d'impatto.

 

- Mon dieu! CAPITANO! 

 

- VAI CAPO! SIIII' 

 

- Idioti, - Commentò Kenji. 

 

- Uh? 

 

- Dovreste avere paura per il vostro capitano... siamo solo all'inizio. 

 

Infatti Rukio era ancora in piedi e, senza perdere tempo, si lanciò addosso al Machamp preparando un colpo con la mano destra. 

 

- (Ha subito il Dinamipugno senza confondersi? Splendido!) 

 

- PALMOFORZA! 

 

Prese in pieno il Machamp in pancia, che nell'ammirare il suo avversario aveva rallentato i suoi riflessi. La mossa fu abbastanza forte da fargli provare dolore, ma non abbastanza per farlo vacillare. Difatti, subito dopo rispose all'attacco.

 

- DINAMIPUGNO! 

 

Il piccoletto usò una Forzasfera per parare l'impatto del Dinamipugno e danneggiare l'avversario, visto la vicinanza dei due, ma l'esplosione derivante colpì entrambi. Si allontanarono per riprendere fiato. Rimasero fermi, guardandosi negli occhi con aria di sfida. 

 

Rokujo si pulì la pancia, Rukio si asciugò il sangue dalla bocca. 

 

- (Questo l'ho sentito...) eheh... sei forte come dicono... 

 

- Anche tu non sei male, devo ammetterlo... 

 

- NON DARMI DEL TU, MICROBO! DINAMIPUGNO! 

 

Si lanciò contro l'avversario usando il braccio superiore sinistro. Nonostante la Nullodifesa *, Rukio schivó il Dinamipugno e tirò un Ossoraffica sulla spalla sinistra del Machamp, il quale rispose con un gancio destro. Il Riolu bloccò velocemente con un altro Ossoraffica, e con l'altro braccio usò ancora una volta un' Ossoraffica sul bicipite destro superiore. Si spinse con la forza dell'attacco facendo una capriola in avanti, e riatterrò dietro Rokujo colpendolo al fianco sinistro con la stessa mossa. 

 

- (Mi vuole punzecchiare o cosa?) COSA PENSI DI FARE CON QUESTI COLPETTI??? 

 

Il pokèmon Megaforza attaccò con un Dinamipugno sulla destra del piccolo licantropo. Questi però usò Protezione per attutire il colpo e sfruttando la forza del Machamp si allontanò da esso. 

 

- (E' forte e ha dei buoni riflessi. Sembra che non sia il solito gradasso... Ugh!) 

 

Rukio si coprì istintivamente il fianco sinistro. 

 

- (Ho preso un bel rischio a non schivare quel Dinamipugno di prima. Forse dovevo trovare un altro modo per testare la sua forza. Beh, almeno ancora un po' e potrò fare sul serio). 

 

Nuzleaf stava seguendo lo scontro puntigliosamente. Ogni mossa del suo amico ed ogni movimento, per lui erano eccezionali e degni di nota. Fu proprio questa puntigliosità a farlo accorgere di una cosa cruciale nel suo combattimento. 

 

- Un momento! Q-qualcosa non quadra... 

 

- Se ti riferisci al fatto che il vostro capo le sta prendendo, tranquillo! E' normale sfigurare di fronte al grande Ryokushin Rokujo! Ancora un paio di colpi e sarà bello che K.O, - disse un Magmar.

 

- N-non è quello, - disse con fare serio, - prima ha usato Forzasfera... poi Breccia... Protezione, Ossoraffica e Palmoforza! SONO CINQUE MOSSE! 

 

Gli scagnozzi si stupirono assieme al pokèmon Scaltro. Nel mondo pokèmon, è risaputo che si possono imparare per il combattimento solo quattro mosse e bisogna allenarle costantemente per avere lo stesso impatto in ogni lotta. Qualcuno dotato di cinque mosse, per loro, era qualcosa di totalmente alieno. 

 

- E'...E' VERO!! 

 

Kenji fece un sorriso beffardo. 

 

- Eheh... Te ne sei accorto eh? 

 

- M-MA KENJI-KUN, C-COME... 

 

- Quando l'abbiamo scoperto ha fatto un discorso complicato, ma io ve lo dirò in parole povere: è un essere umano, e come tale la sua intelligenza gli permette di fare cose che noi Kodamon possiamo ottenere solo con duro allenamento. Il nostro capitano può contare su otto mosse da poter utilizzare. 

 

Ci fu uno sbalordimento generale.

 

- O-O-O-OTTO MOSSE!? COSA!? 

 

Anche Rokujo si stupì di tale affermazione. Avere otto mosse voleva dire diverse combinazioni di attacco e difesa, rendendo l'avversario imprevedibile. Era inconcepibile che un solo pokémon potesse ricordarsi l'esecuzione perfetta di otto mosse diverse. 

 

Questo lo destabilizzò un attimo, lasciandolo completamente impressionato. Rukio non si fece sfuggire la distrazione del Machamp, e decise di passare al contrattacco.

 

- (E' il momento di fare sul serio!) AGILITA'! 

 

Rukio si mise a correre intorno a Rokujo incrementando la sua velocità. Rokujo si riprese velocemente, talmente forte e istintivo era il suo spirito combattivo. Tuttavia, il tempo che aveva dato a Rukio per eseguire Agilità, non giocò a suo favore.

 

- (Hai capito che sono più forte e punti sull'effetto sorpresa... Non funziona amico...) TERREM-! 

 

- FORZASFERA! 

 

Con una velocità di ricarica fuori dal comune, Rukio lanciò una Forzasfera con il braccio destro verso Rokujo, impedendogli di completare l'attacco. 

 

- (Ha caricato più velocemente?) ANCORA!? NON SAI FARE DI MEGLIO!? NON RIUSCIRAI A SCONFIGGERMI CON QUESTE MOSSE DA DILETTANTE! 

 

- Hai ragione. 

 

- UH? 

 

Rukio approfittò della cortina di fumo sollevata dalla Forzasfera per saltare in aria sopra Rokujo.  

 

- Se mi limito a queste mosse non riuscirò a sconfiggerti. Sembra che dovrò davvero usare tutta la mia forza... 

Mentre era in aria, caricò una Breccia con il braccio destro. 

 

- (Ancora breccia?? Mi basterà un Dinamipugno per fermarlo. Aspetterò che attacchi sul serio per impedirgli di avere tempo per Protezione.) 

 

Tuttavia, il Riolu non era intenzionato a sferrare il colpo direttamente. Alzò il braccio verso l'alto, quasi come se volesse fare un Martelpugno. A tutti sembrava un solito attacco, ma solo Kenji e Shinso riconobbero quella posa. 

 

- ECCOLO CHE ARRIVA! VAI CAPITANO!

 

- RECULER! (*) INDIETRO PIU' CHE POTETE! TORNATE NEL DUNGEON SE NECESSARIO! 

 

- Esagerato... - Rispose Kenji.

 

- MON DIEU! NON CI TIENI ALLA TUA VITA!?!?! 

 

Il braccio gli cominciò a brillare di una luce azzurra intensa, quasi come se dovesse esplodere da un momento all'altro. Mentre andava in picchiata, fece delle capriole in avanti per accumulare velocità, e quando fu abbastanza vicino a Rokujo si riaprì, pronto a sferrare il suo colpo. Il furore del combattimento sparì in Rokujo, e al suo posto apparì la primordiale paura dell'ignoto. 

 

- (Co-cos'è questa sensazione?? CORRI! CORRI!) 

 

- Jinrō Kenpō ... (*) 

 

L'aura di Rukio si concentrò tutta nel braccio destro, pronto ad essere scagliato contro Rokujo.

 

- KING-KONG HAMMER (*)! 

 

Scaraventò un colpo esplosivo verso il Machamp, la cui potenza fu tale da creare una pressione tremenda tra il pugno e il terreno. Il pokèmon Megaforza, con un bel gioco di braccia e gambe, si buttò a terra e cercò di rotolare verso destra, per riuscire a schivare l'attacco sfruttando l'impatto col terreno del pugno. L'impatto stesso fu talmente violento che rilasciò un'onda d'urto simile ad un'esplosione, che rischiò di spazzare via Pleigh e Kazan verso gli alberi intorno al lago. I due furono costretti a tenersi al suolo: Kazan usò il calore delle sue braccia per sciogliere due buche e piantarle nel terreno, mentre Pleigh creò una sostanza appiccicosa per aderire al suolo. Shinso, Nuzleaf e gli scagnozzi del team di rapitori furono spinti furiosamente dall' onda fino all'uscita del Dungeon, mentre Kenji rimase seduto nello stesso punto godendosi il violento vento come una fresca brezza mattutina. 

 

- Eheh... Magnifico... 

 

Tutto ciò durò dieci secondi, e ciò che rimase di quel colpo distruttivo fu una buca profonda cinque metri, del medesimo diametro. Rimasero tutti altrettanto tempo in silenzio, cercando di capire cosa fosse accaduto. 

 

- C-c-che diavolo... 

 

- Che cos'era... 

 

- QUELLO?! 

 

- P-p-parbleu

 

- M-ma santo cielo Rukio! - Esclamò Nuzleaf.

 

Il pokèmon Emanazione era rimasto con uno sguardo serio dopo aver lanciato il colpo. Mostrava un viso privo di qualsivoglia espressione, se non una pensierosa. Stava fissando la fossa che il suo attacco aveva lasciato, non curante del combattimento. 

 

- Uhm... 

 

Gli altri, invece, non avevano ancora trovato la reazione giusta per reagire a quell'avvenimento, e rimasero in silenzio in attesa di un qualche segno da parte del piccolo Riolu. 

 

Quello che uscì dalla sua bocca, non fu esattamente una risposta consona a quel momento di paura e confusione. Rimase serio, e con la stessa serietà si alzò dalla sua posizione, e si mise la mano destra dietro la testa, consapevole di aver fatto un qualche errore. 

 

- Credo... di aver esagerato. 

 

Il crollo di tensione derivante dal momento fece ribaltare a terra tutti gli spettatori eccetto Kenji, che si limitò a rimproverare il capitano. 

 

- Esagerato? Capitano: era ora che facessi sul serio! Qui dietro mi annoiavo! 

 

- S-sei sicuro di stare bene? Era una bella onda di energia... 

 

- Non ti preoccupare! Qui stiamo tutti bene! 

 

- PARLA PER TE, BUFFONE! - Dissero gli altri spettatori dal fondo dello stadio.

 

Nuzleaf era rimasto talmente shockato che non era riuscito neanche a lamentarsi del Grovyle. 

 

- A...a...a...

 

Venne Shinso a farlo rialzare dal suolo. 

 

- Mon dieu... Perdona il capitano... A volte è veramente impossibile da gestire... 

 

Non lo ascoltò: era completamente immerso nell'evento precedente. 

 

- C-cos'era... quello?! E'... è opera di un Kodamon?! C-che potenza distruttiva... 

 

- Jinrō Kenpō , - commentò Kenji. Per quelle parole sconosciute, i pokèmon intorno stettero in silenzio religioso ad ascoltare il Grovyle. 

 

- È uno stile di combattimento sviluppato da Rukio, che permette di creare mosse di una potenza fuori dal comune... Non ricordo tutto il resto della spiegazione, ma sappiate che il King-Kong Hammer è una mossa combinata tra Breccia e Forzasfera. 

 

Per te lettore, invece, darò una risposta più esaustiva. Un tempo, sparso per i continenti, esisteva un manufatto antico chiamato Combinatore, che ti permetteva di utilizzare due mosse o più contemporaneamente in un turno. Purtroppo, questo strumento misterioso aveva smesso di funzionare in ogni luogo dei Continenti Pokèmon per ragioni sconosciute ai più. 

 

Tuttavia, tracce dell'esistenza di questo oggetto si hanno nei libri di storia, e quindi è una conoscenza comune tra gli esseri viventi di questo mondo. Rukio non si era fermato alla semplice conoscenza, usando la curiosità e la creatività che contraddistingue gli esseri umani: allenandosi e cercando di superare i limiti del proprio corpo pokèmon, usò il principio della combinazione per creare un nuovo stile di combattimento che gli permettesse di competere contro gli avversari più forti, se non di superarli. 

 

Invece di usare due attacchi in successione, li esegue contemporaneamente, cambiando il processo di formazione di uno e sviluppando quest'ultimo nella forma dell'altro. King-Kong Hammer, ad esempio, è l'unione tra Forzasfera e Breccia, raccogliendo l'aura necessaria per una Forzasfera e facendogli assumere la forma del braccio. 

 

La Breccia serve come sostegno, per potenziare l'impatto con l'obbiettivo della Forzasfera e ridurre al minimo il rinculo dell'esplosione. Una tecnica che non potrebbe esser stata sviluppata senza un'attenta attenzione ai dettagli e ad una caparbietà nel perseverare la sua riuscita. 

 

Questo nuovo stile inventato da lui era ciò che lo distingueva dagli altri pokèmon. 

 

- Una M-mossa combinata? Ma i Combinatori... 

 

- Non funzionano più,  - disse Shinso , - Ma sembra che Rukio abbia trovato un altro modo per poter combinare le mosse. L'ampia esperienza nelle lotte e la sua intelligenza lo rendono un avversario davvero temibile. Allora? Monsieur  Muscolo? Sei ancora convinto di poter affrontare il capitano? Ingenuo, cracracra!

 

- E avete dato a me del buffone, -commentò Kenji.

 

Rokujo stava in piedi, con lo sguardo verso il basso. 

 

- C-capo Rokujo... - Si preoccupò Kazan. 

 

- Eheh... eheheh... 

 

Rokujo si mise a ridere a crepapelle. L'eccitazione per aver scoperto un avversario così temibile prese il sopravvento. 

 

- BRWBRWBRWUAHUAHUAHUAHUAHUAH! MERAVIGLIOSO! STUPEFACENTE! DA QUANTO TEMPO... DA QUANTO TEMPO NON SENTIVO IL TIMORE VERSO UN AVVERSARIO! NON POTREI ESSERE PIU' MOTIVATO! 

 

Rukio rimase inebetito da tanta irresponsabilità. 

 

- (Q-questo tizio ha qualche rotella fuori posto...) 

 

- COMBATTIAMO ANCORA, ŌRYUGO RUKIO! FINO A CHE UNO DEI DUE NON RESTERA' PIU' IN PIEDI! 

 

- Sigh... Come vuoi... 

 

********************************

********************************

 

***************NOTE DELL'AUTORE***************

-Explaining:


1) I "primogeniti" è un soprannome utilizzato dai pokèmon per identificare una categoria di pokèmon leggendari. In particolare, sono i diretti discendenti di Arceus, e vengono considerati i più forti tra tutti i leggendari. Per fare un esempio, Mew e Rayquaza sono dei primogeniti, mentre i tre golem (Regirock, Regice, Registeel) non sono primogeniti, in quanto creati da Regigigas, e non direttamente da Arceus;

-legenda:

Maguichi Kazan (マグ一 火山) : Primo Magma del Vulcano, First Magma of the Volcano.
Rakujitsu no Senshi (落日の戦士): combattente del sol calante, warrior of the setting sun.
Jinrō Kenpō  (人狼 拳法): Kung-fu del Licantropo, Kung-fu of the Lycanthrope.
King-Kong Hammer: Martello di king kong.

-FAQ: (Vuoto Atm)

-curiosità:

Des Pleigh è l'unico nome senza un corrispettivo letterale serio; Des è una mal pronuncia di Death, la quale è comune per questa parola in Giappone, che vuol dire morte, mentre Pleigh è una storpiatura di Plague, che vuol dire Piaga; 

 

 

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Capitolo 6: nemici ed eroi improbabili (Seconda Parte)

 

Spoiler

Dopo quell'urlo di battaglia, i due si lanciarono addosso l'uno all'altro di Zuffa, colpendosi violentemente con pugni e calci. Continuarono per tanto tempo a combattere in quel modo, cercando di colpire il più ripetutamente possibile l'avversario. Ogni colpo risuonò nell'ambiente come un colpo di campana: la forza dei due era equivalente, e non c'era modo per i due di superare l'altro. Più che questo, forse, vi era un secondo sentimento nascosto che aleggiava tra i due combattenti: per quanto con volontà di vincere, Ryokushin Rokujo voleva godersi il combattimento il più a lungo possibile, ed inebriarsi dello scontro epico che aveva aspettato per tutta la sua vita; Ōryugo Rukio, invece, voleva testare le sue capacità, ed assicurarsi che non avesse un asso nella manica che, più avanti nel combattimento, avrebbe potuto determinare la sua sconfitta.

 

In questo frizzante e caotico scontro di guerra, il Frogadier del team Skyriders aveva deciso di prendersi una tazza di tè verde. Alla vista non curante, quell'azione invece aveva un fine molto caro alla pigra ranocchia: rilassarsi dalla tensione dello scontro, che stava sovraccaricando i suoi già tesi nervi. Fece un sorso leggero chiudendo gli occhi, per poi riprendere ad assistere allo scontro.

 

- (Magnifique... già va meglio.)

 

Con un'occhiata furtiva guardò gli scagnozzi dietro di sé: tutti quanti erano concentrati su quella scena, senza preoccuparsi di quelle che dovevano avvenire in futuro. Probabilmente, lo scontro avrebbe determinato la fine della missione, e lui non si sarebbe dovuto sporcare minimamente le mani.

 

- (Quell'energumeno ha certamente dei fan accaniti. Useranno tutte le loro energie solo per fare il tifo.) - Pensò con un sorriso.

Si girò di nuovo in avanti, prendendo un altro sorso di tè. L'aria della violenza creava delle brezze alterne sul suo capo, vibrando la sua viscida pelle da anfibio come la carezza di un'amorevole madre. Alzò la testa verso il cielo, facendo in modo che quel vento passasse sulle sue guance.

 

- (Questo posto sarebbe perfetto per rilassarsi, se non fosse per questa scaramuccia. Ci tornerò durante il mio giorno libero! Potrei raggiungere la pace con il mondo.)

 

Chiuse gli occhi, prendendo un altro sorso di tè.

 

- (Se non altro... Fintanto che loro lottano...)

 

Si girò verso sinistra, puntando i suoi occhi verso il suo compagno Legnogeco.

 

- (Mister guerrafondaio rimarrà bello tranquil-)

 

Per qualche ragione, la ranocchia si bloccò alla vista del Grovyle: delle gocce di sudore si materializzarono come improvvisa condensazione di vapore acqueo, per poi evaporare in seguito al bollore rosso del pericolo. Byakuken Kenji non era tranquillo come lui credeva: era a gambe incrociate, con i gomiti appoggiati sulle ginocchia e il mento appoggiato sulle mani. Il suo sguardo era annoiato e stretto, e tremava come in preda al nervosismo.

 

- (ALLARME ROSSOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!) - Urlò dentro di sé la Schiumorana.

 

Ogni particolare del corpo dello spadaccino saltò all'occhio del ninja puntato da frecce rosse cartonesche, che lampeggiavano come un gigantesco segnale di pericolo stradale, ed ogni lampeggiamento batteva sulle sue tempie senza tregua.

 

- (Gamba destra vibrante con retto femorale contratto; tremori per tutto il corpo ma dita immobili e contratte; sguardo acuminato e respiro teso; palese fatica nello stare fermo; CIGLIA SINISTRA INRCATA IN ALTO!)

 

Lo sguardo di morte si stampò sul volto della povera rana, pietrificato in orrore.

 

- (VUOLE COMBATTERE A SANGUE!)

 

In quella dimostrazione di timore, la sua bocca si era chiusa ritraendo le labbra e il respiro si era bloccato, mentre la forza nelle sue dita era aumentata per mantenere statica la posizione della tazza e del piattino: non voleva assolutamente accelerare il processo che avrebbe portato il Legnogeco a creare una ressa da bar in club Newyorkese del Bronx.

 

In quella apparente calma, le vibrazioni dello spadaccino terminarono di botto, e il suo sguardo si riaprì verso il combattimento che stava avvenendo sotto i suoi occhi. Ci fu qualche secondo di silenzio, e un'altra ventata di violenza passò sopra le loro nuche. Senza voltarsi, Kenji fece uscire il fiato dalla sua bocca.

 

- Ehi... Shins-

 

- NON!

 

Il Frogadier si alzò di getto, facendo saltare l'infuso nella tazza di porcellana in aria, che ricadde perfettamente in essa senza problemi.

 

- EH NO! NON NON NON NON NON! - Fece il Frogadier, - NON CI PENSARE NEMMENO!

 

- Eh? - Chiese il Grovyle, confuso.

 

- NON CI PENSARE NEMMENO! CONOSCO QUELLO SGUARDO: VUOI TRASFORMARE QUESTO MIO MOMENTO DI RELAX IN UN'ALTRA DELLE TUE RISSE!

 

- Quale sarebbe il problem-?

 

- NON LO FARAI! SONO TUTTI IN TRANCE PER QUESTO COMBATTIMENTO E NESSUNO VUOLE MUOVERE UN DITO IN QUESTO MOMENTO! IO NON VOGLIO MUOVERE UN DITO! HO ATTRAVERSATO UN INTERO DUNGEON DI VENTI PIANI SENZA NEANCHE UN COMPENSO! NON FARO' PIU' DI QUANTO SIA DAVVERO NECESSARIO!

 

- Mi sembri molto più energico di quello che mi vuoi fare credere...

 

- E' COLPA TUA!

 

Era sempre stato così, purtroppo: se c'era la possibilità di non lottare, la Schiumorana era la prima a farsi da parte, tale era la sua pigrizia e la sua voglia di godersi la tranquillità. Il Legnogeco sapeva che non poteva fare niente per cambiarlo: ci aveva ormai fatto l'abitudine. Fece un sospiro pesante, per poi alzarsi in piedi e guardarlo negli occhi. Un barlume di serpente si fece largo nelle pupille dello spadaccino: così come conosceva i suoi difetti, conosceva bene anche le sue qualità.

 

- Allora... mettiamola così... - disse lo Spadaccino, - Siamo qui a fare niente, a guardare un combattimento che come dici tu è inutile... Non abbiamo degli ostaggi da salvare?

 

Per quanto apparentemente pigro, il ninja aveva un cuore buono: quando si trattava di salvare vite, la sua voglia di eventi tranquilli passava in secondo piano. Tutto ciò colpì Shinso come un treno: come da copione, si rese conto di stare effettivamente perdendo tempo.

 

- CRA! E' VEROOOOOOOOOOO!

 

Bevette tutto d'un sorso l'infuso verde, per poi riporre il materiale da tè con cura nella borsa, per poi riprendere la sua tensione.

 

- (Sono un disastro! Potevo approfittare della confusione per svignarmela e cercare i piccoli! Invece sono rimasto qui a fare niente! Devo andare a recuperarli! Andiamo!)

 

Fece per partire, ma si accorse immediatamente di non sapere nemmeno dove si trovino.

 

- (Un momento... NON SO NEMMENO DOVE SONO! CRAAAAAA! SONO UN IDIOTA!)

 

- Facciamo così, Shinso, - disse il Grovyle, continuando a premere sul compagno, - non sappiamo dove sono i piccoli, ma sono sicuro che questi tizi qua lo sappiano. Non ce lo diranno facilmente, e anche se lo scoprissimo non abbiamo la garanzia che quei due montati là in fondo ci permettano di svignarcela per andargli a cercare. Ora che non hanno un ostaggio, facciamo fuori questi scagnozzi e chiediamolo direttamente a loro due. Che te ne pare?

 

Il piano perfetto: la pigra Schiumorana alle dipendenze delle manie di combattimento del Legnogeco.

 

- EHI TU! STUZZICADENTI!

 

Uno dei due Machoke puntò la sua voce verso lo spadaccino, alzandosi dal suo luogo di ristoro.

 

- Uh? Cosa vuoi?

 

- "Facciamo fuori questi scagnozzi" HAI DETTO? L'HAI DETTO COME SE FOSSE UNA COSA FACILE!

 

Un sorriso beffardo si stampò sul volto del Grovyle: colse subito la palla al balzo della possibilità di scatenare la sua agognata battaglia.

 

- (Idioti... - pensò, - Mi alleggerite il lavoro...)

 

Si alzò in piedi, guardando il Machoke dritto negli occhi.

 

- Perchè? Non lo è?

 

- GRRR...

 

- Calma fratello. - disse l'altro Machoke, con tono tranquillo e in perfetto controllo - È chiaro che ti vuole solo provocare. Non ha davvero idea di chi ha di fronte.

 

Non era mai saggio mettersi in una gara di provocazione con Byakuken Kenji: persino la mossa omonima impallidiva davanti alle sue capacità.

 

- Non ne ho idea? - continuò con tono ironico, Ma davvero... Invece... Credo proprio di essermi fatta una mezza idea di chi mi trovo davanti...

 

Era molto bravo a stuzzicare le altre persone. Anche se lo sembrava, non lo faceva per cattiveria: era uno di quei pokémon convinto che tutto questo tirasse fuori la vera faccia di un individuo e gli permettesse di dare il meglio di sé in combattimento.

A Shinso, tuttavia, non piaceva l'aria di guerra che si stava instaurando tra il gruppo: era così sensibile a ciò che la poteva sentire come un enorme getto di aria calda sul suo petto.

 

- (OH NO! QUI SI METTE MALE!)

 

Con velocità chirurgica, il Frogadier balzò dal Machoke, tirando fuori di nuovo teiera e tazza e facendo al volo del té con foglie fresche.

 

- N-non statelo a sentire, messieurs! Al mio compagno piace stuzzicare le persone come se fosse un gioco, cracracracra... Perché non ci beviamo un po' di tè in tranquillità mentre assistiamo allo scontro dei nostri capitani?

 

- ANCORA IL TÈ?!?! SIAMO IN UNA CA**O DI MISSIONE, FROGGY SCHIFOSO! - Inveì lo spadaccino.

 

- È IL MINIMO INDISPENSABILE PER STARE VICINO A TE! - replicò nervoso, - Andiamo ragazzi... È tè verde di Baccafrago! Come si può dire di no a roba di prima qualità? Eh?

 

Il gruppo di scagnozzi guardò con aria minacciosa il povero Frogadier. La provocazione di prima aveva già seminato rabbia, e il suo comportamento eccessivo non fece altro che dargli una sensazione di perculamento.

 

- CRAAAAAAA! (NON VA BENE! SONO TROPPO ARRABBIATI!)

 

Inevitabilmente e contro la sua volontà, la Schiumorana aveva fornito il migliore degli assist allo spadaccino: non ci volle molto per far traboccare il vaso di pandora.

 

- Certo che se vi arrabbiate per così poco siete proprio scarsi, eh! - Riprese il Grovyle , - ditemi: eravate in offerta all'emporio Kecleon che siete entrati nel team di quello scimmione tutto muscoli e niente cervello? Anche se i Grimer mi fanno temere un altro tipo di origine...

 

Era fatta. Gli scagnozzi si alzarono di getto in preda all'ira funesta.

 

- BRUTTO PEZZENTE! TI FAREMO RIMANGIARE QUELLO CHE HAI DETTO!

 

(Ost wano kuni)

 

Gli scagnozzi partirono all'attacco. I due Machop si precipitarono addosso al Grovyle con Colpokarate, mentre i due Machoke con Breccia. Kenji, sottovalutando i suoi avversari, decise di andarci piano e considerare quel combattimento come un riscaldamento.

 

Saltò dal terreno per schivare i quattro e posizionarsi alle loro spalle.

 

- Prevedibili...

 

Uno dei due Machoke si girò di scatto per colpire con Breccia, ma lo spadaccino fu più veloce e lo mise K. O. con un solo fendente del suo Fendifoglia. Però non ebbe nemmeno il tempo di dire "troppo facile", che alle sue spalle i quattro Grimer usarono Fangobomba dritti verso di lui.

 

- (Sono veloci... Molto bene...)

 

Fece un rapido fendente dal basso verso l'alto colpendo il terreno, alzando un po' di fango che bloccò i loro attacchi, creando anche un muro di fumo prodotto dall'esplosione.

 

- NON LASCIAMOLO SCAPPARE! PIROLANCIO!

 

I Magmar, senza pensarci due volte, tirarono quattro Pirolancio in direzione del muro di fumo, creando una colonna di fuoco. L'esplosione derivante, tuttavia, rischiò di colpire anche i primi scagnozzi che avevano attaccato.

 

- IDIOTI! AVETE QUASI COLPITO ANCHE NOI!

 

- O-oh! Scusat-ARGH!

 

- AEROASSALTO!

 

Kenji colpì il Magmar distratto con un Aeroassalto, buttandolo a terra.

 

- *censura*!

 

Gli altri Magmar si precipitarono addosso al Grovyle con Fuocopugno per non farlo scappare.

 

- FENDIFOGLIA!

 

Nonostante lo svantaggio del tipo, Kenji, ruotando su sé stesso con un singolo Fendifoglia, mandò al tappeto tutti i rimanenti Magmar.

 

- Penosi. Che seccatura... Vabbè: un riscaldamento è sempre un riscaldamento...

 

- M-merda... Questo non è un principiante! - Disse un Machop.

 

- MA NON VINCERÀ CONTRO DI NOI, - commentò un Grimer.

 

- ANDIAMO! DOBBIAMO VENDICARE NOSTRO FRATELLO, - commentò un altro Machop.

 

Shinso approfittò della confusione per allontanarsi, facendo piccoli passi per non fare rumore.

 

- (Sta mettendo uno show quello, Mon dieu...)

 

- Insistenti, eh? Vabbé... Vi farò anch'io il mio trattamento di favore.

 

Kenji piegò le gambe verso il basso, stringendo le braccia davanti a sé. Gli scagnozzi si lanciarono contro di lui in contemporanea per riuscire a sopraffarlo, contando su un attacco congiunto con più mosse. Il Legnogeco, invece, contava di mandarli K. O. in un sol colpo.

 

- (Aspetta...)

 

Gli scagnozzi erano quasi vicino al suo raggio di azione: ancora un passo e avrebbero concluso il loro attacco. Quando raggiunsero la distanza di due metri, le lame del Legnogeco si illuminarono e i muscoli del suo corpo si contrassero dall'eccitazione.

 

- (ORA!) FENDI-

 

- FEEEEEEEERMI!

 

Da lontano, un urlo tonante dal bordo del bosco paralizzò sul colpo sia gli scagnozzi che lo spadaccino in procinto di attaccare. Proveniva dal Magmortar, uno dei capi dei banditi sul Monte delle Rivelazioni.

 

- Eh?

 

- S-signor Kazan?

 

Egli si avvicinò al luogo del combattimento, assieme al suo compagno Pleigh, guardando con aria severa i suoi scagnozzi.

 

- Non avete alcuna speranza contro di lui. - disse senza troppi fronzoli, - siete degli idioti. Non vi siete neanche accorti che vi sta "risparmiando" e ci sta andando piano. Fatevi da parte: questo spettacolo mi sta dando solo alla nausea.

 

Vi era disgusto nelle sue parole: sembrava davvero che considerasse i suoi scagnozzi solo come degli esseri inferiori.

 

- M-ma... Signor Kazan...

 

- FATEVI DA PARTE!

 

Gli scagnozzi non arguirono oltre ,sapendo che sarebbe andata peggio. Lasciarono spazio al pokémon Esplosivo per il combattimento, in solenne obbedienza. Lo spadaccino vide in quel pokémon di tipo Fuoco ardore e rabbia: fu estremamente contento di trovarsi di fronte ad un vero sfidante.

 

- (Bene bene...)

 

Kenji chiuse gli occhi, facendo un sorriso beffardo.

 

- Era ora che decidesti di uscire allo scoperto. Non sai quanto sia stressante per i miei muscoli andarci piano... Spero che almeno tu riesca ad intrattenermi meglio dei tuoi scagnozzi!

 

- Non fraintendermi.

 

- Uh?

 

- Il fatto che abbia detto questo non significa che ti considero al mio livello. Muscoli? Non prendermi in giro. Avrei preferito combattere contro il tuo capo, invece di una foglia secca.

 

Era anche bravo con gli insulti: quella giornata non poteva prospettarsi migliore.

 

- Oh? Vedo che di fuoco non hai solo il tipo... Sono contento che il mio avversario sia così pieno di sé!

 

- AH! Spero che tu ti ascolti quando parli.

 

Shinso, sul secondo piano dello scontro, aveva perso ogni speranza. Era chiaro che presto, tra i due, sarebbe avvenuto un duello che avrebbe potuto coinvolgere anche lui.

 

- (Mon dieu... Non ci voleva proprio! È mai possibile che non si possa fare un soccorso in beata tranquillità? Per fortuna sono andato via in tempo.)

 

Era a distanza di venti metri: nessuno avrebbe potuto disturbarlo e trascinarlo in qualcosa che corrispondeva a sudore e fatica.

 

- (Spero proprio che...)

 

- EHIIIIIILAAAAAAA!

 

Ogni speranza del Frogadier cadde nel baratro della disperazione. Quello che il Frogadier non voleva che accadesse, invece accadde: il Muk del team Ryokushin Rokujo si approcciò alla Schiumorana con fare da torturatore seriale.

 

- B-B-Bon après-midi (*)! Q-Qual buon vento ti porta?

 

- VOGLIO FARE UN GIOCO CON TE! CHE NE DICI SE CI DIVERTIAMO UN PO'? EH?! IO E TE DA SOLI... EH?

 

Già non aveva nessuna intenzione di lottare: un Muk tossico e maleodorante, poi, non rendeva certo il tutto più allettante.

 

- N-non preferisci un po' di tè?

 

Pleigh lo guardò con sguardo assetato di sangue.

 

- COMBATTI CON ME!!!

 

- CRAAAAAAAAAAAAA! VIA DI QUI!

 

Scappò verso la foresta, in modo da nascondersi da Pleigh.

 

- DOVE CREDI DI ANDARE, BRUTTA RANOCCHIA!

 

Senza perdere tempo, il Muk, con una velocità da fare invidia ad un Rimbombee, partì all'inseguimento del Frogadier con una furia incontrollabile. Il tutto fu talmente veloce che sembrò una scena senza senso tanto per riempire i buchi della trama, di quelle che lasciano in bocca un sapore di nulla. I rispettivi compagni assistettero alla scena con sgomento ed imbarazzo.

 

- (Ma che... Quell'ameba...)

 

- (Seriamente...)

 

Una volta finito lo stato di shock, si riguardarono negli occhi, per tornare alle faccende in sospese.

 

- Tsé! Il tuo amico è un vero fifone! Non capisco perché ve lo portiate appresso.

 

- Mah... Chissà... E' la stessa domanda che mi fanno tutti.

 

Il sorriso beffardo tornò sul suo volto, inarcando gli angoli della bocca.

 

- Finché vi fate tutti la stessa domanda, per me va bene così com'è.

 

Un dubbio amletico si stampò sul viso del Pokémon Esplosivo, facendolo rimanere per qualche secondo nel vuoto.

 

- Comunque...

 

Lo spadaccino alzò il braccio destro in avanti, manifestando un Fendifoglia.

 

- Spero che non ci andrai piano solo perché hai visto il mio compagno, Mr candelina.

 

Kazan, dopo quella provocazione, sorrise. Egli adorava terrorizzare il combattente avversario con la sua immensa forza, e chiudere il becco a quel Grovyle arrogante lo rendeva ancor più desideroso di combattere.

 

- Mr. Candelina eh... Spero che tu non sia bravo a dare soprannomi come lo sei a combattere. Altrimenti potrei annoiarmi...

 

- Allora potrei deluderti. Sono molto più bravo ad affettare cose piuttosto che a tirare pugni. Spero che tu possa farmi da buon acciaino!

 

Nel mentre che Kenji stava finendo la sua frase, il Magmortar stava preparando un Fuocobomba con il suo braccio destro.

 

- Acciaino eh? Dipende se sei in grado di sopportare le mie fiamme...

 

Il Grovyle preparò un Fendifoglia con il braccio sinistro.

 

- Sempre che i miei fendenti non le spengano prima...

 

I due si guardarono negli occhi, attendendo la mossa dell'altro. Attaccò Kazan per primo.

 

- Molto bene... Direi che è ora di farla finita con la parlantina... PRENDI QUESTO! FUOCOBOMBA!

 

Sparò una Fuocobomba con una velocità e rapidità tale che Kenji non avrebbe avuto il tempo né la forza di bloccare con un semplice Fendifoglia. Senza pensarci troppo, decise di optare per una schivata.

 

- AH! IDIOTA!

 

La Fuocobomba schivata stava per andare addosso ad un albero della foresta, che molto probabilmente sarebbe stata incendiata da quel fuoco.

 

- MERDA!

 

La sua esclamazione non era data tanto dalla possibilità di mandare a fuoco la foresta, ma fu più per il suo compagno che al suo interno stava combattendo contro Pleigh.

 

- CI PENSO IO! PROTEZIONE!

 

Nuzleaf, che era rimasto in disparte per tutto il tempo, usò una protezione per bloccare il colpo del Magmortar. Non era abbastanza forte per combattere, ma avrebbe fatto di tutto pur di essere utile in qualche modo.

L'esplosione derivante fu tale da spingerlo per cinque metri, ma non abbastanza per incendiare la foresta.

 

- TERRO' A BADA IO LE FIAMME! TU CONCENTRATI SU DI LUI!

 

- PAROLE GROSSE PER UNO CHE NON HA NEANCHE MESSO IL PIEDE DI GUERRA! PRENDITI UN ALTRA FUOCOBOMBA!

 

Dal nulla, Kazan riuscì a caricare una Fuocobomba in direzione di Nuzleaf. Questo aveva già usato Protezione: non aveva tempo per crearne un'altra abbastanza forte da proteggersi. Tuttavia, Kenji non aveva più intenzione di indugiare dopo aver capito la potenza del Magmortar.

 

- Senkendō: SHAKUSHIHŌ! (*)

 

Incrociò le braccia con i Fendifoglia su entrambe e lanciò un cannone di vento rosso in direzione del Fuocobomba, in modo da tagliarne perpendicolarmente la traiettoria. L'attacco fu spento all'istante, lasciando il pokémon Esplosivo completamente di sasso.

 

- Ehi, mr. candelina, - disse Kenji con sguardo serio, - sono io il tuo avversario, giusto? Se scegli altri obiettivi mentre stai combattendo contro di me... potrei ingelosirmi...

 

La frase fu detta con tono ironico, ma lo sguardo del Legnogeco trasudava tutto fuorché ironia. Un espressione spaventosa si marchiò nel cuore del Magmortar: era evidente che lo spadaccino non aveva affatto gradito il fatto che Kazan avesse aumentato la gittata del suo colpo per colpire la foresta, in caso di schivata come era accaduto.

 

Con quell'attacco, il bandito si era dimostrato un pokémon che avrebbe fatto di tutto per vincere, arrivando persino a colpi bassi e tattiche vigliacche.

 

Non c'era bisogno di altre parole o gesti, per capire che quello, per Byakuken Kenji, era il tipo di combattente che disprezzava di più in assoluto.

 

- Io sono il tuo avversario...

 

Kazan colse il significato nascosto di quelle parole, non potendo quindi fare a meno di sorridere alla sua irrisoria vittoria. Dal corpo del Grovlye, un Meisoku bianco argentato fuoriuscì dal suo corpo, fendendo l'aria come fruste di metallo.

 

- Solo. Io.

 

- Eheh... Hai deciso di fare sul serio, allora? - disse con un'espressione beffarda, - molto bene! FUOCOBOMBA!

 

Kazan lanciò un altro Fuocobomba addosso al Grovyle.

 

- FENDIFOGLIA!

 

 

Con un solo Fendifoglia, tagliò il Fuocobomba in piccole fiammelle, annullando l'esplosione e riducendolo a piccoli bracieri sul terreno.

 

- LANCIAFIAMME!

 

Tirò due Lanciafiamme usando tutte le due braccia.

 

- QUESTI LI SCHIVO! NUZLEAF!

 

- R-roger! PROTEZIONE!

 

Nuzleaf, mentre Kenji schivò saltando, li bloccò con protezione.

 

- CHE C'E'!?!? PAURA DI QUALCHE FUOCO D'ARTIFICIO? FUOCOBOMBA!

 

Kazan sparò dalle sue braccia due Fuocobomba, convinto che in aria il Grovyle non avrebbe avuto né il tempo di schivare né il tempo di contrattaccare.

 

- Eheheh... Sappiamo usare il cervello eh? Peccato che non funzioni... AEROASSALTO!

 

Kenji decise di andare incontro alle mosse usando un Aeroassalto con tutto il corpo, posizionandolo in modo da assumere una forma aerodinamica. I Fuocobomba lo colpirono, creando un'esplosione di fuoco e fiamme nel cielo. Tuttavia, riuscì a superare l'inferno di fiamme, cavandosela con qualche graffio.

 

- COSA?

 

Sfruttando la velocità della caduta, arrivò in picchiata addosso al Magmortar, centrandolo in petto con la testa. Tuttavia, Kazan non vacillo' di una virgola, e lo afferrò con le braccia.

 

- URGH!

 

- LANCIA-

 

Kazan si preparò a lanciare altri lanciafiamme addosso a Kenji, ma quest'ultimo, per liberarsi dalla presa, usò la foglia sulla sua testa per sferrare un Fendifoglia. Grazie a questo colpo, interruppe la mossa di Kazan, dandogli il tempo di spostarsi e riprendere le distanze.

 

- Eheh... c'eri quasi... Anche delle candeline possono fare male a quanto pare...

 

- Hai del fegato a parlare quando sei appena uscito da una brutta situazione eh! NON SARAI FORTUNATO LA PROSSIMA VOLTA! FUOCOBOMBA!

 

- Fendifoglia.

 

Senza alcuna fatica, Kenji estinse le fiamme del Fuocobomba lanciatogli addosso. Il Magmortar rimase di ghiaccio: fino ad adesso il pokèmon Legnogeco si era dovuto impegnare per spegnere quelle fiamme, e il Magmortar non aveva diminuito la potenza della mossa.

 

- (C-che succede? ho usato sempre la stessa forza, no?) FUOCOBOMBA!

 

Ne sparò due in contemporanea dalle braccia. Senza alcun problema, furono estinte anche quelle.

 

- M-MA CHE...

 

- Scusami, errore mio. Sembra che i tuoi scagnozzi abbiano davvero atrofizzato i miei muscoli prima del nostro scontro. Adesso non ho più problemi a tagliare le tue fiamme. Dunque, - disse Kenji, con un ghigno stampato sulla faccia, - che ne dici di fare sul serio anche tu eh? Ti sei scaldato abbastanza, no? Non mi dire che è tutto qui quello che sai fare...

 

La paura della forza del Grovyle si tramutò in ira accecante. Dimenticò il fatto che aveva appena spento le sue fiamme con mosse di tipo erba, e sentì quelle parole come una grossa offesa nei suoi confronti.

 

Kazan era abituato ad avversari che scappavano dal terrore non appena vedevano quella mostruosa velocità di ricarica dei suoi colpi, che di norma non si potevano lanciare dal nulla come faceva il Magmortar.

 

In rispetto della forza di Kenji, aveva iniziato a fare sul serio fin dall'inizio dello scontro. Il fatto che quello stava letteralmente giocando con lui, lo ferì profondamente nell'orgoglio.

 

- COME TI PERMETTI! LURIDO VERME! Volevo andarci piano perché sei un tipo erba... Ma sembra che tu non sia degno nemmeno della grazia del tuo nemico...

 

Kazan si circondò di un'aura rossa incandescente, caricandosi per l'attacco più letale che conosceva.

 

- LA TUA ARROGANZA NON MI LASCIA ALTRA SCELTA! PRENDI QUESTO! VAMPATAAAAAAAA!

 

Kenji non fece una faccia di paura, né tanto meno di rispetto verso il suo avversario. Sapeva che, una volta usata Vampata, il Magmortar avversario non avrebbe potuto utilizzare le mosse di prima con la stessa potenza dirompente precedente.

Più che un attacco killer, lo prese come un attacco di disperazione, sapendo che quel colpo avrebbe ridotto la forza delle successive mosse speciali dell'utilizzatore. Decise dunque di porre fine al gioco che stavano facendo.

 

- Vampata eh? Che delusione... Beh, pazienza... Pensavo davvero di divertirmi con te. E, per la cronaca: sei tu che non mi lasci scelta...

 

Kenji preparò due Fendifoglia sulle braccia, a cui aggiunse un'altra lama usando la foglia sulla testa. Il Meisoku dalle sue braccia fuoriuscì di un verde intenso: il colore era talmente acceso che avrebbe potuto colorare un intero abisso, se solo l'estensione di tale aura fosse stata tale da coprire tutta la sua dimensione.

 

Aprì il braccio destro all'indietro, e mise davanti il braccio sinistro.

 

- Senkendō...

 

Si scagliò addosso a Kazan con una furia tremenda, ruotando su sé stesso mentre andava in direzione del Magmortar. La sensazione da un osservatore esterno era quella di un fulmine verde dalla grandezza di un enorme trivella, e la forza dava l'impressione di essere quella di una mandria di cento Tauros.

 

- GREEN ATLAS! (*)

 

L'attacco disperse le fiamme come se fossero state spazzate via da un tornado, e l'impatto con il corpo dell'avversario, nonostante il tipo fuoco, avrebbe aperto il petto di questi in due, se Kenji non avesse rallentato l'impatto scagliandosi verso il terreno.

 

Tuttavia, la corrente di vento che il Green Atlas aveva creato, fu tale da tagliare in vari punti del corpo il Magmortar, e l'impatto stesso lo spazzò via, lanciandolo con forza verso gli alberi della foresta. Prima di fermarsi, spezzò tre alberi in successione, e cadde al suolo dopo che il quarto ne aveva fermato il moto, colpendogli la schiena.

 

Kenji si risollevò da terra, guardando in direzione del volo di Kazan. Nuzleaf, invece, era rimasto a bocca aperta dopo quell'attacco. Se prima si era stupito contro il Metagross, dopo quello ebbe una paura profonda verso lo spadaccino.

 

- Spero sia ancora intero... - disse il Legnogeco, - Devo vedere la sua faccia... Vieni con me, Nuzleaf?

 

Non diede segno di risposta. Era rimasto immobile, shockato.

 

- Immagino di no.

 

Il Grovyle si diresse verso Kazan. Il suo corpo era ricoperto dal sangue delle ferite, ma era ancora vivo. Aveva un'espressione corrucciata non in segno di paura, ma in segno di rabbia.

 

- Sei ancora cosciente? Che fortuna! Volevo proprio vedere la tua faccia prima che andassi K.O.

 

- Male...Detto...

 

Il Magmortar tentò di fare un Fuocobomba dal braccio destro da sparare in faccia allo spadaccino, ma non ci riuscì. Quello che ne saltò fuori, fu solo una piccola fiammella.

 

Kenji, con un sorriso beffardo, si avvicinò a Kazan, e spense con un soffio della sua bocca la fiammella.

 

- Buon compleanno, Mr. candelina!

 

Internamente, Kazan stava esplodendo, ma non aveva più la forza per parlare.

 

- (Questo Grovyle! Per quanto ancora ha intenzione di prendermi in giro?!)

 

- Sai, - disse con un tono serio, - mi aspettavo fin da subito che non fossi altro che un gran chiacchierone. Guardo sempre dall'alto in basso chi ha bisogno di mezzucci per trascinare sul ring un avversario. Hai fatto bene in un certo senso: non avrei mai accettato una sfida contro un perdente come te.

 

- U-URGH! C-COME TI-

 

- E avrei potuto continuare a schivare tutto il giorno i tuoi colpi, se non avessi mirato alla foresta per non farmeli schivare. Quando hai deciso questo, - disse con una faccia rimproverante, - hai perso ogni possibilità di avere un incontro leale con me.

 

- BRUTTO VISCID-

 

Kenji tirò un pugno in testa al Magmortar, facendolo svenire. Si allontanò da Kazan senza guardare indietro, senza interesse o meno di guardare una vittoria che non voleva avere.

 

Questo era il Senken no Kenkaku: le lotte erano un gioco per lui. Combatteva sia con le sue forze che con la sua lingua, per godersi appieno il divertimento di un duello.

 

Quando però, per un motivo o per un altro, perdeva il rispetto per il proprio avversario, allora lo ridicolizzava non impegnandosi e distruggendo ogni suo attacco più potente, fino ad umiliarlo.

 

"Solo coloro che cercano la forza possono capire l'eccitazione di diventare forti".

 

Questo era il credo di Kenji e, per lui, chi non lo rispettava non meritava uno scontro divertente. Dopo aver ridicolizzato fino alla fine Kazan, ritornò da Nuzleaf, per continuare a guardare lo scontro con Rokujo del capitano.

 

- Tutto bene, Nuzleaf?

 

- S-sì. Sto bene. S-sono riuscito a bloccare il resto delle fiamme con Ventagliente.

 

- E gli scagnozzi che erano qua?

 

- S-sono fuggiti.

 

- Eheh...Buono a nulla anche loro a quanto pare... Guardiamo l'incontro?

 

- Non dovremo... Sai...

 

- Cosa c'è?

 

- S-shinso... È scappato per la foresta con quel Muk...

 

- Ah.

 

L'aria spavalda di Kenji smise di soffiare per qualche secondo: anche se non lo dava a vedere, per qualche strana ragione era sempre preoccupato per quello che avrebbe potuto fare Shinso o gli sarebbe potuto accadere.

 

- Tsè. Non ho voglia di aiutare quel froggy viscido per un lavoretto così da poco. Siamo stanchi, no? Anche se sembra che sia stata una vittoria facile, ho dovuto usare molte delle mie energie. E poi, - disse Kenji con un'espressione seria, - ...

 

Rimase in silenzio guardando in cielo, come se volesse mascherare la sua risposta, cercandone un'altra nell'immenso celeste.

 

- ... E poi?

 

- No... Fa niente. Se sentisse la mia risposta me la rinfaccerebbe ogni giorno. Non è una cosa che mi farebbe piacere. Aspettiamolo qui: vedrai che se la caverà da solo. Quando mi sarò ripreso, andrò da mister candelina. Da come l'ho conciato, dubito che avrà le forze per scappare.

 

Così, i due decisero di rimanere lì, continuando ad assistere allo scontro del capitano e riprendendo le forze.

 

- CRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! SALVATEMI! QUALCUNO MI SALVI DA QUESTA SPAZZATURA!!! CRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!

 

***** NOTE DELL'AUTORE****

-legenda:

Shakushihō (赤獅砲): Cannone del leone rosso, Red Lion cannon.
Green Atlas: Atlantide Verde.

- Curiosità

Le mosse di Nuzleaf sono Finta, Protezione, Foglielama e Ventagliente;
Le mosse normali di Kenji sono Fendifoglia, Aeroassalto e Danzaspada;

Green Atlas vuol dire letteralmente "Atlantide Verde". Il nome è ispirato allo scarabeo "Chalcosoma atlas" , che è uno scarabeo a tre corna.

 

 

Capitolo 7: una commedia di pessimo gusto (Prima Parte)

Spoiler

Centosettantesimo anno del drago, 16.00 del pomeriggio. Luogo: Foresta del Consiglio. 

 

Era un dungeon di cui si parla poco, e ufficialmente non viene nemmeno considerato come tale. Il motivo dietro a ciò era la mancanza di pokèmon selvatici all'interno e il fatto che era costituito da un solo piano. Era un luogo frequentato in antichità perché le querce del bosco erano ricche una linfa dall'odore stranamente gradevole e molto aromatico, che veniva estratta dalla corteccia per essere usata come purificazione per il corpo esternamente, come una sorta di crema di bellezza. 

Con l'abbandono del tempio e la ripopolazione del sottostante Monte delle Rivelazioni, nessuno era più venuto qui e di questa particolare Linfaverde (*) se ne perse la conoscenza. Però, per quanto mi appassionino queste antiche leggende, non è per la sacralità e la cultura del luogo che ci troviamo qui, mio caro lettore.

 

(ost go go naruto)

 

- CRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! SALVATEMI! QUALCUNO MI SALVI DA QUESTA SPAZZATURA!!! CRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!! 

 

- DOVE CREDI DI SCAPPARE?!? VIENI QUI E AFFRONTAMI, RANOCCHIA * FIFONA! 

 

Shinso stava scappando per il bosco cercando di seminare Des Pleigh, il terzo membro del team Ryokushi Rokujo. Il Muk, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, era velocissimo: riusciva persino a pareggiare con un Frogadier, la cui specialità era appunto la rapidità dei suoi movimenti. 

 

L'inseguimento stava avvenendo in questo modo: la Schiumorana stava saltando di ramo in ramo, mentre il pokémon Melma stava scivolando sul terreno, sciogliendo tutto il terreno erboso che incontrava sul suo cammino. 

 

- AFFRONTAMI VIGLIACCO! VOGLIO UNO SCONTRO INDIMENTICABILE! 

 

- MA CHI TI VUOLE RICORDARE?!?! VAI VIA DA ME! 

 

Da quando erano entrati nel bosco, il pokémon melma aveva continuato a rincorrerlo per venti minuti interi, senza dargli tregua. 

 

- (Non si è ancora stancato? Che persistente!) PARBLEU! PERCHÈ MI INSEGUI, AMEBA GIGANTE?!?! NON VEDI CHE HO PAURA?!?

 

Pleigh non riusciva a perdonare l'attitudine del pokèmon Schiumorana. Come i suoi compagni, egli era venuto per uno scontro nel vero senso della parola: a Rokujo era toccato un eroe leggendario; a Kazan uno spadaccino temerario; a lui, una ranocchia piagnucolona che avrebbe potuto squagliare all'istante, se l'avesse raggiunto. 

 

- TI INSEGUIRÒ FINO ALL'INFERNO SE NECESSARIO! AFFRONTAMI! SPORCOLANCIO! 

 

Il Muk spuntò dalla sua bocca una palla di fango velenosa addosso a Shinso, mirando più avanti per intercettarlo. 

 

- CRAAAAAAAAAAAA! 

 

Lo Sporcolancio lo colpì in pieno, creando un esplosione che fece divampare fango in tutte le direzioni. I rimasugli dell'attacco si posarono sui tronchi di alcuni alberi, mentre il corpo del Frogadier cadde sul terreno, completamente ricoperto di melma. 

 

- Anf Anf... C-Che sc-chifo... N-non mi s-sento... 

 

Il veleno aveva avuto effetto, indebolendolo fino a renderlo impossibilitato dal muoversi di nuovo. Le parti di melma velenosa che erano schizzate sugli alberi sciolsero parte della loro base, andando quindi a spezzarli, facendoli cadere addosso alla Schiumorana. 

 

- CRAAAAAA! 

 

Shinso fu sepolto dalle querce cadute, che sollevarono un enorme polverone intorno alla zona. Pleigh assistette alla scena con delusione: nel cuore suo, sperava di mancare il bersaglio e avere un combattimento decente con il Frogadier. Invece, finì troppo presto per saziare la sua sete di sangue. 

 

- TI STA BENE, DANNATO PAGLIACCIO! TE L'AVEVO DETTO! NESSUNO SFUGGE AL GRANDE DES PLEIGH!

 

Mentre il pokèmon Melma si autocelebrava, il cumulo di polvere si diradò, e ciò che rimase fu una catasta di legno che stava schiacciando il corpo del Frogadier, del quale era visibile solo un braccio sdraiato sul terreno. 

Pleigh vide il braccio, e decise di tirarlo fuori per sfogarsi sul corpo malridotto di Shinso. 

 

- AHAHAHA! FAI SCHIFO! CHE CI FA UN TIPO COME TE AFFIANCO AL LEGGENDARIO RUKIO? VIENI FUORI CHE COSÌ POSSO INSUL- 

 

Quando lo tirò fuori, invece del Frogadier, apparve un fantoccio di stoffa ricoperto di polvere. Per aggiungere la beffa al Muk, al posto degli occhi aveva delle cuciture a croce, e da fuori la bocca usciva una lingua rosa con su scritto "idiota". Des Pleigh divenne fuori di sé quando capì di essere stato preso in giro, ed iniziò a urlare furiosamente.

 

- GRAAAAAAAAAAAAAAAARGH!!!!!! MALEDETTA RANOCCHIA!!! NON BASTERÀ SCIOGLIERTI LA FACCIA PER CALMARE LA MIA IRA! DOVE SEI?!?! DOVE SEI?!?! LURIDO VERME!!! 

 

Mentre il Muk era distratto dal fantoccio, Shinso, ricoperto di melma qua e là, stava cercando furtivamente di scappare in direzione opposta a quella presa fino a quel momento durante l'inseguimento, per tornare indietro dai suoi compagni che, secondo lui, avevano concluso lo scontro già da un pezzo. 

Purtroppo Pleigh si accorse del Frogadier, e quando questo si rese conto di esser stato scoperto, riprese a correre.

 

- CRAAAAAAAAA! 

 

- MALEDETTA RANOCCHIA!!! 

 

Il Muk riprese l'inseguimento e Shinso la fuga. Scappando per la foresta, i due si allontanano per un bel pezzo, lasciando il punto di prima alle proprie spalle. 

 

Viaggiarono per un pezzo molto distante: non si riuscì più a sentire le loro voci che vibravano per tutte le cortecce degli alberi. Non sembrava più il luogo dell'esplosione: intorno a quel cumulo di legna, si poteva sentire il silenzio incontaminato della natura non disturbata. L'unico elemento di disordine, era una strana macchia trasparente poggiata su un tronco, che era impossibile da vedere anche da occhio attento. La forma di essa era ben definibile come quella della medesima Schiumorana che era corsa via. 

 

- (Uhm... Sembra che se ne sia andato... cinque chilometri dovrebbero bastare.)

 

Gocciolò dell'acqua dalla figura, bagnando il pavimento di piccoli specchi. 

 

- Kaijo! (*)

 

La ranocchia si liberò dalla sua illusione, tirando un sospiro di sollievo. 

 

- Mi chiedevo quanto ancora ci volesse perché perdesse la pazienza. Mon Dieu! Credevo mi avrebbe assalito subito invece di inseguirmi! Che idiota... Davvero credeva che un attacco così lento mi avrebbe potuto raggiungere? Potevo farmi un tè prima che succedesse!

 

Vigliacco, scansafatiche: ogni commento negativo era possibile nel caso della Schiumorana, ma si poteva dire lo stesso anche per quelle positive. 

 

- (Non è stato facile... ho dovuto aspettare uno Sporcolancio come si deve per usare il mio Muro di Fumo e il mio Sostituto. Se gli avessi usato subito, non sarei potuto scappare facilmente. Non me l'aspettavo, ma ha dei buoni riflessi...)

 

La sua mente fu anche riportata al momento in cui il falso Shinso era scappato via, con delle finte macchie viola sul suo corpo.

 

- (Tch! Mi ha fatto utilizzare anche quello...)

 

Si distese a gambe aperte, rilassandosi completamente. Per qualche minuto si riposò tra le fronde degli alberi, per organizzare il da farsi e recuperare le energie.

 

- (Quel Pleigh... È una bella gatta da pelare.   Spero che la distrazione duri più del previsto. Ora... Ho bisogno di sapere un modo per trovare i ragazzi. Uff... Pensavo che, visto che quei bifolchi erano venuti dalla foresta, di trovarli qua vicino, ma credo di aver camminato in tondo per niente. Sigh...)

 

Fece un lungo sospiro malinconico, probabilmente per calmare il suo stesso nervosismo nei confronti della situazione. 

 

- (Sottovalutarli e pensare che per la pigrizia gli avessero nascosti in un punto di facile localizzazione è stata una pessima idea... Devo trovare un'altra sol-) 

 

Il pensiero di Shinso si interruppe all'improvviso, scosso da un evento impossibile da non considerare. Durante la fuga, la tasca laterale della Borsa dell'esploratore era rimasta aperta,  rendendo la mappa del Monte delle Rivelazioni vulnerabile a folate di vento imprevedibili. 

 

Fu proprio una di queste a portare via con sé la preziosa pergamena verso i rami più alti degli alberi.

 

- MERDÈ! LA MAPPA! 

 

Il Frogadier, con la sua velocità, riuscì in tempo ad afferrare la mappa prima che scappasse in una direzione non più visibile all'occhio dell'anfibio. 

 

- PRESA! Fufu... Dove credevi di andare, eh? Se ti avessi perso il capitano mi avrebbe suonato la testa con Ossoraffica! E credimi: non è un concerto a cui pagherei volentieri il biglietto! Certo che è una fortuna che questi alberi siano così alti! Almeno non rischiavo di perderti tra quei ram- 

 

Quando guardò in alto mentre parlava, si accorse di una cosa, qualcosa che non centrava niente con la fitta boscaglia che era la Foresta del Consiglio. Nella seconda fila di rami, appeso con una corda, imbavagliato e bendato, stava un pokémon nero e bianco simile ad un panda, che si stava dimenando ferocemente. 

 

- MMMMMMMFFF!! MMMMMMFF!! 

 

- (Ma pensa te! Che irresponsabili!) FERMATI! NON MUOVERTI! VENGO IO A LIBERARTI! 

 

Shinso eseguì un salto da terra per raggiungere il pokémon appeso. Nella sua mano destra, si formò quello che sembrava un coltello bianco come il latte.

 

- Taglio! 

 

Tranciando la corda, afferrò il piccolo pokémon e atterrò alle radici dell'albero, completando il suo soccorso senza alcun errore. 

Il piccoletto era Hishōken Pancham (*), il pokémon Briccone. Era uno dei vecchi compagni di classe di Rukio e Amelia, prima della formazione del team Skyriders e del conseguente trasferimento a Brusilia. 

Sono sicuro che nella tua testa ti sarà suonato questo campanellino d'allarme: possibile che in due anni trascorsi questo pokèmon stia ancora frequentando la scuola? 

 

Beh... Mio caro lettore, sono sicuro che anche tu conoscerai qualche ripetente guastafeste, a cui piace troppo divertirsi e non considera le priorità della vita. Per concludere le sue lezioni, Pancham avrebbe dovuto aspettare altri due mesi per concludere gli "studi".

 

- PFUAAA!!! 

 

- Mon dieu! Sei fortunato che ero nei paraggi! Se avresti continuato a dondolarti così saresti caduto a terra spaccandoti le ossa! Ces Coquins (*)! Appendere gli ostaggi per non farli scappare anche se si fossero liberati! Ma dove hanno la testa, Parbleu

 

Pancham, dopo aver ripreso fiato, riconobbe Shinso, il nuovo compagno di Rukio. Si conobbero assieme al compagno Shelmet in una missione del team Skyriders esattamente 8 mesi fa. Anche se non aveva stretto con lui un grande legame, vedere un volto amico in quella situazione lo portarono ad un crollo emotivo, iniziando a piangere come un bambino spaurito e saltando addosso al Frogadier in cerca di consolazione. 

 

(Ost pancham e Shelmet)

 

- SHINSOOOOOOO!!! PUAHHHH!! HO AVUTO TANTA PAURA!!!! 

 

- CRAAAA!! 

 

- CI HANNO PORTATO VIA! CI HANNO LEGATI ED APPESI AI RAMI COME SE FOSSIMO DEI KAKUNA!! PUAHHHH!!! 

 

- CRAAAA!! PARBLEU! LEVAMI LE MANI DI DOSSO! 

 

Il pokèmon Briccone stava stritolando il corpo gracile del pokemon Schiumorana come se fosse fatto di cartapesta, cosa che non piacque affatto a lui. 

 

- PARBLEU! TI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLO?!?! - Disse spingendolo via e liberandosi dalla presa, - LO SAI CHE MI HAI QUASI UCCISO CON QUELL'ABBRACCIO?! COSA SEI?! UN BEWEAR?!? * Anf... Anf... 

 

- S-scusami... 

 

- Lascia perdere: l'importante è che tu ti sia ripreso. Mon dieu! Possibile che in otto mesi che non ci vediamo sei ancora il solito piagnone? Se ti vedesse il capitano in questo momento... 

 

- EHI! CERCA DI METTERTI NEI MIEI PANNI! AL BUIO TUTTO QUESTO TEMPO SENZA SAPERE DOVE FOSSI E COSA NE AVREBBERO FATTO DI ME! 

 

- (E' ancora il solito mociosetto rumoroso...) Non posso fare a meno di non capirti, ma dovresti dare una controllata a certe reazioni esagerate...

 

- Parli proprio tu...

 

- COSA?

 

- N-NIENTE!

 

Il Frogadier si prese un attimo per organizzare le idee e capire cosa sarebbe stato necessario fare in quel momento. Aveva capito dove erano gli ostaggi e come trovarli: aveva solo bisogno di alcune conferme. 

 

- Allora Pancham. Sono dell'idea che anche gli altri potrei trovarli appesi sugli alberi. Per caso hai sentito o visto qualcosa che me lo possa confermare? 

 

- E-ecco... Non in termini di visione... Ero giá bendato quando ho ripreso i sensi, quindi non so precisamente dove... Ah! Se ti può aiutare, posso dirti che io sono stato l'ultimo ad essere stato appeso! Lo so perché il tizio che lo ha fatto ha detto "questo è l'ultimo". N-non so dirti altro...

 

Shinso non si demoralizzò da quella vaga conferma, e si ritenne soddisfatto per la risposta del ragazzetto. 

 

- Tres bien! Allora mi metterò a cercarli in questa foresta! Quei furfanti sono dei buoni a nulla: sicuramente vi avranno nascosti tutti nello stesso modo. Dimmi: ti ricordi stamattina chi era presente a lezione? 

 

- Questo sì! Ovviamente c'era Shelmet. Poi... Oggi erano tutti presenti: Clefairy, Duosion, Pansear e Sewaddle! 

 

- Sei totali... c'est magnifique! Non poteva andare meglio di cosí! Ti ringrazio Pancham, sei stato molto utile.

 

Dopo aver concluso la frase, tirò fuori dalla sua borsa un Evadisfera. 

 

- Uh? 

 

- Usa questa Evadisfera per tornare all'entrata del Monte delle Rivelazioni. A casa tua sono tutti preoccupati: almeno comincerai a dare un po' di sollievo agli abitanti di Borgo Quieto!

 

Il pokèmon Briccone guardò la sfera pensieroso. Aveva la possibilità di tornare a casa sano e salvo senza problemi, e dimenticare quella brutta avventura. Ma, sebbene fosse un piagnone, non se la sentiva proprio di abbandonare i suoi amici senza esser prima sicuro del loro salvataggio.

 

 - NO!   

 

Usò la mano destra per buttare l'Evadisfera a terra, rifiutando così l'offerta. Il pokèmon Schiumorana riuscì ad afferrare senza problemi la sfera, nonostante la rapidità del piccolo panda. 

 

- PARBLEU! TI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLO? 

 

- MI STAI DANDO DEL CODARDO? 

 

- EH? 

 

- NON POSSO LASCIARE I MIEI AMICI COME SE NULLA FOSSE! 

 

- Ma se un attimo fa stavi frignando... 

 

- NON È VERO! MI STAVO SOLO SFOGANDO! 

 

- Jesus Christ... 

 

La ranocchia si rese conto immediatamente di avere tra le mani una bella gatta da pelare: un ragazzino che avrebbe potuto rallentarlo o, nel peggiore dei casi, rendere impossibile la missione. 

 

- Senti... Questa situazione è molto pericolosa! Questa gente non scherza: prima mi stavo confrontando con un Muk ferocissimo! Se vieni con me, sarò sincero: non posso garantire la tua incolumità. Pensi davvero che non capisca quello che provi? Mi credi così insensibile? 

 

- Ehm... 

 

- Capisco esattamente come ti senti! Mon dieu! Ma capisci che non posso permetterti di rischiare così? 

 

- E-ecco... 

 

- Dimmi: hai capito il perché non posso portarti con me? 

 

- Brutta ranocchia schifosa... TI SEI PRESO GIOCO DI ME, EH? 

 

(Ost coming danger)

 

Da dietro di lui, una voce familiare rimbombò tra gli alberi: Des Pleigh era lì, più arrabbiato che mai. Probabilmente, aveva capito che la copia era un falso e aveva deciso di tornare indietro per riuscire a rincontrare Shinso. 

 

- CRAAAA! TI SEI LIBERATO DELLA COPIA?!?! 

 

Dal corpo del Muk uscì una strana aura fucsia, simbolo della manifestazione di Meisoku. Il Frogadier sbatté le palpebre incredulo.

 

- (P-può farlo anche lui!?!?!)

 

- Non so che trucco hai utilizzato per far durare un Doppioteam così a lungo...

 

Il Meisoku del Muk esplose per tre metri, ricoprendo la sua figura.

 

- MA VISTO CHE TI PIACCIONO I DOPPIONI, FARO' IN MODO DI DUPLICARE IL TUO DOLORE!

 

- (Merdeeeee... sono proprio nei guai fino al collo!)

 

Il Muk si accorse che vicino a lui uno degli ostaggi era stato liberato. 

 

- Oh? Ci sei anche tu... 

 

- GASP! 

 

Il panda si nascose istintivamente dietro alla ranocchia. 

 

- SEI STATO TU A RAPIRE I MIEI COMPAGNI?!?! NON TI PERDONEREMO MAI! ASSAGGERAI LA NOSTRA FURIA! 

 

- Dillo in faccia a lui, - disse Shinso, - Non dietro di me... 

 

- GRUAHAHAHAHA! FIFONE COME IL COMPAGNO! Ma è un bene che tu sia qui, - disse Pleigh con un tono piú calmo. - Questo è perfetto! (La ranocchia potrebbe scappare tutto il giorno. Ma quel piccolo Pancham... ) EHI! TU RANOCCHIA! 

 

- O-Oui

 

- Ti chiami Shinso, giusto? 

 

- E-E CON QUESTO? 

 

- SEMBRA CHE TI DIVERTA MOLTO A CORRERE! ANCHE A ME PIACE CORRERE... MA SOLO SE POI RIESCO A COLPIRE QUALCOSA! SCAPPA PURE: SE TE NE VAI, MAGARI IO E QUEL PANCHAM DIETRO DI TE POTREMO DIVERTIRCI UN PO'! CHE NE DICI PICCOLETTO, EH? VUOI GIOCARE CON LO ZIO PLEIGH? 

 

Il Pancham fece un singhiozzo, terrorizzato dall'idea di rimanere da solo con quell'elemento tutt'altro che amichevole.

 

- NON TI PREOCCUPARE! QUESTA RANOCCHIA SCAPPERÁ CON LA CODA TRA LE GAMBE, E NON AVRÁ MODO DI DISTRUBAR- 

 

Il Muk fermò la frase a mezz'aria, incerto e titubante. Ciò che vide davanti ai suoi occhi lo fece un attimo fermare: senza alcun dubbio o esitazione, il Frogadier si era messo esattamente davanti al pokémon Briccone, guardando il cattivo dritto negli occhi con aria di sfida. Non aveva intenzione di scappare: avrebbe lottato, se questo avrebbe significato proteggere la vita del piccoletto. 

 

Lo sguardo che la Schiumorana ebbe in quel momento eccitò la Melma, perché per la prima volta nel Frogadier vide uno sguardo deciso. 

 

- Guarda guarda... Sembra che la ranocchia fifona sia uscita dal fango, finalmente...

 

- Pancham, - disse Shinso, chiamando il ragazzetto.

 

- S-sí? 

 

- Fino a che non usciamo da qui, dovrai fare quello che ti dico io. Intesi? 

 

Nonostante la discussione di prima, Pancham non ebbe alcun dubbio sull'affidarsi a Shinso data la situazione, ma il suo cambiamento di personalità improvviso lo aveva scosso abbastanza da non rendere la risposta immediata come ci si aspetterebbe. 

 

- O-ok... 

 

- (Finchè Pancham è qui non posso perderlo di vista, o potrei metterlo in pericolo. Se usasse la Evadisfera adesso, probabilmente quest'ameba con la sua velocità farebbe in tempo a bloccarlo... Anche adesso mi tocca fare un evasione... Sì: credo non ci sia altro modo) Quando ti darò il segnale, afferra la mia pelliccia sulla schiena e aggrappati forte. 

 

Il Pancham non capiva le intenzioni del Frogadier, ma fece un cenno con la testa, affidando dunque la sua vita alla ranocchia fifona. Intanto, Pleigh si stava spazientendo per l'attesa. 

 

- ALLORA? QUANTO HAI INTENZIONE DI FARMI ASPETTARE ANCOR- 

 

Senza preavviso, Shinso fece uno scatto repentino andando addosso al Muk, coprendo la distanza di dieci metri tra di loro in meno di un secondo. Tra la sorpresa e l'effettiva rapidità del suo movimento, Pleigh non ebbe il tempo di reagire. 

 

- MA CHE- 

 

- MURO DI FUMO! 

 

Egli lanciò una palla nera addosso al Muk, creando una coltre di fumo che offuscò il campo visivo del pokèmon Melma. In quel lasso di tempo, tornò da Pancham e, nel mentre, staccò una parte della sua pelliccia (*) creando una pallina bianca. 

 

- ORA! SALTA SU! 

 

 

Pancham si aggrappò al Frogadier. La pelliccia di schiuma di Shinso funzionò come una sorta di adesivo, che incollò letteralmente il pokèmon Briccone al pokèmon Schiumorana. 

 

Il ninja poi usò la pallina bianca, imbevendola di saliva, per creare una sorta di corda, che utilizzò per legare saldamente il pokémon Briccone a sé stesso.

 

- VUOI SCAPPARE ANCORA, RANOCCHIA VISCIDA?! 

 

Il Muk fece un salto in aria per superare la coltre di fumo. 

 

- REGGITI FORTE! - Urlò di nuovo la ranocchia. 

 

- SPORCOLANCIO! 

 

Pleigh tirò uno Sporcolancio dall'alto addosso ai due, con una potenza e rapidità fuori dal comune. Ma Shinso, grazie all'incredibile velocità che lo contraddistingueva, riuscì a schivarlo, seppure a fatica per colpa del peso del panda e della Borsa dell'Esploratore. A causa di questo infatti, non riuscì a evitare anche l'esplosione creata dall'impatto dell'attacco, facendoli perdere la destrezza e spingendoli verso sinistra. Per non scontrarsi  contro l'albero sulla traiettoria e danneggiare Pancham, il Frogadier usó Taglio per creare un coltello e piantarlo sul terreno, fermandosi a metà strada. 

 

- (Lo sapevo: con Pancham addosso non posso muovermi come voglio... Non posso usare al massimo le mie mosse per sconfiggere quell'ameba parlante. Dovre- 

 

Non ebbe il tempo di finire il pensiero che il Muk era già davanti a lui, pronto a sferrare un altro attacco. 

 

- CRAA! 

 

- BRECCIA! 

 

Pleigh cercò di sferrare un attacco dal lato destro. 

 

- TELERAMO: ATTIVAZIONE! 

 

Dalla borsa del team Skyriders, Shinso tirò fuori un teleramo, per teletrasportare l'avversario in un altro punto random del dungeon. Sarebbe stato una buona mossa visto che il dungeon Foresta del Consiglio era a piano unico ma vasto. Sfortuna volle, tuttavia, che il Muk si accorse in tempo dell'attacco, e che aveva una mossa per contrattaccare e schivare velocemente l'effetto del Teleramo. 

 

- SCUDO ACIDO! 

 

Pleigh sciolse il suo corpo, aprendo un buco nella pila di melma che era nel probabile punto d'impatto dello strumento. 

 

- EXCUSE MOI?!?!

 

Dopodiché,  riprese subito la sua consistenza e cercò di sferrare un attacco ai due fuggitivi.

 

- BRECCIA! 

 

Tuttavia, Shinso dissolse il Taglio, creando una piccola sfera blu dalla stessa mano. 

 

- IDROPULSAR! 

 

L'impatto con il Pokèmon Melma della mossa creò un'esplosione che fece balzare via tutti e tre. Il Frogadier si riprese subito, mentre il bandito fece fatica a causa del colpo subito. Ciò diede il tempo a lui di pensare ad un piano di fuga. 

 

- (Devo creare qualcosa che lo tenga impegnato e lo costringa a rallentare... Non ho intenzione di lottare ... Non con Pancham in spalla! Che faccio?! Che cos- 

 

Vedendo il Frogadier in difficoltà, il pokèmon Briccone decise di frugare nella borsa per trovare degli oggetti utili. Trovò la Pietrisfera. 

 

- SHINSO! USA QUESTA! * 

 

- CHI TI HA DETTO DI FRUGARE NELLA MIA BORSA?!?! DAMMI QUA! 

 

La Schiumorana prese lo strumento vitreo, cercando di attivarlo. 

 

- PIETRISFERA: ATTIVA- 

 

- EH NO! FANGOBOMBA! 

 

Nel frattempo, Pleigh si era ripreso, e lanciò un Fangobomba piccolo e veloce, abbastanza da colpire la Pietrisfera, rendendola viscida e inutilizzabile. 

 

- CRAAAA!! 

 

- SPORCOLANCIO! 

 

Il Muk riprese ad attaccare con l'enorme poltiglia velenosa. Il Frogadier riuscì a schivarla e a posizionarsi sopra i rami di un albero, pronto a ricominciare il gioco di corsa. 

 

- (Però... Se scappo all'infinito non finiremo più... Cosa faccio? Pensa pensa pensa pensa pensa... Oh!) 

 

 

- (Ost strong and Strike)

 

Gli venne un'idea che sicuramente avrebbe funzionato, ma di cui non era un grande fan per le conseguenze che ciò avrebbe portato. 

 

- (Il capitano mi ammazzerà... ma per ora...NON HO SCELTA). 

 

Iniziò a saltare da un ramo ad un altro, continuamente spostandosi in cerchio in modo da muoversi attorno al campo visivo dell'ameba. 

 

- SPORCOLANCIO! 

 

Pleigh continuò a bombardarlo con i suoi attacchi, riuscendo sempre tuttavia a mancare il bersaglio. Shinso prese dalla borsa le Punta d'Oro che si era portato dietro per buono auspicio, e cominciò a tirarle addosso all'avversario. Mentre i due si sfidavano a colpi di lanci, Pancham notò una cosa: il suo "senpai" schivava attentamente ogni colpo di Pleigh senza problemi, ma non riusciva a prendere neanche una volta il Muk, come se non riuscisse a prendere la mira per colpa del corpo sfuggevole di questi. 

 

- MA DOVE STAI MIRANDO? 

 

- STAI ZITTO! HO BISOGNO DI CONCENT- 

 

Da quell'attimo di distrazione, Pleigh ricevette una buona finestra per colpire il Frogadier. 

 

- FANGOBOMBA! 

 

Usò il suo colpo più veloce per riuscire a colpirlo al 100%. Shinso non ebbe il tempo di schivare, ma abbastanza per attutire il colpo. 

 

- IDROPULSAR! 

 

Usò un idropulsar per fermare il suo attacco.

 

- MURO DI FUMO! 

 

Lanciò poi un Muro di Fumo verso il Muk per distrarlo. Pleigh però non voleva che un'altra coltre di fumo desse il tempo alla ranocchia di preparare altre mosse, e lo deviò con Breccia. Nel frattempo, fece un salto per coprire la distanza, e rii-sferrare un'altra Breccia. 

 

- BRECCIA! 

 

Shinso non riuscì a schivare, e prese in pieno il colpo. 

 

- PRESO FINALMENTE! 

 

Almeno, così Pleigh pensava. In realtà, quello era un Sostituto creato dal Frogadier, che nel frattempo era balzato in aria al centro della zona di combattimento. 

 

Essendo saltato in aria, ma non avendo la stessa agilità di Shinso, il Muk sarebbe stato vulnerabile a qualunque attacco. Pleigh non si curava di ciò più di tanto, perché durante tutto lo scontro, il Frogadier aveva tirato quarantotto Punta d'Oro senza mai colpirlo una volta e, se avesse utilizzato un altro Teleramo, avrebbe potuto schivarlo con Scudo Acido. 

 

- SARO' ANCHE VULNERABILE, MA NON RIUSCIRAI A COLPIRMI! PROVA A PORTARTI UN PAIO DI OCCHIALI LA PROSSIMA VOLTA! 

 

Il ninja, dall'alto, fece un sorriso beffardo. Un sorriso burlone, completamente dissonante con le urla isteriche di prima. 

 

- Fufu...Chi stava mirando a te, cretìn

 

- Eh? 

 

- Copriti gli occhi, Pancham.

 

Dalla sua borsa, Shinso tirò fuori una Lumisfera che aveva trovato nel corso del dungeon Monte delle Rivelazioni. 

 

- LUMISFERA: ATTIVAZIONE! 

 

Le Punte d'oro erano posizionate in modo tale da riflettere tutte la luce dello strumento, creando una gabbia di luce che accecò Des Pleigh.

 

- MA CHE- AAAAAAAAAHH! I MIEI OCCHI! AAAAAAHHH! 

 

Anche il Frogadier si era coperto gli occhi, e, quando arrivò a terra, usò una Tergisfera per pulire la Pietrisfera. 

 

- PIETRISFERA: ATTIVAZIONE! 

 

Il Muk fu completamente pietrificato dall'azione di questa seconda sfera, senza neanche avere il tempo di contrattaccare.

 

- W-wow... H-ha funzionato... - commentò Pancham. 

 

- Oui oui... Avevi dubbi? Ora andiamocene...

 

Senza perdere tempo, il Frogadier scappò tra gli alberi, dopo aver messo l'avversario fuori gioco con un'astuta strategia. Non impiegò neanche qualche minuto per assicurarsi di essersi allontanato dalla nuova statua della Foresta del Consiglio: la sua attenzione si focalizzò immediatamente nella ricerca dei piccoli ostaggi, dei quali, grazie al fortuito incontro con il panda, sapeva come e dove cercare. 

 

- Abbiamo quindici minuti per trovare i tuoi compagni, - cercò di spiegare il pokèmon Schiumorana a Pancham, - dopodiché, quell'ameba si libererà dalla Pietrisfera. Se vedi qualcuno, avvisami subito! Ogni secondo è prezioso, mes amis

 

************************NOTE DELL'AUTORE***********************

 

-Explaining:

1) Linfaverde è un oggetto che guarisce dalle scottature e rimargina le ferite, ma diminuisce la difesa di chi la usa;
2) Le sfere d'attacco sono utilizzabili solo dai team d'esplorazione, eccezion fatta per l'Evadisfera. E' questo il motivo per cui Pancham non usa la Pietrisfera ma vuole consegnarla a Shinso;

-legenda:

Kaijo (解除): rilascio
Hishoken (卑小拳): pugno meschino
Ces Coquins: Quei furfanti, these rascal.
Bonjur, petit morveux: buongiorno, piccolo marmocchio!

 

 

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Capitolo 8: una commedia di pessimo gusto (Seconda Parte)

Spoiler

I due, dunque, iniziarono a saltare di in ramo in ramo in cerca dei ragazzini di Borgo Quieto rapiti dal team Rokujo. Per Pancham quella di essere così in alto, saltare da una parte all'altra, sentendo l'aria soffiargli sulla pelliccia, era una sensazione nuova, che non aveva mai provato nel villaggio da cui era uscito se non poche volte.

 

Tuttavia, la gioia di un momento a godersi l'aria tra i capelli, non era tra le emozioni di cui potette godere appieno il Pokèmon Briccone. Ciò che occupava la sua testa in quel momento, era l'immagine di Shinso che aveva ricevuto tanto tempo fa, quando per la prima volta il Team Skyriders aveva partecipato ad una missione istruttiva commissionata dal preside Simipour.

 

Potresti tradurla come una sorta di "lezione sul campo" e gli esperti a cui gli alunni dovevano fare riferimento erano Rukio, Kenji e Shinso. Era stata organizzata una sorta di missione istruttiva nel Bosco Rigoglioso *. Tra tutti e tre i membri coinvolti, quello che aveva lasciato una brutta impressione era proprio il Frogadier: non aveva affrontato i pokèmon del dungeon, si era dimostrato un gran fifone ed aveva azionato le trappole che lo stesso preside aveva seminato per testare i ragazzi.

 

Nonostante le abbia schivato all'ultimo secondo, il fatto di non voler impegnarsi e di non voler dimostrare le sue doti aveva deluso i ragazzini, in quanto non si capacitavano di come uno come lui fosse diventato un compagno della squadra più temuta di tutta Brusilia.

 

La brutta impressione ricevuta in quel giorno, però, stava vacillando piano piano, lasciando spazio ad una figura completamente diversa, che il Pancham stava cercando di assimilare e comprendere. Molte delle domande a cui aveva già dato una risposta avevano perso fondamenta, ed era stato costretto a cambiarle.

 

Tuttavia, un'unica domanda era rimasta irrisolta fin da quei giorni di otto mesi fa.

 

- (Shinso... Che cosa sei?)

 

- Oh! Ecco il primo!

 

Il primo ostaggio che i due trovarono fu Sewaddle. Shinso si posò sul ramo dove era appeso, e creò un altro Mizu Kunai per tagliare la corda. Il pokèmon Grancucito, per paura di cadere, si agitò come un Carvanha durante il salvataggio.

 

- MFFFHH! MFFFHH!

 

- PARBLEU! NON AGITARTI! SONO QUI PER LIBERARTI!

 

Tagliò ogni bendatura che era stata fatta al piccolo pokémon tra le quali, oltre quelle standard per immobilizzarlo, c'era anche una che gli bloccava la bocca saldamente.

 

- (Mon dieu... Hanno messo un bastoncino di legno tra i due denti per evitare che si mangiasse le bende. Questi idioti l'hanno pensata bene eh? (*) )

 

- Sewaddle! stai bene?

 

Sewaddle, una volta liberato dalle bende, seguì l'esempio di Pancham dopo il primo incontro con il Frogadier: si mise a piangere ininterrottamente, buttandosi tra le braccia del compagno di classe.

 

- PANCHAAAAAAAAM!!! PANCHAAAAM!!!

 

Shinso non voleva credere alla scena che stava vedendo, e si stava immaginando di dover assistere alla stessa scena per ogni pokémon che avrebbe salvato.

 

- (Qualcuno mi aiuti... per favore...)

 

Il Frogadier prese senza perdere tempo l'Evadisfera, e la diede al piccolo bruco.

 

- Lo so che ti sei appena liberato e sei contento di rivedere Pancham, ma ho bisogno che tu adesso usi questa. Devo recuperare tutti i tuoi compagni, e purtroppo non riesco a portarmi dietro più di una persona. Spero che tu capisca.

Anche Sewaddle, come Pancham, avrebbe seguito Shinso per trovare insieme i suoi compagni, ma per qualche strana ragione, le parole del Frogadier ispirarono fiducia al pokémon Grancucito. Il ragazzetto smise di piangere, e prese l'Evadisfera dalle mani della ranocchia.

 

- Ci vediamo fuori, - disse Pancham, per incoraggiare il compagno.

 

- O-ok...

 

Il pokèmon Grancucito usò lo strumento e fu teletrasportato all'entrata del dungeon Foresta del Consiglio. Essendo l'entrata di tale dungeon l'ultimo piano del Monte delle Rivelazioni, fu teletrasportato proprio da Nuzleaf e Kenji, che stavano assistendo al combattimento di Rukio. I due furono stupiti di vedere il lampo di luce derivante da un' Evadisfera.

 

- M-ma che...

 

- Un' Evadisfera, probabilmente, - disse il Grovyle, - ce ne ha messo di tempo quel buono a nulla...

 

Guardarono entrambi nella direzione del lampo di luce. Nuzleaf riconobbe subito l'alunno della scuola di Borgo Quieto.

 

- EHI! SEWADDLE! VIENI QUA!

 

- Oh? Che ci fa lì quel marmocchio?

 

Sewaddle riconobbe da lontano i due pokèmon, ed andò ad abbracciarli piangendo, felice di aver ritrovato i suoi amici.

 

- S-Signor N-nuzleaf... Ho avuto tanta paura!

 

Il pokèmon Scaltro gli pose una mano sulla testa per accarezzarlo.

 

- Non ti preoccupare... E' tutto finito ora!

 

Il Grovyle, nel vedere il piccolo marmocchio, fece un sorriso di soddisfazione.

 

- (Ti stai impegnando, eh Shinso? Eheh...)

 

Dopodichè, si rivolse a Nuzleaf.

 

- Te l'ho detto che non aveva bisogno d'aiuto quel Froggy viscido. È una seccatura, ma sa fare il suo lavoro. Adesso non dobbiamo più preoccuparci degli ostaggi.

 

Anche Rukio e Rokujo si accorsero dell'ostaggio liberato.

 

- (Dunque gli ostaggi sono nella foresta...Molto bene. Lascio tutto nelle tue mani Shinso!) FORZASFERA!

 

Rokujo, in particolare, rimase irritato da tale vista.

 

- (Che sta combinando Pleigh? Farsi battere da quella mezza cartuccia? Dopo mi sentirà!) DINAMIPUGNO!

 

Intanto, Shinso aveva recuperato un altro ostaggio. Questa volta era il turno di Shelmet, l'amico fidato di Pancham.

 

- PANCHAAAAM!! AMICO MIO!!!

 

Come da copione, anche questo si sciolse in un selvaggio piagnisteo, per la gioia della nostra ranocchia.

 

- (Se Arceus esiste davvero come dice il capitano, spero che almeno lui si stia divertendo...)

 

Senza problemi, Shelmet usò l'Evadisfera datagli dal Frogadier, e si teletrasportò al sicuro riunendosi con gli altri. Shinso e Pancham ripresero poi la ricerca, andando a liberare la piccola Clefairy, la quale era terrorizzata persino dall'idea di essere toccata.

 

Fu necessario un po' di pazienza per farle recuperare la tranquillità, ma alla fine riuscì a farle usare senza altri indugi l'Evadisfera. Dopo di lei, fu il turno di Pansear, il nipote del preside Simipour.

 

- E' strano.

 

- Cosa?

 

- Tra di voi, lui era l'unico che avrebbe potuto anche liberarsi da solo! È un tipo Fuoco, e i Pokémon della sua specie sono bravi a muoversi tra gli alberi!

 

- Non credo che si sia liberato...

 

Infatti, poco più avanti, Pansear era ancora appeso sul ramo. A differenza degli altri che si erano dimenati, lui era fermo immobile e sembrava stesse piangendo. Shinso si stupì molto di ciò.

 

- Mon dieu! Non ci ha neanche provato!

 

- Lui... Ecco... ha paura delle altezze... - Disse Pancham con tono imbarazzato.

 

- CHE COOOOOOOOOOOSA?!?!?

 

- Eh giá... Sconvolge anche noi...

 

La ranocchia liberò anche Pansear dalle bende, ma non ebbe il tempo di dirgli niente che questo gli saltò addosso urlando per la paura.

 

- FATEMI SCENDERE! FATEMI SCENDERE DA QUIIIIIIII!

 

- PARBLEU! CONTIENITI!

 

Ci volle un po' prima di calmare il pokèmon Testacalda, ma alla fine anche lui usò una delle Evadisfera fuggendo dal dungeon, lasciando al Frogadier il compito di ritrovare il rimanente ostaggio. L'ultimo da recuperare era Duosion, che altro non era che lo stesso Sololis dalle capacità illusorie che due anni fa aveva creato scompiglio a Borgo Quieto *.

I suoi poteri psichici ed illusori erano talmente particolari da guadagnarsi un certo rispetto nella classe, ed anche in questo caso Shinso non si capacitava che un Pokémon così forte fosse ancora sotto cattura.

 

- Perché lui non si è liberato? Non mi dire che anche lui soffre di vertigini...

 

- Non lo so perché! Non ne ho idea sinceramente... Non mi stavo neanche preoccupando per lui!

 

- Uhmmm... Non riesco neanche a trovarlo... Dici che è scappato sul ser-

 

Shinso non riuscì a finire in tempo la frase, perché qualcosa attirò la sua attenzione.

 

- Uh? E... Quello?

 

Si accorse di un pacco anomalo ai piedi di un albero, tra le radici del fuori suolo. Da quella distanza si vedeva solo un bozzolo nero, che negli occhi del pokèmon Schiumorana, riflettevano scintille rosse. Quello che si scatenò in lui, che lo convinse a scoprire di cosa si trattasse, era una sinistra curiosità.

 

- (Devo sapere cos'è...) Pancham. Tieniti che scendiamo.

 

- Eh?

 

- Ho visto qualcosa di interessante...

 

I due scesero dai rami e andarono a controllare il bozzolo nero: da vicino notarono che da un punto spuntava una calotta gelatinosa verde, e la calotta nera non era altro che una strana sciarpa con ricuciture rosso cremisi.

 

- È DUOSION!

 

- (Perché lui ai piedi di un albero e gli altri appesi?) - Pensò il Frogadier, non comprendendo quell'eccezione.

 

Esaminò l'ultimo ostaggio senza togliere il velo. Non aveva ferite, ma era come assopito in un sonno profondo.

 

- Addormentato, eh?

 

Successivamente, cercò di rimuovere la sciarpa. Appena la toccò, un sinistro formicolio gli scorse per tutto il corpo. Il suo cuore sussultò, e rimase paralizzato dalla paura.

 

- (C-c-che d-diavolo...)

 

Rimase sopito tra i suoi pensieri per qualche secondo, complice una sensazione che non riusciva a definire nei confronti di quell'oggetto.

 

- Shinso?

 

- CRA!

 

Il Frogadier riprese i sensi. In mano aveva la funesta sciarpa, senza ricordarsi di averla sciolta dal Duosion. La esaminò con gli occhi: era uno strano velo nero con cuciture rosso scarlatto, i quali, lungo il bordo del tessuto, formavano dei contorni arrotondati quando andavano verso il centro della linea della sciarpa.

 

I bordi sembravano macchie di sangue in questo modo, e sulla parte centrale dell'oggetto c'era un testo composto anche esso dalle cuciture rosso cremisi. Per Shinso, il testo risultava incomprensibile.

 

- (Il tessuto è leggero, le scritte sembrano di ottima fattura... Ancora alfabeto Unown... Ma penso sia una cifratura molto molto antica... Se non fosse per questo testo strano, direi che è una sciarpa di qualche stilista pokémon famoso. Però.... questa sensazione... Ho davvero timore di un pezzo di stoffa?)- Pensò tra sé e sé per qualche secondo.

 

C'erano tante domande che si accumulavano in testa con la stessa forza di cento Martellata, e molti interrogativi che più ci pensava più diventavano ancora più incerte le relative risposte.

 

- Shinso? Tutto bene?

 

Alla fine, decise di rinunciare in modo oggettivo a pensare ulteriormente.

 

- (Basta così) Sì. Scusa Pancham. Questa sciarpa mi dà più domande che risposte: credo che la metterò via e me la porterò dietro per il momento, al resto penserò più tardi. Pensiamo a svegliare questo qui adesso. Bonjur, petit morveux (*)! È ora di alzarsi!

 

- AAAAAAAHH!!

 

Il pokèmon Scissione si svegliò all'improvviso, in preda al panico.

 

- MON DIEU! CALMA! VA TUTTO BENE!

 

- S.. Shinso? Pancham? S-siete voi?

 

- Sì, amico mio! - Rispose il compagno di classe.

 

- S-scusate se ho urlato, ma... Stavo facendo un brutto incubo...

 

- Parbleu! Non ti preoccupare! È comprensibile. Visto che sei un tipo Psichico dovresti sapere cosa ti darò adesso.

 

- Sì...

 

Shinso tirò fuori dalla borsa l'Evadisfera. Prima però di consegnarla a Duosion, tolse la corda di pelliccia-schiuma dal panda, bagnandola con dell'acqua.

 

- Scendi Pancham: andrai con lui. Se usate una sfera in comune mi rimarrà l'ultima per poi tornare tutti a casa.

 

Pancham non aveva più motivo per rimanere con lui effettivamente: i suoi compagni erano stati tutti liberati, e Shinso se la sarebbe potuta cavare anche da solo. Si era reso conto che la sua presenza aveva rallentato un bel po' il Frogadier, e decise di non interferire ulteriormente.

 

- Va bene. Però, - disse il pokémon Briccone con un ultimo briciolo di preoccupazione, - se quello arriva... C'è la farai da solo?

 

Il pokèmon Schiumorana cercò di trattenersi dall'inveire contro il marmocchio, e si accontentò di trattenersi tutto dentro.

 

- Ehi! Non ti fidi di me? Cracracracra! Mon dieu! Stai tranquillo. Non ti devi preoccupare per me! (SCREANZATO! CREDI DAVVERO CHE NON ME LA POSSA CAVARE? CHI HA DETTO CHE HO BISOGNO DELL' AIUTO DI UN RAGAZZINO *? CHI L'HA DETTO CHE POI IO VADA AD AFFRONTARLO? NON CI PENSO NEMMENO A SPORCARMI LE MANI CONTRO QUELL'AMEBA GIGANTE!)

 

- (Ora capisco perché va a tè e camomille...) - commentò tra sé e sé Duosion con faccia imbarazzata, leggendo nella mente della ranocchia.

 

Il pokèmon Briccone, dopo quelle parole, si convinse dunque ad abbandonare la foresta e prese l'Evadisfera consegnata dal senpai, il quale si allontanò un pochino per non essere coinvolto nel teletrasporto.

 

- (Spero che vada tutto bene... Non sono sicuro che possa farcela...) - Pensò il panda.

 

- Andiamo? - Chiese impaziente il Duosion.

 

- Ah! Sì...

 

Pancham fece per attivare l'Evadisfera. Tuttavia, non procedette tutto come previsto: nel frangente del momento, Shinso ebbe un brivido lungo la schiena, come se qualcosa non andasse nell'ambiente circostante.

 

- (c-cosa...)

 

- EVADISFERA: ATTIVAZI-

 

- FANGOBOMBA!

 

Da dietro i due ragazzini, apparve Pleigh, che tirò una Fangobomba addosso a loro. Il Frogadier era abbastanza distante da non poter intervenire subito, ma fu abbastanza rapido da tirare fuori dalla sua borsa un Appellosfera per richiamare i due.

 

- APPELLOSFERA: ATTIVAZIONE!

 

I marmocchi vennero trasportati nel punto in cui si trovava il pokèmon Schiumorana, e furono salvati dall'attacco. Tuttavia, Shinso non fu abbastanza rapido da impedire che il colpo del Muk sporcasse l'Evadisfera.

 

- HA SPORCATO L'EVADISFERA!

 

- COSA?

 

- Bâtard...

 

- GRUAHAHAHAH! CHE C'È? - Disse Pleigh, - NON SIETE CONTENTI DI RIVEDERE LO ZIO PLEIGH?

 

Il nostro Frogadier rimase molto irritato da quell'avvenimento. Il piano stava andando liscio come l'olio: i due sarebbero tornati dai suoi amici e lui li avrebbe raggiunto, e si sarebbe dimenticato per sempre di quella brutta faccia da spazzatura.

 

- CHE FACCIAMO SHINSO?

 

In quel momento doveva prendere una decisione: o scappare con i due facendo appello a tutte le sue forze, o combattere contro quella melma per difendere i due ragazzini.

 

- Parbleu... Non ci posso credere...

 

Il Muk inveì contro il pokemon Schiumorana.

 

- CHE C'È, EH? COSA FAI? NON SCAPPI COME FACEVI PRIMA? POSSO CORRERTI DIETRO TUTTO IL GIORNO SENZA PROBLEMI! TI INSEGUIRÒ FINO IN CAPO AL MONDO, FINO A CHE NON DECIDERAI DI COMBATTERE CONTRO DI ME!

 

Shinso non lo stava più ascoltando: la decisione che aveva preso sovrastava ogni provocazione.

 

- Duosion.

 

- S-sì?

 

- Conosci Protezione e Riflesso, giusto?

 

Senza neanche pensarci, capì subito cosa aveva intenzione di fare il senpai.

 

- V-va bene. Proteggerò Pancham.

 

- COSA?!?! M-ma SHINSO! N-NON...

 

- Va tutto bene, - disse il pokémon Scissione, capendo le preoccupazioni del panda.

 

- Duosion...

 

Shinso si girò verso Pleigh. Un'ombra sulla fronte impediva di scorgere il suo sguardo.

 

- HAI DECISO DI COMBATTERE? GRUAHAHAHAHA! FINALMENTE! POTRÒ FINALM-

 

- Stai zitto.

 

- UH?

 

- Il fatto che tu ti stia  esaltando ancor di più per questo... mi fa venire voglia di vomitare.

 

Le parole erano rabbiose, velenose; non vi era niente della ranocchia salterina che stava scappando come una gazzella impazzita. 

 

- OH? - disse Muk, sorridendo, - IL CONIGLIO HA DECISO DI METTERE LA TESTA FUORI DALLA TA-

 

- Non mi piace per niente.

 

Il Muk fu interrotto di nuovo. Una sensazione sinistra pervase il Pokémon Melma.

 

- Mi piace che la gente mi prenda in giro, e che si faccia prendere in giro da me. Sono diventato un esploratore perché mi piacciono i tesori, scoprire posti in esplorati e fare nuovi amici, e divertirmi con loro. Non per combattere altri Pokémon. Non mi piace combattere: è una cosa... che mi fa piangere il cuore.

 

- Ah? Che diavolo stai dicendo?

 

- Mostrare il proprio lato violento... fare di tutto per sopraffare l'avversario... lottare per alzare una bandiera su un mero predominio sugli altri... Quante cose inutili.

 

Il pokémon Melma rimase in silenzio: era davvero nella confusione più totale a sentire il discorso del Frogadier, ma allo stesso tempo un'altra sensazione manteneva freno al suo animo combattivo, del quale non riusciva a spiegarsi.

 

- Vuoi lottare? Vuoi farmi del male? Ci tieni così tanto? Non mi lascerai andare così facilmente, quindi dobbiamo farlo per forza. Ma è giusto che tu sappia come mi sento, perché se speri di capirmi combattendo, credendomi uno di quei pazzi assetati di sangue, ti sbagli e di molto, signor Pleigh. A me non piace lottare. Anche se è la forma di sopravvivenza tra noi Kodamon, a me non piace. 

 

Insisteva sul fatto di non lottare: cercava più volte di sottolineare quanto il contatto fisico per difendersi o per attaccare il prossimo era motivo di ripudio, per la Schiumorana. Eppure, la sua aura azzurro cristallo non aveva niente di un'esistenza pacifica.

 

- Questo... perché... 

 

Shinso sollevò il suo volto, guardando dritto nelle pupille il bandito davanti a sé. I suoi occhi erano decisi, con un'ombra rossa sulla parte inferiore degli occhi. Da quello sguardo trasudò istinto omicida, come se chiunque l'avesse incrociato sarebbe morto d'un tratto senza accorgersene.

 

- Quando combatto... Gli altri Kodamon hanno paura di me.

 

Del sudore freddo scorse lungo il viso del pokémon Melma. Era la prima volta che un avversario era riuscito ad incutergli tale terrore nell'anima con delle leggere quanto taglienti parole. Sentiva che doveva lottare. Non per sopraffare, ma per istinto di sopravvivenza. E a paura mista a questo che lo costrinse ad una scelta naturale quanto stupida. 

 

- SONO STANCO DI CONTINUARE QUESTO GIOCO! 

 

Si lanciò verso di lui a velocità di un Liepard. La sua mano destra si caricò di un'aura oscura.

 

- SE HAI QUALCOSA DA MOSTRARMI FATTI SOTTO, ALTRIMENTI SCHIATTA E NON FARMI PERDERE TEMPO! 

 

Mirò alla sua faccia. Il Frogadier non si mosse di un millimetro.

 

- PUGNODOMBRA!

 

Il melmoso pugno si infranse sulla figura dell'esploratore, con il suono di una pietra caduta con forza in un lago. Quell'immagine esplose in tanti piccoli pezzettini, di una materia che il Muk non si aspettava di colpire.

 

- (Eh? Acqua?)

 

Schizzi del liquido cobalto si riversò sul terreno, cadendo al suolo con il rumore di una piccola pioggerellina. Per un attimo, il pokémon Melma si fermo.

 

- Ho colpito... dell'acqua?

 

Un brivido scorse per la sua materia fangosa: il verso Shinso era dietro di lui, a distanza di qualche metro, completamente incolume. Nel vederlo senza alcun graffio si sorprese, e rigettò lo sguardo esattamente dove l'aveva colpito. 

 

- (Cosa succede? Che razza di mossa ha usato? Doppioteam? Non ho mai sentito parlare di un Doppioteam fatto d'acqua.)

 

Si voltò di nuovo verso il Frogadier, alzando la voce.

 

- EHI! CHE SCHERZO E' QUESTO!? NON HO MAI VISTO NIENTE DI SIMILE!

 

Era davvero sconvolto: non si aspettava di vedere quello da parte della Schiumorana.

 

- CHE RAZZA DI MOSSA E' QUESTA?! ESIGO DELLE SPIEGAZIONI!

 

- Ma come diavolo ha fatto!? - Esclamò Pancham.

 

Un'ombra calò sul volto di Duosion. Una frase rivelatrice uscì dalla sua bocca gelatinosa.

 

- E' ... tutto vero...

 

L'attenzione ricadde su di lui. Il panda vide chiaramente che il suo compagno di classe era sconvolto.

 

- Non ci volevo credere... ma mi ha detto la verità...

 

***********************************************

- Uhm? Cosa vuoi?

- E' possibile parlare con Rukio? Dovrei riferirgli una cosa...

- (Che seccatura... Cosa vorrá questo moccioso?) Gliela posso riferire io. Dimmi pure.

- (... Lo sa che posso leggere nella mente?) Non sembra molto contento di ascoltarmi...

- Non mi piace parlare, per questo sono spazientito. Dimmi cosa ti turba e facciamo in fretta.

- Riguarda quel Frogadier...

- Uh? Ti dà fastidio Shinso? Ehehe... Non sei il primo a cui sta sulle balle, non ti preoccupare.

- Non è quello...

- ...

- Signor Kenji... Io so leggere nella mente. Quando il signor Shinso si comportava goffamente e ingenuamente, ho sentito che lo stava facendo apposta. Ogni cosa che diceva era discordante con il suo pensiero. Ho sentito una certa forza in lui, ma non ha voluto usarla! Ha lasciato fare il lavoro a voi e lui si comportava come se non gliene importasse niente! Io... lui... che ci fa nel vostro team un tipo come lui? Non dovrebbe infondere coraggio? Come ogni team che si rispetti? Io ho paura di lui...

- Eheheh... ha fregato anche te, dunque.

- Uh?

- Shinso è bugiardo, è un rompicoglioni ed è maldestro... Ma, come hai detto tu, questo lo fa a apposta. Lo fa per proteggersi. Non dirò le sue buone qualità perché non vuole, ma mi limiterò a dire che si merita questa posizione come me e Rukio. Non lasciarti ingannare da lui. I Kodamon che lo hanno fatto sono scappati con la coda tra le gambe, come se avessero subito un brutto scherzo il giorno più importante della loro vita. Tutto il suo trascorrere delle giornate, il modo in cui si approccia agli altri... Sembra tutto, alla fine, uno scherzo di pessimo gusto.

- Uno... scherzo?

- Io e Rukio... Abbiamo dei soprannomi, affibbiatoci dalla gente. Senken no Kenkaku, Rakujitsu no Senshi ... Nessuno ha dato soprannomi a Shinso, perché non gli vengono dati dei meriti, e lui vuole evitare a tutti i costi che gli vengano riconosciuti. Però... è meglio così. Alla fine... lui non ha bisogno di soprannomi. Perché lui è...

 

************************************************

 

- (Ora capisco le parole di quel giorno... - Pensò Duosion, - Questo... Questo è davvero uno scherzo di pessimo gusto...)

Pancham guardava pauroso il suo compagno di classe. Non sapeva perché, ma sentiva che egli era profondamente inquietato.

 

- Qualcosa non va... Duosion?

 

- Ti ricordi... le origini dei continenti?

 

- Uh?

 

- L'abbiamo fatto tre settimane fa a scuola... 

 

Shinso si mise in posizione a piedi uniti, estendendo il braccio destro verso l'esterno e usando il sinistro per fare con la mano un segno con l'indice e il medio aperto davanti alla propria bocca.

 

- Tanto tempo fa... nella Terra della Nebbia vi era un caos inimmaginabile, più degli altri continenti nello stesso periodo. Migliaia di Kodamon lottavano per il territorio lottando in zone diverse per tutto il continente. Non riuscivano a trovare una casa; non vi erano regole e leggi, quindi morte e devastazione erano all'ordine del giorno. Fino a che... un gruppo di Kodamon di tipo Acqua decisero di riunirsi, cercando di creare un ordine in quella terra desolata. Fondarono un clan, una famiglia il cui unico scopo era quello di perseguire il bene con mezzi riconosciuti come assolutamente giusti. Non aveva importanza di quanto era difficile; non aveva importanza quanto fosse emarginante un compito del genere. Hanno sopportato le peggiori avversità. E, alla fine, anche se ora non esiste più il loro villaggio... sono riusciti a rendere disposta alla civilizzazione anche quella terra selvaggia. Fondarono un villaggio dedicato agli dei dell'acqua, la cui religione viene portata in altre comunità. La loro parola è stata portata in tutte le cinque terre, ed il loro nome faceva tremare interi territori. Li chiamavano.. coloro che sopportano: i ninja. 

 

La grande bocca di Muk sparì per qualche secondo: rimase chiusa in sorpresa soffocante.

 

- Sono spariti dalla circolazione. Nessuno ha più sentito parlare di loro. Ma... ancora oggi, i loro discendenti nell'ombra continuano a portare avanti la loro missione. Per un futuro migliore. E uno di loro... è diventato un esploratore del migliore team di Brusilia!

 

(OSt Kaze Ni nare/ Heart of a true Ninja)

 

- Ed il suo nome... è...

 

La pelle del Frogadier fu ricoperta da una strana luce azzurra. Il Meisoku che rilasciava era quieto come un lago, e sembravano strisce di fumo che uscivano da un camino acceso.

 

- MIZUKAGE SHINSO! (*)

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Dallo sperduto villaggio degli dei dell'acqua; dalla tradizione di lottatori per il bene. Davanti a loro, il leggendario combattente fece la sua apparizione. Sia il pokémon Melma che il Pancham rimasero a bocca aperta, di fronte a quella rivelazione. 

 

- Ora capisco... - commentò il Muk, - quando ho tirato al tuo Doppioteam uno Sporcolancio... ho visto dell'acqua sul terreno, sebbene non ti avessi visto usare mosse d'acqua.  Non è possibile. T-tu... Sei del villaggio di Albachiara?!

 

Fermo e immobile; deciso e temerario. Nessuna parola dell'ameba poteva turbare colui che doveva sopportare. 

 

- (Perchè ho paura?!?! Merda! Non so cosa stia facendo ma non glielo devo lasciar fare!) SPORCOLANCIO!

 

Muk tiró uno Sporcolancio dritto verso Shinso. Tuttavia, l'attacco non fece in tempo a toccarlo che lui era già svanito, saltando per schivare il colpo.

 

In aria usò l'indice e il medio di entrambe le mani e lo incrociò con quelle dell'altra mano, ed eseguire la sua tecnica.

 

- Mizu Ninpo: MIZUBUSHIN! (*)

 

Intorno al pokèmon Schiumorana si crearono quattro palle d'acqua, che poco a poco presero le sue sembianze.  Appena create, si sentì una risata collettiva da fare accapponare la pelle.

 

- CRACRACRACRACRACRACRACRA!

 

- MA CHE-

 

Successivamente, i cinque Frogadier crearono un Idropulsar nella mano destra, per poi lanciargli addosso a Pleigh. Il nemico provò a tirare quanti Fangobomba poteva per contrastare l'attacco, ma la velocità di Shinso e delle sue copie era superiore alla velocità d'attacco del Muk, che subì tre Idropulsar in pieno.

 

- ARGH!

 

Dall'esplosione derivante ci fu una coltre di fumo. Nel frangente di distrazione del Muk, il ninja utilizzò Muro di Fumo per aumentare la cortina fumogena. Pleigh venne completamente immerso in una bolla di fumo. Per lui, in quel momento, era impossibile sfuggire ai successivi attacchi della Schiumorana. Le copie lo assaltarono da ogni lato, usando Idropulsar a ripetizione. Il pokémon Melma cercò di schivare piú che poteva, ma era difficile senza un campo visivo degno di questo nome.

 

- (Non risparmia colpi cazzo! Devo trovare una soluzione! Forse...)

 

Mentre schivava, Pleigh pensò ad un modo per uscire da quella situazione. Il suo problema era sicuramente la coltre di fumo, e decise di liberarsene lanciando un gigantesco urlo.

 

- GRUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!

 

La coltre di fumo fu spazzata via, oltre a qualche orecchio buono degli spettatori in sottofondo.

 

- FANGOBOMBA!

 

Il Muk usó dei Fangobomba per distruggere le copie di Shinso. Queste contrattaccarono con Idropulsar, ma i colpi non erano abbastanza forti da reggere quelli del Muk, e finirono per essere spazzate via.

 

Le copie sconfitte diventarono brandelli di gelatina acquosa che caddero sul terreno, evaporando al contatto con il suolo. Il vero Shinso attaccò di soppiatto il pokémon Melma, con una mossa tipica del villaggio di Albachiara.

 

- Mizu Ninpo: MIZU KUNAI! (*)

 

Riuscì a colpirlo alla spalla destra, quasi separando il braccio dal suo corpo. A resistenza bassa, ne seguì però rigenerazione alta: quel pezzo si riattaccò subito come se non fosse stato tagliato. 

 

- TCH! MI HA FATTO MALE, *censura*!

 

SI lanciò in avanti, riuscendo ad afferrare l'originale.

 

- BRECCIA!

 

Lo schiantò al suolo, bloccandolo completamente. 

 

- CREDEVI DI FREGARMI CON QUESTE TECNICHE DA QUATTRO SOLDI EH?

 

Shinso non rispose.

 

- EHI?! CHE C'È?! HAI GIÀ PERSO LA VOGLIA DI COMBATTERE?!?!

 

Pleigh provò a sollevarlo da terra con le mani, ma si sciolse in gelatina come le precedenti copie. Il Muk rimase sconvolto.

 

- C-COSA? UN'ALTRA COPIA?!

 

Il vero Shinso fece partire il suo vero attacco dal sottosuolo.

 

- FOSSA!

 

Colpí in pieno da sottoterra Pleigh con un pugno sotto il mento, lanciandolo in aria . Essendo superefficace, fece un bel danno a dispetto degli Idropulsar precedenti.

 

- GRRRARGH!

 

Mentre il pokémon Melma era in aria, Shinso rimise i piedi sul suolo e, spiccando un salto, continuò con un altro attacco.

 

- AEROASSALTO!

 

Non avendo modo di contrattaccare in aria, il Muk prese in pieno il calcio potenziato del Frogadier, che fece schiantare lui al suolo, questa volta.

 

- Dovresti imparare a contare, mon amie. Non ti sei accorto che uno mancava all'appello?

 

- GRUAHAHAHAHA! OTTIMO COLPO! MA COME FARAI ORA CHE HAI AVUTO CONTATTO DIRETTO CON LA MIA MELMA?! LO SAI CHE SONO TOSSICO, NO?

 

Infatti, il piede che aveva colpito era completamente ricoperto di melma. Tuttavia, il ninja se la sfilò come se fosse uno stivale. Sgomento, il pokémon melma posò lo sguardo su di esso: all'interno vi erano dei pezzi di cotone bianco, abbastanza da coprire l'intera superficie della gamba. Pleigh guardò i piedi e le mani del Frogadier: erano ricoperte di una schiuma bianca, con qualche pezzo viola della sua melma.

 

- La tua pelliccia...

 

La Schiumorana non aveva attaccato alla rinfusa: aveva sfruttato la pelliccia schiuma intorno al suo corpo come guanti e stivali, per evitare il contatto diretto con corpo tossico.

 

- Cosa c'è, - disse il Frogadier, - ti stupisci che qualcuno possa usare il cervello? 

 

Il corpo di Muk fu cavalcato dalla rabbia: nel mentre che egli si toglieva i guanti, il Muk gli saltò addosso per sferrare un'altra Breccia.

 

- NON HAI IL TEMPO DI PRENDERMI IN GIRO, RANOCCHIA VISCID-

 

Tuttavia, il Frogadier scomparve, talmente veloce era il suo passo, e si posizionò dietro a Pleigh, lanciando un altro Muro di Fumo.

 

- NON MI INGANNI DI NUOVO! GRAAAAAAAAA!

 

Pleigh lanciò un urlo per spazzare via la coltre. Questo servì a poco, perché Shinso aveva già creato altre quattro copie d'acqua.

 

- COSA?!?

 

- IDROPULSAR!

 

Il gruppo di Frogadier tornò ad attaccare il nemico a suon di Idropulsar, circondandolo e riempiendolo di attacchi acquatici. Destra, sinistra, dall'alto: Pleigh non riusciva a seguire le copie e non riusciva a capire quale fosse quello vero. Attaccò come poteva con Fangobomba e Sporcolancio, ma erano talmente veloci che non riusciva a colpirle.

Gli attacchi della melma, ad un certo punto, persero precisione e vennero lanciati senza seguire una logica precisa, affidandosi al caso.

 

Lo scontro tra Idropulsar e Fangobomba continuò per dei minuti abbondanti. Piano piano, a furia di tirare attacchi a caso riuscì a sconfiggere tutte le copie, lasciando Shinso da solo.

 

- Anf... anf...

 

- Mizu Kunai. 

 

Shinso ne approfittò per sferrare un altro fendente: rimase fermo ad aspettare che il braccio cadesse, mentre Muk rimase a guardarlo senza neanche avere la forza per scappare. 

 

- Anf... Anf...

 

Shinso sembrava non percepisse emozioni: normalmente avrebbe detto "mon dieu! Era ora che bruciassi le batterie!". Invece, uscì la frase seguente.

 

- Sembra che finalmente ti sei stancato. Dimmi... ti è piaciuto il combattimento?

 

Il Muk trovò la forza per lasciare spazio al suo ego.

 

- PUAH! QUESTO È SOLO RISCALDAMENTO PER ME! NON MI FARÒ SCONFIGGERE DA UNO CHE NON SA GODERSI UNO SCONTRO!

 

Il Frogadier rimase in silenzio. Il suo Meisoku continuava a bisbigliare nel vento. 

 

- Non capisco di cosa tu stia parlando, - rispose la rana con tono allusivo.

 

- Eh?

 

- Cosa non hai capito di "ti è piaciuto"? Non dirmi che non lo hai notato...

 

Il Muk non capiva le parole che uscivano da quella bocca tanto larga quanto velenosa. Notare cosa? Cos'altro aveva in serbo per il Pokémon Melma?

 

- DI CHE STAI PARLANDO, RANOCCHIA? IL MIO VELENO TI HA DATO ALLA TE-

 

Fece per avanzare, ma sentì uno strano presagio. Non era la prima volta che lottava allo stremo delle forze, eppure sentiva che c'era qualcosa di insolito rispetto alle altre volte. Provava più calore, e respirava più affannosamente.

 

- Anf...Anf... (C-che succede?? C-cos'è questo odore? Fa caldo... Mi sento pesante...)

 

- Ti faccio una domanda, - disse Shinso, creando un Mizu Kunai, - è' una domanda semplice di biologia.

 

- B-biologia? TI SEMBRA IL MOMENTO DI FARE IL PROFESS-

 

Uno sguardo ghiacciato congelò Pleigh.

 

- Stai zitto e ascoltami.

 

Il Muk si azzittì, e inghiottì la sua saliva.

 

- Cosa succede... Quando l'acqua evapora?

 

Pleigh rispose sinceramente, completamente sovrastato dall'istinto assassino di Shinso.

 

- V-vapore acqueo.

 

Ciò che la melma aveva sentito nell'aria era un aumento dell'umidità nell'ambiente circostante, causata dall'evaporazione dei Mizu Bushin e dei continui Idropulsar. Il corpo del Muk, inoltre, era ricoperto di acqua in alcuni punti, complice la struttura della sua fanghiglia che assorbiva piccole quantità d'acqua lungo alcune parti della pelle.

 

- Corretto. Ora dimmi: oltre a vapore acqueo, cosa può diventare l'acqua? Tranquillo, - disse il Frogadier con tono ancor più sinistro. - Non avrai bisogno di rispondermi per capirlo... Henge: Kōri Kunai (*).

 

Il pugnale d'acqua di Shinso si congelò, diventando di Ghiaccio. Un brivido attraversò il Muk, spaventato.

 

- I-igh!

 

Pleigh capì l'obbiettivo del frogadier, e decise istintivamente di scappare, sopraffatto dalla paura nei confronti del Pokémon Schiumorana.

 

- G-GRHIAAAAAAAAA! AIUTOOOOO!

 

- Mizu Ninpo. Mizukage no Ougi. (*)

 

Ma non fece in tempo: complice la fatica e la velocità di Shinso, Pleigh non riuscì a scappare, e fu tagliato da quel pugnale ghiacciato.

 

- La mort dans la glace. (*)

 

Bastò un semplice taglio sulla superficie melmosa del Muk, e l'acqua nei suoi tessuti si congelò all'istante, accompagnando nel freddo inverno anche il resto del suo corpo.

 

- Non dovresti mai... essere così rumoroso di fronte ad uno Shinobi. Diventi davvero... un facile bersaglio. 

 

Si concluse così la lotta tra il Pokémon Melma e il pokémon Schiumorana.  Senza ulteriori lotte o urli. Senza applausi o apprezzamenti di fronte a tale agilità e tecnica nel combattimento, sotto gli occhi increduli di Duosion e Pancham.

 

- I-i-i-incredibile...

 

- (Quel Muk... non aveva nessuna possibilità contro di lui... È stato in vantaggio sovrastante tutto il tempo...) - Pensò Pancham, provando timore per il frogadier, - (questo tizio...non gli avrei dato un soldo bucato... Adesso... Mi f-fa paura...)

 

Shinso si ricompose dopo il combattimento, e tirò fuori il distintivo degli esploratori.

 

- Operazione cattura. Destinazione: Brusilia.

 

Dopodiché, puntò il distintivo verso la statua di Ghiaccio. Pleigh fu teletrasportato al sicuro, probabilmente verso la prigione della capitale della Terra dell'Acqua, posizionata a valle sotto il ponte di entrata della cittá.

 

Una volta concluso il trasporto, andò verso i due pokèmon. L'aria pesante del combattimento di prima svaní come se non fosse successo niente, e il Frogadier tornò lo Shinso che tutti credevano di conoscere.

 

- Mon dieu... finalmente è tutto finito! Parbleu! Giurò che se diceva un'altra parola mi facevo sconfiggere solo per porre fine alle mie sofferenze! Quello ha una tromba al posto della bocca, ve lo dico io!

 

Si rivolse con nonchalance ai due ragazzini, con un sorriso a trentadue denti.

 

- Pardon, mes ami! Ci ho messo un po' piú del previsto! CRACRACRA! Ora è tutto finito! Possiamo tornare a casa.

 

I due guardarono terrorizzati Shinso, e indietreggiarono istintivamente.

 

- Uh?

 

I due non davano segno di volersi avvicinare a lui. La faccia di quest'ultimo mutò: dal sorriso a trentadue denti che aveva prima, passò ad un muso lungo e triste, al limite della depressione.

 

- Lo sapevo che era una brutta idea...

 

Il sospiro triste del Frogadier sembrava cosí reale che i due diminuirono la propria paura nei confronti del ninja acquatico.

 

- Vi prego... Non fate parola con nessuno di quello che avete visto... Non voglio che la gente abbia paura di me. Ci tengo davvero. Ne avrei fatto a meno di tutto questo volentieri... Ma purtroppo, non so combattere in altro modo...

 

Divenne ancora piú triste e malinconico.

 

- Tutti ad essere contenti del proprio potere e delle proprie possibilità... Ed io sono qui: ad avere paura della mia stessa forza.

Pancham cercò di parlare a Shinso per cercare un punto di contatto, ma ciò che uscì dalla sua bocca fu solo il risultato delle sue paure.

 

- L-l'hai ucciso?!

 

La rana lo guardò negli occhi, cercando di essere piú chiaro possibile.

 

- No. È l'unica cosa in cui sono in grado di controllarmi...

 

Duosion, intanto, stava leggendo nella mente di Shinso.

 

- (Sta dicendo la veritá. Le sue parole coincidono con il pensiero. Incredibile... Mizukage Shinso...)

 

Il pokèmon Scissione cercò di tranquillizzare il compagno.

 

- Pancham. Dai l'Evadisfera a Shinso e usciamo da qui.

 

- M-ma...

 

- E' sincero, - disse lo psichico, - Se fosse il Pokémon terribile che abbiamo visto, noi non saremo qui a parlare di un ritorno a casa. L'ha fatto per noi, per proteggerci...

 

Pancham non era totalmente convinto delle parole di Duosion.

 

- Duosion. Grazie dell'aiuto, ma devo convincerlo io, - disse il Frogadier.

 

Shinso cercò di rivolgersi a Pancham un'ultima volta.

 

- Quello che hai conosciuto otto mesi fa, non è il mio vero io. Questo che hai visto adesso, non è il mio vero io. Il maestro ninja astuto e  fulmineo... Neanche questo è il mio vero io. Io... Io non lo so cosa sono. Sono solo certo di due cose su di me, - continuò Shinso con sguardo deciso.

 

Non era lo sguardo assassino che trasudava oscurità, o lo sguardo depresso che trasudava insicurezza.

 

- So cosa non voglio essere, e cosa vorrei essere. Non voglio essere un Pokémon odiato da tutti: voglio... Essere un amico. Dopo quello che hai visto, credo di non poter aggiungere l'aggettivo "sincero". Non ti chiederò di fidarmi della mia persona, che persino per me è indefinita. Ti chiedo di fidarti delle mie intenzioni, che voglio coltivare e portare a termine, anche a costo di rimetterci la faccia. Non mi importa se gli altri si prenderanno gioco delle mie buffonerie. Preferisco questo, piuttosto che rimanere solo...

 

Verso la fine del discorso, Shinso perse lo sguardo sicuro per lasciar spazio ad uno sguardo sconsolato e in cerca di perdono. Pancham vide qualcosa di diverso nel Frogadier, qualcosa che non aveva visto in nessun altro Pokémon.

Era difficile fidarsi solo a parole di un altro, ma per il senpai era diverso. Era come specchiarsi in un lago d'acqua, e trovare in esso tutte le nostre imperfezioni e paure. In un certo senso lo comprendeva: per paura di essere giudicato, Pancham per un periodo era stato il bullo della scuola, che giudicava tutto e tutti.

 

Una maschera di potenza, volta a nascondere le sue debolezze. Qui era il contrario: il clown aveva tante maschere da indossare, una scelta che avrebbe fatto invidia  al miglior bugiardo. Ma quella che non voleva in alcun modo utilizzare, e che era cucita sulla sua pelle, era quella dell'assassino spietato.

 

Piú la gente lo vedeva, piú lui piangeva.

 

Piú cercava di togliersela, piú piangeva.

 

Piú cercava di farsela piacere, piú dopo piangeva, quando tornava all'idea iniziale.

 

L'emozione che lo spinse a perdonare Shinso, non fu rispetto né tanto meno amicizia. Fu compassione, nei confronti del triste clown.

 

- Va bene... Tieni.

 

Pancham porse l'Evadisfera alla nostra ranocchia, che si stupí di tale apprensione, sentendosi il cuore alleggerire piano piano.

 

- P-pancham...

 

- S-scusami... se ho dubitato di te. Mi sono dimenticato di tante cose durante lo scontro. La principale, è che mi hai salvato la vita. Puoi essere un pazzoide o un poco di buono, ma se mi hai salvato senza esitazione, ci deve essere per forza del buono in te. Non faremo parola di quello che ho visto! Diremo solo che sei stato mitico! Che poi alla fine... Non è tanto distante dalla realtà! Ehehe...

 

- (Da quando sa fare certi discorsi? - Pensò Duosion , - se ti vedesse Rukio... Ihih! E bravo compagno!)

 

Shinso sorrise dal profondo del suo cuore: era sempre un esperienza gradevole quando qualcuno cercava di comprenderti e ti accettava per quello che eri. Una sensazione che, prima di quel momento, aveva provato solo con Kenji, e poi con Rukio.

 

- Ti ringrazio di cuore. Davvero!

 

Il Frogadier prese l'Evadisfera e la rimise in borsa, da cui tirò fuori l'Evadisfera pulita.

 

- Pancham: metti la mano sinistra sulla testa di Duosion e dammi la mano destra.

 

Il pokèmon Briccone eseguí senza esitazione i comandi del frogadier.

 

- EVADISFERA: ATTIVAZIONE!

 

I tre pokèmon svanirono in un lampo di luce, lasciando la Foresta del Consiglio una volta per tutte. Una brezza leggera attraversò la piana dello scontro, facendo cadere alcune foglie dagli alberi per coprire i resti del combattimento avvenuto. Mentre un'ombra, stanca di osservare, si dileguò anche essa, lasciando dietro di sé dubbi e preoccupazioni... 

 

****NOTE DELL'AUTORE****

Mizu Ninpo (水忍法): Arte Ninja dell'acqua
Mizu Kunai ( 水クナイ): Kunai Acquatico.
Kōsui (光水): Acqua luce
Mizukage (水影) : ombra dell'acqua, Water Shadow.
Mizubushin. (水分身): Clone Acquatico.
Henge: Kōri Kunai (変化: 冰クナイ). Trasformation: Ice Kunai. Trasformazione: Kunai Ghiacciato.
La Mort dans la Glace: La morte nel ghiaccio
Ougi (奥義): tecnica segreta
-FAQ: (Vuoto Atm)

- Curiosità:

La scena del combattimento finale tra Des Pleigh e Mizukage Shinso è stata pensata tramite l'ispirazione di una OST di Boruto, Kaze ni Nare (Become the Wind). 

 

 

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Capitolo 9: colui che non cade

Spoiler

Centosettantesimo anno del drago, ore 16.15, qualche momento prima dell'incontro  tra Duosion, Pancham e Shinso. Questi due, infatti, stavano ancora cercando gli ostaggi sparsi in giro per la Foresta del Consiglio, appesi agli alberi dal furbo stratagemma della banda Ryokushin Rokujo. 

 

In questo frangente, nel campo di battaglia nei pressi di ciò che rimaneva del quieto lago, Kenji, Nuzleaf e il nuovo arrivato Sewaddle stavano assistendo allo scontro tra i due leader, assieme agli scagnozzi del team Ryokushin Rokujo, che, dopo aver visto la forza e la spietatezza del Grovyle, avevano deciso di rimanere fuori dai giochi in disparte, come miti agnellini in un vasto gregge. 

 

Il pokémon Scaltro aveva ormai raggiunto il livello d'abitudine all'incredibile forza dimostrata tra i due combattenti, mentre Sewaddle invece non ebbe nemmeno bisogno di farsene una ragione. Probabilmente, era stato complice il fatto che fosse un ragazzino e, vedere un suo eroe essere così magnificentemente forte, lo faceva bruciare di passione e lo caricava di adrenalina.

 

- VAI, RUKIO-SENPAI! FAGLI VEDERE CHI SEI! SISTEMA QUEL CATTIVONE!

 

Il Legnogeco fece il solito sorrisetto arrogante, compiaciuto del fatto che il pokèmon Grancucito si stesse godendo lo spettacolo. 

 

- Eheheheh... Sembra che il nuovo spettatore ci stia dentro! 

 

- Beh... Non posso dargli torto, - disse il vecchio mentore di Rukio con un misto di terrore e ammirazione.

 

- Uh?

 

- E'... incredibile... Non avevo mai visto una cosa del genere. E nemmeno me la sarei mai immaginata. Anche il combattimento tuo mi ha lasciato stupefatto. Certo... F-forse... hai esagerato un po'.

 

Le perplessità sulla vittoria schiacciante di Kenji su Kazan da parte di Nuzleaf sarebbero stati condivisi da chiunque, visto il modo cruento in cui aveva ridotto il suo avversario. 

 

Lo spadaccino rimase stizzito dall'ingenuità del pokemon Scaltro, facendo una smorfia e chiudendo gli occhi. 

Nonostante questo, si fermò lì, conscio che non tutti avevano il suo stesso pensiero.

 

- Tsk... Forse hai ragione, ma non avevo neanche intenzione di fargliela passare liscia. Uno che bersaglia Kodamon più deboli non merita pietà, soprattutto la mia. Avrei potuto ucciderlo: tieniti questa affermazione se hai ancora dubbi sul mio controllo.

 

Nuzleaf deglutì silenziosamente, mentre un brivido freddo gli scorse lungo la schiena. 

 

- (Ancora devo capire come fa Rukio ad avere un compagno del genere...)

 

Gli scagnozzi stavano osservando in religioso silenzio il combattimento tra i due accanto ai membri del team Skyriders. I Machoke, i Machop, i Grimer e persino i Magmar con il vantaggio del tipo, nonostante quest'ultimi avessero recuperato le forze, erano fermi immobili, talmente era tale la paura di scatenare la furia del Legnogeco. 

 

- E' davvero... la decisione giusta? - Chiese un Machoke sottovoce.

 

- Fratello mio... lo hai visto no? Quello ci farebbe a fette senza pensarci due volte con la scusa giusta. N-non siamo al suo livello...

 

- Speriamo che il boss finisca presto con Rukio, così avremo qualche possibil-

 

- Vi sento, - interruppe Kenji, - è inutile che parlate sottovoce se siamo vicini. Non avete speranze contro di me. Quindi state buoni e aspettate che i nostri capi decidano l'esito di questa faccenda.  

 

- GASP!

 

Mentre discutevano in quel modo, un altro lampo di luce cadde improvvisamente alle spalle degli spettatori. Questo era stato generato da un'altra Evadisfera utilizzata da Shinso, che portò Shelmet di fronte all'entrata della Foresta del Consiglio.

 

- D-dove...

 

Sewaddle riconobbe subito il suo compagno di classe. 

 

- SHELMET! VIENI QUA! TI STAI PERDENDO UNO SCONTRO EPICO!

 

- S-Sewaddle? Nuzleaf?

 

- Vieni qua Shelmet! Non ti preoccupare. Finché ci sarà lui questi cattivoni non ti daranno fastidio, - disse indicando il pokèmon Legnogeco. 

 

Si avvicinò velocemente al gruppo, per l'innata paura provocatagli dagli scagnozzi del Machamp. Solo dopo essere arrivato a destinazione riconobbe il Grovyle del team Skyriders.

 

- T-tu... Sei Kenji giusto?

 

- Oh! (Questo qui è...) Shelmet, giusto? Shinso si sta impegnando più del dovuto. Si sta dando da fare vedo. Eheheh...

 

Rukio si accorse che era tornato il vecchio compagno di classe. Nonostante fosse in pieno combattimento, rivolse lo sguardo verso di lui.

 

- (Anche Shelmet è stato liberato. Penso che non mi debba preoccupare più davvero degli ostaggi... Spero che non siano troppo spaventati da tutto questo, sarebbe un bel problema. Non penso sia una situazione difficile da far scivolare...)

 

- DINAMIPUGNO!  

 

Rokujo non si fece scappare questa apertura lasciata dal Riolu, e si precipitò su di lui.

 

- URGH!

 

Il colpo centrò in pieno il pokémon Emanazione, scaraventandolo a terra. Fortunatamente, prima di essere colpito, il suo istinto da combattente gli aveva permesso di bloccare il colpo con le braccia, ma non abbastanza per non subire danni, poiché non aveva avuto il tempo di concentrare il suo Meisoku sul punto d'impatto per difendersi. 

 

- NON TI PERMETTO DI DISTRARTI IN COMBATTIMENTO! NON QUANDO QUELL'INSULSA AMEBA VIOLA STA CAZZEGGIANDO SPUDORATAMENTE! TERREMOTO!

 

 

(Ost fairy lightning flame firing dragon)

 

Il Machamp tirò un pugno sul terreno per far saltare in aria il piccolo licantropo.  Quest'ultimo, riprendendosi, saltò in aria da solo per evitare il colpo.

 

- Jinrō Kenpō: KING KONG-HAMMER! 

 

Il Riolu caricò un altro King-Kong Hammer per scaraventarsi contro il Megaforza. Questa volta però, egli sapeva cosa aspettarsi e decise di contrattaccare.

 

- INCROCOLPO!

 

Incrociò le braccia per bloccare il colpo di Rukio. La rabbia del momento e la feroce determinazione riuscirono a sovrastare l'attacco del licantropo, rispedendolo lontano. 

 

Il piccolo pokèmon atterrò velocemente e decise di riprendere l'attacco.

 

- OSSORAFFICA! 

 

Creò con la sua aura un osso di energia lungo e sottile, per poi andare alla carica sul colosso a quattro braccia usandolo come un bō (*), facendo attacchi in rapida successione ma deboli. 

 

Rokujo parò ogni colpo lanciato dal piccolo licantropo, sentendosi avvilito dalla debole potenza dei colpi.

 

- (Mi stai prendendo in giro? - si chiese alterato, - Perché stai usando questi insulsi attacchi contro di me, il grande Rokujo?! Mi stai sottovalutando?! ) BASTA CON QUESTE STRONZATE!

 

- Uh? 

 

Il pokémon Megaforza si sentì offeso da tale leggerezza e decise di contrattaccare pesantemente: afferrò con la mano destra inferiore l'Ossoraffica, per poi attaccare con due Dinamipugno con le braccia superiori. 

 

- PRENDI QUESTO!

 

  - (Ora!)  

 

Il Riolu non ci pensò due volte ad approfittare di quella mossa falsa: dissolse nell'aria l'Ossoraffica, mirando alla pancia.

 

- PALMOFORZA!

 

Colpì col palmo della mano sinistra verso la bocca dello stomaco del pokèmon Megaforza. 

 

Il Palmoforza era stato eseguito con una precisione assoluta, anche grazie ad una particolare tecnica che il licantropo aveva imparato da umano, quando frequentava una palestra di karate. 

Nella posizione in cui era, aveva fatto avanzare prima il piede dietro destro, per poi rapidamente avanzare con il piede sinistro e colpire usando la mano sinistra. 

La velocità d'esecuzione fu tale da spiazzare il Machamp: a causa dell'apertura che aveva fatto per concentrarsi sui due attacchi e bloccare l'Ossoraffica, non ebbe modo di parare il colpo se non con il braccio inferiore sinistro, senza però riuscire a fare una parata degna di nome.

 

- U-URGH!

 

Tuttavia, la difesa improvvisata all'ultimo gli permise di ridurre i danni, e di contrattaccare con un Dinamipugno sulla faccia di Rukio con il pugno superiore sinistro. 

 

Questo subì il colpo, e venne scaraventato verso la destra del Machamp. La coriaceità del piccolo pokèmon gli permise ancora di resistere alla confusione, permettendogli di rialzarsi come se nulla fosse. Rokujo provò subito a ripartire all'attacco con il braccio inferiore sinistro appena utilizzato per parare il Palmoforza, ma si accorse purtroppo che, a causa di quel colpo, era diventato paralizzato, totalmente fuori funzione.

 

- Tsk!

 

- FORZASFERA! 

 

Rokujo si preparò con il braccio destro superiore per sferrare un Dinamipugno e rispedire al mittente la Forzasfera, ma quello che non si aspettava e che il Riolu, nel frattempo, lanciò un altra Forzasfera con la mano sinistra. Per bloccare gli attacchi, dunque, dovette optare per invece un Incrocolpo. La mossa riuscì a parare le Forzasfera, che esplosero davanti a lui dopo essere state respinte. Rukio però approfittò dell'esplosione per lanciarsi addosso all'avversario con un'altra mossa devastante.

 

- Jinrō Kenpō: JINRŌSENKEN! (*)

 

Il piccolo licantropo eseguì una Zuffa potenziata: le sue mani brillavano di luce azzurra, la stessa della famigerata Forzasfera. 

Il Machamp provò a contrastare l'attacco a sua volta con una Zuffa, ma si rese conto troppo tardi che i pugni del Riolu erano dieci volte più forti dei precedenti. Aveva già usato questo attacco in precedenza, mentre noi eravamo impegnati a seguire Shinso, ma non avendo più disponibile un braccio, Rokujo fu in svantaggio e prese in pieno il danno di questo attacco sulle sue mani. Quando il pugno destro inferiore cedette alla scarica di pugni, Rukio potè attaccare in pieno il Machamp, che inerme subì il colpo del Rakujitsu no Senshi, provocando lo scalpore nelle sue file di scagnozzi.

 

- CAPO!

 

- S-STRABILIANTE! VAI COSI' RUKIO! FAGLIELA PAGARE PER QUELLO CHE CI HA FATTO!

 

- VAI RUKIO-SENPAI! PESTALO PER LE FESTE!

 

- Wuoa! Q-quanta cattiveria, - commentò Nuzleaf, - E-è una buona idea che i ragazzini usino queste brutte parole?!

 

- Sono stati appesi come Kakuna sugli alberi, - disse Kenji, - lasciali sfogare.

 

Durante questo attacco, Clefairy tornò dalla foresta, riunendosi con i suoi compagni. 

 

Rukio terminò l'attacco con un pugno sulla bocca dello stomaco di Rokujo, che questa volta centrò il bersaglio, spedendolo verso gli alberi della Foresta del Consiglio. Il colpo non fu abbastanza forte da far rompere l'albero dietro di lui, e quindi cadde a terra ai piedi della quercia. 

 

Dopo quell'attacco, il Riolu rimase immobile, in attesa di una risposta da parte del nemico. Ma entrambi rimasero in silenzio: il pokémon Emanazione guardava con sguardo duro il corpo del Machamp, mentre quest'ultimo aveva lo sguardo verso il basso, con un'ombra sugli occhi che impediva di scorgere la benché minima espressione. 

 

Gli spettatori, invece, erano rimasti in silenzio per la tensione della battaglia e per l'incertezza del risultato che si mostrava davanti a loro. Nelle facce degli scagnozzi si leggeva timore, così come in quella di Nuzleaf e dei ragazzi di Borgo Quieto. 

Quella di Kenji, invece, era seria e impassibile, conscio del fatto che lo scontro non si era ancora concluso. Quel silenzio di devastazione, simile ai rimasugli di una catastrofe naturale, fu interrotto infine dal capitano del team Skyriders.

 

- Allora? - Chiese serio il piccolo licantropo, conscio del fatto che il suo avversario era tutt'altro che sconfitto, - quanto ancora hai intenzione di rimanere lì?

 

- Eheheheheh...

 

La risposta arrivò senza l'utilizzo di parole, che furono invece sostituite da una mezza risata a voce bassa. Lo sguardo del licantropo divenne ancora più duro, mettendosi in guardia per un eventuale contrattacco. 

 

- brbruu...brbrbuu...BRRBRBRWAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!

 

Nessun attacco a sorpresa: il pokèmon Megaforza ruppe quel silenzio  semplicemente con una risata frastornante, completamente perso nell'emozionante scontro della sua vita. Se non fosse stato per il suo aspetto muscoloso e per la sua risata arrogante, probabilmente sarebbe stato scambiato per un bambino gioioso in lizza per il suo giocattolo preferito. Purtroppo, l'immagine riflessa negli occhi dei nostri compagni era davvero in un'altra dimensione, risultando solo un pokémon dal dubbio quoziente intellettivo in preda alle allucinazioni. 

 

- Ha perso la ragione... - commentò Kenji.

 

Fortunatamente, i suoi scagnozzi lo conoscevano abbastanza bene da non perdersi in quell'apparente miraggio. 

 

- Tsk! Non è per quello che ride, - riprese un Machoke al Legnogeco, - il capo Rokujo non perde mai il senno in battaglia, soprattutto quando si diverte!

 

Il Grovyle si rivolse a quello con fare confuso, con sguardo interrogatorio.

 

- Quando fa così... Vuol dire che si sta godendo il combattimento!

 

- E quando lo fa... Inizia a fare sul serio!

 

- BRWAAHAHAHAHAHA! SEI DAVVERO IL MASSIMO, RUKIO! BRWAWAHAHAHAHAHAHAH!

 

Rokujo si rimise in piedi. Deliziato dal combattimento e dalla forza dimostrata dall'avversario, fece uno sguardo terrificante, di una sinistra bellezza, quasi al livello dello sguardo arrogante dello spadaccino.

 

- Era da tanto... era da tanto che non mi divertivo così... Sei la cosa più bella che mi sia potuta capitare!

 

Un'aria di pericolosità pervase la figura muscolosa del pokémon a quattro braccia: il capitano del team Skyriders, percependola, non si abbandonò a considerazioni sul commento discutibile del suo avversario, ma rimase immobile. 

 

- Credo... che tu sia meritato un premio.

 

- (Ha intenzione di combattere ancora? - disse, stringendo i pugni davanti a sé, - ho un brutto presentimento...)

 

Si mise in guardia, in attesa della mossa di Rokujo. Questo, contrariamente alle aspettative del pokémon Emanazione, non si mosse dal punto in cui era e cominciò ad urlare a squarciagola, con i pugni serrati.

 

- GRUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!

 

Dal suo corpo uscì un Meisoku color rosso cremisi, con una veemenza più dirompente dell'aura di Rukio. Gli spettatori rimasero paralizzati da tale aumento di forza, compresi i bambini che, nonostante non fossero in grado di percepire ancora l'aura in eccesso, vedendo quella luce rosso-nera intorno al corpo di Rokujo, diventarono preoccupati.

 

Kenji rimase in silenzio: il ghigno arrogante scomparve, lasciando spazio ad uno sguardo freddo e scrutatore,  capendo di non poter rimanere più frivolo di fronte a quello che stava per accadere.

 

Il suo capitano, invece, nonostante non avesse praticamente cambiato l'espressione del suo viso, se non per il fatto che stesse digrignando i denti per la preoccupazione, rimase profondamente sorpreso da tale scena: mai si sarebbe aspettato che un altro pokèmon sarebbe stato in grado di rendere visibile la sua aura, al di fuori di lui e i suoi compagni. 

 

Nel mondo pokèmon, il concetto di Meisoku non era estraneo ai più, né tanto meno un qualcosa con una definizione complicata e di comprensione difficile da parte delle medesime creature: sia per creare attacchi che per aumentare la propria forza fisica, l'aura era un qualcosa di naturale per loro, come respirare o alzarsi alla mattina. 

 

Quando si utilizzavano mosse come un Fuocobomba o un Taglio, ma anche un Docciascudo o una Protezione, quell'energia invisibile poteva essere utilizzata come se nulla fosse, senza affidarsi a pratiche particolari come un duro allenamento o quant'altro. 

 

Era proprio quell'invisibilità ad essere prerogativa del suo quotidiano, creando un'associazione paranormale, invece, con la sua visibilità: i pokémon in grado di manifestare la propria energia vitale erano esseri dotati di una potenza che si ponevano su un livello differente dei comuni esseri viventi.

 

Per darti un'idea di quello che comportava, chi poteva rendere visibile il proprio Meisoku poteva eccedere i limiti del proprio corpo, come il massimo livello di aumento di una statistica o la resistenza ad eventuali tipi di attacchi, persino agli stessi di cui erano deboli per natura. 

Addirittura la potenza delle mosse subiva un incremento non trascurabile: statisticamente parlando, la percentuale di miglioramento si aggirava intorno al cinquanta per cento, il che non era affatto di buono auspicio per la buona riuscita della missione, per il piccolo licantropo.

 

- (Questa potenza... Non mi aspettavo che anche lui potesse farlo! )

 

- BEH?! CHE TE NE PARE, RAKUJITSU NO SENSHI?! - Ruggì spavaldo il pokémon Megaforza, - SORPRENDENTE VERO? QUESTO E' CIO' CHE HO POTUTO FARE GRAZIE AD INNUMEREVOLI SCONTRI CON ALTRI COMBATTENTI! SONO FELICISSIMO DI POTERLA USARE QUESTA FORZA CON TE!

 

- Porca miseria... Ammetto che non me lo aspettavo...

 

- BASTA CON LE CHIACCHIERE! NON RIESCO PIU' A TRATTENERMI! GRUAAAAAAA!

 

Rokujo si precipitò addosso a Rukio. Oltre alla forza, era aumentata anche la sua velocità.

 

- MALEDIZ-

 

- INCROCOLPO 1.5!

 

- PROTEZIONE!

 

Il Machamp scaricò un Incrocolpo a piena potenza. Rukio riuscì in tempo ad attivare una barriera istantanea, ma l'attacco incrociato fu talmente dirompente da frantumare la sua difesa. 

Il fumo sollevato dall'esplosione fu abbastanza coprente da permettere al licantropo di poter schivare e riposizionarsi per attaccare, ma la nuova velocità di Rokujo garantì a quest'ultimo di contrattaccare istantaneamente.

 

- ZUFFA 1.5!

 

Rukio aveva già usato Protezione, e non aveva il tempo di attaccare di nuovo: si parò con le braccia infondendole d'aura per riuscire a reggere il colpo. Tuttavia, la potenza di Rokujo gli impedì di difendersi a dovere, e fu costretto a subire in pieno colpo l'attacco.

 

I ragazzini, a cui nel frattempo si era aggiunto Pansear, stavano osservando il combattimento con terrore, rendendosi conto che Rukio era in difficoltà.

 

- OH NO! RUKIO! CHE DIAVOLO COMBINI?! - commentò Shelmet.

 

- L-lo sta massacrando! N-non posso guardare fairiii !

 

- NO! RUKIO-SENPAI!

 

- Q-QUI SI METTE MALE! - commentò Nuzleaf, a sua volta preoccupato, - DOBBIAMO ANDARE AD AIUTARLO!

 

Non esitò neanche un solo istante: si alzò di scatto, pronto per aggiungersi al combattimento, nonostante la consapevolezza che non sarebbe stato granché d'aiuto. Tuttavia, non poté agire in altro modo: Kenji lo bloccò repentinamente con il braccio destro, fermando la sua avanzata.

 

- Aspetta.

 

- CHE STAI FACENDO? HA BISOGNO D'AIUTO!

 

- Non ha importanza: rimani seduto. 

 

Il contadino non si capacitava di tale comportamento. Non era il suo compagno? Non era anche lui un membro del team Skyriders, volto al soccorso e all'esplorazione sotto il gruppo di pokémon di Brusilia? La domanda successiva divenne lampante per il pokémon Scaltro, che non ci pensò due volte a riprendere il Legnogeco. 

 

 - PERCHE' NON VAI AD AIUTARE IL TUO CAPITANO? E' IN DIFFICOLTA'!

 

- Ho detto che devi aspettare, - rispose di nuovo imperterrito questo. 

 

Questo fece infuriare l'ex mentore, che afferrò dal petto lo spadaccino, noncurante del terrore che gli aveva provocato nei precedenti momenti. 

 

- MA SEI IMPAZZITO? CHE CAVOLO TI DICE IL CERV-

 

Kenji non ebbe più bisogno di ripetersi: l'azione sconsiderata del contadino lo fecero innervosire a tal punto che rivolse uno sguardo incupito a Nuzleaf, trucidandolo con i suoi soli piccoli occhi incattiviti. 

La paura che un momento prima era scomparsa tornò furente come uno tsunami, costringendo immediatamente il povero mentore a mollare la presa, lasciandolo con uno sguardo terrorizzato e reclamante perdono per la sua azione sconsiderata. 

Contrariamente all'idea che si era fatto il pokémon Scaltro, lo spadaccino abbandono immediatamente quell'occhiata omicida, rivolgendo di nuovo il suo sguardo verso lo scontro che stava avvenendo. Dopo qualche secondo di silenzio, dal becco di Grovyle uscirono delle parole che, finalmente, potevano essere considerate una risoluzione dei dubbi di quel pokémon con la coda tra le gambe.

 

- Quando è iniziato il combattimento, lui ha detto "fatevi da parte". Bisogna rispettare la decisione del capitano. Se ha deciso così, vuol dire che è in grado di sconfiggerlo da solo.

 

- Però... è chiaramente... 

 

- In difficoltà? Eheh...

 

Kenji sorrise al pensiero di Nuzleaf: invece di rimanere incrudelito per averlo quasi provocato, provava quasi tenerezza per l'ingenuità del pokémon Scaltro. 

 

Ma era un ingenuità comprensibile: dopotutto, egli non aveva avuto modo di seguire attentamente quel piccoletto taciturno dopo gli eventi della Materia Oscura, e non poteva in alcun modo avere idea di cosa il suo "studente" fosse diventato. 

 

- Se sei davvero convinto di ciò, - disse con tono calmo, - osserva attentamente il capitano.

 

Nuzleaf fece come disse il pokèmon Legnogeco, rivolgendo lo sguardo verso il Riolu. Si vedeva chiaramente che egli non riusciva in alcun modo a contrattaccare, ma il suo sguardo era rimasto severo e stava ancora digrignando i denti, un'espressione molto lontana da quella di sconfitta.



- Quello non è uno sguardo di uno che sta perdendo, e nemmeno uno sguardo che sta tentando il tutto e per tutto per disperazione. Lo vedrai con i tuoi occhi molto presto quanto tu ti stia sbagliando.

 

Rimase attonito, non comprendendo a pieno le parole di Kenji. Rimase ad osservare lo scontro in piedi, preoccupato per il suo vecchio e piccolo amico. 

 

L'attacco dirompente di Rokujo terminò con un pugno violento sull'incrocio delle braccia di Rukio, che lo lanciarono contro gli alberi della Foresta del Consiglio, questa volta spezzando due tronchi in serie. 

Intorno all'area si sollevò un cumulo di polvere e la percezione dell'aura del piccolo licantropo svanì, facendolo credere in tutto e per tutto sfinito e pronto ad accettare la sua sconfitta. Rokujo si fermò, assaporando la meritata vittoria.

 

- E' stato un bel combattimento... Era da tanto che non combattevo a piena potenza! - Disse esaltato il Megaforza, - di solito soccombono dopo il primo attacco, ma il Rakujitsu no Senshi ha resistito fino alla mia Zuffa! Questo combattimento, - continuò poi, con l'amaro in bocca, - è già finito... Ancora una volta...

 

Cadde il silenzio nell'arena verde. I ragazzini paralizzati, gli scagnozzi che non vedevano l'ora di festeggiare, Nuzleaf con lo sguardo cadaverico: tutti erano pietrificati, in attesa di qualcuno che rompesse il silenzio.

 

- Ti faccio i miei sinceri complimenti, Ōryūgo Rukio, - disse Rokujo, voltandosi dal luogo d'impatto, - Hai tutta la mia gratitudine!

 

- Non me ne faccio un fico secco della tua gratitudine.

 

- Uh?

 

Gli scagnozzi copiarono l'espressione del pokèmon Scaltro, increduli davanti alla risposta ferma e forte di un pokémon sul punto di collassare. 

 

Rokujo, con misto di paura e felicità, fece un sorrisetto nervoso. Si girò lentamente verso il punto in cui aveva lasciato il pokèmon Emanazione, e vide uno spettacolo che non si sarebbe mai immaginato di vedere: dal cumulo di polvere, una figura si ergeva eretta, con occhi furiosi e colmi di determinazione.

 

Le braccia, le gambe e la fronte erano ricoperte di sangue, che scendeva sulla terra gocciolando dai suddetti arti come una pioggerellina prima della bufera inondante. 

 

Nonostante l'enorme dolore e bruciore che le ferite avrebbero dovuto farli provare, lui era fermo in piedi, con le braccia distese sui fianchi a pugni chiusi, ancora con la forza di mantenersi erto davanti al rivale. Il Machamp era diviso tra due emozioni distinte, le quali fecero oscillare il suo cuore da un lato all'altro del suo pendolo emotivo. 

 

La prima era di delizia: il suo avversario era ancora in piedi nonostante la scarica di potenza che gli aveva lanciato contro, forse pronto a procurargli ancor più divertimento come non aveva mai provato. La seconda, invece, era di preoccupazione: nonostante tutto quello che aveva subito, era ancora in piedi, portando uno sguardo che era ben lontano dal dichiarare la resa e la sconfitta. Credeva fosse solo una frase che accompagnava la sua leggenda, ma si trovò con piacere a constatare la veridicità di quelle dicerie. 

 

- "Non importa quanto sia forte il suo avversario, o quante ferite abbia", eh? - disse il Megaforza, mentre una goccia di sudore attraversava la sua guancia destra. - Sembra che tu stia portando alto il soprannome che ti è stato conferito, Ōryugo Rukio... Eheheheheh... Spero che tu riesca a farmi divertire ancora... 

 

Il piccoletto rimase immobile. La sua risposta non arrivò subito, come se dovesse prendere tempo in quella situazione disperata. 

 

- Perché... cerchi la forza?

 

- Uh? - disse Rokujo, sbattendo le palpebre.

 

- Sei forte... hai una forza di cui nessun Kodamon ti può rivaleggiare. 

 

- BRWAHAHAHA! OVVIAMENTE! IO SONO IL GRANDE ROKUJO DOPOTUTTO!

 

- Ma... perché? Per quale motivo vuoi diventare forte?

 

Il sorriso di Rokujo si affievolì, rimanendo un attimo perplesso dalle parole del piccolo licantropo. Non aveva idea di cosa volesse definire con quelle domande così fuori posto.

 

- Io... ti ho colpito così forte? 

 

Per qualche motivo, quella domanda scosse le sue più profonde viscere.

 

- PERCHE' QUESTE DOMANDE STUPIDE?! NON SAI LA RISPOSTA?!

 

Dalla parte sua, la risposta sembrava molto banale. 

 

- E' PERCHE' SIAMO KODAMON! PERCHE' OGNI GIORNO LOTTIAMO PER PER DIMOSTRARE LA NOSTRA FORZA! ED IO VOGLIO ESSERE IL PIU' FORTE DI TUTTI! ORA BASTA CON QUESTE CHIACCHIERE E LOTTIAMO! NON STARO' FERMO CON LE MANI IN MANO ANCORA PER MOLTO, SE TU NON VUOI ATTACCARE! SE HAI ANCORA LA FORZA DI STARE IN PIEDI, TORNA QUI E FAMMI DIVERTIRE! NON NE HO ANCORA ABBASTANZA!

 

Il pokémom Emanazione, dopo quell'urlo, fece una faccia che il Machamp non si aspettava minimamente. Non era un volto furioso di chi gli era stato fatto un grave torto; non era il volto spaventato di un cucciolo indifeso di fronte ad una bestia inferocita. 

 

Era un volto imperturbabile e serio, che sembrava quello di chi aveva sentito delle parole a cui non facevano né caldo ne freddo. 

 

- (Cos'è... quello sguardo?)

 

E continuando a guardarlo negli occhi, proseguì nella ricerca della risposta alla sua domanda. 

 

- Tu... sei forte. Devo ammetterlo. Nonostante la tua persona, hai un bello spirito: non ti spaventa niente e sei sempre pronto a metterti in gioco. Quando hai combattuto contro di me, non hai mai fatto colpi bassi: hai sempre aspettato che mi rialzassi per continuare lo scontro. E' quasi incredibile che tu sia stato capace di rapire dei cuccioli. Se non avresti puntato i pugni verso la mia famiglia...

 

Delle parole incredibili uscirono dalla bocca dell'eroe. Delle parole che nessuno si sarebbe aspettato di sentire. 

 

- ...Avresti tutto il mio rispetto.

 

Rokujo rimase interdetto: non seppe minimamente come prendere quelle parole. Erano poche le volte in cui un pokémon si congratulava con lui della sua forza, che vedeva in lui la bellezza e la potenza che lo contraddistingueva dagli altri. Ma detta con quel tono, non sapeva se gioirne o prenderlo come monito. Dopotutto, vi erano molte ombre in quella luce che si mostrava.

 

- A te... manca qualcosa.

 

Mentre parlava, Rokujo che dal suo corpo uscivano ancora le strane strisce azzurre, e che il suo Meisoku si stava lentamente espandendo, distanziandosi dal suo corpo a più di un metro.

 

- (La sua aura...)

 

- Una volta che raggiungerai la tua vetta... Se diventassi davvero il Kodamon più forte del mondo... cosa faresti poi?

 

L'essere muscoloso, dopo quella domanda fuori contesto, rimase perplesso. Non ci aveva mai pensato, effettivamente. Cosa sarebbe accaduto? Anche quello era abbastanza ovvio, no? Sarebbe diventato il più forte, giusto? 

 

- Quando accadrà... quando... accadrà...

 

Pensò un po', ma non riuscì a trovare una risposta che potesse dare senso alla richiesta del licantropo. 

 

- Come immaginavo... Non lo sai, vero? - Disse, chiudendo gli occhi, - è questo... il tuo problema. Sei alla ricerca della forza solo per la forza in sé. Non hai un vero sogno da realizzare, una missione da compiere, o un fine decisivo.

 

- CHE COSA STAI BLATERANDO ANCORA?? - Lo interruppe, - NON LA PENSI COME ME FORSE? ALLORA PERCHE' TU VORRESTI DIVENTARE PIU' FORTE? AH? QUALE SAREBBE QUESTA "GRANDE RAGIONE", EH? DIMMELO!

 

Rukio pensò qualche secondo tra sé e sé, tra l'attesa della risposta e il fiato sospeso degli spettatori, rimanendo in silenzio e senza l'intenzione minima di iniziare nemmeno a costruire tale affermazione. 

 

- Dovrei... dirtelo?

 

Il suo Meisoku si elevò per tre metri, scattando veemente verso il pokémon Megaforza a mezz'aria. Il Machamp intercettò il pugno destro del piccolo licantropo con uno dei suoi pugni destri. Nel contatto, Rokujo credeva di riuscire a spingere via il Riolu con facilità. Tuttavia, ciò si dimostrò non possibile: si rese conto, invece, che era il suo pugno a venir spinto via.

 

- (Ma come... ha ancora tutta questa forza!?)

 

- Molto bene... te lo dirò. 

 

- Sta arrivando... - commentò lo spadaccino.

 

- Io voglio diventare più forte... per proteggere le cose che amo. 

 

Il peso di quel pugno sembrava il medesimo di un incudine di ferro: piano piano, il braccio del Machamp veniva spinto indietro. 

 

- Voglio diventare più forte... per poter proteggere i miei amici. Il mio villaggio. La mia famiglia... per realizzare i miei sogni. E per farlo... devo mettere tutto me stesso. In tutto per tutto. Non solo per piacere, non solo per divertimento, non solo per responsabilità o dovere. Tutto te stesso. Anche la tua vita, se necessario. Se non lo farai, non potrai... non potrai mai realizzare i grandi sogni che ti sei prefissato. Tu... non hai niente di tutto ciò. Tu... sei solo con il tuo ego. 

 

Il sangue intorno al corpo del licantropo brillò di una luce smeraldo. Il suo Meisoku divenne ancora più denso e scoppiettante. 

 

- Ed è per questo... che oggi...

 

La mano di Rukio iniziò a scaldarsi: divampò nel campo di battaglia come una cometa appena schiantata al suolo.

 

- PERDERAI CONTRO DI ME!

 

 

Un'ondata di energia venne emanata dal corpo del piccolo licantropo. L'enorme pressione generata sbalzò via il pokémon Megaforza, che si venne sconfitto in quello scontro di volontà. L'occhio sinistro di Rukio iniziò a brillare di una luce dorata, come una grande scintilla bianca in un firmamento stellato.

 

- APRITI, GENSHIMON! (*)

 

Il corpo del piccolo licantropo fu folgorato da una fiamma blu elettrica, fendendo il terreno con quelle che sembravano scosse. Il sangue di cui era ricoperto evaporò come se fosse entrato in ebollizione. Tuttavia non fu quello la cosa che sconcertò di più: prima ancora del suo aumento di forza, ciò che stava avvenendo al suo corpo propriamente a livello fisico non poté che far spalancare gli occhi al bandito come un Magikarp fuori dall'acqua. 

 

- Rakujitsudō (*)... 

 

Ogni singolo colpo subito; ogni taglio inferto; ogni livido accumulato; ogni bruciatura percossa: tutto il danno inferto dal combattimento con Rokujo venne mitigato, riportando lo stato del corpo malridotto ad un livello tale da potergli permettere di lottare come prima. Davanti a quello spettacolo fuori dal comune, la forza del Riolu aumentò esponenzialmente, diventando dieci volte più potente di quella mostrata fino a quel momento.

 

- BLUE DUSK! (*)

 

Le parti del suo pelo nere come la pece divennero azzurro brillante, quasi fossero state infiammate da fiamme ossidriche. L'occhio sinistro si trasformò in un quieto lago illuminato da un sole splendente, con dei lineamenti gialli che ricordavano l'anello dorato intorno al corpo di Arceus. Rokujo non poteva credere a quello che stava vedendo, ne aveva mai sognato una visione talmente sfolgorante da considerarsi preparato. Non aveva la minima idea su cosa soffermare il suo sguardo sconvolto: se sulle ferite rimarginate come niente, se sull'enorme aura che stava sprigionando, oppure su quello strano occhio sinistro che sembrava guardarlo dall'alto come un giudice celeste. 

 

Anche i suoi compagni erano sconvolti: gli scagnozzi non avevano mai visto una figura del genere, che usciva dai canoni di un pokémon qualunque.

 

- N-non...

 

- C-che diavolo... 

 

- E'... Spaventoso! 

 

Anche i ragazzini, che prima erano i più eccitati nel combattimento, provarono un po' di timore nei confronti del loro senpai. 

 

- N-non l'ho mai visto così!

 

- Che bello! Come luccica!

 

- Ma che diavolo sono quelle fiamme?!

 

Il più scandalizzato di tutti, però, rimase sempre e comunque il suo ex mentore, completamente sommerso da tale illusione. 

 

- K-kenji, - chiese al pokémon Legnogeco. 

 

- Uh? 

 

- C-cosa... Sto vedendo? Io... Lo sto... vedendo? 

 

- Te l'avevo detto, no? Te l'avevo detto che il capitano non avrebbe perso. Eheh... 

 

Dopo aver risposto al pokémon Scaltro, si girò di nuovo verso i due sfidanti, eccitato più che mai nel vedere il culmine dello scontro.

 

- Questo... è il Genshimon. Una figata, vero?

 

- G-genshi... 

 

- Mon?

 

Il Legnogeco sbuffò di fronte alle allusioni che quelle domande esprimevano.

 

- Che seccatura... non ditemi che volete che ve la spieghi! Non ho proprio voglia... Non me la ricordo, se devo essere sincero...

 

- Mon dieu... Sei pigro anche quando non ci sono... 

 

Alle spalle dello spadaccino, apparve Shinso con i due ultimi ostaggi, anche loro rimasti sconvolti dalla trasformazione di Rukio. 

 

- Ce ne hai messo di tempo, Froggy viscido. 

 

- PARBLEU! COS'E QUELLA FACCIA ANNOIATA?! SI VULGARE! NON TI COMPLIMENTI CON ME PER L'OTTIMO LAVORO SVOLTO? 

 

- Non hai fatto niente di particolare... Avanti: spiega a Nuzleaf che sta succedendo al nostro capitano. 

 

Il Frogadier fece uno sbuffo di rassegnazione. Non litigò per il momento, e decise di concentrarsi sui suoi nuovi alunni. 

 

- EXCUSE MOI MESSIEURS! Attenzione per favore!

 

Gli spettatori si rivolsero a lui, con gli sguardi persi di ormai androidi che avrebbero svolto ogni ordine impartitogli, non curandosi delle conseguenze. 

 

- Quello che state vedendo è ciò che si ottiene "aprendo il Genshimon", la porta della tua anima che ti permette di mettere le mani su poteri inimmaginabili. L'abilità scaturita si chiama "Genshi", come origine, e cambia da Kodamon a Kodamon. Non è un'abilità che dipende dalle specie, ma dall'individuo: quindi e ancora più esclusiva. Dipende dall'energia psicofisica di sé stessi, che chiameremo anch'essa anima per semplificare. Come pensa degli altri Kodamon; cosa ne pensa delle leggi della natura; cosa ne pensa della sua essenza stessa, e dell'ideale di giustizia che la governa. Dipende da tanti fattori, che ne rendono la sua specialità ancora più speciale.

 

- Riesci a tagliare corto o devo tagliarti io? - intimò il Legnogeco.

 

- Ci arrivo. - disse secco, irritato, - Nel caso del capitano... Abbiamo l'incarnazione dell'eroe che non si arrende mai.

Saette continuavano ad uscire dal suo corpo, rendendo l'aria frizzante. 

 

- Rakujitsudō: Blue Dusk. Questa abilità permette in qualunque momento del combattimento di curare le ferite subite, e di aumentare il proprio Meisoku in proporzione al danno curato. Più le ferite sono gravi, più il quantitativo di forza ricevuto. 

 

- Che for-

 

- Non prendetela così sul leggero.

 

Interruppe immediatamente il commento di Pancham.

 

- Questa abilità non è invincibile,  - continuò Shinso con un tono piú serio, - questa abilità è un' arma a doppio taglio. Il quantitativo di forza che ricevi non è fisso: è tale da aumentare la tua aura tanto più hai subito danni nel combattimento, ed è dunque efficace solo quando arrivi a subire ferite fatali. Inoltre... il corpo di Rukio deve impiegare il doppio delle forze per un attacco normale. Risulterà più potente, certo, ma farà più fatica a lungo andare. Il dolore che subirà dagli attacchi dell' avversario sarà il triplo, e il Meisoku che rilascerà gli brucerà per tutto il corpo. Non puoi usare questo potere alla leggera: quando lo usi, devi avere la certezza di portare a termine il combattimento. 

 

Il Pancham non ci mise molto a capire la vera natura di questo potere. 

 

- (Devi aspettare di subire abbastanza ferite per poterla utilizzare... il dolore e la fatica che subirà in quello stato è il doppio di un normale combattimento. In poche parole... )

 

Una natura, che lo fece tremare. 

 

- E'... un' arma suicida... - commentò Pancham, con un tono preoccupato. 

 

Un tono malinconico, ma con sfumature di rispetto, colorò la voce del Mizukage.

 

- Esattamente. Rischiare la vita, pur di vincere ed inseguire i propri sogni, sotto le aspettative e le speranze di tutti. "Per mettere ai Kodamon di essere nuvole... libere nel cielo di andare dove gli pare, senza preoccuparsi di niente". Questo... è il capitano del team Skyriders.

 

Colui che rappresentava Brusilia e Borgo Quieto; l'eroe umano diventato pokémon che aveva salvato il mondo dalla Materia Oscura. Questo era lui. 

 

- Rakujitsu no Senshi: Ōryūgo Rukio! 

 

- (E ancor più forte di prima... Non ci credo!) - Disse Rokujo nella sua testa.

 

- Sembri sorpreso, - Rispose il Riolu.

 

- Ugh! 

 

- Sono un esploratore che si impegna a creare un posto migliore per tutti i pokèmon, e che ha già salvato il mondo una volta da una catastrofe planetaria. Credevi davvero... Davvero, anche per un solo secondo, hai pensato di essere alla mia altezza? All'altezza del peso che porto con me?

 

Il tono dell'eroe divenne aggressivo e intimidatorio: sotto quella notte cerulea sembrava un'altra persona, volta a scatenare la sua furia su chiunque avrebbe incrociato il suo cammino. Il suo Meisoku ruggiva dal suo corpo come un leone maschio dominante, reclamando quel territorio che ancora era lontano per il pokémon Megaforza. 

 

Rokujo rimase in silenzio per un po': un misto di rispetto e paura provava nei confronti di quel piccoletto che sputava parole senza senso per lui. Ma durò poco: a questo si sovrappose l'arroganza e la rabbia che contraddistingueva il pokémon Megaforza.

 

- Io...perdere... Ehehehhe... Eheheheheheheh....BrwwuwuBRBRBRUWAAHHHHHHHAH! NON FARMI RIDERE! IO PERDERE?! FINALMENTE LO SCONTRO E' ARRIVATO AL SUO CULMINE, E HAI IL CORAGGIO DI DIRE CHE E' FINITO? FATTI AVANTI, RUKIO! DA QUI USCIRA' UN SOLO VINCITORE, E SARO' IO!

 

Il Meisoku di Rokujo divampò come un vulcano in eruzione. Si precipitò addosso al Riolu per sferrare un dinamipugno.

 

- DINAMIPUGNO 1.5 !

 

Sferrò il colpo mirando alla faccia, con la stessa velocità che prima aveva sorpreso il licantropo. Per evitare di essere danneggiato più del dovuto, Rukio decise di passare direttamente all'attacco piuttosto che la difesa, e parò schivando leggermente il colpo a destra, colpendo poi con una Breccia il braccio dell'attacco del Machamp con la mano destra.

 

- Ugh!

 

- PALMOFORZA!

 

Successivamente, il pokémon Emanazione attaccò il pokémon muscoloso con un Palmoforza con la mano sinistra. La potenza fu tale da spingere lontano l'avversario, ma non abbastanza da farlo cadere a terra. Rokujo si stava preparando per una Zuffa, ma prima che potesse fare qualunque cosa, fu colpito da una scarica di Forzasfera da parte del licantropo. 

L'aura utilizzata dalle sfere fu tale che l'essere muscoloso subì delle bruciature, nonostante il suo Meisoku cremisi. Il Machamp non si lasciò tuttavia sopraffare dalle esplosioni, e si precipitò su Rukio per sferrare il suo attacco.

 

- ZUFFA 1.5!

 

- Jinrō Kenpō: JINRŌSENKEN! 

 

Rukio immediatamente rispose con il suo Senjirōken. Era una spanna sopra in ogni movimento, quindi riuscì a parare i pugni di Rokujo con i suoi e al tempo stesso infliggere dei danni al pokèmon Megaforza. 

 

Quest'ultimo, tuttavia,  non diede segno di indietreggiare, e pur di mettere a segno dei colpi sul pokèmon Emanazione, non badò alla difesa, cercando disperatamente di colpirlo. 

 

Il livello di combattimento era tale che gli spettatori non riuscivano a staccare gli occhi di dosso dai due combattenti: Rukio infliggeva danni ingenti contro il pokèmon Megaforza, ma l'orgoglio di quest'ultimo era tale da rispondere senza pensare al dolore, riuscendo anche ad assestare pugni spaccaossa.

 

Le masse dei loro Meisoku erano tali che dai due corpi che si stavano scontrando uscirono delle scariche di energia che colpivano il terreno, bruciando l'erba con cui venivano a contatto. 

 

Gli scagnozzi e i compagni di Rukio osservavano con il fiato alla gola. Destro, sinistro, in basso, in alto: lo scontro tra le due zuffe creavano un susseguirsi di percussioni sulla carne dei due guerrieri, quasi come se fosse una battaglia tra due fazioni che si stavano sfidando a colpi di cannone, e le folate di vento prodotte da quello scontro stavano scheggiando gli alberi intorno, disturbandoli dal loro quieto vivere.

 

- GRUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!

 

- GRWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!

 

Il primo a cedere fu Rokujo. Quando sferrò un pugno con il braccio inferiore destro, Rukio rispose con il suo pugno destro. L'attacco del licantropo risultò più forte, spaccando le nocche del pokèmon Megaforza. 

 

- ARGH!

 

Il Riolu ne approfittò per tirare un calcio destro sul mento dell'essere muscoloso per fargli perdere l'equilibrio, e a mani giunte, questa volta, tirò una Forzasfera potenziata.

 

- Jinrō Kenpō: BAKUGETSU! (*)

 

- DINAMIPUGNO 1.5!

 

Il Machamp non si fece distrarre dal calcio, e decise di contrattaccare con un Dinamipugno usando il braccio superiore destro. Tuttavia, la bomba di Meisoku esplose con un impeto dirompente, offuscando la vista di Rokujo.

 

- NO! NON CI CASCHERO' UN ALTRA VOLTA! GRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!

 

Il pokèmon Megaforza lanciò un urlo dirompente per disperdere la coltre di fumo, riuscendo nel suo intento, riuscendo in questo modo a vedere Rukio che si accingeva al colpo di grazia. Era già pronto: quell'urlo risultò inutile, perchè solo con due braccia completamente funzionanti, non aveva la possibilità di contrattaccare. 

Il piccolo pokèmon apparve alla sua vista come un guerriero ancestrale, con gli occhi colmi di grinta e furia dirompente. La sua mano destra brillava di un blu elettrico acceso; blu come uno zaffiro; blu come un oceano profondo, pronto a sommergere completamente l'orgoglioso pokèmon. 

 

Rokujo sentiva provenire da quella mano una forza devastante, e fu tale da paralizzarlo solo per la sua percezione.

 

- Jinrō Kenpō.

 

La mano di Rukio si appoggiò sullo stomaco del rivale: l'energia di Rokujo smise per un attimo di scorrere, così come la sua, come se il tempo improvvisamente si fosse fermato.

 

In quei pochi frammenti, quasi al rallentatore, si poteva leggere il volto spaventato del Machamp, e lo sguardo del licantropo pronto a mettere tutto se stesso in quel colpo finale.

 

- DRAGON PAW! (*)

 

Il Riolu emise una scarica di energia di color blu in quell'unico punto, applicando una pressione agli addominali del Machamp tale da poter schiacciare un incudine di piombo. La forza esercitata dal palmo della sua mano fu tale da spingere Rokujo verso gli alberi della foresta del consiglio, lanciandolo fuori dall'arena erbosa per cinquanta metri, rompendo cinque alberi di fila lungo il suo cammino. Tra gli occhi increduli degli spettatori, il Machamp perse i sensi sopra un letto di legname, con una bruciatura a forma di zampa di drago sulla sua pancia. Centosettantesimo anno del drago, ore 16.25. Lo scontro tra il team Rokujo e il team Skyriders era finalmente concluso. 

 

 

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Nome Genshi: Blue Dusk

Portatore/trice: Oryugō Rukio

Tipo: Seigi

Classe: S

Difficoltà: elevata

Rischio: elevato

 

****************NOTE DELL'AUTORE**************

 

-Explaining

1) Meisoku e Aura sono termini interscambiabili in questa storia. Vengono usate sia l'uno che l'altra come funzioni di sinonimi, per evitare ripetizioni noiose;
2) Rukio era capace ad utilizzare l'aura per rafforzare parti del corpo. La specie dei Riolu/ Lucario era in grado di avere fin dalla nascita una naturale predisposizione per il controllo dell'aura e per l'utilizzo in questo modo. Per gli altri pokèmon non è impossibile, ma è questione di duro allenamento.
3) il bō è uno strumento da combattimento orientale, riconducibile ad un lungo bastone di legno (Vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Bō).
4) Nello stato di Aura Potenziata (Rokujo non gli ha dato ancora un nome), la potenza delle sue mosse è aumentata del 50%. Per gli esperti nel settore, e come se avesse assieme alla Nullodifesa l'abilità Adattabilità, per qualunque mossa;
5) Il cinema Meowth è una funzione aggiuntiva del gioco Pokèmon Super Mystery Dungeon. Puoi attraversare dungeon misteriosi e registrare la tua avventura, per poi spedirla ad altri giocatori;


-Legenda:
Meisoku (命息): Life Breath, respiro vitale.
Jinrōsenken (千人狼拳): Thousand fists of the Wolf-man, Mille pugni dell'Uomo Lupo.
Genshimon (元始門): The primordial/original Gate, il portale dell'origine/del primordio.
Rakujitsudō (落日道): Way of the falling sun, Via del sol calante.
Blue Dusk: Crepuscolo blu.
Bakugetsu (爆月): Explosive Moon, Luna Esplosiva.
Dragon Paw: Zampata del Drago.

-FAQ (Vuoto atm)

-Curiosità

Il combattimento tra Rokujo e Rukio è stato composto ispirandosi a questo theme di anime, proveniente dall'anime Mirai Nikki. Provate a rileggerlo dopo averla ascoltata (cercate su yt, si chiama "final showdown");L'ispirazione per le tecniche di Rukio vengono dall'anime Hunter x Hunter e da Dragonball.

 

 

Capitolo 10: missione compiuta!

Spoiler

Ci fu qualche secondo di silenzio, e per tutto quel frangente il Combattente del Tramonto e gli spettatori rimasero fermi immobili, come se la Materia Oscura gli avesse fatti diventare di nuovo delle statue di pietra.

Il silenzio fu interrotto dagli alunni di Borgo Quieto, che gridarono a squarcia gola per festeggiare il loro eroe.

 

- EVVAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!

 

- GRANDE RUKIO!!!!!!!

 

- E' finita finalmente!

 

- Eheh...

 

Gli scagnozzi, invece, si preoccuparono per il loro leader.

 

- C-CAPITANO!

 

- IL GRANDE ROKUJO E' STATO SCONFITTO!

 

- N-non ci credo...

 

- E'... stato battuto...

 

- Fiu... E' finita. Mon dieu...

 

- Eheh! Il capitano non delude mai...

 

Rukio era immobile nella stessa posizione che aveva terminato lo scontro con Rokujo. L'aura blu elettrico scomparve, e le parti azzurre tornarono nere, come la cenere di un focolare arrivato alle sue ultime fiamme. Una volta terminato quel processo, si accasciò al suolo, completamente esausto, soccombendo al peso del Blue Dusk, privandolo completamente delle forze.

 

- RUKIO! - esclamò Pancham preoccupato.

 

- Tranquillo: è normale. Ci penso io.

 

Kenji andò a prelevare l'ormai esausto capitano, sollevandolo da terra cercando di mantenerlo in piedi.

 

- Grazie dello spettacolo, capitano! Finché ci sarai tu a meravigliare il nostro mondo, il cinema Meowth * rimarrà in perdita. Eheh...

 

- A-ahah...N-non farti s-sentire, - disse Rukio, cercando di rispondere a tono nonostante la stanchezza, - è p-permaloso come p-pochi.

 

- Rukio! S-stai bene? - Chiese il pokémon Panda, accorso istintivamente verso il suo ex compagno di classe.

 

- C-ciao Pancham, vecchio mio. S-sto bene, tranquillo. T-tempo di una bella dormita e s-sarò come nuovo...

 

Tutti i ragazzini di Borgo Quieto fecero per avvicinarsi al loro eroe, per ringraziarlo di averli salvato da quei delinquenti. Tuttavia, Kenji diede cenno di non farli avvicinare.

 

- Mocciosetti. State lontano da Rukio. In questo stato anche un abbraccio potrebbe rompergli le ossa.

 

- Parbleu Kenji! Un po' di tatto con questi pargoletti! - Esclamò il Frogadier, - potevi scegliere un altro termine piuttosto che mocciosetti. Sei proprio un cattivone, sai?

 

- Se non avessi Rukio in braccio verrei lì a chiuderti la bocca...

 

- Rukio...

 

Si avvicinò il vecchio Nuzleaf al suo caro amico.

 

- S-signor N-nuzleaf...

 

- Piantala con il signor! Sei sempre formale nei momenti sbagliati! I tempi sono cambiati, ma continui sempre a cacciarti nei guai... Ora che non c'è più Amelia devi prendere il suo posto?

 

Per chi la conosceva, sapeva che Amelia era solita girovagare da sola in angoli dove non doveva andare, finendo sempre in qualche pasticcio che metteva in difficoltà lei o le persone che le stavano vicino. Era una sua caratteristica fastidiosa, ma per le persone che le volevano bene anche questo piccolo difetto creava malinconia.

 

- Chi lo sà... - fece il piccolo licantropo, con un sorriso sconsolato, - Eheh...

 

- Ad ogni modo sei stato incredibile! Quando hai imparato a fare tutto questo?

 

La Schiumorana si spazientì dalla mancanza di tatto del contadino.

 

- Cough cough! Excuse moi! Il capitano è ferito e ha bisogno di cure! Possiamo muoverci, chiudere la faccenda qui e tornare a casa?

 

Il Grovyle rispose al compagno per il semplice gusto di provocarlo.

 

- Se hai così tanta voglia di tornare a casa tornaci da solo! La strada la sai no?

 

- CHE HAI DETTO, DRAGO MANCATO?!

 

Rukio aveva la testa che girava, ma fece in modo di riprendere i suoi compagni.

 

- R-ragazzi... Per favore n-non adesso. Shinso ha ragione: r-riportiamo a casa i ragazzi e spediamo quei furfanti da Magnezone.

 

- Mon dieu capo... Gli scagnozzi sono ancora liberi di muoversi... Dobbiamo proprio farlo?

 

Kenji si era completamente scordato degli scagnozzi di Rokujo, talmente gli ignorava per la loro scarsa forza.

 

- Ah già... Dobbiamo anche spedire quelli in gattabuia.

 

- Invece di perdere tempo a guardare lo scontro, perché non gli hai messi K.O. e gli hai legati? Adesso dovrai combattere di nuovo!

 

- "Dovrai"?

 

- Certainement! Io ho già dato! Vero ragazzi?

 

Fece per rivolgersi a Duosion. Reduce nello scontro della foresta, si limitò ad una sommessa e timida affermazione.

 

- S-sì...

 

- Visto? Persino i ragazzi riconoscono il mio durissimo lavoro! Tu sei stato a ciondolare fino adesso! Su su: ti do il distintivo. Vai a fare il tuo lavoro.

 

- Non accetto ordini da te...

 

- EXCUSE MOIì?! MI STAI SFIDANDO?!?!?

 

I due si lanciarono occhiate di sfida in modo irresponsabile, sotto gli occhi increduli degli abitanti di Borgo Quieto e del loro capitano.

 

- (Santa pazienza... Se non fossi così abbattuto li picchierei a sangue tutti e due! Ma chi me l'ha fatto fare di prenderli nel mio team... Sono insopportabili...)

 

A interrompere il loro litigio ci pensò Nuzleaf.

 

- EHM EHM... Scusate se interrompo la vostra "conversazione"... Ma mentre voi litigavate, gli scagnozzi si sono dileguati. Bel team d'esplorazione che siete!

 

- COSA?!

 

- EH? - Fece il piccolo licantropo.

 

Il pokèmon Scaltro si stupii del fatto che anche Rukio non si era accorto di niente.

 

- Non te ne sei accorto Rukio?! Come è possibile?!

 

- O-ora che me lo fai notare...

 

Kenji e Shinso si guardarono intorno: degli scagnozzi e del corpo esausto di Rokujo non si intravvedeva neanche l'ombra. Nuzleaf era un po' arrabbiato per il fatto che i due compagni avessero preferito litigare piuttosto che assicurare alla giustizia i criminali, ma lui non sapeva che questo non era dovuto ad un errore di distrazione del Grovyle e del Frogadier.

 

- (Come è possibile?)

 

- (Fino a che non me lo ha fatto notare Nuzleaf ero sicuro di sentire ancora la loro presenza! Sono spariti nel nulla?!)

 

- Davvero... Mi chiedo perché siate nello stesso team di Rukio.

 

Il più preoccupato era proprio il licantropo.

 

- (Continuo ancora a percepire la loro presenza... Ma è come se avessi la sensazione che tutto ciò sia irreale. Non ho mai avuto una sensazione simile...)

 

Duosion, che leggeva nella menti del team Skyriders, si preoccupò insieme a loro.

 

- (Hanno ragione. E' come se fossero spariti improvvisamente...)

 

- Kenji, - disse il Riolu.

 

- Dimmi.

 

- Quel Magmortar... - disse riferendosi a Kazan, - Dove lo hai lasciato?! Non percepisco più il suo Meisoku...

 

- Anche lui?! - Disse facendo uno sbuffo di irritazione, - Nuzleaf: tieni un attimo il capitano.

 

Lasciò Rukio nelle mani del Nuzleaf per precipitarsi nel punto in cui aveva lasciato Kazan, precipitandosi all'entrata della Foresta del Consiglio. Sotto l'albero su cui aveva lasciato il Magmortar non c'era né traccia di lui, né del sangue della battaglia.

Non si tolse l'aria da duro, ma si preoccupò in silenzio.

 

- (Che seccatura...)

 

Al suo posto c'erano delle bruciature, evidenziate da cenere nera rimasta lì nonostante il vento. La cosa più strana, era che la parte di terra arrostita evidenziava la sagoma del pokèmon Esplosivo: se fosse stato normale fuoco, avrebbe dovuto bruciare anche intorno le radice dell'albero o almeno l'erba tra di esse.

Invece, queste erano rimaste intatte, come se il nemico naturale non fosse stato sofferto minimamente. Una volta finito di ammirare quel sinistro quadro, il Grovyle tornò dai suoi compagni.

 

- Non c'è più, - disse infastidito, - ho trovato delle strane bruciature nere al suo posto.

 

Nel frattempo anche Shinso era andato a controllare il luogo dove era stato sconfitto Rokujo.

 

- Ho trovato anch'io la stessa cosa dove c'era quel bellimbusto, e nei punti in cui erano seduti gli scagnozzi ci sono sempre le stesse bruciature. Mon Dieu: sono spariti nel nulla...

 

Rukio rimase perplesso. La cosa che gli venne in mente, reduce dal suo passato nel mondo umano tra letture fantascientifiche e manga, credette in una sorta di teletrasporto, che non è raro nel mondo Pokèmon. La novità, forse, stava nel teletrasporto indotto.

 

- Dunque... Si sono volatilizzati per davvero...

 

Nuzleaf non comprendeva nulla di ciò che stava accadendo.

 

- C-come è p-possibile? E' fattibile una cosa del genere?

 

- A quanto pare sì. U-Urgh!

 

La fatica dello scontro precedente si faceva sentire.

 

- Rukio!

 

- Lasciamo stare capitano... - disse il Grovyle , - Credo che tu abbia urgente bisogno di cure prima di qualunque cosa.

 

- Tranquillo capitano. Sono sicuro al 100% di aver spedito quell'ameba in gatta buia per quanto mi riguarda! Faremo a lui le dovute domande. E... Poi devo mostrarvi una cosa quando torniamo al GIK, - disse infine Shinso, posando lo sguardo sulla sua borsa.

 

- Uff.. Avete ragione. Ma dobbiamo portare prima questi ragazzi a casa. Puoi usare ancora il distintivo per quello?

 

- Purtroppo no, ma ho ancora un'Evadisfera da usare!

 

- P-perfetto...

 

Il Frogadier prelevò dalla borsa l'ultima Evadisfera rimanente, per uscire dal Monte delle Rivelazioni e riportare gli ostaggi a casa.

 

Quella brutta avventura per i ragazzi di Borgo Quieto stava per terminare. Il team Skyriders, mantenendo fede al proprio nome, aveva portato a termine la missione di salvataggio in modo eccellente, anche se si sarebbe potuto fare di più per quanto riguarda gli scagnozzi e il team Ryokushin Rokujo.

 

Ma, nel cuore del piccolo Riolu, ciò importava relativamente. Probabilmente, anzi, era contento del fatto che Rokujo fosse riuscito a salvarsi: nell'animo suo sperava di rincontrarlo, e di vedere se la lezione impartita fosse servita a cambiare la sua arroganza ed il suo modo di pensare, cercando una risposta davanti al suo complesso di superiorità.

Più di tutto, sperava di rincontrarlo più forte di prima, in modo che lui stesso potesse progredire ad un livello superiore. Era raro trovare qualcuno come lui, sebbene dal lato sbagliato della strada.

 

Questi pensieri li consegnò al tramonto che stava calando sui pokèmon di Borgo Quieto, in una sorta di solenne preghiera visiva.

 

Di solito guardare direttamente il sole è una cruda tortura per gli occhi, ma la dolce luce di quel sole rosso accarezzava gli occhi del pokèmon Emanazione come una madre premurosa che rincuora il figlio, dicendogli che i suoi sogni e i suoi desideri sono realizzabili, se uno ci crede veramente.

 

- (Ryokushin Rokujo... Sono sicuro che questa non sarà l'ultima volta che ci incontreremo. Non sei il tipo da digerire una sconfitta così. Spero solo che tu riesca a trovare un motivo per diventare più forte, come l'ho trovato io.)

 

- A che stai pensando, capitano?

 

- N-niente...

 

Kenji sapeva quando il suo capitano era sovrappensiero. Ma, vedendo che il Riolu non dava cenno di risposta, decise di lasciarlo perdere.

 

- Come vuoi...Nuzleaf: dammi la tua mano. Mettila sulla schiena di Shinso. Anche voi piccole pesti. Presto potrete riabbracciare le vostre famiglie.

 

Tutti i pokèmon toccarono con le proprie mani la schiena di Shinso.

 

- Bleah! E' viscidissima...

 

- E' un anfibio! Cosa ti aspettavi?

 

- Mon Dieu ragazzi! Non ho chiesto il vostro parere sulla mia pelle!

 

- Ti decidi o no?

 

Il Frogadier fece una faccia stizzita.

 

- Quando torniamo in sede facciamo i conti... Evadisfera: ATTIVAZIONE!

 

 

Un lampo di luce investì i pokèmon riuniti attorno alla Schiumorana, svanendo nel nulla. Così finì l'avventura sul Monte delle Rivelazioni: svanita improvvisamente così come era iniziata.

 

Il monte tornò ad essere silenzioso come al solito, con il vento che accarezzava dolcemente gli alberi della Foresta del Consiglio, i quali ricoprirono di foglie i resti della battaglia avvenuta, profumando l'aria di muschio e legno bruciato. Sembrerebbe quasi che il monte si fosse lasciato alle spalle quelli eventi come se nulla fosse, e gli interrogativi che, mio caro lettore, ti sono venuti, non erano di interesse per il dungeon sacro.

 

Quando il team riportò a casa i ragazzi rapiti, ci fu un bagno di lacrime e applausi a Borgo Quieto: grida di felicità e gioia divampavano per tutto il villaggio, festeggiando i valorosi eroi che avevano salvato la giornata. A ringraziarli venne personalmente Simipour, il preside della scuola pokémon, e Goodra, il neo-sindaco.

 

- I tempi cambiano, ma gli eroi rimangono! - disse il preside, - sei l'orgoglio del nostro villaggio, signorino Rukio, e soprattutto della mia scuola.

 

Il Riolu aveva un po' recuperato le forza, abbastanza da poter camminare con un dovuto sostegno. Appoggiato sulla spalla di Shinso, arrossì a sentirsi chiamare signorino.

 

- H-ho già diciotto anni, signor preside! Dovrebbe smetterla di chiamarmi signorino...

 

- Eheh! Beh, non ha nemmeno senso che tu mi chiami ancora preside. Certe formalità si tengono più per simpatica amicizia che per altro, non trovi?

 

- Eheh... Forse... ha ragione, - disse facendo un dolce sorriso.

 

-Sono contento che tutto si sia risolto per il meglio, - disse Goodra, - Ancora una volta ti dobbiamo un favore!

 

- Non mi dovete niente. E' mio dovere di esploratore questo!

 

Anche Kangaskhan si unì alla conversazione.

 

- Si imbarazza per un nomignolo e fa sempre il modesto: passa il tempo e rimani sempre il monello adorabile a cui tutti vogliamo bene! Vorrei che fossi anche tu mio figlio!

 

La piccola Kangaskhan nel marsupio disse anche lei la sua.

 

- E io ti vorrei come mio fratellone!

 

La faccia di Rukio divenne completamente rossa.

 

- N-NON DITE QUESTE COSE IMBARAZZANTI DAVANTI AL MIO TEAM!

 

Kenji e Shinso si misero a ridere.

 

- PRFAHAHAHHAAH! GUARDA COME E' ROSSO!

 

- CRACRACRACRA! SI CHIAMA RAKUJITSU NO SENSHI PER UN MOTIVO! CRACRACRACRA!

 

- Grrrr...

 

Rukio formò un Ossoraffica con il braccio destro e lo scagliò in testa ai due, dimenticandosi che l'amico Frogadier gli faceva da sostegno. I due compagni caddero al suolo coprendosi la testa per diminuire il dolore, mentre Rukio si accasciò al suolo a causa del mancato appoggio.

 

- N-non fa male... non f-fa male... - commentò lo spadaccino.

 

- PARBLEU! CHE DOLORE PAZZESCO!

 

- B-ben vi sta...

 

Gli abitanti di Borgo Quieto, davanti alla tenera scena famigliare, si misero a ridere senza controllo.

 

- PUAHHAHAHAHAHA!

 

- Sono quasi invidioso del tuo team, Rukio-senpai! Hai davvero dei compagni fantastici con te!

 

- Sai, Goodra: io ne sono poco convinto...

 

- Vedo che non riesci neanche a reggerti in piedi. Ti lasciamo tornare a Brusilia senza indugiare oltre! Grazie ancora! E salutami Ampharos quando lo vedi! Manderemo un ringraziamento direttamente alla sede!

 

Il piccolo capitano stava per ripetere che non ce ne era bisogno, visto che non era nemmeno sotto richiesta ufficiale la missione appena svoltasi, ma era talmente stanco che non aveva più la forza di controbattere, reduce da quell'urlo di prima.

 

- V-va bene.

 

- Ehi Rukio,- disse Nuzleaf al pokèmon Emanazione, prima di salutarlo.

 

- Nuzleaf...

 

- Sei un vero eroe. Vorrei tanto che Amelia fosse qui a vedere i frutti del tuo impegno... M-mi dispiace che-

 

- Non ti preoccupare, - lo rassicurò Rukio, che sapeva perfettamente quali fossero le emozioni del Pokèmon Scaltro, - non hai colpa per quello che è successo alla Grotta della Purezza. Nessuno c'è l'ha... Sono sicuro che anche Amelia la pensi allo stesso modo, - disse, stringendo a se la sua sciarpa, - Prenditi cura del villaggio mentre non sono qua, e dell'orto Baccacedro. Se succederà qualcosa fai un fischio: verrò sempre qua in soccorso, senza problemi.

 

Gli occhi del pokèmon Scaltro, colmi della benevolenza del suo amico, divennero lucidi.

 

- T-ti ringrazio, - disse asciugandosi gli occhi, - torna quando vuoi.

 

- Possiamo andare ragazzi. Potresti ritirarmi su Shinso?

 

- Jesus Christ capitano...

 

Il pokémon Schiumorana, ancora con la testa dolorante, prese Rukio e lo fece appoggiare alle spalle di nuovo. Il team Skyriders si preparò per uscire di scena, lasciando il villaggio.

Gli abitanti, per tutto il tempo in cui potevano scorgere il team allontanarsi verso Brusilia, continuarono a festeggiare gli eroi con grida di gioia ed entusiasmo, lasciandosi alle spalle quella brutta avventura.

 

Anche il team Skyriders avrebbe voluto lasciarsi alle spalle quegli avvenimenti, ma bruciature sospette, una strana sciarpa nera e altri interrogativi gli avrebbero impedito di lasciarsi alle spalle quello che era successo sulla cima del Monte delle Rivelazioni e nella Foresta del Consiglio, così come io e te, mio caro lettore.

 

Ti darò una mano, visto che sono gentile. Prima di lasciarti, ti porterò in un posto disabitato, dimenticato da mappe e bussole.

 

 

In un isola sperduta, in un luogo che ancora non ho pensato, in un castello nero pece, l'ombra che avevamo visto nella Foresta del Consiglio era più visibile alla nostra immaginazione, presentandosi come un Pokèmon misterioso avvolto in un mantello nero.

 

In una stanza, dove erano presenti libri antichi e manufatti, un essere ancor più misterioso osservava a lume di candela mappe e scritti antichi, rimuginando sul da farsi e sul prossimo obiettivo.

Con il gomito appoggiato sul tavolino, egli aveva pensieri oscuri e macchinosi per la testa, che vennero interrotti dall'ombra sotto il mantello.

 

- Allora. Posso disturbare?

 

- Lo hai già fatto, - commentò quello sulla scrivania, - non chiedere dopo aver fatto qualcosa. E' come chiedere scusa dopo un omicidio, ammesso che tu l'abbia mai fatto.

 

- Sono sempre grato a coloro che si sacrificano per la mia grandezza... - rispose il mantello nero con fare solenne, - non credo che sia un esempio consono a me. Forse... si riferisce a te?

 

L'ombra sul tavolo non rispose alla provocazione del collega, limitandosi ad uno sbuffo e ad una lecita lamentela.

 

- Bah... Abbiamo gusti diversi. Gradirei che tu terminassi queste chiacchiere perdi-tempo per concentrarti sui tuoi doveri, invece che giocare. Ora: dimmi quello che mi devi riferire e poi torna a svolgere le tue mansioni.

 

Colui sotto il mantello fece uno sguardo assassino: se non fosse che il pokèmon pensieroso gli fosse utile, lo avrebbe squartato a metà senza pensarci due volte.

 

- Non è una perdita di tempo... Sono qui per portarti buone notizie.

 

- E allora fammi il piacere di dirmele subito. Non perdere tempo con le formalità. Non è nel tuo stile arrivare dritto al punto? Quindi fammi il piacere di non interrompermi con così tanta nonchalance.

 

L'ombra con la mano metallica aveva lo sguardo avvolto da istinti brutali: l'utilità di colui che gli stava di fronte era troppa per essere sacrificato in quel momento, conscio della sua forza e del suo livello ancora troppo lontano. Si limitò a trattenere i suoi istinti, fiducioso del suo futuro imminente.

 

- Molto bene... - Esordì di nuovo, per poi continuare senza mezzi termini, - ho fatto come mi avevi chiesto, e il team di Rokujo ha svolto i compiti che gli avevo assegnato perfettamente.

 

- Uhm... Ottimo, - continuò l'ombra delle candele con nella mano sinistra un libro nero dalle scritte viola, mentre con la destra continuava a scrivere.

 

Evidentemente non era di grande interesse quello che aveva da riferire il mantello nero. Avrebbe anche continuato ad ignorarlo con lo sguardo, se non avesse detto poi quelle poche parole successive.

 

- E, come da copione, il Veloscuro è finito nelle mani del team Skyriders...

 

Lo scribacchiare sulla vecchia pergamena si interruppe di netto: il pokèmon sulle carte non poté fare a meno di fare un sorriso compiaciuto, conscio dell'enorme risultato raggiunto da quello che considerava il suo sottoposto, nonostante fosse allo stesso livello in fatto di potenza.

 

- Ottimo lavoro... - disse rivolgendosi a lui, sgonfio della rabbia precedente per l'interruzione, - Grazie per esserti reso utile. Se l'avessi detto prima, mi sarei risparmiato un bel po' di parole inutili... Davvero ottimo...

 

Tornò a guardare la scrivania, per poi chiudere il suo libro di testo e raccogliere ciò che aveva tradotto da quel quaderno incognito.

 

- Il primo passo è stato compiuto... Non ci vorrà molto per il nostro amico di imboccare la strada giusta...

 

Il mesto libraio, infine, spense poi le sue candele, chiedendo silenziosamente, volteggiando verso l'uscita del suo ufficio, al suo oscuro compagno di seguirlo nella prossima mossa.

 

- E' ora di andare. Portiamo al Maestro la lieta notizia...

 

 

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Capitolo 11: la vita di un esploratore (prima parte)

Spoiler

(Ost serene village)

La mattina. Il tempo del risveglio; un momento che per alcuni simboleggia grande gioia e vitalità, poiché l'inizio di un giorno nuovo ma anche l'inizio di una nuova grande avventura. 

 

Per altri, invece, può risultare un momento drammatico, come iniziare un percorso mai affrontato. Non tutti riescono a dormire serenamente: conseguenza di questo è un ancor più sofferto risveglio, che porta ad una voglia irrefrenabile di tornare a dormire, oppure a voler "distruggere" qualunque cosa gli si capiti davanti. Il risveglio più difficile, mio caro lettore, penso avvenga quando il giorno prima, affrontando innumerevoli problemi, ti sei sottoposto a fatiche inumane per conto del proprio lavoro, o ad un intensa giornata di stress. 

 

Condizioni che, come ben sappiamo, avevano reso il sonno del capitano del team Skyriders un riposo catatonico, quasi impossibile da risvegliare. 

 

Ōryugō Rukio stava così: dormendo pesantemente sul suo letto di morbida Piumabella a pancia in su, con la testa adagiata su un altrettanto morbido cuscino di seta confezionatoli personalmente dalla Leavanny di Villaristoro della Terra della Nebbia, come ricompensa per una missione.

 

Riconosciuto come eroe all'interno della Sede Esplorativa di Brusilia, il piccolo licantropo si poteva concedere qualche vizio per passare meglio la giornata e riposare ancor meglio, per bilanciare le fatiche a cui si sottoponeva ogni giorno.

Kenji e Shinso, ovviamente, dormivano nella stessa stanza del capitano e, sotto concessione di quest'ultimo, anche loro avevano dei letti personalizzati.  Il Grovyle, dato il carattere rustico e grezzo, si era tenuto il comune letto di paglia, come tutti i pokémon all'interno della sede. 

 

Riteneva che troppi vizi impigrivano l'animo, e un combattente del suo calibro non poteva permettersi di prendere il gusto di rilassarsi. 

 

In realtà, la motivazione era ben altra: non tutti lo sapevano, ma la paglia possedeva un ottimo effetto fonoassorbente. In poche parole, era in grado di isolare i rumori e ammortizzare leggermente piccole scosse. E' una comune applicazione che usiamo anche noi, ad esempio in aeroporti e stanze di registrazione.

 

Il Legnogeco aveva il sonno leggero: ogni minimo rumore poteva svegliarlo all'improvviso. Considerando anche la sua vocazione alla battaglia, un minimo suono poteva farlo destare e metterlo sull'attenti pronto a combattere, o in casi peggiori addirittura attaccare senza preavviso. Per questa ragione, il pavimento della loro stanza era stato cambiato almeno una decina di volte.

 

Infatti, oltre al letto, si era fatto confezionare anche delle cuffie di paglia, grazie alle conoscenze del mondo umano del suo capitano.

 

Il Frogadier, invece, più che il rumore aveva un problema di sensibilità. 

Egli era molto delicato: la sua pelle molle rischiava di prendere piaghe e cicatrici se avesse dormito in luoghi spigolosi o usurati, ed essendo di tipo Acqua aveva anche bisogno di costante idratazione. 

 

Per permettere al ninja di riposare senza turbamenti, Rukio aveva fatto montare nella loro camera da letto una micro-piscina ovale dai diametri di sei e tre metri, e altezza di un metro, con acqua ricambiabile, terriccio fangoso proveniente dal Lago del Risveglio per costruire una piccola tana, e un termostato a Pietrafocaia per regolare la temperatura.

 

Per Shinso quel letto acquatico era un lusso incredibile: poteva modellarsi il "letto" a piacimento, scegliere di dormire in acqua con la testa fuori dallo stagnetto, oppure seppellirsi sotto completamente, complice il fatto che non ci fosse una forma ben definita, e controllare la temperatura della sua acqua a seconda delle esigenze. 

 

Inutile dire che era costata una fortuna quel letto bizzarro, ma Rukio ci teneva nel rendere felice i suoi compagni di avventura. Inoltre, nessuno aveva avuto da ridire sull'ingente spesa. Soprattutto Cofagrigus, che grazie a quel letto era riuscito a fare incetta di Lingotti d'oro. 

 

Quella stessa contentezza, tuttavia, non fu presente nel  risveglio di quella mattina. 

Centosettantesimo anno del Drago, venti Aprile nel pieno della Primavera, nove di mattina. Per riprendersi completamente dallo scontro con Ryokushin Rokujo, Rukio aveva deciso di andare a letto presto verso le otto di sera, senza mettere pressioni ai suoi compagni di squadra.

 

Dopo un'abbuffata che avrebbe sfamato un intero esercito e i medicamenti opportuni, si era posato sul letto, sistemandosi comodamente dentro alle coperte. Di solito Rukio è uno che, oltre a svegliarsi, faceva anche fatica ad addormentarsi, a causa della sua natura pensierosa e meticolosa sul lavoro. 

 

Infatti, dopo essersi coricato, ripensava a tutto quello che gli era successo durante la precedente giornata. 

Quella sera, tuttavia, gli avvenimenti al Monte delle Rivelazioni non diedero spazio a tale finestra di pensiero, e quella notte lo colpirono ferocemente quando poggiò la testa sul cuscino, facendolo collassare sul letto. 

 

Gli ci erano volute ben tredici ore di sonno per recuperare le forze, e non aveva neanche sentito la sveglia per la colazione delle 8.00.

 

-Yaaaaaaaawn... Uhm...

 

Rukio alzò la testa dal cuscino, mettendosi seduto sul letto. Era ancora un po' addormentato per il troppo sonno: la sensazione di rilassatezza che provava dal suo corpo era tale che avrebbe preferito rimanere ancora a letto.

 

- (Che bella dormita... ci voleva proprio. Chissà se oggi posso evitare di alzarmi e rimanere qua... - pensò dopo aver ripoggiato la testa sul cuscino, -  Uhm... non credo sia una buona idea, però... dopotutto... sono Ōryūgo Rukio. Non posso permettermi di sembrare... troppo... ) Yaaaaaawn... (uhm... non va bene. Se continuo a stare qui mi riaddormenterò sul serio. Ed ora di prendere la boccata d'aria mattutina!)

 

Si alzò forzatamente di getto, scendendo dal letto. Il sonno di prima, tuttavia, rischiò quasi di fargli perdere l'equilibrio, talmente era rilassato  il suo corpo. 

 

Il capitano del team Skyriders era un pokémon con delle abitudini singolari, ma semplici: appena alzato, per svegliarsi, si sciacquava la faccia almeno due o tre volte; poi, apriva l'enorme finestra situata nella sua stanza, usciva al balcone costruito l'anno scorso e si appoggiava sulla ringhiera di legno. 

 

Gli piaceva scrutare l'orizzonte del nuovo mattino, respirando la fresca aria che portava con sé. Lo faceva ogni giorno: diceva che una boccata d'aria fresca, appena alzato, era necessaria per risollevare il morale un po' giù della giornata prima e risvegliare lo spirito.

 

- (Oggi... c'è una bella brezza! Si prospetta una bella giornata!)

 

L'aria fresca e solleticante gli accarezzò dolcemente le narici, mentre il sole mattiniero gli scaldò affettuosamente le guance.

 

- (Non c'è una nuvola in cielo... E' davvero una giornata meravigliosa!) - pensò Rukio facendo un sospiro profondo, - Eheh... (E' veramente strana la vita. Un giorno nuovo, e tutto quello successo ieri alle spalle per il mondo. Se dovessi tenerne conto, sembra una spiaggia deserta dopo che è passato uno tsunami. Ryokushin Rokujo... Che strano personaggio. Era arrogante, ma il suo amore per il combattimento era sincero. L'ho sentito in ogni suo colpo, questo. Mi chiedo... perché abbia fatto una cosa del genere, - disse abbassando lo sguardo, - rapire dei bambini... Non è un'azione innocente che può essere facilmente perdonata. Arrivare a tanto per sfidarmi... sono davvero così importante? Vale la pena commettere crimini pur di lottare contro di me? Cosa ne pensi, Amelia?)

 

Il piccolo Riolu fece quella domanda toccando la sua Sciarpa dell'Armonia, legata al suo collo come un vestitino confezionato da un'amorevole madre. Era l'unico cimelio che aveva con sé della piccola esploratrice e non se la toglieva mai: la puliva mentre si faceva la doccia, e andava a dormire con lei. Era in completa simbiosi con quella sciarpa verde e blu, talmente importante era il suo legame con la sua compagna Amelia. 

 

Aveva rivolto quella domanda a quel pezzo di stoffa, accarezzandola dolcemente, pregando timidamente per una risposta da colei che gliel'aveva regalata, nonostante fosse ben consapevole che non ne avrebbe ottenuta una.

 

- (Amelia... Mi chiedo perché continuo a fare queste sciocchezze. Dovrei passarci sopra. So benissimo che non mi risponderai, ma dentro di me non posso fare a meno di credere che un giorno lo farai. Nel mondo da cui provengo, probabilmente sarei stato deriso ancora una volta, e magari solo per il fatto che continui sempre a portarmi al collo questa sciarpa. Beh... Fortunatamente qua nessuno si fa problemi di questo tipo. A cosa stavo pensando? Ah, sì: a Rokujo. In effetti, le dinamiche dell'accaduto mi sono ancora dubbie, ma spero di risolvere la questione confrontandomi con i miei compagni. Devo anche capire come hanno fatto a sparire così... Oh: a proposito di compagni ), - pensò Rukio, accorgendosi di essere solo nella stanza, - (Dove sono? Che si siano alzati prima di me? Probabile. Sono io l'ultimo che si alza, di solito, a meno che non ci sia un allenamento da fare.)

 

Rientrò dal balcone, chiudendo la finestra. 

- (Direi che devo andare. Non sta bene che un capitano stia a ciondolare a lungo!)

 

Il piccolo licantropo fece per uscire dalla stanza. Non fece in tempo a mettere la mano davanti al pomello della propria porta che qualcuno vi bussò. Aveva una mezza idea di chi poteva essere, ma si concesse il beneficio del dubbio.

 

- E' permesso? Scusa se ti disturbiamo Rukio, ma abbiamo bisogno di vederti!

 

- Stavo per lasciare, in verità. Ma, se siete voi, non posso dirvi di no. Prego! Entrate pure.

 

Nella stanza del team Skyriders entrarono tre figure femminili dall'aspetto gioioso. Si trattavano di Kenionna Chansey,  Aiju Sylveon e Yumihana Comfey (*).

 

 

Queste tre femmine Pokémon facevano parte del team Hug-Hug, ed erano ufficialmente le infermiere della sede esplorativa di Brusilia, formatosi quattro mesi dopo la sconfitta della Materia Oscura. 

Si diceva in giro per la città che non ci fosse una malattia che non fossero in grado di curare, fama altrettanto diffusa nei villaggi in cui svolgevano anche missioni di soccorso nel vero senso della parola.

 

- Perdona l'intrusione, Rukio,- esordì Chansey, il capitano, - abbiamo saputo che ieri hai affrontato uno scontro veramente violento. Abbiamo pensato che il tuo corpo potesse aver subito uno sforzo enorme, però da quel che vedo, - disse scrutando il corpo di Rukio, - Sembra che mi sia preoccupata più del dovuto. E' incredibile! La capacità di rigenerazione del tuo corpo mi fa rimanere sempre stupita! E' straordinario! Persino un Dragonite sarebbe stato almeno tre giorni a letto dal tipo di scontro che hai dovuto affrontare!

 

- Eheh! Beh, direi che il mio allenamento serve a qualcosa allora, - disse Rukio con un espressione solare, mettendosi una mano dietro la testa.

 

- Chansey ha ragione, nyan! Sei sempre così carin- EHM EHM! V-volevo dire... Pieno di vita! Sembra sempre che tu la fatica non la senta proprio! 

 

- G-grazie Sylveon... - rispose con fare imbarazzato.

 

- E' sempre una gioia vederti! Non è che mi daresti un abbraccio come al solito?

 

- Certamente! Vieni qua!

 

Comfey si legò al collo di Rukio: i suoi fiori trasmettevano un profumo leggero e aggrumato, uno di quelli che ti sollevavano il morale la mattina. La pokémon Ghirlanda era solita "abbracciare" i suoi amici in segno di saluto, come una sorta di pacca sulla spalla data dal tuo migliore amico.

 

- Che bel profumo di Baccarancia... Metti sempre di buon umore!

 

- Ti ringrazio tesoro! - disse la graziosa infermiera facendo un sorrisetto compiaciuto, - sono contenta che ti piaccia! E tu sei il migliore come al solito! Tutte e tre abbiamo sentito parlare dello scontro che hai dovuto affrontare! Davvero: sei solo un piccolo Riolu, eppure hai una forza pari a quella di un leggendario! Se sei così forte da Riolu, non oso pensare cosa succederà quando ti evolverai in un Lucario! Spero che tu riesca a evolverti presto!

 

- Eheh... Già... Non vedo l'ora... - disse Rukio con un velo di malinconia. 

 

Ogni volta che si portava fuori quell'argomento, il pokémon Emanazione sospirava e diventava triste. Nessuno sapeva il perché, e il capitano del team Skyriders era molto bravo a farlo notare il meno possibile. Se qualcuno gli chiedeva spiegazioni, rispondeva in modo allusivo, oppure con una domanda per deviare il discorso.

 

- Forte o no, anche se ho grande fiducia nelle tue capacità, - disse Chansey con tono serio - dovresti prendere più seriamente il tuo stato e le tue responsabilità. Se non fosse stato per gli stessi rapitori, noi non avremo più saputo dove cercarti e quei due avrebbero fatto fatica a portare a termine la missione! Dovresti portarti dietro sempre il Kit dell'esploratore, e non solo per le missioni!

 

Il Kit dell'esploratore era l'insieme di strumenti che doveva avere ogni membro del GIK per affrontare le missioni. Esso comprendeva lo stemma, l'intersfera, il salvadati e la borsa degli strumenti. 

 

- Uhm... forse hai ragione, - disse il piccolo licantropo con tono disinvolto - ma non è completamente colpa mia: questo compito l'ho affidato a Shinso. 

 

- Sì... quello svogliato... - commentò secca la dottoressa.

 

Il piccolo licantropo continuò il discorso senza contare la frecciatina. 

 

- S-sinceramente non mi aspettavo che ci mettessero tanto.... Se fossero arrivati prima, io non mi sarei addormentato e non sarei stato rapito. Ma poi... Hai intenzione davvero di rimproverarmi per questo? E' andato tutto bene alla fine, no? Non serve preoccuparsi più di tanto...

 

"E' andato tutto bene alla fine": se dovessi trovare un difetto in questo personaggio, probabilmente sarebbe nella leggerezza in cui affronta alcune situazioni. In questo caso, nonostante il piccolo errore che poteva essere evitato, la conclusione della faccenda era stata positiva, quindi riteneva non necessario soffermarsi troppo su quella "disattenzione".

 

Chansey non sopportava questa leggerezza di Rukio: era in grado di essere molto riflessivo, ma a volte riusciva a dimostrarsi come l'esatto opposto.

 

- Uff... Sì, certo... Come al solito...

 

- Sono contento di avere dei compagni che riescono a cavarsela anche senza di me! - continuò il piccolo licantropo, - Appena hanno saputo dell'incidente hanno anteposto alla mia ricerca il salvataggio dei piccoli. Che poi io fossi lì presente certo, è stata una garanzia di vittoria. Ma, secondo me, se la sarebbero potuta cavare anche da soli.

 

- Tu dici? Non mi sembrano dei tipi affidabili...

 

Purtroppo, la realtà dei fatti dava ragione al piccolo licantropo. Lui lo sapeva bene, ma capiva bene se qualcun altro aveva qualcosa da dire.

 

- Sono qui da un anno e sei mesi... - disse, - e hanno dimostrato più e più volte di essere competenti. Hai ancora qualche dubbio su di loro? Non è da te, Chansey!

 

- Hai ragione... però non so... Forse hanno ancora bisogno di crescere e di fare più esperienze, prima di considerarli al tuo livello.

 

Rukio si permise di dissentire a quella affermazione, reduce dalla sua di esperienza.

 

- Suvvia, Chansey! Se devi proprio scegliere un metro di paragone non scegliere me! Ho imparato a fare l'esploratore in tre mesi! Non è che ho tutta questa esperienza...

 

- Hai lottato contro brutti ceffi, salvato i Kodamon e il mondo intero da una minaccia planetaria. Direi che a livello di esperienza ci siamo, no?

 

- (Non ha tutti i torti... - pensò, - Non mi sono mai abituato a questa idea...) B-beh, sì... Ma non credo ci sia bisogno di una fine del mondo per farli crescere. Penso che siano abbastanza maturi per-

 

Il Riolu non riuscì a finire la frase, purtroppo. Mentre stava parlando con il team Hug-Hug, Suigetsu Buizel irruppe nella stanza del Riolu, affannato e con il fiato corto.

 

- RUKIO! NELL'ATRIO! ORA!

 

- Buizel! - Esclamò preoccupato il piccolo licantropo.  Era molto spaventato da cosa aveva reso il pokèmon Maridonnola così indaffarato da chiamarlo d'urgenza. 

 

- E' successo qualcosa?

 

- Q-Q-Quei due... STANNO PER FARLO DI NUOVO!

 

La preoccupazione e la paura di Rukio svanirono in un istante. 

 

Ciò che rimase in lui fu depressione, scoraggiamento e sconsolazione, mista all'irritazione di quando ti svegliano cinque minuti prima del solito per andare a scuola, dicendoti "è tardi". In quel misto di emozioni, il capitano del team Skyriders fece un lungo sospiro di rassegnazione.

 

- Sigh... Porca miseria...

 

Faceva bene ad essere così rattristato: ormai, i litigi tra Kenji e Shinso erano uno spettacolo da quotidiano, di cui si aveva la sfortuna di potervi partecipare obbligatoriamente senza biglietto.

 

Era più facile sentire un litigio di quei due nella sede esplorativa che sorprendere Swirlix, la cuoca del GIK, a trafugare la dispensa del cibo che lei avrebbe dovuto cucinare, cosa che accadeva molto spesso. 

 

- Non è un problema Buizel: ora ci penso io.

 

Rukio uscì dalla stanza, sotto lo sguardo imbarazzato delle dottoresse.

 

- B-beh... Noi ti salutiamo, allora!

 

- Nyan... Se ne va così presto...

 

- Povero tesorino...

 

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(OSt bleach comical World)

 

  - SOTTOSPECIE DI DRAGO! SEI UN INGORDO! TI SEI F****TO ANCHE L'ULTIMO MUFFIN ALLA BACCACRELA?!

 

Nell'atrio della sede esplorativa, al pian terreno, i due membri del team Skyriders stavano litigando ferocemente.

 

- Che pfobemi hai, Foggy viscido? - disse Kenji con il boccone nel becco, - non cfè mica schitto il tuo nome sopfa, sai?

 

- LO FAI APPOSTA, PARBLEU! LO SAI CHE SONO I MIEI PREFERITI! OGNI VOLTA CHE VADO A PRENDERLI NON LI TROVO PIU' PER COLPA TUA!

 

- Sei rumorofo, - disse il Grovyle, ingoiando il boccone, - possibile che devi piangere ogni qualvolta ti frego qualcosa?

 

- HAI APPENA AMMESSO DI FREGARMELI! LO FAI APPOSTA DAVVERO!

 

- Ahahahah! Certo che sì! E' troppo divertente vederti sbottare per un misero muffin!

 

- UN MISERO MUFFIN?!?!! UN MISERO MUFFIN?!?! HAI IDEA DI QUELLO CHE DICI?!?! MON DIEU! QUEI MUFFIN SONO LA FINE DEL MONDO! Una pasta soffice legata ad una crema naturale fatta con una bacca dolce con una punta amarognola e profonda... Ti lascia un bocca un sapore fantastico che ti tieni per tutta la giornata! Una vera libidine, - disse Shinso con tono quasi solenne, - e quale vergogna... QUALE SCEMPIO! UN IGNORANTE A CUI PIACE INFASTIDIRMI SE LI MANGIA NON APPREZZANDO AL MEGLIO QUESTA LECCORNIA! 

 

- PFRRRAHAHAHAH! MA TI SENTI QUANTO PARLI?! SEI UNO SPASSO! AHAHAHAHAH!

 

Il Frogadier andò su tutte le furie per il comportamento del compagno, ma in quel momento si tranquillizzò, apparentemente rassegnandosi.

 

- Uff... Sembra che tu ci goda proprio a farmi innervosire... cra cra cra... - Disse Shinso con sorriso sinistro, - non mi piace combattere... Ma forse se te le suono un po' ti potrebbe rimanere qualcosa in quella zucca vuota...

 

Nel mentre che il ninja diceva quelle parole, formò un Mizu Kunai con la mano destra. 

 

Lo spadaccino si leccò i baffi nel vedere il suo compagno fare sul serio, e lo guardò con sguardo arrogante.

 

- Oh? La ranocchia ha deciso di mettere la testa fuori dallo stagno? Adoro iniziare bene la giornata...

 

I due si stavano sfidando con sguardi gelidi: l'uno con l'intenzione di massacrare il compagno, l'altro con lo stesso sguardo di un gatto che aveva appena scovato la sua preda.

 

I due si conoscevano da tanto, da molto più tempo per la precisione di Rukio, e non erano mai mancate queste risse per qualsivoglia motivo. Kenji si divertiva un sacco a provocare l'irascibile Shinso, a tal punto da prenderlo in giro con cattiveria certe volte, mentre l'altro era esasperato dal suo comportamento, ma, per qualche strana ragione, la Schiumorana non poteva fare a meno di lui. 

 

Nonostante tutto, a prima vista nessuno avrebbe mai detto che facessero parte dello stesso team, e per di più che fossero amici d'infanzia. 

 

L'ennesima lotta  stava per avere luogo in quelle mura, sotto lo sguardo attonito ed impaurito degli altri esploratori. 

Solo due persone avevano il fegato e la voglia di interromperli: il primo era Ampharos, il capo e il fondatore del GIK di Brusilia. Mentre per l'altro ritengo sia poco necessario scriverlo, visto che ritengo tu lo sappia molto bene. 

 

- (Provo... una strana sensazione)

 

- (Parbleu... Ho un brutto... presentimento...)

 

I due si fermarono con sguardi impauriti, fissandosi a vicenda, prima di far cozzare un Mizu Kunai e un Fendifoglia tra di loro

 

I due si fermarono con sguardi impauriti, fissandosi a vicenda, prima di far cozzare un Mizu Kunai e un Fendifoglia tra di loro.

Sentirono un'aura nefanda provenire dalla fine delle scale per il piano superiore. Si girarono verso quel punto, voltando la testa lentamente.

 

In quel preciso istante, un piccolo pokémon impugnava in entrambe le mani due Ossoraffica, con sguardo assassino.

 

-C-capitan-

 

- J-jé suis d-desolé... N-non è c-c-come pensi... 

 

- Quando, io mi chiedo... QUANDO CRESCERETE UNA BUONA VOLTAAAAA!?!?!?

 

Non ebbero il tempo di difendersi, né di finire la frase: il capo del team Skyriders gli piombò addosso martellando le loro teste, sbattendoli al suolo sotto lo sguardo incredulo degli altri membri. 

 

I due rimasero a terra, tenendosi con le mani i bernoccoli che si erano formati.

 

- CHE M-M-M-MALEEEEEE! JESUS CHRIST!

 

- G-G-Gh!

 

- OGNI VOLTA MANDANO A CHIAMARE ME PER FERMARVI! VI HA DATO DI VOLTA IL CERVELLO?!

 

- E' COLPA SUA CAPO! PARBLEU! SI DIVERTE A PROVOCARMI! OGNI VOLT-

 

- SILENZIO! - disse Rukio con fare severo.

 

I due si ammutolirono come miti cagnolini, mettendosi coi ginocchi a terra di fronte al capitano. Cercando di riprendere un po' di compostezza, il Riolu continuò la strigliata con un tono di voce più solenne.

 

- Non mi interessa di chi è la colpa! Ve l'ho sempre detto! Quando si inizia una guerra non c'è giusto e sbagliato: dal momento in cui entrambi prendete in mano le armi, entrambi entrate nel torto! Scusatevi a vicenda!

 

- Ma... se avessi vinto, avrei avuto ragione, giusto? - Chiese il Legnogeco con tono ironico, riuscendo solamente ad aumentare l'astio del suo capitano nei confronti di quel comportamento, ricevendo persino un'occhiata malefica.

 

- Scusatevi. Ora. - riprese di nuovo con tono più profondo. 

 

Per la paura di ricevere un'altra strigliata dal pokémon Emozione, i due si guardarono con un sorriso forzato, stringendosi la mano anche se non erano in vena di farlo.

 

- Scusami, froggy caro. Domani potrai mangiare quanti muffin vorrai, - mentre nella sua testa pensò: - (appena troverò l'occasione ti farò volentieri a fette...)

 

- Ti perdono, amico mio. Scusa se ti ho dato dell'ignorante. cracracra... (ti ucciderò nel sonno...)

 

- Così va molto meglio. Ora: - disse Rukio più tranquillizzato, - Dovrete seguirmi. Buizel.

 

- D-dimmi Rukio!

 

- Potresti portarmi del tè verde in stanza? Devo discutere di cose importanti con i miei compagni: per oggi salterò il resto della colazione. Magari prenderò qualcosa dopo! Puoi farmi questo favore?

 

- Certo! Nessun problema!

 

- Perfetto! Seguitemi, voi due.

 

Quando tornò nella camera del team, il piccolo licantropo si accorse immediatamente che il suo letto non era nel disordine in cui l'aveva lasciato, ma era perfettamente fatto e lavato, e si sentiva un leggero profumo di bosco, paragonabile ad un profuma-ambiente all'aroma di pino. 

 

Sopra il letto c'era un bigliettino di carta con sopra un testo scritto: "caro Rukio, visto che hai lasciato di fretta la stanza ho pensato io a fartelo. Ti ho visto con una brutta faccia: spero che questo ti faccia iniziare bene la giornata, nyan!". 

Mentre leggeva il biglietto, il Riolu si sentì profondamente in imbarazzo, sentimento evidenziato da guance arrossate e da una risatina nervosa che uscì dalla sua bocca spontaneamente.

 

- Eheheheh...

 

- Ci tiene proprio a te quella gattina, eh? - disse Kenji sbirciando alle spalle di Rukio, il quale passò da un rosa leggero ad un rosso peperone.

 

- N-NON GLIELO CHIESTO IO!

 

- Mon dieu capitano... beato te... Io non ho così fortuna con le femmine...

 

Il Grovyle sfruttò quella frase per provocare ancora Shinso.

 

- Sembra che qualcuno sia stato rifiutato per l'ennesima volta da Lopunny, eh? Quand'è che rinuncerai?

 

Però, il Frogadier mantenne la calma e rispose in modo altezzoso e da superiore.

 

- Uhmf. Non credo che sia possibile spiegare l'amore ad un guerrafondaio come te. Parla di quello che riesci a capire, s'il vous plaît...

 

Non scoppiò un altro litigio solo perché Buizel interruppe i due entrando nella stanza del team Skyriders.

 

- Ecco il tè!

 

- Ti ringrazio, Buizel. Ti devo un favore. Buona fortuna per lavoro oggi!

 

- Anche a te!

 

Dopo aver consegnato il tè, il pokémon Maridonnola lasciò definitivamente la stanza richiudendo la porta dopo essere uscito. 

I due compagni rimasero da soli in stanza con il capitano, che prima di parlare sorseggiò dalla tazza senza manici in ceramica un ottimo tè verde. 

 

- Ahhh... - sospirò, - Ci voleva! Allora: dobbiamo parlare in merito a quello che è successo ieri. So che in questo momento state pensando a tutt'altro, ma gradirei che mi ascoltaste attentamente.

 

- (Cosa ci sarà di così importante di cui parlare? Che seccatura...) - Pensò il Legnogeco.

 

Fece una piccola pausa, chiudendo gli occhi per concentrarsi. Riorganizzò le idee un'ultima volta, giusto per essere sicuro di poter dire tutto nel modo più efficiente. Quando fu pronto, riaprì gli occhi, mostrando uno sguardo fermo e risoluto.

 

- Da un punto generale sembra una situazione normale, - esordì, - dei Kodamon hanno rapito i ragazzini di Borgo Quieto e noi gli abbiamo conciati per le feste. Fine della storia, giusto?

 

I due sottoposti si guardarono negli occhi: un anno e mezzo non era certo un tempo sufficiente per conoscere una persona, ma era abbastanza per comprendere quando dietro le sue parole, in realtà, si celava qualcos'altro. Decisero di rimanere in silenzio e lasciar continuare il discorso al proprio capitano.

 

- Tuttavia, - disse Rukio con tono serio, - quello che mi lascia perplesso è il tipo di individui che hanno organizzato questo e come l'hanno fatto.

 

Kenji e Shinso assunsero uno sguardo serio, prestando attenzione alle parole del Riolu.

 

- Vi ho già spiegato che ho una forte empatia verso gli esseri viventi che mi circondano, e volente o nolente, quasi sempre riesco a capire le loro emozioni. 

 

La specie dei Riolu e dei Lucario erano molto conosciuti per le suddette qualità: era quasi impossibile nascondere i propri sentimenti a questa famiglia di Pokémon.

 

- Sì, comprese le vostre "scuse" nella sala d'entrata, - continuò il Riolu, assottigliando lo sguardo verso di loro.

 

I due tremarono impercettibilmente, cercando di nascondere il loro disagio per non peggiorare la loro situazione.

 

- Ma lasciamo perdere... Non so gli altri due perché non gli ho affrontati, ma quel Rokujo... Non mi è sembrato il tipo da pensare da sé ad un piano simile. Mi è sembrato un Kodamon che, per quanto aggressivo, arrogante e volto a buttarsi nella mischia a qualunque costo, abbastanza "semplice" e spontaneo. Il classico tipo che se deve dirti una cosa te la dice in faccia senza pensarci due volte, quasi onesta se possiamo dirlo nel suo caso. Quel Machamp ha lottato con onore: ha sempre aspettato che mi rialzassi prima di continuare a combattere. Ho visto in lui un guerriero, non una persona che faccia un colpo basso come rapire dei bambini. Ma non è su questo su cui mi soffermerei. La cosa che salta di più all'occhio, è il fatto che sono spariti senza lasciare traccia. Per fortuna abbiamo messo sotto custodia il Muk, grazie a Shinso.

 

- Ehm... Excuse moi, capitano. A proposito del Muk... - disse Shinso con tono imbarazzato.

 

- (Non mi piace quel tono...) Qualcosa non va, Shinso?

 

- Ero andato alla prigione dello sceriffo Magnezone, per prendere informazioni su Des Pleigh, il tizio che credevo di aver spedito lì.

 

- "Credevo"? - Sottolineò il capitano. 

 

- Per l'appunto... Quando sono arrivato lì, con mio dispiacere ho scoperto una cosa assurda: secondo loro, nella Stanza del Trasporto non è arrivato nessun Muk.

 

Il distintivo dell'esploratore poteva fare due tipi di teletrasporto: il primo di soccorso, il secondo di consegna criminali. Quest'ultimo consisteva nello spedire il cattivo direttamente nella stanza del Trasporto, situata nella prigione di Brusilia nel caso del Team Skyriders. Rukio si stupì di quello che disse il suo compagno Shinso.

 

- Cosa? Dici sul serio?

 

- Sei sicuro di averlo sconfitto? - chiese il Grovyle, diffidente, - Non è che lo hai deviato con i tuoi soliti trucchetti?

 

- Mio caro Kenji,- disse Shinso con tono perculante,- ho due testimoni pronti ad affermare come ho combattuto contro di lui. Non ho proprio niente da dimostrare.

 

Rukio si impensierì ancor di più.

 

- Questo è grave. Non abbiamo più una pista allora...

 

- Ti sbagli, mio capitano... - disse Shinso con tono profondo.

 

- Cosa vuoi dire?

 

- Se mi concedi la parola, avrei dei punti che potrebbero dare più luce al tuo pensiero.

 

- Ti ascolto.

 

- Prima, riassumendo quanto detto, siamo d'accordo sul fatto che rapire dei bambini per una semplice scazzottata sia a dir poco esagerato. Non solo il "cosa", ma anche il "come": hanno scelto un dungeon difficile che nessun altro oltre ai membri dei ranghi più alti delle sedi esplorative avrebbe potuto affrontare; hanno scelto l'ultimo piano come luogo d'incontro, dove non funzionano né le sfere, né gli S.O.S; ed infine, hanno appeso sugli alberi gli ostaggi per non farli scappare.

 

Rukio non era a conoscenza di questo particolare, e ne fu spontaneamente sorpreso da tale informazione.

 

- Seriamente?

 

- Seriamente. Hanno organizzato molto bene il tutto, si direbbe. Anche la fuga, di cui non abbiamo la minima idea di come sia stata eseguita, era senza falle. Ma allora... 

 

Era una domanda molto complicata quella che fece successivamente: solamente dopo un'attenta analisi era possibile formarla. Tuttavia, la sua formulazione buttò una nuova luce sul caso, che mostrò un'ombra incongruente al team Skyriders.

 

- Come è possibile che non sapessero di quale specie fossi?

 

I due rimasero in silenzio dopo quella domanda retorica. 

 

- E' logico, no? Sono stati così bravi ad organizzare il resto che si sono dimenticati la parte più importante? Come avrebbero fatto se non ti avessero raccolto per caso a terra?!

 

- (Ha... ragione...) - Pensò Rukio, con sguardo imbarazzato.

 

- A valorizzare la mia tesi, c'è anche il momento scelto per il rapimento.  La lezione in esterna non è quotidiana, vero capitano?

 

Il Riolu rispose con uno sguardo assorto, ancora pensieroso per quella domanda.

 

- S-sì...

 

- Ma loro sapevano che i ragazzi avrebbero fatto lezione all'aperto e fuori sede, un momento ideale per rapire quei Kodamon senza allarmare il villaggio, lasciandogli il tempo di arrivare al Monte delle Rivelazioni indisturbati. Probabilmente sapevano anche che non eravamo in missione ieri. Questo ci fa presupporre che qualcuno sia andato in avanscoperta come spia qua a Brusilia per accertarsi di questo. Ma allora... perché la spia non ha informato nulla sull'identità del loro target? Possibile che in tutta questa organizzazione nessuno abbia pensato a ciò? 

 

Di comune accordo con Ampharos e l'agenzia di Notizie & Richieste Pelliper, per evitare disturbi durante le operazioni in incognito e mantenere la sua privacy, la specie di Rukio era stata preclusa dall'essere rilasciata pubblicamente. Solamente gli abitanti di Brusilia e Borgo Quieto erano a conoscenza della sua identità. Il fatto che i rapitori non avessero questa informazione sul loro stesso obiettivo, non era un'incognita da lasciare a sé stessa. Era un'informazione importante, che non andava ignorata per nessun motivo. 

 

- Cosa ne pensate? - Chiese lecitamente il preoccupato Frogadier.

 

- zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz...

 

Kenji non rispose alla domanda, ma il suo russare fu abbastanza eloquente sul suo pensiero. Egli si era addormentato con gli occhi aperti, evidentemente annoiato dalla lunga parlata di Shinso.

 

- MON DIEU! QUESTO DORME!

 

- AHIA!

 

Rukio, accorgendosi del Grovyle sopito, gli tirò un pugno in testa svegliandolo dal coma.

 

- Ehi, capitano! Possibile che tu debba sempre ricorrere alle mani?

 

- Se facessi il serio, una volta tanto, non ce ne sarebbe bisogno. - Rispose il lupetto, - Almeno hai capito qualcosa di quello che ha detto Shinso?

 

Il Legnogeco fece uno sbuffo di noia, tipico atteggiamento di chi era pesantemente annoiato dalla situazione, e, pieno di arroganza, pensava di aver afferrato completamente la situazione, leggendo il libro solo a grandi linee.

 

- Non hanno organizzato loro il rapimento.

 

Ci fu silenzio nella stanza: la confessione intelligente era talmente fuori luogo che i cervelli degli altri due non riuscirono immediatamente a registrare correttamente l'informazione, lasciando il Frogadier e il Riolu completamente di sasso.

 

- Eh?

 

- Non sono stati loro ad organizzare lo scontro.

 

- Allora... Mi stavi ascoltando? - disse il Frogadier.

 

- No. Parli troppo te. Questo pensiero mi ronzava per la testa da un bel po'. Non ho una motivazione come le vostre, ma lo so e basta.

 

- "Me lo sento" , eh, - commentò Rukio.

 

Kenji fece un sorrisetto beffardo.

 

- Eheheh... Qualcosa del genere...

 

- Era questo che volevi dire, Shinso?

 

- E-ehm... Sì! Esattamente! Ovviamente è ancora presto per dirlo, credo. Può anche darsi che la spia non abbia voluto rivelare questa informazione o che non avesse modo di reperirla. Dopotutto... Sono in pochi a sapere della tua identità al di fuori di questa città! Non è un informazione da rivelare a chiunque. (Maledetto rettile! Mi hai rovinato il discorso!)

 

Shinso era rimasto infastidito dal comportamento di Kenji. Quelle parole di prima le avrebbe volute dire nel suo discorso, per far culminare la suspense e poi rivelare la sua vera idea sulla faccenda. 

 

Il capitano le sentì chiaramente come se dette tanto per e cercò di fare arrivare al punto il suo compagno Frogadier.

- Ma tu... Non sei di questa idea, vero?

 

- Arguto come sempre, capitano! Credo non ci sia più bisogno di tergiversare oltre... Guardate qui.

 

(ost yugioh vague apprension)

 

Dalla borsa dell'esploratore tirò fuori il suo cimelio, reduce del soccorso nella Foresta del Consiglio. Quando la stese sulle due mani per permettere la lettura delle scritte, Shinso tremava ancora come la prima volta, provando una sincera paura nei confronti della sciarpa nera.

 

La faccia buffonesca del clown si struccò, lasciando posto ad un'inquietudine ferma, accompagnata da un sudore freddo sulla faccia e uno sguardo preoccupatissimo. 

 

Gli altri due compagni guardarono con un equivalente riguardo quella sciarpa. Kenji divenne serio, con un misto di curiosità e timore nei confronti del nuovo oggetto. Rukio, invece, la guardava come stesse guardando qualcosa di estremamente pericoloso. 

 

L'emotività del Riolu giocò un brutto scherzo in quel momento: più degli altri due, sentì che c'era qualcosa che non andava in quel velo. Un brivido scorse lungo la sua schiena blu e nera.

 

- (M-ma che diavolo...) C-cos'è quella, Shinso?

 

- L'ho trovata mentre recuperavo Duosion. Era imbavagliato con questa sciarpa completamente. Appena l'ho presa in mano, ho provato una paura che non avevo mai provato prima.

 

- Paura? Hai paura di un pezzo di stoffa...

 

La faccia di Frogadier rimase tale e quale a prima, imperscrutabile nei confronti delle provocazioni del compagno.

 

- Prendi! - disse porgendo la sciarpa al Legnogeco. 

 

Nella frazione di un secondo, il Grovyle provò terrore e smarrimento. Il suo orgoglio e la sua compostezza lo aiutarono a mantenere i sensi, ma non furono abbastanza per trattenerlo dall'esprimere i suoi dubbi.

 

- E-ehi! N-non sono in vena per certi scherzi...

 

Rukio osservò la sciarpa. Notò le ricuciture e le scritte rosso cremisi con alfabeto Unown, ma non riuscì a decifrare le parole scritte.

 

- "Zma qixaw byqqibx..." Non è la solita lingua arcana...

 

- Ho provato a cercare tra i miei libri per qualche traduzione, ma niente da fare. Si direbbe cifratura Mewtica della terra dell'Erba, ma rimane comunque un testo senza senso...

 

- Hai chiesto a Mawile?

 

Mawile era il braccio destro di Ampharos ed era un esperta archeologa, se non la migliore esistente tra le società esplorative. In questa materia, era più che naturale rivolgersi a lei.

 

- Non ancora. Aspettavo un tuo parere, capitano, - rispose la Schiumorana.

 

- Uhm...

 

Rukio rimase tra le sue per qualche secondo. Erano molti i punti di domanda che lo assillavano, ma tutti i quesiti avevano una risposta generale comune: il team Ryokushin Rokujo non aveva organizzato il rapimento da solo, e l'obiettivo del pokèmon dietro a tutto questo coinvolgeva anche loro, in un modo che risultava al momento sconosciuto.

 

- (L'unica cosa fuori luogo è questa sciarpa: il non sapere cosa sia non ci aiuta né a trovare risposte, né a porci delle domande giuste. Sarebbe uno spreco inutile soffermarsi troppo su di essa, e ne sono consapevole. Ma allora... - continuò a pensare, cambiando lo sguardo su quella sciarpa. - perché ho paura di quel velo? Sento che se non faccio qualcosa in fretta potrebbe essere troppo tardi... Ma non posso procedere oltre se prima non so cosa sia. Per il momento...) Shinso.

 

- Oui?

 

- Vale anche per te, Kenji: non fate parola con nessuno di questa sciarpa, per ora. Non voglio incuriosire la persona sbagliata. Gli unici che dovranno sapere di questa sciarpa saremo noi e Mawile, a cui ci appelleremo per ulteriori informazioni. Pericolosa o meno, dobbiamo saperne di più se vogliamo andare avanti, e spargere la voce su questo oggetto potrebbe creare confusione e impedirci di lavorare.

 

- Che senso ha quello che hai detto? Se chiediamo a più gente è più probabile che riusciamo a trovare l'informazione giusta, no?

 

- Kenji. La cosa più pericolosa in un'indagine sono i falsi indizi. Guarda il tessuto e le ricuciture: può essere benissimo paragonato ad un tesoro di valore. Ci potrebbero essere Kodamon che farebbero a gara per averla. Potrebbe arrivare qualcuno con informazioni false e barattarle con noi. Sento... Che non deve finire nelle mani sbagliate, e se è davvero pericolosa come tutti noi pensiamo, non dobbiamo scatenare il panico.

 

- Un oggetto di valore, eh? E perché quei babbei l'hanno usata così inconsciamente? - Commentò lo spadaccino.

 

- Voglio... tenermi il beneficio del dubbio... - rispose titubante il piccolo licantropo, - ti occuperai tu di consegnarla a Mawile?

 

- E-eh?

 

Sorprendentemente, il Grovyle sembrò restio all'idea di andare da Mawile.

 

- Uh? Qualcosa non va?

 

- N-no... N-niente... N-non è che non andiamo d'accordo o robe simili...

 

Rukio gli rivolse uno sguardo interrogatorio.

 

- Cosa mi stai nascondendo?

 

- A-assolutamente niente... Eheheh...

 

Shinso si trattenne dal ridere, e con una mano sulla bocca sussurrò dentro l'orecchio a Kenji.

 

- E' per via della "Bocca Larga"?

 

Questo era un insulto rivolto alla pokémon acciaio da parte del Grovyle, durante una delle loro litigate. Era risaputo tra i membri del GIK, soprattutto alla Schiumorana, che tra di loro non scorreva buon sangue.

 

- F-FATTI GLI AFFARI TUOI, FROGGY VISCIDO! - rispose innervosito il Legnogeco.

 

- E' per quelloooooooo ~

 

- *censura*...

 

- Non costringetemi a picchiarvi di nuovo per favore, - disse il Riolu, - Non voglio sapere cosa è successo. Vai a dare la sciarpa a Mawile: consideralo un'occasione per scusarti.

 

- P-posso accompagnarlo! - disse Shinso con un luccichio negli occhi.

 

- Neanche per idea: vuoi vendicarti per stamattina. Ti conosco abbastanza bene per saperlo.

 

La Schiumorana fece uno sbuffo indispettito. Kenji, invece, ne approfittò per lasciare la stanza ed avviarsi alla biblioteca della sede esplorativa, il luogo operativo di Mawile, pensando di liberarsi il prima possibile da quell'impegno. 

 

Gli altri due, invece, rimasero in stanza a discutere delle missioni rimaste sulla tabella di marcia. Il giorno di riposo era stato sfruttato male, a causa dell'imprevisto che ben sappiamo, ma ciò non era un buon motivo per rimanere con le mani in mano.

 

*******************************NOTE DELL'AUTORE*******************************

 

- Legenda:
Kyōsui(狂水): acqua pazza, Crazy Water.
Kenionna (堅意女): Donna dalla forte mente, Woman with a strong mind;
Aiju(爱绶): Fiocco d'amore, Love Ribbon. 
Yumihana(弓花):  Fiori d'arco,  Flowers of Bow.
 

-F.A.Q.

-Curiosità

Sylveon ha una cotta per Rukio, la quale non è ricambiata;
Alle Hawaii è tradizione regalare collane di fiori come buono augurio o per dare il benvenuto. Ho pensato che fosse carino dare a Comfey questa affettuosità in più;

 

 

Capitolo 12: la vita di un esploratore (seconda parte)

 

Spoiler

Era ancora troppo presto per fare un indagine completa sulla sciarpa e mettere tutto il resto in secondo piano, e quindi Rukio decise di occuparsi delle faccende sicure da sbrigare, invece di inseguire piste non esistenti.

Sapeva che la traduzione avrebbe richiesto un po' di tempo, visto che non era probabilmente l'unica preoccupazione della pokémon Inganno, sempre immersa nel lavoro. Sulla tabella di marcia il team Skyriders aveva la ricerca del tesoro del popolo Aurōrum nella Terra dell'Erba.

 

Era un tesoro mitologico: nei tempi antichi, famigerati per la loro avarizia e cupidigia, quelle genti aveva preferito l'estinzione di una razza piuttosto che lasciare il tesoro a sconosciuti. Forse per pericolosità, o forse per essere sicuri di non lasciarlo in mani indesiderate, il tesoro era stato nascosto in un dungeon sconosciuto, e la "chiave" per trovarlo era stata spezzata in cinque pezzi e sparsa in giro.

 

Solo recentemente, grazie agli sforzi di diversi esploratori, era stato scoperto il tanto ricercato dungeon.

Niente di meno che il Tempio del Fauno, un luogo composto da venti piani. Le trappole e i pokémon del luogo hanno tenuto molti esploratori lontano dal desiderio di trovare quel tesoro. Ciò non è bastato per il team Skyriders, che già da tempo aveva intenzione di buttarsi in quel luogo pericoloso.

 

Quello più entusiasta del trio era Shinso, che aveva sempre avuto un debole per i Dungeon antichi.

 

- C'est magnifique! Sai come convincermi, capitano! Era da tanto che aspettavo di affrontare quel dungeon!

 

- Eheh... - rispose sorridendo , - da quando ho sconfitto la Materia Oscura, il crimine è diminuito. Ormai, salvo qualche caso isolato, sono queste il genere di missioni che ci mancano... La strada per finire il Geoglobo è ancora lunga, però!

 

Il Geoglobo era uno strumento importantissimo nella sede di Brusilia: era una specie di super computer ad energia cosmica che raccoglieva tutte le informazioni dei dungeon esplorati dai membri del Gruppo Investigativo Kodamon, una specie di mappa universale del mondo.

 

- Già. Anche se mi dispiacerebbe completarlo... - disse Shinso, sospirando, - Significherebbe niente più esplorazioni! Come vivremo, allora? Sarebbe come perdere l'ispirazione per uno scrittore, o l'inventiva per uno scienziato! Quale anima devota alla creatività vorrebbe raggiungere la perfezione?

 

- Hai perfettamente ragione. Ma tutti abbiamo degli obiettivi: volente o nolente, dobbiamo metterci nella mentalità di portarli a termine. Per attraversare un ponte devi voler desiderare di arrivare dall'altra parte, no?

 

Il Frogadier rimase molto contento della risposta del capitano. Era questo uno dei motivi per cui lo ammirava tantissimo. Non solo era un eroe al servizio dei più deboli: come persona, sapeva parlare molto bene. Non era né troppo colto, né troppo ignorante: nella sua parlantina, c'era sempre una sorta di equilibrio, salvo quando era arrabbiato.

Quando parlava con qualcuno, era sempre sulla sua stessa lunghezza d'onda. Non c'era una volontà di sopraffare l'altro con il proprio pensiero, ma una volontà di capire e farsi capire, cosa che normalmente si tende ad evitare. E' molto più comodo far valere a tutti i costi le proprie ragioni, no?

 

- Come ci si aspetta dal capitano! Dici sempre le cose giuste, nel modo giusto e al momento giusto!

 

Il Riolu si sentì contento del complimento della Schiumorana e rispose con un sorriso spontaneo. Tuttavia, la risposta che diede non sembrava far trasparire la sua felicità.

 

- Beh... cerco di essere il più comprensivo possibile verso chi mi parla. Anche a me piace parlare a metafore come fai tu, ma se lo facessi sempre, risulterei troppo arrogante, pretendendo di essere saggio a tutti i costi. Oltre che noioso, eh. Ma questi sono dettagli.

 

- Eh? Stai dicendo che sono noioso?

 

- N-no... Ma un po' esagerato sì.

 

- Ma a me piace parlare così... Mi fa sentire più elegante!

 

- Gli altri non la pensano così...

 

- Pfiù! Sono solo invidiosi del mio vocabolario!

 

- Eheheheh... (Lasciamo perdere...)

 

Rukio decise di troncare quella discussione e di prepararsi per la missione. Chiese a Shinso di porgergli la borsa dell'esploratore, per depositare gli strumenti inutili e portarsi dietro quelli necessari allo svolgimento dell'esplorazione.

In testa sua aveva in mente di concentrarsi su oggetti volti alla sopravvivenza, e pensò anche di portare venti Annullosfere per evitare le famose "trappole". Nel mentre che guardava gli oggetti nel Salvatesori, si accorse di qualcosa.

 

- Uhm...

 

- Qualcosa non va, capitano?

 

- Ricordavo ci fossero settantadue punte d'oro, non ventiquattro...

 

- IK! F-forse ti stai sbagliando! S-sei sicuro di ricordarti bene?

 

Mio caro lettore, ti ricorderai sicuramente dal giorno prima che Shinso aveva usato quelle quarantotto Punta d'Oro contro Des Pleigh, per distrarlo. Stava provando a mentire al pokèmon emanazione, ma era impossibile nascondere queste piccolezze al capitano del team Skyriders: Rukio lesse subito nell'insicurezza di Shinso.

 

- Fammi indovinare: le hai usate contro il Muk di ieri, vero?

 

- E-e-e-c-c-o... F-f-f-orse...

 

- Sigh... Cosa devo fare con te...

 

Il Riolu fece un lungo sospiro di rassegnazione.

 

- Lascia perdere... Per oggi mi sono arrabbiato abbastanza. Ti salvi perché so che probabilmente le hai usate per guadagnare tempo e recuperare i piccoli. Ma sono rari quegli oggetti, non bisogna sprecarli. Prendi le punte d'argento piuttosto la prossima volta.

 

- O-ok...

 

Rukio risparmiò Shinso per quella volta, ma ci sono stati casi in cui non era stato tanto clemente con il Pokèmon Schiumorana: una volta era stato capace di inseguirlo per tutto un dungeon per martellarlo con Ossoraffica, perché aveva buttato una Mela d'Oro per distrarre un Linoone, invece di combatterlo.

 

- Allora... 20 Annullosfere, 2 Tergisfere per Kodamon Veleno, 3 revitalseme, 6 Gigantomela, 1 Evadisfera, 10 Baccacedro e 6 Baccaprugna (Direi che ci siamo: non penso ci serva nient'altro). Siamo a posto così: ora non ci resta che aspettare Kenji e partire.

 

Nell'istante in cui finì la frase, la porta della stanza si aprì, facendo entrare un Grovyle distrutto.

 

- Cracracra! Parli del diavolo...

 

- N-non hai una bella cera... - Commentò il piccolo licantropo.

 

- Com'è andata? - chiese Shinso con una mano sopra la bocca, per nascondere un sorrisetto malizioso.

 

Il Legnogeco aveva un aspetto bruttissimo, tipico di chi aveva litigato e gli era passata la voglia di vivere.

 

- Non. E'. Successo. Niente.

 

- Non è veroooooo ~ ! Te lo leggo in faccia!

 

- NON. E'. SUCCESSO. NIENTE. DI. NIENTE! - disse Kenji, con lo sguardo corrucciato, trasudante rabbia ed imbarazzo.

 

- Parbleu! Scusa: non era mia intenzione... farti arrabbiare...

 

-MA DAVVERO?!

 

- Sigh...

 

Rukio fece un sospiro depresso. Aveva capito perfettamente che giornata sarebbe stata: l'unico dubbio su cui avrebbe avuto senso soffermarsi sarebbe stato il momento dello scoppio, quando quei due sarebbero passati alle mani piuttosto che alle parole.

 

- (Facevo prima ad arruolare un Zangoose ed un Seviper: mi avrebbero dato problemi minori sicuramente. Oggi sarà un esplorazione molto, moooooolto lunga...)

 

******************************************************************************************

 

Centosettantesimo anno del Drago, nel pieno della Primavera. Undici di mattina. Nel tragitto per arrivare nella Terra dell'Erba, attraversare la Foresta Ombrosa per giungere al Tempio del Fauno, Rukio aveva già razziato due Gigantomele, avanzando la scusa con i suoi compagni del fatto che non avesse avuto una colazione quel giorno.

Il Riolu era molto bravo a parlare, come hai imparato già da prima, ed il fatto che fosse anche bravo a far venire i sensi di colpa, era solo una conseguenza di ciò.

 

A parte la giungla di alberi che ti saresti già potuto immaginare, il dungeon in sé dovresti proprio pensarlo come un tempio antico: una simil-piramide di venti piani completamente ricoperta e nascosta dalla vegetazione locale, con un porticato composto da colonne di argilla dalle decorazioni floreali. Niente di particolarmente fuori dal comune, dunque.

L'unica cosa che balzava all'occhio, tuttavia, era un disegno dal diametro di sei metri sul pavimento del pronao (*): sembrava rappresentasse un Lileep, il tipico simbolo del clan Aurōrum, con le parti gialle decorate in oro e il resto di argento. 

Anche se parliamo di clan, le specie raccolte in quell'antica società erano state molteplici: per la maggior parte c'erano pokémon fossile, come Armaldo e Carracosta, ma vi facevano parte anche pokémon metallo come Metagross e Togedemaru, e spettri come Cofagrigus. 

 

Nel corso del tempo, avevano accumulato ricchezze da tutto il continente, conservandole e utilizzandole come segno di potere nei confronti degli altri gruppi organizzati.

 

Non si sa come avessero perso potere o come si fossero sciolti senza lasciare traccia: c'è chi sospetta di invasione, c'è chi dice che siano stati colpiti da una piaga.

Nessuno, tuttavia, al giorno d'oggi conosce la vera storia, e nemmeno se sia rimasto qualche discendente da questa popolazione. Non erano domande, fortunatamente, che assillarono i nostri amici, che procedettero senza problemi all'interno del dungeon.

 

Grazie alle Annullosfere, procedettero piano per piano senza incontrare fastidiose trappole, il ché era un problema minore per un team di pokémon fuori dal comune come Rukio, Kenji e Shinso.

Quello che sarebbe potuto risultare un problema, sarebbero stati eventuali covi di pokémon o, peggio, un pokémon Dominante. Nessuno di questi problemi, tuttavia, assillò il nostro gruppo di esploratori.

 

- Che noia... - disse lo spadaccino, sbadigliando, - se sapevo che era così noioso questo dungeon me ne stavo a casa...

 

- C'est bizarre! Con un tesoro tanto agognato, avremmo dovuto trovare qualcun'altro desideroso di ottenerlo, e anche qualche locale a difenderlo.

 

- Il fatto che non ci siano Kodamon non mi stupisce, - rispose il capitano, - dovrebbe essere pieno di trappole: trovo difficile che qualcuno voglia vivere qui.

 

- Se sapevi che non avremmo combattuto, perché mi hai fatto venire qui?- disse scontroso lo spadaccino, - Potevo starmene in sede a coltivare le Baccakebia.

 

- Hai ragione, sai? La prossima volta potrei chiederti di dare assistenza a Mawile: è sempre alla ricerca di nuovi assistenti.

Kenji sobbalzò, rimangiandosi ogni parola che aveva precedentemente detto.

 

- S-stavo scherzando capitano! M-mi sto divertendo un mondo! Ahahah...

 

- Io ero serio! Non voglio certo costringerti...

 

- N-no no! Figurati!

 

Nel mentre che chiacchieravano, incontrarono la scala per il decimo piano. Quando vi arrivarono, notarono che l'illuminazione non era più presente e non si vedeva un palmo dal naso.

 

- Uhm... Qui è molto buio. Ragazzi: rilasciate un po' del vostro Meisoku. In questo modo, dovremo riuscire a continuare senza problemi.

 

Sotto suggerimento del capitano, il team rilasciò poco per volta la propria aura per poter illuminare la zona circostante. Rukio usò un'altra Annullosfera, e proseguì per il piano. Man mano che procedevano, un odore nauseabondo si faceva largo tra le narici del team d'esplorazione.

 

Non ci fecero caso più di tanto: un posto abbandonato da secoli non può certo profumare di rose e fiori. Ciò che balzò all'occhio del team, tuttavia, furono delle strane macchie viola sul pavimento. L'odore di tale sostanza fu tale che provoco un istinto di vomito nel Frogadier.

 

-BLEEEEAFH!

 

Fu abbastanza accorto per non vomitare addosso ai compagni, per la non gioia del tuo lato maligno.

 

- Ma devi proprio vomitare qua? Che seccatura...

 

- "TUTTO BENE"? "TI SENTI BENE"? MON DIEU! BEL COMPAGNO CHE SEI!

 

- Pulisciti con dell'acqua. Non dovrebbe essere un problema per te, no?

 

Il Riolu osservò le macchie sul pavimento, con fare interrogativo.

 

- (E' strano: non sembra una trappola velenosa. Che qualcuno sia passato prima di noi?) Va tutto bene, Shinso? Ti senti meglio?

 

Il pokémon Schiumorana si era appena finito di sciacquare la bocca con dell'acqua trovata in una pozzanghera.

 

- Oui... diciamo.

 

- Riesci a congelare per un bel pezzo la strada davanti a noi?

 

- Excuse moi? Perché dovrei farlo?

 

- Fallo e basta...

 

L'obiettivo di Rukio era lampante: voleva assicurarsi che qualche trappola non sia stata immune dall'Annullosfera precedentemente utilizzata.

 

-Mizu Ninpo: Mizubushin. Mizu Ninpo: Mizu Kunai. Henge: Kōri Kunai.

 

Shinso ordinò alle copie di disperdersi lungo la strada per arrivare alle scale e di esplodere, mantenendo una forma liquida sul pavimento.

 

Dopodiché, congelò il tragitto con il freddissimo Kōri Kunai, permettendo loro di proseguire.

 

- Non sono sicuro che ci siano altre trappole, ma meglio esserne sicuri.

 

- Devo seriamente camminare sopra il ghiaccio? - chiese Kenji.

 

- Non credo ce ne sarà bisogno: puoi fare altre copie, vero Shinso?

 

- Ehi. Perché devo fare tutti questi extra?

 

Il piccolo licantropo si spazientì all'ennesima obiezione da parte del Frogadier. Le sue morbide guance divennero rosso pomodoro, con uno sguardo cattivo che avrebbe trasmesso tutto fuorché autorità.

 

- VUOI FARE QUELLO CHE TI DICO O NO?! MI DEVO ARRABBIARE?!

 

- (Se non sapessi di che cosa sia capace, riderei a non finire. Quando si arrabbia è troppo buffo!) Mmmfff...

 

All'idea di vederlo ancora furioso, la Schiumorana non discusse più gli ordini del capitano.

 

- N-nonono! Faccio subito! Mizu Ninpo: MIZUBUSHIN!

 

Shinso creò tre copie a testa per il team d'esploratori. Queste sollevarono in gruppo Rukio, Kenji e lo stesso creatore, per poi buttarsi scivolando sull'immensa lastra di ghiaccio, facendoli giungere alle scale per l'undicesimo piano senza problemi.

Continuando tra gag, sbuffi e chiacchierate di poco conto, i tre giunsero al diciannovesimo piano. A differenza dei piani precedenti, l'ambiente era denso di tensione: si potevano notare buchi sul pavimento e bruciature nere sul liane e fogliame, probabilmente per azione corrosiva di qualche veleno.

 

- (Ancora veleno. Non ho più dubbi: qualcuno è stato prima di noi qua.)

 

Kenji aveva i nervi a mille: il suo sangue da combattente ribolliva in lui come lava incandescente.

 

- Eheheh... Sembra che qui ci sia stata una bella festa, eh? Peccato non aver potuto parteciparvi...

 

- Hai uno strano concetto di festa te, parbleu...

 

Il trio proseguì per la stanza. I resti della battaglia rendevano il paesaggio di un fascino tetro, come guardare i resti di una vecchia catacomba. Al centro della sala, il pavimento era rigonfiato, e a differenza del resto era completamente liscio, senza traccia della furia del combattimento.

 

- Vedete anche voi quello che vedo io? Qui al centro non ci sono tracce della battaglia, - fece notare Rukio.

 

- Magari questo è caduto dal soffitto. Può essere, capitano?

 

- Datemi un attimo: usiamo la Lumisfera che abbiamo trovato prima. Lumisfera: ATTIVAZIONE!

 

Il Riolu attivò lo strumento vitreo, illuminando tutta l'area circostante, trasformando completamente il paesaggio.

 

- Perfetto! Ora vediamo da vicino questo rigonfiamentOOOOOOO- Non riuscì a finire in tempo la frase, perché ciò che era ai suoi piedi lo spaventò a tal punto da saltare in fretta indietro per appoggiarsi ad un vero pavimento.

 

- PA-PA-PA-PARBLEU! Q-QUESTO... E'!

 

Al centro del pavimento, un Golurk gigantesco stava sdraiato sul terreno, completamente esausto. Molto probabilmente, i tizi venuti prima del Team Skyriders avevano affrontato il colosso d'argilla, sconfiggendolo con successo e riducendolo ad uno straccio per il pavimento. Se vuoi il mio parere, una sconfitta dolorosa per un pokémon Dominante.

 

- Eheh... Ma guarda un po'! Chi è passato di qua ci ha dato veramente dentro!

 

- N-non ci trovo niente di eccitante! - Rispose la ranocchia al compagno spadaccino, - vuol dire al 100% che qualcuno è già arrivato qua! E nel peggiore dei casi... HA GIA' PRESO IL TESORO! Se era un arma di distruzione di massa?! Un veleno potente?! HAI IDEA DI CHE COSA GLI AURORUM AVESSERO TRA LE PROPRIE ZAMPE, JESUS CHRIST?!

 

- L'unica cosa di distruzione di massa qua è la tua lingua. Credo di aver perso un timpano, - commentò il Legnogeco.

 

- Excuse moi? Si dà il caso che la mia voce, - disse Shinso, abbassando il registro di note delle sue acute corde vocali a quelle di un basso (*), - sia conosciuta in tutta la Terra dell'Acqua per essere la voce più sensuale e focosa tra tutti i Kodamon del continente! Nessuno potrebbe resistere ad un fascino del genere...

 

- A quanto pare, Lopunny resiste, eccome!

 

- Pfiù! Diciamo che... ha altro a cui pensare. Una signorina così impegnata come lei non ha certo il tempo per misero esploratore come me!

 

- Tu dici? Io credo invece che tu risulti insopportabile a chiunque.

 

- COME TI PERMETTI! DRAGO MANCATO!

 

- MI PERMETTO ECCOME, FROGGY VISCIDO!

 

Rukio non badò all'ennesimo battibecco tra i due, poiché stava osservando il corpo del pokémon al suolo.

 

- (Ci sono dei graffi profondi sul suo corpo. Azzarderei un Nottesferza, visto che è l'unica mossa a taglio in grado di provocare queste ferite ad un Kodamon di tipo spettro. Prima le macchie viola, poi le sferzate nere. Veleno e Buio... Oh. )

 

Rukio si pietrificò sul colpo: un intuizione gli aveva folgorato la mente come un lampo a ciel sereno.

 

- Oh...

 

- Qualcosa non va, capitano? - Chiese curioso il ninja, bloccando il colpo di un Mizu Kunai.

 

La dubbia sorpresa, tuttavia, durò poco: al suo posto fu sostituita con una faccia profondamente annoiata, come se avesse visto qualcosa di indecente o di incredibilmente stupido.

 

- Ohhh...

 

La classica faccia di chi aveva visto qualcosa d'incredibile, nel senso negativo del termine.

 

- (Ho un brutto... presentimento. Spero di sbagliarmi. Lo spero tanto...)

 

******************************************************************************

 

- E... se provassimo a metterle in piedi?

 

- Uhm...

 

- Non funziona... Proviamo a metterle in orizzontale allora!

 

- Abbiamo già provato a metterle orizzontali... Ffforssssse dovremmo metterle oblique...

 

- Mi prendi in giro il doppio? Abbiamo già provato anche a metterle in obliquo!

 

- Ma magari vanno in un ordine precissssso! Non abbiamo consssssiderato quessssssto!

 

- E se invec-

 

- GRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!

 

Gli altri due sobbalzarono.

 

- NON NE POSSO PIU' ! E' GIA' MEZZ'ORA CHE SIAMO QUI A RISOLVERE L'ENIGMA E NON ABBIAMO ANCORA CAVATO UNO SPINARAK DAL BUCO! SIETE INUTILI!

 

- M-ma signora...

 

- Lo sssssapevamo che non sssssarebbe stato fffacile! Del resssssto, il popolo Aurōrum non avrebbero mai dato a degli sssstranieri una chiave di fffacile utilizzo! Che ne dici ssssse torniamo a Brussssilia e ci fffacciamo aiutare da qualcuno?

 

- Cosa hai detto?

 

Il pokémon misterioso afferrò per il muso il suo compagno dalla s sibilante. Quest'ultimo aveva una faccia spaventata, tipica di chi si era pentito di aver detto una parola di troppo.

 

- Ascoltami bene, Arbok. Ti farò qualche domanda per rinfrescarti la memoria. Sei pronto?

 

Il pokémon Cobra, con la bocca stretta e la poca mobilità che la situazione gli permetteva, si limitò a fare un cenno con la testa per rispondere al suo capitano.

 

- Chi siamo noi?

 

- Il t-team AWD.

 

- Corretto. Prossima domanda: cosa siamo?

 

- I-i più grandi cerca-tessssori d-d-di tutto il pianeta.

 

- Wow, - disse Weavile facendo una falsa faccia compiaciuta. Dal suo sorrisetto felino traspariva un piacere nel stuzzicare e provocare i pokémon intorno a lei, forte della sua personalità.

 

Continuò il discorso lasciando andare il muso di Arbok e solleticandogli il mento: - hai ripassato bene. Ora dimmi: abbiamo bisogno di altri patetici esploratori per portare a termine le missioni?

 

- N-no...

 

Lo sguardo della pokémon Lamartigli era perfido, ma allo stesso tempo magnetico. Una bellezza pericolosa, in grado di ammaliare ma anche di uccidere, se necessario.

 

Drapion assisteva allo spettacolo da bordo-campo, con un pizzico di timore e gelosia nei confronti del serpente viola. Avrebbe voluto interromperli e farsi insultare allo stesso modo solo per avere le sue attenzioni, ma  preferì continuare ad osservare i suoi modi di comportarsi, di stregare con piacere e paura l'animo del povero cobra.

 

- (Lo sapevo che erano loro...), - pensò Rukio con una faccia imbarazzata. Nel mentre che l'interessante scena si stava svolgendo al centro della sala, il team Skyriders arrivò all'ultimo piano senza ulteriori problemi.

 

- Ecco perché questo dungeon era una noia mortale, - commentò Kenji. Una volta conclusa quella frase, il team AWD si accorse degli ospiti arrivati.

 

(Ost yell appears)

 

- Ehhhh? Guarda guarda... - Disse Weavile con accento stupito, - come al solito il destino incrocia le nostre strade, Ōryūgo Rukio. Non so se sia irritante... o intrigante il fatto che, quando si tratta di tesori, siamo sempre così vicini.

 

Non scorreva buon sangue tra i due, così come la maggior parte degli esploratori che avevano avuto a che fare con loro.

Setsukō Weavile; Tetsukatsu Drapion; Aishi Arbok (*): il team AWD non aveva buoni rapporti con nessuno, causa la sfrontatezza e l'aria di superiorità che si dava la fondatrice del gruppo.

 

Prima che Rukio la conoscesse, faceva parte dei team d'esplorazione di Borgo Tesoro, nella terra dell'Erba, ma il fatto che nella sede di Brusilia fosse presente il Geoglobo, aveva portato il team AWD ad optare per un cambio di giurisdizione esattamente un anno fa, per avere un'area d'azione più ampia rispetto alle altre sedi.

 

Non era un gruppo che poteva essere considerato volto al bene e all'aiuto nei confronti degli altri pokémon: tenevano spazio nella propria agenda solo per le esplorazioni, per cercare tesori sconosciuti.

Non era la prima volta che in missioni di questo tipo si trovassero l'uno contro l'altro, e la maggior parte delle volte Rukio cercava di cedere a Weavile, per questioni di "galanteria".

Ma la suddetta era una femmina d'orgoglio e d'artigli, e la maggior parte delle volte non accettava nessun tipo di resa, nemmeno se si trattava di una che le avrebbe portato vantaggio.

 

Quindi era sempre costretto ad affrontarla, in qualche modo.

 

- Eheheh... Anche a me fa piacere vederti, Weavile, - disse Rukio con tono imbarazzato.

 

- Mon dieu! Potevate dirci che anche voi eravate diretti qua! Non avremmo fatto tutta questa strada per niente...

 

- Cosa stai dicendo, Froggy? - Chiese il Legnogeco.

 

- Lo sai come funziona quando due team d'esplorazione accettano la stessa missione per quanto riguarda i tesori, no?

 

"Entrambi i capitani possono decidere di cedere il tesoro all'altro. In caso di disaccordo, tuttavia, si dovrà decidere tramite un combattimento tra team".

 

- La conosco quella regola... Cosa c'entra con quello che hai detto?

 

- Non ho la minima intenzione di sporcarmi le mani con questi plébéiens! - Commentò fermo la ranocchia.

 

- Sempre il solito... che seccatura...

 

- Aww... Ma come? - domandò sibillando Arbok, - Non vuoi giocare con me? Ed io che avevo voglia di asssssaggiare delle delissiose Cuissssses de Grenouille! (*)

 

- CRA! HO GIA' DETTO CHE RINUNCIO VOLENTIERI AL TESORO?!

 

- Tsè! Cagasotto... - commentò il Grovyle.

 

- (Porca miseria... Portatemi via per favore...)

 

- Imbarazzante. - commentò Weavile.

 

- Gradirei che non mi paragonaste a questo Froggy, per favore, - continuò Kenji, - se volete tanto combattere io sono disponibile. Non ho affrontato Kodamon dominanti o covi: niente di niente. Dovrete risarcirmi con gli interessi la noia mortale che ho dovuto affrontare.

 

Davanti alla dimostrazione di noia dello spadaccino, lo scorpione gigante non poté fare a meno di ridere sonoramente.

 

- RHAHAHAH! Non sei cambiato di una virgola, Kenji! Vedo che la sonora sconfitta dell'altra volta non ti è servita, eh?

 

- Eheheh... Ripago sempre i miei debiti, Drapion, e mi sembra di ricordare che quella era la tua quarantaseiesima vittoria... di quante? Cinquantatré sconfitte?

 

- EHI! PERCHE' NE TIENI CONTO? - replicò Drapion con una faccia imbarazzata - UN VERO SPADACCINO NON GLIENE IMPORTA NIENTE DELLE LOTTE CHE HA AFFRONTATO FINCHE' PUO' ANCORA COMBATTERE! QUESTO E' QUELLO CHE CONTA!

 

- Beh, non posso darti completamente torto...

 

Rukio era sconsolato: si fece chiaro come il sole che era impossibile tenere lontano Kenji da quello scontro, così come il resto del team. D'altra parte, era giusto: non potevano andarsene così da quel luogo dopo aver attraversato venti lunghi piani per raggiungerlo. Fece un lungo sospiro di rassegnazione prima di parlare ancora una volta.

 

- Sembra proprio che non possa scappare da questo scontro...

 

- Già, piccola pulce. Sappi che non ci andrò leggera: dall'ultima volta che ci siamo visti, mi sono allenata duramente per poter competere al tuo livello! Stavolta non perderò!

 

- Parbleu... Ma perchè desiderano così tanto combattere? Mentre voi vi divertite, io me ne starò qui a prepararmi una bella tisana con la Baccamilla! Per fortuna porto sempre con me l'occorente nella pelliccia.

 

- Issh issh issh! Come sssssiete maleducato, misssster Sssssshinso, - disse Arbok, - non vi sssstarete dimenticando di me ssssspero?

 

- CRA! M-ma certo che no, monsieur Arbok! Anzi, mi farebbe un favore? Mi terrebbe questa teiera un secondo?

 

- Ehm... C-certo...

 

L'Arbok, spontaneamente, prese con la coda la teiera inserendo la punta nel manico.

 

- Mizu Ninpo: Kyōsui! (*)

 

- Uh?

 

Il volume dell'acqua all'interno della teiera divenne una corrente d'acqua ascensionale dalla forza di un pugno di un Machoke, che sparò di getto il coperchio di questa dritto sul mento di Arbok, facendolo cadere all'indietro.

Più che per il dolore del colpo, la sorpresa fu talmente tale da destabilizzarlo per qualche secondo, abbastanza tempo per permettere a Shinso di fuggire dopo aver recuperato dalle grinfie del cobra l'oggetto dell'estasi del Frogadier.

 

- Pardonne moi, questa è mia!

 

Il ninja d'acqua scappò via verso una parete della sala.

 

- Oh, ma misssster Ssssshinso! Sssssse voleva giocare doveva dirmelo ssssubito!

 

Con una velocità fuori dalla norma per un Arbok, il pokèmon Cobra strisciò velocemente verso il pokèmon Schiumorana.

 

- ACCHIAPPA LA RANA! CHI VINCE AVRA' UN FFFROGADIER ALLO SSSSPIEDO! YUMMY!

 

- NON SONO MINIMAMENTE INTERESSATO! CRAAAAAAA!!

 

(Ost Yell)

 

Dal lato opposto, i due spadaccini si stavano affrontando a colpi di fendente. Entrambi erano degli spadaccini a spada doppia: Kenji colpiva con due Fendifoglia con entrambe le braccia, mentre l'altro continuava a respingere con Velenocroce.

Il corpo coriaceo del Drapion e il suo tipo veleno erano un grande ostacolo per il pokémon Legnogeco, ma la sua rapidità d'esecuzione gli permetteva di tenere testa al pokémon Scorpiaccio.

 

Erano molto affiatati i due: anche se lo spadaccino era quello con più vittorie, si consideravano l'uno come il rivale dell'altro, e viceversa. Tra i pokémon della sede esplorativa, era l'unico con cui condivideva la passione per la Pokèmon Scherma e soprattutto le lotte.

 

Non si allenavano insieme soltanto per un motivo: sapevano perfettamente che, anche in uno scontro amichevole, entrambi avrebbero fatto di tutto per vincere il combattimento dando il meglio di sé, rendendo pericolosa la zona intorno a loro per gli altri pokèmon.

 

- Sei diventato più resistente, che seccatura, - disse la lucertola verde con un ghigno stampato in faccia.

 

- E tu non deludi mai... Faccio fatica a tenere i tuoi movimenti, maledetta lucertola!

 

- Se fai fatica adesso.. aspetta questo!

 

Kenji fece una croce sul petto con le braccia, concentrando il suo Meisoku sui suoi Fendifoglia.

 

Dopo di chè, riaprì le braccia gridando ferocemente il nome della mossa.

 

- DANZASPADA!

 

Le lame sulle braccia del Grovyle divennero lame bianche con nervature cremisi sulla base, come se il sangue e l'anima del rettile stessero pulsando nelle suddette.

 

- Ti va un ballo?

 

Il Drapion non poté fare a meno di ridere fragorosamente di fronte alla sua frase d'effetto.

- GRAAHAHAHAHA! FATTI SOTTO, BYAKUKEN KENJI! VELENOCROCE!

 

- FENDIFOGLIA!

 

I due si scontrarono con i Fendifoglia incrociati e il Velenocroce, ma la potenza aumentata dell'attacco fisico dello spadaccino si fece sentire, e non ci volle molto a rompere la formazione del pokèmon Scorpiaccio, che fu sbalzato indietro.

Kenji ne approfittò per tirare un montante con la lama del braccio destro, ma fu bloccato da una repentina Protezione di Drapion, che riuscì a bloccare il colpo.

 

Per la foga del combattimento, il Grovyle iniziò a mollare fendenti senza remore sul Protezione, desideroso di rompere le difese dell'avversario. Tuttavia il Tetsukatsu riuscì a mantenere le difese per lungo tempo, cercando di mantenere alta la guardia per molto tempo ed aspettare il momento adatto.

 

- (ora!)

 

Egli interruppe all'improvviso la barriera, mandando a vuoto l'attacco di Kenji.

 

- Cosa?

 

Senza perdere tempo, Drapion afferrò con la coda il corpo del Grovyle con una rapida giravolta.

 

- Oh merda...

 

Una volta afferratolo, girò il proprio busto di 180 gradi e attaccò con un altro Velenocroce.

 

- VELENOCROCE!

 

Invece di bloccarlo, Kenji decise di infilare i suoi fendenti nella morsa della coda e di forzarne l'apertura. Riuscì a liberarsi, ma non bastò ad evitare il colpo dello scorpione, che lo spazzò via per qualche metro gettandolo a terra.

 

- U-urgh... Q-questo l'ho sentito...

 

Si rialzò come se quel colpo fosse stato un buffetto di un Magikarp.

 

- Sei migliorato dall'ultima v-volta....

 

- RHAHAHA! E PER QUESTO CHE LOTTIAMO, NO?

 

- Tsk...

 

- CRAAAAAAAAAA! FATE LARGO!!

 

- Eh?

 

Un Frogadier centometrista tagliò il campo da calcio dei due combattenti all'improvviso. Il ghigno di Kenji svanì e lasciò spazio ad una faccia confusa.

 

- NON FFFUGGIRE DAIIIIIIII! FFFATTI ASSSSSAGGIARE!

 

Anche Arbok passò in mezzo, non curante di mettersi in mezzo al suo compagno.

 

- EHI! MALEDETTO COBRA! QUANDO FINISCO CON KENJI TU SEI IL PROSSIMO!

 

Kenji seguì con gli occhi i due, mostrando uno sguardo di imbarazzo e disgusto nei confronti del pokèmon Schiumorana.

 

- Q-quello mi urta il sistema nervoso...

 

Continuando l'inseguimento, il serpente viola riuscì a mettere all'angolo la Ranocchia spaurita, che si trovò intrappolato tra un muro duro come il cemento e un serpente famelico alle proprie spalle.

 

- CRA! COME CI SONO FINITO QUA?!?!

 

- SSSSEI MIO! VELENODENTI!

 

Il pokèmon Cobra addentò la sua preda sul petto. Ma, sfortunatamente per lui, il ninja usò Sostituto, facendogli mordere al suo posto un croccante pezzo di roccia.

 

- CHAAAAAAAAAAAH! I MIEI DENTI!

 

- IDROPULSAR!

 

Dall'alto, Shinso tirò un Idropulsar sulla testa del cobra, creando un esplosione.

 

- CHAAAAAAH! NON SENTO PIU' NIENTE!

 

Approfittando della confusione, la Schiumorana fece una corda utilizzando la sua pelliccia, legando la bocca del rettile per impedirgli di attaccare ancora.

 

- MMMMMMFFFFHHHHH!!! MMMMMFFFFFHHHHH!!!

 

Continuando ad utilizzare la sua pelliccia schiuma, imbavagliò fino alla coda il povero Arbok, trasformandolo in una mummia.

 

- Ed ora il tocco di grazia. Henge: Kōri Kunai!

 

Creò con il palmo sinistro un Kunai di Ghiaccio, puntandolo sulla schiena del serpente, congelando all'istante l'involucrò di schiuma e la povera vittima, lasciandolo privo di tutto il divertimento del momento prima.

 

- Cretìn... Un vero citrullo, oserei dire! E' un vero peccato che sia un pokèmon così scaltro, così intelligente e soprattutto così furbo. Questi predatori credono sempre che tutto sia un gioco, e sottovalutano sempre la propria preda. Che ti serva di lezione, monsieur Arbok. Ora... posso finalmente godermi il tè in santa pace...
 

Senza pensare ad altro in modo lucido, prese dalla borsa dell'Esploratore un telo arancione dalle striature gialle, per poi poggiarlo a terra e godersi il "meritato" té. Questa volta, la bevanda verde era stata aromatizzata con foglie di Baccacocca, che donava ad essa un gusto dolce e vellutato.

 

- Slurp... ahh... ci voleva proprio. Ehi, capitano! - disse poi girando lo sguardo verso destra, - io ho finito con il cobra, quindi non c'è problema se-

 

Il Frogadier si paralizzò sul colpo. Lo scontro tra i due capitani fu tale da lasciarlo senza parole, in un primo momento, perché la fase di realizzazione entrò in un loop di non accettazione che gli concedeva il beneficio del dubbio. Rivolse di nuovo le sue attenzioni alla beneamata tazza.

 

- (Devo aver visto male. Non è possibile che il capitano stia-

 

Nonostante fosse convinto della sua svista, girò il collo un'ultima volta mentre sorseggiava per averne la certezza. Quando poi, purtroppo, si rese conto di non aver sbagliato, sputò con ferocia il tè dalla bocca, per poi lanciare un urlo che rimbombò per tutta la sala.

 

- COOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSA?!?!?!?!?!?!?!?!?!

 

Il grido di Shinso fu talmente forte da distrarre anche Kenji e Drapion, che erano impegnati in un altro incrocio di spade.

 

- Quel Froggy maledetto... Che c**zo ha da url-

 

Nel mentre che stava dicendo quella frase, il suo sguardo si rivolse per magnetismo nella direzione del capitano.

 

- EHHHHHH?!?

 

- C-CAPITANO, - commentò anche Drapion, - MA CHE STA FACENDO?!?

 

Rukio e Weavile stavano avendo un confronto tutt'altro che sanguineo al centro della sala.

 

- Uhm... Uhm...

 

- Che c'è? Sei già stanco?! Siamo soltanto al primo round, bello...

 

- Explaining:

1) Il pronao era la parte anteriore di un tempio, tra le colonne sulla facciata principale e l'entrata;

- Legenda:

Cuisses de Grenouille: Cosce di rana
Aishi (愛紫): Amore Viola, Purple Love;
Tetsukatsu (鉄蠍): Scorpione di ferro, Metal Scorpion;
Setsukō (雪紅): il cremisi della neve, Crimson's Snow;

 

 

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Capitolo 13: lame e artigli (prima parte)

Spoiler

Tutti commettiamo degli sbagli: una domanda in un test, una parola di troppo in una lite, uno scherzo divertente la cui conclusione, però, fa provare di tutto fuorchè emozioni positive. 

Dopo tali avvenimenti, tuttavia, basta una consapevolezza del proprio errore, una parola sincera e un gesto di bontà spontanea per rimediare in parte al danno ed avviarsi verso il perdono della parte offesa. 

 

Dal male può nascere il bene, così come dal bene può nascere il male: le due sono facce della stessa medaglia che, per quanto ci sforziamo a mantenere l'uno separata dall'altra, rimarranno sempre interconnesse e si confronteranno sempre direttamente. 

Mettiamo anche il caso che qualcuno riesca a barare, e a "truccare la moneta" : il troppo bene potrà essere corrotto più facilmente dal male, mentre chi si asservisce al male penserà di essere nel giusto, e di agire per il bene. 

Da qualunque faccia si guardi, c'è sempre un lato negativo in ogni cosa di questo mondo, fantasioso o non, così come un lato positivo.

 

Tuttavia, gli esseri mortali non sempre sono in grado di distinguere il bene dal male, e ci sono casi in cui è difficile, se non impossibile, vedere il buono in qualcosa o in qualcuno. 

Esistono vari luoghi in cui ogni concetto di bene e male può essere messo in discussione dalle fondamenta, che potrebbero persino riproporre la domanda fondamentale del "chi sono", la domanda che prima o poi tutti dobbiamo affrontare nel corso della nostra vita. 

 

Uno di questi luoghi è presente nell'universo Mystery Dungeon così come te lo presento, e perdonami con tutto il cuore se ti porto in questo luogo, mio caro lettore. 

Centosettantesimo anno del Drago, ore sconosciute. Luogo: le Fauci del Seviper. Non tutti i pokèmon di questo mondo hanno una naturale predisposizione al bene: altri, invece, sono affascinati dal male in tutte le sue forme, da quelle più leggere a quelle che causano la rinnegazione. 

 

In questo carcere, situato in un isola sperduta a largo della Terra Sconosciuta, venivano rinchiusi i peggiori criminali della storia, tutti accomunati dal peggior crimine che si possa commettere: l'uccisione seriale. 

I pokémon avevano una resistenza e delle capacità fisiche ben diversi da noi umani: era veramente difficile uccidere per sbaglio, nei casi più estremi era per difendere un territorio o per salvare la vita di un altro essere vivente. Tuttavia, quando l'uccisione diventava per l'individuo una forma di divertimento, era impossibile passarci sopra. 

Se hai mai sentito il detto "mettere in prigione e buttare via la chiave", potresti associarlo a qualunque individuo qui dentro, eccezion fatta ovviamente per chi ci lavorava come guardiano. 

 

La punizione per ogni individuo recluso era la medesima: legati da cima a piedi con delle Tenma no Kusari (*), delle catene fatte con materiale proveniente dalla Torre del Destino, il dungeon più antico del mondo. 

Lo strano elemento di cui erano composte era più resistente dell'armatura di Registeel, e aveva la strana peculiarità di interrompere il flusso di Meisoku se si rimaneva a contatto con il suddetto per più di un'ora, impedendo così alla maggior parte dei pokèmon di potersi liberare una volta imprigionati. 

 

Questa era la punizione dei carcerati: costretti a passare tutta la vita legati senza la possibilità di poter muovere un muscolo. 

 

 

Uno di questi, in particolare, veniva tenuto su sorveglianza ventiquattro ore su ventiquattro, nonostante avesse addirittura una catena a bloccargli la bocca e un boccale in mezzo ai denti per far entrare del cibo liquido, per tenerlo in vita. 

Era il pokémon più pericoloso mai esistito, la cui brutalità rivaleggiava con i pokèmon leggendari: un Aggron la cui vocazione era quella di massacrare ogni singolo pokèmon gli si parasse davanti senza alcuna pietà. 

Il suo metodo era crudele: solitamente si dilettava ad assaltare gruppi di pokèmon e a sfidarli in un combattimento normale, per decidere chi tra i presenti fosse il più forte tra di loro. Una volta fatto questo, legava ad un albero o ad una roccia la vittima in posizione seduta, e picchiava a sangue fino alla morte tutti i rimanenti davanti ai suoi occhi, gioendosi delle sue lacrime e del suo dolore. 

 

Ci sono stati casi in cui la vittima ha pregato l'Aggron di ucciderlo per porre fine alle sue sofferenze, ma ha sempre rifiutato, lasciando sempre per ultimo il suo "prescelto". Così si divertiva Mashinsatsu Slade (*), il demone macellaio.

 

Così si divertiva Mashinsatsu Slade (*), il demone macellaio

 

- (Uno... Due... Tre... Quattro...)

 

Egli era rinchiuso in una grande cella nel livello più basso della prigione, alla cui guardia stavano due pokémon, come ogni cella in quel piano. 

Non erano particolarmente forti, ma bastavano loro per tenerlo a bada, visto che l'effetto delle catene, in caso di liberazione, avrebbe permesso alle normali funzioni di movimento di essere nel pieno della forma solo dopo venti minuti.

I guardiani inoltre, un Nidoking ed un Ferrothorn per la precisione, avevano addosso un armatura sacra per difenderli da qualunque attacco gli sarebbe potuto capitare.

 

- (Uno... Due... Tre... Quattro...)

 

Slade passava le sue infinite giornate di reclusione viaggiando nella sua contorta mente, immaginando mille modi diversi per torturare al meglio un pokémon nuovo. Adesso era arrivato a Sunflora, e si stava immaginando di strappargli i petali uno ad uno, in una versione più sadica di m'ama non m'ama.

 

- Ehi, Ferrothorn.

 

- Uh?

 

- Secondo te, - chiese il Nidoking, - è morto?

 

- Magari. Stare in questo letamaio a sorvegliare uno stronzo gigantesco non è il mio modello ideale di lavoro.

 

- Ahahah! Certo che non hai peli sulla lingua, eh?

 

- Se per questo non ne ho una come la tua, Nidoking.

 

Anche le guardie passavano i giorni immersi in una noiosa quanto importante routine. Purtroppo, anche se dovrebbero essere sempre all'erta, non si potevano biasimare se per interi anni non accadeva nulla in quel buco dimenticato dal mondo.

 

- (Uno... Due... Tre... Quattro... Uff. Che schifo. Posso pensare quanto voglio, ma la sensazione della carne spappolata non è la stessa nelle immagini...)

 

- Ehi, Ferrothorn.

 

- Cosa c'è, ancora? - Chiese irritato il pokèmon Spinferrate.

 

- Che ne dici... Se andiamo a punzecchiare quell'Aggron?

 

- Porca merda, Nidoking, - commentò, - a furia di stare qua il cervello ti è andato in putrefazione. Posso capire che è una rottura di *censura*, ma se rischiamo di finire nei guai questa è la prima mossa!

 

- Eddai! Cosa vuoi che succeda?

 

- Di tutto. Non voglio neanche avvicinarmi a quel rifiuto ambulante.

 

- Uhm...

 

Il pokémon Trapano squadrò il suo compagno dall'alto verso il basso.

 

- C'è l'hai proprio a morte con questo tizio qui, vero?

 

In risposta alla domanda del collega, Ferrothorn distolse lo sguardo e rimase in silenzio per qualche secondo. 

Da quando l'aveva conosciuto era sempre stato così, l'esatto contrario di una persona gentile: se non aveva qualcosa di cattivo da dire, non lo diceva.

 

- Eddai, compagno! Sono passati quasi due anni da quando siamo qui dentro insieme! Non andrà a rotoli la tua reputazione se dirai qualcosina ad un fratello, non trovi?

 

- Non sono tuo fratello, - commentò duro Ferrothorn. Dopo quel commento, anche Nidoking distolse lo sguardo imbarazzato. 

Stava cercando di essere gentile con il suo collega, ed era sempre stato quello il suo tentativo fin dal principio, ma, purtroppo, nulla apparentemente poteva penetrare il duro cuore del pokèmon di tipo acciaio. Rimasero così, senza guardarsi in faccia per due lunghi minuti, fino a che il pokèmon Spinferrate non decise di rompere il silenzio.

 

- Ho chiesto io al dipartimento di mettermi a guardia di questa spazzatura.

 

- Eh? T-ti sei auto proposto?

 

- ... Sì.

 

- Beh, amico: ti sei scavato la fossa da solo! Hai delle bizzarre abitudini autolesioniste, sai?

 

- Questo Kodamon... Ha ucciso i miei genitori.

 

Il silenzio ancora calò nella mente di Nidoking, nel quale si poteva sentire solo rimbombare le ultime parole dette dal compagno.

 

- Ero ancora un Ferroseed quando accadde. Mio fratello maggiore, il più forte della famiglia, mi nascose nel camino. Lo sai com'è il modus operandi di questa bestia...

 

- M-mi dispiace... I-io non...

 

- Non è colpa tua. Queste storie di merda me le tengo per me.

 

- (Uno...Due...Tre...Quattro...)

 

- Sei forte, compagno, - disse il pokèmon trapano all'altro guardiano.

 

- Che stronzate stai sparando?

 

- Voglio dire... Hai fegato: hai deciso di lavorare come guardiano del carnefice della tua famiglia. Qualcun altro avrebbe fatto di tutto per dimenticare il passato!

 

- Voglio solo assicurarmi che marcisca qua dentro per il resto dei suoi giorni. Lo farò fino alla fine, anche se è un grande peso per me...

 

- Beh. Se è un così grande peso per te, che ne dici se ti alleggerisco un po'?

 

Una voce completamente esterna al tutto irruppe nel discorso. I due si misero immediatamente in guardia.

 

- EHI! CHI VA L-

 

Ma non ebbero il tempo di fare niente: nella frazione di un secondo, i due caddero a terra svenuti, come se avessero perso all'improvviso il controllo sul proprio corpo. Una figura misteriosa sotto un mantello nero fece la sua apparizione in mezzo alle due guardie.

 

- Tranquilli. Ci metterò un attimo.

 

Senza perdere altro tempo, il pokèmon afferrò le sbarre e le piegò, per poi entrare nella cella del carnefice.

 

- (Uno...Due...Tre... Quattro...)

 

Slade sentì il rumore delle sbarre che si piegarono. Tuttavia, ciò che accadeva al di fuori della sua prigione non gli interessava, perché probabilmente gli avrebbe dato noia. Se avesse saputo prima cosa gli aspettava, avrebbe interrotto il conto molto prima.

 

- Eccoti qua, macellaio. Mi dispiace renderti i saluti nella posizione in cui ti ritrovi, ma non ho molto tempo.

 

- (Uh? Chi è questo? Non è la voce di quei due, nemmeno del capo-prigione. Curioso... )

 

Agli angoli dell'immobile bocca dell'Aggron si potevano notare delle punte verso l'alto, simbolo di sorriso malefico.

 

- Ti libererò. Queste catene devono essere davvero scomode...

 

Senza battere ciglio, trasformò la sua mano sinistra in una lama bianca dalle sfumature scarlatte, sinonimo dell'utilizzo di una Danzaspada, e tagliò come se fossero burro tutte le catene una alla volta, tenendole per mano onde evitare di fare rumore. Tolse piano piano le catene al macellaio, che cadde a terra come un sacco di patate.

 

- U-urgh...

 

- Perdonami. Non avevo considerato la letargia del tuo corpo, dopo tutto questo tempo senza movimento. Però gioca a mio favore: posso farti la mia proposta senza rischiare di doverti sconfiggere.

 

- Eheh... Tch Tch... Cosa ti fa credere che in una situazione normale tu vinca? - Chiese arrogante Slade.

 

Di tutta risposta, il pokèmon misterioso perforò la pancia del macellaio.

 

- ARGH!

 

- Tranquillo: una volta finito lo scambio ti guarirò dalla ferita. Per il momento mi assicurerò che tu ascolti in silenzio.

 

- B-*censura*...

 

- Senti la mia proposta: lavora per me, e in cambio avrai la libertà. Che te ne pare?

 

L'Aggron fece un ghigno di perculamento.

 

- Mi sembra uno scambio equo. Io faccio il lavoro sporco, poi mi rintracciano e mi ributtano in questa topaia. Ti ricordo che solo il mio corpo è indebolito, *censura*.

 

Il pokèmon spinse in profondità la lama.

 

- AAAAARGH!

 

- Mi piacerebbe tanto farti a pezzi la lingua e fartela ingoiare, ma non ho il tempo per questo. Forse ho le parole giuste per convincerti.

 

Si avvicinò all'orecchio del macellaio, per sussurrargli solamente due piccole parole. Una volta sentite queste parole magiche, l'espressione dell'Aggron cambiò: dallo sguardo di morte nei confronti del pokémon con il mantello nero, passò ad un irrefrenabile faccia euforica e piena d'adrenalina, tipica di un leone che all'improvviso aveva scorto la sua preda preferita, lasciandosi invadere da una irrefrenabile sete di sangue.

 

- RRRRRRRRRRRRARARARAHAHAHAH! PERCHE' NON ME L'HAI DETTO SUBITO? AHAHAHAHAHAH! ACCETTO ACCETTO ACCETTO ACCETTO! DOVESSI FARE ANCHE UN PATTO CON IL DIAVOLO! VOGLIO RIVEDERE ANCORA UNA VOLTA LA SUA FACCIA FURIOSA! RARAHAHAHAHAHHA!

 

- (Con che rifiuto mi tocca trattare...) Sembrerebbe che non servano altre spiegazioni. Non che mi avresti ascoltato, s'intende.

 

Il pokémon misterioso estrasse dal ventre la lama, e, prendendola da una tasca del mantello, consegnò a Slade una bacca nera con un punto di domanda bianco sulla pelle.

 

- Prendi questa: ti rimarginerà la ferita. Per il resto... raccogli questa e seguimi.

 

Da un'altra tasca estrasse un oggetto molto famigliare: una strana sciarpa nera dalle ricuciture cremisi, con un testo scritto in Alfabeto Unown.

 

- E questa sarebbe?

 

- Il tuo partner.

 

- Partner?

 

- Una cosa alla volta... Per il momento, seguimi...

 

Da dietro il pokémon misterioso comparve un portale dallo sfondo nero, la cui vista dava l'impressione di un pozzo senza fondo. Senza giri di parole, il pokèmon Corazza seguì il suo nuovo padrone, dentro un vortice di non ritorno che avrebbe cambiato per sempre la sua vita e quella degli altri pokémon, in una serie di eventi che nessuno avrebbe mai potuto prevedere.

 

*************************************************************

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Centosettantesimo anno del drago, 12.30 di Mattina.

 

- Uhm... Uhm...

 

- Che c'è? Sei già stanco?! Siamo soltanto al primo round, bello...

 

- Ehi! Seriamente!?!? No, dico: davvero? - commentò Kenji.

 

- EXCUSE MOI?!?! VI SEMBRA IL MOMENTO?!

 

- Lo sapevo che finiva così... Per tutti i Wailmer! - Commentò Drapion. Da entrambe le parti, c'era imbarazzo e stupore per quello che stava accadendo tra i due capi. Difatti, invece di combattere, loro stavano...

 

- Stanno seriamente...

 

- Mon dieu! loro stanno...

 

- GIOCANDO A SCACCHI?!?!?!?!?!?

 

(ost bleach comical world)

 

Si era già capito che Weavile e Rukio erano dei capitani alquanto singolari, ma quello che nessuno si sarebbe mai aspettato era che, mentre i propri sottoposti se le stavano dando di santa ragione, loro stavano tranquillamente giocando a scacchi.

Sicché gli sarebbe stato difficile combattere contro una femmina, per il capitano del team Skyriders un gioco da tavolo poteva essere una buona soluzione per risolvere la faccenda senza sporcarsi le mani. 

Tuttavia, questa cosa non andò a genio al resto del team.

 

- MON DIEU! COSA SIGNIFICA QUESTO, CAPITANO?!?!

 

- Uh?

 

- CHE C**ZO FAI? - Sbraitò Kenji, - TI SEMBRA IL MOMENTO DI GIOCARE?!

 

- Perché, non lo è?

 

- S-SIGNORA WEAVILE! QUESTA ERA LA FORZA CHE VOLEVA DIMOSTRARE?

 

La felina rivolse un'occhiata gelida al suo compagno: - Zitto. Ti uccido se proferisci un'altra parola.

 

- M-mi scusi!

 

Dopo quell'interruzione, i due ripresero la loro partita.

 

- Accidenti...

 

- Te l'avevo detto che non sarebbe stato facile questa volta, eheh! Cosa farai adesso, caro Ruk-

 

- Scherzavo! SCACCO MATTO!

 

Rukio era stato fermo due minuti, prima di rendersi conto che con una mossa poteva ribaltare le sorti del gioco. 

Neanche la Lamartigli si era accorta di tale possibilità, nonostante fosse molto sicura delle sue capacità. 

Senza aspettarselo, era rimasto con un pugno di mosche in mano, sconfitta un'altra volta dal pokèmon Emanazione. 

 

- BRUTTA PALLA DI PELO! VOGLIO LA RIVINCITA! - Disse furente il capitano del team AWD, esprimendo tutto il suo disaccordo.

 

- Uhm...

 

Rukio non aveva nessuna voglia di continuare il gioco: non è che lui fosse un genio degli scacchi, ma semplicemente Weavile era un disastro in ogni gioco da tavolo di questa nomea, e un avversario non proprio capace in un determinato campo avrebbe annoiato chiunque.

 

- T-ti chiedo scusa, Weavile, - disse il capitano del team Skyriders cercando di avere un tono più gentile possibile, - però... Come posso dire? D-diciamo che oggi non mi va di giocare a scacchi...

 

- TI PRENDI GIOCO DI ME!?? L'HAI PROPOSTO TU!

 

-S-sì... Ma l'ho proposto perché so che ti piace! Purtroppo per me, invece, non sono un fan di questo gioco.

 

Weavile si infuriò: non solo non voleva combattere, ma oltretutto aveva rifiutato una rivincita alla stessa cosa che aveva proposto.

 

- Tu ora fai un altra partita. Oppure, potrei decidere di usarti come mio nuovo punta-spilli, - disse la pokémon Lamartigli.

 

- N-non fare così per favore! Lo so che non è carino quello che ho fatto, però...

 

Weavile contiuò ad avvicinarsi al piccolo licantropo, preparando un Ombrartigli con il braccio destro.

 

- TI PREGO! FERMATI!

 

Il Riolu mise le mano davanti e attivò Protezione per fermare Weavile, ma lei era già partita all'attacco mirando alla sua faccia. Nonostante l'Ombrartigli stesse premendo con forza contro la barriera, il pokèmon Emanazione era restio ad utilizzare più forza del dovuto contro la felina, per paura che il contraccolpo potesse in qualche modo sfigurarla. 

 

Però, ella non si diede per vinta, ed aumentando la potenza riuscì a penetrare nella barriera, creando una mini-esplosione di potenza ridotta. Lo schermo di fumo oscurò la figura dei due capitani, incuriosendo i proprio sottoposti per via della dinamica della faccenda.

 

- Jesus Christ... Certo che il capitano è proprio impedito con le femmine!

 

- Ha parlato Casanova...

 

- COSA NE SAI TE DI CASANOVA?! BURBERO CON LE FOGLIE!

 

- Qualche volta te l'ha detto Rukio. Penso non faccia male prendere in prestito ogni tanto qualche insulto.

 

- Pfiù! Non so cosa sia peggio: il fatto che mi prendi in giro o il fatto che sei pure ignorante! Ma non ti preoccupare: la mademoiselle che ti ha messo al mondo ha tutta la mia compassione.

 

- Quanto vorrei chiuderti il becco per sempre, a volte...

 

- PARBLEU! HAI INIZIATO TU!

 

- SHHH!!!! SILENZIO VOI DUE! - interruppe Drapion, - il fumo si sta diradando.

 

Infatti, il cumulo di polvere stava silenziosamente lasciando il palcoscenico, per dare spazio alla nuova recita. Ci fu un momento di silenzio nella stanza del dungeon, come se tutti i nervi dei presenti fossero concentrati sulla scena che stava per avvenire. 

Rukio aveva gli occhi chiusi, mentre Weavile era congelata sul posto. Quando riaprì gli occhi lentamente, il piccolo licantropo si rese conto di essere finito in una situazione ad allarme rosso. Con sguardo spaventatissimo, si rese conto che la sua mano destra era poggiata sul petto della felina.

 

- E-ehm... Ecco... (P-porca miseria!)

 

Il Riolu era imbarazzato e allo stesso tempo incredulo: non sapeva minimamente come reagire in questo genere di situazione pericolosa. La felina, purtroppo, lo sapeva molto bene.

 

- NYAAAAAAAAAAAAAAAAA! - Urlò tra imbarazzo e rabbia, ritraendosi e coprendosi il busto. - M-M-MA CHE COSA TI SALTA IN MENTE?!?!?

 

- N-NON L'HO FATTO APPOSTA! SEI TU CHE MI HAI ATTACCATO, PRIMA! - Disse il Riolu cercando di difendersi.

 

- I-io...I-io... IO TI AMMAZZOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

 

Weavile impazzì. Niente giri di parole o metafore: si mise ad urlare furiosamente e caricò di prepotenza contro il povero Rukio cominciando ad attaccare. Il pokèmon Emanazione iniziò a correre come se stesse scappando dalla morte nera.

 

- N-NON L'HO FATTO APPOSTA!

 

- TI FARO' A PEZZI E TI GETTERO' IN PASTO AI CARVANHA!!!

 

Il resto degli spettatori stava assistendo allo spettacolo, attoniti di fronte alla furia della felina.

 

- (N-non ho mai visto la signora così arrabbiata...)

 

- (Parbleu... tutto ciò è imbarazzante!)

 

- Perché si è arrabbiata? - Disse Kenji, - l'ha solo toccata sul petto a mani nude. Lo faccio con tante femmine io, e non se la sono mai presa così.

 

- CI SONO ALMENO TRE COSE INDECENTI IN QUELLO CHE HAI DETTO! - Disse il Frogadier, arrossendo. 

 

- VIENI QUI! BRUTTO PERVERTITO!

 

La furia cieca della Lamartigli impestò la stanza. Rukio correva tenendosi stretta la pelliccia, scappando come più poteva.

 

- Uff... Sembra una barzelletta, - commentò il Grovyle.

 

- M-mi scuso per il mio capitano, - disse Drapion gentilmente, - è... molto permalosa, a volte...

 

- Solo a volte?

 

- D-diciamo che non gli piace quando qualcuno la tratta male. Rharharha! 

 

- Vabbè. Devo scusarmi anch'io: dopo questa cosa ho perso la voglia di combattere.

 

Purtroppo, Kenji era così: la sua voglia di combattere era proporzionale al resto della sua mood, che era volubile quanto quella di un gatto giocherellone.

 

- C-COME? H-HAI INTENZIONE DI RINUNCIARE AL NOSTRO COMBATTIMENTO?

 

- Se riesci a stuzzicarmi bene, potrei cambiare idea. Ma ti dovrai impegnare molto, - disse lo spadaccino, sedendosi con la schiena appoggiata ad una pietra lì vicino. 

 

Lo Scorpiaccio fece un lungo sospiro di rassegnazione: conosceva da un po' il Grovyle, e aveva imparato che la noia era il primo fattore che si infrapponeva tra lui e un combattimento all'altezza del nome. Sapeva come smuovere la sua anima addormentata, ma non era contento di dover sprecare così la sua arma segreta. Avrebbe preferito utilizzarla come ultima risorsa, così da stupire il suo rivale.

 

- Guarda cosa mi tocca fare per farti lottare... Mi ringrazierai più tardi.

 

- Uh?

 

- GLADIATORE! 

 

Drapion mise le braccia davanti a se incrociandole, concentrando la sua energia su tutto il corpo. Dal suo corpo un Meisoku viola fuoriuscì scoppiettando come un fuoco sulla legna ardente.

 

- Oh? Interessante...

 

- Tsk! Aspetta che finisca... - rispose arrogante.

 

Una volta finito il processo di concentrazione, rilasciò la sua aura aprendo le braccia e urlando in segno di attacco.

 

- GRWAAAAAAAAAAAAAAAAAAA! 

 

Kenji rimase ad osservare per tutto il tempo Drapion, per cercare di capire quali cambiamenti avrebbe portato la nuova mossa mostrata dal pokèmon Scorpiaccio. Tuttavia, l'unico cambiamento che apparentemente avvenne, non entusiasmò il Legnogeco più di tanto: il Meisoku del rivale era diventato più stabile, ricoprendo gran parte del suo esoscheletro come una sottile pellicola viola. 

 

- Eh? Credevo che tirassi fuori una nuova arma o che ti saresti ingigantito... Non noto alcuna differenza esaltante.

 

- RHAHAHAH! PERCHE' NON PROVI A COLPIRMI, ALLORA?

 

- Se proprio devo...

 

(ost aether foundation)

 

Il Grovyle formò ancora una volta i Fendifoglia sui suoi bracci per attaccare Drapion, mentre il suddetto rispose con altrettanta forza usando Velenocroce. I due incrociarono le lame senza sbilanciarsi nell'impeto, scontrandosi l'uno con altro. Tuttavia, Kenji si rese conto che qualcosa era cambiato nella presa del suo rivale: rispetto a prima, sentiva di dover usare più forza rispetto al normale per spingere il suo avversario.

 

- U-UGH...

 

- Eheh! GRWAAAAA!

 

Con un ulteriore sforzo, il membro del team AWD aprì il Velenocroce per respingere violentemente i Fendifoglia  andando a rompere la sua presa.

 

- Tch!

 

- NOTTESFERZA!

 

Richiudendo le braccia, Drapion mirò ai fianchi dello spadaccino. Questo, per evitare di diventare un sandwich di rettile, saltò in aria con una spinta repentina, per poi colpire la testa dello scorpione viola con un Fendifoglia. Tuttavia, il braccio del Grovyle rimbalzò all'indietro.

 

- Cos-

 

- PRENDI QUESTO!

 

Girando l'intero corpo, il pokèmon Scorpiaccio colpì con la coda Kenji sul fianco. Nonostante non avesse usato alcuna mossa, la coda risultò pesante come un Codacciaio, danneggiandolo e buttandolo alla destra del Drapion. Il Grovyle poggiò la mano destra sul terreno per frenare il lancio, e riuscì a fermarsi prima di andare a sbattere contro il muro. Il colpo lo aveva danneggiato a tal punto da fargli uscire dalla bocca un po' di sangue. Non abbastanza per farlo cedere, ma sufficiente per farlo riflettere.

 

- Allora? Che mi dici, eh?

 

Prima di rispondere, si asciugò la bocca con la mano sinistra, fissando intensamente l'aracnide.

 

- Che seccatura... La tua pelle è diventata più dura del cemento.

 

- Bello vero? E' la mossa che ho inventato io: Gladiatore! Concentrando la mia aura su tutto il corpo, posso aumentare la resistenza del mio esoscheletro a livelli di un pokèmon di tipo acciaio! Prendilo come la versione migliore e più possente di Multisquame! RHAHAHAH!

 

- Immaginavo...

 

- Ora che hai visto questo, ti è tornata la voglia di lottare?

 

Il Grovyle non rispose: si rialzò da terra e si mise in posizione di attacco, pronto a ricevere un altro colpo dal rivale.

 

- Eheh... Sembrerebbe di sì...

 

Senza proferire parola, Kenji mise davanti il braccio destro e dietro il sinistro, in una posa che a noi risulta famigliare. 

 

- Senkendō: BYAKKO NO TOTSUGEKI!

 

Lo spadaccino attaccò con una delle sue mosse preferite, andando addosso al nemico e creando un tornado di fendenti intorno a lui. Tuttavia, nessuna parte del suo corpo fu scalfita dal potente attacco, e, senza dare tempo al pokèmon Legnogeco di preparare una contromossa, Drapion lo afferrò utilizzando la coda.

 

- ARGH!

 

La morsa stretta dello scorpione non permise al Grovyle alcuna via di scampo, lasciandolo completamente alla sua mercè.

 

- DANZASPADA!

 

Le braccia di Drapion diventarono enormi spade bianche, come i Fendifoglia di Kenji. Senza dargli il tempo di liberarsi dalla presa, dopo aver girato ancora il suo corpo, lo Scorpiaccio colpì con una raffica di Nottesferza il corpo dello spadaccino.

Non potendo usare le braccia, la lucertola verde cercò, nonostante l'apparente sconfitta certa, di trovare un modo per poter uscire da quella situazione.

 

- AAARGH!

 

In mezzo a quell'inferno di dolore, Kenji cercò di mantenere il ritmo dei colpi del suo rivale, migliorando di secondo in secondo.

 

- (Destra. Sinistra. Destra. Sinistra. Destra. Sinistra. Destra. Sinistra. Destra. Sinistra. Destra. Sinistra. Destra. Sinistra. Destra. Sinistra...)

 

Al diciassettesimo colpo, Kenji contrattaccò.

 

- (ORA!)   

 

Con uno sforzo immane, tirò la testa all'indietro per schivare il colpo. Di riflesso, il Drapion avrebbe colpito con il braccio successivo, ormai rapito dalla monotonia dei suoi stessi attacchi. 

 

Il Grovyle, consapevole di ciò, rafforzò con tutto il suo Meisoku la foglia sulla sua testa, facendolo diventare un terzo Fendifoglia.

 

- FENDIFOGLIA!

 

Kenji colpì la coda che lo tratteneva con un potentissimo fendente, liberandosi per un attimo dalla morsa e sorprendere il Drapion.

 

- EH?

 

- AEROASSALTO!

 

Sfruttando le sue gambe, il Grovyle colpì dal basso verso l'alto la tenaglia sulla coda, per poi sfuggire definitivamente da quella situazione disperata. Si allontanò di qualche metro per riprendere fiato.

 

- Anf...Anf...

 

- Merda... Ero convinto di averti in pugno. Beh, non che tu abbia molte possibilità a questo punto, - commentò lo Scorpiaccio, ormai sicuro della sua vittoria. 

 

In effetti, non aveva tutti i torti: nonostante la tenacia dello spadaccino, era chiaro che aveva subito danni ingenti per colpa dei Nottesferza. 

 

Chiunque nello stato del Senken no Kenkaku sarebbe stato sopraffatto da tale furia e ci avrebbe lasciato le penne.

 

- Eheheh... Ridicolo.

 

- Uh?

 

- Sono davvero in uno stato ridicolo... E tu, mio caro rivale, sei strabiliante...

 

- RHAHAHAH! FINALMENTE AMMETTI LA SCONFI-

 

- Eheheheheheh...

 

La risata di Kenji prese una sfumatura sinistra.

 

- C-che hai da ridere? - chiese il Drapion inquietato. 

 

- Eheheh... AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHHAH!

 

Mettendosi una mano davanti alla testa, il Grovyle iniziò a ridere a squarcia-gola. 

Evidentemente, la situazione per lui era uno spasso, un qualcosa di estremamente divertente da poter perdere la ragione per la sua ilarità. 

 

La sua risata rimbombò per tutta la sala, giungendo anche alle orecchie dei suoi compagni. Rukio non vi badò, troppo impegnato ad avere la sua "gatta" da pelare, mentre Shinso, che nel frattempo stava sorseggiando in quel momento una deliziosa tisana alla Baccamilla, si turbò leggermente.

 

- Mon dieu... Quello sta ridendo! Yawnnn... Fortuna che la quarta tazza dà il giusto twist al mio povero animo! Questa fragranza delicata che scorre nelle narici come una mano sulla pelle della persona amata... Non ne potrei mai fare a meno! Ne vuoi un po', Monsieur Arbok? - Disse il Frogadier, rivolgendosi alla scultura di ghiaccio che stava alla sua destra.

 

- Uhm... Lo prendo come un no. E' una fortuna che sia stato così clemente da sistemarti subito. Se fossimo finiti in mezzo a quei due adesso, solo Arceus avrebbe potuto salvarci le vite!

 

- AHAHAHAHAH...

 

- C-COSA CI TROVI DI COSI' DIVERTENTE, LUCERTOLA CRESCIUTA?!? - domandò Drapion al Grovyle.

 

- Ahahahah...

 

Piano piano, la risata di Kenji si affievolì. Egli rimase con la mano davanti alla testa e gli occhi chiusi.

 

- Chiedo scusa, Drapion. A volte mi è davvero difficile trattenermi. Ma cerca di metterti nei miei panni: finalmente posso avere uno scontro come si deve, senza dovermi preoccupare per la vita del mio avversario.

 

- C-CHE DIAVOLO STAI DICENDO?

 

- Ho sempre adorato i nostri scontri: riesci sempre a ricordarmi che ho ancora tanta strada da fare per diventare il più forte. E, sinceramente, tutto questo, - disse lo spadaccino abbassando la mano e scoprendo il suo sguardo, - NON FA ALTRO CHE ECCITARMI ANCORA DI PIU'!

 

 

Dal corpo di il Legnogeco fuoriuscì violentemente un Meisoku bianco come la neve, talmente brillante da far risaltare il colore rosso del suo busto e delle ferite sui bracci. Davanti a Drapion non c'era più un Grovyle, ma una tigre albina pronta ad azzannare la preda.

 

- Et voilà! Les jeux sont faits... (*) Uff, povero me. Sarà meglio che mi prepari, - commentò Shinso finendo l'ultimo sorso di camomilla.

 

- (C-cosè quest'aura?! D-dove nascondeva questa potenza?!) M-MALEDIZIONE! VELENOCROCE!

 

Terrorizzato dall'istinto omicida del pokèmon Legnogeco, lo Scorpiaccio passò all'attacco per sferrare subito il colpo di grazia.

 

- AEROASSALTO!

 

Con uno scatto repentino, schivò a sinistra il colpo dello scorpione che, nella fretta, aveva usato troppo impeto, sbilanciandosi in avanti. Approfittando di tale apertura, Kenji tirò una testata con la mossa di tipo Volante sul fianco destro del Drapion.

 

-U-URGH! NOTTESFERZA!

 

Cercò di riprendere con un Nottesferza usando il braccio sinistro, ma lo spadaccino bloccò il colpo usando i suoi Fendifoglia. Rispetto a prima, però, i fendenti riuscirono a scalfire la corazza del pokèmon Scorpiaccio. Quando quest'ultimo si accorse di ciò, retrocedette di riflesso.

 

- (M-mi ha tagliato!! C-come ha fatto il suo potere ad aumentare così tanto?!?!? Non ha senso!) - Pensò il Drapion dopo la schivata. 

 

Tuttavia, non ebbe il tempo di pensare a nessuna contromossa.

 

- SENKENDŌ: SHAKUSHIHŌ!

 

Il Grovyle sparò un cannone di aria rossa dritto verso l'avversario, costringendolo a usare un Velenocroce per reggere il colpo. L'esplosione derivata sollevò una coltre di fumo, nella quale lo spadaccino usò un'altra Danzaspada per potenziarsi ancora.

 

- DANZASPADA!

 

Le lame sui bracci crebbero ancora, manifestando una forma di elettricità rossa sul filo dei Fendifoglia. Senza dare il tempo di reagire a Drapion, caricò furiosamente verso di lui, poggiando la sua mano sinistra sull'avambraccio destro, dal lato del palmo della mano. La lama sul braccio destro divenne verde smeraldo, come una immensa foresta attraversata da raggi caldi.

 

- Senkendō: HANSAKUBAKU! (*)

 

Kenji colpí Drapion con un fendente dal basso verso l'alto come un montante, con una rapidità che avrebbe stupito anche un Accelgor. Era così potente che avrebbe potuto squarciare a metà un muro di pietra senza problemi. Questi crearono sul corpo del Pokémon scorpiaccio un enorme taglio abbastanza profondo da penetrare l'esoscheletro e raggiungere parte del suo derma, tingendo il corpo di rosso. L'impeto dell'attacco fu troppo per il povero rivale, che cadde a terra con occhi persi nel vuoto, completamente svenuto. Mentre il Grovyle, soddisfatto di aver finalmente intaccato quella superficie marmorea, rimase immobile a godersi la vittoria tra un respiro profondo ed un altro. 

 

- Anf... Eheh... Anf...

 

- Jesus Christ... Finalmente è tutto finito. Yawn... Se avessi continuato probabilmente sarei dovuto ricorrere alla quinta tazza, - commentò Shinso, che proprio non sopportava quest'attitudine schizzinosa del compagno.

 

- Anf... C-che seccatura... Perchè mi devi rovinare i m-momenti belli?

 

- Tranciare un nemico in due non è esattamente la mia definizione di "momento bello"...

 

- Uff... P-potrei dire le stesse cose per lo "sparare stronzate tutto il gio - lo spadaccino non riuscì a finire la frase: il combattimento era stato talmente estenuante da non concedergli il lusso di rimanere in piedi solo con le sue gambe.

 

Riuscì a tenersi usando un Fendifoglia, ma dovette stringere i denti per non perdere la concentrazione.

 

- Parbleu! - disse il Frogadier, mentre si avvicinava al compagno ferito, - Non solo riuscivi a parlare ma hai ancora le forza per usare Fendifoglia in quel modo! Mostruoso, oserei dire...

 

- D-disse quello con il pupazzo di neve...

 

- Vuoi stare zitto? Gradirei non averti sulla coscienza.

 

Mettendo a tacere il compagno, la Schiumorana prestò cure mediche al Grovyle: gli porse una Baccacedro, aiutandolo anche a deglutirla. Fortunatamente, visto che non aveva ricevuto fratture ossee, lo spuntino gli fece recuperare le forze abbastanza da permettergli di rimanere in piedi. Purtroppo però, il dolore e la fatica del combattimento non potevano essere risolte completamente da una bacca, e ciò costrinse Kenji a rimanere seduto per riposarsi.

 

- Eheheh... Davvero un bel combattimento. Mi ha lasciato spompato, però...

 

- Se l'avessi sconfitto subito, invece di prendere schiaffi, non saresti ridotto in quel modo...

 

Ed in effetti Shinso aveva ragione: a differenza di Rukio che aveva una motivazione per far durar a lungo il combattimento, Kenji avrebbe potuto sconfiggerlo già molto tempo prima. 

Negli scontri precedenti, inoltre, se avesse avuto voglia, avrebbe anche potuto evitare la lunga serie di sconfitte contro Drapion. Ma il suo compagno era fatto così: per lui il combattimento non era solo una questione di vita o di morte, ma un mettersi alla prova di continuo per superare i propri limiti. 

 

A parole sue, lo avrebbe descritto come la cosa più divertente del mondo, in un modo talmente serio da farla sembrare quasi sacra. 

Per questo motivo era stato molto duro quando combatté contro Kazan: l'uso dei suoi mezzi sleali andava contro il suo credo di spadaccino, come un vero e proprio insulto alla sua anima. Se dovessi cucire sulla figura di Kenji un detto di mondo, probabilmente sceglierei "occhio per occhio, dente per dente".

 

- Tsè... Mi spiace che tu la pensi così. Avrei potuto condividere qualcosa di bello con te...

 

- Evitiamo altri sproloqui, per favore, altrimenti questo sul serio ci lascerà le penne. Dammi una mano a tirarlo su, o non riuscirò a dargli la Baccacedro.

 

- Che seccatura, - disse il Grovyle sollevando la testa del Drapion, - ma mi dispiacerebbe non poter più combattere con lui.

 

Sicché faceva fatica a muoversi, Shinso dovette spremergli in bocca la bacca curativa, perché non non era nello stato di masticarla. 

 

Senza la polpa, l'effetto risultò dimezzato, ma il Frogadier rimase piuttosto sollevato da questo: pensò che se si fosse ripreso, avrebbe potuto ricominciare il combattimento, e avrebbe dovuto calmare lui e il compagno.

 

- Hai fatto un bel lavoro sul suo petto, - commentò sarcasticamente Shinso, - ancora qualche centimetro di profondità e lo avresti ucciso, lo sai?

 

- Che cosa vuoi da me? Se fosse morto non glielo avrei perdonato.

 

- Oh Jesus Christ...

 

Mentre Kenji commentava, il Frogadier stava applicando delle bende per cucirgli la ferita e impedirgli di sanguinare ancora.

 

- Mon dieu... E' un vero peccato che le bacche non siano in grado di guarire questi brutti tagli. Dovrà tenerla per un po'.

 

- Avrà una bella cicatrice da mostrare ai suoi nemici! Eheheh! Ti ho fatto proprio un bel regalo, eh Drapion? - disse il Grovyle picchiettando la testa dell'assente scorpione. 

 

- (Poi sono io quello con i problemi...)

 

- Ad ogni modo, Shinso.

 

- Uh?

 

- Per caso il capitano ha trovato il tesoro?

 

- Non credo...

 

- Come? Non lo ha ancora trovato? Quanto ci vuole a controllare l'intera stanza?

 

- N-non credo che adesso sia il suo problema...

 

- Cosa intendi dire?

 

- LARGOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

 

*******************************NOTE DELL'AUTORE*******************************

- Explaining:
 

- Legenda:
Tenma no Kusari (天魔の鎖): Chains of the Heavenly Demon, Catene del Demone Celeste.
Mashinsatsu (魔神殺): Demon God's Butcher, Macellaio del dio demoniaco.
Hansakubaku (繁柞暴) : Outburst of the prosperous saku (è un tipo di quercia), furia della quercia rigogliosa.
Les jeux sont faits: i giochi sono fatti.

-F.A.Q.

-Curiosità

Gladiatore, nel mio immaginario, vorrei che fosse pronunciato in italiano in una eventuale trasposizione in anime; la risata di Drapion è pensata a quella di un pirata;

 

 

 

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Capitolo 14: lame e artigli (seconda parte)

Spoiler

Mentre i due stavano tranquillamente discutendo, Rukio gli stava venendo incontro a grande velocità, rischiando di investirli.

 

- EH? C-CHE COS-

 

- PARBLEU! AFFERRA DRAPION!

 

Il Legnogeco, sotto il consiglio dell'amico, sollevò Drapion e lo lanciò di lato, facendolo finire esattamente alla sinistra del compagno cobra.

 

- CRAAA! ADESSO GLI DEVO RICUCIRE LE FERITE!

 

- PENSA A SPOSTARTI, CO****NE!

 

I due saltarono a lato, schivando il treno impazzito che stava deragliando sui binari. Nonostante l'improvvisa situazione, Kenji e Shinso riuscirono ad evitare di essere investiti.

 

- Fiuuu!

 

- C-che diavolo era? - Si chiese spaventata la lucertola verde.

 

Quando si voltarono verso la bestia umana, le loro espressioni erano combattute in un limbo tra il comico e l'imbarazzante: Rukio stava scappando a tutta velocità da una Weavile super furiosa, che stava cercando in ogni modo di tenere il passo del pokèmon Emanazione.

 

L'effetto che ebbe alla fine sulla Schiumorana fu di shock totale, mentre lo spadaccino ebbe una reazione più composta, quasi di noia.

 

- Seriamente... - disse il Grovyle mettendosi una mano sulla faccia.

 

- VIENI QUI, PALLA DI PELO! COMBATTI DA VERO KODAMON!

 

- (Porca miseria se mi arrabbio!) COME TE LO DEVO DIRE CHE NON NE HO ALCUNA INTENZIONE!

 

- GRAAAAAAAAAAAH! GELOSCHEGGIA!

 

- AGILITA'!

 

La felina stava facendo di tutto per colpire il piccolo licantropo con mosse di Ghiaccio per rallentarne i movimenti, mentre questo continuava a correre per tutta la sala per evitare gli attacchi della pokèmon Lamartigli.

 

- Shinso... - Chiese un disperato Kenji.

 

- O-oui?

 

- Il motivo per cui il capitano non combatte è... Come si chiama... Quale parola era?

 

- C-credo tu intenda "Galanteria"...

 

Al suono di quella parola, gli occhi del Grovyle si alzarono al cielo e la sua mano scivolò verso le guance, tirando le palpebre verso il basso.

 

Lui non aveva queste formalità, in cui il capo invece credeva fermamente, e francamente non le comprendeva: non si capacitava di quale forma di rispetto poteva essere il non combattere contro una femmina.

Se non volevi combattere contro di lei, non le stavi dando della debole? E dare della debole ad una femmina non era un insulto? Una mancanza di rispetto? Potevi semplicemente usare meno forza, invece di correre qua e la come un Dodrio con una Baccamodoro nello sfintere. Queste erano le domande che affliggevano il pokèmon Legnogeco.

 

- Tutto ciò è ridicolo... - commentò infine.

 

- N-non riesco a controbattere su questo... - disse invece il suo compagno.

 

- (Quanto è insistente... Perché non ho accettato un'altra missione invece di venire qua? Cosa ho fatto di male...)

 

- NON MI SFUGGIRAI! PALLA OMBRA!

 

Weavile cercò di limitare i movimenti di Rukio mirando al terreno più avanti, per guidarlo verso un vicolo cieco dove sarebbe stato costretto a combattere.

 

Capendo l'idea della felina, però, il Riolu si girò verso di lei, fece un salto in aria e tirò una Forzasfera sul terreno. Sfruttando l'onda d'urto della mossa, riuscì a passarle dietro, per scappare nella direzione opposta.

 

- EH NO!

 

Di tutta risposta, la felina si voltò su se stessa di scatto per attaccare Rukio.

 

- SCAGLIAGELO!

 

Con quell'attacco, il pokèmon Lamartigli riuscì a colpirlo, nonostante il Riolu avesse tentato di girarsi e usare un'altra Protezione, come aveva fatto per tutto il piano. La mossa di tipo ghiaccio lo colpì in pieno, provocando un esplosione sul suo petto e graffiandogli parte della pancia.

 

- UAAARGH!

 

- PRESO!

 

A causa del duro colpo, il pokémon Emanazione si accasciò al suolo, senza potersi muovere a causa del dolore della ferita. Con la stessa rapidità con cui stava inseguendo il capitano del team Skyriders, Weavile gli saltò addosso, afferrandolo per il collo.

Per evitare di soffocare, il nostro capitano afferrò la mano della felina, e allentò la presa tanto quanto basti per respirare, senza eccedere.

 

- PARBLEU! CAPITANO!

 

- Dici che dobbiamo intervenire? - Chiese Kenji con noncuranza.

 

I due stavano assistendo alla scena e, nonostante i due non si mettessero in mezzo ai combattimenti del capitano solitamente, pensarono di intervenire per evitare il peggio.

 

- E ME LO CHIEDI ANCHE? ANDIAMO!

 

- F-FERMI!

 

Stranamente, Rukio ordinò ai compagni di rimanere nella propria posizione, rifiutando il loro aiuto.

 

- M-ma... capitano... - disse la Schiurana.

 

- Che ti salta in mente, capitano? - disse il Legnogeco.

 

Di tutta risposta, Weavile rafforzò la presa sul pokèmon Emanazione.

 

- NGH!

 

- Che c'è? Troppo orgoglioso per accettare aiuto dai tuoi compagni?

 

- NGH...N-no...

 

- Che delusione... Il Rakujitsu no Senshi messo alle strette da una femmina. Ed io che pensavo avessi un valore come un guerriero...

 

- E-eheh... P-provoca quanto vuoi. N-non ti metterò le mani addosso.

 

- Preferisci morire?

 

- N-non credo ti convenga uccidermi, - disse Rukio, sapendo perfettamente che quello scenario non conveniva alla felina.

 

- Tch! Vigliacco!

 

Ella tirò un pugno sull'indifeso licantropo.

 

- Seriamente... Tutti uguali voi esseri umani: siete dei rammolliti... Non sapete proprio cosa sia il divertimento.

 

- T-tu trovi divertente picchiarsi a sangue?

 

- Perché, te no?

 

- A-abbiamo visioni diverse, a quanto pare. M-magari tu e quella zucca vuota laggiù potreste andare d'accordo... - disse indicando lo spadaccino.

 

- Ehi.

 

- Bah, - fece Weavile in segno di disgusto, - quel tipo rettile è freddo come un sasso. Non riuscirebbe mai a scaldare l'ambiente.

 

- Tsè! Ha parlato il tipo lava incandescente, - commentò il Grovyle da bordo campo.

 

- Farò finta di non aver sentito... Torniamo a noi, - disse aumentando la presa, - sei una vergogna...Tutti ti reputano un Kodamon forte: colui che è riuscito a salvare il mondo intero da una catastrofe dalla quale nessun altro avrebbe avuto scampo. Ed ora sei qui, facendo appello a tutte le tue forze per difendere il tuo stupido orgoglio di merda. Sei patetico!

 

Come non capirla? La sua mentalità non era diversa da quella che ogni altro essere in quel mondo avrebbe pensato. Dopotutto, mio caro lettore, stiamo parlando di pokémon: creature potenti dalle sembianze bestiali, aggressivi e territoriali. Non era difficile stabilire quale categoria sarebbe potuta cadere nel maschio alfa, o semplicemente nella più rispettabile.

 

- U-un Kodamon forte, eh?

 

- Uh?

 

Tuttavia, la felina non stava parlando con un pokémon qualunque. Per essere precisi, non era neanche completamente questo. Per lui, il concetto di forza aveva un significato diverso, costruito grazie alle tante avventure affrontate.

 

- Cosa p-pensi che sia un Kodamon forte? U-uno che piega con il potere tutti quelli che gli s-stanno intorno?

 

Weavile non seguì il discorso di Rukio.

 

- Sembra che questa caduta ti abbia fatto sbattere forte la testa... Cos'altro può essere un Kodamon forte, eh?

 

- A-abbiamo dei concetti di f-forza diversi, allora. U-un Kodamon forte, - continuò il pokémon Emanazione, - non è colui che s-sfrutta in questo m-modo la sua forza. N-non è nemmeno uno che p-pensa da santo e pretendere di risolvere.... tutto senza la v-violenza: non s-sono un ingenuo che crede sia p-possibile risolv-vere tutto allo stesso modo...

 

- E allora? Per quale motivo ti fai tutti questi problemi?

 

- Un Kodamon forte, per me, è colui che è ha la forza di d-decidere cosa è g-giusto e cosa è s-sbagliato, e usa il suo potere per m-mantenere f-fede ai s-suoi v-voti. S-se non vuole usare le m-mani, non le userà. S-se vuole p-percorrere una v-via, lo f-farà. S-se vuole avere d-dei p-principi c-che r-ritiene giusti, m-manterrà quei v-voti fino all'ultimo! I-io non picchio le donne: ho preso questa d-decisione, u-umani o k-Kodamon, e n-non t-tornerò s-sulla m-mia idea! MAI E POI MAI! ARGH!

 

Weavile aumentò la presa.

 

- S-sei sleale per a-approf-fittart-ti cos-sì di m-me!

 

- E tu sei un illuso: tante belle parole in ogni occasione. Mi dai alla nausea: non accetto la predica da uno che è disposto ad abbandonare una vittoria per il suo stupido orgoglio!

 

- Eheheheheheh...

 

- Cos'hai da ridere?

 

Appena concluse quella frase, la Lamartigli notò qualcosa sul corpo di Rukio: dalle spalle uscivano delle leggere strisce azzurre.

 

- Non mi sembra di averti detto che ti avrei lasciato vincere, - disse il Riolu in modo fluente, abbandonando la finta voce da strozzato.

 

- Cosa?

 

La felina sbiancò all'improvviso: dal piccolo licantropo sentì un'immenso potere fuoriuscire dal suo corpo come un fiume in piena, che la mise da uno stato di assoluto dominio in uno di terrore.

 

- Sei diventata più forte, lo ammetto: in altre occasioni mi sarebbero bastate le solite sfere, ma qui mi hai messo davvero alle strette... Sembra... che sia davvero nella situazione di dover fare qualcosa per sconfiggerti.

 

- C-che stai facendo?!?!

 

- APRITI! GENSHIMON!

 

 

Il corpo del piccolo licantropo fu fulminato da una fiamma blu-elettrico. 

 

- Rakujitsudō: BLUE DUSK!

 

Il capitano del team Skyriders attivò la sua abilità Genshi, il Blue Dusk. Il calore emesso dal suo corpo che la felina dovette immediatamente staccarsi da lui. Un pokémon di tipo Ghiaccio non poteva sopportare tutto quel caldo.

 

- AHIA! SCOTTA!

 

Il piccolo licantropo posizionò le mani lungo il fianco destro, preparando il suo attacco. 

 

- Quindi... tutto ciò era un tuo piano, eh? Finalmente!

 

Emise anche lei il suo Meisoku, emettendolo per cinque metri. 

 

- FATTI SOTTO, ORYU-

 

Tuttavia, ella rimase sospesa a mezz'aria senza potersi muovere: l'aura svanì immediatamente senza preparare un attacco.

 

- (COSA!?!?!)

 

Ci riprovò di nuovo, ma il suo corpo non rispondeva.

 

- (P-PERCHE' CAZZO NON POSSO MUOVERMI!? MI FA MALE DA TUTTE LE PARTI! NEMMENO MI HA ATTACCATO!)

 

- Prima di venire qui... vi era un Golurk dominante sfinito sul terreno.

 

Weavile sbatté le palpebre confusa.

 

- I tuoi compagni sono entrambi di tipo Veleno. L'unica che avrebbe potuto affrontarla eri tu. Tu soltanto hai sprecato le energie. E ora che hai corso per tutto il dungeon per inseguirmi, sei sfinita. 

 

La rabbia cavalcò la testa della felina. Tutta alla corsa fatta inutilmente per inseguire il piccolo licantropo, e lui che non contrattaccava mai. 

 

- L'hai fatto... Apposta!

 

 Il piano di Rukio era sempre stato fin dall'inizio uno solo: correre di qua e di là per raggiungere lo sfinimento e fare sentire allo stesso modo Weavile. In questo modo, avrebbe potuto ottenere più potere usando la sua abilità latente e mettere fuori gioco Weavile con un solo colpo.

 

- CHE TU SIA MALEDETTO, ORYUGO RUKIO!

 

Non finì in tempo la frase che Rukio era già addosso a lei, pronto a sferrare il suo attacco.

 

- Jinrō Kenpo.

 

Dalle mani d'azzurro brillante concentrò parte del suo Meisoku nel palmo della mano destra, e con quello fece la sua mossa. 

 

- DRAGON PAW!

 

La mossa finale di Rukio: Dragon Paw. La felina fu sbalzata via, completamente investita da quella mossa. Ma, nonostante fosse stata presa in pieno, ella non sentiva alcun dolore, e la spinta era solo di tre metri. 

 

- (Tch! Ridicolo! - pensò sorridendo la felina, - tutto sto casino per un colpetto da niente? E, oltretutto, hai rotto con me il tuo voto di non fare del male ad una femmina. Ho vinto io, mezza cartuccia!)

 

All'atterraggio, provò a rimettersi in posizione di combattimento, ma scivolo sul terreno: i piedi non funzionavano come voleva lei. 

 

- (N-non sento le gambe!)

 

Esperta di combattimenti,  riconobbe immediatamente i sintomi che l'avevano colpita.

 

- (Paralisi?! MI HA PARALIZZATO CON LA SUA MOSSA?! MA NON MI HA FATTO NIEN-)

 

Guardò in avanti, prima di sbattere la testa sul terreno. il piccolo licantropo stava tenendo con la mano sinistra sanguinante quella destra caricata di Meisoku. Non è vero che non l'aveva colpita, ma la verità era che non l'aveva toccata fisicamente. Ciò che l'aveva investita era la corrente d'aria generata dall'emissione di Meisoku. Era stato come se semplicemente l'aveva accarezzata con la sua aura, facendole ricevere l'effetto secondario della tecnica marziale. 

 

- (Capisco...) 

 

La felina cadde all'indietro, senza possibilità di muoversi. 

 

- (Hai vinto... di nuovo...)

 

Sbatté la testa sul pavimento, con un tonfo netto. Il pokémon Emanazione cadde a terra, interrompendo l'assalto. Ancora una volta, era riuscito a far valere la sua giustizia, in tutto e per tutto. Senza perdere tempo, prese la testa della felina, reclinandola verso l'alto per non fare complicazioni e controllandola di non averle danneggiato il corpo. 

 

- (E' stato un azzardo ma a quanto pare ha funzionato), - disse Rukio tra sé e sé, avvicinandosi ai suoi, - (Almeno, per adesso non sarà un problema. Non ho idea di quanto durerà questa paralisi, ma dovrebbe durare abbastanza da permetterci di prendere il tesoro e tornare a Brusilia. Lo spero, almeno! N-non ho intenzione di subire la sua furia quando si sveglierà...) - concluse con un espressione impaurita.

 

- Tsè! Che merda, capitano, - commentò Kenji, - stavo davvero sperando con tutto il cuore che vi menaste sul serio...

 

- Parbleu! Ma se qualche secondo fa ti stavi preoccupando per la sua sorte!

 

- Cosa stai dicendo, froggy viscido? Se tu che tutto ad un tratto mi hai chiesto di lanciare Drapion...

 

- Per favore, - disse il capitano, cercando di fermarlo, - avrò anche disattivato il Blue Dusk, ma ciò non mi impedisce di martellarti la testa...

 

- M-ma capitano.... - disse con un tono intimorito il Grovyle.

 

- Fammi un favore: metti Weavile vicino agli altri due: dovrebbe rimanere così ancora per molto. Anche se l'ho solo paralizzata dovrebbe essere ancora stremata da prima: lasciale solo qualche Baccacedro e andiamocene, o potrebbero tentare di rubarci il tesoro.

 

- Tesoro? Oh già... eravamo qui per questo... - commentò lo spadaccino.

 

Curioso di vedere quale oggetto delle meraviglie avesse sprecato in quel modo il suo tempo, il Legnogeco si guardò intorno.

 

- Però... Qui non c'è nulla che mi faccia pensare ad un tesoro.

 

- Uh?

 

Rukio guardò affondo, muovendo gli occhi per tutta la stanza: effettivamente, la sala era completamente vuota, dagli spazi vicino alle mura di pietra agli angoli nascosti del pavimento. Scartò subito l'ipotesi che fossero stati il team AWD ad agguantarlo per primi: infatti, se fosse successo questo, lui e i suoi compagni non avrebbero avuto il dispiacere di doversi occupare prima di loro e poi del suddetto.

 

- In effetti... non vedo niente qua che mi faccia pensare ad un tesoro. Però... Adesso che ci penso: prima Weavile stava sclerando che non riuscivano a risolvere un enigma. Che sia quella la chiave per trovare il tesoro?

 

- Che seccatura... Non ci avevo pensato.

 

- Mon dieu... Quando mai te pensi...

 

- Ehi. La chiudi mai quella bocca?

 

Il RIolu non badò all'ennesimo litigio che stava per nascere tra i due, ma si diresse verso il centro del piano, dove prima avevano trovato la pokèmon Lamartigli e i suoi scagnozzi.

 

Al centro di questo c'erano quattro pietre e uno strano disegno formato da un cerchio con una "K" inscritta all'interno, al cui esatto centro c'era un parallelepipedo di pietra. Evidentemente, prima che venisse il team Skyriders, il team AWD stava tentando di risolvere un qualche enigma per trovare il tesoro.

 

- (E' chiaro che devo mettere in ordine queste pietre sul disegno. Però, se così fosse, a quest'ora quei tre avrebbero già trovato il tesoro. Due sono le cose: o non hanno ancora trovato l'ordine corretto, o devo usare le pietre in un modo diverso. Dunque... Vediamo di metterci nei panni del popolo Aurōrum, - disse mettendosi la mano destra sotto il mento, - avrebbero preferito l'estinzione di un intera razza, piuttosto che lasciare i loro averi in mano a degli sconosciuti. E' da scartare l'ipotesi di un giochino semplice come ordinare delle pietre: sarebbe stato difficile, ma con la giusta quantità di tempo è un enigma risolvibile. La dimensione di queste pietre è quella di un cubo: questo disegno ha, vediamo... 1,2,3...)

 

Si mise a contare ogni singolo pezzetto del disegno, considerando sia la p che il cerchio.

 

- (Cento blocchi in totale, contando anche questo in mezzo. Ho ventiquattro modi circa per disporre i cubi, senza contare che li devo posizionare su questa piattaforma. Quindi... Porca miseria! E' un calcolo lunghissimo! Ci vorrà una vita intera a trovare la giusta combinazione senza conoscerla! Forse quella del tempo non era la considerazione giusta da fare!) GRAAAAAAAAAH!

 

I due sentirono da lontano l'urlo del capitano.

 

- C-capitano?

 

- Lascialo perdere,- disse Kenji a Shinso, - probabilmente si starà scervellando per risolvere qualche enigma. Lo sai com'è con i pensieri il capitano: parla con lui solo se te lo chiede.

 

- Mercì. Per un attimo me ne ero scordato...

 

- Non c'è la posso fare! - Esclamò Rukio mettendosi le mani sulla testa, - uffaaaaaaaaaaaaaa!

Quando il Riolu si innervosiva, era solito alzare gli occhi al cielo con le mani dietro la testa e cercare una qualche risposta nel cielo.

 

Purtroppo, o forse per fortuna, non c'era una volta azzurra a cui ispirarsi in quel tempio, ma solo un enorme soffitto scavato nella montagna. Fu in quel momento, tuttavia, che il pokèmon Emanazione trovò l'ispirazione per risolvere l'indovinello: sul soffitto, lungo l'asse del disegno sul terreno, era presente un altro disegno a "K", completamente speculare al cerchio sul pavimento.

 

- (E quello?!?! Perché c'è anche una K sul soffitto?)

 

Rimase un po' con lo sguardo per aria a pensare, cercando di trovare la risposta a quella che era evidentemente la chiave per la riuscita dell'enigma. Evito di mettervi tutto il pensiero del suddetto per pietà nei tuoi confronti, mio caro lettore. Passarono i minuti, fino a quando i due compagni decisero di raggiungere il capitano e chiedere chiarimenti.

 

- Excuse moi, capitano. Lo so che sei molto impegnato, ma... Non riusciamo più ad aspettare!

 

- Il froggy stavolta ha ragione: potrebbero cominciare a seccarsi le mie foglie se non facciamo subito qualcosa!

 

Rukio non badò alle lamentele dei due. Anzi, si rivolse direttamente al Frogadier per chiedergli consiglio.

 

- Shinso

 

- Oui?

 

- Sei in grado di far fuoriuscire Meisoku tramite le tue copie?

 

- A-a cosa ti servirebbe? Non vorrai chiedermi di fare altri Mizubushin...

 

- Dipende se puoi fare quello che ti ho chiesto.

 

- Potrei, ma è molto faticoso...

 

- Non ho intenzione di ripetermi, per favore... Me ne dovrebbero bastare tre, che con te diventerebbero quattro Frogadier. Incrementa l'aura delle tue copie e cammina lentamente per il piano. Dimmi se noti qualcosa di strano.

 

- Uff... Mon dieu, cosa mi tocca fare... Mizu Ninpo: Mizubushin!

 

La Schiumorana creò altre 3 copie di se stesso, per eseguire l'ordine del capitano. Come richiesto, fece emanare a ciascuno dell'aura, in mododa permettere di illuminare pressoché gran parte della sala.

 

Le copie camminarono per un certo tratto, apparentemente non influenzando l'ambiente circostante.

Però, questa considerazione non era condivisa da Rukio, che nel frattempo stava osservando molto attentamente ogni singolo clone: notò che in alcuni punti le mattonelle sul pavimento riflettevano luce, mentre altre addirittura la deviavano. Un sorriso soddisfatto comparve sul volto del piccolo licantropo.

 

- Che hai, capitano? - chiese il Grovyle incuriosito.

 

- Ho capito come risolvere l'enigma. Shinso!

 

Questa volta senza rispondere, la ranocchia rispose al richiamo voltandosi verso il piccolo licantropo.

 

- Guarda le pietre ai tuoi piedi: alcune s'illuminano mentre altre deviano la luce. Raccoglile tutte e portamele qui. Kenji: dai una mano anche tu. Vieni con me!

 

- Ok.

 

Così facendo, i due seguirono gli ordini del capitano, raccogliendo tutte le pietre con gli attributi designati. Raccolsero in totale sessantatré pietre devianti e trentasei riflettenti. Quest'ultime avevano una forma cubica come quelle trovate da Weavile, mentre quelle devianti avevano una superficie irregolare, per la maggior parte trapezi e triangoli.

 

- Novantanove mattonelle: come previsto, direi. Adesso lasciate fare a me.

 

Rukio prese le mattonelle e le dispose intorno alla mattonella centrale. Quelle non riflettenti le dispose lungo la superficie della p e le restanti lungo la circonferenza del cerchio, mentre quelle riflettenti per riempire completamente il cerchio.

 

- Dovremmo esserci. Adesso fatevi da parte: cercherò di rilasciare abbastanza aura per illuminare tutta questa "K". Non potrò usufruire del Rakujitsudō, ma dovrebbe comunque bastare per illuminare.

 

Kenji e Shinso si allontanarono. Nel mentre, Rukio caricò quanta più aura possibile per risolvere l'enigma.

 

- GRUUUUUUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!

 

La luce prodotta dal Meisoku del piccolo licantropo venne riflessa dal cerchio, che la rifletté verso l'alto. La "K" sul soffitto venne completamente illuminata e, riflettendo a sua volta, creò una colonna di luce nel punto d'interesse. Passarono cinque secondi dopo questo avvenimento: l'area intorno alla piattaforma tremò, come se si stesse muovendo.

 

- C-che succede? - fece Kenji.

 

- CRAAAAA! QUI CROLLA TUTTO!

 

-STATE INDIETRO!

 

Dalla sagome della K si alzò una colonna di pietra, fino a metà dell'altezza del piano. Dentro ad essa, tra le mattonelle, c'era un forziere rosso scarlatto, senza serratura, con i contorni dorati.

 

- I-il tesoro! C-CE L'ABBIAMO FATTA! HOURRA!

 

- Alleluja... - continuò il Grovyle, - finalmente potremmo dire che questo dungeon è servito a qualcosa...

 

- P-posso aprirlo io, s'il vous plaît?

 

- Certo, fai pure! Dopotutto, è una delle tue gioie, no?

 

- Il Leggendario tesoro Aurōrum... Chissà di cosa si tratta! Cosa sarà mai? Gioielli? Un'arma antica? Un idolo d'oro?Uuhuhuhuhuh!

 

La Schiumorana aprì il tanto agognato forziere. Una luce dorata si fece spazio tra gli occhi del team Skyriders, ed invase tutto il piano venti del Tempio del Fauno.

 

La luminosità derivata era talmente abbagliante che lasciò il Frogadier paralizzato dallo stupore.

 

- WAAAAAAAA!!

 

Tuttavia, il team rimase abbastanza deluso da ciò che trovò dentro. Era difficile essere contenti di aver aperto un forziere in un dungeon quando l'oggetto che vi trovi dentro è abbastanza comune, senza considerare le aspettative del team.

Il più shockato fu Shinso, che nonostante era un fan di questi oggetti, non poté non esserne deluso.

 

- N-NON PUO' ESSERE! C'EST INACCEPTABLE!

 

Dentro al forziere, c'erano dieci Galadoro, un oggetto di alto valore che si poteva vendere a 2000 Koda l'una, ma quasi comune nel reperirlo.

 

Rukio fece un sospiro profondo e si fermò a riflettere, mentre Kenji esordì con un commento del tutto privo di rabbia e nervosismo.

 

- Cioè, fatemi capire: abbiamo fatto tutta questa strada, giusto?

 

- O-oui...

 

- Abbiamo esplorato sto dungeon in putrefazione che tra un po' ci casca addosso, giusto?

 

- Oui...

 

- E QUESTO E' IL FOT******SIMO TESORO CHE CI RITROVIAMO? MA SCHERZIAMO?!

 

Nemmeno in quel momento il Riolu badò alle lamentele dei suoi compagni. 

 

- Beh... Se non vi interessa così tanto, non è un problema: LO PRENDEREMO NOI!

 

 

La delusione del team Skyriders era stata tale che, nel mentre, non si erano accorti che Weavile aveva recuperato le forze.

Il combattimento con Rukio, non essendoci praticamente stato, non l'aveva resa così debole da non recuperare la paralisi del Senkeiken, ed il tempo passato a risolvere l'enigma aveva permesso alla felina di riprendersi completamente, anche grazie alle bacche lasciate dal team Skyriders.

 

Dopo essersi ripresa, aveva liberato la bocca di Arbok dal blocco di ghiaccio, permettendogli di liberarsi usando le sue tossine per sciogliere il resto. Mentre i nostri compagni erano distratti, il pokèmon Cobra, completamente libero, aveva sputato dal suo stomaco un Arraffasfera, poichè era in grado di mantenere degli strumenti dentro di se senza pericolo di digestione.

 

- ARRAFFASFERA: ATTIVAZIONE! - gridò con ardore Weavile.

 

- EXCUSE MOI??

 

L'Arraffasfera prese le dieci galadoro, e anche gli strumenti rimanenti nella borsa di Shinso, impedendo così a loro di controbattere.

 

- EHI VOI, - esclamò Kenji, - NON ME NE FREGA NIENTE DI QUELLE SCIARPE, MA SONO NOSTRE!

 

- Le vuoi o non le vuoi? - commentò il piccolo licantropo.

 

- ŌRYUGŌ RUKIŌ! QUESTA E' LA TUA PUNIZIONE PER NON AVERMI PRESO SUL SERIO! AHAHAH!

 

- (Non si smentisce mai quella gatta...)

 

- VAI ARBOK!

 

Il pokémon Cobra vomitò un Evadisfera, e, nel mentre, ingoiò tutti gli strumenti rubati. Shinso provò a raggiungere il team AWD, ma erano troppo lontani per impedire l'attivazione dell'Evadisfera.

 

- EVADISFERA: ATTIVAZIONE! CI VEDIAMO, PERDENTI! AHAHAHAHAHA.

 

Il team rivale si diede alla fuga, con il tesoro tanto sudato del team Skyriders. Rimasero con un pugno di mosche in mano, senza alcuna consolazione. In quel momento così orribile, Kenji diede sfogo a tutta la sua rabbia.

 

- MERDEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE'!

 

La sua rabbia era talmente espressiva che intorno a lui sembravano divampare fiamme rossastre.

 

- PICCOLI VERMIIIIIIIIIIIIIIII! E' COLPA TUA CAPITANO, - si rivolse poi a Rukio, afferrandolo per il collo - DOVEVI COMBATTERE CONTRO WEAVILE E RIDURLA IN BRICIOLE! SE NON FOSSE PER IL TUO "GALATEO", A QUEST'ORA NON SAREMO QUI SENZA NIENTE TRA LE MANI!

 

Il capitano non stava badando all'accaduto e nemmeno alla sfuriata del Grovyle: nemmeno dopo essere stato afferrato aveva distolto lo sguardo dal forziere preso da Shinso.

 

- Porca miseria... Quei tre sono dei veri idioti...

 

- NO, SEI TU L'IDIOTA!

 

- Datti una calmata, per favore, - rispose finalmente il piccolo licantropo, voltando finalmente la faccia verso di lui - capisco la tua rabbia, ed è questo il motivo che mi sta trattenendo dal fracassarti di botte. Non metterti al livello di stupidità di quelli.

 

- INTANTO SI SONO FREGATI IL TESORO, QUEGLI IDIOTI!

 

- Quello non era il vero tesoro.

 

La frase pronunciata da Rukio fu talmente assurda da placare l'ira di Kenji e fargli mollare la presa.

 

- Eh?

 

Il Riolu atterrò in piedi, facendo come se nulla fosse.

 

- Non crederò mai che gli Aurōrum si siano disturbati tanto per nascondere delle Galadoro, - disse il pokémon Emanazione mentre stava esaminando l'incavo della colonna da cui avevano preso il forziere, - e, infatti, avevo ragione! Eheh...

 

Nell'incavo della colonna, a sostegno della tesi del Riolu, c'era un pannello nascosto, che nascondeva un secondo forziere di legno.

 

Il compagno verde rimase in silenzio con la faccia da ebete, in un misto tra imbarazzo per aver insultato a caso il capo e per essersi arrabbiato così tanto, mentre Shinso ritrovò negli occhi la luce.

 

- C-CHE STAI DICENDO CAPITANO? C-CI PRENDI IN GIRO?!?!? CHER DIEU! UN ALTRO FORZIERE! APRILO APRILO APRILO APRILO APRILOOOOO!

 

- E CALMATI!

 

- S-si capitano, - disse Shinso, annuendo come un cagnolino. Rukio aprì il forziere di legno senza romperlo. Dentro trovò un oggetto curioso: una strana bacca dallo stampo a stella come un cacciavite, con delle nervature sui suoi lati dalle sfumature dorate. Sembrava un oggetto prezioso, ma a primo impatto non fece così tanta scena.

 

- E... questa sarebbe? - Chiese Kenji incredulo.

 

- Sembrerebbe una bacca, almeno credo... Non ne ho mai viste di così nella mia carriera da esploratore, - commentò il Riolu.

 

- Mi rallegra il fatto che non abbiano preso il vero tesoro ma... è una bacca... Che seccatura...

 

- Excuse moi, - esordì il Frogadier, - Forse ho una mezza idea su cosa possa essere. Dovrei avercela sul mio abecedario nella tasca delle mappe. Vediamo... Eccolo!

 

Dalla borsa tirò fuori una specie di manuale contenente informazioni sulle bacche. Shinso era solito girare con varie enciclopedie tascabili per avere sempre una qualche informazione su cose insolite incontrate sul suo cammino.

 

- Vediamo.. cerchiamo una bacca dalla pelle verde con un taglio "a stella"... Baccapera no, baccamelon no... Baccaenigma non è nemmeno verde... Oh. Baccambola. Ma... Non ha venature gialle. Che sia una qualche mutazione?

 

- Forse è un antenato, cerca bene!

 

- Vediamo: "Aumenta una statistica a caso se il Kodamon che la tiene si trova in difficoltà. Ha un sapore equilibrato, ottimo per macedonie. E' una bacca che resiste a qualunque cambio di temperatura, e può sopravvivere millenni prima di appassire. Il suo antenato..."

 

Si fermò a quest'ultima riga: quello che lesse lo lasciò di stucco.

 

- JESUS CHRIST! NON CI CREDO! Q-Q-QUESTA... QUESTA E' LA LEGGENDARIA BACCAPENDRA!

 

Il Grovyle sobbalzò a sentire quel nome.

 

- COSA? M-MI PRENDI IN GIRO?! QUESTA E' LA BACCAPENDRA?!

 

Rukio, non essendo nato in quel mondo, non aveva idea dello stupore dei suoi compagni.

 

-Uhm...E' così rara da farvi stupire?

 

- CERTO! - esclamarono in coro.

 

- Ehi ehi ehi! D-datemi tregua! Spiegatemi un po': cosa c'è di così speciale in questa bacca?

 

-E-E' una bacca leggendaria, - iniziò a spiegare Shinso, - si dice che nell'antichità venisse usata per curare ogni malattia o ferita possibilie. Era un oggetto con un potere assurdo: chi possedeva un suo raccolto aveva un prestigio insormontabile nei confronti degli altri clan! Ma un giorno, quasi per volere divino, la leggenda narra che una tempesta distrusse tutti i raccolti esistenti, e quelle già raccolte furono consumate dalle famiglie che le avevano già. E quindi, queste bacche andarono perse per sempre. Ma... Chi l'avrebbe mai detto che un popolo noto per la sua cupidigia avrebbe nascosto come tesoro l'ultima Baccapendra rimanente? Avranno pensato ai posteri?

 

- No, - commentò duro Rukio, - per me volevano un qualcosa per avere egemonia sugli altri. Una bacca che cura tutti i malanni: mi sembra perfetta per in popolo come quello Aurōrum.

 

- Eheh.. sinceramente non mi interessa, - disse Kenji, - l'importante è che, questa volta, il tesoro su cui abbiamo messo le mani è fantastico. E del resto, quelle mezzecartucce se ne sono andati credendo di avere un tesoro tra le mani. Non potrei essere più contento! Vado di tre boccali stasera: mi voglio rovinare!

 

- Mon dieu... sei un ubriacone...

 

- Eh dai... se avessi in mente come me la faccia che farà Weavile quando lo scoprirà, festeggeresti anche tu.

 

- Sono curioso di sapere che faccia farà... - commentò il piccolo licantropo.

 

- Farà tipo così: " BRUTTI INSOLENTI! COME OSATE PRENDERVI GIOCO DI MEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!" - Urlò Shinso facendone una caricatura.

 

Gli altri due non poterono fare a meno di ridere a crepapelle: persino il serissimo Rukio si abbandonò ad una risata Stettero un paio di secondi in questo modo, dopodiché, decisero che era ora di andare.

 

- Ottimo lavoro, ragazzi: anche questa volta abbiamo concluso la missione nel migliore dei modi possibili. Sono convinto che molta gente sarà contenta della nostra impresa. Se ci mettiamo a coltivare questa bacca, l'intero GIK ne gioirà parecchio, così come il nostro team d'esploratori. Prima però, dobbiamo fare una cosa importante, - disse il capitano mettendo davanti a se la mano destra.

 

- Cracra! E' da tanto che non lo facciamo!

 

- Beh, la maggior parte delle volte sono da ricovero, quindi è normale...

 

- Eheheh... Non dico mai di no ai festeggiamenti. Quando vuoi, capitano.

 

Il trio misero le proprie mani l'una sopra le altre, in attesa di fare un enorme ola.

 

- TEAM SKYRIDERS! - Esclamò Rukio, - MISSIONE COMPIUTAAAAAAAA!

 

- YEAHHHHHHHHHHHHHHH!!
 

******************************************************************

Centosettantesimo anno del drago. Luogo: sconosciuto. Ora: sconosciuta. Un pokémon sinistro osservava a lume di candela delle mappe di Dungeon.

 

- Hai fatto come ti ho detto? - Disse rivolgendosi al compagno col mantello.

 

- Come hai richiesto tu. La banda Deathmetal ha abboccato, come da copione...

 

- Bene... daremo una scossetta al team Skyriders, questa volta. Sono sicuro che il maestro sarà molto contento del nostro operato. E' un peccato che non potrò vedere le loro facce...

 

- Bah... Avrei preferito esserci io là.

 

- Non è ancora il tuo momento, amico mio. Pazienta: presto ognuno potrà recitare la sua parte, e sono così volenterosi di entrare in scena che non abbiamo nemmeno il bisogno di pagarli. Ahhh... Adoro questo piano! Spero proprio di potermi divertire...

 

**** Note dell'Autore****

Il pendra di Baccapendra è ispirato a Pendragon, cognome del re Artù. 

 

 

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capitolo 15: la prima ombra (prima parte)

Spoiler

Uno. Due. Tre. Quattro.
Passi leggeri, leggero capriccio.
Uno. Due. Tre. Quattro.
Striscia nel vento, leggero capriccio.
Uno. Due. Tre. Quattro.
Ti afferra la mano, leggero capriccio.
Uno. Due. Tre. Quattro.
Ti graffia il braccio, leggero capriccio.
Uno. Due. Tre. Quattro.
Ti spezza il collo, leggero capriccio.
Uno. Due. Tre. Quattro.
Schiaccia le membra, leggero capriccio.
Uno. Due. Tre. Quattro.
Soffoca il cuore, leggero capriccio.

 

*************************************************

 

- BZZZTTT.... BZZZZZTTTT... BZZTT...

 

- CAPO! NON MOLLI ADESSO BTZZZZ! SIAMO QUASI A BRUSILIA!

 

- SCERIFFO! LA PREG- BZZZT! BTZZ-

 

Uno dei pokèmon del team cadde al suolo, svenuto per colpa delle ferite.

 

- N° 10!

 

- LASCIA PERDERE, N° 0.2! ATTACCALO ANCHE LUI A TE CON MAGNETISMO BTZZZ. DOLORE BTZZZ

 

- C'E' LA FAI ANCORA FRATELLO?

 

- DE DE DEVO FARCELA... DO DOBBIAMO FARCELA... NON SOLO PER IL NOSTRO SCERIFFO... BTZZZ... ANCHE PER TUTTI GLI ALTRI BTZZZ

 

Il fratello minore lo guardò con sguardo serio e preoccupato: tra i due, molto probabilmente, era lui quello ridotto peggio. Eppure era anche colui che lo incitava ad andare avanti, ben consapevole del peso che si portava addosso.

 

- D'ACCORDO FRATELLO BTTZZZZ

 

****************************************************

 

- Dududuuuu, dududuuuuu, dud- OUCH!

 

- EHI! FACCIA ATTENZIONE QUANDO PASSA! NON VEDE CHE SONO DI FRETTA?

 

J'ai mal (*)... Sono spiasciente! Non avevo visto che stava passando di qua!

 

- Beh, faccia più attenzione la prossima volta.

 

- Dududuuuuu, dudududuuu... OUCH! Mon dieu! Da quando sciè questo negozio qui?

 

- Da sempre... Ha mai pensato di comprarsi un paio di occhiali?

 

- JAMAIS (*)! - Esclamò il pokèmon misterioso, diventando improvvisamente serio, - E' contvo il mio cvedo di esplovatove! "Non sciè gioia nel sapeve la meta da vaggiungeve!"

- Per me è solo una scusa per non comprare gli occhiali... Ma non discuterò il tuo credo da esploratore! Fin tanto che non danneggi la mia merce puoi fare quello che vuoi! A proposito: desideri una Inibisfera? Funziona come una mossa inibitore, e non hai neanche bisogno di subire la mossa del tuo avversario, perché ne blocca una a caso! Anche se è ancora un prototipo ha ottime garanzie di funzionare! Visto che è sei tu, te la vendo a 5000 Koda. Che ne pensa?

 

- Oui oui... potvebbe esseve un buon stvumento! Penso pvopvio ch-

 

- CAPOOOOO?!?!? CAPOOOO?!?!

 

All'improvviso, una voce squillante uscì dalla borsa del viandante.

 

- MON DIEU! DEDENNE!

 

In fretta e furia, egli estrasse dalla sua borsa il Gadget GIK, che usavano gli esploratori di Brusilia per le comunicazioni tra membri locali e non. 

 

- MI DISPIACE DISTURBARLA! BZZZT! ABBIAMO BISOGNO CHE TORNI IN SEDE! IL TEAM AWD HA DA FARE RAPPORTO SUL DUNGEON "IL TEMPIO DEL FAUNO": PARE ABBIANO TROVATO IL TESORO AURORUM!

 

Il pokèmon con l'apparecchio rimase alquanto sorpreso dalla notizia.

 

- C'est Magnifique! Non avvei mai pensato di sentive tale notizia da lovo! Bon Bon! Avvivo subito! Uhm...

 

Il pokèmon pensò un attimo tra se e se prima di chiudere il collegamento, e prese la decisione più intelligente che avrebbe potuto fare.

 

- Ehm... N-non è che mi vevvesti a pvendeve? Sai come sono con le divezioni...

 

- Santo cielo... 

 

**************************************************

 

Centosettantesimo anno del drago, ore 14.30. Luogo: Brusilia, capitale della terra dell'acqua. 

Questa città non era conosciuta solo per la sua bellezza, ma anche per ospitare la sede del Gruppo Investigativo Kodamon, la gilda presenziata da niente di meno che l'esploratore più eccentrico di tutto il globo: il "Viadante Sciccoso", Suikōryo Ampharos. 

Se lo si vedeva per la prima volta, probabilmente si sarebbe messo in dubbio il suo celeberrimo prestigio: aveva la brutta abitudine di girovagare completamente a caso per qualsivoglia luogo, complici la sua vista debole e il suo pessimo senso dell'orientamento. 

 

Tuttavia, era stato proprio questo pessimo senso dell'orientamento a permettergli di esplorare e scoprire luoghi sconosciuti, che nemmeno i più famigerati esploratori, come Lopunny e Wigglytuff, erano mai riusciti a trovare. Nonostante questa sua trasparenza, il pokèmon era dotato di una grande forza combattiva, ed era in grado di percepire la presenza di un nemico senza usare la vista, il ché lo rendeva veramente un avversario difficile da affrontare. 

 

Il suo dovere nella Gilda da lui istituita era quello di amministrare l'intero edifico, dalle questioni più delicate e burocratiche, come l'archiviazione delle esplorazioni e la comunicazione con le altre gilde, tramite l'aiuto di Espurr e Dedenne, ai controlli dei vari campi di coltivazione e dei materiali utili per l'esplorazione, come mappe e altri materiali d'informazione.  Quel giorno era lì, seduto nel suo ufficio al secondo piano della sede, ad ascoltare il rapporto del team di recente acquisto.

 

- E poi, dopo aver sconfitto quel golem, abbiamo risolto l'enigma del Tempio del Fauno e abbiamo trovato il tesoro, - disse Weavile mostrando con orgoglio, per non dire coraggio, il "proprio" bottino.

- Exquisite! Si divebbe pvopvio che la vostva fama sia ben mevitata, mademoiselle Weavile! Sono davvevo contento di essevmi fidato di voi! Ottimo lavovo, team AWD!

 

I tre sorrisero alle lodi del capo gilda.

 

- Eheh... Devo ammettere che è stata dura però, - fece Weavile per dare più peso al "suo" merito, - anche se il ghiaccio è avvantaggiato contro il tipo terra, un Golurk è di certo un avversario temibile per i miei compagni. Fortunatamente abbiamo affrontato prove più difficili e siamo usciti dal combattimento senza troppi intoppi.

 

- Vedo vedo... Mi sovpvende che le lei viesca a vimaneve in piedi con quella fevita sul petto, monsieur Dvapion!

 

Quest'ultimo sobbalzò un po', visto che sapeva bene che non era colpa del golem se aveva un enorme taglio verticale sul torace.

 

- R-RHAHAH! Q-questa ferita non è niente di che, mi c-creda! Dovrebbe vedere le sue che gli ho lasciato! Nessuno mette i piedi in testa a Tetsukatsu Drapion!

 

- Bon Bon! Tuttavia è alquanto deludente venive a sapeve che il tesovo Auvōvum altvo non eva che diesci Galadovo. Sci si aspettava qualcosa di più, no?

 

- Cosa sta dicendo? - disse la permalosa felina, - ha idea di quanto abbiamo sudato per questo tesoro?

 

- Ne sono convinto. Difatti, non mi sembva di avevvi detto qualcosa su questo. Mi dispiascie più pev voi, appunto!

 

- Non ssssi preoccupi, missssster Ampharos, - esordì Arbok, - per noi è un onore aver portato quesssssto compito a termine per il grande GIK. Non c'è ricompenssssa più grande, mi creda!

 

Dopo aver detto quella frase, fece un occhiolino a Weavile, in segno di approvazione. Di tutta risposta, ella gli sorrise con fare malizioso. 

 

- Certamient! Come è vevo che voi povtate sempve in modo pulito le vostve esplovazioni... Oh! Dimenticavo! - Disse il Suikōryo ricordandosi di una cosa, - A pvoposito d'esplovazione: mi sono vicovdato che fovse il team Skyvaidevs voleva pvendeve pavte alla missione del Tempio del Fauno!

 

A sentire quel nome, il team AWD sobbalzò, non abbastanza per essere notati dal viandante sciccoso.

 

- Gli devo avvisave che la missione è già stata povtata a tevmine! Non è nel mio stile fav pevdeve tempo ai messieurs!

 

- N-NON C'E' NE BISOGNO! - Esclamò Weavile nervosa.

 

- Excuse moi?
 

- E-ehm, - disse la felina tossendo, per tranquillizzarsi, - ci occuperemo noi di dirglielo. Abbiamo una voglia matta di sbattergli in faccia il nostro successo! Vero ragazzi?!

 

- C-certamente, signora! - Commentò Drapion.

 

- Ci occuperemo noi di dirglielo... Non deve preoccuparsssssi, signore, - disse Arbok.

 

- Ha ragione, capo: non ha nulla di cui preoccuparsi!

 

 

Dal fondo dello studio, una voce familiare fece il suo ingresso. Al suono di quella voce, Weavile sentì un brivido corrergli lungo la schiena. Quando si girò, si ritrovò faccia a faccia con il team Skyriders al completo, appena tornati dal dungeon. 

L'espressione dipinta sul volto di Rukio era la classica "ti ho fregato", mentre quelle di Kenji e Shinso erano estremamente indispettite.

 

- Parbleu! Avete una bella faccia tosta a venire qui e fare rapporto al monsieur Ampharos!

 

- Mi state prendendo in giro? Non vi facevo dei vermiciattoli...

 

- COSA HAI DETTO, INFIMO RETTILE?!

 

- EHM EHM! - tossì il pokémon Luce per ristabilire l'ordine, - Vukio cavo: Dovvesti sapeve che bisogna fave vappovto un team alla volta. A cosa devo questa mancanza del vegolamento? Avete fatto una scopevta impovtante? E Mon dieu come sei conciato! Un altvo combattimento fevoce?

 

- Oh? Weavile non gliel'ha detto? - disse Rukio facendo il finto tonto, - ci siamo battuti nel Tempio del Fauno per il tesoro.

 

- Oh! C'est manifique! Vi siete battuti contvo il team AWD pev il tesovo! Che coincidenza: anche Weavile e i suoi amici hanno affvontato il Tempio del Fauno, - concluse Ampharos con una faccia beota. 

 

Gli ci volle un po' per capire la situazione in cui si trovava, e le facce imbarazzate del gruppo non aumentarono il tempo di risposta neanche di un secondo.

 

-... Un momento.

 

Il Suikōryo fece una faccia pensierosa per qualche secondo, prima di rendersi finalmente conto del problema.

 

- AH.

 

Si rivolse poi al team AWD.

 

- Mon Dieu... Ova esigevei una spiegasione al viguavdo...

 

- Pfiu! Non c'è niente da spiegare, - esordì la Lamartigli con fare offeso, - non volevo dirglielo perché so quanto ci tenete a loro, ma il team Skyriders ha perso contro di noi, e gli abbiamo soffiato il tesoro!

 

- Non è andata esattamente così, capo, - controbatté Rukio, - Abbiamo vinto noi la sfida, sebbene non li avessimo completamente sconfitti. Poi abbiamo risolto l'enigma su cui loro si stavano scervellando e, approfittando della nostra distrazione, ci hanno preso le dieci Galadoro. Tutto qui.

 

- Cosa vuol dive "sebbene non gli avessimo completamente sconfitti" ?

 

- Non ho voluto mettere K.O. Weavile per fargli del male, ma l'ho semplicemente resa temporaneamente impossibilitata dal combattere con una mia mossa speciale.

 

- NON E' VERO! Hai rifiutato lo scontro, ci ha lasciato vincere e ci siamo presi il tesoro!

 

- Potresti piantarla di dire bugie? E' una cosa che non sopporto, specie quando si tratta di colleghi...

 

- Colleghi? Pfiu! Non sarai mai alla mia altezza, piccola palla di pelo!

 

- Parbleu! Lei è proprio maleducata ed arrogante! - Commentò Shinso,- allora mi spieghi le ferite di Drapion! Un Golurk, sebbene dominante, non è in grado di usare mosse da taglio come il mio compagno Kenji!

 

- Ben detto, froggy.

 

- RHAHAHAH! N-non so di cosa parli...

 

- Sei un pessimo bugiardo, dannato ragno, - commentò Kenji.

 

- Ah sì? - ricominciò Weavile, - E allora provatemi il contrario! Noi abbiamo il tesoro, e voi no. Potete dire quello che volete, ma sulla carta la ragione è nostra!

 

Il Grovyle, dopo quella frase, si abbandonò ad una risata isterica.

 

- Ahahahahahahahahahahahahahahahahah!

 

- Che hai da ridere, stuzzicadenti?

 

- Ah, ah... Il capitano non aspettava altro c-che questa frase. Vero? - Disse asciugandosi le lacrime.

 

Il piccolo licantropo fece un sorrisetto leggero, quasi impercettibile.

 

- Già... Abbiamo trovato, dopo che ve ne siete andati, un forziere di legno nascosto sotto il forziere dorato. Le Galadoro erano solo un esca: un falso tesoro per nascondere quello vero. Se avessi aspettato prima di soffiarcele, lo avresti scoperto.

 

A Weavile non piacque quel tono velatamente rimproverante, ed il fatto che c'era una possibilità che quello detto da lui fosse vero, non fece altro che aggravare la sua rabbia.

 

- GRRRRRR! SE VUOI FARMI INNERVOSIRE CI STAI RIUSCENDO!

 

- S-si calmi, s-signora Weavile!

 

- Drapion ha ragione... Quando fa cossssì sssssembra una felina in cal-

 

Non finì in tempo la frase che il pokèmon Lamartigli gli tirò un pugno sul muso.

 

- SHARGH!

 

- (A-accidenti! Sembro così quando sgrido Kenji e Shinso?) - Pensò Rukio.

 

- ORA MOSTRAMI QUESTO FANTOMATICO TESORO!

 

- V-va bene! Shinso: mostragliela.

 

Il Frogadier, sotto ordine del capo, mise le mani nella borsa GIK per mostrare il tesoro. 

 

- Messieurs, - disse con tono solenne, - il vero tesoro del tempio del Fauno... E' QUESTO!

 

Tirò fuori dalla borsa una bacca con taglio a stella dalle nervature dorate, che nessuno aveva mai visto prima. Questo era lo scenario, agli occhi dei presenti in ufficio. Sguardi interrogatori caddero sul fantomatico oggetto.

 

- Una... Bacca? Questo è ancova piú stvano, - commentò il Suikōryo, mentre Weavile, dall'alto della sua arroganza, non poté fare a meno di ridere a crepapelle.

 

- AHAHAHAHAHAHAHAHAAAH! UNA BACCA?!?! UNA STUPIDA BACCA?!?!?! AHAHAHAHAH! MI PRENDI IN GIRO, RUKIO?!?!?! AHAHAHAHAHHA!

 

- (Ci avrei scommesso che avrebbe reagito cosí...) - Pensò Rukio tra sé e sé.

 

- Parbleu! Che ci trovi di così divertente?!?!

 

- M-me lo chiedi anche?!?! Ahahahaha! Una bacca ! Davvero volete spacciare quella per il tesoro Aurōrum? Potevate inventarvi qualcosa di meglio, no? 

 

Dalla porta dell'ufficio, che era rimasta aperta, c'era un pokèmon che stava passando di lì per caso, e, sentendo tutto quel baccano, si incuriosì, decidendo dunque di origliare la discussione.

 

- Pfiù! È evidente che lei non ha mai sentito parlare di questa bacca! Ma è piú che comprensibile, visto che si tratta di una bacca leggendaria. 

 

- Ahahahah! Certo che te ne inventi di balle. 

 

- Mon Dieu! Mi lasci finire! Questa bacca ha un nome che dovrebbe suonarle qualche campana nella testa. Curiosa di sapere di cosa si tratta?

 

- Tsk! Spara.

 

- Ebbene, Messieurs, quella che vedete nel palmo della mia mano, davanti ai vostri occhi, non è altro che la leggendaria, miracolosa e inconfond-

 

- BACCAPENDRA!!!

 

Dall'entrata dell' ufficio si levò un urlo devastante, che fece saltare sul posto Shinso dalla paura.

 

- CRAAAA!

 

Il pokèmon all'entrata non diede nemmeno il tempo al resto dei presenti di riprendersi da ciò che era già piombata nello studio, avvicinandosi a Shinso come una gazza ladra che aveva trovato un oggetto di valore.

 

- MON DIEU, CHANSEY! MI HAI FATTO VENIRE UN COLPO!

 

- D-DOVE L'AVETE TROVATA!??!?!! - Chiese ansimante l'infermiera del GIK.

 

- L-l'abbiamo trovata nel Tempio del Fauno, - rispose Rukio, mentre lei non staccava gli occhi di dosso dalla bacca, - Shinso ci ha detto che è una bacca dai potenti effetti curativi. E, d-da come ti comporti, s-sembra sia ver-

 

- CERTO CHE E' VERO! - Lo interruppe Chansey.

 

- Wow wow! C-calmati un attimo...

 

- COME FACCIO A CALMARMI?!?!? Q-questa bacca è una leggenda tra le leggende, classificata tra le K.K.

 

- K.K?

 

- A.k.a. Kiseki no Ki no mi (*): la categoria di bacche dagli effetti che vanno fuori dal normale! La sua biologia è un mistero: si dice che nessuno sia stato in grado di capire da quali sostanze sia composto, né del perché siano così potenti. Una cosa, però, è data per certa: chiunque ingerisca questa bacca, se ha dei virus nel corpo verranno eliminati; se ha delle ossa rotte, ricresceranno mantenendo la configurazione iniziale; se ha una ferita da tagli che richiederebbe settimane per essere rimarginata, essa verrà ricucita in un batter d'occhio! E' IL SOGNO DI OGNI DOTTORE AVERE UNA MEDICINA DEL GENERE!

 

Rukio rimase sorpreso da tali considerazioni.

 

- (S-sul serio?! Quella bacca è davvero in grado di fare quelle cose?! N-non credevo seriamente a quello che diceva Shinso letto da manuale, ma se lo dice un esperta come Chansey...)

 

- TI PREGO RUKIO! POSSO AVERLA IO!?!?!? PER FAVOOOOOOOORE!!

 

Il Riolu rimase doppiamente sorpreso: da quando Chansey era arrivata qua, aveva sempre fatto vedere un lato serio e professionale. Non l'aveva mai vista così entusiasta per una bacca.

 

- B-beh... A dire il vero già pensavamo di lasciartela! Per il tuo grande lavoro qua (soprattutto per le mie cure) mi sembrava il regalo ideale. Però, visto che è praticamente estinta, pensavamo prima di farne una coltivazione, e poi sfruttarla per qualche medicina. Che ne pensi?

 

- H-hai ragione, - disse la dottoressa cercando di calmarsi, - m-ma chi se ne occuperà?

 

- Me ne dovrei occupare io, probabilmente, - intervenì il Legnogeco, - anche se avrei preferito continuare a coltivare la mia Baccakebia. E' una seccatura, ma credo che questa abbia la priorit-

 

- WUAAAAAAA! GRAZIE KENJIIIIIIIIII!

 

Chansey saltò addosso al Grovyle abbracciandolo e strofinando le sue guance sul suo petto.

 

- GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIE GRAZIEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!!!!!!!

 

Il Grovyle stava soffocando tra gli abbracci della dottoressa.

 

- C-C-COUFF!! S-SOFFOCO! ARBITRO! T-TIMEOUT!

 

- J-Jesus Christ...

 

Di fronte a quella scena, il piccolo licantropo non poté fare a meno di ridere imbarazzato.

 

- Eehehehehehehehehe...

 

Kenji fece un ultimo sforzo per fermare Chansey: - S-S-STO S-S-S-OFFOC-C-C-ANDO! TI PREGO PIANTALA!

 

- Ok!

 

Chansey mollò la presa di botto, facendo cadere all'indietro lo spadaccino. Il Grovyle fece dei lunghi respiri profondi in preda al panico, per recuperare l'ossigeno perduto.

 

- Anf...Anf...

 

- Allora io torno di là e parlerò con il resto della mia equipe! Saranno entusiasti anche loro! Non vedo l'ora non vedo l'ora non vedo l'ora! YUPPIIIIIIIIIIIIIIIIII!!

 

In un enorme grido di gioia, Chansey lasciò l'ufficio saltellando come un'allegra Cappuccetto Rosso in mezzo alla foresta, lasciando i presenti con un volto sconvolto e imbarazzato.

 

- M-ma... Cosa diavolo ho appena visto? - Domandò Weavile incredula.

 

- N-non me lo chiedere... - Rispose Rukio.

 

- E-EHM EHM!

 

Il capo Gilda tossì per attirare l'attenzione a sé.

 

- O-oh. C-ci scusi, signor Ampharos! E' accaduto tutto così in fretta che non abbiamo saputo c-controllarci...

 

- Non è un pvoblema, Monsieur Vukio. Almeno adesso ho il quadvo completo. Team AWD, - disse con tono rimproverativo. Il team della felina si voltò verso il loro capo con la faccia rivolta verso il basso, consapevole dei propri errori.

 

- E' stata una delusione: pensave che davvevo vi abbia veputati pev delle pevsone migliovi...

 

Dentro di sé, la Lamartigli rose dalla rabbia.

 

- Mentve a voi, Team Skyvaidevs, vinnovo i miei complimenti! Come al solito, avete fatto un ottimo lavovo! Tres bien!

 

- B-beh... E' stato un lavoro abbastanza semplice per noi! Non abbiamo fatto granché, alla fine, - disse Rukio, - se posso permettermi di fare una precisazione, però, gradirei che mi ascoltasse.

 

- Dimmi tutto.

 

- E' stato anche grazie al team AWD se siamo riusciti ad arrivare alla fine del dungeon: durante il cammino, non abbiamo trovato intoppi, e il pokèmon Dominante era già stato sconfitto. Quindi...

 

Il pokémon Luce si mise a ridere sotto i baffi, capendo subito le intenzioni del piccolo licantropo. 

 

- Uhuhuh! Ho capito, mio pvezioso esplovatove. Vuoi divideve la vicompensa con il team AWD, giusto?

 

- Esattamente. E' bello vedere che ci capiamo al volo! Ahahah!

 

Il pokémon Emanazione era fatto così: se era in debito con qualcuno, anche se quel qualcuno non credeva di aver fatto nulla di speciale, era sempre pronto a rendere il favore. Nonostante fosse stato involontario, l'aiuto del team rivale aveva agevolato molto da buona riuscita della missione, facendoli arrivare a destinazione con il minimo sforzo possibile. 

Tuttavia, questa eccessiva bontà da parte del capitano del team Skyriders non andò a genio alla felina, che lo prese più come una sorta di pietà piuttosto che un ringraziamento. La felina si arrabbiò: prese il sacco dove il team teneva le Galadoro e lo lanciò in faccia al Riolu.

 

- NON HO BISOGNO DELLA TUA ELEMOSINA! RIPRENDITI ANCHE QUESTI STRACCI DORATI! NON ACCETTO CHE VENGA PRESA IN GIRO COSI'! LA PROSSIMA VOLT-

 

Di tutta risposta, senza lasciarle il tempo di reagire, Rukio rilanciò in faccia alla pokèmon Lamartigli la sacca contenente il falso tesoro.

 

- M-MA COME T-

 

- Ti sentiresti offesa a ricevere queste? - Chiese con tono serio.

 

- Uh?

 

- Allora tienile: me le porterai quando sarai in grado di costringermi a combattere. Non accetto scuse da perdenti.

 

- PERDENTE A CHI?! QUANDO CI RINCONTREREMO TI FARO' PENTIRE DI ESSERE NATO! QUESTA E' UNA PROMESSA, ŌRYUGŌ RUKIO: LA PROSSIMA VOLTA, IO TI DISTRUGGERO!

 

- Bene, - disse il Riolu sorridendo con sguardo felice, - impegnati al massimo, Weavile!

 

La felina guardò con sguardo interrogatorio il piccolo licantropo: non riusciva a capire, a causa della sua presunzione, se la frase di prima era volta ad insultarla o a semplicemente provocarla come incoraggiamento. Capendo, alla fine, la reale motivazione dietro alle sue parole, decise di andarsene senza dare troppa voce alla sua rabbia.

 

- Uhmf! Sei sempre con la frase pronta tu, - disse Weavile distogliendo lo sguardo e con un leggero rossore sulle guance, - se ci tieni così tanto a lasciarmi queste Galadoro va bene, ma la ricompensa te la tieni per te. Non voglio essere offesa più del dovuto. Andiamo ragazzi, - esortò poi al suo team, - qui non abbiamo più niente da fare.

 

I due si stupirono dell'improvviso cambio di umore del loro capitano, ma non obiettarono sul fatto di andarsene e rimasero in silenzio fino a che non uscirono dall'ufficio. Tuttavia, una volti giunti al primo piano, Drapion non riuscì a placare la sua curiosità.

 

- C-che succede, signora? Non le ho mai visto rinunciare una lite cos-

 

La Lamartigli, di tutta risposta, si girò con sguardo assassino verso il compagno, provocandogli una sensazione di terrore.

 

- U-URGH.

 

Però, non ci fu nessuna sfuriata da parte della felina, che distolse lo sguardo dal curioso amico con una faccia seria.

 

- Quel Rukio... Non ho mai incontrato uno come lui. E' normale tra gli esploratori essere dei babbei senza cervello, ma di buon cuore. Lui... Non è semplicemente buono: sa esattamente cosa vuole e cosa vogliono gli altri da lui, rispondendo sempre alle aspettative di chi gli sta vicino. Sa essere buono quanto un po' più cattivo, ma usa entrambi solo al fine del giusto. Agisce solo per il bene degli altri... Troppo, direi. Non riesco mai a capire se lo faccia per far piacere agli altri o solo perché è naturalmente portato a farlo... Mi da... sui nervi...

 

Le ultime parole furono pronunciate con una voce soffusa, quasi se gli provocasse imbarazzo parlare di lui.

 

- Rhahahah!

 

- C-che hai da ridere, Drapion?!

 

- E' un gran personaggio, se riesce perfino a far sputare parole dolci a una come lei!

 

- C-CHE HANNO DI DOLCE LE MIE PAROLE?! - Rispose la felina con faccia imbarazzata.

 

- Scherzavo signora! Credo che se dovessimo riassumerlo in poche parole, direi che è così maledettamente buono verso gli altri che non si riesce ad avercela con lui! In certi momenti non c'è neanche gusto...

 

- Drapion ha ragione, capitano, - disse Arbok, - è più divertente provocare il Ffffrogadier! Dovrebbe provare ish ish!

 

- Già... forse.

 

- Io non vedo l'ora di sfidare di nuovo il Grovyle! Questa cicatrice che mi ha lasciato mi spronerà a diventare più forte! RHAHAHAH! ANDIAMO SIGNORA WEAVILE! TROVIAMO UNA MISSIONE DOVE POSSIAMO PESTARE DEI TIZI, COSI' TORNEREMO SUBITO ALL'ATTACCO!

 

- Stai urlando un po' troppo. Vedi di stare zitto se non vuoi che ti tagli la lingua.

 

Drapion tornò con i piedi per terra.

 

- U-Urgh! S-si signora...

 

- Tuttavia non hai tutti i torti. Penso proprio di sapere quale sarà la nostra prossima missione. Eheheh...

 

Sulla faccia di Weavile apparve un ghigno quasi malefico.

 

- Ōryugō Rukio... Un giorno faremo i conti. Puoi starne certo!

 

************************************

 

Intanto, mentre il team AWD si stava portando all'uscita della sede, nell'ufficio di Ampharos tornò un clima sereno e rilassato, degno del capo Gilda del GIK. Liberato dalla pesantezza lasciata dagli ex banditi, si rivolse al team Skyriders con l'intento di alleggerire ancora di più la situazione.

 

- Bon bon! Sembva che tui e Weavile andiate d'amove d'accovdo ova! - commentò il pokèmon Luce.

 

- C-così sembra...

 

- Da quando si è tvasfevita qui non ha fatto altvo che cveave pvoblemi... Non l'ho vispedita indievto solo pevchè vispetto molto Wigglytuff, e se da una vaccomandazione non sbaglia mai.

 

- Mi piacerebbe conoscere questo Wigglytuff, - disse Kenji sottovoce a Shinso, - vorrei chiedergli dove prende l'erba.

 

- Mon dieu... Non ci tengo a sapere che erba intendessi, - rispose con lo stesso tono.

 

Intanto che i due bisbigliavano, il Suikōryo prese una Tecabrillo sotto la scrivania.

 

- E' un peccato che non abbiano voluto la metà della vicompensa! Si savebbevo potuti divevtive con scinque lingotti d'ovo. Invece ecco tutto a voi: diesci lingotti d'ovo e un viconoscimento fivmato niente di meno che dal Padve Fondatove.

 

Shinso rimase particolarmente entusiasta di quella notizia. Nonostante fosse un amante delle cose preziose, l'attestato firmato da colui che ha fondato il sistema della gilda non poteva essere gioia più grande.

 

- I-IL PADRE FONDATORE?!?!? FANTASTIQUE! E' UN ONORE IMMENSO PER NOI!

 

- A-accidenti, signor Ampharos! - esclamò Rukio, - non immaginavo che il Tempio del Fauno fosse un dungeon degno di tale riconoscimento! E' la prima volta che ne ricevo uno...

 

- Parbleu! Davvero capitano?! Non ne ha ricevuto uno nemmeno per l'episodio della Materia Oscura?!

 

- Ehm... No. Devi sapere che, per un riconoscimento simile, bisogna fare una copia da distribuire in ogni gilda, con il mio nome ed una mia foto, come una sorta di monumento. Grandi esploratori come Alakazam del team A.C.T, Wigglytuff della gilda di Borgo Tesoro e Lopunny del team Malia hanno ricevuto tale onore. Anch'io avrei dovuto riceverne uno, ma ho rifiutato. Se avessero messo un manifesto dappertutto con la mia faccia, non avrei avuto più una vita tranquilla...

 

- Ma avresti avuto più sfidanti per i combattimenti, - commentò Kenji, - che noia capitano...

 

- (Chissà perchè mi aspettavo questo commento), - pensò il Riolu, rivolgendo al suo compagno uno sguardo avvilito.

 

- La mia mademoiselle Lopunny... Quanto vorrei essere il suo monumento...

 

- (E lui gli fa compagnia a regola d'arte...)

 

- Bon Bon! Mi fa piascieve che tu la pvenda così bene! Spevo tu ti impegnevai sempve così! Anche se, conoscendoti, è inutile che ti dica una fvase del geneve, eheh!

 

Infatti, sapeva bene quanto Rukio si impegnasse in ogni minima mansione che svolgeva: in tutta la sua carriera d'esploratore gli insuccessi si contavano sulle dita di una mano, ed erano stati fatti maggiormente all'inizio, quando ancora era inesperto per essere considerato un esploratore. 

 

Erano passati tre anni da quando aveva conosciuto per la prima volta quei due marmocchi affamati di avventure: lui sempre garbato e affidabile, sempre pronto ad aiutare il prossimo, mentre lei vivace e pasticciona, ma che riusciva a catturare il cuore di chiunque le parlasse o le stesse vicino. 

 

Già... Erano davvero bei tempi. 

 

Era un vero peccato che il GIK si sia dovuto separare da Amelia, l'ex-compagna di Rukio. Vederli insieme era qualcosa di speciale: ogni momento per la piccola Fennekin era buono per trascinare il lupacchiotto in qualsivoglia attività, come un vento tempestoso che si portava via le foglie secche al suo passaggio. 

In testa sua il leader della squadra investigativa non faceva altro che rievocare quei bei momenti, per impedire alla sua mente di recuperare quel disastroso giorno alla Grotta della Purezza.

 

- Cette nostalgie...

 

- V-va tutto bene capitano? - Chiese Rukio intuendo un cambiamento d'animo in Ampharos. Ma egli, con la sua nonchalance da Viandante Sciccoso, rispose sorridendo come se non avesse pensato a niente di strano.

 

- Niente, mon ami, stavo solo pensando al vesto dei miei impegni! Se non avete altvo da chiedevmi potete andave! Avete intenzione di fave altve missioni oggi? Così già che sci sono evitiamo spiascievoli inconveniente come oggi.

 

- No capitano, - rispose Rukio, - probabilmente ci alleneremo nell'arena sotterranea.

 

- EVVAI! - Esclamò contento Kenji.

 

- Tu devi calmare un po' il testosterone, mon ami, - disse Shinso allo spadaccino, - la tua voglia di combattere fa paura agli altri Kodamon: non so se l'hai notato, ma ti stanno tutti alla larga!

 

- Tsk! Sono solo dei codardi.

 

- C-certainement! Non avevo dubbi, guarda!

 

- Tres bien! Allova vi auguvo un buon allenamento! Se avete bisogno di me vivolscietevi a Dedenne: io vado a fave quattvo passi!

 

- E-ehm, non è meglio se si fa accompagnare da qualcuno? Conosco fin troppo bene i suoi "quattro passi", - disse il Riolu.

 

- Se mi conosci fin tvoppo bene, dovvesti immaginavti anche la mia visposta! - Rispose con un sorriso il Suikōryo.

 

- Ovviamente... N-non dovevo neanche chiederlo...

 

- Allora? Andiamo? - Intimò il Legnogeco, che era già vicino alla porta dell'ufficio, pronto ad uscire per l'allenamento. 

 

- Mon dieu, Kenji. Un po' di contegno! - Rispose la Schiumorana al suo fianco. 

 

- Stai zitto. Ho sentito troppo la tua voce per oggi.

 

- EXCUSE MOI?! COME TI PERM-

 

- CAPITANO! EMERGENZA! PRESTO!

 

Senza preavviso, la porta si aprì verso l'interno dell'ufficio, sbattendosi sul corpo del povero Frogadier. Il ninja cadde all'indietro, coprendosi il muso per il dolore, mentre lo spadaccino si spostò a lato sorpreso da tale scena.

 

- Dedenne! Ti sembva il modo di entvave in ufficio? Guavda come hai vidotto il povevo Shinso!

 

- Oh?

 

Si accorse che disteso sul pavimento c'era il povero pokèmon Schiumorana che si teneva il viso.

 

- U-ugh...

 

- M-mi dispiace...

 

- N-non s-si p-preoccupi...

 

- Dedenne, - chiese il Riolu con faccia sorpresa, - cosa ti porta qui?

 

- RUKIO! CI SEI ANCHE TU, GRAZIE AL CIELO! E' SUCCESSO QUALCOSA DI ORRIBILE! HO BISOGNO DI AIUTO!

 

- (non ho mai visto Dedenne così preoccupata) Va bene. Facci strada.

 

- Jesus Christ! E io che volevo favmi un givo! - Commentò il capo Gilda. 

 

- P-potreste A-aspettare un momento, s'il vous plaît? - Disse invece Shinso, che era ancora rimasto a terra, mentre si stava toccando la faccia pensando a quante ore avrebbe dovuto sprecare di nuovo per idratarsela come si deve.

 

- Muoviti, Froggy viscido, - disse il Grovyle afferrandolo per la caviglia. 

 

Il clima in quell'ufficio tornò silenzioso, lasciando che la tempesta si scatenasse in un luogo lontano per il momento. Sicuramente, sarebbe tornata più avanti, portando con sé sventure e difficoltà ai nostri amici...


******************NOTE DELL'AUTORE***************   

- Explaining:

1) Arenilia è la capitale della Terra della Sabbia.

- Legenda:
J'am mal: che male.
JAMAIS: giammai.
Suikōryo (粋行旅) : Viaggiatore stiloso.
Kiseki no Ki no mi (奇跡 の 木の実) : Bacca dei Miracoli, Miracles's berry.

-F.A.Q.

-Curiosità

Il team Skyriders non usava l'Intersfera perchè Rukio lo riteneva un oggetto molto importante, che poteva esserne grave la sua perdita. Per questo usa mappe disegnate su pergamena vecchio stile, mentre per le comunicazioni si è fatto modificare la spilla; Weavile andava in giro con la borsa solo in città.

 

 

 

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capitolo 16: la prima ombra (seconda parte)

Spoiler

- Ahahahah! Prova a prendermi!

 

- Eheh! Non riuscirai a sfuggirmi!

 

- Sei troppo lent-OH!

 

Una piccola Eevee, assieme ad una sua amica Shinx, stavano correndo nella gigantesca piazza di Brusilia, situata esattamente alle porte della sede esplorativa.

 

La città era costruita su una montagna a scalini attaccata al mare da un lato, sui quali erano posizionati abitazioni di ogni tipo. Non era raro trovare qualche marmocchio in giro per la città giocare nell'unico spazio aperto del luogo, dove si riunivano anche i mercanti per trovare nuova clientela e nuova merce da rivendere.

 

L'Eevee, non accorgendosi dove stava correndo per rivolgersi alla sua amica, andò addosso a Weavile, che fece cadere a terra.

 

- Ahia... M-mi scusi! N-non volevo...

 

- Tch! - Disse Weavile in modo scontroso, - nessuno ti ha insegnato a guardare dove vai?

 

- (C-cavolo! E' Weavile del team AWD!) S-S-S-S-S-SCUSI, SIGNORA WEAVILE! SONO INFINITAMENTE DISPIACIUTA! - Gridò nervosa, abbassando la testa in segno di inchino.

 

Fortunatamente, la felina aveva altro a cui pensare che punire la piccola marmocchia. Decise di lasciarla in pace limitandosi a qualche brutta occhiata e ad una ramanzina.

 

- Evita la prossima volta, - disse la felina alzandosi da terra e pulendosi il pelo, - o passerai dei guai. Intesi?

 

- S-si'!

 

- E ORA VATTENE!

 

Eevee, senza battere ciglio, si tolse dalla vista del team AWD, assieme all'amica che, dopo aver assistito alla scena, decise di seguire ed evitare la piazza quel giorno.

 

- Accidenti, quesssssti marmocchi, - commentò Arbok, - dove sssssono i genitori al giorno d'oggi?

 

- Rhahahah! E dai, compagno! - disse Drapion, - non stavano facendo nulla di male! Se fossero stati più attenti, la signora non avrebbe detto niente, vero?

 

- Ovviamente. Dopo tutto, non posso certo prendermela con dei ragazzini, no? Sarebbe troppo anche per me...

 

- Che vogliamo fare signora Weavile, dunque? Fffffffacciamo un pranzetto?

 

- Certo che pensi solo a mangiare, amico mio,- commentò lo Scorpiaccio.

 

- Vuoi darmi torto? Lo sssssai che non mangio prima di un dungeon. Come potrei nasssscondere i nostri ssssstrumenti per attacchi a ssssssorpresa?

 

- Ah. Giusto.

 

- Tch! E va bene. Faremo un salto alla locanda Kanghaskan prima di andare, - disse Weavile aprendo la sua borsa dell'Esploratore, che portava solo in città. In essa, da una tasca, prelevò dei Koda da spendere per lo spuntino del suo compagno.

 

- (2.300 Koda... Tsk! Tutto qui? Le Galadoro capitano a fagiolo, anche se mi rode usare qualcosa ricevuto da quel topo blu...)

 

- EHI EHI! CHE SUCCEDE LI'?

 

-Uh ?

 

La Lamartigli fu distratta da un urlo proveniente dal chiosco di Hawlucha.

 

- C-COME E' POSSIBILE?

 

- O MIO DIO! PRESTO! QUALCUNO CHIAMI SOCCORSI!

 

- Cossss'è quessssto baccano?

 

- Sembrerebbe qualcuno si sia sentito male, - commentò Drapion.

 

- Uhm....

 

Incuriositi da quello fomento di gente, il team seguì le urla dei cittadini, accompagnate da gridi di terrore e preoccupazione. Intorno al punto d'interesse si era accalcata un oceano di gente, il chè rendeva difficile alla felina ogni possibilità di contatto visivo con l'evento.

 

- Per tutti i Kakuna! Non possiamo nemmeno passare! Che facciamo, capitano?

 

- Ssssse vuoi puoi sssssalire sssssulla mia tessssta per vedere, sssssignora.

 

- Non sarà necessario Arbok, - disse Weavile procedendo indisturbata dentro la folla, - spostatevi. Fatemi passare.

 

Queste erano le parole che stava pronunciando mentre procedeva. Chi scandalizzato, chi con qualche lamentela, tutti le fecero largo verso il luogo dell'avvenimento sconosciuto.

 

Quando riuscì ad arrivare alla fine, ciò che vide la scosse profondamente: davanti ai suoi occhi stava un gruppo di pokémon Acciaio svenuti sul ponte d'ingresso della città di Brusilia, feriti per tutto il corpo.

Presentavano ammaccature in ogni luogo possibile, e risultava veramente difficile distinguerli da un ammasso di rottami. Erano quattro Magnemite, due Magneton e un Magnezone, il quale, a causa della medaglia metallica piegata che presentava sulla spalla sinistra, probabilmente si trattava dello Sceriffo di Brusilia, lo stesso che amministrava la prigione alle pendici interne della città.

 

 

- S-signor... Zone?

 

- BTZZZ....BTZZZZ...

 

Nessuno del team Ironlock dava segno di risposta: da loro uscivano solo delle scintille elettriche, segno di un qualche malfunzionamento vitale all'interno del loro corpo.

 

- S-signora! Cosa è successo? - disse Drapion raggiungendo il uso capo, - hai scoperto perch- EH?

 

- Sssssacripante!

 

- EHI EHI! CHIAMATE QUA SUBITO IL TEAM HUG HUG! - Urlò lo scorpione, - LO SCERIFFO HA BISOGNO DI CURE IMMEDIATE!

 

Weavile, superato lo stato di shock anche grazie all'improvviso grido del suo compagno, cominciò ad osservare attentamente il corpo dello sceriffo: presentava dei segni di pugni su tutto il corpo, scavati profondamente nella sua corazza. Non abbastanza da romperla, ma risultarono molto efficaci nel far mostrare agli altri il terrore.

 

- (E' ridotto male... E' incredibile che uno come Magnezone sia stato ridotto così...)

 

- FATE LARGO! I SOCCORSI SONO ARRIVATI!

 

Dalle spalle della felina comparvero il team Hug Hug, con tanto di barelle di gomma per permettere il trasporto di pokémon pesanti. Affianco a loro c'era il Team Skyriders e Ampharos, chiamati da Dedenne. Davanti a quella vista, il Frogadier sobbalzò all'indietro.

 

- J-JESUS CHRIST! C-C-COME...

 

- NON ABBIAMO IL TEMPO PER QUESTO, - fece Rukio, - AIUTATEMI A SOLLEVARLI!

 

Assieme a Kenji e Shinso, il piccolo licantropo sollevò i feriti per porli delicatamente sulle barelle, onde evitare altri danni che avrebbero peggiorato la situazione.

 

Chansey aiutò il Riolu a portare Magnezone, mentre il legnogeco si fece aiutare dalla Schiumorana per portare i Magneton.

 

- M-mon D-dieu! Pensa una cifra!

 

- Tsk! Sei una mezza pippa...

 

- LARGO! CI PENSO IO! - Esclamò con furore Drapion.

 

Il titolo di infermiere venne rubato a Shinso, che fu relegato ad aiutare il capo Gilda a portare i Magnemite al posto dei Magneton.

Ancora scossi per l'avvenimento, il restante del team AWD seguì i colleghi, accompagnati da Dedenne, Comfey e Syvleon, le quali si occuparono di assicurarsi che la situazione dei pokèmon sulla barella non peggiorasse.

Per tutto il tragitto di ritorno al GIK, nessuno fiatò, tutti preoccupati, chi più chi meno, della salute delle forze di polizia di Brusilia.

 

Tra gli abitanti del luogo, invece, si creò un clima di caos e preoccupazione: era risaputo che il team Ironlock, il nome del gruppo di polizia di Brusilia, erano tra i più tosti dell'intero corpo di polizia dei continenti. Anche se non erano alla pari di Rukio, nessuno nel mondo era mai riuscito a scalfire il loro corpo d'acciaio, soprattutto quello di Magnezone.

 

La loro condizione faceva presagire una minaccia fuori dal comune, che avrebbe potuto mettere in pericolo non solo la città stessa ma anche tutti i pokémon del continente della Terra dell'Acqua.

Rimasero così i sette pokémon: in sala operatoria per cinque ore o più, con il team AWD, il team Skyriders e il capo gilda Ampharos ad attendergli fuori, sopra una panchina in legno.

 

Le sale di ricovero si trovavano al primo piano sotterraneo, il più vicino possibile al piano terreno per permettere una rapido percorso per i feriti o i malati.

 

La dottoressa e le sue assistenti avevano tra le mani un lavoro complicato: essendo pokèmon del gruppo Minerale con tanti parti di acciaio oltre che organiche, non era possibile trattarli come normali esservi viventi. Più che un operazione chirurgica, quello di cui si doveva occupare il team Hug Hug era una riparazione in piena regola.

I pokèmon che avevano prestato soccorso stavano attendendo preoccupati i risultati tra preoccupazione e nervosismo.

Il più nervoso di tutti era il pokémon Luce, che era rimasto a camminare avanti e indietro per il corridoio a piede lesto. Stranamente, l'unico momento in cui il suo orientamento risultava buono era nelle situazioni tese.

 

- Mon dieu mon dieu mon dieu... Impensabile... Impensabile che lo Sceriffo si sia fatto sconfiggeve così... Impensabile impensabile!

 

- Certo che a ridurli così, - disse Kenji, - il tipo o i tipi che gli hanno affrontati devono essere molto forti...

 

- Parbleu... Che cosa orribile da fare, - commentò Shinso.

 

Rukio rimase in silenzio ai commenti dei suoi compagni, rimanendo con lo sguardo basso e perso nel vuoto.

 

- Ehi, - cercò di farlo tornare in sé Weavile, - non hai mai visto prima un pokémon picchiato a sangue?

 

- Per quanto ne abbia, di sangu- commentò Drapion. 

 

In risposta a tale battuta deludente, la Lamartigli tirò un pugno dritto sul mento del compagno.

 

- OUCH!

 

- Sul serio: dovresti guardarti allo specchio. Hai lo sguardo perso... Se basta questo per sconvolgerti, sei veramente senza speranza.

 

- Mi devo ricredere su di te, - disse all'improvviso il piccolo licantropo, senza badare alle insinuazioni della felina.

 

- Uh?

 

- Sei stata tutto il tempo seduta come noi, per attendere notizie di Magnezone. Pensavo pensassi solo ai tesori, tu.

 

- Ascoltami bene, - cercò subito di mettere in chiaro Weavile, - se quella latta ambulante schiatta o meno non è affar mio. Sono solo interessata ad avere informazioni sull'aggressore, tutto qui.

 

- Uno strano pretesto per stare cinque ora di fila seduta... Se davvero non te ne fosse importato, saresti potuta andartene prima e attendere notizie da altri.

 

La felina non si arrabbiò per la provocazione di Rukio, volta a smascherare ciò che provava veramente per quella situazione. Una domanda volta a fare costatazioni sull'altra persona e una considerazione che smentiva il volere prima dichiarato.

Non solo aveva evitato il commento scomodo della Lamartigli, ma aveva anche fatto una mossa per struccare un po' la faccia di bronzo della sua collega, sempre dura e colma di cenere. Un pokémon normale sarebbe esploso e avrebbe manifestato segni d'imbarazzo, ma l'aria pesante che si respirava in quella stanza tappò ogni reazione frivola.

 

Weavile si limitò a rispondere sinceramente con tono serio, come se prima non avesse provato a nascondersi.

 

- Il Magnezone che ora fa lo sceriffo qui è stato l'unico che sia riuscito ad arrestarmi, quando ero ancora una Sneasel. Mi portarono nella Tana delle Scimmie, nella Terra dell'Erba, e mi tennero per due mesi.

 

- Oh? Solo due mesi? - Chiese stupito Kenji, - tsk! Fai tanto la dura, ma non hai fatto neanche un anno...

 

Di tutta risposta, Weavile sferrò un altro pugno sulla guancia sinistra del Legnogeco.

 

- Ouch! Che modi...

 

- Mi sgriderai per aver colpito un tuo compagno? - Chiese il pokémon Lamartigli a Rukio.

 

- Per quanto mi riguarda, potevi dargli anche un Nottesferza. Continua pure.

 

- A quell'epoca era molto più attivo, ed era sempre in prima linea. Quando tornava portava decine e decine di piccoli pesci, ma anche pokèmon pericolosi che venivano tenuti là qualche giorno prima di essere trasferiti in una prigione più severa. Non importava quante volte partiva e tornava, - concluse con una nota di rispetto, - non l'ho mai visto tornare con una sola ammaccatura...

 

Il Riolu rimase molto sorpreso dalle parole dell'ex bandita. Più che le parole dette, ciò che lo colpì di più fu il modo.

 

- (Cavolo... Credevo fosse talmente egocentrica da non provare rispetto per nessun altro se non per se stesso. E' brutto vedere che certe buone qualità emergono sempre nei momenti più brutti...)

 

- Se quel Kodamon, o quei Kodamon con cui si è scontrato sono ancora a piede libero, potrebbe essere una bella gatta da pelare...

 

- Mai quanto te, eheh... - commentò lo spadaccino.

 

- STAI ZITTO!! TAGLIATI QUELLA LINGUA, BRUTTA LUCERTOLA!

 

Dopo quel commento, Weavile sferrò un Nottesferza addosso a Kenji, sotto suggerimento del capitano del team Skyriders. Il Grovyle cadde a terra di fianco con dei graffi sulla guancia sinistra.

 

- Te la sei cercata, compagno mio...

 

Improvvisamente, rompendo il momento precedente, le porte della sala operatoria si palancarono, mostrando una Chansey con sguardo serio, seguite da Comfey e Sylveon con sguardi preoccupati.

Senza neanche dare il tempo alla squadra medica di parlare, il Suikōryo si precipitò davanti al pokémon Uovo con le mani giunte in segno di preghiera.

 

- Mademoiselle! Mi dica che va tutto bene!

 

Senza cambiare il suo volto serio, la dottoressa rispose al capo gilda: 

 

- Sarò sincera: le ferite di Magnezone sono gravi. Dovrà restare almeno un mese nella vasca elettromagnetica in attesa che le sue ferite si rimarginino. Purtroppo, essendo un tipo Acciaio, non possiamo operare più di quanto non abbiamo fatto. Siamo riuscite solo a mitigare il danno e ad aggiustare le parti più gravi in modo tale che si ricostruiscano senza ripercussioni future. Dobbiamo aspettare che si riprenda naturalmente del tutto, ma per il momento è fuori pericolo.

 

- Jesus Christ... aaaahhh....

 

Il pokèmon Luce tirò un sospiro di sollievo e, per lo scaricamento dell'adrenalina precedente, si sedette sul pavimento.

 

- Per fortuna... Gli altri invece come stanno? - Chiese Rukio.

 

- Come lo sceriffo, devono stare a riposo. Ma, rispetto a Magnezone, le ferite marginali sono state aggiustate completamente, e dovranno stare meno tempo qui. Sono ancora sotto-shock per l'accaduto, tuttavia...

 

Senza preavviso, e senza nemmeno aver consultato prima il suo capitano, il Legnogeco chiese a Chansey: - E' possibile parlare con loro?

 

- P-parbleu, Kenji, - fece il suo compagno, - ti ha appena detto che hanno bisogno di riposo! Ma che ti dice il cervello?!

 

- Purtroppo, Shinso, Kenji ha ragione, - disse il capitano del team Skyriders. 

 

Il Frogadier sembrò stralunato: era una delle poche volte che Rukio dava ragione allo spadaccino.

 

- Capitano?!? M-ma...

 

- Anch'io sono riluttante all'idea di disturbarli dopo quello che hanno passato, ma non possiamo temporeggiare. Un Kodamon conosciuto per non essere mai stato sconfitto è tornato nella nostra città in fin di vita, con i suoi compagni in uno stato simile. Dobbiamo fare subito qualcosa!

 

- P-pardon... N-non ci avevo pensato...

 

- Scusami Chansey: sapresti dirmi se c'è qualcuno cosciente?

 

- Uno dei vice: Numero 0.2 , - disse, riferendosi ad uno dei due Magneton, - ma non so se è in grado di parlare...

 

- Farò un tentativo. Andrò solo io, per evitare che troppe persone lo mandino in confusione...

 

- Entra pure, allora: noi aspetteremo fuori, - disse Chansey. Senza perdere tempo, il Riolu entrò nella sala operatoria. La stanza era buia, nonostante fosse stata prima teatro di un'operazione delicata. La ragione di questo era per il fatto che il trattamento di convalescenza delle vasche elettromagnetiche prevedeva un gran dispendio d'energia, rendendo la stanza sotto un possibile corto-circuito.

 

Onde evitare ciò, una volta conclusi gli aggiustamenti era stato necessario spegnere il resto dell'illuminazione, evitando così il rischio di interruzione della vitale cura.

La prima cosa che notò il pokémon Emanazione appena entrato fu il corpo del Magnezone immerso nella suddetta vasca, per aiutarlo, appunto, a mantenere l'alimentazione. Egli si fermò ad osservare lo sceriffo, cercando di carpire la natura delle sue ferite.

 

- (E' conciato malissimo... Adesso che guardo meglio, ha un enorme pugno stampato dietro la corazza. Chiunque sia stato, deve avere una statura fuori dal comune. Senza contarne la forza... Non riesco nemmeno ad immaginare quanto abbia sofferto...)

 

Si sarebbe fermato più a lungo, preso dalla tristezza delle sue condizioni. Purtroppo, scoprire l'accaduto aveva la priorità, non lasciandoli spazio per rimanere a compiangere lo sceriffo ancora a lungo.

Rivolse il suo sguardo verso N° 0.2, che si trovava alla destra del suo capitano. A differenza di questo non riportava le stesse brutte ferite e nemmeno altri graffi o ammaccature, probabilmente grazie alle cure del team Hug Hug.

Al suo posto, però, lo sguardo dei suoi tre occhi era fisso all'orizzonte, completamente persi nel vuoto, come se si fosse svegliato da un brutto incubo.

 

- N° 0.2. Tutto bene? Riesci a capirmi?

 

Il Magneton all'inizio non diede cenno di risposta, ma il piccolo licantropo non si arrese al primo tentativo. Dopo averlo chiamato quattro volte, finalmente ottenne una risposta dalla povera vittima.

 

- BTZZZZ! BTZZZZ! RU RU RU RUKIO BTZZZ!

 

- Sono contento che tu stia bene, - furono le sue parole di consolazione.

 

- BTZZZ.

 

Le pupille del pokémon Calamita si chiusero leggermente, in segno di sollievo.

 

- SO SO SONO AL GIK? GRA GRAZIE AL CIELO.

 

- Sì, ora voi siete al sicuro. Non avete nulla di cui temere.

 

- BTZZZZ.

 

- Il team Hug Hug vi ha prestato soccorso, e Chansey in particolare ha detto di riposarti. Mi dispiace disturbarti dopo quello che ti è successo, ma ho bisogno di farti qualche domanda prima di lasciarti. Ce la fai a parlare?

 

Gli occhi del Magneton divennero decisi, presi da un senso del dovere verso il Riolu e i suoi compagni di metallo.

 

- CE CE CE CERTO!

 

- Chi è stato a farvi questo?

 

- S S S S S SL... BTZZZ (NON RIESCO A PARLARE)

 

Rendendosi conto di non riuscire a pronunciare le parole giuste, decise di utilizzare i gesti per farsi capire. Usò tutte le forze che gli rimanevano per indicare con una delle sue calamite una scatola di alluminio posizionata esattamente vicino alla vasca di Magnezone.

 

- Ho capito: vado a prenderla.

 

Rukio si diresse verso lo sceriffo, prelevando la suddetta scatola. Era di media dimensione, adatta per il trasporto a mano e per contenere diversi oggetti.

 

Tra di questi c'erano delle manette dello stesso materiale delle catene nelle Fauci del Seviper, una Intersfera e una mappa, che conduceva ad un dungeon mai esplorato da lui.

 

- (Caverna del Tartaro... L'ho sentito nominare, ma non ci sono mai stato... Probabilmente deve essere quello nuovo di cui si parlava. Non mi aspettavo che la sua esplorazione fosse stata assegnata alle forze di polizia. Non è certo un loro compito... Sono sicuro che stavano inseguendo un criminale, forse lo stesso che gli ha conciati in questo modo)

 

Il capitano del team Skyriders assunse un'espressione estremamente preoccupata.

 

- (Quelle ferite... il fatto che si sono dovuti portare dietro le manette di Tenma no Kusari... La situazione è più grave del previsto. Che razza di mostro stavano inseguendo per essere stati mandati da soli e non richiedere assistenza a noi?)

 

Rukio accese l'intersfera, ma prima che potesse guardare e apprendere qualsivoglia informazione,  il Magneton cercò di dirgli un' ultima parola.

 

- O, O, OM...

 

- Stai tranquillo. Non c'è bisogno che ti sforzi. Li prenderemo, stanne ce-

 

- A SCOL TA!

 

- Uh?

 

- OMBRA! A A ATTENTO AL OMBRA! ATTEN... BTZZZ! BTZZZ! BTZZZ! BTZZZZZZZZZZZZ.

 

Con le sue ultime forze, Numero 0.2 urlò dai suoi circuiti un avvertimento confuso, di parole semplici quanto enigmatiche, non riuscendo ad esprimere altro.

Purtroppo i suoi circuiti non ressero all'immenso sforzo, lasciando il Magneton svenuto sul lettino d'ospedale.

 

- MAGNETON!

 

- CHE SUCCEDE? - Chiese Chansey spalancando la porta della stanza sentendo l'urlo del pokèmon Emanazione.

 

Quando vide il pokèmon Calamita completamente privo di forze, si allarmò e richiamò alla sua attenzione le assistenti.

 

- VENITE, PRESTO! PREPARATE UNA VASCA ANCHE PER LUI!

 

- (Cavolo...)

 

Mentre le infermiere si accingevano a prestare soccorso a Numero 0.2, Rukio, capendo la situazione, uscì dalla stanza tornando dai suoi compagni, con la scatola di alluminio in mano.

 

- Allora? Com'è andata capitano? Scoperto qualcosa? - Chiese il Legnogeco.

 

- Non ancora. Stavo per controllare la loro Intersfera, quando Numero 0.2 ha insistito fino all'ultimo per darmi un avvertimento. Probabilmente avrebbe voluto dirmi di più, ma è riuscito a dirmi solo "attento all'ombra".

 

Al suono di quelle parole, Weavile ebbe un'illuminazione.

 

- "Attento all'ombra"? Tutto qui? - Disse Kenji deluso, - Che seccatura! Poteva dirci qualcosa di più utile...

 

- Excuse moi? Quanto sei insensibile! - commentò Shinso, - si è sforzato di rimanere cosciente per dirci questo! Ma cosa lo dico a fare ad uno stupido come te...

 

- Stupido sei te se speri di ricavare qualcosa da questo, Froggy viscido.

 

- VUOI LE BOTTE SUL SERIO? DRAGO MANCATO?

 

- Quando vu-

 

Senza preavviso, Rukio formò un Ossoraffica con la mano sinistra e lo tirò in testa a tutti e due.

 

- PIANTATELA!

 

- U-u-ugh...

 

- Scievto che siete pvopvio infantili... Mi spiascie di avevteli affidati, Vukio...

 

- Veramente credo di essere l'unico a poterli tenere a bada, - disse il Riolu, - non oso pensare che fine avrebbero fatto in altri team...

 

Weavile rimase completamente immersa nei suoi pensieri: normalmente avrebbe commentato con disprezzo la scena che gli si trovava davanti, ma quelle parole continuavano a risuonare nelle sue orecchie come un martello pneumatico.

 

- (Dove... Devo cercare di ricordarmi dove...)

 

- Ssssssignora Weavile... Tutto bene? - Chiese preoccupato l'Arbok.

 

- Uh? Oh... S-sì! Stavo solo...Pensando.

 

- Possssso sssssapere cosssssa ti turba?

 

La Lamartigli ci pensò un po' se fosse il caso di dirlo o meno, non sicura dell'attendibilità del suo dubbio. Sapendo che un pensiero inutile e non confermato avrebbe portato solo problemi, decise di tenersi per sé il suo cruccio.

 

- Niente che ti riguardi, Arbok. Allora, Rukio, - disse per sviare le domande del suo compagno, - cosa contiene quella scatola che ti ha dato Numero 2.0?

 

- Uh? Sì, hai ragione. Ho trovato dentro la loro Intersfera: dovrebbe dirci qual era la loro missione. Vediamo un po'...

Il Riolu attivò l'Intersfera del team Ironlock.

 

- Vediamo un po' ... Strumenti, mappa, squadra... Ecco: lista missioni.

 

Selezionò la voce della Lista Missioni: dal medaglione gigante in cui era inserita l'Intersfera apparve un libro olografico contenente le richieste fatte allo sceriffo. C'era solo una missione attiva nel libretto: la scritta del titolo era in rosso e vi si poteva leggere un Top Secret a grandi lettere.

 

Deciso ad andare fino in fondo, il piccolo licantropo aprì la lettera: non era specificato all'inizio in che cosa consisteva, per cui dovette leggere ad alta voce tutto il testo prima di sapere chi fosse il responsabile.

 

- "Questa missione è di massima priorità: qualunque altro incarico stiano svolgendo i destinatari di questa lettera, lo abbandonino. Non fatene parola con nessuno, o il caos si scatenerebbe in tutto il continente. Passo alla situazione: qui vi scrive Gokuri Tonx, l'amministratore della prigione "le Fauci del Seviper", carcere di massima sicurezza. Questa lettera è stata inviata a tutte le unità di polizia presenti negli altri continenti. Non sappiamo come, ma è riuscito a fuggire senza attirare l'attenzione. Abbiamo trovato K.O. le guardie della cella, le quali non hanno saputo rivelarci alcuna informazione utile. Se state leggendo questo messaggio, ovunque vi troviate, appena vedete questo individuo non esitate ad attaccarlo, prima che lui attacchi voi. E' famigerato per la sua estrema brutalità e violenza: si raccomanda la massima prudenza. Alla fine del messaggio, troverete una foto del sospettato: non vi forniamo i nominativi perché la sua fama lo precede, e l'ultima cosa che vogliamo è un panico di massa. Vi prego di mantenere queste informazioni segrete, o potrebbe diventare il caos più totale. Vi auguro buona fortuna, agenti. Ne avrete bisogno..."

 

Arrivato alla fine della lettera olografica, Rukio fece scorrere il testo più in fondo, per scoprire chi fosse il famigerato criminale.

 

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Quando vide quel volto deforme dall'occhio intriso di sangue, tutti i peli sul suo corpo si rizzarono, e rimase fisso con sguardo di pietra verso quella faccia. Persino i suoi pensieri si riempirono di tenebra: l'unica cosa che rimase sul suo volto fu un'indefinita e contorta espressione dagli occhi spalancati.

 

- Eheh! Che brutta faccia! - commentò lo spadaccino, - sarà divertente dargli la caccia!

 

- PA-PA-PA-PA-PA-PARBLEU! MA CHE TI DICE IL CERVELLO! QUESTO HA L'ARIA DI UNO CHE GODE NELLO SPEZZARTI LE OSSA FINO A CHE NON DIVENTANO POLVERE! QUANTO SEI IDIOTA A SOLO PENSARE CHE POSSA ESSERE DIVERTENTE?!?!?

 

- Shinso non ha tutti i torti... Sssssembra alquanto pericolossssso.

 

- N-non scie da stupivsi, - fece Ampharos con tono impaurito.

 

- Sa di chi si tratta? - Chiese Weavile incuriosita.

 

- Certainement. Chiunque l'abbia visto non può dimenticavsene, ed è molto fovtunato ad essseve vimasto vivo...

 

Un brivido scorse lungo la schiena del team AWD e del Frogadier, mentre il Grovyle divenne estremamente serio, pronto ad ascoltare qualunque cosa avesse intenzione di dire il capo del GIK.

 

- Questo Kodamon... No. Questo mosvto ha sulle spalle un vecovd di quattrocentotrentanove uscisioni a sangue fveddo. La sua fovza vivale con quella dei Pvimoscieniti, ed è malvascità allo stato puvo. E' impossibile che non ne abbiate sentito pavlave...

 

Tutti i nervi dei presenti non fecero attenzione se non alle sue parole, pronti ad apprendere l'identità di questo indescrivibile serial killer.

 

- Lui è...

 

Prima di continuare, il pokémon Luce deglutì la sua stessa saliva.

 

- Il Macellaio, M-

 

- Mashinsatsu Slade, - concluse con tono serio Rukio.

 

I pokémon si voltarono verso il piccolo licantropo sorpresi: il suo sguardo era basso verso il pavimento e non vi si potevano scorgere gli occhi, completamente coperti dall'oscurità. La sua voce risultò talmente sentenziale da incutere timore negli altri pokémon senza nemmeno conoscere l'entità del pericolo che si trovavano di fronte.

Ampharos rivolse uno sguardo preoccupato verso il Riolu, mentre Shinso, conoscendo di chi si trattasse, entrò nel panico.

 

- MAMAMAMAMAMAMAMAMAMAMAMAMAMASHINSATSU SLADE?!?!?!?!?!?!? Q-Q-Q-Q-Q-Q-QUELLO SLADE!?!?!?!??!?!?!!? A PIEDE LIBERO?!?!?!?! CRAAAAAAAAAAAA!!!!

 

- Ehi ehi! Q-quello non è tipo con cui scherzare! - Commentò spaventato Drapion.

 

- ISHHHHHH!

 

Weavile rimase in silenzio dopo le parole del pokèmon Emanazione. Lo guardava con sguardo serio, sentendo da lui una strana e pericolosa tensione.

 

- (Non mi piace il suo silenzio...)

 

- Partiremo ora, - disse questo, senza voltarsi verso i suoi compagni, - ce ne occuperemo noi.

 

- EXCUSE MOI?!?!!??!?! SEI IMPAZZITO??!!?!?

 

- Se non volete venire non vi obbligherò. Quell'essere è pericoloso: se raggiungesse Brusilia, o peggio Borgo Quieto, e facesse fuori dei Kodamon innocenti senza che io che ne ho il potere faccia qualcosa, non me lo perdonerei mai.

 

- Ehi, Capitano, - disse il Grovyle, - sono voglioso di affrontarlo quanto te, ma... Non pensi che dobbiamo occuparcene domani? Voglio dire: abbiamo già attraversato un dungeon, oggi. Non sarebbe meglio riposarsi ed andare a cercarlo domani?

 

- Non abbiamo questo lusso, Kenji, - disse Rukio, accingendosi ad uscire dal corridoio, - se decidesse di lasciare il luogo del loro nascondiglio sarebbe difficile ritrovarli, visto che non abbiamo altre tracce. Dobbiamo agire finché ne abbiamo la possibilità.

 

Mentre questo si avviava verso le scale, il Legnogeco lo seguì con un'espressione confusa.

 

- (Che cosa gli prende? Perché ha così fretta?) Capitano, aspetta! Fermati un attim-

 

Lo spadaccino, desideroso di avere delle risposte, fece per afferrare la mano destra del licantropo e calmarlo, chiedendo spiegazione.

 

Quello che successe successivamente, però, era ben lontano da essere qualcosa di controllabile: il capitano del team Skyriders rilasciò un'ondata di Meisoku dal suo corpo talmente violenta da rendere la stessa aria pungente come un Cacturne, che costrinse la lucertola verde a mettersi sulla difensiva.

 

L'unica cosa che guadagnò da questo evento fu il poter vedere il volto del capitano in quel momento.

Nonostante le sue parole fossero piene di senso del dovere, il suo viso era pieno di tutto, fuorché responsabilità. L'unica cosa che riuscì a scorgere in quella faccia, tra le mille emozioni che stava provando il Riolu, era quella più semplice e diretta.

Quello che vide nel suo sguardo, era una pura e focosa rabbia.

 

- C-capitano...

 

- Vukio...

 

Quando interruppe il flusso d'aura, il piccolo licantropo si rese conto di aver spaventato il suo compagno, e distolse lo sguardo con un velo di malinconia.

 

- Scusatemi.

 

Senza proferire altra parola, il pokèmon Emanazione uscì dal corridorio, per procedere poi sulle scale. Kenji era uno che non parlava troppo e odiava pensare troppo, ma quella situazione richiedeva delle spiegazioni. Il vantaggio di essere un pokémon come quello spadaccino era che non ci si preoccupava del modo di dire le frasi, ma si procedeva ad esigerle nel modo più diretto possibile.

 

Si girò verso Ampharos, e chiese senza peli sulla lingua: - Cosa è successo tra quello e il capitano?

 

Il pokèmon Luce non negò niente: era impossibile da nascondere.

 

- Lo hai notato, eh?

 

- Era impossibile non notarlo: non ho mai sentito odio verso gli altri da parte del capitano. Se questo Kodamon merita la sua rabbia, deve aver fatto qualcosa di terribile.

 

Il Suikōryo pensò a lungo se era il caso di dirlo o meno, perché sicuramente dopo avrebbe rievocato nel suo pupillo ricordi che avrebbe dovuto seppellire nel passato. Però, pensò più al benessere del team Skyriders e, con poche parole, confessò il sinistro segreto.

 

- Pvima di divtelo ti chiedo: lo sai chi eva Amelia?

 

- Tch! Chi non la conosce? - Pronunciò infastidito Kenji, - faccio finta di non notarlo, ma a volte il capitano parla ad alta voce a quello straccio che porta al collo pronunciando il suo nome. E' sparita perché era una reincarnazione temporanea di Mew e non poteva rimanere nel mondo terreno, no? Cosa centra con quel criminale?

 

- Te lo divà lui se vovvà, pevchè non so se mi cvedevesti o meno, ma sappi questo: se ancova oggi Vukio non può viabbvacciave più Amelia, è colpa di quel tizio.

 

Il Legnogeco non capì effettivamente le parole del capo Gilda, ma se il capitano del team Skyriders era ridotto in quello stato, probabilmente un fondo di verità ci doveva essere.

 

Anche Shinso a sentire quella informazioni si stupì: in tutti quei mesi che aveva passato con Rukio, mai una volta aveva accennato a questo fatto, sebbene più volte avesse raccontato storie su Amelia, nate dalla curiosità di quest'ultimo.

 

- Capisco, - fece la lucertola verde chiudendo gli occhi, - andiamo Shinso: il capitano ha bisogno di noi.

 

- NON CI PENSO NEMMENO, - si oppose il Frogadier, - ha detto che possiamo anche non venire!

 

Kenji, invece di urlare contro il compagno, lo afferrò per il braccio e lo trascinò con sé.

 

- non fare storie. Andiamo.

 

- EHI EHI EHI! CHI TI HA DETTO CHE MI PUOI TIRARE! MON DIEU, MA MI SENTI?!?

 

Nonostante i richiami della Schiumorana, il Legnogeco rimase in silenzio e non proferì parola, continuando inesorabilmente a portarlo con sé. Vedendo la serietà del compagno, anche il ninja smise di parlare e si tolse dalla sua morsa.

 

- So camminare da solo. Uhmf!

 

I due procedettero verso le scale senza fiatare, immersi in un silenzio religioso. A metà delle scale, lo sguardo di Shinso divenne malinconico e triste, chiudendo la sua piccola recita.

 

- (Capitano...)

 

- Quindi è così che stanno le cose, - commentò Weavile, - ora capisco perché ci tiene così tanto a quella sciarpa. Pensavo che fosse semplicemente sparita.

 

- Vukio tiene a quella Sciavpa dell'Avmonia più della sua stessa vita. E' l'unica pvova dell'esistenza di quella poveva vagazza...

 

- Porca miseria se le ha tutte: galante, nobile d'animo, onesto, testardo e romantico. Sto per vomitare...

 

- Dovvesti pvendeve d'esempio, invescie. Sciè un motivo se lui è più fovte di te.

 

La felina restituì quel commento dispettoso con un occhiata feroce, a cui il bonario Ampharos non diede peso.

 

- Ad ogni modo: che ha intensione di fave, Mademoiselle Weavile?

 

- Ovvio, no? Me ne vado a viposave, - disse imitando il suo accento.

 

- Non segui Vukio?

 

Prima di rispondere, si girò verso i suoi compagni con sguardo serio: leggeva dagli occhi che persino loro, il team più controverso tra gli esploratori, avevano intenzione di aiutare il Riolu nella sua missione e di stargli vicino. Ma, ancora di più, si fidavano del giudizio del loro capitano, che avrebbero seguito senza discutere in caso di decisioni importanti.

 

Si girò verso il suo, e disse: - No. Non mi importa se quella mezza calzetta fa una brutta fine. Anzi, è meglio, - continuò mentre si dirigeva verso le scale con le mani dietro la testa e gli occhi chiusi, in segno di menefreghismo, - avrò un concorrente in meno nel caso peggiore.

 

- Ho capito. Vicovdati che la colazione è alle otto.

 

Mentre si allontanava e il team la seguiva, la felina fece uno sbuffo infastidito alla risposta del pokèmon Luce.

 

- (Tch! Non si può nascondere niente a quello...)

 

- Non andremo a letto, vero? - Chiese il Drapion al suo capitano.

 

- Se mi stai chiedendo di seguire Rukio, sappi che non lo faremo.

 

- Ma non ssssembra che ce ne ssssstaremo con le mani in mano, giusssssto?

 

- Tecnicamente Arbok, tu non hai le mani.

 

- Non lo hai detto sssssul ssssserio, Drapion...

 

- RHAHAHAH!

 

- Andremo ad Arenilia, - sentenziò diretta il capitano.

 

- Uh?

 

Drapion e Arbok, mentre salivano le scale, si fermarono e si guardarono negli occhi a tale risposta.

 

- Che ci dobbiamo andare a fare?

 

- Non vi ricordate nulla?

 

- Ehm... Veramente no!

 

- Non sono dell'umore adatto per sgridarvi, quindi la farò corta: "attento all'ombra". Non vi viene in mente niente?

 

I due pensarono per qualche secondo a cosa volesse dire il capitano con quella frase così amletica. Gli suonava famigliare, ma non riuscivano a comprendere il nesso con la capitale della terra della Sabbia. Quando poi, realizzarono cosa volesse dire il capitano, si guardarono negli occhi sorpresi, per poi rivolgerle lo sguardo.

 

- Ma... Per una cosa del genere?

 

- Sssignora... è ssicura? Pensavo non credessssse in queste cosssse...

 

- E non ci credo ancora, - disse mentre incrociava le braccia, - ma... Quando ha detto quella frase, ho provato freddo. Sapete cosa vuol dire, no?

 

Weavile non credeva nella chiromanzia, ma era stranamente superstiziosa per quanto riguardava le sue sensazioni. Caso vuole che ogni volta che doveva accadere qualcosa di brutto, il pokèmon Lamartigli provava l'irrefrenabile desiderio di coprirsi per il freddo.

 

Anche i due compagni avevano sperimentato questa strana abilità del capo, e non poterono fare a meno che fidarsi di lei. Senza preparare oggetti e senza ulteriori domande, il team AWD si diresse al Laprascafo per navigare verso Arenilia, in una notte quieta ma fredda, sotto una luce di luna piena verso una nuova destinazione.

 

 

 

capitolo 17: ricordo di pittura (prima parte)

Spoiler

- Eccoci! Siamo arrivati! Guarda Rukio!

 

Amelia, dopo che tutti e due erano tornati a Borgo Quieto, aveva portato Rukio su una collinetta vicino al villaggio, dove sotto un grande albero si poteva vedere l'intera cittadella dall'alto. Il Riolu guardò il panorama che si stendeva davanti ai suoi occhi, rimanendone estasiato.

 

- (Ooh! Che spettacolo!)

 

- Bello, vero? Eh eh! Da qui si può ammirare tutto Borgo Quieto. Gli abitanti del villaggio vengono spesso qui ad ammirare questo paesaggio stupendo! 

 

Guardarono per qualche secondo ancora il paesaggio, facendosi accarezzare da una fresca brezza, tra i pensieri della giornata e quelli rivolti al futuro.

 

- Ci tenevo... a fartelo vedere, Rukio... - disse Amelia con voce timida, - allora, ti piace qui?

 

L'umano fece un cenno con la testa. La piccola Fennekin sorrise al pokémon Emanazione con onesta gioia: era la prima volta che parlava con qualcuno senza essere ripresa né tanto meno giudicata. Si sedette sul terreno, e rivolse il suo sguardo verso la volta celeste. 

 

- Ah, che stanchezza! Che avventura, oggi! Dopo tanta fatica, è bello starsene un po' a guardare il cielo senza fare niente!

 

Il riolu seguì il suo esempio e senza proferire parola si sedette sul posto, a qualche centimetro dalla volpina. Era talmente perso negli abbracci delicati del vento che non proferì parola, rimanendo nei suoi pensieri. 

 

- (Già! Che piacevole brezza... )

 

- E' una giornata meravigliosa! Si sta benissimo qui.

 

- (E la nostra avventura è stata un successo!)

 

- Sono al settimo cielo! - Disse Amelia con entusiasmo. Dopodiché, assieme al nuovo arrivato *, si perse nell'immensità delle bianche nuvole in cielo, gioendo con gli occhi. 

 

Non era mai successo di sentirsi così tranquilla con un altro pokémon: era come se di fianco a quello sconosciuto potesse confessare ogni suo pensiero, anche il più stupido e banale che possa esistere, senza avere la paura di essere trattata per una pazza o un' ingenua.

 

- Guarda quelle nuvole...Sono giganti! - Disse Amelia con la sua voce innocente quanto energica, - saranno ancora più grandi del grande albero! E come vagano nel cielo... Ma, rispetto al mondo intero, anche loro sono così piccole...Il mondo è davvero immenso...

 

Ebbe un attimo di esitazione dopo aver pronunciato quella frase. Guardò Rukio per qualche secondo, mentre lui era ancora perso tra le nuvole. Riprese a parlare solo dopo qualche secondo di contemplazione. 

 

- Vorrei... Vorrei essere come quelle nuvole.

 

Il piccolo licantropo si voltò verso di lei, con sguardo curioso.

 

- Uh? Come quelle nuvole?

 

- Vorrei volare oltre il villaggio ed essere libera di girare per il mondo come loro! E incontrare un sacco di pokèmon... E vivere un sacco di avventure!

 

- Oh... E così? (Non avevo mai pensato alle nuvole in questo modo... ) E' davvero... Una bella immagine, - disse Rukio riprendendo a guardare le nuvole con un sorriso. Amelia riconfermò così il suo pensiero.

 

- (Non ha riso di me...) - Pensò tra sé e sé, rivolgendo poi il suo viso verso quello del Riolu. 

 

Aveva uno sguardo che non aveva mai visto in un altro pokémon nel villaggio: uno sguardo sognatore, la cui più piccola percezione della realtà poteva trasformarsi in un fantasiosa immaginazione. 

Nei suoi occhi riconosceva la sua stessa curiosità, la voglia di conoscere e di risolvere qualsiasi domanda gli si ponesse davanti, gioendo dell'esperienza come un bambino smarrito tra nuovi giocattoli, senza la paura dell'ignoto. 

 

Facendosi forza di quel riflesso che vedeva, si fece coraggio e confessò uno dei suoi pensieri nascosti, rivolgendolo al cielo. 

 

- Io... Voglio andare in città ed entrare nel Gruppo Investigativo Kodamon, - disse Amelia alzandosi da terra, - così potrei andare in giro a esplorare tanti posti nuovi! E magari... Aiutare a disegnare la mappa del mondo intero! E' il mio sogno!

 

- (Oh... E così hai un sogno nel cassetto... Un sogno nel cassetto...Che bello... Ho voglia di fare il tifo per lei!) - Pensò Rukio alzandosi da terra e rivolgendosi alla combina guai. La Fennekin, però, dopo quello sfogo, tornò con malinconia con i piedi per terra.

 

- Però... Purtroppo... Tutto questo è impossibile...

 

Lui la guardò stupito. 

 

- EH?!

 

- I bambini non possono entrare nel Gruppo Investigativo Kodamon... - Disse con tristezza. Più che il suo pensiero, stava buttando fuori le consapevolezze imposte dagli altri, con rifiuto - E poi tutti dicono continuamente che il mondo è pieno di pericoli... E questo non si può fare... E quest'altro non si può fare... Perché i grandi sono così? Sempre a dirci cosa dobbiamo fare... Uffa! A sentir loro non si può mai fare niente! Che noia!

 

Nonostante le parole passionali, il Riolu si era messo un po' nei panni degli abitanti del villaggio, comprendendoli un po'. 

 

- (B-beh... E' una bambina un po' spericolata... I grandi devono per forza dirle qualcosa...) 

 

- Ma non importa! - Fece improvvisamente, dimostrando ancora una volta la sua testardaggine, - Io non mi arrenderò mai! Non rinuncerò mai al mio sogno! Mai! MAI E POI MAI! MAAAAIIIII!

 

********************************************************

 

Centosettantesimo anno del drago, ore 22.00. Luogo: sentiero per la Caverna del Tartaro. Ancora nella sua testa, quel "mai e poi mai" della sua scomparsa compagna continuava a risuonare con forza. Non era in lui in quel momento: sembrava completamente assorto in un altro mondo. Il suo corpo si muoveva come trascinato più che per propria volontà. 

Uno stato del genere non era possibile nascondere alle persone intorno a lui, soprattutto a quelle con cui aveva passato una parte delle sue avventure. Cercando di farlo tornare alla realtà, il Legnogeco lo chiamò deciso, cercando di strapparlo dal suo malinconico crogiolo. 

 

- Ehi, capitano.

 

- Uh?

 

- Per quanto ancora hai intenzione di camminare così? 

 

- Mon dieu... Kenji ha ragione! - Intervenne il Frogadier, - già non era mia intenzione venire qui, se poi mi tieni quella faccia per tutta la missione come credi di potermi motivare? E' da quando ci siamo messi in marcia che hai quell'espressione cupa!

Il Frogadier ebbe ragione a rimproverare il capitano: per tutto il tragitto verso il dungeon, il piccolo licantropo si era limitato a dare le indicazioni, tenendo un volto coperto da chiazze nere. 

 

Ma come lo si poteva biasimare? Avrebbe dovuto affrontare colui che era responsabile di aver chiuso l'unica porta che avrebbe potuto riportare Amelia nel suo mondo. Dopo la notizia ricevuta quella sera, non era possibile per il piccolo licantropo non rammentare i momenti passati con lei, che nonostante il tempo passato risuonavano ancora nel cuore del piccolo Riolu. 

Distolse lo sguardo dai suoi compagni, procedendo a testa alta verso la loro destinazione con espressione seria e decisa.

 

- (Hanno ragione! Devo darmi una svegliata! In questo stato non sarei in grado di combattere contro un Primeape, figuriamoci contro quel mostro. Quel... Vile... Mostro...) - Pensò Rukio, stringendo la mano destra come un pugno, mentre in quella sinistra teneva ferma una mappa fresca di stampa. 

 

- Che seccatura... Quanto ci vuole ancora per raggiungere il dungeon?

 

- Secondo la mappa non dovrebbe mancare molto, - spiegò il capitano, - Abbiamo attraversato la Grotta dell'Addestramento e siamo scesi a valle. Dovrebbe trovarsi alle pendici del monte qui alla nostra sinistra. 

 

- Mon dieu... Quando arriviamo posso usare una delle Tergisfera? Ho i piedi che stanno chiedendo pietà...

 

- Tsk! Abbiamo attraversato solo una montagna. Sei proprio una femminuccia... - commentò il Grovyle.

 

- EHI! A CHI HAI DETTO DELLA FEMMINUCCIA?!?

 

- Siamo arrivati. Eccola qui. 

 

Alle pendici della montagna alla sinistra del team Skyriders, si estendeva una grotta buia, con l'entrata di venti metri di diametro, le cui stalattiti erano talmente grosse da sembrare i denti di un pokémon feroce. Da quell'antro nero pece usciva un vento umido e caldo, simile ad un alito pesante.

 

- Eheh... Da quanto tempo non vedevo un dungeon così, - disse il Legnogeco, - Finalmente le mie lame potranno fare un po' di serio esercizio...

 

- P-Parbleu...S-Solo l'entrata è da brividi! Q-Quelle stalagmiti sembrano i denti di un Gyarados!

 

- (Non ha tutti i torti... - pensò il pokémon Emanazione, - l'entrata non è proprio "invitante"... Ma non posso certo tirarmi indietro!) Shinso.

 

 - O-O-ui?  

 

Il Frogadier sembrava un ghiacciolo, talmente tanto stava immedesimando la paura impressa dalla grotta. Persino dal suo naso si poteva vedere un cono di ghiaccio pendere dalle narici.

- NON E' IL MOMENTO PER QUESTE SCENEGGIATE! - Urlò il capitano furioso. 

 

- CRAAAA!!

 

Rendendosi conto dell'esagerata reazione, Rukio fece un respiro profondo per calmarsi, per poi riprendere il discorso: - Dovete essere concentrati per questa missione. Ricordatevi che è la prima volta che esploriamo questo dungeon, e nessuno a parte lo sceriffo ed il suo gruppo si sono addentrati qui. Dobbiamo ringraziare loro se siamo a conoscenza del fatto che sia formato da venticinque piani, ma sappiamo solo questo. Se ci sono trappole pericolose o Kodamon ostili che potrebbero metterci in difficoltà dovremo scoprirlo noi.

 

- Quando mai ci hanno messo in difficoltà i Kodamon nei dungeon? - Fece notare stizzito Kenji, - farebbero meglio a chiamare subito il loro capo...

 

- Sono conscio delle tue capacità, ma se usiamo più forze del dovuto potremmo non farcela contro Slade. 

 

- Eh? Mi prendi in giro? E' così pericoloso questo tizio?

 

La bocca del Riolu si fece ferma, come due labbra di marmo dalle parole ancora più lapidali. 

 

- Sono quasi morto... per metterlo dentro.

 

Lo sguardo del Legnogeco si fece serio. Da quando era diventato un membro del team Skyriders, non l'aveva mai visto così timoroso, né tanto meno si aspettava che un pokémon avesse potuto metterlo in difficoltà. Quel frangente non riusciva nemmeno ad immaginarselo. 

 

- Oh... Ho capito! - Esclamò il Frogadier, - è per questo ci hai fatto portare i Trapporvelo!

 

Il Trapporvelo faceva parte dei Nastri, una serie di oggetti che da certe statistiche a chi li indossa. Nello specifico, questo rendeva immuni dalle trappole del dungeon.

 

- Esatto, Shinso: se non ci sono Kodamon veleno non dovremo avere problemi fino a che manterremo questi veli. Per il resto, vi ricordo che il piano è usare il meno energie possibili per gli abitanti del dungeon, quindi tu in particolare dovrai usare le novantanove Spinargento * che ti ho dato per fare piazza pulita, - disse al ninja, - chiaro?

 

- Oui Oui.

 

- Ora ricontrolla nella borsa: voglio vedere se ci sono rimasti gli strumenti più importanti. 

 

La Schiumorana aprì la Borsa dell'Esploratore per controllare gli strumenti a disposizione: contando i 3 Trapporvelo e le 99 Spinargento, rimanevano 4 Gigantomela, 4 Tergisfera, 4 Lumisfera, 4 Baccacedro, 3 Baccaprugna, 1 Semefuoco, 2 Appellosfera, 4 Revitalseme e 10 Ramoguida. 

 

- Ottimo. Direi che abbiamo tutto. 

 

- Ancora non capisco perché non ci siamo portati le Revitalsfera invece dei Revitalseme, - fece Kenji, - Non potevamo recuperare le forze più volte così? 

 

- Parbleu! Te l'avrà spiegato almeno quattro volte: ha pensato all'eventualità di dover combattere contro più Kodamon mentre lottiamo contro Slade. In più, il suo Meisoku potrebbe essere forte quanto quello di un pokémon Dominante, impedendoci di usare le sfere. Possibile che tu non riesca nemmeno a ricordarti dei piccoli dettagli come questo?

 

- Se te lo ricordi te, non serve che me lo ricordi io, no?

 

- EXCUSE MOI? CHI SONO IL TUO SEGRETARIO!!?!

 

- Praticamente...

 

Rukio stava cominciando a spazientirsi per colpa dell'ingenuità dei due compagni. Gli guardò con sguardo furibondo, impugnando nella mano sinistra un'Ossoraffica. 

 

- NONONONONONONO! 

 

- L-la smettiamo capitano. P-posa quell'osso...

 

Il Riolu interruppe l'attacco, procedendo poi verso l'entrata del dungeon. 

 

- Vi voglio concentrati. Ve lo chiedo per favore. 

 

- S-sì, capitano... - Risposero i due all'unisono. 

 

- Andiamo. 

 

 

Il team Skyriders entrò nella Caverna del Tartaro, usando tre dei Ramoguida per illuminare il cammino, accendendoli con il Semefuoco nella borsa. Sicché il capitano aveva deciso di conservare le forze del proprio team, questa era una buona soluzione per illuminare la buia grotta. 

 

Il forte vento non permetteva di procedere velocemente per il rischio di spegnere le fiamme, quindi furono costretti ad optare per un passo lento. L'aria che si respirava era calda e umida al limite del viscido, dando l'impressione ai tre di trovarsi davvero all'interno del ventre di una bestia. 

 

Attraversarono tutta l'entrata, giungendo verso la fine ad un tunnel, probabilmente la vera entrata del dungeon. Una volta passato l'inizio si ritrovarono in una discesa non ripida, che li condusse all'interno della Caverna del Tartaro.

Il primo piano filò liscio: non incontrarono pokémon per tutto il tragitto, e trovarono un po' di oro da mettere in borsa, per la precisione 1059 Koda.

 

- E' strano, no? - Si chiese Shinso, - di solito non si trovano così tanti Koda all'entrata di un dungeon.

 

- Mi ha detto qualcosa Ampharos prima di partire. - Disse il Riolu, - nella Caverna del Tartaro venivano intrappolati, nell'Era Nativa (*), tutti i Kodamon che erano stati accusati di saccheggio e furto aggravato. Era fatta apposta per fargli imparare la lezione: gli unici strumenti disponibili in questo luogo erano i soldi e si metteva un masso all'ingresso della caverna per non fare uscire più nessuno. Spinti dalla cupidigia, i pokémon rinchiusi procedevano nel dungeon sperando di trovare altro oro, ma finivano ogni volta con l'essere annientati dai guardiani del luogo...

 

- Mon dieu, che idioti! Se fossero rimasti all'ingresso avrebbero potuto aspettare l'arrivo di un altro prigioniero ed evadere tranquillamente! 

 

Procedettero in questo modo per i primi cinque piani. Shinso accumulò nella borsa 4376 Koda. Quando attraversarono il sesto piano, si trovarono di fronte i primi pokémon. 

 

- SREDURTNI! SREDURTNI! (*) 

 

- TOOHS! TOOHS! TOOHS! 

 

 Apparvero dieci Claydol nella sala d'entrata, che puntarono con le braccia i tre malcapitati.  

 

- EXCUSE MOI?!?!? 

 

I guardiani caricarono dalle braccia dieci Iper Raggio, scagliandoli addosso al team Skyriders.

 

- Shinso! Tienimi la torcia! STATE DIETRO DI ME! - Gridò il capitano. Lanciò nello stesso momento la torcia che teneva in mano, lasciandogli poco tempo per reagire.

 

- CAPITANO, NON COSI'! UN PO' DI DECENZA!

 

- PROTEZIONE!

 

Rukio usò una barriera per difendere i compagni dall'attacco congiunto dei Claydol. Fortunatamente, non furono abbastanza forti da poter competere con le difese del capitano, causando solo un esplosione, senza danneggiare il resto del team.

 

- Vai Kenji!

 

- FENDIFOGLIA!

 

Con il suo braccio destro, il Grovyle colpì i dieci Claydol in una volta, mandandoli K.O. 

 

- Tsk... Che mezzeseghe. Sono caduti come dei birilli.

 

- Non cantare vittoria, - disse il Riolu, - non credo che quelli siano gli unici presenti in questo piano.

 

Infatti, neanche il tempo di attraversare una sala successiva che si ritrovarono contro altri tredici Claydol.

 

- Ehi ehi: non vorrai farmi affrontare tutte questi smidollati, capitano.

 

- Invece sì, Kenji. 

 

- Ma è noioso...

 

- Preferisco la noia a non arrivare alla fine del dungeon. Shinso: tu puoi eludere la loro vista con qualche Mizu Ninpo, giusto? Usa una Lumisfera e dirigiti verso le scale, poi richiamaci con un' Appellosfera. Chiaro?

 

- Agli ordini, Monsieur! Lumisfera: attivazione! Mizu Ninpo: Kōsui! (*)

 

- Ricordati le torce!

 

- Certainement!

 

Il Frogadier eseguì gli ordini del capitano, illuminando il cammino e rivelando ogni informazione utile del piano: in totale erano presenti centoventinove Claydol, ancora qualche punto in cui si potevano raccogliere soldi e la scala per il piano successivo, a distanza di sei sale. 

 

- (Grazie a dio avevamo la Lumisfera: - pensò il ninja, - chi avrebbe avuto voglia di affrontare tutti quei Claydol?!)

 

Shinso deviò il cammino preso insieme al suo team per raggiungere le scale, mentre i due cercarono di tenere impegnati i pokémon Argilla che continuavano ad arrivare. 

 

- Kenji: fai in modo di ostruire le uscite usando questi Claydol. 

 

- Ok!

 

Lo spadaccino fece piazza pulita delle bambole di fango, facendo in modo di sbatterli contro le vie principali. Continuarono così per un quarto d'ora, fino a che non furono improvvisamente chiamati dalla luce dell'Appellosfera. Quando si resero conto che la Schiumorana aveva svolto il suo compito egregiamente, interruppero i loro attacchi e seguirono il Frogadier.

 

- Di qua, messieures.

 

- Chiamami ancora una volta in francese e ti taglio la gola, froggy viscido. 

 

- Pfiu! Plebeo.

 

- (calmati, Rukio. Ti servono interi...)

 

I tre riuscirono a superare il piano ed arrivare al settimo. I Claydol e i Golurk erano pokèmon artificiali: non tutti sviluppavano una certa intelligenza per pensare da soli, e molto spesso venivano usati in antichità come guardiani che non si sarebbero fermati davanti a niente. 

 

Fortunatamente, quei Claydol erano stati programmati per custodire un solo piano, e non seguirono il team Skyriders lungo le scale per attaccarli ancora. 

 

- Sembra che non ci stiano seguendo...

 

- Menomale. Le mie lame si sarebbero arrugginite contro quelle bambole d'argilla. 

 

- E-ehm... Capitano? N-non sono così maleducato da interrompere la quiete, ma... C-credo che mostrargli questo sia di vitale importanza!

 

Il Riolu seguì la mano indicatrice di Shinso, trovandosi davanti cinque enormi Golurk che sembravano tutto fuorché amichevoli.

 

- Oh, fantastico... Sono veramente contento!

 

- Che stai dicendo, capitano? - Commentò Kenji, - saremo costretti a combattere seriamente contro queste spazzature...

 

- Kenji, - disse il capitano formando delle Ossoraffica - un giorno ti insegnerò cos'è l'ironia... 

 

- Conosco l'ironia, ma non la spreco con chi non la può capire.

 

- Cambio di programma: mandiamo K.O. chiunque incontriamo e poi ci riposeremo al ventunesimo piano, che secondo la mappa del team Ironlock dovrebbe essere una zona sicura. Non credevo fossero così tanti...

 

- Toccherà combattere anche a me? - Chiese Shinso stizzito, - mon dieu...

 

- SRED URT NI! SRED URT NI!

 

- Non credo tu abbia il tempo di lamentarti, froggy viscido.

 

- MA SE TU PRIMA-

 

Una vampata d' aura uscì dal corpo di Rukio.

 

- Pensate. A. Combattere.

 

- S-sì, c-capitano... - dissero all'unisono.

 

Rukio concentrò parte del suo Meisoku negli Ossoraffica facendoli diventare più robusti. 

 

- FATEVI SOTTO!

 

Dopo quel grido di battaglia, il team Skyriders continuò a farsi largo a suon di attacchi rapidi e molteplici per farsi largo tra le file di Golurk e Claydol, mandandoli K.O e liberando il passaggio per i piani successivi. 

Il pokémon Emanazione si fece largo a suon di Ossoraffica, Kenji di Fendifoglia, mentre Shinso continuò ad alternare Idropulsar e Mizu Kunai. Continuarono così per tutti i piani successivi senza mai fermarsi, fino ad arrivare al fatidico ventunesimo piano.

 

- Mon dieu... Anf...Anf... F-finalmente...

 

- Devi lavorare sulla tua stamina, Froggy, - disse il Grovyle, - non è possibile che per solo 1327 nemici tu sia così esausto. 

 

- Un: sarei io quello a doversi ascoltare quando parla, ovviamente;
deux: scusami se non sono un patito della lotta come te. Preferisco oziare sul divano sorseggiando una camomilla o un tè verde; trois: DA QUANDO IN QUA SEI COSI' INTELLIGENTE DA SAPER CONTARE OLTRE A MILLE?!

 

- Ehi ehi. Mi stai dando dello stupido?

 

- Secondo te?

 

- Ora basta...

 

I due si misero a litigare sul posto, tirandosi pugni e calci in una zuffa da commedia americana. 

 

- BRUTTO DRAGO MANCATO! QUANDO LA FINIRAI DI ESSERE COSI' MALEDETTAMENTE ARROGANTE?!

 

- FROGGY VISCIDO! TI INSEGNO IO A DARMI DELL'IDIOTA!

 

Kenji e Shinso continuarono per qualche minuto ancora ad azzuffarsi tra la polvere e le rocce, dimenticandosi di tutto il resto e della missione in corso. La "lotta" terminò quando il ninja si rese conto che qualcosa non andava in quel litigio.

 

- ASPETTA!

 

- UH?

 

- Non ti sembra strano?

 

- Cosa?

 

- Sento... Che qualcosa non va in tutto questo.

 

- Che cosa? Il fatto che tu le stia prendendo di santa ragione? - Disse trionfante lo spadaccino. 

 

- N-no... E' che stiamo ancora qui a litigare, Parbleu! Nessuno ci ha ancora interrotto?

 

- Ora che me lo fai notare... hai perfettamente ragione. 

 

- Capitano, ci sei?

 

Rukio non stava badando ai loro litigi: era seduto sopra una pietra, con i gomiti sulle gambe e la faccia tra le mani. Davanti a lui c'era un fuoco acceso probabilmente con le torce che si erano portati dietro, e alla sua destra un torso di Gigantomela divorato. 

 

Aveva già tirato fuori altre due mele poggiandole sulla borsa, probabilmente preparandole per i suoi compagni. I due, mentre si tenevano le mani al collo a vicenda, si guardarono negli occhi, consapevoli della loro mancanza di sensibilità e del loro egoismo che gli aveva impedito di preoccuparsi per il loro capitano. 

 

Lo sguardo di del Legnogeco non trasudava dispiacere più di tanto: il suo era uno sguardo serio di chi sapeva cosa fare per rimediare ai suoi errori. Quello della Schiumorana, invece, poteva essere considerato un'espressione di dispiacere, dalle palpebre pesanti e addolorate dalla sua mancanza di tatto. 

 

Interruppero la loro lite e si avvicinarono al piccolo licantropo, in silenzio. Presero le rispettive Gigantomela e si assicurarono di aver riempito lo stomaco per bene. 

 

Shinso si asciugò la bocca staccando dalla sua pelliccia un po' di schiuma, mentre Kenji da spadaccino alfa quale era, si pulì usando il braccio sinistro. Una volta concluse le formalità, il Grovyle decise di rompere il ghiaccio con una frase spontanea e sensata. 

 

- Quanto staremo qua?

 

- Trenta minuti dovrebbero bastare, - rispose il Riolu, - questo piano ha solo due vie di uscita: se volesse cambiare aria dovrebbe per forza passare di qua *. 

 

- Capisco...

 

La lucertola verde, nonostante avesse le idee chiare, esitò nel continuare la conversazione. Prima di convincersi a fare la fatidica domanda, cercò di richiamare l'attenzione del suo capitano.

 

- Ehi... Rukio.

 

Kenji non era il tipo da utilizzare onorifici per rivolgersi a colleghi o superiori, né tanto meno quello da chiamare le persone accanto a lui con il proprio nome. 

L'unico motivo per cui il Legnogeco avrebbe usato quella forma familiare, sarebbe stato per una richiesta su fatti importanti, uno spreco di tempo e di energie dove lui era disposto a coinvolgersi con tutto sé stesso, qualunque cosa fosse uscita dalla bocca del chiamato, anche il più minuscolo dettaglio.

 

Al richiamo del suo compagno,  Il Riolu sollevò la testa, rivolgendo il suo sguardo allo spadaccino in segno di approvazione. 

 

- Cosa è successo... Alla Grotta della Purezza? - Chiese, senza perdere altro tempo.

 

Tuttavia, il pokémon Emanazione distolse ancora lo sguardo, rivolgendolo verso il terreno. 

 

- Ne t'en fais pas (*), capitano, - continuò poi invece Shinso, - se non vuoi dircelo va-

 

- Ve lo dirò.

 

Quelle parole uscirono tutto d'un fiato, segno della sua risoluzione di consegnare a quei due, dopo tanto tempo, una parte del suo cuore.

 

- E' giusto... che voi lo sappiate. Dopotutto, se non lo dico a voi, non potrò dirlo a nessun altro a cuor leggero. Però... - disse alzando di nuovo la testa, - non lo ripeterò una seconda volta. Non è una storia che mi fa piacere raccontare...

 

- Farò in modo di ricordarmelo, capitano, - disse Kenji, - lo giuro sulle mie foglie. 

 

- Ed io sulla mia pelle! - Esclamò entusiasta Shinso. 

 

Rukio guardò i suoi due compagni di avventura, posando su di loro i suoi occhi come un timido ragazzino che stava per confessare i suoi segreti ai suoi migliori amici.

Erano passati solo un anno e sei mesi da quando si erano incontrati per la prima volta, e soprattutto dal giorno in cui li aveva arruolati nel team Skyriders.

 

Eppure aveva sempre sentito per qualche motivo di avere una forte empatia con loro, nonostante si fossero appena conosciuti, ed era certo che di loro ci si poteva fidare. 

 

Fece un sorriso senza farsi notare, dopodiché iniziò il racconto, con un tono solenne per non intralciare il suo monologo con le proprie emozioni.

 

- Molto bene. Allora vi dirò tutto...


************************NOTE DELL'AUTORE************************

 

- Explaining:

1) La parlata dei Claydol e dei Golurk è antica: basta leggerle al contrario e tradurre dall'inglese all'italiano per capire il significato (ti avrei messo direttamente la traduzione, ma vuoi togliermi la soddisfazione di immaginarti pronunciandoli?);

- Legenda:

Kōsui(光水): Acqua di luce

- Curiosità:

Il periodo del monologo iniziale è nei primi capitoli del gioco di riferimento. E' dopo l'esplorazione del dungeon di Gabite;
Le Spinargento contano come uno strumento unico. Lo metto qua perché l'ho già spiegato con le punta d'oro;

L'era nativa dovrebbe corrispondere al nostro 2000 a.c.;
La frase del non arrendersi mai è una citazione ai capitoli finali del gioco.

 

 

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Capitolo 18: ricordo di pittura rossa (seconda parte)

Spoiler

(ost nothing can be explained)

Solo per qualche secondo, l'aria intorno ebbe una leggera sfumatura di brezza, dando l'impressione di voler invitare le membra degli esploratori a rilassarsi. Poi, senza avere il tempo di dire addio, quella sensazione svanì, lasciando loro un fastidioso brivido pungente.

 

- Prima di iniziare, devo darvi due informazioni, - procedette il piccolo licantropo, - La prima, è che Amelia poteva tornare nel nostro mondo, e la chiave di questo era Mew, l'esistenza originale di Amelia. La seconda... è che la Materia Oscura, in realtà, era sempre stato un Kodamon, e risiedeva in Mew stessa.

 

- C-co-

 

Una sola sillaba si sentì in risposta, ma era provenuta da entrambe le bocche dei due compagni leali a Rukio: nessuno dei due, però, fermò colui che stava raccontando, lasciando intendere a quest'ultimo di poterlo fare, con una leggera richiusura delle proprie labbra e degli occhi mezzi aperti che esigevano risposte.

 

- Non dovrei dirlo a nessuno di questo. Se si venisse a sapere, si avrebbero dei dubbi sui primogenito e sulla loro funzione di protettori. Anche se la paura di questo non è facile da scatenare, visto che verrebbe presa come blasfemia. Ma è la verità: Mew era il vero cuore della Materia Oscura, il nido di tutte le emozioni negative dei Kodamon mortali. E questo fardello... era stato trasferito alla sua reincarnazione, Amelia.

 

- A-amelia... e la materia oscura... - disse Shinso.

 

- Erano... lo stesso Kodamon?

 

Il Riolu non continuò subito a parlare. Stette un attimo in silenzio, abbassando lo sguardo verso il suolo. Quando notò che il Frogadier non voleva continuare l'interruzione, riprese a parlare.

 

- Non è sparita perché era un esistenza temporanea. Cioè... anche quella era una motivazione, ma non una necessità. Quella che abbiamo combattuto noi due non era il vero mostro: era la sua attualizzazione, una sorta di secondo corpo creato dallo spirito oscuro che risiedeva in Amelia. Una volta che noi l'abbiamo sconfitto, abbiamo riportato ogni energia vitale nel corpo originale, ovvero in Amelia. Con la sua sparizione, lei ha portato con sé la Materia Oscura, impedendo la caduta della Terra sul Sole. Entrambe sparirono dal nostro mondo senza lasciare traccia, impedendo così la grande catastrofe. O, almeno, questo credevo all'inizio...

 

Fece un respiro profondo, per poi continuare il racconto.

 

- Circa tre mesi dopo la sua scomparsa, la rincontrai con le sembianze di Mew nella Giungla del Mistero. Amelia era sparita, ma Mew, grazie al suo potere di reincarnazione, era tornata senza problemi.

 

Una nota di malinconia si sentì in quella frase senza emozioni, come se volesse liberarsi tutto d'un fiato delle parti più spiacevoli.

 

- Avevo capito subito che non aveva ricordi della vita passata come Amelia, ma... per capriccio, decisi comunque di reclutarla e portarla con me, nella speranza di fargli ricordare qualcosa del passato. Passammo molto tempo insieme: in quei giorni vidi tante volte in lei Amelia più di quanto la stessa Mew era capace di vedere. Non tornò il benché minimo ricordo, nemmeno durante qualche missione affrontata in coppia. Un dungeon; due; dieci: non vi fu nessun cambiamento. Almeno... fino a quel giorno.

 

Gli sguardi dei suoi compagni si fecero più duri. Compresero che era arrivato al momento davvero spiacevole.

 

- Mi accorsi... che qualcosa non andava in Mew. In realtà, era da quando era arrivata a Brusilia che non si comportava come un Kodamon normale. Era solita avere dei momenti in cui si sentiva male, e poi si riprendeva subito. All'inizio pensai fosse per il cambiamento di clima, o per il cambio in una routine più movimentata. Mi resi conto del mio sbaglio troppo tardi. Quel giorno, Mew svenne e non si risvegliò per un'ora abbondante. Le fitte aumentarono, così come la sua temperatura. Chiamai il capo,  che assieme agli altri del GIK convocarono Xatu, il Kodamon che mi aveva indirizzato nella Giungla del Mistero, per farci aiutare. Quel Kodamon mi spiegò il motivo della sofferenza di Mew e del pericolo del ritorno della Materia Oscura.

 

- U-un attimo, - interruppe la Schiumorana.

 

- Cosa c'è, Shinso?

 

- Con Xatu... intendi...

 

- Hakū Xatu(*), proprio lui. Il leggendario Kodamon divinatore in grado di vedere nel futuro. Si dice che abbia vissuto per millenni, ed oltre a poter prevedere catastrofi è un Kodamon dotato di una cultura esagerata, talmente grande che nemmeno i libri di storia hanno accesso a tale sapere. Mi piacerebbe parlare anche di lui, ma ci impiegherei troppo tempo...

 

- C-capisco... continua pure.

 

- Mew si risvegliò dopo quell'oretta di paura. Quando si risvegliò, ho pensato di portarla a Borgo Quieto. Credevo che farle rivisitare posti famigliari avrebbe potuto risvegliare qualcosa in lei, ma non fu così. Anzi... Non feci altro che peggiorare la situazione.

 

Ci fu una lunga pausa. Solamente le parole del piccolo licantropo ruppero di nuovo il silenzio.

 

- Sotto il grande albero fummo aggrediti e ci stordirono. Quando mi risvegliai, non vidi piú Mew. Tornando al GIK per risposte, scoprii da una lettera lasciata dagli aggressori che era stata rapita e portata alla Grotta della Purezza, che si diceva avesse il potere di portare la pace eterna agli spiriti. Da quel che avevo capito, coloro che avevano portato via Mew volevano scacciarla per sempre da questo mondo, probabilmente per la paura che la Materia Oscura potesse apparire di nuovo. Solo più tardi scoprì che, invece di comuni banditi, erano stati Nuzleaf e i suoi compagni Beheeyem a rapirla.

 

Un piccolo sorriso malinconico apparve sul suo volto: all'inizio, i due non capirono tale cambio di registro.

 

- Quella... era tutta una messa in scena di Xatu e Ampharos, per farmi recuperare Amelia. Nuzleaf e i Beheeyem dovevano recitare la parte dei cattivi, ed io mi sarei dovuto precipitare e fermarli, manifestando così un forte desiderio di recuperare la mia compagna di avventura. Era davvero... un ottimo piano...

 

Qui Rukio si fermò, come colto dall'angoscia della bellezza perduta. Tuttavia, le sue labbra si spensero di tale sentimento: gli angoli si richiusero verso il basso, e i suoi occhi divennero iracondi e pieni di fiamme infernali. Cercò di calmare il suo respiro per tranquillizzarsi: ogni volta che ripercorreva quelle immagini, la rabbia rischiava di consumargli il cuore.

I due aspettarono, ma la pausa si prolungò per ben venti secondi. Presi dall'empatia verso il capitano, trasformarono il motivo nella stasi in una volontà di non continuare la conversazione. Ebbero timore nel riprendere il piccolo licantropo ed invitarlo a continuare.

 

- Tuttavia... - disse infine il Riolu, - Qualcuno con delle cattive intenzioni... con un vero sentimento maligno... li seguì in fondo al dungeon, fino all'ultimo piano.

 

Il successivo commento del Legnogeco risultò rapido quanto preciso: era quasi scocciato, di averci preso così velocemente.

 

- Mashinsatsu Slade.

 

Rukio riprese con un sospiro sommesso: il ricordo doloroso di quel giorno lo colpì tutto in una volta come un grande camion.

 

- Esattamente. Non era la prima volta che lo incontravo: ho dovuto salvare da lui delle vittime qualche tempo fa, ma lui e il suo team Deathmetal erano talmente forti che ho dovuto battere in ritirata e accontentarmi di aver salvato il team d'esplorazione che aveva mandato la richiesta di soccorso. Il motivo per cui era in quella grotta abbandonata... ero io. Si era talmente estasiato per la mia rabbia quel giorno, quando lo trovai intento a fare quello che uno psicotico come lui era solito fare, che decise di organizzarsi per provare ancora quella sensazione, nei migliori dei modi.

 

Il discorso riprese una velocità quasi galoppante. Era davvero facile, in quel momento, leggere lo stato d'animo del tanto eroico quanto demoniaco Combattente del Tramonto.

 

- Non mi ero accorto di niente: ogni mio pensiero era annebbiato dal desiderio di soccorrere Mew e rivedere ancora una volta Amelia, in quel momento. Quando mi rincontrò mi disse che mi aveva spiato dietro le quinte per "vedere la disperazione nei miei occhi". Aveva inseguito Nuzleaf e i suoi compagni, assieme a Ampharos, Mawile e Xatu, facendo attenzione a non venire scoperto.

 

Terza pausa. Fece un respiro profondo prima di continuare, stringendo però i pugni, segno che la rabbia stava per prendere il sopravvento.

 

- E poi... Accadde quella disgrazia... Gli altri non poterono fare nulla contro la sua forza: era un mostro in tutto e per tutto. Arrivai troppo tardi: Mew era ai suoi piedi, ricoperta di sangue da cima a fondo, completamente... priva di vita.

 

Il silenzio entrò ancora una volta in scena, attirando a se tutta l'attenzione del pubblico. I due compagni avevano smesso di respirare per qualche secondo, talmente era profondo il monologo di Rukio, per quanto sia un bene ricordare ogni minimo particolare di quel giorno.

 

- Mi sentì... disperato. La mia amica stava lì, morta davanti ai miei occhi tra le zampe di un Serial Killer. I miei compagni feriti a terra terrorizzati, completamente sopraffatti. L'unica possibilità che conoscevo per riportare indietro Amelia era sparita per sempre, per davvero. Non appena vide la disperazione nei miei occhi, quel mostro rise fragorosamente, con quella risata agghiacciante che mi fece arrabbiare talmente tanto da scuotermi fin dalle viscere. Spiegò minuziosamente cosa aveva fatto con soddisfazione, guardandomi con quell'orrendo ghigno. Il solo pensiero mi fa ribollire ancora!

 

Il piccolo licantropo strinse con la mano sinistra il pugno destro, come se volesse mantenerlo fermo ed evitare di colpire a caso qualcosa. La stretta fu talmente forte da farlo calmare di nuovo.

 

- Non ci volle molto... affinché la mia rabbia prendesse il sopravvento. Fu in quel momento che riuscì per la prima volta a manifestare il mio Meisoku, lasciandomi avvolgere nella sua energia.

 

Il Genshimon si componeva a più stadi: la manifestazione del Meisoku era il primo, mentre il potere misterioso era il secondo. Solo con l'attivazione del secondo stadio l'occhio sinsitro cambiava forma.

 

- Ricordo bene la sensazione. Sentivo come se un fiume di lava mi stesse bagnando tra le sue fiamme. Combattei furiosamente, mentre i miei amici a terra non poterono fare nulla per fermarmi. Non usai mosse: attaccai con furia, senza ragione né precisione. Nella mia testa lo volevo morto. Non riuscivo a pensare ad altro...

 

I due compagni stavano fissavano Rukio con il terrore negli occhi: non avrebbero mai pensato che il loro punto di riferimento, sempre volto al bene, avesse mai pensato una volta di fare una cosa simile.

 

- All'inizio ebbi la meglio: riuscii a soggiogarlo con la pura potenza. Tuttavia, Slade poi decise di fare sul serio. Non riuscì a controbattere: era troppo forte per me, anche in quello stato. Anche lui era in grado di manifestare il proprio Meisoku. Mi mise a terra con una mano, per poi spezzarmi le gambe e le braccia per impedirmi di muovermi. Dopotutto, ero il più forte là dentro: il Mashinsatsu non uccide mai prima la sua preda più feroce... Con un ghigno sulla faccia, si diresse verso i miei compagni per torturarli e torturarmi. Ero stato uno stupido: lo sapevo fin dall'inizio che non avrei potuto sconfiggerlo, nemmeno con quella forza, e invece di portare in salvo i miei compagni con il mio distintivo mi sono fatto accecare dalla rabbia. Vedendomi in difficoltà, nonostante le loro ferite, Nuzleaf e gli altri cercarono di combattere contro Slade per salvarmi. Potevano scappare, ma non l' hanno fatto. Ho pianto: ho maledetto la mia stessa esistenza per essere stato così stupido ed egoista. Era finita: sembrava finita in tutto e per tutto. E poi...

 

- E... poi? - Chiesero i compagni all'unisono.

 

- E poi... Sentì le mie mani avvolgersi in un calore infuocato. Non vedevo niente: non c'era niente sulla mia mano destra. Me la sentivo abbracciare e riscaldare, un calore accogliente e confortante. Ma non vedevo niente comunque. Quando poi cominciai a sentire umido, i miei occhi riuscirono a vederla: la sua forma era sbiadita, quasi trasparente, ma riuscì a vedere Amelia che piangeva accoccolata alla mia mano.

 

Kenji e Shinso sobbalzarono contemporaneamente, rimanendo a bocca spalancata.

 

- P-PARBLEU! A-AMELIA?!?! M-MA NON ERA MORTA?

 

Rukio non rispose alla domanda, ma continuò la storia.

 

- Mi disse... che era triste. Non avrebbe mai pensato che la sua scomparsa mi avrebbe potuto consumare così tanto da farmi diventare una persona diversa da quella che voleva io fossi, che io volevo essere. Mi pregò di non farlo più: non avrebbe riposato in pace a sapermi consumato dalla rabbia, a vedermi così triste. Gli dissi... che mi dispiaceva, e che aveva ragione: rammentai il fatto che avrei potuto fare la cosa giusta invece di perdermi nell'odio, tra le lacrime mie e le sue. In quel momento, alla mercé del mio dolore, feci un giuramento. Col senno di poi non ho idea del perché l'abbia fatto, visto che non era possibile una via d'uscita, ma lo feci comunque. Se fossi sopravvissuto, non importava dove e quando: avrei sempre anteposto il bene degli altri ai miei desideri, in qualunque situazione. Non avrei più sopportato vedere la mia migliore amica con le lacrime agli occhi, né immaginarmela, né io pentirmi di qualcosa. In quel momento, qualcosa nacque in me. Non sapevo come spiegarmelo: non vidi più Amelia, ma quel calore che avevo sentito cominciai a provarlo per tutto il corpo, fino a quando non diventò un bruciore violento. Non riuscivo più a sopportarlo: mi sentivo divorato, come se qualcuno mi stesse mordendo da ogni lato. Quando il dolore cessò, io ero in piedi: le ossa delle mie gambe e delle braccia si erano ricostruite, e da me usciva un'aura blu elettrico come un cielo stellato percorso da fuochi d'artificio. Quella era la prima volta che attivai il Blue Dusk. Avevo perso la possibilità di rincontrare Amelia, rischiato la vita dei miei compagni per colpa del mio egoismo e ritrovato la speranza nello stesso giorno. Il potere che sentì quel giorno fu talmente inebriante che attaccai Slade senza pensarci. Non fu rilevante il fatto che fosse lontano da me: in un balzo lo raggiunsi, e gli tirai un pugno talmente forte da scaraventarlo contro la parete. Quel pazzo, all'inizio sorpreso, si mise a ridere a crepapelle. Non gli diedi un attimo di respiro: anche se mi resi conto del dolore nel mio corpo che aumentava, attaccai senza sosta. Nonostante non riuscissi a toglierli quel maledetto sorriso, arrivò ad un certo punto che non riuscì più a tenere i miei colpi. Quando si decise ad usare la sua mossa finale, il Death Cannon, decisi che glie l'avrei rispedito indietro con un Centripugno. Quello che successe poi, non me lo sarei mai immaginato. Non rispedì semplicemente indietro il suo colpo: il mio pugno destro creò una tale pressione da comprimere l'aria davanti a me, scaraventando quella e la forza del mio pugno addosso a lui. Fu talmente potente da far tremare l'intero piano, il muro su cui si scontrò Slade a momenti cedette, e il pavimento risultò come lacerato dai Dragartigli di un Salamence.  Rimasi in silenzio davanti a quello scenario, paralizzato tra la riuscita della mia vendetta e il terrore della mia stessa mossa. Non avevo idea che si potesse arrivare a tali livelli di forza. Quando andai a recuperare Slade, lo vidi contorto nel dolore, con la corazza completamente sfasciata e tinta di rosso. Ho... Rischiato di ucciderlo davvero. Non ci pensai più di tanto, perché una volta finito lo scontro svenni dalla fatica e mi risvegliai al GIK nel mio vecchio letto di paglia, ricoperto da cima a fondo da bende. Seppi successivamente che i miei compagni erano tornati tutti sani e salvi grazie a me, e Slade era stato portato nelle Fauci del Seviper, recluso.

 

Ci fu qualche minuto di silenzio tra i tre: Shinso e Kenji presero tempo per digerire tutto quanto, mentre Rukio cercò di respirare piano per non cedere alla rabbia dei ricordi.

 

- E... Che fine fece Mew? - Chiese il Grovyle.

 

- Arceus mi contattò telepaticamente: mi disse di non preoccuparsi per lei, perché si sarebbe reincarnata senza problemi. Lo stesso, purtroppo, non poté dire di Amelia... Dopo quell'avvenimento, non era riuscito più a percepire la presenza della Materia Oscura, né di lei...

 

Il racconto terminò così: tra una vittoria incredula e una più prominente sconfitta, la vera protagonista di quella storia. I due rimasero a guardare il capitano in silenzio, entrambi con uno sguardo di comprensione e dispiacere. Quello che lo dava a vedere di più era il ninja, che stava cercando di trattenere le lacrime il più possibile, solo per non far sfociare la situazione nel suo solito teatrino, in rispetto del suo adorato capitano.

 

- (c-che... Che cosa... tristissima... I-io non... È t-troppo per me...)

 

Kenji, per non far vedere di essere estremamente dispiaciuto, fece uno sbuffo e commentò:

 

- Che seccatura... Quel Kodamon è un *censura* di prima categoria, eh?

 

- Giá... - Disse il Riolu stringendo i pugni.

 

- Comunque... C'è una cosa che non mi è chiara.

 

- Uh?

 

- Hai detto di aver usato Centripugno, ma io non ti ho mai visto usare quella mossa. Lo tieni come asso nella manica?

 

- E' QUESTO CHE TI PREOCCUPA!? - Sbraitò la Schiumorana, - HA PERSO LA SUA COMPAGNA E TU-

 

Il Legnogeco lanciò un'occhiataccia al compagno. Il Frogadier all'inizio si bloccò spaventato, ma poi rimase fermo per ben altro motivo. Per quanto l'occhio del Grovyle fosse rabbioso, poté scorgere dell'umidità lungo la parete di esso.

Il piccolo licantropo alzò lo sguardo verso il compagno prima di rispondere. Non avrebbe potuto nascondere quella decisione per tanto tempo.

 

- L'ho... Dimenticata, - ammise il capitano, confondendo lo spadaccino.

 

- C-co-

 

- Ho chiesto ad Hawlucha di cancellarmela dalla memoria. Quando ho visto quello che ero in grado di fare in Blue Dusk, ho pensato... Che avrei rischiato di fare seriamente del male. In un certo senso, è stata una fortuna che Slade fosse così forte. Un Kodamon normale... Non sarebbe sopravvissuto a quell'attacco.

 

Lo stato di tristezza che albergava nel Legnogeco era il medesimo della Schiumorana: quello che Slade aveva fatto a Rukio era imperdonabile, e la situazione era troppo struggente per rimanere indifferente. Tuttavia, quello stato di profonda amarezza divenne rabbia ingiustificata.

 

- MI PRENDI IN GIRO!?

 

Per qualche ragione, quella cosa lo fece arrabbiare molto.

 

- Ma che diavolo stai dicendo, capitano?! - Disse allargando le braccia, - se l'avessi ucciso ti saresti vendicato, no?! E noi non dovremmo avere questa gatta da pelare ora!

 

- MA CHE DIAVOLO STAI DICENDO TU, KENJI! MON DIEU! - Esclamò il ninja furiosamente, reduce dallo stato di profonda amarezza.

 

- Cosa vuoi, Froggy viscido?!

 

- IL CAPITANO È UN EROE! UN KODAMON DAL CUORE PURO! NON SI PERMETTEREBBE MAI DI DESIDERARE LA MORTE DI UNO! ANCHE SE QUELLO... Se quel mostro...

 

Nonostante fosse iracondo nei confronti del suo stupido compagno, l'apprensione nei confronti del piccolo licantropo lo trattenne dall'essere completamente furioso.

 

- Anche se quel mostro... gli ha portato via una persona speciale... lui ha pensato... I-il capitano n-non... non si merita tutto quest-

 

- Ti sbagli, Shinso.

 

Le parole dure di Rukio fermarono il tempo per il ninja, che rimase sospeso in piedi tra le sue stesse lacrime.

 

- C-capitano?

 

(Early summer rain ost naruto)

 

- Il motivo per cui l'ho fatto è quello che dici tu. Non sono qui per fare del male, ma per fare del bene. Ma... non l'ho fatto per lui. Non sono così buono come mi descrivi.

 

Ci fu una pausa di qualche secondo: entrambi i compagni erano con il fiato sospeso, con lo sguardo rivolto verso il capitano.

 

- Francamente... Non potrebbe importarmi minimamente se vivesse o meno. Anzi... se ci fosse la possibilità di farlo pagare, sarei il primo a farlo.

 

Guardò in alto cielo, come se la risposta dovrebbe cadere da esso da un momento all'altro.

 

- Non vi nascondo... che da quel giorno, ci ho pensato più volte. Cosa dovrebbe fare un eroe, in merito a questo. Come dovrebbe sentirsi, nei confronti di colui che gli ha tolto tutto? Dovrebbe portare in alto la bandiera del bene e perdonarlo? Dovrebbe cercare di capirlo, e fargli correggere i propri passi? Oppure dovrebbe vendicarsi di lui, e farlo soffrire allo stesso modo con cui ha sofferto? "Non sei meglio di lui, se la pensi in questo modo": mi sono dato una risposta retorica a quest'ultima domanda. E poi... ho fatto i conti con quello che sentivo veramente.

 

Abbassò lo sguardo al suolo. I suoi occhi erano vitrei e senza alcuna luce.

 

- Poi... ho pensato ad altro. A cosa avrei fatto, se mi fosse capitata di nuovo l'occasione di affrontarlo. A quale fosse il modo giusto per fargliela pagare. Il giusto modo per restituirgli tutto quello che aveva fatto. La verità... e che lo odio. Lo odio con tutto il cuore. Per tutto quello che mi ha fatto... per tutto quello che ha fatto i miei compagni... per tutto quello che ha fatto nella sua vita, a danno di Kodamon innocenti. Non riesco a nascondere la mia rabbia e il mio rifiuto nei confronti della sua esistenza. Non lo posso accettare! Farmi stare bene la sua presenza solo per dare il buon esempio? Non riesco! L'episodio della Materia Oscura... mi ha insegnato che non bisogna nascondere i sentimenti negativi, ma accettarli. Solo così si potrà andare avanti ed evolversi. E purtroppo... questo è come mi sento. Questa rabbia... questo male... è parte di me. Se rifiutassi questo male... il sacrificio di Amelia non sarebbe servito a niente.

 

L'espressione di Shinso divenne sconsolata, in un limbo tra comprensione ed empatia nei suoi confronti.

 

- Sono ben consapevole di quello che voglio e non voglio. E so bene che, sebbene il mio odio in qualche modo possa essere giustificato, non posso assolutamente ripetere gli errori del passato. La mia rabbia non deve mettersi in mezzo tra me e il fare la cosa giusta. La mia ira nella Grotta della Purezza mi aveva impedito di salvare i miei amici. Questa cosa non si deve ripetere. Ma... non posso... e non voglio mentire ai miei sentimenti.

 

Strinse i pugni, in quella posizione supina di un uomo che faceva il resoconto della sua vita.

 

- Anche più di Slade... mentire sulle mie emozioni è la cosa che odio più in assoluto, ancor più di quell'essere rivoltante, e di tutti quei tipi come lui che si permettono di influenzare la vita degli altri Kodamon come gli pare e piace, come se il mondo fosse la loro scatola di giocattoli, presi dall'unico dubbio su quale rovinare prima. Come se avessero le capacità di farlo, come se fosse divertente ed entusiasmante, come se fossero degli dei scesi in terra. Kodamon del genere... Questi mostri non si meritano di conoscere la gioia della vita e della libertà!

 

La sua voce divenne più roca e potente, come se dalla sua bocca stesse per uscire il suo stesso cuore.

 

- Quando mi avevano riferito che Slade era ancora vivo, dopo lo scontro alla Grotta della Purezza... Mi sono sentito quasi sollevato. All'inizio pensavo davvero che fosse il mio animo eroico. Ma oggi... quando ho rivisto la sua taglia... ho capito che non c'era niente di eroico.

 

Il suo Meisoku blu, in quel momento, si manifestò senza volontà: al posto dei fili d'erba, si levò una fiamma di due metri dall'istinto bruciante.

 

- Non sono stato sollevato perché non lo volevo uccidere.... SONO STATO SOLLEVATO PERCHE' COSI' AVREI POTUTO DARGLI LA GIUSTA PUNIZIONE! VOGLIO VEDERLO IN PRIGIONE! VOGLIO CHE PASSI INNUMEREVOLI GIORNI DI SOFFERENZA, COSI' COME HO SOFERTO! VOGLIO CHE LA SUA ESISTENZA SI CONSUMI LENTAMENTE FINO A QUANDO NON SI SAR' STUFATO DI VEDERE IL MONDO ALDILA' DELLE SBARRE, PER POI MORIRE DI VECCHIAIA SENZA CHE GLI SIA RIMASTO NULLA! QUESTA E' LA FINE CHE SI MERITANO I CRIMINALI COME LUI!

 

Un grido di battaglia così rumoroso da far bruciare l'aria intorno a lui: i due compagni rimasero paralizzati e impietriti davanti a quella confessione. Non erano abituati a quella versione del capitano del team Skyriders: davanti a loro non vi era un portatore di speranza, ma un comune essere mortale con i suoi difetti e i suoi demoni, sull'orlo della disperazione che rimaneva a galla grazie a forze naturali donategli dal ricordo delle persone importanti per lui.

 

Per quanto perfetto ed altruista, anche in un pokémon come lui c'era una debolezza . Il suo sguardo era cavalcato di furia, ma le rughe del suo viso puntavano verso l'alto: da quelle parole così brucianti, trasparì un bimbo solitario che piangeva da solo nella sua camera da letto.

 

- Per quanto mi descrivano come buono... è questa la verità.

 

In quell'istante, il suo tono assunse quello di un uomo che aveva già pianto troppo, e guardava indietro il suo passato consapevole di essere uno stolto. Più di prima, i due videro quello che era il Riolu conosciuto come Ōryugo Rukio: un bambino infantile ed un vecchio con esperienza nello stesso corpo, un eroe con l'essenza di una contraddizione vivente.

 

- Faccio delle buone azioni... aiuto Kodamon che ne hanno bisogno, ma sono ben lontano dalla visione dell'eroe senza macchia. Perché... essere onesto con i miei sentimenti è la mia vera essenza. Ed io... Preferisco odiare sinceramente, che amare con falsità.

 

Quella sua debole parte era ciò che si avvicinava di più alla vera essenza del Rakujitsu no Senshi, una parte che i due non avevano mai visto in quel breve quanto lungo periodo nel team Skyriders.

 

Il fuoco del suo animo si spense, rimanendo con il volto verso il basso come un cane bastonato, ma nonostante tutto non riusciva minimamente a gettarsi verso il suolo. Sebbene combattuto, i suoi doveri di esploratore del GIK mantenevano salda la sua spina dorsale, ben consapevole di dover andare avanti. Si vergognava: si sentiva indegno del suo ruolo, dopo quelle parole.

 

- Vi chiedo scusa... se non ve l'ho detto prima. Se non vorrete seguirmi... non vi biasimerò.

 

Il silenzio calò in quella piccola grotta colorata dalla debole fiamma del falò: nessuno dei due compagni, istintivamente, sapeva come rispondere esattamente a quella richiesta. Entrambi avevano coperto il volto da un'ombra nera, dove solo gli occhi dispiaciuti e tristi della Schiumorana erano perfettamente visibili.

 

- C-capitano...

 

- E...eheh...

 

Una risatina maliziosa si sentì tenue nella stanza: il Frogadier e il Riolu si girarono silenziosi verso il Grovyle, non capacitandosi dell'ironia celata in quella visione nera.

 

- E... eheh... eheh... Allora anche tu non sei perfetto come vuoi far credere, eh?

 

Il piccolo licantropo guardò sorpreso e timoroso nei confronti dello spadaccino: non sembrava minimamente turbato da tale nero nascosto nella boccetta dell'inchiostro.

 

- Non ti... infastidisce? - Chiese insicuro il piccolo licantropo.

 

- No... mi sta molto bene, invece.

 

Il tono del Grovyle era normale, di quella normalità confidenziale che non esprimeva emozioni, ma un parere oggettivo che proveniva dall'animo. In quella confessione d'odio, il Grovyle si improntò nella sua sincerità.

 

- Ci sono un sacco di nullità, in questo modo, che fanno delle cose che mi stanno sul c**zo. E quelle che mi danno più il voltastomaco... sono quelli che pensano di essere meglio degli altri senza alcuna ragione. Tu sei uno dei pochi... che è onesto con sé stesso, anche se gli altri potrebbero dirti qualcosa. Non lo chiamo difetto...

 

Guardò negli occhi del capitano, con quel sentimento di fiducia e di rispetto che il Riolu non si sentiva di meritare, ma che era inequivocabilmente vero e reale.

 

- Lo chiamo... onore.

 

Nonostante quei sentimenti gli ritenesse immeritati, il piccolo licantropo rimase connesso all'onestà dimostrata a sua volta dal compagno. Poteva leggere nel suo animo che era rimasto davvero colpito dalle sue parole, e in un modo assurdamente positivo che sembrava troppo bello per essere vero.

 

- Non c'è bisogno di scusarsi. A me sta bene che tu sia così, - disse Kenji, rimettendosi in piedi, - ragazzini del cavolo che sparano purezze a tutto spiano perché vogliono farsi sentire "bravo" dai propri genitori o superiori fanno ben più schifo del tipo di Kodamon che tu sei. Non ti portano a scontri... non ti portano divertimento.

 

Ormai rapito dal silenzioso carisma del suo sottoposto, si prese con sé la sua saggezza, in risposta a quella precedente del piccolo licantropo.

 

- E' noioso seguire uno che vede solo il bianco delle cose e schifa il nero,  pensando di non essere mai stato macchiato nella sua vita.

 

Una frase apparentemente dettata da paura della noia, ma che riassumeva fermamente l'essenza dello Spadaccino dalle Mille Lame: non avrebbe mai seguito un cavaliere senza macchia e senza difetto, perché poco vicino dalla realtà dello scontro di anime. Per lui, falsa modestia e fenomeno di ostentazione era solo frutto del celare le proprie debolezze, cosa che invece, in quel momento, il piccolo licantropo aveva fatto senza pensarci. Rukio non si era reso conto di quale coraggio necessitava e quale consapevolezza di sé un atto del genere comportava, ma il suo sottoposto Grovyle invece sì, e aveva consolidato con questo il patto di fiducia che aveva sancito un anno e sei mesi fa, la prima volta che era venuto a Brusilia con il ninja acquatico.

 

Se Byakuken Kenji fosse uno spadaccino rinomato per il suo valore e la sua costanza, questo sarebbe stato il messaggio che sarebbe stato impresso nelle menti di ognuno. Ma come irreale suonava la veloce redenzione, allo stesso modo suonarono irreali quelle parole di sentimento.

 

- In quale... In quale biscotto della fortuna hai trovato questa frase? – Chiese il compagno Schiumarana.

 

- Eh?

 

Il ninja spalancò le braccia verso i lati, come se il Legnogeco avesse fatto la più grande delle stupidaggini.

 

- Lo sai bene, Mon Dieu! Non è cortese rubare le parole di un altro se sono così alte e di gusti sopraffini!

 

- COSA STAI INSINUANDO? - replicò lo spadaccino , - CHE NON SONO IN GRADO DI DIRE QUALCOSA DI PROFONDO UNA VOLTA TANTO, EH?

 

Il Frogadier sorrise all'imbarazzo del collega, a quel suo compagno di avventura che gli era stato accanto per dieci anni.

 

- Ho... capito.

 

Ed effettivamente, egli aveva capito.

 

- Grazie per essere stati sinceri con noi, capitano.

 

Il piccolo licantropo guardò la Schiumorana con la bocca semi-aperta: adesso, era il suo turno, quello di stupire.

 

- Non ti preoccupare: quello che penso di te, non cambierà con questa conversazione. Ti ha fatto molto male... perdere la tua compagna, vero? Al punto da arrivare a desiderare la sofferenza di un Kodamon...

 

In poche parole, il ninja nullafacente e inquieto fece centro al primo colpo, senza che nessuno gli avesse chiesto niente. Forse, il Riolu era stato così esplicito da far diventare lo stesso Shinso a sua volta un pokémon Emanazione.

 

- Però... non importa. Tu sei l'eroe di Borgo Quieto, colui che ha salvato il mondo dalla Materia Oscura. E più volte... io e Kenji abbiamo visto quanta passione tu metta nel lavoro e di quanto tu ci tenga ai tuoi compagni, così come nel fare del bene. Se hai qualche macchia qua e là, non rovinerà la bellezza del quadro complessivo.

 

Uno sbuffo seccato partì dalle labbra del Legnogeco, propriamente annoiato per il falso rimprovero precedente.

 

- Ed io sono quello che parla a biscotti di fortuna... - commentò Kenji.

 

- TU NON PARLI MAI COSI'! C'E' DIFFERENZA!

 

- NON RIMPROVERARE SU COSE CHE FAI ANCHE TU! FROGGY DI MERDA!

 

I soliti guardi cagneschi, quelli che il piccolo licantropo ormai aveva imparato a capire, si stamparono di nuovo sul volto della ranocchia piagnucolona e lo spadaccino indomabile. Nonostante il discorso serio, nonostante la pesantezza di tali parole, essi stavano per riprendere un inutile litigio, ricordando al Riolu quanto, in realtà, si faccia preoccupazioni che in fondo non esistevano affatto.

 

- Excuse moi? Stai facendo tutto te adesso...

 

- T-tu... BRUTTO-

 

- Pfff... eheh...

 

La tensione scivolò in un istante: davanti all'ennesimo scoppio di litigata tra i due, una fragorosa risata uscì dalla bocca del piccolo licantropo.

 

- AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!

 

- COSA C'E' DI COSI' DIVERTENTE, CAPITANO? - Esclamò rabbioso lo spadaccino.

 

- AAHAHAHAHAH! Ah... ah...

 

Si stropicciò gli occhi, asciugandosi le lacrime della risata e quelle indietro del suo animo tormentato.

 

- V-voi due... siete il massimo! Siete i migliori compagni di avventura che si possa desiderare!

 

Non spiegò del perché di quell'affermazione, passando subito allo step successivo senza lasciare che i due gli chiedessero spiegazioni.

 

- Andiamo ora: penso che i trenta minuti siano passati.

 

- Mon dieu... Ma guardalo! - Disse il Frogadier, - e ora sorride come se nulla fosse successo! Dov'è finita tutta quella rabbia...

 

- Senti chi parla... E sappi che questo non vuol dire che non te la farò pagare per la tua simpatica battuta.

 

****NOTE DELL'AUTORE****

- Legenda:

Hakū (白烏) : Corvo Bianco White Crow

 

 

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Capitolo 19: dentro l'ombra (prima parte)

 

Spoiler

Centosettantesimo anno del drago, ore 23.00. I tre pokémon attraversarono le scale e arrivarono al ventiduesimo piano, quello che doveva essere l'ultimo piano controllato dai guardiani.

Stranamente, non trovarono altri Claydol o Golurk nei dintorni: la spiegazione più plausibile, forse era che, dopo essere arrivati così in fondo a quel dungeon, i criminali che vi venivano rinchiusi in passato non avessero più via d'uscita, rendendo inutile un ulteriore protezione. Questa non è una considerazione che il nostro team prese in esame.

 

- (E' molto strano. Possibile che tutti i Kodamon fossero concentrati prima?)

 

Quando però arrivarono verso le scale del piano successivo, scoprirono la verità: intorno all'entrata c'erano accatastati corpi privi di vita dei guardiani del luogo, con il volto sfigurato ed un grosso buco nel petto. Lo spettacolo sarebbe stato molto raccapricciante, se si fossero trattati di pokémon fatti di carne e ossa.

 

- Beh... Almeno siamo sicuri che sono passati di qua, - commentò Kenji.

 

- Certainement! E' un buon motivo per essere positivi e gioire di questo!

 

- Non ti facevo il tipo sadico, Shinso.

 

- OH JESUS CHRIST!

 

Rukio sorrise sotto i baffi.

 

- (Ho appena fatto un discorso serio qualche minuto fa e sono lì a scherzare come se nulla fosse. Ho davvero bisogno di avere attorno Kodamon del genere, neanche loro sanno quanto...)

 

Proseguirono in questo modo fino ad arrivare al piano ventiquattro, di fronte ad un'entrata vuota in pietra semicircolare, dal diametro di cinque metri. Il vento che proveniva dalla porta, a differenza di quello precedente che era viscido e caldo,  era freddo e pungente, talmente gelido che il Frogadier si mise a tremare come una foglia.

 

- Brrrr... M-mon d-dieu, c-capitano! S-siamo p-passati d-d-d-a un Gyarad-dos a K-kyurem?

 

Il piccolo licantropo indurì il suo sguardo, segno che i suoi sensi gli stavano mandando segnali di pericolo.

 

- (Ho... una brutta sensazione...) - pensò tra sé e sé.

 

- Etciù! E ho pure finito il té, Sacrebleu! P-perché questo d-dungeon non può avere un clima n-normale, e-eh?!

 

- Che seccatura... Possibile che ti devi lamentare sempre di qualcosa?

 

- N-non s-sono di s-sangue c-caldo c-come t-t-t-t-e...

 

- Sono anch'io di sangue freddo...

 

- State zitti un momento! - Ordinò il Riolu.

 

Era un pokémon molto cauto solitamente: nonostante avesse un affinità nel seguire le proprie emozioni, era qualcuno che s'impegnava ad usare la testa prima di fare qualunque mossa. Tuttavia, un timore bruciante gli stava dicendo di fermarsi un attimo e riflettere sul passato, una sensazione simile a quando ci si dimenticava qualcosa d'importante.

 

- Qualcosa non va? - Chiese lo spadaccino preoccupato.

 

- Non lo so per certo, ma... per qualche motivo, mi sento inquieto...

 

- C-come s-si fa a non esser-re inquiet-ti? - Continuò la Schiumorana, balbettando, - n-ne ab-biamo v-viste di ogni da q-quando s-siamo q-

 

- PUOI PROVARE ALMENO A PARLARE COME UN POKE'MON NORMALE? - Gridò irritato il suo compagno Legnogeco.

 

- Kenji, - gli intimò fermo Rukio.

 

- UH?

 

- Non ora. Mi sono appena ricordato di una cosa vitale. Ho bisogno che voi due mi facciate un favore.

 

I due compagni si guardarono confusi, non riuscendosi a sintonizzare sulla linea di pensiero del capitano.

 

- Venite qui.

 

Si avvicinarono al piccolo licantropo, avvicinando la testa come stava facendo segno lui. Questo spiegò per filo e per segno quali erano i suoi dubbi e come risolverli, sottovoce, come se non volesse farsi sentire nemmeno dalle pietre. Successivamente si misero a maneggiare con la borsa dell'Esploratore e con la sciarpa dell'Armonia, che normalmente il Riolu non avrebbe lasciato toccare a nessuno.

 

- Perfetto! - Esclamò soddisfatto, - avete fatto un ottimo lavoro! Non si nota neanche!

 

- Non lo so, capitano... - disse il Grovyle, - per me sono misure inutili...

 

- Mon dieu... "Possibile che ti devi lamentare sempre di qualcosa"?

 

L'essere rinfacciato della sua stessa frase non fece piacere al Legnogeco, che digrignò i denti come un Pyroar a difesa del suo territorio. Manifestò istintivamente un Fendifoglia con il braccio destro, pronto a tagliuzzare la Schiumorana.

Ma, sapendo del combattimento che lo aspettava, decise di risparmiare i suoi fendenti per lo scontro successivo, distogliendo lo sguardo irritato.

 

- Sei fortunato che dobbiamo lottare...

 

- Mon Dieu... E sono io quello che si deve calmare...

 

I preparativi furono ultimati e il team Skyriders procedette al piano successivo, dove avrebbero dovuto trovare Slade. Impiegarono molti secondi per scendere le scale, che sembravano non finire mai, fino a che non arrivarono ad un'entrata semicircolare, della stessa ampiezza di quella principale a forma di Gyarados.

 

I tre entrarono nella sala: si ritrovarono in un enorme spazio aperto ampio cinquanta metri e alto venti, dalla forma circolare. Il terreno aveva una pavimentazione irregolare, dalla quale spuntavano piccole stalagmiti alternate a montagnette che variavano dai due ai sette metri, rendendo il suolo non troppo ampio ma nemmeno troppo stretto. Già il dungeon in sé era un luogo perfetto per nascondersi, una volta fosse stato possibile avere a che fare con i guardiani: quell'ultimo piano, inoltre, dava la possibilità a fuggitivi di poter cogliere di sorpresa eventuali inseguitori, come nel caso del team Skyriders.

 

Questo avanzò per l'enorme sala, tra le rocce irregolari. Non trovarono alcuna via d'uscita, come ci si sarebbe aspettato. Essendo un piano senza la possibilità di avere correnti d'aria, questa risultava umida e stagna, rendendo molto simile la stanza ad una cella di prigione senza sbarre.

 

- Parbleu! Sembra di non respirare qua!

 

Nonostante la mancanza di un modo per uscire dalla sala, se non per la stessa entrata, non trovarono tracce né dell'Aggron né di qualsivoglia pokémon.

 

- (Come è possibile? - si chiese il piccolo licantropo, - se non c'è alcuna uscita qui avremmo dovuto incontrarlo...)

 

Lo spadaccino si grattò la testa con la mano sinistra, guardandosi intorno in modo annoiato.

 

- Ehi, capitano: sei sicuro che si trovino qui? Non c'è niente di niente...

 

- (Che sia fuggito senza che ce ne accorgessimo? No... non è possibile. Non è il tipo da non lasciare tracce. C'è solo un verso per arrivare qui: l'avremmo incontrato sicuramente, visto che non fuggirebbe mai da me. Quel mostro non ci penserebbe due volte a farmi innervosire. Se è fuggito lo deve aver fatto prima che noi fossimo entrati nel dungeon. E purtroppo... sento che è vicino.)

 

- Parbleu! Mi vuoi far credere che abbiamo fatto tutta questa strada per niente?

 

- (Non riesco a smettere di essere inquieto... mi sento esplodere: è da quando sono qui che ho questa sensazione. Cosa mi sfugge?)

 

- Ehi capitano, - lo interruppe il Grovyle, - sei tra noi?

 

- Uh? Oh scusa... Stavo riflettendo.

 

Lo spadaccino fece uno sbuffo di rassegnazione, per poi rimproverare il Riolu.

 

- L'ho visto... Però ci farebbe piacere che ogni tanto ci rend-

 

La sensazione di paura divenne più forte che mai: arrivò come un colpo d'ascia dall'alto, da dietro la schiena. L'istinto prese il sopravvento sul corpo di Rukio,  facendogli gridare dall'animo un urlo disperato.

 

- VIA DA QUI! SPOSTATEVI AI LATI!

 

Quell'urlo improvviso fece venire i brividi alla schiena ai suoi compagni, che senza pensarci due volte obbedirono al capitano, schizzando come due cavallette, senza neanche guardare da cosa stavano fuggendo. Un secondo dopo, un piccolissimo lasso di tempo dal loro balzo, ci fu un boato assordante: una meteora di quattro metri si schiantò sul terreno, facendo rimbombare l'intero piano con scosse sismiche di magnitudo sette. Il piccolo licantropo perse l'equilibrio e rotolò per un piccolo tratto, per poi frenare con le braccia e rimettersi in piedi.

 

- Tch! Appena in tempo!  - Esclamò il piccolo licantropo, rapito da una scarica di adrenalina.

 

- Che seccatura... - disse il Grovyle, elettrizzato, - Eheh... Ci aveva quasi fregato...

 

- M-MON DIEU! CHE DIAVOLO ERA QUELLO!?!

 

Nel punto d'impatto si era alzato un polverone, coprendo la visuale per un'ampiezza di dieci metri. A parte un grigio scuro provocata dalla cenere del luogo abbandonato, non si riuscivano a vedere altri colori.  Un peso non corporeo si posizionò sulle spalle degli esploratori, provocando in loro senso di vuoto e perdizione.

 

♫ Uuuuno duuue... treeee quattroooo... 

 

Una palla nera si manifestò in mezzo alla coltre: da essa una voce profonda, ma che nascondeva dietro di sé il sorriso inquietante di un bambino, si fece largo come un bisbiglio nelle orecchie del piccolo licantropo. I suoi occhi si allargarono, mentre il suo pelo si fece irto dalla rabbia.

 

- ♫ Chiudi la porta... o scappa il gatto. 

 

Durante il secondo verso, uno stridio graffiante si fece largo sul pavimento, come un serpente strisciante dalla corazza metallica. Un brivido inquietante scorse lungo la schiena della ranocchia nel sentire quel rumore.

 

- C-capitano...

 

Si girò verso il piccolo licantropo: notò con preoccupazione che, in lui, non vi era né amore né raziocinio. 

 

-  Uuuuno duuue... treeee quattroooo... 

 

Al terzo verso, in mezzo alla palla nera si distinsero due luci: la prima una piccola palla azzurra come un lago quieto in una notte di luna piena; la seconda, un'enorme luna rossa in un bosco tetro, come se fosse l'inizio di una favola di vampiri.

La forma della meteora cominciò ad essere più distinta: dal blocco rotondo e nero, vi si scolpì la figura di un triceratopo bipide di quattro metri, di cui si potevano distinguere le mani. Le unghie di queste continuavano a ballare e a contrarsi, come se quell'individuo non vedesse l'ora di afferrare qualcosa tra i suoi artigli. 

 

-  L'uomo nero... viene a pranzo!

 

(ost dark guild)

 

Dalla polvere nera, tre pokémon di tipo Acciaio fecero la loro apparizione: Mashinsatsu Kreeko, un Metang con una frattura sulla parte anteriore della corazza; Mashinsatsu Stern, uno Steelix dai denti acuminati come quello di un Sharpedo. Ma negli occhi di Rukio, nessuno dei due vi si riflesse al loro interno. Nel suo sguardo, vi era solo spazio per l'autore della canzoncina inquietante.  

 

- Hai acquisito dei buoni riflessi... nel periodo in cui siamo stati lontani...

 

Il demone Macellaio: Mashinsatsu Slade.

 

- Mi sei mancato tanto... amico mio... - disse l'Aggron con gli angoli della bocca inarcati verso l'alto. 

 

Il volto del piccolo licantropo era irriconoscibile: sembrava quello di un demone uscito dall'oltretomba per punire i mortali. 

 

- Non sono... un tuo amico! - Ringhiò trattenuto Rukio.

 

- CHE MAAAALE! - Disse il pokémon Corazza, mettendosi una mano sul cuore, - Così mi fai piangere! Si parla in questo modo ad un vecchio compagno di bevute?!

 

Era un pazzo ed un assassino, ma ciò che lo rendeva ancora più inquietante era il suo distorto e depravato senso dell'umorismo.

 

- Mi fa davvero male al cuoricino... - disse l'Aggron, sorridendo. 

 

- Ehi, microbo! Ne è passato di tempo! - disse Stern, salutando a sua volta il vecchio compagno di giochi, - Rehrehreh!! Ti conviene cominciare a scappare, topolino!

 

- ESATTO! KRIHIHIH - disse Kreeko, - QUESTA VOLTA NON SCAPPERAI! TI TRASFORMEREMO IN UNA IRRICONOSCIBILE SBOBBA DI CARNE!

 

Anche i suoi compagni erano depravati come lui, ma abbastanza intelligenti da potersi considerare gli autori della trappola. La caduta della meteora era stata fatta in questo modo: il Metang aveva utilizzato Magnetascesa, posizionandosi poi sulla sua schiena del proprio capo per magnetizzarlo a sua volta, utilizzando così tanta energia da farlo arrivare al soffitto. Quando  il team Skyriders era arrivato in mezzo alla sala, Kreeko aveva rilasciato la mossa, mentre l'Aggron si era accovacciato, rilasciando un Pesobomba alla massima potenza. In tutto questo,  o Steelix invece si era nascosto nel terreno, pronto ad usare uno Sgranocchio in caso il capo avesse mancato il bersaglio, ma i nemici fossero rimasti ancora al centro della sala. 

 

La trappola non aveva funzionato, ma l'entrata in scena era degna dei più teatrali degli attori: una presentazione esplosiva che aveva puntato tutti gli occhi del pubblico sul suo macabro spettacolo. 

 

- Calmi ragazzi... una cosa alla volta! - Disse Slade, alzando le mani per fare segno di calmarsi - Non dobbiamo farlo sentire troppo a disagio! Già mi sembra abbastanza nervoso...

 

Il Riolu stette in silenzio, ma sembrava dovesse esplodere da un momento all'altro. 

 

- Dimmi, Rukio-chan: come sta lo sceriffo? L'ultima volta non mi è sembrato fosse in forma: era decisamente sovrappeso... Ci tengo che i miei amici stiano bene! Sono riuscito ad alleggerirlo con i miei pugni? Spero di non averlo fatto diventare anoressico... 

 

Negli occhi del capitano del team Skyriders il fuoco della rabbia bruciò di nuovo con ardore.

 

- *censura*... PER COLPA TUA ORA E' IN UNA VASCA ELETTROMAGNETICA SENZA SAPERE QUANDO SI RISVEGLIERA'! NON LA PASSERAI LISCIA!

 

- "Non la passerò liscia!" - Disse, usando lo stesso tono del Riolu, - Uhmm...

 

Il pokémon Corazza si grattò il lato destro della testa, alzando lo sguardo al cielo. 

 

- Mi sembra... ah! Sì: ho già sentito questa frase. Aspetta... quando.... ah! Sì: quando mi hai imprigionato in quel brutto posto! Non era molto comodo, sai? Eppure... - disse allargando le braccia, - Eccomi qui, in una commovente e fantastica riunione di famiglia!

 

Il suo sorriso era quanto di più inquietante ci potesse essere: un sorriso che sormontava la parte alta delle sue guance, mostrando gli aguzzi denti di metallo.

 

- Mi sei mancato molto... Rukio-chan.

 

- MON DIEU! QUESTO QUI HA SERIAMENTE QUALCHE PROBLEMA! - Commentò il Frogadier.

 

- Non sei quello che dovrebbe parlare...  - disse il Grovyle, - ma ti devo dare ragione...

 

- EXCUSE MOI?!

 

- Allora, tu chi prendi Kreekko? - Chiese il pokèmon Ferroserpe, facendo scodinzolare la parte terminale della sua coda.

 

- PRENDO LA RANA! KREHEHEH! SCOMMETTO CHE FA UN BEL RUMORE QUANDO LO SPIACCICHERO' AL SUOLO! LO SCHIACCIERO' PER BENE! FARA' SPLAFF COME UNA BRAVA RANOCCHIA!

 

In quell'istante, il mondo del Frogadier si fece spento: la verve di felicità e spensieratezza sparì tutto d'un colpo, come se un fratello maggiore avesse cambiato canale alla tivù del fratellino passando da un cartone animato ad un thriller. Sentendosi chiamato in causa, il ninja acquatico fece qualche passo in avanti, dando la sua attenzione al Metang. Nel suo viso non trasparì alcuna emozione: le palpebre erano ferme ed inflessibili, mentre la chiusura della bocca era perfettamente orizzontale, come un rospo che si stava riposando su una foglia di ninfea.

 

- UHM?

 

Il Metang si accorse del suo sguardo fisso puntato su di lui, ghignando nella sua arroganza.

 

- CHE C'E'? E' VERO! QUANDO SCHIACI LE RANE, QUESTE FANNO SPLAFF! E' UN SUONO DIVERTENTE!

 

Il Frogadier si girò verso il suo compagno, indicando con il pollice il pokémon Ferrunghia.

 

- Gli altri... sono indecenti. Se possiamo paragonare quel mostro ad un Primogenito, questi due sono più infimi di una escrezione nociva.

 

- E' UN COMPLIMENTO?

 

- Significa che siete peggio di sterco di Mamoswine, plebeo. - commentò serio il ninja. 

 

Lo Spadaccino strabuzzò gli occhi davanti all'offesa del suo compagno, sorpreso, mentre i due seguaci si infuriarono.

 

- CO CO CO SA SA?!

 

- COME TI PERMETTI, RANOCCHIA SCHIFOSA! - Urlò lo Steelix, - TI TRASCINERO' CON IL MIO CODACCIAIO PER TUTTA LA GROTTA!

 

Lo spadaccino sentì una strana sensazione dalla Schiumorana: per qualche strana ragione, non si sentiva in obbligo di prenderlo in giro. Anzi: sentiva in lui il bisogno di controllare la situazione emotiva del suo compagno.

 

- Come mai questi insulti, oggi? - Chiese il Grovyle, preoccupato di non vedere la solita sciarada.

 

- Perdere una persona cara... davanti ai propri occhi, senza potere fare niente...

 

La bocca del Legnogeco si chiuse in un sentimento solenne, riconoscendo la serietà delle parole del suo compagno.

 

- Non sono in vena di giochi, Kenji.

 

Il Meisoku della Schiumorana uscì lentamente dal suo corpo, espandendosi per sei metri, come una serpe che si avvicinava alla preda sibilando. Alla sua solita colorazione azzurra, vi si poterono vedere delle macchie tendenti al blu scuro.

 

- Sono... Di pessimo umore, adesso.

 

L'aura del Frogadier gridava a tutto spiano "violenza" e "uccisione": fu chiaro come il sole che la ranocchia fifona aveva tutta l'intenzione di dare una lezione a quegli sciocchi avanzi di manicomio. Il Grovyle mostrò un sorriso arrogante, intrigato nel vedere il suo compagno in procinto di attaccare.

 

- Che seccatura...  - disse, ghignando, - allora dovrò fare anch'io sul serio...

 

Lo spadaccino rilasciò un Meisoku bianco come la neve, di sei metri, al cui interno vi si poterono intravvedere delle scintille rosse. Slade tremò dall'eccitazione di fronte a quella visione.

 

- Anche voi due potete rendere visibile il vostro Meisoku? Geheheh! Ti sei trovato dei fantastici nuovi compagni, eh Rukio? 

 

I suoi occhi si inarcarono verso l'alto, come due mezze lune in una notte buia.

 

- Non vedo l'ora... non vedo l'ooooooora.... Chissà quanto ti contorcerai dalla disperazione quando spaccherò le loro teste davanti ai tuoi occhi... Mi chiedo... se urleranno come quella piccola gattina rosa...

 

Il Riolu non rispose alla provocazione. Emise dell'aura sinistra, emanandola per cinque metri, leggera e sibilante come dei fili d'erba, mentre il suo volto dagli occhi rossi e indemoniati manifestavano una rabbia omicida. La tranquillità dei suoi movimenti, unita alla rabbia delle sue intenzioni, divenne una risposta più che eloquente alla domanda dell'Aggron. Come un leone pronto a saltare addosso ad una gazzella, la figura di Rukio gli fece venire delle scosse d'adrenalina.

 

- Oh... Sì... - disse, godendo, - quel fuoco nei tuoi occhi... Quanto mi è mancaaaaato!

 

Mosse la lingua intorno alle sue labbra ferrose, pregustando il combattimento.

 

- Quindi... Con cosa vuoi cominc-

 

- Jinrō Kenpo: KING KONG HAMMER!

 

Slade non fece in tempo a finire la frase che il piccolo licantropo gli era già balzato addosso, facendo la prima mossa. Il criminale fu abbastanza rapido e accorto da proteggersi con le braccia, ma la repentinità dell'azione non gli diede la possibilità di mettere abbastanza forza. Venne spinto via per cinque metri, rimanendo in piedi, ma sulla pelle rocciosa del braccio destro si formò una frattura consistente.

 

- Ehhhhh? Già con le maniere forti?

 

Parte delle sue scaglie d'acciaio si staccarono dal braccio, cadendo sul terreno con un rumore sordo. 

 

- Tsé... - disse annoiato, - e dire che le avevo appena lucidate...

 

- BRUTTO INSOLENTE! SGRANOCCHIO!

 

Irritato dalla mossa senza rispetto, Stern balzò addosso a Rukio, che dopo quell'attacco era ancora a mezz'aria, facile preda di un attacco. Tuttavia, Kenji bloccò con un Fendifoglia rapido la mossa di tipo Buio, respingendolo all'indietro e sbattendolo al suolo.

 

- Ehi ehi... Sono io il tuo avversario!

 

Lo Steelix si alzò lentamente, come un cobra reale pronto a mordere.

 

- Non vorrai ignorarmi, spero! Sai: era da tanto che non andavo da un arrotino. La tua pelle sembra perfetta...

 

- NON TI METTERE IN MEZZO, STUZZICADENTE! CODACCIAIO!

 

Senza pensarci due volte, il pokémon Ferroserpe tornò alla carica, cadendo nella trappola dello spadaccino.

 

- Troppo facile... Mi piacerebbe giocare con te, ma non ho il tempo... - disse il Grovyle preparando due Fendifoglia con le braccia e uno con la lunga foglia sulla testa. 

 

Saltò dal pavimento, gettandosi addosso al seguace di Slade.

 

-Senkendō: GREEN ATLAS!

 

Un fulmine verde si scagliò con una forza dirompente sulla testa di Stern, creandogli un taglio a croce sulla testa. Il sottoposto del carnefice svenne sul colpo, lasciandogli delle crepe sulla testa, finendo K.O. L'Aggron spalancò gli occhi, sorridendo, sorpreso di vedere quella mossa meravigliosa.

 

- OH OH?

 

- E' uno è andato. "Operazione veloce", giusto capitano?

 

- Ben fatto, Kenji.

 

- (Ha mandato K.O. Stern con pura forza bruta... - pensò Slade, sorridendo, - Oddiiio...Eheh... Oggi mi divertirò un mondo!)

 

Il piccolo licantropo si girò verso sinistra, per intimare il compagno Frogadier a fare il suo lavoro.

 

- Spero che farai il tuo lavoro, Shin-

 

Quando voltò completamente la testa, rimase di sasso. Mizukage Shinso stava bellamente seduto sul Metang, il quale era pieno di tagli sul suo corpo d'acciaio e completamente privo di sensi. Il ninja non aveva nemmeno un graffio: stava sorseggiando una bella tazza di camomilla aromatizzato alla Baccafrago, sereno.

 

- Du du... dududuuu...

 

I tre strabuzzarono gli occhi dalla sorpresa. Nessuno di loro si era accorto di niente: né Slade, né Kenji, né lo stesso Rukio.

 

- Qualcosa non va, capitano? - Esclamò sorridente la Schiumorana.

 

- (M-ma quando...) - pensò il Riolu.

 

Persino Slade, colui che aveva la situazione in pugno, non poté fare a meno di vacillare un po' di fronte a quello scenario fuori dal quadro.

 

- (E... quello?- pensò preoccupato, - N-non ho avvertito niente...)

 

Il Grovyle era l'unico con una mezza idea di quello che era successo: lo si poteva vedere dalla sua espressione  irritata, accentuata da una goccia di sudore sulla guancia destra.

 

- (Dannato Froggy... Per fortuna nessuno ha visto niente.) T-tutto secondo i piani, capitano, - disse il Legnogeco per sviare il discorso, - ora non dovremmo avere più interruzioni, giusto?

 

- S-sì. Ok ragazzi: procedete da piano concordato!

 

I due si allontanarono dall'Aggron e dal Riolu, spedendo con la Spilla del GIK i due tirapiedi nella prigione di Brusilia. Quello scontro sarebbe stato un uno contro uno: i due sottoposti del team Skyriders avrebbero aspettato che il capitano fosse in difficoltà, prima di aiutarlo. Prevenzione per eventuali trappole e colpi segreti, risparmio delle forze: nessuno di questi era la motivazione principale. Senza i due in mezzo, Rukio avrebbe potuto usare al massimo la sua forza, senza timore di doversi trattenere. Il piccolo licantropo aspettò che loro due fossero distanti almeno una decina di metri, prima di mettersi all'opera. Slade lasciò fare a loro tutto ciò: dopotutto, tutto quello andava a favore del suo Modus Operandi.

 

- Ora siamo solo io e te, mostro.

 

- Eheheh... geh... Non vedevo l'ora! - Disse entusiasta, - quando avrò finito con te... ti renderò uno straccio per il pavimento, e torturerò davanti ai tuoi occhi i tuoi nuovi compagni. Sì... non vedo l'oraaaa...

 

Finita quella frase, un Meisoku nero come l'oscurità di sette metri, dalle sfumature rosse come il sangue, fuoriuscì dal corpo dell'Aggron. 

 

- METALTESTATA!

 

(Ost Jellal)

 

Il suo corpo cominciò a splendere come un diamante nero, per poi lanciarsi a tutta velocità verso il Riolu. In lui vi era solo una carica spericolata, senza alcuna preoccupazione di un contrattacco. Questo decise di concentrare la sua aura nei palmi per riuscire ad afferrarlo per la testa. La forza del piccolo licantropo fu tale che non solo stoppò l'attacco del criminale, ma riuscì a lanciarlo in aria verso il soffitto.

 

- Sei forte come al solito... - Disse l'Aggron, lasciando che la forza lo portasse in aria, - MA TI DIMENTICHI DEL MIO PESOBOMBA!

 

Si fermò in aria, per poi cadere verso il basso di nuovo.

 

- ARRIVA IL LUPO CATTIIIIIIVO ♫!

 

- Non me ne sono dimenticato, - commentò il pokémon Emanazione, - avevo bisogno di tempo per preparare la mia mossa successiva. Jinrō Kenpo...

 

Rukio concentrò ancora una volta l'aura nelle sue mani. Non appena l'Aggron raggiunse la quota giusta, lui gli scaricò contro una raffica di pugni, verso la parte bassa del criminale.

 

- JINRŌSENKEN!

 

Quella Zuffa potenziata era carica di tutta l'ira nei confronti del criminale: creò un forza tale da fermare l'impatto di Slade contro di lui, facendo rimanere il serial killer a mezz'aria per tutta la durata dell'attacco. A causa della posizione assunta per il Pesobomba, il pokémon Corazza non poté difendersi, subendo in pieno il colpo.

 

All'ultimo pugno, il Riolu lo scaraventò via di nuovo, facendolo sbattere con violenza contro una delle piccole montagne. L'impatto fu tale che si formarono delle crepe su di essa, ma, nonostante il danno subito, il triceratopo di ferro si rimise in piedi. Sputò sangue dalla bocca, per poi riprendere a parlare.

 

- Abbiamo tanta voglia di combattere, eh? E' fantastico... Sei davvero diventato più forte!

 

Nonostante la dimostrazione di potenza, però, il pokémon Emanazione era già affaticato: usare tante mosse del Jinrō Kenpo senza prendersi delle pause risultò molto stancante, per lui.

 

- Anf... Anf... (Non lo ricordavo così resistente...) - commentò il Riolu.

 

L'Aggron ticchettò con la bocca, indispettito dalla poca stamina del suo amichetto.

 

- Tsk tsk tsk tsk... Già col fiato corto? E' un peccato... Proprio ora che cominciavo a scaldarmi...

 

Il Meisoku dell'Aggron aumentò di intensità, raggiungendo gli otto metri.

 

- Sai... Quelle catene non sono esattamente un toccasana per la salute: le mie ossa sembrano degli Ekans in convulsione. Volevi... sconfiggermi subito? Per questo sei partito a tutta birra? Che strano... credevo tu mettessi anche in calcolo questa possibilità... Non dirmi che te ne sei dimenticato!

 

Il Riolu non rispose: era troppo impegnato a recuperare il fiato perduto. Un ghigno di superiorità si stampò sul pokémon Corazza, godendo del momento in cui la preda stava per arrendersi al predatore. 

 

- Oh povero... povero Rukio-chan! Sei così stanco che non hai nemmeno la forza per rispondermi! Beh... pazienza! Sarò gentile e ti farò notare un altro errorino di calcolo... Non ti preoccupare! E' solo qualcosa di poco conto, giurin giurello! 

 

L'Aggron alzò il pugno destro al cielo, inarcando il suo sorriso come una mezza luna.

 

- Lo sai vero... che sei in un luogo pieno di roccia, no? - Chiese Slade ironicamente.

 

- (M-MALED-)

 

- PIETRATAGLIO!

 

Dal terreno cominciarono a spuntare rapidamente stalagmiti di pietra dura, in linea retta verso il piccolo licantropo. L'attacco aveva un raggio talmente ampio che mise in pericolo anche il resto del team Skyriders.

 

- MON DIEU! NON POSSO GODERMI UNA CAMOMILLA IN PACE?!

 

- Ehi ehi! Non ho voglia di ballare, ora!

 

L'Aggron continuò ripetutamente a scaricare pugni sul terreno: l'attacco era tanto casuale quanto potente, e non diede il tempo a nessuno dei tre di avvicinarsi a lui. Quando si assicurò di avere abbastanza tempo, usò una Lucidatura per prepararsi al contrattacco.

 

- Ora è il mio turno... OH RUUUUUUUUUUUUUUUUKIOOOOOOO! ARRRIIIIIIVOOOOOO! - disse canticchiando, - METALTESTATA!

 

La Lucidatura aumentò la velocità e lo rese più adrenalinico, rendendo impossibile la schivata al pokèmon Emanazione.

 

- AAAAAAAAAAAAAAARGH!

 

Il Riolu venne sbattuto contro una delle tante stalagmiti formate, ricevendo danni sia frontalmente che sulla schiena. La fortuna di avere un corpo piccolo gli impedì di essere incornato.

 

- ALLACCIA LA CINTUUUUUUUURA!

 

Slade trascinò Rukio contro dieci e più stalagmiti con il suo Metaltestata, fino a raggiungere la parete, dove continuò a schiacciarlo inesorabilmente.

 

- AAAAAAAARGH!!

 

Era con le spalle al muro, completamente bloccato: l'unico colpo che avrebbe potuto sferrare erano dei Forzasfera dalle sue mani, ma si sarebbe danneggiato anche lui. Rendendosi conto che il capitano fosse in difficoltà, i due compagni decisero di entrare in gioco.

 

- MON DIEU, CAPITANO! DOBBIAMO INTERVENIRE KENJI!

 

- LO VEDO DA ME, FROGGY DEL C**ZO! SENKENDŌ: SHAKU-

 

Il Grovyle aveva intenzione di attaccare con il Shakushihō, ma non riuscì ad mettere a segno la mossa per colpa di un Pietrataglio che sbucò all'improvviso dal terreno. Impegnato con le braccia, Slade aveva deciso di creare un Pietrataglio usando la coda.

 

- Ehi. Non mi piacciono le interruzioni... - disse il demone.

 

- Merda! Fendi... Urgh!

 

Purtroppo, Kenji accusò il colpo a causa della sua distrazione e non riuscì a contrattaccare. In quel frangente, sarebbe stato dovere di Shinso intervenire al posto del compagno, ma né lui né il Legnogeco avevano messo in conto che lo spadaccino sarebbe stato messo fuori gioco. Provò a manifestare il suo Meisoku, ma le scintille nere e viola che aveva usato senza problemi prima erano ancora presenti, intrappolando il ninja acquatico in un dubbio ignoto, che lo bloccò.

 

- (Che faccio?! Cosa faccio!? Non posso usare quelle tecniche davanti al capitano! Che faccio?! Che faccio!?)

 

Rimase fermo immobile, senza intervenire. Slade tolse la sua attenzione dai due e la ripose di nuovo nel suo lupacchiotto preferito.

 

- Sembra che il tuo team non riesca a tenere il tuo passo... eh Rukio-chan? E' un vero peccato... Vorrà dire che ti metterò a nanna e penserò a loro, poi. 

 

Spinse con più forza il corpo del Riolu contro la roccia, cercando di andare piano per garantire che il corpo del Riolu rimanesse integro.

 

- Non ti preoccupare: - disse, - non ti ucciderò. Come posso privare il mio amichetto del mio show?

 

Il piccolo licantropo afferrò le corna dell'Aggron, premendo su di esse per spingersi fuori. Anche se era malridotto, la forza fu tale da contrastare, a sorpresa del pokémon Corazza, la Metaltestata usata.

 

- Uh?

 

- M-mi spiace deluderti, Slade... - disse, annaspando, - Puoi t-tenerti il tuo "show" schifos-so per g-gli spettri nella tua testa.

 

- Uh? Guarda che è diverso dal solito sh-

 

Sull'occhio destro del piccolo licantropo si manifestarono dei lineamenti dorati che ricordavano l'anello di Arceus. Il Mashinsatsu spalancò gli occhi dallo stupore. 

 

- Non s-sono venuto qui per farmi mettere all'angolo...

 

Il Meisoku di Rukio si manifestò come una corrente distruttiva.

 

- SONO QUI PER SCONFIGGERTI! 

 

Il motivo per cui aveva usato tante tecniche del Jinrō Kenpo era questo: stancandosi più velocemente, ma resistendo agli attacchi, avrebbe potuto raggiungere il danno necessario per essere convertito in forza. Il suo Meisoku raggiunse i dodici metri, prodigandosi per lo scontro finale. 

 

- RAKUJITSUDŌ: BLUE DUSK!

 

 

L'ondata di energia proveniente da lui scaraventò l'avversario distante, senza lasciandogli il tempo di contrattaccare.

 

- (Questa energia... E' la stessa dell'altra volta... Eheh...) AHAHAHAH! FINALMENTE HAI DECI-

 

Non ebbe il tempo di finire la frase che il Riolu era già posizionato sopra la sua testa, pronto ad infliggere la punizione meritata.

 

- (E' velo-)

 

Non ebbe il tempo di elaborare che si ritrovò con la testa sul terreno, schiacciata dall'impeto del martello della giustizia.

 

- KING KONG HAMMER!

 

L'impatto con il terreno creò una breve scossa sismica di magnitudo 10, facendo tremare la grotta e creando una crepa di cinque metri di diametro al punto d'impatto. Per qualche secondo, la vista del pokémon Corazza divenne bianca, completamente immacolata e senza reazione. 

 

- SI'! - Esclamò Shinso, alzando la teiera, - DAGLI QUELLO CHE SI MERITA!

 

- Non era quello che voleva il capitano come un bravo bambino?

 

- ERA PRIMA DI VEDERE IN FACCIA QUELLA BESTIA! SE LO MERITA! 

 

- Che seccatura...

 

Il Riolu mise i piedi in terra, lanciandosi in cielo. 

 

- Jinrō Kenpo...

 

L'Aggron riprese conoscenza, cercando di ripercorrere ciò che gli era successo.

 

- (Sono... svenuto?)

 

Guardò in cielo, vedendo che il piccolo licantropo si stava preparando ad un secondo attacco. Il Riolu si stava preparando con due Forzasfera nelle sue mani. Un ghigno si stampò sul volto del pokémon Corazza.

 

- STIAMO GIOCANDO CON LE LUCI?! MI PIACE! 

 

Spalancò la sua bocca, accumulando energia nera dal suo Meisoku. Per un attimo, l'aura manifestata sparì, come se tutta la sua energia fosse concentrata in quel colpo. 

 

- DEATH CANNON! GEAAAAAAAAAAAAARGH!

 

Un Iper Raggio attraversato da una spirale nera venne sparata dalle sue fauci, mirando al piccolo licantropo. Rukio però, invece di rispondere al fuoco con il fuoco, fece una virata in aria, schivando il colpo.

 

- C-cos-

 

Guardò negli occhi il piccolo licantropo: nei suoi bulbi oculari, vi era estrema confidenza e volontà di un grande combattente.

 

- (Se lo... aspettava?)

 

Tirò le mani all'indietro, lanciando i due Forzasfera dietro di sé. Questi colpirono l'Iper Raggio lanciato, creando un esplosione dirompente. Rukio sfruttò l'esplosione per lanciarsi come un missile sul serial killer.

 

- PALMOFORZA!

 

Usando la mano destra, tirò un potente schiaffo sulla guancia del pokémon Corazza, così forte che gli fece torcere il collo quasi a centottanta gradi.

 

- Te l'ho detto...

 

Il Riolu si posizionò a terra, concentrando la sua aura sullo stesso palmo usato, tirandolo all'indietro sul fianco.

 

- Con te... non giocherò né oggi; né domani; né dopodomani... NE' MAI E POI MAI!

 

L'Aggron si girò verso di lui, con sguardo che rifletteva stupore ed inquietudine. In tutto il suo splendore, il piccolo licantropo si lanciò su di lui mirando alla pancia. 

 

- (Fantastico...) - Disse il Corazza con un sorriso. 

 

- Jinrō Kenpo: DRAGON PAW!

 

Il Palmoforza potenziato colpì in pieno il ventre di Slade, sfasciando il suo strato di acciaio e bruciando parte della pelle sottostante. Immense scosse elettriche lo pervasero per tutto il corpo, fulminandolo come un albero secco, mentre sulla stalagmite lì vicino si stampò la zampata di un drago dal diametro di cinque metri. 

Il serial Killer venne mandato al tappeto senza neanche avere il tempo di contorcersi dal dolore. Nessuna emozione, nessun grido: l'Aggron finì K.O. senza avere neanche la soddisfazione di un combattimento serio, talmente fu soverchiante il potere dell'eroe di Borgo Quieto. Fu così che terminò quello scontro: il Pokèmon Corazza al suolo privo di sensi, con un Riolu in piedi ricoperto di un aura blu-elettrico, mentre le fiamme del Blue Dusk ancora bruciavano la sua mano destra. Rukio rimase a guardare il corpo del suo avversario con disprezzo, come se avesse composto una poesia con parole di odio, un disegno nero con degli strappi fatti con unghie rovinate, che molti critici avrebbero osato chiamare "arte". Mentre lui era in quello stato, i suoi compagni gli si avvicinarono lenti, increduli da quella dimostrazione di rabbia così impari eppure così giusta.

 

- E'... Finita? - disse il Grovyle, incredulo. 

 

Dai racconti del capitano, aveva presagito uno scontro più cruento. Invece, era durato così come era iniziato: con un grande botto improvviso.

 

- Che peccato... - commentò Kenji come la paura per la sorte del capitano non fosse mai esistita.

 

- PECCATO UN CORNO, MON DIEU! - Disse la Schiumorana, - POTEVA RIMANERCI SECCO!

 

- OSI PARLARE, FROGGY VISCIDO?!?! - Rispose rabbioso, - NON HAI FATTO UN BEL NIENTE!

 

- EXCUSE MOI?!? MI SONO IMPEGNATO A NON MORIRE! E' UN GRAN BEL RISULTATO!

 

- CON CHE CORAGG-

 

Un peso di gravità colpì le loro spalle, come se le loro colpe stessero gravando sui loro animi: il piccolo licantropo aveva gli occhi puntati su di loro, con quello sguardo iracondo ed omicida.

Già di norma non era una buona idea fare arrabbiare il capitano: provocarlo in modalità Blue Dusk, era come chiedere di essere spedito all'altro mondo. 

 

- Ho appena finito un combattimento... e voi già litigate? Potete smetterla... per favore? - Chiese, col tono della calma prima della tempesta.

 

L'eccessiva tranquillità in quello stato di potere divenne un veleno per i due: si inginocchiarono con sguardo pietrificato di fronte a Rukio, tremanti.

 

- S-scusa capitano! - Risposero in coro i due.

 

Si girò poi verso l'Aggron, caduto a terra con un tonfo. 

 

- Avevo messo in conto che fosse diventato più forte e di dovermi affidare al Blue Dusk. Ma di rimanere così integro anche dopo tutti quegli attacchi...

 

L'unica ferita era quella sulla pancia ed una piccola macchia di metallo piegato in testa: ma, sebbene fosse svenuto, non vi era alcuna fuoriuscita di sangue. Era molto probabile che il danno fosse stato tutto interno, ma non abbastanza da bucare la sua corazza metallica.

 

- Rimarrà e rimane sempre un mostro...

 

- G-già... E' una vera seccatura, - riprese Kenji, - Forse, se l'avessi sfidato io, probabilmente avrei dovuto ucciderlo per vincere.

E' una fortuna che tu riesca a fare quella mossa con Palmoforza...

 

- Oui Oui... Per quanto mi fosse piaciuto darti una mano, sapevo che sarebbe stato offensivo nei tuoi confronti, mio capitano. Non volevo insultarti non dimostrandoti fiducia!

 

- Eheheheheh...

 

All'improvviso, si sentì una risata beffarda, da presa in giro. Il Frogadier si sentì ferito nell'orgoglio.

 

- MON DIEU, KENJI! BASTA RIDERE! SONO SINCERO!

 

- Eheheheh...

 

- Che cazzo stai dicendo, froggy viscido? Non sono io che rido.

 

- Eh? 

 

Di fianco a loro, mentre si rialzava, Slade si mise a ridere a crepapelle. Era un risolino sommesso, quasi statico, ma che crebbe fino a sfociare in una risata dirompente.

 

- AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAH!

 

Arrivato al punto della sua sconfitta, forse, il suo cervello stava cominciando a perdere del tutto l'unico briciolo di ragione che gli permetteva di agire. Rukio non fu completamente impressionato, ma si mise in guardia.

 

- (Ha resistito al Dragon Paw? - pensò annoiato, - Porca miseria...)

 

- Tsk... Mi aspettavo una fine più dignitosa, - disse il Grovyle, - adesso sta dando completamente i numeri.

 

- B-beh, non che prima fosse sano di mente, - commentò il Frogadier.

 

Lo spadaccino si rimise in piedi, preparando un Fendifoglia.

 

- Il nostro capitano deve averti dato una bella strigliata se hai da ridere così. Ti conviene stare a cuccia se non vuoi che ti faccia a fette. Io non sono gentile come il capitano...

 

- Eheheh... Quanto sono teneri i tuoi compagni... Rukio-chaaan - Disse Slade, con un ghigno da far accapponare la pelle - mi piacerebbe tanto conoscerli meglio...

 

- E' una pessima idea! - Esclamò la Schiumorana, - la lucertola verde qui può essere un amante molto molesto!

 

- Ehi. 

 

- Non ti preoccupare... viscido amico, - disse l'Aggron, -  sono un fiero sostenitore della monogamia... 

 

Il Meisoku nero fece di nuovo la sua apparizione, muovendosi come un torrente impazzito intorno al pokémon Corazza.

 

- E' MEGLIO CHE PRENDIATE LE DISTANZE!

 

L'Aggron rilasciò un'ondata di energia dal suo corpo, che respinse i tre lontano da lui. Il capitano provò ad usare Protezione per difendersi, ma non riuscì a bloccare l'elevata pressione che quell'aura nera dalle sfumature grigie esercitò su di loro.

 

- Tic toc, ragazzi! Siamo al novantesimo minuto, purtroppo... Temo che sia giunta l'ora di mettere la parola fine qua. Siete troppo forti per me! Non né uscirò vincitore da qui, se continuo a giocare...

 

Mostrando un espressione fintamente triste, si mise a piangere con lacrime da coccodrillo.

 

- Sei forte, mia piccola palla di pelo, sei cresciuto molto... Ancora ricordo quando hai gridato di rabbia la prima volta, mentre ti mostravo il corpicino di Mew... Sniff... Sembrava fosse solo ieri!

 

- Giuro che gli taglio le gambe. - commentò lo spadaccino.

 

Una strana sensazione percorse le viscere del piccolo licantropo. Era chiaro che Slade era con le spalle al muro. Eppure, egli non si sentiva in tale modo. Anzi: il suo animo continuava a ridere come una bambina tra le proprie amiche, in procinto di provare delle nuove scarpine alla propria bambola preferita.

 

- (Cos'ha in mente?)

 

- Credo che questo sarà un addio, mio Rukio-chan...

 

(Shadow masquerade)

 

Da una placca sul capocollo, Slade tirò fuori un oggetto molto familiare ai nostri eroi, un oggetto che mai si sarebbero aspettati di trovarsi di fronte. I tre compagni sbiancarono di colpo: una sciarpa nera con le cuciture rosso cremisi pendeva dalla mano sinistra del pokèmon Corazza. L'unico che riuscì a parlare fu Shinso in quel momento, che era diventato bianco cadavere.

 

- E-ehi... M-ma q-quella è...

 

- Oh? Sembra che abbiate visto un fantasma! Deduco che già abbiate avuto il piacere di vedere il Veloscuro...

 

- (Veloscuro?! Che diavolo è quella roba?!) - Pensò il piccolo licantropo.

 

- Eheheh... Meno male... Mi risparmiate la spiegazione.

 

Indossò la strana sciarpa legandosela alla testa come una bandana. Non appena finì di annodarla, un potente Meisoku nero dalle sfumature questa volta rosso sangue fuoriuscì dal corpo del criminale e invase tutta l'area circostante, facendo tremare di nuovo quella già pericolante grotta. La densità nell'aria si fece più pesante. Sembrò di essere immersi sott'acqua, senza la possibilità di respirare.

 

- CRAAAAA! CHE DIAVOLO SUCCEDE?!?!?!?!

 

- Che seccatura... e ora?

 

I tre pokémon fecero tutto il possibile per non essere spazzati via, aggrappandosi alle Pietrataglio dell'Aggron con le proprie braccia. Il vento d'energia cessò dopo pochi istanti, come un flash fotografico istantaneo, lasciando spazio ad una visione terrificante, che andava oltre ogni immaginazione. 

 

- Cosa... c-cosa... - Balbettò il piccolo licantropo. 

 

Slade era ricoperto da una sottile membrana nera per le parti metalliche, mentre dalla sua ombra si ergeva grande come una montagna una figura demoniaca indefinita.

 

Davanti a loro, non vi era più un pokémon: le sue sembianze erano paragonabili più ad un golem di pietra con delle fattezze simili al suo padrone, con l'unica differenza che aveva delle borchie sulle nocche delle sue possenti mani.

Era enorme, talmente grande da toccare quasi con la testa il soffitto. Il team Skyriders, per la prima volta in diciotto mesi d'esplorazione, conobbe la parola paura.

 

- CRAAAAAAAAAAAAAAAA!!

 

Per la prima volta come team, il Grovyle mostrò evidenti segni di preoccupazione sulle sue guance, che trasparirono del sudore freddo.

 

- Ehi ehi... E' uno scherzo, vero?!

 

Rukio non proferì esclamazioni: rimase terrorizzato a bocca aperta. Nel suo corpo, una sensazione di terrore profondo e vuoto pesante attraversò le sue membra, come la più bruciante delle acquaviti. Aveva già provato quella sensazione, quella tremenda sensazione che aveva portato via ogni sua speranza: quel giorno lontano nell'Albero della Vita, al cospetto di quella che era l'incarnazione delle emozioni negative rifiutate. Ma a confronto con quel mostro, quella "cosa", la Materia Oscura era minuscolo ragno sul pavimento, pronto ad essere schiacciato e tolto da questo mondo. Quando il suo sguardo ricadde sui pugni del mostro, nella sua mente un particolare funesto gli venne in mente come una tempesta: la brutta ferita sul dorso di Magnezone. Non ci mise molto a mettere insieme le due cose: senza perdere tempo, afferrò Kenji e Shinso di getto.

 

- Eh?

 

- Che fai, capitano?

 

Tirandoli per le braccia, li scaraventò lontano, verso l'entrata del venticinquesimo piano. Questi atterrarono sul pavimento, doloranti per l'improvviso lancio.

 

- Eheh... Pensi in fretta, amico mio... - disse l'Aggron, ormai ricoperto dall'oscurità, - molto bene... allora ti risparmierò la sofferenza...

 

Senza neanche lasciargli il tempo di contrattaccare, Il golem d'ombra di Slade scaraventò il pugno destro addosso a lui, rilasciando un'esplosione di proporzioni catastrofiche, Improvvisa come fu improvvisa la sua apparizione. Sollevò un enorme cumulo di polvere, facendo tremare l'intero piano e creando delle crepe sul pavimento. Nel punto in cui aveva sferrato il colpo, si formò una buca profonda, sbriciolando ogni possibile traccia del piccolo licantropo.

Calò il silenzio da entrambe le parti, mentre i detriti sulla fossa si polverizzarono lentamente. I due compagni per la vita non ebbero idea di come reagire a tutto ciò, talmente in fretta accadde tutto quell'incubo. Nemmeno Slade, che avrebbe dovuto acquistare la vittoria, non seppe cosa dire. Forse, in realtà, lui era talmente assuefatto dalle loro espressioni che era rimasto senza parole nella lussuria. Passò qualche secondo, prima che quest'ultimo rompesse il vuoto lasciato nel team Skyriders.

 

- Sì...Eheheh...Sì... ehehegehehehe.... 

 

I suoi bulbi oculari erano spalancati di euforia, nel vedere le facce disperate dei compagni di Rukio.

 

- GEAHAHAHAAHAHAHHAH! GEAHAHAHAH! QUESTE SONO LE FACCE! QUESTI SONO GLI SGUARDI CHE VOGLIO! ODIO! DOLORE! DISPERAZIONE! OHHHH SI'!!!!! PIANGETE! DISPERATEVI! SAZIATEMI DELLE VOSTRE LACRIME!

 

- N-non è vero, - disse distrutto Shinso, - è... Solo uno scherzo...

 

Il Grovyle guardò attonito il punto d'impatto, senza parole.

 

- AHAHAHAHAHHA! IMPAGABILE!! AHAHAHAHAH!! CONTINUA PER FAVORE!

 

- C-capitano...

 

Il Frogadier, sopraffatto dalle emozioni, esplose in un urlo disperato.

 

- CAPITANOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!

 

 

 

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Capitolo 20: dentro l'ombra (seconda parte)

 

Spoiler

- ZITTOOOOOOOOOOOOO!!!

 

Una Forzasfera finì ai piedi della ranocchia. Poco più in là della buca, alla destra del golem d'ombra, una figura ricoperta di un fuoco blu-elettrico levò un urlo di rimprovero, nascosto sotto i detriti e le rocce dell'esplosione.

 

- STAI ZITTO!!! PERDERO' UN TIMPANO PER COLPA DELLE TUE URLA, C***O!

 

(Ost bleach show off)

 

Slade rimase di sasso. Nella risata larga di cui stava godendo, rimase impalato con la faccia ghignante, passando da un cattivo vincente ad un cretino confuso.

 

- Geh?

 

- YAHAHAH! - Rise lo spadaccino, - Ci è caduto con tutte le zampe! Sei stato perfetto, capitano!

 

- PERFETTO?! - Esclamò il Riolu.

 

La pantomima del Frogadier cessò all'istante, guardando il suo collega come se questo non gli stesse riconoscendo la sua parte di merito.

 

- Excuse moi? - disse serio, - nessuna parola sulla mia scena? Ci ho messo vero dolore!

 

- PERFETTO UN CORNO! - Gridò il piccolo licantropo, - PERCHE' NON AVETE COLLEGATO ANCHE VOI LE NOCCHE SULLE SUE MANI?!

 

- Dai non rompere, - commentò il Legnogeco, -  nessuno avrebbe potuto capirlo così velocemente. L'importante è questo idiota abbia rivelato la sua arma segreta, giusto?

 

Slade abbassò gli angoli della bocca, rendendo più evidente il suo negativo stupore.

 

- In realtà io l'avevo capito, - disse la Schiumorana, alzando poi la zampa destra, - il mio piede destro era già indirizzato alla fuga.

 

- Nessuno te l'ha chiesto, dannato Froggy... - disse lo spadaccino alzando gli occhi al cielo.

 

L'Aggron fu pervaso da un onda di nervosismo: abbassò le mani verso i fianchi, irrigidendo lo sguardo.

 

- Cos'è... questo?

 

- Stai fuggendo dal fatto che tu sei l'unico che non se ne è accorto? - chiese la ranocchia.

 

- SE VUOI LE BOTTE DILLO, DANNATO FROGGY!

 

- CHE SCHERZO E' QUESTO???

 

L'urlo furioso di Aggron interruppe il seme del litigio comico, facendo girare verso di lui l'intero team Skyriders.

 

- COME FAI AD ESSERE ANCORA VIVO?!? - gridò verso il Riolu, - TI HO SPIACCICATO CON LE MIE MANI D'OMBRA!

 

- Perché mi volevi morto? - chiese serio Rukio, - non volevi farmi soffrire?

 

- B-beh...

 

- Pfff...

 

Un riso sbuffante uscì dalle labbra del piccolo licantropo: la sensazione di aver convinto il criminale in una finta morte, ed averlo preso in giro, era il miele nel latte caldo per l'eroe di Borgo Quieto. Anche un difensore della giustizia come lui, a volte, poteva provare piacere nel rendere pan per focaccia a colui responsabile delle sue sofferenze.

 

- Mi dispiace, Slade, - disse ironicamente, guardandolo con un mezzo sorriso, - è un vero peccato...

 

L'Aggron guardò il piccolo licantropo con sguardo confuso, non capendo minimamente di cosa stesse parlando. Il Riolu lo guardò come chi aveva la vittoria in pugno, fiero e sicuro di sé.

 

- Sapevo che stavi nascondendo qualche arma segreta. Stavo solo aspettando che tu mi mostrassi... la formazione delle tue pedine.

 

- L-le mie... pedine?

 

Alzò la mano sinistra verso di lui, chiusa in un pugno stretto.

 

- Prima ancora di combattenti... noi siamo una squadra d'esplorazione. A differenza tua, non lottiamo solo con la forza bruta.

 

Il Riolu aprì la mano, mostrando nel suo palmo uno strano oggetto sbiadito, dalla forma ovulare con le punte strette.

 

- Ti dice niente... questo?

 

Era un seme bianco, dalle nervature raggrinzite e spente, come se fosse senza vita. Purtroppo per Slade, egli era fin troppo familiare con quell'oggetto. Sempre in mano a giustizieri disperati, era anche tra gli oggetti della sua vittima preferita.

 

- U-un... Semebase?!

 

Un fulmine a ciel sereno percorse le membra ferrose dell'Aggron: persino un Serial Killer come lui poteva perdere le staffe per quel minuscolo oggetto.

 

- No... Non è possibile... UN REVITALSEME?! DOVE DIAVOLO LO TENEVI NASCOSTO?!

 

- Proprio qui...

 

Indicò vicino al suo collo con il dito medio, dando la segnaletica sul nodo nella sua sciarpa.

 

- L-la Sciarpa... dell'Armonia... - disse il criminale titubante.

 

- Prima di scendere quaggiù, non riuscivo a togliermi dalla testa un brutto presentimento. La sensazione di aver dimenticato qualcosa d'importante, ed il pensiero di averla dimenticata mi faceva irritare. Poi... mi sono ricordato.

 

- (E' conciato malissimo... Adesso che guardo meglio, ha un enorme pugno stampato dietro la corazza. Chiunque sia stato, deve avere una statura fuori dal comune. Senza contarne la forza... Non riesco nemmeno ad immaginare quanto abbia sofferto...)

 

- Ero così preso dall'affrontarti... che non mi ero chiesto come siano state possibili le ferite sulla corazza di Magnezone. Certo: sapevo che eri forte, ma non ricordavo che le tue mani fossero così grosse da lasciare quell'impronta. Quindi... sono arrivato alla conclusione che tu avresti potuto avere qualche asso nella manica che avrebbe potuto metterci in guai seri. Certo, - disse con un tono serio, - quel golem d'ombra... Non lo avevo minimamente immaginato...

 

- U-un Revitalseme... U-un fo***to... revitalseme...

 

Era stato ingannato, era stato tradito, era stato usato dalla sua vittima preferita, che beffardo aveva sventato il suo colpo di grazia.  Per la prima volta nella sua vita, Slade si mise a piangere dalla rabbia.

 

- SEI CATTIVO! NON SI BARA COSI' AD UN GIOCO!

 

- Oh? Stai piangendo per una sconfitta?

 

L'Aggron digrignò i denti con forza nevrotica: strofinava questi l'uno contro l'atro creando degli agghiaccianti striduli metallici e suoni di ossa spezzettarsi. In quel momento, il piccolo licantropo sentì la sensazione appagante di restituire tutto il dolore subito indietro al responsabile con gli interessi.

 

- Dov'è finito il tuo tono ironico? Anche tu finalmente hai perso la pazienza? Il grande Mashinsatsu messo nel sacco da un piccolo Riolu? Dimmi...

 

Lo sguardo del pokémon Emanazione non trasudava più il terrore e la rabbia che tanto eccitava il demone macellaio, come il più lauto dei pasti. I suoi occhi esclamavano vittoria, quella vendetta che tanto aveva agognato nei confronti di quell'essere immondo.

 

- Come ci si sente... ad essere preso per il c**o?

 

Il sadico omicida morì con quella frase: al suo posto, il golem d'ombra dietro di lui prese il sopravvento, cercando una cieca e senza senso furia distruttiva.

 

- GRAAAAAAAAAAAAAAAAGROGROGROOOORGH!

 

La mano sinistra del Golem si sollevò, puntando verso il pokémon Emanazione.

 

- CRAAAA! CAPITANO ATTENTO!

 

Il Riolu emise di nuovo il suo Meisoku di dodici metri.

 

- AGILITA'!

 

Rukio fu tempestivo: usò la mossa di stato per aumentare la sua velocità, riuscendo a schivare il colpo senza problemi. Il golem d'ombra si perse completamente nella furia: continuò ad attaccare alla cieca, menando pugni su pugni sul terreno già instabile. Sebbene fosse grosso, la velocità della sua scarica era quella di una mitragliatrice. Il piccolo licantropo dovette indietreggiare, rinunciando a tornare all'offensiva.

 

- Tch! (Gli ho fatto scoprire le sue carte... ma non pensavo fosse un tale problema.)

 

Il Golem continuò ad attaccare lo spazio intorno a sé: con ogni pugno livellava il terreno, rendendone impossibile dei movimenti nella zona colpita.

 

- (Sta distruggendo il suolo... - pensò, facendo cadere un'occhiata sul pavimento, - se continua ad attaccare così non riuscirò più a muovermi come voglio. Ho bisogno di una mano qua.)

 

- GHIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO...

 

Usando un'altra Agilità, si precipitò dai suoi compagni, per chiedere un attacco congiunto.

 

- Che seccatura, capitano, - disse il Grovyle, - Penso non l'abbia preso bene il tuo scherzetto...

 

- Ho bisogno di una mano.

 

- Sì, posso vederlo...

 

Il Frogadier si mise le mani in testa, esprimendo tutta la sua disperazione.

 

- EXCUSE MOI!? DOBBIAMO SCONFIGGERE QUELL'ABOMINIO?!

 

- Non abbiamo scelta. - Disse il RIolu con sguardo inebetito.

 

- Uhm Uhm. - Annuì il Grovyle.

 

Chiaramente, tra i due quello con più sale in zucca era il ninja piagnucolone.

 

- Non so a quale favola della buona notte siete abituati... - disse, - ma non credo che il legame indissolubile, fantasmagorico e sincero dell'amicizia possa bastare a mandarlo K.O.

 

Il Grovyle lo trafisse con lo sguardo.

 

- Ma ti sembra il momento di scherzare, Froggy viscido?

 

- SIETE VOI CHE NON PRENDETE SUL SERIO TUTTO QUESTO!

 

- GHIOOOOOOOOOOOOOOOOOOO...

 

Il golem, rendendosi conto che il pokémon che stava attaccando era fuggito, volse lo sguardo per cercarlo, e non appena trovò i tre, continuò i suoi colpi indirizzandoli verso il gruppo.

 

- Oh-oh...

 

Il team Skyriders schivò i colpi del golem, saltando da una parte all'altra del pavimento, come scarafaggi inseguiti da uno schiaccia insetti.

 

- (Continua ad attaccare nello stesso punto. Forza e riflessi non vanno d'accordo con lui...) RAGAZZI! - Disse Rukio per richiamare all'attenzione i suoi compagni.

 

- Uh?

 

- HA DEI RIFLESSI LENTI! FACCIAMO "TOCCATA E FUGA" UNO ALLA VOLTA!

 

"Toccata e fuga" era una strategia standard: si trattava di mirare ad un attacco preciso, per poi battere immediatamente in ritirata, tornando sulla difesa.

 

- DOBBIAMO CAPIRE COSA PUO' FARE E DOVE COLPIRLO!

 

In quel momento, il Grovyle stava schivando i colpi, e nel mentre cercava di avvicinarsi.

 

- Oh? Interessante... - Commentò Kenji, - allora andrò prima io!

 

- ASPE-

 

Non fece in tempo ad ammonire il suo compagno che Kenji era già balzato addosso al golem, mirando alla testa.

 

- Senkendō: BYAKKO NO TOTSUGEKI!

 

Il Grovyle sferrò una serie di fendenti sulla testa del golem, pensando che fosse il suo punto più debole. Tuttavia, l'unica cosa che riuscì a fare era spostare la sua attenzione verso di lui.

 

- Tch! Neanche un graffio...

 

Di tutta risposta, il golem attaccò il Legnogeco con un Death Cannon lanciato dalla sua bocca, in aria quando ancora lo spadaccino non poteva schivare.

 

- MERD-

 

Fortunatamente, quando Kenji era partito alla carica, Shinso lo aveva puntualmente seguito, conoscendo la natura troppo spericolata del compagno. Alla giusta distanza, il Frogadier lanciò la sua lunghissima lingua ranesca, afferrando lo spadaccino e riportandolo a terra, in piedi.

 

- MON DIEU! VUOI STARE ATTENTO?! - Sbraitò il ninja, - COME HAI POTUTO ANCHE SOLO PENSARE CHE UN ATTACCO FRONTALE FOSSE UNA BUONA IDEA!?

 

Il Grovyle non disse nemmeno grazie: era scazzato che il suo collega non aveva ancora attaccato quel mostro.

 

- Stai zitto. Attacca anche tu.

 

- Ma che-

 

Non ebbe il tempo di controbattere che il golem d'ombra sparò un altro Iper-raggio nella loro posizione.

 

- MON DIEU! CHE MANIERE! UNO NON PUO' PARLARE IN PACE!

 

Giunse le mani verso il fianco destro, creando una palla d'acqua vorticosa.

 

- BECCATI QUESTO: IDROPULSAR!

 

A differenza del compagno, Shinso provò a mirare allo stesso Slade.

 

- (Anche se è fuori controllo, il pazzoide dovrebbe essere lo stesso il suo "cuore")

 

- OTTIMA IDEA, SHINSO! - Gridò il capitano, preparandosi a seguire con un suo attacco quello della Schiumorana. Anche lui creò una sfera di Meisoku con le mani.

 

- FORZASFERA!

 

I due attacchi colpirono contemporaneamente il luogo mirato, in attesa di qualche risvolto. Purtroppo per loro, il Meisoku oscuro che circondava Slade era talmente spesso che impediva ogni possibilità di penetrazione.

 

- Non è abbastanza...

 

- (Merdè...)

 

- ATTENTI! TORNA ALL'ATTACCO! - gridò il Grovyle.

 

Il golem sputò dalla bocca un altro Death Cannon. Il team lo schivò senza problemi, ma l'impatto col suolo creò un Terremoto, creando anche delle crepe sui muri.

 

- Porca miseria... Se continua così potrebbe caderci l'intero dungeon addosso! - fece notare Rukio, - dobbiamo accelerare il ritmo!

 

- Ci penso io, - disse Kenji, - Shinso! Tieniti pronto ad afferrarmi!

 

- EXCUSE MOI?!

 

Non diede neanche il tempo al suo compagno di ricevere una risposta affermativa.

 

- Senkendō: GREEN ATLAS!

 

Usando una stalagmite come appoggio, il Grovyle divenne un fulmine verde e si lanciò a tutta furia contro il busto del golem. Questa volta, però, gli passò attraverso, come se non vi fosse alcun tipo di materia.

 

- COSA?

 

Il golem rispose con un altro pugno, mirando allo spadaccino. La Schiumorana lo afferrò di nuovo con la lingua, ma non riuscì a schivare completamente il colpo per il compagno, che venne tagliato sulla gamba sinistra dalla pressione del vento.

 

- MON DIEU! POFFIBILE CHE FU DEBBA FEMPVE FAVE DI FEFFA FUA?! - Disse, mentre lo riappoggiava a terra.

 

- ARGH! PIU' VELOCE LA PROSSIMA VOLTA, CAZZO!

 

- TU PENSACI DUE VOLTE PRIMA DI FARE QUESTE FESSERIE, - rispose mettendo giù il compagno.

 

Dopo l'attacco dello spadaccino, Rukio fece la sua mossa. Riunì due Forzasfera nei suoi palmi, creando un'unica sfera gigante.

 

- Jinrō Kenpo: BAKUGETSU!

 

Lanciò il colpo dritto verso il corpo del golem. Lo colpì in pieno e, nonostante sembrasse inefficacie, sia questo che Slade si sentirono urlare di dolore.

 

- GHIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!

 

- GRAAAAAAAAAAAAAAARGH!

 

- L-l'ha colpito?! - Si schiese stupito la Schiumorana.

 

- Sembra che tu gli abbia fatto qualcosa, capitano, - disse il Legnogeco.

 

- (Perché il mio attacco ha avuto effetto e quello di Kenji no? Era più veloce il suo e l'ha schivato senza problemi. Se ha un potere che lo smaterializza temporaneamente perché non l'ha fatto con il Bakugetsu? Che sia...)

 

Non fece in tempo a finire il pensiero che il golem rispose all'offensiva con un altro Death Cannon. I tre riuscirono a schivare il colpo, ma le scosse divennero sempre più continue.

 

- RAGAZZI, - ordinò il Riolu, - ATTACCATE CON DELLE MOSSE POTENTI! TUTTI INSIEME!

 

- M-ma cap-

 

- FATELO!!

 

- M-MON DIEU!

 

Sotto le direttive del capitano, il team Skyriders attaccò il golem contemporaneamente.

 

- Senkendō: SHAKUSHIHŌ!

 

- IDROPULSAR!

 

- BAKUGETSU!

 

Il Grovyle questa volta optò per un cannone d'aria, evitando colpi fisici, Shinso per una raffica di palle acquatiche, mentre il pokémon Emanazione usò di nuovo la luna esplosiva. Gli attacchi dei compagni attraversarono il golem, mentre il suo stavolta venne schivato. Il golem rimase a fissare il punto d'esplosione del colpo di quest'ultimo: sembrava molto infastidito.

 

- Ghioooooo...

 

- Volevo che non fosse vero, ma...

 

Da quel comportamento e dai dati precedenti, il piccolo licantropo arrivò alla conclusione vera.

 

- Sembra... che possa fargli danno solo io...

 

Lo Spadaccino sbuffò annoiato.

 

- Che seccatura... Siamo nella merda. - disse il Legnogeco, - Se non riesci a sconfiggerlo da solo, e noi non possiamo fargli niente...

 

- JESUS CHRIST! NON ABBIAMO POSSIBILITA' DI USCIRE VIVI DA QUI!

 

Durante la discussione, il golem d'ombra si mosse verso di loro allungandosi dal Slade. Caricò il pugno destro, mirando verso il piccolo licantropo.

 

- MERD-

 

- SHAKUSHIHŌ!

 

Il Grovyle usò un cannone di vento per rallentare il golem. Purtroppo, come avevano già appurato, non ebbe alcun effetto su di lui.

 

- Tch! Non posso davvero fargli niente!?

 

- PROTEZIONE!

 

Il piccolo licantropo stese le mani avanti, creando una cupola di cinque metri che riuscì ad intercettare il pugno con le borchie. Si sentì un sfrigolio metallico e una scossa sismica, ma il capitano del team Skyriders riuscì a proteggere i compagni. 

 

- CAPITANO! - Urlò il Frogadier.

 

- SPOSTATEVI DA QUI! NON SO PER QUANTO ANCORA RIUSCIRO' A MANTENERLA!

 

Continuò a mettere Meisoku in quella barriera, pensando anche di riuscire a respingere il nemico. Lo stesso fece però il golem d'ombra: aumentò la massa oscura del suo pugno, aumentandone il peso. Si formarono delle crepe sulla barriera: non avrebbe retto ancora per molto. 

 

- (Merda! - pensò, - Non mi aspettavo tutto questo aumento di forza!)

 

I lampi della Protezione continuavano a saettare al di fuori essa, segno dell'enorme scontro di volontà che stava avvenendo. Il piccolo licantropo continuava a digrignare i denti: non si sarebbe arreso per nulla al mondo. 

 

- (Mi hai portato via... colei a cui tenevo di più al mondo. La mia fantastica compagna di viaggio...)

 

Impuntò i piedi sul terreno, cercando di imprimere più forza. Nella sua mente, i suoi pensieri non erano rivolti a rabbia o vendetta: vi erano soltanto le figure dei suoi nuovi compagni di viaggio. 

 

- (NON TI PERMETTERO' DI PORTARMI VIA ANCHE LORO!)

 

Mentre combatteva, una voce profonda ma bassa si fece largo come un bisbiglio.

 

- F... al...

 

Il piccolo licantropo sbatté le palpebre, confuso.

 

- Fa... Male... A-aiuto...

 

Era la voce di Slade, di quell'essere ripugnante che godeva nella sofferenza altrui. In quelle parole il piccolo licantropo non vi lesse bugia o quant'altro. La barriera si interruppe improvvisamente, poiché il Riolu interruppe d'istinto la Protezione. Il pugno si diresse verso RUkio, mentre questo era completamente paralizzato. Un'ombra lo agguantò velocemente, salvandogli la vita da morte certa. 

 

L'impatto del pugno creò una cupola di polvere di dieci metri, che annebbiò la vista dello stesso golem. Esso non perse tempo però: stampò un altro pugno in quella direzione, convinto di poter prendere in pieno anche gli altri due. Invece, dalla coltre di fumo, uscirono fuori una figura in più di quanto fosse abituato il mostro oscuro. 

 

- GHIOOO?

 

Al posto del team Skyriders, vi erano quattro Frogadier, probabilmente creati dal Mizubishin del medesimo. 

 

- Ghiooo...

 

Poco più distante, il team Skyriders era nascosto dietro a delle stalagmiti precedentemente create da Slade, approfittando anche di un Kōsui creato da Shinso. Per mantenerle più a lungo possibile, la Schiumorana ordinò alle copie di schivare ogni colpo del gigante, come aveva chiesto il capitano.

 

- C-cosa ti è saltato in mente!? - disse il Frogadier, mentre aveva in braccio il piccolo licantropo. 

 

Era stato lui a salvarlo dal gigantesco pugno. Lo fece appoggiare a terra delicatamente, cercando di parlare a bassa voce per non attirare l'attenzione del golem. 

 

- Potevamo andarcene tranquillamente... - incalzò il Grovyle, - non c'era bisogno di fare l'eroe in quel momento... 

 

Si girò verso il campo di battaglia, osservando il golem alle prese con le copie. 

 

- Merda... Quanto riesci a tenere le copie e il Kōsui insieme?

 

Il ninja era seduto sul pavimento, a gambe incrociate con la mano sinistra in posizione per il sigillo del confronto.

 

- D-dieci m-minuti... N-non p-posso n-neanche p-parlare t-tanto...

 

- Oh? Finalmente chiuderai la bocca, Froggy viscido?

 

Il Frogadier non rispose. Il Grovyle fece un sorrisetto soddisfatto.

 

- (Eheh... Sembra che stavolta si stia impegnando) Dunque... Che facciamo capitano? L'ho notato anch'io. Sembra che solo i tuoi attacchi riescano effettivamente a fare qualcosa a quel mostro.

 

Il Riolu rimase in piedi, con lo sguardo verso il basso. Le fiamme del Blue Dusk continuavano a bruciare intorno alle sue braccia. L'occhio di Kenji cadde su quella luce blu-elettrico, con uno sguardo apprensivo. 

 

- Non abbiamo molto tempo. Sia per il Froggy, sia per causa tua. Non dovresti contare troppo su quel potere. 

 

- Non accetto regole di sicurezza da un combattente spericolato come te, - disse il Riolu, chiudendo gli occhi. 

 

- Non sono quello che dovrebbe parlare, ma lo sai che è vero. 

 

Il piccolo licantropo fece un sospiro scocciato. Il Legnogeco aveva ragione: non sarebbe durato ancora per molto in quello stato. Più ci pensava, più sentiva che il dolore nelle sue braccia aumentava. 

 

- Quindi... cosa vuoi fare, Capitano?

 

Egli guardò verso il basso, sconsolato. Aveva un viso mesto, pieno di pensieri non riconducibili ad un'unica immagine. Continuò a passare nella sua testa quella piccola fotografia che aveva scattato prima, con l'impatto del pugno oscuro con la sua Protezione. Quella era davvero la voce di Slade? La sofferenza che aveva sentito era vera? Tirò un'occhiata verso destra: vide il braccio ferito del suo compagno Frogadier, probabilmente fatto dalla folata di vento alzata dall'impatto con il suolo dell'attacco del golem. Era ovvio che la sua distrazione era ciò che aveva portato a quei taglietti. Ma se non fosse intervenuto lui? La Schiumorana sarebbe sopravvissuta? 

 

 - Solo io... posso sconfiggerlo. 

 

I due compagni non sentirono bene questa frase, poiché era uscita a fiato basso, bisbigliata, visto che l'aveva detto più verso sé stesso che per altri.

 

- Uh? - disse il Legnogeco. 

 

- Non possiamo chiedere rinforzi, - continuò, - non sappiamo quanto durerà ancora la grotta. Non credo neanche che servirebbe, visto che sono solo io in grado di ferirlo. L'unica cosa che mi viene in mente è che io raccolga abbastanza energie e fare l'attacco più forte che io riesca a fare. 

 

- Un potente attacco? - disse il Grovyle, - Vuoi usare il Dragon Paw? Con tutto il rispetto... ma non penso basterà quello. 

 

- Sono della stessa idea. E poi, quell'attacco è più per indurre uno stato di paralisi, più che mandare K.O. : manda al tappeto se prima sono stati fatti dei deboli attacchi in cui ho potuto colpire con il mio Meisoku. E sembra che il mio Jinrō Kenpo sia abbastanza.

 

- E allora che facciamo? 

 

- C'è solo una cosa che posso fare. No.

 

Alzò lo sguardo dal suolo, guardando dritto davanti a sé.

 

- C'è solo una cosa... che possiamo fare. 

 

Kenji guardò con sguardo interrogativo il capitano. Non aveva la minima idea di cosa li passasse per la testa in un primo momento. L'idea recondita che non avrebbe mai voluto considerare venne a galla dopo dieci secondi, trasformando la sua interrogazione in ansia. Quando alla fine capì le sue intenzioni, sbiancò, sbattendo le palpebre nervosamente.

 

- Ehi... N-non vorrai mica...

 

- Sì. Dobbiamo fare il Synchro Attack. 

 

La mossa per eccellenza per un team d'esplorazione: Sycnhro Attack, la mossa di Sincronia. Se i membri esplorativi di uno stesso team erano in perfetta sintonia con i loro cuori, era possibile effettuare questa tecnica inarrestabile che combinava una mossa per ogni membro. Se contiamo una eventuale combinazione di tecniche che questo trio era in grado di fare, avrebbero potuto forse distruggere un intero piano di un dungeon. Non era la prima volta che lo facevano, ma per ovvi motivi quella era un taboo per la Schiumorana. 

 

- N-non s-se n-ne p-parla... - disse. 

 

- Purtroppo... è l'unica cosa che mi viene in mente.

 

- E PENSA MEGLIO, ALLORA! QUELLA COSA E' TROPPO ANCHE PER TE!

 

- Eh... Da quando ti preoccupi per una vita che non sia la tua? - Chiese il Legnogeco, incalzando. 

 

- NON STO SCHERZANDO.

 

Silenzio. Quell'urlo proveniente dal cuore fu tale da zittire il capitano e lo spadaccino. Nonostante l'immane sforzo che stava facendo per mantenere attiva la sua illusione, cercò di parlare a tutti  i costi.

 

- L'ultima volta... che ci abbiamo provato ti sei rotto il braccio destro, e non avevi usato il Blue Dusk! Se lo usassi ora...

 

- (Questo froggy...)

 

- Shinso...

 

Rukio capiva bene le preoccupazioni del Frogadier. Questo dava sempre l'dea di buttare tutto sul ridere, ma nei momenti più difficili era quello che si preoccupava più di tutti per la salute dei suoi amici. Era stato difficile per lui abituarsi al suo capitano che finiva i combattimenti ridotto ad uno straccio per pavimento, e ancora di più in situazioni pericolose come il rischiare la vita.

 

- Non possiamo ritirarci?! La grotta crollerà da sola e Slade vi rimarrà sepolto!

 

- Slade è un Aggron, - replicò il Riolu, come se ci avesse pensato - può resistere ad alte pressioni e si può nutrire di rocce. Non ci vorrà molto prima che esca da qui e faccia perdere le sue tracce, seminando il panico in giro.

 

- E ALLORA?!?! RIMARRÀ SEPOLTO ABBASTANZA PER PERMETTERCI DI CHIAMARE RINFORZI E METTERLO IN CUSTODIA! È COMUNQUE FERITO DAL PRIMO DRAGON PAW E STA SANGUINANDO! FINIRA' SENZA CHE NOI ABBIAMO BISOGNO DI FARE NIENTE! Non sarai stato tu ad ucciderlo, s-sará... G-GN!

 

Il Frogadier tentennò per qualche secondo. Per qualche istante, le copie del Mizubushin persero la loro lucentezza, quasi rivelando la verità al demone d'ombra.

 

- Ehi ehi, froggy viscido! Se devi ucciderci per parlare non farlo! Risparmia le forze per l'illusione!

 

- E' vero... la grotta crollerà da sola, - rispose il Riolu, - ma questo non ci garantirà di fuggire! Se continua così, crollerà tutto prima che noi possiamo uscire sani e salvi!

 

Parole false gettate al vento: la Schiumorana lesse subito l'esitazione del capitano nel dire la sua realtà.

 

- Ma che stai dicendo... capitano? Abbiamo la medaglia... e le Evadisfere. Non è un problema la fuga.

 

Il piccolo licantropo rimase in silenzio, realizzando di avere appena detto una bugia incredibile. Imbarazzato di fronte al suo vano tentativo di guidare i suoi compagni verso una falsa pista distolse lo sguardo dalla ranocchia. Il Frogadier guardò il piccolo licantropo: della rabbia decantata nel precedente piano, non vi era la benché minima traccia. Un sorriso si stagliò sul ninja, che aveva capito quali erano le intenzioni del Riolu.

 

- Capisco... c'entra qualcosa il fatto che tu abbia interrotto la protezione? 

 

Rukio rimase in silenzio, con la coda tra le gambe. 

 

- Se morisse qui... avrebbe la fine che si merita. Non avresti il piacere di saperlo a pagare per le sue colpe, ma è ugualmente il giusto castigo. Eppure... tu non vuoi farlo. Tu non vuoi ucciderlo. Nemmeno che muoia. 

 

Rukio abbassò lo sguardo, mantenendo l'espressione seria. Invece, Shinso si lasciò scivolare nella paura, con un misto di rabbia ed incomprensione di tale sciocchezza, pesata anche dalla stanchezza di mantenere le copie.

 

- Se ne va in giro a torturare i più deboli, calpesta tutto quello in cui credi, e tu... Tu non vuoi che faccia una brutta fine, vero? Perché... tu, in realtà... non puoi lasciare morire nessuno, vero? Perché in fondo... è questo quello che vuoi fare, no? 

 

- Sta dicendo la verità, capitano? - Chiese il Legnogeco, serio. 

 

Il piccolo licantropo strinse i pugni. Per quanto fosse senza senso, il Frogadier aveva perfettamente ragione su tutto. 

Anche se lo odiava, anche se era il peggiore criminale della storia dei Pokémon, anche se sentiva il bisogno di fargliela pagare, non era così che voleva che finisse. 

 

- Cosa c'è che non va nello lasciare morire? Ha fatto fuori Mew! Ha fatto carneficina del tuo desiderio di rivedere Amelia! La tua cara-

 

- SHINSO!

 

Un urlo si levò dal combattente del tramonto, con la volontà di zittire la ranocchia piagnucolona, anche se voleva semplicemente sopravvivere. I due compagni rimasero paralizzati.

 

- Non me lo... ricordare.

 

Per qualche istante, i tre pokémon rimasero in silenzio: l'unico rumore che si sentiva, era quello dei pugno d'ombra fracassarsi sulle rocce, a caccia di fantasmi d'acqua e di qualsivoglia essere vivente.

 

- Se provi... anche solo a menzionarlo...

 

Strinse i pugni, digrignando i denti. Quelle immagini rosse e nere erano ancora stampate nel suo cuore e nella sua mente, e non sarebbe stato facile dimenticarle, né tantomeno passarci sopra emotivamente.

 

 

 

- Lo odio... lo odio con tutto il cuore! Però...

 

Tuttavia, fortunatamente, anche le immagini della visione della Fennekin, lo erano.

 

- ... l'ho sentito. Mi ha... chiesto aiuto. 

 

I volti di Kenji e Shinso si bloccarono: essi si alternarono in occhiate sgomente, mentre le rocce continuavano a cadere dal soffitto. 

 

- Ho promesso ad Amelia... che la rabbia non mi avrebbe più impedito di fare la cosa giusta.

 

- E senti... che salvarlo sia la cosa giusta? - Chiese il Grovyle.

 

- Non lo so... Ma se lo fosse... e io non ho fatto niente per evitarlo...

 

Alzò gli occhi verso il compagno Schiumorana, senza alcuna paura nei confronti di sé stesso, come se sapesse che, ciò che stava suonando come una contraddizione, in realtà era un qualcosa che provava davvero.

 

- Amelia non me lo perdonerebbe mai!

 

La volontà di proteggere il voto della sua compagna passata; di poterla guardare in faccia senza alcun rimpianto.

Mizukage Shinso lo guardò serio, con un'ombra di malinconia. Si sentiva dispiaciuto: dopo il discorso nel piano prima, si era fatto l'idea che il suo capitano si sarebbe spinto in tutto per tutto per la vendetta, che avrebbe fatto di tutto per abbatterla sul Serial Killer personalmente. Invece, nonostante il suo odio, nonostante quello che gli avesse fatto, egli era ancora in grado di anteporre i suoi doveri e le sue promesse, come un vero Kodamon che sentiva il peso delle sue responsabilità. Cosa che lui, fino a quel momento, non aveva ancora fatto. "Amelia non me lo perdonerebbe mai": divenne molto chiaro che la promessa fatta a quella piccola Fennekin era molto più importante di una stupida vendetta.

 

Il piccolo licantropo si alzò in piedi, avvicinandosi al Frogadier con passo deciso.

 

- Non mi interessa chi è lui. Mi interessa chi sono io! Ed io voglio essere onesto con me stesso! Quello che potrà guardare in faccia Amelia ed essere orgoglioso! Ho promesso che in ogni situazione... avrei dato tutto me stesso per fare la cosa giusta! Sempre!

 

Non era possibile tornare indietro. Non avrebbe cambiato idea per nessun'altra ragione.

 

- Io... sono il Rakujitsu no Senshi, Oryugo Rukio! E Oryugo Rukio... NON SI ARRENDERA' MAI!

 

Quel grido dal cuore, quel grido sincero che portava nient'altro che un'ingenua ma pura speranza, risuonò nel cuore sopito della ranocchia, risvegliandolo dalle sue membra addormentate. Non era rabbia quella che risuonò nel suo animo, ma una scossa di coraggio.

 

- Per favore. Aiutami Shinso. - Chiese come un amico chiedeva. 

 

- C-capitano...

 

Un sottile ghigno apparì tra le labbra del Grovyle. Chiuse gli occhi, in una piacevole e volenterosa rassegnazione.

 

- "Anche se sei debole, anche se non puoi fare molto, non arrenderti mai" (*) , - citò il pokémon Legnogeco, - sono le vostre parole... giusto?

 

Rukio mostrò un mezzo sorriso: quelle parole risuonavano nella sua mente come un balsamo per il cuore.

 

- Oggi sei in vena di citazioni, eh?

 

- Che vuoi farci? Se continui a sparare stronzate dalla bocca invece di arrivare al dunque, qualcuno deve dire pure la cosa che conta no?

 

- Eheh...

 

- N-non c-ci vedo... nulla di divertente, - commentò il Frogadier.

 

- Allora... Siamo d'accordo?

 

Kenji non ebbe nemmeno il bisogno di rispondere al capitano: aveva già accettato la sua richiesta d'aiuto. Lui e il Riolu si rivolsero alla Schiumorana, con la speranza che anche lui si sarebbe unito a loro. 

 

Fece un lungo sbuffo di rassegnazione, per poi rivolgersi al capitano con tono sconsolato.

 

- Mon Dieu... Spero che nel tuo testamento ci sia una vasca idromassaggio.

 

- N-non ho intenzione di morire... - disse inebetito il RIolu.

 

- Allora, Monsieur Rukio, - disse Shinso, - cosa devo fare?

 

I tre si riunirono in un cerchio, discutendo e mettendo in atto la loro offensiva finale per riuscire a portare a casa la vittoria. Ma, nonostante la buona volontà e le belle parole, il tempo fu tiranno a loro: in quel momento, il golem si accorse che le copie si muovevano sempre allo stesso modo, e cominciò ad ignorarle, cercando di trovare i veri nemici.

 

- GHIOOO...

 

Esso si accorse non solo della posizione dei tre: vide una strana luce accecante provenire da quel punto, un'energia crescente probabilmente proveniente da una futura minaccia nei suoi confronti.

 

- GHIOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!

 

Emanò il suo Meisoku per quindici metri, lanciando poi in quella direzione un pugno destro dirompente, che avrebbe spazzato via anche una montagna con tutta la sua vegetazione. Spaccò le rocce in quella direzione, creando un enorme terremoto di magnitudo undici.

 

- GHIOOOOO..

 

Tuttavia, nonostante il brutale attacco, l'aura che percepiva non svanì: la percezione cambiò verso il suo lato sinistro, di un intensità ancora più forte di quella precedente.

 

- GHIO!?!

 

- Eheh... bel colpo, Froggy.

 

- Mon Dieu... Non è colpa mia se quello è un cretino...

 

Da un punto completamente diverso e distante, i tre si stavano preparando per un attacco finale: Shinso aveva utilizzato il suo Kōsui per creare un illusione dei due compagni assieme ad un suo Mizubushin, dandogli gran parte del suo Meisoku per attirare l'attenzione del mostro. I veri pokémon stavano quasi alle sue spalle: Rukio, che aveva concentrato tutta la sua aura in un Bakugetsu nella mano sinistra, con i piedi congelati in una spessa lastra di ghiaccio creata dal Frogadier. Il Grovyle era dietro di lui, pronto a sferrare uno Shakushihō. Il pokémon Schiumorana, inoltre, stava mantenendo quella in posizione obliqua, per permettere all'attacco dello spadaccino di spingere alla massima potenza il proprio capitano. Il Bakugetsu era talmente grande che fece impaurire il golem alla sola vista.

 

(Ost Rukio Dragon Force)

 

 

- GHIOOIOIOIOOOIOIOIOIOIOOOO!!!

 

- ORA, KENJI!

 

- Senkendō.

 

Lo spadaccino lanciò un cannone d'aria in direzione della lastra, spingendo essa e il piccolo licantropo verso il golem d'ombra.

 

- SHAKUSHIHŌ!

 

Parte dell'aura impiegata come energia fu raccolta dalla sfera del Bakugetsu, assieme al ghiaccio sui suoi piedi, cambiandone il colore in un rosso sfolgorante.

 

- PRENDI QUESTOOOOO!

 

Un indomabile spirito di battaglia uscì da quell'urlo: terrorizzato, il golem cercò di caricare tutto il Meisoku di Slade nel suo pugno destro, per contrastare la meteora esplosiva che si stava per abbattere su di lui.

 

- SYNCHRO ATTACK! BAKUSEI! (*)

 

Il colpo si infranse sul pugno, contrastandone la forza del Synchro Attack del team Skyriders. Il boato di una bestia feroce si espanse per tutto il piano, mentre un anello di energia fuoriuscì dal punto d'impatto spezzando le rocce più deboli sul pavimento.

 

- GWWWWAAAARRGH!

 

- GHIIIIIIIIIOOOO!

 

L'incontro tra le due volontà crearono saette intorno alla zona d'impatto, danzando in un rosso fuoco e in nero ambrato. Nessuno dei due dava l'impressione di voler rinunciare alla propria vittoria.

 

- GWWWWWAAAARRGH!

 

- GHIIIIIIIIIOOOO!

 

Le scosse raggiunsero i due compagni, che furono costretti a scansarsi.

 

- CRAAAAAA!

 

- C**z-

 

I tremori aumentarono, creando crepe sulla grotta.

 

- CRAAA!! QUA STA CROLLANDO TUTTO!

 

- VAI CAPITANO! - Gridò il Legnogeco, - NON MOLLARE!

 

Il piccolo licantropo continuò a spingere verso il golem, usando tutta la sua forza del Blue Dusk. La sfera emetteva un calore intenso ed insopportabile: la sua mano destra finì per bruciarsi, mentre piccoli graffi cominciarono a sbucare per tutto il braccio.

 

- A-ARGH!

 

Per un piccolo istante, il golem d'ombra sembrò avere la meglio.

 

- CONTINUA!! CONTINUA!! NON LASCIARTI BATTERE DA QUELLO SCHIFOSO PARASSITA!

 

Il Frogadier guardò il compagno con sguardo stranito: in quei lunghi dieci anni, anche se a modo suo, non aveva mai fatto il tifo per un altro pokémon. Il Grido proveniente dai suoi polmoni era sincero e devolto tutto al Riolu: si sentiva ogni briciolo della sua anima in quelle grida.

 

- SCONFIGGILOOOOOO!

 

La Schiumorana si morse le labbra, stringendo i propri pugni; il suo compagno Kenji stava dando man forte al suo capitano con tutto il suo spirito, anche se non stava più combattendo. E lui? Che stava facendo?

 

- (Merdé... Come sono patetico...)

 

Pestò con violenza il terreno, facendo un passo avanti verso quella che era la sua luce di speranza.

 

- FORZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!

 

Il suo grido fu anche più forte dello spadaccino In quel momento, il piccolo licantropo spalancò gli occhi titubante, per poi ripuntarli con ancora più forza verso il suo obiettivo. Rispose alla chiamata con ancora più grinta, riuscendo ad aumentare il suo Meisoku di quattordici metri.

 

- GRWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!

 

Anche se continuava a fargli male, non smise di tenere quella palla infuocata tra le mani. In un momento del genere, il demone macellaio avrebbe riso a crepapelle del dolore di Rukio: eppure, la stessa espressione di paura non si schiodò dal suo volto. L'incertezza del piccolo licantropo svanì: in lui nacque una nuova confidenza.

 

- Non ridi più... eh?

 

Il golem d'ombra, che non aveva mai risposto agli stimoli, fermò le sue grida, guardando negli occhi il piccolo licantropo.

 

- Mashinsatsu Slade... hai riso per tanto tempo di me e della mia cara Amelia... Divertendomi a tormentarmi con il tuo sorriso e la tua violenza...

 

I due Meisoku si avvilupparono l'uno con l'altro, creando un vortice blu-elettrico e neropece, come un drappo di notte stellata dipinta sul firmamento.

 

- Credevi di sopraffarmi... credevi di distruggere il mio spirito...

 

- VAI CAPITANO!

 

- FORZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!

 

L'energia prodotta dai due combattenti vibrò nell'aria con più intensità: la grotta continuava a tremare, e le crepe ad espandersi.

 

- Tch! Di questo passo non dureremo a lungo... - Commentò il Grovyle.

 

Il Frogadier arrivò nelle sue vicinanze, incrociando le sue braccia verso l'alto, per poi riaprirle una in avanti e una indietro.

 

- Mizu Ninpo: MIZU TATE! (*)

 

Il ninja creò uno scudo d'acqua per proteggere lui il compagno da pietre pericolanti. Questo scudo girava vorticosamente su se stesso, in modo da deviare tutto.

 

- Ehi Frog-

 

- NON INTERROMPERE IL TIFO!

 

Nei suoi occhi vi era determinazione e fuoco vivo: nel vedere quello nel suo compagno, Kenji non si lamentò nell'essere difeso. Fece un sorriso sincero, per poi girarsi verso il capitano.

 

- VAI CAPITANO! VAIIIIIII!

 

- Volevi a tutti i costi... farmi arrendere alla disperazione. Ma non importa... quanto io possa essere triste, o sconsolato, del fatto che Amelia non ci sia più.

 

Il pugno destro d'ombra indietreggiò di un centimetro. La preoccupazione si fece più intensa negli occhi del golem.

 

- Non importa... quanto io sa debole! Quanto io non possa fare molto!

 

Un altro due centimetri fu conquistato dal piccolo licantropo. Le borchie sul pugno si spezzarono, svanendo così come la forza del golem.

 

- IO!

 

Una crepa cavalcò ferocemente il braccio del mostro, espandendosi fino al suo corpo: l'aura del Bakusei lo coprì completamente, estinguendo l'incendio che aveva osato frapporsi tra i sogni e i desideri del coraggioso essere umano.

 

- NON MI ARRENDERO MAI!

 

- GHIOOOOOOOOOOOOOOOWOOWOWWWWWWWWW!!!

 

Il golem d'ombra soccombé alla forza di volontà di Rukio: un esplosione dirompente lo inghiottì per quindici metri lui e l'intera area.

 

- CRAA! NON VEDO NIENTE!

 

Per coprirsi gli occhi, il Frogadier interruppe stupidamente il Mizu Tate-

 

- IDIOT-

 

Lo spadaccino non riuscì nemmeno in tempo ad insultarlo: furono spazzati via insieme, cavalcando per un bel tratto il polveroso e fangoso terreno, ormai cimitero di uno dei più grandi scontri della storia dei pokémon. In quella luce, la figura nera si perse completamente nel bianco, sparendo completamente. Questa inghiottì anche il piccolo licantropo, riempiendo tutto quanto di un empireo blu stellato. Quando la luce si spense, l'esplosione lasciò solo polvere e macerie, condendo tutto con una coltre di fumo impenetrabile.

 

- A-ahia... - Disse il Frogadier.

 

- E'... finita?

 

I due si rialzarono in piedi, guardando lo spettacolo di distruzione appena concluso. Nella zona dell'esplosione, vi era una conca piena di crepe, come se un vero meteorite si fosse abbattuto sul pavimento.

 

- Capi.. tano?

 

La Schiumorana non riusciva a percepire il Meisoku del Riolu in tutto quel cumulo di macerie.

 

- CAPITANO!

 

Il Frogadier si lanciò di corsa verso la conca, con lo sprint di un centometrista.

 

- Ehi ehi! - Disse Kenji, rialzandosi in piedi a sua volta, - non mi fare questi scherzi!

 

Andarono sui bordi della conca, gettandosi al suo interno. Usarono i piedi e le mani per frenare dall'impatto, cavalcando in questo modo il bordi della piscina di fumo.

 

- CAPITANO! - gridò Shinso.

 

- DOVE SEI, CAPITANO?! - Gridò anche Kenji.

 

Cercarono per qualche secondo, togliendo tutti i detriti sul loro cammino per la paura che il Riolu fosse finito sotto le macerie. Cercarono come dei forsennati, completamente presi dalla disperazione. Quando finalmente il loro panico venne superato, guardarono al centro della conca, trovando una stalagmite di cinque metri, dal colore nero e ricoperto di placche metalliche. Era il corpo di Slade, completamente privo di sensi, con lo sguardo perso nel vuoto e il petto completamente sfaldato. Dalla sua corazza usciva del fumo rosso con sfumature nere, ma non vi era alcuna volontà offensiva.

 

- C'è l'ha fatta... - commentò Kenji.

 

- CAPITANO!

 

Il piccolo e grande licantropo era lì, in piedi davanti a lui, con il corpo ridotto ad uno straccio e il Blue Dusk disattivato. Il suo braccio destro era diventato nero, così nero che sembrava carbonizzato, mentre i suoi piedi erano completamente lacerati, probabilmente per colpa dello Shakushihō del Legnogeco. Del golem d'ombra, nessuna traccia: nemmeno uno straccio di Meisoku oscuro.

 

- C-capitano...

 

Il Frogadier guardò quella statua blu e nera con orrore, temendo di dover affrontare una brutta notizia. Lo spavento divenne però immediatamente sconfitto: allungando lo sguardo, notò che le labbra del suo capitano ancora si muovevano.

 

- CAPITANO!

 

Un momento prima che cadesse, il ninja riuscì ad afferrarlo, impedendo che crollasse a terra.

 

- Ce... Ce l'hai fatta... - Disse shockato Shinso.

 

- Sì... c-c'è l'ho fatta... - disse il Riolu senza guardarlo negli occhi, - eheheheh...eh...eh....

 

Faceva fatica a respirare, talmente tanto era stato lo sforzo della lotta e la concentrazione per mantenere l'aura in quell'unico attacco. Sul volto dello spadaccino si poteva vedere un ghigno soddisfatto.

 

- Eheh... Accidenti, capitano. E poi dicono che io faccio bordello...

 

- Anf... Anf... Eh g-già... eheh... U-urgh! Bleugh!

 

Il pokémon Emanazione alzò leggermente la testa, vomitando qualche goccia di sangue che cadde sul suo petto blu.

 

- CAPITANO!

 

Il Grovyle si avvicinò per aiutare la Schiumorana: entrambi lo tennero per un braccio a testa, il primo a sinistra ed il secondo a destra.

 

- CAPITANO! MON DIEU NON MOLLARE!

 

- Non sto morendo... porca miseria...

 

- TU STAI MORENDO! - Urlò il ninja.

 

- Ti ha appena detto di no... - Commentò lo spadaccino.

 

- COS'HAI AL POSTO DEL CERVELLO PURE TU, DRAGO MANCATO?!

 

- S.. sto bene... - disse il piccolo licantropo, - è solo... qualche scottatura...

 

Il Riolu abbassò lo sguardo, consapevole della propria bugia...

 

-(Ci sono andato vicino... Anche stavolta. Non sento più le gambe)

 

- Visto, Froggy? Il capitano non aveva intenzione di lasciarci la pelliccia...

 

- C-CI E' ANDATO VICINO COMUNQUE!

 

- S-shinso... Cough!

 

Il Frogadier non ce la fece più davanti a quella vista: il pensiero di perdere il suo capitano, colui che era la sua speranza, sebbene per una remota possibilità, fecero sgorgare nei suoi occhi lacrime cristalline, tirando fuori tutte le sue paure.

 

- MAI PIU', CAPITANO!

 

Il Riolu fermò ogni parola che stava per pronunciare, chiuso in uno sguardo sorpreso e triste.

 

- M-mai più... P-per favore...

 

Il Riolu era dispiaciuto e colpevole: sapeva perfettamente di essere andato troppo oltre, in quel momento.

 

- N-non possiamo... N-non posso... rischiare di perdere anche te...

 

Il Grovyle distolse lo sguardo a quelle parole: non voleva che il capitano leggesse nel suo sguardo e in quelle parole qualcosa che non doveva. Le lacrime del ninja non si fermarono: caddero su quel terreno ormai distrutto, macchiandolo di tristezza, mescolandosi al sangue del capitano.

 

- Shinso...

 

Il piccolo licantropo cercò di chiamarlo a sé, cercando di salvare l'ultimo briciolo di speranza che aveva nel cuore.

 

- Perdonami... Lo so. Sono stato egoista... nel chiedervi di aiutarmi. 

 

Gli occhi del Frogadier si aprirono di nuovo, dando ascolto a ciò che aveva da dire il suo capitano.

 

- Io.. non sono mai stato bravo... con gli altri.

 

Una coltre di nube passò sopra le teste dei due compagni. Era scura e confusa, ma per qualche strana ragione era piena di calore.

 

- Mi ero arreso... a questo crudele mondo, dove tutti prendono... e nessuno dà. E sono diventato... così.

 

Dalle parole del piccolo licantropo, uscirono parole di peccato, con un tono chiedente del perdono, ma una volontà ferrea che sarebbe rimasta inossidata.

 

- Sono stato così... per tanto tempo. Perché nessuno... non vedevo nessuno diverso... e nessuno mi vedeva... in un altro modo. L'unica... che ci è riuscita...

 

Nel mentre che Rukio parlava, l'aura del Veloscuro residua dal corpo di Slade si disperse nell'aria, cangiando in un bianco puro ed immacolato, muovendosi come fumo leggero di un lago nebbioso. 

 

- Lei... era diventata tutto... per me. 

 

Per il dolore nella sua anima, o per il dolore nel suo fisico, una lacrima apparì sull'occhio destro del Riolu, non scivolando dalla sua guancia, come se ritenesse di non meritarsi l'abbraccio del suolo.

 

- Voglio solo... restituirgli... tutto quello che mi ha dato.

 

Il pavimento riprese a tremare dopo quelle parole: era chiaro che la grotta non potesse più stare in piedi, nemmeno per concedere un po' di tempo a colui che meritatamente aveva messo fine alle angherie del demone Macellaio.

 

- Riposati capitano, - disse Kenji, - Ora non c'è bisogno di parlare.

 

Lo spadaccino mise la mano sotto la spalla destra di Rukio, facendo un cenno alla Schiumorana di lasciarlo nelle sue cure.

 

- Shinso: prendi il velo da quel coso e spediscilo dentro. Poi portaci fuori con la spilla. A Rukio... ci penso io.

 

Il Frogadier si asciugò le lacrime, facendo un cenno con la testa verso il suo compagno. Non aveva alcun motivo di piangere: il suo capitano era ancora vivo, e la speranza, ora, era più forte che mai.

 

- Capitano. - Disse Kenji, - so che non ti senti come tale. Ma io... forse nel mondo dei Kodamon ho conosciuto più individui. Tu... combatti davvero per il prossimo. Tu... combatti davvero per il bene. Tu...sei un eroe. Non abbiamo aiutato solo te. Abbiamo aiutato un eroe a fare la cosa giusta. Abbiamo aiutato... un amico in difficoltà. Se questo è egoismo...

 

Centosettantesimo anno del Drago, ore 23.15.

 

- Sii egoista quanto vuoi. Noi saremo con te. 

 

Calò il sipario sulla Caverna del Tartaro.

 

************************NOTE DELL'AUTORE************************

- Explaining:

1) Il Synchro Attack è una versione potenziata della sincronia,

- Legenda:

Bakusei (爆星): Explosive Star, Stella Esplosiva.
Mizu Tate(水楯): Water Shield, Scudo Acquatico.

- Curiosità:

 

 

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Capitolo 21: il dilemma del cambiamento (prima parte)

Spoiler

(Fairy tail soundtrack comedy track 2)

- CHE COSA PENSAVI DI FARE! EH??? MA COSA TI DICE IL CERVELLO?!?!?!?!?!

 

- (Porca miseria...)

 

- P-parbleu, s-si calmi! D-dovrebbe ripos- 

 

- STAI ZITTO O TI MANDO IN TERAPIA INTENSIVA! 

 

- CRA!

 

- QUALE PARTE DI USARE UN'ALTRA VOLTA LA SINCRONIA IN QUEL MODO, DOPO CHE HAI GIA'  AVUTO ESPERIENZE DOLOROSE, E RIDURTI AD UNO STRACCIO PER IL PAVIMENTO HAI PENSATO FOSSE UNA BUONA IDEA?!?!? LO TROVI DIVERTENTE!?!? SEI MASOCHISTA PER CASO!?!?!?

 

- N-no... Assolutamente no!

 

Centosettantesimo anno del drago, ore 10.00. Rukio si trovava nel suo letto, con così tante bende sul suo corpo che era più facile dire dove non ce le avesse, assieme ai suoi compagni e ad una infuriatissima Chansey, in compagnia di Comfey. 

La feroce battaglia svoltasi nella Caverna del Tartaro aveva sfracellato il corpo del Riolu, costringendo questo a subire, la scorsa notte, un intervento di quattro ore. Fortuna vuole che il corpo del piccolo licantropo aveva una rigenerazione fuori dal comune, altrimenti avrebbe dovuto affrontare come minimo cinque mesi di convalescenza invece di una sola settimana. 

 

- COSA DEVO FARE CON TE? POTEVI UTILIZZARE LA SPILLA E CHIAMARE I RINFORZI, INVECE DI FARE TUTTO DA SOLO! 

 

- V-veramente... Ero con i miei compagni... - Fece notare il capitano del team Skyriders.

 

- AH NON CREDERE CHE ME NE SIA DIMENTICATA! NON FATE FINTA DI NIENTE, VOI DUE! CHE RAZZA DI COMPAGNI SIETE? DOVE C'E' L'AVETE LA TESTA? PERCHE' NON GLI AVETE DETTO DI RITIRARSI INVECE DI FARGLI RISCHIARE LA VITA?? EH?!

 

- E-ecco... I-io sono ancora viv-

 

- ZITTO! - disse gridando, - ESIGO DELLE RISPOSTE!

 

- Che seccatura... Cosa glielo dicevo a fare? Non avrebbe mai ascoltato (non che io avessi intenzione di ritirarmi)...

 

- NON E' UNA SCUSA PLAUSIBILE!

 

- Parbleu! I-io ci ho provato a fermarlo... Ma non ha voluto sentire ragioni... 

 

- Basta capitano, - chiese timidamente Comfey, - non credo serva a qualcosa discuterne ora... Non è meglio se gli lasciamo riposare? Hanno affrontato tanto ieri. Sicuro che non ti servano più cure lì? - Disse indicando il braccio destro bendato del Frogadier, tagliuzzato dallo scontro nella Caverna del Tartaro. 

 

- Ne t'en fais pas, ma chérie (*): il tuo centrifugato di Baccacedro e Baccakiwi era un vero toccasana! Sono sicuro che entro domani la mia pelle sarà tornata come nuova!

La pokémon Ghirlanda sorrise con uno sguardo malinconico.

 

- Mi fa piacere... Andiamo, capitano. Non serve a niente agitarsi così... 

 

- Grrrr...

 

Alla fine, Chansey ascoltò il consiglio della sua compagna, arrendendosi all'evidenza che fosse inutile riprendere un paziente fasciato. 

 

- Uff... Che cosa devo fare con te... - disse, facendo un sospiro di rassegnazione, - torni spesso come se avessi dovuto affrontare una mandria di Bouffalant in primavera ogni maledetta volta... E' uno strazio per una dottoressa del mio calibro vedere pazienti con manie di suicidio. Non ne posso più di avere l'anima in pena per la tua salute! Sei il gioiello del GIK, ma a volte sembra che te freghi proprio delle tue responsabilità e di quanto gli altri si preoccupino per te... 

 

- Non capisco tutto questo scalpore, sinceramente, - commentò il piccolo licantropo, - abbiamo vinto, abbiamo assicurato Slade alla giustizia e siamo tornati illesi... O quasi, credo. Non credo che bisogna farne una trage-

 

La pokémon Uovo non riuscì più a sopportare la negligenza del Riolu: sbottò di colpo, inveendo contro di lui. 

 

- ABBI UN PO' DI RISPETTO PER I MIEI SENTIMENTI, INFIMA PANTEGANA! 

 

Quelle parole, stranamente, ebbero un pesante effetto. Il piccolo licantropo fu preso da un improvviso sconforto e chinò la testa verso il basso, riempiendo la sua figura d'un aura tetra e depressa. 

 

- Infima... Pantegana... 

 

- P-parbleu! T-tutto bene capitano!?!? 

 

- (L'h-ha presa sul personale...) - pensò Kenji, con un'espressione imbarazzata.

 

- Questo è quello che succede quando si è troppo buoni... ME NE VADO! NON NE POSSO PIU' DI STARE QUA!

 

La dottoressa se ne andò via dalla stanza, sbattendo la porta dietro di sé seguita da Comfey.

 

- S-scusateci... E riprendetevi presto!

 

I tre furono lasciati in stanza da soli, in compagnia di un freddo silenzio ammonitore, con un altrettanto glaciale rimprovero da smaltire. Era difficile darle torto: questa volta il piccolo licantropo aveva esagerato. Rukio era un paziente quasi fisso: a causa dell'enorme prezzo da pagare per il Blue Dusk, non era la prima volta che gli capitava di esagerare e ridursi ad uno straccio per il pavimento.

 

Le ferite che riceveva non erano guaribili con semplici Baccarancia o Baccacedro: una volta che faceva sforzi in quello stato, dopo aver convertito le ferite precedenti in forza, ogni fatica si triplicava, come se avesse affrontato lo stesso combattimento altre sei volte. Se per un taglio era necessario normalmente un giorno per cicatrizzarsi, una volta usata l'abilità Genshi c'erano bisogno di sei giorni. Così, dopo il combattimento con Slade, Rukio sarebbe stato costretto a riposarsi per una settimana intera, senza poter fare niente. 

 

- Accidenti... Ci ha fatto una bella ramanzina, eh? - Commentò il pokèmon Legnogeco.

 

- Mon Dieu... Non ha tutti i torti però... 

 

- Sigh... Ne sono consapevole, purtroppo, - annuì il Riolu, - non potevo dirgli granché: è stata una sfuriata più che legittima.

 

- Excuse moi? Sembri molto comprensivo per essere il responsabile della sua sfuriata! Quel faccino ingenuo che diventa più rabbioso di un Primeape? Non è certamente un bello spettacolo...

 

- Io l'ho trovato molto divertente, eheh, - disse lo spadaccino.

 

- Mon Dieu... Diglielo in faccia e vediamo se ti diverti ancora...

 

- Shinso ha ragione. Non è molt-

 

Rukio non riuscì a finire in tempo la frase: nonostante fossero stati appena abbandonati dalle dottoresse, un altro ospite voleva entrare nella stanza del team Skyriders, bussando educatamente alla porta.

 

- (Ma non era la calma ad essere prima della tempesta?)

 

- E' permesso? Posso entrare?

 

- Uh? Ah! Certo! - disse Rukio, riconoscendo la voce, - entri pure!

 

(Ost bizet carmen)

 

 

La porta venne aperta lentamente. Attaccata alla maniglia c'era una bocca grigia con denti d'acciaio, simile alle fauci di un coccodrillo. Da dietro di essa, però, comparve una figura che ben si discostava dal predatore della paludi: al suo posto c'era una piccola pokémon graziosa dal sorriso mite e gentile, di quelli confortanti e solidali. 

 

La visione di un animale in cima alla catena alimentare, tuttavia, non era completamente errata: a discapito della sua bocca, il suo sguardo era profondo come un abisso, uno di quelli dove potevi chiederti il motivo della tua esistenza, nel caso ti fossi perso nei suoi occhi.

 

- Conciato male un'altra volta? Non è un bene che il nostro miglior membro sembri un delinquente che si diverte a buttarsi in zuffe clandestine. So quanto possa essere divertente, ma dovresti pensare un po' di più alla tua salute...

 

Il piccolo licantropo fece uno sbuffo di dissenso. 

 

- Uff... Lo dici come se mi facesse piacere ridurmi in questo stato... Ma sono felice di vederti, Mawile!

 

La graziosa pokèmon era Tetsumi Mawile (*), l'archeologa del Gruppo Investigativo Kodamon. Nonostante la sua giovane età, la sua cultura e intelligenza era rinomata in tutta la Terra dell'Acqua. Era conosciuta soprattutto per la sua sfrenata passione per i reperti antichi e poteva vantare della biblioteca più grande della città. Se qualcuno voleva sapere qualcosa di tempi il cui ricordo sono lontani, aveva bisogno di decifrare un codice segreto in una pergamena o in un una pietra, non era possibile trovare una migliore di lei in questo campo. 

 

- Mademoiselle Mawile! E' un piacere vederla! 

 

- Mademoiselle? Non sapevo conoscessi Adulazione... - commentò il compagno Grovyle.

 

- Almeno lui è educato... A differenza di una testa vuota che conosco molto bene! Preferisco le sue sviolinate piuttosto che i tuoi contrabbassi notturni...

 

Kenji divenne irritato e allo stesso tempo imbarazzato: il fatto che lei fosse a conoscenza del suo problema di sonno pesante era motivo di sdegno per lui. Era impossibile controbattere dopo tale affermazione, né tanto meno negare all'evidenza. Rukio non seppe come reagire a quella battuta, mentre Shinso non si fece troppi problemi: rise sotto i baffi, facendo attenzione a non farsi vedere dal suo compagno spadaccino. Per fortuna, il pokémon Inganno non girò ulteriormente il coltello nella piaga.

 

- Ma non sono qui per cantartene ancora quattro: credo di aver già dato ieri. Volevo parlarvi dell'oggetto (*) che mi avete fatto analizzare.

 

Il sorriso dei tre compagni svanì in un istante: il loro sguardo si incupì, trasformando l'atmosfera della stanza da vivida a silenziosa in men che non si dica. Davanti a quel cambio di umore improvviso, persino la segretaria di Ampharos tentennò: nonostante avesse avuto modo per più di un anno per abituarvisi, non era mai riuscita a sentirsi preparata davanti a quegli spettatori mutevoli come un circo itinerante. 

 

Deglutì nervosamente senza farsi notare, per poi procedere a parlare come se non avesse sentito minimamente la tensione creata su di lei.

 

- Ci è voluto più tempo di quanto credevo - esordì, - : appena ho preso in mano la sciarpa ho capito che avrei dovuto rimandare altri impegni a dopo, ma alla fine ho dovuto usare tutta la giornata. Il codice utilizzato era quasi impossibile da decifrare: per un'ora ho passato le pene dell'inferno perché non capivo la cifratura. Dovevo essere molto stanca, perché solo dopo mi sono accorta di un dettaglio molto importante. Se non avessi dalla mia parte la cultura del periodo antico, non ci sarei riuscita. Qualcun altro di meno paziente avrebbe rinunciato dopo dieci minuti.

 

- In che senso? - Chiese il Riolu, confuso.

 

Tirò fuori una foto del suddetto oggetto: essa era completamente conciata con un pennarello verde, segno che ci aveva lavorato tanto su di essa.

 

- Devo ammettere che mi avete fatto un bello scherzetto: una traduzione precipitosa per questa sciarpa è un errore che può commettere anche il più bravo dei traduttori. Questa scrittura si può benissimo scambiare per la cifratura Mewtica della Terra dell'Erba, come ho fatto io all'inizio, ma qui c'è una Unown W raddoppiata per formare un doppio rombo, simbolo della Cifratura Volcanica, nata nella Terra della Sabbia. 

 

(Ost 闇の呪い, yami no noroi, curse of darkness)

 

Shinso, essendo arrivato precedentemente alla prima conclusione, si ritrovò confuso all'affermazione dell'archeologa.

 

- Excuse moi? N-non metto in dubbio la tua diligenza e la tua sapienza, mademoiselle Mawile, ma manca il sigillo di Volcarona al posto dell'Unown X! Come fa ad essere Cifratura Volcanica? E la U ad uncino con i bordi ribassati è tipica della Mewtica!

 

Mawile fece un cenno con la testa di comprensione: quella stessa considerazione della Schiumorana era ciò che l'aveva portata fuori strada all'inizio. 

 

- Era proprio questo il dilemma: la mancanza del sigillo e la presenza della U con i bordi ad uncino era un tratto distintivo della cifratura Mewtica. E' vero quello che dici tu, ma c'è un particolare che mi ha portato sulla giusta strada. In realtà, questa è inequivocabilmente cifratura Volcaronica e ti dirò il perché.

 

Prima di continuare il discorso, ella srotolò dalle sue mani una pergamena scritta in giapponese, probabilmente contenente degli appunti.

 

- Solo in pochi sono a conoscenza di questo mito: nel periodo Triangolare della Terra della Sabbia, il faraone Serafinus III, un giovane Yamask, venne messo a capo dell'impero Kōsha (*) all'età di tredici anni, a causa della morte prematura del fratello Tutangrigus I. Il suo regno non ebbe grandi cambiamenti: aveva grandi ambizioni ed era molto intelligente, ma a causa delle sue idee troppo rivoluzionarie fu detronizzato dopo solo due anni, per poi morire subito dopo della stessa malattia del fratello. Questa è la versione ufficiale, ma c'è chi ipotizza che fosse stato lui stesso a rinunciarvi perché nessuno credette in lui. Molti invece dicono addirittura sia morto prima e che la corte avesse sfruttato questo per bloccare i cambiamenti. Si vociferava anche che avesse un sogno impossibile da realizzare, che fu anche la ragione della poca fiducia nei suoi confronti. Questo sogno consisteva nel riuscire a trovare Mew e sposarla.

 

Il Riolu, per qualche secondo, distolse lo sguardo dalla Tetsumi e si immaginò un teatrino in cui la pokémon Novaspecie stesse svolazzando su un altare con quella scusa di fantasma per poi dichiararsi l'un l'altro. Per un'istante sovrappose l'immagine del gattino psico con quello di Amelia, diventando per qualche strana ragione nervoso.

 

- Conobbe per caso la cifratura della Terra dell'Erba da un testo di un'eremita, - continuò la pokémon Inganno, - la quale presentava anche il sigillo. Auto convintosi che lei parlasse quella lingua, decise di cambiare la cifratura del tempo con quella Mewtica, per poter imparare, in un futuro, la lingua della sua amata. Purtroppo, a causa della "presunta morte", questo cambiamento non riuscì a radicarsi, quindi portando il regno a tornare alla cifratura Volcanica canonica. E' un piccolo mito che raccontano nelle scuole sul valore della comunicazione, e gli archeologi non ci badano molto. Ma sono molto contenta di non essere tra questi!

 

Ciò che aveva portato, dunque, l'archeologa ad essere più avanti del ninja, fu una semplice storiella raccontata ai bambini, che per qualche strana ragione aveva un fondo di verità. Shinso rimase profondamente sconfortato da ciò.

 

- PARBLEU! PERCHE' NON MI HANNO INSEGNATO CERTE COSE DA PICCOLO! - Esclamò, - OH, COME SOFFRO!

 

- Quindi sei riuscito a decifrare la scritta? - Chiese il capitano del team Skyriders, tornando sul pianeta terra. 

 

- Ovviamente, se no non sarei qui. Non è stato facile appunto per questo motivo. Non essendo stato un cambiamento ben accetto, alla fine si era venuta a creare una cifratura composta: se nella cifratura Volcanica bisognava andare di una consonante e una vocale indietro, mentre nella Mewtica bastavano quattro consonanti avanti, qui bisogna andare per le consonanti quattro avanti e per le vocali una indietro. 

 

- Che seccatura... Parlare come comuni mortali era troppo difficile?

 

- Zitto. Non ho finito di parlare. - intimò subito lei.

 

- U-urgh!

 

- Ora vi dico la traduzione, - disse infine. Richiuse la pergamena contenente gli appunti sul giovane faraone, per poi prenderne un'altra dalla finta bocca. Dopo averla spiegata, si mise a leggere ad alta voce:

 

- "Il fallito sguazza nell'ignoranza, 
il re cova odio nel castello sotto uno sguardo cupo,
ed il giullare, ripudiato, ride di questi stolti. 
Forze Oscure Onnipotenti, 
sorgete e punite gli stolti, 
e datene il sangue al giullare. 
Egli brinderà con la luna calante,
e l'ombra calerà sul mondo."

 

 

(Ost higurashi henka)

 

Il messaggio celato dalla sciarpa nera portò con sé timore ed inquietudine, lasciando dietro di sé un silenzio inaspettato. 

Il team Skyriders rimase sbigottito da tale traduzione: che il Veloscuro fosse un qualcosa di oscuro e pericoloso l'avevano già sperimentato ieri notte, ma quel testo simile ad un rituale fece venire i brividi a tutti e tre, come non avevano mai provato prima. 

 

Rimasero a guardare Mawile sconvolti, mantenendo l'atmosfera senza suono per qualche secondo. Il primo a parlare fu Kenji, che espresse il suo parere sulla faccenda in modo schietto e spontaneo.

 

- Se è uno scherzo, non è divertente.

 

- Non mi permetterei mai, - rispose l'archeologa, - sono seria in quello che faccio.

 

- In altre occasioni non avrei badato a questo... - disse Rukio, - ma dopo quello che ci è successo non credo siamo nella situazione di ignorare.

 

- Non posso darti torto, - rispose l'archeologa, - Sembra una maledizione in piena regola. Ho fatto analizzare ad un mio amico nella Terra della Nebbia la composizione delle scritte cremisi e della sciarpa, e quello che mi ha mandato... E' inquietante. 

 

Mawile tirò fuori dalla sua finta bocca un foglio di carta: scritta sopra vi era un'istogramma con una barra rossa e una nera.

 

- Nelle scritte cremisi sono presenti globuli rossi, mentre nel tessuto nero, assieme a fibre vegetali, cellule nere organiche. Nel suo database non è riuscito a trovare alcuna corrispondenza, ma possiamo dire con certezza che, chiunque abbia cucito queste sciarpe, ha usato parti organiche del suo corpo, con cui ha potuto quindi inserire anche parte del suo Meisoku. E non solo: sembra che questo Meisoku sia in grado di reagire con chiunque la indossi. Le conseguenze di questo, tuttavia, non sono in grado di darvi una risposta ferma. 

 

Il Riolu era sempre più preoccupato: non solo quel coso era in grado di creare mostri d'ombra dal nulla, ma aveva un Meisoku proprio in grado di influenzare gli altri pokémon. 

 

- (Questo vuol dire che anche un Kodamon innocente può diventare una macchina di distruzione con quella sciarpa... Accidenti!) 

 

- Chiunque sia dietro a tutto questo non opera certo per la pace nel mondo, ma non ho voglia di ripetermi. Sarei molto interessata alla vostra esperienza ora. Slade, eh?

 

Rukio fece una faccia sconsolata.

 

- Già... Siamo riusciti a ricatturarlo, fortunatamente. Quello che ci è successo nella Caverna del Tartaro... Non è qualcosa da raccontare in giro.

 

Mawile osservò la faccia del pokémon Emanazione: l'ultima volta che aveva visto quella espressione era di ritorno da Borgo Quieto dopo la sconfitta della Materia Oscura, quando Amelia lasciò questo mondo sotto il grande albero del villaggio. La domanda successiva fu secca quanto volenterosa di poter esprimere vicinanza. 

 

- Cosa... è successo, là dentro?

 

Nonostante la malinconia del piccolo licantropo, questo rispose senza tentennare. 

 

- Il potere del Veloscuro ha manifestato, sfruttando la malvagità di quel mostro, un golem d'ombra gigantesco. Non... vorrei esagerare, ma penso fosse grosso come otto Regigigas messi l'uno sopra l'altro. E' stato terrorizzante, ma grazie alla "Sincronia" * siamo riusciti a scamparla. 

 

- Beh, quasi... - disse lei, guardando le sue ferite.

 

- Non abbiamo trovato alternative purtroppo... Durante il combattimento ci siamo accorti che ero l'unico in grado davvero di ferirlo, e cercare di colpire Slade stesso era pressoché impossibile a causa di uno scudo d'aura oscura.

 

- Un golem d'ombra e uno scudo per il contraente... Chi ha creato quella sciarpa ci ha pensato bene.

 

- Già...

 

- In un certo senso è una fortuna che siate stati voi a trovarvelo contro: non so quante vittime avrebbe potuto fare se fosse rimasto in circolazione. 

 

- Esattamente, - sottolineò Kenji, - e Chansey è venuta qua facendoci una sfuriata, dicendo che avremo potuto chiamare rinforzi.

 

Senza girarsi verso il Legnogeco, Mawile dissentì. 

 

- E' ha ragione: il fatto che eravate gli unici a poter fare qualcosa non vi dava il diritto di suicidarvi. E se non fosse andata bene? Cosa avreste raccontato a noi? Ammesso che sareste stati ancora vivi...

 

- Tsk! Sfido io a trovare dei Kodamon a Brusilia a parte noi che avessero avuto abbastanza palle per affrontare quella bestia! Se non era per noi...

 

- SE NON ERA PER VOI! PARBLEU! E' un miracolo che io sia riuscito a fare qualcosa... Non ho dormito stanotte per quella cosa, se è anche definibile come "qualcosa".

 

- Non so se picchiarti per la tua codardia o per la tua modestia, - commentò il Legnogeco, - se non era per il tuo Kōsui altro che muffin alla Baccacrela: avresti potuto avere una bella frittella di Riolu, per colazione.

 

Shinso rimase un attimo interdetto prima di rispondere.

 

- (M-mi ha appena fatto un complimento?!?!?!?)

 

Cercò di calmarsi per evitare reazioni esagerate.

 

- *cough cough: senza il vostro sangue freddo sarei scappato a gambe levate. Mi fermo qui però: non voglio che tu ti rimangi il complimento implicito che mi hai appena fatto!

 

- Fai bene: sarà l'ultima volta che te lo farò.

 

- EXCUSE MOI?!?! VORRESTI INSINUARE CHE NON MERITO COMPLIMENTI, SOTTO SPECIE DI DRAGO?

 

- Esattamente quello che ho detto, Froggy viscido.

 

- PUAH! SE NON ERA PER ME E LA MIA LINGUA SARESTI CARNE DA MACELLO!

 

- EH!?!??! HAI IL CORAGGIO DI PRENDERTI PIU' MERITI DI QUANTO SIA NECESSARIO?!? IMPARA A STARE AL TUO POSTO, INUTILE FROGGY!

 

- TI AMMAZZO QUI ED ORA, BYAKUKEN KENJI!

 

- FATTI SOTTO, MIZUKAGE SHINSO!

 

Di fianco a loro, il capitano tremava tra le sue medicazioni.

 

- (Porca misera... se solo non fossi bendato!)

 

Al posto del piccolo licantropo, fu la pokémon Ferromascella ad impartire una lezione ai due: con la rapidità di un combattente, tirò una Metaltestata al ninja, mentre usò uno Sgranocchio per afferrare lo spadaccino e sbatterlo di prepotenza contro il muro. Entrambi subirono un danno considerevole: ella non si trattenne minimamente nonostante fossero dei malati in recupero. 

 

- L-la douleur...

 

- EHI, BRUTTA PU***NA! PERCHE' CONTRO SHINSO HAI USATO UNA MOSSA NON MOLTO EFFICACE E A ME INVECE HAI SBATTUTO CONTRO IL MURO CON LA TUA BOCCA DEL CAZZO?

 

L'archeologa guardò con occhi ricolmi di rabbia il Grovyle disteso a terra. Poche persone erano in grado di suscitare paura al pokèmon Legnogeco quanto l'archeologa del GIK. Trasudava dalle pupille istinto omicida: gli occhi erano spalancati, le pupille strette come un Gyarados in Oltraggio e dalla sua figura si poteva intravvedere un demone con le corna attorcigliate. 

 

- Come... mi hai chiamata?

 

- E-ehm... N-non ho detto n-niente... - disse Kenji, contrattando per la sua misera esistenza, - S-sei b-bellissima... D-davvero!

 

Rukio rimase in silenzio di fronte a quell'atmosfera diabolica.

 

- (N-nuova regola... Mai fare arrabbiare il vice-direttore...)

 

- Uff... Che spina nel fianco che sei... Prima mi impesti la biblioteca di Baccakebia , poi questo! Se non fossi un membro del nostro Rukio, ti avrei già sbattuto fuori a testate! 

 

La Baccakebia aveva un odore orrendo e pungente, classificabile come "da risvegliare i morti". Non era di certo il migliore degli odori da avere in un luogo dove, di norma, ci si dovrebbe rilassare.

 

- Ad ogni modo... Voglio sapere cosa hai intenzione di fare, - disse, rivolgendosi al pokémon Emanazione. 

 

- E-eh?

 

- Credo di saperlo già, ma voglio sentire da te se siamo sulla stessa lunghezza d'onda. 

 

Per quanto una donna meticolosa ed ordinata, ella non era brava ad avere la calma necessaria ad affrontare certe situazioni. Il carico di informazioni che era stato dato al piccolo licantropo non era tale per poter avere una risposta immediata. E di fatti, egli si ritrovò in difficoltà.

 

- Cosa fare... Cosa fare... - disse il piccolo licantropo, grattandosi la testa con il braccio fasciato.

 

Stette in silenzio per qualche secondo, prima di rivolgersi di nuovo alla segretaria.

 

- Mi ci vorrà... un po', se non ti dispiace.

 

- Prego. Oggi ho giornata libera. 

 

Dopo aver abbandonato in questo modo il suo ruolo di interlocutore, prese una sedia di legno lì vicino, sapendo quello che l'aspettava. Il Riolu non disse una parola: dopo essersi messo la mano sinistra sotto il mento, egli abbassò lo sguardo verso le lenzuola, entrando nella riflessione più totale. 

 

Era fatto così: aveva bisogno di riflettere bene, prima di organizzare un piano. Pensava a lungo da ogni angolazione, cercando una risposta che potesse avere la sua logica anche in materie che sembravano non avercene. 

 

C'erano tante cose che non li tornavano, ma quello che lo aveva lasciato sbigottito di più era il fatto delle componenti organiche nelle sciarpe. Per la scritta chiunque l'avrebbe paragonata ad un avvertimento, per spaventare chi entrasse in possesso della sciarpa. Ma avendo avuto un'esperienza diretta di quello che erano in grado di fare, lo ricondusse più ad una sorta di incantesimo, le cui parole erano funzionali alla ragione del loro utilizzo.  Tra le parole utilizzate, solo una parte poteva alludere ad un processo meccanico.

 

- ("Forze oscure onnipotenti, sorgete e punite gli stolti, e datene il sangue al giullare"...)

 

Poi, il suo pensiero si rivolse al fatto di averne trovate due: riteneva inquietante l'idea che esistesse un oggetto simile anche in quantità maggiore, e che con altrettanta facilità potesse incrementare le potenzialità del pokémon che la indossava. Come avevano fatto Slade e Rokujo a mettere le mani su tale potere? Dove avevano trovato tale oggetto di distruzione, e perché non se ne era sentito parlare prima?

 

- (Ci sono tanti interrogativi ma, per fortuna... la chiave è molto più semplice di quello che uno può pensare...)

 

Alzò lo sguardo, puntandolo verso l'archeologa. 

 

- Come... è fuggito di prigione, Slade?

 

- Uh? Perché ti serve saperlo? 


*********************** NOTE DELL'AUTORE *************************

- Explaining:


- Legenda:

Kōsha: Sabbia Gialla
Tetsumi (鋼美): Bellezza d'acciaio;

- Curiosità:

 

 

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Capitolo 22: il dilemma del cambiamento (seconda parte)

Spoiler

- Uh? Perché ti serve saperlo?

 

 

- Non può essere fuggito tramite mezzi normali: era imprigionato con le Tenma no Kusari, che sono in grado di impedire il flusso di Meisoku di un normale Kodamon. E' stato in prigione per tanto tempo: un tipo impaziente come lui non sarebbe mai stato così a lungo in prigione, se avesse potuto farlo prima. Il ché... mi porta a suggerire...

 

- ... Che qualcuno gli abbia dato una mano. - Concluse la frase Kenji.

 

Era la risposta più plausibile: se nessuno era in grado di scappare dalle Tenma no Kusari, sarebbe servito sicuramente un aiuto esterno.

 

- La via più facile, - continuò il Riolu, - è che qualcuno dall'interno gli abbia dato una mano.

 

- Excuse M-moi? - disse il Frogadier, preoccupato da tale ipotesi, - v-vorresti dire... Che qualcuno all'interno della prigione è una spia?!

 

- Sono stato nella prigione io stesso, per assicurarmi che Slade fosse al sicuro. E' impossibile penetrare in quella fortezza per un Kodamon normale. Quindi... l'ipotesi più plausibile è-

 

- Da scartare, purtroppo.

 

La Tetsumi interruppe il parlato del piccolo licantropo, attirando l'attenzione su di sé.

 

- Sono a conoscenza di come è scappato quel criminale. Mentre voi eravate qua, il capo ha parlato con Tonx, il capo-carceriere. Secondo la testimonianza delle sue guardie, era un pokémon con un mantello nero che non avevano mai visto prima. Sono allenate a riconoscere il Meisoku di ogni membro della prigione, guardie e non, quindi hanno dato per certo che fosse uno sconosciuto.

 

- I testimoni potrebbero essere stati pagati da un compagno per dire questo, però - commentò il Frogadier, - è solamente una parola.

 

- Vero. Ma ci è anche stato detto che sia catene che gabbie sono state rotte. All'interno della prigione, c'è un sistema che suona immediatamente se una guardia abbandona la propria postazione senza motivo, e se la cella viene distrutta. Non c'è stato alcun segnale d'allarme: né quello di intrusione né quello di abbandono è scattato. L'unico modo è usare una chiave, e per una guardia convieni con me che sarebbe stato molto più facile aprire la cella in questo modo. Ce lo ha assicurato il capo stesso.

 

- Quindi... è stato un esterno. La mia intuizione è vera.

 

Guardò davanti a sé, decisissimo in quello che doveva fare.

 

- Sarò chiaro, ragazzi: questa cosa dei Veloscuro non deve uscire da questa stanza. Fatene parola solo con Ampharos: dobbiamo impedire che la notizia venga dilagata.

 

Mawile e Kenji assunsero uno sguardo serio, mentre la Schiumorana divenne sgomenta.

 

- C'è qualcuno... dietro a questa faccenda. E chiaro dal fatto che i veli sono fatti di materiale organico, ma sono convinto in aggiunta che questo qualcuno stia agendo direttamente affinché certi soggetti riescano ad ottenerla. Se così non fosse, si potrebbe dire che sia Rokujo che Slade abbiano trovato gli strumenti per caso o qualcuno glieli abbia venduti, ma... conoscendo i due, ritengo che tutto ciò non sia possibile.

 

- Cosa ti fa dire questo? - Chiese Mawile.

 

- Rokujo, per quanto pericoloso, è un Kodamon semplice: ama le lotte e crea situazioni di scompiglio solo per poter combattere. Sebbene i mezzi per scatenarli siano subdoli, non si può dire lo stesso dello scontro in sé.

 

La sua mente fu portata al giorno prima, dopo quello scontro al Monte delle Rivelazioni.

 

- Voleva sfidarmi per mettersi alla prova. Ha combattuto lealmente: ogni volta che finivo a terra o in una situazione critica ha sempre aspettato che mi rialzassi. Non mi ha mai toccato con un colpo basso. Nello scontro è ben allenato e reagisce agli attacchi, ma il suo piano per incontrarmi aveva una falla molto grossa: non era informato sulla specie di Kodamon del suo avversario. Eppure, il suo piano era meticoloso: ha rapito i bambini nel momento ideale, in un tempo che non era di cadenza quotidiana; gli ha portati all'ultimo piano di un dungeon dove non funzionano determinati strumenti, e gli ha appesi sugli alberi per impedirgli la fuga. Quale stratega meticoloso tralascia l'aspetto più importante del suo piano?

 

Una domanda ben posta, che per i compagni di squadra non aveva una risposta altrettanto semplice.

 

- Nessuno...

 

Ma che il piccolo licantropo aveva già ottenuto.

 

- Perché il piano non è suo... ma dello stesso Kodamon che ha liberato Slade dalla prigione.

 

I due spalancarono gli occhi sgomenti, mentre Mawile divenne molto seria, in completo ascolto del ragionamento del Riolu.

 

- Se ci pensate, anche Slade non è il tipo da ricorrere a secondi utilizzi. Vi ricordate quando ha scoperto del mio Revitalseme? Si è sentito offeso, come se il mio utilizzo di uno strumento avesse compromesso la lotta. La sciarpa ha reagito con la sua rabbia ed è andato fuori controllo: se sapeva al cento per cento come usare quello strumento, ciò non sarebbe successo.

 

- ... e se sapeva dell'effetto collaterale, non l'avrebbe mai usato... - disse il Frogadier.

 

- E' più corretto dire... che non ne ha avuto tempo. Se l'avesse trovato da solo, sono sicuro che ci avrebbe pensato più volte, prima di utilizzarlo. Ma se diciamo che è stato costretto ad usarlo subito... allora diventa più plausibile. E ciò che mi preoccupa... è che è solo l'inizio. Se questo Kodamon si è preso il disturbo di far fuggire qualcuno da un carcere di massima sicurezza ci deve essere un secondo fine per questa faccenda... che non si ridurrà solo a due sciarpe.

 

- V-vuoi dire che...

 

- Sì. E' probabile che ce ne siano di più. E che forse ne farà di altre. Fa parte del suo piano distribuire queste sciarpe, e il secondo fine è reclusa nella filastrocca. "Forze Oscure Onnipotenti, sorgete e punite gli stolti, e datene il sangue al giullare. ": è probabile che, anche se danno un enorme potere, servano per raccoglierne altro. Altrimenti non mi spiegherei del perché decida di darle a qualcun altro nonostante da sole siano così forti. A questo, purtroppo, non ho saputo dare risposta....

Da seria come era, la facciata dura della Pokémon d'acciaio cadde: era impossibile rimanere impassibile davanti a quel ragionamento.

 

- (Ha dedotto tutto questo... dalle poche informazioni che aveva ricevuto?! In un solo minuto!?)

 

- Ma una cosa è certa: se è un esterno... vuol dire che è stato in grado di penetrare in quella fortezza, mettere fuori gioco le guardie, rompere la gabbia e portare via Slade senza lasciare traccia. Abbiamo a che fare con un tipo che ha un piano e un obiettivo, ed è disposto a servirsi di pericolosi pregiudicati per farlo. Un motivo in più per tenere questa informazione riservata: se spargessimo la voce, potrebbe succedere che colui dietro a tutto questo, o i pokémon che vogliono utilizzare questi Veloscuro, potrebbero diventare più cauti, e ciò renderebbe più difficile l'indagine, credo...

 

- Se è per l'indagini non siamo neanche ad un punto d'inizio, - fece notare Kenji, - Non abbiamo niente in mano che ci possa dare una pista.

 

- Beh... Dipende, - disse il pokémon Emanazione.

 

- Uh?

 

- In realtà... Abbiamo qualcosa di simile. Non so quanto potrà essere realistico tutto ciò, ma se la cifratura delle scritte è così particolare ci sarà un motivo, no? Se dobbiamo iniziare a cercare da qualche parte, proverei nella Terra della Sabbia. Mi rendo conto che come pista è molto generale, ma è pur sempre qualcosa che si può seguire, no?

 

Mawile stese la sua schiena sulla sedia, alzando la testa lentamente in segno di sorpresa.

 

- (L'ultima è un po' forzata, ma il resto... non fa neanche una piega! Ha presupposto un piano più specifico solo dal fatto che ci fossero più sciarpe, se tengo in conto che il resto l'ho detto io.)

 

Un sorriso si stagliò sulla Mawile, con un velo di inquietudine sul suo volto.

 

- (Forse... questo esploratore potrebbe sorpassare anche i suoi predecessori!)

 

- Possiamo dare solo una cosa per certa, - concluse il Riolu, - questi Veloscuro sono pericolosi, e non devono cadere in mani sbagliate.

 

- Che seccatura, capitano, - commentò Kenji, - ho una mal di testa adesso per colpa tua...

 

- (Ha pensato a tutto questo in così poco tempo? Cracra... Come ci si aspetterebbe dal capitano!) - Commentò sorridendo il Frogadier.

 

La Tetsumi si alzò dalla sedia, come se si fosse tolta un peso di dosso. Si sentiva leggera come una piuma.

 

- Beh, non puoi rispondere a tutte le domande subito, no? - Disse alzando le spalle, - Va bene così...

 

Dopo aver detto questo, rimise l'ultima pergamena nella sua bocca finta, per poi chiudere il discorso definendo gli ultimi dettagli.

 

- Dunque... per il momento le nostre misure saranno tenere sotto custodia le sciarpe e trovare qualcosa riguardo la Terra della Sabbia che ci possa essere utile. Forse chiedo troppo, ma hai già qualche idea?

 

- Intanto direi di alzarmi dal letto! Ec-co qu... pron-

 

Nel tentativo di rimettersi in piedi, Rukio cadde in avanti quasi al bordo del materasso, paralizzandosi sul colpo.

 

- Ehi ehi! Non credo tu sia nella forma adatta... - commentò il Grovyle.

 

- H-hai ragione... Scusatemi...

 

- Mon dieu, capitano... Non si muova più: ci pensiamo noi.

 

Shinso cercò di sollevarlo dal lato destro con il suo braccio sano (*) , mentre Kenji fece il resto del lavoro dal lato opposto.

 

- A-ahia! F-fate piano...

 

Fu sistemato con la testa in su, sopra il cuscino.

 

- S-scusatemi... Si direbbe proprio che oggi sia K.O. , credo proprio che dovrò farmi una settimana di vacanza... Eheh...

 

- Basta, capitano. Non servono le scuse inutili. Shinso: Chansey aveva detto di lasciarlo in pace, giusto? Che dici se andiamo a farci un giro e lo lasciamo riposare?

 

- E-ehm... Non credo che ce ne sarà bisogno, - rispose al suo amico Legnogeco.

 

Senza preavviso e senza nemmeno notarlo, Rukio crollò come un sasso nel suo letto, dando vita a sinfonie da percussione.

 

- C-cosa?

 

- Beato lui... - disse l'archeologa, - Vorrei anch'io la sua capacità di addormentarsi...

 

- Lotti contro un mostro di quaranta metri: può essere il giusto inizio, mademoiselle.

 

- Fufu... Forse. Dovreste riposarvi anche voi già che ci siete: scommetto che non appena si alzerà dovrete partire in missione. Io, invece, devo andare. Gradirei trattenermi oltre, ma sono molto impegnata. Come d'accordo, mi terrò questo Veloscuro per magari scoprire qualcos'altro. Lo terrò segreto a tutti tranne che ad Ampharos, ovviamente. Non preoccupatevi: farò in modo che non cada in mani sbagliate. Tenete voi l'altra. Magari potrete trovare un altro indizio da voi.

 

- Sì... Forse ha ragione, - disse la Schiumorana, guardando l'addormentato capo con sguardo preoccupato.

 

- Yawn... Non mi dispiacerebbe far riposare le mie foglie ancora un po'. Tanto, finché il capitano non si risveglia, e la tua bruciatura non guarirà, sarà difficile trovare qualcuno con cui allenarsi.

 

- Ok! Mi riposerò anch'io! La mia pelle ha bisogno di essere lucida come il culetto di un bebè, dopotutto...

 

- Riposatevi bene: vi aspetta molto da fare.

 

Mawile chiuse la porta dietro di se con leggerezza, lasciando quel lento scricchiolio come l'unico rumore che sarebbe dovuto esistere in quella stanza. Dopo la discussione fatta, i due avrebbero avuto tanto di cui parlarsi, ma per qualche strana ragione preferirono che il silenzio occupasse lo spazio tra di loro, invece che un colloquio illuminante.

 

- (Che seccatura, - pensò Kenji, mentre si distendeva sul suo lettino rustico, - Crede che non abbia visto niente, ma persino quel froggy schifoso è preoccupato. Se pensi di riuscire a nasconderti da me, ti sbagli di grosso... Conosco quella faccia inespressiva: è quando non vuoi mostrare a tutti i costi una grande tristezza. Quando è stato l'ultima volta? Con quel Poliwrath al fiume? Cazzo se sei inutile... Uff... Dovrei pensare anche io, ma mi ammoscerei... Se questi due sono così intelligenti, non capisco perché dovrei sprecare tempo a pensare a mia volta... Mi riposerò un po'.)


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- Arceus mi contattò telepaticamente: mi disse di non preoccuparsi per lei, perché si sarebbe reincarnata senza problemi. Lo stesso, purtroppo, non potette dire di Amelia... Dopo quell'avvenimento, non era riuscito più a percepire la presenza della Materia Oscura, né di lei...

[...]

- (Che faccio?! Cosa faccio!? Non posso usare quelle tecniche davanti al capitano! Che faccio che faccio!?)

[...]

- Non mi interessa chi è lui. Mi interessa chi sono io! Ed io voglio essere onesto con me stesso! Quello che potrà guardare in faccia Amelia ed essere orgoglioso! Ho promesso che in ogni situazione... avrei dato tutto me stesso per fare la cosa giusta! Sempre! Io... sono il Rakujitsu no Senshi, Oryugo Rukio! E Oryugo Rukio... NON SI ARRENDERA' MAI!

[...]


******************************************

 

Centosettantesimo anno del drago, ore 15.00. Kenji si svegliò dopo quattro ore e mezza di sonno.

 

- Yaaaaaaaaawn... (Direi che può bastare... Ci volevano proprio queste orette in più. Che fare? Porca troia... Sicuramente dovrei fare qualcosa per quella Baccapendra...)

 

Mentre decideva cosa fare, si girò verso il suo compagno: egli era con lo sguardo perso nel vuoto sul soffitto, a pancia in su ai bordi della sua vasca-letto, con la mano sinistra fuori dalla vasca e il braccio destro teso in acqua.

 

- Ehi. Hai già finito il tuo riposino, Froggy? Non ti puoi svegliare prima di me, o rischio di perdere la faccia!

 

Il Grovyle non ebbe risposta: il Frogadier sembrava fosse in un'altra dimensione, e non diede alcun cenno di aver sentito qualcosa.

 

- Mi stai ascoltando, eh? Ehi! Sto parlando con te!

 

Ancora una volta, la bocca della Schiumorana non si aprì. Si avvicinò alterato al principe ranocchia: le sue palpebre erano assenti, con delle borse nere sotto i suoi occhi. Il Legnogeco sbatté le palpebre, sgomento. 

 

- (Non mi dire... Che è stato tutto il tempo a pensare! Questo idiota...) SHINSO! RISPONDIMI, FO***TA RANOCCHIA!

 

Furono parole al vento: il ninja era in trance completa. Il Grovyle digrignò i denti, scocciato. 

 

- Tch! (Sei una c**zo di spina nel fianco!)

 

Una lampadina apparì sopra la sua testa. Un ghigno malefico si stampò sul suo volto.

 

- (Mi toccherà farlo un'altra volta... se voglio avere dei risultati. Eheh... Non che mi dispiaccia.)

 

- (Cosa puoi fare? - pensò il Frogadier, - Se non lo sai tu... Non è giusto che il capitano si carichi tutto sulle spalle sempre. Ma... Che diritto hai di dirgli qualcosa? Sei solo un viscido Frogadier che non ha neanche il coraggio di affrontare la realtà. Però... Posso biasimarti? Sappiamo bene quanto possa essere pericoloso. Tu... Hai paura, vero? Anch'io ho paura... Perchè? Perchè sono così... Voglio... Voglio essere utile! Ma... Non posso... Io non-)

 

 

(Ost naruto sexy)

 

- YUUH~ UUUUUUUUUUUUUUUH~ ! SHINSOOOOOOOOO-KUN~

 

Imitando una voce femminile, Kenji sventolò in faccia al suo compagno uno dei venticinque poster di Lopunny, il capitano del team Malia, che la ranocchia custodiva gelosamente nel Salvatesori. Questo lo svegliò immediatamente dal letargo, con la stessa velocità del cane che stava per ricevere la sua ciotola del piacere cibario. Si sollevò dallo stagnetto e, manipolandone una parte dell'acqua, creò un bouquet di rose.

 

- M-M-MON DIEU, MA CHE'RIE! C-C-CHE PIACERE, NON MI ASPETTAVO UNA TUA VISITA OGGI! SONO CONTENTO DI V-VEDERTI! IL TUO SGUARDO E' COME IL SOLE, E LE TUE ORECCHIE FOLTE SONO NUVOLE DI SETA NEL CIELO DEL SOMMO ARCEUS! OH, QUALE BELLEZZA, QUALE DELIZIA PER GLI OCCHI, QUALE... OH! PARDONNE-MOI! LE PAROLE MIE SONO TROPPO VOLGARI PER DESCRIVERE TALE DIVINITA'! NON NE SONO DEGNO! TI AMO DOLCE LOPUNNY! ACCETTA QUESTE ROSE COME SEGNO DEL MIO AMORE!

 

Ci fu un momento di silenzio, in cui Shinso, in ginocchio, stava mantenendo il bouquet verso Kenji, in una forma impassibile. Entrambi rimasero fermi immobili con i propri pensieri, mentre il capitano continuava russare nella stanza. Shinso si accorse che c'era qualcosa che non andava poiché ancora la pokèmon Coniglio non lo aveva rifiutato come da programma, e alzò lo sguardo chino verso la sua amata. Davanti a lui c'era il suo compagno che si stava trattenendo con la mano destra sulla bocca.

 

- Pff... gg...rrrwfrwmfi.... umffffff.....

 

Quando si rese conto di esser stato scoperto, il Grovyle rise in faccia di prepotenza all'amico, facendo risuonare il suo grido ludico per tutta la sede GIK.

 

- AHAHHAHAHAHAHAHAHAAHAAHHAHAHAHAAHAHAHAHAHAH!!!

 

Dopo aver cambiato colore dall'azzurro al rosso, come farebbe un Kecleon, imprecò contro il compagno con una rabbia distruttiva.

 

- BATAAAAAAAAAAAAAAAAARD! JE TE CASSE LA GUEULE!! (*)

 

 

- Non va bene...

 

La Schiumorana preparò due Mizu Kunai, provando a pugnalare il compagno.

 

- (Devo correre.)

 

Kenji scappò alla velocità della luce dalla stanza, aprendo con veemenza la porta.

 

- NON MI SFUGGIRAI! MIZU NINPO: MIZUBUSHIN!

 

Shinso lo inseguì furioso, rincorrendolo con otto copie d'acqua con in mano un kunai d'acqua ciascuno.

Gli altri membri rimasero infastiditi da quel comportamento, ma la rabbia del ninja non li permise contestazione, instillando paura. 

 

- CRACRACRACRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!

 

Lo seguì per tutta la sede, fino a quando il compagno non si rese conto di dover aumentare drasticamente le distanze per poter scappare del tutto. Si diresse verso l'uscita della città. Tutti i passanti rimasero impauriti dal comportamento del Frogadier: persino Cofagrigus aveva perso di vista i suoi lingotti d'oro per assistere alla scena.

 

- EHI EHI! NON STAI UN PO' ESAGERANDO? - Urlò spaventato il Legnogeco.

 

- SEI TU QUELLO CHE SE L'E' CERCATA!

 

I due continuarono a rincorrersi anche verso il sentiero che portava a Borgo Quieto, falciando alberi per farsi strada: l'uno per trovare vie di fuga più ottimali e rallentare il compagno, l'altro nel tentativo di colpire da lontano.

Durò tra le due e le tre ore l'inseguimento, fino a che non giunsero effettivamente al villaggio natale di Rukio. Anche qui la folla fu abbastanza stupita da trovarsi all'improvviso il team Skyriders, ma per colpa della furia di Shinso nessuno osò fermare i due.

La rincorsa finì una mezz'ora più tardi, ai piedi del Grande Albero, il luogo di ritrovo dove il capitano e Amelia erano solito ritrovarsi a farsi accarezzare dalla fresca brezza del villaggio.

 

Kenji, ormai esausto dalla lunga fuga, si accasciò al suolo privo di forze, sperando che anche il suo compagno avesse consumato l'energie.

 

- Anf... Anf...

 

Fortunatamente per lui, questa previsione si rivelò esatta.

 

- Io... Ti... Pant...

 

Aveva però ancora tutta l'intenzione di picchiare il suo compagno: nel vederlo sfinito, provò a tirargli qualche buffetto in testa. Tuttavia, la stanchezza non gli permise di fare alcun danno, costringendolo ad accasciarsi al suolo accanto al Legnogeco.

 

- Che seccatura... Anf... Solo per le cose stupide sei caparbio... Anf...

 

- Senti... Chi... Parla.... Anf...

 

- T-tregua?

 

- T-ti sembro in condizione di rifiutare?

 

I due rimasero stesi a terra con il fiatone per qualche minuto, mescolando il proprio respiro affannoso con il profumo d'erba fresca del terreno.

Quando finalmente avevano recuperato abbastanza aria da poter fare un discorso serio, i due si sedettero al suolo a gambe incrociate, lentamente, cercando di non andare l'uno addosso l'altro. Il silenzio li coccolò per cinque lunghi minuti, mentre rimasero ad osservare il panorama bagnato dalle luci arancioni.

 

Il primo a proferire parola fu il Legnogeco, rendendosi conto che il suo compagno avrebbe volentieri aspettato che il sole fosse calato fino alla fine.

 

- Allora...  La ranocchia è pronta a sputare il rospo?

 

Nessuna risposta: Shinso rimase imperturbabile, con lo sguardo fisso verso il tramonto.

 

- Accidenti... Dopo tutta la strada che ho fatto, la briga che mi sono preso, hai intenzione di rimanere in silenzio?

 

La ranocchia rivolse il viso al terreno, con la faccia quasi tra le gambe, come se volesse sprofondare nella terra accanto alle radici.

 

- Sei proprio una spina nel fianco... Ti rendi conto di quanto sei ridicolo?

 

- Cra... cracra... cra...

 

Il Frogadier si mise a ridere dal nulla, senza alcun apparente motivo. Il ghigno sottile che si formò sul suo volto era quasi inquietante, da far accapponare la pelle.

 

- Ehi! Ti pare il momento di rider-

 

(ost Beastars another side)

 

- Sono ridicolo, vero? Cracra...

 

Mentre rideva, delle lacrime caddero al suolo, dopo aver sporcato le sue guance sorridenti.

Nonostante quello stato emotivo, l'espressione da sopra la bocca era seria e malinconica, con i suoi occhi gialli tremolanti e ricolmi di sangue argentato, al cui centro vi era un nero lago dal paesaggio triste e solitario, quasi come se indossasse una maschera solo dalla bocca in giù.

 

- Ridicolo... Semplicemente ridicolo...

 

Quello stato d'animo prese alla sprovvista il compagno, che non seppe come rispondere.

 

- S-shinso...

 

Era da tanto tempo che non lo vedeva conciato in quel modo. Sembrava passata un'eternità, da quando aveva visto per la prima volta il vero Shinso.

 

- Hai ragione, Kenji. Sono... Sono ridicolo. Una spina nel fianco. Un Kodamon che non prende mai nulla sul serio, passando la sua vita a ridere come un cretino. Mi sto calando bene nel buffone, vero?

 

Il Grovyle non rispose: chiuse la sua bocca e si limitò ad abbassare lo sguardo sotto il sol calante.

 

- Inutile... completamente inoffensivo... E così che volevo essere. Non volevo in alcun modo essere odiato, né essere temuto. Ci sono riuscito. E' solo che...

 

Prima di continuare, altre lacrime caddero dai suoi occhi.

 

- Quando dovrei prendere una decisione... quando dovrei invece lottare per qualcosa d'importante per me... ho paura del giudizio degli altri! Questa maschera che mi sono costruito... Questa maschera che ho indossato con le mie stesse mani è diventata più importante delle persone a cui tengo! Perché sto facendo questo?!

 

- Cosa... Stai dicendo, Shinso?

 

- Nella Caverna del Tartaro, ho pianto come un bambino sulla decisione del capitano. Ho cercato in tutti i modi di fermarlo, perché temevo di perdere ancora una volta un Kodamon a me vicino. Mi sono sinceramente preoccupato per lui, con tutto il cuore! Ma... Che ho fatto davvero per fermarlo? Cosa ho fatto davvero per aiutarlo? Anch'io lo potevo fermare... Anch'io avrei potuto... affrontare quel mostro! Per il capitano! Per te! Avrei potuto... Ma non l'ho fatto. Invece di fare qualcosa di concreto per proteggere coloro che mi stavano attorno, invece di fare vedere di che pasta sono fatto... ho pianto. Ho pianto persino offendendomi senza alcun diritto! S-solo... per continuare la mia recita. E' sempre così: quando si tratta del momento decisivo, non posso fare niente! Non posso... Niente...

 

Kenji si mise una mano dietro la testa. Sapeva perfettamente quale fosse il problema del suo compagno. 

 

- Io... mi ero ripromesso... di far conoscere di nuovo il nome di "Mizukage", il sangue che mi porto dietro per tutto il mondo. Volevo... pulire il loro nome... restituire tutto quanto. Ma... Ogni volta che ci penso... ogni volta che mi guardo indietro e vedo come combatto... Non ce la faccio! Non c'è niente di eroico nel come combatto! Ho imparato così fin da piccolo! Non posso cambiare me stesso!

 

Lo spadaccino era da dieci anni che era a conoscenza di questo suo lato. Lo sapeva bene: tecniche complicate e instillate nel tuo corpo fin dall'infanzia erano difficili da togliere, soprattutto in casi di estremo pericolo e in combattimenti all'ultimo sangue. Aveva fatto fatica anche lui molte volte nel trattenersi. Tuttavia, sapeva che per la formazione del ninja di Albachiara era veramente quasi impossibile.

 

- Uff... Lo sai che non è colpa tua. - disse lui, cercando di far ragionare il compagno.

 

- E INVECE LO E'! - Esclamò il ninja acquatico, girandosi verso il compagno con le guance completamente umide - NON IMPORTA DA CHE LATO LO GUARDI! SONO STUFO! SE NON FOSSI COSI', POTREI ESSERE UTILE DAVVERO! I-invece... INVECE SONO UN VIGLIACCO SENZA LA BENCHÉ' MINIMA UTILITÀ, CON LA PAURA DEL GIUDIZIO DEGLI ALTRI E DI ME STESSO! 

 

La brezza si sollevò all'improvviso, facendo sentire al Frogadier tutta la freddezza delle sue lacrime.

 

- Io... Sono debole, Kenji. Sono troppo debole... Non posso fare niente per allentare la presa di queste catene che mi sono imposto... e quelle che ho già. Vorrei... Che tutto questo fosse solo un brutto scherzo...

 

Il Legnogeco finalmente ebbe le idee ben chiare su quali fossero i dubbi del suo compagno. Agire per proteggere, ma poi perdere l'oggetto della protezione, o non agire e rischiare di perdere tutto quello per cui aveva acquisito affetto; lo stesso Grovyle, il coraggioso e onesto capitano, i membri del GIK e gli abitanti di Brusilia.

 

Sebbene le preoccupazioni fossero reali, sapeva anche che la verità che stava sopra quelle parole era ben più importante di tutti quei problemi. Tra il consolare il compagno e, invece, fargli aprire gli occhi, fu chiaro come il tramonto davanti a loro l'azione giusta da eseguire per lo spadaccino dal cuore onorevole.

 

- Mi stai dicendo... che tutto quel rimuginare di prima, non era per la roba del Veloscuro, ma stavi pensando a questo? - Chiese indispettito, - tutto il tempo?

 

Il Frogadier distolse di nuovo lo sguardo dal suo compagno.

 

- I-io... Se prendiamo questa indagine... Potrei... Potrei perdere tutto! Il GIK, il team Skyriders, il capitano... Tu, amico mio! Non voglio farti soffrire per colpa mia! Io... N-non vogli-

 

Senza lasciargli il tempo di finire, il Legnogeco tirò un pugno a martello sulla sua zucca, facendogli quasi toccare la testa al suolo.

 

- AHIA!

 

Dopo un paio di secondi con la testa fra le mani, la Schiumorana inveì contro Kenji.

 

- SEI IMPAZZITO?! CHE TI PRENDE?!

 

- Questo lo dovrei dire io: probabilmente anche il capitano avrebbe fatto questo. Stai sparando balle a tutto spiano.

 

- NON SONO BAL-

 

- Sì. Sei un debole; una nullità.

 

(ost Beastars will)

 

La rabbia del momento svanì in un istante. Ciò che rimase era lo stato d'animo tipico di chi cerca risposte.

 

- Sei un viscido Frogadier che non riesce ad essere sincero con sé stesso, né con gli altri, che ha paura della sua persona più di quanto un Caterpie abbia paura di un Braviary. Inoltre, il tuo senso dell'umorismo fa schifo. Sei un buffone che non farebbe ridere un Mightyena. E soprattutto sei un vigliacco: invece di affrontare la realtà, ti nascondi nella tua stessa ombra, sperando in una grazia che non hai nemmeno la decenza di chiedere.

 

L'ultima frase fu esagerata, ma il Grovyle aveva tutta l'intenzione di riprendere e far tornare sulla retta via il suo compagno.

 

- E... allora? Qual è il problema?

 

Shinso guardò con sguardo stupito il suo compagno, confuso più che mai sulla natura di quelle parole.

 

- Io odio tutti i fronzoli che la gente usa per spiegare qualcosa invece di andare dritto al punto, come se una parola un po' diversa potesse cambiare il discorso. Da questo punto di vista, questo è un lato del nostro capitano che normalmente mi darebbe fastidio. Almeno lui riesce ad utilizzarle per uno scopo lecito. Ma... con te è diverso: tu spari stronzate dalla mattina alla sera, con la consapevolezza che lo sono. I veri pagliacci non sono quelli che si creano un volto diverso, come te, che cerchi di essere il più sconclusionato possibile davanti agli altri, per non dargli neanche la possibilità di conoscerti ed odiarti. Coloro che si interessano in ciò che fa piacere agli altri, per poi decorare la loro maschera con tutto ciò che farebbe comodo alle persone intorno, per poi abbandonarli una volta che non conviene più leccargli il c**o: quelli sono i veri pagliacci. Uno che invece si finge tale, come te, per proteggersi e proteggere gli altri, al limite del ridicolo... Non può che fare bene al cuore di chi gli sta intorno. La tua recita ti avrà anche reso inutile nelle lotte, nei Dungeon, e forse in qualunque altra cosa esistente. Però... - continuò, alzandosi in piedi, - sicuramente, non sei inutile qui, - disse il Grovyle indicando il suo cuore.

 

- K-kenji...

 

- E poi... hai tirato fuori il tuo potere quando contava veramente. Mi sbaglio? 

 

Egli faceva riferimento al Monte delle Rivelazioni, quando ha salvato Pancham e Duosion da Des Pleigh.

 

- Sono sicuro... che farai lo stesso anche in futuro. 

 

Era violento; era arrogante; era persino esasperante, e a volte antipatico. Tuttavia, non si poteva dire che non c'era nei momenti giusti, quando un amico aveva davvero bisogno di lui. Era in questi attimi, che egli faceva vedere quanto profondo fosse il legame tra la lucertola spadaccina e la ranocchia ninja.

 

- Vediamo... Non sono un fan delle frasi ad effetto per insegnare qualcosa, e ho già parlato abbastanza. Allora... Uhm...

 

Il Grovyle incrociò le braccia cercando di ritrovare le parole immaginate qualche secondo fa.

 

- Ah, ecco. Credo che il capitano ti avrebbe ricordato la regola numero quattro.

 

- La... Numero Quattro?

 

- Com'era... Ah, sì : "Nel dilemma del cambiamento, cambia chi ti sta intorno". Credo... Che con questa Rukio intendesse dire qualcosa sul "Accettarsi" e l'altruismo, o qualcosa del genere. Non ricordo bene...

 

- "L'unica ragione per cui non puoi cambiare, è perché non ti piaci", - rispose il Frogadier, - "Suona come un contro-senso, ma se non hai certezze non riuscirai mai a mettere piede in una strada senza luce, per riuscire a trovare la tua nuova identità. Ciò che ti serve, per cambiare, è raccogliere altre piccole luci intorno, che puoi far nascere da altri Kodamon come te. Aiuta a migliorare chi ha bisogno: un grazie e una buona azione ti farà sentire meglio. Se guadagnerai piano piano la consapevolezza di voler fare la cosa giusta, non avrai paura a cambiare completamente la tua persona."

 

La Schiumorana non solo ricordava quella regola: nella sua mente vi erano impresse le stesse parole che Rukio, quel giorno, aveva confidato a lui. Se il cambiamento in te risultava difficile, un buon inizio era quello di stimolare quello degli altri: se verrai circondato da persone migliori, non avrai paura a fare il grande passo.

 

- Non ti si può dire che non la sai a memoria... - disse il Legnogeco, con tono sconsolato.

 

- "Non puoi cambiare te stesso se non puoi cambiare gli altri"... Suona... Così triste, in un certo senso...

 

Si girò verso il compagno, mantenendo le palpebre sottili e sconsolate.

 

- Sei... Sicuro che dovrebbe sollevarmi il morale?

 

- Dovrebbe... - rispose quello sorridendo, - ti fa capire quanto il nostro capitano pensi alle sue parole, e quanto ci tenga a noi. Queste regole sembrano banali, ma molto sagge. Poche parole che dicono tanto, e sono semplici da capire. Se tutti parlassero così...

 

Alzò di nuovo lo sguardo al cielo, come volto a buttare i suoi occhi verso un futuro più roseo.

 

- Il mondo... sarebbe una rottura di scatole in meno...

 

Shinso guardò il suo compagno con un volto sereno: in qualche modo, a fianco a lui aveva rivisto il compagno d'infanzia che aveva incontrato in quel giorno lontano, sperduto in una foresta anonima assieme a lui. Era strano ricevere lezioni di morale da un essere sanguinolento e attaccabrighe come quello, ma tutto ciò lo fece ridere come non aveva mai finto di fare.

 

- Cra... Cracra....

 

- Uh? Ancora piangi?

 

- Cracracra...CRACRACRACRACRACRACRACRACRACRA!

 

- Ehi. Sto cercando di essere serio, qua. Mi prendi in giro?

 

Il ninja acquatico fece un sospiro di sollievo, soddisfatto di avere un compagno di viaggio come lo spadaccino lì presente.

 

- Grazie, Kenji.

 

- Uh?

 

- Non avrei mai pensato di dirlo, ma sei stato di grande aiuto. Mon dieu! Dovresti entrare più spesso in questa mood da saggio eremitico! Ti farebbe più sopportabile, sai?

 

- E' colpa tua... - disse con tono forzatamente ironico, - quando spari stronzate a raffica ho voglia anch'io di dirne qualcuna... Sei peggio di un'epidemia.

 

- Oh? Nel tuo vocabolario esiste epidemia?

 

- Nel tuo no?

 

- Non la uso spesso, ma dovrei annotarmela, così come mi dovrei annotare questo bel discorso che mi hai fatto, per ricordarmi che qualche volta sai essere gentile.

 

Il Grovyle ebbe un attimo di sgomento: si rese conto solo in quel momento quanto il suo discorso fosse eccessivamente smielato, completamente in opposizione ai suoi standard.

 

- G-GENTILE? IO? NON OSARE INSULTARMI! - disse il Grovyle con un leggero rossone in volto.

 

- "Un vero spadaccino non si rimangia le sue parole" , - disse il compagno cercando di imitare la sua voce.

 

- BRUTTO FROGGY-

 

I due continuarono a punzecchiarsi amorevolmente, come gli amici sinceri che erano e forse rimarranno, metaforicamente abbracciati in un momento banale ma al tempo stesso caloroso, illuminati da una luce rossastra che dipingeva il cielo di sottile amore. Ricordati sempre, mio caro lettore, di goderti appieno i momenti con le altre persone, anche quelli più stupidi: sono proprio quei momenti spontanei a renderci quello che siamo e saremo...

 

****NOTE DELL'AUTORE****

 

- Legenda

JE TE CASSE LA GUEULE: Ti rompo la faccia;

 

 

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capitolo 23: incubi, piste e un po' di origano (prima parte)

Spoiler

Limpido è, sentire, invero,
Lacrime dipinte, sottile sincero.
Sempre mi fu, abbraccio caloroso,
Pensiero dolce, di bambino ansioso. 

 

Aria femminea, tra dita tremanti,
Persa nel vuoto, fulmineo domani. 

 

******************************

 

Si dice che da grandi poteri, derivino grandi responsabilità. Molti mi remano contro quando prendo troppo spunto da pellicole fantasiose o cartoni discutibili, ma ritengo sempre che uno abbia il diritto e il dovere di prendere tutto quello che più gli aggrada e interpretarlo per sé, costruendo leggi morali che permettano di definire un individuo elegante ma al tempo stesso giusto. 

 

- Zzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz...

 

Mi farebbe molto piacere descrivere anche il mio protagonista come tale in ogni occasione, ma più che la precedente frase iconica il motto giusto per descrivere Rukio in quel momento sarebbe stato "da grandi poteri, derivano grandi russate". 

 

- Zzzzzzzzzzzz...

 

Centosettantesimo anno del drago, ore 12:00. Il piccolo licantropo aveva dormito pressoché per un giorno intero, completamente distrutto dall'esperienza della Caverna del Tartaro. Per riuscire a fargli mettere qualcosa sotto i denti, la sera prima, Shinso e Kenji si sono dovuti adoperare per portargli la cena in camera. Non appena egli aveva sentito l'odore di cibo, dal letto si era precipitato sui piatti preparati a base di Baccarancia, Baccapesca, riso bianco e e dolcetti alla Baccacao e Baccasalak, i suoi preferiti. Aveva consumato una quantità di leccornie pari a cinque volte il suo peso, per poi crollare sul pavimento nel precedente letargo, lasciando ai suoi compagni il compito di rimetterlo un'altra volta sul letto. 

 

- zzz... Yaaaaawn...Uff...

 

Rukio aprì gli occhi lentamente, cercando di rimettere insieme i pezzi del giorno precedente. 

 

- (Stavo... Ancora dormendo?)

 

Si guardò intorno nella sua stanza, ancora con gli occhi annebbiati. Poté notare sulla scrivania, in fondo a sinistra, dei piatti di ceramica lucidi con sopra delle posate argentate.

 

- (Mi hanno portato il cibo in camera... eheh)

 

Grattandosi la testa, cercò di fare mente locale sugli avvenimenti di due giorni fa. Si ricordò della mattina precedente, quando fece la chiacchierata con Mawile sulla pericolosità del suddetto oggetto. 

 

- (Veloscuro... eh? Un oggetto in grado di fornire un potere tremendo a chiunque la indossi... E quelle scritte... In che guaio mi sono cacciato, stavolta? Una cosa è certa, - pensò, cercando di rimettersi in piedi, - non posso stare ancora su letto! Dev- )

 

Non fece in tempo a finire la frase che cadde in avanti, sbattendo la faccia sul materasso. Purtroppo, le sue gambe non erano ancora nelle condizioni di sostenerlo adeguatamente, rendendogli impossibile la riuscita dei suoi buoni intenti.

 

- (Eheh... Accidenti... Sembra che dovrò davvero riposarmi questa volta, eh?) - Pensò sorridendo, - (Beh, se non altro... sono tutto d'un pezzo, no?)

 

Cercando di mettersi a pancia in su rotolando da sinistra verso destra, il piccolo licantropo esaminò il suo corpo: attorno alle braccia aveva ancora delle fasciature, mentre le gambe erano completamente ingessate da cima a fondo. La schiena era a posto, anche se un po' indolenzita, mentre la soffice coda era completamente guarita e lucidata. 

 

- (Poteva andare peggio, - pensò toccandosi sul collo, - e anche tu sei intatta... cara Amelia...)

 

Quest'ultimo verso lo rivolse alla sua sciarpa, che fedelmente era rimasta attorno al suo collo per tutta la convalescenza già attraversata. 

Toccandola, Rukio fu assalito da preoccupazioni: era chiaro che, da quel punto in poi, avrebbe dovuto affrontare altri nemici pericolosi quanto se non di più di Slade, e ciò voleva dire che davanti alla realizzazione del suo desiderio si poneva un ostacolo di cui non era possibile garantire la sua eliminazione.

 

- (Quel mostro... Se non fosse stato per noi non so come sarebbe andata a finire. Non mi giustifica dal mio comportamento, ma non è qualcosa che un normale Kodamon potrebbe affrontare, e a malapena ne siamo usciti vincitori da quello scontro. Devo diventare più forte! - pensò stringendo il pugno destro, - non permetterò che un abominio del genere rovini questo mondo meraviglioso! Mi aiuterai anche tu, non è vero Amelia?)

 

Come al solito, la Sciarpa dell'Armonia non diede segno di risposta. Chiudendo gli occhi in segno di rassegnazione, provò a posizionarsi con le braccia vicino al cuscino, dove di fianco erano posizionate due stampelle di metallo con sopra un bigliettino di carta.

 

"So bene quanto ti piaccia uscire dal balcone e assaporare l'aria fresca la mattina. Spero che queste possano esserti utili nyan!"

                                                                                                                                                                                  - Sylveon

 

Fece un sorrisetto nervoso, realizzando il motivo della sua coda lucida.

 

- (Porca miseria... mi pareva strano.) 

 

Il pokémon Emanazione prese le stampelle, preparandosi per camminare.

 

- (Sylveon-chan... se non ti conoscessi, mi sarei già adoperato per un'ordinanza restrittiva...)

 

Si alzò dal letto, uscì sul balcone e fece un respiro profondo. A mezzogiorno l'aria era meno fresca del mattino, ma non gli dispiacque sentire un caloroso sole scaldargli il viso sopito, mentre veniva bagnato da un'aria ventilata.

 

- Vorrei essermi svegliato prima, ma anche questo non è male... Chissà se anche tu stai guardando questo sole, Amelia...

 

Riaprì gli occhi, rivolgendoli all'orizzonte mentre stringeva la sciarpa a sé.

 

- Vorrei... Lasciarmi cullare dal vento e godermi le nuvole, le stesse che vedevamo insieme scorrere per il cielo di Borgo Quieto. Vorrei che il sangue di queste ferite non sporcasse il futuro del nostro sogno, ma credo di non poter fare altrimenti in questa situazione... 

 

Uno spiffero di brezza gli accarezzò la nuca, facendo muovere al vento le sue orecchie.

 

- Stai tranquilla, - disse di nuovo abbassando lo sguardo verso il velo blu e verde, - non ho intenzione di arrendermi. Continuerò a combattere, perché questo mondo permetta ai Kodamon di esplorare le bellezze dell'avventura senza avere paura di pericoli e minacce. 

 

Un altro soffio d'aria lo richiamò di nuovo al bel paesaggio che si trovava di fronte, costringendolo ad alzare di nuovo il suo viso. 

 

- C'è la farò... riuscirò a realizzare il tuo sogno! E...

 

La vista del sole chiaro, il ricordo della sua solenne promessa: l'espressione del piccolo ma forte licantropo divenne decisa e seria, come se le prossime parole dovessero essere dichiarate con fermezza, davanti alle stesse nuvole tanto care alla sua dolce compagna. 

 

- Tu... sarai qui con me quando ci riuscirò. Troverò un modo per riportarti qui, accanto a me. Il tuo viso solare... il sorriso allegro che solo tu sapevi darmi... Farò in modo di rivedere questa luce! 

 

Qui, il suo sguardo si chiuse in una malinconia rassegnata, portata dall'oggettività dei fatti. Sebbene le sue emozioni dicevano che ce la poteva fare, la sua mente sapeva bene di quanto fosse impossibile un desiderio del genere. In quel momento di debolezza, non poté fare a meno di cambiare il tono, tenendosi stretta la mano sinistra sul cuore.

 

- Andrei in capo al mondo... Vorrei tanto rivederti. Almeno... solo per poterti riabbracciare ancora una volta... Amelia...

 

- Ma che teneroni che siamo... Il Kodamon più temuto della Terra dell'Acqua passa il tempo a romanticare alla finestra! 

 

A sentire quella frase, il Riolu girò la testa verso destra.

 

- Tsk-Tsk... Dovresti scegliere con più attenzione le parole da usare, quando parli da solo...

 

Sul lato destro del balcone, uno sguardo felino guardava Rukio con fare malizioso e provocatorio. Weavile era lì, seduta a gambe incrociate con il braccio destro a sostegno della testa, spettatore del monologo malinconico del piccolo licantropo. Il capitano del team Skyriders ci mise un po' a realizzare la situazione, rimanendo immobile a fissare i suoi occhi con una faccia senza espressione. 

 

Quando si rese conto di ciò che era successo, gridò spaventato. 

 

- WAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!! 

 

Cadde all'indietro, tornando all'interno della stanza e sbattendo la testa contro il pavimento.

 

- OUCH! C-che male...

 

- Fufu... Certo che ti fai impressionare facilmente... - disse la felina.

 

(ost Around 8)

 

 

- C-C-CHE DIAVOLO CI FAI QUI?!?!? C-C-COME SEI ENTRATA?!?!?!

 

- Saltando dai tetti, - rispose seria, in piedi sul cornicione del balcone, - in questi casi la mia specie ha delle capacità molto utili.

 

- TI SEMBRA IL MODO DI ENTRARE NELLA MIA STANZA?! PER DI PIU' DA MALATO?! MA CHE TI DICE IL CERVELLO?? - Disse con le guance arrossate dalla vergogna.

 

- Come ti chiamavano? Rakujitsu no Senshi? L'unica cosa che è calata è il tuo bel culetto sul pavimento (*). Uff... Sei proprio inguardabile...

 

- S-SE VENUTA AD ISTIGARMI O HAI UN MOTIVO PER ESSERE QUI!?!?

 

La Lamartigli fece uno sbuffo di rassegnazione, consapevole del fatto che non avrebbe potuto giocare con lui.

 

- E io che volevo continuare la nostra bella chiacchierata... Certo che non si può proprio iniziare un discorso che te capisci subito il secondo fine, eh? Chissà che noia nel vostro mondo...

 

- N-non è difficile da intuire... - Disse distogliendo lo sguardo, - Non parli con me volentieri...

 

- Non hai tutti i torti...

 

Entrò nella stanza, avvicinandosi al corpo del piccolo licantropo caduto. I suoi passi furono così leggeri che non si sentirono nemmeno. 

 

- Non sono qui perché voglia aiutarti o simili, - continuò, - ma ho delle informazioni riguardanti tu sai cosa. 

 

- N-non so di cosa tu stia parlando...

 

Weavile si accucciò verso il pokémon Emanazione, faccia a faccia, incrociando le braccia sulle ginocchia.

 

- Sarò anche solo un Kodamon in confronto a te, signor umano. Ma, al contrario tuo, invece che di testa preferisco andare d'istinto. In certe situazioni è molto più veloce di elaborati piani e seghe mentali. 

 

Allungò le unghie sul petto del piccolo licantropo, muovendole lentamente. Il freddo proveniente da esse fece accapponare la pelle all'eroe. 

 

- Dopo aver ottenuto quello che cercavo, ho sentito che dovevo riferirlo a tutti, a te in particolar modo. Ma poi sono venuta qui ieri pomeriggio, e mi hanno detto che eri in una condizione tale da rimanere a letto una settimana.

 

Spostò le sue unghie sul mento, tirandolo in su e avvicinandolo alla sua faccia. 

 

- Visto che Ampharos e Mawile non mi hanno voluto dire niente, ho pensato di tenermi l'informazione e di riferirla solo a te. In cambio... voglio che tu mi dica qualcosa di più. Mi pare equo, no? Io do una cosa a te... e tu in cambio, la dai a me. 

 

- (Mawile sta mantenendo la parola...) - Pensò lui, noncurante delle parole della felina.

 

- Cos'è quella faccia? Mi stai ascoltando?

 

- D-difficile darti retta quando piombi così all'improvvis-

 

La Lamartigli, senza lasciarlo finire, allungò gli artigli della mano destra con dell'aura bianca, trasformandoli in Lacerazione. 

 

- S-sono tutt'orecchi! - Disse subito il piccolo licantropo, capendo l'antifona.

 

- Vedo che ci capiamo... 

 

Weavile ritrasse le unghie alzandosi da terra, mentre il piccolo licantropo tirò un sospiro di sollievo. 

 

- Fiu...

 

- Allora... comincia a cantare. Sarà meglio che tu dica la verità in merito a quelle ferite. Non ci credo che è bastato un semplice squilibrato a ridurti così.

 

Rukio non rispose subito: non sapeva minimamente se raccontare davvero tutto al capitano del team AWD, oppure tenere la bocca chiusa.

 

- (Non posso certo dire qualcosa se gli altri  stanno facendo del loro meglio... Ma... Quale informazione avrebbe Weavile che potrebbe essermi utile?)

 

- Ehi! Ancora?! Sto parlando con te!

 

- A-AH?

 

- Non capisco come facciano i tuoi compagni a sopportare questi tuoi momenti di coma! E' snervante vedere un pokémon ignorare bellamente con quello sguardo che dice "cosa fare, cosa non devo fare"! E' sì o no! Fine!

 

- (Vediamo se riesco a sviare il discorso) C-come mai sei così disponibile? Non è da te volermi dare una mano...

 

Il Riolu conosceva abbastanza bene lei da immaginarsi che quel "favore" che gli stava rendendo sarebbe stato da restituire in qualche modo. Non era assolutamente una domanda fuori luogo: fu più che comprensibile concedere una risposta anche se la felina capì subito il vero motivo di quella richiesta.

 

- Svii il discorso, eh? Non arrivo a questi livelli di stupidità...

 

Il piccolo licantropo rimase in silenzio per qualche secondo osservando la Lamartigli. Nonostante la voglia di chiudere l'argomento, non aveva intenzione di venire meno a ciò che si era imposto. Non bisognava farne parola con nessuno, anche a costo di prendersi qualche graffio dalla pantera nera lì davanti. 

Passò qualche secondo, prima di riprendere il discorso per mantenere al patto fatto.

 

- Senti... - esordì, - vorrei dirtelo... davvero. Ma-

 

- RUKIO!!

 

Tuttavia, non riuscì a finire in tempo la frase: nel mentre che stava parlando, Dedenne spalancò la porta furiosamente. 

 

- RUKIO!! E' SUCCESSA... UNA COSA... ANF...

 

- (Come fa ad urlare con il respiro affannato?) 

 

- Ehi Dedenne, - disse Weavile, irritata dall'interruzione, -  Io e la palla di pelo stavamo avendo una conversazione completamente confidenziale. Potresti tornare più tardi?

 

- N-non ascoltarla Dedenne! D-dimmi pure.

 

- EHI!  - Esclamò la Lamartigli.

 

- S-SHINSO... S-SHINSO...

 

Incuriosita, la gatta ladra rivolse alla pokémon Antenna uno sguardo tagliente.

 

- Cosa? Finalmente la lucertola gli ha tagliato la gola? Quella ranocchia doveva pur imparare in qualche modo a stare zitto...

Dedenne, piuttosto che dare corda alla sua voce affannosa, decise di sputare tutto d'un fiato saltando le spiegazioni.

 

- LA SITUAZIONE E' SERIA! E' NELL'ARENA SOTTERRANEA, SVENUTO, E NON RIUSCIAMO A FARLO RINSAVIRE! KENJI E' FERITO, ED E' RICOPERTO DI SANGUE!

 

(Ost coming danger)

 

 

Nel giro di un secondo, l'espressione di Rukio divenne terrorizzata, come se davanti a lui fosse morta la sua amorevole madre. Non ebbe nemmeno un attimo d'esitazione: al finire della frase della topina elettrica, il dolore nelle gambe sparì, e si mise a correre in direzione dell'arena sotterranea del GIK. 

Tuttavia, dopo nemmeno esser sceso dal primo piano, il capitano del team Skyriders cadde a terra, con le gambe pietrificate che non davano segno di risposta.

 

- U-urgh... M-maledizione...

 

Weavile lo raggiunse qualche secondo dopo: prima di parlare, fece una risata arrogante.

 

- Eheh... Solo un piano? Sei proprio ridotto male... 

 

Il Riolu non rispose: cercò in tutti i modi di avanzare verso il piano successivo, strisciando con i gomiti malridotti.

 

- Tsk! Sei inguardabile! Pensi davvero di arrivare intero da loro?

 

- N-non... importa... - rispose, continuando a strisciare.

 

- Che rottura... C'è un limite a tutto...

 

Senza proferire parola, la felina afferrò il pokémon Emanazione per la schiena, per poi caricarlo sulle spalle a cavallina.

 

- Oggi faccio un'eccezione, palla di pelo. Non farci l'abitudine!

 

Senza perdere tempo, la Lamartigli riprese la corsa, tenendo salde le gambe del ferito.

 

- A-ahia! F-fai piano...

 

- PRIMA NON TI IMPORTAVA! NON ROMPERE I C***NI! 

 

Nel mentre che scendeva, la felina incrociò i suoi scagnozzi, che erano rimasti nell'atrio in attesa del capo.

 

- S-SIGNORA WEAVILE!  D-dove... 

 

- A DOPO LE SPIEGAZIONI! SEGUITEMI!

 

Il team AWD, assieme a Rukio e Dedenne, scesero i due piani sotterranei della sede del GIP, fino ad arrivare all'entrata del colosseo.  La porta massiccia di legno era già stata aperta, e si sentivano dentro dei pokémon discutere preoccupati. 

 

- Ci siamo quasi. Spero che questo trambusto non sia per niente Dedenne. Non mi piace fare la babysitter.

 

- PENSI CHE MI DIVERTA A CORRERE COSI' ? PRIMA DI CONTATTARE VOI HO CONTATTATO IL TEAM HUG HUG E AMPHAROS. SONO GIA' SUL POSTO!

 

- (Shinso... Kenji... Vi prego... Fa che stiano bene...) 

 


***********************************************************************************************

 

Centosettantesimo anno del drago, 11.20. E' necessario tornare un attimo indietro nel tempo prima di proseguire con la nostra storia. 

 

- Che seccatura... Era proprio necessario venire fin qua?

 

Shinso aveva portato Kenji nell'arena sotterranea del GIK, insistendo fermamente nell'accompagnarlo senza rivelargli cosa avesse in mente di fare. Non era da lui avere l'iniziativa di andare in quel luogo: di solito la routine stabiliva che fosse lo spadaccino a trascinare con la forza il ninja, visto che era l'unico pokémon con cui poteva impegnarsi e divertirsi in quella sede esplorativa. All'inizio si stupì di tale richiesta, ma la curiosità di tale comportamento lo spinse a chiedere spiegazioni successivamente, conscio del fatto che, forse, nemmeno gli avrebbe risposto prima. 

 

Si era già immaginato, tuttavia, che molto probabilmente centrava qualcosa con quello che era successo due giorni fa e della discussione avvenuta all'ombra della quercia di Borgo Quieto.

Il Frogadier era al centro dell'anfiteatro, con le spalle rivolte verso il Grovyle, che era distante quattro metri da lui. 

 

- Non siamo qui per allenarci, giusto? - Esordì il Legnogeco.

 

La Schiumorana non rispose subito: rimase in silenzio, mentre stringeva a sé la borsa dell'esploratore. 

 

- Ehi. Se hai qualcosa da dire lo sai che puoi farlo, con me. Prima ti toglierai questo peso, prima potremo gettarlo via. 

 

Aveva preso una decisione, forse la prima dopo aver passato tanto tempo la sua vita nell'ombra. Quella stessa risolutezza lo fece girare verso il compagno, facendo un cenno affermativo nei suoi confronti. 

 

- Sì... Oggi niente allenamento.

 

- Se non è per allenarsi... allora perché?

 

Shinso abbassò lo sguardo verso il terreno.

 

- Non... non sono sicuro di cosa possa succedere, quindi ho preferito venire in un luogo sicuro prima di farlo.

 

- Di cosa stai parlando? Sbrigati e dimmi cosa vuoi fare!

 

Rialzò il viso verso il suo compagno, assumendo un'espressione seria.

 

- Sai... Dopo ieri... dopo tutto quello che abbiamo parlato, ho preso una decisione.

 

- Uh?

 

- Voglio... Voglio essere utile. Voglio rendere al capitano tutto quello che ci rende ogni giorno, permettendoci di fare parte della sua squadra. Voglio che possa contare su di noi nel momento del bisogno. Non voglio... seminare il terrore con me stesso... - disse, distogliendo lo sguardo, - ma... sono stufo di non poter fare nulla!

 

- Che stai dicendo? Nessuno ha detto che sei inutile.  Perché dici cose così banali...

 

- Ho bisogno del tuo parere, Kenji - chiese improvvisamente, non calcolando la domanda del compagno.

 

- Uh? Su cosa?

 

- Ho riflettuto a lungo. Ho bisogno di un tuo parere prima di prendere azione. E' una domanda che mi assilla... da quando siamo usciti da quella grotta.

 

- (Cosa gli sta prendendo? - Si chiese confuso lo spadaccino, - Prima la lunga pensata, poi lo scoppio in lacrime: c'è un momento della giornata in cui riesca a stare tranquillo? Che seccatura...) Di cosa si tratta?

 

- Secondo te... Perché il capitano era l'unico in grado di poter colpire il golem d'ombra?

 

- Uhm... Quello... Non saprei cosa risponderti, sinceramente.

 

- (Quando mai lo sai, dannata lucertola...) - pensò avvilito.

 

Kenji si diede una grattata alla testa, provando a sforzarsi di dare una risposta esaudiente. 

 

- Forse... I nostri attacchi non facevano per lui. Abbiamo delle tecniche simili: entrambi usiamo fendenti, sebbene tu abbia anche altro tipo di mosse come Idropulsar. Forse non è possibile tagliare un'ombra, e nemmeno colpirla con attacchi elementali.

 

- Anche io ho avuto un pensiero simile. Per i miei attacchi sembra una conclusione con qualche validità: il mio "stile" non si basa molto sulla forza, ma più sulla velocità, la rapidità e l'imprevedibilità dei miei attacchi. E' normale che contro un colosso del genere senza un cervello non abbiano avuto effetto. Ma... i tuoi? A meno che non hai giocato come al solito, non credo che quegli attacchi avrebbero lasciato illeso qualcuno di normale... Penso che la potenza non sia la risposta alla domanda.

 

- Stai andando troppo per le lunghe... Taglia corto, o potrei non riuscire più a seguirti...

 

Un senso di irritazione pervase la mente della Schiumorana. 

 

- (Dimenticavo con chi sto parlando... Vediamo di andare con ordine, o potrei fargli del male...) Non ci vorrà molto: cercherò di farti ragionare il meno possibile. Passo dalla più semplice: hai presente come noi Kodamon creiamo attacchi?

 

- Urliamo ai quattro venti i nostri attacchi e poi colpiamo?

 

- (SACRIPANTE! IDIOTA DI UNA LUCERTOLA!) 

 

Lo avrebbe strangolato, ma si trattenne per il bene della riuscita della sua operazione. Fece uno sbuffo di rassegnazione, per poi inspirare dell'aria profondamente. 

 

- Maledizione a me... Vedo che dovrò spiegarti un bel po' di cose. Se ti dico Konsoku (*) e Shizensoku (*) ti viene in mente qualcosa?

 

- Ah, quello... E' il discorso di come si crea il Meisoku? Quando il capo ha voluto spiegarmelo non ci ho capito molto...

 

Era come parlare con un muro: tutto ciò che non aveva a che fare con i combattimenti non era d'interesse per il Legnogeco. 

Shinso non poteva in alcun modo, davanti ad un pokémon del genere, mettersi a spiegare il discorso della creazione dell'aura e di come quegli esseri viventi particolari creavano quelle che, io e te, conosciamo come "mosse". 

Solo per te dunque, mio caro lettore, mi terrò da parte un po' di spazio per non lasciarti brancolare nel buio.

Il Meisoku non era un'entità unica, ma un flusso di energia spirituale generata dall'unione di altri due elementi, appunto il Konsoku e il Shizensoku. 

 

Il primo significa letteralmente "Respiro dell'anima" e rappresentava il flusso scaturito dall'anima del pokémon, che assumeva forma grazie all'intelletto e alle emozioni del proprio utilizzatore. Più forte era ciò che si cela dentro il cuore dell'individuo, maggiore l'entità di questa forza. Questa era il principio dell'immaginazione del pokémon, che veniva sfruttata per creare attacchi e potersi concedere azioni che, solo fisicamente, questo non sarebbe stato in grado di fare. 

Il secondo, invece, si traduce come "Respiro della natura", ed era, a differenza del Konsoku, il flusso che proveniva dall'ambiente circostante, appunto dalla "natura". Al contrario di quello che si può pensare, la forza di un pokémon non nasceva solo da sé: ogni pokémon, con diversa capacità, era in grado istintivamente di trarre forza dall'aria, dall'acqua, dalla vegetazione, e da ogni altro elemento naturale, proprio come un animale è in grado di diventare più abile nel suo territorio. 

La foca si trova a proprio agio nelle acque gelide, mentre magari il piranha congelerebbe. Il leone è imbattibile nella savana, mentre magari in città non saprebbe come orientarsi. 

 

Questa "energia naturale" faceva sì che quasi tutti i pokémon fossero in grado di controllare ed incanalare in sé stessi una forza in grado di potenziare il proprio corpo e le proprie capacità. Sottolineo il quasi, perché c'erano delle eccezioni, ma prima di elencarle è necessario passare alla formazione degli attacchi. 

 

Per creare un attacco, i pokémon usavano una combinazione di queste due energie: il Konsoku regola la potenza e il controllo sulla mossa, il Shizensoku il suo tipo e le sue caratteristiche naturali. Ovviamente, lo Shizensoku utilizzabile dal pokémon dipendeva dalle sue caratteristiche naturali: un pokémon di tipo Acqua di norma era ben disposto a raccogliere energia dall'acqua e dal vapore circostante, mentre un tipo Terra dalla terra stessa. Un tipo Fuoco avrebbe delle difficoltà ad usare una mossa d'Acqua, così come un tipo Erba ad usare una mossa di tipo Ghiaccio.

 

Tra le eccezioni, è giusto che ti elenchi il tipo Lotta, visto che riguarda il nostro Rukio, il capitano del team Skyriders: il tipo Lotta, tra i tipi di pokémon, era quello naturalmente mal disposto a controllare lo Shizensoku. 

Questo formava un handicap, perché restringeva la variabilità delle mosse utilizzabili e costringeva il pokémon ad affidarsi principalmente alla propria forza di volontà e alla propria capacità fisica. Tuttavia, ciò poteva anche essere anche un vantaggio, sotto un altro punto di vista: se lo spirito combattivo e la vitalità del pokémon erano forti, ciò influenzavano direttamente la completezza della mossa, permettendo un allenamento più rapido sul controllo e la potenza di questa, al contrario del caso in cui si sarebbe dovuto utilizzare anche l'energia naturale.

 

- Lasciamo perdere... - disse la Schiumorana, - ti dirò solo questo: gli attacchi del capitano sono per la maggior parte fatti di "anima" : lo spirito è direttamente legato alla sua volontà e alle proprie emozioni. Per noi due, invece, il concetto è diverso: siamo un tipo Acqua e un tipo Erba, quindi per le nostre mosse dobbiamo anche usare la "natura". Questo è ciò che differenzia i nostri attacchi da quelli del capitano. 

 

- Stai dicendo che io non ho messo "anima" ? Che non mi sono impegnato? 

 

- No. Sto dicendo che il capitano riusciva a colpire il golem perché i suoi attacchi esprimevano appieno i suoi sentimenti. Considerando la sua un'anima benevola, volta alla giustizia, probabilmente ha creato una situazione di vantaggio contro un essere fatto di pura malvagità. Tu non sei un santo: ti piace combattere, sei sanguinolento, e i tuoi attacchi non sono fatti puramente di "anima", quindi non avevano effetto sul golem, mentre il bene e lo spirito di sacrificio del capitano era come se fossero del veleno per lui. Se consideriamo che quella cosa era alimentata dalla cattiveria di Slade, è più che naturale pensarla così.

 

All'idea di non poter godere di uno scontro letale, Kenji si innervosì un po'. 

 

- Mi stai dicendo... Che l'unico modo per affrontare quel mostro è non gioire più di un combattimento? Te lo puoi anche scordare!

 

- CRETIN! FAMMI FINIRE IL DISCORSO! - Sbraitò all'ennesima dimostrazione di cocciutaggine del compagno. 

 

Per evitare di litigare successivamente, tossì rapidamente, per poi riprendere subito. 

 

- Ehm ehm! Quello che voglio dire e che abbiamo solo due strade. O il capitano diventa più forte e può affrontare il colosso da solo, o noi troviamo un modo per affrontarlo a nostra volta! E' chiaro che è lo spirito che riesce a colpire il golem. Quindi, o riusciamo ad utilizzare più "anima" nei nostri attacchi, o troviamo qualcosa di simile al golem per attaccarlo.

 

Il Grovyle si grattò la testa con la mano destra, segno che forse aveva una mezza idea di ciò che passava per la testa del suo compagno.

 

- Uhm... Credo... Di aver capito, forse. Non so cosa centri questo... "più anima"... ma credo che sia correlato a come creiamo gli attacchi, da come ne parli. Se siamo abituati ad un modo, però, non credo sia possibile crearne un altro all'improvviso. Dovresti saperlo bene. 

 

Alludeva, probabilmente, al fatto che Shinso non si poteva discostare più di tanto dalla sua formazione di ninja. Il pensiero fece tremare leggermente la ranocchia. 

 

- Penso che la seconda scelta sia più fattibile, continuò il Legnogeco, - anche se non ho idea ancora di cosa tu abbia in mente. Hai detto di considerare quel probabile mostro come qualcosa di estremamente malvagio. Quindi... invece di estremamente buoni, dobbiamo essere estremamente cattivi?

 

Shinso esitò a continuare il discorso. Non era ancora sicuro di quello che stava per fare, soprattutto per il fatto che non sapeva come avrebbe reagito il suo compagno, davanti a quella proposta. Quindi, per una volta, si immedesimò nell'incorreggibile spadaccino,  preferendo passare ai fatti, piuttosto che alle parole. Dalla borsa che si era portato dietro, il ninja fifone tirò fuori il Veloscuro di Slade. Alla vista di quell'oggetto, lo sguardo del Legnogeco si incupì, provando una brutta sensazione. 

 

- Ehi ehi. Perché hai tirato fuori quello?

 

Sembrava stupido, ma in realtà ciò era una manifestazione della sua pigrizia. Pensando all'ultima frase detta dalla Schiumorana e al suo modo di comportarsi, non ci volle molto per comprendere la ragione della sua convocazione: nel momento in cui comprese a grandi linee le  intenzioni del Frogadier, il suo volto cambiò enormemente, dalla non curante faccia da pesce lesso a quella un gatto spaventato, inghiottendo in gola un groppone di saliva. 

 

- N-non ci credo... N-non vorrai mica...

 

Il compagno lo guardò negli occhi: si intravvedeva la paura riflessa del Grovyle stesso, ma al medesimo tempo, questi avevano la sfumatura di voler andare fino in fondo.

 

- Sì.

 

- S-sei impazzito? N-non che abbia paura ma... Slade ha perso conoscenza mentre lo usava. Tu... Sei sicuro di...

 

- E' per quel motivo che ero titubante. Se non possiamo combatterlo, ho pensato di usare un altro golem per combattere contro di lui. Non so quanto possa essere efficace visto che tendenzialmente... non ho un briciolo di malvagità in me, quindi invece che un golem probabilmente produrrò un nano! Cracra!

 

Nervoso per la sua stessa intenzione, aveva provato a buttare sul ridere la faccenda. Neanche lui capì perché l'aveva fatto. Dopotutto, sapeva bene che non avrebbe funzionato con il suo compagno di una vita: questo sapeva bene qual era il pericolo di quell'azione. 

 

- Sei... sicuro?

 

- Te l'ho detto... non è questione di essere titubanti o meno. Lo so... Lo sai anche tu, cosa sono in grado di fare. Ed è per questo che ho chiesto a te, il mio migliore amico. Così come tu sai di me... io so di te. E so anche... che se dovesse succedere qualcosa...

 

Lo spadaccino assunse un tono serio.

 

- Io... Dovrò fermarti? 

 

- Se necessario... sì.

 

L'espressione del Grovyle non era quella sua solita di fredda serietà: si leggeva un velo di compassione, quasi come se fosse dispiaciuto che il suo stesso compagno si fosse ridotto a tanto pur di rendersi utile al team.

Non era convinto di ciò che il Frogadier gli stava proponendo, ma allo stesso tempo comprese il suo desiderio, ed era malinconicamente meravigliato che, finalmente il suo compagno, abbia deciso di provare ad uscire dalla sua prigione, nella speranza di avere un cambiamento. Potevano essere mille i contro: in quel momento, l'unico bagliore di speranza era ciò che guidò il Legnogeco ad aiutare il compagno.  

 

In fondo, anche lui trovava ingiusto che Rukio dovesse caricarsi tutto quel peso, soprattutto dopo che si era ridotto ad un manichino per fermare Slade. Se la minaccia che incombeva su di loro era costellata da esseri simili, non potevano permettere che il loro mentore fosse lasciato al suo destino. Se c'era la possibilità di aiutarlo davvero, era loro dovere trovare una soluzione.

 

- Allora? Ci stai? - Chiese il compagno Schiumorana.

 

Prima di rispondere, chiuse gli occhi, accettando l'idea come un atto di fede.

 

- Uff.. e va bene... Però... Prima che tu faccia qualcosa fammi scaldare un attimo. Non sono completamente convinto che sia la cosa giusta, ma... se in questo modo possiamo combattere con il capitano, vale la pena tentare, - disse, mettendosi a fare nel mentre stretching con le braccia, - cerca di non fare casini, però. Appena vedrò che qualcosa sta andando storto, ti metterò K.O. senza discussioni. Anche se dovessi romperti qualche osso. 

 

Shinso non rispose a parole. Chiuse gli occhi felice, esprimendo la sua gratitudine nei confronti della lucertola verde con un sorriso.  

 

- (Grazie, Kenji. Sono contento di averti al mio fianco.)

 

Senza perdere altro tempo, o forse più per togliersi il peso della sua stessa decisione il prima possibile, prese il Veloscuro dalla Borsa dell'Esploratore. 

 

- Facciamolo!

 

Non appena prese la sciarpa in mano, un riflesso rosso attraversò le sue scritte cremisi, con la stessa movenza di onde su un lago create dal lancio di una pietra, trasmettendo inquietudine al Frogadier.

 

Deglutì istintivamente, per poi fare un respiro profondo per tranquillizzare il suo animo. A questo rito speciale, passò poi ad un urlo di battaglia per auto-convincersi.

 

- NON SI TORNA PIU' INDIETRO! EN GARDE, VELOSCURO! 

 

La indossò senza pensarci ulteriormente, legandola intorno alla sua fronte come una bandana, facendo un unico nodo. Nello stesso istante in cui fece quel movimento, il suo compagno Kenji si mise in guardia, creando due Fendifoglia sulle sue braccia. 

Egli era talmente teso ma concentrato che in quel momento qualunque movimento anomalo avrebbe potuto scatenare uno dei suoi "Senkendō". 

 

Lo stesso valeva per Shinso: in caso l'energia oscura fosse stata tale da risultare insopportabile, d'istinto si sarebbe tolto la sciarpa, senza pensarci due volte. Come ulteriore precauzione, aveva annodato il velo lasciando l'unico nodo morbido, in modo che, nel caso peggiore, si sarebbe potuta presentare la possibilità che il Veloscuro fosse caduto dalla sua testa, prevenendo un disastro. 

 

Rimasero fermi a guardarsi negli occhi, cercandosi a vicenda nella pericolosità del momento, sentendo entrambi il bisogno di rimanere in guardia per tutto il tempo. 

Passò un minuto netto in quella situazione di tempestosa immobilità.  Non accadde nulla: niente golem d'ombra; niente aura oscura; niente di niente.

 

- N-niente? - chiese il Frogadier.

 

- Sembrerebbe di no.

 

- E'... Strano. Ero convinto che almeno qualcosa sarebbe successo.

 

- Si vede che, come avevi detto tu, non hai abbastanza "Malvagità". E' una seccatura che sia venuto qui per niente, ma almeno... sono sollevato, se devo essere sincero - disse interrompendo i Fendifoglia, - forse è meglio così. Ci abbiamo provato, almeno.

 

La Schiumorana fece uno sguardo rassegnato e triste. 

 

- E' un peccato. Mi spiace di averti fatto perdere tempo inutilmente... dopo tutto i discorsi che ho fatto...

 

- Non è stato tempo inutile, - commentò lo spadaccino.

 

- Uh?

 

- E' la prima volta, dopo tanto tempo, che ti vedo così determinato in qualcosa. Sono sollevato: se continuerai così, forse riusciremo ad andare avanti. 

 

L'espressione rassegnata mostrò nuovamente un altro sospiro, questa volta di soddisfazione. Era vero: dopo quella decisione, la sensazione di poter cambiare era finalmente arrivata alle sue porte, ed era stato pronto ad accoglierla a braccia aperte. Decise di chiudere lì quell'esperimento, e si portò le zampe alla propria testa.

 

- Hai ragione! Ti ringrazio, amico mio. Vorrà dire che dovremo trovare un altro modo per aiutare il capitano! Questa volta, sono pronto a- 

 

Non appena mise le mani sul Veloscuro per sciogliere il nodo da dietro la fronte, la sua faccia cambiò bruscamente espressione: dalle quelle pupille vuote sembrò che Shinso fosse sparito all'improvviso.

 

- Ehi, Froggy. Tutto bene?

 

Cominciò a respirare affannosamente a bocca aperta, tenendosi con le mani la nuca come se volesse scavarvi al suo interno. 

 

- Ehi! Shinso! Che succede?!

 

(Ost shadow masquerade)

 

 

Il suo cervello non riusciva a percepire nulla di tutto ciò che gli stava attorno. 

Era terrorizzato: tutto il suo corpo tremava come una foglia. 

Il peso della sua terribile paura fu tale che le gambe si fletterono in avanti leggermente, mentre i palmi delle sue mani premevano forte sulla fronte.

 

Nella sua testa galopparono furiosamente ricordi orribili della sua infanzia, in quel lontano villaggio segreto. 

Rabbia, violenza, distruzione: il povero ninja stava agonizzando in un dolore perpetuo e dilaniante, paragonabile al più atroce degli inferni. Sentendo che qualcosa non andava, il Grovyle si avvicinò al compagno, appoggiandogli le mani sulle spalle e cercando di farlo rinsavire. 

 

- OH C***O! SVEGLIATI! SHINSO! CHE TI STA SUCCEDENDO?! SVEGLIATI, C**ZO!

 

Nel mentre, il corpo della Schiumarana rilasciò un Meisoku oscuro, di un nero più profondo di quello che aveva manifestato nella Caverna del Tartaro Slade. Un dolore atroce toccò le mani del Legnogeco, che fu costretto a mollare la presa.

 

- U-urgh!

 

L'aura era talmente densa da riscaldare l'ambiente circostante, rendendo l'arena un gigantesco forno a pietra. La mente di Shinso era sul punto del collasso: iniziò a delirare, in preda al panico.

 

- N-no... N-no ti prego... N-no... No... 

 

La sua paura più grande ritornò a galla: in quel villaggio sperduto, vi era una figura famigliare, dipinta del viscido e ferroso liquido vermiglio.

 

- No no no no no no no no no no no NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NO NONONONONONONONONONONONONONONONONONONONO! ANIJA! ANIJA! ANIJAAAAAAAAAAA!!(*) NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

Dopo quell'urlo di dolore, venne rilasciata un'onda di energia nefasta, che fece cadere nel buio più totale l'intera arena,  respingendo Kenji. 

 

- U-URGH! 

 

Questo, però, non si fece intimorire: piantò le sue gambe al suolo e creò ancora una volta i Fendifoglia.

 

- (Devo fermarlo! Ora!) MI DISPIACE, SHINSO! FENDIFOGLIA!

 

Il Legnogeco si lanciò a tutta velocità verso il suo compagno per fermarlo, come si era promesso di fare. Tuttavia, il corpo in agonia della Schiumorana rilasciò un'altra onda d'urto inarrestabile, forte quasi quanto l'aura di Rukio, che dilaniò la sua pelle come mille lame. 

 

- G-GRAAAAAAAAGH!

 

Lo spadaccino venne buttato sui bordi dell'arena, sbattuto sulla roccia dalla pressione di quel potere spaventoso. Al contatto con la schiena sulla parete, sputò sangue dalla bocca, finendo sul punto di svenire. Cercò in ogni modo di resistere, ma fu tutto inutile: non riuscì a reggere la violenza di quel colpo, nemmeno con la sua forza di volontà.

 

- S-s-shins-so...

 

Svenne senza proferire altre parole se non il nome del suo compagno, chiudendo lentamente i suoi occhi, mentre il Meisoku Oscuro continuava a fluire per tutta l'arena. Quando il Grovyle collassò, il ninja emise un'ultima onda d'urto, facendo tremare l'intera sede del GIK.

 

Dopodiché, egli cadde a terra sulle ginocchia, con le pupille bianche, completamente privo di ogni volontà.

Quei ricordi che aveva cercato inutilmente di sopprimere, tornarono a galla con la stessa intensità di un fiume in piena, che lo travolsero senza lasciargli via di scampo. La sua fragile anima fu ferita per l'ennesima volta dal suo orribile destino, che andò a riaprire la gigantesca cicatrice che portava cucita nel suo cuore. 


************* NOTE DELL'AUTORE **********************

 

- Explaining:



1) Il team AWD è stato il primo team a mettere piede nell'Isola Zero, ma senza riuscire ad esplorarla completamente;
2) Le Macchine Tecniche sono strumenti fatte con tecnologie avanzate: permette di far imparare forzatamente, se è biologicamente portato, una mossa ad un pokèmon;

- Legenda:

Konsoku (魂息) : Soul Breath, respiro dell'anima.
Shizensoku (自然息): Nature Breath, respiro della natura.
Kokukatsu no Shū  (黒蝎の周): settimana dello Scoprione Nero, Week of Black Scorpion.
Anija (兄者) : Fratello maggiore in modo rispettoso.

- Curiosità:

il gioco di parole di Weavile è facile da spiegare: rakujitsu non vuol dire propriamente tramonto, ma 'sol calante' ; 

 

 

 

 

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Capitolo 24: incubi, piste e un po' di origano (seconda parte)

Spoiler

Centosettantesimo anno del drago, ore 12.08.

 

- (D-dove sono? N-non sento niente... Perché è tutto... Così buio...)

 

- S.....so

 

- (Uh?)

 

- Sh....so

 

- (Di...Di chi è questa voce?)

 

- Shi...so

 

- (Credo... Stia chiamando me...)

 

- SHINSO!

 

- E-egh... a... a... Ah...

 

- SHINSO! SVEGLIATI SHINSO!

 

Piano piano, il Frogadier riuscì a riprendere conoscenza. Vicino a lui, con le ginocchia a terra, il capitano lo stava chiamando a squarciagola. Dopo l'avvenimento nei sotterranei, la Schiumorana era rimasta K.O. anche dopo che i soccorsi erano arrivati là dentro. Era completamente indolenzito: aveva un gran mal di testa e si sentiva tremendamente intorpidito.

 

- U-urgh...

 

- Grazie al cielo stai bene! - esclamò il Riolu.

 

- D-dove...

 

- Fai con calma adesso: Sylveon ha detto che hai affrontato un grande shock, quindi cerca di rilassarti.

 

La vista cominciò a rischiarirsi: davanti a lui apparve il pokémon Emanazione.

 

- C-capitano? Sei tu?

 

- A-adesso non mi riconosci?

 

- N-no... E' che...

 

Si interruppe a metà frase, cercando di rimettere assieme i pezzi sparsi nella sua testa. Nonostante la vista recuperata, non aveva ancora la mente lucida per fare un discorso lungo di senso compiuto.

 

- C-cosa... E' successo? - Chiese stordito.

 

- Questo è quello che vorremmo sapere noi, idiota, - commentò Weavile.

 

- Ti abbiamo trovato in ginocchio con lo sguardo vuoto verso l'alto, - disse Sylveon, - avevi un aspetto orribile! Ci hai davvero fatto preoccupare stavolta!

 

- C-come? S-scusate ma, m-mi... gira la testa... N-non riesco a capirvi bene. N-non ricordo neanche cosa stavo facendo esattamente...

 

Shinso si guardò intorno, immerso nel suo disorientamento. L'arena sembrava devastata: c'erano tagli profondi sul pavimento e sugli spalti, mentre le radici dell'albero sotterraneo erano ricoperti di polvere.

La sua testa era ancora sottovuoto: non riusciva a collegare lo stato dell'anfiteatro agli avvenimenti passati. Girò il volto completamente alla sua destra, scorgendo Chansey e Comfey assieme ad Ampharos e Mawile, mentre stavano trattando un altro ferito.

 

- C-capitano.

 

- Dimmi.

 

- C'è qualcun altro oltre a me... Che è stato ferito?

 

Il piccolo licantropo abbassò gli angoli della bocca, mostrando un'espressione sconsolata.

 

- Sembra... che davvero tu non ricordi niente. Abbiamo trovato te e Kenji in condizioni gravi. Come ha detto Sylveon, tu eri completamente sotto shock. Invece... Lui è...

 

Lo sguardo del ninja si soffermò in un punto preciso, a distanza di dieci metri da lui: in mezzo agli infermieri, riuscì a riconoscere il suo compagno, completamente ferito dalla testa ai piedi. Era pieno di tagli su tutto il corpo, che Comfey si stava impegnando a ricucire utilizzando fili di Meisoku, mentre Chansey stava usando Covauova per aumentare la rigenerazione delle sue cellule. Tutto questo, mentre lui era cosciente.

 

- AAAAARGH!

 

- Ci dispiace Kenji, - disse Chansey, - cerca di tenere duro! Purtroppo, non so cosa realmente sia successo qua, ma hai perso molto sangue, e anche il tuo Konsoku ha subito dei danni. In queste condizioni, non possiamo rischiare di farti un anestesia: non sapremo se saresti poi in grado di risvegliarti...

 

- Gnnnnnn... AAAAAAAARGH!

 

- Ti prego caro! Devi resistere! - disse Comfey, - sto facendo del mio meglio per far si che le cuciture siano meno dolorose possibili. Non sforzarti a parlare e cerca di stringere i denti! Signor Ampharos, - disse rivolgendosi al capo Gilda, - la prego: prenda quel panno e lo bagni in quella bacinella! Lo metta poi nel suo becco. Kenji: stringi forte questo panno quando te lo mettiamo in bocca. Ti aiuterà a sopportare il dolore!

 

- Ecco il panno! - Rispose il pokémon Luce, - Kenji, vedi di dimostrave che sei un vevo combattente e scerca di sopvavvivere! Non ascettevò una tua vesa!

 

- MFFFFHHH! MFHHHHHHHHHH!

 

Mawile stava in disparte, con il volto afflitto dalla preoccupazione. Nella sua mano stringeva il Veloscuro che il Frogadier aveva usato precedentemente, osservando le scritte in alfabeto Unown intrise di un rosso acceso. Lo stava stringendo con rabbia, guardando preoccupata lo stato del corpo dello spadaccino.

 

Rukio rivolse lo sguardo verso il vice capo Gilda, ansioso di sapere se la condizione del Legnogeco stesse migliorando. Tuttavia, la sciarpa nera strappò via tramite paura l'attenzione del licantropo, costringendolo a chiedere prima di questa.

 

- M-mawile... Quello è un Veloscuro... Perché l'hai portato con te?

 

La pokémon Inganno abbandonò il gruppo del Grovyle, raggiungendo quello della Schiumorana, stringendo forte la sciarpa nelle sue mani, quasi come se volesse distruggerla. Guardò prima negli occhi il Riolu con aria seria, per poi rivolgere lo sguardo verso il Frogadier, in cerca di risposte.

 

- Questa non è la sciarpa rinvenuta nell'incidente dei bimbi di Borgo Quieto, quella che mi avete dato voi. E' la sciarpa di Slade, quella che avete rinvenuto ieri sera. So che sei sotto shock ancora, ma in questo caso, ogni secondo non va sprecato. Questo Veloscuro, Shinso, l'abbiamo trovata attorno alla tua testa.

 

(Ost Madoka Magica Puella in Somnio)

 

Il ninja acquatico si pietrificò sul colpo, lasciando il suo sguardo perduto alla mercé della rabbia piatta dell'archeologa. In quel momento, i ricordi del fatto nefasto cominciarono a rifiorire a tratti nella sua testa, facendolo tremare come una foglia in mezzo ad una tormenta. La sua mente capì immediatamente la risposta, ma il suo cuore, già completamente frantumato, non aveva il coraggio di volerlo accettare. Anche l'espressione di Rukio era cambiata, leggendo nel compagno l'ombra fredda e distorta del suo terrore.

 

Un anno e sei mesi non poteva essere considerato un tempo ragionevole per conoscere una persona, figuriamoci una persona sfuggente e volutamente mascherata come quella del ninja.

Tuttavia, questo periodo era abbastanza per permettere di capire la sua fragilità e la sua sensibilità, soprattutto tra missioni impegnative ed esplorazioni emozionanti.

 

Non conosceva il passato del suo compagno, ma aveva un idea di cosa avrebbe potuto portarlo sull'orlo della disperazione.

 

- I-io n-non... I-io...

 

- Sei stato tu ad arrecare quelle ferite a Kenji, giusto? - Continuò spietatamente Mawile.

 

- MAWILE! - cercò di interromperla Rukio , - NON E' IL MOMENTO D-

 

- E' TUTTA COLPA MIA!

 

Un grido straziante si levò dalla gola del pokèmon Schiumorana: cadde a terra sui suoi ginocchi, con le mani strette su di esse come se se li volesse strappare. Le lacrime gli stavano scorticando il viso, come se avessero intenzione di cavargli gli occhi.

 

- S-shinso...

 

- E' COLPA MIA SE KENJI E' RIDOTTO IN QUELLO STATO! SI': SONO STATO IO! MA... MA... IO NON VOLEVO! VOLEVO TROVARE UN MODO PER POTER COMBATTERE QUELL'ABOMINO SENZA BISOGNO CHE IL CAPITANO SI RIDUCA A PEZZI!

 

Da lontano, Kenji riusciva a sentire i lamenti del compagno.

 

- Mfff... (Shinso...)

 

- SONO STATO UNO STUPIDO! CREDEVO CHE SAREBBE ANDATO TUTTO BENE E CHE SAREI RIUSCITO A CONTROLLARE QUEL POTERE! INVECE... HA PRESO IL SOPRAVVENTO! HO INIZIATO A DISTRUGGERE TUTTO CIO' CHE AVEVO INTORNO! E QUEL CHE E' PEGGIO... HO FERITO IL MIO COMPAGNO CON LE MIE STESSE MANI! E' COLPA MIA, MIA, MIA, MIA, MIA! I-IO... I-IO... IO NON VOLEVOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!

 

Dopo la dolorosa confessione, la sua faccia cadde al suolo, annegandosi in un requiem di lamenti e pianti tale da rendere la morte di un genitore un male passeggero. Nessuno avrebbe potuto consolarlo in quel momento, nemmeno il capitano, che per la sua condizione non aveva potuto fare niente per aiutare i suoi compagni.

Rukio si paralizzò sul colpo: un misto di emozioni si mescolarono tra di loro come le boccette di un pittore disattento, cadute per sbaglio su una tela. Qualcosa di paragonabile al rimpianto, la tristezza e la rabbia, uniti in un unica sinfonia.

Stringeva i pugni feriti, con uno sguardo cupo verso il pavimento. Sylveon guardò il suo amato con uno sguardo compassionevole.

 

- (Rukio-kun...)

 

- Va bene così, Shinso, - disse Mawile, - E' giusto sfogarsi... Quello che è fatto è fatto e non si potrà cambiare. Ci è andata bene che non ti è successo niente e Kenji starà bene, anche se ha rischiato. Sono contenta che sei perfettamente conscio dei tuoi errori, a differenza di qualcuno altro... - disse, lanciando un'occhiata dura al piccolo licantropo.

 

Prese sottobraccio la ranocchia, accompagnandola verso la pokémon Legame.

 

- Sylveon: porta Shinso fuori di qui. La sua condizione potrebbe peggiorare, se rimane. Arbok, Drapion: scortatelo, - ordinò poi al team AWD, - non sappiamo se l'energia negativa creata da Shinso potrà ripresentarsi.

 

Il Cobra e lo Scorpiaccio seguirono gli ordini senza obbiezioni, in riverente silenzio. I tre pokémon portarono via il piangente Frogadier, fuori da quella gabbia d'inferno creata da un desiderio innocente.

Nell'arena rimasero solo il team di soccorso di Kenji, Weavile, Dedenne, Rukio e Mawile. Quest'ultima, si avvicinò al piccolo licantropo puntando al suo volto, mentre lui aveva ancora lo sguardo verso il pavimento.

 

- Guardami.

 

Il capitano del team Skyriders non ebbe la forza di sollevare i suoi occhi ed incontrare quelli di Mawile, colmi di rimprovero e rabbia.

 

- Come preferisci. Ti dirò solo questo: sappiamo entrambi di chi è la colpa di tutto ciò. Questo è successo perché hai preferito la salute futura degli altri piuttosto di quella delle persone che ti stanno intorno. Credo che come capitano sia il momento di rivedere le tue priorità, non credi?

 

Il Riolu rimase con lo sguardo a terra, non dando cenni di rispondere alla sentenza della pokémon Inganno. Ella non aggiunse altro come promesso: chiuse gli occhi, per rifiutare gli eventi accaduti, distogliendo lo sguardo da lui per dirigersi verso l'uscita, lasciando alle sue spalle un silenzio velenoso nei suoi confronti. Si rivolse invece agli altri due rimasti.

 

- Dedenne: tieni sott'occhio Rukio per il momento. Weavile: quando se la sentirà, riportalo indietro in stanza.

 

- Umhf... D'accordo...

 

L'archeologa uscì dall'arena senza aggiungere altro, lasciando il pokémon Emanazione in uno stato iracondo, nei confronti della sua stessa persona. Era sul punto di esplodere: stava digrignando i denti con cattiveria e stringendo i pugni per trattenere la sua stessa furia.

 

Così facendo, le ferite sulle mani che non si erano ancora del tutto chiuse si riaprirono, lasciando gocciolare il sangue avvelenato sul pavimento. Il Grovyle non stava più pensando al dolore dell'operazione: guardava il suo capitano senza la rabbia del vice capo gilda, che trovava insensata e irrispettosa nei confronti del suo punto di riferimento, ma gli mancavano virtualmente le forze per provare sdegno verso la segretaria di Ampharos.

 

Il suo sguardo e i suoi sentimenti erano volti a tranquillizzare un compagno d'armi, come farebbe un soldato nei confronti del suo generale mentre si chiede dilemmi sulla sua esistenza e sulla salute dei suoi sottoposti.

 

Entrambi, però, non avevano la forza per oltrepassare l'incontro degli occhi e passare ai fatti: si incolparono a vicenda per la propria debolezza, uno per non essere stato abbastanza responsabile da fermare in anticipo il compagno, l'altro per aver preso la decisione sbagliata in quell'antro nefando due giorni fa.

 

Il Suikōryo, nella sua disinvoltura, riuscì a leggere tra le righe dell'atmosfera, ma preferì non proferire inutili parole, in attesa di utilizzarle al momento propizio.

 

************************************

 

Dopo il trattamento di Chansey e Comfey, Kenji era riuscito a recuperare in una notte le sue forze, grazie alla capacità dei tipi erba di rigenerare in fretta le proprie ferite. Aveva ancora qualche acciacco qua e là, ma non aveva bisogno di ulteriori trattamenti se non riposo.

 

Shinso non era riuscito a dormire, a causa di ciò che aveva causato all'interno dell'arena sotterranea. Era rimasto sveglio la maggior parte del tempo, continuando ad osservare il letto di paglia del suo compagno, rimasto vuoto per una sistemazione più comoda in un lettino dell'infermeria. Il senso di colpa per la sua inutilità anche in quel momento, così come quello per aver devastato la vita dei suoi amici attorno a lui, lo tenne amara compagnia per tutta la notte, tenendolo con un peso sul cuore come il più capriccioso dei fanciulli.

 

Il capitano del team d'esplorazione era stato in una simile condizione: anche lui non aveva potuto fare niente, costretto dalle sue stesse ferite a rimanere a letto a riposo, senza poter consolare la Schiumorana.

Era tutto fuorché un'ipocrita: era troppo arrabbiato e demoralizzato per poter ascoltare un'altra persona, conscio del fatto che in parte era colpa sua. Forse, se avesse chiesto aiuto, non sarebbe ridotto in quello stato, forse avrebbe potuto controllare il suo team e impedirgli di agire di testa propria.

 

Non era un'ipocrita, giusto? Aveva affrontato Slade perché aveva ritenuto necessario farlo.

 

Per il bene degli altri.

 

Lo aveva fatto anche per i suoi compagni, non per se stesso. Giusto?

 

Queste domande, insieme alle parole dell'archeologa, lo avevano confinato nella morbida culla, ieri sera, lasciandolo interdetto tra pensieri profondi come una pugnalata nel petto ed un triste rammarico per il suo agire spericolato.

Centosettantesimo anno del drago, dieci di mattina. Ampharos, Mawile e anche il team AWD: in quel momento erano tutti riuniti nella stanza del Team Skyriders, per non sforzare ulteriormente Kenji e Rukio.

 

Questo era ancora immerso in uno dei suoi pensieri profondi, distaccato dalla realtà circostante. Non si accorse della presenza di nessuno, finché il Frogadier non cercò di parlargli direttamente.

 

- C-capitano...

 

Quella voce lo riportò alla realtà. Rispose con il solito sorriso, anche se l'ombra sul suo volto non gli lasciò esprimere felicità.

 

- Ah... Ciao Shinso. Sei sveglio ora? Sono contento che stai bene...

 

- Già... Bene...

 

Uscito dal pensiero chiuso, il pokémon Emanazione si guardò intorno: notò gli ospiti nella sua camera, così come il suo sottoposto.

 

- Oh... Vedo che ci siete anche voi. Come stai Kenji? Sono contento che tu ti sia ripreso...

 

Il tono del capitano era avvolto in una tristezza infinita: la sua persona sembrava ben lontana dal disinvolto ma passionale Riolu pronto a tutto pur di compiere il suo dovere.

 

- Sì, capitano, - disse il Grovyle con un sorriso, - ho recuperato gran parte delle mie forze. L'unica mia restrizione e di non fare sforzi eccessivi in questi giorni. Non devi preoccuparti per me, eheh...

 

Lo spadaccino, stranamente, aveva risposto in modo formale ed educato. Molto probabilmente, anche lui si sentiva in parte responsabile dell'accaduto. O, forse, era l'unico tra i tre ad avere la forza per ricominciare. Chiamala forza di volontà, chiamala leggerezza: per il Legnogeco tutto ciò era già diventata una pietra miliare per continuare il loro percorso, già protratto per il futuro. Purtroppo per lui, però, il capo Gilda non era di quell'idea.

 

- Silence, s'il vous plaît. Non vi ho convocati qui pev una viunione allegva. Devo pavlave seviamente, a tutti i pvesenti.

 

Neanche quel tono severo era solito del Suikōryo, il re della disinvoltura e dell'ingenuità. Gli altri pokemon si zittirono, in attesa delle parole del Capo del GIK.

 

- E' chiavo, ovmai, che nessuno di voi può vimaneve in dispavte vispetto agli avvenimenti vescenti. Sono seviamente pveoccupato e, sopvattutto, sono deluso dal tuo compovtamento come capitano, - disse rivolgendosi al Riolu.

 

Questo, seduto con la schiena sul cuscino, ascoltò le parole del pokémon Luce in silenzio, in un sentimento di colpevolezza.

 

- Vukio. No... Ōvyugo Vukio. Il tuo compito è quello di pevsevevave lo scopo pev il quale il Gvuppo Investigativo Kodamon è stato cveato, ovvevo aiutave i Kodamon in difficoltà e completave il Geoglobo. Pvima di tutto, pevò, come capitano, è tua pviovità gavantive la sicuvezza dei tuoi compagni, la pvinscipale vesponsabilità che gvava sulle tue spalle. Hai affvontato un nemico che era tvoppo fovte pevsino per le tue capascità, che indubbiamente viconosco essere supeviovi alle mie, e sei vimasto fevito. Per colpa di sciò, non hai avuto più contvollo del tuo team che, seguendo sciò che tu stesso gli stai insegnando e pveoccupati pev tua debolezza, hanno pvovato di testa lovo, scevcando di tvovave un futuvo vimedio. Molto pvobabilmente, se non eva per il tuo stato, sono sicuvo che gli avvesti fevmati. Contvo la Matevia Oscuva eva divevso, vevo? Avevi pvesupposto che, una volta affvontato, savesti tovnato nel mondo degli umani, e che Amelia savebbe vimasta con una fevita nel cuove sì, ma senza un eventuale pevicolo futuvo.

 

A sentire il nome di Amelia, il respiro del piccolo licantropo rallentò, quasi a diventare inesistente.

 

- Ma tve giovni fa, avevi due compagni a cui badave, e avvesti dovuto pensave alla loro integvità invece di buttavti a capofitto contvo quel mostvo.

 

- M-ma capo, - cercò di parlare Shinso, - il capitano era l'unic-

 

- SILENSIO! NON ASCETTO INTEVVUSCIONI!

 

Il Frogadier sobbalzò all'indietro, preso completamente alla sprovvista dalla rabbia del pokémon Luce. Dopo la piccola pausa, questo tornò a rivolgersi verso il Riolu.

 

- I fatti contano più delle pavole, e quello che è suscesso è la conseguenza della tua descisione. Spevo che tu sia pvonto ad assumevti le tue vesponsabilità.

 

Preso dal rimorso delle sue azioni sconsiderate, la Schiumorana tornò di nuovo a difesa del suo mentore, nonostante il richiamo precedente.

 

- NON E' COLP-

 

- Ha ragione Ampharos, Shinso.

 

Lo sguardo dei presenti si posò su Rukio.

 

- Se in un team qualcosa va storto, è colpa del capitano. Siamo colpevoli per le nostre azioni e il caso è solo una scusa debole di chi non sa contare sulle proprie forze. E' vero. Sono state la mia debolezza e il mio egoismo a portarci a questo punto. Potrei dire che ho pensato di fermarlo a tutti i costi, con la paura che avesse potuto creare disagi futuri. Ma se dicessi di non essere stato coinvolto dal lato emotivo... sarei il più grande dei bugiardi.

 

Il ninja acquatico si ammutolì allentando le spalle, conscio del fondo di verità delle sue parole.

 

- Da qualunque lato si guardi, ha ragione lei, Capo Gilda. La realtà dei fatti è che, invece di preoccuparmi delle persone intorno, ho pensato a me stesso, trascinando con me i miei compagni. Hanno agito di testa loro ieri, è vero. Ma... questa è solo una conseguenza della mancanza ai miei doveri. Se non mi fossi messo in pericolo... se non fossi stato accecato dalla vendetta...

 

Prima di concludere il discorso, guardò prima il Grovyle, per poi rivolgere lo sguardo al Frogadier.

 

- Mi dispiace che abbiate un capitano così egoista, ragazzi...

 

- Bene, - disse Ampharos, - sono contento che tu sia così compvensivo. Non avvei mai pensato di dovevlo fave, e sopvattutto mai avvei pensato di favlo a te, Vukio, ma sai cosa bisogna fave se un capitano non è adatto a guidave un team.

 

Purtroppo, il Riolu conosceva quella regola. Non era mai successo all'interno del GIK, ed era un disonore talmente grande che avrebbe compromesso l'intero status di un team, impedendogli di trovare altre occupazioni. Se il capo di una sede esplorativa riteneva che il capitano non fosse all'altezza del suo ruolo, veniva ritirato a questo il distintivo, con conseguente scioglimento della squadra.

 

Normalmente chiunque avrebbe protestato: un lavoro che coinvolgeva l'essere al servizio del bene ti coinvolgeva in ogni modo, sia con l'anima che con il corpo. Perdere quell'impiego, oltre che alla difficoltà nel ricominciare, avrebbe ucciso una parte di sé stessi, diventando irrecuperabile.

Pur sapendo cosa gli aspettava, il piccolo licantropo non proferì parola, accettando con consapevolezza la scelta del capo Gilda. Dalla borsa dell'Esploratore e dal Salvatesori prelevò il kit del GIK completo: Intersfera, Distintivo GIK e Gadget GIK.

Fece per consegnarlo ad Ampharos, il quale non aggiunse altre parole non necessarie. Allungò le braccia verso di lui per accogliere le dimissioni di Rukio, di fronte agli occhi dei presenti.

 

- (Guarda te che situazione...) - Pensò tra sé e sé Weavile, irritata per non aver più la possibilità di rivaleggiare contro il Rakujitsu no Senshi.

 

Quello più afflitto era Shinso: era con le ginocchia a terra, sul punto di scoppiare in lacrime. Sapeva perfettamente che la colpa non era per niente sua, che semplicemente si stava "assumendo le proprie responsabilità". Le dimissioni del capitano avrebbero sciolto il team, ma non avrebbe intaccato lo status degli altri due membri: il fatto che si stesse addossando tutte le colpe per permettere agli altri due di poter continuare la strada dell'esploratore, fu un peso troppo grande per lui.

Era sul punto di esplodere, pronto ad esprimere la sua contrarietà a tutta quell'ingiustizia, pronto a fare un ultimo tentativo per prendere posizione, pronto persino a gettare la sua maschera, costruita lungo dieci anni, per mettersi in gioco per qualcuno che contava davvero.

 

Tuttavia, il trattenersi e la volontà di rimanere confinato nell'oscurità era diventata qualcosa di più simile ad un istinto, che ad una vera impostazione: rimase a terra, senza fiato nella gola, con le lacrime agli occhi per la disperazione della sua stessa impotenza.

 

Lui era l'ombra dispettosa: celando in sé il suo lato brutto, doveva mostrare un altro lato di sé che non corrispondeva alla sua persona, un attore misero e combattuto nella sua impossibilità nel mostrarsi al pubblico e ad i suoi ammiratori.

Non era lui il protagonista;

non era lui la stella dello spettacolo;

non era lui quell'esistenza carismatica quanto semplice che involontariamente guidava mortali e non verso la sua figura, splendente e ispirante come il sole cocente.

Non era lui, la luce.

 

- COL C**ZO!

 

(ost bleach fade to black)

 

 

Il Grovyle non riuscì a rimanere in disparte riguardo a quella, a suo parere, ingiusta espulsione. Si era trattenuto di fronte alla mancanza di rispetto verso il suo mentore, verso al suo compagno, verso colui che, un giorno, si era promesso di superare a tutti i costi.

 

Irresponsabile? Egoista? Brutta scelta?

 

Era inaccettabile. 

 

Con uno scatto feroce, si lanciò in avanti, afferrando il kit e il distintivo, strappandoli dalle mani di Rukio. I presenti rimasero shockati dalla violenta presa di posizione del Pokèmon Legnogeco. Non riuscirono a proferire il loro stupore se non rimanendo a bocca spalancata, mentre Ampharos, il più sorpreso di tutti, si mise ad urlare dallo spavento.

 

- QUEEEE?!

 

Le lacrime di Shinso rimasero ferme sotto le palpebre, in un'espressione d'incredulità.

 

- CHE TI SALTA IN MENTE, KENJI, - esclamò il pokémon Luce, - ESIGO UNA-

 

- E' tutta colpa del capitano?! E' colpevole di aver salvato il futuro dei Kodamon?! E' colpevole che i suoi sottoposti non sono riusciti a starsene buoni in attesa di ordini?!? BASTA CON QUESTE STRONZATE!

 

- PARBLEU! COME TI PEVMETTI BVU-

 

- ZITTO, LUCERNARIO SCHIZZATO!

 

Ampharos sobbalzò per cattivissimo commento nei suoi confronti.

 

- IIIIIIIIIIIIIIIK!

 

- QUANDO UN TEAM NON ADEMPIE ALLE PROPRIE RESPONSABILITÀ', NON E' COLPA DEL SINGOLO E NEMMENO DEL CAPITANO! TUTTO IL TEAM SI DEVE PRENDERE LA COLPA! OGNUNO IN QUESTA FACCENDA HA FATTO I SUOI PASSI SBAGLIATI! NON E' CORRETTO SCARICARE TUTTE LE COLPE SU DI LUI!

 

Il piccolo licantropo rimase sconvolto dal modo di parlare del suo compagno.

 

- K-kenji...

 

- SEGUENDO IL TUO RAGIONAMENTO, NON E' COLPA DEL CAPITANO DI QUESTA SITUAZIONE, MA TUA, AMPHAROS! SEI TU IL VERO CAPO DEL GIK, NON LUI! LA COLPA E TUA PER NON AVERCI FERMATO, PER NON AVER PREVISTO L'ESITO DELLA NOSTRA MISSIONE E PER NON AVERE NEL NOSTRO GIK UN'ALTRA SQUADRA FORTE COME NOI! POTEVI PRENDERE PER LE CORNA IL TEAM AWD E DIRGLI DI AFFIANCARCI DURANTE LA MISSIONE! INVECE, NON HAI FATTO PROPRIO UN BEL NIENTE! E' COSI' CHE SI COMPORTA IL CAPO GILDA?! SCARICA LE MISSIONI SU GLI ALTRI E SE VANNO BENE SI PRENDE I MERITI SE NO LI LICENZIA?! SEI SOLO UN VISCIDO IPOCRITA! MI FAI VOMITARE!

 

La stanza cambiò atmosfera in un secondo. In un attimo, lo stato d'animo sconfitto dei due compagni fu spazzato via dall'intervento dello spadaccino, lasciando spazio ad una nuova fiamma di speranza. Il loro respiro si fece carico, ed il loro sangue ribollì nuovamente della forza e della volontà che li contraddistingueva, che rendeva ciò che era il team Skyriders. Mawile rimase spiazzata: neanche lei, in un discorso del genere, avrebbe potuto controbattere. Non erano tanto le parole utilizzate, quanto lo spirito indomabile dietro di loro. "Io mi rifiuto!", "I miei compagni non meritano di essere umiliati così!": l'anima di Kenji gridava a tutto spiano quelle affermazioni feroci, lasciando il resto dei presenti in uno stato d'impotenza e completo rispetto nei confronti del Legnogeco. Weavile, sebbene si dovesse sentire chiamata in causa per quella frecciatina, rimase invece stupita e deliziata dal comportamento della dannata lucertola, che, in quel momento, vide sotto una luce diversa da quella della rozza e attaccabrighe canaglia che ormai aveva assimilato.

 

- (Tsk! Odio ammetterlo, ma ha le palle lo stuzzicadenti. Niente male davvero.)

 

Mentre parlava, si mise tra Ampharos e il capitano, come se volesse fare a fette il capo Gilda con il solo sguardo.

 

- Se ha altro fango da gettare addosso al mio capitano, dovrà passare sul mio corpo! Se sono stato ferito è colpa mia che non ho voluto fermare Shinso! Sapevo che ci teneva molto ad aiutare il capitano ed ho preferito seguire le sue idee del c**zo piuttosto che pensare alla sua salute! Non sono innocente: ho quante colpe quante ne hanno i miei colleghi! Devo essere io quello espulso dal GIK!

 

- NON E' VERO!

 

Trovando il coraggio per dire la sua, la Schiumorana si mise di fianco al compagno spadaccino, per assumersi le sue colpe.

 

- DEVO ESSERE PUNITO IO!

 

Il capitano rimase di sasso: era passato tanto tempo, nella sua giovane vita, dall'ultima volta che non aveva saputo come reagire in una situazione.

La prima volta era stata talmente tempestiva da non lasciargli neanche il tempo di parlare, quando una giovane Fennekin lo afferrò per la mano con la bocca e lo trascinò per il villaggio natale.

 

Ora, invece, a tenergli la mano e a portarli sulle proprie spalle, c'erano due figure bizzarre che la maggior parte del tempo si comportavano in modo sconclusionato, ma con dei cuori grandi che valevano i loro cento capricci.

 

- E' STATA UNA MIA IDEA! - Continuò il ninja, - L'AVREI FATTO ANCHE SE KENJI MI AVESSE DETTO DI NO! VOLEVO AIUTARE IL CAPITANO, MA NON HO CONSIDERATO LE CONSEGUENZE! DEVO ESSERE IO QUELLO ESPULSO DAL GIK!

 

I due erano schierati davanti al piccolo licantropo, con lo sguardo deciso fisso contro quello di Ampharos. La loro determinazione era incrollabile: in quel momento, nemmeno Slade avrebbe potuto fargli paura.

 

- S-shinso... - balbettò il Riolu.

 

- Capitano... la vendetta non è mai una bella sensazione, - disse il Frogadier, - non da felicità, non da sensi di colpa: l'odio che provavi nei confronti di quella persona sparisce tutto ad un tratto, lasciandoti la mente libera dalla morsa del tuo cuore avvelenato. Ciò che ti rimane è un senso di vuoto, così come l'inconsapevolezza di quale dovrebbe essere il passo successivo per trascorrere ciò che ti rimane della tua vita. Io lo so bene...

 

Il Grovyle lasciò per qualche secondo la sua rabbia, guardando in silenzio il suo compagno interlocutore.

 

- Quando hai sconfitto Slade, non eri in quello stato. Eri sollevato, felice. Non era il compimento della vendetta l'emozione che ti ha smosso, ma il compimento del tuo dovere, e la consapevolezza di aver sventato un'enorme pericolo. Ti impegni così tanto per essere onesto con noi...

 

Shinso si girò nei confronti del suo capitano, guardandolo con un sorriso amichevole ed allegro.

 

- Dovresti essere onesto anche con te stesso!

 

Anche se in parte, il commediante da strapazzo era riuscito a dire qualcosa che andava aldilà della sua maschera da buffone, prodigandosi verso un amico nel momento del bisogno. Non era stato inutile: per la prima volta in un anno e sei mesi di servizio, il ninja acquatico aveva fatto qualcosa che andava ben oltre la noncuranza e l'essere infimo.

 

Rukio si lasciò scappare un sorriso di fierezza, nei confronti dei suoi studenti di vita.

 

- (Porca miseria... Da quando sono diventati così fighi? Eheheh...)

 

Muovendosi lentamente a causa delle sue condizioni, si alzò sul letto e si poggiò alle spalle dei due, mettendosi in mezzo ai suoi compagni leali.

 

- Ampharos.

 

- R-rukio...

 

- Mi dispiace, davvero. Ho ammesso io stesso di essere egoista... Credevo di addossarmi la colpa di tutto, in modo da fare ammenda per i miei sbagli nei confronti di questi miei due grandi amici. Buffo... Nonostante volessi rimediare al mio egoismo, il prendermi sulle spalle tutto questo peso non ha fatto altro che riconfermare ciò che volevo negare. Ancora una volta ho pensato a me stesso, senza considerare i sentimenti degli stessi compagni che volevo proteggere. Sebbene volessi solo che continuassero ad inseguire i propri sogni, gli stavo per abbandonare senza pensarci. Scusatemi, ragazzi, - disse guardando prima il Grovyle e poi il Frogadier, - vi prometto di non farlo mai più.

 

- Tsk! Farai meglio! - Commentò Kenji, - non ho firmato per mollare tutto ora!

 

- Parbleu... Il maestro che si fa trascinare dagli studenti... dove andremo a finire...

 

Il piccolo licantropo rivolse poi di nuovo lo sguardo verso il suo capo.

 

- Ampharos: ti chiedo umilmente scusa per quello che è successo. Non sono stato in grado di portare a termine la missione nel modo più sicuro possibile, ed ho messo in secondo piano l'integrità del mio team. Almeno, ad un primo sguardo potrebbe risultare così. Tuttavia, anche se i fatti dicono il contrario, non ho mai smesso di pensare a loro per un solo istante! Se fossero stati in pericolo, sarei stato il primo a difenderli con la mia stessa vita, ma probabilmente sarei stato tanto egoista da non dirglielo. Se dobbiamo dirla tutta, quel mostro molto probabilmente non ci avrebbe reso nemmeno la fuga una passeggiata. Come responsabile del team, era mio dovere far tornare a casa i miei compagni, e ho visto come soluzione solo quella, anche a costo di rimetterci la vita. Ho sbagliato! Non mi faccio alcun problema ad ammetterlo! Ma l'ho fatto in buona fede! Questo non me lo puoi negare!

 

Lo sguardo infuocato del Riolu penetrò nelle viscere più profonde del pokémon Luce, scuotendolo dal più profondo del suo animo.

 

- Mi assumo la completa responsabilità per il mio team! Ora e per sempre! Se ci allontanerai dal GIK, sappi che non ci fermeremo! Anche se dovessimo essere cacciati da Brusilia, anche se non potessimo avere più una casa, anche se dovessimo diventare dei fuori legge, non smetteremo di combattere per ciò che riteniamo giusto e per proteggere gli altri Kodamon!

In quel momento, accadde qualcosa: le menti del team diventarono capaci di leggersi l'un l'altro, diventando perfettamente consci delle parole che avrebbero dovuto dire per concludere il discorso in modo epico e risoluto.

 

- Anche se siamo deboli...

 

- Anche se non possiamo fare molto...

 

- Lotteremo finché avremo vita!

 

Concludendo poi, in coro:

 

- NON CI ARRENDEREMO MAI! *

 

Prima regola del team Skyriders, la capostipite del credo tramandato dai fondatori: "Mai arrendersi". Ampharos aveva fatto un grosso errore nel suo rimprovero: non aveva tenuto conto della forza di volontà e lo spirito di squadra del miglior team di tutta Brusilia, se non del mondo Pokémon intero.

In tutta la sua testa, quelle parole risuonarono come una chitarra elettrica, che prepotentemente distrusse il silenzio d'attesa con un assolo, per poi arrivare davanti al pubblico ed essere fracassata sul palco. Non gli aveva mai visti così uniti: per quanto il piccolo licantropo fosse considerabile un veterano, nonostante la sua corta esperienza, vedere un team formato da niente di meno che un anno e sei mesi così affiatato era benzina sul fuoco, sia nel bene che nel male.

Come avrebbe potuto fare a meno di quella potenza? Come avrebbe potuto scioglierli e rischiare di non recuperarli più? Come aveva potuto solo pensare che tutto questo fosse una buona idea?

 

Era ridicolmente fuori discussione fare a meno di questi talenti. Non importa da che prospettiva si guardava: Ampharos aveva letteralmente le mani legate.

 

Buttare fuori Rukio significava perdere anche Kenji e Shinso, e buttarli fuori tutti quanti significava perdere l'intero prestigio del GIK.

Tutto ciò che rimase negli occhi del capo del GIK, dopo quel grido di guerra, era il riflesso di un giovane avventuriero alla ricerca della felicità e del mistero, un viandante stravagante che faceva della sua stessa luce il faro per illuminare il suo cammino. Non aveva mai dato conto a nessuno, inebriandosi dell'aria fresca e umida dei Dungeon che esplorava. Era felice e si divertiva. Ma, nonostante questo, l'evento più bello della sua vita era rimasto indubbiamente il momento in cui aveva deciso di unirsi ad un piccolo peperino con la bocca da coccodrillo come messa in piega.

 

La sua coscienza gli bussò sulla testa e lo rimproverò con un sonoro "che c***o stai facendo?".

 

Preso dalla rassegnazione, davanti all'indubbio spirito grintoso che aleggiava tra i tre, per il povero capo non rimase altro che sorridere e rimangiarsi le sue stesse parole una per una.

 

- Eheh... Evo qui sevio sevio per davvi una lezione, ma a quanto pave non ho fatto altvo che favvi visplendeve di una luce ancova più gvande... Siete... Siete scempliscemente mevavigliosi! Quale folle potvebbe mai casciavvi via! Ahahahah...

 

- (E'... Abbastanza volubile quando ci si mette...) - pensò il piccolo licantropo.

 

Mawile sobbalzò all'indietro, dando voce alle sue preoccupazioni.

 

- C-capo! Sono d'accordo con lei, ma... NON PUO' CAMBIARE IDEA COSI' IN FRETTA! NON RIESCO A STARGLI DIETRO!

 

- Oui oui, lo so bene, mademoiselle Mawile. Non ho intensione di favgliela comunque passave liscia.

 

Il tono del Suikōryo tornò serio.

 

- Anche se è ivvitante ammettevlo, Kenji ha vagione Questo epilogo è anche il visultato delle mie ascioni. Un capo deve viconosceve i pvopvi evvovi e fave in modo che gli stessi non si vipetano. Sono sicuvo che vovvete mettevvi sulle tvacce del fuvbacchione che sta cveando scompiglio con questi Veloscuvo. Mawile mi ha vaccontato della tvaduzione, e la situasione non è da pvendeve sottogamba. Dunque, vi davò degli ovdini che non potvete vifiutave, o potvete scovdavvi una fissa dimova al GIK intesi? Non vi davò una seconda chance!

 

- SI' , CAPO GILDA AMPHAROS! - Risposero in coro il team Skyriders.

 

- (Mostro di qui, mostro di là... Aura oscura... Io me ne tiro fuori.) - Pensò Weavile, che facendosi forte del fatto che, per lei, la sua presenza in quella stanza era totalmente inutile, fece per andarsene, richiamando a sé i suoi scagnozzi.

 

- Beh... allora noi del team AWD vi lasceremo soli. Secondo le regole, quando si danno ordini ad un team, gli altri devono allontanarsi per evitare confusione. Mi raccomando: vedete di non farvi ammazzare di nuovo!

 

- Excuse moi? Non cvedo pvopvio!

 

Senza perdere tempo, il pokémon Luce afferrò per la pelliccia dietro il collo Weavile, alzandola da terra.

 

- EHI, BRUTTO CANGURO SCHIZZATO! METTIMI GIU'! NON SI TRATTA COSI' UNA SIGNORA!

 

- Quale signova usa questo linguaggio?

 

- UNA ARRABBIATA!

 

- Mon dieu... Ascoltami bene. Punto pvimo: ho detto che dov vimediave ai miei evvovi. Punto secondo: hai detto "Se il team non è coinvolto", ma io non ho detto nulla viguavdo il contvavio.

 

- C-cosa vorres... ehm... vorrebbe dire? - chiese confusa la Lamartigli.

 

- D'ova in avanti, pev la missione "Veloscuvo", tu ed il tuo team affianchevete il team Skyvaidevs come team ausiliavio. Siamo intesi?

 

Tutti i presenti nella stanza rimasero giustamente shockati dalle parole del capo.

 

- COOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOSAAA?!!?!?!??!!??!

 

- Avete capito bene, e quando ho detto "non potvete vifiutavvi" mi vifevivo anche a voi, team AWD! Vukio: dovvai viposavti ancova pev scinque giovni. In quel fvangente, i vestanti membvi dovvanno allenavsi e pvepavave ojetti pev il viaggio. Sono sicuvo che savà molto lungo: quindi povtatevi soldi, stvumenti pev sopvavviveve, e per accampavvi duvante la notte. Non dimenticate il kit GIK e l'Intevsfeva: dovvete aggiovnavci almeno una volta al giovno. Tovnevete al GIK solo in caso di missione compiuta o in caso di estvema vitivata. Considevatela come vostva punisione. Il fallimento non è conscesso!

 

- C-COSA CENTRIAMO NOI?!?! - Chiese impaurita la felina.

 

- E me lo chiede anche, mademoiselle? Quando ha visto Magnezone non ha fatto niente pev aiutavci. E' andata via chissà dove sensa dive niente!

 

- NON E' VERO! ABBIAMO FATTO DELLE COSE IMPORTANTI ANCHE NOI!

 

- Ah sì? Sentiamo allova! - disse Ampharos rimettendola a terra, - sii esaustiva, s'il vous plaît.

 

Weavile era nervosa come pochi: avrebbe voluto lacerare il corpo del pokémon Luce fino a che non le avrebbe chiesto scusa per tale umiliazione.

 

Tuttavia sapeva di non poterlo fare, o il suo team ne avrebbe pagato le conseguenze: l'ultima cosa che voleva era perdere quel lavoro che, a parere suo, era facile come bere un bicchier d'acqua.

Si passò leggermente la mano dietro il collo, come se fosse schifata dall'essere toccata da altre mani che non fossero le sue.

 

- Non sono andata a divertirmi, se è questo che pensate. Prima però esigo delle risposte: non do mai informazioni senza nulla in cambio. Ordine o no, state per mettere da quel che ho capito me e il mio team in una brutta situazione. Non è giusto che rimanga all'oscuro, non trovate?

 

- A pavol vajionate non posso dive di no. Vukio: spiegali cosa vi è suscesso.

 

Raccontò tutto: dalle decine di Claydol e Golurk che avevano dovuto affrontare per farsi largo nel dungeon, al combattimento contro il team Deathmetal, fino a menzionare cosa era in grado di fare il Veloscuro.

La Lamartigli non si scompose per tutto il racconto, nonostante provò un senso di inquietudine quando venne menzionato il golem d'ombra. I suoi compagni, invece, deglutirono un paio di volte durante la storia, e non poterono fare a meno di guardare con ancor più rispetto il team Skyriders.

 

- Normalmente non crederei ad una sola parola di questa assurda storia, - disse la felina, - ma visto che non sei il tipo da dire cazzate, e quelle ferite di Magnezon non erano una barzelletta, ti crederò.

 

La gatta ladra si grattò la testa dietro all'orecchio destro: lo faceva quando sapeva di essere in una brutta situazione.

 

- D'accordo allora: vi dirò quello che ho scoperto. Non so quanto possa essere utile, ma quando il topastro tre giorni fa ha detto "attento all'ombra", mi sono ricordato di certe voci che giravano ad Arenilia, nella Terra della Sabbia. Scommetto di no, ma avete mai sentito parlare di Bazaropoli?

 

Quando sentirono Terra della Sabbia, i presenti drizzarono le orecchie.

 

- Con Bazaropoli intendi la città del commercio? - commentò Mawile.

 

- Precisamente. E' una vecchia città segreta che esiste da tempi immemori che solo recentemente ha aperto le porte al resto del mondo. Prima era un rifugio di delinquenti dove si scambiavano informazioni e anche bottini in cambio di mappe di Dungeon famosi. Se vi può interessare, ho rinvenuto là la famosa mappa dell'Isola Zero * , di cui voi avete anche una copia. Adesso è conosciuta come la città dei commercianti e si vendono i più rari e bizzarri oggetti in certi periodi dell'anno. In questo momento è appena iniziata la Kokukatsu no shū (*), una settimana speciale con delle condizioni particolari, che la rendono il periodo più atteso di tutto l'anno. Secondo la mia fonte, l'ultimo giorno avverrà un'asta di cui i pokémon fanno a gara per entrare e aggiudicarsi qualcosa: l'Asta delle Meraviglie.

 

I pokèmon della stanza si guardarono confusi.

 

- Drapion, continua tu per favore. Non sono brava con le spiegazioni più dettagliate.

 

- (Diciamo che non hai più voglia di parlare...) - Pensò il Riolu.

 

- Va bene, signora Weavile. EHM EHM! Non ci ha voluto rivelare molti dettagli, in realtà: sappiamo solo che un grosso Kodamon milionario ha acquistato manufatti preziosi in tutto il mondo, e che ha intenzione di rivendere a Bazaropoli in un' asta esclusiva. Quest'anno, ha fatto circolare nei bassifondi la seguente voce: venderà un oggetto in grado di "manifestare l'ombra". Non ha detto altro: ha lasciato che la voce circolasse così incompleta. Come scusa ha detto qualcosa come: "anche i plebei hanno il diritto di fantasticare, una volta tanto. Date vita ai vostri pensieri più profondi. Non deludo mai le aspettative! OHOHOHOHOH!"

 

- C'era bisogno della risata, formica cresciuta? - chiese il Legnogeco.

 

- Che ci posso fare? Il nostro informatore ci ha detto che era rimasto talmente colpito da quella risata ridicola che non ha potuto fare a meno di tentare di imitarla! Però ha detto che era più acuta e non ha un accento comune.

 

- Mon dieu... Se sapete così bene come descriverlo perché non un nome? Non credo sia un personaggio che passa inosservato, - commentò Shinso, - ma fa niente. Se non altro, non abbiamo più dubbi, vero capitano?

 

- Già. Cifratura della Terra della Sabbia e asta di oggetti controlla-ombre. C'è un'alta possibilità che l'oggetto in vendita sia un Veloscuro. Dunque una settimana e ultimo giorno... Si terrà tra sette giorni, dunque.

 

- Esattamente, - commentò Weavile, - Abbiamo il tempo di preparare tutto il necessario ed allenarci un po'. Inoltre, tu avrai il tempo di riprenderti completamente.

 

- Allova cvedo non ci siano più pvoblemi. Mi vaccomando: povtate a tevmine la missione con il minov numero di feviti e non fate stupidajini. Se avete bisogno di assistensa, usate l'intevsfeva.

 

- (Per un po' non sentirò questa voce snervante... Potrei farci l'abitudine), - pensò la felina.

 

- Non ti diamo garan-

 

Prima che il Grovyle potesse concludere la frase, il Frogadier gli tirò una sberla sulla faccia per interromperlo.

 

- F-faremo del nostro meglio, capo, - disse, correggendosi.

 

- Tres bien! Dunque, cosa hai intensione di fave, Vukio?

 

- Uh?

 

- Sei il lovo capitano, no? Quali sono i tuoi ovdini?

 

Il capitano del team Skyriders chiuse gli occhi sorridendo, facendo poi un respiro profondo.

 

- Ragazzi! In questi cinque giorni io mediterò sul letto e cercherò di riprendermi. Fino al momento in cui mi sarò ripreso, non fatevi venire strane idee, o, se ne avete, prima consultatemi. Intesi?

 

- Sì, capitano! - Dissero rispondendo in coro.

 

- Kenji.

 

- Dimmi.

 

- Tu ti allenerai con Drapion per irrobustirti un po' di più. Sei forte e veloce, ma non reggi i colpi al di fuori delle tue lame: devi rafforzare i tuoi punti deboli. Ti va bene Drapion se si allena con te?

 

- Per tutti i Wailmer! - rispose lo Scorpiaccio, - Certamente! Non potrei chiedere di meglio! Conta pure su di me!

- Eh? Contro questo qui? Sei sicuro che non mi farai fare la ruggine? - commentò stuzzicante lo spadaccino, guardando lo Scorpiaccio con un sorrisetto arrogante.

 

- RHAHAHAH! Non rubarmi le battute! Dovrai darti da fare, bello!

 

- Eheh... lo stesso vale per te...

 

Il piccolo licantropo, poi, si rivolse alla Schiumorana.

 

- Shinso.

 

- Oui?

 

- Recupera bacche, semi, e tutto l'occorrente per accamparci e ripararci da intemperie. Per allenarti non so: dovresti prima risolvere i tuoi dubbi, no?

 

- Lo farò, capitano! Pensò però che farò anch'io meditazione: voglio trovare nuovi modi per usare al meglio le mie tecniche e magari provarne nuove. Inoltre... Penso che debba allenare la mia stamina. Sarebbe un problema se contro mostri del genere mi stancassi in mezzo al combattimento, no?

 

- Eheh... Sono d'accordo. Poi vediamo... Weavi-

 

- NON TI AZZARDARE A DARMI ORDINI, RATTATA SU DUE ZAMPE!

 

Il pokémon Emanazione sobbalzò sul letto, cadendo all'indietro per colpa del poco equilibrio datogli dalle gambe ingessate.

 

- O-O-O-OK!

 

- Ci penserò io al mio team e a quello che dovrò fare. Mi allenerò anch'io, ma forse prima farò dei giretti per accumulare altre informazioni, e magari avere notizie più approfondite su quello che ci troveremo di fronte. Tu invece, - disse rivolgendosi ad Arbok, - dovrai fare il lavoro della ranocchia per noi e dovrai confrontarti con lui per il necessario. Penso che mister so tutto io qua se ne sia dimenticato, ma non credo che se portiamo gli stessi strumenti sia una buona idea.

 

- (In effetti...)

 

- Dovrai preparare anche tu una delle nostre Borsa dell'Esploratore, visto che dovremo portarci l'Intersfera.

 

- Conti su di me, Sssssignorina Weavile. Non vedevo l'ora di poter disquisire con mister Ssssshinssssso...

 

Un brivido scorse lungo la schiena del Frogadier.

 

- Tres Bien! - commentò Ampharos, - Se è tutto apposto, mi conjedo. Al lavovo, mes amis! Buona fovtuna a tutti!

 

***********************************************

************************************************

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Centosettantesimo anno del drago, ore 8.00. Era il sesto giorno del Kokukatsu no Shū, dove i due team avrebbero dovuto lasciare Brusilia per un tempo indefinito.

Nei cinque giorni di stop dalle missioni, essi si erano impegnati duramente per svolgere le mansioni che si erano prefissati.

Drapion e Kenji si erano sfidati a duello praticamente ogni momento delle giornate, facendosi arbitrare da Sylveon per evitare di arrivare al punto di fare troppo sul serio.

 

Shinso era riuscito a ritrovare la serenità interiore e aveva aumentato l'efficacia di certe tecniche, provando anche in segreto quelle più innocue tra quelle che non voleva fare vedere a nessuno.

Assieme ad Arbok, si era procurato delle ottime tende montatili e dei sacchi a pelo confezionati dalla Leavanny di Villaristoro, nella Terra della Nebbia. Il pokémon Cobra si era assicurato di essere il giusto limite per la Schiumorana, poiché questa poteva diventare alquanto eccentrica negli acquisti: era stata una fatica procurare un sacco a pelo che andasse bene per il ninja, senza rovinargli la sensibilissima pelle.

 

Weavile aveva indagato ad Arenilia per ottenere altre informazioni su Bazaropoli, cercando anche di scoprire l'identità del pokémon milionario. Tra un viaggio e l'altro, di notte, si era esercitata con Arbok per migliorare i suoi attacchi.

Rukio, invece, affrontò la convalescenza meditando per potenziare il controllo del suo Meisoku, almeno due ore al giorno. Nel restante del tempo si era riposato pensando ad eventuali strategie per poter sfruttare al meglio i membri del team, senza ripetere gli errori del passato.

 

- (Shinso è bravo con attacchi veloci e repentini. Potrebbe essere una buona strategia farlo concentrare contro probabili attacchi aerei...)

 

- E' permesso?

 

Qualcuno bussò alla porta mentre faceva gli ultimi preparativi prima della partenza.

 

- Sì certo! Entra pure Mawile.

 

La pokémon Inganno aprì la porta usando la sua finta mandibola.

 

- E' il grande giorno, eh?

 

- Sì...

 

- Senti... Prima di dirti qualunque cosa... Ecco... Scusami per quello che ti ho detto nel sottosuolo... qualche giorno fa. Non volevo offenderti...

 

- Hai solo fatto il tuo dovere, - rispose sorridendo,- riprendere un capitano un po' sbadato è il tuo compito, no? Non c'è bisogno di scusarsi quando non si fa nulla di male.

 

- Sei troppo comprensivo, per i miei gusti. Ci starebbe che tu fossi un po' arrabbiato con me...

 

- D-davvero... N-non ho niente per essere arrabbiato! Quel giorno... Avevo provato solo rabbia con me stesso, e contro nessun altro. Se fossi stato più forte, non avrei messo in quelle condizioni i miei compagni.

 

- Uff... Ed io che volevo farti sfogare un po'. Prima o poi questo tuo caricarti tutto sulle spalle ti spezzerà la schiena, te lo dico io. Taglierò corto, visto che non voglio farti arrivare in ritardo.

 

Nel mentre che Mawile parlava, il Riolu scese dal letto: le gambe non gli facevano più male e anche le braccia erano tornate come nuove. Si tolse le bende e fece qualche pugno davanti a se per vedere se sentiva contraccolpi.

 

- (Perfetto! Sono come nuovo!) - pensò tra sé e sé.

 

- Mi rispondi?

 

- Oh, scusa! Volevo prima vedere se ero in forma! Dimmi pure.

 

- (Svampito come sempre...) Ampharos mi ha detto di "restituirti" questa.

 

Nella mano sinistra il pokèmon Inganno teneva uno strano disco marrone chiaro, dai riflessi ocra. Molto probabilmente si trattava di una Macchina Tecnica, uno strumento in grado di memorizzare ed insegnare ad un Pokèmon una determinata mossa.

 

- Quella MT...

 

- E' Centripugno, la mossa che ti sei fatto cancellare da Hawlucha. L'hai richiesta tu, giusto?

 

Consegnò il cd senza proferire altre parole: nelle sue mani teneva la mossa più pericolosa che avesse mai usato, e la scelta di rimpararla gli era costato un sacco di preparazione mentale.

 

- (E' da un po' che non ci vediamo, eh? Non avrei mai pensato di dover usarti di nuovo...)

 

- Tutto bene?

 

Il Riolu guardò con uno sguardo serio e deciso l'archeologa. Non si poteva più tornare indietro: il Rakujitsu no Senshi era pronto ad iniziare il suo lungo viaggio.

 

- Sì.

 

- I tuoi compagni ti aspettano al Laprascafo. In bocca al Lycanroc.

 

- Crepi.

 

******************************************

 

- Ci siamo tutti? - Chiese il pokèmon Emanazione.

 

- Eheh... Che faccia tosta! - commentò Kenji, - sei tu in ritardo, capitano.

 

- S-scusatemi. Dovevo prima... Risolvere una questione.

 

- Che rottura, - disse Weavile, - da capitano di un team d'esplorazione a baby sitter. Spero che ne varrà la pena...

 

- Buona micetta, - disse lo spadaccino, - Se ti lamenti all'inizio non oso pensare quando dovrai veramente rimboccarti le maniche.

 

- NON CHIAMARMI MICETTA! STUZZICADENTI!

 

- Ah? E tu perché avresti il diritto di chiamarmi stuzzicadenti?

 

- Ehi ehi ehi! Ciao, mes amì! Ti ricordi di me? - s'intromise la ranocchia, - sono io! Il grande amico con cui litighi sempre! Cerchiamo di andare d'amore e d'accordo per il bene della missione, no? Io sono in grado di sopportarti, non penso che gli altri invece ne siano capaci...

 

- RHAHAHAH! Partenza perfetta!

 

- (Porca miseria... N-non la vedo molto bene...)

 

- Cosssss'è quella faccia, ssssssignor Rukio? Non sssssi preoccupi! Abbiamo tutto il tempo per conossssserci al meglio e diventare buoni amici! Vero, sssssignor Ssssshinsssso? Non vedo l'ora di ssssapere tutto sssssu di te!

 

Nel mentre che concludeva la frase, Arbok abbracciò con la coda la Schiumorana.

 

- VOGLIO UN POSTO LONTANO DA LUI!

 

- Tranquillo, - disse Rukio, - sei un tipo Acqua! Ti legheremo con una corda a Lapras e nuoterai per tutto il tragitto.

 

- CRAAAAAAA!!!! DEVO NUOTARE!!?!?!?

 

- Guarda il lato positivo, Shinso: potrai mantenere fresca la tua pelle senza problemi. C'è un sacco di sole, oggi.

Davanti alla reazione del ninja, il Cobra si lasciò andare in una risata sibillina.

 

- Ish ish ish! Non mordo mica, eh!

 

- Mon Dieu... Non ci credo neanche se lo giuri...

 

- Allora? - riprese Weavile, - Dobbiamo stare qui ancora per molto? Muoviti, pantegana!

 

Rukio divenne depresso all'improvviso.

 

- Pantegana...

 

- E ora che gli prende?

 

- Odia quel nomignolo, molto semplicemente, - disse Kenji.

 

- Ma per favore... Vuoi umani siete sempre così permalosi?

 

- Hai parlato te, micetta...

 

- TI SCARTAVETRO LA FACCIA SE NON LA PIANTI!

 

Insulti, litigi, imbarazzo: il momento della partenza fu tutto tranne che il preoccuparsi dell'ignoto che si sarebbero trovati di fronte.

 

Per un certo senso era un bene: quale avventuriero che si rispetti si cura della fine del viaggio?

Forse era meglio lasciarli così: tra momenti irrisori e confronti inutili, tra paure inesistenti e animi infuocati.

Solo una persona in quel cumulo di polvere chiamata discussione levò lo sguardo all'orizzonte, facendosi cullare dal limpido cielo che si trovava di fronte.

 

In cuor suo sperava che quello non fosse l'unico momento di bellezza del suo viaggio imminente, e che avrebbe avuto la possibilità non solo di abbattere il gigantesco muro che si trovava sul suo cammino, ma anche di incontrare nuovi amici, esplorare nuovi Dungeon, e di potersi ricordare della bellezza e della meraviglia di quel mondo bizzarro.

Questa era la storia di un giovane umano trasformato in una creatura dal pelo blu e gli occhi passionali come il tramonto, che assieme ai suoi amici affrontò paure e nemici improbabili, che viaggiò tra le Terre dell'Acqua, del Vento, della Sabbia, della Nebbia e dell'Erba per garantire la pace del mondo Pokémon, e più di ogni altra cosa, la sua pace interiore.

Benvenuti, nelle "Cronache dell'Oricalco".

 

****NOTE DELL'AUTORE****

 

- Legenda:


Kokukatsu no shū (黒蝎の周): settimana dello Scoprione Nero, Week of Black Scorpion.

 

************************************

RINGRAZIAMENTI FINALI:

Vi ringrazio vivamente per avermi accompagnato in questa avventura. Ci tenevo molto a far conoscere questo mondo interiore che mi portavo dentro e spero di riuscire a concludere l'intero viaggio che mi sono prefissato. Ringrazio Elisa Gasparini, Elgas per gli amici di EFP, per avermi seguito e per avermi guidato sotto certe scelte; ringrazio Antea Monterosso per aiutato su alcune correzioni e per avermi fatto notare alcuni errori d'ingenuità, ma che per un perfezionista come me possono risultare alquanto fastidiose. Inoltre, anche se non avete lasciato recensioni, ringrazio chiunque, anche solo per curiosità, abbia dato un occhiata a questo piccolo angolino di cameretta, come a me piace chiamarlo. Anche se non mi porterà lontano, o molto più probabilmente sbatterò la testa con prepotenza contro qualche muro, questa storia continuerà. Vi ringrazio per il vostro appoggio.

 

P.s. : vi aspetto nel secondo atto

 

 

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