LadyDarkrai Inviato 13 agosto, 2024 Inviato 13 agosto, 2024 Ciao a tutti! Mi piace molto scrivere nel (poco) tempo libero, cercavo un posto dove pubblicare i miei racconti ed eventualmente anche la mia fan fiction Questa sera, 13/08/24 (la data mi serve per ricordarmi le cose) pubblicherò uno dei miei racconti originali, scritto per un'iniziativa del forum. E' vietata la copia, la modifica e la divulgazione dei miei scritti senza il mio permesso. Spoiler Il fuoco di Cinderwood - Nonna cosa stai facendo? - Disse la bambina entrando nella stanza piena di librerie. Un’anziana signora dai lunghi capelli bianchi era seduta ad una scrivania di legno, circondata da libri raccoglitori e foto in bianco e nero. - Sto mettendo a posto delle vecchie fotografie di quando ero giovane e vivevo nella regione di Unima - disse la nonna. - Davvero?! Che bello! Ci sono tanti Pokémon fantastici nella regione di Unima? - - Oh sì, Pokémon bellissimi e Pokémon spaventosissimi - disse la nonna accarezzando distrattamente una vecchia Poké Ball sulla scrivania. - Raccontami di un Pokémon spaventoso! Io non ho paura di nulla! - esclamò la bambina sedendosi su una poltrona, le gambe penzolanti, impaziente. - Va bene. Devi sapere che molti anni fa esisteva, in quella regione, un villaggio chiamato Cinderwood. Era isolato e circondato dai boschi e le strade erano illuminate ogni notte da bellissimi lampioni in ferro decorato. Lì le persone vivevano una vita tranquilla e monotona, occupandosi perlopiù dell'agricoltura insieme ai loro Pokémon... - iniziò a raccontare la nonna. Quella fredda mattina di inizio inverno gli abitanti del villaggio videro una carrozza trainata da un imponente Mudsdale percorrere la stradina che risaliva per la collina e portava alla vecchia magione abbandonata da decenni. Ne scesero due persone: un uomo alto e una ragazza giovanissima. Già dal giorno stesso iniziarono i lavori di ristrutturazione della magione e le voci iniziarono a circolare: si diceva che i due avevano viaggiato molto a causa del lavoro di lui e che la ragazza fosse sua figlia. Inizialmente gli abitanti di Cinderwood li accolsero incuriositi e leggermente diffidenti. Ogni tanto l’uomo scendeva al villaggio per comprare abiti e gioielli per l’amata figlia. Era sempre gentile e sorridente e rispondeva a tutti coloro che gli chiedevano dove fosse la ragazza che purtroppo era di salute cagionevole, si sentiva spesso senza energie e quindi raramente usciva di casa. - Speriamo sia una cosa passeggera, che un giorno possa essere una donna con una salute di ferro! - gli augurava qualcuno. Ma vedere quanto si volessero bene quei due, quanto fosse gentile lui e quanto bella lei - per chi aveva avuto la fortuna di incontrarla - e soprattutto quanto fossero ricchi nella loro magione piena di oggetti costosi iniziò a far sbocciare nei cuori degli abitanti di Cinderwood sentimenti di invidia, gelosia e malvagità. Arrivarono a riunirsi per decidere di sbarazzarsene facendolo sembrare un incidente, così la polizia della più vicina città non avrebbe potuto far nulla. E loro si sarebbero presi la magione e tutte quelle ricchezze! Un ragazzo, Jim, si offrì volontario e andò a lavorare come giardiniere presso la villa, ben accolto dall’uomo. Conobbe anche la ragazza e fece finta di diventare il suo migliore amico, riuscendo ad ingannarla in pochi mesi. In realtà, il suo scopo era convincerla a sposarlo per prendere tutte le ricchezze della di lei famiglia, e non avrebbe mai condiviso nulla con gli altri del villaggio! Doveva solamente liberarsi del padre facendolo sembrare un incidente. Era una calda notte estiva e la luna piena brillava nel cielo stellato. La ragazza parlava al suo unico amico di tutti i suoi progetti futuri, emozionata ed ignara di quello che stava per succedere. Jim, dal canto suo, la ascoltava in silenzio, fissandola in modo inquietante senza che lei - troppo presa dal racconto - se ne accorgesse. Non vedeva l’ora che il suo orribile piano si attuasse. Non attese a lungo: all’improvviso, la corda del lampadario cedette e l'imponente oggetto cadde fragorosamente sulla tavola dove stava cenando il padre della ragazza. Scoppiò un grande incendio ma nessuno accorse ad aiutare, le campane non suonarono l’emergenza nonostante fosse ben visibile. “Papà!” gridò la ragazza e corse nella casa in fiamme, mentre Jim sorrideva in modo crudele. Ma poco dopo iniziò a urlare come se andasse a fuoco lui stesso, nonostante non vi fossero fiamme sul suo corpo, che diventava sempre più scuro, come bruciato dall’interno. Cadde a terra tra atroci dolori e morì in breve tempo. Quella notte i lampioni esplosero incendiando le strade, le candele nelle case avvamparono impazzite, impossibili da spegnere. Urla strazianti si udirono in tutto il villaggio, mentre le fiamme nella magione si facevano sempre più alte, più violente e assumevano sfumature azzurre e violacee. Nel silenziò che seguì il fuoco continuò a distruggere tutto fino all’alba, sfrigolando. Al sorgere del sole non era rimasto quasi nulla delle case, delle piante, delle persone: tutto era stato bruciato implacabilmente. Le strade erano coperte di cenere, come l’intero corpo della ragazza che se ne stava in piedi davanti allo scheletro della magione. I suoi lunghi capelli biondi erano neri a causa della cenere, ma lei era incolume. Al suo fianco, un grande Pokémon, simile a un lampadario, con delle fiamme viola che uscivano dal corpo. La ragazza si asciugò le lacrime dal viso, toccò il Pokémon e insieme se ne andarono senza lasciare traccia. - Che paura quel Pokémon, nonna! Era cattivo? Ha bruciato lui il villaggio e le persone? - Chiese la bambina con gli occhi pieni di lacrime. - Sì è stato lui a distruggere tutto, ma solo per proteggere la ragazza. Non era cattivo, le persone lo erano. - spiegò la nonna. - E il papà della ragazza? Che fine ha fatto? Lei è rimasta sola? - chiese la bambina piangendo. - Ma no, non piangere, vieni qui - disse la nonna, accarezzando con dolcezza la testa della bimba. - Forse il papà della ragazza è diventato quel Pokémon per proteggerla e non lasciarla mai sola, non credi? - chiese l’anziana sorridendo. La bambina smise di piangere ed annuì. - Dai, andiamo in cucina che ti preparo una bella cioccolata calda - disse la nonna prendendola per mano. Gettò un’occhiata malinconica alla Poké Ball sulla scrivania e le due uscirono dalla stanza. Un raggio di sole riuscì a passare attraverso le nuvole ed entrò dalla finestra, illuminando una delle fotografie: era una ragazza dai capelli scuri come la cenere di fronte alle rovine di una casa distrutta. Un Chandelure era al suo fianco. Lady Darkrai E' stata aggiunta una reazione da Stefano M, Quasar, Diamaxus e 2 altri 1 4 La mia squadra dolline di Vanitas e Noé create da @Remikyu, stupende dolline di Moi e Nico create da @Remikyu, troppo belle Un piccolo Jumpluff mimosa che @Diamaxus ha regalato a tutte noi donne, super carino Bellissimo logo creato da @LucarioGoldragon
LadyDarkrai Inviato 14 agosto, 2024 Autore Inviato 14 agosto, 2024 (modificato) Ciao a tutti! Oggi, 14/08/24 pubblicherò uno dei miei racconti brevi originali, scritto per un'iniziativa del forum. E' vietata la copia, la modifica e la divulgazione dei miei scritti senza il mio permesso. Spoiler Due destini dorati Era arrivato il momento. Una delle uova del nido si stava per schiudere, mamma e papà Butterfree erano emozionati e impazienti. L'uovo ondeggiò, si fermò. Tante crepe si aprirono sulla sua superficie e qualche pezzo cadde. Un piccolo Caterpie cercò di uscire, con tanta forza ci riuscì. Ma lo sguardo che gli rivolsero i suoi genitori non era pieno di amore, bensì di sorpresa e sgomento. Il cucciolo non capiva perché: i suoi fratelli lo trattavano sempre male, lo spintonavano e lo attaccavano. Anche gli altri Pokémon lo guardavano con sospetto e lo evitavano. Crebbe così i suoi primi anni, in solitudine. Persino i suoi genitori non lo accettavano, anche se lo proteggevano il più possibile dai predatori. Un giorno, nel bosco, incontò un Riolu solitario, come lui. Il suo manto aveva lo stesso colore chiaro e dorato del miele dei Combee. Riolu non lo evitava, anzi diventarono subito amici e giocavano tutti i giorni insieme nel bosco. Finalmente Caterpie era felice. Ma un giorno una strana creatura entrò nel loro territorio, alcuni Pokémon lo chiamavano "umano". Da quel giorno Riolu sparì, anche se qualche Pokémon bisbigliava "con l'umano" ma Caterpie non ci voleva credere ed iniziò a cercarlo sempre più lontano, oltre il fiume e la foresta. Un giorno arrivò a un bel laghetto placido, dalle acque cristalline. Era triste, lontano dalla sua casa e dal suo migliore amico. Ma aveva fatto tanta strada da solo, era stato fortissimo e coraggioso. Assetato, si avvicinò all'acqua e, per la prima volta nella sua vita, vide come era fatto: brillava giallo come i girasoli, come il miele più puro, come il suo carissimo amico Riolu. Chissà come stava, se davvero era diventato il Pokémon di quell'essere umano, come dicevano alcuni. Sarebbe sicuramente diventato molto forte e molto amato, bello come era. E anche Caterpie ora si vedeva bello, risplendeva sotto i raggi del sole. Uno Staraptor lo vide dall'alto, una macchia dorata in mezzo al verde dell'erba e al marrone del terreno. Piombò su di lui e lo afferrò all'istante con gli artigli affilati. Quel giorno i suo piccoli Starly avrebbero avuto un pasto diverso dal solito ma almeno avrebbero mangiato. LadyDarkrai Modificato 14 agosto, 2024 da LadyDarkrai E' stata aggiunta una reazione da Diamaxus, Quasar, VincyDarkHeart e 2 altri 1 4 La mia squadra dolline di Vanitas e Noé create da @Remikyu, stupende dolline di Moi e Nico create da @Remikyu, troppo belle Un piccolo Jumpluff mimosa che @Diamaxus ha regalato a tutte noi donne, super carino Bellissimo logo creato da @LucarioGoldragon
LadyDarkrai Inviato 15 agosto, 2024 Autore Inviato 15 agosto, 2024 Ciao a tutti! oggi, 15/08/24 pubblicherò una piccolissima anticipazione della mia Fan Fiction, intitolata Sinnoh's Mysteries. E' vietata la copia, la modifica e la divulgazione dei miei scritti senza il mio permesso. Spoiler Nella regione di Sinnoh stanno accadendo strane cose: portali che si aprono su altri luoghi, Pokémon e persone che scompaiono nel nulla, individui pericolosi noti come “Purificatori” con scopi funesti per il mondo e tutte le creature che lo abitano... e molti altri fatti insoliti! Riuscirà un’Allenatrice insieme ai suoi amici a risolvere questi misteri mentre scala la vetta verso l’ambita Lega Pokémon? Piccolissima premessa: la storia è in via di sviluppo quindi la trama potrebbe subire piccole variazioni. Domani esce il primo capitolo! E' stata aggiunta una reazione da Quasar, Stefano M, VincyDarkHeart e 1 altro 1 3 La mia squadra dolline di Vanitas e Noé create da @Remikyu, stupende dolline di Moi e Nico create da @Remikyu, troppo belle Un piccolo Jumpluff mimosa che @Diamaxus ha regalato a tutte noi donne, super carino Bellissimo logo creato da @LucarioGoldragon
LadyDarkrai Inviato 16 agosto, 2024 Autore Inviato 16 agosto, 2024 (modificato) Ciao a tutti Oggi, 16/08/24 pubblicherò il primo capitolo della mia Fan Fiction: Sinnoh's Mysteries. E' vietata la copia, la modifica e la divulgazione dei miei scritti senza il mio permesso. Se notate errori grammaticali o volete farmi sapere cosa ne pensate ditemelo pure nell'altra discussione Spoiler Capitolo 1: Uova e Rovine – Luna, è pronta la colazione! Scendi! – chiamò mamma dalla cucina. Si sentiva un buon profumino di pancake e cioccolata arrivare dal piano inferiore, insieme al brusio di un televisore acceso. – Arrivo! – gridai mentre finivo di legarmi i capelli con un fiocco azzurro come i miei occhi, un regalo a cui tenevo molto. Qualche ciocca di un biondo chiarissimo sfuggiva dall’acconciatura ma non mi importava. Scesi al volo le scale e trovai i miei già seduti a tavola: papà mangiava i suoi amati waffle mentre mamma stava imburrando un toast. Ci scambiammo il buongiorno e mi sedetti anche io. “Ancora disordini a Canalipoli, dove alcuni testimoni riferiscono di aver visto un Pokémon misterioso attaccare...” stava dicendo la giornalista in tv, ma io non ci facevo caso, troppo presa a divorare con gusto uova e bacon. – Mi è sembrato di aver visto il tuo Uovo muoversi, ieri notte – disse papà dopo un po’, distogliendo lo sguardo dal televisore, leggermente preoccupato. Io invece ero felicissima: finalmente si sarebbe schiuso, sarebbe stato il mio primo Pokémon! – Finisci di mangiare prima, tesoro, poi vai a vederlo – mi sorrise mamma mentre spalmava la marmellata sul pane. Ma io avevo quasi finito il mio pancake e dopo un ultimo grande boccone mi alzai e corsi fuori. La nostra casa era una bella villetta a due piani costruita alla periferia della cittadina dai miei nonni molti anni fa. Era circondata da alberi su tre lati, mentre davanti al lato anteriore un grosso spiazzo erboso si diramava in tre vie: una strada che portava al centro di Flemminia, un sentiero che si inoltrava nella foresta e portava alle Rovine e uno che portava alla Pensione Pokémon. Io mi diressi alla Pensione, l’attività che era stata per molti anni dei miei nonni, prima che si trasferissero altrove lasciandola ai miei genitori. Ultimamente ci avevano speso moltissimi soldi ma l’avevano completamente modernizzata: al posto dei fragili recinti avevano istallato dei campi di forza invisibili che circondavano l’edificio principale per ettari, scongiurando le fughe di Pokémon ribelli. All’interno di questo spazio erano stati creati - o già erano presenti - vari ambienti favorevoli ai Pokémon: laghetti, fiumi, grotte, alberi di tutti i tipi, pianure erbose o brulle. Il sistema di sicurezza, poi, era completamente gestibile dallo Smart Rotom, un dispositivo tecnologico di ultima generazione. Mamma e papà ci tenevano a questo lavoro e ai Pokémon e si vedeva: si impegnavano sempre moltissimo, da mattina a sera, senza mai lamentarsi per la fatica, anzi sempre con il sorriso sulle labbra. Il che aveva reso la nostra Pensione famosa in tutta Sinnoh, e moltissimi Allenatori e Allevatori venivano a trovarci. Mi avvicinai al cancello corazzato - una volta ce n’era uno di legno ma era stato buttato giù da un Pokémon - e chiamai il mio Smart Rotom, che uscì fluttuando da una tasca dei miei pantaloncini: c’era un Rotom lì dentro, un Pokémon Spettro che controlla i dispositivi elettronici e può levitare, me lo avevano spiegato a scuola ed ero rimasta stupita di fronte agli attuali progressi della scienza. Disattivai la sicurezza del cancello ed entrai nel grande spazio recintato, dirigendomi verso l’edificio principale, una grande casa in legno a un solo piano, ristrutturato di recente. Al suo interno c’erano varie stanze: un bagno, una cella frigorifera e una stanza dispensa entrambe necessarie a conservare il cibo per i Pokémon, una stanza con attrezzature varie (da giardinaggio, per la pulizia dei Pokémon, medicinali etc.) e infine la stanza delle Uova, dotata di incubatrici. Non era raro che trovassimo delle Uova in giro per la Pensione, con tutti i Pokémon che accudivamo accadeva almeno una volta al mese. Di solito donavamo le Uova a Laboratori Pokémon, dove i Pokémon venivano studiati e trattati al meglio. A volte le donavamo ad Allenatori ed Allevatori che ne desideravano uno. Ma questo, il mio Uovo, il mio primissimo Pokémon, lo tenevamo qui, al caldo e al sicuro dentro una delle incubatrici. Mi avvicinai e lo presi tra le mani: era molto caldo, come un piccolo fuocherello. Sul guscio, fiamme di varie sfumature di viola si incontravano partendo dal basso e sfumavano verso l’alto. – Nascerà sicuramente un Pokémon di tipo fuoco, e presto! – pensai, con gioia e impazienza. Da alcuni mesi avevo finalmente compiuto sedici anni e, terminata la scuola, ero abbastanza grande per partire all’avventura, ma non senza il mio primo Pokémon... mi scocciava aspettare, ma sentivo che mancava ancora pochissimo! Per il momento, però, davo una mano ai miei con il loro lavoro, che appassionava anche me: mi prendevo cura di moltissimi Pokémon diversi, imparavo tanto su di loro e un giorno avrei sfidato la Lega Pokémon e sarei diventata una Campionessa! – Ciao Klefki! – salutai il piccolo Pokémon che mi venne incontro fluttuando appena uscii dall’edificio principale con un grosso sacco pieno di cibo per Pokémon acquatici. – Klef! Klef! – rispose agitando le chiavi che teneva sempre con sé. Era uno dei Pokémon di papà e si occupava di aprire la semplice porta dell’edificio principale ogni mattina prima che arrivassimo noi e di chiuderla ogni sera. E quando non era impegnato a fare la guardia all’edificio controllava che nessun Pokémon andasse a sbattere - volontariamente o per sbaglio - alle recinzioni invisibili, spiegandolo a tutti quelli sulla terraferma. Era gentile e paziente ma guai a farlo arrabbiare: era fortissimo, e quando ero più piccola lo avevo visto in azione contro un ladro di Pokémon, quasi mi dispiaceva per il ladro! Poco dopo arrivarono anche i miei genitori, mentre tornavo all’edificio principale con il sacco vuoto e tutta zuppa d’acqua: dopo aver dato da mangiare a Quagsire, a diversi Goldeen, a Starmie, a Poliwirl e a Psyduck avevo deciso di rimanere a giocare con loro e mi ero tuffata nel lago. L’estate era appena arrivata e a mamma e papà non dispiaceva che giocassi con i Pokémon e apprendessi quanto più possibile. Quindi mi sorrisero e iniziammo insieme le varie mansioni giornaliere. – Dlin Dlon! – suonò lo SmartRotom di mamma uscendo dalla sua tasca. Un cliente aveva suonato al campanello del cancello principale, collegato con l’apparecchio tecnologico. – Vuoi andare tu per favore? – mi chiese lei, impegnata a spazzolare un Furret. – Certo, vado! – mi alzai da terra e lasciai il libro all’ombra dell’albero sotto il quale stavo leggendo. Era tardo pomeriggio e non c’era più molto da fare quindi ero tornata a casa a prenderlo per passare un po’ il tempo imparando qualcosa sui Pokémon. Al cancello c’era un uomo di mezza età con un Bonsly. Il Pokémon sembrava spaventato da qualcosa, piangeva e si nascondeva dietro le gambe dell’uomo. – Ciao, mi chiamo Rob e lui è Bonsly – si presentò lui, mentre il piccolo continuava a frignare. Lo prese in braccio e lo accarezzò, mentre Klefki si avvicinava e lo distraeva un po’ con le chiavi. Il pokémon smise di piangere. – Piacere di conoscervi, questa è la Pensione Pokémon e io mi chiamo Luna – mi presentai come mi era stato insegnato a fare con i clienti – Vuoi che ci prendiamo cura del tuo Bonsly? – continuai. – Sì, grazie. Devo tornare alle Rovine, eravamo lì prima ma qualcosa lo ha spaventato. Ha il pianto facile quindi preferisco lasciarlo in un posto tranquillo – spiegò Rob, lasciandomi Bonsly. – Ecco la sua Poké Ball e il mio contatto sullo SmartRotom. Ci vediamo stasera! – lo accarezzò e ci salutò, allontanandosi. Il piccolo Pokémon era irrequieto ma ci giocai un po’ e lo portai da mamma riferendole ciò che ci eravamo detti. – Deve essere un archeologo, quasi nessuno va nelle Rovine, anche se sono un luogo tranquillo e per niente pericoloso – spiegò lei. – Chissà cosa ha spaventato questo piccolino allora? – chiesi facendo il solletico a Bonsly. – Tesoro, sono Pokémon timidi e paurosi di natura, non sarà stato niente di che. Avrà visto un’ombra – sorrise mamma, rassicurante. Io mi rimisi a leggere, con Bonsly che schiacciava un pisolino sotto gli ultimi raggi del sole. Dopo cena i miei tornarono alla Pensione per nutrire i Pokémon, mentre io mi misi comoda sul divano a rilassarmi. – Chiamata da Lucas! Chiamata da Lucas! – iniziò a squillare il mio Smart Rotom, e il viso del mio migliore amico apparve sullo schermo. – Ciao, come va? Il tuo Uovo si è schiuso finalmente? – chiese tutto sorridente. – Ciao! Tutto bene, ma niente primo Pokémon per ora... però penso si tratti di pochi giorni ormai! Tu che mi racconti? Sei contento per domani? – L’indomani sarebbe stato il suo sedicesimo compleanno e anche lui era impaziente di partire all’avventura! – Non vedo l’ora! Finalmente la scuola è finita! Ho imparato abbastanza per diventare un Allenatore più forte di te e infine Campione della Lega Pokémon! – mi provocò un po’. Eravamo sì migliori amici, ma anche rivali. Entrambi aspiranti Campioni, da quando eravamo piccoli. Avevamo anche studiato nella stessa scuola e la scorsa estate era venuto ad aiutarci con la Pensione per imparare più cose possibili sui Pokémon, quindi sarà un rivale fortissimo un giorno, lo sento! – Provaci pure a superarmi, ma dovrai sforzarti parecchio! – risi. – Vedrai, stanne certa! Intanto domani andrò a prendere il mio primo Pokémon al Laboratorio del Professor Rowan, così appena si schiude il tuo Uovo partiamo insieme ai nostri Pokémon! – spiegò Lucas. Viveva con la sua famiglia a Sabbiafine e i suoi genitori erano entrambi ricercatori al laboratorio del professore, quindi sicuramente sarebbe andato lì a prendere il suo primo Pokémon. – Ottimo, ci vediamo alla tua festa di domani allora! – esclamai, e ci salutammo. Avrebbe dato una grande festa sulla spiaggia, visto che abitava proprio di fronte al mare. I miei tornarono dopo un po’, ma sembravano molto preoccupati. – Cosa è successo? – chiesi, allarmata. Raramente li vedevo così. – Quel signore, Rob, non è tornato a prendere Bonsly e non risponde allo Smart Rotom – spiegò papà – Il suo Pokémon era molto agitato – si rattristò. Odiava vedere i Pokémon soffrire. Mamma nel frattempo continuava a provare a chiamarlo, ma senza successo. – Vado io alle Rovine a cercare il signor Rob! – decisi, incuriosita. Avevo sempre amato i misteri, e questo era un bel mistero! Che c’entrassero gli strani eventi che avevano colpito diverse zone della regione? Lo avrei scoperto! – Va bene ma fai attenzione! E non puoi andare senza un Pokémon! Ti accompagnerà Swoobat – disse mamma, andando alla finestra per chiamare il suo Pokémon. – Swoo! Swoo! – accorse il Pokémon e, dopo aver ricevuto istruzioni dalla sua Allenatrice, mi seguì mentre prendevo il mio zaino e uscivo di casa. L’aria notturna era fresca e pulita e le stelle brillavano luminose nel cielo. Accesi la torcia dello Smart Rotom e seguii Swoobat che mi faceva strada volando attraverso il sentiero nella foresta che portava alle Rovine. Arrivammo senza problemi ed entrammo nelle Rovine, sviluppate su più livelli e ricoperte da graffiti misteriosi che da sempre attiravano gli archeologi. Alcuni dicevano che quei disegni ricordassero dei Pokémon, sostenuti da coloro che raccontavano di aver udito o visto qualcosa. Ma non vi erano mai state prove concrete. Continuai a seguire Swoobat, l’unico tra noi due che sapeva orientarsi in quel posto visto che usava gli ultrasuoni. Io, con tanto di torcia, vedevo pochissimo! Cercammo nelle stanze inferiori e anche in quelle superiori ma di Rob nessuna traccia. Ma dove era finito? Mentre esploravamo guardavo le pareti, e ogni tanto mi parve di aver visto uno o due disegni muoversi. O forse era solo la mia immaginazione? Quell’aria umida e ferma, come in attesa... mi metteva i brividi. Stavo per dire a Swoobat di tornarcene a casa quando improvvisamente iniziò ad agitarsi e a gridare come impazzito, sbattendo contro le pareti mentre svolazzava alla cieca - ma come era possibile? Lo chiamai, cercai di calmarlo... e allora lo sentii. Un verso, forse di un Pokémon - ma non viveva alcun Pokémon nelle Rovine! - alle mie spalle. Mi girai ma non c’era niente. Li risentii dietro di me, erano più di uno... stavolta, quando mi girai, li vidi: si staccavano dalle pareti, piccoli esseri - mi sembravano Pokèmon, mi pareva di aver letto di loro da qualche parte - simili a lettere disegnate in forme strane. Si attaccarono tra di loro formando un cerchio. E un lampo di luce accecante: dei vicoli bui, l’aria salmastra, il rumore dell’acqua. Un Pokémon nero che non avevo mai visto prima passò attraverso il cerchio e piombò sul pavimento. Mi sembrò di vedere un’ombra dietro di lui - forse un altro Pokémon? - prima che il cerchio si richiudesse. I piccoli esseri scomparvero e io rimasi ferma lì, di fronte a questo nuovo Pokémon sbucato dal nulla. Swoobat si era ripreso e volò subito al mio fianco per proteggermi, ma quello se ne stava per terra, esausto. Mi avvicinai, volevo vedere come stava. Ma il Pokémon misterioso mi attaccò con Palla Ombra e non mi colpì solo perché Swoobat stava proprio al mio fianco e mi parò dall’attacco. Doveva essere forte però perché il Pokémon di mamma sembrava stremato e decidemmo all’unisono di scappare via dalle Rovine, fortunatamente senza essere inseguiti. Ancora non lo sapevo ma la mia avventura con i Pokémon era appena cominciata. Lady Darkrai Modificato 22 agosto, 2024 da LadyDarkrai E' stata aggiunta una reazione da Quasar, Diamaxus, evilespeon e 2 altri 1 3 1 La mia squadra dolline di Vanitas e Noé create da @Remikyu, stupende dolline di Moi e Nico create da @Remikyu, troppo belle Un piccolo Jumpluff mimosa che @Diamaxus ha regalato a tutte noi donne, super carino Bellissimo logo creato da @LucarioGoldragon
LadyDarkrai Inviato 23 agosto, 2024 Autore Inviato 23 agosto, 2024 (modificato) Ciao a tutti Oggi, 23/08/24 pubblicherò il secondo capitolo della mia Fan Fiction: Sinnoh's Mysteries. E' vietata la copia, la modifica e la divulgazione dei miei scritti senza il mio permesso. Se notate errori grammaticali o volete farmi sapere cosa ne pensate ditemelo pure nell'altra discussione Spoiler Capitolo 2: Ricerche e Festeggiamenti Appena tornata a casa avevo raccontato immediatamente tutta la vicenda ai miei: mamma era andata di corsa a prendere le medicine per curare il suo Swoobat ferito mentre papà aveva chiamato la polizia di Flemminia. Erano sconvolti. Quando gli agenti bussarono alla nostra porta, prima di recarsi alle Rovine per indagare sulla sparizione di Rob, mi fecero molte domande su ciò che era successo ed io risposi a tutto, anche se era tarda notte ed ero esausta. Continuavo a pensare al Pokémon misterioso, chissà come stava? Lo avrebbero trovato? Li avvertii di fare attenzione prima che lasciassero la nostra casa. Poi salii in camera mia e crollai nel letto. La mattina dopo mi svegliai con una strana sensazione, forse avevo avuto degli incubi ma non me li ricordavo... e non avevo neanche il tempo di pensarci, la sveglia sul comodino segnava le dieci, era tardissimo! Mi preparai in fretta e furia e andai in cucina, dove ovviamente i miei non c’erano: stavano già lavorando alla Pensione. Oggi era il mio giorno libero e non dovevo aiutarli ma ero troppo curiosa: sul mio Uovo e su come era andata la ricerca di Rob alle Rovine. Quindi mi precipitai alla Pensione. E rimasi sorpresa: Rob era tornato! Accanto a lui un agente di polizia con il suo fidato Growlithe. Erano davanti all’ingresso e parlavano con i miei genitori, li sentivo perfettamente mentre mi avvicinavo. – All’improvviso sono stato circondato da dei Pokémon piccoli e strani, simili a lettere... un attimo dopo puff! Mi trovavo a Canalipoli! Ma ci pensate? Non ci capivo più nulla – stava raccontando, gesticolando, visibilmente agitato. – I colleghi di Flemminia avevano segnalato la sua scomparsa a tutte le centrali di polizia della Regione, è così che lo abbiamo ritrovato. L’ho visto che vagava per Canalipoli in stato confusionale e stamattina l’ho riportato qui, come mi ha chiesto di fare – spiegò l’agente, mentre Rob annuiva, riconoscente. – Buongiorno Luna – mi salutò mio padre appena mi vide. Teneva il Bonsly di Rob in braccio e lo cedette al suo Allenatore. - Stai bene tesoro? Ti sei ripresa? - mi chiese mamma facendomi una carezza. Annuii. Rob ci ringraziò per esserci presi cura del suo Pokémon, ci salutò e se ne andò, dicendo che aveva assolutamente bisogno di riposare per riprendersi da quella strana avventura. – E il Pokèmon misterioso che ci ha attaccati? Lo avete trovato? – chiesi all’agente, non riuscendo più a trattenere la curiosità. – Mi dispiace, nessuno dei miei colleghi ha trovato nulla nelle Rovine, anche se i Growlithe erano agitati... non c’erano tracce da seguire però, come se si fosse dileguato nel nulla – rispose lui, perplesso quanto me. – Ah, capisco... – ero un po’ delusa, speravo di saperne di più. – Certo che è una situazione assurda, persone e Pokémon che spariscono all’improvviso! – papà era stupito. – E non è neanche la prima volta... ma non ditelo in giro, non vogliamo che scoppi il panico nella Regione. Non è nulla di troppo preoccupante – ci rassicurò l’agente. Ci augurò buon lavoro e tornò al suo, a Canalipoli. – Ho visto il tuo Uovo, credo che domani o dopodomani si schiuderà – annunciò mamma, che di Uova se ne intendeva eccome. Era stata un’Allevatrice fin da quando era bambina, dopotutto! – Vado subito a vederlo! – mi affrettai a raggiungere l’edificio principale e l’incubatrice. Eccolo lì, si muoveva! Ero davvero emozionata, mancava pochissimo! Poi sarei partita all’avventura con lui, il mio primo Pokémon. Ma prima, avevo molto altro a cui pensare... la festa di Lucas, ad esempio! Dovevo ancora incartare il suo regalo. E poi... qualcosa mi diceva di tornare alle Rovine, senza dire nulla ai miei genitori ovviamente, non volevo farli preoccupare ulteriormente! - Mamma, papà! Torno a casa, ci vediamo dopo! – andai a salutarli prima di andarmene. – Meglio se non vai da sola, almeno finché non sarò certa che tu sia al sicuro. Delcatty verrà con te – disse mamma, con un tono che non ammetteva repliche. Guardai papà cercando man forte ma lui era d’accordo con lei. Un po’ li capivo, dopo quello che era successo... però era pur vero che avevo sedici anni, non ero più una bambina che doveva essere sorvegliata anche di giorno! Un po’ scocciata imboccai il sentiero per le Rovine, con il Delcatty della mamma che mi seguiva. Le Rovine erano tranquille e silenziose, fortunatamente per me non c’era nessuno in giro. Delcatty mi precedeva, all’erta, ma non c’era alcun pericolo, non sentivo più quella sensazione sgradevole che mi aveva dato i brividi la sera prima. Tornai nel punto in cui erano apparsi quei Pokémon, un po’ titubante a dire il vero: non volevo essere trasportata da qualche altra parte! Però non c’era nulla, neanche il Pokémon misterioso. Scrutai per bene tutta la stanza con la torcia dello Smart Rotom: la luce metteva in evidenza i graffiti sulle pareti - notai solo ora che alcuni erano simili a quei Pokémon - e rischiarò un oggetto sferico sul pavimento, in un angolo. Una Poké Ball completamente nera. La raccolsi, sorpresa, mentre Delcatty miagolava a disagio. Che ci faceva lì? Apparteneva a qualcuno? C’era un Pokémon dentro? Premetti il pulsante centrale e quella si aprì, vuota. Tornai a casa - i miei sarebbero rientrati presto, era quasi ora di pranzo - con un nuovo mistero da risolvere in tasca. Una piacevole brezza estiva entrava dalla finestra e mi scompigliava i lunghi capelli sciolti e mossi. Indossavo un vestitino semplice nero e avevo deciso di lasciare nella mia stanza - ben nascosta, ovviamente - la Poké Ball nera, per mancanza di spazio nella borsetta. Ci sarebbe stata un’altra occasione per mostrarla a Lucas, stasera volevo solo divertirmi senza pensieri alla sua festa. Scesi in salotto, dove i miei mi aspettavano. Salutai mamma e uscii di casa con papà, che mi avrebbe accompagnato a Sabbiafine volando sul suo Salamence. Era bellissima la sensazione di libertà che mi pervadeva mentre il possente Pokémon si staccava da terra sollevando foglie e terriccio dal vialetto davanti casa. Tutto si allontanava sempre di più, facendosi sempre più piccolo man mano che prendevamo quota. Superammo uno stormo di Staraptor e ci dirigemmo verso Sabbiafine a gran velocità. Atterrammo sulla spiaggia, non molto distanti dalla festa. Il sole era quasi del tutto tramontato nell’oceano, tingendo il cielo con i suoi ultimi barlumi infuocati mentre una musica allegra si spandeva nell’aria. – Fai attenzione stasera, se noti qualcosa di strano chiamaci mi raccomando – mi disse papà scendendo dal dorso di Salamence e togliendosi gli occhialoni da volo. – Non preoccuparti papà, cosa vuoi che succeda? Ci saranno tutti i miei amici e poi non sono più una bambina – sbuffai, scocciata, mentre mi toglievo gli occhialoni - per volare ad alte velocità erano indispensabili - i guanti e il giubbotto pesante da viaggio. A certe altitudini faceva davvero freddo! Glieli consegnai e lui li ripose in una bisaccia robusta legata al suo Pokémon. – Lo so, lo sappiamo. So che ti dà fastidio ma cerchiamo solo di proteggerti finché possiamo. Presto partirai per la tua avventura e ci mancherai moltissimo – rispose papà, mentre scendevo con cautela da Salamence. Aveva gli occhi lucidi. Però si riprese quasi immediatamente e alzò un braccio per salutare due persone che si stavano avvicinando: il mio amico Lucas e un signore anziano che sapevo essere il Prof. Rowan. – Allora vado, ti lascio alla festa e ai tuoi amici. Vado a trovare un mio amico che vive qui, tornerò a prenderti tra qualche ora. Divertiti! – mi salutò con un bacio sulla fronte, mettendomi leggermente in imbarazzo. Lo salutai a mia volta mentre saliva sul suo Salamence, che decollò sollevando una folata di sabbia e si librò nel cielo che andava via via scurendosi. – Ciao Luna! Stasera il Prof. Rowan è passato a salutarci – sorrise Lucas, quando i due mi raggiunsero. Mi ricordavo di lui, era venuto a scuola a chiederci con quale Pokémon avremmo iniziato la nostra avventura e ad informarci che, se volevamo, potevamo scegliere tra i tre Pokémon iniziali che metteva a disposizione di tutti i neo Allenatori: Turtwig, Piplup e Chimchar. – Ciao Lucas! Buonasera, Prof. Rowan – li salutai, leggermente intimorita dal Professore. Sembrava un uomo severo, o almeno mi aveva dato quell’impressione quando, alla domanda che ci aveva fatto a scuola, avevo risposto che mi sarei procurata da sola il mio starter e lui mi aveva guardato con austerità. – Buonasera, Luna. Stamattina il tuo amico Lucas è venuto al mio Laboratorio per scegliere il suo primo Pokémon – proferì, mentre Lucas tirava fuori una Poké Ball da una tasca dei jeans. – Vai, Piplup! – chiamò. –Pip! Pip! – esclamò fiero il piccolo Pokémon azzurro. “Piplup, Pokémon Pinguino. Tipo Acqua. Quando cammina risulta goffo e cade spesso. Poiché è molto orgoglioso, continua come se nulla fosse” Recitò lo Smart Rotom di Lucas. – E’ l’applicazione del Pokédex per lo Smart Rotom, me l’ha data il Prof. Rowan. Può darti informazioni su ogni Pokémon scoperto finora – spiegò Lucas, mentre accarezzavo Piplup sorridendo. Il Pokémon era tranquillo, anche se leggermente cauto nei miei confronti, ma lo capivo: per lui ero ancora un’estranea, ma se il suo Allenatore si fidava di me allora anche lui lo avrebbe fatto. Avevano già un buon legame. – Sicuramente è molto più comoda dei miei libri, allora, soprattutto in viaggio – risi. – Tutti i neo Allenatori devono avere l’applicazione del Pokédex, quindi lascia che la registri anche sul tuo Smart Rotom – mi informò il Professore, mentre estraeva il suo dispositivo e lo avvicinava al mio. Ora avevo anche io un Pokédex! Lo ringraziai, entusiasta. – E’ ora che me ne torni a casa. Passate pure a trovarmi al Laboratorio se durante il vostro viaggio farete tappa a Sabbiafine, sarà interessante esaminare i dati raccolti dai vostri Pokédex. Buona serata e ancora tanti auguri Lucas – si accomiatò il Professore, con uno sguardo gentile. Forse mi ero sbagliata sul suo conto, dopotutto. Lucas fece rientrare Piplup nella Poké Ball mentre io mi toglievo le scarpe e lo seguivo godendomi la sensazione della sabbia fresca sotto i piedi nudi. Lucas mi chiese del mio Uovo e io risposi che era questione di un giorno o due ormai. Eravamo entrambi impazienti di partire all’avventura. Dovevo assolutamente raccontargli tutto ciò che era successo dall’ultima volta che ci eravamo sentiti ma ben presto giungemmo al falò e un sacco di persone vennero a salutarmi: c’erano gli amici di Lucas - alcuni già li conoscevo, altri si presentarono educatamente - e tutti i nostri compagni di classe. Quelli che avevano già compiuto sedici anni o li avrebbero compiuti entro novembre potevano lasciare la scuola appena iniziate le vacanze estive, per intraprendere la loro avventura con i Pokémon. Si riconoscevano immediatamente: mostravano a tutti - anche a noi due - i loro primissimi Pokémon, mentre coloro che dovevano aspettare l’anno successivo e le prossime vacanze estive per lasciare la scuola li guardavano con invidia. Attorno al falò erano stati disposti tanti cuscini dove sedersi per chiacchierare, c’era una consolle con un dj molto bravo e una lunga tavolata piena di bevande e cibo buonissimo. La serata procedette in modo tranquillo e tutti ci divertimmo insieme ai nostri compagni e amici. Era notte fonda quando Lucas si sedette vicino a me davanti a un falò piccolissimo, quasi spento. Quasi tutti i nostri amici se ne erano andati a casa, i pochi rimasti mangiavano un po’ di torta o chiacchieravano in piedi vicino alla consolle. Nessuno poteva ascoltarci quindi raccontai tutto a Lucas: la scomparsa di Rob, l’incontro con quei Pokémon nelle Rovine, il misterioso Pokémon nero, la ricomparsa di Rob che a quanto pareva aveva attraversato un portale e infine la Poké Ball totalmente nera. – Accidenti, quante cose sono successe! Potevi chiamarmi! – Lucas era sconvolto, come dargli torto. Però non avevo avuto il tempo di raccontargli nulla e poi non volevo che i miei genitori sapessero che ero tornata alle Rovine senza dire nulla. – Hai ragione. Però se l’Uovo si schiude o se scopri altro sulla Poké Ball nera chiamami, ok? – si alzò, andando a salutare gli ultimi amici che se ne stavano andando a casa. – Certo – gli risposi seguendolo e salutando gli altri a mia volta. Anche il dj se ne era andato, ora si sentiva solo il suono delle onde del mare che si infrangevano delicatamente sulla spiaggia. Arrivò mio padre insieme ai genitori di Lucas e tutti insieme smontammo il tavolo, raccogliemmo gli avanzi rimasti e i rifiuti, sollevammo i cuscini attorno al falò. Ero stanchissima e anche Lucas, sbadigliava continuamente. Dopo aver portato tutto a casa di Lucas finalmente augurammo la buonanotte a lui e alla sua famiglia e salimmo sul dorso di Salamence, volando tutta velocità verso casa. Fu un viaggio rapidissimo, per fortuna, non vedevo l’ora di andare a letto, era stata una giornata intensa. – Che cos’è questa? – chiese mamma appena entrammo in casa. Era in vestaglia nel salotto e mi guardava sospettosa. La stanchezza mi scivolò di dosso come se fossi sotto il getto di una doccia fredda: mamma teneva in mano la mia Poké Ball nera. – Dove l’hai trovata? – ero senza parole. Eppure l’avevo nascosta benissimo! – Delcatty era agitata quindi l’ho seguita fino in camera tua, dove abbiamo trovato questa. Ma non hai ancora risposto alla mia domanda – mamma era irritata ma anche io lo ero a questo punto. – Non avevi il permesso di entrare nella mia stanza e metterti a frugare tra le mie cose, lo sai che non si fa, mamma! – esclamai, arrabbiata. La privacy era molto importante per noi. Infatti mamma per un attimo parve sentirsi in colpa, poi un barlume di comprensione sul suo volto: – Sei tornata alle Rovine! Senza dirci nulla! Ti avevamo detto che non dovevi tornarci, poteva essere pericoloso! – mi sgridò, infuriata. Anche papà non era affatto contento, ma soprattutto entrambi sembravano delusi dal mio comportamento: come avevo osato trasgredire ai loro ordini? Solo che non avevano capito una cosa: – Non sono più una bambina, faccio quello che mi pare e vado dove mi pare ormai! – saltai su, con le lacrime agli occhi. Afferrai al volo la sfera dalle mani di mia madre - non era abituata a vedermi così e rimase interdetta - e superai mio padre, anche lui decisamente sorpreso. – Delcatty, seguila e proteggila! – gridò mia madre e fu l’ultima cosa che sentii mentre spalancavo la porta di casa e correvo via il più velocemente possibile, nella notte. Lady Darkrai Modificato 23 agosto, 2024 da LadyDarkrai E' stata aggiunta una reazione da evilespeon, Stefano M, Quasar e 2 altri 1 2 2 La mia squadra dolline di Vanitas e Noé create da @Remikyu, stupende dolline di Moi e Nico create da @Remikyu, troppo belle Un piccolo Jumpluff mimosa che @Diamaxus ha regalato a tutte noi donne, super carino Bellissimo logo creato da @LucarioGoldragon
LadyDarkrai Inviato 27 agosto, 2024 Autore Inviato 27 agosto, 2024 (modificato) Ciao a tutti Stanotte, 27/08/24 pubblicherò il terzo capitolo della mia Fan Fiction: Sinnoh's Mysteries. E' vietata la copia, la modifica e la divulgazione dei miei scritti senza il mio permesso. Se notate errori grammaticali o volete farmi sapere cosa ne pensate ditemelo pure nell'altra discussione Spoiler Capitolo 3: Incontri e Partenza Imboccai senza pensarci troppo il sentiero che attraversava la foresta e portava alle Rovine ma ben presto persi la strada: anche con la torcia dello Smart Rotom non si vedeva chissà quanto, era tutto buio e avevo gli occhi appannati da lacrime di rabbia. Ormai non correvo più, avevo il fiatone e girovagavo senza meta tra gli alberi. Forse era una buona cosa che in quel momento fossi così arrabbiata o sarei stata abbastanza spaventata. All’improvviso lo vidi: era il Pokémon nero misterioso! Era sdraiato a terra, mezzo appoggiato al tronco di un albero. Capii che non stava bene dal fatto che, anche se camminavo verso di lui, non aveva le forze per fuggire. Sembrava guardingo, mentre io invece ero curiosissima. – Smart Rotom, che Pokémon è? – sussurrai al mio dispositivo, avvicinandomi lentamente al Pokémon. “Darkrai, Pokémon Neropesto. Tipo Buio. Per proteggersi, riempie di incubi la mente di chi gli sta intorno. Tuttavia, non è di indole malvagia.” Recitò il Pokédex. Non avevo mai sentito parlare di un Pokémon del genere! Ma non feci in tempo a fare un altro passo: mi scagliò contro una sfera nera che mi prese in pieno e mi sentii sprofondare nell’oscurità. Mi trovavo tra i vicoli di una città sconosciuta, anche se tutti i colori erano spariti e tutto appariva grigio e cupo. Vidi Darkrai, era inseguito da due Pokémon che riconobbi: un Toxicroack e un Weavile. I tre mi passarono vicinissimi - feci un salto indietro per lo spavento - ma non fecero minimamente caso a me, come se non mi vedessero. All’improvviso si aprì un portale proprio davanti a lui e Darkrai ci finì dentro. I due inseguitori invece non fecero in tempo ad attraversarlo prima che si richiudesse. Sentii il tintinnio di un campanello e aprii gli occhi: ero accasciata sul terreno, mi ero addormentata. Tra me e Darkrai ora c’era Delcatty, aveva appena usato Rintoccasana per svegliarmi da quell’incubo, capii ricordandomi la descrizione del Pokédex. E adesso stavano per lottare. – Ferma, Delcatty! E’ ferito, dobbiamo aiutarlo – la bloccai poco prima che attaccasse. Delcatty mi ascoltò, seppur controvoglia. Darkrai mi fissava ma non sembrava intenzionato ad attaccare, al momento. Forse capiva che volevo solo aiutarlo. – Delcatty, per favore, guidami fino alla Pensione! Devo prendere delle medicine per Pokémon! – implorai e lei acconsentì. Corremmo fino alla Pensione, con Delcatty che mi faceva strada grazie alla sua infallibile visione notturna. Entrai nell’edificio principale salutando allegramente Klefki per non insospettirlo, arraffai un vecchio zainetto lasciato lì e ci misi dentro qualche bacca e qualche Superpozione, poi uscii di fretta senza nemmeno controllare il mio Uovo: sarebbe stato impossibile spiegare ai miei dove stavo andando e cosa stavo facendo, se mi avessero trovata lì. Delcatty mi aspettava fuori dall’entrata della Pensione: mi condusse nuovamente attraverso la foresta e Darkrai mi permise di curarlo, lasciandomi avvicinare. Poi chiuse gli occhi e anche io crollai lì vicino, lo zainetto sotto la testa come fosse un cuscino, totalmente esausta. – Luna! Luna! – sentivo le voci di mamma e papà che mi chiamavano e mani che mi scuotevano delicatamente. Aprii gli occhi a fatica, frastornata. I miei genitori erano lì, mi guardavano sollevati e con le lacrime agli occhi. Papà mi aiutò ad alzarmi - il terreno era davvero duro e scomodo per dormire, mi sentivo irrigidita - e mamma mi abbracciò. – Scusami amore, non dovevo ficcare il naso tra le tue cose e arrabbiarmi con te, ho esagerato – piangeva, tenendomi stretta. – Ci dispiace tanto, dovevamo fidarci di te. Puoi perdonarci? – papà era tristissimo, non lo avevo mai visto così. Ci abbracciò entrambe e la rabbia nel mio cuore si sciolse come neve al sole. – Certo che vi perdono ma lasciatemi, sto soffocando – sbuffai, sorridendo. Riuscii a strappare qualche risatina ai miei e ci separammo, ora più sereni. Mi guardai intorno: era appena l’alba, la foresta si stava risvegliando e Darkrai era sparito. Notai la mia Poké Ball nera sul terreno vicino all’albero, mi era sicuramente caduta di mano quando ero stata addormentata da quella sfera nera - una mossa di Darkrai, dovevo saperne di più - e la raccolsi, strofinandola sul vestitino nero, ormai sporco di erba e terriccio, per ripulirla. – Come mi avete trovata? – chiesi mentre papà sollevava lo zainetto da terra; aveva sicuramente visto le Superpozioni usate mentre lo richiudeva ma non aveva fatto domande. Le bacche invece erano sparite, mangiate da chissà quale Pokémon. – E’ stata Delcatty, mezz’ora fa è tornata a casa e ci ha condotti fin qui – spiegò mamma, mentre il Pokémon miagolava, soddisfatto. – Grazie, Delcatty. Di tutto. – mi chinai a coccolarla con riconoscenza, mentre faceva le fusa. Mi aveva aiutata davvero tantissimo, i miei non sapevano quanto. – Non ce la faccio più, torniamo a casa – sbadigliai, rialzandomi. Ero distrutta: sicuramente Delcatty era corsa ad avvisare i miei appena mi ero addormentata, quindi avevo dormito pochissimo. Con Delcatty in testa ad indicarci la strada ritrovammo il sentiero e tornammo a casa, dove feci appena in tempo a darmi una bella ripulita sotto la doccia prima di crollare nel mio morbidissimo letto. Quando mi risvegliai la sveglia sul comodino segnava le due del pomeriggio: mi sentivo finalmente riposata e piena di energia dopo otto ore di sonno! Indossai un paio di pantaloncini e una t-shirt e mi legai i capelli con il mio fiocco azzurro. Presi la Poké Ball nera che avevo posato sul comodino e la misi in tasca, volevo portarla sempre con me. Scesi al piano di sotto ma i miei non c’erano - avevano già pranzato ed erano tornati al loro lavoro alla Pensione - tuttavia mi avevano lasciato qualcosa da mangiare in cucina, nel frigorifero. Mangiai in silenzio, godendomi un po’ di tranquillità dopo tutti quegli avvenimenti. Cercai la pagina del Pokédex di Darkrai e iniziai a leggere le informazioni raccolte su di lui, comprese le sue mosse. Scoprii che la notte prima mi aveva colpita con Vuototetro, la sua mossa esclusiva. Improvvisamente mi ricordai che dovevo assolutamente chiamare Lucas e raccontargli tutto, ora che ero da sola e nessuno poteva ascoltarmi! – Lucas, ho una marea di cose da raccontarti! – esordii appena rispose alla chiamata. – Per caso il tuo Uovo si è schiuso? E’ un po’ lento a nascere questo nuovo Pokémon – rise lui. – Ancora no, altrimenti mamma e papà me lo avrebbero detto. Ma manca davvero pochissimo, anche io sono impaziente di partire, non sei l’unico – risposi, appuntandomi mentalmente di andare a controllare l’Uovo il prima possibile. – Allora cos’è successo? Riguarda il Pokémon misterioso? I portali? La Poké Ball nera? – chiese incuriosito. Gli raccontai ogni cosa: dalla lite con i miei, che avevano scoperto che ero tornata alle Rovine, alla fuga nella foresta in piena notte, all’incontro con Darkrai - ora finalmente sapevo come si chiamava - all’incubo che mi aveva indotto con la sua Abilità, al fatto che Delcatty mi avesse non solo protetta ma anche aiutata a curarlo. Lucas mi ascoltava incredulo, senza parole. – E poi i miei mi hanno trovata grazie a Delcatty ma Darkrai era andato via... e siamo tornati a casa, era appena l’alba: mi sono fatta proprio una bella dormita fino a poco fa! – conclusi il racconto, con la bocca secca per quanto avevo parlato. – Accidenti, Luna, certo che te ne sono successe di ogni! E non siamo ancora partiti per la nostra avventura con i Pokémon! – rispose meravigliato, mentre mi versavo un bicchiere d’acqua. – Già... spero che il nostro viaggio sarà più tranquillo – sorrisi. Terminammo la chiamata con la promessa di tenerci aggiornati su qualsiasi cosa importante, quindi sparecchiai la tavola e misi i piatti a lavare. Era un pomeriggio caldissimo, di quelli da passare in acqua: decisi che sarei andata alla Pensione ad aiutare i miei con i Pokémon di tipo acqua, così mi sarei rinfrescata un po’. Ma soprattutto avrei controllato come stava il mio Uovo, ormai prossimo alla schiusa. Quando arrivai alla Pensione ero decisamente accaldata: raramente c’era stata una temperatura così afosa a Flemminia, solitamente era una città dal clima temperato tutto l’anno. I Pokémon di tipo fuoco, se non altro, sembravano ben contenti di tutta questa calura: papà cercava di acchiappare un Litleo per spazzolarlo ma quello correva energico dietro a un Fletchinder; mamma faceva la stessa fatica con un piccolo Litten che voleva solo andare a sdraiarsi su una roccia al sole invece di farsi fare la toelettatura. Li salutai quando gli passai vicino ma mi risposero frettolosamente, troppo impegnati in quel momento. Mi stavo dirigendo verso il lago, per scoprire se qualche Pokémon aveva bisogno di cure e per rinfrescarmi, quando Klefki mi venne incontro palesemente agitato. Scuoteva le sue chiavi e svolazzava di qualche passo verso l’edificio principale, poi tornava indietro da me: voleva che lo seguissi. Cosa era successo? Pensai, poi realizzai: forse l’Uovo si stava schiudendo! Corsi dietro a Klefki ed entrammo nell’edificio principale. L’Uovo era lì, nell’incubatrice, e si stava schiudendo! Piccoli pezzi di guscio cadevano tutt’intorno, mentre grosse crepe ne attraversavano la superficie. Poi l’intero guscio cedette e un piccolo Pokémon ne venne fuori, sotto il mio sguardo meravigliato. – Lit! Lit! – mi salutò il piccolino, felice di essere al mondo. Somigliava a una candela, il corpo di cera bianco e una fiammella viola sulla testa. Consultai subito il Pokédex: “Litwick, Pokémon Candela. Tipo Spettro/Fuoco. La luce che emana brucia consumando l’energia di esseri umani e Pokémon” mi informò lo Smart Rotom. – Tipico di mia madre, regalare a sua nipote l’Uovo di un Pokémon pericoloso – sbuffò mamma. Entrambi erano entrati nella stanza delle Uova con Klefki al seguito: era andato a chiamarli. – Non mi sembra così pericoloso. Vedi? Sto bene – ero felicissima mentre prendevo in braccio Litwick - il mio primo Pokémon! - con attenzione, per non scottarmi con la sua fiammella. Ricordavo ancora le parole di nonna quando, lo scorso inverno, era venuta a trovarci e mi aveva regalato l’Uovo: “Sono certa che diventerà un Pokémon formidabile!” – Ha ragione Luna, tesoro – si avvicinò papà, guardando il Pokémon da vicino e facendogli il solletico – Anche se assorbe un po’ di energia da persone e Pokémon per rimanere in vita, non ne prende così tanta da essere un pericolo... al massimo lo potrebbe diventare per una persona molto anziana o in fin di vita. O se fosse in un gruppo numeroso di suoi simili – spiegò, rasserenando mamma: dopotutto era stato un Allenatore di Pokémon in passato e ne aveva incontrati moltissimi durante i suoi viaggi! – E poi, non credo che possa assorbire energia vitale mentre si trova nella sua Poké Ball – supposi, mentre mi dirigevo a uno scaffale con Poké Ball di ogni tipo pronte per i Pokémon appena usciti dalle Uova. Scelsi una Chic Ball, per rafforzare rapidamente il legame di amicizia tra me e Litwick. Il Pokémon ci entrò allegro: la mia prima cattura! Ero emozionatissima e anche i miei genitori erano felici per me. Mamma tornò a lavoro, sembrava sovrappensiero. – Cerca solo di non farlo arrabbiare o spaventare troppo: può diventare un problema – mi avvertì papà appena mamma fu uscita, indicando la Chic Ball. Poi tornò anche lui a lavoro, mentre io non vedevo l’ora di chiamare Lucas. – E’ nato! E’ un Litwick! – annunciai piena di gioia al mio migliore amico. – Finalmente, era ora! Quindi domani mattina si parte, come ci eravamo accordati – esclamò Lucas, anche lui contentissimo. – Esatto, anche i miei lo sanno. Papà mi accompagnerà da te a Sabbiafine, partiremo da lì – ci eravamo già organizzati mesi prima, era la città perfetta dalla quale iniziare il nostro viaggio. – Certo, non vedo l’ora! Poi mi farai conoscere Litwick, ora vado a preparare le ultime cose e devo anche avvisare i miei – mi salutò Lucas. Anche io dovevo ritornare a casa per preparare le ultime cose prima della partenza. Salutai Klefki, che mi sembrava un po’ giù. – Non essere triste Klefki, ci rivedremo presto! Tornerò a trovarvi! – lo tranquillizzai, poi uscii dalla Pensione mentre lui mi seguiva fino al cancello, scuotendo le sue amate chiavi per salutarmi. Arrivata a casa salii subito in camera mia e presi uno zaino nero dall’armadio, perfetto per viaggiare perché impermeabile e dotato di diverse tasche e taschine. Anche i miei stivali, dello stesso colore, erano adatti contro pioggia, fango, neve, sabbia. Infilai qualche pantaloncino nello zaino e qualche jeans, insieme a qualche maglietta - sia a maniche corte che a maniche lunghe - e a un paio di scarpe da ginnastica di riserva. E poi spazzolino, dentifricio, biancheria intima e tutto l’indispensabile per il viaggio, per fortuna il mio zaino era di un brand appositamente creato per gli Allenatori, quindi era molto capiente! I soldi e i documenti erano nel mio Smart Rotom, quindi non dovevo preoccuparmi delle cose più importanti. Finito di preparare il tutto decisi di fare un ultimo giro nella foresta, nella speranza di incontrare nuovamente Darkrai: stavolta non uscii dal sentiero e camminai a lungo nella foresta, chiamandolo ripetutamente. Purtroppo non apparve e non potevo fare altro, tranne sperare che lo avrei rivisto durante la mia avventura. Tornai indietro sconsolata, mentre il sole tramontava sull’ultimo giorno prima dell’inizio del mio viaggio. Quella sera, a cena, i miei genitori sembravano un po’ giù di corda per via della mia partenza. Mi abbracciavano spesso, e dovetti ricordagli più volte che non stavo per morire, stavo solo per partire, e che ci saremmo rivisti presto. Anche io ero un po’ triste di lasciarli ma ero anche emozionata. Prima di andare a dormire mi diedero due regali utilissimi: una cinta per Allenatori dove potevano essere agganciate fino a sei Poké Ball e una teca porta Medaglie per appuntarci quelle che avrei vinto durante la mia avventura. Li ringraziai commossa. Quella notte feci fatica ad addormentarmi per l’agitazione ma alla fine il sonno ebbe la meglio e scivolai nell’incoscienza. – Buongiorno tesoro, dai svegliati – mi sussurrò mamma con un bacio sulla fronte, mentre apriva le imposte delle finestre. L’aria era frizzante e il sole era sorto da poco, tingendo il cielo di un bellissimo rosa pesca. Anche se mezza intontita mi preparai per bene a partire, facendo attenzione a non dimenticare nulla, quindi scesi in salotto dove mi aspettavano i miei genitori: mamma mi aveva preparato qualcosa da mangiare per dopo e lo sistemò nel mio zaino mentre papà mi porgeva l’abbigliamento adatto per viaggiare sul dorso di Salamence. Abbracciai mamma fortissimo e rimanemmo strette per qualche secondo. Era strano dover lasciare i miei genitori e la mia casa, seppur per poco tempo. – Fai attenzione amore ma goditi questo bellissimo viaggio – mi disse con le lacrime agli occhi, dandomi un ultimo bacio sulla guancia. – Sì mamma, lo farò. Tranquilla, ci sentiremo spesso. Vi chiamerò – promisi, mentre mi sistemavo gli occhialoni e uscivo di casa con papà, pronta a volare verso l’inizio di questa nuova avventura. Lady Darkrai Modificato 28 agosto, 2024 da LadyDarkrai E' stata aggiunta una reazione da Diamaxus, VincyDarkHeart, Stefano M e 1 altro 1 3 La mia squadra dolline di Vanitas e Noé create da @Remikyu, stupende dolline di Moi e Nico create da @Remikyu, troppo belle Un piccolo Jumpluff mimosa che @Diamaxus ha regalato a tutte noi donne, super carino Bellissimo logo creato da @LucarioGoldragon
LadyDarkrai Inviato 14 ottobre, 2024 Autore Inviato 14 ottobre, 2024 Ciao a tutti! Oggi, 14/10/24 pubblicherò uno dei miei racconti brevi originali, scritto per un'iniziativa del forum. E' vietata la copia, la modifica e la divulgazione dei miei scritti senza il mio permesso. Spoiler Il brutto pesciolino Negli abissi più profondi del mare di Hoenn mamma e papà Lumineon accudivano amorevolmente cinque uova Pokémon, controllando che nessun predatore si avvicinasse all’insenatura nella roccia nella quale erano ben nascoste. Le uova si muovevano, stavano per schiudersi! Ed ecco il primo crack! e decine di crepe apparvero sulla superficie del primo, che si ruppe mentre un piccolo Finneon veniva alla luce, ben accolto dai genitori. Le altre uova fecero lo stesso e quattro piccoli Finneon nuotavano felici vicino all’insenatura, mentre i due Lumineon attendevano la schiusa dell’ultimo uovo. Dopo qualche minuto di attesa, anche l’ultimo ritardatario venne fuori, con un guizzo di gioia. Ma appena i due Lumineon lo illuminarono con le loro pinne, si accorsero che era diverso: non somigliava affatto a un Finneon, quanto a un brutto pesce giallognolo dalle pinne di un azzurro chiaro, per niente sinuose come le loro, ed occhi grandi circondati da un inquietante anello nero. Anche il suo verso era diverso: era palesemente un altro Pokémon! Papà Lumineon era furibondo: come era arrivato lì l’uovo di un altro Pokémon? Ma mamma Lumineon non lo sapeva e continuava a ripeterlo, anche lei arrabbiata, al suo compagno. Ma quello, accusandola di aver avuto un altro compagno - anche se lei negava fortemente - se ne andò via, imbestialito. L’ultimo nato era rimasto disorientato nel vedere i suoi genitori litigare così impetuosamente: cercò di raggiungere le pinne luminose del suo papà ma quelle scomparvero rapidamente, inghiottite dall’oscurità degli abissi. Allora tornò indietro dalla sua mamma per rifugiarsi sotto le sue pinne che emanavano un caldo bagliore confortante, insieme ai suoi fratelli e sorelle. Ma lei lo respinse, irritata, e se ne andò insieme ai Finneon, che lo guardarono con sdegno e ripugnanza prima di voltargli le spalle. Provò a seguirli ma venne colpito da Pistolacqua della sua mamma, che lo scaraventò nell’insenatura. Rimase lì, solo e infelice, senza capire il perché di tale rifiuto. Era tutto buio e faceva molto freddo negli abissi, il piccolo non aveva pinne luminescenti e non sapeva dove andare. Istintivamente, iniziò a nuotare verso l’alto, lentamente perché affamato. Finalmente, dopo un po’, l’acqua iniziò a rischiararsi e notò delle alghe di cui poteva cibarsi che crescevano sulla roccia vicino a lui. Continuò a salire, l’acqua si faceva via via più calda e una forte luce proveniente dalla superficie illuminava l’ambiente circostante: c’erano decine di Pokémon diversi che nuotavano in ogni direzione ma non lo degnavano della benché minima attenzione. L’oceano era pieno di vita e una speranza si accese nel cuore del piccolo: avrebbe trovato una nuova mamma e un nuovo papà da qualche parte! Iniziò così a vagare seguendo le correnti: incontrò moltissimi Pokémon - tuttavia nessuno di loro aveva intenzione di prendersene cura - e dovette sfuggire ai predatori in più di un’occasione. Ma continuò a nuotare, persino quando il mare si restrinse diventando un fiume, il Pokémon - ormai cresciuto - risalì la corrente e si ritrovò in un ambiente nuovo, dove la vegetazione rigogliosa si affacciava sull’acqua e le piogge erano piuttosto frequenti. Una notte, mentre si apprestava a dormire tra la sabbia del fondale, udì tanti versi di Pokémon e si sentì come se lo chiamassero. Seguì la fonte di quei suoni e arrivò in un laghetto dalle acque basse sovrastato da una piccola cascata. Lì, intenti a guardare la luna piena, c’erano dei Pokémon bellissimi, alti e flessuosi. Cantavano tutti insieme e si muovevano ondeggiando: alcune squame colorate si staccavano dal loro corpo nella vivacità della danza. Il piccolo Pokémon era così meravigliato che non si accorse nemmeno che quei bellissimi Pokémon erano circondati da alcuni Pokémon più piccoli: pesci giallognoli con delle pinne azzurre e dei grandi occhi cerchiati di nero. Se ne accorse, infatti, solo quando uno di essi gli si accostò, portando in bocca due squame colorate. Il Pokémon ne prese una, senza capire bene cosa fare. All’improvviso sentì il suo corpo cambiare, mentre sprigionava una luce accecante: qualche attimo dopo era diventato alto e sinuoso e vedeva il suo riflesso sulla superficie: era identico a quei Pokémon meravigliosi! Anche l’altro Pokémon, quello che gli aveva portato la squama, era diventato come lui! Finalmente capì, mentre gli altri Pokémon smettevano di cantare e gli si avvicinavano per accoglierlo tra loro, di aver trovato i suoi simili, la sua vera famiglia. Tornarono nell’oceano tutti insieme, il piccolo Pokémon che ora solcava le onde come un bellissimo e maestoso Milotic. E' stata aggiunta una reazione da Diamaxus, Stefano M, evilespeon e 1 altro 4 La mia squadra dolline di Vanitas e Noé create da @Remikyu, stupende dolline di Moi e Nico create da @Remikyu, troppo belle Un piccolo Jumpluff mimosa che @Diamaxus ha regalato a tutte noi donne, super carino Bellissimo logo creato da @LucarioGoldragon
LadyDarkrai Inviato 24 luglio Autore Inviato 24 luglio (modificato) Ciao a tutti! Oggi, 24/07/25 pubblicherò uno dei miei racconti brevi originali, scritto per un'iniziativa del forum. E' vietata la copia, la modifica e la divulgazione dei miei scritti senza il mio permesso. Spoiler - Abbiamo raccolto abbastanza ingredienti, possiamo andare! - gridò Chandelure a un Pokémon in lontananza. Scizor stava lottando contro un Breelom a suon di pugni rapidissimi. Lo sconfisse rapidamente e raggiunse Chandelure. - Allora usciamo da questo dungeon - le sorrise mentre tirava fuori un'Evadisfera dallo zaino e i due venivano teletrasportati fuori. - Non vedo l'ora di cucinare una cenetta perfetta per il nostro anniversario. Ricordi? Eravamo ancora una Litwick e uno Schyther quando abbiamo formato il nostro team di Esploratori. È stata dura, ne abbiamo passate tante insieme in questi dieci anni - Chandelure guardò Scizor con occhi pieni d'amore. - Hai ragione, ma sono felice che ci siamo incontrati. Abbiamo vissuto moltissime avventure, amore mio - rispose lui, allungando una chela per accarezzarla ma ritraendola subito. Purtroppo era molto vulnerabile alle fiamme e doveva fare attenzione, tuttavia questo non aveva impedito a entrambi di amarsi per molti anni. Chandelure notò il gesto ma fece finta di nulla: era triste di non poter stare più vicina fisicamente al suo amato ma non lo poteva dare a vedere o avrebbe intristito anche lui. Mentre Scizor andava dai fratelli Kecleon per vendere alcuni oggetti rari trovati nel dungeon lei andò a casa per preparare qualcosa di delizioso da mangiare. Mentre abbrustoliva una mela guardò fuori dalla finestra per vedere se Scizor stesse tornando ma rimase meravigliata guardando il cielo: una stella cadente! Chandelure sorrise seguendone la scia, pensando che non aveva nulla da desiderare, perché tutto ciò che aveva sempre desiderato stava per tornare a casa da lei. Una distrazione, un attimo, e accadde tutto molto in fretta: il tavolo prese fuoco a causa delle fiamme del Pokémon, fiamme potenti come lei. A causa della siccità di quel caldo mese estivo non aveva abbastanza acqua in casa per spegnerle, quindi uscì impotente dall'edificio in fiamme gridando l'allarme per far evacuare l'intero villaggio. Era una serata ventosa quindi il fuoco si propagò velocemente alle case vicine, bruciandole. In breve tempo tutto il villaggio era stretto nella morsa dell'incendio: i Pokémon uscivano dalle case gridando, quelli di tipo Acqua si erano riuniti in gruppi per spegnere le fiamme. Di Scizor non c'era traccia. Chandelure lo cercò dappertutto, disperata. Per fortuna iniziò a piovere e all'alba l'incendio era stato domato. Metà delle case erano totalmente distrutte, le altre bruciate in parte ma salvate dalla distruzione grazie ai Pokémon pompieri. Sentì piangere qualcuno, sembrava un piccolo Pokémon. Si avvicinò alle rovine di una casa, seguita da altri Pokémon che avevano sentito il pianto. E lì, ricoperti di cenere e seppelliti da un pezzo di muro crollato, c'erano Scizor e due piccoli Caterpie, uno dei due piangeva e chiedeva aiuto. L'altro era svenuto, così come Scizor che li aveva protetti entrambi con il suo corpo. Chandelure rimase paralizzata dall'orrore mentre osservava, come in un incubo, il suo amato che veniva trascinato fuori dagli altri Pokémon. Il Caterpie svenuto si riprese, ma Scizor rimase immobile. Era ricoperto di bruciature, la corazza completamente nera. Gli altri Pokémon si girarono verso Chandelure, gli occhi demoralizzati che dicevano tutto quello che non avrebbe mai voluto sapere. Il suo amore era morto. Era stata sotto shock per giorni. Alcuni Pokémon l'avevano ospitata a casa loro, ma la maggior parte degli abitanti del villaggio non si fidava ad averla vicino, memori della sfiorata tragedia. Nessun altro era morto e, grazie a Scizor che aveva aiutato parecchi Pokémon prima dei due Caterpie, c'erano ben pochi feriti. Tutti avevano iniziato a ricostruire il villaggio e Chandelure rimaneva a casa da sola, con i sensi di colpa. Se solo non si fosse distratta per guardare la stella cadente... Quel pensiero improvviso la riscosse dalla depressione e una fiammella di speranza si accese dentro di lei: sapeva che esisteva un Pokémon chiamato Jirachi che esaudiva i desideri. Aveva visto dov'era caduta la stella, doveva solo trovarla. Se si fosse trattato proprio di Jirachi... senza alcuna esitazione uscì di casa e si diresse nelle profondità della foresta, dove trovò un nuovo dungeon, mai visto prima. Pronta a tutto, senza niente da perdere, entrò per lottare fino all'ultimo piano. Jirachi era lì, proprio davanti ai suoi occhi. Aveva attraversato novantanove piani, senza arrendersi mai: non aveva sentito i morsi della fame e aveva sconfitto ogni Pokémon che si era messo tra lei e il suo più grande desiderio. Ma adesso era esausta, le fiamme una volta potenti erano flebili. Si avvicinò al Pokémon, sempre più debole, mentre il suo corpo si spegneva. - Desidero... solo... stare... con lui - chiese con enorme fatica, mentre l'occhio al centro di Jirachi si apriva. Poi il buio. E nel buio una luce che le parlava: Ho visto il vostro amore, il vostro coraggio, la vostra fedeltà. Vi donerò una nuova vita da umani, dove potrete amarvi liberamente. La luce sparì e lei si sentì precipitare nel buio. Chandelure aprì gli occhi. Schiamazzi, grida, risate, pianti. Si guardò intorno: era circondata da bambini umani che giocavano, mentre una maestra li osservava sorridendo. Si sentiva strana, diversa. Il suo corpo era così morbido e non era più bollente, non aveva più delle fiamme che le uscivano dagli arti. Aveva delle mani, e un bambino le stava stringendo una mano, sorridendo. Si riconobbero subito e si abbracciarono felici, piangendo di gioia. Quando si separarono una donna la prese in braccio: - Vieni Luce amore, andiamo a casa - disse sua madre. - Rivedrai il tuo amichetto domani. - Lo rivedrò ogni giorno della mia vita! - sussurrò felice la bambina, salutando con la manina il suo amore, Scizor. Lady Darkrai Modificato 24 luglio da LadyDarkrai E' stata aggiunta una reazione da Quasar, VincyDarkHeart, Shutmylazer e 3 altri 6 La mia squadra dolline di Vanitas e Noé create da @Remikyu, stupende dolline di Moi e Nico create da @Remikyu, troppo belle Un piccolo Jumpluff mimosa che @Diamaxus ha regalato a tutte noi donne, super carino Bellissimo logo creato da @LucarioGoldragon
LadyDarkrai Inviato 28 luglio Autore Inviato 28 luglio (modificato) Ciao a tutti! Mi scuso per l'attesa di quasi un anno ma sono felice di annunciarvi che stanotte, 28/07/2025, pubblicherò il quarto capitolo della mia Fan Fiction: Sinnoh's Mysteries. E' vietata la copia, la modifica e la divulgazione dei miei scritti senza il mio permesso. Se notate errori grammaticali o volete farmi sapere cosa ne pensate ditemelo pure nell'altra discussione Spoiler Capitolo 4: Lotte e Sorprese La casa di Lucas era una villetta a due piani in legno dipinto di bianco, con la vernice scrostata dalla salsedine in alcuni punti sulla facciata. Si ergeva su una collinetta al limitare della spiaggia ed era rivolta verso il mare, con solo una stradina sterrata a collegarla al resto della città. Atterrammo nel giardino che circondava la villetta, tra alberi di Baccapesca e Baccaliegia colmi di frutti maturi dai colori accesi, facendo attenzione che Salamence non calpestasse nessuno dei tanti cespugli fioriti che ci circondavano. C’era un buonissimo profumo floreale nell’aria, che si amalgamava con quello della salsedine portato dal vento. Rimasi per qualche istante a respirare a pieni polmoni, mentre papà riponeva i miei abiti pesanti da viaggio e gli occhialoni nella bisaccia sul fianco del suo Pokémon. – Cherrim! Cher! – ci accolse il Cherrim di Dalia, la madre di Lucas. “Cherrim, Pokémon Bocciolo. Tipo Erba. Quando splende il sole, ama aprire i suoi petali per assorbire i raggi solari con tutto il corpo.” Recitò il mio Smart Rotom. Era una bella giornata di sole e il Pokémon saltellava felice mentre ci faceva strada nel giardino, accompagnandoci alla porta di casa. Suonammo al campanello. – Luna! John! Benvenuti! – ci aprì Dalia. Indossava un paio di guanti robusti da giardinaggio, sporchi di terra. Se li sfilò mentre la salutavamo e ci invitò ad attendere Lucas nel salotto, seduti su delle morbidissime poltrone. La casa era tutta arredata in varie tonalità di bianco, azzurro, blu e sabbia, che richiamavano il mare e la spiaggia. Dalle ampie finestre rivolte a est entrava la luce del sole del mattino, illuminando l’ambiente e parecchie piante in vaso posizionate un po’ dappertutto. Lucas scese dalla sua stanza qualche minuto dopo, salutandoci e scusandosi per l’attesa. – Stamattina sono andato fare una passeggiata in riva al mare con Piplup ma ci siamo messi a giocare in acqua e sono tornato tutto zuppo, dovevo cambiarmi – spiegò, passandosi una mano tra i capelli - castani come i suoi occhi - ancora un po’ bagnati. – Hai preso tutto l’occorrente per il viaggio? – chiese Dalia afferrando una borsa appesa a un appendiabiti all’ingresso. – Sì mamma – rispose Lucas, zaino in spalla e pronto a partire. Ci guardammo, emozionati. – Devo tornare al Laboratorio, il Professor Rowan e Will mi staranno aspettando. Fai buon viaggio tesoro, anche papà ti saluta. Non dimenticare di chiamarci! – Dalia diede un bacio sulla fronte di suo figlio, che arrossì imbarazzato. Uscimmo tutti e quattro di casa, attraversando il giardino pieno di profumi, con Cherrim che ci salutava vicino a un cespuglio fiorito. Dalia corse via dopo averci salutato, mentre papà mi abbracciò forte e mi augurò buon viaggio prima di salire sul suo Salamence e tornare alla Pensione. Eravamo rimasti soli Lucas ed io: il nostro viaggio era ufficialmente, finalmente cominciato! – Prendendo il percorso 202 dovremmo arrivare a Giubilopoli entro sera. Poi andremo a Mineropoli per sfidare il primo Capopalestra – Lucas scrutava la mappa della regione di Sinnoh sul suo Smart Rotom, mentre attraversavamo Sabbiafine. – Ottimo, faremo così. Non vedo l’ora di vincere la mia prima Medaglia! – esclamai, sicura di me. Mi sentivo piena di energie, pronta a conquistare il mondo. – Con un solo Pokémon a testa? Non penso, prima dovremmo catturarne di nuovi e allenarli. Solo così potremmo sconfiggere il primo Capopalestra. – rispose Lucas, indicandomi la strada. Arrivammo a un cartello che indicava l’inizio del percorso 202 e imboccammo la larga strada sterrata che attraversava campi di erba alta e foreste piene di vita: i Kricketot frinivano sugli alberi, gli Starly volavano da un ramo all’altro o zampettavano nell’erba, i Bidoof giocavano a rincorrersi tra loro, per poi nascondersi spaventati al nostro passaggio. Ogni Pokémon che vedevo mi entusiasmava, adoravo osservarli nel loro habitat naturale. Lucas intanto aveva fatto uscire Piplup dalla Poké Ball e il piccolo pinguino camminava davanti al suo Allenatore con fare protettivo. Decisi di far uscire Litwick per un po’ ma si intimidì parecchio quando Piplup gli si avvicinò incuriosito, salutandolo. Decisi quindi di tenerlo in braccio mentre camminavo, attenta a non scottarmi con la fiammella sulla sua testa. Il Pokémon si guardava intorno con stupore, per lui era tutto nuovo. Camminammo chiacchierando del più e del meno per qualche ora, finché non iniziammo ad avere fame. Uscimmo dal sentiero e ci inoltrammo nella foresta, dove un tronco caduto sembrava perfetto per sederci e pranzare. Mangiai con gusto i panini preparati da mia madre e anche Lucas aveva una pasta fredda preparata dalla sua. – Peccato sia vuota, chissà che Pokémon ci potresti catturare – Lucas indicò la Poké Ball nera attaccata alla mia cintura, mentre Piplup aveva finito tutto il suo cibo per Pokémon e sventolava la ciotola chiedendo il bis. – Già, non lo so proprio – risposi pensierosa, prendendola in mano e premendo, quasi istintivamente, il pulsante centrale. Mi aspettavo fosse vuota, come la volta precedente. Invece ne uscì... Darkrai! Lucas ed io rimanemmo sconvolti, mentre Piplup si parò rapidamente davanti al suo Allenatore per proteggerlo da questo nuovo Pokémon. Ma Darkrai non si mosse, non attaccò. Sembrava piuttosto tranquillo e mi guardava. Litwick, con mia grande sorpresa, si avvicinò al Pokémon con fare amichevole, per nulla intimidito. Anzi, gli offrì un po’ del suo cibo per Pokémon rimasto nella ciotola. Intanto era sceso il silenzio nella foresta intorno a noi, molti Pokémon erano fuggiti, alcuni ci osservavano spaventati nascosti tra rami e cespugli. Ma non tutti. Una scarica elettrica proveniente dalle sue spalle quasi colpì Darkrai, che la schivò rapidamente ma senza contrattaccare. Sembrava in attesa ma io non riuscivo a dire ancora nulla, non sapevo proprio cosa fare. Un piccolo Shinx era uscito allo scoperto e ringhiava nella nostra direzione. “Shinx, Pokémon Baleno. Tipo Elettro. Produce elettricità contraendo e rilassando i muscoli. Quando si sente minacciato si illumina.” Recitò il Pokédex. – Ci pensiamo noi, non preoccuparti. Vero, Piplup? – esclamò Lucas al mio fianco, mentre Piplup si metteva tra Darkrai e Shinx, pronto a lottare. Shinx intanto emanava scintille e si illuminava, si stava caricando per lanciare un’altra scarica elettrica. – Piplup, usa Botta! – disse Lucas. Il suo Pokémon partì alla carica e colpì in pieno l’altro, facendogli interrompere bruscamente l’accumulo di elettricità. Shinx però rispose con un Fulmisguardo che fece indietreggiare Piplup. – Usa di nuovo Botta! – esclamò Lucas, mentre Piplup colpiva con forza Shinx, mandandolo a terra. Ma quello rispose con un Tuonoshock che colpì in pieno Piplup, causandogli molti danni. Entrambi i Pokémon erano in brutte condizioni. Lucas prese rapidamente una Poké Ball e la lanciò addosso a Shinx. Trattenni il fiato mentre la sfera iniziava ad agitarsi: Shinx stava cercando di uscire. Anche Lucas era in attesa, immobile. Evidentemente Shinx non aveva più abbastanza energie perché la Poké Ball smise di agitarsi ed emise il caratteristico - dling! - della cattura avvenuta. – Non ci posso credere, l’ho catturato! – Lucas era felicissimo e andò subito a recuperare la Poké Ball con il suo nuovo Pokémon. Anche Piplup sembrava felice di aver contribuito alla cattura, ma non stava molto bene. – Resisti Piplup, ti curo subito. Sei stato bravissimo – gli sorrise Lucas, tirando fuori dallo zaino una Pozione e spruzzandola sulle ferite del suo Pokémon, che guarirono completamente. Era stata una bella lotta, mi aveva riscosso dallo stupore di prima. Guardai Darkrai e Litwick, che sembravano aver fatto amicizia. Sarei stata anche io all’altezza? Darkrai aveva scelto di diventare un mio Pokémon dopo la scorsa notte, era entrato nella Poké Ball nera dopo che l’avevo curato. Un Pokémon misterioso voleva che fossi la sua Allenatrice. Non lo avrei deluso, così come non avrei deluso il piccolo Litwick, decisi. – Quindi ora hai un Darkrai, eh? Accidenti, deve essere fortissimo! – Lucas si avvicinò al Pokémon, che si scansò un po’ con fare schivo. Capendo l’antifona, Lucas gli sorrise amichevolmente e tornò indietro a prendere lo zaino. – Dobbiamo riprendere il viaggio o non arriveremo a Giubilopoli entro sera – dissi, riprendendo Litwick in braccio, pronta a ripartire. – Darkrai, ti va di tornare nella sfera? – chiesi, e lui annuì. Riagganciai la Poké Ball nera alla cintura. Tornammo sul percorso 202 e proseguimmo mentre il pomeriggio avanzava. – Hey voi! Siete Allenatori di Pokémon? – ci chiamò un ragazzo seduto su un grande masso piatto sul ciglio della strada. – Sì, lo siamo. Io mi chiamo Luna – mi presentai, mentre si avvicinava a noi con fare spavaldo. – Io mi chiamo Lucas. Cerchi una lotta Pokémon? – chiese, mentre il ragazzo prendeva una Poké Ball dalla cintura. – Ci puoi scommettere! Io mi chiamo Jack. Chi di voi due vuole affrontarmi? – ci guardò entrambi con sfrontatezza. – Purtroppo i miei Pokémon sono stanchi, ci penserà Luna a sconfiggerti – disse Lucas, indicandomi con un cenno del capo. Era arrivato il momento della mia prima lotta Pokémon. Avevo un po’ di timore ma non mi sarei tirata indietro. Litwick mi guardava fiducioso, entrambi volevamo che diventasse sempre più forte. Le lotte erano un ottimo modo per far crescere un Pokémon quindi acconsentii. – Uno contro uno, il primo ad essere sconfitto perde! Vai, Kricketot! – Jack chiamò il suo Pokémon. “Kricketot, Pokémon Grillo. Tipo Coleottero. Ha le zampe corte. Quando inciampa le sue antenne si urtano, producendo un suono simile allo xilofono.” Sentii la spiegazione dello Smart Rotom mentre posavo delicatamente Litwick sul terreno. – Va bene! Tocca a te, Litwick. – lo incoraggiai sorridendo. Temevo che si sarebbe ritirato, timido com’era. Invece il piccolo Pokémon affrontò il suo avversario con un’inaspettata determinazione. – Kricketot, usa Ruggito! – ordinò Jack. Il Pokémon iniziò a sfregare le sue antenne producendo un suono minaccioso che intimorì Litwick. – Rispondi con Sgomento! – esclamai. Litwick emise un verso terrificante che zittì e spaventò il Pokémon avversario. – Usa Azione! – gridò Jack, ma Kricketot era troppo spaventato per attaccare. – Litwick, usa Smog! – ordinai. Litwick si avvicinò all’avversario e la fiamma sulla sua testa generò una scarica di gas maleodoranti, che colpì in pieno Kricketot. Ora barcollava, sembrava stare poco bene: era stato avvelenato. – Non arrenderti! Usa Azione! – disse Jack, e il Pokémon partì alla carica. Ma fallì passando attraverso Litwick senza fargli alcun danno: le mosse di tipo Normale non hanno alcun effetto sui Pokémon di tipo Spettro, ricordai. – Litwick, usa di nuovo Smog! – esclamai. Dopo una nuova scarica di gas Kricketot crollò esausto a causa dell’effetto del veleno. – Abbiamo vinto! Bravissimo Litwick! – presi in braccio il mio Pokémon, che sembrava felice quanto me, ed esultai: avevo appena vinto la mia prima lotta come Allenatrice! – Accidenti, il tuo Pokémon è davvero forte! – sbuffò Jack, chinandosi a raccogliere Kricketot svenuto. Ci augurò buon viaggio e ci salutammo, mentre il ragazzo lo adagiava sul masso e iniziava a curarlo. – Hai dei Pokémon davvero forti, Luna – sorrise Lucas, mentre camminavamo. – Darkrai sembra già molto forte di suo e Litwick è davvero sorprendente, non avrai alcuna difficoltà con la prima Palestra – continuò. – E’ vero, Litwick diventerà sempre più forte – accarezzai la testa del piccolo Pokémon tra le mie braccia, attenta a non scottarmi. – Ma non ho intenzione di usare Darkrai nelle lotte, non ora almeno. Prima vorrei saperne di più sul suo conto – dichiarai. Guardai l’orizzonte: i grattacieli di Giubilopoli si stagliavano contro il cielo tinto dei colori del tramonto. Arrivati in città ci dirigemmo subito al Centro Pokémon, ormai stanchissimi e con i piedi e le gambe doloranti dopo una giornata di cammino quasi ininterrotto. Mentre un’infermiera curava i nostri Pokémon - non avevo consegnato la Poké Ball nera - un’altra ragazza registrava le nostre Schede Allenatore e ci spiegava i servizi disponibili per gli Allenatori: potevamo far curare i nostri Pokémon gratuitamente ma anche affittare delle camere per passare la notte e infine usufruire della caffetteria durante l’orario di apertura. Decidemmo di affittare una camera per riposarci, eravamo esausti. Dopo aver ritirato i nostri Pokémon prendemmo qualcosa da mangiare alla caffetteria e poi salimmo al piano superiore. La nostra camera era piccola ma confortevole: due letti singoli, una scrivania e un bagno. Arrossii, un po’ imbarazzata all’idea di dormire così vicina a Lucas - ci conoscevamo fin da bambini, è vero, ma adesso eravamo cresciuti - e probabilmente anche lui provava lo stesso perché aveva le orecchie rosse ed evitava il mio sguardo. Andò a cambiarsi in bagno, fece uscire Piplup dalla sfera e mi diede la buonanotte. Entrambi si addormentarono quasi subito, il piccolo Pokémon accoccolato sul cuscino vicino al suo Allenatore. Andai anche io a cambiarmi in bagno e poi crollai addormentata nel giro di qualche istante, esausta dopo le emozioni intense della giornata. La mattina dopo, quando mi svegliai, Lucas era già uscito. Dopo essermi lavata e vestita decisi di andare a cercarlo e scesi al piano inferiore. – Shinx, usa Tuonoshock! – sentii la sua voce mentre restituivo le chiavi della stanza, proveniva dal Campo Lotta sul retro del Centro Pokémon. Corsi a vedere, non volevo perdermi la lotta. Ma arrivai mentre lo Starly dell’avversario cadeva al suolo, esausto. – Buongiorno Luna! Ti sei persa una bella lotta, Shinx è stato bravissimo! – mi salutò Lucas appena mi vide, accarezzando la testa del suo nuovo Pokémon. – Buongiorno! Purtroppo me la sono persa... hai già fatto colazione? Ho una fame! – lo salutai mentre faceva rientrare il suo Pokémon nella Poké Ball. – No, in effetti le lotte mettono appetito! Andiamo a mangiare! – sorrise, e ci recammo alla caffetteria. – Ho ancora le gambe doloranti dopo la camminata di ieri! Mi ci voleva proprio una bella colazione! – esclamai mentre addentavo una fettina di bacon croccante. – Anche io ho ancora i piedi a pezzi! Ma siamo Allenatori, dobbiamo abituarci a camminare con i nostri Pokémon – mi rispose Lucas con una mano davanti alla bocca, gustando un pancake ricoperto di sciroppo al cioccolato. – Il percorso 203 è da questa parte ma prima dovremmo prepararci per bene, la strada fino a Mineropoli è parecchio lunga – spiegò Lucas mentre guardava la mappa digitale. La città era davvero grande ma riuscimmo a non perderci: dopo una breve sosta al Pokémon-Market per fare scorta di strumenti curativi - un’ottima idea visto che le lotte erano all’ordine del giorno - e dopo essere passati davanti alla nostra vecchia Scuola per Allenatori - chiusa durante le vacanze estive - arrivammo all’entrata del percorso 203, pronti a incamminarci verso nuove avventure. Lady Darkrai Modificato 1 agosto da LadyDarkrai E' stata aggiunta una reazione da VincyDarkHeart, evilespeon, Stefano M e 2 altri 5 La mia squadra dolline di Vanitas e Noé create da @Remikyu, stupende dolline di Moi e Nico create da @Remikyu, troppo belle Un piccolo Jumpluff mimosa che @Diamaxus ha regalato a tutte noi donne, super carino Bellissimo logo creato da @LucarioGoldragon
LadyDarkrai Inviato 5 agosto Autore Inviato 5 agosto Ciao a tutti! Oggi, 05/08/2025, pubblicherò il quinto capitolo della mia Fan Fiction: Sinnoh's Mysteries. E' vietata la copia, la modifica e la divulgazione dei miei scritti senza il mio permesso. Se notate errori grammaticali o volete farmi sapere cosa ne pensate ditemelo pure nell'altra discussione Spoiler Capitolo 5: Incubi e Unown – Dobbiamo arrivare a quella montagna laggiù per attraversare il Varco Mineropoli – indicò Lucas, mentre faceva uscire Piplup dalla sfera. – Accidenti, è lontanissimo! Ce la faremo ad attraversarlo entro sera? – chiesi, guardando l’orizzonte: la montagna appariva piccolissima per quanto era lontana. – Non credo. Ma vedo che c’è un lago davanti all’ingresso del varco. Ci potremmo accampare lì vicino – rispose Lucas, dando un’occhiata alla mappa. – Va bene. Andiamo, allora! – esclamai, chiamando Litwick fuori dalla Poké Ball e prendendolo in braccio. Ci avviammo lungo il percorso 203, circondati da foreste e chiazze d’erba alta: era una bella giornata estiva e il sole splendeva alto nel cielo. Gli Starly cinguettavano sugli alberi e anche i Kricketot cantavano spensierati. Ogni tanto scorgevamo qualche Bidoof fare capolino dall’erba e osservarci, per poi nascondersi al nostro passaggio. Camminavamo tranquilli, godendoci quella calma con i nostri Pokémon. – Guarda, un Abra! – indicai il Pokémon nell’erba: se ne stava immobile, come addormentato. “Abra, Pokémon Psico. Tipo Psico. L’utilizzo dei suoi poteri psichici è così stancante da costringerlo a dormire 18 ore al giorno.” Recitò il Pokédex. Presi rapidamente una Poké Ball e la lanciai verso il Pokémon, che sparì improvvisamente. – Si è teletrasportato. Mio padre ne aveva uno da giovane, riescono a farlo anche mentre dormono – spiegò Lucas, mentre andavo a raccogliere la sfera, dispiaciuta per la mancata cattura. Eravamo a poco più di metà strada quando lasciammo il sentiero per inoltrarci nella foresta, cercando un posticino tranquillo dove riposarci e pranzare. Una piccola radura tra gli alberi sembrava il posto perfetto: seduti sul terreno divorammo con gusto i tramezzini - li avevamo comprati alla caffetteria quella mattina, prima di lasciare il Centro Pokémon - mentre Piplup e Litwick mangiavano il loro cibo per Pokémon. Inizialmente Shinx e Darkrai si fissarono con diffidenza ma dopo un po’ iniziarono a mangiare dalle loro ciotole, ignorandosi a vicenda. Almeno non si erano attaccati, pensai tirando un sospiro di sollievo. Camminavamo da qualche ora ormai quando incrociammo una ragazza provenire dal verso opposto al nostro. – Ciao! Mi chiamo Claudia. Siete Allenatori di Pokémon? – si presentò allegramente. – Ciao! Io sono Luna, lui è Lucas. Sì, lo siamo entrambi. – risposi sorridendo. – Anche io! Che ne pensate di una lotta in doppio? Nessuna sostituzione – chiese la ragazza, prendendo due Poké Ball dalla cintura. – Va bene, lottiamo! – rispose Lucas, mentre io annuivo entusiasta. Non avevo mai partecipato a una lotta in doppio! – Psyduck! Bidoof! Venite fuori! – chiamò Claudia, lanciando le Poké Ball. “Bidoof, Pokémon Topaffuto. Tipo Normale. Uno studio ha rivelato che gli incisivi di BIDOOF crescono allo stesso ritmo di quelli di RATTATA” recitò il mio Smart Rotom mentre posavo a terra Litwick, pronto a lottare. “Psyduck, Pokémon Papero. Tipo Acqua. Turbato dalle sue abilità enigmatiche, soffre di una costante emicrania. A volte usa poteri misteriosi.” Continuò, mentre Lucas mandava in campo Piplup. Anche Claudia aveva un Pokédex e ascoltava le informazioni su Litwick e Piplup, annuendo. – Psyduck, usa Pistolacqua su Litwick! Bidoof, usa Azione su Piplup! – ordinò la ragazza, e i suoi Pokémon partirono all’attacco. – Piplup, proteggi Litwick! – Lucas sapeva che un attacco di tipo Acqua sarebbe stato superefficace su Litwick, quindi chiese al suo Pokémon di difenderlo. – Litwick, usa Smog su Psyduck! – Decisi che sarebbe stato più saggio mandare k.o. per primo il Pokémon con gli attacchi più dannosi. Solo che non andò tutto come previsto: Piplup fece appena in tempo a pararsi davanti Litwick e a prendere Pistolacqua al suo posto, solo che Bidoof lo colpì in pieno con azione e lo mandò a sbattere contro Litwick, alle sue spalle. Il piccolo Pokémon Candela, per la sorpresa, diresse accidentalmente Smog verso Piplup, avvelenandolo. Il Pokémon Pinguino vacillò ma resistette, mentre Litwick si scusava con lui, preoccupato. – Psyduck, usa Confusione su Piplup! Bidoof, usa Azione su Piplup! – incalzò Claudia. – Piplup, usa Botta su Bidoof! – ordinò Lucas. – Litwick, usa Sgomento su Psyduck! – continuai io. Ma Confusione di Psyduck andò a segno per prima, facendo barcollare Litwick. Piplup e Bidoof si scontrarono e si colpirono a vicenda, respingendosi, mentre Litwick riuscì a colpire Psyduck con Sgomento e a spaventarlo. – Psyduck, riprenditi forza! Bidoof, usa ancora Azione su Piplup! – Claudia incoraggiò i suoi Pokémon. – Piplup, non mollare e rispondi con Botta! – anche Lucas e Piplup non si arrendevano. – Litwick, usa Smog su Psyduck! – ordinai, cambiando tattica. Mentre Psyduck rimaneva immobile, ancora spaventato, Bidoof e Piplup si scontrarono di nuovo. Questa volta, però, il Pokémon Pinguino, già molto indebolito dal veleno e dagli attacchi precedenti, cadde a terra esausto. Quasi nello stesso momento Litwick colpì Psyduck con una scarica di gas nocivi, che tuttavia non fece molti danni e non lo avvelenò, come invece avevo pensato poco prima. – Finiamola qui! Psyduck, usa Pistolacqua! – ordinò Claudia, e il piccolo Pokémon Candela venne colpito in pieno da un getto d’acqua che spense la fiammella sulla sua testa e lo lasciò esausto. Entrambi i nostri Pokémon erano k.o.: Lucas ed io avevamo perso. – Capita le prime volte, lottare in doppio è complicato – cercò di consolarci Claudia, mentre richiamava i suoi Pokémon. – E’ vero, ci vuole molta coordinazione. Ma ci alleneremo e ci riusciremo un giorno, vero Luna? – chiese Lucas, mentre sollevava Piplup da terra e lo faceva tornare nella Poké Ball. – Sì, un giorno saremo molto più forti di così – risposi, prendendo Litwick in braccio. La fiammella sulla sua testa si riaccese e il Pokémon mi guardò triste e senza forze. Lo feci tornare nella Chic Ball per farlo riposare, demoralizzata. – Bravissimi, sono certa che ci riuscirete. Buon viaggio ragazzi! – ci salutò Claudia, avviandosi verso Giubilopoli. Invece Lucas ed io, tristi per la bruciante sconfitta, continuammo a camminare verso il Varco Mineropoli: lo specchio d’acqua era ormai ben visibile in lontananza e il sole stava iniziando la sua discesa dietro la montagna. Arrivammo al lago di sera, sfiniti, e trovammo uno spiazzo vicino alla riva dove accamparci e riposare. Dopo aver acceso un fuoco con la legna trovata nei dintorni iniziammo a curare Litwick e Piplup con Revitalizzanti e Pozioni. Poi, mentre i nostri Pokémon ripulivano le loro ciotole, finimmo gli ultimi tramezzini rimasti e poco dopo crollammo nei nostri sacchi a pelo. Mi trovavo nelle Rovine Flemminia, anche se tutto appariva grigio e senza colori. Sapevo che le Rovine erano un luogo buio eppure riuscivo a vedere benissimo tutto ciò che mi circondava: Darkrai, esausto, giaceva sul terreno, proprio come la notte in cui ci eravamo incontrati per la prima volta. Mi avvicinai al Pokémon e provai a toccarlo, ma le mie mani passarono attraverso la sua figura. Non era reale, quindi. All’improvviso udii l’abbaiare dei Growlithe, si stavano avvicinando. Li aveva uditi anche Darkrai perché lo vidi scivolare silenziosamente nell’ombra. Rimasi lì da sola mentre un paio di agenti di polizia, insieme ai loro Pokémon, esploravano la stanza muniti di torce elettriche molto potenti. Ma non trovarono nulla, anche se i Growlithe erano inquieti, forse percepivano la presenza del Pokémon nascosto. Dopo un po’ gli agenti se ne andarono e il luogo tornò silenzioso. Darkrai uscì dalle ombre e rimase sdraiato, cercando di recuperare le forze. Chiuse gli occhi per qualche istante ma li riaprì allarmato quando sentì degli strani versi: alcuni piccoli Pokémon neri si stavano staccando da una parete e fluttuando si fermarono davanti a lui. Si mise sulla difensiva ma quelli si illuminarono di energia psichica e una Poké Ball nera apparve in mezzo a loro, ricadendo sul terreno e rotolando in un angolo della stanza. Poi scomparvero nel nulla. Darkrai guardò diffidente la Poké Ball e la ignorò. Lo seguii mentre usciva lentamente dalle Rovine - per fortuna erano deserte - e si nascondeva nella foresta, addormentandosi ai piedi di un albero. Mi svegliai di soprassalto e Lucas, poco distante da me, fece lo stesso. Era notte fonda e il fuoco si era spento. Accendemmo entrambi le torce dei nostri Smart Rotom e ci guardammo, stupiti. – Lo hai sognato anche te? – chiesi, incredula. – Sì, ero nelle Rovine Flemminia e c’era anche Darkrai – rispose Lucas, ancora mezzo intontito. – Abbiamo avuto lo stesso incubo, com’è possibile? Darkrai è nella sua sfera – ma appena premetti il pulsante centrale della Poké Ball nera mi resi conto che era vuota. – Non c’è, dov’è andato? – chiese Lucas, alzandosi e puntando la torcia in giro. – Non lo so – risposi, uscendo dal sacco a pelo e facendo lo stesso. Lo avvistammo sulla riva del lago: era immobile e guardava davanti a sé. Lo raggiunsi subito, mentre Lucas mi seguiva. Allora li vidi: illuminati dalla torcia dello Smart Rotom e dalla luna piena che brillava nel cielo, gli stessi piccoli Pokémon delle Rovine fluttuavano armoniosamente sull’acqua ed emettevano versi, come se stessero comunicando con Darkrai. “Unown, Pokémon Simbolo. Tipo Psico. Un solo esemplare non produce alcun effetto, ma se ce ne sono due o più, emerge uno strano potere.” Spiegò il Pokédex, svelando finalmente il nome di quei Pokémon. Appena ci videro, gli Unown si avvicinarono, creando un cerchio. In un lampo di luce, nel cerchio apparve un Pokémon misterioso che splendeva, rischiarato dalla luna. “Cresselia, Pokémon Falcato. Tipo Psico. Nelle notti di quarto di luna, l’aurora della sua coda si spande e ondeggia in modo splendido.” Recitò lo Smart Rotom. Darkrai provò ad avvicinarsi al cerchio ma quello si richiuse repentinamente, mentre alcuni Unown si avvicinavano a noi e formavano una parola: TROVATELA. – Dove? Perché? – chiese Lucas, stupito. CATASTROFE. Gli Unown formarono quest’ultima parola e poi scomparvero. Darkrai mi si avvicinò: non so come ma percepivo la sua urgenza di fare qualcosa. – Vuoi andare a cercare Cresselia? – gli chiesi, capendo. Il Pokémon annuì. – Va bene vai, ma fai attenzione – gli dissi, mentre annuiva e spariva rapidamente tra gli alberi. Lucas non disse nulla. Decidemmo di rimandare la conversazione su tutto quello che era successo al giorno seguente, avevamo davvero troppo sonno. Quindi tornammo a dormire. – Come troviamo Cresselia senza sapere nulla? – chiese Lucas la mattina dopo, mentre facevamo colazione con delle bacche raccolte dai cespugli vicino all’acqua. – Credo che Darkrai sappia dove si trovi, per questo è andato a cercarla. Mi fido del mio Pokémon. – risposi, sfiorando la Poké Ball nera. Appena sveglia avevo controllato se fosse tornato ma l’avevo trovata vuota. Mi sentivo triste senza uno dei miei Pokémon, e anche preoccupata. Lucas annuì pensieroso, mentre ripiegavamo i sacchi a pelo - creati appositamente per entrare in uno zaino, potevano diventare piccolissimi! - e facevamo uscire Piplup e Litwick dalle loro sfere. I due Pokémon sembravano stare molto meglio dopo quella lotta disastrosa. Litwick si avvicinò a Piplup per scusarsi di averlo colpito accidentalmente e il piccolo Pokémon Pinguino lo perdonò, dandogli una leggera pacca sulla testa. Lucas ed io li guardavamo sorridendo, felici che stessero iniziando a fare amicizia. Con Litwick tra le mie braccia e Piplup che camminava guardingo vicino al suo Allenatore, entrammo nel Varco Mineropoli, scavato nella montagna. Lady Darkrai E' stata aggiunta una reazione da VincyDarkHeart, Stefano M, evilespeon e 2 altri 1 4 La mia squadra dolline di Vanitas e Noé create da @Remikyu, stupende dolline di Moi e Nico create da @Remikyu, troppo belle Un piccolo Jumpluff mimosa che @Diamaxus ha regalato a tutte noi donne, super carino Bellissimo logo creato da @LucarioGoldragon
LadyDarkrai Inviato 2 settembre Autore Inviato 2 settembre (modificato) Ciao a tutti! Oggi, 02/09/2025, pubblicherò il sesto capitolo della mia Fan Fiction: Sinnoh's Mysteries. E' vietata la copia, la modifica e la divulgazione dei miei scritti senza il mio permesso. Se notate errori grammaticali o volete farmi sapere cosa ne pensate ditemelo pure nell'altra discussione Spoiler Capitolo 6: Grotte e Rocce Nella grotta l’aria era pregna di umidità - forse c’erano dei laghi sotterranei o delle sorgenti da qualche parte - e man mano che ci addentravamo, lasciandoci l’entrata alle spalle, si faceva sempre più buio. Riuscivamo a vedere l’uscita, dritta davanti a noi, in lontananza. – In mezz’ora di camminata dovremmo farcela ad uscire da qui, basta non fare deviazioni e procedere sempre dritti - disse Lucas dopo un po’, accendendo la torcia dello Smart Rotom: era troppo buio, non vedevamo più nulla. Lo imitai, rendendomi conto troppo tardi che non era stata una buona idea: sentii dei versi provenire dal soffitto e alzai lo sguardo. Decine di Zubat erano appesi a testa in giù. “Zubat, Pokémon Pipistrello. Tipo Veleno/Volante. Rileva la sua posizione e sonda l’area circostante con le onde ultrasoniche che emette dalla bocca.” Recitò il Pokédex, mentre li osservai preoccupata staccarsi dal soffitto per piombarci addosso, irritati dalle nostre torce. Iniziammo a correre mentre i nostri Pokémon attaccavano quelli che arrivavano troppo vicini: Piplup ne abbatté alcuni con Botta e ne respinse altri con Ruggito. Anche Litwick, usando Sgomento e Smog, riuscì a sconfiggerne parecchi. Intanto avevamo spento le torce degli Smart Rorom: la fiammella di Litwick era abbastanza luminosa ma non era così intensa da irritare troppi Pokémon selvatici. Quindi continuammo a correre, seguendo la luce che entrava dall’uscita, purtroppo ancora lontana. – Ahi! – sentii Lucas lamentarsi e tornai subito indietro per aiutarlo, illuminando l’ambiente circostante grazie a Litwick: era inciampato su un Geodude ed era caduto a terra. Senza perdere tempo Piplup colpì Geodude con Pistolacqua, mandandolo subito k.o. – Bravissimo Piplup, hai imparato una nuova mossa! – esclamò Lucas, mentre lo aiutavo a rialzarsi. – Ti sei fatto male? – chiesi, mentre Litwick e Piplup attaccavano altri Zubat. – Niente di grave, tranquilla. Solo che non riesco a correre, mi dispiace – si scusò lui. – Vorrà dire che cammineremo. Credo che sarà un ottimo allenamento per i nostri Pokémon, prima della Palestra – lo tranquillizzai. – Puoi scommetterci – rise lui, mentre iniziavamo ad affrontare ogni Pokémon sulla strada verso l’uscita. – Finalmente siamo fuori! – esclamai sollevata, sentendo il calore del sole e non più l’umidità opprimente della grotta. – Ho bisogno di riposarmi e farmi assolutamente una doccia – esclamò Lucas, che era ancora sporco di terra dopo la caduta. – Anche i nostri Pokémon hanno bisogno di riposare, sono stati bravissimi! – sorrisi. Piplup e Litwick avevano affrontato decine di Zubat e Geodude senza tregua, coordinandosi sempre meglio negli attacchi. Ma adesso erano stremati. – Litwick ha anche imparato una nuova mossa, così come Piplup! – Lucas era felice, mentre faceva rientrare il suo Pokémon nella Poké Ball. – E’ stato un allenamento faticoso ma produttivo – annuii, facendo rientrare Litwick nella Chic Ball. – Mi fanno ancora male le ginocchia... – si lamentò un po’ Lucas mentre ci dirigevamo subito al Centro Pokémon di Mineropoli. Lasciammo i nostri Pokémon all’infermiera per farli rimettere in sesto. – Ti aspetterò qui mentre vai a farti la doccia – dissi a Lucas, leggermente imbarazzata, mentre prendeva la chiave della nostra stanza. Di certo non potevo aspettarlo in camera! – Va bene, non ci metterò molto, così se vuoi puoi fartela anche tu – rispose, salendo lentamente al piano superiore. Mi sedetti su uno dei divanetti nella sala d’attesa, guardando un televisore appeso al muro. Ero in pensiero per Darkrai e per la catastrofe preannunciata dagli Unown, di cui non sapevamo ancora nulla. Lucas tornò dopo un po’ ed io tirai un sospiro di sollievo: nessuna notizia allarmante in tv. Mi lasciò la chiave e andai subito in camera, avevo proprio bisogno di lavare via tutta la fatica, il sudore e la sporcizia degli ultimi giorni! Quando tornai giù stava ritirando i nostri Pokémon, ora completamente in forma. – Non credo che qualche panino della caffetteria basterà a saziarmi, muoio di fame – si lamentò. – Anche io, non abbiamo neanche fatto una colazione come si deve – risposi mentre il mio stomaco brontolava dopo la lunga camminata. – Sicuramente troveremo un ristorante in tutta la città, che ne dici? – sorrise Lucas, mettendosi a spulciare la mappa della città. – Dico che è un’ottima idea! Andiamo! – esclamai, e lasciammo il Centro Pokémon. Trovammo un piccolo ristorante proprio di fronte al Museo Minerario. – Avete già visitato il museo? Ve lo consiglio, è pieno di carbone di ogni tipo, forma, luogo e dimensione! – ci spiegò il proprietario del ristorante, facendoci accomodare a un tavolo all’esterno e allontanandosi. – A te interessa vedere ogni tipo di carbone? – sussurrò Lucas, sporgendosi verso di me. – Per niente – risi a bassa voce, mentre anche lui soffocava una risata. Mentre aspettavamo i piatti che avevamo ordinato, un ragazzo tutto ricoperto di polvere che correva a perdifiato attirò la nostra attenzione: trasportava un oggetto abbastanza grosso e ingombrante, sembrava una grossa roccia piatta. Entrò nel Museo. Intanto era arrivato il cameriere con le portate, comprese delle ciotole piene fino all’orlo di cibo per Pokémon di altissima qualità. Il ristorante era Pokémon-Friendly, quindi i nostri Pokémon potevano mangiare per terra, accanto al nostro tavolo. Affamatissimi, sia noi che Litwick, Piplup e Shinx iniziammo a mangiare con gusto. Avevamo appena finito di pranzare quando il ragazzo di prima uscì dal Museo Minerario. Stavolta, però, non trasportava più nulla ma aveva un Pokémon al seguito e sorrideva gioioso. Puntai lo Smart Rotom sul Pokémon. “Cranidos, Pokémon Cranioso. Tipo Roccia. Abitava nella giungla già 100 milioni di anni fa. Abbatte gli alberi che lo ostacolano con delle testate.” illustrò il Pokedex. – 100 milioni di anni fa?!? Ma come... – iniziai a dire, perplessa. – Ah, vedo che Pedro ha finalmente trovato un fossile! Lo cercava da tanto! Al Museo Minerario resuscitano i Pokémon dai fossili antichi, sapete! I miracoli della tecnologia! – spiegò il proprietario del ristorante, arrivato con il conto da pagare. Era incredibile che la tecnologia potesse fare una cosa del genere, pensai stupita mentre richiamavo Litwick. – Pedro... il Capopalestra? – chiese Lucas, con un’espressione vagamente incredula, mentre richiamava Piplup e Shinx. L’uomo annuì. Non lo avevamo proprio riconosciuto sotto tutta quella polvere, nonostante i Capipalestra fossero generalmente persone ben note. Pagammo il conto con i nostri Smart Rotom e salutammo, lasciando il ristorante belli sazi ed energici, pronti ad affrontare la prima Palestra. – La Palestra è momentaneamente chiusa, mi dispiace. Pedro è andato alla Cava di Mineropoli ad allenare il suo nuovo Pokémon – ci rispose un uomo con un elmetto e una tuta da lavoro. Ci allontanammo, delusi. Sbuffando, Lucas controllò la mappa e ci dirigemmo alla Cava, situata nella parte sud della città. A differenza del Varco Mineropoli, la Cava Mineropoli era ben illuminata da lanterne appese ai muri e i Pokémon selvatici presenti evitavano con cura il viavai di persone e Pokémon di tipo Lotta che trasportavano pezzi di carbone di ogni dimensione Camminammo per un po’, cercando Pedro, mentre ci guardavamo intorno: c’erano giacimenti di carbone ovunque, che veniva estratto grazie al lavoro di squadra di Pokémon e persone. Veniva poi caricato su dei camion che lo avrebbero trasportato fuori. Nessuno fece caso a noi, tranne una donna in tuta da lavoro che ci consegnò due elmetti uguali al suo, spiegandoci che era pericoloso procedere senza. Ci addentrammo ancora di più nella grotta, fino a trovarlo: stava allenando il suo Cranidos facendogli abbattere tutte le rocce che avevano intorno. Non era più ricoperto di polvere per fortuna. Si accorse di noi e smise di dare indicazioni al suo Pokémon: entrambi si girarono a guardarci. – Siete Allenatori di Pokémon? Cosa ci fate qui? – chiese perplesso. – Io sono Lucas, lei è Luna. Siamo Allenatori e siamo qui per sfidarti! – ci presentò Lucas, energico. – Volete la medaglia della mia Palestra quindi. Va bene, ma oggi potrò lottare solo contro uno di voi due. Decidete chi. – dichiarò, mentre faceva tornare Cranidos nella Poké Ball. – Vai prima tu, puoi farcela! Io proverò domani – incoraggiai Lucas, che annuì contento. – Nelle lotte ufficiali contro i Capopalestra ci sono delle regole. Prima di tutto devo controllare la tua Scheda Allenatore, per vedere quanti Pokémon possiedi - e quindi quanti utilizzarne per la lotta - ma soprattutto se sei iscritto al programma di raccolta Medaglie della Lega Pokémon – spiegò Pedro, mentre controllava lo Smart Rotom di Lucas. In effetti, pensai, sarebbe stato assurdo se chiunque avesse potuto sfidare le Palestre e conquistare le Medaglie... solo un Allenatore di Pokémon certificato era abilitato a farlo. – Seconda cosa, la lotta deve avere un arbitro per garantirne la validità – ci informò Pedro, chiamando uno dei lavoratori e chiedendogli di arbitrare la lotta. Io andai a sedermi lontana dallo spiazzo costellato di rocce - alcune distrutte, altre ancora intere - che avevano scelto come campo lotta. – In questa lotta ogni sfidante potrà utilizzare due Pokémon a testa. Sono previste sostituzioni. Il primo a rimanere senza Pokémon in grado di lottare perde. Iniziate! – gridò l’arbitro. – Geodude, scelgo te! – Pedro lanciò la Poké Ball. “Geodude, Pokémon Roccia. Tipo Roccia/Terra. Quando riposa sembra un sasso. Se viene calpestato, si infuria e agita i pugni” recitò il mio Smart Rotom, mentre Lucas mandava in campo Shinx. Credevo avrebbe schierato subito Piplup - gli attacchi di tipo Acqua sono superefficaci sul tipo Roccia e sul tipo Terra - ma in effetti la strategia migliore era mandare i Pokémon più forti alla fine, per studiare nel frattempo l’avversario. – Shinx, usa Sottocarica! – disse Lucas, e il Pokémon iniziò ad accumulare elettricità – Geodude, usa Rotolamento! – disse Pedro. Geodude colpì in pieno Shinx, che tuttavia brillava di piccole scariche elettriche lungo tutto il corpo. – Shinx, salta su una roccia e continua a caricarti! – ordinò Lucas. Il suo Pokèmon saltò su una roccia che spuntava dal terreno e continuò a caricarsi, rifulgendo sempre di più mentre Geodude continuava a rotolare. Colpì in pieno la roccia, sbriciolandola, mentre Shinx atterrava incolume con un balzo. – Geodude, usa azione! – Pedro sembrava infastidito dal non essere ancora riuscito a far mettere a segno un attacco dal suo Pokémon. – Shinx, salta su un’altra roccia e continua a caricarti senza sosta! – ordinò Lucas. Doveva essere una strategia ma non riuscivo a immaginare cosa avesse in mente di fare. La mossa Azione di Geodude colpì anche questa roccia, sbriciolandola. – Basta scappare! Geodude, usa Battiterra! – gridò Pedro. Un leggero terremoto fece tremare la grotta, facendo traballare le lanterne appese alle pareti. Alcune delle rocce sul campo di lotta si sbriciolarono e Shinx venne colpito dall’attacco superefficace di tipo Terra, barcollando a causa dei molti danni subiti. – Shinx, basta così, ritorna! – Lucas ritirò il suo Pokémon. – Vai, Piplup! – lo chiamò in sostituzione. – Geodude, usa Rotolamento! – disse Pedro. – Piplup, salta su più rocce possibili e da lì inizia a sparare Pistolacqua sul terreno! – La richiesta di Lucas lasciò perplessi sia me che il Capopalestra, ma Piplup obbedì senza esitazione al suo Allenatore. Intanto Geodude spaccava le rocce in cui si imbatteva mentre inseguiva Piplup ma, a causa del terreno sempre più bagnato e scivoloso, perse aderenza e si schiantò contro una parete. – E’ il momento! Piplup, usa il Pistolacqua più potente che puoi su Geodude! – ordinò Lucas, e l’attacco del Pokémon Pinguino prese in pieno Geodude e lo lasciò esausto. – Non male, utilizzare l’acqua per contrastare l’attacco di Geodude – si complimentò il Capopalestra, mentre faceva ritornare il suo Pokémon nella Poké Ball. – Ma vediamo come te la cavi con lui! – continuò, lanciando un’altra Ball. Ne uscì un Pokémon decisamente grande: da solo occupava quasi metà del campo lotta! “Onix, Pokémon Serpesasso. Tipo Roccia/Terra. Si muove sottoterra a una velocità di 80 km/h nutrendosi di grossi massi” spiegò il Pokédex. – Piplup, usa Pistolacqua! – ordinò Lucas. Ma Onix alzò velocemente la coda e parò il getto d’acqua, riducendo i danni subiti. – Non sarà di certo un po’ di acqua a fermarlo! Onix, usa Sassata! – disse Pedro, e il suo Pokémon colpì una roccia sul terreno, lanciandola con violenza verso Piplup. L’attacco lo colpì in pieno e lo mandò a terra, ma si rialzò quasi subito. – Piplup, ascoltami! Sali sulla coda di Onix e inizia a correre fino in cima, poi usa Pistolacqua mirando alla testa! – spiegò Lucas, e Piplup saltò sul Pokémon avversario e cominciò a percorrere correndo il suo lungo corpo roccioso. – Onix, buttalo giù con Abbattimento! – gridò Petro. Una roccia schizzò verso Piplup, che la schivò per un pelo mentre continuava la sua corsa. – Continua con Abbattimento! – ordinò Pedro, e stavolta Piplup venne colpito da una roccia rapidissima e affilata che lo fece precipitare. Ma mentre cadeva, colpì il suo avversario con Pistolacqua, riuscendo a colpirlo in testa. Entrambi caddero a terra: Onix si rialzò quasi subito nonostante gli attacchi di Tipo Acqua subiti, mentre Piplup fece fatica a tornare in piedi ma barcollò e resistette. – Va bene così, Piplup! Rientra! – lo richiamò Lucas, e il Pokémon tornò nella Poké Ball. – Vai, Shinx! Ancora un piccolo sforzo! – Chiamò Lucas, sorprendendoci. – Non è stata una mossa astuta questa, ragazzo – esclamò il Capopalestra, mentre guardava Shinx socchiudendo gli occhi: anche se sfavillava intensamente per via degli svariati Sottocarica che aveva utilizzato, sembrava malridotto. – Onix, usa Legatutto! Stavolta non ci scapperà – ordinò Pedro, mentre il Pokémon iniziava ad avvolgersi intorno a Shinx. Lucas sorrise e all’improvviso capii la sua tattica, incredula: perché allagare il terreno e far bagnare Onix il più possibile - sia sulla testa che sulla coda - serviva principalmente a questo ultimo attacco. – Shinx, rilascia tutta l’elettricità con un fortissimo Tuonoshock! – gridò Lucas, indietreggiando parecchio e rannicchiandosi vicino al terreno. Anche io, che ero più lontana, mi nascosi dietro una roccia alta e sbirciai. Il Tuonoshock di Shinx fu così potente che colpì anche parecchie lanterne appese alle pareti, facendole esplodere, ma soprattutto fece rifulgere l’intero campo lotta di elettricità. Pedro e l’arbitro si rannicchiarono, fortunatamente muniti di stivali alti di gomma e quindi protetti dalla scarica. Onix, invece, cadde a terra con un gran tonfo, sollevando schizzi d’acqua e frammenti di rocce. – La lotta è conclusa! Il vincitore è Lucas, che si aggiudica la Medaglia! – dichiarò l’arbitro, riavvicinandosi. Anche Lucas ed io ci avvicinammo a Pedro. – Accidenti, non avevo mai visto un Tuonoshock così potente! E che tattica di lotta, complimenti! – esclamò sbalordito, mentre faceva rientrare Onix nella sua sfera. – Grazie, Capopalestra! Vogliamo diventare sempre più forti – rispose Lucas, accarezzando Shinx. Fece uscire anche Piplup dalla sfera e prese la Medaglia Carbone, facendola vedere a me e ai suoi Pokemon, felicissimo, prima di appuntarla delicatamente nel suo Portamedaglie. – Bravissimo, sapevo che ce l’avresti fatta! La tattica che hai usato è stata incredibile! – mi complimentai con lui. Lucas si passò una mano tra i capelli, sorridendo compiaciuto. Intanto Pedro stava registrando sulla Scheda Allenatore di Lucas la sua vittoria e la relativa vincita in denaro che chiunque sconfiggeva un Capopalestra riceveva, insieme alla Medaglia. – Mi dispiace che alcune lanterne siano andate distrutte. Posso ripagarle? – chiese Lucas, imbarazzato, mentre faceva rientrare i suoi Pokémon nelle Poké Ball. – Non preoccuparti, ti ho chiesto io di combattere qui, non hai nessuna colpa. E poi siamo assicurati contro ogni imprevisto – rise Pedro, riconsegnando lo Smart Rotom a Lucas. – Domani lotterò contro di te in Palestra invece, non voglio disturbare ulteriormente gli operai che lavorano qui. – continuò, rivolgendosi a me. Ero d’accordo: parte della Cava era ora allagata e la scarica elettrica avrebbe potuto ferire qualcuno, in uno spazio così ristretto. Salutammo il Capopalestra e uscimmo dalla Cava, strizzando gli occhi per riabituarci alla luce del sole dopo ore passate sottoterra. – Domani è il tuo turno Luna, sei pronta? – Lucas era su di giri e non riusciva a smettere di sorridere. Non volevo turbare la sua felicità quindi annuii, ma ero preoccupata per Darkrai. Come stava? Perché non tornava? Come avrei fatto a sconfiggere la Palestra di tipo Roccia con un solo Pokémon di tipo Fuoco? – Tranquilla, sono sicuro che sta bene e tornerà presto. E non devi per forza sfidarla domani la Palestra, possiamo aspettare – mi consolò Lucas: mi conosceva da troppi anni per non rendersi conto che c’era qualcosa che non andava, e sapeva perfettamente cosa mi passava per la testa in quel momento. – Hai proprio ragione, grazie – gli sorrisi, leggermente sollevata. Tornammo al Centro Pokémon e passai il pomeriggio ad allenare Litwick sfidando gli Allenatori al Campo Lotta dietro l’edificio, con Lucas che faceva il tifo per noi. Alcune volte il mio Pokémon vinceva, altre perdeva. Ma stava diventando sempre più bravo a lottare, lo vedevo ed ero orgogliosa dei suoi sforzi. Avrei deciso l’indomani cosa fare, pensai quella notte, mentre appoggiavo la Poké Ball nera sul comodino accanto al letto e scivolavo lentamente nel sonno. Lady Darkrai Modificato 2 settembre da LadyDarkrai E' stata aggiunta una reazione da Quasar, VincyDarkHeart, evilespeon e 1 altro 1 3 La mia squadra dolline di Vanitas e Noé create da @Remikyu, stupende dolline di Moi e Nico create da @Remikyu, troppo belle Un piccolo Jumpluff mimosa che @Diamaxus ha regalato a tutte noi donne, super carino Bellissimo logo creato da @LucarioGoldragon
LadyDarkrai Inviato 11 ottobre Autore Inviato 11 ottobre Ciao a tutti! Oggi, 11/10/25 pubblicherò uno dei miei racconti brevi originali, scritto per un'iniziativa del forum. E' vietata la copia, la modifica e la divulgazione dei miei scritti senza il mio permesso. Spoiler Le vacanze romane di Beet “Non ce la facevo più a sopportare i rigidi allenamenti di Poppy, avevo proprio bisogno di questa vacanza” pensò Beet guardando fuori dal finestrino dell’aereo, mentre atterrava all’aeroporto di Fiumicino. Una volta all'aperto prese un taxi e, guardando una mappa della città sullo Smart Rotom, chiese all’autista di essere portato al parco di Villa Borghese. Era una bella giornata di primavera ma faceva molto più caldo rispetto a Galar: Beet iniziò a sudare e si tolse il giaccone pesante con il quale era arrivato, mentre passeggiava nel parco godendosi il calore del sole e la brezza leggera. Trovò un posto all’ombra di un albero e si sedette sul giaccone, guardandosi intorno. Villa Borghese era piena di persone: turisti come lui ma anche romani che si godevano quella bella giornata soleggiata, ridendo, chiacchierando e giocando con i loro Pokémon. I Pidove erano numerosissimi e zampettavano sul terreno, insieme a qualche Rookidee e a qualche Starly. Tra gli alberi, i Pidgey e i Fletchling cinguettavano allegri. Piccoli sciami di Butterfree e di Cutiefly volavano in mezzo ai fiori e tra i Flabebé e i Floette sul prato. In lontananza, nel laghetto, nuotavano alcuni Ducklett e persino un paio di Swanna. Beet chiuse gli occhi e si rilassò ascoltando tutti quei versi dei Pokémon e il chiacchiericcio delle persone. – Hey, smettila! – un grido lo riscosse e si guardò intorno, incuriosito. Poco lontano da lui, un ragazzo gridava e si agitava mentre il suo Pokémon, un mite Dachsbun, veniva attaccato da un Granbull. Beet si alzò subito e si avvicinò: alla vista dell’Allenatore di Granbull, che invece di fermare il suo Pokémon se la rideva di gusto, si arrabbiò parecchio e tirò fuori una Mega Ball. – Vai, Mawile! Attacca Granbull con Metaltestata! – ordinò. L’attacco andò a segno e respinse Granbull, che finì addosso al suo Allenatore, mandandolo a gambe all’aria. – Pff! Sei davvero debole, e fai pure il bullo? Lottiamo di nuovo se hai il coraggio! – Lo schermì Beet, ma quello fece rientrare il suo Pokémon esausto e corse via. – Codardo – sussurrò Beet sprezzante, facendo rientrare Mawile. – Grazie mille, davvero – il ragazzo con il Dachsbun si rivolse a lui, riconoscente, mentre faceva mangiare qualche Baccacedro al suo Pokémon, che si rialzò quasi subito. – Nessun problema – rispose Beet, con un gesto sbrigativo. – Sei davvero Beet, il Capopalestra di Piquedilly? Ho visto tutte le tue lotte in tv, sei fortissimo! – esclamò il ragazzo, con gli occhi che brillavano. – Tu invece sei debole. Il tuo Pokémon dovrebbe essere allenato meglio – rispose Beet, in modo forse troppo freddo, ma non amava essere al centro dell’attenzione dei suoi fan, si sentiva a disagio. – Hai ragione, ma non so da dove iniziare... – il ragazzo abbassò lo sguardo, desolato. – Hey, che ne pensi? Posso farti vedere tutti i posti più belli di Roma e farti da guida, e tu in cambio mi dai qualche dritta su come allenare il mio Pokémon! Ci stai? – propose subito dopo. Beet ci pensò un attimo: una guida gli sarebbe stata utile, in effetti, e quel Pokèmon gli faceva pena nelle mani di un Allenatore così incapace. Quindi acconsentì. – Mi chiamo Giulio comunque – si presentò il ragazzo, mentre entrambi si incamminavano fuori dal parco. Nei giorni successivi Giulio portò Beet a vedere i posti più belli della città: il Colosseo, i Fori, il Pantheon, il Circo Massimo, Piazza di Spagna, La Fontana di Trevi, Trastevere... era sempre molto vivace e chiacchierone, anche troppo per i gusti di Beet. Ma conosceva le pizzerie e le gelaterie più buone di Roma, dove si fermavano a fare una pausa e mangiare qualcosa, e in quei momenti persino Beet si rilassava e gli raccontava un po’ della sua vita a Galar come Capopalestra. Parlarono persino male di Poppy, scherzosamente, seduti al tavolino di un bar, e da quel momento Giulio iniziò a stargli un po’ simpatico, dopotutto. Beet mantenne la parola e insegnò al ragazzo come allenare il suo Dachsbun: passarono i pomeriggi al Parco degli Acquedotti, che aveva delle aree apposite per le lotte tra Pokémon e un Centro Pokémon proprio nelle vicinanze. Lì lottarono - i Pokémon di Beet erano molto più forti di quello di Giulio, quindi doveva andarci piano - e si allenarono duramente finché Dachsbun non divenne molto più forte. I giorni volarono e arrivò la mattina della partenza di Beet. Giulio lo accompagnò all’aeroporto e i due ragazzi si salutarono davanti all’edificio. – Grazie di tutto. Questa città è davvero bella, sono stato bene. – lo ringraziò Beet, sorridendo riconoscente. – Grazie a te! Ora il mio Pokémon è molto più forte, magari un giorno potremmo venire a sfidare la tua Palestra! – esclamò Giulio, energico. – Dovrai diventare molto più forte di così per venire a sfidarmi – lo sbeffeggiò scherzosamente Beet, mentre l’altro tirava fuori una Chic Ball e gliela dava. – Contaci, diventeremo fortissimi! Ma prima di allora... Prenditi cura di questo Pokémon, ok? E’ un Fidough, è nato ieri dall’uovo e vorrei lo avessi tu – sorrise Giulio. Beat lo ringraziò felice e lo salutò prima di girarsi e oltrepassare le porte automatiche. Guardò fuori dal finestrino dell’aereo, mentre Roma si rimpiccioliva sempre di più. Si era davvero divertito ad esplorare i luoghi bellissimi di quella città e a lottare con i Pokémon, alla fine era stata una vacanza bellissima. Ci sarebbe sicuramente tornato prima o poi, e avrebbe ritrovato quel chiacchierone e fin troppo vivace suo nuovo amico, pensò sorridendo. Lady Darkrai E' stata aggiunta una reazione da Diamaxus, VincyDarkHeart e evilespeon 3 La mia squadra dolline di Vanitas e Noé create da @Remikyu, stupende dolline di Moi e Nico create da @Remikyu, troppo belle Un piccolo Jumpluff mimosa che @Diamaxus ha regalato a tutte noi donne, super carino Bellissimo logo creato da @LucarioGoldragon
LadyDarkrai Inviato 12 ottobre Autore Inviato 12 ottobre Ciao a tutti! Oggi, 12/10/25 pubblicherò uno dei miei racconti brevi originali, scritto per un'iniziativa del forum. E' vietata la copia, la modifica e la divulgazione dei miei scritti senza il mio permesso. Spoiler I Wooloo nel Bosco Assopito Questa è una parte della storia che non è mai stata raccontata, parla di due Pokémon maestosi e potenti e di un Bosco nebbioso e dell’avventura di sei coraggiosi Wooloo. Quella notte pioveva fortissimo nella piccola cittadina di Furlongham. Capecora, Ovice, Rotonente, Generaloo, Capwoorale e Beeecluta erano al caldo nel loro ovile, stretti vicini per farsi coraggio durante il temporale. Una violenta folata di vento aveva spalancato la porta dell’edificio e tutti e sei erano corsi a spingere per richiuderla, mentre il fieno vorticava dappertutto. Beecluta, la più piccina, fu trascinata via dal vento fortissimo, che la spinse verso gli alberi del vicino Bosco Assopito, un luogo molto pericoloso. Eppure, Capecora, Rotonente, Generaloo e Capwoorale non esitarono neanche un minuto e le corsero dietro, mentre Ovice rimase nell'ovile per avvisare il loro Allenatore. Tuttavia, i rombi dei tuoni e il fischiare fortissimo del vento coprirono i suoi lunghi belati e, nonostante continuò a chiedere aiuto tutta la notte, nessuno arrivò. Nel frattempo Capecora, Rotonente, Generaloo e Capwoorale erano entrati nel Bosco Assopito. Lì il vento era molto più debole, come se i rami lo trattenessero. Le fitte chiome degli alberi lasciavano filtrare ben poca pioggia sul terreno. C’era molto più silenzio in quel luogo, interrotto di tanto in tanto da un rombo di un tuono lontano. All’improvviso udirono il belare di Beecluta, ma sembrava molto distante. Iniziarono a camminare, uniti, nell’erba alta, cercando di seguire quel flebile verso. Gli altri Pokémon selvatici si nascondevano al loro passaggio, perché erano in gruppo. Ma più si addentravano nel Bosco Assopito e più si alzava la nebbia e si udivano versi di Pokémon più grossi e spaventosi. Camminarono per ore, ma già da tempo non sentivano più il verso di Beecluta e stavano per perdere le speranze. All’improvviso, un grosso Corviknight selvatico piombò su di loro ma non riuscì a colpirli perché un enorme Pokémon parò il colpo con il suo corpo, senza riportare neanche un graffio. Poi minacciò il Corviknight, che volò via spaventato. Il maestoso Pokémon misterioso guardò i quattro Wooloo smarriti e parlò nella loro mente: “Il vostro amico è al sicuro, si trova con il mio compagno nei meandri del bosco. Lo riporterà a casa, non temete. Seguitemi, vi guiderò fuori da qui, non è sicuro per voi andare da soli”. Capecora, Rotonente, Generaloo e Capwoorale lo seguirono, intimoriti e ammirati, senza dire una parola. La mattina dopo Ovice non aveva più voce ed era stanchissimo, ma doveva in qualche modo chiedere aiuto. Sentì le voci di due persone e si precipitò subito lì. Erano due Allenatori, uno dei due aveva un Wooloo come compagno. Iniziò a colpire con forza un cancello lì vicino, che portava al Bosco Assopito. Dopo vari tentativi riuscì a sfondarlo e rotolò velocissimo tra gli alberi, mentre i due ragazzi lo seguivano. Ovice non aveva un gran senso dell’orientamento quindi sbagliò strada e si perse: rimase a bocca aperta quando incontrò Capecora, Rotonente, Generaloo e Capwoorale, accompagnati da un grosso e maestoso Pokémon. I cinque si riunirono felicemente, ma erano ancora preoccupati per Beecluta. Il Pokémon ululò e si sentì un ululato in risposta provenire dalla fitta nebbia. “Zacian è vicino, e con lui c’è anche il vostro amico. Tornate a casa, aspettatelo lì” disse il Pokémon, indicando ai cinque il limitare della foresta. I Wooloo lo ringraziarono e uscirono dal Bosco, diretti al loro ovile. Un’ora dopo arrivò anche Beecluta, accompagnata da tre allenatori: i due che aveva già incontrato Ovice e un allenatore seguito dal suo Charizard. La piccola Wooloo era arrivata fino alle profondità del bosco ed era stanchissima, ma per fortuna era stata protetta e scortata da un Pokémon grande e potente, che l’aveva lasciata nelle mani di quei tre Allenatori. I sei Wooloo ora erano di nuovo insieme ed avevano vissuto un’avventura indimenticabile nel Bosco Assopito. Lady Darkrai E' stata aggiunta una reazione da evilespeon, Diamaxus, VincyDarkHeart e 1 altro 1 3 La mia squadra dolline di Vanitas e Noé create da @Remikyu, stupende dolline di Moi e Nico create da @Remikyu, troppo belle Un piccolo Jumpluff mimosa che @Diamaxus ha regalato a tutte noi donne, super carino Bellissimo logo creato da @LucarioGoldragon
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