Vai al commento

[Blue95] Remember me.


Frablue

Post raccomandati

Buh! Sinceramente non me lo aspettavo, ma con questo racconto ho vinto il corso di scrittura a scuola (ho la targhetta!), quindi lo pubblico soprattutto per "omaggiarlo". Il tema era libero, ma si doveva cominciare con "Non so perché ero lì, per uno strano scherzo del destino dovevo trovarmi in quel posto", in un massimo di 10000 battute.


 


Hope you like it!


 



R E M E M B E R   M E .


 


Non so perché ero lì, per uno strano scherzo del destino dovevo trovarmi in quel posto.


Quella stanza era completamente buia, non vi era alcuno spiraglio di luce. Le braccia e le gambe mi dolevano, quasi non riuscivo a reggermi in piedi. L’emicrania, poi, era tremenda: non ricordavo nulla, né del mio passato, né del mio presente. Chi ero? Perché ero proprio lì?


D’improvviso, sentii un gran tonfo: delle sbarre si aprirono, e avvertii la presenza di qualcuno che veniva verso di me:


<< Mi segua, signor M. >>.


Signor M… Ero davvero io? Quella V era la mia inziale, o una semplice sigla?


<< Allora, parliamo un po’ di quello che è successo la scorsa notte. >> Guardavo il soldato con un’aria allibita. Avevo capito soltanto che ci fosse qualcosa di grosso, in gioco. Tuttavia, il colpevole ero io, o ero semplicemente una vittima?


D’un tratto si accesero le luci. Non immaginerete la mia meraviglia, quando il soldato si tolse il casco e si scoprì un viso femminile. Era un metro e ottanta circa, bionda, coi capelli lunghi raccolti in una perfetta coda di cavallo. Gli occhi erano di un azzurro intenso, quasi ci si perdeva nel guardarli. Aveva il naso leggermente adunco, labbra rosse e carnose. Era un angelo, ma avrebbe potuto firmare ben presto la mia condanna all’inferno.


<< È restìo a parlare, eh? Non ricorda nulla? >>. Scossi il capo.


La donna estrasse in fretta e furia un manganello, e me lo puntò contro.


<< Vediamo se con questo si deciderà  a parlare. Perché ha ucciso il presidente degli Stati Uniti? >>.


Avevo commesso un omicidio? E di tale entità ? Spalancai la bocca: volevo urlare, dire qualcosa, magari proclamarmi innocente. Ma dalla mia bocca non uscì altro che un soffocato sibilo.


La donna alzò in fretta e furia il manganello. Ma dai suoi occhi non traspariva rabbia, violenza. Erano occhi caritatevoli, quasi complici.


Da lì, i miei ricordi sono offuscati. Ricordo che si alzò improvvisamente una cortina di fumo, ed una voce mi incitò a seguirla. Riuscii a malapena a seguire quella sagoma. Il gas, che penso fosse lacrimogeno, mi annebbiò quasi totalmente la vista. Dopo lunghe corse tra corridoi articolati, riuscimmo a trovare l’uscita.


Ci ritrovammo in un boschetto, con una vegetazione rigogliosa e variopinta. Corremmo per qualche chilometro ancora, fino a quando quella persona, con un casco ed una voce roca, mi chiese di entrare in un bunker.


<< Qui dovremmo essere al sicuro… >> borbottò tra sé e sé.


Ragazzi miei, non ci fu nemmeno bisogno di togliere il casco. Riconobbi immediatamente quel soldato, che mi aveva interrogato in quella sala oscura circa un’ora prima: era la donna soldato!


<< Ehilà  Vincent, sorpreso di vedermi? >>.


Vincent. Era quello il mio vero nome? La guardai, perplesso


<< Non ricordi proprio nulla… A quanto pare, il reset mnemonico ha avuto più effetto di quanto pensassi. >>.


Avevo una gran voglia di urlare, di fuggire da lì. Non so cosa mi trattenne dal farlo. Forse fu la mia curiosità , o forse la bellezza di quella donna.


<< Bene, andiamo per gradi. >>, cominciò lei. << Mi chiamo Eleonora, e sono, o meglio, ero, una guardia del corpo del presidente degli Stati Uniti. Ti starai chiedendo se l’assassino sei tu. Ebbene, ti assicuro di no, non sei tu ad averlo ucciso. Ti trovavi solo nel posto sbagliato al momento sbagliato. A quella maledetta parata non dovevi esserci, eri lì… per accompagnare me. >>


Lei? Davvero conoscevo quella donna?


<< Sì Vincent, io e te ci conosciamo, e anche bene. Io sono tua moglie! >>.


<< MIA MOGLIE?! >> urlai io. Era forse la prima cosa che dicevo da quando mi ero svegliato.


<< Sì, Vincent, sono tua moglie, per tua sfortuna. Se non avessi insistito tanto, tu alla parata non ci saresti venuto, ed ora staremmo incastrando qualche altro innocente… >>.


I suoi occhi si riempirono di lacrime, e cominciò d’improvviso a singhiozzare.


Cominciò a parlare, a parlare a lungo. E pur non avendole posto alcuna domanda, rispose a quasi tutti i miei interrogativi.


<< Vincent Mosby, con mia estrema fortuna sei mio marito da ormai dodici anni. Sono sempre stata una donna ambiziosa, sprezzante del pericolo. Per cui, tre anni fa, decisi di diventare guardia del corpo del presidente. Tuttavia, c’era un problema: le guardie potevano essere solamente di sesso maschile, non mi avrebbero mai accettato. Sono stata costretta ad usare quel marchingegno che è in grado di mutare il tono di voce. L’ho usato anche con te, ricordi? >>. Annuii.


<< Quella di sabato scorso era la parata più importante. Ero orgogliosa di me, e ti chiesi di venire a vedermi sfilare. Quella sera, tuttavia, si avvertiva qualcosa nell’aria: non era niente di buono, sarebbe successo qualcosa. Già  da qualche settimana il presidente era stranamente inquieto, agitato. E proprio nel bel mezzo della parata, una scarica di proiettili si è abbattuta sul nostro presidente. Tutti i pezzi grossi sanno che il colpevole non sei tu: è in realtà  un colosso dell’alta società , un certo Fred Smith, che ha corrotto dodici tiratori affinché uccidessero il suo ultimo ostacolo in affari. Il signor Smith ha comunque un peso parecchio influente all’interno dell’economia statunitense, non poteva essere dichiarato colpevole: lo scandalo sarebbe stato enorme, e gli USA avrebbero perso cospicui finanziamenti. È stato così deciso di spacciare per colpevole un pollo qualsiasi, un povero innocente che passava di lì per caso, che per qualche fortuito motivo era in prima fila. Puoi ben immaginare chi è stato scelto. >>


Deglutii. Non potevo credere di essere finito in quella storia: anche se non ricordavo nulla, non ero sicuramente un tipo avventuroso, amante del pericolo.


<< Quando presero te volevo morire. Chiesi di occuparmi personalmente del tuo caso, e la mia richiesta fu accolta. Abbiamo dovuto legare le tue gambe e le tue braccia, e sono stata costretta a cancellare la tua memoria. Il resto vien da sé >>.


Ormai avevo perso l’uso della parola, la voce si rifiutava di uscire dalla mia bocca.


<< Dobbiamo andarcene da qui, Vincent. Non siamo al sicuro! >>. Uscimmo di soppiatto, ma stavolta non ero psicologicamente pronto ad un’altra corsa. Mi fermai, col fiatone. Eleonora se ne accorse, e venne verso di me:


<< So che è difficile, Vincent, ma dobbiamo scappare, metterci in salvo. Ho dei biglietti per l’Italia, naturalmente ho usato nomi falsi. I miei genitori vivono lì, e ci stanno aspettando insieme ai nostri due figli. Ce la faremo, tesoro >>, e mi baciò. Quel bacio e la scoperta di essere padre mi ricaricarono, e continuammo a fuggire velocemente. Quando, ad un tratto, ci sentimmo colpire. E da lì, dormimmo per tre giorni.


Ci svegliammo sul tetto dell’Empire State Building, legati l’uno contro le spalle dell’altro. Quattro elicotteri volavano sulle nostre teste, accecandoci coi loro fari.


<< Eleonora, ci hanno scoperti? >> chiesi io.


<< Sì, Vincent. Ma questi non sono elicotteri del governo. Guarda, hanno degli stemmi sulla fiancata… >>.


Gli stemmi raffiguravano una F e una S verdi sovrapposte, con una C piccola immediatamente sotto la S. Ma si leggeva ancora qualcosa, sotto queste lettere.


<< Fred Smith Corporation. Sono gli sgherri di Smith? >>. Eleonora non rispose, ma la risposta era ovvia. Eravamo nei guai fino al collo, finché… finché sentii scivolare le manette. Eleonora ci aveva liberati!


<< Ma come? >>


<< Non chiedere nulla, tu pensa a scappare! >>. Rapidamente, Eleonora estrasse una pistola, e cominciò a sparare agli elicotteri di Smith. Un proiettile dei nemici sfiorò la mia spalla, mentre Eleonora agilmente schivava i colpi.


<< Scappare? E dove? Io non ti lascio qua da sola! >>. Nel frattempo, gli elicotteri ci accerchiarono: eravamo proprio sul bordo del tetto.


<< Ti amo, Vincent. Ricordalo sempre. >>, mi sussurrò Eleonora. Immediatamente dopo, mi diede un calcio fortissimo, talmente forte da farmi cadere dal tetto del grattacielo.


Ragazzi miei, quello è stato uno dei momenti più terrificanti della mia vita. L’Empire State Building era altissimo, quella sensazione di vuoto era interminabile. Finché un elicottero non mi recuperò, nel bel mezzo del volo, con una rete metallica. Non ci fu bisogno di alcuna spiegazione: Eleonora era una tipa affabile, era riuscita a procurarsi la simpatia di pezzi grossi, che si rivelarono fedeli alleati. Mi curarono tutte le ferite, e in una settimana circa riuscirono a portarmi in Italia.


E qui si conclude. Questa è la storia del perché vostra madre non c’è più, figli miei. Ed ecco perché viviamo in Italia, a casa dei nonni. Eleonora era una donna coraggiosa, ha lottato con grande valore contro quel nemico così forte. Siate sempre fieri di lei.


 


<< Cara Eleonora,


ogni sera non faccio che pensare a te, alla tua morte ingiusta. Guardare la tua foto e parlarle mi fa sentire meglio, mi fa credere che tu sia ancora qui con me, con noi. Marvin e Molly mi chiedevano di continuo come mai non fossi presente nelle loro vite, non vivessi con noi. Ho raccontato loro una storia, una storia che li ha appassionati e li ha resi fieri di te. Ho mentito, è vero, ma come si può spiegare a dei bimbi così piccoli che la mamma è morta di una malattia incurabile? Tuttavia, non ho mentito su tutto: per me sei davvero un’eroina. Un’eroina che ha lottato con grande coraggio contro un nemico così forte.


Buonanotte, tesoro mio… >>.


 


 


 



Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Fa schifo come te ♥


 


No, a parte l'autore, è scritta davvero bene. Come ti ho detto, ci avrei aggiunto qualche parte più descrittiva, ma mi rendo conto che probabilmente ne sarebbe stato svantaggiato il ritmo veloce. 


Good Game, btw, ti aspetto a eventuali contest ♥


Link al commento
Condividi su altre piattaforme

E il vincitore del premio assoluto è... Ah no!! XD

Comunque bellissimo elaborato! Inizialmente sembrava un comunissimo racconto d'azione con i soliti colpi di scena e attimi di suspance, ma la rivelazione sul finale è geniale! In poche righe fa ripensare a tutta la storia e la pone sotto una luce totalmente nuova e più profonda, che permette di cogliere la metafora che attraversa tutto il testo! Vittoria assolutamente meritata! Bravo Frà ! <3

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

E te l'avevo detto che avresti vinto tu! :D
Cmq sì, come già  ti avevo detto, questo racconto mi è piaciuto proprio per il finale a sorpresa, che mai mi sarei immaginato, e per il profondo significato che riscrive dall'inizio tutta la storia. Complimenti :)

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Commento ora perché prima non avevo tempo :P


 


Allora, tornando sul tema delle descrizioni hai fatto bene a non inserirne troppe. Come già  detto avrebbero rallentato la lettura, e siccome questo è un racconto/lettera per dei bambini, beh si sa che questi non amano le descrizioni troppo lunghe e continue (esperienza personale).


 


Sulla storia nulla da dire, avresti dovuto approfondire alcuni momenti ma comunque non cambia niente.


 


Ultima cosa: forza Telethon :attention:


Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Bellissimo è dir poco. Ammetto di aver storto un pò il naso all'inizio. Ho pensato: troppo banale, ai limiti del surreale. Poi però ho continuato a leggere con sempre più passione, fino a culminare in un finale che mi ha lasciato stupito e perplesso. Tanto da rivalutare del tutto la bontà  ed il significato del testo. Vittoria meritata.


Link al commento
Condividi su altre piattaforme

@, beh, si può dire che il mio intento era proprio quello!


Sai, io penso che un racconto, per riuscire, deve partire dando poche aspettative, per poi culminare in un finale inaspettato e - perché no - commovente!


 


Felice che ti sia piaciuto :D 


Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Non so perché ero, per uno strano scherzo del destino dovevo trovarmi in quel posto. Lì=in quel luogo. (Sarebbe meglio eliminare. Suona male, sepur corretta).


 


Quella stanza era completamente buia, non vi era alcuno spiraglio di luce. Le braccia e le gambe mi dolevano, quasi non riuscivo a reggermi in piedi. L’emicrania, poi, era tremenda: non ricordavo nulla, né del mio passato, né del mio presente. (no virgole prima di "né...né.."E' una regola grammaticale) Chi ero? Perché ero proprio lì?


D’improvviso, sentii un gran tonfo: (no 2 punti, ma punto.) d Delle sbarre si aprirono, e avvertii la presenza di qualcuno che veniva verso di me: (meglio i puntini di sospensione che creano un effetto di suspance)


<< Mi segua, signor M. >>.


Signor M… Ero davvero io? Quella V era la mia iniziale, o una semplice sigla?


<< Allora, parliamo un po’ di quello che è successo la scorsa notte. >> Guardavo il soldato con un’aria allibita. Avevo capito soltanto che ci fosse qualcosa di grosso, in gioco. Tuttavia, il colpevole ero io, o ero semplicemente una vittima?  ("Ma chi ero io..? Il colpevole o la vittima..?" forse suonerebbe meglio. O comunque qualcosa di simile)


D’un tratto si accesero le luci. Non immaginerete la mia meraviglia, quando il soldato si tolse il casco e si scopr mostrò(/rivelò) un viso femminile. Era un metro e ottanta circa, bionda, coi capelli lunghi raccolti in una perfetta coda di cavallo. Gli occhi erano di un azzurro intenso, quasi ci si perdeva nel guardarli. Aveva il naso leggermente adunco, labbra rosse e carnose. Era un angelo, ma avrebbe potuto firmare ben presto la mia condanna all’inferno.


<< È restìo a parlare, eh? Non ricorda nulla? >>. 


Scossi il capo. (A capo forse è meglio)


La donna estrasse in fretta e furia un manganello, e me lo puntò contro.


<< Vediamo se con questo si deciderà  a parlare. Perché ha ucciso il presidente degli Stati Uniti? >>.


Avevo commesso un omicidio? E di tale entità ? Spalancai la bocca: (punto) vVolevo urlare, dire qualcosa, magari proclamarmi innocente. Ma dalla mia bocca non uscì altro che un soffocato sibilo. 


La donna alzò in fretta e furia il manganello. Ma dai suoi occhi non traspariva rabbia,(no virgola) o violenza. Erano occhi caritatevoli, quasi complici.


Da lì, i miei ricordi sono offuscati. Ricordo che si alzò improvvisamente una cortina di fumo, ed una voce mi incitò a seguirla. Riuscii a malapena a seguire quella sagoma. Il gas, che penso fosse lacrimogeno, mi annebbiò quasi totalmente la vista. Dopo lunghe corse  tra corridoi articolati, riuscimmo a trovare l’uscita.


Ci ritrovammo in un boschetto, con una vegetazione rigogliosa e variopinta. Corremmo per qualche chilometro ancora, fino a quando quella persona, con un casco ed una voce roca, mi chiese di entrare in un bunker.


<< Qui dovremmo essere al sicuro… >> borbottò tra sé e sé.


Ragazzi miei, non ci fu nemmeno bisogno di togliere il casco. Riconobbi immediatamente quel soldato, che mi aveva interrogato in quella sala oscura circa un’ora prima: era la donna soldato!


<< Ehilà  Vincent, sorpreso di vedermi? >>.


Vincent. Era quello il mio vero nome? La guardai, perplesso(punto).


<< Non ricordi proprio nulla… A quanto pare, il reset mnemonico ha avuto più effetto di quanto pensassi. >>.


Avevo una gran voglia di urlare, di fuggire da lì. Non so cosa mi trattenne dal farlo. Forse fu la mia curiosità , o forse la bellezza di quella donna.


<< Bene, andiamo per gradi. >>, cominciò lei. << Mi chiamo Eleonora, e sono, o meglio, ero, una guardia del corpo del presidente degli Stati Uniti. Ti starai chiedendo se l’assassino sei tu. Ebbene, ti assicuro di no, non sei tu ad averlo ucciso. Ti trovavi solo nel posto sbagliato al momento sbagliato. A quella maledetta parata non dovevi esserci, eri lì… per accompagnare me. >>


Lei? Davvero conoscevo quella donna?


<< Sì Vincent, io e te ci conosciamo, e anche bene. Io sono tua moglie! >>.


<< MIA MOGLIE?! >> urlai io. Era forse la prima cosa che dicevo da quando mi ero svegliato.


<< Sì, Vincent, Sono tua moglie, per tua sfortuna.sfortunatamente sono tua moglie (così si evita ripetizione "tua".."tua"..). Se non avessi insistito tanto, tu alla parata non ci saresti venuto alla parata ("tu" sottinteso), ed ora staremmo incastrando qualche altro innocente… >>.


I suoi occhi si riempirono di lacrime, e cominciò d’improvviso (meglio "e d'improvviso cominciò", am non è un errore) a singhiozzare.


Cominciò a parlare, a parlare  discorrere (so che lo facevi per dare più enfasi, ma in un racconto simile è meglio di no. Occorre essere davvero dei professionisti per riuscirlo a fare nel modo giusto. Ad ogni modo puoi usare un sinonimo che magari ne accresca anche il significato) a lungo. E  e,(virgola) pur non avendole posto alcuna domanda, rispose a quasi tutti i miei interrogativi.


---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------


Per ora mi fermo qui con la correzione (poi riprenderò). La virgola è l'errore più diffuso. Spesso è messa a caso. Al di là  degli errori grammaticali..beh, alcune parole le avrei inserite diversamente, ma ho tralasciato. Non li considero errori, ma gusti. Le parole usate sono molto interessanti in quanto usate di rado. Di questo ti devo fare i complimenti.La trama è davvero interessante!


---------------------------------------------------------------------------------------


<< Vincent Mosby, con mia estrema fortuna sei mio marito da ormai dodici anni. Sono sempre stata una donna ambiziosa, sprezzante del pericolo. Per cui, tre anni fa, decisi di diventare guardia del corpo del presidente. Tuttavia, c’era un problema: le guardie potevano essere solamente di sesso maschile, non mi avrebbero mai accettato. Sono stata costretta ad usare quel marchingegno che è in grado di mutare il tono di voce. L’ho usato anche con te, ricordi? >>. Annuii.


<< Quella di sabato scorso era la parata più importante. Ero orgogliosa di me, e ti chiesi di venire a vedermi sfilare. Quella sera, tuttavia, si avvertiva qualcosa nell’aria: non era niente di buono, sarebbe successo qualcosa. Già  da qualche settimana il presidente era stranamente inquieto, agitato. E proprio nel bel mezzo della parata, una scarica di proiettili si è abbattuta sul nostro presidente. Tutti i pezzi grossi sanno che il colpevole non sei tu: (forse qui sarebbe metterlo in modo diverso e togliere i 2punti per non farne un uso troppo abbondante) è in realtà  un colosso dell’alta società , un certo Fred Smith, che ha corrotto dodici tiratori affinché uccidessero il suo ultimo ostacolo in affari. Il signor Smith ha comunque un peso parecchio influente all’interno dell’economia statunitense, non poteva essere dichiarato colpevole: (idem come sopra) lo scandalo sarebbe stato enorme ,e gli USA avrebbero perso cospicui finanziamenti. È stato così deciso di spacciare per colpevole un pollo qualsiasi, un povero innocente che passava di lì per caso, che per qualche fortuito motivo era in prima fila. Puoi ben immaginare chi è stato scelto. >>


Deglutii. Non potevo credere di essere finito in quella storia: (punto) anche se non ricordavo nulla, non ero sicuramente un tipo avventuroso, amante del pericolo.


<< Quando presero te volevo morire. Chiesi di occuparmi personalmente del tuo caso, e la mia richiesta fu accolta. Abbiamo dovuto legare le tue gambe e le tue braccia, e sono stata costretta a cancellare la tua memoria. Il resto vien da sé >>.


Ormai avevo perso l’uso della parola, la voce si rifiutava di uscire dalla mia bocca.


<< Dobbiamo andarcene da qui, Vincent. Non siamo al sicuro! >>. Uscimmo di soppiatto, ma stavolta non ero psicologicamente pronto ad un’altra corsa. Mi fermai, col fiatone. Eleonora se ne accorse, e venne verso di me:


<< So che è difficile, Vincent, ma dobbiamo scappare, metterci in salvo. Ho dei biglietti per l’Italia, naturalmente ho usato nomi falsi. I miei genitori vivono lì, e ci stanno aspettando insieme ai nostri due figli. Ce la faremo, tesoro >>, e mi baciò. Quel bacio e la scoperta di essere padre mi ricaricarono, e continuammo a fuggire velocemente. Quando, ad un tratto, ci sentimmo colpire. E da lì, dormimmo per tre giorni.


Ci svegliammo sul tetto dell’Empire State Building, legati l’uno contro le spalle dell’altro. Quattro elicotteri volavano sulle nostre teste, accecandoci coi loro fari.


<< Eleonora, ci hanno scoperti? >> chiesi io.


<< Sì, Vincent. Ma questi non sono elicotteri del governo. Guarda, hanno degli stemmi sulla fiancata… >>.


Gli stemmi raffiguravano una F e una S verdi sovrapposte, con una C piccola immediatamente sotto la S. Ma si leggeva ancora qualcosa, sotto queste lettere.


<< Fred Smith Corporation. Sono gli sgherri di Smith? >>. Eleonora non rispose, ma la risposta era ovvia. Eravamo nei guai fino al collo, finché… finché sentii scivolare le manette. Eleonora ci aveva liberati!


<< Ma come? >>


<< Non chiedere nulla, tu pensa a scappare! >>. Rapidamente, Eleonora estrasse una pistola, e cominciò a sparare agli elicotteri di Smith. Un proiettile dei nemici sfiorò la mia spalla, mentre Eleonora agilmente schivava i colpi.


<< Scappare? E dove? Io non ti lascio qua da sola! >>. Nel frattempo, gli elicotteri ci accerchiarono: eravamo proprio sul bordo del tetto.


<< Ti amo, Vincent. Ricordalo sempre. >>, mi sussurrò Eleonora. Immediatamente dopo, mi diede un calcio fortissimo, talmente forte da farmi cadere dal tetto del grattacielo.


Ragazzi miei, quello è stato uno dei momenti più terrificanti della mia vita. L’Empire State Building era altissimo, quella sensazione di vuoto era interminabile. Finché un elicottero non mi recuperò, nel bel mezzo del volo, con una rete metallica. Non ci fu bisogno di alcuna spiegazione: Eleonora era una tipa affabile, era riuscita a procurarsi la simpatia di pezzi grossi, che si rivelarono fedeli alleati. Mi curarono tutte le ferite, e in una settimana circa riuscirono a portarmi in Italia.


E qui si conclude. Questa è la storia del perché vostra madre non c’è più, figli miei. Ed ecco perché viviamo in Italia, a casa dei nonni. Eleonora era una donna coraggiosa, ha lottato con grande valore contro quel nemico così forte. Siate sempre fieri di lei.


 


<< Cara Eleonora,


ogni sera non faccio che pensare a te, alla tua morte ingiusta. Guardare la tua foto e parlarle mi fa sentire meglio, mi fa credere che tu sia ancora qui con me, con noi. Marvin e Molly mi chiedevano di continuo come mai non fossi presente nelle loro vite, non vivessi con noi. Ho raccontato loro una storia, una storia che li ha appassionati e li ha resi fieri di te. Ho mentito, è vero, ma come si può spiegare a dei bimbi così piccoli che la mamma è morta di una malattia incurabile? Tuttavia, non ho mentito su tutto: per me sei davvero un’eroina. Un’eroina che ha lottato con grande coraggio contro un nemico così forte.


Buonanotte, tesoro mio… >>.


Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Scusatemi se m'intrometto, però qua c'è qualche piccolo problema LOL


Nella correzione ci sono alcune cose che non si possono vedere a livello grammaticale, quindi prima di terminare tutto ciò forse è meglio mettere in chiaro alcune cose:


  • Nella prima frase non c'è ripetizione. Se infatti si togliesse l'ultima parte, "in quel luogo", la frase perderebbe di significato, o ci vorrebbe un altro lì.

  • Il punto al posto dei due punti è facoltativo o errato nei casi elencati: come sto facendo ora, anche nel racconto i due punti significavano l'introduzione di una spiegazione, che è la loro funzione. Due punti =/= inizio della lista della spesa e stop.

  • La frase "tuttavia etc." è corretta, essendo allo stesso modo una domanda. Il significato non cambia, cambia solo la difficoltà  nella lettura.

  • Perché a capo necessariamente dopo "scosse il capo"?

  • A "Dopo lunghe corse tra corridoi articolati, riuscimmo a trovare l’uscita" la virgola tra corse e tra inserita nella correzione è un errore gravissimo, perché isolerebbe in inciso "tra corridoi articolati", che non è per niente una frase omissibile, ma una descrizione del momento.

  • A "Sì Vincent, sono tua moglie" la virgola va più che bene. Si potrebbe anche mettere il punto, ma non è un errore grave, solo una scelta stilistica.

Just this, per il resto la correzione delle virgole è giusta. Scusatemi l'intervento, ma non riuscivo a guardare certe cose xD


Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Scusatemi se m'intrometto, però qua c'è qualche piccolo problema LOL

Nella correzione ci sono alcune cose che non si possono vedere a livello grammaticale, quindi prima di terminare tutto ciò forse è meglio mettere in chiaro alcune cose:

  • Nella prima frase non c'è ripetizione. Se infatti si togliesse l'ultima parte, "in quel luogo", la frase perderebbe di significato, o ci vorrebbe un altro lì.

Il punto al posto dei due punti è facoltativo o errato nei casi elencati: come sto facendo ora, anche nel racconto i due punti significavano l'introduzione di una spiegazione, che è la loro funzione. Due punti =/= inizio della lista della spesa e stop.

La frase "tuttavia etc." è corretta, essendo allo stesso modo una domanda. Il significato non cambia, cambia solo la difficoltà  nella lettura.

Perché a capo necessariamente dopo "scosse il capo"?

A "Dopo lunghe corse tra corridoi articolati, riuscimmo a trovare l’uscita" la virgola tra corse e tra inserita nella correzione è un errore gravissimo, perché isolerebbe in inciso "tra corridoi articolati", che non è per niente una frase omissibile, ma una descrizione del momento.

A "Sì Vincent, sono tua moglie" la virgola va più che bene. Si potrebbe anche mettere il punto, ma non è un errore grave, solo una scelta stilistica.

Just this, per il resto la correzione delle virgole è giusta. Scusatemi l'intervento, ma non riuscivo a guardare certe cose xD

 

 

Senza offesa, ma:

1) la ripetizione nella prima frase è nel significato, non nella forma. Secondo me poteva essere resa diversamente. Difatti ho detto "sarebbe meglio" e non che non va bene. Di per sé è giusta, ma sarebbe meglio renderla diversamente. La punteggiatura non si puó mettere a caso. I 2 punti hanno un significato mentre il punto un altro. Laddove si vuole dare enfasi a certe situazioni la punteggiatura è fondamentale!!!

La frase "tuttavia..." non è giusta. Non così almeno. Poi la si può modificare come si vuole, ma non è corretta. 

"Scosse il capo" non volevo correggerlo perché di per sé non è errore. Si può lasciare dov'è, ma visivamente è meglio a capo. 

La virgola tra "lunghe corse" e "tra" ho sbagliato ad inserirla. Avevo letto frettolosamente e non avevo notato che si intendeva che le corse avvenivano tra i corridoi. Ad ogni modo datemi tempo di correggere tutto e rileggere le mie correzioni. Devo rileggere attentamente tutto almeno un paio di volte. Questa è solo una prima, incompleta e veloce analisi del testo che può avermi portato a una lettura errata come accaduto nel caso della virgola tra "lunghe" e "tra"

2) di grammatica sono impeccabile! I miei temi sono sempre stati privi di errori. Studio Lettere e ho 30 in Linguistica (ovvero Grammatica). Sono un ignorante in tante cose, ma non nelle discipline umanistiche.

3) sono umano e posso sbagliare. Appena avró un attimo di tempo e saró piú riposato vedró di rivedere le mie

correzioni e finire di correggere il resto. ;)

4) lo so bene che molti errori possono non essere considerati tali. Ci cascano in tanti...hai 16 anni Snorlax e non puoi conoscere tutte le regole. 

5) sapevo che non dovevo correggere e che poi iniziavano le polemiche. Detesto fare il professorino! Tuttavia un utente (che non nomino) mi ha invitato a farlo. Del resto la grammatica non è un'opinione..

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Senza offesa, ma:

1) la ripetizione nella prima frase è nel significato, non nella forma. Secondo me poteva essere resa diversamente. Difatti ho detto "sarebbe meglio" e non che non va bene. Di per sé è giusta, ma sarebbe meglio renderla diversamente. La punteggiatura non si puó mettere a caso. I 2 punti hanno un significato mentre il punto un altro. Laddove si vuole dare enfasi a certe situazioni la punteggiatura è fondamentale!!!

La frase "tuttavia..." non è giusta. Non così almeno. Poi la si può modificare come si vuole, ma non è corretta. 

"Scosse il capo" non volevo correggerlo perché di per sé non è errore. Si può lasciare dov'è, ma visivamente è meglio a capo. 

La virgola tra "lunghe corse" e "tra" ho sbagliato ad inserirla. Avevo letto frettolosamente e non avevo notato che si intendeva che le corse avvenivano tra i corridoi. Ad ogni modo datemi tempo di correggere tutto e rileggere le mie correzioni. Devo rileggere attentamente tutto almeno un paio di volte. Questa è solo una prima, incompleta e veloce analisi del testo che può avermi portato a una lettura errata come accaduto nel caso della virgola tra "lunghe" e "tra"

2) di grammatica sono impeccabile! I miei temi sono sempre stati privi di errori. Studio Lettere e ho 30 in Linguistica (ovvero Grammatica). Sono un ignorante in tante cose, ma non nelle discipline umanistiche.

3) sono umano e posso sbagliare. Appena avró un attimo di tempo e saró piú riposato vedró di rivedere le mie

correzioni e finire di correggere il resto. ;)

4) lo so bene che molti errori possono non essere considerati tali. Ci cascano in tanti...hai 16 anni Snorlax e non puoi conoscere tutte le regole. 

5) sapevo che non dovevo correggere e che poi iniziavano le polemiche. Detesto fare il professorino! Tuttavia un utente (che non nomino) mi ha invitato a farlo. Del resto la grammatica non è un'opinione..

 

Ulteriore risposta, scusa, ma preferisco chiarire xD

 

1) Si dia però il caso che la frase iniziale era la frase standard con cui tutti i partecipanti del concorso dovevano iniziare.

Sono d'accordo sul fatto dell'enfasi, ma è un tantino esagerato presentare come errore grammaticale ciò, essendo comunque un gusto personale. Anche io spesso preferisco enfatizzare il discorso, ma alle volte potrebbe risultare un tantino... Esagerato?

In effetti, si poteva rendere meglio, come "Tuttavia, ero io il colpevole? O ero solo una vittima?".

Ritengo ancora lo "scosse il capo" una forzatura. Io di solito preferisco associare visivamente l'azione alla frase che ne consegue, quando scrivo. Ma anche qui è gusto personale, non errore grammaticale.

2) Non metto in dubbio ciò, ma nonostante questo gli errori possono essere commessi da tutti, anche da chi ritiene di essere superiore di altri. 

4) L'età  non è, a mio modesto parere, un fattore determinante per la conoscenza di un testo. Di certo alcuni errori più lievi mi sfuggiranno, ma trovo che la cosa più importante in un racconto sia altro, non necessariamente una perfezione grammaticale di cui, onestamente, senza contenuto non se ne fa assolutamente nulla. E qui il contenuto c'è, nonostante qualche errore. Magari dall'alto delle conoscenze universitarie non te ne rendi conto, ma alla mia età , come anche all'età  di Blue, ci sono persone che non sanno ancora scrivere alcune parole, non accentano la "è", non sanno cosa sia un congiuntivo. E penso di aver detto tutto.

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Io non mi ritengo superiore di nessuno! Semplicemente sono tutte cose che sto studiando ora e quindi mi sento solo competente, al di lá dei voti che non rispecchiano mai il vero. Io non so usare il computer ad esempio. Sbaglieró sempre a scrivere correttamente. E' inevitabile!! Ad ogni modo le ho specificate quelle che erano solo scelte stilistiche. Questa è stata solo una rapida e incompleta analisi. Non avevo molto tempo e mi sono sbrigato.  Le cose andrebbero fatte con calma. Appena posso rileggeró tutto  con tranquillitá. L'etá non implica una minore o maggiore conoscenza dell'italiano..beh, non necessariamente. Tuttavia all'universitá si studiano scelte stilistiche e conoscenze grammaticali che nelle scuole superiori, medie ed elementari si ignorano. Difatti sono rimasto incredulo nel trovarmidi fronte a cose che ignoravo del tutto.


Comunque non facciamo polemica. Io corregeró come ritengo piú corretto. Poi Blue potrá darmi torto o ragione a seconda dei casi.  Fine..Basta polemiche dappertutto! Non ne ho voglia...non in questo periodo che non è dei migliori. Buona giornata! :)


Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Ecco! Ho finito


Ci tengo a precisare che alcuni sono solo consigli stilistici, non errori!!!


Qualcosa può essermi sfuggito o posso aver compiuto qualche correzione per svista. Faccio fatica 


a leggere e a scrivere al computer. Lo ammetto... Oltretutto non sono un docente universitario, ma solo uno studente che un giorno vorrebbe divenirlo. 


 


La mia opinione su tale racconto te la darò dopo il 6. Non vorrei ci fossero fraintendimenti.


Buone feste!!! ^^


 


 


Non so perché ero lì, per uno strano scherzo del destino dovevo trovarmi in quel posto. Lì=in quel luogo. (Sarebbe meglio eliminare. Suona male, sepur corretta).


 


Quella stanza era completamente buia, non vi era alcuno spiraglio di luce. Le braccia e le gambe mi dolevano, quasi non riuscivo a reggermi in piedi. L’emicrania, poi, era tremenda: non ricordavo nullané del mio passato, né del mio presente(no virgole prima di "né...né.."E' una regola grammaticale) Chi ero? Perché ero proprio lì?


D’improvvisosentii un gran tonfo: (no 2 punti, ma punto.) d Delle sbarre si aprironoe avvertii la presenza di qualcuno che veniva verso di me: (meglio i puntini di sospensione che creano un effetto di suspance)


<< Mi segua, signor M. >>.


Signor M… Ero davvero io? Quella V era la mia iniziale, o una semplice sigla?


<< Allora, parliamo un po’ di quello che è successo la scorsa notte. >> Guardavo il soldato con un’aria allibita. Avevo capito soltanto che ci fosse qualcosa di grosso, in gioco. Tuttavia, il colpevole ero io, o ero semplicemente una vittima?  ("Ma chi ero io..? Il colpevole o la vittima..?" forse suonerebbe meglio. O comunque qualcosa di simile)


D’un tratto si accesero le luci. Non immaginerete la mia meravigliaquando il soldato si tolse il casco e si scopr mostrò(/rivelò) un viso femminile. Era un metro e ottanta circa, bionda, coi capelli lunghi raccolti in una perfetta coda di cavallo. Gli occhi erano di un azzurro intenso, quasi ci si perdeva nel guardarli. Aveva il naso leggermente adunco, labbra rosse e carnose. Era un angelo, ma avrebbe potuto firmare ben presto la mia condanna all’inferno.


<< È restìo a parlare, eh? Non ricorda nulla? >>. 


Scossi il capo. (A capo forse è meglio)


La donna estrasse in fretta e furia un manganelloe me lo puntò contro.


<< Vediamo se con questo si deciderà  a parlare. Perché ha ucciso il presidente degli Stati Uniti? >>.


Avevo commesso un omicidio? E di tale entità ? Spalancai la bocca(punto) vVolevo urlare, dire qualcosa, magari proclamarmi innocente. Ma dalla mia bocca non uscì altro che un soffocato sibilo. 


La donna alzò in fretta e furia il manganello. Ma dai suoi occhi non traspariva rabbia,(no virgola) o violenza. Erano occhi caritatevoli, quasi complici.


Da lì, i miei ricordi sono offuscati. Ricordo che si alzò improvvisamente una cortina di fumoed una voce mi incitò a seguirla. Riuscii a malapena a seguire quella sagoma. Il gas, che penso fosse lacrimogeno, mi annebbiò quasi totalmente la vista. Dopo lunghe corse  tra corridoi articolati, riuscimmo a trovare l’uscita.


Ci ritrovammo in un boschettocon una vegetazione rigogliosa e variopinta. Corremmo per qualche chilometro ancora, fino a quando quella persona, con un casco ed una voce roca, mi chiese di entrare in un bunker.


<< Qui dovremmo essere al sicuro… >> borbottò tra sé e sé.


Ragazzi miei, non ci fu nemmeno bisogno di togliere il casco. Riconobbi immediatamente quel soldato, che mi aveva interrogato in quella sala oscura circa un’ora prima: era la donna soldato!


<< Ehilà  Vincent, sorpreso di vedermi? >>.


Vincent. Era quello il mio vero nome? La guardai, perplesso(punto).


<< Non ricordi proprio nulla… A quanto pareil reset mnemonico ha avuto più effetto di quanto pensassi. >>.


Avevo una gran voglia di urlare, di fuggire da lì. Non so cosa mi trattenne dal farlo. Forse fu la mia curiosità , o forse la bellezza di quella donna.


<< Bene, andiamo per gradi. >>, cominciò lei. << Mi chiamo Eleonora, e sono, o meglio, ero, una guardia del corpo del presidente degli Stati Uniti. Ti starai chiedendo se l’assassino sei tu. Ebbene, ti assicuro di no, non sei tu ad averlo ucciso. Ti trovavi solo nel posto sbagliato al momento sbagliato. A quella maledetta parata non dovevi esserci, eri lì… per accompagnare me. >>


Lei? Davvero conoscevo quella donna?


<< Sì Vincent, io e te ci conosciamo, e anche bene. Io sono tua moglie! >>.


<< MIA MOGLIE?! >> urlai io. Era forse la prima cosa che dicevo da quando mi ero svegliato.


<< Sì, Vincent, Sono tua moglie, per tua sfortuna.sfortunatamente sono tua moglie (così si evita ripetizione "tua".."tua"..). Se non avessi insistito tanto, tu alla parata non ci saresti venuto alla parata ("tu" sottinteso), ed ora staremmo incastrando qualche altro innocente… >>.


I suoi occhi si riempirono di lacrimee cominciò d’improvviso (meglio "e d'improvviso cominciò", am non è un errore) a singhiozzare.


Cominciò a parlare, a parlare  discorrere (so che lo facevi per dare più enfasi, ma in un racconto simile è meglio di no. Occorre essere davvero dei professionisti per riuscirlo a fare nel modo giusto. Ad ogni modo puoi usare un sinonimo che magari ne accresca anche il significato) a lungo. E  e,(virgola) pur non avendole posto alcuna domanda, rispose a quasi tutti i miei interrogativi.


 


<< Vincent Mosby, con mia estrema fortuna sei mio marito da ormai dodici anni. Sono sempre stata una donna ambiziosa, sprezzante del pericolo. Per cui, tre anni fa, decisi di diventare guardia del corpo del presidente. Tuttavia, c’era un problema: le guardie potevano essere solamente di sesso maschile, non mi avrebbero mai accettato. Sono stata costretta ad usare quel marchingegno che è in grado di mutare il tono di voce. L’ho usato anche con te, ricordi? >>. Annuii.


<< Quella di sabato scorso era la parata più importante. Ero orgogliosa di me, e ti chiesi di venire a vedermi sfilare. Quella sera, tuttavia, si avvertiva qualcosa nell’aria: non era niente di buono, sarebbe successo qualcosa. Già  da qualche settimana il presidente era stranamente inquieto, agitato. E proprio nel bel mezzo della parata, una scarica di proiettili si è abbattuta sul nostro presidente. Tutti i pezzi grossi sanno che il colpevole non sei tu: (forse qui sarebbe metterlo in modo diverso e togliere i 2punti per non farne un uso troppo abbondante) è in realtà  un colosso dell’alta società , un certo Fred Smith, che ha corrotto dodici tiratori affinché uccidessero il suo ultimo ostacolo in affari. Il signor Smith ha comunque un peso parecchio influente all’interno dell’economia statunitense, non poteva essere dichiarato colpevole: (idem come sopra) lo scandalo sarebbe stato enorme ,e gli USA avrebbero perso cospicui finanziamenti. È stato così deciso di spacciare per colpevole un pollo qualsiasi, un povero innocente che passava di lì per caso, che per qualche fortuito motivo era in prima fila. Puoi ben immaginare chi è stato scelto. >>


Deglutii. Non potevo credere di essere finito in quella storia: (punto) anche se non ricordavo nulla, non ero sicuramente un tipo avventuroso, amante del pericolo.


<< Quando presero te volevo morire. Chiesi di occuparmi personalmente del tuo casoe la mia richiesta fu accolta. Abbiamo dovuto legare le tue gambe e le tue bracciae sono stata costretta a cancellare la tua memoria. Il resto vien da sé >>.


Ormai avevo perso l’uso della parola, la voce si rifiutava di uscire dalla mia bocca.


<< Dobbiamo andarcene da qui, Vincent. Non siamo al sicuro! >>. Uscimmo di soppiatto, ma stavolta non ero psicologicamente pronto ad un’altra corsa. Mi fermai, col fiatone. Eleonora se ne accorse, e venne verso di me:


<< So che è difficile, Vincent, ma dobbiamo scappare, metterci in salvo. Ho dei biglietti per l’Italia, naturalmente ho usato nomi falsi. I miei genitori vivono lì, e ci stanno aspettando insieme ai nostri due figli. Ce la faremo, tesoro >>, e mi baciò. Quel bacio e la scoperta di essere padre mi ricaricaronoe continuammo a fuggire velocemente. Quando, ad un tratto, ci sentimmo colpire. E da lì, dormimmo per tre giorni.


Ci svegliammo sul tetto dell’Empire State Building, legati l’uno contro le spalle dell’altro. Quattro elicotteri volavano sulle nostre teste, accecandoci coi loro fari.


<< Eleonora, ci hanno scoperti? >> chiesi io.


<< Sì, Vincent. Ma questi non sono elicotteri del governo. Guarda, hanno degli stemmi sulla fiancata… >>.


Gli stemmi raffiguravano una F e una S verdi sovrapposte, con una C piccola immediatamente sotto la S. Ma si leggeva ancora qualcosa, sotto queste lettere.


<< Fred Smith Corporation. Sono gli sgherri di Smith? >>. Eleonora non rispose, ma la risposta era ovvia. Eravamo nei guai fino al collo, finché… finché sentii scivolare le manette. Eleonora ci aveva liberati!


<< Ma come? >>


<< Non chiedere nulla, tu pensa a scappare! >>. Rapidamente, Eleonora estrasse una pistola, e cominciò a sparare agli elicotteri di Smith. Un proiettile dei nemici sfiorò la mia spalla, mentre Eleonora agilmente schivava i colpi.


<< Scappare? E dove? Io non ti lascio qua da sola! >>. Nel frattempo, gli elicotteri ci accerchiarono: eravamo proprio sul bordo del tetto.


<< Ti amo, Vincent. Ricordalo sempre. >>, mi sussurrò Eleonora. Immediatamente dopo, mi diede un calcio fortissimo, talmente forte da farmi cadere dal tetto del grattacielo.


Ragazzi miei, quello è stato uno dei momenti più terrificanti della mia vita. L’Empire State Building era altissimo, quella sensazione di vuoto era interminabile. Finché un elicottero non mi recuperò, nel bel mezzo del volo, con una rete metallica. Non ci fu bisogno di alcuna spiegazione: Eleonora era una tipa affabile, era riuscita a procurarsi la simpatia di pezzi grossi, che si rivelarono fedeli alleati. Mi curarono tutte le ferite, e in una settimana circa riuscirono a portarmi in Italia.


E qui si conclude. Questa è la storia del perché vostra madre non c’è più, figli miei. Ed ecco perché viviamo in Italia, a casa dei nonni. Eleonora era una donna coraggiosa, ha lottato con grande valore contro quel nemico così forte. Siate sempre fieri di lei.


 


<< Cara Eleonora,


ogni sera non faccio che pensare a te, alla tua morte ingiusta. Guardare la tua foto e parlarle mi fa sentire meglio, mi fa credere che tu sia ancora qui con me, con noi. Marvin e Molly mi chiedevano di continuo come mai non fossi presente nelle loro vite, non vivessi con noi. Ho raccontato loro una storia, una storia che li ha appassionati e li ha resi fieri di te. Ho mentito, è vero, ma come si può spiegare a dei bimbi così piccoli che la mamma è morta di una malattia incurabile? Tuttavia, non ho mentito su tutto: per me sei davvero un’eroina. Un’eroina che ha lottato con grande coraggio contro un nemico così forte.


Buonanotte, tesoro mio… >>.


Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Ti ringrazio soprattutto per aver corretto quelle virgole prima di né... né, ho fatto un erroraccio :O  


E ti ringrazio anche per avermi fatto notare varie parti modificabili, anche se qualche parte continuo a preferirla come io l'ho scritta, scusa xD


 


Per il resto sì, sono suggerimenti assolutamente sensati!

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Ti ringrazio soprattutto per aver corretto quelle virgole prima di né... né, ho fatto un erroraccio :O  

E ti ringrazio anche per avermi fatto notare varie parti modificabili, anche se qualche parte continuo a preferirla come io l'ho scritta, scusa xD

 

Per il resto sì, sono suggerimenti assolutamente sensati!

 

:) Sì sì, ma ognuno ha il suo modo di scrivere e i suoi gradimenti..questione di gusti!! ^^

Comunque sono certo che la virgola prima di né...né è solo di distrazione. Al computer di solito se ne commettono di ben peggiori. ;)

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Archiviata

La discussione è ora archiviata e chiusa ad ulteriori risposte.

  • Utenti nella discussione   0 utenti

    • Nessun utente registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea...