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gruppo degli elementali


-Gokudera

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Com'è? :c

Non è finito.

 

Ecco arrivata l’ora scolastica più inutile di tutta l’umanità . La professoressa non deve proprio avere fantasia, per farsi venire idee del genere pur di passare il tempo nelle giornate di fine Maggio.

Bene, si comincia. L’ora di conversazione.

A turno chiede varie cose sulla nostra vita. Principalmente fatti successi di recente.

E noi ogni volta la imploriamo di raccontarci qualcosa di lei.

Sarebbe giusto in fondo, dopo aver svelato i fatti nostri, sapere i suoi.

Ma no! Non cede. Che nervoso. Spero di non averla più come insegnate di Italiano prossimo anno. Nonostante la conosco da sì e no quindici giorni, la odio.

Oh, tocca a me rispondere adesso.

«Signorina Akuira, due settimane fa ti sei trasferita nel nostro paese. Dove abitavi prima?»

«Valir. Un paesino distante da Sartel, molto piccolo. Manca della maggior parte dei servizi principali. In compenso, ha miliardi di bar, anche se quasi tutti i paesani si concentrano nei due della piazza principale. Gli altri sopravvivono a malapena, sono sempre sull’orlo della chiusura.»

«Interessante. E dimmi, come hai trovato il trasloco?»

«L’ho odiato. Casino, disordine, scatoloni ovunque, avanti e indietro fra le due case, etcetera.»

‘‘Per pietà , qualcuno intervenga a distrarre la prof...’’

«Aaah! Suzu, sei così carina con quella faccia seria~!»

‘‘Non questo genere di interventi…’’

Beh, ecco uno dei miei amici. Uno dei pochi di questa scuola con cui ho interagito subito, ed ha la mia stessa passione: gli Anime e Manga.

Però ci prova sempre con me. E’ insopportabile, anche se non riesco a prendermela con quei bellissimi occhi viola.

«Piantala Tamaki, sei peggio di una fangirl davanti a uno Yaoi.»

«Peggio dell’autrice?»

«Molto.»

La sua faccia perse il sorriso da ebete che aveva stampato sopra, e il biondino si girò dall’altra parte, offeso.

«Questa era pesante!» Fece un ragazzo dall’altra parte della stanza, ridendo di gusto.

L’altro mio amico. Un tipo simpatico e scherzoso. Non perde l’occasione per provocarci e farci innervosire. La sua pancia è costantemente colpita dai miei pugni, forse per questo ha cominciato a mangiare meno…?

Comunque sia, anche lui condivide la stessa passione di me e Tamaki. E’ un maestro nello scovare opere mai sentite ma bellissime.

«Basta voi tre!» Urlò la professoressa spazientita «Bene, continuiamo. La prossima domanda è per il signorino Nekori.»

Abbastanza carino. 

Non capisco perché hai messo il simbolo ~ in una frase ^^'''

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Capitolo 2


 


Mi asciugo le mani sudate sul sedile del treno. Il test è vicino ed io ho paura. Come ogni anno, in tutti gli istituti della città  si svolge questo tipo di esame mensile. Il test urbanistico, come dice appunto la parola stessa, t’indica l’area della città  che più ti si addice. Semplice. Dato che la nostra società  si basa sull’altruismo, una delle leggi fondamentali del nostro governo è: â€œOgni essere umano deve occupare il posto più adatto a lui. Con il termine adatto s’intende quel posto nella società  che permetta al soggetto di essere il più utile possibile …†Questo esame potrebbe cambiare radicalmente la mia vita. Fortunatamente l’ho affrontato per ben sette anni consecutivi, quindi dovrei essere rilassata. Il novanta per cento delle volte, qualora si dovesse cambiare area, il test lo direbbe al primo risultato. Ma le probabilità  sono solo un numero e qui c’è in gioco la mia vita.


Scendo dal treno e mi dirigo verso casa. La luce del sole è molto più intensa e il sudore inizia a imperlarmi la fronte, mentre la mia lingua diventa ruvida come carta vetrata. La via che conduce alla mia abitazione è sempre affollata. Attraverso le strisce pedonali insieme ad altre cinquanta persone mentre le macchine si fermano; sollevate di qualche centimetro da terra. Le nostre vetture hanno un principio magnetico che gli permette di rimanere leggermente sospese nell’aria.


Ormai sono a un isolato di distanza da casa mia e la mia borsa sembra pesare tonnellate. Il quartiere in cui vivo è uno tra i più ricchi del nostro agglomerato. Svolto l’angolo ed eccomi arrivata. La mia casa in realtà  non è modesta come si può pensare, è una villa.


Apro la cartella ed estraggo la carta magnetica. La faccio scivolare esattamente nella fessura del controllo di sicurezza e in un secondo il cancello si apre, lasciandomi entrare nel giardino. Una volta arrivata davanti alla porta passo di nuovo la carta magnetica nella fessura, entrando finalmente nella mia abitazione. Lascio tutto ciò che mi opprimeva all’ingresso e corro in camera mia. Sono esausta e così crollo sul letto, lasciando che i sogni prendano il sopravvento.


 


Mi sveglio. La luce del tramonto m’illumina il viso. Ho dormito molto. Troppo. Sul mio corpo è adagiata una coperta. Mia madre deve essere tornata. Scendo dal letto ed esco dalla mia stanza. Corro per le scale ed arrivo in cucina. Come immaginavo, la mamma è rientrata.


“Buon Pomeriggio, tesoro.†dice con le spalle rivolte verso di me, mentre lei è impegnata a lavare i piatti. â€œCome è andata a scuola?†la sua voce tranquilla e pacata mi rilassa â€œMolto bene! Insomma, come al solito. Il lavoro?†Mentre asciuga le stoviglie noto la smorfia che fa con la bocca. Non mi piace. â€œBene, anche se potrebbe andare meglio. Il governo ci tartassa. Ci fa fare esperimenti su tutti!†Strano. Il lavoro di mia madre consiste nel condurre esperimenti sugli esseri umani. Nulla di doloroso. Si preleva semplicemente il DNA e si esamina. Da quello che so, gli scienziati attuano esperimenti solo su persone scelte dal governo. â€œChe cosa intendi dire?†chiedo cautamente â€œOggi, per esempio, nel laboratorio è arrivato un bambino! Come sai, noi facciamo test solo sugli adulti e solo se presentano malattie. Il bimbo era sano come un pesce!†La mamma si accascia sulla sedia e proprio in quel momento mio padre entra in casa.


I mie genitori sono una delle coppie più belle che io abbia mai visto. Probabilmente sono di parte. â€œBentornato, caro.†sussurra mia madre nell’orecchio di mio padre per poi baciarlo. â€œNoel puoi lasciare me e la mamma da soli?†la voce di mio padre è ferma ma, al tempo stesso, dolce. Senza rispondere salgo le scale e mi chiudo in camera. I miei genitori lavorano insieme, anche se papà  occupa un posto più alto rispetto a quello della mamma. Lui è a capo degli esperimenti, lei è la sua assistente, diciamo il vicecapo.


 


Passano diverse ore prima che mia madre mi chiami per la cena. Sono nervosa. Di che cosa avranno parlato i miei genitori? Che cosa sta succedendo al laboratorio? Perché il governo ha scelto un bambino per effettuare quei test? Le domande mi vorticano nella mente senza che io possa trovare delle risposte.


Scendo le scale e mi dirigo in cucina. “Ah! Noel, me lo sono ricordata ora, sai chi ci scrive?†mi domanda la mamma con troppa euforia. â€œNon lo so … Oh! Aspetta, non dirmelo!†il mio cuore sembra che stia per uscire dalla mia cassa toracica. â€œGià ! Kyle!† Mio fratello. Il mio fratellone mi ha scritto una lettera, non vedo l’ora di leggerla. â€œDove l’hai messa?! Non farmi stare sulle spine!â€ â€œÉ nella mia ventiquattrore, su coraggio prendila! Ma, mi raccomando, non la leggere a tavola!†Corro verso il soggiorno e trovo la valigetta di mia madre posata sul divano. La apro. Dentro trovo diversi documenti e, in un angolo, la lettera. Torno in cucina con un sorriso che mi illumina il volto.


 


La cena passa veloce tra chiacchiere e risate. â€œVuoi una mano per fare i piatti, mamma?†le chiedo. Lei scuote la testa â€œNo, grazie cara. Credo che sia meglio che tu vada a letto. Domani avrai una giornata piena!†Seguendo il consiglio di mia madre salgo in camera mia. Una volta dentro apro la busta ed inizio a leggere il contenuto della lettera.


 


Cara famiglia,


come va? Qui alla Protezione, va tutto a gonfie vele. Come sapete ho un appartamento tutto mio. Devo essere sincero, mi mancate. In questo ultimo periodo sono molto stanco. Facciamo tantissimi allenamenti e, devo ammettere, sono molto pesanti. Credo di avere diverse ore di sonno arretrate, che prima o poi dovrò recuperare. Il Governo ci ha messo sotto torchio, anche a voi?


È un peccato che qui non si possa usare il telefono. Mi piacerebbe sentire la vostra voce. Fortuna che domani inizia il periodo di Stasi.


Ed ecco il motivo per cui vi scrivo. Esattamente domani sera arriverò in città  per questo grande evento. Passeremo una settimana fantastica!


 


Sorellina, se leggerai questa lettera, voglio dirti una cosa. Sei la migliore! Non ti far spaventare dal test! Se anche ti cambiasse agglomerato starai bene! Ne sono certo!


 


Bene! Non ho nient’altro da dirvi ad eccezione di un sonoro … Vi voglio bene!


 


Il vostro figlio preferito


Kyle


 


Ps. Mamma, smettila si mandarmi roba da mangiare! Ci potrei sfamare tutta la Protezione!


 


Kyle verrà  a stare da noi. Per una settima. Sto sognando. Finalmente rivedrò il mio fratellone. È da un anno che non ci vediamo. Il solo pensiero mi mette gioia e tristezza. Il test urbanistico ha cambiato radicalmente la sua vita, lo ha spostato alla Protezione. Potrebbe succedere anche a me. Mi potrei staccare dalla mia famiglia. Ora ho paura.


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Com'è? :c

Non è finito.

 

Ecco arrivata l’ora scolastica più inutile di tutta l’umanità . La professoressa non deve proprio avere fantasia, per farsi venire idee del genere pur di passare il tempo nelle giornate di fine Maggio.

Bene, si comincia. L’ora di conversazione.

A turno chiede varie cose sulla nostra vita. Principalmente fatti successi di recente.

E noi ogni volta la imploriamo di raccontarci qualcosa di lei.

Sarebbe giusto in fondo, dopo aver svelato i fatti nostri, sapere i suoi.

Ma no! Non cede. Che nervoso. Spero di non averla più come insegnate di Italiano prossimo anno. Nonostante la conosco da sì e no quindici giorni, la odio.

Oh, tocca a me rispondere adesso.

«Signorina Akuira, due settimane fa ti sei trasferita nel nostro paese. Dove abitavA prima?»

«Valir. Un paesino distante da Sartel, molto piccolo. Manca della maggior parte dei servizi principali. In compenso, ha miliardi di bar, anche se quasi tutti i paesani si concentrano nei due della piazza principale. Gli altri sopravvivono a malapena, sono sempre sull’orlo della chiusura.»

«Interessante. E dimmi, come hai trovato il trasloco?»

«L’ho odiato. Casino, disordine, scatoloni ovunque, avanti e indietro fra le due case, etcetera.»

‘‘Per pietà , qualcuno intervenga a distrarre la prof...’’

«Aaah! Suzu, sei così carina con quella faccia seria~!»

‘‘Non questo genere di interventi…’’

Beh, ecco uno dei miei amici. Uno dei pochi di questa scuola con cui ho interagito subito, ed ha la mia stessa passione: gli Anime e Manga.

Però ci prova sempre con me. E’ insopportabile, anche se non riesco a prendermela con quei bellissimi occhi viola.

«Piantala Tamaki, sei peggio di una fangirl davanti a uno Yaoi.»

«Peggio dell’autrice?»

«Molto.»

La sua faccia perse il sorriso da ebete che aveva stampato sopra, e il biondino si girò dall’altra parte, offeso.

«Questa era pesante!» Fece un ragazzo dall’altra parte della stanza, ridendo di gusto.

L’altro mio amico. Un tipo simpatico e scherzoso. Non perde l’occasione per provocarci e farci innervosire. La sua pancia è costantemente colpita dai miei pugni, forse per questo ha cominciato a mangiare meno…?

Comunque sia, anche lui condivide la stessa passione di me e Tamaki. E’ un maestro nello scovare opere mai sentite ma bellissime.

«Basta voi tre!» Urlò la professoressa spazientita «Bene, continuiamo. La prossima domanda è per il signorino Nekori.»

Un solo errore, carino dai.

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