Vai al commento

[Samuel] Cronache Anonime


Samuel

Post raccomandati

Qui per i commenti. :)

CRONACHE ANONIME

 

 

 

Prologo  ~~~~

 

C'è sempre stato un posto nell'universo del genere e sempre ci sarà . Nessuno sa come tutto questo abbia avuto origine, nessuno sa come arrivarci e nessuno sa come andarsene.

In questo posto le creature non conoscono la paura, non conoscono la morte, non conoscono neanche la gioia, nè l'amore, nè la speranza e, no, nemmeno l'amicizia.
Detto così può sembrare bizzaro, ma la verità  è che a *** le emozioni sono passeggere: ci sono periodi di amore, di odio, di paura e di speranza; vanno e vengono come le nuovole passeggere. Ci sono, ma gli abitanti di *** non riescono a riconoscere tutto ciò, forse perché hanno dimenticato come si fa.
Hanno persino scordato che il tempo scorre: la loro vita è scandita da attimi, momenti più o meno lunghi che si interrompono, ricominciano, ma non hanno una continuità .
Creature e creature, di diverse forme, colori, dimensioni; con diverse idee, con diversi poteri, con diverse manie abitano a ***. Si incontrano, si scontrano, sono legate da fili invisibili, sono legati da qualcosa di più forte. Non so ancora cosa sia, non so ancora se ci sia.
Quello che mi son ripromesso di fare è di documentare quanto più mi è possibile il mio soggiorno a ***, tutto quello che ho visto, le creature, i luoghi, il tempo, lo spazio... riuscirò a trovare le parole adatte? Lo spero, ma forse sono troppo pretenzioso.
In fondo il mio viaggio d'esplorazione è mutato in un soggiorno di piacere.
*** ***

 

 

 

 

Capitolo I:

~Quello che porta il vento.

parte I

 

Sono appena arrivato in questo piccolo villaggio, si trova a sud del continente più grande di ***. E' carino come posto: non vedo abitazioni, ma solo tanti pittoreschi mulini a vento... sono tutti in movimento. C'è una fresca brezza che spira, muovendo l'erba e i fiori e le chiome degli alberi. Il cielo è così tenue, con quel suo caratteristico colore lilla e fa sembrare il paesaggio ancora più finto. Le pale dei mulini ruotano lentamente, dolcemente, ma incessantemente... sembra che vogliano cullare qualcosa; forse è il vento che cerca un po' di riposo poggiandosi su di esse, in fondo lui è sempre in movimento.

Il villaggio è veramente minuscolo, ad occhio ho contato una ventina di mulini e non ci sono altre costruzioni. Dopo averne attraversati alcune paia giungo alla piazzetta centrale: che strano, neanche qui c'è nessuno. Dove saranno finiti gli abitanti di questo villaggio?
Mentre seguivo con i miei passi il perimetro fatto di mattoncini color terra della piazzetta, in quanto aspettavo che accadesse qualcosa, sentì degli squittii provenire da dietro uno dei mulini che mi circondavano.
"Chi va la?" dissi con un tono di voce più alto del solito; non mi piace urlare, ma devo comunque farmi sentire.
Non rispose nessuno. Cosa avrei dovuto fare se non avvicinarmi a controllare meglio?
Avvicinandomi sempre di più, i versi si facevano più frequenti. Stavo per girare dietro al mulino a vento...
"Oh, salve..." dissi alla creatura che mi ritrovai davanti.
"Squit... Salve anche a voi, buon uomo. Cosa desiderate?" mi rispose la lepre che trovai.
Era una semplicissima lepre, niente di speciale... oh, giusto! Sapeva parlare, ma qui a *** mi stupirei del contrario.
"Desidero sapere dove si trovano gli abitanti di questo villaggio..." le chiesi.
"Cosa potete offrirmi in cambio? Squit!" rispose lei, senza aggiungere nient'altro.
Io ci pensai un attimo su: per il mio viaggio inconsciamente non mi ero portato molto. Nel mio zaino grigio vi erano soltanto due borracce, un tegame, un mestolo, delle posate, un sacco a pelo, del sapone, un asciugacapelli, uno spazzolino, un tubetto di dentrificio, otto rotoli di carta igienica, due asciugamani, un pettine, una torcia, una collezione di francobolli, uno specchio, tre biglie e un catalogo di biancheria intima. Insomma, tutti oggetti a quali non avrei potuto rinunciare. Cosa le avrei potuto dare in cambio?
"Ci penso, ti farò sapere..." le risposi in preda alla  mia indecisione.
"Squit... aspetto vostre notizie allora. Ci congediamo."
Decisi di farmi una passeggiata zigzagando fra i mulini. Mancavano ancora un paio di ore al tramonto di tutti e cinque i Soli che illuminano ***. Nel frattempo la brezza gentile si trasformava, stava diventando più decisa.
Finalmente accadde qualcosa che smosse la mia passeggiatava riflessiva: la decisa brezza aveva trasportato ai miei piedi un foglio rosa accartocciato. Un foglio rosa? A chi poteva appartenere?
Lo aprì... "Siamo tutti qua".
Chi? E dove? Probabilmente non era importante, ma decisi di tenere il foglio con me, perciò lo misi in tasca.
Idea! Ebbi un illuminazione! Alle lepri piace la carta? Credevo proprio di sì, perciò corsi indietro ad offrire quel foglio rosa alla lepre apparentemente normale incontrata prima in cambio delle informazioni che stavo cercando.
"Squit! Un pezzo di carta?" sembrava particolarmente entusiasta a giudicare dal suo curioso tono di voce. "Lo accetto volentieri! Prima di darvi l'aiuto però fatemelo esaminare in modo più approfondito."
Cercava di aprirlo con le sue zampette anteriori: era goffa! Ovviamente non ci riuscì e quindi lo porse a me, in evidente imbarazzo.
Dopo averlo aperto lei tirò da chissà  quale tasca nascosta nella sua pelliccia un paio di occhiali da lettura.
"Squit... Squit!" disse dopo aver finito di leggere con atteggiamento serioso la breve frase... o almeno così sembrava.
"Come si legge questa lettera?" fu invece quello che mi chiese.
Non so voi, ma questa lepre mi aveva dato l'impressione di essere tutto fumo e niente arrosto; chissà  che aiuto avrebbe potuto darmi.
Dopo che le lessi la frase lei rimase in silenzio per 5 secondi, dopo i quali spinse verso di me il foglio di carta rosa e disse: "questo è quello che mi avevate chiesto."
Sebbene all'inizio fossi perplesso, non ci misi molto a capire quello che voleva dire la lepre: la frase "Siamo tutti qua" voleva effettivamente indicare che gli abitanti erano tutti qua, nel villaggio... ma dove?
"Per favore, dimmi dove sono se lo sai! Tu riesci a vederli?" chiesì alla lepre.
"Posso rispondere anche a questo vostro dubbio... ma ho bisogno di un altro dono."
Cosa avrei potuto offrirle questa volta? La congedai un'altra volta ed iniziai una nuova passeggiata...
Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Capitolo I:

~Quello che porta il vento.

parte II

 

La lepre voleva qualcosa in cambio per le sue informazioni. E' comprensibile, ma avrebbe potuto anche aiutarmi gratis, no? Cosa altro avrei potuto darle? Non posso sperare in un nuovo colpo di fortuna, come mi è accaduto prima con il foglio rosa che è volato ai miei piedi.

Tentai un approccio differente. Cercai di adattarmi.

"Mi scusi..." le dissi impacciatamente.

Lei mi guardò con un espressione perplessa, ma allo stesso tempo disgustata e rispose:

"Squit! Cosa state tentando di ottenere? Non è da voi rivolgersi a me in codesta maniera."

In effetti era vero, precedentemente le avevo dato sempre del tu, anche se lei mi parlava in quel modo troppo formale.

"Scusa" le dissi ridacchiando, come per farmi perdonare. "Poiché sto per chiederti una cosa particolare, mi sembrava appropiato usare un linguaggio come il tuo..."

Un'altra occhiataccia disgustata: "perdonatemi, ma non vi stavate assolutamente esprimendo come faccio io solitamente. Squit! Comunque, sono curiosa ed ansiosa, fatemi sapere quello che avete da dirmi, prego."

"Posso pagarti in seguito? Devo sapere che fine hanno fatto gli abitanti di questo villaggio e adesso non ho nulla da offrirti" le dissi senza troppi ghirigori di parole.

Lei rimase in silenzio per tre secondi...

"Io non sono avida, posso esaudire la vostra richiesta" fu la sua tanto attesa risposta.

Fremevo dalla voglia di ascoltare la sua risposta.

"Gli abitanti 'sono tutti qua', proprio come vi è scritto sul foglietto" mentre pronunciava queste parole instintivamente ripresi in mano quel pezzo di carta.
"Sono tutti qua e possiamo vederli tranquillamente. Non c'è trucco, non c'è inganno... Squit squit! Io li vedo chiaramente e distintamente, così come potete farlo anche voi."

Mi stava prendendo in giro? Il villaggio dei mulini era deserto!

"Non capite?" aggiunse. "Be'... credo che voi non capiate in quanto venite da un modo completamente opposto dal mio; non è così?"

"Be'... si" le risposi. "Io provengo dalla Terra".

La lepre assunse un espressione serena e cominciò a sorridere.

"Piacere di conoscervi allora. Il mio nome è Lady Cassidy Lilyput Anastis von Deerscher Goerther II, Duchessa dell'Horyan. Squit! Qual è il vostro nome?"

Chi lo avrebbe mai detto? Quella lepre era un nobile! Ma questo non era tempo per le formalità , io fremevo dalla curiosità . Comunque le risposi.

"Io mi chiamo Gabriel Kinkley, esploratore della Terra."

Però qualcosa mi risultava strana. Se la lepre era veramente un nobile, per quale motivo mi aveva chiesto degli oggetti in cambio? I nobili non dovrebbero essere tutti ricchi? O forse no... probabilmente qui su *** le cose funzionano in modo differente rispetto che sulla Terra.

Aspetta...! Ma questo voleva dire che...

"Non capisco perché ci siamo presentati proprio in questo momento, comunque a me fa piacere averti incontrato!" le dissi a seguito della mia illuminazione, "Comunque credo di essere arrivato da solo alla risposta del mio dubbio!"

Lei sorrise, credo che fosse curiosa di ascoltare la mia teoria. Io continuai:

"Tu hai detto che io posso vedere gli abitanti del villaggio, ma apparentemente non c'è nessuno... Però qui non siamo sulla Terra!"

Lei sgranò gli occhi.

"Qui siamo su *** e, da quello che ho potuto vedere, molte cose funzionano in un modo che risulta bizzarro a me. Tu hai detto che io riesco a vedere gli abitanti, ma l'unica cosa che adesso posso vedere sono i mulini... quindi vuol dire che i mulini sono gli abitanti di questo villaggio!" mi misi quasi ad urlare!

"SQUIT!" rispose subito lei ed iniziò a battere le zampe anteriori sul terreno a mo' di applauso.

"Avete capito finalmente" mi disse Cassidy, la lepre. "Non avete neanche avuto bisogno del mio aiuto. Mi congratulo con voi! Squit squit!".

Io sorrisi, feci un lento giro intorno a me stesso e in quel momento il villaggio non mi sembrava più deserto: vedevo le pale dei mulini ruotare lentamente, ma incessantemente... che gran lavoratori che erano. Vedevo i mulini dialogare fra di loro, muoversi, sorridere, preoccuparsi... eppure erano immobili.

"Questi mulini sono gli abitanti di questo villaggio. Non hanno bisogno di nessun altro per poter esistere. Vivono qui da chissà  quanto tempo e svolgono il loro lavoro senza mai fermarsi. A loro va bene così. Qui su *** è una cosa comune avere villaggi abitati da oggetti, ma credo che sia una prerogativa di questo mondo. Squit. I mulini non hanno bisogno di stare insieme, ma ciò nonostante hanno deciso di riunirsi in questo posto. L'universo è così grande ed è pieno di cose che non conosciamo. Ciò che può essere la norma in un mondo, può essere l'eccezione da un'altra parte... ricordatevelo. Squit squit!" mi spiegò Cassidy mentre io ero ancora perso ad osservare la vitalità  e l'energia del villaggio. La costanza con la quale giravano le pale dei mulini adesso mi sembrava la cosa più naturale del mondo.

Ma mi venne un dubbio... chi avrebbe potuto scrivere quel foglio di carta? Non certamente i mulini. Lo chiesi a Cassidy:

"Devo ripetervi un'altra volta che qui siamo su *** e non sulla Terra?" fu la sua riposta.

Non capii se intedesse dire che quel foglietto l'avessero scritto i mulini, ma non indulgiai oltre, alcune cose forse non vale la pena spiegarle. In fondo avevo trovato la mia risposta e questo mi bastava.

 

Decisi quindi di partire per la mia prossima ed ignota meta, quando Cassidy mi propose un patto. Un patto? Un patto con una lepre nobile? Che cosa voleva da me?
 

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Archiviata

La discussione è ora archiviata e chiusa ad ulteriori risposte.

Visitatore
Questa discussione è stata chiusa, non è possibile aggiungere nuove risposte.
  • Utenti nella discussione   0 utenti

    • Nessun utente registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea...