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[Contest di scrittura] Inspired Contest


Snorlax

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Salve, scrittori!

L'avevamo promesso. L'avevamo promesso e finalmente ci siamo! Qualcuno di voi, probabilmente, ricorderà  la nostra promessa di creare un contest molto più difficili dei precedenti, giusto? Ebbene, l'abbiamo fatto. L'idea è nata in contemporanea da due giudici "storici" dei contest, io e Lance. Abbiamo, a distanza di pochi secondi, espresso la stessa idea, e allora... Perché non farlo? L'Inspired Contest è una nuova tipologia di contest molto particolare, con una tematica variegata e inedita. Un tema libero. Ma... Come? Un tema libero? Dove sta la difficoltà ? Scopritelo con noi, in questa nuova avventura!

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In cosa consiste questo strano contest dal tema libero?

La parola "tema libero" è probabilmente poco corretta, ma in realtà  voi utenti avete la possibilità  di scegliere diverse tematiche: come?

Avete quattro aree tematiche: musica, film e televisione, libri, personaggi televisivi/sportivi/ecc...

Musica: La musica è stata la mia ispirazione principale per il contest. Spesso mi capita, ascoltando una canzone, di immaginare una storia, una poesia... E questo dovrete fare voi! Dovrete prendere una canzone a vostra scelta e, con molta fantasia, scrivere una storia basata su di essa (es. We are the Champions - Queen, scrivo una storia su un giocatore di pallone / Born to die - Lana del Rey, scrivo una canzone su una tragica storia d'amore, ecc...)

Film e televisione: Spesso alla fine di un film, nella mente appare una fatidica domanda "E dopo?", oppure all'inizio "Chissà  cosa sia successo prima!". Queste domande spesso sono soddisfatte dai cosiddetti Prequel e Sequel, ed è questo che dovrete fare: scrivere una storia collaterale ad un film. Per la televisione, il discorso è più complicato: potete scrivere qualsiasi cosa anche qui basata su un programma televisivo (es. Scrivo di un ragazzo che partecipa ad un reality show)

Personaggio: Vedo spesso molti fan scrivere delle storie sui propri idoli, ed è questo che dovrete fare voi. Potete anche parlare di un personaggio di una serie animata, sempre in ambito di Prequel e Sequel. (es. Scrivo di Paul dopo la lega di Sinnoh)

Libri: Per i libri, vale sempre il discorso di Prequel e Sequel, ma si può fare anche un'altra cosa... Noi giudici abbiamo scelto quattro titoli di libri, naturalmente inventati da noi, e su questi dovrete scrivere il primo capitolo. Naturalmente, i titoli possono essere sia di romanzi fantasy, che gialli, che horror e di qualsiasi altro genere. I quattro titoli sono: Il covo di serpi - freccia di ferro - Il sapore di un bacio - Sotto l'arcobaleno.

So già  che dovrete domandarmi tantissime cose, quindi...

Di seguito troverete il regolamento del contest:

  • Struttura: Il racconto/poesia dev'essere inserito nei commenti, specificando il titolo e l'autore come nell'esempio:

*Nome dell'autore*

*Tematica scelta, ed eventualmente titolo del film/libro/programma televisivo, nome del personaggio a cui ci si è ispirati o titolo del libro scelto da noi*

*Titolo*

*Elaborato*

  • Lunghezza: Non c'è un limite di lunghezza a ciò che i vuole scrivere. Il testo dovrà  essere composto da una sola parte, dunque non si potranno scrivere fanfiction a puntate.

  • Comportamento: La discussione deve contenere soltanto gli elaborati, nessun utente deve commentare, se non per pubblicare il proprio lavoro. Per le domande sarà  aperta una discussione a parte.

  • Premi: I premi sono dei PokéPoints. Saranno assegnati tre premi: il Premio assoluto, assegnato all'elaborato più votato dai giudici, il Premio originalità , assegnato al testo più originale, il testo che ha un qualcosa in più, e il Premio Ispirazione, per l'elaborato più attinente alla traccia scelta.

18 PokéPoints per il Premio Assoluto

12 PokéPoints per il Premio Originalità 

6 PokéPoints per il Premio Ispirazione

  • Giudizio: I vostri lavori saranno giudicati da tre giudici d'eccezione: Lance94,Grovyle96 eSnorlax97!

Il contest si chiuderà  Domenica 3 Giugno alle ore 16:00. I risultati saranno pubblicati la sera stessa. Per qualunque domanda o dubbio, potete chiedere allo staff nella discussione apposita, tramite MP o sull'account "Snorlax PM" su facebook.

N.B. Visto che il vostro Snorlax è particolarmente ansioso, abbiate pietà  e non postate tutti all'ultimo momento causandogli un attacco di cuore. Grazie :3

Detto ciò, stupiteci e partecipate in molti!

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Vulpah

Lluvia en mi corazòn

Piove.

La luna è alta in cielo, bugiarda come di sua natura.

Ah! La pioggia gelida assomiglia ai tuoi baci,

falsi ed effimeri.

Ed ora tu sotto quella pioggia supplichi il perdono.

La stessa cascata di lacrime,

che ci fece incontrare.

Ah! Stasera le stelle sembrano essere la mia unica compagnia,

la mia sola consolazione.

Mi sono fidato di te

e mi hai tradito.

Credi che un semplice perdono

rimargini le ferite

che la tua rosa mi ha inflitto?

Ah! Maledetto il mio gracile cuore,

che si è lasciato ingannare

da una così soave bellezza.

Ora so già  cosa farai.

Ti rinchiuderai nella prigione dei tuoi falsi sorrisi,

come hai fatto sempre.

Ma non mi lascerò ingannare

dalle tue ignobili gesta.

Vattene

sotto questa pioggia gelida.

Gelida come il tuo amore.

Cercavo solo l’amore sincero di una donna.

Ma ormai, sembra fin troppo difficile.

La donna è una moneta a due facce.

Ma io mi chiedo

se un giorno

da quella porta

busserà  la mia anima gemella.

Una donna che mi ami per quello che sono,

una donna che mi ami e basta.

E questa pioggia incessante,

mi fa ritornare a te.

E alla freddezza dei tuoi baci

Esta es la canciòn!

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autore: Pichukulele998

titolo:A Lucia

elaborato:

"Ciao Luca"

Ti guardo negli occhi,

mi perdo nel tuo sorriso,

nella tua espressione,

sempre un pò smarrita.

Li comincio a stordirmi,

e penso che venere

non valga nulla in confronto ai tuoi

bellissimi occhi verdi e marroni

che cambiano colore

ogni volta che ti osservo.

In quei millesimi di secondo

dei quali ti sto narrando

mi proietto in un mondo

pieno di sogni,

dove mi vedo felice

allora penso "deve essere mia"

e cado nella fatal trappola di cupido,

il quale porta amore ad ognuno,

ma a causa di quel dispregiato No

si infrange tutto ed io a stento

torno ad osservarti

come una ragazza normale

"Ciao Lucia" ti rispondo...

Più ti guardo

più mi sembri irraggiungibile,

non riesco a distogliere lo sguardo

da te, quando sei triste fai soffrire

anche me, e in quei pochi momenti

in cui stiamo insieme

ma anche solo vicini

mi vengono i brividi.

lo so che non ti metterai

mai con me sarai sempre e solo

un' amica,

ma quando ti servirà  qualcosa,

qualsiasi cosa, io ci sarò

ti amo tanto,

ma per il momento t.v.t.b!

inspirazione:questa poesia l' ho dedicata alla ragazza che mi piaceva ho usato lo pseudonimo di lucia per non creare scompiglio coi mod al fine di preservare l privacy inizia quando lei mi saluta sul pulmino del canottaggio poi descrivo le mie sensazioni e poi...... giudicate voi

in effetti non si è messa mai con me ingrandirò la scritta a fine contest

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~Blue

Tematica: Personaggi. Il personaggio scelto è l' umano di Pokémon Mystery Dungeon 1, prima della trasformazione in Pokémon.

"La difficile scelta"

Quella che vi narrerò è la storia di un essere umano qualunque, che aspetta con ansia il matrimonio, che arriverà  fra pochissimi giorni. Quando la sua vita sarà  sconvolta da una serie di continui sogni, che gli imporranno una difficile scelta...

" Cosa? Sto sognando? Non capisco " . Wooooooosh.

" Sai, Chris, è da qualche giorno che faccio un sogno davvero particolare. Vedo solo una strana luce, ma non sento alcuna voce! ".

" John, amico mio, il matrimonio ti sta dando veramente alla testa! Ma, infondo, è normale: mancano solo tre settimane! "

" Hai ragione, sarà  questa la causa!" - affermò John - " Ma ecco che arriva la nostra Marina! Ciao, amore! "

John passò l' intera giornata insieme al suo migliore amico e alla sua futura moglie, quando arrivò, come se niente fosse, la notte, il momento della giornata in cui tutti gli animi si placano. Tutti, tranne quello di John, che passò l' ennesima notte agitata.

" Ancora quel sogno, cosa sarà  mai? Ma, ehi, vedo qualcosa! "

" Ciao... Ciao, John! "

" C-come fai a conoscere il mio nome?

" So tutto di te, Perché..."

" Aspetta, dimmi di più, per favore! ". Wooooooooooosh.

"John, John, svegliati! ". Era la voce di Marina. " Tesoro, sei stato agitato tutta la notte! C' è qualcosa che ti turba? ".

" N-no, è tutto ok, tranquilla! Sarà  l' emozione ". Marina lo guardò titubante, ma accettò la sua versione dei fatti di buon grado. I giorni trascorrevano inesorabilmente, il matrimonio si faceva sempre più vicino. John faceva tutte le notti lo stesso sogno, anche se non aveva mai più visto quella nitida figura. Mancavano, ormai, soltanto nove giorni al matrimonio, quando qualcosa cambiò nel sogno di John:

" John, mi vedi? Sono io, sono..."

" Eccoti di nuovo, ti aspettavo! Dimmi chi sei! "

" Sono un Pokémon, sono Gardevoir. Sono qui per annunciarti che sei stato chiamato ad una missione di vitale importanza! "

" Una missione di vitale importanza, io? Non sono il tipo "

" E invece abbiamo proprio bisogno di un tipo coraggioso come te! "

" Coraggioso? Oh, ora sono veramente sicuro che non stai parlando di me. E poi, in cosa consisterebbe questa missione? "

" Posso affermare con certezza che il prescelto sei tu. Per quanto riguarda la missione, ti sarà  tutto più chiaro nei prossimi giorni. Ciao! ".

" Hey, aspetta, dimmi di più, per favore! ", ma John si svegliò bruscamente. L' indomani, lui e Marina decisero di far lottare un po' i loro Pokémon, ma quelli di John uscivano sempre sconfitti.

" Che hai, John? Non hai mai collezionato tutte queste sconfitte! "

" Scusami, è che non sto molto bene. Andrò a casa a riposare ", i due si scambiarono un bacio, e poi John andò a casa. Egli continuava a rimuginare, le parole di quella Gardevoir gli risuonavano fragorosamente in testa: "Sei stato chiamato a una missione di vitale importanza. Tu sei il prescelto ". Due giorni passarono in fretta, lui e Marina erano stati bene, ma John fece di tutto pur d non addormentarsi. Non poteva, non voleva rivedere Gardevoir: aveva paura della missione, quella che gli avrebbe assegnato il Pokémon. Dopo due notti, John non poté fare a meno di addormentarsi: il sogno partì repentinamente.

" Eccoti, finalmente! Sapevo che ieri non ti saresti addormentato, così ho usato la mia Ipnosi per spingerti tra le braccia di Orfeo!"

" Allora, senza troppi giri di parole, spiegami in cosa consisterebbe questa missione!"

" La missione non è affatto semplice. Il mondo dei Pokémon è minacciato da una grave minaccia: un meteorite sta per scagliarsi su di esso. A causa di ciò, stanno aumentando le catastrofi naturali, e molti Pokémon finiscono col rimanere vittime di queste. Il tuo compito sarà  fermare il meteorite, per salvaguardare l' incolumità  di tutti i Pokémon. "

" Spero tu stia scherzando! Come faccio a distruggere addirittura un meteorite? "

" Dovrai convincere il Pokémon Rayquaza: solo lui ha il potere di distruggere un meteorite! "

" Cosa? Nientemeno che il leggendario Rayquaza? Potrò portare, almeno, i miei Pokémon con me? Non potrei mai farcela da solo!"

" Mi dispiace, ma non potrai. Tu stesso sarai trasformato in un Pokémon, in un Torchic, per la precisione .Ma tranquillo, non sarai solo! "

" Io... tramutato in un Pokémon? Non so, non posso accettare! "

" Tra sei giorni verremo a prenderti, in un' ora non definita della mattina. Ci comunicherai la tua scelta al momento. Ma ricorda: la distruzione del mondo dei Pokémon potrebbe avere ripercussioni anche sul tuo mondo. Addio! "

E magicamente si svegliò. Era sudato, aveva l' affanno. Avrebbe dovuto lasciare Marina il giorno del matrimonio, oppure non impedire che il mondo venisse distrutto? Probabilmente, non si era mai trovato davanti ad una scelta così difficile. John cercò di fare finta di niente, ma forse non ci riuscì mai appieno. I giorni trascorsero inesorabilmente, la mattina della scelta arrivò: era incredibile come non fosse stato capace di scegliere, avendo tanto tempo a disposizione, lui, che era un tipo deciso. L' abito da matrimonio gli calzava a pennello: una giacca blu scuro copriva una bella camicia bianca a righe azzurre, e i pantaloni erano larghi a sufficienza. Ma indossava quell' abito con un grosso peso sullo stomaco: forse non meritava di indossarlo, non doveva indossarlo. Dopo circa dieci minuti di ritardo, Marina lo raggiunse all' altare: era così bella, con quell' abito bianco panna e il velo lunghissimo, come avrebbe potuto mai lasciarla? Come avrebbe potuto mai abbandonare anche Chris, il suo amico di sempre, e Wartortle, Swinub, Staraptor e Blaziken, i suoi compagni d' avventura? La cerimonia si svolgeva senza alcun intoppo, quando arrivò il momento del fatidico sì: non appena aprì la bocca per pronunciarlo, gli apparve, leggiadra, Gardevoir

" E' ora di andare, John. Vieni con me! ".

John fu sorpreso nel constatare che nessuno, fra gli invitati, era sorpreso davanti alla figura possente e spirituale di Gardevoir.

" Nessuno puo' vedermi. Solo tu puoi vedermi".

" John? John, parli? ", lo ammonì Marina. Il suo stato di trance fu rotto.

" Marina, ascoltami. Io... io non posso più sposarti! ". Tutti gli invitati emetterono un grido di stupore

" Io ti amo, ma ho qualcosa di fondamentale da fare. Devo salvare il mondo, e per questo devo andare via, lontano da te, da Chris, da Blaziken, da tutti! "

" E pretendi che io ci creda? Oh, John, trova una scusa migliore! ", affermò Marina, in lacrime.

" Se non mi credi, guardami negli occhi! Un giorno tornerò, te lo prometto, ma ora devo andare". Marina lo guardò dritto negli occhi: era sincero, si fidava ciecamente di lui.

" Ti amo, John. Torna presto da me! ". I due si scambiarono un lungo, appassionato bacio. Era il bacio d' addio, forse l' ultimo.

" Addio, amici miei. Addio, Marina! " affermò anche lui piangente e, senza mai voltarsi indietro, uscì dalla Chiesa.

" John, Joooooohn! ". Marina era straziata. In lacrime, e inginocchiata, pronunciò per l' ultima volta il nome dell' amato.

" Siamo arrivati nella zona del teletrasporto, John. Tra pochi secondi sarai trasformato in un Pokémon, e sarai portato nel nostro mondo ".

" Gardevoir, ti prego, devo chiederti un ultimo

favore: cancella la mia memoria, quando sarò lì: non mi concentrerei, mi sentirei troppo in colpa nei confronti degli altri!".

" Esaudirò questo tuo ultimo desiderio. Il momento è arrivato: vai, e in bocca al lupo! ".

Un enorme vortico si aprì, e, ben presto, risucchio John. Questi, durante il viaggio, sentì un fortissimo mal di testa, e, improvvisamente, svenne.

.......

Il vento soffiava lieve, le foglie degli alberi scrosciavano. Egli risiedeva, svenuto, sotto una pianta, che produceva un' ombra che lo copriva dal caldo che faceva. Non riusciva a svegliarsi, non ricordava chi fosse, non sapeva in quale luogo si trovasse.

" Ehi, stai bene? Ti prego, svegliati! Per favore! ".

FINE

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Samuel

Tematica: racconto basato sul testo della canzone "Somebody That I Used to Know" di Gotye feat. Kimbra.

Qualcuno che Ero Abituato a Conoscere

Un parco cittadino. E' sera ed il sole è già  tramontato, tutto è circondato da buio e freddo. Siamo in autunno. il vento soffia e solleva le foglie a terra.

Una donna cammina con passo deciso. Arriva a destinazione: nella panchina davanti a lei l'aspettava un uomo seduto. Lui si alzò, era spettinato ed indossava una felpa col cappuccio:

"Eccoti qui" disse, cercando di sorriderle per nascondere il suo disagio.

"Cosa vuoi dirmi?" rispose freddamente la donna. Indossava un lungo cappotto nero ed in fronte le cadevano i suoi capelli nero corvino, perfettamente ordinati in una frangetta simmetrica.

L'uomo esitò prima di risponderle: "So che forse non avrei dovuto chiamarti... ma ci sono delle cose rimaste in sospeso che ho bisogno di dirti...".

La donna non rispose, ma annuì con la testa. L'uomo continuò:

"Ecco... avvolte mi viene da ripensare al tempo trascorso insieme. Mi ricordo vivamente quando dissi che ti sentivi così felice da poter morire...".

"E' come se fosse passato molto tempo" lo interruppe la donna, "non è più così. Lo sai bene, sei stato tu a voler chiudere". L'espressione del suo volto rimase sempre fredda ed impassibile.

"Si, lo so" rispose l'uome, "all'inizio credevo veramente che tu fossi quella giusta per me. Ma più passavano i giorni e più mi rendevo conto che stando con te in realtà  ero molto solo".

"Allora perché non mi hai lasciato appena te ne sei reso conto?" fu la risposta della donna.

"Ho sbagliato, lo so..." l'uomo guardò in basso, "ma credevo che fosse amore. Invece è diventato un dolore che non potrò dimenticare".

La donna continuava a fissarlo freddamente, quindi l'uomo aggiunse:

"Ci si affeziona anche alle cose che ti rendono tristi".

"Sarebbe meglio dire che ci si rassegna" corresse lei.

L'uomo tentò di non guardare in faccia l'altra, ma non seppe resistere e quando i loro sguardi si incrociarono lui sentì un profondo senso di colpa: perché aveva dovuto aspettare tanto, prima di lasciarla? L'attesa aveva soltanto peggiorato le cose. Tentò di giustificarsi:

"Già , ma quando finalmente capì che non avrebbe avuto senso stare insieme e te lo feci sapere, tu risposi dicendo che saremmo potuti rimanere almeno amici, eppure..."

"Sono stata precipitosa..." disse lei, "poi venni a sapere che tu andavi in giro dicendo ai tuoi amici di essere contento che fosse finita".

Per la prima volta il suo sguardo si oscurò e la sua sicurezza lasciò spazio a degli occhi lucidi.

"Non sai perché ho reagito così!" disse l'uomo in sua difesa. "Sei stata tu a non essere corretta! Mi hai ferito facendo finta che non fosse mai successo niente tra di noi, quando ci incrociavamo per strada... Era come se fossi uno sconosciuto per te e questo mi ha fatto stare male! Addirittura hai mandato i tuoi amici a raccogliere le tue cose lasciate a casa mia ed hai anche cambiato il tuo numero... Non credo di essermi meritato tutto questo!"

"Non dare tutte le colpe a me, perché neanche tu sei un santo!" rispose lei.

"Dopo che ci siamo lasciato ho pensato e ripensato a tutte le volte che te la prendevi con me! Quando stavamo insieme avevo anche cominciato a pensare che tutte le volte che litigavamo era per colpa mia. Non voglio più vivere in questo modo."

Il disagio dell'uomo aumentò, non sapeva cosa risponderle. Ci furono qualche secondo di silenzio, poi la donna continuò:

"Ecco, come tuo solito. Come speri di farti capire se non parli? Non posso cercare di interpretarti ogni volta, ma una cosa l'ho ben capita: hai detto che volevi chiudere con me. Bene, l'abbiamo fatto eppure mi hai richiamato. Prima dici che vuoi finirla, ma poi torni sui tuoi passi? Ma non voglio riconettermi con qualcuno che era abituato a conoscermi e adesso non più".

"Già ..." sottolineò l'uomo, "ormai sei soltanto qualcuno che ero abituato a conoscere..."

L'imbarazzo e il disagio regnavano, ma vennero subito interrotti dalla voce della donna:

"Credo che sia ora di andare. Addio..."

Si mise a camminare, ma appena superò l'uomo chiuse gli occhi ed accellerò il passo. Non voleva che le lacrime le rovinassero il suo trucco: lei ancora lo amava...

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HyperSamurott

Tematica:Racconto basato sulla canzone Bad End Night(Vocaloid)

La Maledizione della Villa oscura.

Tanto tempo fa, durante una notte buia e nebbiosa, un giovane forestiero camminava per un fitto bosco.

Il ragazzo era un apprendista stregone e si recò verso una Villa perché era stato invitato dai suoi amici ad un banchetto intimo.

Arrivato lì, venne accolto dagli abitanti della villa in modo molto amichevole e tutti mangiarono e si divertirono moltissimo.

Quando però venne il momento di coricarsi, il ragazzo apprendista capì che c’era qualcosa di strano nei suoi amici.

Infatti, erano tutti troppo amichevoli e avevano gli occhi color rosso fuoco.

Per questo motivo, il giovane decise di andare a riposare per una mezz’oretta per poi indagare sui suoi “amiciâ€.

Al suo risveglio, sentì un rumore proveniente da fuori la sua camera e finse di dormire.

Dopo pochi minuti, un ragazzo dai capelli Biondi entrò nella camera con un coltello e colpì il giovane apprendista sul braccio.

Il ragazzo allora iniziò a correre e, una volta uscito dalla stanza, vide i suoi amici che avevano formato un cerchio pur di non farlo scappare.

L’apprendista, allora, decise di lanciare una maledizione e disse:†Grazie al grande potere di Kovrak, io vi maledico! Le vostre anime verranno con me all’Inferno ma voi non ucciderete solo me! Ogni persona che entrerà  in questa villa, sarà  destinata a morire fino a quando voi stessi verrete uccisi da una nobile fanciulla!â€.

Dopo averli maledetti però, i ragazzi uccisero il mago e decisero di nascondere il cadavere in una camera segreta.

Dopo un mese, un giovane ragazzo ricevette una lettere dai suoi amici e decise di recarsi in quella villa.

Il giovane si chiamava Sato, era molto alto, aveva i capelli neri e sebbene volesse uscire da quel bosco, era molto stanco e non riusciva a trovare la via d'uscita a causa della folta nebbia.

Dopo un lungo girovagare durato ore, Sato vide un sentiero illuminato e che la nebbia iniziò a diradarsi.

Felice di aver trovato una via d'uscita, iniziò a percorrere il sentiero illuminato e alla fine di questo, vide una bellissima villa e decise di chiedere ospitalità  agli abitanti di quella di quell'abitazione.

Appena bussò, venne accolto da sette giovani ragazzi elegantemente vestiti e molto cordiali: c'erano un fratello ed una sorella, entrambi biondi; un giovane e bel ragazzo coi capelli blu; una ragazza coi capelli rosa molto carina, un'altra ragazza coi capelli verdi che sembrava essere più piccola degli altri, una ragazza dai capelli castano-rossi et dulcis in fundo un ragazzo dai capelli viola che sembrava essere più grande degli altri sei.

Sato spiegò ai suoi amici la sua disavventura all'interno del bosco e i sette giovani ragazzi decisero di ospitarlo per la notte.

Il ragazzo li ringraziò, iniziarono a dialogare e iniziarono a preparare un banchetto.

Sato li ringraziò per la splendida cena e andò a dormire.

Appena Sato prese sonno, Len(il gemello coi capelli biondi) si recò dal ragazzo e, improvvisamente, lo accoltellò.

Nessuno, escluso gli abitanti della villa, seppe dell'accaduto.

Dopo tre mesi, una ragazza molto bella chiamata Miku ricevette una lettera dal suo fidanzato Kaito(il ragazzo dai capelli Blu).

Il ragazzo, in questa lettera, disse alla ragazza di recarsi presso una villa molto elegante situata nel Kanto e le disse che per arrivare lì, lei avrebbe dovuto attraversare un fittissimo bosco.

Miku allora, felicissima di poter rivedere il suo fidanzato dopo tanto tempo, decise di recarsi verso quella Villa da lui accennata e si preparò per il viaggio.

Lei partì quella sera stessa e , fortunatamente, riuscì subito a trovare la strada giusta e si ritrovò davanti alla grandissima villa.

Era enorme e bellissima: Molto elegante, con un giardino immenso e delle vetrate elegantemente decorate.

Miku bussò alla porta della Villa e venne accolta da tutti i ragazzi che la abitavano: da Rin e Len(i gemellini biondi), da Luka(ragazza coi capelli rosa) e Gakupo(ragazzo dai capelli viola), da Meiko(la ragazza dai capelli castano-rosso) e Gumi ed, infine, da Kaito, che però sembrava non riconoscerla.

Tutti quanti si presentarono ed iniziarono a parlare.

Dopo, fecero un grandissimo banchetto, dove c’era una grande quantità  di vino, per celebrare l’arrivo di Miku in quella villa.

I festeggiamenti si svolsero nella camera da pranzo, dove c’era un bellissimo orologio con i numeri romani scritti in rosso e le lancette d’oro che sembravano “taglientiâ€. Appena la festa terminò, verso le ventitre e trenta, Miku era stanca morta e decise di andare a dormire.

I ragazzi allora, le offrirono una grandissima stanza con un letto comodissimo ed arredata con molta classe.

La bellissima Miku, a causa del vino, cadde in un sonno profondo e si risvegliò dopo ben dodici ore.

Al suo risveglio, notò che la luna splendeva ancora nel cielo ma non si soffermò molto su quel piccolo dettaglio e decise di andare a salutare i padroni di casa.

Dopo aver fatto colazione, provò a parlare con Kaito molte volte ma senza alcun risultato.

I giorni passarono tutti allo stesso modo e Miku incominciò ad insospettirsi: Come mai il sole non sorgeva mai? E come mai Kaito non si ricordava di lei?

La giovane ragazza però decise di andare a coricarsi e, il giorno seguente, di indagare sull’accaduto.

Miku si addormentò alle ventitre e trenta, come suo solito.

Al suo risveglio, il sole non era ancora sorto.

La ragazza, oramai molto insospettita, decise di andare a vedere l’orologio nella camera da pranzo, quello splendido orologio con le lancette d’oro e, con sua sorpresa, notò che erano ancora le ventitre e trenta.

Miku allora, molto spaventata, iniziò a correre per la casa ma all’improvviso inciampò in una mattonella un po’ rotta.

Dopo esser caduta, si aprì una porta segreta vicino all’orologio a pendolo e, presa dalla curiosità , decise di entrare.

Appena entrò, vide un corpo senza vita inchiodato al muro e si spaventò.

Il corpo era quello dell’apprendista stregone, tutto insanguinato e con sette coltelli conficcati nel torace.

Miku abbassò lo sguardo e vide una tomba adornata con moltissimi fiori e sopra di essa c’era scritto:†Miku Hatsune, morta: questa notte.â€

La ragazza rabbrividì, il sangue si raggelò e le iniziò a mancare il respiro.

“Mi dispiace che tu abbia scoperto tutto,cara Miku! Dovevamo ucciderti prima ma ci divertivamo così tanto…†Dissero Kaito e Len.

Miku si spaventò e, presa da una forza sovraumana, corse verso Kaito e lo spinse verso il muro, liberando l’uscita e scappando da quella sala infernale.

Gli abitanti della Villa iniziarono ad inseguirla e Miku, decise di risolvere la situazione una volta per tutte.

Lei non voleva morire e cercò un’arma per potersi difendere dai ragazzi.

Improvvisamente, si ricordò dell’orologio a pendolo e si recò nella camera da pranzo per poter prendere le “lancetteâ€.

Miku ruppe il vetro e prese una delle lancette per poterla usare come difesa ma senza curarsi dell’altra.

Con quella “lancettaâ€, iniziò a tendere agguati ai vari abitanti della Villa.

Attaccò prima Gakupo, che la stava cercando nella camera da letto, poi Rin e Len, che stavano pranzando, uccise anche Meiko e Gumi mentre le due ragazze la cercavano nella sala da ballo.

Miku,dopo mezz’ora di ricerca, trovò Luka che la stava aspettando con una spada affilata in mano.

Miku e Luka combatterono ardentemente ma le due, ferendosi reciprocamente, caddero a terra stanche.

Luka però si riprese velocemente e tentò di uccidere la rivale ma dal nulla arrivò Kaito che, utilizzando l’altra “lancetta-pugnaleâ€, uccise Luka con un colpo al cranio, salvando la “fidanzataâ€.

Miku allora, felice come non mai, si alzò e si recò verso il ragazzo per poterlo abbracciare.

Appena Kaito abbassò leggermente la guardia, Miku lo pugnalò ma Kaito fece altrettanto alla ragazza.

“Kaito,perché mi hai fatto questo?†chiese Miku lacrimando.

“Sono stato obbligato a farlo, se puoi perdonami,ti prego!†supplicò Kaito.

“Certo, sei pur sempre il mio amore…†Disse Miku e , con queste parole, spirò.

Dopo pochi minuti, anche Kaito morì e la villa fu avvolta da uno strano silenzio.

Passata una mezz’oretta, un’ombra comparì al centro della stanza.

Era contenta ed emise una risata malefica e soddisfatta allo stesso tempo.

Era il fantasma dell’apprendista mago che disse:†Mai deridere le mie predizioni, ve ne potreste pentire! Ora però, farò cessare la maledizione su questa villa ma è meglio che i nuovi abitanti non trovino la mia salma altrimenti sarò obbligato a distruggerli come ho fatto con i miei vecchi amici.†E detto questo, l’ombra sparì.

All’improvviso si sentì un grandissimo applauso .

Una persona apparve da una botola posta al centro della sala da pranzo e disse:†Sono felice che la nostra rappresentazione vi sia piaciuta e fortunatamente, è andata tutta secondo il copione. Ringrazio i nostri attori per aver recitato in questo dramma, il teatro Kowinage che ci ha ospitati ma soprattutto ringrazio voi, gentili spettatori!†E dette questo, il produttore se ne andò.

Si, lo spettacolo piacque molto al pubblico!

Il teatro si svuotò facilmente .

Dopo solo due settimane, la rappresentazione La Maledizione della Villa scalò la classifica, diventando la rappresentazione teatrale più vista in tutto il Giappone.

La Canzone

[media

]http://www.youtube.com/watch?v=u16UPG5h_hI

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C'ho messo tanto per far impazzire SnolaCS u.u

OmgQueen

Tematica: La saga dei Sette peccati capitali, cantate dai Vocaloid

(mi scuso già  del fatto che non ci sia la canzone collegata all'ira quindi sono 6)

Seven Deadly Sins Series

Pride - Aku no Musume

"Ora dovresti inginocchiarti di fronte a me!"

C'era una volta un regno molto lontano,

governato da una principessa.

Lei era come un piccolo fiore che era appena sbocciato

in mezzo a delle erbacce.

Il suo regno era crudele e tirannico,

aveva tutto quello che poteva desiderare.

Considerando il suo popolo stolto ed estorcendogli denaro,

uccidendo chi le disobbediva.

Se le erbacce avrebbero osato darle fastidio avrebbero dovuto appassire tutte.

Un giorno la principessa si innamorò di un suo servo

Però non venne ricambiata,

dal giovane che amava solo la dama del verde.

Venendolo a sapere,

la principessa pazza di gelosia

ordinò di annientare il regno del Verde.

Tutto il paese venne distrutto,

bruciando e uccidendo tantissime persone...

Ma il lamenti di quelle persone non raggiunse la principessa...

Quel fiore del mare cresce così sprendidamente...

è un fiore davvero bellissimo

ma ha talmente tante spine da non essere toccato.

Finalmente le persone si ribellarono,

guidati da un cavaliere rosso.

La rabbia repressa aveva preso tutto il popolo.

Quando il palazzo fu finalmente accerchiato e i suoi cortigiani fuggiti

trovarono la principessa e fu catturata.

Fiore del male, che cresceva così splendidamente...

Fa fatto cadere il regno come un castello di carte

Cosa pensava la principessa chiusa in quella cella?

Il momento era arrivato, le campane suonavano la fine.

Fiore del male,

ora appassisce così spendidamente.

Gluttony - Akujiki Musume Conchita

In un lontano regno viveva una regina.

Vanika Conchita, ha da sempre utilizzato

tutti i prodotti più raffinati di questo mondo

Ma alla fine tutto quello che desiderava la regina

erano solo i cibi più raccapriccianti

Inchinati e mostra la tua riverenza alla grande Conchita!

Tutto il cibo del mondo appartiene a lei!

Divorerà  tutto!

Un giorno il 15° cuoco di quell'anno le riferì a bassa voce:

"Non è che potrei essere licenziato?"

Ma i servi lo misero in guardia,

"Inchinati e mostra la tua riverenza alla grande Conchita!"

"Chi la tradirà  verrà  punito!"

Divora tutto in questo mondo!

Oggi c'è un menù speciale!

"Hey tu, piccolo servo, che sapore hai?"

I giorni passavano e il castello si fece vuoto,

non c'è più nulla oramai,

le persone scomparivano piano piano,

non importava quanto cercasse.

Ha divorato tutto in questo mondo!

Ma poi guardò la sua mano... Sorridendo.

"C'è ancora qualcosa che non ho mangiato"

Ecco l'ultimo pasto di Conchita,

gli ingredienti sono... Sì, se stessa.

Lust - Madness of Duke Venomania

Anche oggi una bellissima fanciulla

è giunta da me.

Tu, con quel sorriso...

Diventerai la mia nuova compagna

Un proibito patto con il diavolo

mi diede questo potere...

Tutte le donne che mi guardano,

si innamorano.

Ho portato una ad una le donne che mi interessavano,

creando così il mio harem.

I ritratti del mio passato sono andati bruciati,

ho abbandonato il vecchio me.

Voglio dimenticare tutto.

Da un giorno tutte le ragazze del villaggio

sparivano misteriosamente

Alcune erano figlie, altre mogli,

le loro destinazioni erano ignote.

Infinita lussuria senza freni,

in queste mille illusioni,

ormai non sono più umano.

Questa è la notte che ho sempre desiderato.

Anche oggi una fanciulla gli ha fatto visita.

D'improvviso avvolta nell'abbraccio sorrise.

E una fitta mi prese al cuore.

Un giovane uomo stava cercando il suo amore perduto,

trovando dimora dal diavolo.

Un coltello che cela una lama di veleno.

Tutte le donne disincantate fuggono,

Per un'istante qualcuno l'ha guardato,

era la sua amica d'infanzia.

Aspetta!

Non ti ho detto che...

Ti amo

Tu sparisci, mi guardi con ribrezzo...

Eppure ti ho detto che ti amo.

Greed - Judgement of Corruption

(nonchè mia preferita)

Amministro la giustizia corrotta,

determinata dallo stato sociale dell'accusato,

Sono il giudice del tribunale.

Anche le persone che hanno commesso atti atroci

possono essere salvate.

Voglio più denaro che giustizia.

La tua vita dipende da me,

mostrami il tuo denaro.

Il peccato è il mio unico guadagno,

un Giudizio della Corruzione.

Se vuoi uscire dalla palude delle accuse,

dammi ancora più denaro.

Per mia figlia che non può camminare,

c'è bisogno di denaro.

Se metto insieme tutti e sette i peccati capitali,

il mio desiderio si avvererà , lei guarirà .

Se voglio farlo avverare, dovrò far oscillare ancora

questo martelletto ingiusto.

Sloth - Nemurase Hime Kara no Okurimono

C'era una volta una principessa...

il suo nome non è stato tramandato a noi

Era bellissima, figlia di un dottore.

Venne maritata giovane,

portando con sè la dote ad un uomo

a cui interessava solo il denaro (vedi Judgement of Corruption)

Ma non mi importava, ero felice.

Un giorno l'uomo si ammalò,

la principessa pur di farlo star meglio

gli diede un regalo.

Proprio così, sono la principessa che metteva a dormire,

accetta questo regalo,

per la tua felicità 

Tutti sono stanchi, preoccupati...

Per il bene di tutti

li metterò a dormire.

Tutti bevvero il mio regalo...

Tutti sono felici, ora tutti sorridono.

Solo una persona non dorme...

Volevo solo distruggere tutto.

Envy - The tailor shop on Enzibaka

Una ragazza lavorava nella sua sartoria,

in una piccola città  chiama Enzibaka.

Tutti parlavano della bellezza e della bravura

di questa stupenda e giovane sarta.

Lei era innamorata di un uomo poco fedele,

ma non aveva tempo per pensarci,

il lavoro era la sua vita.

Un giorno lo vide passeggiare con una donna dal kimono rosso.

Lasciando quel posto

non riuscì a guardare quella scena

Ma lei non poteva pensarci,

il lavoro era la sua vita.

Il giorno successivo il vicinato mormorava,

sembra ci sia stato un delitto.

Oggi vide passare l'uomo con un'altra ragazza.

La ragazza dalla fascia verde lo consolava, mentre la sarta se ne andava.

Ma non poteva pensarci,

il lavoro era la sua vita.

Il vicinato è ancora più rumoroso,

un'altro delitto?

Ancora una volta l'uomo le era infedele,

una donna scherzava felice vicino a lui

dopo aver comprato una forcina per capelli gialla.

Ma lei non poteva pensarci,

il lavoro era la sua vita.

Ho terminato il mio lavoro,

non ho più nulla da fare.

Indossai tutti gli accessori,

un kimono rosso, una fascia verde e una forcina gialla...

Sono la tua tipa adesso?

Tu però non vuoi venire con me...

Sarò io che ti porterò con me, allora

Il vicinato è ancora più rumoroso...

Cinque persone furono uccise, 4 erano una famiglia.

_________

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DARK KNIGHT

FRECCIA DI FERRO (prima esperienza da scrittore)

Questo racconto inizia dove molti finiscono. Quando un eroe vince il suo destino sa che vi è sempre un lieto fine. Ma vi siete mai chiesti come gli vada sempre tutto bene... Addentriamoci nei particolari.

Tanto tempo addietro viveva in uno dei tanti universi esistenti un giovane ragazzo di nome Gogeta. Non aveva ambizioni per se ma solo per l'aiuto degli altri. Nessuno sapeva da dove venisse ma dovunque era accolto in modo benevolo.

Voleva diventare qualcosa in più di un uomo, infatti, il suo desiderio principale era diventare una leggenda! Col passare degli anni il desiderio nella sua mente bruciava sempre più caloroso... Il suo destino però aveva un oscuro passato che lo aveva costretto al vagabondaggio. Perciò doveva essere qualcosa in più di un semplice eroe... perciò doveva levarsi i suoi peccati originali dal mantello rosso che portava.

Sapeva però di non poter fare niente con le sue capacità . Così all'età  di 15 anni partì dalla contea in cui era amato per andare a cercare il presunto maestro Dark Knight che era secondo molti proprio una leggenda! Era proprio questo termine che lo aveva spinto a partire per il suo lungo viaggio.

Gogeta non faceva della forza bruta la sua vera arte ma della strategia. Non sapeva fare tecniche disumane o colpi apocalittici ma gli bastava la sua astuzia per battere i suoi avversari. Nella contea aveva sconfitto migliaia di briganti con dei trucchi a dir poco sorprendenti. Quindi ormai nessuno gli si osava avvicinarsi per rubargli qualcosa come era molto diffuso da quelle parti.

Gogeta dopo ben un anno di pellegrinaggio per le strade del pianeta dragsa aveva trovato solo buchi nell'acqua. Ma la sua volontà  lo spingeva ad andare avanti. Arrivato di sera in una locanda decise cosa fare. Perlustrare prima la parte ovest del pianeta dragsa e poi... prima che potesse finire di pensare sentì una specie di toc-toc alla porta. Andò ad aprire la porta della stanza che aveva affittato ma niente. Di nuovo nell'aria un toc-toc e poi ancora e ancora... Gogeta si avvicinò alla fonte del rumore e con grande stupore notò che il suono proveniva dalla parete. Incredulo pensava a cosa fare quando all'improvviso il muro crollò.

Gli si presentò un uomo alto e vecchio dalla barba bianca. Egli si presentò a Gogeta dicendo di essere Dark Knight e di volerlo istruire. Infatti, il vecchio credeva che dovesse essere il maestro ad avvicinarsi all'apprendista. Gogeta gli chiese il perché del toc-toc e lui rispose che era per fare un effetto in scena coi fiocchi.

Così dopo un anno Gogeta era pronto per essere allenato. Alla mattina i due partirono per andare nel luogo dell'allenamento.

Mentre camminavano Gogeta ebbe modo di fare la conoscenza del suo nuovo maestro. Un tipo maestoso ed estremamente potente. Anche il maestro però volle conoscere qualcosa in più del suo apprendista. Gogeta era di media statura aveva dei lunghi capelli rossi e un mantello anche esso rosso ma quello che davvero importava al maestro era sapere se quello era l'allievo giusto per diventare la sua "freccia di ferro".

I due dopo molti kilometri si impararono a conoscere ed a stimarsi reciprocamente. Arrivarono in un posto dalle propaggini molto estese che il vecchio dalla barba bianca chiamava "La cascata del nuovo mondo".

In cosa consisteva l'allenamento era una domanda che Gogeta non avrebbe mai più voluto fare. Il maestro lo chiamava l'allenamento perfetto per diventare una freccia di ferro. Consisteva nello sviluppare una conoscenza immane studiando sui libri, e una potenza immane con un durissimo allenamento. La parte sui libri durò ben 10 anni ma Gogeta diventò un essere che sprizzava conoscenza da tutti i pori. L'allenamento in allegato, più importante, fu quello per imparare a sviluppare la strategia ancora meglio e di imparare tecniche disumane e colpi apocalittici. Questo allenamento durò ben 15 anni.

Gogeta uscì da quel lunghissimo allenamento a 31 (16+15) anni? No... uscì da quell'allenamento a 16 anni... perché quel posto era stato scelto da Dark Knight era ormai chiaro... bloccava al suo interno il tempo!

Ma ora che anche Gogeta poteva essere considerato un maestro lo attendeva il segreto del suo allenamento. Dark Knight gli svelò che l'aveva allenato perché puntava su di lui come freccia di ferro. Gogeta, che grazie alla sua immane conoscenza perciò conosceva il significato di quel termine, cadde in ginocchio in lacrime...

Freccia di ferro era un titolo dato a solo un uomo prima di lui e che significava essere il protettore degli eroi di tutti gli universi... una leggenda! Gogeta aveva intuito che l'uomo che portava questo titolo era proprio il suo mentore. Allora Gogeta gli chiese perché glielo avesse insegnato e il maestro rispose per riposare in pace. Incredulo Gogeta vide sparire davanti a se la persona a cui ormai teneva di più... Allora prese il mantello bianco del suo maestro e con la forza di volontà  che da lui aveva ereditato diventò... il protettore della pace!!!

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ScarletSnow

Wonderwall - Oasis

[media

]http://www.youtube.com/watch?v=6hzrDeceEKc

Wonderwall

Sono sempre stata affascinata dalle stazioni ferroviarie. Le persone salgono con la loro vita in spalla su vagoni diretti in decine di posti differenti. Ognuno con il proprio bagaglio di sogni, ambizioni, speranze.

Ogni stazione ferroviaria è un crocevia di coscienze, di anime; e io da brava sognatrice, ho sempre pensato che fossero immensamente romantiche.

Mi perdo in queste sciocche considerazioni per frenare altri pensieri, sicuramente più irruenti e dolorosi. Andrea si gira verso di me e mi sorride, come se fosse la cosa più naturale del mondo, come se potesse farlo tutti i giorni della sua mia vita senza smettere di essere così perfetto.

“Allora io vado.†continua a sorridermi dolcemente, quasi a volermi rassicurare.

Inizio a chiedermi che faccia devo avere in questo momento per ispirargli così tanta pena.

Si aspetta che dica qualcosa, che gli risponda, che gli dica di fare buon viaggio. Ma dalle mie labbra non esce nulla, le mie corde vocali sono paralizzate, la mia gola.. ho ancora una gola?

Lui sembra rinunciarci. “Stammi bene.â€

Si volta e posa un piede per salire sul vagone.

Non sono io che sto partendo.

Non sono io che sto partendo. Eppure quel treno sta per portarsi via i miei sogni, le mie ambizioni, le mie speranze. Tutto.

“Aspetta.â€ È la mia voce? È così distorta che sembra quella di qualcun altro.

“Aspetta.†ripeto con tono distorto, mi sgranchisco la voce.

Andrea fa un passo indietro e mi guarda preoccupato. I suoi occhi sono così azzurri che fa quasi male guardarli, come se mille schegge di ghiaccio mi stessero trafiggendo la colonna vertebrale.

Il cuore mi batte così forte che sento di poterlo vomitare da un momento all'altro, e improvvisamente lo realizzo.

Realizzo che è la mia ultima occasione, che devo buttarmi sotto quel treno se non voglio farlo partire.

“Devo dirti una cosa.†ho talmente tanta paura, ma talmente tanta che inizio a pentirmi di ciò che sto facendo subito dopo aver pronunciato la prima sillaba.

Ma non posso. Non posso lasciarlo andare così.

“Sono tutt'orecchi.â€

“Sono single.†inizio grandioso. “E beh.. lo sei anche tu!†vai così.

“Sì, lo so. Credo di essermene accorto.†mi guarda stranito. Come minimo starà  pensando che sia una svitata.

Coraggio, ormai il peggio è andato. O meglio, devi solo continuare a scavare!

“Ma, ecco, c'è un motivo ben preciso se sono single. Ci sono tanti ragazzi che mi piacciono, e altrettanti a cui piaccio io. Al di là  del semplice fatto che magari questi due gruppi sono completamente distinti e separati, c'è una ragione molto più importante.. è un fatto di cui, data la mia storica stoltaggine, mi sono resa conto solo di recente.†decido di alzare lo sguardo dalle mie interessantissime Converse, giusto per assicurarmi che sia ancora lì ad ascoltarmi. Ed ecco che rimango trafitta di nuovo incrociando il suo sguardo.

“Sono ancora innamorata di te.†dico in un soffio. “Lo sono sempre stata. E lo so. Lo so che ho rovinato tutto, che sono un'emerita idiota, che non mi hai più guardata allo stesso modo dopo tutto il casino che ho combinato. Ma credimi se ti dico che a qualunque ragazzo io provi ad interessarmi, finisco con il proiettargli te di sopra. Probabilmente perché ti ho idealizzato troppo in tutti questi anni, o forse perché ti amo. Magari dovrei dire che ti amo troppo, ma è un modo di dire che odio, perché il troppo è di troppo. Insomma, non è mai troppo!â€

Che cavolo ho detto?

Mi passo freneticamente le mani tra i capelli, e mi accorgo che non so quando né perché devo aver cominciato a piangere.

“Insomma. Il punto è che non ci riesco ad andare avanti così. Tu sei sempre stato la mia ancora di salvezza, la persona che più di tutte al mondo è riuscita a farmi stare davvero bene. E non posso fare a meno di chiedermi.. se avessi avuto di più? Se oltre alle sue attenzioni e alle sue parole, avessi ricevuto le sue carezze e i suoi baci? Se ci fossimo stretti, respirati, vissuti.. che persona sarei adesso? Sono sette anni che ci conosciamo, ma a costo di macchiarmi di presunzione, a costo di sembrare una stupida tredicenne alla sua prima cotta, devo dirtelo: mi viene difficile, non sai quanto, immaginare che qualcun'altra possa provare ciò che provo io nei tuoi confronti. È troppo potente, è troppo indistruttibile, è troppo.. unico. È unico. E penso davvero che tu sia il solo in grado di farmi provare la vera felicità . E Roma.. Roma non mi fa paura. Ti ho amato per sette anni. Ti ho amato quando stavamo a più di mille chilometri di distanza. Non c'è niente che mi fa paura.â€

Tiro un lungo respiro e torno a guardarlo negli occhi. La sua espressione risulta indecifrabile.

“Allora.. che ne pensi?â€

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Flamiya

questo scritto, più che altro un pensiero più che un racconto, viene fuori da me stessa dopo aver ascoltato "

" di Ligabue e "
" di Linus. spero vi piaccia, almeno un pochino ^^

Pensieri: un viaggio importante, un bagalio importante

La vita…

Una lunga esperienza.

È come un viaggio lungo circa un’ottantina d’anni, anche di più se va bene, anche di meno se va male.

Un viaggio che comincia da piccoli, con una valigia vuota che già  all’inizio si riempie di esperienze e ricordi, non passa un giorno senza aver imparato qualcosa, senza che sia successo qualcosa di memorabile, nel bene o nel male.

Già  da piccoli, due foglie raccolte in una radura, una manciata di pietre, sono piccoli tesori, piccoli ricordi che, un giorno, guarderemo con affetto.

E si cresce, e il viaggio continua, e la valigia di ricordi si riempie, sempre di più. Ricordi belli, che ritornano in mente ogni tanto, e quando lo fanno ci sfuggire un sorriso e ci viene un moto di nostalgia, vorremmo riviverli, e momenti più brutti, che si vorrebbero dimenticare, ma che comunque fanno parte delle nostre esperienze, non possono scomparire, vanno affrontati.

Il viaggio che chiamiamo vita È fatto di esperienze, di bivi, di scelte da fare, di occasioni da prendere al volo. E non si sa mai se scegliere la strada a destra o a sinistra, se prendere questo treno o lasciarlo andare, non si ha mai il coraggio di cambiare, non si ha ma il coraggio di affrontare a testa alta e con decisione…

E la valigia continua a riempirsi, il viaggio continua inesorabile, mano a mano che si cresce i ricordi diventano tanti, aumentano i pentimenti, aumentano i rimpianti, ma aumentano anche i bei momenti passati, le occasioni accolte, i sorrisi.

E più si cresce più È difficile andare avanti, a volte parli e non ti ascoltano, a volte quelli che consideravi amici in realtà  non sono tali, a volte ti demoralizzi, a volte sei in testa, a volte resti indietro, a volte perdi le scommesse, a volte fai la scelta sbagliata… e allora vorresti tornare indietro, per rimediare, per cambiare quel passato che È passato, quel passato che È come un mattone nella tua valigia, vorresti toglierlo, lasciare un po’ di spazio in più per altri leggeri, piacevoli da trasportare, ricordi belli, esperienze positive, ma non È possibile. La vita È una viaggio a senso unico, non si torna indietro; bisogna solo saper affrontare le proprie scelte con coraggio, bisogna solo provare a fare la scelta giusta ogni volta, ma tenendo sempre a mente che può succedere, che a volte si cada, si inciampi, e allora bisogna solo avere la forza di rialzarsi, perché il tempo, la vita, scorrono e non c’È tempo di fermarsi. Ma non dobbiamo preoccuparci, a volte, se siamo fortunati, c’È qualcuno che ci tende la mano, che ci aiuta a d alzarci. Quelle persone sono quelle che stanno facendo un pezzetto di viaggio con noi, non si sa come sia capitato di incontrale, È successo; non si sa quando le dovremmo abbandonare, perché il futuro È imprevedibile, non si può mai sapere come andrà  domani, se non arrivando a domani.

Ogni tanto, durante il viaggio, si dovrebbe trovare il tempo di cercare di sistemarsi la valigia, di ficcare più sotto i ricordi peggiori, tenere più a portata di mano i migliori, quelli che È più piacevole rivangare, essere felici per il fatto di aver potuto, anche solo un secondo, sorridere. Ma non È facile, si sa, avere la forza per farlo… coraggio. Ma sono cose che si imparano andando avanti.

******

E poi, si arriva in fondo, si sta per finire il lungo viaggio. La valigia ormai È piena, talmente che ormai È difficile chiuderla, e allora ci si guarda indietro, si vedono altri che, più giovani, stanno percorrendo lo stesso viaggio, e anche loro, come abbiamo fatto noi, si stancano, si demoralizzano, vorrebbero tornare indietro e cambiare qualche cosa, e allora ci viene voglia di chiamarli, dare loro qualche buon consiglio: ma chissà  e lo ascolteranno. È sempre così. Finché non ci si sbatte contro, non si può capire quanto sia duro un muro. Finché non si affrontano certe esperienze, È difficile capire chi le ha già  passate.

Ed eccoci qua. Ecco che, prima o poi, il viaggio finisce. Ma che bello, vorrei rifarlo, di sicuro penseremo; che bello, ci sono stati bei momenti, che hanno compensato quelli brutti, senza dubbio. Tornando indietro, credo che rifarei tutto. E allora si mette giù la valigia, e come alla fine di ogni viaggio che si rispetti, ci si concede un meritato riposo. Prima di ripartire.

Ecco che ne comincia un altro di viaggio… chissà  come andrà .

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