Vai al commento

Post raccomandati

Visto che Latiken ha aperto un Topic sui gruppi tedeschi, io apro questo sugli inglesi.

Iniziamo con un gruppo famosissimo, purtroppo non più esistente, che in circa quindici anni di esperienza ha sempre espresso una qualità  e continuità  strabilianti.

Sto parlando dei dIRE sTRAITS di Mark Knopfler, attivo dal 1977 al 1995. Questo gruppo proponeva, inizialmente, un Rock-Blues leggero e di facile ascolto, influenzato dal Jazz, dal Country e, successivamente, dal Rock Progressivo. Il nome significa "terribili ristrettezze", e rispecchia bene la condizione in cui si trovarono i quattro ai loro esordi, nel pieno del movimento Punk ed Heavy Metal.

Knopfler, affiancato inizialmente da John Illsey al basso, da suo fratello David all'altra chitarra, e Pick Withers alla batteria, era la voce, la chitarra solista e l'autore unico di tutti i brani (fa eccezione Money for Nothing, scritta con Sting). Chitarrista abilissimo e dotato di senso melodico fuori dal comune, basava il proprio stile su continui licks botta-risposta con la voce, e suonava rigorosamente senza distorsioni né plettro.

Il grupo fece evolvere la propria musica nel corso del tempo: dal lineare rock degli esordi si arrivò al rock progressivo già  nel 1982 con Love over Gold, dal cui tour venne estratto uno dei migliori dischi live della storia, ossia Alchemy: dIRE sTRAITS live, registrato all'Hammersmith Odeon nel 1983 (il teatro nel quale, l'anno prima, gli Iron Maiden registrarono Beast over Hammersmith, il primo live cronologico con Dickinson al microfono, e che proprio nel 1983 fece da palco alla leggendaria esibizione degli stessi durante il World Piece Tour).

Il disco più celebre è probabilmente Brothers in Arms, del 1985, anche se le loro hits sono sparse bene o male per tutti i dischi.

Il gruppo si sciolse nel 1993, dopo la pubblicazione del live On the Night. Knopfler disse che la fama ottenuta non corrispondeva più al suo concetto di "essere musicista", perciò decise di salutare tutti e chiudere in bellezza l'esperienza dIRE sTRAITS, pur continuando a lavorare nel mondo della musica come autore, musicista e arrangiatore.

Pezzi consigliati: Sultans of Swing, Walk of Life, Money for Nothing, Brothers in Arms (live), Tunnel of Love (contiene uno degli assoli di chitarra elettrica più belli che abbia mai sentito), Telegraph Road.

Dischi consigliati: Brothers in Arms, la raccolta Money for Nothing, il live Alchemy (tranquillamente al livello di Made in Japan e Live at Leeds come qualità  dell'esibizione).

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Guest Ravenblack

Ormai le tue discussioni le leggo solo per vedere i tag che metti :'D


 


Comunque di gruppi inglesi ne conosco parecchi, ma quelli che ascolto maggiormente sono i Muse, i Maiden e sporadicamente i Sabbath, i Led Zeppelin e anche il Coldplay (ma questi ultimi molto sporadicamente).


Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Guest Ravenblack

I Coldplay piacciono anche a me.

Trovo un po' esagerato definire Viva la Vida "brano del decennio" (per carità , bellissima canzone, comunque), ma hanno fatto delle gran belle cose. E poi quello che si sono inventati per Mylo Xyloto è geniale!

Quotazzo, Viva la Vida è il Top.

A me è piaciuta anche Paradise, Mylo Xyloto (come da te accennato), e A Sky Full of  Stars.

Io fino a qualche anno fa ero in fissa con il CP, poi ho virato su altri gruppi, ma non li ho mai persi di vista. :)

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Quotazzo, Viva la Vida è il Top.

A me è piaciuta anche Paradise, Mylo Xyloto (come da te accennato), e A Sky Full of  Stars.

Io fino a qualche anno fa ero in fissa con il CP, poi ho virato su altri gruppi, ma non li ho mai persi di vista. :)

Mylo è un bel disco, ma io mi riferivo già  solo al titolo: si sono inventati un nome plausibile (a metà  tra oriente e un grecismo) che però non esiste. Se cerchi "Mylo Xyloto" su Google trovi solo il loro disco e notizie inerenti, e questo è clamoroso.
Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Guest Ravenblack

Mylo è un bel disco, ma io mi riferivo già  solo al titolo: si sono inventati un nome plausibile (a metà  tra oriente e un grecismo) che però non esiste. Se cerchi "Mylo Xyloto" su Google trovi solo il loro disco e notizie inerenti, e questo è clamoroso.

Tra l'altro sto ascoltando proprio ora l'album ''Mylo Xyloto'', parlarne mi ha fatto venire nostalgia. :'D

Sono a Hurts Like Heaven (*^*) !

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Comunque:

---- Iron Maiden

19 ottobre 1979, Marquee Club, Londra

Brian Shepard, allora direttore della EMI, assiste al concerto di un gruppetto Heavy Metal emergente, che il manager Rod Smallwood (già  scopritore dei Judas Priest) aveva fatto suonare come principale attrazione della serata. Il cantante è un belloccio in giacca di pelle e stivali, il batterista un tizio allampanato con un taglio anni '70, alle chitarre ci sono un mezzo glamster ed un biondino dalla faccia paffuta, però chi attrae l'attenzione è il bassista, Steve Harris. Un tappetto capellone, cui non farebbe male una ritoccata alle sopracciglia, ma il suo basso picchia come un martello.

Si chiamano Iron Maiden, e ancora non sanno che faranno la storia.

Hanno già  pubblicato un piccolo EP di tre brani, The Soundhouse Tapes, che aveva riscosso un ottimo successo; uno di quei brani, Prowler, gira regolarmente nelle radio Rock-Metal di Londra. Il quintetto riesce a strappare un contratto e può finalmente entrare in uno studio per registrare il suo primo disco.

Iron Maiden esce il 14 aprile 1980, anticipato dal singolo Running Free, la cui copertina raffigura un metallaro che fugge in un vicolo, verso chi guarda. Sullo sfondo, in ombra, un'inquietante figura magra e alta, Eddie, lo zombie mascotte della band. Eddie debutta con i suoi creatori, la copertina di Iron Maiden è un primo piano del suo volto.

I successi del tour e la disponibilità  di nuovi brani spingono la EMI a finanziare un secondo LP: Killers esce nel 1981, e contiene diversi brani già  suonati dai Maiden durante le loro serate al leggendario Ruskin Arms, come Innocent Exile o Wrathchild. Intanto si è registrato un cambio di formazione: dopo l'uscita di Iron Maiden, il chitarrista Dennis Stratton rinuncia, sentendosi più vicino al rock che al Metal. L'altro chitarrista, Dave Murray, chiama allora un suo vecchio amico di scuola, Adrian Smith, che accetta di entrare nel gruppo.

La nuova formazione non è longeva: Paul Di'Anno, il cantante, è bravo, ma ha il vizietto della droga. All'ennesima prestazione deludente, Steve lo allontana. Viene ingaggiato, in sostituzione, un tale Bruce Dickinson, uno screamer famoso per i suoi acuti.

Insieme a Bruce, gli Iron Maiden pubblicano un album destinato alla storia: The Number of the Beast (1982) è forse il capolavoro della NWOBHM, il trionfale tour consacra i cinque tra i migliori gruppi del mondo.

Per la prima volta sbarcano in America, ma i divertimenti costano cari al batterista, Clive Burr: siccome non può più garantire stabilità  (pare si tenesse un secchio a fianco per vomitare), viene licenziato. Clive morirà  nel 2013, stroncato dalla Sclerosi Multipla. Viene ingaggiato il pirotecnico Nicko McBrain dai francesi Trust, e assieme a lui viene registrato Piece of Mind, più veloce dei precedenti ma forse meno massiccio (1983). L'intro di batteria di Where Eagles Dare, prima traccia, è leggenda.

Il quinto disco, per la prima volta con la stessa formazione del precedente, è Powerslave (1984). Venne organizzato un tour letteralmente faraonico, 200 date, tappa al Rock in Rio, due anni in giro per il mondo, performance alla Long Beach Arena e all'Hammersmith registrate (diventeranno il Live After Death), che però distrugge la band, specialmente Bruce, che è a pezzi.

Già  nel 1986 viene pubblicato un nuovo disco, Somewhere in Time, con cui si affacciano alle sonorità  futuristiche di moda al tempo (non dimentichiamoci che nel 1982 era uscito Blade Runner, e che nell'86 scoppiò la moda dei Synth, vedi anche i Judas Priest con Turbo). Il tour, però, è un mezzo fiasco: la critica stronca il disco, e Bruce è ancora a pezzi per i postumi del precedente World Slavery Tour, fornendo prestazioni per lo più stanche e spente (con una punta di demerito nel concerto di Chicago '87, che contiene forse la loro peggior prestazione).

Nel 1988 è la volta di un tentativo progressive: Seventh Son of a Seventh Son è ancora più pomposo e tastieroso del precedente, ma viene accolto con più entusiasmo. Bruce accenna segni di ripresa, il tour è un successo e la band si prende un meritato riposo.

Nello stesso tempo, Bruce ingaggia Janick Gers (ex-Gillan) e registra il suo primo album solista, Tattooed Millionaire, dalle sonorità  più Hard Rock che Heavy Metal.

Proprio Janick sarà  il sostituto di Adrian Smith, quando questo rassegna le dimissioni. Il motivo è il tentativo di costruirsi un nome ed una carriera al di fuori del Metal con il suo gruppo rock/AOR A.S.A.P. (Adrian Smith And Project). Siamo nel bel mezzo delle registrazioni di No Prayer for the Dying (1990), un lavoro più duro e grezzo del precedente. Janick è un chitarrista sporco e selvaggio, diametralmente opposto al precisissimo Adrian, e questo di sicuro aiuta i Maiden a tornare su brani più duri ed immediati. Bruce, inoltre, sembra ripreso: la sua voce è sporca, ma potente e per nulla arrancante.

Il disco però non vende benissimo, e non lo fa neppure Fear of the Dark (1992), malgrado la pubblicazione di ben tre live tratti da quel tour. Si aggiunge una pesante lite tra i due galli del pollaio, Steve e Bruce, che quasi arrivarono a picchiarsi in un backstage. Nel 1993, Bruce Dickinson annuncia al mondo che avrebbe lasciato gli Iron Maiden.

Steve pone una condizione fondamentale per il nuovo vocalist: deve essere inglese. Questo esclude in automatico i vari Kiske, Matos, Geoff Tate, Dio che le riviste teorizzarono come sostituti. Il sostituto sembrava essere Doogie White, all'ultima audizione sembrò ormai cosa fatta, ma all'ultimo venne annunciato che il nuovo vocalist sarebbe stato tale Blaze Bayley, ex Wolfsbane.

Con il nuovo cantante, il gruppo dà  alle stampe il cupo The X Factor (1995), che si rivela un mezzo fiasco così come il tour (a causa anche di un'allergia di Blaze che li costrinse a cancellare diverse date). La situazione non migliora con Virtual XI (1998), quasi unanimemente considerato il peggior disco della loro carriera, e crolla del tutto con il fallimentare tour. Si vocifera di pesanti litigi tra Janick, Dave e Nicko da un lato e Blaze dall'altro, tanto che i tre diedero ad Harris un ultimatum: o lui o noi.

La scelta fu facile. Meno facile fu andare da Bruce Dickinson (all'epoca reduce da una TRIONFALE carriera solista) e supplicarlo di tornare nei Maiden assieme ad Adrian Smith, che suonava appunto nella band di Bruce. Bruce accetta, a condizione che Harris si tolga dalla testa di fare il caporione e che lo lasci libero di pubblicare i suoi dischi solisti, altrimenti niente reunion. Steve ingoia rospo, rana e girini e accetta.

Nel 1999 viene proposto un breve tour di prova, per presentare al pubblico la nuova formazione e provare le tre chitarre sul palco. È un trionfo, e Bruce Dickinson annuncia a gran voce il nuovo disco, il primo a tre chitarre.

Brave New World esce nel 2000 e subito parte il tour, che culmina in una leggendaria esibizione al Rock in Rio da headliner, registrata e pubblicata in quello che diventerà  un live leggendario, appunto Rock in Rio.

Da lì in avanti c'è poco da dire. Con la nuova formazione, i Maiden pubblicheranno altri quattro dischi in studio: Dance of Death, 2003; A Matter of Life and Death, 2006; The Final Frontier, 2010; The Book of Souls, 2015; e due live: Death on the Road, 2005; En Vivo!, 2009.

Nel 2005 viene inaugurato un breve tour commemorativo dei 25 anni di attività  della band, Eddie Rips up the World Tour, di cui si può trovare facilmente l'ottimo bootleg dell'esibizione allo stadio Ullevi, con un Bruce in enorme spolvero (a 49 anni suonati centra l'acuto in studio di Where Eagles Dare, un D; eccellente prestazione anche in Die with your boots on e Prowler).

Nel 2008/2009 è la volta del Somewhere back in Time World Tour, in promozione alla raccolta Somewhere back in Time: the best of 1980-89, da cui venne pubblicato il film-documentario Flight 666, mentre dal 2012 al 2014 la band ha proposto un tour commemorativo del Seventh Tour of a Seventh Tour. Potete trovare le esibizioni del Rock in Rio e del Rock am Ring.

Dal tour di A Matter of Life and Death non furono estratti live ufficiali. Si possono trovare, però, l'eccellente live a Dortmund del 2006 (prima leg, in cui eseguirono il nuovo disco per intero), e il Live at Donington '07 (dalla leg estiva, in cui "celebrarono" i 25 anni di The Number of the Beast - razza di infami, se penso che fecero Wrathchild al posto di The Prisoner, 22 Acacia Avenue o Total Eclipse...).

Si trovava anche l'eccezionale The Albatross Follows On, live a Buenos Aires 2009 del Somewhere back in Time World Tour.

Dischi consigliati: The Number of the Beast, Piece of Mind, Somewhere in Time, Rock in Rio (live).

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Uhm, Imagine Dragons, ColdPlay, Muse, OneRepubblic... ma ci posso aggiungere gruppi americani? Cos'è questo razzismo? xd

In ogni caso, per me Viva la Vida... è IL brano del decennio, ogni suono azzeccato, testo magnifico.

In ogni caso, il disco che amo di piu dei Coldplay, anche se li trovo tutti magnifici, è Mylo Zyloto.

Oserei dire che i Coldplay sono la band con più fan attualmente.

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Guest Ravenblack

Comunque:

---- Iron Maiden

19 ottobre 1979, Marquee Club, Londra

Brian Shepard, allora direttore della EMI, assiste al concerto di un gruppetto Heavy Metal emergente, che il manager Rod Smallwood (già  scopritore dei Judas Priest) aveva fatto suonare come principale attrazione della serata. Il cantante è un belloccio in giacca di pelle e stivali, il batterista un tizio allampanato con un taglio anni '70, alle chitarre ci sono un mezzo glamster ed un biondino dalla faccia paffuta, però chi attrae l'attenzione è il bassista, Steve Harris. Un tappetto capellone, cui non farebbe male una ritoccata alle sopracciglia, ma il suo basso picchia come un martello.

Si chiamano Iron Maiden, e ancora non sanno che faranno la storia.

Hanno già  pubblicato un piccolo EP di tre brani, The Soundhouse Tapes, che aveva riscosso un ottimo successo; uno di quei brani, Prowler, gira regolarmente nelle radio Rock-Metal di Londra. Il quintetto riesce a strappare un contratto e può finalmente entrare in uno studio per registrare il suo primo disco.

Iron Maiden esce il 14 aprile 1980, anticipato dal singolo Running Free, la cui copertina raffigura un metallaro che fugge in un vicolo, verso chi guarda. Sullo sfondo, in ombra, un'inquietante figura magra e alta, Eddie, lo zombie mascotte della band. Eddie debutta con i suoi creatori, la copertina di Iron Maiden è un primo piano del suo volto.

I successi del tour e la disponibilità  di nuovi brani spingono la EMI a finanziare un secondo LP: Killers esce nel 1981, e contiene diversi brani già  suonati dai Maiden durante le loro serate al leggendario Ruskin Arms, come Innocent Exile o Wrathchild. Intanto si è registrato un cambio di formazione: dopo l'uscita di Iron Maiden, il chitarrista Dennis Stratton rinuncia, sentendosi più vicino al rock che al Metal. L'altro chitarrista, Dave Murray, chiama allora un suo vecchio amico di scuola, Adrian Smith, che accetta di entrare nel gruppo.

La nuova formazione non è longeva: Paul Di'Anno, il cantante, è bravo, ma ha il vizietto della droga. All'ennesima prestazione deludente, Steve lo allontana. Viene ingaggiato, in sostituzione, un tale Bruce Dickinson, uno screamer famoso per i suoi acuti.

Insieme a Bruce, gli Iron Maiden pubblicano un album destinato alla storia: The Number of the Beast (1982) è forse il capolavoro della NWOBHM, il trionfale tour consacra i cinque tra i migliori gruppi del mondo.

Per la prima volta sbarcano in America, ma i divertimenti costano cari al batterista, Clive Burr: siccome non può più garantire stabilità  (pare si tenesse un secchio a fianco per vomitare), viene licenziato. Clive morirà  nel 2013, stroncato dalla Sclerosi Multipla. Viene ingaggiato il pirotecnico Nicko McBrain dai francesi Trust, e assieme a lui viene registrato Piece of Mind, più veloce dei precedenti ma forse meno massiccio (1983). L'intro di batteria di Where Eagles Dare, prima traccia, è leggenda.

Il quinto disco, per la prima volta con la stessa formazione del precedente, è Powerslave (1984). Venne organizzato un tour letteralmente faraonico, 200 date, tappa al Rock in Rio, due anni in giro per il mondo, performance alla Long Beach Arena e all'Hammersmith registrate (diventeranno il Live After Death), che però distrugge la band, specialmente Bruce, che è a pezzi.

Già  nel 1986 viene pubblicato un nuovo disco, Somewhere in Time, con cui si affacciano alle sonorità  futuristiche di moda al tempo (non dimentichiamoci che nel 1982 era uscito Blade Runner, e che nell'86 scoppiò la moda dei Synth, vedi anche i Judas Priest con Turbo). Il tour, però, è un mezzo fiasco: la critica stronca il disco, e Bruce è ancora a pezzi per i postumi del precedente World Slavery Tour, fornendo prestazioni per lo più stanche e spente (con una punta di demerito nel concerto di Chicago '87, che contiene forse la loro peggior prestazione).

Nel 1988 è la volta di un tentativo progressive: Seventh Son of a Seventh Son è ancora più pomposo e tastieroso del precedente, ma viene accolto con più entusiasmo. Bruce accenna segni di ripresa, il tour è un successo e la band si prende un meritato riposo.

Nello stesso tempo, Bruce ingaggia Janick Gers (ex-Gillan) e registra il suo primo album solista, Tattooed Millionaire, dalle sonorità  più Hard Rock che Heavy Metal.

Proprio Janick sarà  il sostituto di Adrian Smith, quando questo rassegna le dimissioni. Il motivo è il tentativo di costruirsi un nome ed una carriera al di fuori del Metal con il suo gruppo rock/AOR A.S.A.P. (Adrian Smith And Project). Siamo nel bel mezzo delle registrazioni di No Prayer for the Dying (1990), un lavoro più duro e grezzo del precedente. Janick è un chitarrista sporco e selvaggio, diametralmente opposto al precisissimo Adrian, e questo di sicuro aiuta i Maiden a tornare su brani più duri ed immediati. Bruce, inoltre, sembra ripreso: la sua voce è sporca, ma potente e per nulla arrancante.

Il disco però non vende benissimo, e non lo fa neppure Fear of the Dark (1992), malgrado la pubblicazione di ben tre live tratti da quel tour. Si aggiunge una pesante lite tra i due galli del pollaio, Steve e Bruce, che quasi arrivarono a picchiarsi in un backstage. Nel 1993, Bruce Dickinson annuncia al mondo che avrebbe lasciato gli Iron Maiden.

Steve pone una condizione fondamentale per il nuovo vocalist: deve essere inglese. Questo esclude in automatico i vari Kiske, Matos, Geoff Tate, Dio che le riviste teorizzarono come sostituti. Il sostituto sembrava essere Doogie White, all'ultima audizione sembrò ormai cosa fatta, ma all'ultimo venne annunciato che il nuovo vocalist sarebbe stato tale Blaze Bayley, ex Wolfsbane.

Con il nuovo cantante, il gruppo dà  alle stampe il cupo The X Factor (1995), che si rivela un mezzo fiasco così come il tour (a causa anche di un'allergia di Blaze che li costrinse a cancellare diverse date). La situazione non migliora con Virtual XI (1998), quasi unanimemente considerato il peggior disco della loro carriera, e crolla del tutto con il fallimentare tour. Si vocifera di pesanti litigi tra Janick, Dave e Nicko da un lato e Blaze dall'altro, tanto che i tre diedero ad Harris un ultimatum: o lui o noi.

La scelta fu facile. Meno facile fu andare da Bruce Dickinson (all'epoca reduce da una TRIONFALE carriera solista) e supplicarlo di tornare nei Maiden assieme ad Adrian Smith, che suonava appunto nella band di Bruce. Bruce accetta, a condizione che Harris si tolga dalla testa di fare il caporione e che lo lasci libero di pubblicare i suoi dischi solisti, altrimenti niente reunion. Steve ingoia rospo, rana e girini e accetta.

Nel 1999 viene proposto un breve tour di prova, per presentare al pubblico la nuova formazione e provare le tre chitarre sul palco. È un trionfo, e Bruce Dickinson annuncia a gran voce il nuovo disco, il primo a tre chitarre.

Brave New World esce nel 2000 e subito parte il tour, che culmina in una leggendaria esibizione al Rock in Rio da headliner, registrata e pubblicata in quello che diventerà  un live leggendario, appunto Rock in Rio.

Da lì in avanti c'è poco da dire. Con la nuova formazione, i Maiden pubblicheranno altri quattro dischi in studio: Dance of Death, 2003; A Matter of Life and Death, 2006; The Final Frontier, 2010; The Book of Souls, 2015; e due live: Death on the Road, 2005; En Vivo!, 2009.

Nel 2005 viene inaugurato un breve tour commemorativo dei 25 anni di attività  della band, Eddie Rips up the World Tour, di cui si può trovare facilmente l'ottimo bootleg dell'esibizione allo stadio Ullevi, con un Bruce in enorme spolvero (a 49 anni suonati centra l'acuto in studio di Where Eagles Dare, un D; eccellente prestazione anche in Die with your boots on e Prowler).

Nel 2008/2009 è la volta del Somewhere back in Time World Tour, in promozione alla raccolta Somewhere back in Time: the best of 1980-89, da cui venne pubblicato il film-documentario Flight 666, mentre dal 2012 al 2014 la band ha proposto un tour commemorativo del Seventh Tour of a Seventh Tour. Potete trovare le esibizioni del Rock in Rio e del Rock am Ring.

Dal tour di A Matter of Life and Death non furono estratti live ufficiali. Si possono trovare, però, l'eccellente live a Dortmund del 2006 (prima leg, in cui eseguirono il nuovo disco per intero), e il Live at Donington '07 (dalla leg estiva, in cui "celebrarono" i 25 anni di The Number of the Beast - razza di infami, se penso che fecero Wrathchild al posto di The Prisoner, 22 Acacia Avenue o Total Eclipse...).

Si trovava anche l'eccezionale The Albatross Follows On, live a Buenos Aires 2009 del Somewhere back in Time World Tour.

Dischi consigliati: The Number of the Beast, Piece of Mind, Somewhere in Time, Rock in Rio (live).

Non avrei mai detto che tu sapessi tutte queste cose sui Maiden. :tf:

 

Uhm, Imagine Dragons, ColdPlay, Muse, OneRepubblic... ma ci posso aggiungere gruppi americani? Cos'è questo razzismo? xd

In ogni caso, per me Viva la Vida... è IL brano del decennio, ogni suono azzeccato, testo magnifico.

In ogni caso, il disco che amo di piu dei Coldplay, anche se li trovo tutti magnifici, è Mylo Zyloto.

Oserei dire che i Coldplay sono la band con più fan attualmente.

Quoto,ma non credo che siano la band con più fan in questo momento.

Anche gli Imagine Dragons e gli One Republic mi piaciucchiano, ma non sono band inglesi.

Un giorno si potrebbe aprire una discussione sulle band Statunitensi.

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Oserei dire che i Coldplay sono la band con più fan attualmente.

Si, ma oggettivamente Ghost Stories fa un po'pena

 

Muse  :th_sisi:

L'ultimo album a livello qualitativo lo metto assieme a BH&R (il duo OOS-Absolution rimane intoccabile), ma forse il secondo ha osato di più.

Però Drones è un album fatto bene, e a livello stilistico è più coerente di The 2nd Law che sembrava più un "vediamo quello che sappiamo fare e mettiamolo a caso in un disco"

Certo a livello di songwriting è calato, ma lo storytelling nel corso dell'album si riesce a capire.

Poi Matt s'è ricordato come si suona la chitarra, anche se eccelle decisamente sul campo compositivo. 

Comunque metto ste due canzone, dai 

 

>https://www.youtube.com/watch?v=qhduQhDqtb4

 

>https://www.youtube.com/watch?v=BF1DQr5dKW8

 

Enjoy  :jump:

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Non avrei mai detto che tu sapessi tutte queste cose sui Maiden. :tf:

Comunque fidati che ne so relativamente poco, c'è gente che li ha visti 50+ volte nella propria vita, che ti sa dire persino la marca di tastiera usata in Fear of the Dark (in concerto, non quella su disco), che colleziona i loro bootleg, che sa tutte le varie curiosità /cagatine dei tour (tipo la leggenda per cui, durante il The Beast on the Road, i Maiden si trovarono con il pulmino a secco in Svizzera, mentre The Number of the Beast era primo in classifica e vomitava soldi nei loro conti in banca, o la rissa tra Dave Murray ed un tizio in un pub inglese).

Ce n'è una divertente su Dickinson: durante il tour di Seventh Son of a Seventh Son, fecero alcune date coi Mà¶tley Crà¼e. Una sera vanno tutti a cena assieme, e Dickinson presenta sua moglie a Nikki Sixx, bassista dei Crà¼e. Peccato che Sixx se la fosse fatta la sera prima. Bruce e la moglie divorziarono, ma la cosa divertente è che non fu per questo: sembra che Dickinson abbia scoperto il misfatto solo undici anni dopo, leggendo l'autobiografia dei Mà¶tley Crà¼e.

Poi ci sono le storie della leg americana di The Beast on the Road, quando pare che ci andassero pesante con l'erba (specie Adrian Smith e Clive Burr, ma anche Dave Murray non scherzava), la storiella sulla nascita di TNOTB (sembra che non sia un inno a Satana, ma che l'ispirazione sia venuta ad Harris quando, fatti sostituire i freni della sua Jaguar, si sia trovato un conto di 66,6£), la curiosa somiglianza tra la linea vocale di Hallowed be thy Name e Che ne sai di un campo di grano di Battisti (oltre ad una strofa scopiazzata ai Beckett), la storia (pare vera) per cui la Stratocaster che usava Dave Murray negli anni '80 (questa, pressoché l'unica sua chitarra fino al World Slavery Tour) sia appartenuta a Paul Kossoff dei Free, il concerto di Dortmund '83...

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Guest Ravenblack

Comunque fidati che ne so relativamente poco, c'è gente che li ha visti 50+ volte nella propria vita, che ti sa dire persino la marca di tastiera usata in Fear of the Dark (in concerto, non quella su disco), che colleziona i loro bootleg, che sa tutte le varie curiosità /cagatine dei tour (tipo la leggenda per cui, durante il The Beast on the Road, i Maiden si trovarono con il pulmino a secco in Svizzera, mentre The Number of the Beast era primo in classifica e vomitava soldi nei loro conti in banca, o la rissa tra Dave Murray ed un tizio in un pub inglese).

Ce n'è una divertente su Dickinson: durante il tour di Seventh Son of a Seventh Son, fecero alcune date coi Mà¶tley Crà¼e. Una sera vanno tutti a cena assieme, e Dickinson presenta sua moglie a Nikki Sixx, bassista dei Crà¼e. Peccato che Sixx se la fosse fatta la sera prima. Bruce e la moglie divorziarono, ma la cosa divertente è che non fu per questo: sembra che Dickinson abbia scoperto il misfatto solo undici anni dopo, leggendo l'autobiografia dei Mà¶tley Crà¼e.

Poi ci sono le storie della leg americana di The Beast on the Road, quando pare che ci andassero pesante con l'erba (specie Adrian Smith e Clive Burr, ma anche Dave Murray non scherzava), la storiella sulla nascita di TNOTB (sembra che non sia un inno a Satana, ma che l'ispirazione sia venuta ad Harris quando, fatti sostituire i freni della sua Jaguar, si sia trovato un conto di 66,6£), la curiosa somiglianza tra la linea vocale di Hallowed be thy Name e Che ne sai di un campo di grano di Battisti (oltre ad una strofa scopiazzata ai Beckett), la storia (pare vera) per cui la Stratocaster che usava Dave Murray negli anni '80 (questa, pressoché l'unica sua chitarra fino al World Slavery Tour) sia appartenuta a Paul Kossoff dei Free, il concerto di Dortmund '83...

Ma tutte queste curiosità  ci sono scritte nel libro, o le hai lette sul Web?

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Nel libro c'è quasi tutto (eccetto le storie di canne e cose simili, quelle le trovi spulciando nei forum - specie nei topic del 2004-2007/08, ossia l'epoca d'oro dei forum, prima dei vari social), e in genere sono cose abbastanza vere, anche perché MI PARE - non so, io non l'ho letta - che qualcosa in più si trovi nella biografia ufficiale. In più ci sono tutti i vari aneddoti tratti da libri/riviste/articoli ormai introvabili che vennero pubblicati negli anni '80 (so di una biografia ufficiale fino all'86), che i fan più "anziani" hanno messo online appunto nei forum.

Sconsigliatissimo quello di Neil Daniels, è una sorta di recensione (discutibilissima) della band, e non fa altro che criticarla da dopo il 1986.

Che poi è un cerchio, nel senso che molti aneddoti riportati nei libri li trovi anche online. Gamba e Canali si sono girati il mondo, per quel libro, intervistando e visitando (ci sono anche le fonti).

In generale è un libro ottimo, anche in altri forum se ne è sempre parlato bene.

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

UP e parliamo di una leggenda.

Ozzy Osbourne, all'anagrafe John Michael Osbourne, è famoso per essere stato il primo cantante dei Black Sabbath e per la carriera solista iniziata dopo essere stato licenziato dal quartetto di Birmingham.

Ozzy esordì da solista nel 1980, e fece immediatamente il botto. Blizzard of Ozz è un album leggendario, considerato tra i punti più alti mai raggiunti dall'heavy metal. Tanto per la cronaca, nello stesso anno uscirono anche British Steel dei Judas Priest, Iron Maiden dell'omonimo gruppo e Heaven and Hell dei Black Sabbath, il primo senza Ozzy e con Dio alla voce.

Il successo venne bissato da Diary of a Madman, l'anno successivo, ma la morte di Randy Rhoads (chitarrista) sconvolse Ozzy e il mondo dell'Heavy Metal.

Il Principe delle Tenebre, tuttavia, non si diede per vinto: ingaggiato Jake E. Lee, pubblicò due nuovi dischi, Bark at the Moon (1983, con una forte componente di suoni sintetizzati) e The Ultimate Sin (1986, più orientato all'Hair Metal).

L'ultimo lavoro è un po' criticato ma vende lo stesso, tuttavia Jake se ne va e viene sostituito da un diciannovenne Zakk Wylde, latore di uno stile possente e diretto. No Rest for the Wicked (1988) è il disco d'esordio di Wylde, ma il vero capolavoro dell'accoppiata sarà  il successivo No More Tears (1991), scritto in parte con Lemmy Kilmister.

Da lì in avanti la qualità  dei dischi cominciò un po' a calare. Da segnalare la partecipazione di Geezer Butler (ex-Sabbath) nel successivo Ozzmosis (1995), di Robert Trujillo (futuro membro dei Metallica) in Down to Earth (2001, dal cui tour fu estratto un live) e la prima prestazione di Ozzy da sobrio in Black Rain (2007) (questa è vera, giuro).

Ad ora, l'ultimo disco in studio di Ozzy Osbourne è Scream (2010), il primo senza Zakk Wylde dal 1986.

Di seguito la solita rassegna di pezzi.

- Mr. Crowley (classicone creepy, a proposito di Aleister Crowley)

[spoiler]https://www.youtube.com/watch?v=vDVLMS_Yhe4

- Crazy Train (celeberrima e allegra, ancora Rhoads alla chitarra)

[spoiler]https://www.youtube.com/watch?v=RMR5zf1J1Hs

- Bark at the Moon (esordio di Jake E. Lee, grintosa e oscura)

[spoiler]https://www.youtube.com/watch?v=F89-MOy7Xfg

- Shot in the Dark (midtempo da The Ultimate Sin)

[spoiler]https://www.youtube.com/watch?v=Mzyz2egx_0c

- Hellraiser (da No More Tears, chi ha giocato a GTA: San Andreas la ricorderà ):

[spoiler]https://www.youtube.com/watch?v=mXo6nxt_8KM

- See you on the Otherside (ballatona - Ozzy ah fatto pure quello - dal discusso Ozzmosis)

[spoiler]https://www.youtube.com/watch?v=w0LhVSc2zqI

- Mama, I'm coming Home (dedica di Ozzy alla moglie Sharon)

[spoiler]https://www.youtube.com/watch?v=K0siYUjV9UM

- Bloodbath in Paradise (dall'esordio di Wylde, a proposito di Charles Manson, la sua "Famiglia" e la loro visita a Sharon Tate nel 1969, al 10050 di Cielo Drive, Beverly Hills)

[spoiler]https://www.youtube.com/watch?v=50jw48zVCWk

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Non credo si possano paragonare ai nomi citati da voi, ma se si tratta di gruppi inglesi allora...


 


https://it.wikipedia.org/wiki/McFly


 


Li ho conosciuti grazie al film "Baciati dalla Sfortuna" (divertentissima commedia con Lindsay Lohan e Chris Pine) ed è stato amore al primo ascolto *____* 


Link al commento
Condividi su altre piattaforme

UPpissimo!

Spoiler

Up e parliamo di una delle più grandi band mai esistite: gli Yes.

Gli Yes nascono nell'ormai lontano 1968 a Londra, vicino a quel Marquee Club che è più o meno la Mecca della musica inglese degli anni '60, '70 ed '80. Lo squattrinato cantante Jon Anderson incontra un ragazzo di nome Chris Squire che si diletta a suonare il basso. I due suonano assieme per qualche tempo nel gruppo di Squire, i Mabel Greer's Toyshop, che poi ribattezzano per semplicità Yes.

Poco a poco il gruppo si fa notare ed arriva a fare da apripista per i già affermati The Who, ma alcune divergenze stilistiche portano al saluto del chitarrista Peter Banks; il suo addio porta alla cancellazione del tour programmato e al ritiro del gruppo in una fattoria, per poter audizionare il sostituto e trovare una propria direzione musicale. Il nuovo addetto alla sei corde viene identificato in un giovane Steve Howe, in seguito considerato uno dei più grandi geni musicali dell'ultimo secolo nonché uno dei principali sviluppatori della chitarra rock (suo sarà, ad esempio, il celebre giro di flamenco in 5/4 inserito dai Queen in Innuendo). Howe, virtuoso di ogni genere di chitarra (letteralmente, dalla classica alla pedal steel) e vulcanica fucina di idee, darà un fondamentale contributo allo sviluppo del terzo disco del gruppo, The Yes Album (1971), caratterizzato da arrangiamenti complessi al limite del normale, che per primo rese noto lo stile della fase "classica" del gruppo. Gli Yes si confermano ormai come supergruppo, vengono cancellati i modesti riscontri del debutto Yes (1969) e di Time and a Word (1970), arriva anche il successo di vendite e con esso la libertà economica.

Diretta conseguenza è Fragile, sempre del 1971, forse l'apice del gruppo assieme al successivo Close to the Edge (1972): con questo disco si consolida anche LA formazione degli Yes: Anderson alla voce, Squire al basso, Howe alla chitarra, Bill Bruford alla batteria e il neoacquisto Rick Wakeman alle tastiere. Fragile contiene hit del calibro di Roundabout, Cans and Brahms (arrangiamento del Terzo Movimento della Quarta sinfonia di Johannes Brahms da parte di Wakeman), Mood for a Day e il celebre assolo di basso The Fish (Schindleria Praematurus) di Chris Squire (ripreso anche da Steve Harris nella sua intro a Blood on the World's Hands).

Il successivo Close to the Edge, appunto, è considerato da molti il più alto punto mai toccato dal progressive rock; è un disco senza precedenti, in cui la sperimentazione tocca livelli estremi, dove compare la prima "grande suite" (la title track) e dove si fanno preponderanti i temi religiosi e mistici del cantante Anderson. Loro stessi ammisero l'assoluta irripetibilità di un disco del genere, tanto che Bill Bruford salutò il gruppo ed entrò nei King Crimson.

Da qui inizia un lento declino: il successivo disco è Tales from the Topographic Oceans, il loro disco più discusso (Anderson parlò persino di aver voluto mettere in musica le dottrine sacre orientali e di mirare ad un'opera di respiro cosmico), che segnò l'addio di Wakeman; arrivò la prima raccolta (Yessongs), altri nuovi dischi (Relayer, di sonorità Jazz Rock; Going of the One, con il ritorno di Wakeman; il controverso Tormato, che secondo molti è la pietra tombale sulla fase classica del gruppo), ed infine l'addio di Anderson: il sostituto fu Trevor Horn, bassista ed ex membro del duo synthpop The Buggles, in seguito affermato produttore. Con lui gli Yes incisero solo Drama, caratterizzato da temi moderni e più vicini alla new wave che al prog. Gli Yes si sciolsero nel 1981, intraprendendo ognuno una carriera solista.

In seguito torneranno sulle scene ben due volte: la prima nel 1983 con 90125, che contiene tra l'altro il loro brano più celebre in assoluto (Owner of a lonely heart), il debutto del chitarrista/cantante sudafricano Trevor Rabin ed il ritorno del primo tastierista Tony Kaye, che corrisponde ad un avvicinamento al pop in voga negli anni '80; originariamente pensato come disco solista di Squire ed il batterista Alan White, ad essi si unirono Anderson e Horn come produttore, e decisero di riutilizzare il nome "Yes" (di cui tra l'altro Squire era proprietario legale). La formazione pubblicò anche Big Generator (1988), che però portò gli ennesimi malcontenti quando sorse una discussione tra Anderson e Rabin sul tema dei testi (Anderson voleva tornare ai temi visionari degli anni '70, Rabin avrebbe voluto continuare sulla scia pop), e il gruppo si sciolse di nuovo. Nel 1991, quando le formazioni degli Yes con Rabin e Anderson (che suonava con Wakeman, Buford ed Howe) si unirono, venne pubblicato Union; seguì Talk, suonato dalla stessa formazione di 90125; Keys to Ascension e Keys to Ascension 2 (suonati dalla formazione classica), e il gruppo proseguì fino al 2005, quando si sciolse per l'ennesima volta.

Dal 2008 è in corso una serie di concerti e pubblicazioni dell'ennesima formazione del gruppo, alcune in collaborazione con gli ex membri. Nel giugno 2015 muore Chris Squire.

Per quanto riguarda i pezzi/dischi, beh... Sparatevi Fragile, Close to the Edge e 90125 ed avrete sostanzialmente il loro top in mano. Poi procedete pure con il resto, eh!

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Io ascolto diversi gruppi inglesi, soprattutto:
- Coldplay
- Muse
- Editors
- Arctic Monkeys
- Clean Bandit (sarò uno dei pochissimi in Italia ad ascoltare le loro canzoni, oltre alle 2-3 famose) lol

Questi ultimi hanno una storia particolare che mi ha affascinato: gruppo nato per scherzo, sono senza cantante e in ogni canzone infatti fanno un featuring con cantanti diversi, più o meno di successo. Per via di queste peculiarità faticano a trovare contratti buoni e duraturi con le maggiori etichette musicali, anche se IMHO meriterebbero. Non li vedono come una risorsa affidabile (infatti pubblicano le canzoni con poca regolarità), e noi pochi fan ne soffriamo :( Sono un po' prigri diciamo, e per questo mi ci rivedo in loro e li seguo

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

2 minuti fa, Xavier ha scritto:

I dropkick murphys

Americani di Boston.

3 minuti fa, Xavier ha scritto:

I rumjack

Australiani di Sydney.

 

Entrambi fanno punk contaminato dalla musica folk irlandese, peraltro :asduj1: gente che se la chiami "inglese" è capace di mandarti a guardare le margherite dalla parte delle radici.

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Guest Ravenblack

Di recente ho ''scoperto'' un gruppo inglese.

Mi riferisco agli Architects: buon gruppo, il loro stile non rientra nelle mie più strette preferenze, ma hanno fatto alcune belle canzoni, che tutto sommato mi piacciono.

Una delle migliori a mio parere è Red Hypergiant.

Link al commento
Condividi su altre piattaforme

Archiviata

La discussione è ora archiviata e chiusa ad ulteriori risposte.

  • Utenti nella discussione   0 utenti

    • Nessun utente registrato sta visualizzando questa pagina.
×
×
  • Crea...