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Pokémon Mystery Dungeon: Explorers of sea


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Pokémon Mystery Dungeon: Explorers of sea

 

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Capitolo 1: Da ragazzo a gatto

 

 

 

 

 

 

 

 
Luogo: ??? | Anno: 2015 | Mese: XX 
 
 
 
Era una giornata nuvolosa e ventilata, un po' come tutte le altre giornata autunnali. Erano circa le 14:52 di sabato pomeriggio, quando la campanella delle scuola locali suonarono all'unisono: iniziava il weekend, e gli studenti potevano rilassarsi dopo una lunga settimana scolastica. Durante il tragitto per tornare a casa, due ragazzi iniziarono a parlare dei loro impegni per il fine settimana. "Credo che starò a casa, questa Domenica.. e tu, Max?" Chiese il primo ragazzo: era alquanto basso e robusto; i suoi capelli neri erano come impazziti, e sembravano non aver mai sfiorato un pettine. Indossava una maglia grigia, molto larga per lui. L'altro ero più alto, capelli castani (anch'essi un po' spettinati), occhi verdi ed abbigliamento abbastanza semplice, composto da una maglietta arancione e dei jeans. "Non so..." rispose. "Credo che rimarrò a casa pure io. Ah, ecco." I due ragazzi, dopo essersi salutati, si separarono: Max era arrivato a casa sua. Entrò, salutò la sua famiglia e salì velocemente in camera da letto. "Che stanchezza..." in preda ad un attacco di sonno, posò la cartella e si sdraiò sul letto: stranamente, si addormentò subito. Quando si risvegliò, verso le 16, si guardò intorno, come rintontito, e si avvicinò alla scrivania. "Meglio mettersi a studiare per Lunedì pensò. Si mise a cercare lo zaino e, con sua grande sorpresa, notò che era sparito: non era più in camera sua. Strano, eppure si ricordava perfettamente di averlo posato appena arrivato a casa. Scese al piano inferiore, ma non lo vide: i suoi genitori stavano guardando la TV, mentre suo fratello maggiore era al telefono in cucina; dove poteva averlo lasciato?
 
"Bah... che imbecille che sono. Probabilmente l'ho appoggiato in giro... nel tragitto scuola-casa..." Il ragazzo si avvicinò alla porta, per uscire, ma i suoi lo bloccarono: "Ehi, Max, dove vai?" Gli chiesero. "Ehm... ecco... a fare un giro per schiarirmi le idee. A dopo!" Uscì di casa velocemente, con fare molto buffo, e corse verso la scuola: una volta arrivato, si guardò intorno, ma non vide nulla. Fece il giro e si ritrovò davanti al fiume locale: la sua scuola era proprio situata vicino ad esso. "Chissà  dov'è la cartella... magari..." Max si mise una mano sopra la fronte ed aguzzo la vista: dall'altra parte del fiume c'era qualcosa, un oggetto: era proprio la sua cartella. "Ah, eccola. Ma come ci è arrivata lì?" Il ragazzo si avvicinò allo zaino e lo mise in spalla ma, senza alcun preavviso, sentì qualcuno alle sua spalle: non ebbe il tempo di girarsi che si sentì preso per le gambe e, dopo un po', fu buttato nel fiume: colui che lo aveva aggredito era un uomo alto, vestito interamente di grigio, e agghindato da grandi occhiali da sole. "Bene..." disse a bassa voce, "Ora devo seguirlo... op!" L'uomo scavalcò la ringhiera e si buttò anch'esso in acqua: andò subito a fondo.
 
 
 
[...]
 
 
 
Max aprì leggermente gli occhi: sentiva il cantare degli uccelli sugli alberi, ed intorno a lui c'era una folta boscaglia: sentiva qualche cespuglio muoversi, ogni tanto. "D.... dove..." Parlando, il ragazzo notò che aveva una voce molto diversa dal normale: e prendendo pian piano coscienza, capì che era fuori dalla sua cittadina: non c'erano boschi in quella città . Si alzò in piedi, dolorante: aveva sbattuto di testa, probabilmente, perché gli faceva male. Allungò una mano per massaggiarsi la testa, ma la ritirò subito: si era graffiato. Eppure non aveva le unghie tanto lunghe: si guardò la mano e rimase a bocca aperta. Più che una mano, infatti, era da definire una zampa. "Ma cosa... io..." Si guardò il corpo: non aveva addosso vestiti, e sicuramente non ne aveva bisogno: era un gatto. Un gatto abbastanza strambo, però: camminava su due zampe ed aveva 4 baffi che gli spuntavano dalla faccia. Era di colore giallo-grigio, una cosa lunga che finiva per arricciarsi e diventare marrone, e dulcis in fondo, aveva una specie di amuleto giallo oro in testa. Si osservò per qualche minuto, poi urlò, come sconvolto, e cadde a terra. "SONO UN GATTO! COM'è POSSIBILE TUTTO CIò?!" Si alzò e si avvicino ad un albero lì vicino: diede un calcio al tronco, e con grande dispiacere avvertì un debole dolore. "Allora non è un sogno... ma cosa... come mai...." Max si calmò e si mise a ragionare: "Un motivo dev'esserci. Vediamo, come mai sono qui? Uhm... prima... ero... nella mia città... ah, ricordo! Un tizio mi ha preso e mi ha buttato nel fiume. Ma come mai lo ha fatto? E perché ora mi ritrovo qui, in un bosco a me sconosciuto, sotto forma di... gatto?"
 
In effetti tra i due eventi non c'era nessun collegamento, se non per il fatto che entrambi rimanevano misteriosi; "Ora che mi guardo meglio, però..." Ragionò Max, guardando meglio il suo nuovo corpo, che riusciva a controllare in maniera impeccabile nonostante fosse qualcosa di nuovo per lui, "Io... conosco questo corpo. Ma si, come ho fatto a non riconoscerlo! Sono un Pokémon! Quelle strane creaturine che lottano tra di loro... ma solitamente sono agli ordini di un allenatore, e non parlano. Eppure io riesco benissimo a parlare, e non vedo nessuna traccia di vita umana da queste parti." Max salì su un albero, grazie alle sue nuove abilità  feline, e si guardò meglio intorno: dopo il bosco si poteva notare un villaggio di poche casette. Probabilmente lì avrebbe trovato qualcuno disposto ad aiutarlo: scese e si mise in cammino per uscire dalla foresta. Durante il suo cammino, osservò le diverse specie di Pokémon che abitavano quel luogo: alcuni Staravia portavano il cibo ai piccolo Starly, mentre alcuni Pokémon come Bulbasaur e Caterpie erano impegnati a lottare tra di loro. E la cosa buffa era che lui riusciva a comprendere il loro linguaggio: si avvicino ad un Weedle impegnato a mangiare una bacca di colore rosa per chiedere informazioni. "Ah... salve, mi scusi, vorrei farle una domanda." Il vermetto si alzò e lo guardò storto, poi riprese a mangiare; "Per caso sa' come si chiama il villaggio fuori dalla foresta? Ci sono gli umani, lì?" Sentendo quelle parole, il piccolo Weedle sputacchiò i pezzi di cibo che aveva in bocca e scoppiò a ridere: "U-umani? Ma ahahah! Leggi ancora le favole, Meowth?! Pfuahhahah!" Max diede ancora un occhiata alla sua zampa, in modo confusionario, e chiese: "Come, scusa?"
 
"Oh, perdonami. Non sapendo il tuo nome ti ho chiamato semplicemente Meowth. Comunque, il villaggio si chiama Tyranta... e no, non ci sono umani, in quel luogo. Ora lasciami in pace, per favore." "Quindi sono un... Meowth.." Pensò Max che, lasciato in pace il Pokémon scorbutico, proseguì l'attraversata del bosco: proprio nel bel mezzo del suo cammino, trovò una mela per terra; la prese e la mangiò, visto che gli era venuto un certo languorino. Si rimise in cammino, ma gli si parò davanti un Woobat, furioso: "Quella mela è mia! Ora ne voglio un altra!!!" Max sussultò, poi spiegò al pipistrello peloso che non lo aveva fatto a posta, e che prima o poi gli avrebbe riportato un altra mela. "NO! IO RIVOGLIO LA MIA MELA!" Il Pokémon fissò intensamente Max, che si sollevò in aria e fu scaraventato contro un tronco: si rialzò a fatica, cercando di far ragionare il suo avversario, invano. "Magari posso usare i miei artigli... per attaccarlo!" Max fece uscire con grande maestria gli artigli dalle zampe e colpì il suo avversario con Graffio. "Osi pure attaccarmi? Beccati questo!!!" Woobat usò ripetutamente Confusione, ma il ragazzo trasformato in Meowth non si arrese e si lanciò sul suo nemico: lo morse con i suoi denti affilati, senza averlo mai voluto veramente. Probabilmente era l'istinto felino che aveva ora: quell'attacco era Morso. Il Pokémon Pipistrello scappò, in preda alla paura, lasciando in pace il povero Max. "Accidenti, alcuni Pokémon hanno davvero un caratteraccio. Sarà  meglio proseguire verso Tyranta, adesso..." Il Pokémon, stanco e confuso a causa degli attacchi psichici subiti precedentemente, si mise in cammino verso l'uscita del bosco, barcollante.
 
 

 

 

 

 

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Capitolo 2: Tyranta


 



Luogo: ??? | Anno: 2015 | Mese: XX |

 

Max passò molto più tempo del previsto nel bosco: sembrava che quel poso mutasse continuamente forma. E i Pokémon del luogo erano particolarmente aggressivi; per fortuna era diventato abile nella lotta.

Riuscì a trovare l'uscita in tarda serata, dopo il tramonto, e dopo un breve tratto di terra battuta. "Così è questa Tyranta?" pensò tra sé e sé, osservando le case in legno dove vivevano i Pokémon del luogo: c'erano anche diverse statue di mostriciattoli probabilmente leggendari, negozi, una piazza e persino una locanda dove venivano serviti cibo ed ospitalità . Max non poté trattenersi ed entrò nella locanda, interamente fatta di legno: dietro ad un bancone di legno c'era un Delcatty, impegnato a riempire, due bicchieri d'acqua grazie alla sua coda.

"Mi scusi" iniziò il gattino "Qui offrite ospitalità  ai viandanti, nevvero?" Delcatty lo guardò diritto negli occhi e, con aria simpatica, rispose "Ma certo! Sei un viaggiatore, vero? Non ti ho mai visto a Tyranta..."

"Eehm... si, se così si può dire..." Delcatty, con un grande salto, scavalcò il bancone e corse verso le scale. L'esemplare di Delcatty gli fece cenno di seguirlo con la tesa, e salì al piano superiore. "Che tipo..." pensò Max. Al primo piano c'erano diversi letti, come quelli usati dagli esseri umani; in mezzo alla stanza era piazzato un tavolo di legno spesso e lucido. Come se non bastasse, una finestra, molto piccola, permetteva di vedere ciò che succedeva a Tyranta. "Wow, bel posto! Mi piace... eppure c'è poco... forse è l'istinto Pokémon." Max saltò sul primo letto a destra e ci rimbalzò sopra, più volte, come se fosse un bimbo piccolo. Delcatty si avvicinò alla finestra, per osservare il cielo notturno: si era già  fatta notte. "Dimmi, come ti chiami?" Chiese a Max, senza distogliere lo sguardo dalla finestra "Max, mi chiamo Max!" rispose lui, mettendosi una zampa sul petto. "Max... che nome insolito, mai sentito! Io, invece... mi chiamo Phoenix."

Max smise di saltellare e, con gli occhi spalancati, esclamò frettolosamente "Beh, anche il tuo è un nome strano per un Pokémon!" Phoenix si avviò verso le scale, portando con sé una grossa sacca, precedentemente posizionata in un angolo della sanza; "Per un Pokémon? Perché, conosci altre specie oltre ai Pokémon?" Detto questo, scese al piano terra. Max rimase a pensare qualche minuto, chiedendosi cosa voleva dire quella frase. "... Che stanchezza. meglio che mi metta a dormire. Domani... non so cosa farò, ora che ci penso..." 

[...]

Il giorno seguente, Max si alzò molto tardi, quando erano già  svegli tutti in città . Fece una rapida colazione con quello che gli diede Phoenix: tre semi molto dolci ed una tazza di latte. Mangiando, si mise a pensare "Ora che ci penso... Tyranta sembra una di quelle città  da favola. E' nelle città  così... c'è sempre un vecchio saggio! Sicuramente saprà  aiutarmi. Devo solo chiedere..." Max portò la tazza a Phoenix, e nel frattempo gli chiese dove avrebbe potuto trovare una specie di 'saggio'. 

"Mh... no. Non c'è nessun saggio in città . Ma puoi chiedere a me: sono molto colto." "Ah, ok. Allora, vedi..." Max gli raccontò tutto, della sua caduta nel Po, del suo risveglio nel bosco e della sua trasformazione improvvisa in Meowth.

Phoenix ebbe un sussulto, e lasciò cadere il bicchiere che teneva con la coda, mandandolo in frantumi.

"Un... umano... ah... ah ah..." La sua non era un risata malevola, ma una risatina dolce ed innocua.

"Beh... non ho mai sentito parlare di un umano che si trasforma in Pokémon... non saprei cosa dirti." Max cadde dallo sgabello, un po' deluso dalla risposta. Phoenix si accertò che stesse bene, e gli rispose seccato "Ouh, non fare così! Per quel che ne so, potresti star mentendo..." Max si rialzò di scatto: "Eehi! Io non mento mai, e sottolineo mai!" Phoenix ci ragionò sopra, per qualche istante, poi riprese a parlare con l'altro, "Mh... e ora... cosa farai in questo mondo? Cercherai di ritornare nel tuo? Se si, come?"

"Non lo so proprio! Prima dovrei capire come mai sono un Pokémon... ecco..." Phoenix, sentendo qualcuno entrare nella locanda, smise di dar retta al suo ospite e preparò un bicchiere d'acqua, accompagnato da due semi; un Pokémon arancione, con particolari gialli e neri, simile ad un suino, si avvicinò al bancone e, in quattro e quattr'otto, consumò tutto, con fare brusco. "Allora, Phoenix..." iniziò, "Ieri sono passati gli altri? Io non li ho visti, uifh.." Phoenix ritirò il bicchiere, "No, per niente." Il suino si ripulì il muso con le mani, e se ne andò a testa bassa. Max lo guardò passo passo fino a quando non uscì, "Chi era quello?" Chiese al barista, il quale rispose: "Un mio conoscente... si chiama Pignite. Viene qui insieme ad alcuni suoi amici molto spesso... non sono persone molto amichevoli, però. Comunque, a proposito del tuo problema... ti consiglierei di dirigerti verso sud, oltre la foresta. Lì potrai trovare Nium, uno dei Pokémon più saggi di tutto il paese. Lui sicuramente potrà  aiutarti!" Una luce di speranza si accese negli occhi di Max: qualcuno poteva aiutarlo!

"D-davvero? G-grazie di cuore, Phoenix! Vado sub..." Proprio sul momento di uscire, però, fu fermato. "Ohi! Mi devi 75 PSoldi per la camera!"

"Ehm... io, però, non ho 'Psoldi', con me... dove li posso guadagnare?" Phoenix ci ragionò sopra, poi chiese a Max di seguirlo.

Continua...


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Capitolo 3: La trappola

 

 

Max corse dietro a Phoenix, cercando di stare al passo di quel grosso felino.

Lo portò nella piazza di Tyranta, dove c'erano diversi negozi: uno chiamato "Deposito Kangaskhan", uno dal nome "Bazar Kecleon", un'altro ancora "Allenamento Excadrill" e tanti altri; quello davanti a loro era gestito da un Prinplup, con un fiocco rosso sul collo, che ripuliva con una pezza una sfera azzurra; notando Phoenix e Max, si schiarì la voce e si presentò: "Ehm... salve, amici! Mi chiamo Pop, e questo è il 'Banco Missioni P&p'. Se volete partire per una missione, sceglietene una dalla bacheca qui a lato... ed avvisatemi! Così potrò darvi una ricompensa extra a fine missione, ed inviare i risultati delle vostre missioni alla Gilda ufficiale degli avventurieri." Max, perplesso, chiese a Pop cosa fosse la Gilda Ufficiale degli avventurieri; "Sarebbe inutile spiegartelo" rispose Phoenix, prima dell'altro "Visto che non hai un compagno non puoi far parte di una Squadra d'esplorazione. Infatti, secondo il regolamento ufficiale della Gilda degli avventurieri, per formare una Squadra ci devono essere almeno due componenti." 
Max, allora, si avvicinò alla bacheca, ed osservò i diversi avvisi appesi: c'erano missioni di ogni tipo, semplici e complicate, impegnative e meno impegnative. "Vedi, Max, se completi una di queste missioni riceverai dei PSoldi. A me ne bastano 75, quindi potrai tenerti anche una parte del bottino per te." Max non disse una parola, aveva capito tutto; scelse una missione e la consegnò al gestore.
"Vediamo cosa dice...
Mi hanno rapita!
Aiutatemi!
Da parte di Minccino
Ricompense:
Sferabenessere + 200 PSoldi.
 
A quanto pare, questa Minccino è stata rapita nella Foresta 4 Stagioni... è a sud della città . Buona fortuna, ragazzo!" 
Max prese il foglio, per poter identificarsi come soccorritore davanti a Minccino; intanto Phoenix gli diede alcune informazioni: "La Foresta 4 Stagioni è il luogo in cui ieri ti sei risvegliato ieri. E' un Dungeon misterioso, ovvero un posto che cambia continuamente forma, dove spesso si riuniscono Pokémon aggressivi... ultimamente i Dungeon spuntano come funghi."
"I cosa? Credo di non aver capito nie-"
L'esemplare di Delcatty corse verso la sua locanda, lasciando Max con un palmo di naso. "Beh, sarà  meglio andare..."
 
Il giovane gatto si avventurò alla volta della foresta, che raggiunse dopo un breve tratto di strada sterrata.
Sembrava essere cambiata, anzi, sicuramente lo era. Dopotutto si trattava di un Dungeon misterioso; "Bene... ora devo trovare Minccino. Da dove potrei iniziare?" Max, grazie alla sue abilità  feline, si arrampicò su un albero e scrutò l'ambiente che lo circondava: "Uhm... da laggiù proviene del fumo..." Probabilmente lì c'era qualcuno, magari proprio i rapitori di Minccino. Si avviò, speranzoso.
Arrivato sul luogo, trovò solamente un braciere, vicino ad una sedia. Si guardò attorno, ma non c'era nient'altro, se non qualche albero. "Ehi, Minccino, mi senti?!" Max provò a chiamare il Pokémon, ma non ricevette alcuna risposta; allora decise di perlustrare l'ambiente circostante, quindi iniziò a passare la zampa destra su tutto ciò che trovava. "Magari troverò qualcosa." pensò.
Dopo pochi minuti, notò una piccola crepa, che andava quasi a dividere un enorme masso di pietra. Si avvicinò e, con le sue zampe, ne sgretolò alcuni pezzi: all'interno c'era proprio Minccino. Max la fece uscire ed osservò meglio l'interno della roccia. Era cava, non c'era niente all'interno. Probabilmente era stata costruita a mo' di gabbia direttamente dai criminali. Max slegò la Cincillà dalle corde che la legavano, oltre agli arti legati le era stata coperta anche la bocca; "Ah, grazie... cof cof... andiamocene subito, quei tizi potrebbero tornare da un momento all'altro..." Senza ulteriori indugi, i due si misero in cammino per Tyranta, uscendo dalla foresta, che aveva di nuovo cambiato forma.
Pareva essere tutto tranquillo, eppure Max sentiva che c'era ancora qualcosa da fare. "Non importa", pensò, "Riceverò la mia ricompensa e potrò pagare Phoenic." Minccino si fermò, e Max andò a sbattere contro di lei, mentre camminava con lo sguardo rivolto in alto. Ella si voltò verso il gatto e gli diede una testata a tradimento: quest'ultimo si rialzò, ma non fece in tempo a parlare che Minccino usò Inseguimento; "Che fai, sei impazzita?" Il Pokémon Cincillà saltò all'indietro e ruotò su se stessa: cambiò forma e diventò una specie di volpe nera, con alcuni ciuffi rossi. "Ma tu... non sei Minccino..."
"Ah, ci sei arrivato! Sei abbastanza stupido, eh? Mi chiamo Rub, e sono una Zorua, non un inutile topo bianco!" Max si mise in posizione d'attacco, per lottare contro l'avversaria, ma qualcosa lo colpì alle spalle e gli fece perdere istantaneamente i sensi.
[...]
Max aprì lentamente gli occhi: sentiva intorno a lui i Flecthling cinguettare, e tirava una leggera brezza. Gli parve di udire qualcuno, vicino a lui, ma aveva la vista affaticata e non riusciva a distinguere bene le figure.
"Mhhh.... ch.. chi sei?" Pian piano, sfregandosi gli occhi, inizio a riacquistare la vista, e riuscì a distinguere le figure attorno a lui: la prima era Rub, quello Zorua di prima, ed il secondo era un Pokémon con una rotonda testa gialla ed un corpo sottile, che si teneva alzati fino al collo delle specie di calzoni gialli. "Ah, criminale, ti abbiamo fermato!" Esclamò quest'ultimo, puntandogli il dito in faccia. "Criminale, io?" Pensò, mentre ascoltava gli altri due parlare, "Già , non sopporto i criminali come questo tizio! Per fortuna lo abbiamo tratto in inganno ed ora lo consegneremo alla giustizia, vero, Gaggy?!" Max provò a difendersi con le parole, ma Rub gli ordinò di starsene zitto, e se ne andò, lasciando l'altro come controllore.
"Questo Pokémon... se non erro è uno Scraggy... ma perché mi hanno rapito?!" Max provò ad alzarsi, ma perse l'equilibrio e cadde: era legato, lo avevano fatto prigioniero.
Scraggy si sedette a gambe incrociate, ed estrasse un piccolo coltello dalla pelle elastica, con il quale si mise ad intagliare la corteccia di un albero; "Senti, tu. Io non sono affatto un criminale, perché mi hai portato qui?" chiese il Graffimiao. L'altro posò il coltello a terra e prese una bacca ai piedi dell'albero che stava intagliando, e solo dopo averla mangiato rispose "Vedi... io ed il capo abbiamo illuso quella Zorua... gli abbiamo fatto credere che tu sei un criminale che deruba i Pokémon fingendosi un avventuriero. E così ci ha aiutati a catturarti." Quindi la missione era una falsa, messa in scena da Gaggy ed il suo capo, o almeno così aveva capito. "In realtà " continuò, "io ed il capo sappiamo che non sei un criminale. Ti rimetteremo in libertà  in campo di PSoldi; questo Rub non lo sa, ma ci serviva il suo aiuto per catturarti. ", "Ma perché? Non ci sareste riusciti da soli?"
Il Mutapelle, apparentemente seccato, rispose: "Sì, ma la faccenda è un altra. Se per qualche motivo la missione avesse fatto cilecca, avremmo incolpato quella ragazzina. Al contrario, se avessimo fallito solo io ed il capo, la colpa sarebbe ricaduta proprio su di noi." Scraggy si rialzò e vide arrivare Rub, "Bene, ora che ha chiamato il capitano, ce la toglieremo di torno", appena Rub fu vicina ai due, gli informò che il capitano stava per arrivare; Scraggy non esitò un minuto di più e la colpì con Colpo Basso, attacco superefficace che mandò la mandò al tappeto. "Argh... ma che... fai..." 
Max, nonostante avesse le braccia e le gambe legate, riuscì ad alzarsi e si sbilanciò in direzione del coltello, che Scraggy aveva lasciato a terra: lo prese dalla parte del manico con la bocca e riuscì a tagliare le corde che lo intrappolavano. "Ehi, cos'era questa roba? Ginnastica artistica?" Gaggy si mise in posizione d'attacco "Preparati a perdere!" 
Scraggy si lanciò sul suo avversario ed usò Finta, che Max schivò agilmente: contrattaccò con Graffio seguito subito da Morso. Scraggy però era di livello più alto, e lanciò della sabbia negli occhi di Max, così da diminuire la sua precisione. "Beccati questo Colpo Basso!" Max cadde a terra: ora era vulnerabile e sarebbe bastato un colpo per mandarlo K.O.
"Ehi, fermi!" Qualcuno interruppe la lotta: era il loro capo, un grosso suino su due zampe dal colorito arancione e nero... un Pignite.
"Ma.... è... quel Pignite.... lo conosco! Era quello della locanda!" Il Pokémon Suinfuoco prese le corde che Max aveva lasciato a terra ed ordinò al suo scagnozzo di legare nuovamente il prigioniero; quest'ultimo colse di sorpresa Gaggy e lo colpì con Graffio, mandandolo K.O.
"Bravo" disse Pignite, applaudendo ironicamente, "Davvero bravo, sei riuscito a sconfiggere Gaggy... non che sia una grande impresa. Ma ora te la vedrai contro di me. FORZA!" 
Pignite usò Azione, ma Max evitò l'attacco e lo indebolì con Ruggito. "Ah, pensi di vincere con inutili attacchi di stato come quello?" Max fu colpito da un attacco Braciere, che essendo un attacco speciale non era stato indebolito; Pignite continuò ad attaccare con quella mossa fino a quando non riuscì ad ustionare l'avversario, il quale perdeva lentamente energie. "Argh, è troppo forte... forse riuscirei a batterlo se lo rendessi vulnerabile..." Max si alzò da terra e saltò sul volto di Pignite: con le zampe gli schiacciò le orecchie e gli provocò un forte dolore: erano il suo punto debole!
Pignite usò Breccia: il Graffimiao provò a parare il colpo, ma fu preso in pieno e cadde a terra. Il Suinfuoco, senza pietà, si avvicinò per finirlo. Preparò un attacco Breccia, ma in mezzo ai due si mise Rub: fu colpita e mandata subito K.O.
L'avventuriero, con le poche energie rimastegli, si occupò di controllare le condizioni del Pokémon Malavolpe, lasciando così fuggire i due criminali. "Accidenti, è gravemente ferita... sarà  meglio portarla a Tyranta." 
 

 

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Capitolo 4: In viaggio per Stronghold

 

"Urgh.... ma dove... dove mi trovo?" Rub aprì gli occhi a fatica, ma li richiuse subito dopo a causa della forte luce della lampadina che era sopra di lei. Si mise a pancia in giù, poi aprì nuovamente gli occhi e guardò alla sua sinistra: c'era Max, seduto su uno sgabello, con le braccia incrociate, che fissava il pavimento, e Phoenix, che preparava una pietanza su un tavolo di legno; "Ma dove...." La volpe si scrollò le coperte di dosso, e saltò giù, con grande stupore dei presenti, che la fermarono e gli fecero alcune domande: "Ah, sei sveglia. Ti senti bene?" Chiese Max. "Si, sto bene, benissimo, mai stata meglio. Ed ora lasciatemi andare..." Rub fece per andarsene, ma Phoenix la fermò. "Stai ferma, non sei ancora completamente in forma. Hai preso delle brutte botte..." , "Si, lo so che sono stata malmenata!!" Phoenix prese la ciotola e la diede alla volpe, consigliandogli di mangiarla; "Tsk... io me la cavo benissimo da sola... però, grazie..." Rub prese la ciotola di cibo e si mise a mangiare velocemente: Max, intanto, gli chiese il motivo della sua alleanza con quei due criminali. "M-mi avevano detto che tu eri un pericoloso criminale... e che dovevamo catturarti! Ma a quanto pare mi hanno solo preso per i fondelli... tsk!" Max annuì; "Beh, mi dispiace per te. In ogni caso, dove andrai, ora?" Rub si avvicinò alla finestra ed indicò una foresta poco distante da lì: il gatto riusciva perfettamente a vederla, fitta e ricca di alberi com'era. "E... come mai vuoi andare lì?" , "Oltre quel posto c'è un paese chiamato Stronghold... io abito lì. Non è un semplice paesino: ci possono entrare poche persone! Non credo che tu possa, per esempio." Detto questo, Rub prese un ultima bacca dalla ciotola e scese al piano inferiore del locale di Phoenix, per uscire e dirigersi immediatamente verso il Bosco Temponebra; "Max" iniziò Phoenix, rivolgendosi al suo piccolo amico, "Credo che dovresti seguirla. Da quel che hai potuto vedere anche tu, è abile a cacciarsi nei guai... e poi, se non erro, non sai dove andare, perciò non ti costerebbe nulla, no?" Max annuì, e si preparò per seguire la nuova amica, quando si ricordò dei soldi che doveva a Phoenix; "Non ti preoccupare, per i soldi. Ma non dirlo a nessuno, o nessuno mi pagherà più!" Max sorrise e, dopo aver ringraziato profondamente l'esemplare di Delcatty, si mise a correre per raggiungere Rub. "Ah..." Phoenix rimase sull'entrata, e quando rientrò mangiò una bacca per rilassarsi. "Un umano... un umano..."

 

"EHIIIII!" Rub si voltò di scatto per l'urlo, e vide Max scappare da un gruppo di Paras: gli arrivò vicino e li scacciò con un debole Ruggito; "Cosa vuoi?" Chiese la Malavolpe, abbastanza seccata. "Beh, vedi, non ho una casa, e non ho un obbiettivo preciso. Ho pensato di seguirti, così potrò mettere alla prova le mie abilità nella foresta!" Disse, mostrando gli artigli, "Ti assicuro che non sarà una passeggiata... non siamo neanche arrivati e guarda già lì." Rub indicò con la piccola zampetta un Parasect che li fissava con aria assente: i suoi occhi bianchi, privi di pupille, fecero spaventare il gatto, che indietreggiò; Rub invece lo attaccò con Sfuriate e lo graffiò più volte: il fungo usa Sanguisuga e Breccia, facendo volare via l'esemplare di Zorua. "Argh, qui è meglio scappare!" I due si misero a correre verso la foresta, lasciandosi alle spalle il lento Parasect. "Anf... hai visto... che ti dicevo?" Max si guardò intorno: erano nel centro della foresta, circondati da alberi. Il ragazzo ricordava una situazione simile, di qualche giorno prima, quando si era ritrovato nella Foresta 4 Stagioni. A differenza di quel luogo, però, i Pokémon attaccavano in massa, e la foresta era molto più fitta, tanto che filtrava pochissima luce. "Rub, tu hai una famiglia?" Chiese alla sua compagna di viaggio. "Io? ... No. O meglio, non ricordo di averne mai avuta una. Chissà com'è averla..." Rub si fermò e chiuse gli occhi: sentiva un odore che non aveva mai sentito prima d'ora in quella foresta, e dire che in quel posto aveva passato molti anni della sua vita; "Perché ti sei fermata?" , "Seguimi..." Il duo girò a sinistra, e proseguì per un tratto di foresta, dove Max prese in testa diversi Kakuna, Metapod e Spewpa, fino ad arrivare davanti ad una fossa, chiusa da uno scudo di spine intrecciate tra di loro. "Cos'è questa... cosa?" Chiese Max, girandogli intorno; "Non lo so, non l'ho mai vista. Che dici, entriamo?" Rub e Max usarono i loro artigli per spezzare lo scudo di spine: la fossa era profondissima, a mala pena ne si vedeva la fine. "A me sembra solo una trappola..." L'esemplare di Zorua non ascoltò e ci si tuffo dentro, e Max fece lo stesso, per seguirla. Scesi, notarono che la fossa proseguiva con una galleria: la seguirono ed arrivarono in una grotta sotterranea. Non era una comune grotta, però: sulle pareti c'era del muschio, probabilmente messo lì appositamente per abbellire la grotta; a terra c'era un tappeto verde, ed in mezzo alla stanza un forziere. Il tutto era illuminato da torce; "Wooow!" Fu l'unica cosa che riuscì a dire Max, osservando quel posto. Rub si avvicinò al forziere e provò ad aprirlo: niente di più facile, non c'era nessun lucchetto o serrature. Dentro c'era solo una tesserina azzurra, come quella di un puzzle, solo senza immagini. I due la esaminarono meglio: non aveva nulla di speciale, proprio nulla. "Che ne facciamo?" Chiese Max, "Boh... io la lascerei qui. In tutte le storie d'avventura, quando trovi un tesoro in un posto sperduto, poi accade il finimondo..." La volpe rimise l'oggetto nel forziere, e corse verso il tunnel: Max la seguì, ed arrivarono al punto di partenza. "Ora come torniamo su?"  Rub chiese a Max di salirgli sulla schiena. "S-sulla schiena?" , "Si, fidati di me!" Max si mise sulla schiena di Rub, che, come un agile Lopunny, saltò ed atterrò fuori da lì, nella foresta. "Quella che hai visto era la mossa Rimbalzo. Me l'ha insegnata l'Insegnamosse di Stronghold!" Rub sorrise, ma il suo sorriso non era come gli altri: Max fu colpito, perché sembrava essere 'puro', diverso da quello degli altri Pokémon che aveva incontrato fino ad ora. Probabilmente, però, era solo una sua impressione; "Io direi di accamparci qui, per questa sera." Rub si arrampicò su un albero lì vicino e prese due rametti, che lanciò a terra. "Ci servirà anche del cibo... ah, qui ci sono delle bacche!" Il Pokémon lanciò a terra anche cinque o sei bacche trovate sull'albero, poi scese e cercò un modo per accendere il fuoco. "Ideona." Rub si allontanò un attimo, e tornò da Max correndo, inseguita da un Pansear, che cercò di colpirla con Braciere, ma finì solo per accendere il fuoco che volevano i due; "Ok, grazie, amico, ora puoi andare." La scimmietta fece una faccia confusa, e se ne andò, un pochino scocciata. Più tardi, prima di andare a dormire, i due si fecero alcune domande per conoscersi meglio. "Dimmi, Rub, una volta a Stronghold, che farai?" Lei ci ragionò su, "Beh, credo che cercherò di realizzare il mio sogno... mettere su una squadra per combattere i criminali, e magari esplorare qualche terra sconosciuta. Se non erro, chiamano queste squadre 'Squadre d'esplorazioni" o roba simile...e tu, mi hai detto che non hai.... una casa, ed un obbiettivo. Cosa farai, quando saremo arrivati?" Max si sdraiò per terra, e ci ragionò su:  ora che ci pensava, non aveva mai raccontato a Rub di essere un umano. Magari non gli avrebbe creduto... o forse si... in ogni caso, la cosa giusta da fare era dire la verità; il gatto raccontò la sua storia alla compagna, che rimase a bocca aperta davanti a quella strana storia. "Uhm... umano... sai che ti dico? Che figata! Se proprio non sai che fare, puoi venire a casa mia... ti farò entrare io in città!" Max ringraziò ed accettò la proposta dell'amica: era l'unica cosa da fare, in quella situazione. "Beh, ancora grazie. Comunque, buona notte, Rub!" I due si misero a dormire, in vista dell'indomani.

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Capitolo 5: Foresta Vergine

Il mattino dopo, i due si svegliarono di buon mattino e si misero in cammino verso le porte di Stronghold. Una volta arrivati, furono fermati da un Watchog: questo riconobbe subito Rub, ma fermò Max. "E tu chi sei?" prima che l'umano potesse spiegare qualcosa, Rub rispose: "E' un mio amico, Watchog. E' affidabile, dopotutto mi ha salvato da dei malintenzionati. E poi, anche avesse cattive intenzioni, batterlo  non sarebbe difficile." scherzò alla fine. "Eh... va bene, puoi passare.".

Max ringrazio, anche se un po' confuso, e seguì l'amica: si trovavano a Stronghold. "Woah... che posto!" esclamò il Graffimiao, guardandosi attorno. Quel luogo era del tutto diverso da Tyranta: per cominciare, la piazza in cui si trovavano era enorme (e non era nemmeno l'unica della città!), con al centro un pozzo; diverse abitazioni in legno su più piani si ergevano qua e là, mentre una piccola e stretta stradina portava verso la piazza principale. Il tutto era abbellito manifesti, probabilmente per qualche festa locale, e dai Pokémon in ogni dove. Tra questi, a Rub parve di vedere un volto conosciuto, ma poi decise di non farci caso e proseguì. "Seguimi!" disse, portando il suo compagno di viaggio nella sua abitazione. Era collocata proprio in mezzo alla città.

"Oh, eccoti." disse un Lucario, osservando Rub. Era seduto su un tappeto, a gambe incrociate, probabilmente stava meditando, "Ehm... ciao papà." rispose lei, posando su una sedia una specie di sacca con sopra disegnato un forziere pieno di monete; "A cosa dobbiamo la tua visita? E lui chi è?", "Lui si chiama Max, papà. E' un amico. Sono passata da qui perché devo prendere una cosa." Max fu colpito dal modo in qui i due parlavano: erano padre e figlia, eppure si trattavano in modo freddo, neanche fossero due sconosciuti. "Ora che ci penso... chissà se mamma e papà saranno in pensiero per me." pensò Max, seguendo Rub, che stava cercando qualcosa in una cassa; "No, non è nemmeno questa... cof, forse... Sì!" la Malavolpe saltò fuori da essa, la chiuse ed aprì poi una mappa, ingiallita: la scrutò per qualche istante, poi la richiuse e tornò nella stanza principale della casa. "Sì ma deciditi" pensò nuovamente il Graffimiao, seguendola; il Lucario si alzò, e guardò Max dall'alto al basso. "Potresti dirmi il tuo nome?", "Max, signore. E lei, come si chiama?" anche se cercava di non mostrarlo, il ragazzo era un tantino intimorito da quel Pokémon, "Aureus. Molto piacere." rispose l'altro, sorridendo beffardamente. Era un Lucario, quindi grazie ai suoi poteri poteva captare le sensazioni di altri esseri viventi, Max compreso; "Cia'" disse Rub, uscendo dall'abitazione, "Ah, scusi, io la seguo. Arrivederci!". Aureus si risedette a gambe incrociate a terra, sospirando.

 

"Ehi, Rub!" esclamò Max, cercando di attirare l'attenzione della volpe, "Scusa, puoi dirmi perché sei così fredda con tuo padre?", "Lascia stare. In ogni caso, ora che sei arrivato qua, cosa pensi di fare?" Max si guardò attorno, "N-non lo so. Insomma, sono in un mondo per me sconosciuto, sotto le sembianze di un Meowth, quindi boh." Rub spalancò gli occhi: "S-scusa?" solo allora Max si rese conto di ciò che aveva detto, e la Zorua glielo aveva fatto notare: dopotutto erano nella piazza di una città, chissà in quanti lo avevano sentito... "Ehm, era per dire che per me questa città è nuova! E che un piccolo Meowth come me non è nulla in confronto alla grandezza di questo luogo... sì, proprio così!" esclamò, per farsi sentire da tutti. "Senti, credo di aver capito che sei un povero senzatetto, ahah! Quindi, ti permetterò di seguirmi. Guarda qua" gli disse Rub aprendo la mappa che aveva preso prima, "Noi siamo qua." disse, indicando un punto a sud ovest. "Se noi proseguiamo verso nord-est, arriveremo nella Foresta Vergine. Superata, arriveremo in questo paesino. Il resto te lo spiegherò dopo, iniziamo a metterci in marcia." Max annuì, e seguì l'amica verso l'uscita di Stronghold.

 

Intanto, all'entrata della città...

"Buongiorno!" disse un Tyhplosion, avvicinandosi. "Buon pomeriggio. Posso sapere il suo nome?" chiese Watchog, con aria severa; "Il mio nome è Paul, molto piacere! Ora, se permette, vorrei entrare!" aveva proprio una voce squillante.

"Mi spiace, ma senza il permesso di qualcuno di importante in città, non si può entrare." Paul rimase inizialmente sconvolto dalla risposta, "Ah. Ma io devo entrare, è importante! Devo arrivare alla Foresta Vergine."

"Ci sono mille altre strade per quel luogo."

"Lo so, ma se prendo un altra strada ci metterò il doppio del tempo! Suvvia, mi faccia passare."
"Signore, le ripeto che non può!"

Watchog fece indietreggiare il Tyhplosion usando Segnoraggio per terra, ma il grosso tipo Fuoco reagì con Lanciafiamme, scottando il roditore. "Non la farò passare!" fu così che iniziò una piccola battaglia tra i due: Watchog attaccava con Sgranocchio, Colpo Basso ed Iper Zanna, attacchi molto potenti che però non causarono quasi nessun danno al colosso di Fuoco; "Toh!" un attaccò Lavasbuffo fece crollare la sentinella. "Mi scusi, buon uomo. Ma il destino di tutti noi dipende anche da me." e così dicendo, posò una Baccarancia vicino al Pokémon K.O., per poi entrare nell'enorme Stronghold, accompagnato da un alone di mistero.

 

Foresta Vergine - Entrata

"Allora, Max, stammi a sentire. La Foresta Vergine è un Dungeon Misterioso, cioè un luogo che cambia continuamente. Sì, è sorprendente, ma non dobbiamo farci spaventare." avvisò Rub, fermandosi un attimo sull'entrata del Dungeon, "Ok, ho capito." rispose Max. "Ah, un ultima cosa. All'interno dei Dungeon i Pokémon sono molto ostili, potrebbero attaccarti. Fai attenzione." il Graffimiao annuì.

All'interno della Foresta, i due affrontarono diversi nemici, principalmente di tipo Erba e Coleottero: Rub, grazie alle sue abilità, se la cavava benissimo, mentre Max faceva un po' di fatica, soprattutto contro Pokémon come Metapod e Kakuna che aumentavano continuamente le loro difese. "Uff, che fame" sbuffò dopo un po', e ricevette una mela dall'amica: "Tié. E' una Mela." Max la mangiò molto velocemente, poi riprese a camminare: era strano quel posto, era come se si sviluppasse su più piani, infatti spesso lui e Rub dovevano usufruire di passaggi che portavano in alto, costruiti da altri Pokémon, per proseguire. Improvvisamente, Rub avvistò un Pokémon singolare, e lo fissò per alcuni secondi, mentre saltava da un ramo all'altro: era un Gligar, di colore azzurro, che portava con sé una mappa simile a quella che aveva con sé Rub. "Va tutto bene?", "Ehm? Sì, sbrighiamoci!" rispose lei, mettendosi a correre. "EHI, ASPETTAMI!" gridò il gatto, seguendola.

Dopo poco tempo, circa mezz'ora, i due riuscirono a trovare l'uscita: finalmente erano fuori da quel luogo, e potevano riposarsi. "Certo che colpire i Metapod con Graffio non è la cosa migliore del mondo" fece notare Max, osservandosi gli artigli rovinati. "Almeno ti sei reso utile, no?" Rub posò la sua sacca per terra, la aprì e tiro fuori una caramella di colore scuro, che poi mangiò. "Uhm... ora dobbiamo raggiungere quel paesino. Seguimi!", "Ohi, mi stavo riposando! Aspetta 2 minuti, non sono abituato a tutto questo movimento."

A quel punto, i due furono turbati da un forte rumore: si guardarono alle spalle, e notarono che un Tyhplosion era appena uscito dalla Foresta, lasciando dietro di sé un Meganium, che aveva appena mandato al tappeto con Lavasbuffo. "Oh, dei giovani" disse, notando i due, "Scusatemi se vi ho spaventato! Non era mia intenzione."

"Non si preoccupi. Piacere, io mi chiamo-"

"Rubber! Come non conoscerti. Tuo padre era un grande esploratore! E tu, invece..." disse, spostando lo sguardo su Max, "Non credo di aver mai avuto l'opportunità di fare la tua conoscenza!". Allora, egli si presentò.

"Oh, Max? Che nome singolare." Typhlosion guardò poi in alto: "Si sta facendo tardi" pensò. "Ora scusatemi, ma devo lasciarvi. Ah, che maleducato, non vi ho nemmeno detto il mio nome! Mi chiamo Paul. Spero di incontrarvi nuovamente!" il tipo Fuoco salutò e si incamminò verso la sua prossima metà, che curiosamente era la stessa dei nostri due protagonisti. "Dovremmo andare anche noi" Rub riprese la sua sacca e si mise a correre nella stessa direzione, seguita da Max.

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Capitolo 6: Fendenti di Aegislash

Verso sera arrivarono in un paesello, dove vi erano pochi Pokémon ed un piccolo locale dove passare la notte.

"Allora"  Max si sdraiò sul suo letto di paglia, "Ora mi dici verso dove siamo diretti?" Rub aprì la sua mappa; "Vedi, adesso siamo qua. Ho intenzione di andare verso la Radura Est, e da lì raggiungere Forteleble."

"Fortele cosa? Solo il pronunciare questo nome mi fa venire il mal di testa.", "Non farci caso. Chiamala semplicemente "la città più inutile del mondo", visto che staremo lì per qualche minuto. Il nostro vero obbiettivo è Borgo Civintes." il luogo pareva essere parecchio distante da dove si trovavano ora, quindi a Max venne una domanda spontanea: "Ma come mai vuoi andarci? Cosa c'è in quel posto?"

"Una specie di concorso, se così vogliamo chiamarlo. I migliori verranno premiati e potranno entrare in una Gilda di Esploratori." Sebbene non sapesse minimamente cosa fosse, Max si limitò ad annuire e si mise a dormire; "Se non sbaglio Pop aveva accennato ad una Gilda... non importa, scoprirò cos'è quando saremo lì." si disse, prima di addormentarsi.

 

Intanto, molto lontano da lì... un Pokémon d'Acqua attraversava il mare ad alta velocità, mentre un altro dall'alto lo seguiva; il primo era un Samurott, la seconda un elegante Togekiss. Si fermarono, all'improvviso. "Ecco," iniziò il Dignità, "E' questo il punto."

Togekiss si abbassò, fino ad arrivare a pelo d'acqua, ed iniziò a guardarsi attorno: "Ne sei proprio sicuro?", "Al 100%! Sai che non ti mentirei mai, Lara. Il problema principale è questo: dopo che i tre leggendari sono apparsi, sembra esserci stata una violenta scossa sismica, la quale sembra essere partita da qua. Ora tu non puoi seguirmi, ma...", "Tsk! Io sono capace di seguirti sott'acqua, invece. Con gli anni ho imparato ad usare Sub ed ora so anche trattenere il respiro sott'acqua." rispose la Festa, volando in alto per poi voltarsi velocemente verso il basso e buttarsi a capofitto in acqua, lasciando basito l'altro; "C-com'è possibile? I Togekiss non possono usare Sub! Che stranezza è mai questa...?" e poi si immerse anch'esso.

"Io almeno posso parlare sott'acqua" disse alla Togekiss, "Comunque stai attenta ai branchi di Wishiwashi. Se ti beccano, sai che scorpacciata!" e dopo averla stuzzicata, nuotò verso il fondale marino, facendosi seguire: eccola, un enorme crepa nella roccia, così profonda che non se ne vedeva il fondo anche se la attorno giravano diversi Lanturn. "Che c'è, il Purrloin ti ha morso la lingua?" Togekiss fece una smorfia, "Ehm, va bene, scusa." rispose Samurott. "Ti dicevo... il terremoto sembra aver aperto questa crepa. Niente di ché, penserai... lo pensavano anche gli altri Pokémon, fino a quando da essa non sono sbucati strani Pokémon mai visti in questa zona di mare... e così mi sono chiesto, che li sotto ci sia qualcosa?" Samurott avvistò uno Sharpedo, mentre saliva verso di loro: proveniva da quella crepa, era uscito dalle tenebre; "Ecco, cosa ti avevo detto?" preparò un attacco Geloraggio, che colpì lo squalo e lo fece diventare un blocco di ghiaccio galleggiante; "Non abbiamo idea di cosa ci sia la sotto, ma se continuano a spuntare così tanti Pokémon forti ho paura che possa esserci solo una cosa. Un Dungeon Leggendario..."

 

Il mattino seguente, Rubber e Max si misero in cammino verso Forteleble, accompagnati da una leggera brezza. Sulla strada trovarono diversi Pokémon, tutti gentili e cordiali; era proprio strano, fuori dai Dungeon erano così, dentro invece non aspettavano ad attaccarti appena si presentava l'occasione. "Senti, com'era essere un umano? Lottate anche voi?", "No, per niente. Non a caso non sono molto bravo nelle lotte, come avrai potuto vedere.. ma ora mi sto abituando al mio nuovo corpo." e mostrò gli artigli, che aveva imparato a far uscire dalle soffici zampe. "Mi fa piacere." rispose l'altra.

Superarono un breve percorso e, per accorciare di molto il tragitto, decisero di attraversare un bosco che faceva deviare la strada: era molto fitto, ma c'erano pochissimo Pokémon. Peccato che quei pochi fossero dannatamente forti, fu difficile per entrambi sconfiggere diversi Beedrill, Gloom, Butterfree e persino qualche Swadloon. Alla fine, quasi esausti, si avviarono verso l'uscita: tuttavia, qualcuno li fermò...

Un enorme Pokémon gli si parò davanti. Era alto almeno 4 volte Max, era principalmente verde e bianco; sulla schiena aveva una specie di "guscio" che lo proteggeva, e sopra di esso due enormi spuntoni. Ce ne erano anche tre più piccoli e di colore verde su ogni braccio, inoltre possedeva una lunga coda che per poco non toccava terra.

"FINALMENTE!" esclamò, con voce alterata. Vicino ad esso c'era un Pokémon dalla forma di una spada, possedeva due braccia nere molto sottili che teneva incrociate di dietro, in modo che potessero trattenere una specie di scudo; "Eccoli, Green. Sono loro due che hanno rubato la Tessera del Risveglio!" disse, rivolgendosi all'altro; "Lo so, me lo hai già detto. Allora, voi due" Max e Rub indietreggiarono, "Come mai avete preso la Tessera? Non sapete che non si deve rubare?"

Max cadde a terra, l'altra invece prese la "tessera" che si era portata indietro e la mostrò ai due: "Intendete questa? Non sapevamo che era di vostra proprietà. Tenetel-" la piccola volpe porse l'oggetto in direzione di Chesnaught, ma la "spada" si intromise, facendo allontanare il tipo Buio; "Ah! Fandonie, ci vuole solo imbrogliare. Questa piccola peste è nota per aver aiutato una banda di ladri a derubare molti Pokémon!"

"E' vero, ma non sapevo fossero malintenzionati. Loro mi dicevano che stavamo solo fermando dei criminali, cosa ne potevo sapere io?!" rispose lei, evidentemente non gli stava molto simpatico quel Pokémon, giustamente aggiungerei. "Dai Paul, lasciala stare." disse lo Spincorazza con voce ora più calma, che provò a prendere l'oggetto, ma anche questa volta Aegislash lo interruppe. "NO! E' una trappola, ne sono certo."

"La smetti di intrometterti?", "Non posso. Lei è il Re della Foresta Vergine, ho giurato di guidarla e far sì che non le accada nulla! E sarò disposto a tutto pur di non farla cadere in una trappola!"

 

Lo Spettro lanciò in alto lo scudo, così le sue braccia rimasero libere; con esse avvolse Green, che improvvisamente digrignò i denti e osservò Rubber e Max con aria rabbiosa. Il corpo di Paul cadde a terra, pareva essere privo di anima, allora il tipo Erba si lanciò sui due con Martelpugno, e riuscì a colpire il tipo Buio. Max intervenne per parare un altro colpo, tuttavia le poche deboli mosse che conosceva non riuscirono a scalfire Chesnaught, il quale usò Agodifesa per proteggersi e poi colpì Max con un fortissimo Mazzuolegno, che lo indebolì moltissimo.

"Accidenti, è dannatamente forte... non riesco a fargli nulla, ora come ora. Devo inventarmi qualcosa." si guardò attorno, per cercare ispirazione. Vide il corpo di Aegislash a terra, ed allora si rialzò e gli andò vicino: pesava molto, intorno ai 30 kg (visto che lo spirito e lo scudo non erano presenti in quel momento), ma con un grande riuscì a sollevarla e la impugnò. "Sarà un modo divertente di attaccare."

Pensò, poi si lanciò su Chesnaught, che riuscì ad evitare per un pelo un fendente; "Tu... COME OSI!" usò Pugnospine, ma Max riuscì a spostare la spada per parare i colpi, e poi colpì il nemico diritto in pancia, facendolo arretrare; "Toh!" un altro colpo prese in pieno Chesnaught, che iniziò a barcollare. La Malavolpe usò Finta, una mossa appena appresa, per colpirlo alle spalle; "Prendi questo!" un Mazzuolegno ferì Rubber, che andò al tappeto. Max non si arrese, usò la spada per lottare contro quell'Erba-Lotta la cui mente era sotto il controllo di Aegislash, entrato nel suo corpo; "Quando" Max evitò un Martelpugno, "uscirai da lì" provò a colpire con un affondo, ma fu intercettato e poi colpito dall'alto, il colpo lo fece cadere a terra. "vedrai che ti piacerà il tuo nuovo corpo ammaccato!" e colpì usando tutte le sue forze l'avversario, il quale cadde a terra, fin troppo ferito per continuare.

 

Aegislash uscì dal corpo di Chesnaught e tornò nella spada, che Max lasciò cadere: si era un poco rovinata, il Pokémon lo notò subito. "Accidentaccio..." disse; Green si rialzò, a fatica. "Accidenti, Paul. Non devi essere così... impulsivo. Ora basta, lasciami parlare con questi ragazzi." disse rivolgendosi ad Aegislash in modo da farlo stare buono.

"Perdonatemi, ovviamente non era mia intenzione lottare. Vi prego di perdonare anche Paul, lui ha solo paura che io possa farmi male."  e porse due Baccarance. Rubber, una volta finita la bacca, chiese al "gigante" come mai il suo assistente lo trattava come un superiore e come mai lo avesse chiamato Re della Foresta Vergine. "Semplicemente perché sono il discendente dei guardiani di quel posto, coloro che custodiscono la Tessera del Risveglio locale."

"E cosa sarebbe?" chiese Max; "Uno strumento che, una volta riunito con gli altri simili, è in grado di risvegliare un antico potere. Non so nemmeno io di cosa di tratta, sta di fatto che devo proteggere questa Tessera con tutte le mie forze." i due Pokémon si guardarono ed annuirono, poi Rubber diede l'oggetto in questione a Green, "Ecco, perdonaci se l'abbiamo presa senza permesso... ma mi sembrava, come dire, un tesoro!" esso sorrise, senza il controllo mentale di Aegislash sembrava proprio un gigante buono.

Così i due compagni proseguirono verso Forteleble, ci arrivarono il mattino seguente; era davvero una bella città, ma la attraversarono subito senza fermarsi e si ritrovarono alle porte di un dungeon misterioso: un luogo pieno zeppo di laghi e fiumi, accompagnati da piccoli alberi sparsi qua e la. "Se non mi sono ancora rincretinita del tutto, questa è la Piana Leggera. E' un dungeon molto lungo, da quel che mi hanno raccontato, ma non scoraggiamoci tanto facilmente! Andiamo avanti!" e così si addentrarono nel luogo misterioso, pronti per nuove sfide.

 

Continua...

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