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[Grovyle96] Destino - Atto Finale [Capitolo 1-27]


Grovyle96

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Prologo

Il tramonto tingeva di un bel arancione l'orizzonte. Nel cielo i Murkrow gracchianti volavano per dirigersi verso i loro nidi, prima che divenisse buio. E, davanti ad una salita, con una stradina in terra battuta, si innalzava il tendone della Gilda Wigglituff. Questo scenario si ripeteva agli occhi di un piccolo Chimchar quasi ogni giorno. Voleva entrare a far parte della gilda, ma non aveva il coraggio di farsi vedere. Passarono gli anni, e il giovane Chimchar era sempre più desideroso di entrare dentro quel tendone misterioso che aveva sollecitato tutte le sue fantasie a prendere forma, facendogli immaginare le avventure più incredibili che avrebbe vissuto, se fosse entrato nella struttura. Però, inversamente alla sua voglia di entrare nella gilda, decresceva la sua autostima: forse per colpa dei teppisti del borgo che lo prendevano in giro, ma forse anche per il poco coraggio che aveva. Da sempre Chimchar era un fifone, fin da piccolo. Non riusciva nemmeno a farsi il bagno, per paura che la sua fiammella si spegnesse. Ma la sua paura più grande era il buio. Nel borgo c'era una struttura gestita dal vecchio Marowak, amico del nonno di Chimchar, che permetteva ai giovani Soccorritori e non di allenarsi all'interno dei Dugeon. Ma, essendo i Dungeon al buio, non aveva il coraggio di entrarci, pur essendo un conoscente del gestore. Un giorno, vista l'avanzata età  Marowak, egli affidò il dojo al figlio, anch'esso della stessa specie. Ma non gli lasciò tuto in eredità : voleva fare una sorpresa a Chimchar, regalandogli qualcosa... Qualcosa che cambierà  la sua vita.

Può sembrare banale, ci possono essere commenti che mi accuseranno di aver copiato Pokémon Mystery Dungeon 2, ma invece non è così. Come capirlo? Basta che leggiate la storia.

I commenti fateli qui.

Invece qui troverete le schede dei personaggi, i riassunti e le curiosità !

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Atto 1 - La storia di Chimchar - Parte Prima

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Capitolo 1 - Il dono di Marowak

Era quasi notte. In questi ultimi secondi, dove lentamente si consumava il crepuscolo, Chimchar correva per andare a casa. Il solo pensiero di camminare al buio gli faceva accapponare la pelle. Doveva attraversare il borgo per arrivare nel Promontorio Sharpedo. Come dice il nome, era un promontorio che, stranamente, aveva la forma di uno Sharpedo. Chimchar non aveva una vera e propria casa, ma usava questo come rifugio per la notte. Non ne aveva più una da quando venne a mancare suo nonno. I suoi genitori non li aveva mai visti: la madre morì appena lo mise alla luce, e il padre apparteneva ad una squadra di soccorso che però operava in luoghi molto lontani. Visse gli anni più belli della sua vita in compagnia del nonno Infernape dentro una casetta vicino le terme. Più volte alla scimmietta era venuta l'idea di andare a vivere con il vecchio Marowak, ma, essendo timidissimo, non si è mai presentato a chiedere l'alloggio al vecchio Pokémon. Chimchar era immerso nei pensieri. Ad un tratto sentì dei rumori che provenivano dal suo rifugio. Il Pokémon era pietrificato e sudava freddo. Pensava:

"O-Ora cosa faccio? Chi c'è dentro casa mia? No, non devo avvicinarmi, possono essere dei Pokémon ostili. Ma cosa vorranno da me?â€

Ad un tratto intravide la sagoma di un essere inquietante: era un Duskull. L'occhio rosso che si spostava da una cavità  oculare all'altra brillava nel buio. Era uno spettacolo affascinante, ma inquietante allo stesso tempo. All'improvviso il Pokémon requiem si fermò. Il suo enorme occhio maligno si posò sul piccolo Chimchar: era stato scoperto. Chimchar fece quattro passi all'indietro, sempre fissando il nemico, ma si girò per correre. Le sue gambe divennero pesantissime, talmente tanto che lo fecero cadere a terra. Prima che il Pokémon scimpanzé si fosse voltato per darsela a gambe Duskull usò Malosguardo. Il cuore di Chimchar batteva all'impazzata, accompagnato dalle risate pazze dello spettro.

“COSA VUOI DA ME?!?! IO NON HO FATTO NIENTE A NESSUNO, E NON HO NULLA DI VALORE IN CASA!!! - urlò con le lacrime agli occhi lo sfortunato scimmiotto - LASCIAMI IN PACE!!!â€.

Duskull sobbalzò. Era sorpreso. Fluttuando, si avvicinò lentamente verso il tipo fuoco, e poggiò la zampa sulla testa tremolante. Chimchiar svenne.

“…..char…..Chimchar….. Svegliati!....Ecco, si sta svegliando!...â€

Chimchar si alzò dal letto color lavanda. Riconosceva il soffitto bianco e le pareti color beige. Un profumo di incenso avvolgeva la stanza. Era la casa del vecchio Marowak.

“Cosa mi è successo? - disse - Cosa voleva quel Duskull a casa mia?â€

Marowak esitò. Vicino a lui c’era il Pokémon in questione. La scimmia divenne pallida e, con voce debole, disse: “Cosa ci fai qui?â€.

Duskull disse: “Cercavo di dirtelo ieri, ma tu non mi hai sentito e stavi indietreggiando per scappare. Allora, per non farti fuggire ho usato Malosguardo. Ma veniamo al dunque. Io sono il direttore della banca del Borgo Tesoro, e ieri mi è arrivata un assegno di 3000 monete, intestato a te da parte di un certo Infernape. Allora la sera sono venuto a casa tua e ho bussato più volte alla porta, ma mi resi conto che eri sulla stradina dietro di me. E il resto lo sai anche te. Ecco i tuoi soldi. Spero che …â€

"Aspetta - lo interruppe Chimchar - Infernape chi? L’unico Infernape che conoscevo era mio nonno e lui … Papà ? ... Papà ! Deve essere sicuramente di mio padre!†esclamò felice. Chimchar aveva, stampato sul viso, un sorriso. Dopo molto tempo tornava a sorridere. Aveva ricevuto notizie, anche se indirettamente, dal padre e 3000 monete.

“Bene, hihihi, adesso posso andarmene. Spero che tu divenga un cliente della nostra banca!†così disse Duskull e se ne andò. Marowak, con un sorrisetto sul viso disse:

“Senti Chimchar, io adesso me ne andrò lontano. Ho lasciato le mie cose e il dojo a mio figlio, anche lui un Marowak. Ma non ha ricevuto tutto. Voglio lasciare a te qualcosa. Qualcosa che sicuramente ti piacerà â€.

Il vecchio Pokémon si alzò dalla sedia vicino al letto, e andò a frugare in un baule. Tirò fuori, con delicatezza, un libro. Un piccolo libro che sembrava un diario.

“Tieni, è il diario di un grandissimo capo soccorritore. Lì ci sono tutte le sue avventure. Il suo nome è: Lucarioâ€.

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Capitolo 2

Il diario

Il pomeriggio stava finendo, e Chimchar era nel Promontorio Sharpedo, a contemplare il mare che luccicava sotto il sole estivo. I Wingull volavano, o meglio erano trasportati dalla corrente, senza sbattere mai le ali. Chimchar lo aveva letto da qualche parte, ma non si ricordava dove. Vedendo un Pelipper in lontananza si ricordò che non aveva letto il giornale quotidiano. Lo definiva tale, anche se era rivolto ad un pubblico giovane, come lui. Veniva stampato dai fratelli Espeon e Umbreon, che usavano i loro poteri per controllare che ogni cosa fosse al suo posto. Veniva consegnato tutto l’anno dai Pelipper dell’ufficio delle poste, salvo nel periodo invernale, che veniva consegnato dai Delibird. Ogni tanto a consegnare la posta era un simpatico Gligar, che faceva ridere Chimchar ogni volta che passava nelle parti del borgo. Era inconfondibile grazie al suo grande cappello blu, che puntualmente gli copriva gli occhi. Prese il giornalino, strutturato così: All’inizio c’erano le notizie importanti, dopo quelle divertenti. Prese delicatamente la rivista che stava sul suo lettino di paglia. Lette di corsa le notizie importanti, si catapultò sulle storie comiche. Un articolo lo interessò:

“Si guardano minacciosi. Il tempo sembra non scorrere. Il pubblico urla cori da stadio dorme. Questa è la finale della tredicesima edizione della Lega Slowpoke, che si tiene ogni 30 anni. Il temibile Derp si affronta con il minaccioso Pisolo. Oramai sono giorni che la finale andava avanti, e la sfida si faceva sempre meno intensa. La caratteristica della Lega Slowpoke è che le sfide più emozionanti sono quelle meno intense. Ci sono stati dei casi in cui nessuno degli partecipanti abbia fatto una mossa. E la storia si sta ripetendo, proprio ora. Si narra addirittura che questa fosse la prima edizione, e che solo i membri più anziani della comunità  Slowpoke abbiano visto l'inizio. Pensano, inoltre, che i due concorrenti abbiano più di 70 anni a testa. Ma attenzione! Derp ha sbadigliato! Il pubblico esulta e fischia si sveglia: nessuno dei 2 concorrenti, in questi giorni, ha mai dato segni di vita. Non battevano neppure le palpebre per la pigrizia! A cosa sta pensando Derp? Vuole chiudere qui l'incontro oppure vuole giocarselo ancora? E Pisolo rimarrà  fermo a dormire osservare l'avversario? Oppure sta tramando qualcosa? Nessuno lo sa. Tranne noi, che entreremo nel subconscio di Pisoloâ€:

“Oh no! Derp ha sbadigliato! Cosa sta tramando? ..............â€

“Non c'è più segnale......... Ah no, ecco che ricomincia a pensareâ€:

“Ho fame.

.............

.............

-Cibo...

.............â€

Ok, basta. Vediamo invece cosa pensa Derp:

“Yawn. Dove mi trovo? E per quanto ho dorm....zzz.z.z.z.zzz.....

.............

.............

.............â€

“Ho il presentimento che questa sfida sarà  eterna.

Cala il silenzio anche tra gli spettatori. O c'è sempre stato? Magari sono io, che mi sto immaginando tutto, magari sto diventando paranoico vedendo questa sfida infinita? Aspetta un secondo................... Ma io sono Pisolo!!! E sono un telepate! Bene bene, è tempo di vincere questa sfida!â€

Un passo. Pisolo fece un passo. Un piccolo passo per uno Slowpoke, un grande passo per Derp, che lo guardava impaurito. Ma credono che in quel momento dormisse. Tutto il pubblico guardò il Pokémon, e si meravigliò. Dopo anni e anni giorni e giorni, uno dei concorrenti fece una mossa. E addirittura parlò, e disse: “Questo passo mi ha sfiatato, credo che mi ripo..zz..zz..zz..zz...â€

Non si saprà  mai come lo scontro andrà  a finire.

Queste erano le cose che facevano star bene il piccolo Chimchar. Letto l’articolo, diede un occhiata al mare. Riuscì a scorgere un Lapras, che si stava immergendo. I Lapras sono molto rari da avvistare, e ciò non fece altro che migliorare il buonumore del giovane Pokémon. Stava per posare il giornale, quando qualcosa sulla sua cuccia di paglia attirò la sua attenzione. Era un libricino con la copertina blu, quasi verdognola, e i bordi di color nero. Sembrava avere molti anni. Era il diario di un Lucario, che gli era stato donato da Marowak. Incuriosito, aprì il libro, e trovò una dedica nella prima pagina: “Questo è il mio diario. Te lo affido, dato che sei il mio migliore amico, o Marowak. Non dire nulla a Kadabra di questo diario. Mi ammira molto, e non voglio che veda i miei errori passati. Addio.†Queste parole lo colpirono, e venne assalito da un senso di dispiacere verso quel Kadabra menzionato. Cambiò delicatamente pagina e il testo diceva:

“Giorno 31, mese 7, anno XXXX

Sono passati anni da quando ero soltanto un piccolo Riolu. Adesso so padroneggiare perfettamente la Forzasfera. Credo proprio che metterò su una squadra d’esplorazione. Pure Cubone è d’accordo, adesso manca il terzo membro. Mentre spargevo la voce di una possibile creazione di una squadra, un Abra mi chiese se poteva entrare a far parte di essa. Io gli dissi che era piccolo. Ma lui ogni giorno, più determinato di prima, mi viene a chiedere la stessa cosa. Adesso devo andare, ecco la visita giornaliera del piccolo Abra... Mi fa disperare, ma oramai mi ci sono affezionato. Spero che un giorno diventerà  un grande leader. Ha buone capacità  e con i suoi amichetti Charmander e Larvitar si comporta come tale. Formano un bel gruppetto insieme.â€

Chimchar era stanco. Il sole era tramontato e non c’era più luce. Si adagiò nella sua cuccetta di paglia e si addormentò molto velocemente. Si era completamente dimenticato della Gilda di Wigglituff.

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Capitolo 3

Lotta sotto la pioggia

Giorno 8, Mese 8, Anno XXXX

Abra diventa sempre più insistente. Non dico più piccolo perché gli cominciano a crescere i primi baffetti. La sua evoluzione è molto vicina. Questo potrebbe darmi problemi, dato che il carattere di Abra si fa sempre più scontroso, e temo che con l’evoluzione aumenti questo aspetto...

Chimchar si era talmente immerso nella lettura, che immaginava perfettamente le storie narrate da Lucario.

Pioveva. Lucario era alla ricerca del terzo membro della sua squadra. Guardò alla finestra, e vide nella foresta un lume. Non se ne curò molto, ma quando vide una fiamma viola che si ingrandiva seguita da un agghiacciante urlo, si precipitò sulla stradina infangata che conduceva all’interno della foresta. La pioggia cadeva abbondante e copiosa. Appena arrivò nel luogo in questione, vide uno splendido Chandelure. La sua grande fiamma viola lo rendeva maestoso, quasi divino. Peccato però che quel viola acceso non era un buon segno: stava assorbendo l’anima di qualcuno. Un senso di terrore attraversò Lucario e ciò lo aveva reso immobile. Le urla del povero malcapitato si facevano sempre più strazianti e il Pokémon Aura pensava che dopo sarebbe toccato sicuramente a lui. Indietreggiò di qualche passo, ma dal Pokémon spettro venne fuori una voce profonda e metallica.

“Dove credi di andare? Finito con questo Monferno, toccherà  anche a te. Hahahaha!â€

Lucario era in preda al terrore ed era seriamente convinto che la foresta sarebbe diventata la sua tomba.

Pensava: “No, non posso darmela a gambe. Io sono Lucario, il più forte e coraggioso di tutti i Pokémon della regione! Se morirò, allora che sia una morte degna!â€

Lucario si avvicinò a Chandelure. Quest’ultimo si girò lentamente. Un fulmine illuminò la scena. Gli occhi rossi e minacciosi di Lucario brillavano, in contrasto ai grandi occhi gialli e profondi di Chandelure. Questo lasciò perdere il povero Monferno e si preparò allo scontro. Rimasero fermi per qualche secondo.

"Dannazione! Se lo colpisco con le mosse fisiche, verrò scottato grazie alla sua abilità  Corpodifuoco, accidenti!â€.

Nella mente del guerriero c’era questo macigno che lo bloccava dal fare ogni sorta d’attacco.

“Attaccalo senza esitare: come abilità  ha Fuocardore!†disse Monferno con voce debole. In faccia a Lucario venne un sorrisetto maligno. Si avvicinò con grande velocità  verso Chandelure, ma questo usò Lanciafiamme. Lucario venne scaraventato via, e si ritrovò i grandi occhi gialli davanti a lui. Si girò di scatto e usò Codacciaio, che andò a segno. Chandelure usò di nuovo Lanciafiamme, ma l’attacco si indebolì per la pioggia, permettendo al lupo di schivarlo. Per il colpo di grazia Lucario caricò la sua Forzasfera.

“HAAAA!!!†scaglio la sfera contro l’avversario, che la fece esplodere soffiando.

“Non sai che le mosse lotta non hanno effetto contro i tipi spettro, come me? Sei patetico, hahahaha!â€.

Detto questo il corpo del Pokémon venne circondato da un’aura viola: stava usando Calmamente. Lucario, accecato dalla rabbia per aver ricevuto un simile affronto, usò la mossa che non voleva mai usare. Si mise in posa, come per lanciare un’altra Forzasfera.

L’avversario si mise a ridere di gusto, dicendo: “Non ho mai visto qualcuno più stupido di te, ma allora vuoi morire per forza! Hahahahaâ€.

Ma in realtà  lanciò una palla viola scura, quasi nera: era Palla Ombra. Chandelure capì troppo tardi che si trattava di essa e venne colpito in pieno, andando K.O. Lucario guardava il Pokémon esausto dall’alto verso il basso, con aria di superiorità . Un altro fulmine cadde vicino a loro e nella luce si intravidero gli occhi di Lucario brillare di un rosso intenso. Lo spettro si riprese e disse:

“M-Ma tu, chi sei veramente?†“Io sono il tuo peggiore incubo, sono Lucario, colui che metterà  al fresco tutti i criminali della regione. Mi fai schifo, vattene prima che cambi ideaâ€.

Chandelure, prima di scomparire, disse parole minacciose: “Questa poi! Racconterò tutto al mio capo, sarai perseguitato a vita! Che tu sia maledetto, Lucario!â€.

Ma questo non si curò minimamente delle minacce e delle maledizioni del Pokémon. Era vicino al Monferno, che sembrava svenuto. Questo si risvegliò tra le braccia di Lucario, che ringraziò:

“Grazie mille… Io non ho potuto fare niente, erano 4 Litwick e un grande Chandelure, tutti con Fuocardore. E le mie mosse più forti sono di tipo fuoco…†“Tranquillo. Sei stato bravo a far fuori ben 4 Litwick senza le tue mosse migliori. A proposito, dove vivi?â€

La scimmia disse: “Vivo a Borgo Tesoro, vicino alle terme.â€

Il cuore di Chimchar cominciò a battere forte: quel Monferno forse era suo padre.

“Piuttosto lontano – disse Lucario – è meglio se vieni a riposare a casa mia. Va bene?†“Va bene, grazieâ€.

Il racconto si interrompeva qui. Alla scimmietta vennero molti dubbi: perché, se era veramente suo padre, si trovava lontano da casa sua? Perché Lucario non voleva usare Palla Ombra? Ma soprattutto, chi era il capo di Chandelure? Chimchar stava per voltare pagina, quando sentì molto chiasso provenire dalla stradina che conduceva nel borgo: stava succedendo qualcosa, qualcosa di molto serio.

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Capitolo 4

L'equilibrio del mondo

Il rumore di voci proveniva dal Borgo Tesoro. Chimchar posò in fretta ma delicatamente il diario sulla sua cuccetta di paglia. Ci mise sopra una copertina con quadretti che alternavano il colore celeste a quello bianco, quasi lo volesse nascondere da occhi indiscreti. Mentre saliva le scale Chimchar diventava sempre più curioso. Era talmente immerso nei pensieri che non si accorse di trovarsi per terra.

Una voce vicina urlò: “SCUSA CHIMCHAR!!!â€. Un Kecleon viola gli era andato contro mentre stava sulle scale. Riconobbe il commesso della filiale dei “Magazzini Kecleon†del borgo. “Ahia, che c’è?†“Non c’è tempo per-â€

*BOOOOOOOM* Una violenta scossa di terremoto bloccò a metà  il discorso del camaleonte. E il luogo in cui si trovavano i due non era una zona sismica. I terremoti in quei giorni si facevano sempre più frequenti, ma questo era stato quello più forte.

“Ecco, hai letto le notizie giornaliere?â€.

“Sì e parlavano di terremoti e catastrofi varie nel mondo. Molti dicono che centri qualcosa con lo sconvolgimento dell’equilibrio del mondo. Come narra la leggenda di Ninetales. Tu cosa pensi stia succedendo?â€.

“Ti sono venuto a chiamare per questo. Una squadra di soccorso è venuta dalla Piazza Pokémon, una cittadina non molto lontana per spiegarci l’accaduto. Ma ha cominciato a parlare da qualche minuto, muoviamoci!â€.

Chimchar e Kecleon corsero sulle scale per poi gettarsi nella stradina in terra battuta che conduceva al borgo brulicante di ogni tipo di Pokémon. Grazie alla piccola statura e alla grande agilità  di Chimchar, riuscì a mettersi in prima fila, faccia a faccia con un Gengar, un Medicham e un Ekans. La voce di Gengar riusciva a tenere a bada quelle dei Pokémon che volevano interromperlo con delle domande. Aveva un aria furba e sapeva quel che diceva.

“E così – disse Gengar – sono arrivato sulla Vetta Ancestrale.†La Vetta Ancestrale è la cima del famoso Canyon Maestoso ed è la dimora dell’oracolo Xatu. “E lì ho visto tutto! Roba da far accapponare la pelle! Kekeh! Quel Pokémon stava parlando con Xatu. Quel Pokémon… Sembrava un Pokémon qualunque… Ma udite udite…! Prima era un essere umano!†“Ci fu un sussulto generale, tra quelli che ascoltavano increduli il grande Pokémon dagli occhi rossi e dalla gente che urlava esclamazioni di stupore. Chimchar ascoltava incredulo, ed era impaurito. Come poteva un umano diventare un Pokémon? Roba da non credere! “C’è di più. Xatu ha detto a quell’essere umano… Gli ha detto che la sua trasformazione è strettamente collegata allo sconvolgimento dell’equilibrio del mondoâ€.

A Chimchar scappò un grido: “ Come la leggenda di Ninetales!â€.

La leggenda narra che un tempo ci fu un Ninetales che aveva ognuna delle code dotata di un potere psichico. Chi avesse osato toccare una di esse sarebbe stato maledetto per mille anni. Un umano toccò una di queste code. Ma lui non venne maledetto: un Gardevoir si mise in mezzo e fece da scudo, prendendo la maledizione. Quel Gadevior era molto affezionato all’allenatore, a tal punto da sacrificarsi. Ninetales domandò all’umano se desiderasse salvare il Pokémon, ma questo era scappato. Adirata, la volpe dalle nove code profetizzò la rinascita di quell’essere umano sotto forma di Pokémon. E quando ciò si sarà  realizzato, l’equilibrio naturale del mondo sarà  sconvolto.

Gengar riprese il racconto : “Kekeh! E questo è solo l’inizio, il bello deve ancora venire! Prima c’è stato un terremoto. Ma non solo, anche in questi ultimi giorni ci sono state catastrofi varie. Secondo Xatu sono provocate dallo sconvolgimento dell’equilibrio naturale. E se tutto non viene ripristinato al più presto, il mondo andrà  incontro ad una catastrofe dalle proporzioni inimmaginabili.â€

Ci fu un grido di stupore tra tutta la folla. Stupore misto a terrore. Una figura rosa di grande corporatura si fece spazio tra i Pokémon increduli. Aveva la pancia bianca e dei grandi occhi celesti: era il capo della tanto amata gilda di Chimchar, era Wiglytuff!

“Non ho potuto fare a meno di ascoltare le tue parole. E ho intuito che hai messo in piedi questo discorso per farci una richiesta. Senza tanti giri di parole, cosa vuoi da noi?â€

I grandi occhi celesti di Wigglytuff erano in contrasto con i grandi occhi di Gengar.

Medicham si intromise tra i due e disse: “Anzitutto era per informarvi degli avvenimenti che stanno succedendo nel mondo. E, se ci fate arrivare al dunque senza che voi sappiate tutto, ci prendereste per pazziâ€.

Gengar continuò: “Grazie Medicham. Dunque io so come fare per ripristinare l’equilibrio naturale del mondo. Kekeh! Dobbiamo eliminare il problema dalla radice: far fuori l’umano. Questo umano ha la forma di uno Squirtle. E viaggia col suo migliore amico, un Charmander.â€

Nella piazza del borgo si sentivano molte voci che approvavano l’idea dello Spettro.

“Adesso, io so dove sono diretti. Dobbiamo anticiparli, prima che arrivino al Monte Vampa!â€.

Un grande urlo si elevò. Sarebbero partiti il giorno dopo. Tutti tranne Chimchar. Era troppo pacifico per prendere un iniziativa così violenta. E preferiva leggere il diario di Lucario. Chissà  se anche lui stava dando la caccia all’umano. Tornò nel Promontorio Sharpendo, e si rimise a leggere una pagina del diario:

Giorno 11, Mese 8, anno XXXX

Questo Monferno si è ripreso velocemente. Battere ben quattro avversari senza usare mosse potenti… Non è da tutti. Ho voluto testare le sue abilità , e sono rimasto sorpreso: ho il corpo pieno d bruciature. Credo di aver trovato il terzo membro della squadra. Riguardo alla squadra: Abra ha smesso di tormentarmi. O forse dovrei dire Kadabra. Lui e gli altri due amichetti si sono evoluti uno dopo l’altro, in tre giorni. Adesso sono Kadabra, Charmeleon e Pupitar. Non mi stancherò mai di ripeterlo: sono davvero un bel trio, stanno bene insieme. E sono molto in sintonia tra loro, un esempio recente è l’evoluzione quasi contemporanea. Adesso ripenso a Chadelure: chi si nasconde dietro questo? Chi è il suo capo?

Chimchar era veramente sorpreso. Forse suo padre sarebbe diventato, nel racconto, un membro della squadra di Lucario. E che la misteriosa squadra che tiene lontano il padre fosse quella di Lucario? Voleva continuare la lettura, ma essendo stanco morto si mise sulla sua cuccetta, guardando le stelle. Si era fatta notte nel frattempo. La fiammella che aveva come coda illuminava la sua postazione. Pensava ancora al discorso di Gengar. Qualcosa in lui lo aveva colpito.

… : “Hai osservato bene i Pokémon che erano presenti?â€

… : “Sì e ne ho trovato uno che fa al caso nostro. Hahaha!â€

… : “Perfetto, bel lavoro! Sarò molto divertente manipolarlo!â€

… : “Non a caso ci chiamiamo Team Perfidia! Kekeh!"

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Capitolo 5

Team Blast

Giorno 13, Mese 8, Anno XXXX

Ci sono state moltissime novità  in questi giorni: io, Marowak e Monferno siamo ora una squadra! Ma le sorprese non finiscono qui. Kadabra lo è venuto a sapere, e non ha avuto alcun sentimento di rabbia. Anzi, ha detto che un giorno lui formerà  un team col quale sfiderà  noi, e vincerà . Non so come mai Kadabra prova tutta questa ammirazione verso di me. Mi piacerebbe scoprirlo. Adesso io e Monferno stiamo aspettando Marowak. Voglio far decidere a lui il nome del team…

Monferno stava guardando Lucario. Si chiedeva come mai gli avesse dato così tanta fiducia. Un continuo bussare alla porta lo distrasse da quei pensieri. Poteva essere un solo Pokémon: Marowak. Monferno corse alla porta e lo salutò molto timidamente. Era la prima volta che si vedevano. Il tipo terra ricambiò con un sorriso e gli disse: “Ciao! Tu devo essere il nuovo acquisto di Lucario!†“Ehm, sì! Piacere!†“ Da oggi lavoreremo insieme! Scusami, sai dov’è Lucario?†“Sì, si trova nella sua cameraâ€.

“Eccomi, scusa se ti ho fatto attendere, caro Marowakâ€. Lucario si trovava davanti ai due, con uno sguardo serio. “Accomodati. E vieni anche tu†disse rivolto a Monferno. Una volta seduti intorno al tavolino rotondo di colore verde acqua, il padrone di casa cominciò a parlare con un tono di voce molto cupo e serio: “Allora ragazzi, come sapete siamo ufficialmente una squadra di soccorso. Ci serve un nome. E voglio che tu, Marowak, scelga il nomeâ€. Marowak si irrigidì all’improvviso. Stava lucidando il suo osso che gli serviva come utensile, ma soprattutto per lottare, quando sentì nominare il suo nome alla fine del discorso.

“Beh io… Io… Non so cosa dire. Non ho idee. Chiediamo invece a Monferno!â€

“Cosaa?!?†disse la scimmia.

Lucario approvò l’idea di Marowak. “Avanti, scegli tu il nomeâ€.

Non sapeva cosa dire. Voleva contribuire anche lui a creare il nome, ma non sapeva come. Ma ecco che gli venne l’illuminazione: “Team Blast!â€

“Team Blast?†risposero in coro gli altri due sorpresi.

“Va bene, ma come mai la scelta di questo nome?†“Beh, l’ultima cosa che vedranno mentre ci affrontano sarà  una grande esplosione!†disse Monferno con gli occhi che brillavano.

“Il tuo carattere – disse Lucario – Il tuo carattere mi piace, ragazzoâ€

“Anche a me!†rispose Marowakâ€

E da quel giorno siamo conosciuto come Team Blast! Comunque noto un’alterazione nell’aura di Monferno…

Chimchar lesse il capitolo in fretta. Ora sapeva come si chiamava il team di Lucario e di suo padre. Chiuse il libro. Osservava la copertina di un colore blu, tendente al verde scuro. Blu Pavone. Chimchar era esperto in colori: conosceva tutte le tonalità  dei colori a memoria! Il diario era un po’ impolverato e avvicinò la testa alla copertina per soffiare via la polvere. Ma Chimchar sentì un gran dolore al collo e vide tutto nero.

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N.B. Il capitolo è un po' corto, sia per la mancanza di idee, sia per il poco tempo che avevo a disposizione.

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Capitolo 6

Il Team Perfidia

"SVEGLIATI RIMBAMBITO"

Un potentissimo pugno scaraventò lontano Chimchar, stordendolo più di quanto non lo fosse prima.

Piangeva. Gli occhi rossi di Gengar brillavano più che mai. Si trovavano in una piccola stanzetta vuota. Le pareti erano di un grigio molto scuro e freddo, completamente spoglie. Inoltre era buio.

"Dunque - disse lo spettro - scusa per la sveglia Kekeh!"

"Ma cosa volete da me?" disse la vittima con un tono molto debole.

Dietro di Gengar si aprì una porticina, che all’inzio sembrava non esserci. Nella stanza entrarono gli altri due membri del team Perfidia: Ekans e Medicham. Quest'ultimo si mise al centro della stanza e disse con un tono provocatorio: "Attaccami"

Mosse inoltre il dito, come se volesse farlo arrabbiare.

Allora Chimchar strinse i pugni, cercando di ricordare le mosse che conosceva.

“Dunque io conosco… Graffio e Fulmisguardo! Ma non credo possano bastare contro quel Medicham…â€

“Cosa ti prende, hai paura?â€

Intervenne Gengar, avvicinandosi al povero malcapitato afferrandolo per le braccia e lo portò fuori dalla stanza. Con la forza che si ritrovava, la scimmietta non era in grado di ribellarsi. La porta conduceva ad un lungo corridoio, sempre in grigio scuro. Ogni tanto c’erano delle candele che illuminavano il passaggio. Ogni tanto si vedevano attraverso delle crepe nel marmo del muro, degli occhietti. Potevano essere dei Joltik o degli Spinarak. E ogni tanto le candele si muovevano, segno che erano dei Litwick che cercavano alloggio per la notte, sostituendo le candele. Arrivarono in una grande stanza, con al centro un grande emblema.

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Aveva visto quei segni da qualche parte, ma non si ricordava dove. Misero al centro Chimchar. Ognuno dei tre membri del Team Perfidia si posizionò su una delle tre piattaforme ai lati.

“Dato che tu hai del potenziale nascosto noi lo tireremo fuori, appropriandoci del tuo corpo e del tuo potere!â€

“C-COSA!?! Ma è impossibile, vi state sbagliando! Deve trattarsi di un equivoco, quindi me ne vado, cia-“ “Hahahha, ti sbagli tu! L’altra volta eri presenti in piazza, o sbaglio? No, non sbaglio. Tu ragazzo mio, tu hai del potenziale latente. Un Pokémon abile come me sa leggere bene l’energia interiore dei Pokémon.â€

Chimchar guardò Gengar per alcuni secondi. Piombò il silenzio nella grande sala in marmo.

“Oh, sto usando termini troppo complicati per te? Kekeh! L’energia interiore è una cosa comune dentro di noi: ci permette di lanciare attacchi e ci permette di evolverci. Ho notato dentro di te una caratteristica fuori dal comune: l’energia di solito ha un colore celeste ma quando è forte diventa blu. La tua è rossa! Kekeh!â€

“In poche parole la tua energia deve essere nostra†disse Ekans con un tono sicuro e ironico allo stesso tempo.

Chimchar era incredulo: aveva un potenziale nascosto nel suo corpo e nemmeno lo sapeva. Come se hai una bomba nella tasca e nemmeno te ne accorgi.

I tre membri del Team Perfidia, che erano al centro delle tre piattaforme sul pavimento, pronunciarono parole che Chimchar non capiva. Alla fine del rito l’aria si era fatta pesante.

Gengar, dopo qualche secondo di silenzio, urlò: “In nome di Arceus, io prendo il potere di Chimchar!â€.

Dalle fessure dei blocchi di marmo che costituivano le pareti si rivelarono gli esseri che avevano mostrato gli occhi in precedenza: erano degli Unown. Ben presto tutta la sala divenne piena di quegli esseri che volavano tutti nello stesso senso, formando una grande spirale nera sopra il sigillo. La sala si illuminò e Chimchar si sentì mancare le forze.

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Capitolo 7

Potenza Assassina

C’era una piccola folla in un bosco sperduto. Era composta principalmente da 8 Kecleon, ma c’erano anche degli altri Pokémon, precisamente un Growlite e un Quilava, che comandava il gruppo. Discutevano finché un Pokémon, un Karrablast, per l'esattezza, si unì a loro con un messaggio importante:

“Squirtle e Charmander hanno battuto Moltres!â€

“Hanno battuto il leggendario Moltres sulla Vetta Vampa?!?! Quei due devono essere veramente fortiâ€

“Già , sono veramente forti… E anche pericolosi!â€

“Per questo dobbiamo fermarli, come ha detto quel Gengar!â€

“Già , ma dove sono diretti?â€

Calò il silenzio. Si udiva solo il fruscio delle foglie. Quei secondi sembravano interminabili. Si vedevano i raggi di sole passare tra le fronde, creando bellissimi giochi tra luce ed ombra. Ma si udì un rumore tra gli alberi: non era il vento. Tutti i Kecleon si alzarono dalla loro postazione e cominciarono a scrutare il fogliame, per capire cosa poteva essere la causa dell’interruzione del silenzio. Più avanti si sentì un tonfo, e una sagoma esile si mostrò agli occhi della folla. Era un Pokémon piccolo di dimensioni, con al posto della coda una fiammella: era nientemeno che Chimchar. Ma era diverso: aveva gli occhi rossi e un sorriso stampato sul volto come un delinquente. Era cambiato, per colpa di Gengar. Aveva fatto emergere in lui i suoi veri poteri. E ora lo controllava un grande senso di vendetta, non si sa su chi e non si sa perché, forse lo spettro gli aveva trasmesso i sentimenti negativi che erano dentro di lui. E gli aveva affidato una missione: trovare e uccidere l’umano. In pratica Chimchar era diventato lo schiavetto del Team Perfidia. Sì girò verso la folla e si avvicinò lentamente. Growlite ringhiò ma Quilava lo tranquillizzò, dicendo che se la vedeva lui con lo straniero. Disse a Chimchar:

“Chi sei straniero? Che cosa vuoi?â€

A quelle parole Chimchar arrestò la sua marcia. Il suo sorriso non prometteva nulla di buono.

“Cosa voglio io? Beh, il bene comune. Per i duri di comprensione: voglio trovare e uccidere l’umanoâ€

“Questo lo vogliamo anche noi, ma senza sapere i loro piani non potremo mai trovarli: sarebbe come cercare un ago in un pagliaio!â€

“Hahahaha, io so dove sono diretti. Hanno appena battuto Moltres perché vogliono dare prova della loro forza. E faranno così anche per Articuno. Ma prima dovranno passare per la Foresta Glaciale dove noi tenderemo loro un’imboscataâ€

“Aspetta un momento, chi ti ha detto che noi collaboreremo con te?â€

Chimchar guardò con i suoi occhi rossi il capo del gruppo, Quilava, con uno sguardo attento. Non aveva più quel sorriso inquietante.

“Le mie informazioni sono preziose - rispose - e vanno pagate†disse con un tono arrabbiato. Si avvicinò a Quilava e lo sollevò da terra, afferrandolo per il collo.

“Quindi o mi segui da bravo collaboratore e non sarà  fatto alcun male ne a te ne ai tuoi amici, o sarò costretto ad usare la forza. E non amo vedere le mie vittime carbonizzateâ€.

Se Marowak avesse visto Chimchar adesso non l’avrebbe riconosciuto. Erano trascorsi 5 giorni da quando era stato preso dal Team Perfidia. In quei giorni era cambiato completamente: il timido, inoffensivo e tranquillo Chimchar era diventato uno stratega e uno spietato assassino. Quilava usò Ruotafuoco, e si liberò della presa soffocante della scimmia. Ma quest’ultimo bloccò la ruota infuocata con una sola mano. Intervennero Growlite e Karrablast, seguiti dagli 8 Kecleon.

“Pfui, patetici†e Chimchar cominciò a brillare di una luce rossastra. Stava usando una mossa che nessuno che conosceva bene il suo carattere si sarebbe mai aspettato. Vampata.

Ci fu una grande esplosione, dove vennero tutti i Pokémon che componevano la folla. La potenza era gigantesca. Il colpo sprigionò una luce abbagliante, quasi insopportabile per gli occhi. La luce svanì e al posto degli alberi e dell’erba c’era solo terra. Nient’altro che terra: con quell’attacco aveva bruciato tutto. Non tutto: l’erba sotto i piedi di Chimchar era rimasta. Tutti i Pokémon che erano stati colpiti dall’attacco erano K.O. tranne Quilava, che sembrava molto ferito nonostante l’inefficacia della mossa fuoco verso un tipo fuoco come lui.

“C-C-om’è possibile che… Com’è possibile che un semplice Chimchar sia così forte?!? GAHâ€.

Quilava cadde al suolo senza forze. Chimchar sputò sul terriccio bruciato, segno di disprezzo verso il nemico.

“Che noia, è già  il terzo gruppo che perisce sotto una semplice Vampataâ€.

Osservò compiaciuto i nemici caduti e se ne andò, col sorriso malvagio stampato sul volto. Era felice di ciò che aveva fatto. Ma la cosa più assurda è che prima dell’incontro con Gengar conosceva solo 2 mosse: Graffio e Fulmisguardo! Il Team Perfidia aveva creato una specie di mostro.

Oramai il Pokémon era lontano dal luogo dello scontro e si muoveva agilmente tra le fronde verso la Foresta Glaciale, più a nord. Cominciò a soffiare una fresca brezza e la vegetazione cominciava a cambiare. Non era un luogo adatto per un Chimchar. La fresca brezza che sembrava piacevole stava diventando un vento gelido vero e proprio: un inferno freddo! Ad un tratto cominciò a nevicare. Uscirono dalle loro tane degli Snorunt ed erano molto allegri. Chimchar cominciò ad affrettarsi per superare in velocità  l’umano e il suo compagno, in modo che l’imboscata riesca, finché la nevicata aumentò d’intensità . Si fermò per riprendere fiato e per scaldarsi: usò un Lanciafiamme su delle foglie ma sembrava non avere alcun effetto. Non contento usò di nuovo la mossa, aumentando l’intensità : le foglie presero fuoco e lui si scaldò. Ma all’improvviso una raffica di vento spense il fuoco. Chimchar si girò di scatto: quella folata non era naturale, era un Ventagliente! Ma chi l’aveva scagliato?

“Ho sentito dire che ci sai fare con la lotta: vediamo se sai tenermi testa! La potenza delle tue mosse fuoco contro le mie tecniche: sarà  una sfida interessante!â€.

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Capitolo 8

Lotta sotto la neve - Prima Parte

“Ho sentito dire che ci sai fare con la lotta: vediamo se sai tenermi testa! La potenza delle tue mosse fuoco contro le mie tecniche: sarà  una sfida interessante!â€

Chimchar si girò di scatto, ma non vide nessuno. Forse il freddo gli stava facendo male. In fondo non era un luogo adatto per un Pokémon di tipo fuoco. Se ne doveva andare al più presto da quel posto. Doveva completare la sua missione il prima possibile: tendere un imboscata all’umano, uno Squirtle, e al suo compagno, un Charmander, e ucciderli per fermare la distruzione del mondo attraverso le catastrofi naturali che si stavano abbattendo per colpa loro.

La neve cadeva incessantemente. Il tipo fuoco era molto infreddolito, ma non per questo la sua determinazione diminuiva. Anzi, il freddo lo faceva muovere verso il suo obbiettivo. Correva prima sul manto nevoso privo di orme, poi sui rami degli alberi resi bianchi e ghiacciati dalla neve. Ogni tanto scivolava, ma si rialzava come se niente fosse. All’improvviso una raffica di vento lo colpì sul braccio, facendogli un taglio. Era la stessa folata di prima, che aveva spento il fuoco. Chimchar si rigirò, ma non vide ancora nessuno.

“Il bianco ti stordisce piccoletto?†disse la stessa voce di prima. La scimmietta aguzzò la vista e vide un Pokémon dal manto bianco che o rendeva invisibile in mezzo alla neve. Aveva la faccia, le zampe, la coda e un lungo corno di un grigio molto scuro. Questo corno aveva la forma di una sciabola: molto probabilmente lanciava gli attacchi con esso.

“Solo ora mi vedi? HAHAHAHA!†Chimchar era confuso, ma riconobbe il nemico che aveva d’avanti: era un Absol.

“Maledetto, cosa vuoi da me?â€

“Voglio che abbassi la cresta: sono giorni che osservo le tue prede, ovvero Squirtle e Charmander. Non sembrano malvagi. Anzi, sono dei poveri Pokémon che non hanno fatto nulla di male.â€

“Tu credi? – rispose Chimchar – Loro sono la causa dei terremoti nella mia regione e non solo. Tutte e catastrofi che si stanno abbattendo sul mondo. Beh, è colpa dell’umano. E io per la pace e serenità  del mo-â€

“NO! Ti sbagli! Loro non c’entrano nulla in questa storia. Io, come ogni altro Pokémon della mia specie, ho un’abilità  innata. Vedi, posso prevedere le catastrofi naturali. Ed è vero che in questi ultimi tempi ce ne sono state molte, ma non credo che la causa sia l’essere umano. Questa storia mi puzza. E poi improvvisamente sei comparso tu. Il vero ostacolo sei tu. Ma non credo che un semplice Chimchar si metta contro tutti. Per chi lavori?â€

“Non sono fatti tuoi. E mi dispiace caro Absol, ma tu mi sei d’intralcio, quindi fattene una ragione e accetta la sconfitta che sto per infliggerti!â€

L’aria gelida era diventata incandescente e Chimchar non sentiva più freddo. Anzi, la sua coda-fiamma era diventata più grande, segno di felicità  nel combattere. Effettivamente dopo ore di viaggio presso un monotono paesaggio sempre più bianco e più freddo una bella lotta ci voleva.

“Non perdiamoci in chiacchiere. Voglio vedere se sei davvero forte come si dice. Preparati, è la FINE!â€

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La tensione era alle stelle. C’era qualcosa nell’avversario dell’ormai spietato Chimchar. Qualcosa che lo preoccupava: non era un semplice gradasso come i Pokémon che aveva battuto prima, ma forse quello che diceva era vero. Forse Chimchar era passato dalla parte sbagliata. Ma la colpa non era sua. Però non aveva risentimenti. E ringraziava il Team Perfidia per la forza e per la determinazione che gli avevano dato. Adesso finalmente si sentiva qualcuno. Qualcuno riconosciuto e temuto.

Erano immobili. Ognuno osservava l’avversario aspettando che facesse anche un piccolo movimento. Sembravano statue. Si fissavano dritti negli occhi. Ecco che Absol smorzò quel silenzio interrotto solo dal rumore della neve che cadeva con un Attacco Rapido, che andò a segno. Chimchar fece un lungo volo e andò a sbattere su un tronco. Absol corse velocemente verso di lui caricando un Ventagliente alla massima potenza. Sembrava la fine per Chimchar. Ma si scansò all’ultimo secondo e il colpo andò contro il tronco, tagliandolo e facendo abbattere l’albero. Il lupo si sorprese, sia per la velocità  della scimmia, sia per il fatto che era scomparso. Si mise in guardia: poteva essere ovunque. Ma intorno non c’era nemmeno l’ombra di Chimchar.

“DISGRAZIATO! Non ti nasconderai sugli alberi a lungo!â€

Pensava di trovare il nemico sugli alberi. Aguzzò la vista e vide un puntino rosso su un ramo lontano.

“Sei prevedibile ragazzo mio†disse il Pokémon bianco. E mentre si stava dirigendo verso il nemico sentì la terra coperta dalla neve sotto i suoi piedi tremare. I suoi piedi bruciavano. L’abile quanto crudele Chimchar aveva prima usato Lanciafiamme su un ramo non bagnato dalla neve e poi si era nascosto sotto terra usando l’attacco Fossa. Successivamente aprì un varco sotto i piedi del nemico e usò infine Lanciafiamme per colpirlo in pieno. Aveva usato una mossa geniale quanto efficace.

“Accidenti, sei furbo. Le voci che circolano su di te sono vere allora. Bene, la tua sconfitta sarà  più saporita!â€

Chimchar questa volta volle stavolta mimetizzarsi sul serio tra le fronde ghiacciate degli abeti che caratterizzavano quel paesaggio bianco. Prese della neve dal terreno e la lanciò addosso ad Absol, che la schivò facilmente. Con questo trucco aveva guadagnato tempo. E per far si che l’attacco andasse a segno correva più che poteva.

“Sorpresa!â€

Absol gli era spuntato sulla destra e lo aveva colpito con il corno, facendolo cadere sulla neve.

“Questa mossa si chiama Inseguimento. Tranquillo, tu non mi puoi scappare! Questo scontro finirà  con la mia vittoria. Rassegnati.â€

“MAIII!!†e Chimchar utilizzò una delle mosse che conosceva prima della sua trasformazione: Fulmisguardo. Quegli occhi rossastri erano inquietanti. Proprio per questo si era tenuto la mossa. Absol tremò e fece qualche passo all’indietro, segno che l’attacco stava funzionando. Senza indugiare la scimmia usò un potentissimo Lanciafiamme che colpì l’intimorito Absol. Era accasciato a terra, quasi privo di sensi. Comparve il sorrisetto maligno sul volto di Chimchar, forse perché era certo della sua vittoria sull’avversario.

“Beh, che ti prende? Tutto qui quello che sai fare? Sei proprio una delusione.â€

Non fece in tempo a pronunciare queste parole che si ritrovò davanti Absol che procedeva in tutta velocità  verso di lui: stava usando Attacco Rapido. Ma se ne accorse troppo tardi e il colpo, una volta andato a segno, fece molto male. Gli prese in pieno la faccia, facendogli uscire del sangue dal labbro. Si rialzò con fatica e osservò con le ciglia aggrottate il nemico che era senza energie dopo aver usato la veloce mossa. Ansimavano. Sotto i piedi dei due la neve si era sciolta: la lotta era infuocata. E si infiammò nel vero senso della parola: Chimchar scagliò un altro Lanciafiamme che però non andò a segno. Era troppo stanco per lanciare attacchi di quel genere. Doveva prendere tempo per ricaricarsi.

“Ehi Absol, che ne dici di una tregua? Siamo entrambi stanchi e d-â€

“Non funzionerà  mai: chiedi una tregua per poterti riposare, in modo che tu possa lanciare un attacco potente, non è così? Adesso assaggia il mio Ventagliente! MASSIMA POTENZA!â€.

Chimchar era sconvolto: non pensava che il suo nemico avrebbe rifiutato una pausa. Inoltre si stava beccando un Ventagliente potenziato dritto verso di lui. Pensava: “D-Devo rischiare, anche se ne risentirò non posso perdere!â€. Guardò l’avversario, si mise a ridere ed infine urlò: “VAMPATA: MASSIMA POTENZA!â€.

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Capitolo 9

Lotta Sotto la Neve - Seconda Parte

Chimchar venne circondato da un’aura rossastra e cominciò a brillare anche lui dello stesso colore. La lama di Absol era diventata bianca come la neve e brillava di luce propria.

“Porrò fine a questa lotta! Ventagliente, colpisci!†Absol scagliò un potentissimo Ventagliente, che sicuramente avrebbe fatto un brutto colpo e avrebbe mandato Chimchar K.O.

“VAMPATA!!!!†e la scimmia contrattaccò con una potentissima fiamma che andò a tutta velocità  verso il colpo dell’avversario.

Absol capì che appena le due mosse si sarebbero scontrate ci sarebbe stata una violentissima esplosione. Così corse più velocemente possibile dal luogo dell’impatto imminente lasciando il rivale da solo al suo destino. E fece in tempo a mettersi in salvo. Chimchar capì che l’esplosione lo avrebbe coinvolto e si mise a ridere, perché non aveva più alcuna forza in corpo e aveva le gambe e le braccia immobilizzate e indolenzite a causa del durissimo scontro. Il boato provocato fu forte; la luce era abbagliante e non si vedeva nulla. Qualche istante dopo la neve non cadeva più. E non c’era nemmeno sulla terra: si era sciolto tutto! Si vedeva in mezzo alla terra Chimchar che non dava segni di vita: era K.O.

Absol si avvicinò al corpicino della scimmia e osservava il nemico esausto. Era felice della meritata vittoria.

“Dopotutto – disse – Il bene vince sempre. Ma porterò il ricordo di questa lotta per sempre.â€

Dal mantello color neve del lupo bianco uscì una baccarancia e la mise affianco allo scimpanzé dormiente e si voltò per andarsene. Dopo qualche passo si voltò di nuovo, per vedere per l’ultima volta l’avversario. Ma vide una cosa che non si sarebbe mai aspettato: il torsolo della baccarancia per terra e Chimchar scomparso. Absol si rimise in posa di combattimento e prese anche lui una bacca curativa. Ricominciò a nevicare: la battaglia non si era conclusa. L’aria si era fatta incandescente e la neve si stava di nuovo sciogliendo. Absol osservava in silenzio la foresta ghiacciata. Osservava ogni cosa, scorgeva ogni minimo movimento e ascoltava ogni minimo rumore: Chimhcar poteva essere ovunque. Persino sotto di lui. Ma si accorse troppo tardi che la scimmietta era sopra di lui: lo stava cavalcando. Gli afferrò il corno e lo strinse forte con la mano destra, mentre con quella sinistra aveva afferrato una ciocca di capelli e li stringeva.

“Ti ho beccato impreparato, eh?!†“Maledetto, reggiti forte!†e Absol usò un disperato Attacco Rapido verso il tronco di un albero che riteneva più robusto. Poco prima dell’impatto Chimchar disse:

“Non funzionano i bluff contro di me! Non mollerò mai la presa!â€. Queste parole arrestarono la corsa del lupo e lui disse:

“Chi ti ha detto che volevo andare a sbattere sull’albero?â€. Chimchar era confuso: non sapeva cosa aspettarsi dall’avversario. Era molto imprevedibile. All’improvviso sentì un gran dolore alla mano destra, quella con cui si reggeva al corno. Il nemico aveva giocato molto sul fattore psicologico: aveva spronato lo scimmiotto a reggersi forte, altrimenti sarebbe caduto e si sarebbe fatto male, così da usare un Ventagliente e colpire in pieno la mano del nemico. Chimchar aveva la mano piena di sangue: era inutilizzabile per la lotta. Cadde dalla schiena di Absol, facendo un gran tonfo, e cominciò a rotolare per terra, dolorante. La neve si era tinta di rosso. Infuriato per quella ferita, lo scimpanzé si alzò e andò contro l’abile rivale senza usare attacchi specifici. Sperava di ferirlo toccandolo con la fiamma che aveva come coda. Ma la mossa era inefficace, anzi, danneggiò molto la scimmia poiché Absol usò la mossa Inseguimento. Mentre quest’ultimo rideva Chimchar era disperato: non sapeva come attaccare né con quale mossa. E l’avversario non mostrava alcun segno di stanchezza. Non poteva usare fossa perché aveva la mano sanguinante, non poteva usare Vampata perché non aveva molta energia e Lanciafiamme era molto indebolita per causa del precedente attacco. In pratica non aveva mosse offensive disponibili. Mentre pensava però era diventato vulnerabile agli attacchi del nemico: questo non si lasciò sfuggire l’occasione e usò Danzaspada: il suo attacco era diventato molto elevato e bastava un colpo per mandare al tappeto Chimchar.

“Sai, mi sono divertito e sei in gamba. Ma ora è giunta la tua fine!†disse Absol, caricandosi per un Ventagliente. Sorrise e lo lanciò contro l’avversario.

“M-a cos-?!†disse sorpreso Chimchar preso in pieno dall’attacco devastante dell’opponente. La neve sul suolo si alzò e sembrava polvere impedendo la visuale al lupo bianco. Maquest’ultima si dileguò in un istante sciogliendosi: Chimchar era ancora in piedi. E aveva un aria ancora più inquietante: gli occhi erano più rossi di prima e la fiammella era diventata enorme.

“Non ci voleva, quello è Aiutofuoco! L’abilità  di Chimchar!†Quando i ps di Chimchar sono bassi si attiva la sua abilità  speciale: le mosse fuoco sono potenziate.

Chimchar si girò verso Absol e lo guardò arrabbiato. Il sorriso demoniaco era sparito. Il suo sguardo era molto serio e grintoso. Ruggì e lanciò un potentissimo Lanciafiamme che sciolse la neve e si stava dirigendo contro l’opponente.

“Sarai anche forte, ma non più di me†disse Absol e si abbassò, schivando la mossa. I PS di Chimchar erano bassi e bastava un colpo per stenderlo.

“Devo rischiare, devo colpirlo da lontano con un Ventagliente: è l’unico modo†pensò il lupo ringhiando.

Chimchar cominciò ad emanare un’aura rossa: stava usando di nuovo Vampata.

“Ora o mai più: Ventagliente!, colpisci!†e la mossa partì alla massima velocità .

Mi scuso se ci sono errori, ma non avevo tempo di correggere. E se ne trovate uno, siate gentili da segnalarlo, grazie.

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Capitolo 10

Il Team di Alakazam

…: “E questo Chimhcar cosa ci fa qui?â€

…: “Ah, non chiederlo a me. Ma non concentriamoci troppo su di lui. Abbiamo una missione e dobbiamo portarla a termineâ€

…: “Noi siamo una squadra di soccorso per prima cosa. E la salvezza di un Pokémon conta prima di tutto. Adesso ci penso io a metterlo in salvo.â€

…: “Perfetto. Ma sbrigati, voglio regolare i conti con quei due!â€

Il buio completo. Nient’altro che oscurità . Chimchar provava questa sensazione da tempo. Credeva di essere morto, ma sperava di no. Ma ad un certo punto tutto si stava illuminando, tutto stava prendendo una forma grazie ad una debole luce. Si svegliò di colpo. Era steso su un letto a due piazze imbottito con una coperta di colore verde, con un grande cuscino verde-acqua messo al centro. Il lenzuolo era di un tessuto molto leggero e fresco sempre dello stesso colore del cuscino. Si guardò intorno: si trovava in una grande stanza con le pareti colorate di un celeste molto acceso e il soffitto era bianco. Il pavimento era coperto da un grande tappeto rosso, con dei simpatici ricami sopra. La porta era chiusa. Era sconvolto: l’ultima cosa che si ricordava era Absol. Probabilmente era stato battuto ed era stato trovato privo di sensi dal proprietario della casa in cui si trovava. Era molto arrabbiato, ma d’un tratto cambiò pensieri perché gli faceva male la testa. Faceva caldo. Guardò verso la finestra, alla sua destra, per vedere la neve che cadeva. Delle tende color cielo coprivano la finestra. Ma Chimchar voleva rivedere la neve, per ricordarsi la sconfitta subita da Absol. Si alzò dal letto e vide con stupore che le sue ferite si erano rimarginate. La sua mano era guarita. Si sedette sul bordo del letto e sentì una fitta allo stomaco: aveva fame. Aveva anche la bocca asciutta, segno di disidratazione. Leggermente si alzò dal letto e si diresse verso la finestra. Stranamente c’era una luce molto forte che proveniva da essa. Afferrate le pesanti tende con le mani le tolse dalla finestra. Quello che vide non era affatto piacevole: una foresta. Adesso, più di prima, non sapeva dove si trovava. Voleva spaccare tutto, ma gli era rimasto del vecchio Chimchar il buon senso e si limitò a stringere forte i pugni. La porta ad un tratto si aprì facendo sobbalzare l’irato scimmiotto.

“Oh, meno male che ti sei svegliato!â€

Un anziano Tangrowth entrò nella stanza.

â€Sono ben… Ehm… Non ricordo, ma è parecchio che dormivi. Ti ho trovato sotto un albero, e-â€

“Scusa – lo interruppe – dove mi hai trovato?â€

“Hai sentito bene, sotto un albero vicino casa mia: eri coperto di ferite, ma niente di grave. Tutto grazie alla coltivazione di bacchecedro che ho dietro la mia casaâ€.

Chimchar era stupito. Come poteva trovarsi nel bel mezzo di una grande foresta, se prima si trovava nel freddo più assoluto?

“Scusa, ma la Foresta Glaciale dov’è?†chiese.

“La foresta Glaciale hai detto? Non ricordo, ma adesso controllo: ho una mappa molto aggiornata!†rispose il vecchio Tangrowth. Fece cenno di seguirlo e si girò verso la porta scomparendo. Chimchar non esitò e andò verso di lui. La casa era circolare, con le stesse colorazioni della stanza. Il pavimento aveva delle piastrelle verdi, che ricordavano le foglie. Al centro del soggiorno c’era un tavolo di legno, coperto da una tovaglia con dei quadrati blu e arancioni che formavano una scacchiera. C’erano tre porte, in tutto quattro con quella della stanza in cui aveva riposato Chimchar: una doveva essere la porta d’entrata, un’altra la stanza del padrone di casa e l’altra non aveva idea che cosa potesse celare. Ma Tangrowth si stava dirigendo proprio verso quella porta. L’aprì e una puzza di chiuso uscì dalla stanza. Ma più che una stanza quella era una cantina: c’era una scalinata a chiocciola che conduceva verso il basso. Era illuminata da alcune candele laterali.

“Coraggio, scendiamo!†disse il grande Pokémon di tipo erba, scendendo lentamente.

Dopo qualche secondo la scala finì e c’era una stanza in marmo grigio, illuminata da due candele poste ai lati delle pareti. C’era un grosso baule al centro. Tangrowth si diresse proprio lì e aprì lo scrigno: c’erano un sacco di fogli ingialliti. Forse erano mappe. Ne prese una che era nuova e la consultò.

“Dunque la foresta glaciale è qui†disse indicando una località  a nord “mentre noi siamo qui†disse scendendo di molto verso sud. “Dista molti giorni da qui. Tieni così puoi studiare il percorso che devi fare.†E consegnò la mappa a Chimchar. Era sconvolto: non capiva come poteva trovarsi in quel luogo. I due risalirono le scale e notarono che un Pelipper stava volando tra le fronde degli alberi: aveva consegnato il giornale quotidiano.

“Oh, menomale - disse con un sospiro di sollievo il vecchio – è arrivato il giornale!â€

Chimchar osservava in silenzio la casa: era molto bella. Si stava alzando dalla sedia quando ci fu una violenta scossa di terremoto. Ma Tangrowth non si agitò minimamente, anzi, continuò a incamminarsi verso la cassetta della posta per prendere il giornale. La scossa durò qualche secondo e cessò quando il vecchio si sedette con il quotidiano in mano.

“Non hai sentito la scossa?†disse Chimchar incredulo.

“Certo che l’ho sentita, ma oramai ci ho fatto l’abitudine. Vedi, in questi ultimi tempi la frequenza delle scosse di terremoto si sta intensificando sempre di più.†Rispose Tangrowth mentre aveva lo sguardo fisso sulla prima pagina del giornale.

Ma ad un certo punto urlò: “Oh, perbacco! Questa non me l’aspettavo! Alakazam e la sua squadra sono partiti per la Caverna Magma! Dicono che la causa dei terremoti provenga da lì. Se siamo fortunati li vedremo passare per la valle sottostante alla foresta!â€

“Scusa, ma chi sono Alakazam e gli altri?†chiese Chimchar.

“Sul serio non lo sai? Beh, Alakazam, Charizard e Tyranitar formano una squadra di soccorso di rango d’oro! Siamo in ottime mani! Vengono da… Ehm come posso spiegartelo… Hai presente la città  dove vive l’umano? Quello che era ricercato fino a qualche giorno fa, ma che poi venne ben presto lasciato in pace perché innocente? Ecco, abita lì.â€

“Come? L’umano è innocente?†Esclamò sorpreso Chimchar, ricordandosi della sua missione.

“Già  â€“ rispose il vecchio – è innocente. è stato Gengar, il capo del Team Perfidia, a mettere contro di lui quasi tutte le squadre di soccorso. Ma per fortuna un certo Absol li ha aiutati a mettersi in salvoâ€.

Il nome di Absol fece male a Chimchar: si trattava del nemico che gli aveva inferito tutte quelle ferite. Ma si trattenne dal sentimento e dal desiderio di spaccare tutto.

“Prima hai detto che avremmo potuto vedere il team di Alakaz-“ Chimchar si arrestò di colpo. Qualcosa nella sua testa prendeva forma. Ma era qualcosa di sbiadito e di non chiaro. Sembrava che stesse riconquistando la ragione, che la personalità  buona di Chimchar stesse tornando, prendendo il posto di quella malvagia creata dal Team Perfidia. Stava lottando per tornare padrone del suo corpo, la metà  buona. Ma non ci riusciva. Sebbene indebolita dalla lotta, la malvagità  regnava sovrana nell’anima. Ma riuscì a ricordare qualcosa di familiare. “Alakazam… Charizard… Tyranitar…†Ma per quanto si sforzasse non riuscì a rimembrare nulla.

“Dicevi?†disse Tangrowth aspettando pazientemente la risposta di Chimchar.

Tangrowth era un Pokémon anziano, di natura tranquilla. Prendeva la vita con calma, ma in passato non era così. Mentre Chimchar si girò verso il vecchio, qualcosa attirò la sua attenzione. Qualcosa che luccicava ai raggi del sole pomeridiano sopra una mensola di legno lo distolse dai suoi pensieri.

“Vedo che hai notato il mio speciale fiocco del rango d’oro!†disse Tangrowth con un aria fiera.

“R-Rango d‘oro?!?!†disse sorpresa la scimmia.

“Devi sapere che molto tempo fa io ero a capo di una squadra di soccorso Pokémon. Eravamo in tre: me, una graziosa ma letale Lilligant e un inquietante Carnivine. Eravamo il Team Liana! Questo però anni fa… - Tangrowth cambiò tono di voce, diventando triste – Adesso io sono qui da molto tempo e ho completamente perso le tracce dei miei vecchi compagni… Ma lasciamoci alle spalle il passato!â€

“Dicevo, dove possiamo osservare il passaggio di quei rimb-ehm quegli eroici esploratori?†disse Chimchar con un tono arrogante, mettendo in risalto la cattiveria che aveva nell’anima.

“Dunque, adesso mi sembra un po’ tardi per andare a vedere e tu sei ancora stordito per il tanto sonno. Quindi rimandiamo la cosa a domani, se non ti dispiace rimanere mio ospite per ancora un po’ di tempo.â€

“E adesso cosa faccio? La mia missione deve completarsi. Innocenti o non, io ho un compito. Ma meglio sfruttare questo vecchio, mi sembra una buona idea. Ha anche un fiocco d’oro, quindi mi saprà  proteggere.†pensò la scimmia.

“Va bene, grazie!†disse subito dopo, simulando un sorriso.

Calò la sera. Chimchar era steso sul letto verde. Sbuffava, perché pensava al suo capo, Gengar: perché gli aveva affidato la missione? Perché non ci ha pensato lui a far fuori l’umano e Charmander, il suo compagno? Pensava che quel Gengar fosse incapace e incompetente. Ma smise di preoccuparsi tanto per quel Pokémon subdolo e si girò verso il comodino che aveva alla sinistra del letto per prendere il giornale dello stesso giorno. Alakazam… Qualcosa in quel nome lo aveva colpito. Sul giornale c’era scritto:

“Il grande eroe Alakazam, seguito dai suoi due compagni Charizard e Tyranitar, è partito per recarsi nel Dungeon dove si ipotizza che ci sia la causa dei terremoti: il leggendario Groudon. Dopo un’antichissima lotta contro il suo arcinemico Kyogre, andò in letargo e il suo risveglio sta provocando i terremoti che si stanno verificando nel mondo. Siamo in buone mani, perché Alakazam non ha mai fallito una missione!â€.

Lesse tutto l’articolo e si girò per posare il giornale sul comodino, ma…

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Capitolo 11

La Foresta Magnolia

Il comodino era occupato da un grande fazzoletto celeste con dei quadratini bianchi. Avvolgeva qualcosa di rettangolare di piccole dimensioni. Era sempre stato lì, anche quando si era ripreso, ma non l’aveva mai notato. Subito dopo la porta si aprì delicatamente scricchiolando: Tangrowth voleva accertarsi che il suo giovane ospite avesse avuto ogni sorta di comodità  e che non avesse avuto problemi.

“Tutto bene? Se hai bisogno di qualcosa non esitare a chiedere!â€

“Scusa – disse Chimchar subito dopo – Ma… Cosa ci fa questo qui?†indicando il fazzoletto chiuso.

“Quello? Ah, l’ho trovato vicino a te, sotto l’albero dove ti ho trovato svenuto. Non è tuo?â€

“No, invece conosco troppo bene questo fazzoletto, temo di conoscere anche il contenuto. Ma grazie.â€

“Di niente†rispose il vecchio uscendo dalla stanza e chiudendo la porta dietro di sé.

Stava sudando freddo. I ricordi tornavano nella mente di Chimchar: la parte buona stava tornando a prendere il possesso del corpo. Con grande fatica la scimmia allungò il braccio verso il fazzoletto e lo afferrò, scoprendo la cosa che si trovava racchiusa all’interno. Un brivido attraversò la sua schiena: era il diario di Lucario. Cosa ci faceva lì il diario? E soprattutto, come ci era arrivato insieme a Chimchar? Adesso i ricordi erano tornati, la parte malvagia di Chimchar si era fatta da parte, lasciando spazio al Chimchar buono e timido. Ma non era del tutto svanita, anzi, nei meandri dell’anima un grumo di malvagità  alloggiava, crescendo sempre di più ad ogni minuto. Ma questa malvagità  al momento era bloccata. La parte buona, riacquistato il controllo, non sapeva dove si trovasse. Aveva un vuoto di memoria. L’ultima cosa che si ricordava era un vortice nero: gli Unown richiamati dal rito del Team Perfidia. Poi nulla di più. Pensò che era stato portato in salvo da qualcuno che era stato così gentile da ospitarlo. Si alzò dal letto in punta di piedi e aprì la porta scricchiolante in modo che non facesse troppo rumore: il soggiorno era illuminato da una luce fioca color arancione. Il camino della casa era acceso e Tangrowth si era assopito sulla sedia a dondolo davanti al fuoco. Teneva tra le mani il quadro con i suoi vecchi compagni d’avventura ovvero Lilligant e Carnivine.

Chimchar rientrò nella stanza chiudendo la porta silenziosamente. Non aveva sonno e per “ammazzare†la noia aveva bisogno di fare qualcosa. Prese il diario e lo cominciò a leggere:

Giorno 21, Mese 10, Anno XXXX

"Gli allenamenti del Team Blast procedono alla grande. Monferno è sempre più grintoso e Marowak riesce a sbaragliare qualsiasi avversario con la sua saggezza e con il suo durissimo osso-clava.

Ma adesso devo andare, la casella della posta è piena, scrivo dopo quello che accadrà ."

Lucario si diresse verso la porta della sua casa e uscì per prendere la posta. Fuori, nel cortile, si allenavano senza sosta Marowak e Monferno. Li salutò e andò subito a leggere le richieste di aiuto. O meglio, la richiesta d’aiuto: nella casella della posta c’era una sola lettera. L’aprì: era una missione di grado B.

“Ragazzi, ci hanno affidato una missione di grado B!†disse con entusiasmo.

Lucario era un Pokémon molto conosciuto perché faceva parte della commissione suprema delle squadre di soccorso e di esplorazione. Ma il suo sogno era di riuscire a sradicare dal mondo le organizzazioni criminali che seminano terrore e fanno razzie nella regione. E spesso ripensava a quel Chandelure. Probabilmente bluffava, visto che non si è saputo più nulla su di lui. Lucario era anche conosciuto perché aveva svolto molte missioni di grado S, ma poi decise di mettersi in proprio e fondò il Team Blast. Quindi la missione di grado B sarebbe stata una passeggiata per il Pokémon, ma per gli altri due era una vera e propria sfida.

“Grado B!?!†esclamò Monferno.

“Ma non è un po’ troppo presto? Insomma, siamo nel bel mezzo degli allenamenti e non siamo ancora affiatati tra di noi†disse Marowak con tono calmo.

“Le missioni sono il migliore allenamento. Adesso leggo ad alta voce la lettera:

Mittente: Sneasel

Grado: B

Luogo: Foresta magnolia

Ricompensa: ???

Salve Team Blast! Ho bisogno del vostro aiuto! Sono giorni che mio fratello Sneasel non torna da un Dungeon. Vi prego di andarlo a cercare! Offro molto per ricompensa, ma basta che lo troviate, per favore!

N.B. Se vi può aiutare ha al collo un fazzoletto viola.

Beh, è un caso singolare. Uno Sneasel in un bosco di magnolie, per giunta con un segno di riconoscimento. Preparatevi, si parte oggi stesso!†disse Lucario.

“M-Ma devo lucidare il mio osso! Non mi piace tenerlo sporco!†rispose Marowak agitato.

La vita di un Pokémon prima di tutto! Ricordalo! - disse Monferno intromettendosi - Anche se ho paura: questa è la mia la mia prima missione di rango B…â€.

“Tranquillo, si tratta solo di trovare uno Sneasel smarrito. E dato che in quella foresta non ci sono esemplari di quel tipo, possiamo stare tranquilli!â€

“Sarà , ma…â€

Ultimati i preparativi, il Team si diresse verso il Dungeon designato. Qualche ora dopo il paesaggio cambiò: prima era costituito principalmente da pini e qualche abete, adesso erano in una vastissima radura con una grande quercia al centro.

I tre decisero di fare una sosta sotto il maestoso albero. Ma appena arrivarono videro un Litwick sdraiato. Purtroppo Monferno riconobbe il suo aggressore e si arrabbiò, correndo verso il piccolo Pokémon dormiente. Lucario percepì di nuovo un’alterazione nell’aura del Pokémon e cercò di fermarlo, prima che potesse combinare qualcosa di inimmaginabile. Il lupo raggiunse Monferno e lo blocco, schiantandosi al suolo.

“Cosa stai facendo?!?! LASCIAMI ANDARE, IMMEDIATAMENTE!!!†urlò arrabbiato Monferno, facendo svegliare lo spettro.

“Stai calmo, non ha fatto nulla di male, stava solo dormendo. E poi, come fai ad essere sicuro che sia uno di quei Litwick?â€

Lucario aveva ragione. Non poteva attaccarlo senza avere la certezza di quello che stava facendo.

“Se la mia presenza vi crea problemi, posso andarmene tranquillamente†disse con calma e serenità  il piccolo Litwick mezzo assonnato.

“Ti chiedo scusa a nome del Team Blast. Questo è un periodo difficile per noi, mi dispiace che la nostra rabbia si sia riversata su di te.†disse Marowak.

“Non fa niente, tanto mi dovevo svegliare!†rispose allegramente lo spettro.

Dopo l’inconveniente i tre si riposarono sotto il grande albero. Il vento li riparava dall’ardente sole di mezzogiorno. Il vento creava una piacevole brezza che accarezzava le pelli dei Pokémon e creava un delicato fruscio tra le foglie. Una ghianda cadde in testa a Marowak, provocando l’ilarità  generale. C’era un piccolo Pachirisu che dormiva dentro una cavità  dell’albero.

Rilassati, i tre partirono nuovamente. Finita la radura, si trovarono davanti una vera e propria foresta: era costituita interamente da magnolie.

“Ci siamo – disse Lucario con tono grintoso – è tempo di agire!â€

I Dungeon hanno un’energia magica e misteriosa, che porta i Pokémon che vi abitano ad attaccare chiunque si inoltri al suo interno.

Cominciò la discesa verso il cuore della foresta. Un Pineco cadde in testa a Marowak, esplodendo. Per fortuna non andò K.O., ma anche se fosse stato così lo avrebbero potuto rianimare con un Revitalseme. Si girarono e un Bellsporut usò Acido su Lucario, ma lui fu più rapido e usò Forzasfera, facendo volare via la pianticella.

Man mano che procedevano, la foresta si faceva sempre più buia e più volte venivano attaccati da dei Ferroseed e dei Pinceco. Ma grazie alla potenza di Monferno, dovuta alla rabbia, il Team Blast superò gli ostacoli facilmente. Adesso erano arrivati ad una zona senza alberi, una piccola radura all’interno del bosco. C’erano dei tronchi tagliati, creando delle specie delle sedie. Se avrebbero proseguito sarebbero entrati nel cuore della foresta. E di Sneasel ancora nessuna traccia.

Si riposarono per qualche minuto.

“è ora!†disse Lucario alzandosi di scatto.

“Andiamo!†dissero gli altri due alzandosi contemporaneamente.

Cuore Magnolia P. -1

Appena misero piede all’interno della foresta si sentì un rumore metallico. Sotto i piedi di Monferno c’era una Castagnotrappola attivata. Quando se ne accorse era troppo tardi. Magicamente delle castagne caddero addosso alla scimmia e la ferirono, ma non gravemente. Andarono avanti e incontrarono un Weepinbell che dormiva. Fecero piano per non svegliarlo, ma comparve un grosso Ferrothorn che procedeva rotolando con grande velocità  verso di loro: stava usando Rotolamento. Monferno usò Lancafiamme prima su Weepinbell che andò K.O. e poi su Ferrothorn. Ma quest’ultimo continuò la corsa e colpì in pieno Monferno, scagliandolo lontano. Allora Marowak usò Colpo, ferendo non molto il nemico, che contrattaccò con Ferrartigli. Marowak si abbassò e usò colpo, fallendo. Ma divenne confuso per la fatica e venne colpito in pancia da un secondo Ferrartigli. Lucario usò Forzasfera mandando al tappeto il grande nemico. Appena Marowak e Monferno ripresero i sensi, i tre si incamminarono più a fondo.

Cuore Magnolia P. -2

Non incontrarono alcun Pokémon, ma videro qualcosa che non avrebbero mai voluto vedere: il fazzoletto viola di Sneasel per terra.

“Non ci voleva! Ragazzi, affrettiamoci!†disse Lucario raccogliendo il foulard.

Un altro Weepinbell si avvicinava a loro, ma venne battuto velocemente.

La camminata sembrava non finire mai.

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Capitolo 12

Cuore Magnolia

Cuore Magnolia P. -3

Il Team Blast camminava faticosamente, come se gli mancassero le energie. Eppure si erano riposati a dovere. Forse era la fame: in fondo non mangiavano da molto. Presero una Mela ciascuno e la divorarono come se non avessero toccato cibo da giorni. La loro situazione migliorò, ma di poco. Batterono con facilità  dei Weepinbell e dei Ferroseed.

Un altro Ferrothorn comparve, ma non da solo: era in compagnia di un robustissimo Forretress.

Quest’ultimo attaccò Lucario con un Colemorso, ma non successe nulla di particolare. Anzi, Lucario usò Forzasfera che fece indietreggiare il coleottero. Ferrothorn usò Ferrartigli che colpirono Monferno con un brutto colpo. Marowak usò Breccia in testa a Ferrothorn, mandandolo al tappeto. In difficoltà , Forretress usò Autodistruzione, ferendo gravemente i tre esploratori. La situazione di Monferno si era aggravata: era steso per terra e respirava con fatica. Ma Lucario aveva con sé una Baccacedro. Gliela diede e la scimmia si sentì subito meglio.

Cuore Magnolia P. -4

Monferno sudava. Come se qualcosa gli succhiasse continuamente l’energia vitale. Quella foresta aveva qualcosa di maledetto e ne era sicuro.

Marowak era tranquillo: sudava ed era stanco, sì, ma non era preoccupato. Diceva che era normale, viste le numerose battaglie che stavano affrontando.

Lucario era agitato: il fazzoletto viola di Sneasel era ridotto a brandelli, chissà  che cosa gli era capitato… E strinse i pugni con la poca forza che aveva in corpo.

Un Kangaskhan spuntò dal nulla e colpì in faccia Marowak con Stordipugno , confondendolo. Per difendersi Marowak lanciò l’osso ma colpì Lucario nell’occhio, provocandogli un dolore allucinante.

Monferno capì che non poteva contare sul suo Team in quel momento e con un potente e veloce Pugnorapido stese l’enorme Kangaskhan.

I tre erano allo stremo, ma proseguirono con fatica.

Cuore Magnolia P. -5

Finalmente vedevano della luce passare attraverso le fronde delle magnolie. Sollevati da quella visione, per loro paradisiaca, avanzarono con decisione.

Ma comparve un gigantesco Slaking al centro della stradina. Con fare provocatorio invitò i tre ad avvicinarsi e loro abboccarono alla trappola del gorilla.

Una decina di Pokémon uscirono dai cespugli, da sottoterra e dagli alberi: era un covo!

C’erano un paio di Dugtrio, quattro Forretress, un Kangaskhan, tre Ferrothorn e due Victrebell, capeggiati dall’enorme Slaking. I tre si misero in posizione difensiva, ma un Pineco e un Ferroseed caddero in testa a Monferno, ferendolo. Slaking, sicuro della vittoria dei compagni, si sdraiò sulla schiena e si appisolò.

La battaglia era ferocissima. Monferno stava finendo le forze, a furia di lanciare potenti Lanciafiamme. Marowak aveva paura che il suo osso si sarebbe potuto spezzare per tutti i colpi che stava dando. Battuta la maggior parte dell’orda, Marowak, affaticato, disse:

“Capisco: adesso so quanto è elevata la difficoltà  del grado B!â€

“Hahah, menomale che la missione sarebbe stata facile, eh Lucario?†disse Monferno per terra.

“Heheh, non devo più sottovalutare le missioni…†rispose Lucario con il fiatone.

Slaking russava rumorosamente, facendo male ai timpani del Team Blast: stava usando la mossa Russare! Un Dugtrio ne approfittò per usare fossa, colpendo in pieno Monferno. Colpito il nemico, la talpa tornò sotto terra, intenzionata a colpire un’altra vittima: Marowak. Quest’ultimo percepì le intenzioni dell’avversario e si mise in guardia.

Marowak era il più anziano dei tre e aveva molta esperienza nel campo di battaglia. Nella regione di Manda era il secondo guerriero più potente e più abile tra tutti, preceduto solamente da Lucario stesso.

Analizzò bene il campo di battaglia: era pieno di buche create da Dugtrio per spostarsi liberamente e attaccare da vicino. Sorrise. Il suo gioco preferito era “Acchiappa il Diglettâ€: consisteva nel colpire con un bastone (nel suo caso con l’osso) quanti più Diglett possibile in un minuto. I Diglett, finti, potevano uscire da sei buchi messi nel campo. E ora ci poteva giocare nella realtà , con un Dugtrio.

Un Kagaskhan stava per colpire Marowak ma intervenne Lucario a distanza usando Forzasfera. Marowak era concentratissimo, percepiva ogni singolo rumore e spostamento. Si girò di scatto e diede un colpo con tutta la sua potenza in testa a Dugtrio, che era appena uscito da un buco dietro di lui, mandandolo K.O.

Rimaneva Slaking, che stava dormendo. Monferno usò Pugnorapido, Lucario usò Palmoforza e Marowak usò Bottintesta, facendo svegliare il gorilla. Si alzò in piedi ma ricadde, esausto. Monferno sorrise, ma una fitta al petto lo fece piegare in due. Decisero di proseguire perché oramai il bosco era finito. La loro energia, per qualche misterioso motivo, si stava esaurendo rapidamente.

Lago Magnolia

Il trio arrivò in un luogo silenzioso e calmo. La foresta celava un lago che rifletteva la debole luce che riusciva a passare tra le foglie dei grandi alberi. i tre si dissetarono con l’acqua fresca dl lago.

“I-Il mio fazzoletto…†disse una vocina debole.

I tre si girarono di scatto e videro uno Sneasel. Non era né ferito né stanco.

“Tu devi essere Sneasel. Tuo fratello mi ha mandato una richiesta di soccorso: era preoccupato per te. Ma noto con piacere che stai bene, quindi possiamo tornare a casa!†disse Lucario.

“Mio fratello?†rispose Sneasel confuso.

“Sì, era proprio agitato.†aggiunse Marowak.

Ad un certo punto Monferno cadde per terra esausto: non aveva più energie.

Sneasel scoppiò a ridere, cosa che attirò l’attenzione dei due combattenti.

“Vedete – disse Sneasel sghignazzando – Io non ho fratelli! Hahaha!!!†e scoppiò a ridere.

“Allora chi ha scritto la lettera?†disse confuso Marowak.

“Semplice, l’ho scritta io. Siete caduti nella mia trappola! Io sono un membro del potentissimo Team Malicious!†aggiunse con un sorriso diabolico.

“E non è l’unico!â€

Una voce debole e offuscata parlò: proveniva dalla borsa di Monferno. Uscì di scatto il fazzoletto viola che stranamente si era trasferito dalla borsa di Lucario a quella della scimmia. Levitava dolcemente: era uno spettacolo magico quanto inquietante, da far accapponare la pelle!

Tutto ad un tratto il foulard divenne un malvagio Mismagius.

“Il piano ha funzionato! Adesso ho l’energia di Monferno! Chandelure sarà  contento, hehehe!†disse con voce tenebrosa lo spettro.

“Chandelure?! Voi farabutti lo conoscete!†esclamò Lucario scrocchiandosi le dita: era pronto per combattere.

“Già , è un membro del nostro team.†intervenne Sneasel. Aggiunse: “Uscite, piccoli Litwick!â€

Pronunciate quelle parole, un esercito di Litwick invase l’area.

Monferno aveva ragione, quel Litwick nella radura era uno dei suoi aggressori.

“Non abbiamo scelta, dobbiamo combattere!†disse con tono seccato Marowak.

“Uccideremo te, Lucario, come vuole il capo! MUORI!!!â€

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Mismagius cominciò lanciando una potentissima palla-ombra che colpì in pieno Marowak. Lucario si diresse verso Sneasel e i due sparirono in mezzo alla boscaglia. I loro movimenti erano velocissimi, cosa che fece sorprendere Mismagius: doveva prendere molta più energia a Lucario, in questo modo la battaglia sarebbe risultata più facile. Mentre lo spettro rifletteva, Marowak se ne approfittò per colpire i Litwick che stavano succhiando l’energia interiore a Monferno. Ma cadde al suolo per una Palla Ombra di Mismagius

Ad un certo punto si sentì tuono provenire da un albero: Lucario volò via, col sangue sulla fronte.

Il sole stava tramontando e nel Lago Magnolia si stava combattendo una vera e propria guerra.

Lucario usò troppe Forzasfera, rimanendo a corto di energia. Doveva usare la mossa, quella che aveva usato per battere Chandelure. Palla Ombra. Ma non voleva: la mossa era stata appresa durante il suo Periodo Oscuro. Questo era il segreto della mossa, che lo tratteneva dall’usarla.

La vita di Lucario era sconosciuta, in quanto nel diario non veniva riportato niente riguardo gli avvenimenti prima della formazione della squadra di soccorso.

Costretto dalle circostanze, impregnò la sua energia di sentimenti di odio, ricordi tenebrosi, paura, sgomento, angoscia e infine concentrò la malvagità  creata nelle mani. La sfera era pronta. Aveva una sula chance: se il colpo andava a segno avrebbe sconfitto Mismagius, se il colpo sarebbe fallito non poteva crearne un altro.

“Addio, Mismagius†urlò.

Ma non fece in tempo a lanciare la sfera che Sneasel colpì Lucario con un Gelopugno. Il colpo fu fatale. Lucario cadde a terra privo di forze.

Era la fine? Marowak era senza forze, Lucario era K.O. e Monferno era senza un filo di energia.

“Sneasel – disse Mismagius – dimmi il livello di combattimento di Lucarioâ€

“Va bene!†Sneasel prese dal suo borsello un rilevatore di energia interiore, chiamato scouter. Se lo mise all’occhio e controllò.

“Mmm, è debole. Ma può divenire un problema. Su, ragazzi! Venite a bastonare per bene “l’imbattibile†Lucario, hahaha!! Disse Sneasel, sollecitando i compagni. Questi approvarono l’idea maligna del compagno e circondarono il corpo immobile del lupo, prendendolo a calci e scagliando sfere di energia. Le urla strazianti di Lucario rompevano il perfetto silenzio della foresta, rendendola inquietante.

Sneasel stava per dare il colpo di grazie a Lucario.

“E adesso-â€

Non fece in tempo a pronunciare la parola finale che il suo scouter si attivò di colpo, segnando una cifra altissima dietro di lui. Monferno si era alzato in piedi. Aveva gli occhi completamente rossi. La fiamma che aveva sulla coda era gigantesca.

“S-Sneasel, a quanto è arrivato il livello di combattimento di Monferno?†disse tremolante Mismagius.

“HA PIù DI 8000, ACCIPICCHIA!!!†urlò Sneasel afferrando il rilevatore e lo strinse nella mano, rompendolo.

“Non è possibile, quell’aggeggio deve essersi rotto! urlò Mismagius, terrorizzato.

Monferno era arrabbiatissimo. Un’aura rossa lo circondava: stava usando Aiutofuoco.

Urlò. Il suo urlo rimbombò per tutta la foresta, facendo volare via alcuni Pidgey e Swablu annidati tra gli alberi. Alcuni secondi dopo l’urlo, la foresta esplose nel vero senso della parola: Monferno usò la mossa Fuocobomba e liberò tanta di quella energia che la foresta bruciò. La forza del colpo era immensa. L’acqua del lago evaporò, le piante vennero incenerite: la bella e rigogliosa Foresta Magnolia era diventata nient’altro che un deserto di cenere, di rocce e di tronchi di alberi carbonizzati. Non c’era più traccia dei nemici. Ancora pieno di energie, Monferno si mise a ridere. La sua risata poteva essere paragonata a quella di un pazzo. Ma tornò subito in sé e si diresse verso la base della squadra, con sotto le braccia i due compagni svenuti e malridotti. Si erano miracolosamente salvati dall’esplosione.

Lucario si svegliò nel suo letto. Monferno stava accanto a lui.

Ma dove diavol-“ la scimmia lo interruppe, mettendogli la mano davanti la bocca: vicino a loro c’era Marowak che dormiva.

“Ancora non si è ripreso, però non temo per la sua salute: è un osso duro.â€

I due risero per la battuta, ma tornarono subito seri. Erano pieni di dubbi, ma avevano una certezza: si erano fatti dei nemici. Il perché non si sapeva, ma adesso dovevano stare attenti al Team Malicious. Qualcosa stava per accadere.

Chimchar si era addormentato. Aveva deciso di rimanere con il buon Tangrowth: dopo quel racconto gli era venuta il timore di uscire dalla casa. Non sapeva nemmeno come fare per tornare nella sua città  natale, Borgo Tesoro. In realtà  non si poteva definire una vera e propria città , visto che c’era qualche casa sparsa nei dintorni della spiaggia. Il centro della vita era la piazza principale, piena di negozi utili per gli esploratori e non. Al confine della piazza, verso est, c’era una lunga strada in terra battuta: conduceva verso la gilda di Wigglituff. A ovest c’era il mare e la casa di Chimchar, il Promontorio Sharpedo.Il posto veniva chiamato così perché c’era una grande roccia scavata all’interno con la forma dell’omonimo Pokémon. A sud si arrivava alla spiaggia, dove l’acqua era cristallina e trasparente. Al tramonto i Krabby uscivano dalle loro tane e creavano delle bolle d’acqua che riempivano la riva: era uno spettacolo magico, perché le bolle si tingevano del colore del tramonto. E ad ovest della spiaggia c’era un Dungeon chiamato Grotta Marina, dove vivevano deboli Pokémon marini. Una lacrima scese dal suo volto. Stava sognando la sua casa.

Una settimana dopo Chimchar pensò di nuovo alla sua casa. Era guarito completamente dalle ferite, ma non voleva andarsene. Ogni sera leggeva delle pagine del diario e andava avanti con ritmo regolare. Quella notte…

Giorno 2, Mese 1, anno XXX1

Ieri era capodanno. Ci siamo divertiti molto, ma adesso è tempo di missioni! Un piccolo Aron si è perso. Il messaggio è stato scritto dal suo amico Darumaka. La missione è di grado D.

Tutti si rivolgono a noi, ora siamo di Rango Oro! Siamo modestamente i più bravi soccorritori della regione di Manda! E abbiamo lavorato sodo per questo titolo! Ma non mi perdo in chiacchiere e-

BOOOOOOOOOOOOOOOOOMMMMMMMMMMMMMMMMM!!!!!

Una violentissima scossa di terremoto fece tremare la casa. Era la scossa più potente di tutta la serie.

Tangrowth corse verso Chimchar: i due si guardarono sconvolti e, velocemente, uscirono di casa. Ma non prima di aver preso le cose più importanti: la scimmietta prese il fazzoletto con il diario e un borsello, regalato dal vecchio. Era tutto completamente buio. Chimchar illuminava la fitta giungla con la fiammella sulla coda. Dopo alcuni minuti, finalmente una luce si vedeva in lontananza. Si faceva sempre più forte, man mano che procedevano. Erano arrivati ad una grande altura: in questo modo avevano un’ampia visione della valle sottostante. La fonte della luce proveniva da una gigantesca caverna: erano dei fiumi di lava colante che uscivano da essa a illuminare la notte. In lontananza c’erano dei fulmini. La vista era apocalittica. Visto lo spettacolo, Tangrowth indietreggiò. Aprì tremolante la bocca e lentamente, a voce bassa, quasi come se stesse sussurrando, pronunciò le seguenti parole che rimasero impresse nella mente di Chimchar:

“S-Si è… Sì è risvegliato. Groudon… Groudon si è risvegliato!â€.

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Il capitolo è un po' particolare: ci sono due collegamenti a due manga differenti! Trovateli!

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CAPITOLO 13 EXTRA

La Caverna Magma - Prima Parte

In collaborazione con MasterOctillery e con la sua Fan Fiction: Le Avventure del Team Morsa!

La terra continuava a tremare, la lava continuava ad uscire dalla grotta e i fulmini si scagliavano con grande violenza sopra l’entrata: sembrava la fine del mondo.

“Groudon… Groudon si è risvegliato…†disse con voce debole Tangrowth, quasi come se volesse sussurrare.

Il cuore di Chimchar batteva forte: quello spettacolo lo faceva tremare dalla paura. Assisteva impotente alla scena. Aveva paura, una paura che si sarebbe trasformata in odio e malvagità . E, anche se innocuo, Chimchar possedeva una parte oscura. Lui non era malvagio e non era capace di pensare a cose cattive. Il suo diabolico alter-ego era qualcosa che non lo apparteneva, qualcosa di artificiale. Era la creazione e lo schiavo di Gengar, che lo usava per eliminare al posto suo i suoi due nemici: Squirtle e Charmander. Il grande spettro da solo era un codardo, un vile e un patetico antagonista, che sapeva solo usare la magia. E se la prendeva con i più deboli, quelli incapaci di far del male ad una mosca, come Chimchar. Questi desideri peggiorarono lo stato d’animo della povera scimmia. L’alba stava sorgendo e ormai la parte malvagia di Chimchar aveva preso il controllo sul corpo. I battiti del cuore aumentavano ogni secondo. La rabbia lo faceva tremare. I primi raggi di luce illuminarono la foresta, la pianura e il volto turbato di Tangrowth. Chimchar ansimava. Il vecchio se ne accorse e appena la luce fu più forte guardò la scimmia: la vista degli occhi rossi fece sobbalzare il povero gigante d’erba.

Provò a toccare Chimchar sulla spalla, ma una vampata di calore ustionò la sua mano.

“M-Ma tu, chi sei veramente?†chiese preoccupato Tangrowth mentre stringeva forte al petto la mano bruciata.

Chimchiar sembrava non aver udito le parole dell’amico. Si girò verso di lui, con quel sorriso diabolico stampato in faccia e disse:

“Io? Sono solo frutto di un rito da parte di un patetico Gengar, che non è capace di portare a termine le sue missioni da solo. Nonostante provi disprezzo per lui, devo portare a termine la mia missione: uccidere l’umano.â€.

Tangrowth era sconvolto: non era quello il Chimchar che aveva conosciuto.

“Chimchar…†disse a bassa voce. Questo, in risposta al richiamo si scatenò, urlando, colmo di rabbia. Cominciò a correre e saltò giù dall’altura: si stava dirigendo verso la Caverna Magma.

Il vecchio era pieno di dubbi. Come poteva un Chimchar bambino essere così potente e malvagio? Qualcosa non quadrava e, a furia di pensare, a Tangrowth venne il mal di testa. Ma divenne serio e urlò:

“Qualsiasi cosa ci sia sotto, giuro che io ti riporterò alla normalità ! LO GIURO!!!†e si mise a piangere. In quel lasso di tempo in cui Chimchar aveva alloggiato dall’anziano Pokémon, si era affezionato a lui. E non poteva vederlo in quello stato. Nel frattempo…

“Ehi bellezza, ci pianterai i tentacoli?†rantolò il povero Blastoise con i polmoni densi di fuliggine.

“Arrivo subito, capitanoâ€. Che strana sensazione! Non chiamavo nessuno “capitano†dai tempi dell’ Accademia. Non che mi dispiaccia: rispetto molto Blastoise. E’ un ottimo esploratore, nonché una personalità  davvero raggiante e distinta degna dell’ appellativo di leader.

Ma sento una leggero sentimento di disagio nel sentirmi sottoposto a qualcuno. Ma è meglio così, è necessario sapersi adattare alle evenienze seppur con qualche titubanza…

“Team Anti-Groudon: missione Anti-Esodoâ€

Una terribile notizia è arrivata in redazione in mattinata: il Team di Alakazam è stato dato per disperso! Stamane è stata convocata d’urgenza un’assemblea in piazza per decidere sul da farsi. Ogni squadra di soccorso è rimasta allibita dalla tragica notizia. Una squadra di rango Oro, un punto di riferimento nel cui trovare quell’ effimero senso di stabilità  indispensabile per orientarci in questa nebbia di mistero è svanito nelle viscere di un oceano di lava.

Evidentemente disorientato e confuso, anche Shiftry, oratore del convegno, ha cercato come meglio poteva di smuovere gli animi afflitti dei presenti. Ma l’aria che si respirava stamane era di rassegnazione e resa.

“Ci sentivamo piccoli: troppo piccoli†racconta Gulpin della combinoteca “anche se i nostri volti cercano di nascondere in nostro sconforto e alle nostre bocche sfuggono parole di conforto reciproco, i nostri occhi non possono nascondere l’evidenza…

Comunque tutti noi siamo fiduciosi riguardo al team di soccorso che si è costituito in via eccezionale: Blastoise ed i suoi sono degli esploratori molto preparati e non possiamo far altro che sperare: sperare ed aspettareâ€.

Anche noi, cari lettori, ci uniamo in un augurio solidale di speranza, perché il prima possibile possiamo noi tutti toglierci questo immane peso dato da un destino troppo grande e complesso per noi …

Grazie, grazie della vostra fiducia. –Il direttore-

Giornale di Peliper: edizione specialeâ€

Rimisi nella Borsa il giornale, con cura, senza che si andasse a formare nemmeno una piega.

Leggere quelle parole è stato per me come sentire la brezza mattutina sulla pelle: sentire la purezza di un abbraccio che sveglia la mente assopita nel sonno dei dubbi è un’emozione così semplice ma così intensa…

Ma i miei compagni mi stanno aspettando, siamo tutti uguali: ognuno con i suoi sogni, ognuno con le sue speranze, ognuno con il desiderio di poter assaporare di nuovo il vento mattutino e non la cenere amara sulla punta della lingua…

“Benvenuti all’ inferno…â€

Così veniva descritto quel dungeon nelle leggende. Lava. Nient’altro che lava e rocce laviche. Il caldo era insopportabile e bisognava stare attenti agli schizzi di lava. Il soffitto era composto da stalattiti. Un tempo la grotta doveva essere piena di acqua, ma saranno stati milioni di anni fa, nel periodo della lotta con Kyogre, il signore dei mari e acerrimo nemico di Groudon, il signore della terra e colui che stava creando scompiglio nel mondo con i suoi terremoti.

“Inferno? No, questo è il paradiso†disse Chimchar ad alta voce mentre nuotava tranquillamente nella lava.

Un Magcargo si avvicinò e lo attaccò con Braciere. La scimmia rimase impassibile e lo colpì con un pugno, mandandolo K.O.

“E con questo fanno 15. Sarà  meglio inoltrarsi all’interno della caverna, magari troverò qualche avversario degno di me!â€

Proseguì e si ritrovò un Mawile con un Rhydon. Non ci volle molto per mandarli al tappeto. Ma dietro di lui comparvero altri Rhydon e altri Mawile: volevano vendicare i compagni. Fatti fuori anche quelli con facilità  comparvero altre schiere di Pokémon.

“Almeno ho qualcosa da fare…†esclamò sbuffando Chimchar, mentre tirava un possente calcio in testa ad un Magcargo. Mentre era impegnato a tirare calci e pugni a destra e a manca pensava all’esterno: era tanto che non metteva piede fuori dalla grotta, oramai aveva perso la cognizione del tempo. Si chiedeva se l’umano sarebbe mai arrivato. Ma l’attesa era parte del piano, forse la più difficile. Aveva letto da qualche parte che Alakazam e Squirtle erano amici, quindi sicuramente se uno dei due fosse in pericolo l’altro sarebbe intervenuto per salvarlo. E, come dicevano alcuni Pokémon nel dungeon, Alakazam era stato sconfitto da Groudon. I conti tornavano. Scoppiò in una pazza risata, che venne ben presto interrotta da un ruggito sinistro. Si girò e vide un enorme Steelix con uno sguardo minaccioso.

“Sei tu il Chimchar che sta creando scompiglio all’interno della grotta?†disse il grande serpente metallico con una voce molto grave quanto spaventosa.

“Sì, sono io. Ci sono problemi?â€

“Mhhmh, bene. Senti…†e cominciò a parlare con un tono ben diverso di prima.

Dall’altra parte della grotta, invece, con fatica, procedeva il Team Anti-Groudon.

“…Ragazzi, siete ancora dietro di me?†disse Golem, facendosi largo tra le masse incandescenti, forte della sua “tuta termica†naturale.

Era diventato la nostra guida, il nostro riferimento. Si muoveva quasi con leggiadria, balzando con sicurezza sulle dolomie semifuse incurante della fluorescenza abbagliante della melma mortale che avida si nutriva della massa che entrava a contatto con essa.

“Sì … c-ci siamo …†balbettammo io e Blastoise tra i rantoli dolorosi.

Eravamo stremati. Il caldo era insopportabile.

Io sono un tipo che adora il caldo, ma questo … questo non è il caldo a cui ero abituata.

Non era un piacevole tepore che ti avvolge quando sei sdraiato nell’ ozio totale in riva ad una spiaggia, sorseggiando un Succodibacca mentre ascolti le melodie dei Gorebyss che cantano a largo della riva le quali fanno vibrare l’aria d’un eco aureo.

Questo tipo di calore premeva e pulsava sulla cute seccandola e sfibrandola. I nostri occhi erano, resi da essa, cupi e privi di tono e profondità  .

Talvolta usavamo idropulsar sul terreno, per lenire le atroci scottature; povera e vana sensazione di sollievo! Dopo pochi secondi eccoci, ancora a saltellare sulla brace come dei Kricketune alle prime luci dell’ alba.

Eravamo scesi di alcune centinaia di metri e l’ossigeno diventava sempre più duro e l’atmosfera più incombente. Avevo portato alcuni tonici alla Baccafrago, che con ottimo presagio, mi feci preparare da Cradily prima della partenza: totalmente prosciugato! Cinque litri di tonico ( veramente rinfrescante!) drenato in poche ore da me e Blastoise…

Senza pensare che i Pokemon diventavano sempre più forti e violenti. Infatti ai primi piani del dungeon era solito incontrare qualche Slugma, Numel o Heatmor; raramente udivamo l’ echeggiare confuso dell’ ululato di qualche Arcanine, ma niente di molto preoccupante.

Ma ora… i Rapidash cavalcavano minacciosi sulle onde di magma ed i Flygon alzavano grandi spire di polvere con un solo battito d’ali per poi sparire al dissolversi della cortina.

Pensandoci, vedevo sempre più turbato Golem: seppur restando la nostra ferma guida, mi sembrava sempre più distaccato…

Pensavo di chiedergli spiegazioni, magari gli avrei proposto di fare una breve sosta…

Ma il tempo non basto a far ciò, sicché cademmo in un covo di Pokèmon; un curioso mix tra Graveler, Claydol e Boldore; a capo della banda c’era un gigantesco Gigalith immerso nella penombra.

Poco dopo uscì dal cono tetro e parlò con voce profonda e metallica: “ Ma bene! Abbiamo visite, a quanto pare: nuove e vecchie conoscenze!â€.

Di chi stava parlando? Di sicuro non di me: non avevo mai visto quel mostro nella mia vita. Con il mio stesso stupore stampato sulla faccia, Blastoise sembrava condividere il mio pensiero. Solo Golem rimaneva serio e calmo: sicuramente doveva sapere di certo qualcosa più di noiâ€.

“IO ODIO RICEVERE OSPITI NON DESIDERATI, e specialmente odio ricevere traditori al mio cospetto!!!â€. Subito gli sgherri cominciarono ad esultare e le loro espressioni si fecero più accigliate: erano pronti ad attaccare.

Eravamo stremati dal calore e dai fumi sottili, perciò eravamo impreparati nel difenderci. Eravamo prede facili, ma non avevamo la forza di contrattaccare.

Una gigantesca colonna di magma si alzò da sottoterra frammentando il suolo al cenno di Gigalith. Cademmo sulle ginocchia per le violente scosse: i Geoforza si inglobarono in una sfera di proporzioni immense pronta a scagliarsi su di noi.

Tutto sembrava giunto a termine, non avevamo più alcuna speranza…

Golem si pose davanti a noi e usò Frana.

Le rocce si pararono di fronte a noi e formarono una grandissima muraglia che neutralizzò in parte il danno causato da Geoforza.

“C-che cosa succede, Golem. Sicuramente saprai dirci di più riguardo a questa storia!†disse rauco Blastoise.

“E’ davvero un dolore per me riportare alla mente questi ricordi, ma parlerò capitano.

Io sono nativo della caverna magma. Io e i miei 10 fratelli siamo stati adottati dalla banda di Gigalith quando eravamo ancora molto piccoliâ€. Un tonfo sordo echeggiò da dietro la parete che ci separava dal covo di Pokemon. A Golem scese una lacrima sulla guancia “Lui mi ha cresciuto, mi ha insegnato tutto. Ma io non potevo più vivere con loro. Io avevo del talento come esploratore e perciò un giorno sono scappato per iscrivermi all’ accademia di Conkeldurr: è stato doloroso per me, ma era necessario…â€

Un secondo tonfo stava ad annunciare l’imminente crollo del precario muro: anche Golem se ne accorse “Credo che i recenti terremoti li abbiano resi irrequieti, ma io sono il grande Golem e supererò anche questa avversità . Ma ora devo chiedervi di andarvene per il vostro bene e perché avete una missione ben più importante da compiereâ€.

Stavo per dirgli qualcosa, ma Blastoise con un cenno mi consigliò di rimanere in silenzio. Esitammo per alcuni secondi, poi arrivò un terzo tonfo e la muraglia crollò sotto il colpo dei nemici. Nella polvere riuscii a scorgere gli occhi feroci e folli di Gigalith. Cominciammo a correre verso un corridoio e lo inforcammo rapidamente. Golem usò Frana e chiuse l’ apertura del condotto dove poco fa eravamo entrati. Ci allontanamo di un centinaio di metri: il fracasso della battaglia continuava ad invadere l’ oscurità  del tunnel.

D’un tratto si udì una violenta esplosione talmente forte che il riverbero mi si stampò nelle orecchie per diversi secondi: fu silenzio.

Ed ora? Eravamo soli: il caldo era asfissiante e le nostre scorte di emergenza prosciugate totalmente. Nella più completa disperazione continuava ad accompagnarmi un terribile presentimento: come se qualcosa di terribile sarebbe accaduto. Lo pensava anche Tangrowth, che era all’esterno della grotta. I terremoti in quel periodo si erano intensificati e ad ogni scossa il primo pensiero era rivolto a Chimchar, che al momento si trovava faccia a faccia con un enorme Steelix. Ma non provava astio verso il grande serpente, anzi. Erano diventati alleati e al momento si muovevano dentro la grotta per andare nel punto in cui la battaglia infuriava.

“Gigalith - disse con il vocione molto grave - si sta occupando degli intrusi. Groudon non ti considera un intruso, in quanto sono settimane che vivi nella nostra caverna.â€.

Chimchar era sotto la protezione di un Pokémon leggendario. La noiosa attesa si era trasformata in un divertente viaggio al centro del mondo. Infatti la grotta scendeva sempre più verso il nucleo terrestre, dimora del grande Pokémon creatore delle terre emerse. Ma per accogliere i suoi allievi e i suoi nemici si era spostato più vicino alla crosta terrestre, visto che la temperatura sarebbe stata insopportabile per chiunque. Adesso non aveva più fretta nell’aspettare l’umano. E l’avrebbe ucciso senza problemi, dato che una caverna piena di lava e vapore non era un habitat favorevole per un tipo acqua come Squirtle. Ma il suo migliore amico, Charmander, avrebbe potuto creare problemi. Ma non erano stupidi, avrebbero fatto molti rifornimenti e avrebbero portato rinforzi. Steelix si aspettava una risposta, infatti lo guardava silenziosamente. La scimmietta muoveva le labbra, ma non usciva alcun suono. Scosse la testa e fissò i grandi occhi del serpentone.

“Sono onorato, la mia attesa sarà  piacevole.â€.

Arrivarono in un punto della grotta che sembrava diverso dal resto: non scorrevano i grandi ed incandescenti fiumi di lava, non c’erano le stalattiti pendenti dal soffitto e c’era un grande spazio circolare, dove l’aria non era piena di gas. Al centro c’erano tre Pokémon. Non appartenevano alla fauna della grotta, visto che i loro volti erano nuovi anche a Steelix. Dietro di loro c’erano moltissime aperture, dalle quali si poteva passare tranquillamente. Così, appena si incrociarono gli sguardi, l’aria si fece elettrica, segno che stava per infuriare una grande battaglia.

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CAPITOLO 14 EXTRA

La Caverna Magma - Seconda Parte

In collaborazione con MasterOctillery e con la sua Fan Fiction: Le Avventure del Team Morsa!

Subito Chimchar passò all’attacco, lasciandosi dietro il gigante e pericoloso alleato, con uno scatto di velocità  impressionante. Aveva preso di mira Golem, perché era convintissimo di poterlo battere facilmente, pur non conoscendo mosse adeguate al suo tipo, eccetto Fossa. Infatti sparì rapidamente sotto terra, ma il possente Pokémon rimase impassibile. Lui conosceva bene la mossa Fossa, visto che era un maestro delle mosse Roccia e Terra. Essendo capo del team Romboroccia poi sapeva percepire ogni singolo movimento sotto la terra.

“Ancora un momento… Un momento… Oh eccolo! Vediamo come se la cavaâ€.

Golem acuì tutti i suoi sensi alla ricerca della piccola scimmia, che con zelo tesseva un intricato labirinto di gallerie sotto i suoi piedi. Saggiò la consistenza arida del terreno con le zampe anteriori cercando di captare ogni singola vibrazione riconducibile a movimento. Dopo averla trovata, provò a percepirne, grazie al suo sviluppassimo udito, la distanza ed a calcolare quando sarebbe avvenuto l’ impatto: mancava poco, ma aveva un piano per coglierlo di sorpresa…

Steelix, anch’ esso, continuava a seguire la vibrazioni del suolo lasciate dal suo compagno ed inevitabilmente gli cadde l’ occhio su Golem. Era concentratissimo, teneva i denti serrati, ma d’un tratto gli comparve un ghigno compiaciuto sulla faccia sudata. Il suo partner era in pericolo: Golem non era uno sprovveduto, dopotutto la sua fama lo precede! Così il serpente roccioso si preparò ad attaccare. Steelix urlò e delle rocce aguzze sbucarono dal sottosuolo circondando il serpente roccioso. I macigni si scagliarono in seguito contro Golem, che per un momento rimase impassibile, ma successivamente barcollò. Io e Blastoise perciò ci preparammo a difenderlo: io con Lanciafiamme e lui con Idropompa. Lo fermammo, ma inevitabilmente Golem perse le coordinate dell’ avversario che lo attaccò alle spalle con una potenza indicibile.

Golem cadde sulle ginocchia, sull’ orlo di svenire. Ma successivamente, con uno sforzo immane di volontà  si alzò, seppur molto scosso riusciva a tenersi in piedi da solo. Gli chiedemmo se ce la facesse a continuare:

â€Sì, non preoccupatevi per meâ€.

Pur il parlare gli provocava dolore, ma non potevamo dargli, nostro malgrado, le cure di cui aveva bisogno: il nemico era pronto a contrattaccare.

Steelix si avvicinò con velocità  e usò Codaccaio. Ma, essendo il serpentone lento, la mossa fu schivata facilmente. Peccato che Blastoise cadde nella trappola di Chimchar: questo spuntò da terra cogliendolo di sorpresa e lo colpì con la mossa Ombrartigli. Steelix rimase di stucco, perché non è cosa di tutti i giorni vedere un Chimchar usare Ombrartigli, considerando anche la sua giovane età . Ma quel Chimchar non era un esemplare normale. Aveva qualcosa che lo differenziava dagli altri. E non si poteva definire un bene. Steelix osservava la scena, commettendo un errore che gli costò molto: Octillery era dietro di lui, preparando un potente Octazooka, nel quale concentrai ogni mia energia, tutta la mia frustrazione e quell' agonismo che provavo nei confronti di quel Chimchar; agonismo che andava via via convertendosi in odio e disprezzo. Lo presi in pieno volto appena si voltò e notò la mia presenza. Indietreggiò per circa 50 metri scavando dei solchi con le palme dei piedi. Cadde al suolo immobile: "Cel' ho fatta?" pensai, ma non riuscii a finire di formulare questo pensiero che egli balzò in piedi, ritto su una zampa. Poggiò l'altro piede sul terreno arido acquisendo una posa composta: alzò lentamente il suo sguardo di sfida verso di me, che mi arrivò veemente e deciso come un dardo infuocato. Io non potei raccogliere la sfida, né fisicamente, né dal punto di vista morale: ero distrutta! Avevo dato tutto in quell' attacco, il mio migliore attacco! Ma non aveva funzionato ed ero rimasta vacillante in una tetra cappa di sgomento. Chimchar partì alla carica e mi scagliò un potentissimo Ombrartigli. Non potei evitarlo, era troppo potente, troppo per me! Cosa fare? Dovevo arrendermi, supplicare pietà  e misericordia? Per la prima volta questo pensiero... “

Ehi, salsiccia di metallo! Credi di fermarci con così poco?†urlò Blastoise.

“Noi siamo i rappresentanti delle migliori squadre di soccorso della regione, non soccomberemo mai alla tua arroganzaâ€.

Steelix era fuori di sè. Ogni segno di autocontrollo sparì d'un tratto dai suoi occhi. Traspariva un animo torbido, primitivo e violento. Non temeva alcun attacco: cadeva e si rialzava perpetuamente, senza alcun minimo segno di cedimento:

"Non hanno speranze!†pensai. Però colsi un altro particolare: i miei due compagni, come dire, non erano assolutamente turbati, anzi!

Sembravano quasi avere la situazione sotto controllo. Probabilmente i due avevano scoperto il suo punto debole: nella sua indole aggressiva. Provocandolo, sono riusciti a farlo uscire di senno, sicchè ora scagliava Codacciaio e Dragospiro senza alcuna logica e talvolta si azzardavano a colpirlo. La scena si ripetè per circa cinque minuti, finchè secondo le nostre previsioni, Steelix incominciò a sprofondare sotto la sua stessa mole. Anche Chimchar iniziò a pensare che Steelix da solo non cel'avrebbe fatta, così si preparò a raggiungere il suo compare. Probabilmente, se lui sarebbe andato a dargli man forte, i miei due compagni non cel' avrebbero fatta: dovevo dare il mio contributo, ma come? Temporeggiando, sì!

â€Ehi Chimchar†dissi.

Quest’ultimo si girò di scatto, con gli occhi gonfi di rabbia e subito partì con un Pugnorapido, colpendo in pieno l’abile stratega nemica facendola rotolare lontano.

“Dimmi pure, mia caraâ€

Octillery si rialzò con fatica. Sanguinava dalla fronte ed aveva il corpo ricoperto dalla polvere, che si era appiccicata per colpa del sudore. Doveva guadagnare del tempo, per la salvezza dei propri compagni. Si era dimenticata completamente della loro missione principale, ovvero di salvare il team di Alakazam. No, adesso il loro obbiettivo era di sopravvivere da quell’inferno.

“Senti, tutto quest’odio… Da dove viene fuori? Non è naturale, lo sentoâ€

Chimchar annui. Si mise a ridere e disse:

“Non sono affari tuoi, bellezza. E poi-“

Un tonfo fece tremare la terra, interrompendo Chimchar mentre parlava: Steelix era K.O.

Octillery sorrise, i compagni ce l’avevano fatta. Adesso mancava solo la scimmietta.

Presero da una sacca delle Baccarancia e le mangiarono.

“Maledetta, il tuo piano consisteva nel guadagnare tempo. Che sciocco, l’ho capito troppo tardi..

Blastoise sorrise e si mise in posa per lanciare un Idropompa, che colpì in pieno Chimchar.

La potenza era tale che venne scagliato con forza sulla parete della grotta, prendendo una bella botta. Adesso era steso al suolo, privo di sensi.

“Mh, è svenuto.†disse con le braccia conserte Golem.

“Andiamocene al più presto†rispose Blastoise “La nostra missione non è finita. Se uno Steelix e un Chimchar ci hanno ridotto così, non oso immaginare cosa ci farà  Groudon…â€.

“Ma è anche vero che dobbiamo riposarci, la lotta mi ha stremato†rispose Golem, sedendosi per terra.

Così il Team Anti Groudon si rilassò dopo la faticosa lotta.

E Chimchar? Era finita per lui? No, nella sua mente stava succedendo qualcosa di veramente importante.

Stava sognando. Si trovava in un posto molto buio. Tutto era illuminato dalla fioca e debole luce della luna. Si stropicciò gli occhi e rimase sorpreso: sentiva le sensazioni, era come se non stesse sognando. Non sapeva cosa fare, era impaurito.

“Quindi, hai fallito ancora.â€

Una voce rimbombò nell’aria, facendo irrigidire la scimmietta. Si girò di scatto, per vedere a chi apparteneva la voce così spettrale e priva di sentimenti, ma non vide nulla.

“La prossima volta… La prossima volta, prenderò IO il controllo del corpo. Sei già  fortunato che abbia messo te al posto del Chimchar originale.â€

Non sapeva chi fosse il misterioso essere, ma sapeva che era qualcuno molto potente. E gli stava dando una seconda occasione d’oro.

“Mi stai dando una seconda opportunità ?â€

“Diciamo di sì. Quel trio, mi da molto fastidio. Eliminali.â€

“Da solo? Non ci sono riuscito nemmeno con l’ausilio di Steelix, figuriamoci da solo.†Disse tremolante Chimchar.

“Lo so bene, per questo ti do una mano.â€.

Chimchar sentì una strana sensazione, come se il sangue dentro le vene stesse bollendo. Si sentì subito carico di energie e tutto il mondo in cui si trovava stava svanendo.

“Grazie, Gengarâ€

Ad un certo punto tutto tornò come prima. Il buio tornò a regnare in quella specie di prigione oscura.

“E così tu mi paragoni a Gengar. Ti sbagli di grosso, io non ho nulla a che fare con quell’umano. Stupidi mortali, avete ancora molto da imparare. Avrai la tua punizione, alla fine della lottaâ€

Chimchar rimase esterrefatto. Gengar… Gengar era un umano. E quella voce, non era di un essere mortale. Aveva paura. Una paura che si era trasformata in odio nei confronti del Team Anti Groudon.

Aprì gli occhi. Vide la sagoma di Golem in lontananza.

Rimase immobile a guardare il suo nemico: era indeciso sul da farsi. D’un tratto avvertì un capogiro e la sua conoscenza si ritirò, come se stesse cadendo in un baratro di oscurità  perenne. Golem era distratto e non badava più al nemico steso a terra e ormai privo di sensi, perciò rideva e scherzava con i suoi compagni sicuro del loro successo: probabilmente pensava alla minaccia come archiviata ponendo tutti i suoi riguardi sull’ imminente lotta con Groudon.

Un fruscio discreto annunciava l’ inesorabile: Golem cadde sopraffatto nello stupore generale. Per pochi secondi rimanemmo persi in una tempesta di emozioni: sgomento, terrore, paura… un cocktail che ci portava, quasi come se tirati per una manica, a porci una domanda: chi è stato?

Disorientata, spostai lo sguardo su ogni meandro della grotta, quando un alone violaceo rapì la mia attenzione: con mio stupore mi accorsi che proveniva da Chimchar.

Scossa, lo cercai nello stesso angolo di caverna dove appena un secondo fa giaceva innocuo e privo di sensi:

“Eppure sono sicura di non averlo perso d’occhio nemmeno per un instante!†pensai.

Così pensavo, e già  correvo ad accertarmi delle condizioni di Golem. Lo scuotevo ripetutamente lo chiamavo per nome. Cercai di farlo rinvenire in ogni modo, ma niente! Mi salirono le lacrime agli occhi; per la disperazione mi presi la testa fra i tentacoli e gemetti dalla disperazione. Mi fece forza Blastoise, ponendomi una zampa sulle spalle, gli feci un cenno amichevole che stava a significare “Non preoccuparti: c’è di peggio!†ma sul serio c’è qualcosa peggiore rispetto a questa situazione? Mi voltai di nuovo verso Golem e usai la targhetta di soccorso: una luce aurea lo avvolse e fu teletrasportato immediatamente nei pressi di Borgo Tesoro.

Qualche secondo per riprenderci dallo choc e ci concentrammo di nuovo sulla scimmietta: era rimasta lì dove l’avevamo lasciata. Si guardava i palmi delle mani:

“E’ incredibile! Questo potere è fantastico! Utilizzando le mie abilità , come la velocità  e la potenza dei miei colpi, unite alla strategia e agli attacchi occulti che ho appena acquisito, ho la vittoria nelle mie mani!†pensava Chimchar. Si voltò di scatto, sguardo fisso al suolo. D’un tratto alzò il tronco mostrandosi in tutta la sua potenza.

Il suo fisico sembrava profondamente mutato: ogni suo muscolo guizzava contratto ed a ogni sua mossa le vene ramificavano sopra ad essi. Il volto si mostrava pallido e smorto, contratto costantemente in un sorriso freddo, come gli occhi che erano diventati di un blu ghiaccio che faceva rabbrividire alla vista. Il suo sguardo di un indaco elettrico, quasi fiammeggiante, rapiva l’anima ad ogni occhiata per portarla nel suo regno: un regno di sangue e orribile crudeltà . Non parlava: comunicava con noi tramite la telepatia. Di rado cacciava qualche urlo che faceva gelare il sangue.

“Salve, cari esploratori! – una sensazione di strazio ci assaliva quando toccava col suo pensiero le nostre menti – sono più che felice di aver trovato degli avversari talmente preparati da mettermi in difficoltà  e costringermi a giocare tutte le mie carte. Non avete ancora visto niente e poco riuscirete ancora a vedere, perché, come il vostro compagno Golem, sarete eliminati ancora prima di rendervi conto del mio imminente assalto!â€

Chimchar urlò di nuovo emettendo quel bagliore violaceo, di cui parlavo prima, con un’ intensità  centinaia di volte maggiore. Dovemmo chiudere le palpebre per proteggere i nostri occhi da tale radiazione: io persi conoscenza e mi accasciai a terra…

…Mi risvegliai e Blastoise mi era accanto in veglia:

“Ehi, sei sveglia!†disse colmo di gioia “

Per quanto tempo… Oddio, cos’è successo con…â€

“E’ lì da quando sei svenuta…â€

Chimchar era lì dove lo avevo lasciato, immobile, con gli occhi blu fissi verso di noi. Con un arroganza incredibile rimaneva impassibile ad aspettare la nostra prossima mossa. Tentai di rialzarmi, ma ricaddi al suolo: non riuscivo a mantenere l’equilibrio, sicché era ricoperto da una spessa lastra di ghiaccio. Così come le pareti e addirittura l’aria sembrava congelare. Il passaggio drastico da un caldo torrido ad un freddo siderale fu come gettarsi in un cespuglio di rovi avvelenati.

Dedussi che sarebbe stato inutile lanciarsi all’ assalto utilizzando mosse fisiche: avrebbe anticipato ogni nostra mossa grazie a quella sua mossa repentina…

â€Non ne sono certo- disse Blastoise- ma quella mossa mi ricorda tanto Furtivombraâ€.

“Ma scherzi?- ribattei io- furtivombra un Pokemon come Chimchar?â€

“Sono stupito quanto te, ma non trovo una spiegazione più plausibile. C’è qualcosa in quel Pokemon che non mi convince per nienteâ€.

Optammo per un attacco dalla distanza: concentrai tutto l’ inchiostro che avevo in corpo a livello della bocca. Sputai la melma, ma non creai una palla, bensì la feci zampillare ad di sopra del mio capo. Successivamente usai Psichico per controllare la massa e la posizionai, con la massima cautela, tra noi e il nostro avversario. Creai così una gigantesca cortina difensiva, che non faceva oltrepassare nemmeno un granello di polvere dall’ altra parte.

Questa tecnica mi fu insegnata un tempo dal Torkoal delle sorgenti termali. Ero sua allieva, la prima che non fosse di tipo fuoco. Mi ha insegnato molte tecniche, stili di lotta, ad utilizzare Lanciafiamme ed a preparare dei Repellente con le scorie che secernano i Muk. Solo una cosa non poteva insegnarmi, una delle sue mosse difensive più potenti: Muro di Fumo. Io mi sentivo frustrata per questo fatto, vedendomi in questo stato mi regalò una MT chiamata Psichico. Dopo aver appreso questa mossa, mi consigliò di combinarla a Octazooka per creare lo stesso effetto che si ottiene usando Muro di Fumo, addirittura ne sarebbe derivato un effetto migliore. Dopo aver creato la cortina, iniziammo a bombardare l’avversario con una serie di Semebomba (io) e Frana (Blastoise). Chimchar, nostro malgrado, scivolava sulla sua ombra e riuscì con grande abilità  a schivare ogni nostro tentativo d’offensiva. Passò al contrattacco: dalla sua bocca, paralizzata da quel ghigno persistente, calò una vampa verdognola che lo avvolse nelle sue spire: qualche piccola saetta bluastra accendeva il suolo granitico . La scimmietta, iniziò a roteare con una velocità  sempre maggiore, sino a che la fiamma raggiunse una consistenza quasi tastabile. E con una violenza indicibile si gettò contro la coltre. Il “neo muro di fumoâ€, così lo avevo chiamato, in un certo senso superava di gran lunga il normale muro di fuoco, perché era più denso per il fatto che derivasse da inchiostro, decisamente più pesante della semplice fuliggine. Il guaio stava nel controllo di tale barriera: pesante, densa e gravante solamente sul peso della mia forza mentale, necessitava di un notevole dispendio di energie. L’ attacco di Chimchar era potente e mirato su un punto preciso della cortina, sicché l’ avrebbe superata, come un sasso buca la superficie di un laghetto… se non fossi intervenuta per evitarlo. Con uno sforzo immane, utilizzai Psichico e compressi parte della cortina nel punto dove Chimchar infuriava in tutta la sua potenza. Malgrado ciò la scimmietta sembrava non demordere ed era sul punto di farsi largo tra la cortina. Non avevo più la forza di mantenere efficiente la barriera, avevo dei cali di energia improvvisi e avevo perso la sensibilità  dei tentacoli posteriori.

La barriera crollò per terra, facendo passare Chimchar. Octillery era sfinita, aveva terminato le forze. Era diventata vulnerabile, troppo. Il nemico se n’era accorto e intrise le sue forze di cattiveria e malvagità : stava usando Neropulsar. Blastoise capì che per l’amica sarebbe stata la fine e pensò di farle da scudo. Ma era una scelta poco intelligente, visto che lui aveva ancora tutte le energie. E, pur salvando la compagna, non avrebbe potuto far molto da sola.

Così decise invece di intervenire attaccando il malvagio Chimchar. Così gontrasse i muscoli per caricare energia sufficiente per un colpo ben assestato.

“Hahahaha, preparati! Verrai colpito in pieno dal mio famoso quanto letale Idrocannone!â€

Ma l’avversario non sembrava impaurito, anzi, rideva. La cosa fece irritare molto Blastoise, che lanciò il colpo. Ma Chimchar lo schivò abilmente. Blastoise cadde a terra esausto. Era stato colpito dal Neropulsar.

“Solo un leggendario può sconfiggermi, hahahahaha!â€

Octillery si sentiva male. Aveva capito che non c’era nulla da fare: l’avversario aveva vinto.

“Cosa aspetti – disse Chimchar – Usa la targhetta di soccorso, prima che cambi ideaâ€.

Non se lo fece ripetere due volte, anche se questa sconfitta gli bruciava molto.

Ad un tratto però Chimchar cadde a terra, privo di sensi. Un’aura nera si levò dal suo corpo, ricoprendolo. Subito dopo l’aura si dissolse e con stupore Octillery non vide più Chimchar. E mai più si rincontrarono. Forse…

“Io ti ho aiutato, ma adesso ti punisco per l’affronto che mi hai inflitto. Adesso ti trovi molto lontano dalla Caverna Magma, lontano dallo svolgimento della tua missione. E sono stato buonoâ€.

...: "E così dici che solo un leggendario può sconfiggerti, eh?"

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Capitolo 15

Il Pentimento

…: "Ti dico che è morto!â€

…: “Ti assicuro che è vivo invece!â€

…: “Andiamo a vedere chi delle due ha ragione!â€

Due piccole Vullaby gracchiavano appollaiate su un’altura rocciosa. Osservavano Chimchar, che presto sarebbe divenuto il loro pasto.

Era mezzogiorno, quasi l’una quando la scimmietta riprese conoscenza. O meglio, quando tornò a muoversi: prima stava parlando con l’essere che abitava nel suo subconscio. E insieme avevano fatto un piano. Se Chimchar fosse stato di nuovo in difficoltà , l’essere misterioso avrebbe preso il controllo del corpo combattendo al posto suo, per sempre. In cambio, la scimmietta ottenne un’informazione importante. Il team dell’umano si stava dirigendo sulla cima di un canyon, precisamente il Canyon Maestoso, e Chimchar decise di tendergli un imboscata.

Quando si destò dal sonno, le due Vullaby lo stavano becchettando, per controllare se era ancora vivo. E lo stupore fu grande.

“Stupida, te l’avevo detto io!â€

“Mi hai dato della stupida? La pagherai!†e le due cominciarono a beccarsi tra loro.

“Rendetevi utili piuttosto di litigare, stupide cornacchie†disse Chimchar con un tono molto freddo. “ Dov’è il Canyon Maestoso?â€

Le due smisero di bisticciare e si misero a ridere.

“Ci sei in mezzo, bello!†dissero ridendo in coro. Detto ciò volarono via.

Era uno spettacolo magnifico: le rocce erano di un arancione così acceso da far sembrare la valle in tramonto perenne. Sembrava una montagna rocciosa e Chimchar era già  in un buon punto. Era stato teletrasportato quasi in cima, cosa che non gli dispiaceva affatto. Si sporse dall’altura: un fiume serpeggiava lungo la valle sottostante. Riuscì a scorgere alcuni Bouffalant e Tauros che bevevano, e alcune Miltank che riposavano all’ombra della grande Roccia..

Visto lo spettacolo cominciò a scalare il canyon, poiché percorrendo il sentiero che passava lateralmente ci avrebbe messo molto più tempo.

Con il sole alto nel cielo la scalata risultò faticosa, ma non più di tanto: Chimchar era molto determinato e non voleva assolutamente lasciarsi sfuggire un’occasione d’oro come quella. Una volta arrivato in cima, si sarebbe riposato.

Non ci mise molto e, una volta arrivato, venne accecato dalla luce: si era fatto pomeriggio inoltrato e il sole era esattamente sull’orizzonte.

Si sedette con le spalle verso la luce, per non essere abbagliato.

Il tempo sembrava non scorrere mai e il sole era sempre allo stesso punto nel cielo. Gli Hoppip volavano trasportati dal caldo scirocco e ogni tanto sbattevano dolcemente tra di loro. Qualche Yanma osservava da lontano la scimmietta seduta e assetata.

Sbocciò la prima stella quando Chimchar si accorse di non essere da solo. Si girò e vide che avvolto dalla luce c’era un Pokémon che guardava il sole.

“E così ti sei finalmente accorto della mi presenza†disse quell’essere misterioso con una voce profonda.

“Da quanto sei qui?†ribatté Chimchar molto sorpreso, visto che non si era girato.

“Mi ricordo di essere qui da quando ho memoria. Ma non parliamo di me, parliamo di te. Chi sei, o essere dalla doppia personalità ?â€.

Chimchar si sentì toccato nei meandri dell’anima, della sua fredda anima intrisa di nero. Non sapeva cosa dire. “Hai mai provato a cercare la verità ? Non ti sei mai chiesto chi fossi e come mai ti trovassi coinvolto in un affare che non ti riguarda minimamente?†disse senza muoversi di un millimetro.

“Ti sbagli, sono affari miei. sono stato creato appositamente per svolgere la mia missione, sebbene io odio con tutto il cuore quel diavolo di Gengar, che ho scoperto inoltre essere un uomoâ€.

“E qui ti correggo. Non ti ha creato Gengar. Ogni essere nell’anima ha una parte malvagia. Una parte che si rafforza man mano che si desiderano cose cattive. E sta all’individuo stabilire se essere controllato da essa. Tu sei un Pokémon molto buono, ma per qualche strano motivo la tua essenza è stata alterata. Sei cosciente di ogni tua singola azione, ma non vuoi prenderne le responsabilità . E dai la colpa alla tua parte malvagia. Tu cerchi, in qualche modo, di sfruttare a tuo vantaggio questa cattiveria. Cerchi di conviverci. Ma apri gli occhi, ti sta consumando!â€.

Calò il silenzio. Chimchar stava riflettendo sulle parole del misterioso Pokémon. E se tutto fosse vero? Se stava facendo prendere il controllo alla malvagità ?

“Non è troppo tardi. La purezza nella tua anima è grande e abbondante. Ma si sta corrompendo. E devi cercare di liberarti del male prima possibile. Ogni forma di malvagità  deve scomparire. Ricorda, il trionfo del bene sul male è la unica salvezza dell’universoâ€.

La grande massa infuocata del sole stava per scomparire e Xatu sì girò verso lui. Era l’oracolo del Canyon.

Si cominciò ad avvicinare verso la scimmietta seduta che stava riflettendo sulle sue parole, piene di verità .

Gli mise un’ala su una spalla e gli sorrise.

“Ce la farai, ne sono certo†disse con voce debole ma sicura.

A quel punto la sopportazione di Chimchar superò il limite e fece una cosa inaspettata.

Scoppiò in un pianto disperato perché aveva finalmente capito le cose come stavano. E avevano preso una brutta piega.

“Sei venuto qui per compiere un’azione malvagia e invece ti sei ritrovato con te stesso. Hai capito come stanno realmente le cose, ed è un grande passoâ€.

Chimchar smise di piangere e si asciugò le lacrime dai suoi grandi e gonfi occhi.

“Cosa devo fare per tornare allegro e spensierato come un tempo?†gli chiese tirando su col naso.

“Purtroppo non si può tornare indietro. Ma si può imparare dai propri errori. Dimmi, verso chi volevi compiere la cattiveria?â€

“Contro un umano che si è tramutato in un Pokémon - uno Squirtle per la precisione - e con il suo compagno Charmanderâ€.

“Li conosco molto bene. Sono miei amiciâ€.

Xatu chiuse gli occhi e pensò ad una possibile soluzione.

“Dovresti aiutarli. La loro missione è ardua e tu potresti dar loro una mano. Vedi quella stella in alto?†disse indicando un puntino molto luminoso e grande nel cielo.

“Sì, l’ho notata molto prima. Ma non è un po’ presto per le stelle?â€

“Infatti quello è un meteorite. Si sta per schiantare sul nostro pianeta, provocandone la completa distruzioneâ€.

Chimchar aveva il cuore che batteva a mille: sarebbe stata la fine per tutti.

“Poco fa sono venuti quei due Pokémon. Adesso sono nella grandissima e gloriosa Torre Celeste. La dimora del potentissimo Rayquaza, il Re del cielo, colui che salvò il mondo da una catastrofe milioni di anni fa. E adesso vogliono andare da lui per chiedere di distruggere il meteorite prima dell’impatto. E tu li aiuterai!â€

“Kekekekeh, ti accompagnerò anche io. Anche se l’idea mi fa accapponare la pelleâ€.

Quella voce era inconfondibile. Sbucò dal nulla Gengar con il suo solito sorrisetto malvagio.

“Anche io ho cambiato idea parlando con Xatu, Chimchar, e ti assicuro che mi dispiace moltissimo per tutto quello che ti ho fatto passareâ€. Le sue parole erano sincere.

“Gengar ci ha aiutato a teletrasportare i due ai piedi della torre. Ti senti pronto per un viaggio di questa portata?â€

Chimchar annuì. Non sapeva se fidarsi di Gengar o meno. Era stato lui a creare tutto. Si trovava immerso nei guai per colpa sua. Ma sentiva che poteva fidarsi. Così si alzò in piedi e accettò.

“C’è però un problema da risolvere: manca Alakazam. E quindi niente più teletrasporto…†disse Xatu.

Gengar si intromise: “Io so come fare. Chimchar, usa tutta la tua energia malvagia, verrà  fuori una potenza inimmaginabile, che forse ci teletrasporterà  in cima!†esclamò felice.

“E così ti libererai dalla malvagità  nella tua anima. Bell’idea Gengar†aggiunse l’oracolo.

Chimchar si commosse: aveva trovato la soluzione di tutti i suoi problemi in poco tempo, e per giunta da colui che li ha cominciati.

Così si concentrarono e infusero tutta la loro potenza su di una roccia. Man mano che scaricava la sua energia Chimchar cominciava a sentirsi meglio. Dopo aver messo molta energia, la pietra fu pronta. Xatu ruggì spalancando le ali verso il sole e gli augurò buona fortuna. All’improvviso ci fu un terremoto violentissimo che fece ricordare la gravità  della situazione.

“Sei pronto?†chiese Gengar.

“Sì, andiamo†rispose Chimchar.

Adesso si era completamente liberato dalla malvagità  che alloggiava nel suo cuore e che aveva intriso la sua anima, corrompendola dalla giustizia e dalla bontà . Era un essere puro, di pure intenzioni. E aveva uno scopo nobile: contribuire alla salvezza del globo.

Toccarono la pietra e svanirono con un lampo abbagliante.

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Capitolo 16

La Torre Celeste

“HO LE VERTIGINI!â€

“Sei stato tu a voler venire qui, quindi stai zitto e non lamentarti! Kekeh!â€

La Torre Celeste era una cosa unica. Uno spirale di nuvole che procedeva verso l’infinito. Molti avrebbero pagato oro per assistere ad uno spettacolo del genere. E infatti Chimchar rimase senza fiato.

L’energia della scimmietta era tale che li aveva trasportati quasi in cima, e la cosa ovviamente era ben apprezzata dai due.

C’era una grande scalinata bianca, fatta di nuvole candide che al passo non si scomponevano e rimanevano intatte. Ogni piano era abitato da Pokémon di tipo volante o che sapevano volare. Ogni tanto grandinava o pioveva.

Chimchar era molto stanco e non si fidava assolutamente di Gengar: dopotutto era stato lui a metterlo nei guai.

“Ho bisogno di una pausa, non ce la faccio più†disse accasciandosi al suolo.

“Non abbiamo tempo†disse freddamente Gengar “ Il meteorite non ci aspettaâ€.

All’improvviso la nuvola sulla quale era seduto cominciò a tremare. Gengar si mise in guardia: aveva fiutato il pericolo imminente. La nuvola si alzò in volo, facendo cadere la scimmietta, e ruggì furiosamente: era un Altaria, arrabbiato per giunta. All’improvviso la sala bianca si riempì di nuvolette fluttuanti, chiamate dal drago: un esercito di Swablu era pronto a dare una lezione ai due stranieri.

“Lo sapevo che non avresti fatto altro che crearmi dei guai, stupida scimmiaâ€

“Io non volevo…â€

“Io non volevo, io non l’ho fatto apposta, bla bla bla! Piantala, non hai fatto altro che guai da quando siamo qui. Adesso taci e combatti†disse Gengar con molta cattiveria.

Altaria ordinò agli Swablu di attaccare con Alacciaio ma Gengar usò Palla Ombra che andò a colpire la maggior parte dei nemici, mandandoli al tappeto. Chimchar assisteva in disparte al combattimento, pensando di essere solo d’intralcio allo spettro.

Infatti, una volta fatto addormentare l’Altaria infuriato, Gengar disse:

“Hai fatto bene a startene in disparte, avresti fatto solo danniâ€.

Proseguirono senza più scambiarsi una parola, fino a quando il silenzio divenne troppo duro da sopportare. Chimchar, che era molto curioso, voleva sapere il perché della sua rapida conversione.

“Ehi, Gengar, avrei una domanda da farti†disse timidamente.

“Che vuoi?†gli rispose seccato.

“Ecco, io, vorrei sapere il motivo del tuo rapido cambiamento!â€

Chimchar sembrava aver compiuto uno sforzo immane nel pronunciare quelle parole e il cuore gli batteva forte.

Ci fu un grande silenzio, interrotto solamente dal rumore dei passi della coppia. Il silenzio divenne imbarazzante a tal punto che Gengar decise di rispondere alla domanda.

“Ecco, attualmente non me ne frega un cavolo ne di te ne di Squirtle, lo faccio solo per non rimetterci le penneâ€.

Ma non era la risposta alla domanda di Chimchar.

“Avanti†disse facendosi coraggio “Se sei cambiato un motivo ci sarà !â€

Gengar sobbalzò, come se si sentisse a disagio.

“Beh, ecco, vedi, io… Insomma…â€

“Non sentirti a disagio, io non ti giudicherò!†disse amichevolmente Chimchar.

“Non ho paura del tuo giudizio, anzi, me ne sbatto completamente. Io mi vergogno di quel che feci molti anni or sono. Ricordi la leggenda di Ninetales? Beh, l’umano sono ioâ€.

Chimchar si fermò, facendo di conseguenza arrestare la marcia anche a Gengar.

“Allora la leggenda è vera! Ma non si riferiva a Squirtle… E che mi dici di Gardevoir?â€

Quel nome trapassò il nero cuore di Gengar.

“Gardevoir non era solo un mio Pokémon. Era la mia compagna di avventure. E io le volevo molto bene. Ma quella volta… Quella volta la paura mi assalì. Non pensai più a nulla, se non alla mia salvezza. E non mi accorsi nemmeno che Gardevoir mi fece da scudo. Inciampai e caddi per terra, sul freddo suolo. Dopo di questo perdetti i sensi. Mi risvegliai in una capanna, dove scoprì che un Meditite e un Ekans mi ebbero portato in salvo. Da quel giorno fui molto riconoscente verso loro e presto formammo una squadra, l’attuale Team Perfidia. Poi, quando venni a sapere che Squirtle era un umano, beh, mi arrabbiai moltoâ€.

Ripresero a camminare e Gengar si fece pensieroso.

“Non so bene da dove sia uscito tutto questo odio, ma stranamente sembra si sia affievolito dopo il rito, quello che ti ha fatto diventare cattivo. E se in qualche modo ti abbia trasmesso la mia cattiveria?â€

Chimchar rise e disse:

“Beh, tanto è acqua passata, adesso sono tornato quello di un tempo!â€.

“Già â€¦â€

Un Koffing si mise davanti a loro ma Gengar con Psichico lo fece volare via.

“Per curiosità , ma hai più rivisto Gardevoir?†disse Chimchar.

“Sì, l’ho vista. Ed è questa la causa del mio ripensamento. Volevo scoprire le vere intenzioni di Squirtle entrando nei suoi sogni e risucchiandoli, quando una luce mi abbagliò. Era lei. E stava proteggendo l’umano. Mi resi conto di ciò che stava accadendo : se Gardevoir, la mia adorata Gardevoir stava proteggendo quello Squirtle un motivo ci doveva essere. Allora decisi che dovevo dargli una mano. Ma creare una sfera che teletrasporta è il minimo che possa fare. E poi, ne va della mia reputazione! Non vorrei mai essere salvato da Squirtle e da Charmander! Kekeh!â€

I due non si accorsero che erano quasi arrivati in cima. Ma quando lo fecero Genar si raccomandò:

“Fai attenzione. Rayquaza è un Pokémon Leggendario. I Leggendari sono molto più potenti dei Pokémon normali e sono immortali. Rayquaza, poi, è un Pokémon Antico. Placò l’ira di Groudon e di Kyogre, mettendo fine alle catastrofi naturali. Solo in pochi lo affrontarono e pochissimi riuscirono a guadagnarsi la fiducia del leggendario. L’ultimo Pokémon che ha la stima di Rayquaza, però, è ancora vivoâ€.

Erano quasi in cima, mancava pochissimo. Il meteorite si poteva intravedere nel cielo: era gigantesco. Dovevano affrettarsi.

Ma un gigantesco Salamance li ostacolò.

“Dove credete di passare?†disse minaccioso “State per entrare nella dimora di Rayquaza e solo chi è degno può arrivarci. Dovete sconfiggermiâ€.

Gengar sorrise.

“Se è quello che vuoi ti accontento subito!†rispose, caricando una Pallaombra. Era abbastanza potente da far volare via il drago. Ma questo tornò alla carica con Dragospiro. I due evitarono la mossa agilmente e Gengar usò Ipnosi. Salamance cadde a terra addormentato. Avevano la vittoria in pugno.

Chimchar voleva dare il suo contributo e decise di combattere.

“Non sarò forte come quando ero cattivo, ma almeno conosco questa mossa!â€

Allora usò la mossa Fossa. Gengar urlò, imprecando contro la scimmietta.

Chimchar non si ricordò che erano su una torre di nuvole e quando lo fece era troppo tardi. Cadde giù dalla torre. Capì che non c’era più nulla da fare e così chiuse gli occhi in attesa dell’impatto imminente. Faceva freddo. Ricordò ad un tratto tutta la sua vita. Ricordò quando Duskull lo spaventò, quando Marowak gli regalò il diario, quando lui e Tangrowth uscivano per raccogliere la legna. Il freddo stava penetrando nelle ossa della povera scimmietta, quando si fece insopportabile. Ricordò la Gilda di Wigglituff e ricordò anche la lettera che suo padre gli inviò. La sua vita era incompleta, piena di misteri e di faccende da sbrigare. Ed era stato appena purificato dalla malvagità  della sua anima. Era puro, privo di cattiveria. La sua anima era bianca, come la luce. Ma il bianco è un colore molto debole e fragile. Rappresenta l’inizio. Il panno bianco si può tingere, la pagina bianca si può scrivere e la luce bianca si può spezzare.

Ad un tratto gli venne un forte mal di testa e le sue orecchie cominciarono a fischiare. Stava malissimo. Tutto si faceva più buio, fin quando una voce rimbombò nella sua mente. Era molto fredda e solo a sentirla si provava una sensazione di freddo, come se avesse il potere di far congelare il corpo. Disse:

“Comincia la fase alfa del piano di alterazione del mondoâ€.

Chimchar fu incapace di rispondere e ad un tratto non vide più nulla. L’ombra lo aveva divorato. Era la fine.

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Capitolo 17

Fuoco Nero

Chimchar non esisteva più. Adesso c’era solo una nebbia nera. Fluttuava nel vuoto, non cadeva e non saliva. Era immobile nel punto dove la scimmietta scomparve. All’improvviso la nuvola si mosse, cominciando a salire con molta velocità  verso la torre di nuvole.

Nel frattempo Gengar stava guardando attraverso il buco scavato tra le nuvole da Chimchar.

“Kekeh, è morto†pensò ridacchiando. Dopodiché si girò verso il dragone e notò con sorpresa che non stava più dormendo, ma stava volando a tutta velocità  verso di lui.

Un ruggito spaventoso fece sobbalzare lo spettro e lo incitò a fuggire da dove si trovava: Salamance stava usando la mossa Oltraggio. I suoi occhi erano di un rosso molto acceso quanto inquietante e i suoi denti erano più appuntiti e taglienti di una spada. La mossa colpì in pieno Gengar, che cadde al suolo ferito. Ma Salamance si diresse da tutt’altra parte, usando Dragartigli e Lanciafiamme nel vuoto. La fortuna era dalla parte di Gengar, poiché il drago era confuso. Ne approfittò per caricare una potente PallaOmbra e fece in tempo a scagliarla. Salamance era esausto e adesso poteva recarsi da Rayquaza.

“Alla fine sapevo che quella scimmia non serviva a nulla†disse mangiando una baccarancia “Anzi, mi ha rallentato parecchio. Kekeh!â€

Divorata la baccarancia si fece terribilmente cupo in faccia. Aveva paura di misurarsi con una creatura mitologica e potente, ma la paura assalirebbe tutti.

Ma si accorse di essere osservato. I Pokémon di tipo Psico e Spettro possono captare le aure in vicinanza, benigne o maligne che siano. E lui trovò un’aura estremamente malvagia.

All’improvviso comparve una nube nera davanti a lui. L’energia che proveniva da essa era potente quanto maligna.

Gengar frugò nella borsa, prese un Semefuoco e lo scagliò con potenza verso la nebbia. Il seme esplose, ma la nuvola era sempre allo stesso posto.

Gengar sudava freddo. Non aveva mai visto una cosa simile, nemmeno nella periferia della grande città  Austropoli, dove le strade erano sempre piene di camion e di macchine, sia di giorno che di notte, che creavano gigantesche nuvole di smog color carbone. Ma questa era nera come la notte più buia, senza stelle in cielo. Emanava uno strano rumore.

Gengar era deciso, però, a recarsi da Rayquaza. E infatti si girò e fece come se la nebbia non fosse mai esistita.

Ma, dalla nube, uscì un braccio nero, lungo e scheletrico che afferrò lo spettro e lo scagliò via con potenza fuori dalla torre.

Ma Gengar tornò fluttuando e anche piuttosto arrabbiato.

“Gengar, ti preferivo prima†disse all’improvviso lanuvola con un tono di voce freddo “quando davi ancora la caccia a Squirtle e a Charmander; quando non ti facevi scrupoli di nessuno. E adesso invece sei un…â€

“Non sta a te giudicarmi, o creatura immonda†disse Gengar interrompendo l’essere.

“Vedremo†rispose questa.

Gengar rimase sorpreso quando vide al posto della nuvola comparire una sagoma che conosceva bene: Chimchar. Ma era ben diverso dall’ultima volta che l’aveva visto: aveva gli occhi di un blu freddo come il ghiaccio e il braccio sinistro era diventato nero e con tre dita appuntite. Lo stava fissando e muoveva le dita, come se fossero state ferme per lungo tempo. Chimchar, inoltre, era solito stare a quattro zampe, poiché stare in piedi troppo a lungo era per lui stancante, ma adesso era ritto sui piedi posteriori senza fare alcuno sforzo.

Gengar approfittò della distrazione per colpirlo con Ipnosi e farlo addormentare, ma il colpo non ebbe effetto. Gengar rimase di stucco. All’improvviso Chimchar - se si può chiamarlo ancora così - disse qualcosa a bassa voce che però udì anche Gengar:

“Non ho preso il controllo totale di questo corpo. Rimedio subitoâ€.

Allora lo spettro umano decise di intervenire, lanciando una Puntacciaio contro l’essere spaventoso, che si conficcò nella gamba destra. Solo allora sembrò ricordarsi del nemico. Si levò lo strumento di metallo dall’arto e lo lanciò alle spalle.

“Cosa vuoi fare?†chiese a Gengar.

“Voglio impedirti di prendere il controllo totale del corpo di Chimchar†rispose questo, mettendosi in guardia.

“Non lo farò†disse, suscitando scalpore “Non lo farò perché potrei modificare ulteriormente la struttura corporea di Chimchar. E il suo corpo al momento mi serve†disse sghignazzando.

“Sei un folle. So benissimo che vuoi sfruttare l’amicizia che c’è tra questo Chimchar e Marowak Hardbone. Vuoi prendere il leggendario manufatto che conduce all’Arca, eh?†disse a braccia conserte Gengar.

“Ma com…†esclamò stupefatto l’oscuro nemico.

“So leggere nel pensiero†rispose ridendo Gengar “Ma questo è il tuo piano beta. Attualmente vorresti far distruggere la terra da questo grande meteorite, non è vero?â€.

“Non… Non sei un Pokémon normale tu, vero?â€.

“No. Sono un umanoâ€.

“Come avevo previsto. Umano o no, sai troppe cose†disse “Chimcharâ€, mettendosi in posa di combattimento.

“Cosa vorresti fare, uccidermi? Sappi che sarà  molto difficile. Non mi interessa di Chimchar, quindi posso tranquillamente disintegrarti†disse Gengar, minacciando l’avversario.

“Oh, vedremoâ€.

“Domani solo uno dei due si sveglierà . E l’altro soccomberà !†urlarono all’unisono.

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Gengar bloccò con Psichico il nemico, che sembrava non opporre resistenza, e lo scaraventò fuori dalla torre.

“Ho vinto†disse Gengar mentre camminava verso la scalinata che l’avrebbe portato da Rayquaza.

Ma dalle nuvole che creavano il pavimento sbucò fuori l’avversario con una sfera in mano. Era nera come il braccio che la stava creando e la lanciò a Gengar, che dovette volare fuori dalla torre per schivarla, ed esplose in lontananza. Con sorpresa notò che “Chimchar†stava fluttuando.

“Ti ho sottovalutato†disse Gengar “E ho commesso un grande erroreâ€.

Il possessore del corpo di Chimchar caricò un potente Ombrartigli sulla mano destra, quella non alterata, e si preparò a colpire l’avversario. Gengar Lanciò una PallaOmbra, ma Chimchar era tropo vicino a lui quando la scagliò e ci fu una grande esplosione, che coprì di fumo i due. C’era talmente tanto astio tra i due che lasciarono perdere le tecniche di combattimento e pensavano solo a far più male possibile all’altro, con calci e pugni. Stavano cadendo dalla torre e sembravano non curarsene, quando Gengar tirò un potente calcio che fece tornare l’essere quasi in cima alla torre, esausto.

Gengar risalì e vide che il nemico era a terra; ma percepiva dell’energia, anche se debole, provenire da lui.

Si fermò un attimo per respirare e riposarsi ma fu un grande errore. L’avversario si rialzò e i suoi occhi brillavano di un rosso come il fuoco. Strinse i pugni e si sforzò. La torre cominciò a tremare, seppur leggermente. La sua energia era di una forza inaudita. All’improvviso i muscoli del nemico si ingrandirono, facendolo diventare più grande di un normale Chimchar. Il ciuffo sulla sua testa crebbe e gli occhi tornarono blu.

“Non mi interessa più del corpo di Chimchar†disse con una voce demoniaca †L’unica cosa che conta adesso è uccidertiâ€.

Gengar da felice divenne abbattuto e spaventato. E non si rese conto di essere preso a pugni e di essere calciato furiosamente dal nemico, senza un attimo di tregua. Chimchar con una ginocchiata molto energica in pancia gli fece sputare sangue dalla bocca. La testa gli faceva molto male e sembrava la fine. Con un colpo sulla schiena Gengar volò in basso, squarciando le nuvole sottostanti. Improvvisamente venne colpito di nuovo e cominciò a salire in alto. Per fortuna atterrò sulle soffici nuvole della Torre Celeste. Non ce la faceva più. Era sfinito. Sentì che il nemico poggiò i piedi per terra vicino a lui. Poi, una fitta lo colpì. E ci fu un grande terremoto, seguito da un ruggito gigantesco.

“Non può essere†esclamò Chimchar “Quest’urlo è di… Rayquaza! E ciò vuol dire che…â€

Guardarono in cielo e videro il meteorite davanti a loro: era enorme. Si sarebbe schiantato a terra ed avrebbe distrutto tutto ciò che conoscevano. L’oscuro essere rise, contento dell’imminente distruzione.

Ma dal cielo un raggio di notevoli dimensioni andò a colpire la minaccia, frantumandola e mettendo fine al pericolo. Tremava tutto.

“Posso morire felice†disse debolmente Gengar.

“Non è possibile. Il piano Alfa è... Fallito. Per colpa tua. Conoscerai la morte adesso!â€

Ma qualcosa lo colpì sulla guancia, facendolo cadere.

Era un lungo tentacolo blu che si stava accorciando. Proveniva da una massa gigante di altri tentacoli, sempre del medesimo colore.

“Adesso sei mio!†disse questo.

Gengar riuscì ad alzarsi in piedi e osservò attentamente il Pokémon. Capì che era buono e aveva buone intenzioni.

“Adesso†gli disse il nuovo arrivato “porta in salvo questi dueâ€. Lanciò due Pokémon: uno Squirtle e un Charmander.

Gengar era sorpreso, ma si caricò in spalla i due eroi e se ne andò.

Il mostro si rialzò, colmo di collera. Aveva i denti serrati e ruggì furiosamente.

“Ti ricordi di me, Tangrowth? No, non puoi ricordarti. Sei un altro Pokémonâ€.

“Non mi importa più di questo corpo! Che l’oscurità  lo possa corrompere!†urlò.

Dell’elettricità  rossa lo avvolse e successero molte cose interessanti. I capelli divennero molto lunghi e coprirono l’occhio destro, al collo comparve un grande collare rosso dentellato e il fuoco della coda divenne molto lungo, quasi metà  del suo corpo.

Tangrowth rimase sorpreso ma, senza esitare, attaccò l’avversario, che schivò agilmente il colpo.

“Preparati a morire!†urlò questo.

“Giammai†rispose.

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Fiamme. Fiamme nere circondavano Tangrowth ma non sembrò preoccuparsi minimamente. Ci fu una lunga lotta, dove sia Tangrowth che Chimchar Oscuro vennero colpiti più volte. Con un pugno, il tipo erba scaraventò lontano “Dark-Chimchar†e se ne approfittò per fuggire verso la cima della torre.

Inutile dire che l’oscuro lo inseguì. Arrivò in cima e vide che Tangrowth era vicino a Rayquaza, colmo di rabbia.

“E così dici che solo un leggendario può batterti?†disse il Pokémon blu “Bene, vediamo se è vero. Ti presento Rayquaza, un mio grande alleatoâ€.

“Sono stato interrotto nel bel mezzo di una lotta memorabile†disse questo tuonando “Voglio vedere se sarai alla nostra altezzaâ€.

Chimchar oscuro rise e all'improvviso fiamme e tenebre si innalzarono, ricoprendolo. Dalla spalla sinistra spuntò del fumo nero come la notte e del vento cominciò a soffiare forte..

“Vedremoâ€.

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Capitolo 18

La Prima Battaglia Leggendaria

Quell’incrocio tra un Chimchar e un essere oscuro – che verrà  chiamato Dark Chimhcar – stava fermo a studiare gli avversari. Alla sua destra c’era il possente Tangrowth, dalle liane blu, quasi viola, che respirava rumorosamente a causa della collera. Alla sua sinistra c’era il maestoso Rayquaza, che ruggì furiosamente e volò in alto, fino a scomparire. Aveva qualcosa in mente e Dark Chimchar lo sapeva bene. Poi cominciò a camminare verso Tangrowth. Ad ogni passo del fuoco nero si accendeva vicino a lui. La lotta era iniziata.

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Tangrowth cominciò ad attaccare per primo, allungando i suoi arti e colpendo ripetutamente l’avversario.

Era impressionante la maniera con cui Tangrowth usava gli arti come fruste e non lasciava un momento di tregua al nemico. Ma Dark Chimchar si parò, usando la lunga e rovente coda, bruciando per giunta il grande e vecchio Pokémon d’erba. Questo urlò dal dolore e indietreggiò.

“Bastardo! Me la pagherai!†disse lanciandosi nuovamente contro il rivale.

Ma questo era troppo forte per un vecchio e stanco Tangrowth: Dark Chimchar gli stava tenendo testa abilmente. La coda, oramai era diventata nera, nera come la pece: ed era un segno della continua metamorfosi del corpo.

La lotta procedeva. Tangrowth però non era molto concentrato: aveva paura di far male al suo piccolo amico, a Chimchar, che adesso sembrava scomparso dinnanzi a quel mostro. Aveva giurato che lo avrebbe riportato indietro a tutti i costi e non voleva venir meno alla promessa fatta. Non voleva ripetere l’errore che segnò la fine della sua carriera da Soccorritore. Anni or sono, lui e i suoi amici combatterono contro un potente principe del male. Promise ai suoi compagni che li avrebbe riportati fuori dal castello sani e salvi. Ma così non fu. La sua amata Lilligant e il suo fido amico Carnivine morirono in battaglia. Il tipo erba non andava molto d’accordo con il tipo fuoco, quello del principe. Così Tangrowth non poté più riabbracciare l’amore della sua vita, Lilligant, e Carnivine, il suo migliore amico, non poté tornare da sua moglie e dai suoi figli. Ma il principe venne sconfitto grazie all’aiuto di due altri Pokémon. Mentre Tangrowth stava raccogliendo le energie per la sua ultima mossa, gli altri due lo distrassero. Riuscì a colpirlo, facendo crollare anche il castello. E la battaglia che stava vivendo adesso, era molto simile a quella.

Tangrowth, allo stremo, volle giocare dunque la sua ultima carta.

“Hehe, sei molto forte. Ma non morirò invano. Anche se stai usando il corpo di un mio caro amico, sappi che non ti risparmierò. Preparati!â€

E lanciò dalle mani un grande raggio lucente, che bucò il corpo del nemico, colorando di rosso il pavimento di nuvole. L’occhio di Dark Chimchar si era ingigantito dal dolore e si inginocchiò, toccandosi la pancia.

“Ti piace, eh? Ho approfittato del tempo in cui parlavo per assorbire la luce solare e rilasciarla sotto forma di un potentissimo Solarraggio. Naturalmente più potente del normale, vista la vicinanza al soleâ€.

“Maledetto†disse d’un fiato il ferito, sputando sangue dalla bocca. Ma si rialzò ridendo e, con grande sorpresa di Tangrowth, si rigenerò.

“Ti piace, eh? Hahahahahahaha! Adesso abbi il p…â€

Non fece in tempo a pronunciare le parole che arrivò con un ruggito minaccioso Rayquaza, attaccandolo con Volo.

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Dark Chimchar, colpito dalla mossa, attraversò la torre a gran velocità , bucandola, e si fermò arrabbiato. Si girò per gridare qualche maledizione verso il leggendario, quando se lo ritrovò davanti. Venne colpito ripetutamente da Dragartigli. Poi una codata in pancia lo fece volare in alto ma si riprese.

Allora, notando che l’avversario era immobile, decise di caricare una mossa nefasta.

“Questo, amico mio, lo chiamo Colpo Proibito. Consiste nel prendere una mossa del Pokémon il cui corpo è ospitante e unirla ad una mia – sghignazzò – e Vampata è la sceltaâ€.

Caricò dalla bocca una fiamma, che divenne nera. La lanciò e si ingrandì.

Ma Rayquaza non fu colto a sorpresa: in quel lasso di tempo preparò un secondo Iper Raggio e lo scagliò quando l’avversario fece altrettanto.

Questo si arrabbiò al pensiero di aver commesso due volte lo stesso errore. Ma era troppo tardi. Quando i due raggi si scontrarono, una gigantesca onda d’urto andò a creare dei fortissimi venti sulla terra ferma. Rayquaza sembrava avere la meglio, ma l’avversario resisteva fortemente. Ma solo uno dei due l’avrebbe spuntata.

Quella battaglia stava giungendo al termine, poiché un leggendario è troppo potente per chiunque. E Dark Chimchar fece un passo più lungo della gamba, una mossa che gli costò cara.

Concentrò tutta l’energia negativa che possedeva dentro la Vampata, per aumentare la potenza. Ma la forza dell’essere oscuro era infinitamente più forte di quella di Chimchar e così la Vampata scomparì e al posto di essa ci fu solo un raggio nero destinato a svanire. L’Iper Raggio perforò quella cortina di nero e si stava dirigendo verso il nemico fluttuante e stanco, quando in una frazione di secondo successe una cosa inaspettata.

Il nemico, avendo rilasciato troppa energia, occupò molto più spazio del previsto nel corpo ospitante e ci fu un lampo che divise i due. Così Chimchar cadde nel vuoto, privo di sensi, mentre l’altro essere si rivelò alla luce del giorno (e dell’Iper Raggio).

Aveva un grande occhio celeste sulla destra, mentre del fumo bianco, simile ad una capigliatura, copriva l’altro occhio. Delle lunghe braccia nere con del fumo sulle spalle toccavano la testa, perché non si aspettava proprio una scissione dei corpi. Non aveva gambe, solo una coda. Era anch’esso un Pokémon Leggendario, era il re dell’oscurità : Darkrai.

L’Iper Raggio giunse a destinazione e questo, dopo aver maledetto sia Chimchar che Rayquaza, scomparì tra la luce, disintegrandosi. Nessuno seppe il perché dei suoi gesti e fu troppo tardi per domandarglielo. Il leggendario Rayquaza sconfisse il leggendario Darkrai. Questa fu la prima battaglia leggendaria di una lunga serie.

Chimchar (quello vero) continuava a cadere, destinato a schiantarsi al lontano (ma sempre più vicino) suolo.

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N.B. Il capitolo è più corto degli altri, poiché molti si sono lamentati del fatto che uno incentrato interamente sui combattimenti è annoiante.

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Capitolo 19

L'alba

Come una stella cadente. Chimchar cadde come una stella cadente nel cielo stellato. Nel mondo era notte, a differenza della Torre Celeste, poiché in cielo il sole è sempre in vista. Le stelle brillavano, pigolanti, rischiarando la notte. La luna non era presente e un grande senso di inquietudine assalì gli abitanti del mondo che si trovavano al buio. Inconscio del tragico destino che stava per consumarsi, Chimchar sorrise: stava sognando di incontrare suo padre. Non l’aveva mai visto e se l’aveva fatto, era stato quando era troppo piccolo da aver memoria. La terra si avvicinava sempre di più. Finché successe. Chimchar si schiantò. Ma non era il suolo dove si era schiantato: Rayquaza non volle che la vita di Chimchar finisse prematuramente e lo andò personalmente a salvare, afferrandolo tra le braccia. Era la prima volta, dopo secoli, che scese sulla terra. Ma ci restò troppo poco per sentire il calore e il vento notturno accarezzargli la faccia. Così risalì, tra la luce del sole e tra le candide nuvole che formavano la sua casa. Tangrowth era lì, seduto ed immerso nei suoi pensieri.

Appena vide cosa Rayquaza stesse trasportando, gioì come un bambino in festa. Rayquaza raccontò della lotta e di Darkrai. Tangrowth rimase a bocca aperta, domandandosi cosa c’entrava Chimchar con il volere nefasto dell’essere padrone degli incubi nelle lotta senza luna, come quella. Nemmeno il millenario riuscì a trarre un’ipotesi di valore. L’unica cosa certa in quel mare di dubbi era che Chimchar doveva tornare a casa, sano, salvo e il più presto possibile.

“Mi offro io di accompagnarlo†disse Tangrowth, alzandosi in piedi.

“Penso sia la soluzione migliore. Non ci terrei a farmi vedere dal volgo. E, se dovessi comparire in pubblico, dovrà  essere solo in caso d’emergenza†disse chiudendo gli occhi Rayquaza.

“Per esempio una guerra?†Domandò il Pokémon erba.

“No. Scenderò in terra solo quando ci sarà  una lotta tra Groudon e Kyogre, ma ciò non accade da millenni, oppure se ci fosse un giudizio Divino. Ma la guerra tra gli umani non mi riguarda. Vedi, deve giungere il momento che gli uomini capiscano che pensare solo al bene personale fa morire l’anima. E, per ottenere la propria felicità , molte volte, si nuoce quella degli altri. Questo mondo non è perfetto, e non lo sarà  di certo mai, poiché esistono sempre situazioni in cui si prova dolore e disperazione. Ma queste sensazioni di angoscia e malessere si possono annientare, non totalmente, ma possono diminuire. La causa è il male. Il male esiste veramente. Per altri una determinata cosa può essere bene, per altri può essere male. Ma chi siamo noi per decidere cosa sia il bene e il male? Il male esiste perché ci sono individui che provano piacere per il male altrui e perché c’è gente disposta a recar danno agli altri per i propri scopi. Molte volte è vero che per ottenere una cosa buona bisogna sacrificarsi, ma questo è diverso dal male puro. Non è semplice da capire, per questo c’è molta infelicità  nel mondo. E quando gli uomini lo capiranno, sarà  troppo tardi. Sono parole tristi, ma veritiere†rispose l’antico.

“Ho molto da imparare, Rayquaza. Nonostante la mia età , tu mi devi insegnare molte cose. Errori gravi turbano la mia esistenza. Devo maturare ancora, altrimenti non sarei qui a chiederti di istruirmi. Ti prego, prendimi come allievoâ€.

Rayquaza pensò a lungo, finché disse: “Mi dispiace, ma la risposta è no. Tra tanti maestri hai scelto quello che non potrà  mai esserlo. Ci sono cose che non devi sapere e temo che rimanendo con me, queste cose vengano conosciute da un mortale. Ma avrai sempre il mio aiuto, ogni volta che verrai qui a chiedermelo. Con questo ti saluto, prendi Chimchar e vai per la tua strada. Che il tuo destino si compiaâ€.

E Tangrowth obbedì. Prese in spalla la scimmietta dormiente e scese dalla scalinata bianca. Toccò con le dita la pietra teletrasportante e si ritrovò in un boschetto. Era il boschetto vicino al Borgo Tesoro. Posò Chimchar davanti al Dojo di Marowak e se ne andò, dandogli un silenzioso addio.

Il giorno dopo venne ritrovato e ci fu una grande festa nella struttura. Era sparito da mesi, oramai Marowak lo dava per morto. Ma purtroppo Chimchar non ricordava quasi nulla dell’accaduto. Perse il diario di Lucario, durante le sue travaglianti avventure. Lesse solo che il comportamento di Monferno diventava sempre più diverso e che apparve un giorno un Pokémon con una campagna, dove sosteneva che i Pokémon, per diventare più potenti dell’uomo, dovessero abbracciare la tecnologia. Ma non seppe come andò a finire. La vita di Chimchar prese una piega leggermente diversa da com’era prima: Marowak posò una pietra vicino casa sua. Un tempo era parte di un antico mosaico andato perduto. Questa era diventata il suo portafortuna e non si separava mai da essa. Per paura di essere rapito di nuovo, coprì l’entrata del Promontorio Sharpedo con un cespuglio, in modo da risultare invisibile. Non riuscì, però, ad entrare nella gilda di Wigglytuff. Quel tendone era immenso per lui, un piccolo essere timoroso e gracile. Non rivide più Tangrowth e Gengar.

E la notte di luna nuova, pensieri oscuri lo destavano dal sonno, come se un’ombra riemergesse dal suo passato.

Quella notte riaccadde. Sognava di nuovo quell’incubo. Tutto era nero e buio. Non si vedeva nulla. Un grande occhio celeste lo fissava e delle grandi mani nere e scheletriche si avvicinavano a lui, ingrandendosi a dismisura, e lo afferravano, stringendolo. Si svegliò di soprassalto. Salì in cima al Promontorio Sharpedo e, immobile, cominciò ad osservare il mare. Il cielo si tinse di una debole luce che fece scomparire le stelle, evidenziò le nuvole e schiarì il mare. Un rumore di passi, proveniente dalle sue spalle, si fece sempre più forte. Ma Chimchar rimase impassibile, immerso nei suoi pensieri.

Una voce confortante parlò:

“Qual è il problema? Non riesci a dormire?â€

Chimchar riconobbe la voce e si girò. Una figura verde, con la pancia rossa e con una lunga foglia sulla testa e tre paia sulle braccia lo stava osservando. Gli occhi gialli brillavano nel buio.

“Sì, Grovyle.Sto solo pensando†rispose Chimchar girandosi.

“Riguardo il fatto di Dusknoir?â€

“No, riguardo alla storia di Ryan. Non me lo sarei mai aspettato che lui venisse dal futuroâ€.

“Già , deve essere stato scioccante. Ma non ci credo molto, sai? Il tuo sguardo… C’è qualcosa di turbato in te. Vuoi parlarmene o preferisci tenertelo per te?†disse a bassa voce Grovyle.

Grovyle era un tipo molto sveglio. Veniva dal futuro per salvare il passato. Nella sua vita, purtroppo, non aveva mai visto il tempo scorrere, per colpa della Paralisi del Pianeta. Tutto lì era grigio, senza colori. La colpa era di Dialga Oscuro, ovvero la forma corrotta dal male di Dialga, il leggendario padrone del Tempo. Lui ed un umano, Ryan, erano coloro che dovevano riportare il mondo nella pace in cui risplendeva un tempo, viaggiando nel passato e impedire la Paralisi. Ma tragicamente, vennero separati. Ryan perse la memoria e venne trovato da Chimchar un giorno. Grovyle, invece, continuò da solo il suo scopo, ovvero quello di prendere gli Ingranaggi del Tempo e di portali nella Torre Temporale. Ma Dusknoir, seguace di Dialga Oscuro, andò nel passato per impedire ciò, facendosi credere un poliziotto e convincendo la gente che Grovyle non era altro che un ladro. Catturato Grovyle, prese anche Ryan, sotto forma di Mudkip, e Chimchar. Fecero un lungo viaggio nel nero futuro e, grazie all’aiuto di un Celebi Cromatico, fuggirono.

“Ecco… Riguarda il mio passato. Purtroppo persi la memoria e non ricordo quasi nulla. Ma nelle notti di luna nuova lo stesso incubo mi tormenta da anni. Un occhio blu e freddo come il ghiaccio mi fissa e delle grandi mani nere mi afferranoâ€.

“Oh. Deve essere una cosa molto brutta†disse Grovyle appoggiando la mano sulla spalla del triste Chimchar, per consolarlo.

Ma questo si girò di scatto, sorridendo.

“L’alba. Sta sorgendo il sole!†disse infine.

Grovyle si girò e vide con stupore che il mondo si stava colorando. Non si ricordava di com’era bella l’alba. Il sole stava sorgendo e nei cuori dei due amici cresceva di più la speranza della salvezza.

“Non è molto bella?†disse con gioia Chimchar.

“Sì, lo è†rispose l’agile Pokémon.

“Forse per il fatto che siamo stati nel futuro… Ma non ricordo proprio che potesse essere così meravigliosa! L’alba… La diamo per scontata, visto che è una cosa naturale. Ma le cose che diamo per scontate… Sono quelle più preziose e importantiâ€.

“Sagge parole – disse Grovyle – E in un futuro di sola oscurità â€¦ Capisci cosa rappresenti l’albaâ€.

E si girò verso il piccolo Chimchar, che non era più piccolo: adesso era più forte e più consapevole del suo potenziale e del peso che aveva sulle spalle.

“Vorrei chiederti una cosa. Quando eravamo nel futuro ed eravamo nella morsa di Dialga, quando non avevamo speranze… Hai detto di non voler arrenderti. E io non mi sono arreso. Come… Come hai fatto a tirare fuori tutta quella forza?â€

“Non lo so nemmeno io. Ma forse era perché Ryan era vicino me. Anzi, è sicuramente così,â€.

Ci fu una lunga pausa, quando Chimchar fece un piccolo salto, come se improvvisamente si fosse ricordato di una cosa importante. Frugò nel suo borsello e tirò un sospiro di sollievo. Prese il pezzo di roccia che Marowak gli diede e lo mostrò a Grovyle.

“Questo è un Frammento Antico. Lo trovai vicino casa mia. Ma non indagai mai su cosa fosse, forse perché ero solo un codardo. Ma, improvvisamente, quando incontrai Ryan, la mia vita cambiò. Trovai sempre il coraggio di compiere azioni che da solo non avrei nemmeno pensato di fare, come entrare nella Gilda di Wigglituff. Lui significa molto per meâ€.

“Ryan è molto fortunato ad avere un amico come te†Ci fu qualche secondo di silenzio, dopodiché Grovyle riprese a parlare “Oramai è giorno, dobbiamo partire subitoâ€.

Così disse e tutti e due rientrarono dentro il promontorio, dove Ryan dormiva. La Storia di Chimchar doveva ancora compiersi e il tempo andava salvato.

In un luogo molto lontano…

…: “Il canto della civetta è nefasto. Si narra che ogni volta che qualcuno lo ode, una persona muore.

La prova che, anche un essere candido, bianco e bello, può celare qualcosa di significativo e misteriosoâ€.

Una voce da donna rimbombò nella sala: “Con chi parla, sire? Nella Sala del Trono c’è solo leiâ€.

Un uomo rispose: “Era una riflessione tra me e me. Parlare da soli non è indice di uno squilibrio mentale, anzi.

E comunque, avete trovato nulla?â€.

La donna rispose: “La squadra D sta indagando. Presto avremo un rapporto da Zenasâ€.

“Eccellenteâ€.

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Atto 2 - La storia di Chimchar - Parte Seconda

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Capitolo 20

Notizie

“Il tempo. Non si vede e non si tocca, come il vento. Ma si sente sulle spalle che si fanno sempre più affaticate. Ed è molto più prezioso di esso. Un mondo senza tempo… Una dannazione eterna, come l’immortalità  nella mano di un immeritevole. O come la corona sulla testa di un re che pensa solo a se stesso, un re egoista ed egocentrico. Il popolo muore di fame e di carestia, ma a lui non importa. Ma la colpa non è sua, in fondo. La colpa va attribuita a chi l’ha corrotto, a chi gli ha insegnato principi sbagliati per la morale della vita. E ci rispecchiamo in questa situazione, amici. Secondo me questa situazione di malessere non è dovuta alla corruzione di Dialga. Oh, no. Qualcosa di più buio è sceso in campo†disse Grovyle ai due compagni di viaggio, Ryan e Chimchar.

Ryan era un tipo molto taciturno, parlava solo quando riteneva fosse il caso. Meditava sempre, voleva ricordare il suo passato, da umano e da amico di Grovyle. Svegliarsi un giorno su una spiaggia, senza ricordarsi gli avvenimenti del giorno prima. Potrebbe essere frutto di una sbronza, sì, può succedere. Ma risvegliarsi sotto le sembianze di un Mudkip e non ricordarsi nulla di ciò che è stato al di fuori del proprio nome non è normale. Ma dubitava fortemente di Grovyle. Un ricercato la cui taglia è la più alta del momento che si dichiara tuo amico del passato. Chiunque sarebbe diffidente in quella situazione.

Chimchar, invece, era molto maturato dopo gli eventi dell’equilibrio del mondo. Era diventato più coraggioso e anche un po’ più maturo. Anche lui perse la memoria, ma solo degli eventi più importanti. Ricordava solo di Tangrowth. Quel vecchietto simpatico, chissà  in quel momento dove si trovava. Lui non sospettava minimamente del Pokémon Legnogeco. Anzi, lo ammirava molto per il suo scopo. E voleva molto bene a Ryan. Ogni volta che lo guardava, un grande forza lo assaliva e si sentiva in grado di scalare una montagna in dieci minuti. E gli tornava sempre in mente il momento in cui lo trovò per la prima volta.

Ogni volta che andava ad ammirare la gilda di Wigglituff in lontananza una grande paura lo assaliva e andava in spiaggia per dimenticare l’umiliazione del fatto che non era riuscito a superare la propria paura. I Krabby deliziavano la vista di Chimchar con il loro solito spettacolo, ovvero quello in cui creavano bolle e riempivano la spiaggia con esse. Ma in spiaggia c’era un Pokémon che non aveva mai visto. Era blu e aveva delle protuberanze arancioni sulle guance. Chimchar cominciò a tremare dalla paura e aveva intenzione di scappare ma qualcosa… Qualcosa lo fece rimanere fermo dov’era e osservò bene quella che pensava “la carcassa†di un Pokémon. Si avvicinò con molto terrore e fece un enorme balzo quando essa cominciò a tossire e sputare acqua dalla bocca. Era un Mudkip, ed era vivo. Appena aprì gli occhi vide Chimchar che lo osservava.

“Oh, un Chimchar gigante. Bene, chissà  dove mi trovo†disse questo, mentre era ancora sdraiato.

“Ehm, di gigante non ho nulla, anzi, sono poco più basso della media…†rispose l’altro, arrossando profondamente. Quelle parole turbarono molto Mudkip e Chimchar se ne accorse. Volendo rimediare, disse: “Ho detto qualcosa che non va?â€.

“M-Ma tu parli! Ecco cosa non va! I Chimchar non parlano!†e con un balzo si mise su due zampe, cadendo puntualmente. Si mise ad urlare, mentre si guardava le zampe anteriori e toccandosi ovunque.

“Che diavolo mi è successo? Sono un Mudkip! Un fottutissimo Mudkip! E non ricordo nulla di me! Eccetto che sono un umano e che mi chiamo Ryan…â€

A queste parole, Chimchar scoppiò in una grande risata perché quella storia era incredibile. E da quell’incontro molto strano nacque una grandissima amicizia.

I due dovettero lottare contro il Team Teschio, composto da uno Zubat ed un Koffing che rubarono il Frammento Antico a Chimchar e si rifugiarono in una grotta. Chimchar confidò lui il fatto della Gilda e questo lo spronò ad entrare dentro. La sua vita non fu più la stessa: conobbe molti amici, imparò a lottare e imparò ad avere più fiducia in se stesso. Il Team Teschio non ci pensò due volte a chiamare Skuntank, il loro capo, e a dargli una lezione coi fiocchi. Poi ci fu il problema dell’Arresto del Tempo, causato da Grovyle. Il tempo, una volta sottratti gli Ingranaggi del Tempo, si ferma nella zona in cui vengono tolti. E ricordò l’avventura, alla ricerca di Grovyle e a Dusknoir. Dusknoir, colui che è al servizio delle tenebre, colui che si è spacciato per il salvatore, colui che si è divertito a giocare con la fiducia di molte persone…

“Ehi, Chimchar, tutto bene?†chiese Ryan.

Il richiamo lo destò dai suoi pensieri e vide che la Foresta Arcana stava per finire.

“Mi sono lasciato andare con le parole, volevo solo rallegrare questa “escursioneâ€. Scusa se ti ho fatto annoiare, dopo tutto sei ancora un po’ ‘infantile’ †disse sghignazzando Grovyle. La cosa fece arrabbiare Chimchar, ma capì che si trattava solo di uno scherzo. Lì la natura era diversa. Una foresta millenaria, che contava almeno 50 specie di alberi diversi, alcuni di questi secolari. Era molto vasta e ci voleva molto tempo prima di entrare nel cuore di essa. Ma Ryan e gli altri viaggiavano da ore, sarebbero arrivati molto presto.

Dopo un po’ di tempo, passato a sconfiggere Pokémon nemici e a mangiare mele, arrivarono a destinazione.

Nei dungeon i Pokémon attaccano chiunque sia straniero a loro, spinti da una forza misteriosa che avvolge il mondo nascosto.

“Siamo arrivati - disse Grovyle - La memoria non mi inganna. Venni qui tempo fa, nel futuro, con te, Ryanâ€.

Il cuore della foresta era molto fitto, gli alberi erano predisposti in modo da circondare un tronco cavo coperto da del muschio. Le foglie filtravano la luce, tingendo il posto di un bel colore arancione. C’era un’atmosfera molto calma e mistica, in tema con il gran tesoro che custodiva. Un Ingranaggio del Tempo. Brillava di un colore celeste molto chiaro. Dei raggi verdi lo circondavano, donandogli un aspetto molto sacro. Il tempo sembrava essersi fermato. Ma lo era davvero. Grovyle se ne accorse: “Ragazzi, il tempo si è fermato!â€

Tutti distolsero lo sguardo dall’Ingranaggio e si girarono. Era tutto grigio, il vento non soffiava più, le gocce di rugiada erano sospese nell’aria e gli uccelli non cinguettavano più.

“Ma com’è possibile?†disse Chimchar.

Lui e Ryan si girarono nuovamente verso l’ingranaggio e videro che Grovyle lo aveva appena sottratto dal suo posto. Urlarono all’unisono. Sentirono tutti un rumore simile ad un portone pesante che si chiude e i raggi verdi scomparvero.

“Che hai fatto?†disse Chimchar.

“Tanto il tempo si è fermato, non fa nulla - rispose mettendo nella borsa il tesoro – anche se mi preoccupa qualcos’altro. Chimchar, ti incarico di scoprire cosa sta succedendo qui. Devi andare a Borgo Tesoro e raccogliere più informazioni disponibiliâ€.

“Ok, cercherò di non farmi notare da nessuno!†rispose questo, stringendo i pugni. Ma in cuor suo non sapeva dove trovare simili informazioni, per lo più senza essere visto da nessuno. Ma ci doveva provare e riuscire.

Tornati nel Borgo, Grovyle e Ryan si recarono verso il Promontorio Sharpedo, lasciando Chimchar da solo per poter compiere la sua missione.

Era indeciso su come raccogliere informazioni e sopratutto, dove trovarle. Nella bacheca della gilda qualcosa c’era sicuramente, ma era impensabile mostrarsi in un posto così affollato e così pieno di amici. Provò ad andare nella piazza del Borgo, verso il centro. Lì c’era un grande cartellone con scritti tutti gli avvenimenti importanti e tra questi, sicuramente quello che cercava. Ma c’era troppa gente nella piazza, sarebbe stato troppo rischioso farsi scoprire. Ci sarebbe molto caos se lo vedrebbero, dopo essere sparito nel nulla con Grovyle, Ryan e Dusknoir. Per fortuna c’erano degli alberi che circondavano la cittadina e, come ogni Chimchar, lui sapeva muoversi abilmente tra gli alberi. Riuscì ad appostarsi abbastanza vicino per poter sentire le chiacchiere dei compaesani, sperando di riuscire a ricavarne qualcosa di utile. Passarono le ore ma nulla uscì dalla bocca dei cittadini, se non inutili pettegolezzi. Chimchar era stanco di stare seduto sullo stesso ramo, così decise di cambiare posizione: il ramo scrocchiò rumorosamente e si spezzò, cadendo energicamente al suolo. L’attenzione ovviamente ricadde su quel rumore e tutti si addentrarono nella boscaglia, per vedere cos'era successo. Chmchar, ovviamente, non si sarebbe fatto scoprire e si nascose da tutt’altra parte. Vide però che la piazza era scoperta e decise di andare a leggere in bacheca. Trovò tutto quel che cercava e, appena finito di leggere, corse via, rapido come un fulmine.

Tornato dai compagni, cominciò a raccontare i fatti.

“Quando lasciammo il presente, gli ingranaggi vennero rimessi al loro posto da Uxie, Mesprit ed Azelf. Ma il tempo non riprese a scorrere, anzi, cominciò a fermarsi anche in altre partiâ€. Ci fu uno stupore da parte degli altri Pokémon e Chimchar riprese a parlare “E sono tutti preoccupati perché le cause sono ignote. Grovyle, che significa ciò?†domandò, infine.

“Temevo che questo momento sarebbe arrivatoâ€.

Molto lontano…

…: “I sogni… Che cosa ci rappresentano? La realtà  oppure la fantasia? Perché sogniamo quando siamo in uno stato d’incoscienza? Forse perché sono cose troppo irreali-â€

…: “Mi scusi sire, ma le ricerche sono complete. Tutto porta ad una bibliotecaâ€.

…: “La squadra D ha fatto un ottimo lavoro. Zenas merita una promozioneâ€.

...: “Riferiròâ€.

…: “Ah, partirò domani. Nella mia assenza, il comando verrà  preso da Glykeriosâ€.

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Capitolo 21

Una Decisione Rischiosa

“La Torre del Tempo sta per crollare†disse Grovyle.

Chimchar non sapeva cosa volesse dire e chiese: “Cos’è la Torre del Tempo?â€.

“La Torre del Tempo è, come dice il nome, una grande torre che si trova i un luogo dove leggenda e realtà  si uniscono; è li da quando i Pokémon hanno memoria. Regge il flusso temporale ed è grazie ad essa che il tempo scorre normalmente. Ma adesso sta crollando e gli effetti si stanno già  sentendo. Se non interveniamo al più presto, tutti i nostri sforzi saranno vani. La paralisi del pianeta si fa sempre più vicinaâ€.

Si leggeva chiaramente il terrore negli occhi di Chimchar e Ryan.

Grovyle continuò il suo discorso: “L’unico modo per impedire ciò è recarsi nella dimora di Dialga con tutti gli ingranaggi del tempo. Anche se c’è un problema: questa torre si trova in un posto chiamato Terra Nascosta. Ma nessuno sa dove essa si trovi e questo ci complica le cose. Dobbiamo dividerci: io andrò a cercare gli Ingranaggi del Tempo, mentre voi andrete a trovare informazioni riguardo questa terra leggendaria. Avete capito?â€.

“Sì signore!†dissero in coro.

“So di poter contare su di voi. Non conosco la locazione precisa di essa, ma so solo che la Terra Nascosta si trova in questo mondo, anche se nessuno l’abbia mai trovata. Ciò potrebbe dire che si trovi dall’altra parte del mare – aggiunse Grovyle, ammirando le onde che si scagliavano con forza sulla scogliera – e, se fosse così, dobbiamo trovare un modo per attraversarlo. Ma va bene, adesso vado. Buona fortunaâ€.

Detto ciò Grovyle si allontanò molto velocemente: non c’era più tempo.

“Dobbiamo andare anche noi!†disse con molto entusiasmo Chimchar. Ma ben presto si accorse di un piccolo particolare: come potevano trovare una cosa che nessuno ha mai visto? Però gli venne una brillante idea: “Supponendo che la Terra Nascosta si trovi dall’altra parte del mare, cominciamo a cercare un modo per poterlo attraversare!â€. Per poter pensare meglio, i due decisero di fare una passeggiata in spiaggia. La brezza marina e il rumore delle onde avrebbe aiutato loro a trovare qualche idea.

Uscirono dall’entrata segreta del promontorio con molto silenzio e solo dopo essersi assicurati che non ci fosse nessuno nelle vicinanze. Cominciarono a correre silenziosamente verso la pineta che circondava il borgo, per evitare di essere visti. All’improvviso sentirono un fruscio e immediatamente si rizzarono in piedi, trattenendo il respiro. Dopo non aver udito più nessun rumore e non aver percepito alcuna presenza, accertati di essere soli, continuarono la loro fuga silenziosa. Superata la cittadina, giunsero ad un incrocio. La strada a destra portava alla Gilda di Wigglituff, quella che proseguiva andava verso le colline e le montagne in lontananza, entrando nel cuore del continente, immergendosi nella natura verdeggiante e nella pace più calma e rilassante, mentre il sentiro che conduceva verso destra andava verso la spiaggia. Percorsero la strada di destra e corsero molto velocemente e col cuore in gola, poiché non c’era alcun riparo nelle vicinanze, nel caso ci fosse qualcuno oltre a loro. Arrivarono sulla spiaggia, ma non incontrarono nessuno, per fortuna. Il sole batteva sulle loro teste, facendoli sudare. Erano fermi e guardavano l’orizzonte. Il cielo sembrava unirsi al mare in lontananza e le onde bagnavano i loro piedi, rinfrescandoli. Dopo qualche minuto di silenzio, Chimchar si sedette sulla sabbia, scoraggiato: “Non abbiamo speranzeâ€.

All’improvviso Ryan divenne rigido. “Ho un’idea†disse. “Può sembrare un’idea sciocca, ma voglio provarci. Andiamo alla Gilda!â€.

A queste parole Chimchar balzò in piedi, con gli occhi spalancati: “Cosa? Vuoi uscire allo scoperto? E perché mai?â€. Ci fu del silenzio, interrotto solo dalle stridii dei Wingull e dal rumore delle onde. Ma Chimchar capii le intenzioni dell’amico. “Mh, è vero, sono rimasti senza nostre notizie da molto, sicuramente saranno preoccupati per noi. Ma tutto ciò che abbiamo visto nel futuro, seppur veritiero, alle loro orecchie saprà  d’incredibile. Che ne pensi, Ryan, ci crederanno o no?â€.

“Tentar non nuoce, ma io credo proprio che ci daranno retta e crederanno alle nostre parole†rispose. Chimchar lo guardò un po’ confuso, ma rispose quasi subito: “Forse sarà  così… Ma loro, dopo tutto, loro pensano che Dusknoir sia quello buono, mentre Grovyle credono sia uno spietato fuorilegge. Persino io, che so come le cose sono andate, stento a crederci…â€

“Dobbiamo dirgli la verità , invece!†disse Ryan.

“Ma come? Non ci crederanno!â€

“Proviamo comunqueâ€.

“E perché mai?â€

“Abbiamo bisogno d’aiuto e al più presto!â€

Chimchar si zittì ad un tratto. Le parole di Ryan gli erano entrate nel cuore, capendo che era la cosa giusta da fare.

“... Hai ragione. Non potremo mai trovare la Terra Nascosta da soli… Sì, è pur sempre vero che anche col loro aiuto le nostre possibilità  aumentano di molto poco, ma spesso l’aiuto più piccolo può rivelarsi altrettanto importanteâ€.

Ryan sorrise e Chimchar lo guardò negli occhi: “Andiamo!†disse.

Il sole stava tramontando quando i due amici arrivarono davanti al tendone della Gilda di Wigglytuff. Agli occhi di Chimchar quel tendone è sempre stato una grande e imponente struttura e gli incuteva timore. Era piccolo quando l’osservava da lontano. E in quel momento gli sembrava completamente diversa: non era poi così grande e così imponente come se l’immaginava anni addietro. E sopratutto, li dentro non erano molto cattivi, certo, Chatot poteva sembrare un po’ severo, ma in fondo lo faceva per il bene della gilda. Ma adesso aveva paura, una paura però diversa da quella che provava tempo fa. Le torce ai lati del tendone brillavano, facendo danzare le proprie ombre col vento e l’ingresso era sbarrato da delle grandi sbarre metalliche, unite alla base.

“Devo dire che è strano tornare qui dopo tanto tempo†disse Chimchar, per farsi forza. “Non riesco ad entrare, mi è troppo difficile, come un tempo. Non è normale, dopo che siamo scomparsi davanti agli occhi di tutti, farci rivedere, così, all’improvvisoâ€. Alzò gli occhi al cielo e vide che qualche stella stava già  scomparendo nel cielo rosa. Ma, stringendo i pugni, disse: “No. Non possiamo tirarci indietro proprio adesso. Dobbiamo dare spiegazioni a tutti gli altri. Mi metto sopra la grataâ€.

Chimchar, con grande sforzo, mise i piedi sulla grata. Era la seconda volta che lo faceva con grande difficoltà  e con grande ansia. Il cure batteva a mille come la prima volta, anche se i motivi erano diversi. La grata, una volta posizionatosi sopra, emise un rumore metallico. Nella profondità  del pozzo sottostante si sentì un rumore di sassi che vengono spostati e, successivamente, udirono una voce, piccola e squillante:

“Pokémon in arrivo, Pokémon in arrivo!â€.

Una voce assordante e potente rimbombò da sotto, rispondendo a quella che era la voce di Diglett, colui che esamina le zampe di quelli che entrano nella gilda.

“Identificalo!†disse quello che sembrava fosse Loudred. Loudred accompagnava nel lavoro Diglett e le loro voci erano totalmente differenti, creando un grande contrasto.

Diglett rispose, balbettando: “Quelle sono le zampe… Le z-zampe… Quello è Chmchar!â€.

Si sentirono altre voci, che erano degli altri membri della gilda, nonché amici dei due “viaggiatori del tempoâ€, che fecero rimbombare nella galleria un possente “Cosa!â€.

Un cumolo di rocce vicino i due si alzò, facendo uscire la graziosa testolina di Diglett.

“Sì, è Mudkip! E c’è anche Ryan!â€

“Sono felice di vederti!†rispose Chimchar, emozionato.

Si udì un gran rumore metallico che fece saltare i due soccorritori. La serranda metallica si stava alzando e si intravidero le teste di alcuni componenti della gilda: Loudred, Corphish, Bidoof, Chimecho, Sunflora, Dugtrio (il padre di Diglett) e Croagunk.

Vennero accolti molto calorosamente e a Chimchar scesero delle lacrime per la commozione. Dalla scura tenda uscì Chatot, seguito dal capo della gilda, Wigglytuff.Tutti si spostarono ai lati della stradina in terra battuta per far spazio al morbido Pokémon.

“Di nuovo a casa, che gioia!†disse questo, invitandoli con la mano ad entrare.

La Gilda di Wigglytuff aveva diversi piani sotterranei, alcuni di questi ignoti a molti. Ma loro scesero al piano dove Croagunk di solito univa gli strumenti degli esploratori. Raccontata la verità , tutti rimasero a bocca aperta. Chatot, dopo essere stato zitto per qualche secondo, scoppiò in una grande risata.

“Hahaha, deve essere stato un periodaccio per voi. Andate a riposarvi nella vostra stanza, si vede che non dormite da molto!â€

“Cosa? Ma non è una menzogna, è la verità ! Dusknoir è malvagio e Grovyle è buono!â€

“Sono sicuro che il riposo vi farà  stare meglio!â€

“Ma non sono cavolate, te lo assicuro!â€

“Allora spiega – disse Chatot urlando – come mai non c’è nulla di plausibile nella storia. Neppure io che sono il gazzettino della gilda ho mai sentito nominare questa Terra Nascosta!! Inoltre, il grande Dusknoir è troppo buono per compiere queste atrocità !â€

“Beh – rispose Chimchar a bassa voce – Nemmeno io ci avrei voluto credere, è stato un grande shock. Ma è vero…â€

“Non è proprio vero, invece. Dusknoir non è cattivo. Non.. No- è inammissibile! La pensate come me†disse chiedendo in giro. Rispose Dugtrio, dando ragione al pappagallo.

Sunflora, invece si fece avanti: “Beh, se Dusknoir è buono, come mai quella volta, quando eravamo in piazza, trascinò con se Chimchar e Ryan? Si è comportato molto stranamenteâ€.

“Come? Non credi che siano caduti accidentalmente nel portale?†rispose Chatot.

“NO, ASSOLUTAMENTE NO! - Disse col suo vocione Loudred – Li ha afferrati LUI!â€.

Tutti cominciarono a pensare e a cominciare a dar ragione a Chimchar.

“Quindi sostenete che Dusknoir sia un criminale?â€

Bidoof si fece avanti, dicendo con la sua voce molto lenta: “Ohibò, io li credo. Mi fido più di loro che di Dusknoir ed effettivamente quel che dicono coincideâ€.

Tutti cominciarono ad esprimere ad alta voce il loro pensiero, ovviamente a favore dei due.

Si intromise Wigglytuff: “Bene, tutti credono a Chimchar. Ades-â€

“NON TUTTI†rispose urlando Loudred. “Non tutti credono a Chimchar. Vero, Chatot?â€

Wigglytuff rispose: “Lui ci crede eccome!â€. Tra lo stupore generale, Chatot affermò, dicendo che era impossibile prenderli in giro. “Volevo mettere alla prova la vostra amiciziaâ€.

“Adesso – disse Wigglytuff, interrompendo tutti – cerchiamo la Terra Nascosta!â€.

Molto lontano...

…: “Il cielo è grigio. E non è notte; questo non è un buon segno. Ma tanto, chi se ne importa, tutto cambierà  presto. E anche il pianeta sembra averlo capitoâ€.

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Capitolo 22

Lapras

“C’è un motivo, quindi, se il capo della gilda è nientemeno che Wigglytuff. Eppure… Eppure ha un’aria così tranquilla. Non incute per niente timoreâ€.

Ma, Chimchar, tu sai che il titolo di capo è meritato e questo è l’importante. Vedi, a quest’ora senza di lui non saremo qui, vero Lapras?†disse Grovyle.

La giornata si stava concludendo e il tramonto tingeva di arancione il mare e il cielo.

Era circa una mezzoretta che era partiti per il leggendario luogo, la Terra Nascosta.

Tutto cominciò con alcune informazioni preziose fornite da l’anziano Torkoal, che era solito starsene a riposare dentro le calde acque delle terme. Riuscì a collegare il disegno del Frammento Antico di Chimchar alla Terra Nascosta e grazie a Wigglytuff capirono il modo per arrivarci. La terra era oltre il mare, come aveva previsto Chimchar, e per arrivarci dovevano percorrere il mare sulla groppa di Lapras, il guardiano dell’incisione della Grotta Salamastra, il luogo in cui l’hanno incontrato.

La notte era inoltrata, ma nessuno dei tre Pokémon riusciva a dormire sulla schiena del Pokémon marino, sia per la scomodità  e per la paura di cadere, sia per l’imbarazzo. Ma il vero motivo era l’ansia, l’ansia dell’ignoto, del loro futuro.

L’oscurità  avvolgeva il mare, mettendo in risalto la luna piena che fungeva come faro al mansueto e forte Lapras. Sott’acqua le luci dei Lumineon e dei Launturn illuminavano i fondali, come dei lampioni che illuminano le strade.

“Ehi Lapras - disse Chimchar, affettuosamente – stai bene? Ce la fai?â€.

“Sì, ce la faccio, grazie per il pensiero. Infondo, io sono un Lapras, sono nato per trasportare Pokémon e umani sul mio dorso. Già , Pokémon… E umani…â€.

La notte eterna. Il buio più totale. Questo era il futuro di Ryan e di Grovyle. Una luce rossa e dei bagliori gialli squarciavano l’oscurità  sovrana. Un occhio rosso e minaccioso scrutava le tenebre, come se fosse alla ricerca di qualcosa. All’improvviso si udì un rumore metallico, come un cancello che si apre. Cominciò a penetrare della luce, seppur debole, all’interno di un luogo, che sembrava una stanzetta. Degli occhietti celesti brillarono e dissero con voce stridulante:

“Il capo ti cerca, sei fortunato, huhuhuhu!â€

Era una cella, dove dentro c’era un personaggio molto conosciuto nel passato, quello in cui viveva Chimchar.

Era Dusknoir, e un blocco di marmo legava le mani all’indietro. Era piuttosto arrabbiato, forse per il fallimento della sua precedente missione.

Uscito dalla cella, venne affiancato da due Sableye e percorsero un lungo corridoio illuminato da qualche candela, giusto per vedere la direzione in cui si andava. la luce non era molto apprezzata in quel mondo, specialmente se il sole non sorgeva da anni. Era un corridoio con molte crepe e, in alcune parti, le pareti avevano ceduto, mostrando l’esterno. Giunti alla fine, i Sableye tornarono indietro.

“Sai la strada, è inutile che ti accompagnamo lì dentro. Huhuhu! - disse quello che gli aveva aperto la porta – Vedi, è meglio che non disturbiamo il padrone, è alquanto… Beh, lo scoprirai da solo, huhuhuhu!â€.

Dusknoir fece finta di ignorarli, anche se era evidentemente preoccupato.

Il cancello gettava in una grande circolare sala, grigia e fredda, dove mancavano alcune pietre. Sulla cupola c’era un affresco, tutto rovinato e in decadenza. Non c’era nemmeno uno spiraglio di luce, eccetto quello che sembrava un grande Pokémon. Era completamente avvolto dall’oscurità  e delle strane linee rosse sul suo corpo si accendevano e si spegnevano ad intervalli regolari.

“Dusknoir – disse una voce rimbombante, probabilmente dell’essere oscuro - Tu sai cosa sta succedendo nel passato? Ovvio che no†aggiunse, ma questa volta alzò un po’ il tono della voce.

“Grovyle ha ottenuto tutti gli Ingranaggi del Tempo e adesso, come ciliegina sulla torta, sta raggiungendo la Torre del Tempo. Sono generoso, in fondo, a darti una seconda possibilità . Fermaliâ€.

Concluse la frase con un ruggito che fece tremare la terra e fece crollare qualche pezzo dalla cupola. Subito dopo, il diamante che aveva sul petto si illuminò di una luce rossastra e il blocco di marmo che legava le mani di Dusknoir sì frantumò alzando un gran polverone.

“Vai e uccidi per il Regno Oscuro!†tuonò. “Per il tuo padrone Dialga Oscuro!â€.

Ma nella mente di Dialga c’era un ospite.

“Bene, Dialga è completamente corrotto da me. Andiamo a vedere cosa succede nel mio passato, quello da dove provengoâ€.

Silenziosamente, una cortina di fumo nero uscì dal diamante del leggendario e andò dentro il corpo di Dusknoir, che, nel frattempo era uscito dal palazzo decadente, non prima di aver dato un pugno in faccia al Sableye di prima.

Prese con se una schiera di Sableye e andò nel “Fosso del Teletrasportoâ€, per recarsi nella Terra Nascosta prima di Grovyle e degli altri.

Non doveva deludere il suo capo, altrimenti avrebbe passato dei guai molto seri.

Nel passato, invece, si era fatta l’alba. Quella notte nessuno aveva chiuso occhio e la luce del sole gli dava fastidio agli occhi, sebbene sorgesse dietro di loro.

All’improvviso, all’orizzonte, il mare era stranamente mosso e aveva un insolito colore. Chimchar, preoccupato, chiese a Lapras: “Quanto manca?â€.

Lui rispose: “Siamo quasi arrivati. Tenetevi forte!â€.

All’improvviso Lapras cominciò letteralmente a volare, cosa che suscitò scalpore.

Chimchar frignava frasi come “Questa è la fine†e “Moriremo tuttiâ€.

Erano sospesi nel vuoto per un po’, quando la videro: la Terra Nascosta era davanti ai loro occhi, uno spettacolo che non si vedeva tutti i giorni.

Era una terra volante, avvolta in una nebbia nera, dove ogni tanto un fulmine usciva e si schiantava al suolo.

Arrivati a destinazione, Lapras gli disse:

“Io non posso andare oltre, è vostro compito continuare. Alla fine della terra, troverete il Vascello Arcobaleno, che vi condurrà  alla Torre del Tempo. Buona fortunaâ€.

Dette queste parole, tornò indietro, fluttuando nel vuoto. Il destino si stava compiendo, Ryan, Chimchar e Grovyle erano dove la loro avventura stava per finire.

Molto lontano…

“I preparativi sono completati†disse una voce maschile. Aveva un tono calmo e profondo, e la voce rimbombò nella sala grande in cui si trovava. L’uomo era seduto su un trono d’oro e argento, quando, ad un certo punto, si alzò in piedi.

“Entra pure†disse interrompendo il silenzio.

“Sei abile – disse un uomo spuntato dal nulla - non mi sorprende il fatto che tu sia il capo del-â€

“Taci†lo interruppe quello, alzandosi da trono.

Era un uomo alto e forte, con una capigliatura nera e lunga, che gli arrivava fino alle spalle. Aveva una barba che gli circondava la bocca, rendendo maestoso il suo aspetto ed evidenziando i suoi occhi marroni, tendenti al nero. Aveva una giacca rosso cremisi sbottonata, che sembrava un frac che scopriva la maglietta nera che indossava sotto. C’erano degli ornamenti marroni, sulla giacca, che l’abbellivano, dandogli un aspetto assai nobile. Aveva dei pantaloni neri, dove degli stivali dello stesso colore li coprivano.

“Come osi entrare QUI? Sì, è vero, non ho mai vietato a nessuno di mettere piede nella mia dimora, forse perché credevo che le persone avessero del cervello dentro la testa. Nessuno, dico, NESSUNO, ha mai avuto il coraggio di entrareâ€.

“Io devo porre fine a questo tuo comandare, caro mio†rispose l’altro.

Era un uomo molto giovane, con dei muscoli molto sviluppati che facevano stare stretta la sua canottiera verde con decorazioni militari. Aveva dei pantaloni marroni e delle scarpe da soldato. Una grande cicatrice lo sfigurava in faccia e i capelli biondi la coprivano in parte. Gli occhi azzurri erano freddi come il mare. Toccò quello che sembrava un marsupio e all’improvviso una luce uscì fuori da esso. Si sentirono strani striduli metallici e in men che non si dica l’uomo era avvolto da una pesante e tecnologia armatura viola. Al posto della mano c’era un enorme cannone che era puntato verso l’uomo del trono.

“Muoriâ€.

Gli occhi del bersagliato diventarono rossi, accendendosi come un fuoco tra mille scintille.

"Sei un folle, ma non quanto me!".

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Capitolo 23

Il Sacrificio

L’isola volante era instabile. Ogni tanto veniva attraversata da qualche lieve scossa di terremoto le quali facevano capire perfettamente l’atmosfera in cui era immersa la Terra Nascosta.

In lontananza echeggiava una melodia, una triste melodia che dava sconforto ai cuori degli “Eroi del Tempoâ€, come se fossero vittime di una maledizione lontana nel tempo.

Erano entrati da un bel po’ nel cuore di quella terra incantata, dove i pericoli e le difficoltà  erano sempre più presenti ad ogni passo e c’erano Pokémon che non avevano mai visto nella loro vita.

Ryan usava Surf in continuazione per stendere i Charizard sulla loro strada. Quello era il suo momento, la sua missione stava per compiersi. Grovyle, invece, si faceva strada tra gli enormi Abomasnow con vari fendenti di Fendifoglia, aiutato da Chimchar e dal suo Lanciafiamme. Quest’ultimo era spinto a combattere dalla paura. La paura di fallire, la paura di morire in quel luogo mistico e il terrore di perdere i suoi compagni. Ma la vera paura aveva un nome: Dusknoir. Questo era sulle loro tracce, e i tre lo avevano intuito, ma non avevano la minima idea di dove poteva essere in quel momento.

Certo, il pensiero di trovarselo davanti all’improvviso, in mezzo ai Dragonite e ai Salamance non era piacevole. Continuarono a camminare tra il sentiero erboso, attenti alle trappole, ai Pokémon nemici e al terreno che si frantumava, cadendo in mare.

Era passato non poco tempo prima che arrivassero alla fine e videro un grande tunnel roccioso. Era ampio a tal punto da far entrare la luce all’interno di esso e sulle pareti c’erano dei mosaici che ritraevano le leggende. C’era un grande mosaico di Mew, l’antenato di tutti i Pokémon, uno che riprendeva la lotta arcaica di Kyogre e Groudon e infine uno che ritraeva i leggendari Palkia e Dialga. Proseguirono e si ritrovarono ai piedi di una grande scalinata che portava in cima ad una piramide con la punta piatta. Salite le scale, videro ai loro piedi un grande disegno, lo stesso che videro sulla parete della Grotta Salamastra e lo stesso che è inciso nel Frammento Antico. Da una parte c’era una stele in pietra, con incisi dei caratteri Unown.

“Tranquilli – disse Grovyle – So leggere quei caratteri, sebbene antichissimiâ€.

Ci fu un momento di silenzio, per dar tempo e concentrazione a Grovyle. Infine, esclamò: “Siamo nel posto giusto, questo è il Vascello Arcobaleno. Lì al centro c’è una cavità : va inserito il Frammento di Chimchar. Avanti, procedi!â€

“Mi fate schifo†disse una voce che interruppe Chimchar dal suo gesto.

Un esercito di Sableye circondò il gruppetto, tra urla e risate. Imponente, Dusknoir salì la scalinata, mostrandosi dopo tanto tempo.

“Vi aspettavo. Ovviamente, non posso farvi modificare il futuro, per questo verrete con me. Sableye, alla Breccia Temporale!â€.

Arrivati davanti ad un grande buco nero, Dusknoir diede ordine ai suoi sgherri di entrare dentro con i prigionieri. Ma ovviamente il Team Skorpion non si fece sottomettere così.

Vista la notevole resistenza, Dusknoir disse con calma: “Vedo che non avete intenzione di collaborare da bravi. Fatemi vedere, se è quel che volete, di cosa siete capaci!â€

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Era l’occasione perfetta per Grovyle, finalmente poteva regolare i conti con Dusknoir.

“Occupatevi dei Sableye – disse agli amici – Io penso a quel ciccione!â€

Non fece in tempo a girarsi che subito venne colpito da un pugno molto potente dello spettro, che lo fece rotolare. Se lo ritrovò addosso e stava per venire investito da una scarica di pugni se solo non fosse riuscito, grazie alla sua velocità , a schivare i colpi. Subito caricò la Fendifoglia su tutte e due le braccia. Il colpo era talmente violento che ferì il braccio sinistro del bestione, aprendogli una ferita dove scendevano copiose le gocce di sangue.

“Maledetto†disse, lanciando una PallaOmbra. Ma era troppo lenta per il rettile che la schivò elegantemente.

Chimchar era impegnato a scavare tunnel sotto la terra, per prendere qualche ignaro Sableye; Ryan colpiva a suon di Fangosberle.

La battaglia era infuocata e, intanto, i Sableye cadevano uno dopo l’altro. Dusknoir era talmente infuriato che i suoi pugni erano di una potenza tale che frantumavano il pavimento.

Ad un certo punto, Dusknoir aprì la bocca al centro della pancia e questa cominciò a caricare energia per un potente colpo.

“Preparatevi a morire! Io sono infinitamente più forte di voi, non riuscirete mai a battermi!â€

I Sableye si erano allontanati dal raggio del colpo, lasciando soli i tre compagni. A Grovyle venne un idea:

“Non mi farò mai uccidere da questo grassone. Ascoltatemi, dobbiamo colpire tutti allo stesso momento la bocca nello stomaco. Tentar non nuoce!â€

I tre si gettarono in un disperato tentativo di colpire il nemico molto più forte di loro. I loro tre colpi concentrati andarono a colpire la pancia dello spettro, facendo esplodere il colpo. Un polverone ricopriva la sagoma del colosso.

Finalmente Dusknoir cadde al suolo, facendo un grande tonfo. I Sableye, vedendo il loro capo al suolo, urlarono e corsero dentro il portale.

“Possiamo andare†disse Grovyle. “No, anzi, è meglio che tu vada ad incastrare il tuo Frammento Antico, Chimchar, nel Vascello Arcobaleno. Noi staremo qui a controllare Dusknoirâ€.

Udite le parole, Chimchar si precipitò sulla scalinata per portare a termine la sua missione.

Grovyle e Ryan controllavano il nemico steso al suolo, finché questo si riprese, dicendo: “Grovyle… Ryan… Sul serio volete che le cose vadano a finire così? Se… Se porterete a termine la vostra missione… Noi scompariremo per sempreâ€.

Ryan fece un salto e chiese spiegazioni. Grovyle, con tono calmo, disse:

“Sì, è vero. Se la nostra missione andrà  a buon fine, noi scompariremo per sempre. Tu, anzi, noi sapevamo perfettamente a cosa andavamo incontro, quando decidemmo di dire basta alla situazione della nostra era. Ed è un sacrificio che faccio molto volentieri. Mi spronasti tu, Ryan, a compiere questa follia con te. Sei con me anche questa volta?â€.

Ryan, ovviamente, non ricordava se le parole di Grovyle fossero veritiere oppure no, poiché aveva perso la memoria. Stava riflettendo: se si fosse sacrificato, la vita degli altri sarebbe stata migliore; se non si fosse sacrificato, la sua vita sarebbe stata un inferno.

“Mai abbassare la guardia!â€

Dusknoir si rialzò e con un potente destro in bocca fece volare via Ryan.

Grovyle saltò addosso al nemico, afferrandogli le mani, e si stava dirigendo verso il portale.

“Addio Ryan, fa che il mio sacrificio non sia vanoâ€.

Chimchar, fatta la sua missione, andò a chiamare i compagni, ma vide quella scena.

“Grovyle, che stai facendo!†urlò spaventato.

“Me ne vado, Chimchar. Prendi il mio posto, tu. Ryan sta bene con te e tu gli ispiri fiducia. Salvate il futuro, ragazzi!â€

“Io non posso prendere il tuo posto, non ne sarei mai all’altezza†disse lacrimando e tartagliando.

“Oh, sono sicuro che lo farai. Addio!†disse con le lacrime agli occhi.

Pronunciate le parole, Grovyle scomparve nella Breccia Dimensionale, con Dusknoir urlante.

Ryan si mise a piangere, poiché aveva la certezza dell’autenticità  delle parole di Grovyle.

“Hm… Sì, è proprio vero che ti accorgi dell’importanza di una persona quando non c’è più†disse Chimchar asciugandosi le lacrime.

“Coraggio, saliamo! Facciamolo per Grovyle!†disse poi, ripresosi.

Salite le scale, le lunghe scale, i due arrivarono alla piattaforma del Vascello Arcobaleno. Questo emanava luci di tutti i colori dai simboli che erano tracciati su di esso.

La Torre del Tempo era in lontananza, che fluttuava sotto uno spaventoso cielo rosso.

Molto lontano…

…: “Capo, hai esagerato. Hahahaha, adesso tutto il castello puzza di bruciato!†disse una voce femminile ridacchiando.

…: “Oh, erano anni che non mi divertivo. Ma è arrivato il momento della mia partenza. Desidero che tu rimanga qui, ad aiutare Glykerios. Sai, ho paura che calchi un po’ la manoâ€

…: “Ho afferrato il concetto!†disse la donna facendo l’occhiolino.

…: “Tempi d’oro arriveranno per noiâ€.

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Capitolo 24

Lotta Contro Il Tempo

Tic, toc. Dentro la rovinosa Torre del Tempo si udiva un continuo ticchettio, come se un gigantesco orologio fosse presente. Sopra di essa c’era un grande vortice, che tingeva il cielo di un rosso intenso, come il sangue. Ogni tanto si staccavano dei mattoni: alcuni precipitavano rumorosamente sul suolo roccioso, altri si disintegravano galleggiando nell’aria. Delle linee rosse la percorrevano, accendendosi e spegnendosi ad intervalli regolari. L’interno non era messo meglio dell’esterno: dal pavimento fuoriuscivano delle rocce e in alcuni punti non c’era proprio. Il vento passava dalle finestre, creando delle melodie che ricordavano il suono di un flauto. Forse la cosa era voluta, poiché la Torre di per sé non era di natura mortale. Ogni tanto era percettibile qualche scossa di terremoto.

Chimchar e Ryan, nonostante la grave perdita, mettevano tutta la loro forza per portare a termine la missione. Ryan si sentiva malissimo, perché sapeva che, qualunque sarebbe stato l’esito della missione, ci avrebbe rimesso la vita. Chimchar era molto nervoso e controllava molto spesso che tutti gli Ingranaggi del Tempo fossero al loro posto.

L’ultimo piano della torre era qualcosa di incredibile. Essa tremava sempre di più e ciò voleva dire che poteva crollare da un momento all’altro. Il cielo era di un rosso intenso e le nuvole ruotavano circolarmente, creando un buco dal quale uscivano dei fulmini. C’erano dei pilastri in fila, alcuni dei quali erano distrutti e avanti a tutti c’era un altare, dove una lastra in pietra aveva al centro una forma circolare, con cinque incavature che circondavano un cerchio rosso, emanante una luce rossa che si accendeva e spegneva ad ogni secondo.

“Chimchar, presto, metti gli Ingranaggi del Tempo dentro quelle incavature!â€.

Ricevuto il messaggio, la scimmietta si fece coraggio e cominciò a salire la breve scalinata che portava alla lastra. Ma una luce accompagnata da un boato fecero volare via lo scimpanzé facendo tremare ulteriormente la torre.

“SIETE, VOI! VOI VOLETE FERMARE IL TEMPO†disse un grande Pokémon che era comparso davanti a loro.

Era Dialga, ma non come veniva raffigurato nelle leggende: aveva la pelle di un blu leggermente più scuro del normale, gli emblemi celesti che attraversavano il suo corpo erano diventato arancioni e il diamante al centro del petto rosso. Tremava tutto, per la collera.

“Noi, noi vogliamo solo-†cercò di dire Chimchar, ma venne sopraffatto dal ruggito del leggendario: “SILENZIO. VOI, PROFANATORI DEL TEMPO, MERITATE SOLO LA MORTEâ€.

“Uh, è inutile cercare di farlo ragionare adesso. Cerchiamo di farlo calmare, non è completamente andato come nel futuro! Ce la faremo, te lo prometto!â€.

Nessuno si accorse che, dal diamante sempre più rosso di Dialga, uscì del fumo nero, che andò sopra una colonna.

“Sarà  davvero un bello spettacolo, haha!â€

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Dialga corse a gran velocità  sui due piccoli amici, costringendoli a dividersi per schivare il colpo. Dopo aver fatto cilecca, caricò un potente Dragartigli su Ryan. Ma questo lo schivò e il colpo distrusse parte del pavimento. Dialga non era intenzionato a perdere, anzi, da come combatteva sembrava voler veramente mantenere la sua parola. Chimchar usava molte volte Lanciafiamme, vista la debolezza di Dialga al tipo Fuoco; eppure sembrava non scalfirlo nemmeno. Ryan usava Fangosberla, mirando agli occhi, senza ottenere alcun risultato.

Dialga attaccava sempre con molta violenza, ma i suoi colpi venivano puntualmente schivati dal Team Skorpion. Ma i due non si limitavano solamente a schivare i colpi: stavano cercando un modo per colpire il leggendario. Ad un certo punto, Dialga, si diresse verso Chimchar, stremato, e caricò un potente Dragospiro. Dialga era sopra di lui, imponente e minaccioso, col raggio in bocca pronto per essere scagliato. Ma successe una cosa molto strana. Dalle mani di Chimchar, che erano allungate in avanti per difendersi, uscì del fumo nero. Dialga respirò questo fumo e cadde pesantemente al suolo, addormentato. Chimchar era sbalordito, non sapeva che cosa lo avesse messo K.O.

“Come hai fatto – urlò Ryan – Potevi farlo prima?â€

“Non so cosa sia, ti giuro!†rispose questo, con un grande sorriso.

Intanto, una vecchia conoscenza della scimmietta si mise a ridere sulla colonna dove si era posato in precedenza.

Chimchar non si fece sfuggire l’occasione e si diresse verso la lastra con le cinque incavature, per salvare il tempo. Ma l’urlo di Ryan lo bloccò. Dialga era ancora in piedi e dal suo diamante, rosso come il sangue e come il cielo, un bagliore stava nascendo.

“MORIRETE TUTTI! STATE PER CONOSCERE LA COLLERA DI DIALGA!â€

Stava usando, per loro sfortuna, la mossa del tempo, Fragortempo. Il diamante emetteva una luce accecante e una sfera di energia stava comparendo in bocca al leggendario. Ma successe una cosa inaspettata: la sfera scoppiò in bocca a Dialga, ricoprendo di luce tutto il campo e avvolgendo il leggendario che ruggì furiosamente.

Chimchar, dopo un po’ di tempo, ritornò a vedere, e ciò che vide lo rallegrò e lo inquietò allo stesso tempo. La cosa che lo rese “felice†fu la visione di Dialga, steso per terra e privo di sensi. Ma davanti a lui cadde un fulmine dal cielo rosso sangue, che frantumò il pavimento davanti ai suoi occhi. La Torre era danneggiata parecchio e, inoltre, stava tremando tutta. Il crollo era imminente. Prese con velocità  gli Ingranaggi del Tempo e si diresse verso la lastra, miracolosamente in piedi. Incastrò gli ingranaggi nelle apposite fessure e attese che il terremoto cessasse. Ma i fulmini continuarono a cadere e a distruggere e la Torre del Tempo tremava sempre di più. Le saette producevano un grande fracasso e precipitavano sempre più rumorosamente, finché il boato divenne insopportabile e la luce accecante. Come mai la Torre non aveva smesso di crollare? La domanda rimbombava nella testa di Chicmhar, insieme ai fulmini. Ma, all’improvviso, la pace. La scimmietta e il compagno si risvegliarono da una piccola dormita insieme e videro che il cielo non era più di un colore rosso e la Torre aveva smesso di tremare. Si alzarono in piedi, lentamente a causa delle ferite.

“Questa è la Torre del Tempo, luogo sacro. Io sono il suo custode, Dialgaâ€.

Il grande leggendario li accolse come se si fosse dimenticato della lotta avvenuta prima. Era diverso però: aveva riacquistato il suo colorito originale e la ragione.

“Grazie a voi… Grazie a voi il tempo è salvoâ€.

Molto lontano, in un lungo e buio corridoio, una sagoma incappucciata stava camminando. L’unica luce che c’era nella galleria proveniva da quest’essere, che a passo veloce, si stava dirigendo verso la fine. Era una luce rossa.

Arrivò in una stanza, quadrata, con le pareti bianche e piene di macchinari pesanti. C’erano molti rumori elettronici e, in un grande schermo, si stavano svolgendo dei lavori riguardo un orologio. Ovunque si poteva leggere la scritta: Progetto X.

Si accorsero della presenza dell’intruso troppo tardi, poiché quello aveva afferrato uno degli scienziati per il collo e lo aveva sollevato. Il cappuccio che copriva l’aggressore si scoprì, mostrando il volto sfigurato di un Weavile. Aveva un taglio che attraversava l’occhio sinistro, ma non era danneggiato. Questo era coperto da uno strano attrezzo che era sorretto dall’orecchio: si trattava di un rilevatore d’energia, ed era rosso.

“Portatemi dal vostro capo, o lo ammazzo!†disse questo arrabbiato.

“Non c’è bisogno†dissero due occhi gialli che uscirono da una porta buia. “Ti ho fatto passare apposta. Sai, non si elude tanto facilmente la sicurezza della mia base. E poi, non mi divertivo da quando…â€

“ZITTO! Non nominare quel fatto. Non ne hai il diritto†disse il Weavile scagliando il Pawniard scienziato su un computer, rompendolo.

“E se ti dicessi che tu non abbia il diritto di vivere?†disse questo, mentre una luce viola si accese sopra di lui.

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