Okay, devo ammetterlo: questo tema mi ha colpito. Ho sempre amato la musica, fin da piccolo. Noi siamo la generazione nata e cresciuta con la musica, non possiamo farne a meno, ormai è un’esigenza psico-fisica di cui (quasi) tutti hanno bisogno. Detto questo vi illustrerò il viaggio e le fasi musicali dei miei 20 anni, accompagnate da uno sguardo sul periodo che stavo percorrendo.
Il mio rapporto con la musica iniziò intorno ai 6-7 anni, in macchina con mio papà. Eravamo soliti fare delle uscite notturne il venerdì, lui adorava guidare ed io seguirlo. Ebbene queste esplorazioni automunite erano accompagnate dai brani dei Pink Floyd: figuratevi un bambino che sente musica Progressive Rock a quell’età, com’è possibile che piaccia? Invece mi facevano impazzire, quel tripudio di suoni (concettuali e musicali) nell’album “The dark side of the moon” come battiti cardiaci, monete, sveglie, unite a chitarra elettrica e batteria... La sensazione era quella di viaggiare su un altro pianeta! Inoltre ascoltavamo gli album dei Coldplay, non quelli commerciali, per fortuna non erano ancora usciti. Parlo di “A Rush of blood to the Head” e “Parachutes”, a mio parere i due capolavori del gruppo britannico. Inutile dirvi che se i Pink Floyd mi trasportavano in una dimensione parallela, i Coldplay riempivano cuore e mente d’emozioni che mi segnarono per tutta la vita. Ecco, arrivo al nodo centrale del mio discorso: ho sempre creduto che la musica produca benessere mettendo a suo agio l’ascoltatore. Non parlo dei testi, quelli spesso neppure vengono interpretati da chi li ascolta ed il messaggio artistico viene scartato. Mi riferisco ai suoni e di come questi impattino sulla psiche: se non tenessimo conto di ciò non riusciremmo a spiegarci il ‘boom’ della trap di adesso, non credete? Ebbene ritengo che le sensazioni che alcuni gruppi ci trasmettono le porteremo per sempre con noi ed in qualche modo influiranno sui nostri gusti futuri. Proseguiamo. In fase adolescenziale ascoltavo prevalentemente gli Arctic Monkeys. Ero inondato da quel desiderio di fuga, divertimento e spensieratezza che caratterizza le serate alcoliche di un adolescente e gli AM con il loro nuovo album erano gli unici a trasmettermelo. Una quantità indefinita di sere passate ad ascoltare cover band live del gruppo, a Roma: quante ore passate a divertirsi con gli amici! Arriviamo ad oggi, fase studentesca: gli unici momenti liberi e di svago dalle intense sessioni di studio sono dedicate allo spegnere il cervello e scaricarmi dalla tensione accumulata. Ci riesco al meglio con la Lo-Fi grazie alle live che pubblicano mandando a ripetizioni le stesse melodie oppure con le canzoni di Post Malone che permettono di sfogarsi un po’! Il ruolo che ha acquisito la musica nel mondo contemporaneo è di vitale importanza: dal rilassarsi dopo lo stress della quotidianità alla carica adrenalinica prima di una competizione. È un momento intimo tra il riproduttore musicale e l'ascoltatore, ovvero l’io interiore spoglio della maschera che si indossa nella società: la musica rappresenta il mezzo che permette di esprimerci o riflettere su noi stessi senza aver paura d’essere giudicati.